Riviera n° 03 del 17/01/2016

Page 1



LA CONTROCOPERTINA

www.rivieraweb.it

DOMENICA 17 GENNAIO

3

1

3

2

4

5

8

7

6

Passi avanti, passi indietro Novità per tutti i gusti, nel sociale settimanale. Dal locale al nazionale, dal globale allo spaziale, passi avanti e passi indietro, passi felpati o poco pensati hanno imposto il ritmo alla notizia informale. Ma tuffiamoci direttamente nella cronaca: il consigliere regionale Bova, capello alla moda e impermeabile da cliché poliziesco, ha voluto recarsi personalmente a Martone per inspirare a pieni polmoni l’aria resa pesante dal ributtante incendio allo scuolabus comunale (8). Un evento, quest’ultimo, che non poteva fare a meno di comparire sulla stampa nazionale che, risparmiando di bollarci ancora una volta come trogloditi da caverna, fa della bellissima ironia grazie alla vignetta di Mauro Biani apparsa su Il Manifesto (7). L’aria è decisamente più frizzante, invece, in quel di San Remo, dove, dopo aver saputo di essere una valletta per il Festival della canzone italiana, Madalina Ghenea (come potete constatare voi stessi) è rimasta indecisa su quale abito indossare (1). Torniamo a Locri, invece, per non perderci la carrambata di Lara Comi (3), la parlamentare europea che ha voluto visitare la nostra bellissima terra a passo di carica. Ospiti speciali anche a Gerace, questa volta dalla Russia, luogo di provenienza dell’ambasciatore Sergei Razov (4). Che i sovietici vogliano comprare anche la cattedrale, oltre al porto di Gioia Tauro?

Oltre Manica, invece, il Duca Bianco David Bowie (6) se n’è andato in punta di piedi lasciando un enorme vuoto nel mondo della musica e in tutti i suoi fan (noi compresi). Da est a ovest, da nord a sud, torniamo in Calabria per ritrovare la nostra amata Federica Roccisano: l’avevamo bollata come processionaria per il suo muoversi di sagra in sagra, di convegno in convegno. Eppure, guardate: questa settimana ha trovato il tempo di mettere firme (9)! Che malpensanti, siamo! Ma a proposito di rappresentanti politici illustri: il presidente della provincia Giuseppe Raffa, tra gli spalti del palazzetto dello sport di Locri, durante la partita Sporting - Lazio, era così interessato al match da seguire in contemporanea anche la cronaca live sul proprio smartphone (almeno così ci auguriamo). L’ha pizzicato persino la Rai (2)! Dopo cotanta corsa, prendiamo fiato con i bellissimi versi di Mario La Cava (5), che affermava: “Nel pezzo di costa che da Roccella va a Capo Spoartivento, le intelligenze sono scoppiettanti, concentrate. È un luogo - la Locride - benedetto da Dio: scrittori, pittori, intellettuali, gente d’ingegno e delinquenti, ahimè, ma pure loro geniali…” Che, per caso non l’avevate notato? Jacopo Giuca

9


RIVIERA

ATTUALITÀ

GIUDIZIARIA

La“nuova provincia” ell’ambito di un compendio investigativo emerso a seguito di ampie, articolate e diversificate attività di indagine ulteriormente arricchita dalle acquisizioni di diversi elementi cognitivi e investigativi maturati già nell’ambito di diversi procedimenti penali, sarebbe emerso che nella zona di Cutro una consorteria locale stava operando in maniera da costituire una “nuova provincia” staccata da quella esistente nel reggino. L’inchiesta, secondo gli inquirenti, ha consentito di acquisire un affidabile quadro dimostrativo che si è potuto giovare di una serie plurima e coerente di fonti, molto spesso riscontrantesi tra di loro, grazie alle quali è stato possibile conoscere sia gli aspetti strutturali (statici), sia quelli dinamici di una struttura di ‘ndrangheta operante in Cutro e avente proiezione, vale a dire diretta influenza su un’ampia porzione del territorio calabrese, tra le province di Vibo Valentia e Cosenza, attraverso la fascia ionica catanzarese e crotonese, avente (attualmente) la base strategica di comando nel territorio di Crotone, e segnatamente a Cutro. È stato possibile dimostrare come l’uscita dal carcere di uno storico leader della precitata locale di ‘ndrangheta, abbia segnato un diverso cambio di strategia della struttura, allorché “i cutresi” si sono posti

N

quale punto di riferimento per tutte le altre locali di ‘ndrangheta del crotonese, dimostrandosi, altresì, come l’autorità ‘ndranghetistica riconosciuta alla famiglia cutrese, ha fatto assumere alla “locale” di Cutro – per il mezzo di articolazioni autonome ma comunque rispondenti alla cosca madre – diretta influenza sul territorio catanzarese, e potendosi ammettere come il boss si sia reso diretto responsabile, garante e materiale direttore delle vicende di ‘ndrangheta interessanti il territorio di Isola Capo Rizzuto, ponendosi nel periodo di scarcerazione e in assenza di reggenza della cosca isolitana, quale vertice a cui tutti maggiorenti della locale di Isola Capo Rizzuto si rivolgevano quale naturale derivazione gerarchica evidenziata da una carica “speciale” all’interno della ‘ndrangheta del boss. E questo leader sarebbe, come da contestazione, il “riferimento operativo di tutte le organizzazioni di ‘ndrangheta dell’area geografica del crotonese del catanzarese, con il progetto, avviato ma interrotto a seguito della sua carcerazione, di costituzione di una vera e propria Provincia, distinta da quella reggina, cui avrebbero dovuto fare capo tutte le Locali dal vibonese alla sibaritide”. L’asse portante della tesi investigativa si fonda prevalentemente su intercettazioni telefoniche nonché sulle conversazioni ambientali tra presenti registrate all’interno di una “tavernetta”, oltre che all’interno e all’esterno di un’abitazione di campagna in località dove il boss sarebbe stato solito tenere summit di mafia con accoliti anche di altre consorterie.

www.rivieraweb.it

DOMENICA 17 GENNAIO

4

ClassificaSole 24h: la parola ai Reggini! L’ultimo posto della classifica delle città più vivibili riservato a Reggio Calabria è una ferita più che aperta: grondante di sangue. ultimo posto della classifica delle città più vivibili riservato a Reggio Calabria è una ferita più che aperta: grondante di sangue. Vuoi per l’orgoglio di un popolo che bene o male ha sempre dovuto lottare nel turbine di guerre, terremoti, pestilenze; vuoi per la rabbia di una popolazione che non ha queste grandi responsabilità dirette, se non i peccati dentro le urne elettorali. Ma al di là delle considerazioni sociologiche o politiche del caso, è bene vedere come la gente la pensi riguardo questa classifica, se è meritata, o se è vero è che solo un “borsino politico dei grandi quotidiani”, come ha recentemente dichiarato il primo cittadino reggino Giuseppe Falcomatà. La parola, dunque, va ai reggini. Ne abbiamo intervistati un paio. “Il discorso è molto complicato - ci dice Giovanna - Il problema è che la giustezza o l'infelicità di questa classifica dipenda da come si sceglie di leggere la situazione attuale di Reggio, quindi da un fattore soggettivo. Se dovessimo valutare la città dal punto di vista pratico di vivibilità, direi che è stata immeritata, nel senso che esistono dei seppur piccoli segnali di inversione di tendenza e forse, rispetto all'immane disastro e abbandono vissuto fino a non molto tempo fa, il piccolo barlume di speranza sarebbe stato quantomeno da premiare, perchè è anche così che si incentivano i cambiamenti e si attivano i circoli virtuosi. Se dovessimo invece leggere quanto accaduto in una prospettiva di lungo periodo che coinvolga le possibilità del singolo, l'atmosfera in cui il singolo ha la possibilità di crescere, di evolversi a Reggio Calabria, direi che è stra meritata. Quello che voglio dire è che se ci dovessimo basare sui piccoli segnali di concretezza, piccoli, minuscoli, ma comunque esistenti, forse direi che esistono, in Italia, posti peggiori. Se invece dovessimo valutare una panoramica che consideri anche il ventaglio di possibilità del singolo di evolversi, sperimentare, rinnovarsi, allora direi che è stra-meritata.” Ben più “cattivo” Mario: “La classifica? Meritata. Non esistono scuole, non esistono mense nelle scuole primarie, non esistono istituti che procurano un inserimento lavorativo in azienda, strutture sanitarie precarie - se voi aveste un parente gravemente malato lo fareste curare a Reggio? - , non esiste occupazione giovanile, non esiste la meritocrazia dei manager comunali, mezzi pubblici inesistenti. E leggo di reggini indignati. Forse sono un po’ ciechi.” “Nessun borsino politico. La situazione di Reggio è una situazione precaria e sotto gli occhi di tutti, inuti-

L’

le nasconderselo. E poi il Sole24h si è basato su indici ben precisi, senza divagazioni di carattere politico ecc. Certo, fa un po’ specie pensare che non ci siano stati ex aequo ma più che indignazione questo dovrebbe suscitare una spinta di orgoglio per ripartire”, ci dice Giuditta. Un po’ controtendenza Francesco: “Trovo questa classifica francamente un po’ ridicola. Reggio è una città che ha i suoi problemi ma non penso abbia niente in meno rispetto ad altre città del meridione. Anzi, rispetto a una Potenza o a una Messina, per esempio, la trovo molto più vivibile. Reggio è una città che sta pagando la fama dell’ex governatore che ne fu primo cittadino.” E Anna non è da meno: “Reggio non merita l’ultimo posto. È una città che sotto certi punti di vista può offrire tanto e offre tanto. Ok, alcune cose non funzionano ma rispetto ad altre città del Sud abbiamo un aeroporto, due università, di cui una è tra le più rinomate del Sud, abbiamo il terzo museo più importante della Magna Grecia. Non è Reggio ad essere invivibile. È la mentalità dei reggini che non vive.” Antonio Cormaci

STAR:anchelaCalabriahailsuopiccolograndeCERN Il fascio Star avrà innumerevoli applicazioni e potrebbe significare un enorme passo in avanti per la ricerca medica.

Calabria e Scienza, un binomio che diventa sempre più forte, sempre più peculiare della cultura e della Ricerca di questa Regione. Dopo aver scandagliato gli orgogli degli studi dell’università della Calabria, ci ritroviamo a parlare di due progetti importanti per la ricerca fisica mondiale, racchiusi in due acronomi per due grandi nuove realtà scientifiche: MaTeRia e Star, tra i più significativi poli scientifici della ricerca europea. Perché infatti MaTeria, e nella fattispecie Star, non sono solo progetti isolati ma sono l’inizio di una tradizione di ricerca scientifi-

ca tutta calabrese. Il primo acronimo sta per “Materiali, tecnologia e ricerca avanzata” ed è un progetto portato avanti dall’Università della Calabria in collaborazione con il Consorzio interuniversitario nazionale per la ricerca nelle scienze fisiche della materia ed è stato elaborato per ottenere un potenziamento infrastrutturale per un ammodernamento tecnologico della ricerca nazionale e locale. Il secondo, Star – “South Europe Thomson source for Applied Research” – è il vestito elegante di MaTeRia, il cuore del progetto nato nel 2013, nel concreto una potente sorgente di Raggi X basata sulla retrodiffusione della radiazione ottenuta dalla collisione di un fascio di elettroni con un raggio laser. Il meccanismo che sta alla base di questa sorgente è lo stesso degli acceleratori di particelle, con la semplice differenza che mentre una struttura come un acceleratore è talmente minuziosa e articolata da costare miliardi di euro, Star è costato molto meno, “solo” 16 milioni di euro, ed è altrettanto efficace quanto riproducibile in ambienti più piccoli quali possono essere, ad esempio, gli ospedali. La sorgente Star è infatti un apparecchio di ben 12 metri, custodito pres-

so un apposito hangar di 1265 m² costruito nel campus universitario dell’Università della Calabria, ed è uno strumento poliedrico che, tra le altre cose, permetterà agli scienziati lo studio di applicazioni avanzate anche in diagnostica medica oltre che nello studio di materiali innovativi, analisi per i beni culturali e biologia. La tecnologia di cui si avvale si chiama “Compton/Thomson back scattering” ed è basata sull’impatto di fotoni su elettroni particolarmente energetici, così che possono essere prodotti fasci di raggi X monocromatici che sono in grado di generare immagini più precise sia dell’interno del corpo umano sia dei materiali, comportando peraltro meno dosi di radiazioni per i pazienti. Insomma, il fascio Star avrà innumerevoli applicazioni e potrebbe significare un enorme passo in avanti per la ricerca medica. Il progetto MaTeRia – Star è una grandissima eccellenza della Calabria, un polo di ricerca e sviluppo dal valore inestimabile e frutto anche di un sapiente investimento dei fondi di sviluppo Regionali. Anche la Calabria ha il suo piccolo Cern. Un Cern italiano. A.C.



LA COPERTINA INTEGRAZIONE

I tanti, troppi fatti criminosi che si sono verificati in questi primi giorni dell’anno nella Locride sono stati portati a termine nella certezza che il dito sarebbe stato puntato contro le famiglie mafiose e che le indagini si sarebbero subitaneamente arenate. Troppi particolari tuttavia, lasciano pensare che l’origine degli atti intimidatori a comuni e società siano di matrice del tutto diversa…

L’ATTENTATO A GIOIOSA JONICA DEL 31

OLIVERIO

DICEMBRE

E I CONSIGLIERI REGIONALI A

GIOIOSA JONICA

“Alla ’ndrangheta, alla ’ndrangh Il grido che non ci fa uscire dagli stereotipi Il grande cuore di Locri restituisce lo scuolabus a Martone

Ha generato sdegno in tutta la comunità lo schifoso incendio doloso che ha coinvolto lo scuolabus del Comune di Martone. Manifestazioni di solidarietà e proposte di supporto da parte di tutti i colleghi di zona sono giunte sulla scrivania di Giorgio Imperitura. L’atto forse più concreto, tuttavia, è giunto da Locri martedì mattina, quando Giovanni Calabrese e mezza Amministrazione hanno consegnato personalmente uno degli scuolabus cittadini a Martone, dimostrando quanto grande sia il cuore locrese.

IL PULMINO

uesti primi giorni del 2016 hanno riservato molte brutte sorprese alla Locride. Il mese di dicembre, funestato dalle intimidazioni al sindaco di Gioiosa Jonica e alla dirigenza dello Sporting Locri, ha prodotto strascichi che ancora oggi si ripercuotono sulla cronaca della quale la nostra terra si sta suo malgrado rendendo protagonista. Si aggiungano a questi due eventi gli incendi ai mezzi per la raccolta differenziata, sempre a Gioiosa Jonica, e allo scuolabus di Martone e l’impressione è che il ritorno della mano nera della criminalità organizzata abbia ripreso a perseguire l’obiettivo crescita zero alla quale sembriamo condannati da sempiterna memoria. Ma davvero questi fatti deprecabili sono tutti da ricollegarsi a un’unica mente intenzionata a ricordarci che l’egemonia del male non è mai finita? Davvero la raccolta differenziata di Gioiosa, la squadra di calcio femminile di Locri e il pulmino scolastico di Martone intralciavano i piani di un mammasantissima locale? Recenti svolte nelle indagini sembrerebbero affermare il contrario rispetto a quanto è stato detto soprattutto nel caso delle minacce ad Armeni. Anche nei casi di Gioiosa e Martone, tuttavia, pensare che le intimidazioni siano di indubbia matrice mafiosa sarebbe piuttosto affrettato. Non è forse più probabile che qualcuno stia perseguendo obiettivi personali nascondendosi dietro l’alibi della criminalità organizzata? In un territorio dalla storia singolare come è quello

Q

PORTATO DAL SINDACO DI

LOCRI

della Locride basta poco per assicurarsi che il braccio (corto, e non armato) della legge non raggiunga il vero colpevole: avere qualcosa da nascondere dietro un biglietto minatorio o una tanica di benzina e qualche fiammifero sembra il modo migliore per assicurarsi di alzare un polverone così grosso da potersi allontanare indisturbati mentre la gente indignata grida “Al lupo! Al lupo!” rivolta dall’altra parte. In settimana Angelo Maggio ha affermato ironicamente che questa situazione si viene a creare a causa dell’assenza di un ufficio stampa della ‘ndrangheta che possa rinnegare questo tipo di azioni. Fuor di ironia pare a noi di vedere troppo spesso elevati a paladini della legalità personaggi a cui è “semplicemente” capitata tra capo e collo la vendetta di qualche idiot savant che ha saputo come nascondersi dietro un dito anche dopo aver portato a termine l’atto schifoso di dare alle fiamme un mezzo che serviva a servirlo (mi si perdoni il gioco di parole). Passerelle solidali, urla di sdegno e rassicurazioni alfaniane che strappano pose fiere su Facebook certo non sovvertiranno questa situazione. Quando i colpevoli dei gesti che hanno funestato questi primi quindici giorni dell’anno saranno individuati con certezza potremo finalmente affermare di aver imboccato la strada giusta per uscire dagli stereotipi con i quali siamo stati bollati ancora una volta. Fino ad allora l’appellativo di calabresi criminali, misogini, truffaldini e omertosi sarà il fango perfetto in cui continuare a far sguazzare le testate nazionali. Umberto Landi

IL CORTEO

In un territorio come la Locride basta poco per assicurarsi che il braccio (corto, e non armato) della legge non raggiunga il vero colpevole

DOPO IL PRIMO ATTENTATO DI DICEMBRE A

SALVATORE FUDA


www.rivieraweb.it

DOMENICA 17 GENNAIO 7

GIORGIO IMPERITURA, IL PARLAMENTARE MAURO OTTOBRE E SALVATORE FUDA POSANO SORRIDENTI IN UNA FOTO APPARSA SU FACEBOOK A METÀ SETTIMANA DOPO CHE IL MINISTRO DELL’INTERNO ALFANO HA GARANTITO LORO DI OCCUPARSI DELLA QUESTIONE INTIMIDAZIONI NELLA LOCRIDE

LO SCUOLABUS INCENDIATO A MARTONE

heta” Deficit Sicurezza, si pensa a misure straordinarie

In merito agli atti intimidatori vissuti dalla Locride negli ultimi mesi il Comitato provinciale dell’ordine della sicurezza pubblica si è riunito giovedì mattina su iniziativa del Prefetto Claudio Sammartino. Le intimidazioni allo Sporting, a Gioiosa e Martone, ma anche quelle subite dal vicesindaco di Bianco e dalla società Cogeur, hanno reso urgente discutere con i vertici delle Forze dell’Ordine, avanzando l’ipotesi di istituire misure straordinarie qualora la situazione non dovesse appianarsi.

LA RIUNIONE

DEI SINDACI DELLA VALLATA DEL TORBIDO

Un ufficio stampa per la 'ndrangheta ILARIO AMMENDOLIA Uomini della ndrangheta, all’indomani della notizia relativa a presunte minacce “ndranghetiste” alla squadra femminile di calcio di Locri che nel giro di una notte sono rimbalzate sulle prime pagine dei principali quotidiani nazionali, siamo stati gli unici ad avvertire che, ancora una volta, si faceva il gioco di chi vuole la Calabria a una sola dimensione: quella criminale. Riflettendo su una dinamica sperimentata mi verrebbe la voglia di chiedervi di istituire sin da domani un “ufficio stampa”, ovviamente clandestino! Non siamo così sciocchi da pretendere che voi rivendichiate i vostri delitti ma almeno abbiate il coraggio di smentire i crimini che non vi appartengono. Non consentite alla “super ndrangheta” di eroi seriali che da tempo tiene il bastone del comando, di considerarvi dei burattini utili per i loro privilegi e la loro carriera… Tutti sanno che nel momento in cui nel paese più remoto della Calabria, qualche sciagurato sgonfia una gomma ormai consumata a una vecchia automobile, mille chiassosi avvoltoi si lanciano sull’osso. Una turba infinita di rappresentanti delle Istituzioni, di esponenti dei partiti politici plastificati e senza anima, di sindacati senza lavoratori, di cartelli dell’antimafia da operetta, iniziano il loro ballo tragico, anzi un indegno “ammuino” per dire che ci sono anche loro. Petto in fuori e pancia in dentro, ognuno di loro pretende il centro della scena. “Notabili” senza popolo impegnati in una lucida strategia per nascondere il grande crimine di una Calabria abbandonata a se stessa e che rischia di diventare in futuro quel triste marciume umano che da anni descrivono. È la Calabria dell’antimafia composta da una folta ciurma di super privilegiati e di super garantiti che predicano la loro “legalità”, il “loro” ordine e la “loro” sicurezza. I giovani fuggono via da questa nostra Terra che grida aiuto da ogni suo poro. Fuggono da voi mafiosi, fuggono da un “ordine” infame che scredita le leggi e le Istituzioni. La Calabria è completamente sparita dall’orizzonte nazionale.

Rimangono i misfatti compiuti da voi mafiosi e resta nell’aria l’inutile e fastidioso ronzio “antimafia” prodotto da questa allegra brigata di cicale. Inutile brusio che non produce leggi giuste, non recupera l’emarginazione sociale, non dà speranza ai nostri giovani, non migliora i nostri ospedali. Non attua la Costituzione. In questo immenso vuoto si muovono mille Madonne pellegrine e piangenti che si spostano di paese in paese per predicare il verbo dell’antimafia. Uomini della ndrangheta, vi avevo invitato all’inizio del mio articolo di istituire un “ufficio stampa” ma mi rendo conto che la mia richiesta è sciocca prima che ingenua. Ho il fondato sospetto che a voi la cosa vada bene così come oggi è! Voi avete messo in atto una lucida strategia e siete consapevoli che finché questa sarà” l’antimafia”, la gente, pur fieramente ostile alla 'ndrangheta, resterà indifferente a uno “scontro” che percepisce come apparente e ad a cui è sostanzialmente estranea. Il popolo calabrese non è mafioso e odia la vostra brutale violenza. Tuttavia non scenderà mai in campo finché il terreno della cosiddetta “antimafia” sarà occupato dai custodi dei privilegi di casta, dalle inutili scorte, dall’ottusa conservazione, dall’insensibilità verso la sofferenza. Questa “antimafia” non aggrega nessuno, non isola le cosche, non blocca la penetrazione mafiosa. Ecco perché va bene alla 'ndrangheta! Un tempo le mafie (tutte le mafie ) si combattevano battendosi con determinazione per il riscatto della Calabria, per una autentica libertà, per una reale uguaglianza, per la solidarietà fra gli uomini. Quel movimento è stato sconfitto, evirato ed epurato. Oggi, in Calabria, quel moto di popolo è stato sostituito non dai professionisti dell’antimafia a cui si riferiva Sciascia ma da un interminabile corteo di personaggi da operetta e da rachitiche manifestazioni di regime. Intanto mille diavoli, molto simili a quelli presenti nel grande romanzo “Il maestro e Margherita”, ne combinano di cotte e di crude un po’ in tutta la Calabria. Sappiamo bene a chi e a cosa alludeva Bulgakof parlando dei diavoli di Mosca e non a caso il suo libro è rimasto nei cassetti per oltre venti anni. Temo che della stessa specie siano i mille diavoletti in azione in Calabria. E, prima o poi, da questi demoni dovremo liberarci. MANIFESTAZIONE DI SOLIDARIETÀ A MONASTERACE PER LA LANTERNA DEL 19 DICEMBRE

LA MANIFESTAZIONE

DI SOLIDARIETÀ A BIANCO PER PASQUALE CERATTI


ATTUALITÀ

www.larivieraonline.com

Nella vicenda Sporting Locri il binomio‘ndrangheta e sessismo ha fatto scattare le molle del femminismo e della questione della società patriarcale alla base del sistema‘ndranghetistico

Un benservito alle signore LIDIA ZITARA «Le ragazze non si arrendono», «le mafie hanno paura delle donne», e “Ci sono posti in cui giocare a calcio rimane un sogno per le donne”, sono slogan apparsi un po’ ovunque sul web dopo le presunte intimidazioni nei confronti dello Sporting Club di Locri, una delle migliori squadre di calcio a cinque in Italia, «ma nata in un pezzo di terra senza pace». Da dichiarazioni del presidente della Figc a siti cliccatissimi come Ricciocorno Schiattoso, il mondo del web femminista si è mosso in blocco per sostenere la squadra femminile di Locri. «La 'ndrangheta avrebbe preso di mira la squadra a causa del sessismo ancora molto presente in Calabria e che non vede di buon occhio la presenza delle donne in uno sport ancora prevalentemente maschile», così si pronuncia http://www.tpi.it da cui leggiamo «Oltre le minacce, Cicciù definisce la Sporting Locri come squadra simbolo dello sviluppo del calcio femminile in Italia, volta ad abbattere i pregiudizi. Lo stesso allenatore Luis Lapuente ha affermato che la squadra non cederà tanto facilmente e che ora più che mai è pronta al calcio d'inizio». Il binomio ‘ndrangheta e sessismo ha fatto scattare le molle del femminismo e della questione della società patriarcale alla base del sistema ‘ndranghetistico. Questione, quella del sistema patriarcale, ancora irrisolta, in Calabria come in Lombardia, in Svezia e in Giappone. Una questione che abbraccia tutta l’umanità, ma che in Calabria è imputata alla

‘ndrangheta. Della vicenda dello Sporting Club Locri si sono interessate tutte le maggiori testate italiane, centrando invariabilmente gli argomenti sulla povertà spirituale della nostra regione, sull’endemismo, quasi scritto nel codice genetico, del fenomeno ‘ndranghetistico, e sul sessismo. Se quanto la Procura di Locri ha in questi giorni dichiarato risultasse vero, il danno causato alla nostra regione sarebbe incalcolabile. Ingiustamente, in questo caso, le accuse di sessismo avrebbero colpito la Calabria e la Locride in particolare. Il danno sarebbe dunque moltiplicato, poiché di sessismo, o per dirla all’antica, di disparità di trattamento tra i sessi, in Calabria, come nel resto d’Italia, ce n’è da vendere a vagoni. Ce n’è tanto, ma tanto, che potremmo farne container da spacciare ai cinesi per pochi cent a tonnellata. Ma naturalmente nessun giornale sarebbe contento di scrivere che una notizia data con tale enfasi si è poi rivelata sbagliata. Perciò il danno fatto, qualunque sia l’esito delle indagini, dovremo tenercelo. E a “doverselo tenere” saranno proprio le donne, almeno quanto la ‘ndrangheta. Locri acquista un altro primato: quello di cittadina dove le donne non possono giocare a calcio. Signore mie: quando sarete al Nord, se vi capiterà di rivelare i vostri tristi natali, dovrete sorbirvi anche questa: “Ah, ma tu vieni da un posto dove una donna non può neanche fare sport”. Benservite, signore.

SPORTING LOCRI, PERICOLO SCAMPATO: VITTORIO ZADOTTI NUOVO PATRON

È stato un nocchiere oculato, Giovanni Calabrese, che si è occupato in prima persona della transazione che ha garantito il passaggio di consegne dello Sporting Locri dalla gestione Armeni a quella del lombardo (ma di origini calabresi) Vittorio Zadotti, che garantirà di fatto la sopravvivenza della società. Zadotti, già sponsor del Pavia Calcio con la propria società, si è unito lo scorso 14 gennaio a Formamentis, Stocco&Stocco, Ristorart e Call&Call per evitare che la storia dello Sporting vada incontro alla più amara delle conclusioni

DOMENICA 17 GENNAIO 08

L’EDITORIALE

Un paese nel fosso o un passeggino nello stagno? MARIA GIOVANNA COGLIANDRO «Sai chi siede in questo posto, vero?». Un biglietto con impressa la "matrice paura" lampeggiava anche sul passeggino del figlio. L'avrebbe ritrovato lì Ferdinando Armeni, ex presidente dello Sporting Locri, la mattina della Vigilia di Natale. Non so se il signor Armeni abbia il vizio del fumo, se non ce l'ha, l'avrà preso in queste ultime settimane. Lo immagino in piedi, nelle sue notti, mentre il fumo di una sigaretta ritrae il volto dell'insonnia che danza sbuffante e convulsa. Battiti e pulsazioni al cervello e alle carotidi. Coltellate e punture. La sua disperazione, nei giorni scorsi, ha fatto eco con quella delle ragazze dello Sporting, ha fatto eco con il pianto del suo bambino che avrà annusato il terrore, ha fatto eco con lo sconforto di tutta la Locride gettata nello stesso fosso per l'ennesima volta. "La 'ndrangheta minaccia lo sport" - dà fiato alle trombe la stampa nazionale, cavalcando l'onda dello stagno. Le solidarietà fioccano. L'attenzione sale di ora in ora, l'ululato rauco dei maschi si solleva dai tombini di scolo, l'enfasi cresce per esplodere puntuale nel patetico. Ogni dettaglio viene annotato avidamente sulla nostra cartella clinica. Come se servisse fornire ulteriori elementi alla patologia che ci hanno e ci siamo cuciti addosso. Chiacchiere striscianti di linguacciuti a sonagli. Ne abbiamo provviste per secoli. La Vigilia di Natale ci siamo ritrovati di nuovo in quel mulinello vorticoso che, smesso di turbinare, ci riconsegna tali e quali all'inizio del giro. Il lavaggio mediatico restituisce ancora una volta un bucato pieno di macchie. Ma potrebbe essere stato uno dei nostri a sbagliare candeggio. Un Natale cenerognolo per la Locride chiusa in un recinto di pena stagnante. Hanno intrufolato i loro sguardi in tanti, un'occhiata arrischiata e via di corsa. Fuggiti come appestati. Chi resta finge pietosamente di masticare una soluzione. Ritorneranno a frotte quando inizierà a girare la voce che il bacillo della peste potrebbe essere stato riprodotto in laboratorio. Non ci sarebbero topi da fumigare, nessun virus da debellare. Inizia a farsi strada un vento di rabbia. Io non voglio crederci. E non ci credo. Quel biglietto sul passeggino non può essere stato "autoprodotto". Perchè in questo caso non si tratterebbe di aver imbrattato, ingannato e ripudiato la propria terra, vorrebbe dire aver strumentalizzato e offeso il proprio figlio. E il suo futuro. Questo fa ancora più paura. Le notti di Armeni avrebbero un significato che non voglio esaminare. La notizia del presunto bluff ha riattirato i lupi famelici. L'ululato riprende. E questa volta sarebbe anche giustificato: la luna è piena e non ne può più. Ma purtroppo presto sopravverrà il sonno o qualcuno pronto a inceralaccarti il becco. La pigrizia e la codardia mascherate da stanchezza anche stavolta saranno più forti di un'inquietudine incoffessata.



GERENZA

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

ATTUALITÀ

Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Cristina Caminiti, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Katia Candido.

www.larivieraonline.com

Il Corsecom e i giovani lottano per il futuro della Locride Le organizzazioni giovanili della Locride hanno iniziato l’anno impegnandosi a fare fronte comune contro le criticità che caratterizzano il nostro territorio. Grazie a una serata organizzata lo scorso 4 gennaio al Palazzo della cultura di Locri, i giovani del territorio hanno pregato le istituzioni di non spegnere le nostre ultime speranze dando vita a una politica incisiva e dedicata a una migliore progettualità. Nella stessa occasione, il Corsecom ha affermato di volerli sostenere in questa lotta.

Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 89048 Siderno

DOMENICA 17 GENNAIO

10

I genitori del Plesso Lamia organizzano un open day per sabato 30 gennaio Il Plesso Lamia, grazie alla buona volontà dei genitori degli studenti, organizza, per sabato 30 gennaio, un open day che si svolgerà presso l’istituto tra le ore 15:00 e le ore 16:00. I genitori intenzionati a iscrivere i propri figli alla scuola primaria sono esortati a partecipare numerosi in quanto, con un congruo numero di iscritti, l’istituto pianificherà un tempo pieno che assicurerà lezioni dalle ore 8:00 alle ore 16:00 dal lunedì al venerdì, senza prevedere lo svolgimento di compiti a casa.

L’ANGOLO DI PARRELLO

Ho incontrato un risparmiatore

Strada interrotta dall’alluvione: Casigana a rischio isolamento Pare che il caldo anomalo di queste ultime settimane sia finalmente terminato, ma anche il freddo potrebbe portare gravi disagi nella Locride, soprattutto nella zona di Casignana. A seguito dell’alluvione del 1° novembre scorso, infatti, risulta interrotta la percorrenza sulla Provinciale 70, che è ancora chiusa. Il comitato “La Jonica deve risorgere”, in settimana, ha giustamente fatto presente che adesso, una nevicata potrebbe isolare completamente la zona visto la mancanza di percorsi alternativi. Cammino pensieroso, quando sento una voce che mi chiama. Mi volto, è un risparmiatore del Nord. "Come stai Franco?"-"Discretamente, e tu?"- " Non bene, certamente avrai saputo che sono stato derubato di tutti i miei risparmi; economizzavo su tutto, l'ultimo gelato che ho gustato me l'hai offerto proprio tu l'anno scorso. Ma non ci fermeremo Franco, continueremo a lottare per avere giustizia; tu mi consigli, intanto, di risparmiare ancora?". Lo guardai in volto e continuai il mio cammino. Sempre più distratto. Franco Parrello

Un’interrogazione ad Alfano per risolvere la crisi Sono stati i senatori Renato Guerino Turano, Francesco Giacobbe e Claudio Micheloni a inviare un resoconto dettagliato di quanto accaduto nella Locride negli ultimi mesi al Ministro dell’Interno, chiedendo risposta scritta a un’interrogazione nella quale domandava di prendere provvedimenti in merito alla questione e se non ritenesse necessario contribuire alla sostituzione dei mezzi danneggiati dagli attentati degli ultimi mesi. La risposta è stata positiva, che la cosa abbia un seguito, adesso.

Mille idee per il lungomare di Siderno Continuano a circolare su Facebook avveniristiche simulazioni di come potrebbe risultare il nostro lungomare dopo i lavori del comune. In queste foto i campetti dell’YMCA vengono spostati dalla parte della spiaggia e i costoni della fiumara riqualificati a parcheggio. Non un’ottima soluzione in caso di alluvione, ma prevedendo argini ci si potrebbe pensare.

L’avvocatura sta al passo con i tempi grazie al convegno tenutosi a Siderno “Libera professione e libero mercato” è stato il titolo di un convegno tenutosi al Grand Hotel President di Siderno lo scorso giovedì e che, organizzato dall’ordine degli avvocati con la collaborazione del Consiglio Nazionale Forense, ha riunito i più importanti esperti del settore come Rosa Capria e Michele Salazar. Le relazioni dei due esperti hanno innescato una riflessione sulla professione nella società che cambia, che ha posto le basi per l’approvazione di un nuovo codice deontologico forense.



CINEMA E DINTORNI

Filippo che

il calabrese

L’inizio da autodidatta, il lavoro per i piccoli studi televisivi, quindi l’approdo alla Industrial Light & Magic, che gli ha fatto animare i personaggi dei grandi blockbuster degli ultimi mesi.Filippo Dattola oggi è un character animator affermato, un modellista in grado di rendere reali i nostri sogni JACOPO GIUCA se vi dicessimo che è un ragazzo calabrese il mago della computer grafica che ha animato gli eroi Marvel al cinema? Se vi dicessimo che è solo grazie a questo stesso ragazzo che BB8, il robot sferico dell’ultimo Star Wars, è così simpatico? Probabilmente non ci crederete.

E “È la passione che mi ha spinto a concentrarmi nell’animazio ne. Infondere vita ai personaggi è una sensazione bellissima.”

Eppure questo ragazzo esiste: si chiama Filippo Dattola, è di Reggio e lavora da alcuni anni per l’Industrial Light & Magic, che ha portato sul grande schermo gli eroi più amati della nostra infanzia. Come ti sei imbarcato in questa bellissima avventura che, da Reggio Calabria, ti ha portato a toccare le stelle con un dito grazie a Star Wars? Sono sempre stato appassionato di computer grafica e lavoro nel settore da molti anni. Ho cominciato come come modellatore e istruttore di software specifici, come Autodesk Maya e Pixologic Zbrush (di cui sono anche istruttore certificato), prodotti di elearning distribuiti da tvgrafica.com. Successivamente mi sono avvicinato al mondo dell’animazione studiando da autodidatta, specializzandomi qualche anno dopo con un corso di istruttori Disney/Dreamworks, perché “ai miei tempi” l’unico corso online era troppo costoso. Dopo aver lavorato per pubblicità televisive e online per piccoli studi di videogames, ho capito che per provare a lavorare nei film mi sarei dovuto spostare dall’Italia. Quindi ho continuato a rifinire la mia tecnica e ho iniziato ad applicarla nei grossi studi europei. Dopo qualche mese sono stato contattato da uno studio francese per la produzione di serie tv, e malgrado non fosse uno studio importante, è stata un’ottima scuola sopratutto per entrare progressivamente in questo mondo. Ma nel cinema ci sono arrivato dopo qualche tempo ancora, grazie allo studio MPC di Londra per il film Guardians of the Galaxy. Dopo questa bellissima esperienza sono stato contattato dal famoso studio Industrial Light & Magic, ILM, dove sono tutt’ora e con cui ho lavorato a film come Avengers - Age of Ultron, Ant Man e Star Wars - Il risveglio della Forza. Oggi, grazie alla computer grafica, il character animator sta diventando una figura fondamentale della cinematografia. Che sensazioni trasmette dare la vita a personaggi che

I


www.larivieraonline.com

DOMENICA 17 GENNAIO

13

dattola e ha dato vita a

Iron man fanno ormai parte dell’immaginario collettivo? È esattamente questo il motivo che mi ha spinto a concentrarmi nell’animazione. Infondere vita ai personaggi è una sensazione bellissima. Vedere personaggi come Snoke o BB8, Iron man o l’Hulkbuster che recitano e si muovono grazie a te è veramente grandioso! Non dico che negli altri aspetti delle produzioni, come Modellazione o Compositing ad esempio, non ci siano aspetti artistici e che in animazione non sia importante l’aspetto tecnico, ma quello di rendere vivo un personaggio, di vedere il processo di pensiero o uno scontro che rispetti le leggi della fisica è per me ciò che regala più soddisfazioni. Da fan sfegatato di Star Wars e della Marvel non posso che invidiare il tuo lavoro. Nel tuo caso la passione ha giocato un

“Se si spulciano i titoli di coda dei film si trovano sempre italiani che ricoprono ruoli importanti. Questo mi ha spinto ad aprire una scuola di animazione con la quale aiutare i miei connazionali”

ruolo importante nel portarlo a termine? La passione è uno degli aspetti più importanti sin da quando si inizia a studiare animazione e questa ti permette di rimanere concentrato e dare il meglio anche in lunghe giornate di lavoro, dove lo standard richiesto è veramente elevato per questo tipo di produzioni. Quale scena hai realizzato con maggiore soddisfazione e quale ti ha fatto penare di più? In Star Wars ho creato alcuni shot (piccole sequenze) del leader supremo dei cattivi Snoke, che, benché fosse protagonista di scene di recitazione pacate, doveva trasmettere un senso di inquietudine, dato che si trattava di un momento intenso del film, dall’atmosfera dark, e il primo piano di un volto così particolare, al cinema, ha sempre grande impatto. Più soddisfazione mi ha dato sicuramente animare BB8. Farlo reagire dopo essere stato colpito da alcuni bicchieri caduti da un tavolo è stato divertente sia per la sequenza, sia per l’opportunità di animare un personaggio che già sapevo si sarebbe rivelato il più vincente di questo film. A cosa lavorerai nel prossimo futuro? Per adesso, con la ILM, stiamo già lavorando al secondo episodio di Teenage Mutants Ninja Turtles. Più avanti vedremo in che cosa saremo coinvolti. Torni spesso a casa e sogni mai di animare un personaggio che si muova in uno scenario calabrese? Purtroppo ormai torno a casa solo per le feste programmate e sinceramente non ho mai pensato di animare un personaggio calabrese. È già abbastanza soddisfacente sapere che sia un calabrese ad animare i personaggi. In futuro, chissà… Hai un sogno per la nostra terra e che consiglio vorresti dare ai tanti calabresi che vogliono intraprendere un percorso simile al tuo? Purtroppo il settore della computer grafica in Italia è molto indietro e per quanto riguarda il cinema a certi livelli, è praticamente inesistente. Ovviamente in Calabria è tutto ancora più rallentato. Ma questo non perché non ci siano bravi artisti nel nostro paese, anzi: se si spulciano i titoli di coda dei film si trovano sempre italiani che spesso ricoprono ruoli anche importanti. Questo è il motivo principale per il quale alcuni anni fa ho avviato la scuola di animazione online SquashnStretch.net, unica in Italia, dove si può imparare a fare character animation in modo professionale, direttamente da casa propria. Serve indubbiamente tanta passione ma anche un buon programma che ti permetta di crescere in modo corretto, ed è questo che consiglio di cercare a chi vuole intraprendere questa carriera ed essere uno degli animatori del prossimo Star Wars!


ATTUALITÀ ARTE E DINTORNI di Domenico Spanò

La Storia Urbana e l’Architettura di Reggio Calabria dall’età Greca al VII secolo

a nascita di Reggio Calabria ha origini molto antiche testimoniata da ritrovamenti archeologici, che attestano nuclei abitativi risalenti già al II millennio a.C. Nell'epoca Greca si ha la fondazione della colonia Rhegion, risalente all'VIII secolo a.C. ad opera dei Calcidesi. La città è situata in posizione strategica sullo Stretto di Messina dove per millenni ha rappresentato la porta d'ingresso del bacino del mediterraneo. Il territorio colonizzato dai greci era quello a ridosso dell'antico promontorio di Punta Calamizzi, antica foce del Calopinace, sede di un altro insediamento denominato Pallanzio che prese poi il nome di Rhegion. Dal IV secolo a.C. la città prende forma e si sviluppa sula costa lungo un asse nord-sud, circondata da mura, in una posizione che corrisponde orientativamente a quella attuale (le mura greche sono ancora perfettamente individuabili sul Lungomare Falcomatà). Rhegion si caratterizza dunque per uno schema planimetrico tipico della polis greca. Ma i frequenti sismi che nei secoli hanno colpito la città hanno lasciato pochi segni del grande passato. Rimangono tuttavia diversi reperti archeologici dislocati sul territorio. Il fulcro dell’insediamento era l'Agorà in epoca greca, poi divenuto Foro Reggino in epoca romana, in corrispondenza dei reperti archeologici sotto Piazza Vittorio Emanuele II (Piazza Italia). Successivamente stratificazioni edilizie dal periodo greco arcaico all'età imperiale romana e fino all’età bizantina. Rhegium romana è località strategicamente importante ed alleata di Roma, collegata direttamente all'Urbe tramite la Via Popilia. Acquedotti e serbatoio/cisterna a forma ellittica sono segni dell’ingegneria romana. Divenuta residenza del governatore della provincia di "Lucania et Brutium" furono costruiti importanti edifici romani, tra cui il Pritaneo, il Tempio di Apollo Maggiore ed un grande Ninfeo. Impianti termali pubblici e privati lungo il mare. Durante l’età Bizantina Reggio trova pieno splendore e viene nominata "Metropoli dei possessi bizantini dell'Italia meridionale" diviene nucleo principale della chiesa grecanica meridionale, meta di monaci basiliani, i quali favoriscono la presenza di conventi e luoghi di culto nel territorio reggino, come a Stilo,Staiti, Bivongi. Numerose in città i monasteri, le abbazie e i cenobi, custodi della cultura bizantina in Calabria: la Cattolica dei Greci, la Chiesa della Madonna dei Poveri, la Chiesa degli Ottimati. Durante la conquista normanna, a Reggio viene costruito il nuovo palazzo ducale, ma il ridotto spazio tra le mura bizantine non permette ai normanni un idoneo sviluppo , architettonico ed urbanistico, cosi da creare una neapolis, fuori le mura verso sud, uno spazio con nuovi palazzi ed anche per la nuova Cattedrale di rito latino. Nel XV secolo gli Aragonesi si intensifica l'insediamento urbano. In questo periodo Reggio è dominata da un castello e circondata da mura, circondata da 17 torri e lungo il perimetro difensivo si aprono cinque porte: Porta Amalfitana, Porta Dogana, Porta Crisafi, Porta Mesa, Porta San Filippo. Dal XVI secolo in poi numerose architetture arricchiscono il tessuto edilizio urbano, strutturando il tessuto della città sino al disastroso terremoto del 1783, dopo il quale vi è un ridisegno della nuova maglia urbana della città con un reticolo ortogonale che segna l’area di confine tra la precedente centralità e le aree limitrofe.

www.larivieraonline.com

DOMENICA 17 GENNAIO 14

Il ricordo Nonna Rosina

Così, pian piano, verso il paradiso t’incamminasti senza proferir parola, strappandoci aimè al tuo sorriso, e ad’ ogni trepidazione sempre nuova,

L

Che, scaturivi in noi continuamente, tu! mamma ricca di ponderazioni, smisurata nell’amar teneramente, com'anche, di dar fiato alle passioni.

A Vincenzo Antico Vincenzo, piccolo grande uomo dagli occhi color cielo intenso, hai vissuto forse felice anche gli ultimi anni della tua vita in un mondo irreale, nel tuo affaccendare inoperoso, nei tuoi discorsi confusi e nei tuoi slanci affettivi verso le persone care diventate scononsciute. Ti siamo grati per quello che ci hai lasciato. Cercheremo di imitare la tua onesta’ nell’esercizio della professione, la tua generosita’ verso gli altri, la tua saggezza nel parlare poco cogliendo il punto essenziale e la tua naturalezza nel comprendere e dirimere ogni divergenza. Le opere da te progettate, che si distinguono dalla solita e amorfa colata di cemento, ci ricorderanno te. Hai iniziato nella luce un nuovo cammino. Non ti rivedremo piu’, ma ti parleremo e tu ci ascolterai. Vivi la tua nuova vita con gioia e in pace, mio piccolo grande uomo. Lorenz

Dante Alighieri e Siderno...

La segnalazione

Egregia redazione, da circa 3 mesi in Via Benedetto Croce ci sono delle lastre di amianto contornate da rifiuti ingombranti che si adagiano alle stesse frantumandole e rendendole pericolose per le polveri che diffondono nell'aria. tale comportamento da parte dei nostri concittadini sidenesi non è accettabile! Gli oragani di controllo gia a conoscenza del pericoloso problema. Con preghiera di pubblicazione German Giorgi

Orma di donna proba e volitiva, ferma, temeraria e intransigente; decisa, grintosa ed impulsiva, forte, combattiva e prorompente.

Immagine di madre protettiva di ansie, riflessioni e agitazioni. Annodo l’attitudine tua ossessiva, mai apatica di regole e attenzioni.

Il tuo vivere, retta e generosa, a tutto, senza sosta a rinunciare, palesandoti mielata e premurosa. Ricca d’affetto, per le persone care.

Di casa, eri evidente calamita; d'attrarre e di respingere capace. Ti amavo Mamma, a me hai dato la vita! Ciao nonna Rosina. Ora riposa in Pace.

Giuseppe Lupis Al Prof. Piero Sgambelluri Per la dipartita della sua cara

In questi giorni, al sidernese Benito Stinà è stato recapitato un libro su Dante Alighieri, realizzato dai più grandi studiosi di Dante di tutto il mondo. In questo libro c'è anche la tabula gratulatoria con i nomi, i cognomi e il luogo di tutti gli uomini illustri che hanno partecipato alla realizzazione di quest'opera monumentale e rara. Lo scopo dell'opera è stato quello di fare un regalo al Professore Enrico Malato dell'Università Federico II di Napoli, e Presidente dell'Associazione culturale Pio Rajna di Roma, in occasione della ricorrenza del suo ottantesimo anniversario, proprio mentre in Italia e in tutto il mondo si celebra il 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri. A pagina XXIV dell'opera appare stampato, seguendo tutti gli altri illustri personaggi che lo hanno preceduto, "Benito Stinà Siderno (Reggio Calabria)". Benito Stinà appassionato studioso delle opere dantesche come il De Vulgari Eloquentia, il De Monarchia, Vita Nova, la Divina Commedia, il Quinto Evangelo, vuole che questo articolo venga pubblicato sul nostro settimanale non per se stesso ma per la sua tanto amata Siderno, che gli ha dato i natali, "poiché è l'Amor che move 'l so e le altre stelle". È lo stesso Amore che ha mosso Benito Stinà a far pubblicare questo articolo sugli organi della stampa ufficiale calabrese, affinché il Bene che c'è a Siderno sia divulgato e fatto conoscere, e non venga soltanto divulgato il male, che molto spesso non c'è, ma di cui si parla ugualmente. Fare apparire "Siderno" su un'opera letteraria monumentale, che raggiungerà gli studiosi e gli appassionati di Dante Alighieri di tutto il mondo, significa sollecitare il Sindaco Fuda a promuovere dei seminari di studi danteschi, con relativi convegni, per promuovere ancora di più la nostra Siderno nel mondo e soprattutto far conoscere meglio a Siderno Dante Alighieri e le sue opere. Grazie a Dante Alighieri, al Professor Enrico Malato e ai più grandi dantisti e studiosi di tutto il mondo è stato possibile fare occupare alla nostra tanto amata Siderno il posto che merita nel campo della cultura mondiale.



CULTURA

Come sono i rapporti con i nostri colleghi di lavoro? Sotto i sorrisi si nascondono denti pronti a mordere o una relazione sincera? Lo abbiamo chiesto a voi, lettori di Riviera

Il buongiorno si vede dal collega S “

SARA JACOPETTA

Il posto di lavoro può improvvisamente trasformarsi da calda casa del Mulino Bianco, a ring con tanto di guantoni e paradenti

ono come una seconda famiglia, se non altro per il tempo che ci trascorriamo insieme e per il fatto che, proprio come i famosi parenti serpenti, pur essendo molto vicini a te, possono mordere e avvelenarti. Stiamo parlando dei colleghi di lavoro: persone con le quali quotidianamente lavoriamo a stretto contatto le quali, almeno loro, si accorgono del tuo nuovo taglio di capelli, a differenza di tuo marito. Il posto di lavoro è la tua seconda casa (della quale tra qualche anno ci chiederanno di pagare anche l'IMU), difatti hai organizzato un piccolo angolo personale che prevede spazzolino da denti, colluttorio, mentine, assorbenti, deodorante e una foto della tua famiglia, qualora ci fosse il rischio di non tornare più a casa e di morire tra i faldoni di documenti. Il posto di lavoro può perciò trasformarsi da calda casa del Mulino Bianco, a ring con tanto di guantoni e paradenti. Perchè non è detto che tutti abbiano voglia di fare amicizia: sotto le giacche e le cravatte, sotto le camicie bicolore dei commessi, si nascondono frustrazioni e risentimenti da proiettare sul povero collega che della tua vita incasinata e poco soddisfacente, poco ne sa. Abbiamo preferito chiedere a voi, lettori di Riviera, chi sono in realtà i vostri colleghi di lavoro e se la mattina, prima di andare a lavorare, avete bisogno di sciumicarvi da nonna Teresa. Abbiamo avuto la curiosità di chiedervi se si scherza ancora tra colleghi o se c'è la stessa aria allegra e frizzante presente a casa Adams. "È già una benedizione avere un lavoro al giorno d'oggi: questo ti porta ad adattarti e a ingoiare il rospo. Fortunatamente, ho dei colleghi i quali sono anche i miei amici; non badiamo a orari o giorni festivi. I rapporti lavorativi, se curati e se sinceri, migliorano la tua vita". "Post lavoro è preferibile una birretta: si stacca la spina e si ironizza sugli errori fatti. Questo è possibile perchè c'è rispetto dei ruoli e delle competenze di tutti". Alcuni spiegano come, più è prestigioso il lavoro che si svolge, più bisogna prestare attenzione: "rapporti molto più genuini in negozio, dove se c'è amore o odio viene subito fuori: lì non c'è nulla in ballo. E se trovi il collega a cui vuoi bene e c'è sintonia, ti diverti, ti diverti molto. In azienda invece, vige la falsità. Più sei alto nell'organigramma, più è importante offrirti il caffè o condividere lo stesso tavolo a mensa. Nonostante l'apparenza formale, anche in azienda si scherza molto: soltanto, con un briciolo di diffidenza in più". Ci raccontano che anche i rapporti prettamente telefonici acquistano un che di familiare, spaziando dalle domande sul meteo (trovandosi in città diverse) a come si sono trascorse le vacanze. "Tanto humor e risate, soprattutto perchè non ci si fa la guerra a chi è più in gamba": anche tra donne, ci insegnano, si può tentare di andar d'accordo. A volte può capitare di vivere dei "lutti" sul lavoro: il collega che è partito perchè ha trovato un posto migliore "per sopra", come ci piace tanto dire, il quale ci lascia con tanta tristezza e voglia di piangere: "il mio braccio destro e sostegno, non c'è più". "Bisogna essere molto maturi intellettualmente affinchè si possano stabilire sani rapporti di lavoro. Non sempre si è affini al collega, per cui, spesso si predilige un'impostazione distaccata e autoreferenziale, dove a perdere è il lavoro di squadra. I rap-

porti bisogna volerli costruire: non tutti sono così disponibili". "Bisognerebbe evitare di mostrarsi maestri del settore, come se gli altri fino a quel momento non avessero svolto quel lavoro senza di te. Ci sono i colleghi-amici, e colleghi che oltre ad essere colleghi, non potranno mai essere nient'altro". Altri ci raccontano che, rispetto al passato, c'è più senso dell'humor: si cerca di fare camerata, "spogliatoio", luogo dove accogliere battute e aneddoti. Senza contare il risvolto sentimentale (per alcuni) o prettamente di attrazione fisica (per altri): "è tra il computer e la scrivania che spesso nascono storie, come l'Istat ci riporta" e aggiungerei che questa potrebbe essere un'ottima spinta per andare a lavorare. Il lunedì perderebbe della sua accezione di "lunedì" se ad attenderci in ufficio, oltre a una sfilza di relazioni da buttar giù, ci fosse anche il collega che ci distrae e ci fa versare il caffè per terra. Tali situazioni generano gelosie del coniuge, non solo se a lavorare con noi c'è il collega belloccio, ma anche se si percepisce che in quello che dovrebbe essere un semplice luogo di lavoro, nascondono amicizie profonde, anche tra donne: ci si sente esclusi, messi da parte, senza comprendere perchè, dopo una giornata di ufficio, sia necessario protrarsi per l'aperitivo piuttosto che tornare a casa e fare da mamma chioccia. "Ovviamente, accanto alla battuta e alla pausa caffè, il luogo di lavoro non può diventare un tendone da circo. Se da un lato si combattono la noia e la pesantezza dei colleghi più anziani, dall'altro non può diventare un continuo cazzeggiare, dove si esagera con fragorose risate e starnazzi. Attenzione particolare anche all'abbigliamento: no alle donne provocanti con scollature eccessive e trucco alla Orfei,

buonanima". E come non dimenticare i gruppi whatsapp dei colleghi di cui ci avete parlato: i lettori testimoniano che, oltre al gruppo ufficiale dei colleghi, c'è il gruppo alternativo, quello tra intimi, in cui ci si può lasciare andare a battute: "non si può andare d'accordo con tutti". Un altro elemento venuto fuori, è la "copertura": gli errori sono dietro l'angolo e tra l'ansia di fare in fretta e bene, capita la svista. Ecco allora i colleghi salvatori pronti a darti una mano: "attenzione però da chi ci si fa aiutare, poichè spesso dietro la faccia d'angelo del collega venuto in tuo soccorso, si nasconde il diavolo pronto a smerdarti. Occhi aperti anche ai colleghi che buttano il piccio: davanti a una qualsivoglia tua notizia positiva, si pongono in un atteggiamento vittimistico, come i dimenticati del mondo, dando inizio a frasi come "Beato tu! Tu sì che sei fortunato!". Come al solito, siete stati abbastanza esaurienti, dando dimostrazione che, ai lettori di Riviera, piace essere interpellati per dire la propria. Le realtà sul lavoro sono molteplici e variegate. Il mio piccolo e modesto pensiero è che non si sta gareggiando per vincere alcun montepremi. Non siamo corridori, non c'è nessun traguardo da tagliare e alcuna coppa da ritirare. Ognuno presenta le sue piccole e grandi potenzialità e non è sminuendo il lavoro del collega che si fanno accrescere le proprie. Sì al lavoro di squadra se è possibile e, se non lo è, almeno quel minimo di rispetto che ci ritenga degni di essere definiti adulti. E, ricordandoci che viviamo in Italia, ma soprattutto in Calabria, sottolineiamo che sarebbe auspicabile averlo un lavoro. Ancor prima dei colleghi, buoni o cattivi che siano.


www.larivieraonline.com

Un triptra relativitàe metafisica Un viaggio nel futuro di una Calabria diversa che assiste al ritorno dei suoi figli più illustri on il decreto 22bis, approvato il 2 gennaio 2216 dal congresso mondiale della terra, è stato dichiarato decaduto il secretamento delle esplorazioni dei multiversi, consentendo, di fatto, la piena libertà di stampa degli esploratori in merito ai loro viaggi. La stabilità del portale, che apre un varco temporale in uno degli universi paralleli, è ormai comprovata e ciò ci consente di fornire, a una società annoiata come la nostra, qualche anticipazione, tratta dai nostri viaggi, di ciò che nel 2230 verrà reso disponibile a tutti i cittadini attraverso il progetto globale “ponte privato”. Io sono l’esploratore Indy 27, di stanza all’osservatorio interstellare della Valle del Torbido, e ho compiuto e documentato, fino ad ora, 237 viaggi tra i multiversi. Fra tutti, per l’avvio di questa rubrica, ho scelto quello che più mi ha divertito e stupito… Era il mio 222° viaggio, il multiverso da esplorare l’alfa172 nell’anno 2015, il corpo quello del vettore antenato Vincenzo Larosa, l’obiettivo dell’esplorazione documentare la situazione storico-politica della Calabria in quello spazio-tempo. Per capire ciò che mi sono trovato davanti, cari lettori, va fatta una premessa. L’Italia di quel multiverso era divenuta una potenza economica già agli inizi del XIX secolo e ciò aveva comportato la mancanza del fenomeno di emigrazione massiva del sud dello stato verso paesi come gli Usa, il Canada, l’Australia che ha invece caratterizzato la nostra storia. Presidente del consiglio era quel Mauricio Macrì, 57o presidente dell’Argentina nel nostro passato, mentre il governatore di Calabria era Leon Panetta che, nel nostro universo, fu figlio di emigranti geracesi e ricoprì ruoli di primissimo piano nell’amministrazione Obama (direttore della Cia prima, in seguito segretario per la difesa degli USA). La sua Calabria era una terra ricchissima, governata con mano forte, epurata da qualsiasi forma di criminalità organizzata e vantava, tra gli altri, eccellenze artistiche e sportive che il nostro multiverso 0 ha storicamente conosciuto come figli di terre lontane, come figli di emigrati. Impossibile non restare stupiti alla vista di un distretto cinematografico tra San Luca e Africo di maestose dimensioni, paragonabile alla Hollywood di cui leggiamo nei nostri testi storici, e con uno star system in cui si muovevano attori del calibro di Antony La Paglia da Bovalino e produttori come Nick Mancuso da Mammola, cofondatore della “Artisti Uniti”, casa di produzione cinematografica che raccoglie e coordina le migliori autorialità Nazionali. O ancora come non ricordare il circuito di formula 1 nel cosentino dove, fra gli altri piloti, correva quel Daniel Ricciardo, beniamino nazionale e unico pilota Italiano della massima categoria automobilistica, che per i nostri annali fu pilota Australiano della Red Bull e di sicuro in tutta la sua carriera non gareggiò mai “all’Oi Cooò” di Cosenza. Ho lasciato per ultima l’esperienza musicale vissuta dal mio alter ego. Era il 22 dicembre 2015, annuale concerto evento nella Locride per celebrare l’imminente Natale, l’apertura era dei Toto gruppo hard Rock dei fratelli Porcaro (Jeff, Steve, Mike). Ricordo che solo l’assolo di batteria di Jeff, che riscaldò la serata fresca col suo ritmo ipnotizzante, fu capace di farmi riprendere dalla stanchezza della giornata. Reduce dalle mie incombenze di manager, col pass dello staff penzoloni, aspettavo l’entrata della guest star della serata, del mio artista, di mio suocero… le luci si spengono, gli Aerosmith attaccano, la folla urla, le luci si riaccendono accecanti e Steven Tayler è sul palco, il solito incedere, la solita asta del microfono munita di foulard, la solita voce penetrante. Il visibilio del pubblico mi ripaga di ogni fatica e il loro tarantolato muoversi ben si adatta ai sinuosi movimenti di Steven quasi fosse parte integrante della scenografia che avevo predisposto. Mi fermo ancora un po', assaggio qualche altro brano, poi torno a casa, dalla mia Liv febbricitante spalmata sul divano a guardare il concerto del padre, bellissima come sempre e come sempre quasi nascosta dalla coperta, con gli occhi, gonfi per il raffreddore e allo stesso tempo scintillanti come luci del palco, che seguono i miei movimenti. Le preparo una tisana, mi verso un whisky e il resto della storia credo proprio non sia affar vostro… Che dire ho adorato questo viaggio, ho adorato vedere la mia terra in una veste molto diversa da quella per la quale era conosciuta nel nostro universo nell’anno 2015. Libera dai disagi economici, dal cancro della ‘ndrangheta, dall’ombra lunga di un malcontento popolare che sarebbe durato ancora per tanto tempo. Libera finalmente di esprimere tutte le sue potenzialità, di mostrare fiera i suoi figli più illustri e di ridere al nuovo giorno senza la paura del domani e il timore di un passato ciclico che la vedeva bloccata in loop dal gusto amaro. Vincenzo Larosa

C

Ecco spalancarsi una Calabria libera dai disagi economici, dal cancro della ‘ndrangheta, libera di esprimere tutte le sue potenzialità

DOMENICA 17 GENNAIO

17


RIVIERA

LA ROSA DEIVENTI

Un altro grande umileVincenzo Gemito

Nasce a Napoli il 16 luglio 1852, da genitori ignoti, praticamente “figlio di nessuno”. Lo accoglie e lo alleva amorevolmente “mastro Ciccio” un povero falegname. Vincenzo, sin dall'età di nove anni, dimostra una forte propensione per l'Arte. Mastro Ciccio ne asseconda la passione e lo manda presso alcuni scultori, affinché ne impari i primi rudimenti. Già sin dai primi lavori si riconosce il talento. Inizia, così, l'ascesa dell'Artista. Le opere di Gemito hanno un grande successo. Ma, malgrado le tante soddisfazioni, questo uomo ha uno spirito inquieto e senza gioia. Tende a isolarsi, a vivere in solitudine, tanto che incomincia a circolare la voce che sia diventato pazzo. Il tempo passa e dalle mani di Vincenzo Gemito, l'umile trovatello, escono i più grandi capolavori dell'arte di tutti i tempi. La grande barba che gli incornicia il viso dalla larga fronte solcata da rughe profonde, i lunghi capelli, sono incanutiti. Le crisi spirituali, negli ultimi anni si susseguono e gli tolgono spesso la pace interiore. Fino a che l’1 marzo del 1929, all'età di 77 anni, Gemito muore nella sua Napoli. Maria Verdiglione

ATTUALITÀ

La regina dei profumi in visita in Calabria: Hilde Soliani, oltre ad essere pittrice e designer di gioielli, è anche uno dei "nasi" italiani più sopraffini del mondo. Dal 2001 crea profumi: ha dato vita a una collezione olfattiva dedicata ai fiori (tra questi "Ti amo", dove ogni lettera è l'iniziale di un fiore: Tulipano, Iris, Anemone, Margherita e Ortensia) e una al teatro e lanciato "Profumi e gusto in libertà". Altra sua ispirazione è stata l' haute cuisine: profumi salati, fragranze ispirate a un polipo al tè verde o al risotto allo zafferano coperto da un velo di liquirizia. Nei giorni scorsi Hilde Soliani è stata in visita in Calabria tra Catanzaro, Vibo Valentia, Castrovillari e altri luoghi della nostra regione, alla scoperta di nuovi profumi che possano stuzzicare la sua creatività olfattiva. "Credo che realizzerò due profumi usando due materie prime che mi ricordano la vostra splendida e accogliente terra - ha dichiarato al Quotidiano - Uno avrà la base di latte, che ricorda l’affetto materno, speziato con un tocco di peperoncino, e l’altro avrà una base al burro con note di agrumi ancora acerbi; quindi fresco e frizzante. Perché la Calabria per me è così: accogliente, fresca e piccante».

www.larivieraonline.com

DOMENICA 17 GENNAIO

18

ALB:“Il territorio è nostro prima di tutto: conosciamolo” La Villa di Casignanasarà la prima tappa del percorso di conoscenza del nostro patrimonio «Non si può amare qualcosa che non si conosce» – con queste parole il presidente dell’Alb, Cosimo Pellegrino, intende continuare a portare avanti la valorizzazione del nostro territorio che «noi figli non conosciamo». «Non è ammissibile che il suggestivo borgo di Santa Caterina sia conosciuto più dai russi e dagli inglesi che da coloro che qui vi sono cresciuti. Non è accettabile che palazzi signorili come Palazzo Francia siano finiti in mano a signori stranieri che dei sontuosi e raffinati arredi ne hanno fatto legna da ardere. Una comunità attenta ai suoi beni non può lasciar fare. Stesso abbandono all’altrui “dominio” e disposizione lo si è notato a Badolato Superiore: anche qui i palazzi antichi sono oggi proprietà di ricchi signori stranieri. Abbiamo provato a chiedere se fosse possibile acquistare gli immobili rimasti e ci è stato risposto che fino a un decennio fa

c’era ancora qualche speranza, oggi bisogna contenderli con russi e arabi. Vendere un patrimonio non è motivo di orgoglio, è una sconfitta». Per scongiurare il depauperamento delle nostre ricchezze l’Alb punterà alla conoscenza e alla condivisione del patrimonio che abbiamo ereditato. Si partirà dalla Villa Romana di Casignana, luogo magico e incantevole dov’è possibile ammirare stupendi mosaici sorprendentemente conservati, le straordinarie terme e la necropoli con tombe intatte che affiorano dal terreno. L’Alb invita tutti gli interessati a partecipare alla visita guidata presso la Villa che avrà luogo domenica 24 gennaio, con raduno alle 8.30 di fronte al Comune di Siderno. “Siamo seduti su una montagna d’oro ma il problema non è il fatto che sotto ci sia la montagna, il problema è che vi restiamo seduti senza far nulla” – conclude amareggiato Pellegrino.

L'importanza del defibrillatore, incontro dei Lions Roccella all'IPSIA Siderno

Si è svolto ieri, sabato 16 gennaio, presso l’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato di Siderno un incontro con gli studenti organizzato dal Lions Club di Roccella Jonica nell’ambito del Service Distrettuale “Emergenze cardiologiche: importanza del defibrillatore – strumento necessario per contrastare il numero delle morti improvvise. Prime manovre rianimatorie. Alla manifestazione hanno preso parte anche gli studenti dell’IPSIA sezione staccata di Locri. Le relazioni sono state tenute dai Lions: Dr. Rosario Ortuso, già Direttore SC Cardiologia dell’Ospedale di Gioia Tauro, e dal Dr. Giovanni Calogero, Responsabile Formazione ASP di Reggio Calabria, che nell’ambito dell’associazione sono Responsabili Distrettuale e circoscrizionale dell’importante service. A dare inizio ai lavori i saluti del Presidente del Lions Club di Roccella Jonica, Arch. Domenico Futia e del Dirigente scolastico dell’Istituto Dott. Gaetano Pedullà, che ha fortemente voluto il dibattito sull’argomento. L’Arresto Cardiaco è un evento drammatico, con dimensioni in progres-

siva crescita. Se non trattato prontamente, l’arresto diviene irreversibile. Generalmente la causa scatenante l’evento è una patologia del cuore, in tali casi si parla di Morte Cardiaca Improvvisa. I medici, così numerosi sul territorio, sono una preziosa risorsa nella lotta all’Arresto Cardiaco, sia per quanto riguarda la sensibilizzazione dei cittadini e delle istituzioni, nonché l’esecuzione del soccorso. L’aritmia responsabile determina un sovvertimento completo dell'attività elettrica del cuore, con brusca interruzione dell’attività della pompa cardiaca. La defibrillazione elettrica è l’unica terapia in grado di correggere questa aritmia, creando i presupposti per il recupero di un ritmo valido, con conseguente ripristino dell’attività contrattile del cuore. Durante l'incontro, i medici hanno spiegato ai ragazzi in che modo possono auto controllarsi attraverso piccoli accorgimenti, hanno ascoltato e risposto alle loro domande, dando indicazioni e fornendo suggerimenti utili per qualunque loro esigenza. Il Lions Club di Roccella Jonica ha sem-

pre sposato fin dalla sua recente nascita la causa di continui incontri programmati con gli studenti delle scuole medie superiori del circondario come miglior veicolo prioritario per la diffusione dell’associazione lionistica sul territorio così da essere di supporto nelle problematiche che interessano i giovani e non solo. La manifestazione di ieri rientra nel puntuale lavoro di organizzazione e formazione che continuerà con l’organizzazione di un Corso Professionale sul corretto uso del Defibrillatore, coadiuvato dalle strutture sanitarie competenti, con conseguente rilascio di un attestato valido anche come crediti formativi. In sostanza, i Lions del giovane Club di Roccella Jonica si stanno dimostrando protagonisti di importanti attività di servizio e ottimo partner territoriale, implementando ulteriormente l’interesse verso i giovani e a tutto il comprensorio. Presenti all’incontro autorità civili e lionistici. I lavori sono stati conclusi dall’Avv. Ferdinando Iacopino, Presidente dell’VIII circoscrizione. Arch. Domenico Futia

Scoperte a Brancaleone grotte dell’Età del Ferro isalgono presumibilmente all’Età del Ferro le grotte rinvenute nei giorni scorsi a Brancaleone Vetus da Carmine Verduci, Carlo Fiumanò e Sebastiano Stranges Ellesmere. Le grotte, che in epoca più recente fungevano da magazzini o stalle per gli animali domestici, furono utilizzate dai monaci bizantini. Brancaleone Vetus, infatti, è stato un grande insediamento rupestre dove i monaci bizantini-armeni hanno trovato rifugio sicuro per professare il loro culto. La grotta più importante e unica nel suo genere in Europa, la grotta-chiesa chiamata l’Albero della Vita, che rappresenta il cuore pulsante del culto bizantino nell’area brancaleonese.

R



ATTUALITÀ

Intervista al duo rap calabrese VALERIA MORABITO mondo li ha conosciuti dopo la loro partecipazione a Italia’s Got Talent, dove si sono conquistati la medaglia di bronzo, ma il loro amore per il rap e tutto ciò che concerne la cultura HipHop nasce sin dall’adolescenza, ancor prima di conoscersi, quando fare musica e scrivere erano già un’esigenza e una passione. Shark & Groove, nomi d’arte rispettivamente del sidernese Giuseppe Costanzo e di Antonio Callà di Mammola, si sono incontrati per la prima volta nel 2009, un incontro fortuito che li ha resi non solo un duo musicale rap,

Il

affiatato, ma anche e soprattutto due grandi amici. Da qui inizia una bella gavetta… Live dopo live, nelle loro città, conquistano un pubblico sempre più ampio, fino al concerto che li vede accompagnati da Max Laudadio di Striscia la Notizia (2012). Seguono numerosi eventi musicali di beneficenza, nei quali Shark & Groove vengono affiancati da svariati personaggi dello spettacolo. Nel 2014 su YouTube il loro singolo “Il mondo gira” e… il resto è storia… Come nascono i vostri nomi d’arte? Shark & Groove: I nostri nomi d’arte, nascono ancor prima della nostra conoscenza, quando ancora scrivevamo solo per passatempo e non con l’intento di aspirare a qualcosa più grande di noi. Shark: Shark nasce dalla passione per il mare, infatti la mia prima ambizione fu quella di diventare un biologo marino. D’estate passavo intere giornate al mare e un mio amico iniziò a chiamarmi squalo. Groove: Ho iniziato a suonare svariati stru-

menti musicali sin da quando ero molto piccolo, accrescendo sempre di più la passione per la produzione musicale. Decisi di chiamarmi Groove, in quanto il groove indica una serie ritmica avente un ciclo ripetitivo. Come vi siete avvicinati al rap? Shark: Mi sono avvicinato al genere all’inizio del 2000, ascoltando gli articolo 31 e i Gemelli Diversi. Iniziai a comprare dischi accingendomi a percorrere la strada dei miei miti. Groove: Anch’io mi avvicinai al genere in quegli anni, grazie a vari artisti italiani e americani. Se poteste fare un feauturing con un grande artista, chi scegliereste e perché? Shark & Groove: Sicuramente sceglieremmo J-ax! Perché oltre ad essere uno dei nostri miti, in Italia è stato il precursore del genere insieme a Dj-Jad (articolo 31) e tuttora è sempre in cima alle classifiche riuscendo a rinnovare il suo sound, rimanendo sempre fedele al genere.

& SHARK L’hip hop è rimast “Il rap è un genere nato dal disagio, è stata l’arma usata da chi non aveva diritti o un semplice posto privilegiato nella società. Oggi, però, la maggior parte dei rapper tratta di Pussy, money and weed(figa, soldi ed erba)”.

senza


www.larivieraonline.com

Quanto è importante oggi come oggi per dei cantanti emergenti il tubo catodico di YouTube o qualsiasi altro social media? Shark & Groove: Al giorno d’oggi i social sono molto importanti per gli artisti, si è rotta quella barriera che si poneva tra artista e fan. Infatti si è sempre al corrente degli eventi e spostamenti del proprio artista preferito. Ma è ancora più importante per gli emergenti, vista la grande vetrina che può offrire a titolo gratuito. Noi sinceramente non abbiamo sfruttato il tubo fino in fondo, anche per mancanza di tempo tra le varie apparizioni televisive e i live. Shark e Groove, per voi l’Hip-Hop è…? Shark & Groove: Per noi l’hip-hop è una delle pochissime cose in questo mondo a raccontare una verità senza censure, canoni specifici… al contrario di come può essere la stampa o la TV, che spesso viene influenzata dallo schieramento politico a cui appartiene e dagli interessi. Infatti il rapper come figura artistica sarebbe l’avatar di cui si serve

l’ hip-hop per “cantare” in faccia al mondo le cose come stanno. A chi dei due è venuto in mente di lanciarsi nell’avventura di Italia’s Got Talent? E com’e stato esibirsi davanti a grandi giudici del calibro di Nina Zilli, Claudio Bisio, Frank Matano e Luciana Littizzetto? Shark: L’idea è venuta a me, infatti sono appassionato del format. Dopo l’uscita del singolo “Il mondo gira”, accorgendomi del “successo” ottenuto nel nostro piccolo pensai: perché non far arrivare la nostra musica in tutta Italia? Groove: Esibirsi davanti a quattro leggende italiane è stata una delle cose più emozionanti della nostra vita, e ricevere elogi da loro è stato “assurdo”. C’è qualcuno fra i quattro che vi è rimasto nel cuore? Shark e Groove: Ci sono rimasti tutti e quattro nel cuore, ognuno per motivi differenti. Nina per il suo soul e il comprendere a fondo la nostra musica, Bisio per la sua

comicità e grande semplicità, Luciana per il suo essere “stronza” con tutti, ma la prima a emozionarsi insieme a noi diventando la nostra prima fan. E Frank? Eh Frank, è stato bello prenderci in giro a vicenda. Quanto tempo dedicate ogni giorno alla musica? Shark e Groove: Dipende da cosa si intende per “dedicarsi alla musica”. Se si intende quanto stiamo in sala prove, beh a volte l’ispirazione è un miraggio… a volte invece ci ritroviamo in mano materiale fresco per nuovi pezzi. Se si intende invece per quanta musica ascoltiamo, si può dire che passiamo gran parte della giornata ascoltando musica. Oltre al rap c’è un altro genere musicale che preferite? Shark e Groove: Ci piace la musica a 360°, da De André ai Dream Theater. Basta sia fatta con cuore e passione. Che idea vi siete fatti del panorama rap italiano, più fumo o più arrosto? Shark e Groove: Molto fumo in tutti i sensi.

Purtroppo e per fortuna, in egual modo, il rap ora “va di moda” e come ogni cosa si ha i lati negativi e positivi. Un fattore negativo è quello che aumentando il numero di rapper è diminuita la qualità (soprattutto nei contenuti). Quest’arte è nata dal disagio, è stata l’arma usata da chi non aveva diritti o un semplice posto privilegiato nella società. Ora la maggior parte dei “rapper” tratta “cazzate”. Pussy, money and weed (figa, soldi ed erba). Infatti notiamo spesso ragazzi (che prendendo spunto dai loro falsi idoli), cercano di emergere nel panorama, non facendo altro che vantarsi per quel che non hanno, non nel senso di un posto privilegiato nella società, ma quel che abbiamo detto prima. Come si è inserito il genere rap nella cultura della Locride… è ancora un qualcosa di lontano e sconosciuto in particolare dai grandi, oppure i tempi stanno cambiando? Shark e Groove: Come abbiamo detto l’hiphop oggi è, diciamo, una moda. Chiunque possegga un computer e un microfono può

DOMENICA 17 GENNAIO

21

fare musica. Ormai il rap è entrato nella cultura calabrese come in tutta Italia e nel mondo, anche se da noi ancora vige il monotono ronzio della tarantella. Si scherza, eh?! E per quanto riguarda l’underground calabrese? Shark e Groove: Secondo noi, per quanto ne sappiamo, c’è molto poco. Non prendendo in considerazione leggende come Kiave, Turi ecc. nella nuova generazione almeno al momento non c’è nessuno di rilevante. L’unico dei gruppi emergenti veramente da apprezzare attualmente è “Calabriamaica” e, altrettanto interessante, Kromosoma. Progetti futuri? Shark e Groove: Stiamo per chiudere il disco che vanterà diverse collaborazioni. Saremo ospiti in diversi programmi TV e con l’arrivo del nuovo anno inizieremo una tournée in giro per lo stivale. Per restare connessi con noi potete dare un like alla nostra pagina facebook “Shark & Groove”.

& GROOVE: ta l’unica verità

a censure


RIVIERA

La Bavosa Bianca Una Bavosa bianca (Parablennius rouxi) ritratta in questo scatto unico, mentre curiosa dall’interno di una Spugna che le fa da tana. Carlo Codispoti

Fuma che ti passa Caterina Furfaro con un amica, sembra voglia ricalcar qui orme di un famoso fumatore di cube le qual era il Che, oppure, accendendo il ani sigaro, pensava al nostro Pasquino?

Auguri! Cosimo Pellegrino ha festaggiato questa settimana il compleanno senza prendere pause dal suo ruolo di presidente dell’ALB.

compaChi non tifa inndaco di gnia… Il vicesi inato ha Locri Raffaele Saisamente dec trovato pagnia per m co a buon tita dello assistere alla par ad Anna e Sporting, grazi Laura Tringali.

Ma cellescotte d’ec Nico nza l a sorr Card i d foto e al inale siast grafo nostro in c a del r enturaga ampo itorno o dell anzitutt e n n i S p o z ze a z e om rez brut r ting. dello Sicuempi difficili c’ordit d Nat ta sto La In esti il servizio tale e qu na, èale, per ria di ndamen ne è fo a grandi espera to ri già un fortur lo t cord affidar e la nos o o! brutti coma un obblig e Emilian Siamo nelle su o morale. in quelle del su mani (e ! collega)

I suonatori di lira Massimo, Gabriele e Marco suonano la lira a Siderno superiore, facendo una splendida dimostrazione di uno delle nostre passioni più belle, quella per la musica popolare Nella tana del bianconiglio Già i marciapiedi di Siderno sono piuttosto stretti, se poi ci si mettono anche voragini assurde a minare l’incolumità dei pedoni siamo a posto. Questa è via Misuraca, dove i residenti si sono arrangiati con assi di legno… Eppure qualcuno ha già sperimentato quanto è profonda la tana del bianconiglio…

Una cornice stupenda Altro set, ma sempre a Siderno Superiore, per la banda di Cavallaro, che in diretta da palazzo De Mojà suona per La7 e la trasmissione Gustibus, aspettiamo di vederli in tv!

Un ultimo sforzo Chi ha voluto buttare questo cuscino doveva essere particolarmente stanco (o cieco) per aver mancato di pochissimi centimetri il bidone della spazzatura. Viva la civiltà!

Piccolo Marco, hai ssi percorso pochi pa a ma c’è ancora tant . strada davanti a tegPercorrila felice, le gero e spensierato come sei oggi che o festeggi il tuo prim ri compleanno. Augu , da mamma, papà e, zi i, nonna Maria, zi icucinotti e in part colare da zia Concetta.


SETTIMANALE

www.larivieraonline.com

DOMENICA17 GENNAIO

23

Voglio torna’ bambino! Nick Spatari sa ancora come divertirsi e divertire grazie alle sue sessioni di pittura a mano libera con i bambini di zona!

Giorn I due alismo c zia, irriducib he passio Cufar Ilario Ba ili della n ne esser i, non pli e Franotidomee sul p oteva n co Sport nica sco ezzo anc on r ing Lazio sa, duranhe te

Successi estivi Recuperiamo questa foto di qualche mese fa, in cui i sorridenti Raffa e Certomà festeggiavano insieme la vittoria dell’apertura della nuova 106.

S c at to s famoso torico dell’aper tu Peppe Ca “Affinity ”: un g ra del un amica ruso posa con la iovane te, il baffo, Rocco Coluccio e moglie, Giorgini (d di Caricari, il comconsorChef Lucia etto Patata) e il pianto grande no.

à Cimin à si a e z z Tre pi co di Cimin on Il sindafotografare c da lascia upe guidata n, un tro pe Parisi co diGiusepalle, lo splen alle sp Pizzi do Tre

De cacio cavallo Il produttore di caciocavallo Romano con Manuela Brogna e l’operatore Maurizio Menegotti, la troupe di La7 venuta a registrare la puntata del 31 gennaio del programma Gustibus.

Rinascerò… confraternidella Un membro Aldo Superiore, Siderno di ta si Amato giovane il e Caccamo borgo, nostro nel ritrovano contenti di vederlo sempre più vissuto! Piovono uomini! L’autunno non fa solo tra le foglievittime alberi, ma anche tr degli la fetta di persona quelsolari che nella brute così gione si sente appa ta stassire!

Tre di Monasterace Tre illustri monasteracesi posano fieri della dimostrazione di resilienza che la società “a Lanterna” ha fatto al mondo. Perché la Locride è anche voglia di lottare fino all’ultimo.

Una passeggiata al mare Un momento di m e ri ta ti ss im o relax per Benito e la sua cagnolina, dopo tantissimo lavoro.



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.