LA CONTROCOPERTINA
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Nuovi gusti del 2016 nizio d’anno per tutti i gusti, nella Locride. Il nostro editorialista, Ilario Ammendolia, evidentemente occupato a smaltire la sbornia di Capodanno, ha fraternizzato con il “nemico” Anna Rita Leonardi, andando contro i principi del nostro giornale (6), mentre Elia Fiorenza il quotidiano lo legge nientemeno che con l’Arcivescovo metropolita di Campobasso-Boiano (nonché nostro amato ex vescovo) Giancarlo Maria Brigantini (2). Anno nuovo vita vecchia, invece, in Messico, dove il 2 gennaio è stata barbaramente assassinata Gisela Mota, sindaco della cittadina Temixco da appena 24 ore, considerata così pericolosa dai narcos da non permetterle nemmeno di iniziare la sua promessa opera di bonifica (10). Un ricordo speciale dobbiamo riservarlo anche al nostro Sharo Gambino, poeta calabrese che, se oggi fosse ancora tra noi, lo scorso giovedì avrebbe compiuto 91 anni (3). Lavoro alacre, invece, per riportare a casa Carlo Iannuzzi, un impegno che Oliverio vuole portare a termine quanto prima (4). Ha voluto rendere tutti partecipi del suo entusiasmo, poi, Francesco
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Cannizzaro, il consigliere regionale e capogruppo de La Casa delle Libertà che ha scritto su FB della sua bella passeggiata con Katia Ricciarelli prima di recarsi alla conferenza stampa (1) che ha anticipato la serata di beneficenza del Cilea il 5 gennaio. Befana “a volo d’acquila” a Marina di Gioiosa Jonica dove, grazie ai pompieri, la vecchina si è potuta lanciare dal campanile della chiesa di S. Nicola di Bari (9). Giornata speciale poi, quella del 13 gennaio, quando Miss Italia 2013, Giulia Arena (8), oggi conduttrice televisiva per il programma culinario di La7 “Gustibus”, verrà a Siderno a documentare le nostre abitudini alimentari convincendoci a dare il colpo di grazia alla nostra dieta. E mentre due grandi, Mario Nirta e Franco Blefari si prendono una pausa dalla poesia per coltivare l’arte del buon vino (5), Klaus Davi si esibisce nella sua performance da “one man troupe” facendo da giornalista, microfonista e regista durante un intervista al sindaco Pietro Fuda (7). Jacopo Giuca
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ATTUALITÀ
GIUDIZIARIA
Appalti“vecchi e nuovi” alla lettura della relazione conclusiva di una commissione di accesso a un comune della Locride appare in maniera eclatante che, in un contesto di condizionamento della criminalità organizzata, un’amministrazione in cui le regole non esistono, il tutto va a esclusivo vantaggio a favore di “amici, potenti e mafiosi”. Se nel comune di riferimento, in tre anni sono state accertate solo sei violazioni edilizie e nessuna contravvenzione al Codice della Strada, ecco cosa è avvenuto nelle varianti al piano regolatore, dove lottizzazioni e permessi di costruire sono stati rilasciati in violazione delle norme, con falsi macroscopici e con palesi intenti di favoritismo; con l’apice negli appalti di opere pubbliche che si sono aggiudicati con il criterio “a sorteggio” con ribassi d’asta predeterminati dall’ufficio tecnico. A titolo meramente esemplificativo, e non certamente esaustivo, vale la pena di riportare sinteticamente la vicenda dell’aggiudicazione dei lavori per la messa in sicurezza di due località del comune di riferimento indetti con un bando. Ebbene il tecnico comunale con determina stabilisce la categoria prescelta solo dopo (sic!) che le ditte avevano già presentato la domanda per partecipare al “sorteggio” (criterio di aggiudicazione dei lavori). Quando vengono esaminate le domande e aperte le buste delle 10 imprese che avevano presentato la domanda, di queste vengono ammesse al sorteggio solo 4 imprese, mentre i lavori vengono aggiudicati dall’unica ditta presente al “sorteggio”. A tale proposito così commenta la relazione della commissione di accesso: “Per quanto si possa sforzare l’immaginazione professionale e umana non si conosce l’esistenza nel nostro ordinamento di un istituto che permetta legittimamente di condurre procedure di gara nei termini sopra visti”. La relazione così conclude: “i fatti gestionali illustrati, le irregolarità, le connotazioni degli amministratori e dei dirigenti, fanno emergere innanzitutto una specie di consortio a excludendum alios, concentrato nell’organizzare, programmare e conseguire, attraverso sapienti progetti mirati, notevoli interessi di gruppo, eludendo l’obbligo previsto dalla legge di curare gli interessi esponenziali di tutta la comunità... sembra che i detentori del potere politico e amministrativo abbiano una concezione delle istituzioni come se fossero qualcosa da cui trarre vantaggi per sè e per gli altri, controllando la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi. Poiché gli esponenti politici e i dirigenti hanno solidi legami, sono soliti frequentare, sono imparentati con soggetti dediti alla criminalità organizzata, una prognosi attendibile non può che concludere nel senso dell’esistenza di pressioni e influenze da parte di personaggi mafiosi… tali legami e collegamenti comportano inevitabilmente a forme di condizionamento e infiltrazioni di tipo mafioso nel lambito dell’ente, compromettendo la libera determinazione dei rappresentanti, anche per il sol fatto del compiacimento...”. A distanza di anni dagli esiti di una successiva indagine della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria è emerso che, nonostante i plurimi e gravi procedimenti penali in cui sono rimasti coinvolti, nonostante quanto accertato dalla Commissione di accesso nominata dalla Prefettura: “nulla appare cambiato rispetto al vecchio sistema affaristico, caratterizzato da favoritismi e corruttele, continuandosi, nel comune... a perseguire i propri privati interessi strumentalizzando la res publica”.
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L’INTERVISTA
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Anche Sel Calabria apre a una "Sinistra italiana" che punterà a un'organizzazione più leggera e dinamica, con al centro le proposte e uno sguardo favorevole ai tanti delusi del popolo della sinistra, oggi in cerca di una casa in cui sentirsi accolti.
NancyValente: “Per noi sono più importanti i cittadini calabresi che un PD preponderante” MARIA GIOVANNA COGLIANDRO ipartirà da zero. L’assemblea regionale di Sinistra Ecologia e Libertà ha deciso all’unanimità di mandare tutti a casa e ricominciare buttando sul tavolo un bel poker di assi: Nancy Valente, Angelo Broccolo, Mario Melfi e Gianni Speranza. Saranno loro a guidare il partito calabrese nella fase di transizione che porterà alla costruzione del nuovo soggetto politico “Sinistra Italiana”. Abbiamo intervistato Nancy Valente, tra i protagonisti di questa nuova era di Sel Calabria, che punterà a un’organizzazione più leggera e dinamica e più che mai vicina alle singole realtà territoriali. “PCI, DC, PLI, PSI, MSI... PSDI, DP, PR, PRIPIRÌ” è il ritornello della canzone di Otello Profazio “I partiti cambiano nome ma non la sostanza”. In che modo cercherete di far sì che Sinistra Italiana non corra questo rischio e sia diversa dalla vecchia SEL? Innanzitutto sento di dover dire che il principale obiettivo di Sinistra Italiana sicuramente non è quello di risultare a tutti i costi diversa da SEL, ma di rappresentarne l’ “evoluzione”, per così dire. In questi termini, il nuovo soggetto autodeterminerà fisiologicamente le differenze col passato, un passato nel quale ha affondato le radici ma che non deve per forza rinnegare. Crediamo in una trasformazione che non nasca su negazioni ma su proposte! La nascita di SEL ha rappresentato la necessità di rispondere a un contesto storico ben preciso, è stata in grado di accogliere le istanze di cambiamento provenienti dal popolo di sinistra. In questo momento sta succedendo la stessa cosa, con le dovute differenze storiche e sociali: il popolo della sinistra sente di essere alla ricerca di una casa in cui sentirsi accolto. Il PD, con le sue logiche da partito della nazione, rinnega continuamente la sua anima di sinistra. In questo contesto SEL, e non solo SEL, si attiva per rappresentare la gente che crede ancora fermamente negli ideali peculiari di una certa idea di mondo, che qualcuno trova retorici e demodè ma che sono i cardini della cittadinanza e di un sano stato sociale: il lavoro per tutti e tutte, l’uguaglianza dei diritti per tutti e tutte, la cultura alla portata di tutti e tutte, un futuro in cui credere e da costruire per tutti e tutte.
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Oliverio vi ha traditi disattendendo le promesse paventate durante la fase pre-elettorale. In che modo cercherete di sfumare il monocolore del PD regionale? Oliverio non ci ha traditi, o meglio, non ha tradito SEL ma ha deliberatamente e volontariamente tenuto fuori dall’assetto politico del Governo regionale l’unica voce di sinistra della coalizione che lo ha sostenuto, di conseguenza ha estromesso tutti i cittadini e le cittadine calabresi che hanno espresso la loro aderenza ai messaggi che quella voce veicolava e continua oggi a veicolare. Se proprio vogliamo parlare di tradimento, ebbene, sono loro che sono stati traditi. I partiti, quando sono sani, rappresentano uno strumento democratico che deve interpretare le esigenze della società, ed è quello che continueremo a fare non perché vogliamo “sfumare il monocolore del PD”, ma perché per noi sono più importanti i cittadini calabresi che un PD preponderante. Secondo Lei la sinistra si è resa conto che l’evangelismo politico tradizionale è morto, che la sinistra ideologica non fa più presa sugli elettori e che avreb-
be maggiori chance a rappresentare gli interessi degli individui? A me piacerebbe tantissimo una cosa su tutte: che la politica, i partiti e, per essere ancora più dettagliati, gli uomini e le donne dei partiti riescano a non vedere più solo elettori ma che vedano gente, persone, cittadini e cittadine. È necessario un cambio di registro anche in questo senso: il termine “elettore” de-umanizza e massifica, è come se ogni singolo soggetto sia rilevante agli occhi della politica solo con una matita in mano e in un certo periodo dell’anno. Non è così, non lo è più. Ecco, riuscendo ad attivare questa prima e timida inversione di marcia allora si può innescare un circolo virtuoso in grado di parlare alle persone, con le persone e non più dell’ “elettorato”. Di conseguenza, in questo circolo rientrerebbe la capacità di mutare l’evangelismo politico di cui parli trasformandolo in dialogo, scambio, partecipazione, coinvolgimento, presenza responsabile e cittadinanza. Il dialogo tra la politica e le persone deve tornare a essere diacronico, solo così si può ristabilire lo spazio della ri-costruzione Il più grande aggregatore della sinistra negli ultimi anni è stato Berlusconi. Adesso occorre crearsi “nuovi mostri”. Oggi, secondo Lei, si è di sinistra se...? Se pensiamo che fosse Berlusconi ad aggregare la sinistra commettiamo un errore grossolano, lo stesso che ci fa confondere la luna col dito che la indica. La sinistra si aggrega attorno a principi e valori comuni, che sono quelli che ho già elencato. Molti errori sono stati commessi in passato e probabilmente ci si è convinti che col decadimento del potere politico di Berlusconi si sarebbero risolti tutti i problemi del Paese. Ovviamente non è stato così proprio perché il mostro non era Berlusconi ma quel fenomeno sociale che viene oggi definito “berlusconismo” e di cui lui, ma purtroppo non solo lui, era il portatore sano. Il berlusconismo è una sintesi di pensiero che ripudia tutti i traguardi sociali e di civiltà raggiunti sino a questo momento: il rispetto delle diversità, l’importanza dell’equità sociale e giuridica, la fiducia nelle Istituzioni e nello Stato, la fiducia del buon funzionamento dell’ascensore sociale… Questo è il vero Mostro, non di oggi o di ieri, ma di sempre, questo è l’obiettivo che deve porsi e si pone la Sinistra, ripristinare i valori fondamentali di cittadinanza.
LaCalabriachepuntaallestelleperscoprireisegretidell’Universo Sandra Savaglia, scienziata calabrese, nel 2004 finì in copertina su Time come simbolo dei cervelli in fuga. Oggi è docente di astrofisica nella sua terra.
L’immagine della Calabria, specialmente dopo le ultime vicende locresi, è probabilmente più malconcia di quanto lo potesse essere prima. Eppure c’è una Calabria che resiste, una Calabria che silenziosamente – ma non troppo – taglia traguardi importanti nella ricerca scientifica, quasi tutta al femminile. Parliamo dell’Università della Calabria, ateneo ma anche centro di ricerca che, stime del
Censis alla mano, è tra i più importanti in Europa per ciò che concerne gli studi riguardanti l’astrofisica e la fisica solare. Questo grande traguardo raggiunto è anche merito del contributo di una docente, Sandra Savaglio, scienziata nostrana che nel 2004 ebbe il privilegio di finire in copertina su Time tuttavia per una motivazione che non rende onore al nostro Paese, la fuga dei cervelli. Grazie a questa direzione virtuosa e caparbia e a una giovane rete di studenti e ricercatori, l’Università della Calabria, con il suo grande campus, il più grande d’Italia, parteciperà all’assegnazione di 500 milioni di euro da parte dell’Agenzia Spaziale Europea, nell’ambito di un progetto chiamato “Thor”, come la divinità norrena, sviluppato con un importante centro di ricerca svedese e che riguarderà le emissioni solari e la
fisica solare. Ma non solo. La Calabria sarà anche sede di una nascitura struttura di ricerca sull’energia, un vero e proprio Laboratorio per indagare sull’energia, un grosso bunker di cemento che conterrà al suo interno un’avveniristica struttura che fornirà dati sulla composizione della materia e delle stelle. Studiare le stelle, come Hubbles ed Einstein ci hanno insegnato, ci fornisce tanti dati su ciò che è stato l’universo. E su ciò che sarà. Questa è la Calabria che vogliamo. “Perché amiamo la sfida della conoscenza”. Savaglio dixit. Antonio Cormaci
LA COPERTINA
NATALE 2015 Il territorio deve iniziare a pensare seriamente al suo futuro: troppe manifestazioni in pochi giorni e un’offerta simile in paesi diversi, negli stessi giorni e orari, rendono evidente come, per crescere, serva...
... Un Calendario unico degli eventi della Locride angiato il panettone e bevuto lo spumante i cittadini della Locride hanno dovuto per forza di cose sedersi a prendere fiato. Eh sì, cari locridei, se uno avesse voluto seguire tutte le belle manifestazioni che si sono svolte durante questo periodo natalizio doveva avere un fisico bestiale. Guardando i vari programmi promossi dalle amministrazioni, nelle serate clou avevi il teatro a Roccella, la piazza di Locri, il Corso di Siderno e tant’altro. Non era umanamente possibile seguire tutto, se riuscivi tornavi a casa massacrato. Gli Stati europei “avanzati” hanno delle agenzie di marketing municipalizzate o associate che lavorano in sinergia per realizzare un "calendario unico degli eventi" che permette la stesura di un programma ricco e, soprattutto consente all’utente territoriale di organizzarsi. Quindi c’è una strategia da mettere a posto, occorre con urgenza dotarsi di un “Calendario Unico degli eventi” senza il quale continueremo a essere privi di rotta, sopra un barcone senza nocchiero e in gran tempesta. Ovvero, ancora una volta, questa mancanza, ci dà conferma, del ruolo fiacco dell’associazione dei comuni della Locride, mai incubatrice, quasi sempre, zavorra. Se si vuole parlare di proposta turistica allora bisogna adeguarsi alle migliori strategie europee riguardanti quella parte di turismo legata agli eventi. Ad esempio nella Locride c’è stato un comune che ha espresso un concetto di gestione virtuosa. Mi spiego meglio: in questo comune si è potuto contare sulla collaborazione di tutte le organizzazioni, che sono riuscite a trovare una sintesi importante, quasi rivoluzionaria dato che viviamo nell’era del Crowdfunding (finanziamento della folla). Lo stesso comune (lasciamo a voi la curiosità di capire quale) ha infatti speso soldi pubblici solo per le luminarie, mentre il resto è stato finanziato attraverso gli sponsor e il contributo dei cittadini. Certo, siamo lontani dalle dinamiche europee, ma questo comune della Locride ha imboccato la direzione giusta e, una volta che le amministrazioni si saranno liberate da quelli che criticano senza collaborare, un ulteriore importante passo sarà fatto. Forse sarebbe utile far sapere alla gente che le regioni vicino a noi stanno decollando economicamente e culturalmente. Mi riferisco a Puglia e Basilicata, che per promuovere i loro siti e la loro attività hanno “comprato” le serate di capodanno di Canale 5 (Bari) e Rai 1 (Matera). Cosa dovevano promuovere? Matera è ormai una delle località più visitate d’Europa e ha iniziato a lavorare per il 2019, quando sarà Città Europea della Cultura. La Puglia, dal canto suo, è diventata il più grande set cinematografico a cielo aperto del mondo e ospita circa 150 set cinematografici all’anno, con tutto l’indotto economico e turistico che questo fenomeno ha creato. Noi, ahinoi, andiamo ancora dietro alle critiche degli illuministi di facebook che si nutrono di trippa e vomitano veleno di scarsa marca. Topi da tastiera? È necessario perciò correre rapidamente ai ripari per diversi motivi, anche perché vi sono circostanze da cogliere al volo - alcune nuove, altre divenute di preminente attualità - che, se saranno adeguatamente trasformate in opportunità, si riveleranno di certo positive per tutti. Però conviene procedere con ordine, osservare il recente passato e far tesoro degli errori commessi; progettare con nuova consapevolezza quanto possiamo concretamente realizzare in un ragionevole, programmabile e programmato futuro. Per cui, con spirito costruttivo, rimbocchiamoci le maniche, continuiamo a credere in un aggiornato “sol dell’avvenir” ma decidiamo come esso dev’essere e quando deve apparire al nostro orizzonte. Vladimir
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Cosimo Cherubino, ex consigliere regionale imputato nel processo "Falsa Politica", dovrà scontare 12 anni di carcere perché si metteva in mostra nelle processioni religiose e nei funerali, e perché veniva scelto come“compare”da tantissime persone.
Falsa Politica
Il falò che sta bruciando Cherubino serve a purificare il sistema Di fronte a una condanna così severa, quella classe politica che si è contesa Cherubino facendolo roteare da sinistra a destra e da destra a sinistra resta in silenzio.
ILARIO AMMENDOLIA a condanna dell’ex consigliere regionale Cosimo Cherubino a 12 anni di carcere (Alberto Stasi accusato di omicidio premeditato di una ragazza è stato condannato a 16 anni) riguarda solo lui. Tuttavia il “caso”, e il silenzio sospetto che lo circonda sono il sintomo delle disgregazione umana, politica e morale che investe la Calabria intera. Nei giorni scorsi sono state depositate le motivazioni della sentenza. Ricorderete che Cosimo Cherubino è stato consigliere regionale di centrosinistra e successivamente candidato del centrodestra. Egli oggi, difficilmente troverà difensori! Questa è una società che brucia sul rogo chiunque cada in disgrazia con un cinismo inversamente proporzionale al servilismo e alla spregiudicatezza che si dimostra nel momento in cui si detiene il potere. Detto con umiltà: noi non siamo di questa pasta. Il fatto di non aver mai rincorso né Cherubino, né altri, nel momento in cui sono stati forti ci consente di avere dubbi sulla sentenza e ci legittima nel nostro sforzo di voler comprendere le ragioni di una condanna così severa. Non sono innocentista! Rispetto tantissimo i magistrati che hanno redatto la sentenza e non posso e non debbo sostituirmi a loro. Non è questo il ruolo di chi scrive! L’idea che mi son fatto è che Cosimo Cherubino sia stato un ottimo organizzatore capace di calamitare diffusi consensi, un politico mediocre, un consigliere regionale decisamente scarso e sicuramente inadeguato. Inoltre, Cosimo Cherubino ha preso molti voti tra cui anche quelli di alcune “famiglie” mafiose! Concludo: secondo me, Cherubino sarebbe sicuramente colpevole dinanzi a un “tribunale del popolo” per il contributo che ha dato al “governo” la Regione Calabria. Probabilmente avrebbe una condanna senza appello dinanzi al tribunale della Storia per come ha praticato l’attività politica e, indubbiamente, non sarebbe compatibile con la storia e con in pensiero socialista, movimento nel quale ha militato prima di passare in Forza Italia. Ma da quanto ho letto nelle motivazioni non mi sembra condannabile in nessun tribunale della Repubblica Italiana. Temo fortemente che il vento forcaiolo che soffia in Calabria seppur non abbia sconfitto la 'ndrangheta, abbia contribuito a creare un clima che oggettivamente condiziona le sentenze, nonostante l’indubbia professionalità e la serietà personale dei magistra-
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COSIMO CHERUBINO, EX CONSIGLIERE REGIONALE IMPUTATO NEL PROCESSO "FALSA POLITICA" ti che l’hanno redatta. Io non sono in grado di escludere che Cherubino sia organico alla 'ndrangheta. È lecito sospettarlo ma una condanna così grave non si può reggere su flebili indizi o sul “si dice”. Ci vogliono prove che ne dimostrino la colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio e queste – secondo me – mancano! Dai dialoghi intercettati nella lavanderia di Giuseppe Commisso, esce un quadro sicuramente fosco e nauseabondo di tanta parte della “politica” locridea, sidernese e calabrese. Ma questa è un’altra storia… e non appartiene solo a Cosimo Cherubino. Ribadisco: leggendo le motivazioni io non me la sentirei di dire che Cosimo Cherubino meriti il carcere. A meno che legami di
parentela non vengano considerate una traccia per un reato non dimostrabile altrimenti. Peggio ancora non si può attribuire un disegno di natura criminale a una persona solo perché si mette in mostra nelle processioni religiose, nei funerali o perché viene scelto come “compare” da tantissime persone. Non si può condannare un uomo perché il “mastro” lo definisce affidabile oppure perché un pentito lo indica come organico a una cosca avversa. Cherubino è stato consigliere regionale e – per una serie di circostanze – ha gestito una fetta consistente di potere. Sarebbe stata ben altra cosa se nelle motivazioni fossero stati indicati quali fondi ha dirottato verso le cosche, quali nomine ha fatto, quanti incarichi ha sollecitato, quali convenzioni ha preteso, in quali paesi della provincia di Reggio Calabria (suo collegio elettorale) sono stati indirizzati i finanziamenti regionali senza criterio alcuno. Insomma sono necessari fatti seri e inconfutabili per sostantivare un'attività che abbia le caratteristiche della continuità a favore di una o più cosche o comunque l’appartenenza a un sodalizio criminale. Le parole hanno un loro indubbio valore ma solo se supportate da fatti, altrimenti significano poco o niente. Infine, trovo più che sospetta la viltà con cui una classe politica diffusa che si è contesa Cherubino – e non solo – facendolo roteare da sinistra a destra e da destra a sinistra, resta in silenzio dinanzi a una condanna così severa. Se Cherubino fosse colpevole, chi l’ha candidato e ha incamerato i “suoi” voti non è senza colpa. Anzi, a dirla proprio tutta, credo che Cherubino sia stato conteso appunto perché ritenuto depositario di voti e fiducia di varia (?) natura. Oggi sono tutti muti e non è un caso. Il falò che sta bruciando Cherubino – e altri che si trovano in analoga condizione – è necessario per “purificare” il sistema. Si brucia un uomo ma si salva un metodo di governo. La Calabria è ancora sottoposta a un sistema feudale e, molto spesso, i gruppi "dirigenti", i partiti, e - purtroppo - una parte dell’elettorato sono impregnati di mentalità mafiosa. Questa classe "politica" fa suo il motto “il silenzio è d’oro” e assiste tremante e supina a questo rotolare di teste - di quarta fila - nel paniere della “giustizia”. È il prezzo che bisogna pagare per gabbare un popolo sottomesso a delle classi dominanti ben più mafiose e potenti di Cherubino. Non sentitevi più sicuri perchè alcuni sono in galera Guardatevi intorno e capirete che gli arcangeli che ci sono in giro non sono migliori dei cherubini.
Strade colabrodo e scuole spezzettate: benvenuti nella Città Metropolitana Non sappiamo bene se la Provincia si sia dimenticata della Locride o abbia più semplicemente impegni più pressanti in vista dell’imminente fine mandato. Fatto sta che, in questi giorni di inizio anno, si continua a notare il drammatico stato di alcune delle infrastrutture di sua competenza che si trovano nei dintorni dei nostri paesi. Prendiamo ad esempio Siderno e la rete viaria costituita da via Circonvallazione, via Francesco Macrì, dalla strada per Salvi e quella che conduce a Ferraro, dalla San Francesco, la “panoramica” di Siderno Superiore, e da via dei Colli per Agnana e
Canolo: sono ridotte a colabrodo dannose per le autovetture e pericolose per chiunque si avventuri ad attraversarle. Sono tutte di competenza dell’Amministrazione Raffa ormai vicina alla pensione e, considerato lo stato in cui versano, certamente non è l’emergere del problema in tempi recenti che ha impedito all’organo provinciale di agire in merito. Anche l’Istituto Tecnico Commerciale Marconi, sempre per restare nella nostra ridente cittadina, costituisce a suo modo un esempio di inefficienza amministrativa: quando l’istituto è stato spostato nei nuovi locali nessuno ha
pensato di impermeabilizzare le sue mura o (peggio ancora!) di spostare anche i laboratori per geometri, ancora nella vecchia sede di via Turati. Adesso che l’amministrazione della provincia sta per cambiare, ci domandiamo, assisteremo al solito scarico di responsabilità e alle solite passerelle che si risolveranno in un nulla di fatto? Vorremmo ricordare che da due giorni siamo in “regime” Città Metropolitana anche noi… è davvero questa l’omogeneità territoriale che vogliamo vedere nella nostra provincia del terzo millennio?
GERENZA
Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14
ATTUALITÀ
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Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Cristina Caminiti, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Katia Candido.
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GIOIOSA JONICA
TutticonFuda:Inconsigliocomunale la Calabria minaccia gli intimidatori Giovedì scorso, 7 gennaio, si è svolto un Consiglio Comunale straordinario e aperto a Gioiosa Jonica. Alla presenza di cittadini e delle più importanti cariche politiche, la comunità locridea ha espresso ufficialmente la sua vicinanza al primo cittadino Salvatore Fuda, colpito nell’ultimo mese da due terribili intimidazioni. Dopo l’esplosione dei colpi d’arma da fuoco contro la sua auto, infatti, il sindaco di Gioiosa ha dovuto fare fronte all’incendio di due autocompattatori dedicati alla raccolta differenziata, un gesto che ha provocato il massimo sdegno del nostro governatore. «Sappiano tutti che si fanno male se pensano di utilizzare l’arma dell’intimidazione verso Fuda e la sua Amministrazione - ha minacciato Oliverio in consiglio - Lui e tutta la sua comunità non saranno lasciati soli». Non solo: il presidente ha garantito, supportato da Sebi Romeo, che presto arriveranno nuovi mezzi a Gioiosa, un’iniezione di fiducia che convincerà Salvatore a continuare per questa strada a testa alta.
MATTEO LAROSA: giovanissimo campione di Locri proiettato verso la Nazionale
A Siderno si immagina un lungomare d’altri tempi... Al comune si continua a pensare a come sistemare il lungomare di Siderno, ma i cittadini, che purtroppo ancora non hanno un riscontro concreto dei progetti in cantiere, sono costretti a ingannare il tempo sognando un lungomare diverso, che renda utile l’aver atteso così a lungo. Ecco allora la resa grafica di un lungomare in cui l’area del pastificio Cataldo è stata ripensata come parcheggio coperto o, perché no, un padiglione all’interno del quale realizzare mostre e piccole fiere. Vi piacerebbe? Il giovanissimo Matteo La Rosa, locrese classe 2001, sta bruciando le tappe della sua promettente carriera. È infatti entrato di diritto, come difensore centrale, nei Giovanissimi Nazionali Under 15 e viene acclamato per la sua capacità tecnica e le sue doti di affidabilità e carisma. Costretto a viaggiare, Matteo vive purtroppo lontano dalla sua famiglia, che resta in zona se non per raggiungerlo in occasione degli incontri più importanti, e forse per questo non manca di sicurezza e senso di adattamento.
Villa Caristo dai Lamberti ai Clemente Villa Caristo rivive nel nuovo libro di Mario Panarello e Alfredo Fulco. A Stignano i primi giorni dell’anno sono stati dedicati a Villa Caristo. Uno dei parchi più belli d’Italia è infatti al centro di “Dalla natura all'artificio - Villa Caristo dai Lamberti ai Clemente” di Mario Panarello e Alfredo Fulco, un trattato che è stato presentato il 3 gennaio nella suggestiva quanto anticonvenzionale location offerta dalla chiesa S. Antonio, al quale hanno voluto partecipare molti addetti ai lavori e cittadini interessati.
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A San Francesco di Paola il Giubileo dei giornalisti della Calabria Si celebrerà presso il Santuario regionale di San Francesco di Paola (Cs), domenica 24 gennaio, il Giubileo dei giornalisti della Calabria. L’iniziativa, promossa dalla Commissione per la cultura e le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale calabra – in collaborazione con la Fisc, il Sindacato dei Giornalisti calabresi, la Fnsi e l’Ucsi – prevede un incontro dibattito con gli interventi di don Giovanni Scarpino, direttore dell’Ufficio regionale delle comunicazioni sociali, di don Enzo Gabrieli, delegato della Federazione italiana settimanali cattolici della Calabria, del presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, e di Carlo Parisi, segretario generale aggiunto della Fnsi e presidente regionale Ucsi. I lavori saranno conclusi da monsignor Luigi Renzo, vescovo di Mileto-NicoteraTropea e presidente della Commissione regionale per la cultura e le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale calabra. Seguirà il passaggio dalla Porta Santa del Santuario e una solenne celebrazione eucaristica presieduta da mons. Renzo.
La cucina calabrese conquista l’India
Dopo essere stato executive chef del lussuoso ristorante “Cafe Calvados” di Mosca, dove ha diretto la brigata di uno dei migliori locali della capitale russa, il calabrese Luigi Ferraro andrà in India a dirigere un famoso ristorante italiano di Nuova Delhi, di prossima apertura. Continuerà qui a deliziare i palati con una cucina mediterranea briosamente intrigante e appetitosa, pensando sempre al Sud e soprattutto ai prodotti della sua amata Calabria.
ATTUALITÀ
Calabria pulitissima dal Pollino allo Stretto I DATI ARPACAL SONO UNA VENTATA D’ARIA FRESCA PER I CALABRESI Se i più pessimisti hanno avuto modo, in passato, di definire la Calabria come una terra dimenticata da Dio, avranno sollievo nel constatare che la Calabria è un terra dimenticata in particolar modo dall’inquinamento. L’aria respirata dai calabresi è pulitissima. Il dato, di quelli sorprendenti se si considerano le alte medie nazionali e le medie mondiali già oggetto di aspri dibattiti in sede di conferenza sul clima a Parigi, ci viene dato dagli studi dell’Arpacal, i quali affermano che le percentuali di monossido di carbonio provocato dalla combustione degli idrocarburi presenti nei carburanti e nei combustibili è incredibilmente sotto controllo. Ben 13 stazioni di controllo dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente sono state piazzate in punti strategici della Regione, vicine ai grossi centri urbani così come alle periferie, in aree industriali così come in altri luoghi d’interessi. Il risultato della lunga attività di monitoraggio, che copre tutto l’anno solare 2015, è una ventata d’aria fresca e pulita per la popolazione calabrese. La mappatura dei rischi è infatti più una formalità, considerati i bassi indici dal Pollino fino allo Stretto di Messina. L’area urbana Cosenza-Rende è quella messa “peggio”, essendo l’unica che nel 2015 ha oltrepassato la soglia minima di sicurezza stabilita in 50 microgrammi per metro cubo 25 volte. In ogni caso percentuali lontane anni luce da quelle del Nord. Un numero non allarmante visto che il tetto massimo è di 35. Polveri sottili sono presenti, sempre nei livelli di guardia, a Locri e in piazza Castello a Reggio Calabria. In coda alla classifica Catanzaro e Vibo Valentia che registra il superamento dei 50 microgrammi per metro cubo di polveri sottili solo 7 giorni su 365. Antonio Cormaci
DIALOGO IMMAGINARIO DI LIDIA ZITARA
Un'intercettazione sputa il nome del Priore della Massoneria di Siderno i 5 martiri di Gerace si allarmano “Rocco, Rocco!”. “Eh, Michele, che c’è, stavo dormendo!”. “Ma se sono centosettant’anni che dormi con un occhio solo!”. “Insomma che vuoi?”. “Vai a chiamare Domenico e Gaetano, ché a Pietro gli ho mandato un WhatsApp”. “Ma che succede, insomma?”. “Bisogna fare una riunione tra di noi, ci sono novità importanti”. Riuniti al tavolo Ikea, Michele, Pietro, Domenico, Gaetano e Rocco scorrono un giornale su un tablet, alla luce di una lampada a led acquistata al padiglione uzbeko dell’Expo. “L’hai letta l’intercettazione?” chiede Michele a Rocco. “Letta l’ho letta, ma tanto non ci si capisce niente, quindi possiamo stare tranquilli, non vedo perché tu ti debba agitare così! Sai, dovresti prenderlo ogni tanto un po’ di Haldol, caro mio, non ti farebbe male”. “Ah, ha parlato il medico della mutua! E se inve-
ce capiscono a chi si riferivano nell’intercettazione? Non dovremmo intervenire?”. Gaetano chiarisce la situazione: “Ma che dici? Cosa devono capire? Ma tu hai visto chi ha eseguito l’intercettazione? Il figlio di Micu du Pruppu e quello di Cosimo u Fasularu. Due vere proprie cime. E poi lo sai che ai giornali passano soltanto quello che noi facciamo passare. Gli alti livelli sono sempre protetti, lo sai”. “Ma hanno nominato il Priore!”. “seeeee, Michele, ti calmi, per favore? La gente non sa manco cos’è un Priore, al massimo pensano al Priorato di Sion e al “Codice da Vinci”. E poi mica hanno detto il nome vero”. “ma …ma... mettere in mezzo il povero professore Brigina, è stato proprio una cattiveria! Chi vuoi che ci creda, lui, che ha un aspetto così dimesso, col suo impermeabile con la fodera tartan, gli occhiali di tartaruga e il cagnolino sempre al guinzaglio. Un uomo così mite, che alle riunioni del circolo di scacchi sta sempre zitto zitto, si gioca una partitella, e se ne va”.“Già, povero
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La Calabria nella top ten dei luoghi da non perdere per chi sa viaggiare Sono dieci le mete che la Rough Guide, una delle guide turistiche più diffuse in tutto il mondo, che seleziona luoghi fuori dai tradizionali circuiti turistici per i “veri” viaggiatori che vogliono capire e conoscere fino in fondo l'essenza delle località che decidono di visitare, ha scelto anche quest’anno per i propri lettori, compilando una vera e propria “top ten” mondiale. In questa particolare classifica planetaria, oltre all'Alaska, alle isole occidentali della Scozia, all'isola di Lombok in Indonesia e ad altri angoli suggestivi del pianeta, c’è anche la nostra regione che, con il suo gap di sviluppo, ha ora l'opportunità di mostrare e valorizzare al massimo le proprie bellezze e la propria identità, offrendo quello che aree meglio attrezzate e organizzate hanno perso. La guida definisce la nostra come “una regione ricca di Resort di charme lungo le bellissime coste tirrenica e ionica, dove è possibile trovare rustici villaggi di montagna e cucina arricchita dal peperoncino, elementi che fanno di questa regione una delle destinazioni preferite per le vacanze italiane”. E prosegue, evidenziando che “fino ad ora, il turismo della Calabria è stato soprattutto nazionale. Storicamente sottosviluppato, questo tratto del sud è stato a lungo trascurato e rimane un po' emarginato, con una presenza potente della mafia 'ndrangheta ancora in alcune parti della regione. Tuttavia, quest'anno i nuovi voli in programma da Torino a Lamezia Terme, insieme a siti come Airbnb, stanno aprendo anche le città più rurali ai viaggiatori avventurosi in cerca di un altro aspetto dell'Italia. Case riscaldate da fuo-
A
o, professore, con quella miseria di stipendio interviene Domenico - al massimo è riuscito a far fare l’università alla figlia maggiore, facendo lezioni private come un pazzo. Figurati se un professore potrebbe mai essere il Priore della Massoneria!”. Gaetano, commosso, dice: “Povera signora Brigina, ora che farà? Al mercato come la guarderanno? Diranno che è lei la moglie del grande capo di Siderno? Nessuno le farà più credito, penseranno tutti che tenga i soldi nascosti! Tzk zk, un grosso errore. Vera o falsa, questa intercettazione non viene certo dalla nostra parte”. “Già, ma neanche va da altre parti. In verità sta ferma lì dov’è”. Conclude Domenico. Michele, immerso nella lettura del cellulare, scambia qualche messaggino: “Ah, ecco, mi è appena arrivata una notizia dal nostro gruppo! Che dovete sapere… conoscete le identità dei due intercettati? Sono Ciccio Pelata e Peppe Padella!”“Insomma, due che non godono della credibilità di nessuno”, dice Domenico, serafico.
“Forse una di quelle intercettazioni un po’ casuali e magari stimolate da una massiccia dose di alcolici, che ogni tanto la Polizia pesca nella rete. Non possiamo farci niente. L’altro giorno ho visto un poliziotto che intercettava le scoregge del cane della mia bis bis bis bis nipote...”. “Insomma - interviene Michele - non dobbiamo comparire nei sogni di qualcuno, spaventarli, cambiargli tutto l’ordine delle sedie o far colare sangue dalle pareti di casa sua?”. “Ah Miché, te l’ho detto che ‘sto mese ti sei visto troppe repliche di “Dexter” e “Ghost Whisperer"? Eh, e cerca di pigliartelo, sto benedetto Haldol. Stai rompendo veramente la min***! Gaetà, piglia un bicchiere e diamogli un po’ di Valium! Gli interventi speciali vanno riservati per occasioni speciali, non per l’ordinaria amministrazione. Quante gocce hai messo, Gaetà?” “Quaranta, come al solito”. “Fanne sessanta, stavolta, Gaetà”.
chi di legna, alimenti biologici dalla fattoria alla tavola, vini locali, sponde del Mediterraneo poco affollate e una ospitalità senza precedenti attesa come una ricompensa”. “É questa – commenta, in una nota, il Presidente della Regione Mario Oliverio - una importante opportunità che si offre alla Calabria. Siamo consapevoli che molti viaggiatori, estimatori del Bel Paese, dopo aver visitato i luoghi più famosi, ora stanno rivolgendo la loro attenzione verso la nostra regione. La Calabria ha preservato e protetto alcuni aspetti che mantengono una forte componente ancestrale, ricca di fascino. Adesso, però, tocca a noi adeguare l'offerta turistica. Da questa circostanza ci viene una indicazione che dobbiamo saper interpretare nel modo giusto. La Calabria è una regione più adatta a un turismo di qualità; un turismo dove la cultura, sia che si esprima attraverso opere d'arte, siti archeologici, castelli, itinerari religiosi e di fede, sia attraverso riti, profumi e sapori, deve finalmente fare fino in fondo la propria parte”. “Il passato - conclude Oliverio - ci ha lasciato una grande quantità di risorse che ora dobbiamo saper valorizzare nel modo più intelligente, per mandare a regime tutte le nostre potenzialità attrattive. La più grande rivoluzione che possiamo operare è quella di liberarci dal vittimismo. È il momento di rovesciare alcuni stereotipi che, da sempre, hanno condizionato l’immagine della nostra regione, per affermare e proiettare una Calabria diversa, terra di accoglienza, con la sua proiezione unica nel Mediterraneo”.
ATTUALITÀ
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L’APPELLO DI UNA MADRE
Mio figlio vuole lavorare Questo è l’accorato appello di una mamma che da anni lotta per la legge n. 68 del 12 marzo 1999 che prevede che i datori di lavoro pubblici e privati con almeno 15 dipendenti siano tenuti ad assumere lavoratori con disabilità. La legge purtroppo resta un’utopia. T.C. è la mamma di un giovane che ha avuto la sfortuna di nascere audioleso, patologia invalidante che, oltre al disagio fisico provoca anche depressione nel soggetto affetto. Tale legge dovrebbe garantire sin dalla prima iscrizione al centro per l’impiego un lavoro che non è un dono ma un diritto di tutti. Intanto il tempo passa ma solo per far passeggiare questi ragazzi che aspettano invano la chiamata al tanto desiderato posto di lavoro. Dove sono le istituzioni? Questa legge è stata fatta per essere dimenticata in un cassetto? Vengono banditi concorsi pubblici e anche privati ma con delle clausole - come il limite di età, il voto del diploma - che non fanno che deprimere ulteriormente i nostri figli. Per non parlare della riserva dei posti per categorie protette che spesso gli enti non contemplano. Spero che questo mio appello risvegli la coscienza di tutti coloro che abbiamo mandato al potere e che al più presto si attivino a promuovere e a realizzare progetti o altro così da essere d’aiuto a molti giovani e ragazzi più sfortunati di altri. Continuerò a combattere per mio figlio ma anche per gli altri che si trovano nella stessa situazione poiché non c’è cecità peggiore di coloro che di fronte a così gravi problemi chiudono gli occhi lasciandoci soli ad abbattere questa barriera. Spero che il mio appello sia letto e preso in considerazione da chi ha il potere di aiutarmi in questa lotta. T.C.
rosse, enormi, cubitali che venivano apposte sui muri delle case per ricordare l’evento. Si poteva leggere chiaramente: "D.D.T.1954...o un altro anno, anche negli anni sessanta…!”, da noi al sud. Ci si premuniva così dai parassiti disinfestando, ma non era insolito sentir camminare su su per le gambe qualcosa, avvertire un pizzichìo o un formicolìo e scoprire di aver addosso una... pulce che come una matta andava di qua e di là...! E che ognuno cercava di acchiappare al volo contorcendosi... perchè quella continuava a saltare… di quà e di là... infilandosi dovunque, e anche su su... sino all’inguine! Suscitando così, momenti di ilarità e comicità collettiva! Questa disinfestazione fu necessaria, si narra, al ritorno dei soldati dalla prima guerra mondiale, poiché erano pieni di questi parassiti, e l’unico rimedio fu far bollire gli indumenti. Per questo i panni si smacchiavano solo al torrente, con la lascivia, che era la candeggina del tempo. Poi, una volta smacchiati, venivano stesi al sole sui cespugli di lentisco, che crescevano lì intorno. Stavano al fiume intere giornate a fare il bucato, le donne, e tornavano a casa di sera, stanchissime, dopo
Il bucato nel piccolo mondo paesano I panni, in questo piccolo mondo paesano, si lavavano al torrente o alla fiumara. Tutte le donne del paese e anche noi bambine andavamo ad aiutare per imparare e per gioco, perché imitavamo volentieri, le nostre mamme, le seguivamo sino al fiume, osservando con tanta curiosità ogni cosa. Giunte al torrente, le donne immergevano svelte nell’acqua i panni colorati e li calpestavano coi piedi per farli bagnare ben bene. Poi, munite di un pezzo di sapone di casa scuro fatto con le “murghe” o più bianco se realizzato con l’olio di oliva, li buttavano su delle pietre inclinate messe lì apposta per poter lavare. Incominciavano, quindi, a insaponare con forza, mentre le lenzuola bianche, le federe, le camicine intime dette “a cammisa” o i “carzunetti i omu” maschili appunto, lunghi al ginocchio, di cotone, venivano messi a bollire, nella
“vucata”, cioè la “lascivia”. Si portava per l’occorrenza un recipiente o la caldaia di rame per metterci dentro la roba da bollire, far sbiancare e sterilizzare, in questo modo, poichè non esisteva ancora la candeggina. Dosando cenere e acqua si metteva il tutto a bollire, con dentro una pezza bianca annodata ripiena di cenere bianca del focolare, scelta apposta, e si accendeva il fuoco sotto la caldaia. C’é da dire che negli anni cinquanta-sessanta, ancora in questi paesi, a causa delle condizioni igieniche pessime, della mancanza dell’acqua corrente, delle case prive di pavimenti, ma appena lastricati di cemento e tanto polverosi, giravano copiosi per casa cimici e pidocchi, tanto che lo stato ricorreva, periodicamente, alla disinfestazione con D.D.T., per debellare questi parassiti. Ancora rivedo le scritte
aver raccolto i panni lavati e già asciugati al sole. Li riportavano legati in un grande lenzuolo e li portavano "in testa”, come si diceva allora, e cioè sul capo, come bestie da soma. Il bucato veniva fatto al torrente anche d’inverno, quando l’acqua era gelida, e le donne stavano con i piedi in ammollo, intere giornate a lavare e smacchiare, e ci ritornavano volentieri a primavera per lavare le coperte piene di fumo dell’inverno, poiché le case erano sovente un unico ambiente con in un angolo un focolare, il cui fumo si spandeva dappertutto, prima di uscire dal tetto di tegole o dalla porta. Le donne più tardi usarono il lavatoio pubblico, ma la tradizione fu e rimase il torrente, al quale si aggiunse, dopo il boom economico degli anni sessanta, l'utilissima e cara lavatrice! Maria Stella Brancatisano
Due cose non si dimenticano nella vita: il primo amore e l’aver suonato nella banda del maestro Pietro Di Mauro
È trascorso un anno dalla scomparsa del maestro Pietro Di Mauro. Mi piace ricordarlo cittadino libero, democratico, educatore, amico. Era nato a Castellamare di Stabia (NA) ed è deceduto un anno fa a Caulonia. Studiò al Conservatorio di musica "San Pietro" a Majella di Napoli, dove frequentò il corso di tromba. Si diplomò il 7 luglio 1967 con il massimo dei voti. Iniziò la sua carriera concertistica presso l'orchestra del Teatro San Carlo di Napoli (tra le diverse esperienze, appena diplomato è stato 1^ tromba nell’esecuzione della Marcia dell’Aida). Fu docente di educazione musicale presso la Scuola Media Statale di Caulonia a decorrere dall’anno scolastico 1969/1970 (assume titolarità novembre 1969) sino alla pensione (anno 2003).
Dal Comune di Caulonia ricevette l'onorificenza di "Cittadino illustre per meriti professionali, umani e sociali". Arrivato a Caulonia quale docente di musica alla locale Scuola Media, Pietro Di Mauro avviò da subito una scuola popolare di educazione musicale. Ogni sera accoglieva i giovani del vecchio centro storico per avviarli ai rudimenti della musica che, col tempo, sono divenuti conoscenza. Nel volgere di breve tempo, la sua scuola venne frequentata anche da persone adulte, molte delle quali avevano fatto parte della locale banda musicale che era andata scemando un decennio prima anche in conseguenze dell’emigrazione. In poco tempo si iniziò a concertare fino al
punto di creare un vero e proprio complesso bandistico, conosciuto e apprezzato. Dalla sua Scuola sono passate intere generazioni di giovani cauloniesi. Oggi, in quasi tutte le famiglie della cittadina jonica, più di un componente conosce la musica. Molti i giovani approdati al conservatorio di musica
Francesco Cilea di Reggio Calabria e numerosi sono quelli che hanno conseguito il diploma del corso di studio. La Banda Musicale (Complesso Bandistico Città di Caulonia) che ha assunto anche la sua denominazione, ogni estate ha dato vita a imponenti raduni che hanno attraversato festosamente le vie cittadine. Partecipavano più di cento musicanti impegnati a intonare le note delle classiche marce per bande musicali per poi chiudere, sempre e in qualunque occasione, con l’Inno di Mameli. Particolarmente qualitativi i concerti di capodanno nella chiesa Matrice, quando il complesso bandistico si cimentava in mirabili esecuzioni di arie di musica lirica, musica classica, rock, pop e colonne sonore. Negli annali resterà il ricordo del concerto che il complesso bandistico ha tenuto, sotto la direzione del suo maestro, sul palcoscenico della XIV^ edizione del Kaulonia Tarantella Festival, anno 2012. Persona riservata e schietta, ironico sempre ma altrettanto realista, ha guidato intere generazioni nei rudimenti della musica escogitando i trucchi più strani per far diventare la musica e lo strumento musicale parte della vita dei ragazzi di Caulonia. Negli ultimi 40 anni è stato elemento fondamentale per la crescita culturale di questo paese. Grazie alla sua capacità di aggregare ha stabilito rapporti di amicizia duraturi nel tempo, tra i suoi allievi. “Due cose non si dimenticano nella vita – amano ricordare i suoi allievi - il primo amore e l’aver suonato nella banda del maestro Pietro Di Mauro”. Alla sua memoria anche il grande merito di avere insegnato attraverso la musica che solo l’insieme e l’unità possono essere i valori su cui basare il riscatto sociale della comunità. Ilario Camerieri
Cultura
La notizia dello stanziamento di 3,6 milioni di euro per la salvaguardia dei beni culturali calabresi è stata salutata come la panacea di tutti i mali, complici gli slogan pubblicitari del governo. Eppure, analizzando meglio le cifre, si tratta dell’ennesima presa per i fondelli che siamo costretti a subire.
Due supposte mas JACOPO GIUCA o scorso 4 gennaio è stata accolta con grande soddisfazione la notizia della destinazione di 3.620.000 € alla Calabria nell’ambito del programma triennale di investimenti per la tutela del patrimonio approvato dal Ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini. Tale cifra, spalmata su 14 interventi che abbracceranno varie aree della nostra regione, garantiranno anche i restauri del Santuario di Mannella a Locri, del Teatro Romano di Marina di Gioiosa Jonica e il potenziamento informatico e degli apparati di comunicazione dei nostri poli museali solo per citare gli
L
interventi che riguarderanno la Locride. L’annuncio altisonante di Franceschini, che non ha esitato a sottolineare quanto la cultura venga considerata importante da questo governo e l’occhio di riguardo con il quale sono state trattate le regioni meridionali, ha fatto piacere a tutti, lasciando la sensazione che il sud Italia (Calabria in testa) avesse finalmente ottenuto una grande vittoria. Prima di urlare gloriosamente che il 2016 sia l’anno della svolta, tuttavia, è forse il caso di analizzare meglio le cifre di cui stiamo parlando: i tre milioni e mezzo di cui la nostra regione beneficerà fanno parte di un program-
I 3,6 milioni di cui la nostra regione beneficerà fanno parte di un programma di investimento di 300 milioni e sono dunque l’1,2% della cifra complessiva
Gloria sempiterna, sempiterno cantiere… Il castello di Monasterace Superiore testimonia ancora i fasti di una storia
passata, che dal XV secolo l’hanno visto passare di proprietario in proprietario fino ad oggi. Dell’antica gloria, purtroppo, nel 2016 possiamo vedere ben poco. Un cantiere mal custodito ne vieta l’accesso e c’è bisogno dei vicini di casa per avere la conferma che una parte della struttura è composta da abitazioni private. Sui social ci si domanda giustamente se la situazione cambierà almeno quando (o se) finiranno i lavori.
ma di investimento di ben 300 milioni di euro che, se la matematica non ci inganna, fossero stati distribuiti equamente tra le diverse regioni italiane, avrebbero previsto la destinazione di 15 milioni a ogni territorio. Ora, non mettiamo in dubbio che una distribuzione matematicamente equa di questa cifra avrebbe rappresentato l’adozione di una scelta tanto democratica quanto cieca, considerato che ogni area ha le sue caratteristiche storico/territoriali (non vogliamo certo mettere a paragone il patrimonio culturale del Lazio con quello della Valle d’Aosta, o il numero di musei presenti in Lombardia con quelli del Molise) ma la destinazione di 3.620.000 € alla
Calabria, una cifra pari all’1,2% del totale investito, ci pare oggettivamente molto poco. Le cifre destinate a tutti i 14 interventi previsti nella nostra regione sono spesso irrisorie e difficilmente tramutabili in concreti miglioramenti delle nostre aree archeologiche. Tranne che nel caso dell’allestimento di nuovi spazi espositivi, supermento delle barriere architettoniche, climatizzazione e completamento degli apparati di comunicazione della Galleria Nazionale di Cosenza (questioni di adeguamento alle normative europee per la struttura, non salvaguardia del patrimonio storico conservato), ammontante a 1.500.000 €, gli altri interventi non superano il mezzo
Cinema Apollo,
I
ci manchi...
cittadini di Siderno ancora ricordano con affetto il cinema Apollo, barbaramente demolito dalla giunta Figliomeni in uno degli atti criminosi peggiori della storia della nostra cittadina. Anziché recuperare la struttura che avrebbe potuto continuare a servire la cittadinanza, infatti, il cinema fu abbattuto per fare spazio a un condominio di cui proprio non si sentiva l’esigenza. Oggi non ci resta che ricordare con rimpianto la struttura e, fatto salvo il buon servizio del Cinema Nuovo, andare fuori città per avere più scelta sui film da vedere…
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ANAS: Al danno di un investimento ridicolo per ciò che concerne la cultura, si aggiunge la beffa della polemica innescata tra ANCE e Ministro Delrio, che ha messo in evidenza come, nel settore dell’edilizia e dell’infrastruttura, di un investimento promesso di 9 miliardi ne siano stati impiegati appena un terzo.
scherate da cachet Nel mirino dell’ANCE, tratti dell’A3 per i quali era stata annunciata la variante e che oggi non sono più così tanto pericolosi e la questione SS 106
milione, scendendo a 170.000 e 105.000 € nel caso dei provvedimenti di Locri e Marina di Gioiosa. E, a proposito di Locride, perché ricordarsi solo del Santuario di Mannella e del Teatro Romano, quando questa sarebbe stata l’occasione ideale per tutelare l’antica Kaulon, aiutare l’amministrazione di Portigliola con il suo teatro greco-romano o contribuire alla fine dei lavori dei teatri (moderni) di Locri e Siderno? Insomma, la sensazione di averla presa in quel posto mentre ci distraevano con un bellissimo tramonto è veramente forte, tanto più che a questa constatazione si aggiunge la polemica scoppiata nelle stesse ore tra ANCE e
Graziano Delrio. Il presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili Francesco Berna, infatti, avrebbe attaccato il Ministro alle infrastrutture affermando che dei 9 miliardi annunciati per la Calabria, nella nostra regione ne sarebbe arrivato solo un terzo, destinato. Nel mirino di Berna, tratti dell’A3 per i quali era stata annunciata la costruzione di una variante e che oggi non sono più così tanto pericolosi e la sempre attuale questione SS 106, in cima ai pensieri dei massimi dirigenti statali ma mai concretamente migliorata (o completata, nel caso della variante). Alla risposta sdegnata di Delrio ha fatto eco quella del presidente dell’ANAS
IMMAGINI (DA SINISTRA) FRANCESCHINI, MINISTRO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI, HA DATO RISALTO ALLA NOTIZIA DEL FINANZIAMENTO IL SANTUARIO DI MANNELLA A LOCRI: UNO DEI DUE SITI AI QUALI SARANNO DESTINATI I FONDI NELLA LOCRIDE AL TEATRO GRECO-ROMANO DI MARINA DI GIOIOSA JONICA SPETTERANNO 105.000 EURO PER OPERE DI MANUTENZIONE IL LOTTO DELLA NUOVA STATALE 106 TRA MARINA DI GIOIOSA E ROCCELLA JONICA IL MINISTRO PER LE INFRASTRUTTURE DELRIO HA RISPOSTO A BERNA, SOSTENENDO LA VALIDITÀ DEGLI INTERVENTI
Armani, che anzi si sarebbe eretto a salvatore della patria affermando non solo che gli investimenti ci sono stati, ma che la società dei trasporti sarebbe addirittura stata in grado di farli fruttare così bene da garantire l’incremento della spesa reale. Noi, benché oggettivamente sia da riconoscere la realizzazione di qualche promessa, ci mettiamo comunque dalla parte di Berna perché questa brutta storia, unitamente a quella dei fondi destinati alla cultura di cui vi abbiamo raccontato in apertura, ci lascia presagire che il 2016 non sarà l’anno della svolta, ma l’ennesimo anno in cui pretenderanno di farci credere che la merda è buona. E noi ci crederemo…
Sidernesi, bevete acqua del rubinetto!
L’acqua di Siderno è ottima. Ad affermarlo è l’Osservatorio Ambientale Diritto per la Vita, i cui tecnici hanno svolto indagini dettagliate in proposito. Tranne che a Siderno Superiore, via Magrna Grecia e nelle contrade Garino e Perticia, dove nell’ultimo monitoraggio la concentrazione batterica è risultata maggiore, i sidernesi possono bere l’acqua del rubinetto in condizioni di totale sicurezza, risparmiando la “mazzetta” che passano ai supermercati per acqua forse meno monitorata della nostra.
È
Fabio Dagostino: il termoidraulico che rende inviolabile la porta del Siderno salito agli onori della cronaca sportiva nazionale, Fabio Dagostino, termoidraulico per professione, portiere del Siderno per passione. Sul sito del giornalista Sky Gianluca di Marzio, infatti, ha fatto notizia l’imbattibilità di questo dilettante, in grado di evitare che la rete della nostra squadra venisse toccata dal pallone per quasi 1.200 minuti di gioco, una cifra che va ben oltre i record di imbattibilità dei più blasonati portieri di Serie A Sebastiano Rossi (929 minuti) e Zoff (903). Proprio questa settimana, durante Siderno - Aurora, Dagostino ha subito una rete su rigore, ma ciò non toglie che sia entrato di diritto nell’Olimpo dei grandi!
RIVIERA
LA ROSA DEIVENTI
I primitivi artisti barbarici nella storia d’Europa
Sapete come i Greci chiamavano coloro che non conoscevano la lingua greca? Proprio “bar-ba-ros” che significava, in modo dispregiativo, “balbuziente”. Per esempio, consideravano barbari gli Sciti, le cui abitudini, a parte il linguaggio, per la civilissima Grecia erano qualcosa di orrido, strano e terribile. Infatti, queste popolazioni usavano bere il sangue misto a vino, seppellire col marito morto anche la moglie, i servi e i cavalli bardati di tutto punto. Inoltre, bevevano il vino in coppe ricavate da crani rivestiti di oro e pietre preziose. Eppure questi “barbari” avevano nelle tribù artisti eccellenti: valenti intagliatori del legno e dei metalli preziosi, orefici raffinati, bravi scultori. Le popolazioni Galliche erano le più atletiche: guerrieri pressocchè invincibili. Combattevano nudi e scalzi perchè credevano che qualunque tipo di vestiario, durante il combattimento, impedisse al corpo di sprigionare al meglio tutta la propria potenza. I Celti erano fissati con le teste dei nemici. Erano cacciatori di teste! In quanto ritenevano che in ognuna si conservasse l'anima del morto. Le appendevano agli alberi e le foreste ne erano piene. Ebbene, come dicevamo prima, c 'era l'altra bella faccia della medaglia. L'oreficeria era eccezionale. Erano per lo più simboli rappresentanti le forze della Natura, della Terra, greggi, aquile, tutto ciò che faceva parte del loro mondo reale. Tutto questo, però, non era la ricerca della bellezza o del potere di chi li indossava, era la rappresentazione al massimo della materia. Qualcuno definì l'arte barbarica “una scrittura senza lettere”. (Maria Verdiglione)
ATTUALITÀ
Nello scrigno dei nostri tesori: l’Epifania di Siderno
Il cinema conquista Palizzi Si è svolta lunedì l’Anteprima del Palizzi International Film Festival con la proiezione del film sui moti di Reggio Calabria del 1970: “Liberarsi Figli di una rivoluzione minore” (di Salvatore Romano, con Monica Guerritore, Peppe Zeno, Daniela Fazzolari, Gaetano Amato, Roberto Zibetti, Serena Rossi, Rosa Pianeta, Giacomo Battaglia, Francesco Vitiello ed Emilia Mallamaci). Ospiti della serata Renato Meduri, Ilario Ammendolia, Franco Mollace, Francesca Greci e gli attori Emilia Mallamaci e Carlo Belmondo.
In Calabria il primo cimitero internazionale dei migranti Inizieranno a fine gennaio in Calabria i lavori per la realizzazione del cimitero internazionale dei migranti che sarà intitolato al piccolo Aylan Kurdi, il bimbo di 3 anni trovato senza vita su una spiaggia della Turchia, le cui immagini choc hanno scosso e commosso il mondo. Il cimitero internazionale dei migranti, la prima opera del genere in Italia, si estende su un terreno di 10 mila metri quadrati e prevede un investimento complessivo di 4 milioni di euro.
Quando apriamo il fantasmagorico scrigno dei beni archeologici e storico-artistici della nostra amata Calabria, non possiamo non riscoprire ogni volta una “perla” disconosciuta fuori dagli ambienti degli addetti ai lavori e ignorata al di là dei confini regionali, dove ci siamo (o dovremmo esserci) affermati, nell’immaginario collettivo, come “terra di Magna Grecia”, e per giunta spesso limitatamente alla preziosa ma a volte ingombrante presenza dei Bronzi di Riace. E così si presenta a noi una straordinaria testimonianza iconografica della scena dell’Adorazione dei Magi, ben più antica del trecentesco affresco dipinto nella Cappella degli Scrovegni di Padova da Giotto, che in questi giorni tutti citano per aver inventato, sotto la suggestione del passaggio all’epoca della cometa di Halley, la stella cometa. Si tratta di una sottile lamina d’oro circolare, lavorata a sbalzo, di circa 5 cm di diametro - in termine tecnico bràttea -, rinvenuta nel 1886 a Siderno, entrata nelle collezioni del Museo Nazionale di Reggio Calabria e oggetto di studi approfonditi da parte del dott. Giacomo Oliva della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria. Originariamente doveva forse risultare applicata a impreziosire una scatoletta di legno - materiale deperibile che non si conserva se non in eccezionali condizioni climatiche - con ogni probabilità il coperchio di un contenitore di reliquie. Tenuto conto che i confronti stilistici indicano una produzione nell’area del Medioriente, si può immaginare che si tratti di un oggetto portato da un pellegrino dalla Terra Santa,
oppure da monaci trasferitisi da quelle zone, i quali, proprio col venerare le ossa dei santi monaci defunti, contribuivano in quei tempi a dar vita alla tradizione del culto delle reliquie. L’archeologa Margherita Corrado, esperta, tra l’altro, di oreficeria bizantina, trova, invece, un puntuale confronto con alcune fibule – assimilabili alle odierne spille – rinvenute nel territorio di Crotone, che, nella loro integrità, mostrano come la “brattea” in oro risultasse incassata al centro di uno spillone in lamina d’argento a forma di scatoletta circolare incavata. È databile tra VI ed inizi VII secolo d.C. e ci rimanda dunque all’alto Medioevo, allorquando la Calabria diventa parte dell’Impero Romano d’Oriente e assorbe la cultura bizantina in modo così profondo da essere ancora oggi una componente essenziale nella sfera devozionale espressa dalla nostra regione. La scena raffigura un’Epifania di Gesù, che si manifesta in grembo alla Madonna, assisa in trono come le dee pagane della fertilità e al pari di una basilissa, un’imperatrice bizantina, ma dota-
ta di un’aureola che ne esplicita l’altissimo livello spirituale conseguente al suo essere thetòkos, generatrice di Dio. I Magi, vestiti all’orientale di una corta tunica e con in testa un berretto frigio, incedono guidati da una stella a otto punte connotata per la presenza di una coda come “cometa”. Li sorvola un angelo, che richiama la Vittoria alata delle scene di tributo all’imperatore. L’iconografia ufficiale di tradizione romana viene dunque sfruttata, come già nell’arte funeraria tardoantica, per formulare il dogma dell’incarnazione, il cui primo passaggio, quello della Natività, viene riprodotto nel riquadro sottostante della brattea – detto esergo – in un “presepe” in miniatura col bambinello in fasce adagiato sulla culla e la stella soprastante, il bue e l’asino, e un pastore con una pecora da ambo i lati. Un piccolo reperto, dunque, ma preziosissimo nella sua raffinata esecuzione e pregno di significati nel messaggio che veicola: ancora una volta un tassello del nostro glorioso passato che ci aiuta ad affrontare a testa alta questo difficile presente. Roberta Schenal
Sei mesi di poesia dialettale grazie alla Pro Loco di Locri Locri vuole iniziare l’anno all’insegna della cultura, motivo per il quale la Pro Loco cittadina, da sempre convinta che lo sviluppo della comunità sia strettamente collegato al respiro culturale che alimenta e sostiene il suo cammino, ha deciso di indire una rassegna di poesia di importanti autori dialettali della nostra terra del passato più o meno recente, dal titolo significativo di “Veniti Poeti”. La rassegna, che si svolgerà da gennaio a giugno il secondo giovedì del mese presso l’Aula Magna del Liceo di Scienze Umane “G. Mazzini” di Locri, si concentrerà sull’opera di Cola Napoli (gennaio); Mario Careri, Annunziato Sorbara, Vincenzo Guerrisi Parlà, Rosario Dattilo (febbraio);
Giomo Trichilo, Rocco Ritorto, Nico Noce, Francesco Mazzaferro (marzo); Giuseppe Coniglio (aprile); Micu Pelle, Pasquale Monteleone (maggio); Salvatore Filocamo (giugno). Si alterneranno, nella presentazione dei vari poeti, dei cultori della poesia dialettale, come: Giuseppe Ambrogio, Franco Blefari, Gaetano Catalani, Maria Antonietta Coniglio, Vincenzo Cordì, Giovanni Favasuli, Jolanda Filocamo, Salvatore Futia, Franco Nicita, Mario Nirta, Bruno Pelle, Giovanni Pittari, Antonio Tassone. Al termine dei vari incontri verranno offerti degli assaggi della tradizione gastronomica calabrese, grazie alla collaborazione di tanti produttori locali.
Salvatore Filocamo
Nick Mancuso, da Mammola a Holly DOPO UNA CARRIERA LUNGHISSIMA E STRAORDINARIA CON 120 FILM INTERPRETATI,VORREBBE stato annunciato il quinto episodio di Indiana Jones. Una notizia che gli appassionati, grandi e piccoli, hanno accolto con grande piacere perché è il film che ha ridato al cinema e agli spettatori la possibilità di vivere il senso emozionante dell’avventura per l’avventura, come non accadeva da anni. La saga è iniziata nel 1981 mentre il cinema italiano manifestava una forte crisi produttiva e di spettatori (era iniziata l’era delle televisioni private: nel 1978 erano già 2000), tenuto in piedi grazie alla flebo cinematografica dei magnifici sette Verdone, Troisi, De Sica, Nuti, Banfi, Pozzetto, Abatantuono. Alcune sale cominciavano a chiudere e altre proiettavano cinema porno, con notevole successo per la verità. Nello stesso periodo il cinema americano realizzava film come Star Wars, ET, Indiana Jones, Ritorno al futuro, Chi ha incastrato Roger Rabbit, Alien, Robocop, Taxi driver, Gli intoccabili, Toro scatenato, per citare i più conosciuti. Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta di Steven Spielberg costituisce la pietra miliare del nuovo film d’avventura del cine-
È
ma americano, ispirato ai fumetti e ai classici dei film d’azione degli anni ‘40-‘50. Per il personaggio di “Indiana” Spielberg e Lucas si saranno sicuramente ispirati al film Cina del 1943, con Alan Ladd che indossa giacca di pelle, cappello Fedora e pantaloni caki. E anche la sequenza iniziale con la pietra rotolante potrebbe essere ispirata al fumetto di Carl Barks Zio Paperone e le sette città di Cibola del 1954. Niente di male, quando si realizzano dei capolavori. Del resto siamo tutti “ladri di cinema” (ma non solo), come hanno confessato nell’omonimo libro quattordici grandi registi: Bertolucci, Wajda, Kazan, Cimino, Tarkovskij, Ioseliani, Monicelli, Comencini, Bellocchio, Olmi, Wenders, Syberberg e Werner Schroeter; l’importante è che abbiano realizzato altrettanti capolavori come quelli dei maestri a cui si sono ispirati. Ma stiamo scrivendo del primo Indiana Jones perché, a sua modo, ha avuto anche una “ispirazione” attoriale calabrese che però non è andata a buon fine. Infatti tra gli attori che avrebbero potuto interpretare il film era stato chiamato anche Nick
Mancuso, calabrese di Mammola, emigrato in Canada con la famiglia nel 1956, all’età di otto anni. Dopo aver intrapreso la carriera di attore di teatro a soli 16 anni, dimostrando grande talento, si laurea anche in psicologia e si trasferisce a Los Angeles perché fortemente richiesto dalla “Columbia Pictures” e dal regista Arthur Hiller (Love story, Un provinciale a New York, Wagons lits con omicidi) per interpretare la parte principale nel film Nightwing (Le ali della notte, 1979). Film che avrebbe dovuto costituire la risposta allo “Squalo” della concorrente “Universal” o, almeno, uguagliare gli incassi di film come “Orca: The Killer Whale” (1977), “Tentacles” (1977), “Piranha” (1978). Non è stato così a causa di una sceneggiatura molto debole (Mancuso, infatti, all’inizio aveva rifiutato l’offerta) e nonostante gli effetti visivi dei pipistrelli di Carlo Rambaldi che aveva già realizzato quasi 20 film, tra i quali Alien, Incontri ravvicinati, ET, King Kong. Ecco come Nick racconta l’incontro con Spielberg:
Roccella: oggi la 1ª Mezza Maratona dei Gelsomini
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L’Associazione Calabria Fitwalking, in collaborazione con il centro tecnico Walking 4 Life, indice e organizza a passo di Fitwalking la “1ª Mezza Maratona dei Gelsomini”, che si terrà oggi, 10 gennaio 2016, a Roccella Jonica. La Mezza Maratona è inserita nel circuito “Il Lungo Cammino” e la lunghezza del percorso, che attraverserà luoghi panoramici, è di 21,097 Km. Il raduno è alle ore 8:30 preso Largo Colonne, con partenza alle ore 8:45. La durata stimata è di circa 3 ore e 30 minuti. La partecipazione è aperta a tutti. Si raccomanda, a causa dell’importante consumo calorico, di munirsi di acqua e frutta. www.larivieraonline.com
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Bovalino dice sì alla Il Corpo sanitario dell’Ordine legalità con “Non di Maltasi riunisce a Siderno violate il giardino” su iniziativa del Rotary l Centro di Cultura per l’Educazione Permanente dell’Unla di Bovalino ha aderito alla “Rete per la Legalità” istituita dalla Camera di Commercio di Reggio Calabria con Delibera della Giunta camerale del 30 giugno 2014. La “rete” vede impegnata la Camera di Commercio con funzione di coordinamento e di "messa a sistema" tra le iniziative sul territorio, al fine “di massimizzarne l'efficacia e l'impatto comunicativo, rendere più proficuo il rapporto e l’impegno tra le parti sui temi della legalità, in una prospettiva di consolidamento delle attività di collaborazione per la promozione di iniziative volte a contenere la diffusione dei fenomeni criminali e, nel contempo, favorire la sensibilizzazione ai principi della legalità e della leale concorrenza”. Il fine è di “promuovere iniziative per la diffusione della cultura della legalità, quale elemento di sviluppo del corretto e libero funzionamento del mercato; dare impulso ad attività e azioni finalizzate alla crescita individuale delle coscienze, anche attraverso la realizzazione di percorsi educativi e divulgativi rivolti alle imprese e mondo giovanile e scolastico favorire l’attivazione di interventi volti a contrastare fenomeni criminali che inquinano e travolgono la crescita lineare e trasparente della società e del tessuto imprenditoriale e contrapporre così alla criminalità ed illegalità diffusa la legalità partecipata, cioè una rete generatrice di crescita sociale e sviluppo economico del territorio”. Il protocollo istitutivo sottoscritto oltre che dalla Camera di Commercio di Reggio Calabria, dall’associazione di categoria Confesercenti, nonché dalle seguenti associazioni antiracket e antiusura della provincia di Reggio Calabria: A.L.I.L.A.C.C.O. – S.O.S Impresa; Associazione Antiracket di Taurianova, Democrazia nelle Regole; Coordinamento Nazionale Antimafia “Riferimenti”; Osservatorio sulla ‘ndrangheta, vede ora anche l’Unla di Bovalino, che ha sottoscritto il protocollo istitutivo, con il progetto “Non violate il giardino”. “Un programma, ci spiega il Dirigente del Centro Unla che si svolgerà nel periodo 15 gennaio-28 aprile 2016 con 8 proiezioni su maxi schermo: Salvatore Giuliano, Il prefetto di ferro, Il giorno della civetta, 100 giorni a Palermo, Borsellino, Le mani sulla città, Io non ho paura, Gomorra; due incontri pomeridiani con ogni probabilità con gli scrittori Mimmo Gangemi e Nicola La Barbera e un recital conclusivo che coinvolgerà studenti ed immigrati extracomunitari. La visione dei film sarà preceduta da una scheda che comprende cast e credit e posizioni della critica; si passerà quindi alla visione dell’opera cinematografica aperto al dibattito. Il recital è la volontà di far partecipare i giovani a un’esperienza di approfondimento di temi che continuano a essere di palpitante attualità in una terra così profondamente toccata da fenomeni malavitosi per un concreto dialogo con la società civile, con i giovani imprenditori, con le Forze dell’Ordine e creare insieme una vera legalità partecipata che non può non portare a convinte azioni di contrasto alla diffusa illegalità che genera società svogliate e quindi ammalate”.
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L’occasione è stata una conferenza sulla storia dell’Ordine tenuta da Giovanni Strangio
atmosfera era solenne e l’importanza dell’evento si percepiva dalla numerosa presenza di autorità civili, militari e religiose presenti nella grande sala affollata dell’Hotel President. Il sindaco di Siderno Pietro Fuda, il Vescovo della Diocesi di Gerace-Locri Mons. Francesco Oliva e varie rappresentanze delle forze armate, i Carabinieri, la Polizia di Stato e una numerosa rappresentanza della Marina Militare con la Guardia costiera di Roccella, dove spiccavano baschi e giubbe rosse con la croce di malta sulle divise d’ordinanza del Corpo Sanitario dell’Ordine facevano da cornice a una istituzione che con i Suoi novecento anni di storia si proietta nel futuro sempre a difesa dei poveri e degli ammalati così come recita il Suo Motto: “Tuitio fidei et obsequium pauperum”. In un’atmosfera altrettanto suggestiva e solenne un picchetto del Corpo Sanitario del CISOM schierato con la Bandiera dell’Ordine ha ricevuto con il Presidente del Rotary il Delegato Gran Priorale del Sovrano Militare Ordine di Malta, il Barone Nesci di Sant’Agata la cui presenza ha ulteriormente ufficializzato l’evento. In questo contesto il Dott. Giovanni Strangio, nella veste di responsabile sanitario del raggruppamento della Calabria del Corpo Italiano di Soccorso del Sovrano Militare Ordine di Malta ha tenuto una relazione dal titolo” l’Ordine di Malta nella Sua evoluzione storica e sociale”, ripercorrendo brillantemente i novecento anni di storia dell’Ordine e le attività umanitarie svolte in tutto in mondo comprese quelle tutt’oggi attive su Lampedusa per l’emergenza profughi. L’iniziativa del Rotary, ha detto il delegato Gran Priorale dell’Ordine, va nella direzione giusta perché pochi sanno quello che l’Ordine di Malta fa nelle sue missioni per le persone che soffrono e quanti medici come il dottore Strangio lasciano casa e lavoro per rendere possibili queste attività umanitarie in giro per il mondo. Un Ordine quindi vicino alla gente che trae le sue origini intorno al 1050 da una comunità di monaci in Terra Santa nella Palestina. Da li si è evoluto come Ordine Monastico-Militare a difesa dei pellegrini e dei luoghi santi e così pervenuto fino ai giorni nostri, sviluppandosi come Ordine Stato. L’Ordine come stato sovrano è riconosciuto oggi da 110 nazioni con cui intrattiene rapporti diplomatici bilaterali, ha una rappresentanza diplomatica presso l’Unione Europea e un seggio come osservatore permanente presso le Nazioni Unite. L’Ordine batte moneta, emette passaporti e ha le sue poste magistrali. “Un Ordine che ha fatto la storia”: ha detto il dottore Strangio nella sua relazione, una storia iniziata novecento anni fa e che ancora oggi continua mantenendo sempre più vivi i pilastri su cui si fonda: la spiritualità, l’assistenza sanitaria e la tradizione militare. Una storia carica di eventi e socialmente affascinante, una storia viva e che forse non finirà mai, perché ha le sue radici nella grandezza della fede cristiana e nella sofferenza più profonda e desolante, dell’infinita miseria umana. C.R.
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Il picchetto del Corpo Sanitario del Cisom accoglie il delegato Gran Priorale del Sovrano Militare Ordine di Malta, Barone Nesci di Sant’Agata
ywood alla corte di Steven Spielberg REALIZZARE UNA SCUOLA DI CINEMA PER ATTORI IN CALABRIA, POSSIBILMENTE NELLA LOCRIDE. Ho incontrato Steven Spielberg 4 volte per il ruolo di Indiana Jones, con un provino video. Un giorno andai nel suo ufficio, e vidi l’ingrandimento di un assegno da 80 milioni di dollari, la sua parte per Star Wars, conseguenza di un accordo che fece con George: Lucas avrebbe preso il 2,5% degli incassi di “Incontri ravvicinati del terzo tipo” e Spielberg lo stesso con “Guerre Stellari”… indovinate chi incassò di più? Molti anni dopo mi dissero che ero stato il principale concorrente per la parte di Indiana Jones. Harrison Ford fu una scelta migliore dal mio punto di vista e per tutto il mondo. Purtroppo per gli attori, più che per altri mestieri, è come se i destini ruotassero sulla scelta di una monetina: testa o croce. La fortuna comunque non gli voltò le spalle, iniziando una carriera lunghissima e straordinaria con 120 film interpretati (tra i quali tre di Steven Segal, anch’egli di origine calabrese) e tante serie televisive insieme ai più grandi attori americani. Tra le tante serie una in particolare gli ha fatto conquistare migliaia di fans che gli scrivono ancora da tutto il mondo: Stingray (1985-1987), titolo ispirato a una Corvette
coupè del 1984, andata in onda nello stesso periodo di Miami Vice. Ma “Indiana Jones” in qualche modo l’ha interpretato nel film di Chalton Heston I predatori della vena d’oro (“Motherlode”, 1982), insieme a Kim Basinger, ricevendo dal grande attore americano anche l’invito a diventare membro dell’Academy of Motion Pictures Arts and Sciences. Un invito gentilmente non accettato da Mancuso con motivazioni che riguardavano il modo di intendere lo “star system”. Inizia la carriera da vincitore con il film Ticket to Heaven (1981), con una interpretazione forte e straordinaria che gli ha fatto vincere, nel 1982, il premio come miglior attore protagonista per i “Genie Awards” (Canada), al “Festival di Taormina”, allo “Houston Film Festival” e per l’ “Academy of Family Films and Family Television”. E ancora una nomination al “Genie Award” per il film Maria Chapdelaine (1983), premio come miglior attore allo “Houston Film Festival” per Una storia a Los Angeles (1984), premio come miglior attore non protagonista in The Last Gamble (2010) e tanti riconoscimenti in giro
per il mondo, tra i quali quello del suo paese di origine, Mammola nel 2015, dove torna spesso per rivivere le sue origini a cui tiene molto. Tra la Calabria e Roma ha partecipato al docufilm di Matteo Scarfò “Bomb! Burning Fantasy” (2015), interpretando il poeta della Beat Generation di origine calabrese Gregory Corso. Una interpretazione emozionante e coinvolgente che gli è valsa una standing ovation all’anteprima che si è svolta al Filmstudio di Roma il 4 maggio 2015. Attualmente è in Canada impegnato nella lavorazione di altri film, ma con un sogno nel cassetto: realizzare una scuola (o stage) di cinema per attori in Calabria, possibilmente nella Locride. Ha ricevuto già il sostegno di tanti attori americani disposti a partecipare al progetto. La nostra Regione vanta anche altri due uomini di cinema illustri, entrambi direttori della fotografia: Mauro Fiore, di Marzi, in provincia di Cosenza (A-Team, Real Steal, Runner Runner, The Equalizer, Southpaw), vincitore del premio Oscar per la fotografia di Avatar (2009) di James Cameron; Salvatore Totino, origini di Gioiosa Ionica (Cinderella Man, Il
codice da Vinci, Frost-Nixon. Angeli e demoni, Everest). Entrambi hanno già fatto degli incontri con gli studenti del Dams. Fiore e Totino sono gli eredi di altri due grandi direttori della fotografia calabroamericani: Tony Gaudio di Cosenza (18831951) premio Oscar per Avorio nero (1937) e Nicholas Musuraca (1892-1975) di Riace, che ha lasciato un segno indelebile soprattutto nel noir americano (Lo sconosciuto del terzo piano, Le catene della colpa, La scala a chiocciola, Gardenia Blu), ottenendo però la nomination all’Oscar per un film meno significativo dei citati: I remember mama (Mamma ti ricordo!) 1948. Sapranno e vorranno i nostri governanti regionali cogliere l’occasione per consentire a molti giovani calabresi di trasformare in Realtà Vera la “sostanza di cui sono fatti i sogni”, com’è avvenuto in America per Mancuso, Segal, Gaudio, Musuraca, Fiore e Totino? Giovanni Scarfò Direttore Cineteca della Calabria
CULTURA E SOCIETA’
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Sporting Locri - Lazio: calcio d’inizio alle 18. In diretta anche su Rai Sport
«Figc, Lega Nazionale Dilettanti e Divisione Calcio a 5 hanno lavorato senza sosta, insieme al Comune di Locri, affinché lo Sporting possa continuare la sua esperienza sportiva. Il nostro obiettivo era creare le condizioni, anche economiche, per far tornare le ragazze in campo il 10 gennaio, ma soprattutto per far loro concludere il campionato senza altri traumi. Per questo domenica sarò presente alla partita per portare il nostro contributo concreto e la solidarietà dell’intero mondo del calcio». Sono queste le dichiarazioni rilasciate dal presidente della Figc, Carlo Tavecchio, dopo l’incontro tra il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Antonio Cosentino, il sindaco di Locri e i dirigenti della società. Sporting Locri - Lazio C5 femminile si giocherà. Calcio d’inizio previsto per le ore 18, con diretta tv su Rai Sport 1 HD: sarà una domenica di festa, che potranno godersi tutti, anche chi non potrà essere al Palasport di Locri. Alla sfida dedicherà un collegamento in diretta anche il programma sportivo “90esimo minuto
Salvi lo Sporting chi può! a conferenza stamun i, cr Lo di ttà Ci lla de e al un dra al comSala del Consiglio Com ua la sq so lla es pr de 0, za :3 en 11 es e pr or la le al Al . a, zio tin La Si è svolta venerdì mat tra lo Sporting Locri e la ile in m m fe llo Sporting affron5 de a e o zz lci ga ca l ra de le e tro al on qu il nc i l’ n re co ta to pa utile a presen e, si è parlato dello spiri munale che, co ich lit ne po zio à ra rit ist to in au m lle m de ll’a e de te à nt en pleto, del Mister Lapu ile grazie alla buona volo hiesta d’aiuto a tutti coloro che ritenib ss po o, gi ig er m po to es qu teranno la competizione di nni Calabrese, ha lanciato a mezzo lettera aperta una ric il testo integrale della lettera del nella figura del sindaco Giova della squadra e della città tutta. Di seguito vi riportiamo gono di avere a cuore le sorti essa agli organi di stampa lo scorso giovedì. primo cittadino di Locri, trasm ndirizzo questa lettera a tutti coloro che hanno a cuore le sorti dello Sporting Locri e l’immagine della Città. Quando accaduto negli ultimi dieci giorni ha turbato la tranquillità sportiva dello Sporting, quella familiare dei suoi dirigenti e l’animo di tutti noi locresi che, increduli, abbiamo assistito e per certi versi siamo stati trascinati, nel teatrino mediatico che, ancora una volta, ha messo in ginocchio la Città, già nota, purtroppo, per episodi e storie non positive. Pur comprendendo e rispettando le ragioni e preoccupazioni dei dirigenti dello Sporting ho provato tanta rabbia ed amarezza nel vedere descrivere sui principali media nazionali la mia Città, la nostra Città di Locri come quella della ‘ndrangheta, come la Città in cui “qualcuno” vuole far chiudere con prepotenza una squadra di calcio. Quanto verificatosi sin dall’inizio è stato guardato da tutti con sospetto e non può rimanere senza un colpevole; non possiamo non sapere chi ha “stampato” e “distribuito” - con le modalità di depliant pubblicitari - biglietti con ridicole minacce; chi ha “sgonfiato” le gomme della macchina del Presidente della squadra di calcio femminile, impaurendolo a tal punto da voler porre fine all’esperienza dello Sporting, che lo stesso aveva portato avanti con particolare impegno, sacrificio e passione. In attesa dei risultati delle indagini, che auspichiamo possano giungere presto a conclusione dando un nome ed un volto a chi ha perpetrato questa insulsa iniziativa, ritengo necessario un impegno straordinario da parte di tutti, finalizzato a far continuare a mantenere in vita lo Sporting Locri che rappresenta una delle più belle (e pulite) realtà sorte nella nostra Città, capace di far evocare il nome di Locri per ragioni che (almeno ogni tanto) riempiono di orgoglio e non di dispiacere. Mi rivolgo, quindi, al mondo delle Istituzioni, per informarLe – per correttezza e trasparenza e per il ruolo di “temporaneo collante” che mi è stato richiesto di svolgere – di quali siano le condizioni in cui versa la squadra, che, come ho sempre tenuto a precisare, dovrebbe essere patrimonio della Città. L’entusiasmo della Città, oltre al suo concreto supporto, risulta quindi necessario per la stagione in corso. L’Amministrazione Comunale – attenta nella gestione della crisi della squadra – rivolge il Suo appello al mondo delle Istituzioni ad essere presente all’incontro di domenica 10 gennaio 2016 per mantenere in piedi questa realtà. Questo è quindi il tentativo, almeno personalmente, che posso provare a fare prima che il progetto Sporting Locri tramonti definitivamente scomparendo dal panorama dello sport italiano. Ogni supporto, di chiunque abbia a cuore questa squadra, è assolutamente necessario, così come lo sono le idee e le proposte fattive. Rimanere a guardare e lamentarsi non sarà di aiuto allo Sporting Locri, che necessita – per restare in piedi – dell’aiuto di tutti, ora più che mai. Sta quindi a noi, tutti noi, decidere se continuare o archiviare definitivamente la bella avventura di un gruppo di ragazze che si sono distinte per impegno sportivo su tutto il territorio nazionale. Cordiali Saluti. Il Sindaco Giovanni Calabrese
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e Consiglieri Giornaliste A Siderno Superiore Peppe ccoFigliomeni a glie la brava giornalista ri e Teresa Muna la sua amica Tre Sindaci Giuseppe Strangio, Giorgio Imperitura e Pasquale Brizzi ci presentano la loro personalissima versione dei “Tre da piazza”.
Gioventù Due politici di seconda generazione da Bova: Vincenzo Crupi, attuale sindaco, è il figlio di Pasquino, Pierpaolo Zavettieri, consigliere comunale, è nipote del più famoso Saverio.
Il Doglio Un esemplare di Tonna Galea (volgarmente doglio): questo mollusco gasteropode ha dimensioni che si aggirano intorno ai 15-20 cm di diametro ma che non stentano a raggiungere in alcuni casi i 30 cm. Carlo Codispoti
asterace Da Mon Bucchino Teodoro io Diano e Maurizno l’anno inaugura cchi rivolcon gli oil cielo. Se ti verso soppor ta uno ne zza senza la belle ltro deve Al comune in e pr m e se filtri, l’are degli Oberati di lavoro tanto i dipenindossa da sole. movimento, ogni e di Siderno si occhiali denti del Comun eve pausa. siedono per una br no ografare Arcobale Cataldo si fa fot aleno in Massimo splendido arcob a diventacon uno catto che punta el 2016! questo s ei più originali d re uno d
Terrorista Tommaso Certomà, con il suo fare circospetto e lo zainetto sulle spalle, è stato scambiato dalle forze dell’ordine per un terrorista.
Nipoti Antonhy Voice non può rinnegare la sua natura di intrattenitore d’eccellenza nemmeno dinanzi ai suoi splendidi nipotini!
18 anni! Marco Carabetta posa in compagnia del suo grandissimo papà in occasione del suo 18esimo compleanno…
Giornalista con la G Simona Musco, caporedattore delle “Cronache del Garantista”, saluta la fotocamera con un timido sorriso…
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Surp Il pro rise! un su fessore An non o amico, c giletta con trent’asi vedeva on il quale nni. da or mai
ta pro n o c c oio ra i 70 a ann t matrimonla foto riconsiti i r e t t e Gro foto pos anta. Nel uale M Qesta li anni sett apoli e Pasq prio g o Isidoro N sciam Mimmo Agostini Storico componente della Band, in questa foto d’epoca era in posa per uno scatto che ha “rischiato” di diventare copertina di un LP. In attesa del piacere Come nella celebre pubblicità , Carmelo attende con ansia l’inizio del Capodanno. Del resto, l’attesa del piacere non è essa stessa il piacere?
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Saranno famosi… I giovani del liceo artistico si sono resi grandi protagonisti della manifestazione di “Steet Art” svoltasi nell’ambito del Natale a Siderno.
Martone Pare un presepe meraviglioso, questa Martone notturna, nella foto di Pino Ientile, che, priva di figure passeggianti mostra il fascino di un architettura che fu…
È arrivata la befana! La mattina dell’Epifania, ormai stanca dalla notte trascorsa in piedi per riempire le calze, la befana si è concessa una pausa per posare in con Simona Coluccio e la sua associazione. ria posa a Grotte Condarcuri a ritratDante ria in quest la comGrotte igliare con a nipotito fam Santina e l pagna ilia. na Cec
Nero a colori Monasterace si fa sempre più baluardo dell’integrazione e i suoi residenti sono ben felici di mostralo mostrandosi! Aquile Eugenio Cefalì, del Bar Aquila, è sempre pronto a rispondere “Presente!” a tutte le manifestazioni che si svolgono a Siderno.