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IN BREVE Una battuta sul maiale che rovista tra i rifiuti della Capitale. Tanto è bastato a Gene Gnocchi per sollevare un polverone di polemiche sul web. Immediata la reazione del maschio italico, indignato per la nonindignazione delle femmine femministe o sedicenti tali, di sinistra.
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la vetrina
L’EDITORIALE
DEL DIRETTORE Una foto, due wurstel e una legge: conquiste di civiltà x15 anzichè 10x15. La foto della madre defunta che lo fissava notte e giorno nella sua cella da ergastolano non era idonea. Troppo ingombrante. Invadente. Per questo gliel'hanno sequestrata. Ma Tommaso Costa, condannato in secondo grado per aver ucciso Gianluca Congiusta la sera del 24 maggio 2005 a Siderno, attualmente detenuto nel carcere di Viterbo, non ci sta. Si rivolge in un primo momento al magistrato di sorveglianza ma si vede rigettato il suo reclamo. Ci riprova e chiede la resituzione della sua foto alla Corte Suprema di Cassazione. La foto della madre è da ritenersi "funzionale alla cura del proprio diritto all'affettività". La Suprema Corte accoglie il ricorso: conservare la foto della madre rientra in una sorta di diritto al "mantenimento della memoria" che, a sua volta, rientra nel mantenimento della dignità della persona. Qualcuno potrebbe obiettare (e infatti non è mancato all'appello) che a Tommaso Costa è stata sottratta solo una foto, niente in confronto alla sua colpa: lui avrebbe fatto fuori una vita. Prima di tutto non c'è una condanna definitiva. Seconda cosa: la vendetta non ha mai portato a nulla di buono. Anzi il miglior modo di vendicarsi di un'offesa è non finire per confondersi con chi l'ha compiuta. Terzo punto: va ricordato che in carcere ci finiscono non soltanto i killer o presunti tali. Fino a qualche anno fa ci finiva anche chi rubava un pezzo di formaggio e due wurstel al supermercato, stretto dai morsi della fame. Poi, anche in quel caso, la Corte di Cassazione si pronunciò dicendo che rubare per fame non è reato. Fu una conquista per la dignità della persona anche quella. In carcere ci finisce chi sbaglia ma non per questo va considerato uno sbaglio "vicolo cieco", uno sbaglio che ti rende indegno di poter custodire la foto di tua madre. In carcere si vive il tormento. Chi è libero porta a spasso il proprio essere, in continuo divenire. Il detenuto, invece, vede il proprio io "marcio" riflettersi in ogni millimetro della cella, sputargli addosso, torturarlo. Un tamburo incessante, indomabile. Straziante. La foto della propria madre è un'arpa che suona, che infonde calore e coraggio, una dolce sensazione di serenità che permette di riconciliarsi con se stessi, anche se per poco. Sottrarre il ricordo è sottrarre la dignità. E la dignità non si tocca, neppure si sfiora. La dignità si culla. "La dignità si contagia, si contagia più dell'influenza" - ha dichiarato Papa Francesco in visita in un carcere femminile in Cile lo scorso 16 gennaio. Il giorno dopo il Consiglio Regionale della Calabria ha approvato all'unanimità la legge che istituisce la figura del Garante regionale dei detenuti, una legge in linea con il principio costituzionale, secondo il quale la pena deve essere rieducativa e volta al reinserimento. Siamo sulla strada giusta. Tutti abbiamo diritto a un nuovo orizzonte. La vendetta, che non è sconto della pena ma tortura, lasciamola al medioevo.
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“Claretta la maiala”, ed è subito colpa delle femministe
“Forse le donne sono state zitte perché annichilite da tanta ignominia, o perché se portassero all’attenzione dei media ogni ingiustizia subita, ogni donna dovrebbe poter parlare ininterrottamente per giorni, senza bere o fare pipì, per mettere in fila tutte le violenze della propria vita, figuriamoci in quella delle altre donne”.
LIDIA ZITARA a scorsa settimana è stata la “due giorni” di Gene Gnocchi e Claretta Petacci, e delle bacheche italiane piene di indignazione nei confronti delle femministe di sinistra rimaste in silenzio dopo la “battuta” dell’ex Striscia la Notizia, Gene Gnocchi. “La sindaca Raggi pubblica foto di un maiale che rovista tra l’immondizia, ma è sempre lo stesso maiale, è il suo maiale domestico, anzi, è un maiale femmina, una maiala, si chiama Claretta Petacci, potrebbe essere candidata in qualche lista del Nord” Questa, a memoria, la tirata del comico. Nessun equivoco, dunque, che l’epiteto “maiala” fosse diretto a Claretta Petacci, non alla sindaca Raggi, anche se quest’ultima viene inevitabilmente trascinata dentro l’offesa. Immediata la reazione del maschio italico, indignato per la non-indignazione delle femmine femministe o sedicenti tali, di sinistra. Indignazione, indignazione, indignazione! Annunciaziò, annunciaziò, annunciaziò! Le bacheche d’Italia si riempiono di fotografie delle salme massacrate di Mussolini e Petacci e di ogni accusa possibile e immaginabile alle femministe di sinistra (quelle di destra sono esentate). Anche persone intelligenti, frequentatrici del mondo della cultura, non possono fare a meno di esprimere il loro dissenso sulla non-indignazione, perdendo l’ennesima occasione di evitare la chiacchiera da bar al gusto di Umberto Eco. Trascuriamo il fatto che le proteste ci sono state eccome, e che Gnocchi è stato costretto a scusarsi e rischia una querela. Non trascuriamo il fatto che Floris getta disonore sui giornalisti e che se ci fosse un Ordine Nazionale degno di tal nome, sarebbe stato immediatamente sospeso o multato. Il fatto è che qui si va oltre il qualunquismo sciatto, il gossip, la fake news, il debunking, le scie chimiche e la moda genderless. Qui si passa la “linea d’ombra”, si entra nel “cuore di tenebra” dell’Essere Umano. In quella parte di noi che sappiamo esistere e che emerge nei momenti più oscuri della storia. Ciò che fu fatto a Mussolini e Petacci non è argomento di gossip social, quello che fu fatto a Mussolini e Petacci non ha nome, e spero che continui a non averlo. Poche cose nella storia dell’Italia moderna e “civilizzata” sono state così indicibili come il trattamento riservato a due esseri umani, seppur morti. Non credo nell’anima immortale, le spoglie sono solo carne in attesa di decomporsi, ciò che viene fatto a un corpo non sconvolge in quanto atto, ma per il sentimento di disgusto che provoca a sé stessi e agli altri. Un riverbero di spiritualità più che normale e più che diffuso negli esse-
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ri umani. L’attaccamento agli oggetti, anche quisquilie senza valore, non avrebbe ragione senza questo transfert emotivo. Siamo nel regno oscuro del “Signore delle Mosche” di William Golding, è Piggy gettato dalla scogliera, Lizaveta uccisa a colpi d’ascia da Raskolnikov, Kurtz che esala le parole “l’orrore, l’orrore”. Non devi essere né di destra, né di sinistra, né donna, né uomo, per capirlo. Lo capisci come essere umano, e basta. Posso dire che più della battuta di Gene Gnocchi, un uomo non certo brillante per coerenza, mi hanno turbata le foto di Mussolini e Petacci massacrati, spiattellate ovunque. Io non avrei avuto il cuore di postare foto del genere, se non per una ragione più che valida, di natura storica o politica, umana, e non su un social. Non certo per ottenere like alle dieci del mattino, o solo perché è quella la “stronzata del giorno” su cui parlare, o peggio, perché, da bravo maschio conservatore e un po’ ottuso, si coglie l’occasione per tirarla addosso alle donne. Chi la tira alle donne, specie adesso, fa la figura del deboluccio. Siete avvisati signori con giacca, cravatta e pochette. Ci fate la figura di quelli che hanno una gran paura di parità domestica, salariale, contrattuale, politica. Fate la figura degli insicuri, dei perdenti in partenza. Forse le donne sono state zitte perché annichilite da tanta ignominia, o perché se portassero all’attenzione dei media ogni ingiustizia subita, ogni donna dovrebbe poter parlare ininterrottamente per giorni, senza bere o fare pipì, per mettere in fila tutte le violenze della propria vita, figuriamoci in quella delle altre donne. E forse non hanno detto niente perché comunque nessuna donna viene mai creduta quando parla, e se parla le vien dato della puttana. Di continuo, e per secoli ci è sempre stato raccomandato di stare zitte… Comunque fossero andate le cose, il maschio italico la femminista non la digerisce, neanche se gli dà ragione! Se il “silenzio” delle femministe di sinistra vi ha indignati potevate intervenire voi, signori galli cedroni. Perché non l’avete fatto invece di essere vani e queruli, esattamente come rimproverate alle donne? Ciò che è accaduto a Petacci travalica il femminismo, il maschilismo e ogni “ismo” del mondo. Se vi siete indignati di un presunto silenzio annichilito, dovreste vergognarvi del vostro squallido chiacchiericcio da paperi ubriachi, che non ha fatto altro che dissacrare ancor più la dignità umana. Avete ben materializzato il male banale, il male qualunque, il male che non assurge neanche al delirio folle, ma rimane confinato nella linea grigia della mediocrità, delle mura domestiche e un monitor di pc. Se la visibilità era il vostro obiettivo, bravi, l’avete ottenuta. Ma ci avete fatto la figura dei morti di fame, e per un like vi siete venduti l’anima al diavolo.
28 GENNAIO- 04
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attualità www.larivieraonline.com
COMITATO PER ORDINE E SICUREZZA A PLATÌ
Di Bari: “Nella Locride i delitti sono scesi del 18%” "L'azione di contrasto alla 'ndrangheta e alle sue organizzazioni si è fatta sempre più stringente e l'attività di prevenzione e controllo del territorio svolta dalle forze di polizia ha raggiunto risultati di significativo rilievo. Ne sono testimonianza i dati concernenti l'andamento dei reati nella Locride, che fanno registrare nel complesso un calo del 18% degli indici di delittuosità". Lo ha detto il prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari nel corso della riunione straordinaria del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica da lui convocata a Platì e dedicata all'analisi della situazione della sicurezza pubblica nella Locride. "Questa flessione, da porre nella giusta evidenza - ha aggiunto - è un ulteriore monito per intensificare le azioni di contrasto alla criminalità organizzata, la cui pericolosità e duttilità vanno assolutamente monitorate e contrastate".
MARCHI PRESTIGIOSI
LOCRI
Confermata la Bandiera Arancione a Bova e Gerace Adesso si punta all’ottenimento della Bandiera Arancione per altri borghi della Comunità del Parco dell’Aspromonte
L’Ivo Oliveti diventa “Liceo Cambridge International” Il Liceo Classico “Ivo Oliveti ” di Locri si veste con i colori della bandiera inglese. La scuola, infatti, è stata certificata dall’Università di Cambridge quale Liceo Classico Cambridge International School. A partire dalla prossima settimana 50 alunni del primo biennio avranno la possibilità di studiare matematica, inglese e geografia seguendo i programmi delle scuole britanniche e utilizzandone gli stessi
libri di testo. Le porte della scuola si apriranno anche per lettori madrelingua, che affiancheranno i docenti delle discipline insegnate in inglese. Alla fine del terzo anno, gli alunni sosterranno gli identici esami che segnano la fine della scuola dell’obbligo in Gran Bretagna negli stessi giorni stabiliti per le scuole inglesi, sotto l’attenta supervisione di ispettori inviati appositamente da Cambridge per l’occasione. Coloro che vorranno proseguire per altri due anni, invece, potranno sostenere i livelli avanzati al termine della quinta classe. La certificazione Cambridge è riconosciuta dalle migliori università al mondo e consente l’iscrizione diretta ai corsi universitari in lingua inglese, erogati da prestigiosi atenei italiani, come Bocconi e Luiss. Un percorso di innovazione che arricchisce l’offerta formativa del classico di Locri.
ono due i Borghi del Parco dell’Aspromonte, Bova e Gerace, a cui viene confermata la Bandiera Arancione, il prestigioso marchio di qualità turisticoambientale rivolto ai Comuni dell’entroterra con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti. In tutta Italia, per il triennio 2018-2020, sono soltanto 227 i
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piccoli Comuni premiati dal Touring Club Italiano, sei quelli calabresi. Era l’anno 2015 quando, per la prima volta nella storia del territorio reggino, i due borghi aspromontani, Bova e Gerace appunto, riuscivano a conquistare l’ambito riconoscimento. E ciò grazie alla strategia messa in campo dall’Ente Parco ai fini della valorizzazione e del miglioramento dei servizi di ricettività e turistici legati alla filiera culturale e naturalistica del territorio. “La conferma delle due Bandiere Arancioni – afferma il Presidente Giuseppe Bombino – premia l’intuizione da noi avuta nel mettere al servizio del territorio un percorso di crescita e di miglioramento verso il turismo sostenibile, capace di favorire una logica di sistema e integrata che esaltasse il ruolo del patrimonio naturale, storico e culturale aspromontano. Siamo già proiettati – continua Bombino – a sostenere il cammino di altri borghi della Comunità del Parco verso l’ottenimento della Bandiera Arancione, sui quali, grazie alla continua collaborazione con i vertici locali del Touring Club, sono stati già individuati elementi incoraggianti”.
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IN BREVE
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Se si domanda ai dirigenti dei partiti che operano in Calabria e nella Locride chi ha deciso programmi e candidature, si ha un sola risposta: “Roma”! Ma sul tavolo di Roma non si parla della Calabria: i nuovi feudatari investiranno i loro valvassini non tenendo alcun conto né di progetti, né della storia, né del vissuto di ognuno di loro.
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Il popolo è stato ricacciato indietro da tutto l’arco delle forze politiche presenti in Parlamento! Stiamo correndo all’indietro per raggiungere al punto in cui eravamo qualche secolo fa: un nuovo “feudalesimo”.
Alla ricerca della “sinistra perduta” ILARIO AMMENDOLIA
Non ho alcuna nostalgia per il passato, semmai una seria preoccupazione per il futuro. Il solo dato anagrafico non basta a fare una mente fresca anzi osservando tanti giovani impegnati in politica si ha l’amara sensazione di un grigio conformismo che si coniuga a una sostanziale subalternità politica e culturale. La “politica” attuale è espressione di un passato lontano quando la gente non contava assolutamente nulla. Si pensi che il “patto di Londra” che ha preceduto l’entrata dell’Italia nella carneficina della “grande guerra” è stato siglato all’insaputa del Parlamento e dei partiti e della gente. Il popolo ha fornito solo la carne da cannone! La Resistenza prima e i movimenti popolari dopo sono stati caratterizzati da un diffuso protagonismo popolare che non fu monopolio della sola Sinistra. Per esempio, Giorgio La Pira, sindaco democristiano di Firenze, che occupa la Nuova Pignone assieme agli operai è l’esempio di un popolo che non delega ma fa la storia. “Lettera ad una professoressa” di don Milani è il manifesto educativo di un popolo che si attrezza e pretende di diventare protagonista. Anche le ragazze che mezzo secolo fa rivendicavano il diritto di indossare la minigonna riaffermavano la propria soggettività e l’esclusivo possesso del proprio corpo. Quanto abbiamo detto è sintetizzato nel dipinto “Quarto Stato” di Pelizza da Volpedo. L’artista non dipinge i volti, pur autorevoli, di Marx, di Engels, di Labriola, di Turati, di Bordiga ma di donne e uomini comuni. Operai con la giacca sulle spalle, uomini scamiciati, donne con bambini in braccio. Era il “quarto Stato” che entrava nella storia diventando protagonista del proprio futuro. Non solo a Parigi a Milano o a Roma ma anche a Reggio ad Africo, a Locri, a Siderno. Un popolo che chiedeva partecipazione, uguaglianza dignità, libertà! Ora quel “dipinto” è esposto nelle mostre ma nei fatti è stato svilito e calpestato. La destra non l’ha mai apprezzato, direi per ovvie ragioni... “Grillo” lo ha sempre e sostanzialmente ignorato
e ci sono mille indizi e centinaia di prove che rendono evidente come dietro il movimento “5 stelle” vi siano poteri forti e non elettivi . E la Sinistra? Se gli attuali dirigenti della Sinistra dovessero ridipingere il quadro di Pelizza da Volpedo sostituirebbero i volti di un popolo in marcia con quelli di Renzi, D’Alema, Boschi, Grasso, Lorenzin, Casini, Lotti, scendendo sino ai “Magorno” e a una infinità di comparse senza storia. La Calabria sarebbe l’estrema punta del tappetino rosso calpestata dalla triste sfilata di “dirigenti” senza popolo. Sia chiaro non declino i nomi degli esponenti della Sinistra (né di altri partiti) in senso dispregiativo ma non mi va bene però che siano “loro” a decidere per noi e a prescindere da noi! In questi ultimi 20 anni le disuguaglianze in Italia sono aumentate sia sul piano personale che territoriale e, tra i paesi dell’Unione, il nostro Paese si caratterizza per le marcate distanze tra le classi sociali. Eliminando i valori della partecipazione e dell’uguaglianza, cosa resta della “Sinistra”? Scusatemi se indugio su questo schieramento e non è un caso. Nel 2013 ho votato PD con convinzione ma senza farmi grandi illusioni; augurandomi soltanto delle timide riforme nel senso indicato dalla Costituzione: più attenzione ai soggetti deboli, una strategia per il Mezzogiorno, una sanità uguale per tutti; la difesa dello Stato di diritto verso chiunque e soprattutto nei confronti dei poteri forti. È francamente deludente che il PD affronti la campagna elettorale con temi che dimostrano lo smarrimento della propria anima e della propria storia. Mi fa male - molto male - dire queste cose! Se sapessi imitare lo stile di Proust andrei alla ricerca della “sinistra perduta” e invocherei chi rappresenta questo schieramento di darci una sola ragione per poterlo votare. In questo momento, per quanto mi sforzi, non la trovo! Il popolo è stato ricacciato indietro da tutto l’arco delle forze politiche presenti in Parlamento! Dalla destra ancor più che dalla Sinistra! E io rabbrividisco all’idea che altri possano decide-
re il nostro destino. Vale per il bottone atomico di Trump, vale per Berlusconi, Salvini, Grillo, Gentiloni, Renzi o Grasso. Sono terrorizzato dal fatto che le decisioni sulla Calabria verranno, ancora una volta, prese non tenendo in alcun conto i calabresi. Stiamo correndo all’indietro per raggiungere al punto in cui eravamo qualche secolo fa: un nuovo “feudalesimo”. Ovviamente in Calabria siamo andati oltre la decenza. Domandate ai dirigenti (si fa per dire) dei partiti che operano in Calabria e nella Locride chi ha deciso programmi e candidature. Avrete un sola risposta: “Roma”! E in effetti in luoghi chiusi e grigi della capitale, su qualche tavolo marginale e sconnesso, si sta discutendo chi saranno i candidati in Calabria mettendo sulla scacchiera nomi alla stregua di ciò che fa un bambino giocando con i soldatini di piombo. Su quel tavolo non si parla della Calabria, dei problemi, delle angosce e delle speranze dei calabresi ma i nuovi feudatari investiranno i loro valvassini non tenendo alcun conto né di progetti, né della storia, né del vissuto di ognuno di loro. Sono fortemente convinto che nella Locride e in tutta la Calabria esista una società civile ricca di intelligenze, di passione, di storie, di progettualità. Ne parlavo l’altra sera in occasione della presentazione del libro di Mimmo Nunnari con il sindaco Pietro Fuda e la dottoressa Multari iscritta e attiva nelle fila del PD. Energia ignorata dai gruppi dirigenti! In queste ore, la Calabria autentica verrà cancellata con un colpo di penna a vantaggio di gregari di quarta fila e nell’esclusivo interesse dei “paparagianni” in cerca di percorsi privilegiati. A noi il ruolo di servi della gleba con l’illusione di scegliere ciò che altri hanno già stabilito. Possiamo dare una risposta? Si! Se avessimo l’intelligenza e la forza di metterci insieme, ritengo di sì e potrebbe essere una risposta forte, democratica, composta e da protagonisti! Altrimenti non ci resta che ingurgitare la nauseabonda minestra riscaldata nei sottoscala romani.
Definite le formazioni per le Politiche del prossimo 4 marzo, nella nostra regione, storicamente roccaforte del berlusconismo, l’esito della votazione sembra scontato, eppure la storia recente del centrodestra, non del tutto ripresosi dalla cocente delusione delle Regionali 2014, rende i partiti della coalizione meno spavaldi di quanto ci si aspetterebbe. Per cercare di delineare meglio la situazione, abbiamo interpellato un esponente di primo piano del centro-destra, il senatore Franco Crinò.
L’OPINIONE
LA LOCRIDE VERSO LE ELEZIONI POLITICHE DEL 4 MARZO
Franco Crinò:
“Il centrodestra deve ritrovare qualità” L’impostazione verticistica data ai partiti dalla nuova legge elettorale spinge la coalizione a fare affidamento sulla figura di Berlusconi ma, per Crinò, non si può vivere di rendita, serve un programma concreto…
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centrodestra può davvero guardare con fiducia alle prossime elezioni? Sono il primo a domandarsi cosa abbiamo fatto in Calabria per recuperare consenso dopo il 2014. In questi tre anni abbiamo lasciato in disparte Wanda Ferro e fatto politica attraverso i comunicati stampa, divenendo, per scomodare Zygmunt Bauman un partito “liquido” che, tuttavia, è riuscito in qualche modo a stare in piedi. Senza andare troppo indietro con la memoria, siamo riusciti a recuperare terreno con confronti di qualità come quello con Renato Brunetta o con le ottime prove nella gestione degli enti locali da parte di amministratori forzisti come Sergio Abramo e Mario Occhiuto. Ci dà fiducia, poi, la generale disapprovazione provata nei confronti dei governi di centrosinistra, che rende oggi nostro principale avversario il Movimento 5 Stelle, e la sintonia dell’elettorato con Silvio Berlusconi, nonostante 25 anni di scontri politici e giudiziari. Se incertezza c’è ancora, è quasi completamente dettata da una legge elettorale che dà poca possibilità di scelta e ci spinge a cullarci sugli abracadabra di un leader imponendo la formazione di un partito verticistico, evenienza che renderà più tranquilla Jole Santelli. Questo non vuol dire che manchino motivazioni o contenuti con i quali accattivarsi l’elettorato: come Nuova Calabria, infatti, abbiamo già messo in cantiere sul territorio eventi e confronti che ci permettono uno scambio diretto con la società civile e sportelli che aiutino a costruire insieme un futuro migliore. Allora è vero che, come sostenevamo in occasione delle comunali di Bovalino, è lei il regista di Nuova Calabria e, magari, quello che consiglia e sostiene tante azioni e tanti soggetti del territorio? Io mi sono limitato a lanciare l’idea di un movimento che oggi è affidato a nomi sicuri: Gianni Chinè, Franco Perrone, Sandra Polimeno, Bruno
Squillaci e tanti altri. Come accennavo prima hanno fatto cose importanti e ne stanno organizzando altre senza farsi distrarre dalle elezioni: un incontro con il Garante per l’Infanzia Antonio Marziale su bullismo e cyberbullismo, un appuntamento letterario con Filippo Todaro, un altro su Politica e Democrazia con Vincenzo Tavernese… Sono veramente in gamba e, come loro, ce ne sono tanti altri volenterosi e credibili nelle proprie realtà. Se la sua figura rimane così importante, nell’ambito del centrodestra, perché non ricandidarsi? Niente più candidature! Dopo i sessanta si può aiutare chi, giovane o meno giovane, abbia voglia di faticare, sia efficaci e possa dedicare tempo alla politica! Esattamente come si fa con una professione. La politica può considerarsi ancora un mestiere, dunque? Dedicavo tempo alla politica e avevo ruoli quando a 25 anni ero già dipendente regionale e in seconda battuta mi capitava di fare l’imprenditore, tra l’altro con profitti non sempre pari alla bontà delle iniziative. Oggi però i tempi sono cambiati e l’avvento dei social ha trasformato anche il modo di fare politica. Abbiamo davanti due strade infatti: una in cui, come sostiene Domenico Talia, la società digitale diventa parte integrante dello stile di vita dei giovani d’oggi, in grado attraverso internet di lanciarsi verso la partecipazione e il successo; un’altra in cui i giovani nemmeno cercano dei punti di riferimento e intraprendono la strada dell’abbandono della propria terra come scelta spesso obbligata. Quale che sia la prospettiva che si realizzi, ai ragazzi che vogliono entrare in politica deve essere chiaro che non si troveranno dinanzi aiuti o strade aperte. L’attivismo dovrà essere esercitato con il pallino di migliorare il proprio futuro, non riempiendoci di selfie con il deputato che stappa una bottiglia di spumante. Ha mai pensato che potrebbe essere proprio per-
ché ha ancora così tante cose da dire che nessuno le crede quando afferma di non essere più interessato alle cariche? Non è stata la stessa Santelli a farle ostruzionismo preventivo per i ruoli di partito perché non agiva in maniera funzionale agli schemi imposti dai vertici di Forza Italia? È vero e, dal suo punto di vista, ha fatto bene, considerato che nei partiti verticistici devi accettare senza confronto ciò che decidono i nominati e io non ci riesco proprio. Quello che risulta incomprensibile è che FI lo abbia fatto non solo con me, ma con un intero gruppo che avrebbe aiutato parecchio il partito sul nostro territorio. Mi hanno spiegato che per vincere bastano Berlusconi e i suoi fiduciari e non serve la politica, ma resto dell’idea che, se anche questa affermazione possa avere una sua valenza il giorno delle votazioni, prima e dopo le campagne elettorali deve esserci per forza, la politica. Comunque, lo ripeto, non mi interessano più le candidature, ma la politica continua ad appassionarmi e, anche se la Mannoia afferma, in una sua celebre canzone, che chi comincia a recriminare sta per scomparire, io, assieme a tanti altri, voglio recriminare continuando a essere presente. E in che modo? Facendo ciò che faccio ogni giorno: leggendo, scrivendo, dando una mano a chi si candida, riportando l’attenzione sulle criticità del nostro comprensorio. Non sarebbe arrivato il momento di fare un discorso serio sulla sanità senza ignorare le condizioni date? Vogliamo concentrarci su un progetto serio che promette di rilanciare i nostri Beni Culturali e il Turismo come Hubcultura? Non sarebbe giusto dare uno scossone ai compiti istituzionali degli eletti, a partire da quelli dei sindaci? È per queste ragioni che ha dichiarato che, lei di FI, al proporzionale voterà per Fratelli d’Italia? Solo se FI propone un candidato che non dà fiducia, e valuterò con grande severità se sarà stato in grado di farlo. Jacopo Giuca
Alle prossime elezioni politiche manca poco più di un mese. Com’è già accaduto altre volte, la Locride vi arriverà in ordine sparso, priva di un progetto comune e di una bozza di proposta. Vi arriva talmente impreparata da temere che ad interpretare il senso del suo malessere possano essere candidate persone ad essa estranee. Fatto negativo sempre, ancor di più oggi di fronte al nuovo sistema elettorale. In questi anni un po’ tutti ci siamo esercitati nella polemica, nella critica, ci siamo azzuffati e spesso lamentati, evitando quasi con cura, ciascuno all’interno della propria area politica, di prepararci a questo appuntamento. Concordo con quanto ha scritto su queste colonne qualche settimana fa il dott. Trunfio. Soprattutto condivido la sua indignazione. Ma la mia idea però è che la soluzione non potrà venire dalla fondazione dell’ennesimo partitino. Non abbiamo la forza per farlo e comunque non ne abbiamo più il tempo. E allora, che fare ? Pur consapevoli che i tempi sono ormai risicati, dobbiamo prepararci seriamente al confronto con chi verrà a chiederci il consenso. In modo chiaro dovremo illustrare le tante proposte emerse dalle analisi, dai dibattiti, dai convegni, svolti in questi anni. Qualcuno obbietterà che tante volte abbiamo parlato e non siamo stati ascoltati. E’ vero, ma non vedo altra scelta, non dobbiamo desistere, e anzi dobbiamo insistere, con tenacia, che in politica, e non solo, è una gran bella qualità. Dobbiamo farlo adottando però una metodologia nuova. Dobbiamo parlare, non solo ascoltare. Basta con i monologhi. Ne ascoltiamo fin troppi seduti sul divano di casa davanti al televisore. Basta, soprattutto perché non ne abbiamo bisogno. Se c’è una positività che la Locride può vantare, quella è una sua soggettività ormai irreversibilmente acquisita. Il Comprensorio della Locride non è più soltanto uno spazio geografico, è una realtà sociale, economica, nella quale negli anni si è intessuta una rete di relazioni di vario livello che oggi la fanno apparire come una entità organica. Il merito è delle tante associazioni che direttamente o indirettamente a questo obbiettivo hanno lavorato. E’ anche, occorre dirlo, dell’Associazione dei Comuni, che, questo risultato, ha perseguito con costante coerenza. Dobbiamo quindi immaginare incontri elettorali di tipo diverso, fattivi, dialogici, quasi operativi, nei quali, una parte, noi, espone e propone, e l’altra, i partiti, i candidati, si confronta e, se è d’accordo, promette di impegnarsi. I problemi da aggredire li conosciamo. Il primo, il più vasto e complesso, è rappresentato dai drammatici livelli degli indicatori economici della crescita e dello sviluppo. Prima di intervenire, settore per settore, è necessario provare a ribaltare questa devastante immagine negativa che ci rappresenta. Riuscire a rassicurare chi vorrà investire da noi che è possibile farlo. Entrando più nello specifico, guardare alle scuole, specie quelle dei centri interni; devono essere messe a norma in via d’urgenza, e poi arricchite di palestre, laboratori, piani per la digitalizzazione. Rimettere mano alle politiche abitative a favore dei meno abbienti, con un piano straordinario di investimenti nel settore, facendo ovviamente attenzione al razionale uso del suolo e al riutilizzo del patrimonio pubblico esistente. Sulla sanità strappare la promessa di un tavolo di esperti dal quale fare uscire una volta per tutte la soluzione operativa. Ho messo vicini questi tre settori non a caso ma perché, nei giorni scorsi, a Bruxelles, Romano Prodi, ha presentato ad una vasta platea di autorità e di imprenditori un piano straordinario di investimenti europei nel campo della infrastrutturazione sociale, che alla sua base ha appunto scuole, sanità e politiche abitative. Quindi i trasporti, con cospicui investimenti sulla rete ferroviaria, sul prolungamento della Nuova 106 verso Ardore e Bovalino e sulla viabilità nelle aree interne. Sui beni culturali, riprendere i progetti che erano arrivati ad un buon punto di elaborazione. Poi l’ambiente, il turismo, la nuova agricoltura, settori in grande fermento, spinti da una nuova imprenditorialità giovane e consapevole. Insomma, senza ripartire da zero, mettere sul tavolo il lavoro svolto, e su di esso confrontarsi, discutere, e soprattutto, alla fine, sottoscrivere precisi impegni. Francesco Macrì Marina di Gioiosa
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LA SETTIMANA
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intervista www.larivieraonline.com
ANTONIA CAPRIA
Vive a Siderno dal 1969 anno in cui sposa il celebre meridionalista Nicola Zitara. Lo scorso novembre ha dato alle stampe “Il teatro delle Clarisse”
L’INTERVISTA ANTONIA CAPRIA
“Siderno era perla che brillava da sé”
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Sono quasi cinquant’anni che vivo qui e ho visto solo pochi passi avanti e moltissimi indietro. Lo scintillio di Siderno è stato spento da una volontà politica precisa e ben determinata. Nelle stanze “segrete” si è deciso il futuro di una cittadina che sarebbe potuta emergere sia economicamente che culturalmente.
KODAK
crive poesie da quando era ragazzina. Alcune sono state lette alla radio quando aveva solo 15 anni, presentate dal celebre Alessandro Cutolo in una neonata Rai. Antonia Capria vive a Siderno dal 1969 anno in cui sposa il celebre meridionalista Nicola Zitara. Lo scorso novembre ha dato alle stampe “Il teatro delle Clarisse” (Città del Sole Edizioni), in cui tornano i motivi a lei più cari, dall’indomabile scorrere del tempo che spoglia i sentimenti alla fuga da se stessi e dagli altri, fino alla denuncia nei confronti di una società sprofondata nella più truce indifferenza. Come mai “Teatro delle Clarisse”, a cosa rimanda questo insolito titolo? All’incirca negli anni ’60, nel paese dove sono nata, Nicotera, il monastero e il chiostro delle Clarisse furono acquisiti dal comune e divennero sede del Municipio. Venne meno quindi quell’elemento sacrale, non necessariamente apostolico, ma anche solo emotivo, di quest’edificio a cui ero molto affezionata, trasformandolo in un teatro di vacuità politica. Inoltre la mia idea è che ognuno di noi partecipi alla sua vita quasi come una comparsa in una grande messinscena. Alcuni recitano consapevolmente, altri lo fanno in maniera inconsapevole. Il desiderio di potere e di essere protagonisti sulla ribalta della scena della vita è tale da annientare i sentimenti positivi, per far spazio a quelli di prevaricazione e sopraffazione, a scapito degli altri e dell’integrità del nostro stesso spirito umano. Siderno, mare e pane - scriveva suo marito. Ma dalle sue poesie emerge che lei del mare ha paura. Perché? Ho sempre avuto paura del mare, per la sua immensità, i misteri che racchiude. Mi pare che alla fine di questa immensità ci sia un punto di non ritorno. Il mare è distruttivo, e mi fa paura anche perché mi sembra possa ingoiare i miei stessi pensieri. Il mare non ha un confine, il mare porta via i corpi, le anime, i sogni. “Un’anima ferita senza più sogni” scrive di Siderno. È rassegnazione o è psicologia inversa, ovvero si tratta di un’esortazio-
ne affinché si ritorni a sognare? Sono quasi cinquant’anni che vivo qui e ho visto solo pochi passi avanti e moltissimi indietro. Siderno era perla che brillava da sé, non aveva bisogno di molte delle cose che sono state fatte per farla brillare di più. Questo scintillio è stato spento da una volontà politica precisa e ben determinata a seguire le regole imposte dalla politica nazionale che ha negato l’impiego e il lavoro al Sud e ai giovani. Nelle stanze “segrete” dove si sono svolti conciliaboli di piccoli potentati, si è deciso il futuro di una cittadina che sarebbe potuta emergere sia economicamente che culturalmente. Oggi non credo si possa parlare di speranza o di sogni, intesi in senso di immaginazione costruttiva, ma di tentativi più o meno riusciti di spostarsi o fuggire in luoghi dove i diritti umani non siano negati. I nostri figli - scrive - “dovevano scrivere saggi sull’immortalità dell’anima, dipingere tramonti dorati (...) tornare la sera a casa stanchi della fatica del giorno”, invece ritornano “stanchi di attendere la fatica”. Un grido di allarme. In pochi versi descrive lo stato d’animo che accompagna oggi la stragrande maggioranza dei giovani non appena varcata la soglia di casa. Cos’è cambiato da quando era ragazzina lei? È cambiato tutto! Ieri avevamo non la speranza, ma la sicurezza di un lavoro, di trovare un medico, un insegnante, in poche parole i servizi. L’economia rurale, basata su filiere cortissime, familiari (oggi le definiremmo a chilometro zero) garantivano un lavoro, sia pure mal pagato e in nero, ai figli dei contadini, dei fattori, degli allevatori. Oggi il pane arriva precotto e surgelato da Bergamo. I supermarket non fanno che metterlo in un forno elettrico per cinque minuti. Molti della mia generazione sono stati spediti a Napoli, Roma, Palermo, per studiare, arricchirsi culturalmente. I meno fortunati sono riusciti a fare gli insegnati di liceo, chi ha avuto più temperamento e possibilità ha intrapreso la libera professione, a cui a quell’epoca erano assicurati molti privilegi. Abbiamo fatto lo stesso con i nostri figli, pensando che il sapere e la cultura, il cosiddetto “merito”, dessero la sicurezza di una posizione lavorativa gratificante. Non è stato così. L’Italia ha posto una bara di pietra su tutte le generazioni a partire dagli anni ’70. Per chi oggi ha quaranta-cinquant’anni è stato difficile ottenere un lavoro, per chi ne ha venti il lavoro è un miraggio. Purtroppo i giovani, conformati culturalmente da oltre venti anni di insegnamenti scolastici miserabili, non hanno neanche il senso critico per affrontare la loro condizione in modo organizzato e compatto. Ciò che temo possa accadere è una rivolta tempestosa e disorganizzata, repressa in modo violento come fu per i moti di Reggio, poiché i giovani hanno più energia e nerbo rispetto a noi anziani che siamo già piegati. A questo punto non possiamo attenderci che i nostri figli, nipoti, non abbandonino la Calabria o tentino di guadagnarsi la giornata privandosi della dignità umana o compiendo azioni illegali o immorali. Chi ci ha traditi? La politica nazionale sin da Cavour in poi. Hanno divorato ogni cosa, industrie, oro, danaro, uomini, donne e i nostri figli. Che speranze nutre per Siderno, un paese in cui “le campane hanno il suono dei pallettoni”? Nessuna speranza. Soprattutto in questi giorni riemerge quella terribile sensazione del sussulto del cuore che teme di sapere chi è stato ucciso a fucilate. Maria Giovanna Cogliandro
IN BREVE
Giuseppe Grenci presidente del Comitato di rappresentanza dei sindaci dell’ASP RC Dopo la nomina provvisoria nell’esecutivo del Comitato di Rappresentanza dei sindaci dell’ASP RC, all’inizio della settimana, durante una riunione svoltasi a Reggio Calabria alla presenza del sindaco Metropolitano Giuseppe Falcomatà il sindaco di Ardore, Giuseppe Grenci, è stato nominato Presidente del suddetto Comitato. Una carica che, ci auguriamo, possa mantenere alta l’attenzione sulle problematiche sanitarie del nostro comprensorio e che speriamo possa dare un segnale di speranza per l’affermazione del diritto alla salute nella Calabria tutta.
Secondo l’accusa nell’agosto del 2008 l’allora vicesindaco di Caulonia Francesco Cagliuso colpì con un ceffone il giornalista Armando Scuteri, colpevole di aver fotografato uno sversamento fognario. Lo scorso 18 gennaio Cagliuso ha perso il processo d’Appello e dovrà adesso provvedere al rimborso delle spese processuali.
Lunedì pomeriggio, a Locri, si è insediata la commissione straordinaria di liquidazione, che affiancherà l’amministrazione guidata da Giovanni Calabrese nella gestione dell’indebitamento dell’Ente e nell’adozione dei provvedimenti necessari a estinguerlo. Un’operazione iniziata già la mattina successiva.
È di martedì sera la conferma che la Commissione d’Accesso insediatasi a Siderno per verificare la presenza di condizionamenti di tipo mafioso all’interno del comune continuerà la propria opera per altri tre mesi. La notifica della proroga sarebbe stata consegnata dai Carabinieri a inizio settimana.
Roccella Jonica ha ottenuto il finanziamento europeo di 1 milione per riqualificare la prima darsena del Porto delle Grazie. Il progetto di Lorenzo Surace, classificatosi 1º nella graduatoria, prevede una serie di interventi che andranno incontro alle esigenze dei pescatori e miglioreranno la sicurezza.
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Questo spazio è riservato a te. 1200 battute per lamentarti o complimentarti con noi, fare segnalazioni, raccontarci le tue esperienze, potrai inviarci foto degli scorci del tuo paese o video se hai un talento nascosto. Saremo lieti di risponderti pubblicamente, daremo voce al tuo pensiero e ti daremo visibilità sui nostri social. Sii parte integrante di questa realtà
28 GENNAIO - 10
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IN BREVE
Il comune di Locri ha soldi solo per le feste di piazza Ho ricevuto dal Comune di Locri incarico professionale in qualità di geologo per eseguire le verifiche sismiche della scuola Ferrarris. Ho eseguito regolarmente l’incarico e ho chiesto il giusto compenso concordato con determina pubblicata all’Albo comunale. Più volte mi sono recato nel Comune per chiedere del mancato pagamento. Ho avuto anche un inutile incontro con l’attuale Sindaco di Locri che ha ritenuto solo di chiudere la scuola e di trasferire altrove le lezioni. Anche l’annuale fiera dell’elettronica è stata trasferita in altra sede. A questo punto ho agito per vie legali e con mio grande stupore il Giudice di Pace di Locri ha sentenziato esonerando il Comune dal pagamento perché la determinazione era priva della copertura finanziaria e mi ha condannato addirittura alle spese. Non vedo quali sono le mie colpe, non mi è stato pagato il lavoro, mi vedo indebitato con la ditta che ha eseguito le prove sismiche e addossate le spese di causa. Tutto ciò mi ha creato una grande sfiducia nelle istituzioni anche perché durante l’esecuzione delle prove sismiche ho notato che nella scuola Ferraris di Locri sono stati spesi centinaia di migliaia di euro in impianto solare, impianto fotovoltaico, impianto di climatizzazione e areazione, infissi speciali: tutti soldi pubblici gettati al vento visto che la scuola non è antisismica ed è inutilizzabile. Se il Comune di Locri mi ha conferito l’incarico delle verifiche sismiche vuol dire che c’era la copertura finanziaria. Probabilmente i soldi per l’adeguamento sismico sono stati utilizzati per le feste di piazza che danno una maggiore visibilità e consensi. I cittadini devono sapere che molte scuole della Locride non hanno strutture antisismiche. Gli studenti devono andare a scuola con la certezza che per una eventuale scossa di terremoto la scuola non crolli, visto che siamo in una zona ad alto rischio sismico. Antonio Romeo
IN BREVE
Sono giorni tristi
Il 17 gennaio 2018 ci ha lasciato – il dott. Raffaele Simonetta e, con lui, il datore di lavoro, l’imprenditore che tutti vorrebbero avere. Uomo di grande sensibilità, di un’eleganza nel porgersi oltre che nell’aspetto che solo a Lui apparteneva. Preparato e coinvolgente nel trasmetterti l’amore e la passione per il lavoro, di poche parole, ma di grande efficacia. L’agente di viaggio di riferimento per Reggio Calabria Città Metropolitana, per la Calabria e non solo. Con Lui hanno inizio i primi voli di Linea dall’aeroporto di Reggio. (L.A.I. Linee Aeree Italiane dopo Alitalia ecc…) Queste brevi parole per ricordare una grande persona quale il dott. Raffaele Simonetta. Sicuramente avrebbe fatto suo l’aforisma di Alda Merini: “Non mettermi accanto a chi si lamenta senza alzare lo sguardo, a chi non sa dire grazie, a chi non sa accorgersi di un tramonto. Chiudo gli occhi, mi scosto un passo. Sono altro. Sono altrove”.
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LA LETTERA
San Luca chiede un monumento ai caduti delle due guerre mondiali La comunità sanluchese, come moltissime in Italia, ha adempiuto con il sangue dei suoi giovani, circa settanta nelle due guerre mondiali, il “civico dovere” di servire la patria. Oltre ai morti e ai dispersi sui vari fronti, furono tanti i feriti e i mutilati di guerra, alcuni insigniti con medaglie al valore, come lo scrittore Corrado Alvaro ferito a entrambe le braccia sul Carso, cui fu attribuita la medaglia d'argento. I vari tentativi da parte delle Associazioni Combattenti del paese per ottenere la costruzione di un monumento che ricordasse i caduti non fu mai preso in adeguata considerazione, né dalle Amministrazioni comunali né dalle commissioni prefettizie che si sono succedute nel tempo. Le associazioni culturali e la Pro Loco di San Luca, interpretando la volontà popolare, che vorrebbe fosse eretto un sito evidente e tangibile di gratitudine e di rispetto
verso i propri martiri, hanno rivolto un appello alla Commissione Prefettizia, che gestisce attualmente l'Amministrazione comunale, affinché siano avviate finalmente le pratiche necessarie per erigere un monumento che ricordi alle future generazioni il sacrificio dei propri avi. I Commissari prefettizi dottor Gullì e dottor Putortì interpellati oralmente
hanno dichiarato la loro disponibilità ad aprire la pratica per ottenere le necessarie autorizzazioni. Hanno sottoscritto la richiesta: Bruno Bartolo per la Fondazione Alvaro, Sebastiano Romeo per l'Associazione “Il nostro tempo e la speranza”, per il Centro Studi P. Stefano De Fiores Fortunato Nocera e per la “Pro Loco” Antonio Pizzata.
I vari tentativi da parte delle Associazioni Combattenti del paese per ottenere la costruzione di un monumento che ricordasse i caduti non fu mai preso in adeguata considerazione, né dalle Amministrazioni comunali né dalle commissioni prefettizie che si sono succedute nel tempo.
Due studentesse dello Zaleuco di Locri dimostratrici per i corsi della FIDAL La Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL), ha organizzato per l’anno scolastico 2017/2018 dei corsi di aggiornamento specifici per i docenti di Scienze Motorie di tutta Italia al Centro di Preparazione Olimpica Nazionale di Formia. Il primo corso di aggiornamento per la scuola media di primo grado si è svolto dal 16 al 19 novembre 2017 ed ha visto la partecipazione, con ottimi risultati, di due docenti della Locride, il prof. Alberto Crupi già con la qualifica di allenatore di atletica leggera e docente nell’Istituto Comprensivo di Bianco “M. Macrì” e il prof. Fausto Certomà responsabile fitwalking regionale della FIDAL e docente nell’Istituto Comprensivo di Siderno “G. Pedullà”. Il secondo corso riservato ai docenti della scuola media di secondo grado si è svolto dal 18 al 21 gennaio 2018 ed ha visto la partecipazione di altre due docenti della locride, la prof.ssa Lauretta Giuseppina docente al Liceo Artistico “Panetta” di Locri e la prof.ssa Mastrojanni Rita docente al Liceo Scientifico “Zaleuco” di locri. Inoltre, la
FIDAL Nazionale ha selezionato come dimostratrici del secondo corso dodici atleti/studenti in tutta Italia tra cui CHIARA CRUPI e FEDERICA VUMBACA del liceo scientifico “Zaleuco di Locri. La selezione delle due atlete/studentesse della Locride dimostra l’ottimo lavoro svolto sulla pista dello stadio comunale di Siderno dalla società Atletica Siderno ASD e dal Comitato FIDAL Regionale guidato dall’inossidabile IGNAZIO VITA e dal Direttore Tecnico Regionale Pasquale Latella. Di sicuro ci saranno altri atleti che nasceranno grazie alla Scuola di Atletica leggera guidata da Fausto Certomà e Alberto Crupi e che vede l’adesione di decine di ragazzi sia della scuola media che della scuola primaria. L’allenamento riguarda le attività di avviamento allo sport, Preparazione atletica generale e specifica a tutti gli sport, fitwalking e preparazione ai concorsi delle forze dell’ordine. Gli appuntamenti sono allo Stadio Comunale di Siderno il mercoledi e il venerdi dalle ore 15,00.
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Un mese fa abbiamo pubblicato questa foto scattata in un momento felice in compagnia del signor Antonio Ieraci, scomparso improvvisamente questa settimana. Ai suoi familiari rivolgiamo le più sentite condoglianze.
SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER I CITTADINI, numero verde:
INDIRIZZO
“ CALABRIA & Europa”
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A Locri L’Open Day della PA e degli Open data 2018 - #SAA1718 Si terrà il prossimo 6 febbraio a Locri presso Palazzo della Cultura “l’Open Day dedicato alla PA e agli Open data 2018”, previsto nell’ambito delle azioni di comunicazione della settimana della Pubblica Amministrazione Aperta #SAA1718. Il percorso si inserisce tra le azioni di comunicazione del concorso per le scuole superiori A scuola di Open Coesione per il 2018, evento di carattere nazionale che vede impegnate in Calabria ben 26 scuole nella discussione con esperti di Open Data e di percorsi di trasparenza delle istituzioni pubbliche. Il variegato programma dell’evento, visibile sul sito www.opengov.it, vedrà tra i relatori l’Economista ed esperto di Open data il Prof.re Francesco Aiello dell’Unical, l’esperto della PA dirigente responsabile dei processi di digitalizzazione e Responsabile comunicazione del Comune di Udine dott.ssa Marina Galluzzo; Giuseppe Antonio Sofia del Mise Ufficio Territoriale della Calabria; Irene Lupis di Unioncamere Calabria Desk EEN, nonché gli esperti dell’Edic Calabria&Europa di Gioiosa Jonica impegnati a fianco delle scuole calabresi dal 2014 per la conduzione del percorso di didattica Digitale “A scuola di Open Coesione”, che nell’anno 2015 ha segnalato i vincitori nazionali nel Team People of Tomorrow del Liceo “Zaleuco” di Locri. Fondamentale sarà la sessione dedicata alla Presentazione dei Progetti di monitoraggio civico in corso da parte dei team delle scuole superiori partecipi a scuola di open coesione. Oltre alle scuole partner, sono infatti invitati anche altri team di giovani open journalist della nostra regione.
Un’organizzazione complessa e molto entusiasmante curata dall’ufficio di informazione della Commissione Europea “Calabria&Europa”, come Edic presente su scala regionale che coordina il lancio dell’azione locale con il coinvolgimento delle scuole impegnate in ambito regionale nel percorso di #Asoc1718. Il partenariato che cura l’organizzazione fa perno sull’azione dell’organizzatore l’EDIC “Calabria&Europa”, appena riconfermata tra la nuova generazione degli Edic italiani, tra gli enti partner si segnala l’indispensabile collaborazione stretta con Unioncamere Calabria e con lo sportello Desk Enterprises Network di Lamezia Terme; quindi la disponibilità del comune di Locri; e l’azione di diffusione curata anche dai Team delle scuole della Locride “Reisers” del Liceo Mazzini, H2O Team del Liceo La Cava di Bovalino e Freedam dello Zaleuco, Polimedma del Liceo Piria di Rosarno. Per la migliore comunicazione preziosa la collaborazione con la Regione Calabria e il Dipartimento di Programmazione anche esso tra i partner del centro di informazione di Gioiosa Jonica. L’appuntamento per tutti e per i media locali e regionali è quindi per il 6 Febbraio dalle ore 9.30 con l’apertura ed i saluti delle autorità, tra le adesioni già registrate quella dell’Associazione dei Sindaci della Locride con il saluto del Presidente Rosario Rocca, e il primo cittadino di Locri Giovanni Calabrese. Tutte le news su www.eurokomonline.eu Alessandra Tuzza direttore Edic Calabria&Europa
Bandi in Scadenza Chiudono a fine Febbraio i bandi del fondo FAMI per l’accoglienza e l’inclusione dei migranti Con l’obiettivo di qualificare gli interventi di accoglienza, di favorire percorsi di inclusione socio-economica dei migranti, nonché di dare attuazione al Piano Nazionale di Integrazione presentato da questo Ministero a Settembre 2017. Prende così avvio la nuova fase di selezione delle proposte progettuali provenienti dal territorio a valere sul fondo FAMI (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione). Tali interventi dovranno essere rivolti ai titolari e richiedenti di protezione internazionale, minori stranieri non accompagnati e cittadini di paesi terzi regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale. Il Ministero dell’Interno ha recentemente pubblicato tre nuovi avvisi pubblici per un totale di € 30.500.000. Le proposte progettuali potranno essere presentate fino al 27 febbraio 2018. I bandi riguardano la realizzazione di proposte progettuali a valere sulle seguenti azioni: • OS1/ON1: “Percorsi di inclusione in favore di minori stranieri non accompagnati (MSNA) presenti nelle strutture di seconda accoglienza” – € 10.000.000; • OS1/ON1: “Potenziamento del sistema di 1° e 2° accoglienza” – Tutela della salute dei richiedenti e titolari di protezione internazionale in condizione di vulnerabilità” – € 15.000.000; • OS2/ON3: “Promozione di interventi di inclusione sociale ed economica di cittadini dei Paesi terzi sviluppati in Italia e in altri Stati membri” – € 5.500.000. I soggetti proponenti potranno presentare le proposte progettuali, previa registrazione, a partire dalle ore 12:00 del giorno 18 gennaio 2018 ed esclusivamente mediante procedura telematica, accedendo tramite il sito del Ministero dell’Interno https://fami.dlci.interno.it. Sarà a tale fine necessario dotarsi di casella di posta elettronica certificata (PEC) e di firma elettronica digitale. Tutte le proposte progettuali potranno essere presentate fino alle ore 12:00 del 27 febbraio 2018. Scarica i bandi completi e la modulistica Da http://www.interno.gov.it/it/amministrazione-trasparente/bandi-gara-e-contratti/fami-pubblicati-i-nuovi-avvisi-territoriali-complessivieuro-3050000000
800 678 910 11
Tutti i bandi sono disponibili sul sito dell’Unione Europea e della Commissione Europea Rappresentanza in Italia: www.europa.eu.int www.europa.eu.in/italia - Per maggiori informazioni è possibile contattare i nostri uffici: Centro di informazione dell’UE - Europe Direct “Calabria&Europa”
info: Palazzo Ameduri, piazza dei Martiri 89046 Gioiosa Ionica
Tel: 00 39 0964 412400 - fax 0964 342022 email associazioneeurokom@tiscali. it
Buone News per l’Italia sul fronte della spesa dei Fondi UE Finalmente l’Italia può finalmente vantare un record positivo per quanto riguarda la capacità di spendere i fondi strutturali Ue per la coesione e lo sviluppo regionale, di cui è il secondo paese beneficiario dopo la Polonia: per l’ultimo periodo di programmazione già concluso, il 2007-2013, l’”assorbimento” dei fondi nella Penisola è stato del 99,5%, con soli 158 milioni di euro non utilizzati. Nel periodo precedente, 20002006, si era arrivati al 97%. Le cifre – non ancora definitive, perché alcuni programmi sono ancora in corso – sono state date oggi a Bruxelles dalla commissaria Ue alle Politiche regionali, Corina Cretu, durante un incontro con il governatore della Regione Emilia-Romagna e presidente del Consiglio dei comuni e delle regioni europee (Ccre), Stefano Bonaccini, che le ha consegnato la pubblicazione collettiva “Europa 2030”, con oltre 100 contributi di amministratori e leader delle realtà locali sulle idee per il futuro dell’Ue e della sua politica di coesione.
Anche “Calabria&Europa” sarà all’evento di lancio delle nuove EDIC
A Roma il prossimo 15 e 16 Febbraio la presentazione della nuova generazione degli Uffici di Informazione della Commissione Europea in Italia è previsto presso la sede dalla Commissione Europea in Italia il primo meeting nazionale del network. All’incontro parteciperà una rappresentanza di ogni ufficio Europe Direct in modo da potersi confrontare sulle attività e gli obiettivi di ambito europeo. Le date e gli argomenti del prossimo evento EDIC saranno decise nei prossimi giorni e per l’Edic Calabria&Europa di Gioiosa Jonica sarà presente il responsabile Alessandra Tuzza.
R 28 GENNAIO - 12
il saluto
aledetto sabato. Alle 23,30 precise ricevo una telefonata che mai avrei voluto ricevere. Mi chiama un amico di Locri e mi dice: "C’è stato un incidente all’uscita del cinema, alla fine del paese, mi dicono che è morto un tuo amico, Pasquale Sgotto". La vita spesso si decide in poche parole. In pochi secondi, forse 20. Con Pasquale ci conosciamo da sempre, le nostre famiglie sono sempre state vicine, mio padre era molto amico di tutta la famiglia, con Nino poi c’era un rapporto particolare. Spesso capitava che in caso di lutti di parenti o amici ci si sedeva insieme per scrivere il manifesto e in questo mio padre era un esperto. Negli anni sia io che lui abbiamo sostituito i nostri genitori in questo rito che, nonostante la tristezza di certi momenti, dava dignità alle persone a noi care. In una di queste circostanze Pasquale mi sbalordì con una sua richiesta che mi fece molto piacere: era morto mio zio Dante e io ho seguito tutte le procedure con Pasquale,il quale alla fine del funerale mi disse: “ Da una morte nasce la vita, per cui ti chiedo se ti farebbe piacere se io cresimassi tuo figlio Virgilio”. Non dimenticherò mai la mia gioia, perché l’affetto che ci legava si trasformava in qualcosa di più forte, che è come se andasse a scriversi nel dna . Da lì abbiamo iniziato a chiamarci compari. Nel ricordare questo episodio mi si stringe il cuore, perché mai avrei potuto immaginare di essere oggi qui a scrivere di questo atto di affetto che non si realizzerà, come non riusciremo a vivere molte delle cose che questo rapporto avrebbe portato, come è stato per i nostri genitori. Sicuramente il nostro patto continuerà a vivere, come Pasquale continuerà a far parte della mia vita, anzi questo assurdo destino legherà ancora di più noi che rimaniamo. Pasquale negli anni era diventato un punto di riferimento, anche perché oltre all’amicizia abbiamo iniziato anche dei rapporti di collaborazione tra la sua azienda e il giornale, che è uno dei mezzi di espressione del ricordo, per cui ci sentivamo per vari motivi, in particolare quando c’era un parente che voleva dedicare un saluto, un ricordo a un caro che non c’era più. Ricordo anche i momenti di difficoltà nel novembre del 2013 quando dopo aver pubblicizzato la casa funeraria, qualcuno le aveva dato fuoco. Ma nonostante questo Pasquale e il padre Nino non si lasciarono intimorire e proseguirono per la loro strada a testa alta. Oggi che purtroppo la mancanza inizia a diventare realtà i pensieri continuano a riempire la mia mente. Ricordo in questi giorni molti episodi simpatici, molte telefonate, molti incontri. Sale la rabbia perché queste cose non dovrebbero accadere, non si può morire all’uscita di un cinema a 43 anni. Non si può. A tutta la famiglia Sgotto scrivo queste poche righe, perché in questi giorni tutti abbiamo avuto modo di toccare con mano quanto bene aveva profuso Pasquale nella sua pur breve esistenza. Veramente sono rimasto colpito nel vedere molti con le lacrime agli occhi, con l’espressione di dispiacere, soprattutto in questo assurdo mese di gennaio per la comunità sidernese, che speriamo finisca presto senza altre brutte sorprese. Ciao Pasquale. Rosario Vladimir Condarcuri
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La tua mano prenderà sempre la mia Papà, Oggi avrei voluto tutto, meno che essere qui a darti l’ultimo saluto. A volte la vita è ingiusta, perché porta via chi non ti aspetteresti mai, e il modo in cui ha portato via te è inaccettabile. Solo noi sappiamo il rapporto che ci legava, anzi, che ci lega, perché so che neanche lì dove sei mi lascerai mai. La presenza e l’affetto di tutte queste persone dimostra ciò che sei stato. So che la tua mano prenderà sempre la mia e mi aiuterà nel mio cammino di vita; so che i tuoi splendidi occhi mi guarderanno sempre. Ricordo il tuo sorriso, bello come il sole, nelle giornate più buie, così da darmi forza. Avrei voluto dirti ancora tanto, ma non c’è stato modo. Ti ricorderemo tutti così: un papà guerriero perché hai lottato finché hai potuto, uno Sgotto, capo ultrà del Siderno. Ti prometto che realizzerò i tuoi sogni e continuerò a essere il tuo orgoglio. Ciao papà, tua figlia Giada
Pasquale
Sei stato il fratello che non ho mai avuto…
Pasquale Sgotto. Calore, speranza e solidarietà
uello che era Pasquale Sgotto è tutto contenuto nell’immensa testimonianza d’affetto e di cordoglio pervenuta non solo da Siderno, ma da ogni parte. Migliaia di persone hanno ricordato con gratitudine ciò che l’ha sempre contraddistinto, nel suo pur breve passaggio in questa terra: l’amore per la famiglia, per gli amici, per la sua città. Questo amore, ad ampio raggio, è stato il tratto saliente della sua personalità. Era il suo modo di essere, un dono connaturato e anche fedelmente coltivato. E ancora la generosità, la qualità più alta di un uomo: Non c’è niente da fare, come insegna Il viaggiatore di Stig Dagerman, in tutte le città ci sono delle persone, pochissime persone, a cui è affidato il compito di consolare altri che sono in difficoltà. Pasquale Sgotto, quasi per un processo naturale, di educazione familiare, è spesso diventato il punto di riferimento per una vasta cerchia di gente. Come una specie di spirito benefico li ha abbracciati, proteggendoli in una fitta rete di solidarietà, calore e speranza. Pietro Fuda
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Io e Pasquale ci conoscevamo da una vita, da 35 anni. Ci accomunava una passione smodata per il calcio e per il Siderno in particolare (perché, per il resto, la mia natura di milanista non si conciliava al meglio con il suo tifo juventino). La squadra della nostra città ci ha legato fin dal 1983, quando ci conoscemmo durante la gara di spareggio della nostra squadra a Lamezia ed è stata proprio la nostra passione a renderci dirigenti del Siderno, sin dal 2010, che ci ha regalato grandissime soddisfazioni. Anche se non abbiamo frequentato le stesse classi durante l’infanzia, fin dalla nostra conoscenza ci siamo sempre tenuti in contatto, affrontando insieme tutti gli eventi della vita, belli e meno belli e supportandoci l’un l’altro nei momenti di difficoltà. Proprio per la nostra passione ci è capitato spesso di viaggiare insieme, viaggi che abbiamo replicato volentieri anche per staccare dalla nostra faticosa routine. Negli anni, la nostra amicizia si è rafforzata così tanto che mi è stato impossibile dirgli di no quando si è proposto di farmi da compare d’anello, “favore” che ancora oggi ho intenzione di onorare con un qualunque membro della sua famiglia in un prossimo futuro. È stato come il fratello che non ho mai avuto. Una persona umile, sempre gentile, con la quale era facile comprendersi e con la quale, assieme ad Antonio Barbarello, Antonio Coluccio, Domenico D’Agostino, Giuseppe Iacopetta e Domenico Leonardo abbiamo trascorso giornate indimenticabili. Nell’ultimo periodo non ci vedevamo spesso, ma questo non aveva intaccato la nostra amicizia. E non posso non ripensare al destino beffardo che ci ha fatto andare allo stesso cinema in quella maledetta serata senza farci incontrare, io arrivato in ritardo e andatomene non appena si sono accese le luci, troppo presto per incontrarlo e fermarlo per poter fare quattro chiacchiere assieme. Mancherai da morire a tutti noi Pasquale… Raffaele Salerno
La famiglia Sgotto, commossa dall’ affetto e dalla solidarietà dei tanti che le sono stati vicini, sentitamente ringrazia. Ci scusiamo per non aver dato la giusta attenzione e non aver potuto stringere la mano e ringraziare personalmente ognuno di voi, come avrebbe invece voluto Pasquale. Vogliamo comunque esprimere un ringraziamento particolare agli amici ultrà del Siderno Calcio, che hanno accompagnato Pasquale a spalla in chiesa, ai sacerdoti che sono venuti spontaneamente a celebrare, ai cori che hanno cantato, ai Portatori di San Giovanni, che hanno accompagnato Pasquale fuori dalla chiesa, ai commercianti per la chiusura delle loro attività, ai colleghi delle onoranze funebri, ai comuni di Siderno e Locri, ai colleghi dei mobilifici, alle forze dell’ ordine, ai Licei Mazzini di Locri, ai grandi amici della Riviera sempre vicini alla nostra famiglia e a chi non per nostro volere stiamo dimenticando di citare. Siamo rimasti commossi nel vedere i visi di tutti i presenti rigati dal pianto, una dimostrazione di affetto che non potremo mai dimenticare. Il numero di telefono di Pasquale rimarrà attivo, in memoria di tutto ciò che lui ha costruito e che noi vogliamo portare avanti. Grazie, grazie, grazie a tutti.
a Pasquale
Il tuo sorriso sarà sempre con noi e ci darà la forza per sopportare la tua assenza
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LO ZIBALDONE
L'offerta di posti di lavoro supererà la domanda?
“Dì che vuoi una rivoluzione, dobbiamo continuare subito, beh, mettiti in marcia, e per strada, cantando potere al popolo. Un milione di lavoratori che lavorano per nulla, dovreste dargli ciò che è davvero loro, dobbiamo mandarvi al tappeto quando entriamo in città, cantando potere al popolo”. È il testo di una delle più significative canzoni di John Lennon. Sono passati 37 anni dalla sua morte, ma più passa il tempo e più le sue canzoni, invecchiando, sono come il vino. Gli attuali politicanti o aspiranti tali considerano John Lennon un “populista” in senso spregiativo? Se è così mi farebbero un grande favore se usassero tale appellativo nei miei confronti. Siamo a fine gennaio. Qualcuno (anzi tutti) a livello nazionale è partito di slancio, con promesse in stile “milione di posti di lavoro” (non vi preoccupate, lo hanno usato anche altri di diverso colore politico qualche anno prima). In Italia arriveremo al paradosso che l'offerta di posti di lavoro supererà la domanda! Ho la netta impressione che non ne scamperemo anche da queste parti, quando i rumori della campagna elettorale nazionale lasceranno il posto a quelli locali, alle retrovie. Sarà divertente andare (o provare) a stanare il libro dei sogni; un po’ meno interessante lo sarà per i cittadini e non ci lamentiamo se, poi, la percentuale dei votanti si dovesse abbassare ulteriormente. Personalmente sono già annoiato (a pensarci bene anche qualcosa di peggio) da un dibattito che di fatto sta diventando solo un insieme di rumori di fondo, fastidioso quando, al mattino, si deve pensare a tutt’altro. Ieri mattina ho incontrato l'amico Gustavo (in nomen omen). Era raggiante. Emanava felicità da tutti i pori. Gli chiesi il perché. Mi disse, candidamente, che aveva ascoltato e letto il programma elettorale di tutti i candidati a premier. Magnifico. Gli anni bui oramai sono alle spalle e l'Italia diventerà un Paese invidiato da tutti. Ci invidieranno a tal punto che chiederanno ai nostri candidati premier di portare nel loro stato la loro proposta. E partirà, finalmente, dall'Italia il modello di stato felice a cui tutti aspirano ma che non riescono ad attuare. Noi, però, ci terremo stretto i nostri. Al massimo cederemo, con il Titolo di Ambasciatore della felicità nel mondo, Scilipoti e Razzi (quello che invitava l'intervistatore a farsi i... suoi). L'Italia sarà il Bengodi ma, soprattutto, la Calabria e principalmente la Locride saranno additate ad esempio. Avremo i nostri Cetto la Qualunque e ci sarà più... per tutti. continua Tonino Carneri
CALABRESE PER CASO
Pellegrinaggi elettorali Da cittadino curioso non posso non notare come in molti articoli si sottolinei quanto e in che termini si sia aperto un pellegrinaggio romano alla ricerca dell’investitura elettorale. Una sorta di esercizio di precandidatura di tipo quasi neofeudale
Leggere i quotidiani in questi giorni è quasi obbligatorio anche se volessimo sorvolare sulle questioni politiche che ci assediamo ogni giorno attraverso i media che dispongono, o credono di disporre, del nostro pensiero o delle nostre scelte. Anzi, direi, che le analisi che vengono pubblicate regolarmente non solo sulle intenzioni di voto ma sulla corsa al collegio sono di per se emblematiche dal momento che la caccia alla candidatura non solo è l’argomento principe delle cronache nazionali, ma anche locali. Ora, non sta a chi scrive queste poche righe esprimere giudizi di valore, non ne sarei capace e non ne ho titolo restando fedele alla massima quasi evangelica di non voler essere poi giudicato a mia volta. Tuttavia, da cittadino curioso non posso non notare come in molti articoli si sottolinei quanto e in che termini si sia aperto un pellegrinaggio romano alla ricerca dell’investitura elettorale. Una sorta di esercizio di pre-candidatura di tipo quasi neofeudale per la quale ogni aspirante porterebbe con se potenziali di voti e legittimazioni di ruolo che dovrebbero fargli avere quella posizione di eletto, in termini di preminenza assoluta rispetto ad altri pari e non di risultato, con la quale suggellare la sua capacità di rappresentare una comunità e di essere attore del destino di uno Stato.
Lascio al lettore più attento ogni riflessione sulle qualità necessarie e sulle competenze possibili; non quelle che arricchiscono le prodezze politiche, ma quelle che hanno dato o darebbero risposte concrete a quanti chiedono maggior attenzione sui servizi e sulla qualità della vita, oltre che sulle opportunità di lavoro e di crescita personale e della comunità. Il pellegrinaggio romano, ormai una costante per buona parte della classe politica calabrese, sembra andare oltre le vicende delle indulgenze, che magari potevano dare qualche segno di capacità di autonoma ed onesta valutazione di se stessi, magari facendosi portatori di un’idea di riforma delle modalità di reclutamento e delle capacità di ideazione del futuro disancorandolo dalla mistica di partito. Ma mi rendo conto che, alla fine, la logica del padre-padrone rimane sempre valida e la nostra dipendenza prima da noi stessi, uomini che non si mettono in discussione perché senza limiti alcuni, e poi dal potere, anche solo di una segreteria o di un segretario di partito, è ancora una volta la logica di sempre. Quella logica che gioca al ribasso della virtuosità per affidarsi – ottenuto l’agognato feudo - ad un più “comodo” … accomodamento. Giuseppe Romeo
I BRIGANTI
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E tu, u ‘mmazzasti u porcu?
xx xxxxxx
Non è “come stai?” o “tutto bene in famiglia?”. La frase che si sente in questo periodo in giro per i paesi è proprio questa: “U ‘mmazzasti u porcu?”. Resta questa una tradizione che si protrae da millenni e che si espleta attraverso riti specifici e metodologie precise che necessitano di un professionista del campo: u maistru, o u macellaiu, perché non puoi semplicemente saper vendere la carne: quella dell’uccisione è arte, come ho sentito dire. Nello specifico questa pratica pare dia addirittura soddisfazione quando si sente il povero animale urlare dalla paura e dal dolore. Più strilla e più dà soddisfazione. Le mie orecchie hanno sentito proprio questo. Eppure dicono che sia tutto necessario, perché se ammazzi il maiale senza farlo soffrire il sangue non è più “buono” per farci il sanguinaccio e altre cose. Ebbene deve soffrire, così vuole la tradizione. Mi si potrebbe rispondere: “ma negli allevamenti intensivi è molto peggio, perché il maiale è tenuto in gabbie tutta la vita e fa una fine orribile”. È verissimo: se non ci fossero questi allevamenti della morte i maiali avrebbero una vita felice almeno per un anno. Le industrie della carne sono fatte essenzialmente per trarre profitto, non c’è alcun interesse verso l’animale che viene visto solo come mera merce, e quindi non è più essere vivente ma è denaro. Denaro imbottito di sofferenza e antibiotici. Purtroppo, di questi tempi, siamo così presi dalla fretta e dal risparmio che non badiamo a cosa acquistiamo, e quindi non ci chiediamo nemmeno cosa ci sia dietro a una bistecca o a una salsiccia. Abbiamo dimenticato che la carne una volta era il cibo dei ricchi, e la gente povera mangiava ciò che riusciva a produrre. Difatti i nobili erano quelli con la pancetta in vista, e il popolo era in genere magro. Adesso siamo tutti obesi e andiamo in palestra, una volta si sgobbava in mezzo ai campi. Adesso soffriamo di carenza di vitamina D perché non prendiamo più sole, una volta eravamo quelli “abbronzati” dal lavoro nei campi, e non temevamo la carenza della famosissima B12. Ben vengano allora le tradizioni che mantengono viva la memoria nel tempo, ci ricordano da dove veniamo e chi siamo stati. Ancora meglio sarebbe se si diventasse più sensibili alla sofferenza delle povere bestie che muoiono per sfamarci, e se quindi si smettesse di sgozzarli facendoli soffrire, optando per una morte più veloce, per rispetto di chi dà la propria vita per mantenere la nostra. Brigantessa Serena Iannopollo
GIUDIZIARIA
CONVERSANDO
Gioiosa Ionica nel racconto di un “pentito”
Doppietta calabrese nell’App “Guida ai migliori cocktail bar d’Italia”
La Solita
VIGNA UNGUICULATA (L.) WASP FAM. FABACEE La varietà qui presentata è una leggera variante del fagiolo dell’occhio, che appartiene ai dolici, ossia ai fagioli dal baccello allungato e rotondeggiante che sono dissimili da quelli d’origine americana che sono la maggioranza dei fagioli che vengono coltivati oltre che in tutto il mondo, anche nell’Europa. Il termine dolico (dolicòs – lungo) è di derivazione greca e significa proprio allungato e di essi il più allungato è il Metro che nella nostra zona veniva chiamato “fagiolo di mezza canna”, ricordando che nel Regno delle Due Sicilie, la canna era un’unità di misura che corrispondeva a due metri, quindi mezza canna corrispondeva a un metro. I dolici erano già conosciuti e coltivati dai greci e dai romani e probabilmente erano stati introdotti nel Mediterraneo dagli egiziani dall’Africa nera. Personalmente ho conosciuto la Solita verso la metà di giugno del 2017 quando andai a trovare Fiorenzo Marturano in contrada Zarioti nel comune di Gerace, un personaggio insolito che avevo incontrato una decina di anni addietro a Ferruzzano in un podere del dott. Pezzimenti. Allora mi aveva raccontato una gustosissima fiaba tipica di Gerace e mi aveva anche parlato di varietà di peri in estinzione che ancora sopravvivevano nella sua contrada, particolare anche nella denominazione. Restai sorpreso quando mi indicò il nome della contrada e cercai di ricondurlo senza successo al greco e infine dedussi che esso derivasse dal nome della città dalmata di Zara e che esso significasse abitato da dalmati di Zara appunto: zarioti. Infatti durante il decimo secolo d.C. gli arabi nell’attacco alla Calabria bizantina utilizzarono ottimi combattenti provenienti dalla Dalmazia e dalla Schiavonia, aree geografiche ora ricadenti ora nella Croazia e nella Slovenia e nel 918, sotto la guida dello schiavone Massud devastarono Reggio e nel 924 occuparono la rocca di Sant’Agata (Oppido Mamertina) nella Turma delle Saline (Piana di Gioia), nel 925 occuparono Bruzzano. Nel 950 Al Hasan, emiro di Sicilia, con truppe guidate dallo schiavone Faràg Muhaddad attaccò Gerace e nel 952 distrusse Petracucca (Marinella di Bruzzano) e l’8 maggio sconfisse il patrizio Malaceno, che guidava le truppe bizantine, sotto le mura di Gerace stessa e le impose un tributo, mentre un patto di tolleranza religiosa fu siglato per i musulmani che si erano insediati in Calabria. Fiorenzo accolse me e Nino Sigilli nella sua casa e pretese che assieme bevessimo qualche bevanda dissetante e seduti all’ombra di un terrazzino comin-
ciammo a parlare della civiltà contadina ormai morta per sempre. Parlava serenamente con il suo volto ben delineato, incorniciato da una barba fluente e inanellata come quella di Zeus Olimpio e a un certo punto passò davanti a noi un topo; e allora gli chiesi se c’era la possibilità che entrasse nella casa ed egli tranquillamente aggiunse che ogni tanto lo faceva qualcuno, ma che poi andava via se riusciva a evitare le unghie affilate dei suoi gatti. Guardando verso le alture giallastre che si ergevano a sinistra nel comune di Canolo cominciò a indicare le grotte di Kao dove s’era sviluppata una civiltà antichissima precedente di molto quella ellenica e allora gli dissi ch’era quella neolitica dello Stentinello ch’era stata indagata negli anni 70 del novecento dal prof. Felice Constabile. Essa era stata caratterizzata dall’uso dell’ossidiana e da ceramica impressa con motivi costituiti da rombi combinati in vari modi. Vivevano di caccia, ma già praticavano un’agricoltura rudimentale probabilmente e si cibavano anche di ciò che la natura dava spontaneamente. Ascoltava in silenzio e a un certo punto ci condusse da un vicino molto avanti negli anni che triturava con un corto bastone dei baccelli delle fave a “tre cocci” ammonticchiati su uno spiazzo davanti alla sua casettina. Lì in quel posto isolato vivevano in una pace paradisiaca, per certi aspetti in modo non dissimile dagli uomini del neolitico, annotava Fiorenzo, che tirò fuori dei semi della Solita che ci regalò che avremmo fatto in tempo a piantare, anche se in ritardo, perché essa, caldo permettendo, sarebbe andata in produzione ai primissimi giorni di settembre, per pochi giorni però, in quanto quando la temperatura scende di notte al di sotto dei venti gradi, essa smette di produrre. Aggiungeva che essa è quasi identica al fagiolo dell’occhio, ma il suo baccello, di poco più lungo, attorno ai venti centimetri, è di un verde più chiaro e leggermente più grosso. I semi poi, leggermente più grandi del dolico dell’occhio, attorno all’ilo hanno un punto nero che contiene all’interno un altro puntino bianco, che appare come un occhio che ti scruta. Ad un certo punto andò a casa e ritornò con un contenitore di vetro contenente dei semi marrone scuro, che denominò “posa”, che ricordavano una lenticchia primitiva o una veccia. Guardammo verso le grotte di Kao e commentammo assieme che forse i neolitici avevano usato quel tipo di legume, ma il rombo possente di una trattrice che trainava faticosamente un rimorchio carico di legna, ci riportò alla realtà. Orlando Sculli Nino Sigilli
LA FOTO DELLA SETTIMANA
Due bar calabresi sono stati inseriti nell'app gratuita e priva di sponsor “Guida ai migliori cocktail bar d’Italia”, creatura nata dopo un'accurata selezione di Giampiero Francesca (direttore e fondatore della rivista specializzata BlueBlazer) e Massimo Gaetano Macrì (capo-redattore). Custodia virtuale delle eccellenze del bere di qualità in Italia, scaricabile sulle piattaforme iOS e Android, la Guida raccoglie gli indirizzi, le informazioni e tutte le news sui migliori cocktail bar dello Stivale, oltre 160. Ospitalità, qualità del servizio e bontà del cocktail, sono stati i criteri della selezione de “La Bodega” di Cosenza e del “Madison Cafè” di Tropea. Il primo è un piccolo e accogliente lounge bar nel centro di Cosenza, a pochi passi da Corso Mazzini, che sorprende per la miscelazione ricercata e sperimentale del barman Roberto Gulino. Lo sprint sono proprio i sapori calabresi, come per il cocktail SUD, rivisitazione del Tommy’s Margherita, con l’aggiunta di tre ingredienti locali: il lime di Corigliano, la marmellata di peperoncino Frajotta prodotta a Cerchiara e il liquore al Cedro del Vecchio Magazzino Doganale di Montalto Uffugo. Mentre a Tropea, il “Madison Cafè”, in via Libertà, è un tempio del bere di qualità al Sud . Al centro del lavoro del barman Francesco Mazzitelli, detto “Il Bimbone” - si legge in una nota -, la valorizzazione dei prodotti del territorio, liquori e distillati inclusi e con una bottigliera di un migliaio di etichette, che comprende anche selezionati vini biodinamici. Il locale ospita spesso masterclass, degustazioni e aggiornamenti per appassionati e barman della zona. Miscelazione prevalentemente classica e proposte nuove riproducibili, si segnala in particolare per il Kalabrotto, variante calabrese del cocktail Hugo, con lo sciroppo di Sambuco di Calabria, prodotto a Capo Vaticano, il Bergotto bibita frizzante a base di bergamotto - lo spumante extra dry Eukè della cantina Senatore, soda e twist di bergamotto o limone». Compiaciuti per i due riconoscimenti, non ci resta che brindare, magari assaggiando un Kalabrotto! Sonia Cogliandro
I FRUTTI DIMENTICATI
Quando la fake news conta più della verità. A zittire il Signor Distruggere, l’accanito hater delle “mamme pancine”, non è stata infatti la testimonianza di molte donne che avevano partecipato ai gruppi Facebook presi di mira, che riportavano di non aver mai letto nulla di quanto riportato da Distruggere, né le lettere aperte di molte donne, sociologhe, psicologhe, o le operazioni di analisi testuali di molti blogger che hanno individuato tra i post di Distruggere immagini rubate dal web, account inesistenti o rimossi, e soprattutto uno schema ripetitivo, indice di un’operazione costruita ad hoc, un’invenzione “autoriale” ai fini di promuovere la propria immagine e trarne benefici. Distruggere è stato infatti recentemente messo in scuderia da Mondazzoli o da analogo editore, pronto a raggiungere gli scaffali delle librerie d’Italia, aumentando il tasso di pattume già
VERA DONOVAN SAYS
La sera del funerale di Pasquale è ricomparsa questa misteriosa e bellissima nuvola su Siderno, un accumulo di vapore estremamente simile a quello che avevamo scelto per la foto di copertina del nostro giornale e che è legata anche alla morte dei sei angeli sulla JonioTirreno risalente al novembre 2014.
Nei mesi scorsi un collaboratore di giustizia, sentito dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, ha così riferito sulle ’ndrine e le “locali” di Gioiosa Ionica. «Al di là della terminologia da me utilizzata – ha esordito il collaboratore - ribadisco che la ’ndrangheta di Gioiosa Ionica è così strutturata. Innanzitutto tutta la ’ndrangheta di Gioiosa Ionica è una sola cosa, che chiamiamo locale di Gioiosa Ionica. All’interno di questa locale vi sono poi delle distinzioni per aree territoriali: una prima componente criminale è quella di Gioiosa Ionica che io chiamo ‘ndrina di Gioiosa Ionica e che è retta dagli Ursino (il capo società è S. U. fratello di M., anche se in realtà comanda tutto T. U.) e che si estende per tutto il centro storico di Gioiosa Ionica e parte della campagna verso Prisdarello; la seconda componente criminale è appunto quella di Prisdarello, si tratta di una ndrina che insiste su tutta questa contrada con a capo G. L.; quindi c’è quella che io chiamo “locale” di Giardini, che è una componente criminale che ha competenza su tutta la zona dei Giardini (viale delle Rimembranze e zone limitrofe) con a capo G.D.M. e M. C.; questa componente comunque fa parte, come le altre, della locale di Gioiosa Ionica, ma esprime le cariche più importanti, che valgo-
no per tutta la locale; ad esempio, nella mia copiata dello “sgarro” c’erano come capo locale M. C., come capo società G.D.M......». Ancora oltre aggiunge il collaboratore «di questo locale fa parte, in realtà, anche la componente criminale di Martone, anche se Martone fa Comune a sé, a capo della quale c’è G. G., con il quale siamo anche parenti. In ogni caso, al di là delle cariche ricoperte, i personaggi di maggior peso criminale a Gioiosa Ionica sono A. U. e G. G., anche se da quando è uscito dal carcere pure G. J. ha una sua influenza. Persino personaggi del calibro di M. C. e G.D.M., per risolvere un problema, devono “appoggiarsi” ad A. U. o a G.G.. Comunque A. Ursino ha un prestigio criminale indiscusso a Gioiosa Ionica». In questo contesto: «la famiglia Jerinò si colloca come una ’ndrina “bastarda” territorialmente collocata nella zona di Gioiosa “centro” (zona del mercato e limitrofe). Anche se non riconosciuta la ’ndrina degli Jerinò è molto rispettata. Da ultimo, dopo l’uscita dal carcere di G.J., credo che gli JERINÒ abbiano “aggiustato” anche la loro posizione formale all’interno della locale di Gioiosa, cosa che ho capito da una serie di segnali ma di cui non ho certezza». Sulla base di queste e altre dichiarazioni, rilasciate da diversi collaboratori di giustizia, per la Procura antimafia si può ritenere fondata l’ipotesi per la quale l’organizzazione della ‘ndrangheta in Gioiosa Ionica sia oggi così suddivisa: ‘ndrina di Gioiosa centro, ‘ndrina dei Giardini, ‘ndrina di Bernagallo, ‘ndrina di Prisdarello; ‘ndrina di Martone. In Piemonte vi sarebbe una “Locale di Moncalieri” che risponderebbe alle consorterie più prestigiose di Gioiosa Ionica. La suddivisione delle ’ndrine gioiosane sono state oggetto di alcune testimonianze rese nel corso del processo “Millepiedi” in atto di svolgimento davanti al tribunale penale di Locri.
presente. A far crollare definitivamente il mito delle “pancine” inventato da Distruggere, è stato il sito fake news per eccellenza: Lercio. Dopo la cancellazione di interi post denigratori nei confronti delle “mamme pancine”, Lercio ha mandato Distruggere all’ospedale. Metaforicamente è ovvio. In uno dei suoi più taglienti articoli ha messo in sequenza le invenzioni di Distruggere, ridicolizzandolo come solo Lercio sa fare, e finalmente mostrando l’assurdità della sua perversa messa in scena. Raccontati da Lercio, gli artifizi di Distruggere sono divenuti una pantomima deprimente e grottesca, “gli stronzi che vennero a galla” nel celebre scioglilingua. C’è voluto il sito di notizie false più letto d’Italia per mettere in luce una verità che nessuno ha voluto vedere finora. Lercio ti stimo.
r 28 GENNAIO - 16
società
www.larivieraonline.com
MArCo CAvALErI:
“Anche se misconosciuta fuori da reggio, la Mediterranea ha uno dei poli di Giurisprudenza migliori del Paese”
UnIvErSItà
“Avvicineremo il terzo miglior polo d’Italia alla Locride”
“C
Marco Cavaleri, di Locri, frequenta il 4º anno di Giurisprudenza all’Università di reggio Calabria ed è il primo studente del nostro comprensorio a far parte del Senato Accademico. Gli abbiamo chiesto cosa significhi ricoprire questa carica non solo per lui, ma anche per la Locride.
hi ha frequentato l’Università dopo il ’68 sa quale sia l’importanza delle istituzioni accademiche. Ma che ruolo ricopre, oggi, il Senato? È l’organo politico per eccellenza dell’università. Per fare un paragone con la politica nazionale, ha funzioni simili a quelle del Presidente della Repubblica: approva le proposte avanzate dagli altri organi istituzionali e ascolta le esigenze e le necessità degli studenti avendo come interlocutore diretto il rettore. Si occupa inoltre degli adempimenti burocratici relativi alla manutenzione o alla riqualificazione delle strutture e, essendo un organo politico, ha il compito di rappresentare e pubblicizzare l’università nelle occasioni ufficiali. In qualità di studente di Giurisprudenza immagino che il carico di lavoro non ti manchi. Come riesci a conciliare il tuo impegno istituzionale con quelli di studio? Faccio “politica” da ormai otto anni: ho fatto tre anni di rappresentanza al liceo e ho continuato sulla stessa linea anche all’Università. Come membro del Rotaract, al di fuori del mondo scolastico, sono stato anche nominato vice coordinatore provinciale di Forza Italia, impegno che, assieme a quello del Senato Accademico, rende effettivamente piene le mie giornate. Fino ad oggi devo ammettere di non aver avuto grosse difficoltà a coordinare tutti questi incarichi, perché non guardo ad essi come a un “lavoro”, ma come a un hobby. Mettermi al servizio della comunità e cercare di risolvere problematiche che potrebbero riguardarmi in prima persona non mi fa interpretare come un sacrificio il rimanere a casa a studiare la sera o nel fine settimana anziché uscire con gli amici. Come è nato il progetto politico di cui fai parte
all’interno del Senato Accademico della Qual è l’importanza di avere un ragazzo della “Mediterranea”? Locride all’interno del Senato della Il progetto è nato quattro anni fa, quando per il “Mediterranea”? Senato correva una sola lista. Questa condizione Eleggere un ragazzo della ionica significa far faceva sì che non ci fosse una democrazia nel conoscere l’università anche al di fuori del reggisistema elettorale universitario, un paradosso no e dare voce a quella che, per forza di cose, ancora più grande se si pensa che siamo un finisce con l’essere la minoranza pendolare degli dipartimento di Giurisprudenza. Abbiamo dun- studenti. Avere un rappresentante della provinque costituito un’alternativa che, come in ogni cia permette di avere un collega che si impegni a buona contesa politica, è stata bersaglio di tutelare i diritti degli studenti fuori sede, che numerose critiche, eppure, all’esito delle vota- sappia come consigliarli e che ascolti le esigenze zioni, abbiamo ottenuto tre cariche che ci hanno di chi deve viaggiare ogni giorno, che riconosca garantito di agire come una vera e propria mino- l’importanza di avere un polo distaccato dell’uniranza. Siamo riusciti, insomma, a fare in piccolo versità dove sbrigare le pratiche burocratiche ciò che servirebbe alla politica nazionale: abbia- come era presente a Locri e che, per questa mo dato un’alternativa concreta che ha cancella- ragione, vorrei far riaprire. to dall’elettorato la stanchezza di sentirsi avan- Come dovrebbe cambiare la “Mediterranea”, zare sempre le stesse promesse dai soliti noti “Eleggere un ragazzo della ionica significa far della classe isti- conoscere l’università anche al di fuori del tuzionale. Alla base del nostro reggino e dare voce a quella che, per forza di cose, successo, infatti, c’è stata la finisce con l’essere la minoranza pendolare degli volontà di non studenti. Di avere un collega che si impegni a puntare su promesse altiso- tutelare i diritti degli studenti fuori sede.” nanti, ma su un programma che garantisse di ascoltare le esigen- per rilanciarsi? ze degli studenti e di attendere la fine del man- Come ho detto durante la campagna elettorale dato per fare i bilanci. A partire dall’elenco degli l’Università è una macchina in cui il rettorato, i obiettivi raggiunti negli ultimi due anni abbiamo professori e la governance rappresentano la carottenuto la vittoria recente, che ci permette di rozzeria e le parti meccaniche, ma sono gli stulavorare sullo sviluppo delle strutture, di punta- denti ad essere il motore. Senza di essi re sull’orientamento nei licei e di avviare un pro- l’Università non può esistere. Per questo dobbiagramma di sponsorizzazione del nostro polo, mo puntare tantissimo sui giovani, sull’associafino ad oggi poco conosciuto nella stessa Area zionismo e gli infopoint in cui i ragazzi possano Metropolitana di Reggio Calabria, anche se lavorare per i ragazzi come accade a Cosenza, siamo il terzo dipartimento di Giurisprudenza sgravando così molto lavoro alle segreterie. Per d’Italia. questo è necessario che siano gli studenti a proTuttavia una recente ricerca ha parlato di crisi muovere il polo nelle giornate di orientamento, delle università calabresi, fatta eccezione per raccontando in prima persona ai liceali che cosa l’UniCal di Cosenza… significhi vivere l’Università facendo così la C’è stato un calo nelle iscrizioni in tutte le uni- migliore pubblicità alla struttura. versità d’Italia, innanzitutto per una questione Mi pare di capire che tu stia svolgendo questi economica. In tempi come questi, infatti, non incarichi con l’intento di limare le tue capacità tutte le famiglie si possono permettere il “lusso” in vista di un futuro politico. È così? di investire (affitti e trasporti compresi) Prima di fare progetti di questo tipo voglio rea50/60mila euro nella formazione universitaria lizzarmi professionalmente. La politica è bella, dei figli. Di questa crisi la nostra università ha in ma una cosa è farlo per il bene dei cittadini, altro effetti risentito molto, anche perché i corsi di è farla per il partito. Vivendo grazie alla mia proGiurisprudenza, Economia, Ingegneria e fessione e non per la politica, posso permettermi Architettura, sono reperibili in altri poli di zona. di continuare a ragionare con la mia testa, senza Prima di valutare i dati a cui facevi riferimento, approvare forzatamente tutte le imposizioni del tuttavia, è bene contestualizzarli: essi, infatti, si partito, mantenendo intatta la mia dignità e basano sul numero degli iscritti e dei fuori corso, rimarcando la differenza tra chi fa vera politica e ma non fanno riferimento alla qualità della chi la esercita per mestiere ed ha per questo il didattica. Sulla base delle graduatorie ANVUR, timore di essere “licenziato”. È vero: il mio che valutano la ricerca e la qualità del materiale sogno nel cassetto è continuare a coltivare quedidattico messo a disposizione dagli insegnanti, sta passione e, perché no, un giorno arrivare fino il dipartimento di Giurisprudenza della a Roma, ma lo farò solo continuando a conside“Mediterranea”, come dicevo, è sul podio, ma la rare la politica un hobby e non un lavoro, ragiostruttura è penalizzata nell’altra classifica perché nando sempre in totale autonomia e nel rispetto abbiamo circa 2mila studenti lavoratori, per degli ideali e dei bisogni della collettività, non in ovvie ragioni fuori corso, che, su 5mila iscritti, virtù degli interessi di un partito che ti cala le incidono negativamente sul bilancio dell’univer- cose dall’alto. sità. Jacopo Giuca
MADonnA DELLA PUrItà DI SIDErno SUPErIorE
bernardo valentino ipotetico autore della statua settecentesca a statua della Madonna della Purità è tra le opere più preziose conservate nel grande "scrigno" architettonico che è la chiesa arcipretale di San Nicola in Siderno Superiore. Eredità dell'antica e operosa Confraternita omonima che, come chiarito da Enzo D'Agostino, ebbe origini già nel XVII secolo, l'immagine era conservata fino ai primi anni Sessanta del Novecento nella Chiesa dei Padri Domenicani, ove il sodalizio laicale aveva sede presso la sontuosa cappella della Madonna del Rosario già nel 1707, come attestato dall'Apprezzo di Siderno. Prima del crollo del tetto della ex Chiesa conventuale, che versava da tempo in stato di fatiscenza, si pensò di mettere in salvo l'opera ricoverandola presso la Chiesa madre dove, però, rimase per breve tempo. In effetti proprio in quegli anni San Nicola era divenuta il ricettacolo delle opere erratiche (soprattutto statue) provenienti dalle chiese abbandonate. Vista, quindi, l'impossibilità di farla permanere nella Chiesa arcipretale, la statua della Madonna della Purità con il suo "stipo" (ossia l'armadio-scarabattolo), venne accolta dapprima in un'abitazione privata e successivamente, per motivi di opportunità, fu traslata nella ex chiesa parrocchiale di Santa Maria dell'Arco, auspice l'omonima Confraternita, che provvide a sistemarla decorosamente nella piccola aula addossata alla parete di controfacciata. Qui, pur al sicuro, la bella Madonna venne però lentamente dimenticata dai fedeli: negli anni la Congrega si era andata assottigliando e non v'erano più le condizioni, men che meno il fervore, per celebrare la festa, che già dalla seconda metà del XX secolo era stata spostata dal 2 febbraio, solennità della Presentazione del Signore, al mese di giugno. In verità il progressivo abbandono delle tradizioni, imputabile primieramente allo spopolamento del centro storico, aveva falcidiato numerose celebrazioni assai care e partecipate dai fedeli sidernesi: San Francesco di Paola, la Santissima Annunziata, il Rosario, San Carlo Borromeo, l'Addolorata, non in ultimo lo stesso Patrono, San Nicola di Bari, la cui festa è stata ripristinata soltanto 21 anni fa. L'indiscutibile bellezza dell'opera d'arte ha richiamato negli ultimi anni l'interesse dei collaboratori parrocchiali e dello stesso Parroco, Don Giuseppe Alfano che, nello sforzo di valorizzare il pregevole manufatto e di rinfocolare la devozione verso questo titolo mariano, bello quanto raro, ha ritenuto opportuno far uscire dall'oblio il simulacro traslandolo nella Chiesa madre. Atto ufficializzato nel 2013 con il decreto firm a t o dall'Amministratore Apostolico, Monsignor Fiorini Morosini. A spese della Diocesi, la scorsa estate l'opera è stata oggetto di un intervento di straordinaria manutenzione che, pur non rimuovendo gli spessi strati di ridipinture e le superfetazioni
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posticce, le ha comunque restituito leggibilità, ripulendo le policromie dalla polvere e dalla sporcizia, consolidando la base e la nuvola ove si erge la Madonna e chiudendo le lacune del film pittorico attuale. All'indomani della presentazione di questo intervento manutentivo, chi scrive ha ritenuto opportuno divulgare le ipotesi di lettura stilistica della preziosa statua, certo di far cosa gradita alla comunità parrocchiale di Siderno Superiore e a quanti, tra appassionati e cultori, sono ammaliati dalla bellezza del patrimonio artistico che è sempre più oggetto di attenzione qualificata. È nostro convincimento che la statua della Purità debba essere restituita allo scultore napoletano BERNARDO VALENTINO (documentato tra il 1741 ed il 1766), la cui parabola artistica, sebbene ancora da approfondire, desta notevole interesse tra gli studiosi vista la sua facondia e la notevole diffusione delle opere sull'intero territorio dell'ex Regno di Napoli. Il nome di Valentino è in realtà già noto in Calabria perché autore della celebre statua della Madonna delle Grazie di San Giovanni di Gerace: la sua firma e l'anno di realizzazione, 1766, erano ancora leggibili sul possente gruppo ligneo prima che fosse più volte ridipinto nel corso del Novecento. Il confronto tra i due manufatti, sebbene diversi nella postura oltre che nell'iconografia, mette comunque in evidenza una stretta somiglianza fisiognomica e sottolinea la cura profusa dall'Artista nel trattamento dei volti, nella scelta delle rifiniture, nell'ossequienza ai dettami dei grandi maestri coetanei ai quali entrambe le opere sembrano essere debitrici. Rispetto alla possanza della statua sangiovannese, che calca maestosamente le nubi trapunte di cherubini mentre sostiene il Cristo assiso alla sua sinistra, la statua sidernese è ritta su un cirro di nuvole, abbigliata da un semplice clamide e da un grande manto che ne avviluppa quasi completamente la figura, lasciando libero un lembo che si accartoccia c o n grazia intorno al ginocchio destro. Il delicato ancheggiamento, che bilancia il peso del bambino Gesù, teneramente stretto al seno dalla Mamma mentre si sporge per benedire, rimanda ad altri due manufatti, anch'essi inediti, ma del tutto identici alla nostra statua, ossia alle due interpretazioni dell'Immacolata Concezione conservate rispettivamente nella Chiesa madre di Torano Castello e nella Chiesa eponima di Serra Aiello, cittadi-
In brEvE
riccardo Sculli ospite a La7 parla di cucina della Locride Questa mattina, domenica 28 gennaio, a partire dalle ore 10:45, Riccardo Sculli, titolare del ristorante “Il Gambero Rosso” di Marina di Gioiosa Ionica sarà ospite del programma di La7 “Gustibus”, la trasmissione dedicata alle tipicità enogastronomiche di diverse aree d’Italia e dei territori di appartenenza. Naturalmente, durante la puntata odierna, si parlerà di Calabria e il nostro Riccardo presenterà una sua personalissima ricetta composta, naturalmente con ingredienti “Made in Calabria”.
ne della provincia di Cosenza. E non è un caso fortuito se, in quest'ultimo borgo che fu casale del ducato di Aiello, ritroviamo un'altra opera di Bernardo Valentino, questa volta firmata. Si tratta di una Pietà, datata 1751, che pur non essendo un'interpretazione magistrale, rimane comunque un caposaldo autografo del maestro in Calabria, estremamente bisognosa di restauri viste le estese e maldestre ridipinture. Nella stessa Serra, presso la Chiesa madre, si conservano i pregevoli busti lignei di San Martino Vescovo, di San Francesco di Paola e di San Giuseppe, opere inedite che in questa sede attribuiamo a Valentino. In particolare, gli ultimi due manufatti sono siglati dal Maestro con una coppia di cherubini affiancati, una delle sue peculiarità figurative, identici a quelli che stanno ai piedi della Madonna della Purità di Siderno e della Vergine delle Grazie di San Giovanni. Pur ispirandosi a moduli espressivi ampiamente sperimentati, Valentino dà prova di autonomia e di una personale interpretazione dei temi sacri, imprimendo nei soggetti un'inconfondibile somiglianza che li accomuna sia nella fisiognomica che nello studio delle masse scultoree. Suffragati dalla lettura dei busti di Serra Aiello, oltre che dall'approfondimento dell'eloquente sigla stilistica dello Scultore, ci convince l'ipotesi che siano di Bernardo Valentino anche il San Giovanni Battista, custodito nella chiesa eponima di San Giovanni di Gerace, e la più celebre statua di San Rocco, venerata nel Santuario di Gioiosa Ionica, il cui arrivo da Napoli risale al 1747. Quest'ultima ha in Calabria un gemello meglio conservato e cromaticamente più leggibile, ossia il San Rocco di Olivadi (Catanzaro) e un'altra opera assai prossima sotto il profilo esecutivo, il San Giacomo di Cerzeto, entrambi inediti e qui proposti come opere del Valentino per la prima volta. Una curiosità. Ai lati della statua sidernese sono appoggiati anche due deliziosi angeli scolpiti in legno a tutto tondo. Uno sostiene lo specchio, allusione all'invocazione delle litanie lauretane "Speculum iustitiae" (specchio della giustizia), oltre che riferimento alla più antica immagine della Sapienza divina, paragonata allo "Speculum sine macula", (specchio senza macchia) che precorre l'immacolato Concepimento di Maria Santissima. L'altro angelo, invece, tiene in mano una tortora, riferimento alla tradizione ebraica secondo la quale, nel presentare il primogenito al tempio, i genitori offrivano in riscatto una coppia di tortore. La lettura ravvicinata di quest'ultimo putto evidenzia chiaramente che non è della stessa fattura dell'intera opera. Lo evidenzia il modellato, la conformazione scultorea, i particolari espressivi e, non in ultimo, la policromia. La sua esecuzione è più tarda, probabilmente di inizio Novecento, ed è da attribuirsi ad un altro scultore napoletano, Giuseppe Cerrone, tra gli ultimi ad essere attivi a Napoli sul fare del XX secolo. Gennaro è tra gli artisti chiamati a restaurare nel 1905 la Madonna delle Grazie di San Giovanni di Gerace. Forse in quella occasione gli fu commissionato lo splendido San Giuseppe, l'inedita scultura conservata nello stesso Santuario sangiovannese. A qualche anno prima, il 1903, risale invece la statua della Madonna delle Grazie di Bovalino Superiore, anch'essa inedita e che per via della sua attinenza all'ambito di Cerrone qui restituiamo al suo catalogo. Inutile dire che il bambino Gesù bovalinese e l'angelo di Siderno Superiore sono identici. Probabilmente, per via di una straordinaria evenienza come la rottura dell'angelo antico, Gennaro Cerrone venne incaricato dai confratelli della Purità di realizzare una nuova e, per altro, ben fatta scultura in sostituzione di quella che - riteniamo credibile - era andata distrutta. Quanto fin qui avanzato, frutto di molti anni di studio, è comunque da considerarsi un elenco di ipotesi: come tali sono tutte da vagliare e occorre un ulteriore sforzo euristico per fugare eventuali dubbi e incertezze. Rimane, però, irrefutabile la candida bellezza del simulacro sidernese, uno dei tanti che la pietà di questo popolo ha commissionato per celebrare la Madre di Dio. L'opera porta in sé un riflesso eloquente di quella "Purità" divina di cui la Vergine Maria è ammantata, e di cui Bernardo Valentino, a nostro avviso, si è fatto magistrale interprete! Gianfrancesco Solferino
“ LIbrI
tItoLo LIbro: LA PArtItA trUCCAtA
AUtorE DEL LIbro: A. bULGArELLA, G. DI GIroLAMo CAtEGorIA: SAGGIStICA CASA EDItrICE: rUbbEttIno PrEzzo € 12,75
Una testimonianza inedita, un j’accuse potente, senza mediazioni. Per la prima volta parla Andrea bulgarella, il noto imprenditore siciliano che nell’ottobre del 2015 è finito al centro di un’inchiesta della Procura antimafia di firenze: lo accusano di aver costruito la sua fortuna grazie all’appoggio della mafia trapanese. Andrea bulgarella, con l’aiuto del giornalista Giacomo Di Girolamo, ribalta il tavolo. tItoLo LIbro: GLI APPrEnDIStI
StrEGonI AUtorE DEL LIbro: PAoLo DE LUCA CAtEGorIA: SAGGIStICA CASA EDItrICE: LArUffA EDItorE PrEzzo €16,00
Quanti sono i movimenti populisti oggi in Europa? Quanto pesano e quanto incidono sulle decisioni politiche nazionali e comunitarie? Perché nei Paesi centro-orientali questo fenomeno ha caratteristiche così marcatamente oggi, al tempo del populismo? Il librotenta di rispondere ai tanti interrogativi posti dall’esplosione del fenomeno politico più spettacolare ed inafferrabile dei nostri tempi, ricostruendo una mappa, analitica, aggiornata e documentata, dei movimenti che in tutta Europa sono riferibili a questa tendenza. tItoLo LIbro: rItrAttI In PIEDI nEL novECEnto CALAbrESE
AUtorE DEL LIbro: GIUSEPPE trIPoDI CAtEGorIA: bIoGrAfIE CASA EDItrICE: CIttà DEL SoLE EDIzIonI PrEzzo €13,0o
Un cantastorie: otello Profazio; uno scrittore: Saverio Strati; uno storico: rosario villari. E infine - in una densa “appendice” non priva di autoironia - un insegnante di storia e filosofia, l’autore di questi godibili ritratti. Quattro uomini di Calabria che hanno attraversato il secolo scorso, incrociando i fili delle loro vite alla passione civile, in modalità artistica o con l’ impegno politico.
28 GENNAIO - 18
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cultura www.larivieraonline.com
INTERVISTA AI FRATELLI ALOE
Appena hanno iniziato, i clienti leggevano il menu e se ne andavano: mancavano le pizze tradizionali e la Coca Cola. Oggi hanno una rete di 8 pizzerie artigianali nella maggiori città italiane e a Londra e danno lavoro a 83 giovani.
Sono partiti dalla Calabria e oggi fatturano 5 mila euro l'anno grazie alla "terza via della pizza" MARIA GIOVANNA COGLIANDRO ono originari di Maida, in provincia di Catanzaro, un paese che ha come simbolo una donna che brandisce una spada per difendere il pane. Tra la farina e il lievito era il loro destino: dal 2010 a oggi i fratelli Matteo e Salvatore Aloe, hanno costruito una rete di sette locali in Italia (Firenze, Milano, Torino e Roma) e uno a Londra che, sotto l’insegna Berberè, dà lavoro a 83 giovani. Iniziamo dal primo giorno di lavoro. Com’è andata? Il primo giorno di lavoro è partito così: il nostro pizzaiolo dell’epoca, oggi a capo di tutti i pizzaioli, era in ansia per la venuta dell’impasto e non ha
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dormito tutta la notte, salvo poi addormentarsi in tarda mattinata ed è arrivato al ristorante con gli ospiti già dentro! Abbiamo recuperato ma diciamo che per fortuna erano tutti amici e parenti, anzi ho in mente di individuare tutti dalle foto e invitarli a un pranzo “riparatore”…. È vero che i clienti si sedevano, leggevano il menu e se ne andavano? Mica tutti i clienti! È capitato qualche caso di questo tipo, perché nel 2010 era ancora difficile da comprendere perché non avevamo in menu la quattro stagioni o la Coca Cola. Ma la maggior parte erano incuriositi e interessati dalla novità di una pizza completamente fuori da ogni schema, certo un po’ spaesati, ma anche disponibili a farsi stupire. Col senno di poi possiamo riconoscerci di essere stati dei precursori di una nuova
cultura e sensibilità culinaria, e forse anche di aver educato il pubblico ad accogliere la novità. Siamo felici di aver proseguito per la nostra strada, anche pagando il costo di perdere qualche cliente non disponibile ad accettare queste sfide, almeno a quel tempo. Oggi invece non solo il nostro lavoro ma quello di tantissimi colleghi ha alzato la qualità generale delle pizzerie e i clienti che riconoscono e quindi scelgono qualcosa di migliore sono molti di più che 8 anni fa. La svolta quando è arrivata? A quattro mesi dall’apertura abbiamo avuto la nostra prima recensione su La Repubblica di Bologna. Tra l’altro era una recensione non completamente positiva soprattutto per via dell’esperienza, era in assoluto il primo sabato con pienone e non eravamo prontissimi a ricevere così tanta
gente (oggi sarebbe un sabato di insuccesso, ma quel sabato per noi era un esercito di bocche da sfamare!), ma la pizza era buona e questo nella recensione lo si diceva chiaramente, anzi la definiva INCREDIBILE! Noi nel locale abbiamo puntato a comunicare le nostre scelte e a formare il personale affinché potesse rispondere alle domande dei clienti. Non so se sia stato merito della recensione o grazie al passaparola, fatto sta che a pochi mesi dall’apertura l’attività ha ingranato. Perché avete deciso che la vostra pizza non sarebbe stata né napoletana né romana? La nostra è stata definita “la terza via della pizza”, appunto perché non napoletana e non romana, ma non è forse neanche quella che oggi viene definita pizza gourmet, definizione che io non
SIDERNO
Ufficializzati i nuovi membri del direttivo della Consulta Giovanile
Sono stati ufficializzati questa settimana i nuovi membri del direttivo della Consulta Giovanile di Siderno. Alla presenza dei numerosi iscritti con diritto di voto, sono stati eletti presidente Fabrizio Figliomeni, vice presidente Carmelo Scarfò, segreteria Maria Leone e tesoriere Cosimo Tropiano; quattro cariche che compongo l’organo direttivo della consulta giovanile comunale. Attiva da ormai quattro anni, la consulta è stata fondata con l’obiettivo di collaborare alla realizzazione di progetti ed eventi che ridiano lustro alla nostra città.
IN BREVE
Il rigore di Mimmo Gangemi può salvare la Calabria? Venerdì scorso, alla Biblioteca Comunale di Locri, Enzo Romeo ha dialogato con Mimmo Gangemi del suo rigore morale, un excursus che ha attraversato le opere dell’autore da “La
signora di Ellis Island” ad “Attenti al Sud”. Durante lo l’interessante confronto tra i due, al quale ha assistito un pubblico attento, sono stati sapientemente toccati diversi aspetti del meridionalismo, della criminalizzazione della Calabria, dell’emigrazione e del profondo senso di riscatto della nostra terra.
amo molto. Abbiamo fatto quello che pensiamo sia un processo che dà un risultato molto interessante dal punto di vista organolettico, ma non tralascia la relazione con gli ingredienti, col tempo, con le altre figure professionali, come ad esempio i contadini, e che soprattutto ha un’ intensità di lavoro fondamentale. Per questo la definiamo semplicemente come una “pizza artigianale”, espressione che più rispecchia il ciclo quotidiano di lavoro con cui ogni giorno prepariamo gli impasti e le guarnizioni, per proporre un prodotto di alta qualità, stagionale, buono da mangiare ma anche digeribile. Serviamo le nostre pizze tagliate a spicchi, in modo che ciascuno possa assaggiare gusti diversi e scoprire la bontà degli abbinamenti. Tutto qua, facile no? La notizia che la pizza napoletana è stata riconosciuta patrimonio dell’umanità come l’avete presa? È un grande e giusto riconoscimento all’artigianalità italiana, non possiamo che esserne contenti. E mi pare anche stragiusto e davvero meritato. Sette pizzerie dislocate in tutta Italia e uno a Londra. Come siete organizzati?
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"Abbiamo una gestione diretta di tutti i locali e un processo che permette di proporre la stessa esperienza di gusto in ognuna delle nostre pizzerie. Ci piacerebbe aprire una pizzeria anche in Calabria. Se non riuscissimo a farlo sarebbe un fallimento della nostra missione"
Berberè ha una gestione diretta di tutti i locali e un processo che permette di proporre la stessa esperienza di gusto in ognuna delle nostre pizzerie. Abbiamo 83 dipendenti tra la struttura centrale di Bologna, che si occupa del management, dell’amministrazione, della gestione del personale e del controllo di qualità, e il personale dislocato nei vari locali, tra cucina e sala. La formazione dei ragazzi che lavorano con noi è la parte essenziale, e ci sono dei responsabili di Berberè che si occupano esclusivamente di questo. Inoltre ad ogni nuova apertura i “vecchi”, che in realtà sono ragazzi sotto i 30 anni ma che lavorano con noi da qualche anno, si trasferiscono temporaneamente nel nuovo locale per insegnare il mestiere ai loro colleghi appena assunti. È una sorta di “peer education”, tutto ovviamente guidato e monitorato da noi. Quanto fatturate l’anno? Il fatturato del 2017, in Italia è di poco meno di 5 milioni di euro. So che avete assunto una persona che si occupa esclusivamente di osservare gli introiti e altri dati e capire come migliorarli. L’avete presa proprio sul serio? Sì, da qualche tempo abbiamo inserito anche il controllo di gestione. Che in un’azienda che lavora con margini moto bassi, come nella ristorazione, è normale e assolutamente consigliabile. C’è una persona che si occupa solo di questo: osservare i dati e capire come migliorarli e su quali cose agire, non solo gli introiti, anzi. L’ispirazione è ai grandi restaurant group internazionali dove ci sono persone addette anche ai più piccoli particolari: se possiedi catene da centinaia di punti vendita anche accertarti che tutti spengano la luce alla fine del servizio significa tanto alla fine dell’anno. Punterete al franchising? Non in Italia, dove vogliamo crescere ma in modo organico, forse all’estero se si presenterà il partner giusto ma non abbiamo fretta. Proponiamo un prodotto ottimo a prezzi competitivi: l’apertura di nuovi locali ci permette di mantenere l’equilibrio economico. La gestione di tutti i locali è diretta, possibile solo se s’investono risorse nella formazione delle persone. Ci abbiamo messo tre anni prima di ottimizzare la ricetta della nostra pizza e standardizzare il processo produttivo, in modo che l’esperienza di gusto fosse uguale in ogni locale, possiamo ancora crescere tanto in questo modo. A quando un Berberè in Calabria? Ci piacerebbe sicuramente. Don Ciotti, con cui abbiamo aperto la pizzeria di Torino, ci ha detto che se non riuscissimo ad aprire in Calabria sarebbe un fallimento della nostra missione.
LOCRI
Un interessante convegno su “Scioglimento Comuni, Interdittive e Codice Antimafia” Si è svolta a Locri la Tavola rotonda organizzata dai Club Rotary di Locri e Nicotera Medma sulla normativa antimafia e sulle condizioni della legge per lo scioglimento dei Comuni e per la emissione delle interdittive nei confronti delle imprese. Dopo i saluti dei Presidenti dei Club Francesco Asprea e Giorgio Tropiano e del Sindaco del Comune di Locri Giovanni Calabrese, è intervenuto Massimo Restuccia che, tra singhiozzi e un continuo pianto, ha raccontato la tragedia che ha colpito il proprio padre e l’intero nucleo familiare. Approfondita e completa la relazione del Prof. Luciano Maria Delfino che ha trattato la parte amministrativa dei provvedimenti di scioglimento e delle interdittive. Il Presidente del Consiglio dell’Ordine di Vibo Valentia, avv. Giuseppe Altieri, ha commentato le ultime decisioni assunte dai Giudici Amministrativi precisando che questi oramai hanno dimenticato i principi sanciti dalla Corte Costituzionale e, quindi, hanno creato una barriera sul diritto alla giustizia. L’avv. Giacomo Saccomanno, nel commentare la legge 17 ottobre 2017, n. 161, ha avvisato tutti della pericolosità della stessa che ha, certamente, travalicato i limiti del rispetto delle persone e della libertà del singolo, creando una situazione anomala con l’applicazione della normativa di prevenzione anche a soggetti comuni, allargando decisamente il campo di applicazione limitato prima al solo settore della criminalità organizzata. Le conclusioni al Past Governor del Rotary International, avv. Pasquale Sansalone, che, nel mostrare un'antica Costituzione Italiana consegnata al proprio padre già sindaco del Comune di Gerace, ha voluto commentare sia l’importanza della iniziativa dovendo il Rotary essere promotore di momenti di riflessione dei problemi interessanti la comunità, che la necessità di difendere la Carta fondamentale della nostra Repubblica che molte altre nazioni ci invidiano.
STORIE
Una folla immensa dà il benvenuto al teatro di Locri
È stata una cerimonia dalla grandissima carica emotiva quella con la quale, sabato sera, è stato finalmente inaugurato il teatro comunale di Locri. L’evento, che ha richiamato l’attenzione di circa cinquecento persone, è stato condotto dal giornalista Enzo Romeo e ha visto la partecipazione del sindaco di Locri Giovanni Calabrese, dell’assessore alla cultura Anna Sofia, del direttore del Centro Teatrale Meridionale Domenico Pantano e del vescovo della diocesi di LocriGerace Monsignor Francesco Oliva. Da buona vecchia volpe della politica, Calabrese ha approfittato del proprio discorso per ripercorrere quanto la sua Amministrazione abbia realizzato in ambito culturale (l’inaugurazione della Biblioteca Gaudio Incorpora, lo sblocco dei lavo-
ri del teatro e la prossima apertura di un nuovo polo museale a Palazzo Nieddu del Rio), annunciando la conclusione di questo percorso tra giugno e settembre con l’apertura di un teatro all’aperto in contrada moschetta che sarà in grado di ospitare 3.500 persone. Naturalmente per tagliare in prima persona il nastro di questa nuova opera, Calabrese e la sua compagine concorreranno in toto alle prossime elezioni di maggio “e ci auguriamo - ha affermato il primo cittadino - di essere riconfermati per ciò che siamo riusciti a realizzare in questi cinque anni”. Anche Pantano ha approfittato del suo discorso per annunciare come, attorno alla struttura appena inaugurata, ruoteranno progetti importanti, come la costituzione di una scuola di recitazione, di una sartoria specializzata nella creazioni di abiti di scena e una esposizione di costumi e maschere che costituirà un unicum di tutta la regione. Spazio anche a Domenico Futia, studente del Liceo Mazzini di Locri che, con un progetto di OpenCoesione, ha collaborato all’apertura della struttura. Finale da favola con la prima vera esibizione ospitata dal grande palco del teatro: quella dell’ensemble Nuova Opera di Reggio Calabria. JG
Inaugurazione in pompa magna sabato sera, ma il vero coup de théâtre (è proprio il caso di dirlo) è l’annuncio della ricandidatura di Calabrese&Co. alle elezioni di maggio!
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EVENTI
Impiariamo l’arte della leggerezza CIMINÀ - ANTONIMINA Questa mattina, alle ore 9:30, si terrà il workshop “L’arte della leggerezza” presso la Casa delle Erbe della Locride, sita in contrada Barbaro, tra Ciminà e Antonimina. L’incontro cercherà di spiegare come dare il giusto peso alle cose e agli eventi con la partecipazione di Francesco Tassone.
Focus sulla “Riforma Orlando” LOCRI Lunedì 29 gennaio, alle ore 15:30, presso il Palazzo della Cultura di Locri, si terrà un convegno studio sulla Riforma Orlando e decreti attuativi, organizzato dalla Camera Penale di Locri e accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. Un incontro al quale parteciperanno avvocati e politici.
Parte la riqualificazione dello Stadio GIOIOSA IONICA Venerdì 2 febbraio, alle ore 17:30, presso la Sala Consiglio Comunale del Palazzo Municipale di Gioiosa Ionica si terrà la conferenza stampa di presentazione del progetto di riqualificazione del campo sportivo comunale.
Vieni a conoscere la scuola del futuro LOCRI Lunedì 29 gennaio, alle ore 15:30, presso il Palazzo della Cultura di Locri, si terrà un convegno studio sulla Riforma Orlando e decreti attuativi, organizzato dalla Camera Penale di Locri e accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. Un incontro al quale parteciperanno avvocati e politici.
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ANGOLO FOOD
28 GENNAIO - 21
arte&co
LA RICETTA: CREPES AL SALMONE
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Ingredienti per 4 persone. Per la pastella: 2 uova, 300 ml di latte, 120 gr di farina, sale. Per la farcia: 300 gr di ricotta, 200 gr di salmone, 150 ml di besciamella, 2 cucchiai di parmigiano, sale, pepe, timo.
L’INTERVISTA A PIETRO MELIA
"Oggi il giornalismo è una giungla"
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Ho sempre raccontato fatti e circostanze da me vissute da testimone diretto e non per sentito dire. È l’unico modo per servire la verità ed essere professionalmente credibili.
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Il 16 agosto 1972 fu il primo a dare la notizia del ritrovamento dei Bronzi di Riace nella prima pagina del Giornale di Calabria. Pietro Melia, nota firma del giornalismo calabrese e non solo, originario di Bivongi, vive a Soverato, per oltre 20 anni ha collaborato al Mattino di Napoli e allo storico Paese Sera, per altri 27 ha fatto parte della “corte” di mamma Rai, 7 come redattore ordinario e 20 da inviato speciale, occupandosi dei principali fatti di cronaca della Calabria. Hai scelto di fare il giornalista o ti è capitato? È stato per caso, ma la vocazione evidentemente c’era già: alle elementari e alle medie i miei temi di italiano venivano letti in classe, alla maturità liceale ho passato il compito ai compagni che me l’hanno chiesto… La scelta, inevitabile, non poteva dunque essere che quella. Cos’era il giornalismo in Calabria fino a trent’anni fa e cos’è diventato oggi? In trent’anni è cambiato il mondo, e anche la professione è figlia del mutamento. Noi non disponevamo degli strumenti tecnologici odierni e di internet, ma solo block notes e gettoni telefonici a portata di mano per chiamate a ripetizione dalle cabine pubbliche a carabinieri, polizia, guardia di finanza, vigili del fuoco, ospedale, e poi di corsa a scrivere il “pezzo”, non sul pc, ma sulla vecchia Olivetti 22 (per i più fortunati di noi), da dettare al dimafonista di turno. Oggi c’è una giungla, e nella giungla a fatica si distingue il bene dal male; insomma – è un mio giudizio personale, eh – si stava meglio quando si stava…peggio!
I rischi maggiori della professione giornalistica? Gli “infortuni” del mestiere, se lo pratichi con superficialità, senza approfondimenti e soprattutto senza le opportune e rigorose verifiche, anche incrociate, sulle fonti. È più grave non scrivere quello che si vorrebbe o scrivere quello che non si pensa? Personalmente non ho mai scritto ciò che non pensavo. E da cronista ho raccontato fatti e circostanze da me vissute da testimone diretto e non per sentito dire. È l’unico modo per servire la verità ed essere professionalmente credibili. Chi è il capo del giornalista, sé stesso o chi gli commissiona il pezzo? Ogni giornalista deve essere “capo” di se stesso (perché risponde alla propria coscienza prima di ogni altro), a prescindere da chi gli commissiona il pezzo. Rapporto editore-direttore. Quando si spezza? Quando viene meno la fiducia reciproca. Il Direttore è espressione, pur non derogando dalla sua autonomia e dalla sua indipendenza (glielo impone il contratto ma anche l’etica), dell’Editore, cioè della proprietà. E si interrompe, a volte, a causa delle troppe “ingerenze” con le quali chi detiene i cordoni della borsa cerca (per piegarla ai propri interessi…) di orientare o condizionare la linea del giornale (o di una tv, di un sito web o social) e di chi ne ha per legge la responsabilità. Ti sei mai sentito un giornalista scomodo? Lascio agli altri il giudizio se sono stato un giornalista scomodo oppure no. Posso soltanto dire che nell’arco della mia lunga carriera non ho mai rinunciato alla libertà d’espressione e ho mantenuto sempre la schiena dritta. Rapporto giornalismo-politica. Ti sei mai sentito messo sotto pressione dalla politica? Alla politica ho sempre dato del tu e il mio rapporto con lei è stato (ed è) alla pari. Non mi sono mai sovrapposto, o sostituito, a lei, e mai le ho consentito di sovrapporsi, o sostituirsi, a me. L’ho rispettata, certo, ma da lei ho preteso (ottenendolo) rispetto. L’identikit del politico calabrese? Non tocca a me fare identikit di chicchessia. Sono un “tifoso” reo confesso (e non me ne vergogno) della Prima Repubblica (quando si votava un nome, un cognome, un volto e una storia personale e politica…), oggi invece l’arena è affollata (a causa di una legge elettorale indegna) di “nominati” e parvenu e in giro vedo solo gente senza arte né parte, col cappello in mano e genuflessa ai Signori delle “segreterie romane”… Ha senso continuare a consegnare il futuro della Calabria ai politici? Io qualche dubbio ce l’ho (anche se penso, e ne sono tuttora convinto, che la politica e i partiti del passato sono stati l’architrave della democrazia in un Paese che usciva dalle macerie del fascismo…), ma la domanda andrebbe rivolta ai calabresi, più direttamente interessati, mai come oggi artefici del proprio destino.
In una ciotola unite il latte alla farina e al sale e formate un composto liscio e omogeneo. Aggiungete poi le uova e lavorate fino a ottenere una pastella priva di grumi. Ungete con un po' di burro una padella antiaderente. Preparate quindi le crepes mettendo un mestolo d'impasto alla volta e facendo cuocere per circa 1 minuto a lato. Tagliate in piccoli pezzi il salmone e unitelo a sale, pepe, timo e ricotta. Amalgamate gli ingredienti e aggiungete metà della besciamella, quindi mescolate nuovamente. Stendete la farcia su metà parte di ogni crepes e richiudetele su se stesse. Richiudete ancora a metà ogni crepes e trasferitele in una teglia. Ricoprite con besciamella parmigiano. Cuocete in forno già caldo a 200 °C per 10 minuti circa.
IL COCKTAIL: COSMOPOLITAN Ingredienti per 2 persone: 80 ml di Vodka, 30 ml di Cointreau, 60 ml di succo di mirtilli, 30 ml di succo di lime. Per guarnire una fetta di lime. Versate in uno shaker i cubetti di ghiaccio poi aggiungete la vodka, il Cointreau, il succo di lime e infine il succo di mirtilli rossi. Chiudete lo shaker con il secondo boccale e shakerate. Separate i due pezzi dello shaker e applicate lo strainer, vale a dire l’apposito colino per separare il ghiaccio dal cocktail, e versate il contenuto in coppe di Martini. Lavate e asciugate un lime, poi tagliate una fetta sottile e decorate i bicchieri.
IL DOLCE:
SEMIFREDDO AI WAFER
Direttore responsabile:
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Direttore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Franco Parrello, Tonino Carneri, Mario Nirta, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli, Nino Sigilli, Tonino Carneri, Sara Leone, Pasquale Giurleo
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Ingredienti per 4 persone: 300 gr di wafer, 250 gr di mascarpone, 100 ml di latte condensato, un cucchianino di caffè solubile, 100 ml di panna per dolci, cioccolato. Montate la panna fredda di frigo e mettetela da parte. Mettete mascarpone, latte condensato e caffè in una ciotola e montateli a crema con le fruste. Aggiungete anche la panna e amalgamate con una spatola, con un movimento dal basso verso l'alto. Iniziate a comporre il vostro dolcetto: su un piatto da portata, create un primo strato di wafer. Mettete la crema al mascarpone in una sacca per pasticceria e create un primo strato di farcitura sui wafer. Create un secondo strato, prima i wafer e poi la farcia, e chiudete con un terzo strato di wafer. Decorate con la crema avanzata e con pezzetti e briciole di cioccolato. Potete servire subito, o conservare in frigo fino al momento di servirlo.
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SOCIETÀ
Il 3 febbraio la presentazione del gruppo FAI giovani L a Delegazione FAI della Locride e della piana inaugurerà le attività del Gruppo FAI Giovani della Locride e della Piana. Il Gruppo FAI Giovani, costituito con la partecipazione di iscritti al FAI di età compresa tra i 18 e i 35 anni, sarà guidato da Luca Siciliano e formerà una nuova articolazione operativa della Delegazione cui saranno affidate attività proprie rivolte a tutti gli iscritti FAI e al pubblico. La presentazione del Gruppo avrà luogo sabato 3 febbraio 2018 alla tenuta “Il Palazzo” a Locri, alle ore 18.
Dalla Locride alla grecanica Anna La Rosa, storico volto geracese di mamma Rai, posa in compagnia del sindaco di Roghudi Pierpaolo Zavettieri dopo aver preso posto per assistere all’inaugurazione in pompa magna del Teatro di Locri, sabato scorso.
Direttive dall’alto Il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, cerca di coordinare le sedute del pubblico che ha intasato il teatro di Locri assieme al suo braccio destro, il vicesindaco Raffaele Sainato, in attesa che cominci la cerimonia di inaugurazione.
Benestaresi in trasferta Abbiamo pizzicato a Locri Nicola Congiusta, Rosario Rocca e Pino Filastro, accomunati non solo da una sincera e duratura amicizia, ma anche dalla fiera origine benestarese!
Calato nella parte Sembra sempre più certa la candidatura di Antonio “Carbonella” Ferreri al Senato della Repubblica alle prossime elezione. Lui, a scanso di equivoci, già si dà un’aria professionale
Rigore culturale L’Assessore alla Cultura del comune di Locri Anna Sofia abbraccia lo scrittore Mimmo Gangemi, intervenuto venerdì scorso alla Biblioteca Gaudio Incorpora per un confronto sul meridionalismo assieme al giornalista Enzo Romeo.
Politica e società Luciano Maria Delfino, Oreste Romeo e il “Barone” Francesco Macrì si confrontano a margine del convegno sullo scioglimento dei comuni organizzato dal Rotary, la scorsa settimana, presso il Palazzo della Cultura di Locri.
O P O C S L’ORO Il pianeta Mercurio smette di essere sfavorevole al tuo segno: molte situazioni legate al lavoro e alle tue relazioni interpersonali troveranno finalmente una soluzione. Settimana super-positiva per quanto riguarda i sentimenti.
A partire dalla giornata di mercoledì non potrai più contare sul favore di Mercurio. Sul lavoro potrebbe verificarsi qualche rallentamento. Anche l’amore in questo periodo lascia a desiderare. Venere sfavorevole crea tensioni. La tua sarà una settimana davvero super! Venere favorevole porta amore e passione, persino le single vivranno momenti di autentico batticuore. Da mercoledì potrai contare sul favore di Mercurio. riuscirai a stringere nuove alleanze sul lavoro. Finalmente puoi tirare un bel sospiro di sollievo: a partire dalla giornata di mercoledì, Mercurio non sarà più in opposizione al tuo segno! Sta per terminare questo periodo di difficoltà, soprattutto lavorative e nella tua vita di relazione. Vedrai che adesso andrà tutto liscio. Venere resta in opposizione e, a partire da mercoledì, la raggiungerà anche il pianeta Mercurio. Non si tratta di un periodo molto fortunato: in amore le tensioni e i litigi sono all’ordine del giorno, mentre sul lavoro potrebbero esserci dei rallentamenti.
È tardi, è tardi, ormai! Nonostante il ritardo, Ilario Ammendolia si è ritagliato qualche istante per fare due chiacchiere assieme Bruno Bartolo e Fortunato Nocera, incontrati mentre si recava alla presentazione del libro di Mimmo Nunnari, a Siderno
Volti noti Nella folla oceanica riversatasi all’interno dell’inaugurando teatro di Locri, sabato scorso, abbiamo riconosciuto anche Nicodemo Angì, Teresa Macrì, Claudio Belcastro e, tre posti più avanti, un pensieroso assessore alla cultura di Siderno Ercole Macrì.
Sfrutta al massimo i primi due giorni di questa settimana, quando potrai ancora contare sull’influenza positiva del pianeta Mercurio che, a partire da mercoledì, assumerà una posizione neutra. Se hai qualcosa da proporre sul lavoro, fatti avanti! Potrai contare su di una bellissima luna che splenderà nel tuo segno. Ottime notizie: a partire dalla giornata di mercoledì, Mercurio non sarà più in posizione sfavorevole! Molti progetti che avevi in mente finalmente troveranno il modo di realizzarsi e ingranare. Anche in amore sarai favorito. Venere sfavorevole crea qualche ostacolo di più in ambito sentimentale. Se sei già in coppia, potresti trovarti a discutere col partner. Per i single sarà difficile fare incontri fortunati e, soprattutto, destinati a un fulgido avvenire. Sul lavoro, ti conviene puntare tutto sulle giornate di lunedì e martedì.
La classe non si sciacqua Il dottore Franco Mammì si lascia fotografare mentre gode dell’ottima compagnia di Franco Laganà. Quando il termine “galantuomo” non sdice!
Venere favorevole questa settimana ti regala tantissime emozioni al fianco di una persona speciale. È un periodo fortunato per quanto riguarda i sentimenti e lo sarà ancora di più a partire dalla giornata di mercoledì. Potresti fare incontri davvero interessanti!
Fila locrese Mimmo Calabria apre un’interessante fila di spettatori locresi che, durante la cerimonia di inaugurazione del teatro, hanno fermato il nostro fotografo per poter comparire sul nostro Blob!
Benvenuta, Diletta! Mamma e papà, i nonni, i cuginetti Antonio, Simone, Irene e Gabriele danno il benvenuto alla piccola Diletta, la nuova arrivata di casa Sanci!
La settimana comincia con una brutta luna in opposizione, ma non farti prendere dall’ansia! Tutti gli altri pianeti sono dalla tua parte e sul lavoro potresti ricevere delle buone notizie o dei riconoscimenti. Attenzione invece alla giornata di domenica. Settimana sarà davvero super per il tuo segno! Potrai contare su Venere in congiunzione che ti garantirà una vita sentimentale al top: non sarà certo l’amore a mancarti! E a partire da mercoledì anche il pianeta Mercurio entrerà nel tuo segno, dando inizio a un periodo pieno di svolte!
La settimana comincia con due giornate davvero interessanti per il tuo segno, in cui potresti ricevere delle belle notizie, specie in ambito lavorativo. Meno fortunate, invece, saranno le giornate di venerdì e sabato.