Riviera nº 06 del 04/02/2018

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IN BREVE L’imprenditore Oreste Mazza ci ha inviato una lettera in cui ci racconta le difficoltà che ha dovuto affrontare per far sopravvivere la propria azienda e spiegarci perché, nella Locride, continua a essere quasi impossibile fare impresa.

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la vetrina

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I miei sogni? Infranti dalle pretese della malavita e dello Stato Avviata un’attività con grandi sacrifici, Mazza si è ritrovato a dover fare i conti con la malavita e, una volta uscito da quel tunnel, non poteva immaginare che avrebbe dovuto lottare contro le banche…

Testamento biologico, si deve registrare al Comune o da un notaio

uando, ancora minorenne, in un contesto territoriale estremamente ostile, decisi di intraprendere l'attività di impresa, rifuggendo dalle lusinghe del facile guadagno, grazie alla educazione e al supporto dei miei genitori, non avrei mai potuto immaginare con quali e quante difficoltà avrei dovuto mio malgrado confrontarmi. Avviare un'attività imprenditoriale in Calabria, nei fatidici anni ’70, è stato estremamente complicato. Quante promesse di pagamento, puntualmente disattese, da quei personaggi malavitosi che, rappresentando impellenti necessità, di fatto si appropriavano indebitamente, con cadenza quasi quotidiana, di prodotti agricoli, utensili e mezzi per l’agricoltura. Quali spiacevoli conseguenze ha suscitato la mia ribellione ad una inaccettabile condizione di sopraffazione; attentati dinamitardi, furti di attrezzature e materiali, senso di inadeguatezza e continue tensioni familiari. E, però, i fornitori, operanti prevalentemente nel nord Italia, attendevano di essere pagati e meritavano la giusta risposta, l'unica possibile, alla fiducia accordatami, senza collaterali interessi ma semplicemente confidando nel mio senso del dovere e nella mia onestà, ponendo dinnanzi a tutto il valore della persona e riconoscendomi di porre in conto vendita le merci al cui pagamento avrei potuto provvedere nel lungo termine. Al fine di fronteggiare i costi di approvvigionamento dei materiali e delle attrezzature ho dovuto necessariamente fare ricorso al credito bancario; dopo aver presentato tutta la documentazione richiestami (stranamente mancava sempre qualcosa) afferente la posizione patrimoniale mia e della mia famiglia sono stato invitato a offrire, a titolo di garanzia, fideiussioni e iscrizioni ipotecarie che avrebbero vincolato i miei cari fino alla seconda generazione. Nonostante le entità delle garanzie, le esigue linee di credito riconosciutemi si sono sempre rivelate insufficienti a fronteggiare anche solo le esigenze di sopravvivenza dell'azienda, vuoi per l'elevato tasso di interesse praticatomi, vuoi, per le numerose e inspiegabili commissioni costantemente addebitate in conto tali per cui la proporzione tra somme utilizzate e importi restituiti ha ben presto visto svanire il suo iniziale, solo apparente, originario equilibrio. Ho comunque onorato con puntualità i miei debiti nei confronti dell'Istituto Bancario, pur sentendomi impotente dinnanzi alla consapevolezza che il migliore dei risultati auspicabili, in quel contesto, fosse la conservazione dell'impresa, e non già, come sarebbe stato invece normale, l'ambizione alla crescita e allo sviluppo di essa. A distanza di oltre 10 anni, dopo aver svincolato, con inimmaginabili sacrifici, i miei familiari dalle gravosissime garanzie fideiussorie imposte dalla banca, ho avvertito nuovamente l'esigenza di ribellarmi, di adire l'autorità giudiziaria per denunciare le plurime nullità che affliggevano i rapporti bancari e domandare la restituzione dell'indebito ed il risarcimento dei danni. Mi sarei atteso un atteggiamento diverso dal mio interlocutore banca al cospetto di una giurisprudenza ormai pacifica sulle principali clausole contenute nei contratti di conto cor-

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al 31 gennaio 2018 è in vigore la legge sul testamento biologico, ovvero “Disposizioni Anticipate di Trattamento” (DAT) riferite alla legge 219/2017. Si tratta di scelte molto personali, delicate e su cui è necessario riflettere ben più che sul testamento materiale. Per tale ragione devono essere scritte e compilate in modo adeguato. Occorre non lasciare vuoti, lacune, imprecisioni o esprimere richieste non previste dalla legge, che potrebbero invalidare l’intero testamento o essere male interpretate, conducendo a un contenzioso. Il testamento biologico è come un testamento normale, non c’è un modulo da riempire, e molti siti stanno mettendo online del materiale per comprendere come compilarlo in modo corretto. I due siti più affidabili sono l’UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) e l’Associazione Luca Coscioni, che è stata una delle colonne portanti per il riconoscimento di questa normativa. Attraverso il testamento biologico chiunque sia maggiorenne e capace di intendere e volere può lasciare delle disposizioni sui trattamenti sanitari richiesti o meno qualora si presenti uno stato di incapacità di autodeterminarsi. Si può anche nominare un fiduciario, che dovrà accertarsi che quanto disposto sia eseguito, ma che può anche revocare in parte o in tutto le disposizioni. Non è obbligatorio nominare un fiduciario, in tal caso le disposizioni dovranno essere seguite, se regolarmente espresse nelle DAT, ma saranno comunque soggette a parere medico. Le DAT saranno valide solo se redatte dopo aver preso conoscenza effettiva del proprio stato sanitario, quindi per anziani o persone con uno stato mentale parzialmente compromesso, bisogna essere precisi e assicurarsi che il paziente sia perfettamente consapevole quando rila-

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rente e mi sono, invece, sentito rispondere che l'istituto aveva correttamente operato nell'assoluto rispetto della normativa e che avrei dovuto restituire immediatamente, quasi fosse una ritorsione alla mia richiesta di rimborso, l'intera esposizione maturata sul conto perché in difetto sarei stato segnalato come cattivo pagatore.Ho resistito fintanto che le convinzioni della Banca non hanno iniziato a vacillare e mi è stata rivolta una vera e propria supplica affinché si raggiungesse un accordo transattivo che ponesse fine alla lite e, aggiungerò io, evitasse di ufficializzare l'indebito. Pur consapevole di essere creditore della Banca e di aver diritto al rimborso di tutte le somme versate in eccedenza, ho offerto 1'8% della somma risultante dagli estratti conto e la proposta, per quanto indecente ove rapportata alle pretese avversarie, è stata accettata nello spazio di due giorni appena. La consolazione di una rivincita anche se solo morale. Nel fare un bilancio della mia vita e di quella di tanti altri imprenditori onesti presenti in Calabria ho enormi difficoltà ad incoraggiare i giovani, tra cui mio figlio, ad affrontare un lavoro autonomo/imprenditoriale. Se si vuole intraprendere un'attività come la mia (in piedi da oltre 40 anni) occorre rischiare sempre in prima persona ed avere il coraggio e la determinazione di affrontare quotidianamente le difficoltà ambientali, di mercato, di concorrenza sleale aggravata dalle pretese economiche delle banche che, viceversa, in caso di crisi vengono soccorse dal Governo di turno con il decreto dell’ultim'ora. Bisogna avere la consapevolezza che lo stato è presente solo ed esclusivamente per garantirsi l'entrata sulle tasse e sui contributi sempre più esosi e che dopo una vita di sacrifici, rinunce e lotte ti ritrovi con una pensione da fame. Certo è superiore al minimo INPS della pensione sociale (448,07 euro per 13 mensilità nel 2017), ma è pur vero che questa spetta anche a chi, per tutta la vita, ha fatto la "cicala" senza affrontare alcun rischio senza considerare che, in caso di malattia, a differenza dei lavoratori dipendenti (cui tu stesso imprenditore garantisci lo stipendio) devi continuare a pagare allo Stato le tasse ed i contributi perché ignora il tuo status di malato e, come noto al campo imprenditoriale, se non lavori non guadagni e non ti puoi neanche curare. A tutti i lavori dipendenti è comunque garantito il TFR ed il pagamento delle ultime 3 mensilità - agli imprenditori NO!!! Anzi, loro stessi lo devono garantire ai loro dipendenti. Inoltre, a tutt'oggi, nessun governo ha approvato e/o riconosciuto l'indennità di malattia per gli imprenditori. Il mio non vuol essere un disincentivo ma la descrizione di una personale esperienza che, ritengo, poco si discosta, negli antefatti ma spesso non anche nelle conclusioni, da quella vissuta dagli altri esponenti della categoria. Il numero di aziende assoggettate a fallimento cresce in maniera esponenziale e, alle spalle di ciò, troppo frequentemente si consumano delle vere tragedie familiari. Nessuno tutela il lavoro autonomo e non vi sono stimoli alle iniziative imprenditoriali perché le banche finanziano solo chi il denaro già ce l’ha. Basta questo per abbandonare un sogno? Per me certamente no, ma il prezzo è stato alto. Oreste Mazza

scia il suo testamento biologico. Maggiori documentazioni oltre la forma scritta sono utili a medici e legali per stabilire la validità delle DAT in eventuali contenziosi. Le disposizioni possono essere espresse anche attraverso videoregistrazione per i pazienti che non siano in grado di scriverle. Possono essere ritirate o modificate in ogni momento. Per essere valido, però, un testamento biologico non può essere solo scritto su carta o videoregistrato, deve essere autenticato da un pubblico ufficiale (cioè da un dipendente comunale con funzione amministrativa), da un notaio o depositato all’Ufficio di stato Civile del proprio comune di residenza, ma solo nelle regioni che abbiano adottato un regolamento ad hoc per il testamento biologico. Data la lentezza delle regioni nell’attivare i regolamenti, e aggiungendo le polemiche che questa normativa ha sollevato, possiamo ragionevolmente ipotizzare che il primo febbraio nessuna regione italiana avrà messo a punto il Regolamento, e che la Calabria sarà una delle ultime. Chi ne ha bisogno sa già che farà prima e meglio a rivolgersi a un notaio. Tuttavia ci sembra importante sollecitare con i nostri pochi mezzi tutte le amministrazioni comunali e la Regione stessa, ad attivarsi il più celermente possibile per dare a chiunque l’opportunità di avvalersi di questo strumento legislativo. Sarebbe forse un gran colpo di scena se una delle prime regioni ad appaiarsi a una legge così importante fosse la tanto vituperata e “retrograda” Calabria. Tutto sta nella volontà di compilare la richiesta e seguire un iter burocratico. La domanda è: ci sarà questa volontà da parte dei nostri amministratori regionali e comunali? Lidia Zitara


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attualità www.larivieraonline.com

A “LA VITA IN DIRETTA”

Hiske Maas racconta la sua storia con Nik Spatari Dall’Olanda in Aspromonte per amore. Nella giornata di mercoledì, a “La Vita in Diretta”, è andata in onda la storia di Nik Spatari e Hiske Maas. Nel noto programma di attualità pomeridiano di Rai 1, Francesca Fialdini ha sviscerato assieme a Hiske tutti gli aspetti della intrigante quanto complessa storia che l’ha legata a Nik Spatari e l’ha convinta a trasferirsi in pianta stabile nella nostra Locride, a Mammola. “Era il 1963 - ha raccontato Hiske, - io venivo da New York e ho incontrato Nik ad una sua esposizione in una galleria d’arte a Parigi. Le cose erano molto diverse al tempo, pur avendogli lasciato un biglietto con il mio recapito, non esistevano i cellulari e Nik sarebbe stato impossibilitato a telefonarmi a causa della sua sordità”. Questa difficoltà, come ben sappiamo, alla fine non ha fermato i due che, da oltre 50 anni allietano la nostra terra con un sodalizio artistico e amoroso che li assurge a simbolo della Locride che ci piace!

BUONE PRATICHE

SIDERNO

Domattina cominciano i lavori di ripristino del lungomare di Siderno Pare essere finalmente giunto a conclusione il lungo calvario del Lungomare di Siderno. A quattro anni esatti dalla mareggiata che ne cancellò una parte, rendendolo simbolo del degrado e dell’incuria

Fattoria della Piana: sulla Tv americana sbarcano le eccellenze calabresi

della gestione commissariale, domattina, alle ore 10, l’Amministrazione Fuda si riunirà per consegnare i lavori di recupero del lungomare e di ricostruzione dell’opera di difesa costiera, aggiudicati lo scorso 19 settembre dalla ditta Franco di Roccella Jonica grazie a un ribasso di circa il 16% sul prezzo stanziato dall’amministrazione. Vengono così finalmente sbrigate tutte le lungaggini burocratiche, ulteriormente estese dall’attuazione della nuova legge anticorruzione proposta da Raffaele Cantone e iniziate nel 2015 con il tira e molla intrapreso dall’amministrazione con la Regione Calabria per ottenere il finanziamento per la ricostruzione, infine assegnato il 30/12 del 2015 e ammontante a 3 milioni di Euro. A partire da domani, la ditta dovrà terminare i lavori entro e non oltre 330 giorni.

Una puntata speciale del fortunato programma di Victor Rallo dedicata all’azienda di Candidoni e a Librandi. Carmelo Basile: «Il mio impegno è qui in Calabria con le tante realtà positive che hanno deciso di rimboccarsi le maniche, e per questo motivo, pur gratificato dall’offerta, ho scelto di rifiutare un collegio senatoriale»

Victor Rallo, famoso ristoratore ed enologo del New Jersey, da anni esplora l'Italia per scoprire i prodotti migliori e portarli nelle case (e sulle tavole) degli americani attraverso il suo show televisivo "Eat! Drink! Italy!", fortunatissimo programma che raggiunge milioni di telespettatori attraverso i migliori circuiti televisivi statunitensi. Durante la sua ultima visita ha fatto tappa obbligata in Calabria: voleva conoscere meglio Fattoria della Piana e Librandi, le aziende produttrici dei formaggi e dei vini gustati in Usa grazie ad Atalanta Corporation, che dal 1945 importa migliaia di prodotti alimentari da tutto il mondo. Tra le 3.000 specialità di formaggi provenienti da 45 paesi, i fratelli Gellert, titolari della più grande azienda privata di food-import oltreoceano, avevano fatto assaggiare a Vic Rallo il pecorino prodotto nella Piana di Gioia Tauro: lo showman ha immediatamente inserito i prodotti di Fattoria nella sua "agenda televisiva". Qualche mese fa l'arrivo e la visita in azienda, durata alcuni giorni. La nuova stagione televisiva di "Eat! Drink! Italy"! è

partita da poco: la quarta puntata (http://ontheroadwithvicrallo.com/season4-episode-1-calabria/) si apre su Fattoria della Piana. Una ricetta cucinata per gli spettatori statunitensi con la chef Giulia la tagliata rucola e pecorino -, una visita molto accurata all'allevamento, alla sala mungitura e al caseificio, e infine l'intervista al presidente della cooperativa Carmelo Basile: Vic Rallo ha portato sui piccoli schermi Usa tutta la genuinità, il gusto e la bontà di quello che "più che un'azienda è un sistema", come ama dire Basile. «Da quando abbiamo ospitato Vic Rallo in Fattoria sono successe tante, tantissime cose» spiega Carmelo Basile. «Si cresce giorno dopo giorno, seguendo i ritmi e gli insegnamenti della natura. Ogni giorno si raggiunge un nuovo risultato, ogni giorno si va avanti e si aprono nuove prospettive. Quando dico che Fattoria è un sistema intendo proprio questo. "La Calabria buona si muove", nato come un claim per farci conoscere meglio, oggi è un modo di essere, che quotidianamente si arricchisce di nuove esperienze, di nuove sinergie. E che tanta strada deve, può e vuole fare ancora. Per questa ragione, pur gratificato dall’offerta che mi è stata fatta di un collegio senatoriale per le prossime elezioni politiche, non ho avuto dubbi nel declinarla: sono certo che saprò rendere molto più proficua la mia presenza sul territorio continuando a lavorare in Fattoria, a fianco delle tante realtà positive che hanno deciso di rimboccarsi le maniche e smettere di lamentarsi aspettando aiuti dall’alto. Siamo noi a decidere cosa debba essere la Calabria: la mia è una regione produttiva, attiva, capace di raggiungere mete internazionali non con il dire, ma con il fare. Insieme. La Calabria buona si muove, appunto. E sarebbe un delitto fermarla».



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IN BREVE

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Il prossimo 4 marzo gli elettori si recheranno alle urne con sulle spalle delle pesanti “statue di sale” che non li rappresenteranno in alcun modo ma li costringeranno a inchinarsi dinanzi a un “potere” sostanzialmente mafioso.

Le statue di sale

ILARIO AMMENDOLIA

e un domani potessimo rivedere le immagini di ognuno di noi mentre il 4 marzo deposita la scheda nell’urna ci renderemmo conto di aver partecipato a un inchino collettivo con delle pesanti "statue di sale" sulle spalle. Nessuno si illuda di esercitare la “sovranità popolare” nelle forme e nei modi previsti dalla Costituzione perché le prossime elezioni politiche saranno soltanto un rito attraverso il quale noi rinnoveremo il nostro atto di sottomissione a un potere estraneo che si racchiude in poche mani. Un potere molto spesso separato dagli stessi partiti che sono stati svuotati di democrazia, di partecipazione, di progettualità e di passione. Purtroppo, noi, col nostro voto, legittimeremo il discutibile cerimoniale. E saprà di farsa il fatto che Giacomo Mancini, che da

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decenni fa la spola tra PD e PDL, senza destare né stupore né scandalo, si potrebbe trovare nella singolare condizione di dover scegliere tra l’incarico di consigliere regionale in Forza Italia o deputato del PD, magari cantando: “questo o quello per me pari sono…” Mentre Talarico, catanzarese doc, si presenterà a Reggio Calabria con la cooncreta possibilità di agevolare la probabile elezione del senatore D’Ascola già eletto in precedenza con Forza Italia e oggi candidato nel centrosinistra. Cambiando l’ordine dei addendi la somma non cambia . Nico Stumpo invece è cosa decisamente diversa perché si candida tra i “liberi e uguali” anche se Lui declina la parola “uguale” come Orwell nella “fattoria degli animali”. Si ritiene più “uguale” degli altri ed è convinto che il Parlamento italiano non avrebbe senso senza la sua presenza. Quindi, e con estremo spirito di sacrificio, si presenta capolista in tutte le circoscrizioni della Calabria. Più uguaglianza di così si muore!

La Santelli e Occhiuto si alternano tra il primo e il secondo posto in due diverse circoscrizioni e ricordando Paolo e Francesca "insieme vanno, e paiono sì al vento esse leggeri...". Ovviamente il rispetto del territorio e della gente è massimo. Cantava Antoine, comunque “voterai” “sempre pietre in faccia prenderai...” . Più o meno è così! Viscomi che ci è stato presentato come un eccellente “tecnico” al momento della sua nomina nella giunta regionale diventa “super politico” con il compito di tenere a bada gli “avversari “nella città di Catanzaro e di fronteggiarli nella circoscrizione di Reggio. E Magorno? Il segretario regionale del PD ha fatto trascorrere ai calabresi notti insonni, conteso com’era in tutti i collegi. Per evitare una guerra fratricida alla fine s'è deciso di candidarlo al Senato nel proporzionale e venne la pace. Magorno è una fulgida stella nel firmamento politico calabrese e italiano capace di mettere in campo un partito democratico che l’Italia ci invidia. In

questi cinque anni, il Parlamento attonito ha ascoltato i suoi interventi taglienti come lame che hanno costretto il governo a perseguire una politica a favore della Calabria con risultati strepitosi che sono sotto gli occhi di tutti. La Calabria intera è diventata un laboratorio grazie all’idee “magorniane” che partendo da un PD pieno di vitalità hanno sviluppato un teso dibattito in tutta la Regione. Purtroppo il discorso è serio perché hanno ridotto la Calabria è una landa desolata dove non sbocciano più fiori, né si producono frutti, né cresce erba e “ si ccocchj arburi vaij u cumparisci ci minanu petrati nommu crisci”. La provincia di Reggio Calabria è un deserto calpestato da una maggioranza di “politici” inconsistenti agli ordini dei vari “ras”. Molti voteranno 5stelle per rabbia o per protesta ma dubito molto che la gente avrà qualche beneficio da un “movimento” che è oggettivamente dirigista, qualunquista, demagogico, senza “volto” e senza politica.

La Locrid sospes in un freez “

Nella Locride non si è più in cerca di nulla. Manca quello scatto deciso e creativo per realizzare il domani. Non ci sono più neppure convolgimenti provvisori, si è smesso di credere persino alle promesse a breve termine. Ovunque regna la confusione, anzi peggio, lo straniamento, e questo per mancanza di un piano d'azione preciso.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

ualche mese fa Piero Angela ha ribadito che l'omeopatia è acqua fresca e ruba tempo alle cure valide. Non so perchè questa frase mi sia tornata in mente proprio adesso mentre vedo posizionati sul "Via" tanti aspiranti impoltronati che hanno già dato fiato alle loro trombe stonate. Promettono, straparlano, imbambolano. Hanno una soluzione per tutto. Adesso. Una vischiosa, interminabile e senza ritegno manipolazione di echi. Provano gusto a fomentare un entusiasmo isterico che li acclama con clap clap meccanici e narcotizzati. Una politica passata dal voler essere "popolare" al voler "spopolare". Cure palliative. Effetto placebo che dura giusto il tempo della campagna elettorale, in un'Italia - e ancor più in una Calabria - che da anni viene sedata con forti dosi di ACP, Aspetta Che Passi. E così mentre la politica si fa omeopatia, acqua fresca, aria fritta, al solo e unico scopo di spadroneggiare, viene rubato il tempo alle cure valide. La cosa che stupisce è che c'è chi accetta di farsi curare con queste terapie "alternative" e non pretende effica-

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CAMERA UNINOMINALE

Blocco Nazionale Libertà Benito Mirto Casapound Roberto Irrera Centro Destra Francesco Cannizzaro Centro Sinistra Elisabetta Tripodi Forza Nuova Caterina Marzolo Liberi e Uguali Domenico Mantegna

Movimento 5 Stelle Giuseppe Antonio Germanò Partito Comunista Gaetano Errigo Partito Valore Umano Antonio Cutugno Popolo della Famiglia Giuseppe Arena Potere al Popolo Nicola Lucà Sinistra Rivoluzionaria Pasquale Neri

SENATO UNINOMINALE

DINANZI A OGNI SEGGIO ELETTORALE HANNO GIÀ COSTRUITO DELLE INVISIBILI FORCHE CAUDINE SOTTO LE QUALI NOI SAREMO COSTRETTI A PASSARE A PRESCINDERE DALLA NOSTRA VOLONTÀ. So che gli elettori “cinquestellati” non mi crederanno ed è bene che facciano la loro esperienza con l’augurio che non si facciano - e ci facciano - troppo male. Non sono anarchico (?) o estremista e sono in grado di capire che ci sono anche singoli candidati dignitosi ma con scarse – o nessuna – possibilità di elezione. Né credo che “partiti” messi in piedi alla vigilia delle elezioni possano avere successo, sebbene in qualche caso non sarebbe male. Non è mio compito dare soluzioni politiche. Questo ruolo appartiene a chi si candida e a chi guida questi partiti senza anima, né vita, né politica. Ai governi democratici, di qualsiasi colore e a qualsiasi livello, si porta rispetto anche quando non si condividono le idee. Temo però che il futuro Parlamento rischia di essere espressione della negazione della volontà popolare e pertanto illegittimo. Qualche anno fa ci hanno messo in croce con la

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cia. Risultati concreti. Ci sono poi le eccezioni, non positive purtroppo: la Locride. Qui si è rinunciato persino alle cure palliative. Ci si sente come immobilizzati in un "freeze" che nessuno accenna a sbloccare. Un freeze che ha lo scopo di dissimulare la nostra presenza. Che inibisce, che doma. Non si è più in cerca di nulla. Manca quello scatto deciso e creativo per realizzare il domani. Non ci sono più neppure convolgimenti provvisori, si è smesso di credere persino alle promesse a breve termine. Ovunque regna la confusione, anzi peggio, lo straniamento, e questo per mancanza di un piano d'azione preciso. A marzo si vota? E chi se ne frega! Tanto per noi non ci saranno neppure le briciole. La Locride non si sente rappresentata. Chi porterà in Parlamento le istanze di questo territorio? Anche ammesso che ci si fosse organizzati in tempo per proporre una qualche rappresentanza valida, la selezione di partito avrebbe mandato a farsi strabenedire ogni sforzo lungimirante. E poi c'è il Rosatellum a mettersi di traverso. Nella nuova legge elettorale c’è innanzitutto un problema di coinvolgimento dei cittadini. Si è provato a ricostruire il rapporto eletto-elettore attraverso i collegi uninominali ma sono ancora troppo grandi (circa 250.000 abitanti in media alla Camera, il doppio al Senato) e troppo pochi (solo il 37 per cento dei parlamentari sarà scelto in collegi uninominali). La maggior parte

campagna degli “inchini” delle Statue sotto le finestre dei capi ‘ndrangheta. Una brutta pagina! Certamente nessuno si dovrebbe inchinare dinanzi a un altro uomo, né dovrebbe essere costretto a piegarsi verso un qualsiasi “potere” sia esso mafioso che economico, giudiziario o politico. Il 4 marzo l’inchino sarà vero, prepotente e violento. Oserei dire intriso di mafiosità! Vogliono costringerci a portare sulle spalle delle pesanti "statue di sale" e a inchinarci dinanzi a un "potere" sostanzialmente mafioso. Dinanzi a ogni seggio elettorale hanno già costruito delle invisibili forche caudine sotto le quali noi saremo costretti a passare a prescindere della nostra volontà. A meno che? Probabilmente continueremo nel prossimo numero del giornale.

Casapound Nicola Antonio Malaspina Centro Destra Marco Siclari Centro Sinistra Ottavio Amaro Destre Unite - Forconi Sebastiano Vecchio Forza Nuova Antonio Ferreri Liberi e Uguali Pietro Sergi

Movimento 5 Stelle Bruno Azzerboni Partito Comunista Francesco Cimato Partito Valore Umano Andrea Mandalari Popolo della Famiglia Orazio Stefano Giovanni Filippelli Potere al Popolo Giovanni Alati Sinistra Rivoluzionaria Antonio Messineo

CAMERA PROPORZIONALE +Europa con Emma Bonino Caterina Forelli Rocco Ruffa Rocco Ruffa Giuseppe Di Bella Casa Pound Federico Maria Romeo Roberta Riso Domenico Barbaro Rita Vallelonga Civica Popolare Vincenzo De Filippis Annamria Casuscelli Vincenzo Mario Domenico D’Ascola Tiziana Tropea Lega Domenico Furgiuele Francesca Anastasia Porpiglia Vincenzo Gioffrè Quintina Vecchio Liberi e Uguali Nicola Stumpo Rita Commisso Filippo Quartuccio Domenica Vinci Forza Italia Iole Santelli Roberto Occhiuto Maria Tripodi Domenico Giannetta Forza Nuova Michele Colace Andreina Moschella Gioacchino Di Maio Alessandra Leuzzi Fratelli d’Italia Wanda Ferro Fausto Orsomarso Rosa Sigillo Giuseppe Serranò Insieme Francesca Eleonora Leotta Giovanni Maria Lebrino

Elisa Vittoria Greco Giuseppe Romeo Noi con l’Italia Luigi Fedele Paola Lemma Tommaso Brutto Maria Teresa Perri Movimento 5 Stelle Dalila Nesci Paolo Parentela Federica Dieni Riccardo Tucci Partito Comunista Giovanni Surace Danya Maiuri Costantino Domenico Talia Elvira Mirabelli Partito Democratico Antonio Viscomi Marianna Madia Ernesto Alecci Giulia Veltri Partito Valore Umano Gianfranco Sorbara Grazia Curcio Achille Caruso Monica Russo Popolo della Famiglia Carmela Surace Ivan Prestia Anna Giusi Guarascio Livio Sacco Potere al Popolo Giuseppe Marra Anna Laura Fazzari Ferruccio Codeluppi Alessia Stelitano Sinistra Rivoluzionaria Demetrio Cutrupi Antonio Carpino Francesca Aroma Carmela Crapanzano

SENATO PROPORZIONALE

dei seggi verrà assegnata con il metodo proporzionale, attraverso collegi plurinominali con liste bloccate. Chi sarà eletto risponderà a chi lo ha votato o ai leader di partito che gli hanno concesso la grazia di essere inserito in lista? A puzzare di bruciato è poi la questione delle pluricandidature. La legge, infatti, prevede che ogni candidato possa presentarsi in ben cinque collegi. Un sistema "paracadute" che assicura a capipartito e fedelissimi la conquista dell'agognata poltrona. A questo va aggiunto che sulla scheda che verrà consegnata al cittadino sarà possibile esprimere un solo voto. Scegliendo il candidato al collegio uninominale si sceglie l'intera coalizione che lo sostiene. È un po' come quando ti sposi: prendi tutto il pacchetto, suocera compresa. L'elettore dovrà, quindi, anche appiopparsi il candidato che non gli va a genio. Inoltre, la legge non prevede alcun voto disgiunto: non sarà possibile votare un partito al proporzionale e un candidato avversario all’uninominale. Potrebbe sembrare una semplificazione ma è una limitazione della libertà di scelta bella e buona. L'altra grande novità sono le coalizioni che piacciono per vincere, un po' meno per governare. Così, proclamato il vincitore, si dissolveranno, e all'orizzonte si riaffaccerà lo spettro delle larghe intese. Almeno fino alle prossime elezioni. Per fortuna che la Locride non ci crede a questi palliattivi.

+Europa con Emma Bonino Sergio Stumpo Irene Abigail Piccinini Riccardo Lo Monaco Ilaria Donatio Casa Pound Giulio Massimo Cario Caterina Nero Antonio Lacava Civica Popolare Maria Locanto Sergio Serra Domenica Porpoglia Francesco Cannizzaro Destre Unite - Forconi Luigi Catalano Carolina Andidaro Sebastiano Vecchio Rosetta Talè Lega Matteo Salvini Clotilde Minasi Fausto De Angelis Maria Lamboglia Liberi e Uguali Angelo Broccolo Laura Francesca Sgambellone Pietro Sergi Maria Antonietta De Fazio Forza Italia Giuseppe Mangialavori Fulvia Caligiuri Antonino Daffinà Valeria Fedele Forza Nuova Claudio Belcastro Maria Rattà Augusto Castiglia Fratelli d’Italia Isabella Rauti Massimo Ripepi Antonella Polimeno Giovanni Iaconis Insieme

Agostino Chiarello Patrizia Giglio Franco Perri Stefania Giovanna Gigliotti Noi con l’Italia Giuseppe Galati Barbara Blasi Gregorio Ciccone Valeria Surace Movimento 5 Stelle Nicola Morra Bianca Laura Granato Giuseppe Auddino Rosa Silvana Abate Partito Comunista Cristina Torchio Pasquale Cuzzocrea Angela Cicciù Luca Barbuto Partito Democratico Ernesto Magorno Maria Carmela Lanzetta Sebastiano Barbanti Anna Maria Cardamone Partito Valore Umano Tommaso De Fazio Francesca Aversa Giuseppe Pisani Valda Jovanovic Popolo della Famiglia Angela Ciconte Orazio Stefano Giovanni Filippelli Giovanna Arminio Maurizio Rovella Potere al Popolo Mario Gallina Sandra Berardi Giovanni Alati Pina Sangineto Sinistra Rivoluzionaria Giuseppe Siclari Aldo Capparelli Mariagata Aloise Maura Valdrighi


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LA SETTIMANA

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la tragedia www.larivieraonline.com

BECKY MOSES

Fuggita dalla povertà, è morta a 26 anni nel ghetto di San Ferdinando. Arsa viva, nel sonno.

Becky uccisa dall'imbruttimento

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Chi sono gli assassini di Becky? Chi pagherà per averla consegnata alla morte così in fretta? È solo colpa della Prefettura o di una società votata all’odio?

veva compiuto ventisei anni da pochi giorni. Becky Moses aveva festeggiato il compleanno tra i grigi rifiuti di una baraccopoli divenuta trappola mortale. Erano le due di notte del 27 gennaio quando il fuoco, unica fonte di calore nel ghetto di San Ferdinando, è divampato all'improvviso. È morta in modo orribile. Arsa viva, nel sonno. Solo pochi resti nella bara di zinco, portata via tra le lacrime dei connazionali. Era nata l'11 gennaio del 1992 in Nigeria, si legge nel suo documento d'identità rilasciato il 21 dicembre dal comune di Riace. Porta la firma del sindaco Domenico Lucano. Per due anni Becky era stata ospite del Centro di accoglienza straordinario (Cas) di Riace, aveva una casa e stava imparando un mestiere. Poi, il Cas è stato chiuso: la Prefettura di Reggio Calabria non paga dal giugno 2016. Mimmo Lucano ha provato a sollecitare i pagamenti lo scorso 12 dicembre ma non ha avuto nessun riscontro. E così, a fine dicembre, la commissione territoriale ha comunicato il diniego per Becky, rifiutando la sua richiesta di asilo politico. Per le nigeriane è una costante. Loro sono vittime della tratta della prostituzione e lo status di rifugiato viene riconosciuto solo in cambio di informazioni, ovvero solo se denunciano gli sfruttatori. La disperazione, o piuttosto la rabbia, di Mimmo Lucano oggi è massima: “Un destino crudele ha segnato per sempre la vita di una ragazza in fuga dalle guerre e dalle persecuzioni. Un destino che forse dipende dalle scelte di noi esseri umani. La burocrazia e le procedure dovrebbero tutelare la coscienza e il rispetto dei diritti umani”. Nessuno pare sentirsi responsabile della morte di Becky. Sentirsi responsabili ha una duplice valenza: rendersi conto ma anche rendere conto. Rendere conto della morte di un esse-

re umano. Per questa mancanza di responsabilità e umanità Mimmo Lucano non si dà pace: nell’inchiesta giudiziaria che lo coinvolge gli viene contestato un prolungamento dell'accoglienza. Proprio quello che avrebbe salvato la vita a Becky. Chi sono gli assassini di Becky? Chi pagherà per averla consegnata alla morte così in fretta? È solo colpa della Prefettura o di una società imbruttita? L'altro giorno, sul web, mi sono imbattuta in alcuni esempi di "architettura ostile", ovvero un'architettura che scaccia il diverso, l'"indecoroso". Panchine con un bracciolo metallico montato nel mezzo per impedire ai clochard e ai migranti di sdraiarsi, spuntoni di ferro davanti a banche, supermercati e residenze private per dissuadere anche solo dal sedersi, elementi aguzzi sotto un ponte per ostacolare l'accampamento. Il messaggio è chiaro: non vi vogliamo qui. L'odio sta distribuendo ovunque i suoi biglietti da visita. Se non vi siete mai accorti di questi post-it dell'intolleranza, siete fortunati. Non avete mai dormito per strada. E sarebbe ora di iniziare a preoccuparsi del popolo della strada.

Sono stati ultimati i lavori delle opere finanziate nell’Accordo di Programma tra il Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare e la Regione Calabria per la messa in sicurezza del centro storico di Grotteria. L'intervento per la mitigazione del rischio idrogeologico ha richiesto un finanziamento di 1 milione.

Daniela Rupo, ex assessore al bilancio del Comune di Locri, è il nuovo direttore generale dell’Università di Messina. Iscritta all’Albo professionale (Elenco speciale) dei Dottori Commercialisti di Locri, la Rupo Svolge consulenza tecnica del Giudice presso il Tribunale di Locri.

Una rapina è stata messa a segno giovedì scorso presso l'ufficio postale di Marina di Gioiosa. Tre malviventi sono entrati dal retro dell’ufficio con il volto coperto e si sono fatti consegnare il bottino, forse neppure mille euro, seminando il panico tra i numerosi presenti che affolavano l'ufficio.

Disgustato e attonito dagli ultimi avvenimenti che hanno portato alla composizione delle liste di Forza Italia per le prossime elezioni politiche, Roberto Marando, consigliere del Comune di Ardore, ha restituito la tessera di Partito, di un partito che non rappresenta più nessuno.

IN BREVE

Il Gal “Terre Locridee” presente nel programma regionale di sviluppo rurale Il Gal “Terre Locridee” prosegue nel lavoro di agenzia di sviluppo del territorio della Locride. Durante il mese di gennaio, infatti, è stato necessario lavorare intensamente al fine di redigere i progetti legati al programma Regionale di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione Calabria, misura M16.01 “aiuti per la costituzione e l’operatività dei gruppi operativi del PEI” – fase 1: Setting-up, un bando la cui scadenza, inizialmente fissata per 15 gennaio, è stata prorogata al 15 di febbraio. La struttura del Gal ha affiancato le aziende nella redazione dei progetti e nella fase di presentazione degli stessi e ha dunque permesso la presentazione di

“Viti e vitigni del basso Jonio Calabrese” e “L’olio della Locride”, svolgendo al contempo il ruolo di partner in altri 4 piani presentati con la stessa misura: “Calabria Beer lab – Creazione della filiera brassicola calabrese”, “Legumical Antiche leguminose da granella calabresi”, “Kepos, il giardino delle meraviglie” e “O.F.I. (Opuntia Ficus Indica). Ci si prepara ora alla redazione dei progetti per il PSR Calabria 20142020: Bando Misura 16 Intervento 16.2.1 “Sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie nel settore agroalimentare e forestale” relativo all’annualità 2017. Oltre questa fase faticosa e impegnativa, il Gal

ha continuato a operare per attivare i bandi relativi al Pal della Locride, finanziato dalla Regione Calabria, partecipando attivamente alle riunioni svolte in questo mese, negli uffici della Regione Calabria. Contestualmente si vuole comunicare che, durante l’ultima riunione del C.D.A. dello stesso Gal è stato approvato un documento in cui si invitano tutti gli operatori della Locride a indicare le possibili idee progettuali di sviluppo del territorio di cui il Gal si può fare promotore attraverso la compilazione di un modulo di raccolta proposte dal territorio. Si ricorda poi che il Gal Terre Locridee, costi-

tuito nel dicembre 2016, ha iniziato a essere operativo solo alla fine del 2017, periodo in cui, oltre ad allestire una struttura che potesse rispondere alle esigenze del territorio, ha organizzato la sua prima manifestazione di filiera, la 1ª Festa dell’Olio della Locride. Ma la 1ª Festa dell’Olio della Locride non è stata solo buon cibo: ci sono stati interessanti tavole rotonde, workshop e tanto altro hanno arricchito il programma della due giorni. Il Presidente Francesco Macrì infine ricorda, che al compimento del suo primo anno di attività, il Gal può contare sull’adesione di 25 comuni, 10 associazioni e 43 aziende.



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Questo spazio è riservato a te. 1200 battute per lamentarti o complimentarti con noi, fare segnalazioni, raccontarci le tue esperienze, potrai inviarci foto degli scorci del tuo paese o video se hai un talento nascosto. Saremo lieti di risponderti pubblicamente, daremo voce al tuo pensiero e ti daremo visibilità sui nostri social. Sii parte integrante di questa realtà

04 FEBBRAIO - 10

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IN BREVE

La gestione dei ponti mostra le due facce della Calabria

A Cosenza, con tutto il rispetto per la città e i suoi abitanti, ci si permette il lusso di costruire un ponte costato fior di quattrini, circa 20 milioni di euro, che, a sentire i più grandi esperti, è inutile, non produce reddito e non genera sviluppo ma anzi, nel tempo, avrà bisogno di manutenzione con conseguente dispersione di risorse. Una cattedrale nel deserto, insomma, una opera pubblica fine a se stessa, presumibilmente, solo per accrescere il consenso politico. Tra l’altro infarcito, il ponte, di mille polemiche perché sembra che parte del finanziamento venga dai fondi GESCAL destinati esclusivamente all’edilizia popolare, di cui a Cosenza c’è davvero bisogno. Addirittura pare che solo per inaugurarlo, con un fantasmagorico spettacolo di luci, danze e colori trasmesso in diretta tv, siano stati spesi circa 120mila euro. Moralmente uno schiaffo alla povertà, un pugno all’intelligenza e in barba alla crisi. Politicamente è una dimostrazione arro-

“A Cosenza non si è esitato a spendere 20 milioni per il ponte di Calatrava mentre, nella Locride, Caulonia continua a restare isolata dall’impraticabilità del ponte sull’Allaro…” gante di spreco di denaro pubblico che chi di competenza, magari la corte dei conti, dovrebbe tenere in seria considerazione. Nella Locride invece, i ponti sulla statale 106, che congiungono interi paesi crollano e nessuno li ripristina più, vedi ponte sul fiume Allaro, con buona pace di intere comunità che rimangono isolate e cittadini, soprattutto automobilisti, che devono convivere con disagi e difficoltà che mettono a dura prova l’intero settore dei trasporti. Qualcuno che non guarda aldilà del suo naso potrà contestare che non c’è un nesso tra le due cose, altri, più furbescamente, non vogliono vederlo. Probabilmente le competenze politiche e tecniche e le responsabilità sono diverse, forse la gente della Locride non è abbastanza determinata nella tutela dei suoi diritti, ma una cosa, però, è certa: A livello istituzionale ed etico è un grande segnale di ingiustizia e disparità sociale, di cui tutti i cittadini dovrebbero prendere coscienza. Pasquale Aiello

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SCUOLA

Un “Career Day” per non farsi trovare impreparati al mondo del lavoro I ragazzi dei Licei Mazzini di Locri anticipano i tempi e organizzano una Giornata della Carriera per comprendere meglio le prospettive lavorative offerte dalla Locride e scegliere con oculatezza l’Università.

Il “Career Day” è una giornata di orientamento nel mondo del lavoro generalmente offerto dalle università agli studenti in procinto di laurearsi ma, ai Licei Mazzini di Locri, i ragazzi ritengono che un confronto con alcuni esponenti del mondo del lavoro locale possa tornare utile anche a chi ancora deve sostenere la maturità. È con questa filosofia che il Rappresentante d’Istituto Simone Raschellà ha deciso di organizzare presso la scuola una Giornata della Carriera per la quale ha già raccolto molti consensi e che è stata fissata per il prossimo 16 marzo. È venuto a parlarcene in anteprima assieme Angela Bolognino, parte di un gruppo di lavoro ristretto ma con tanta voglia di lavorare, che si sta occupando di progettare l’occupazione degli spazi e di contattare i professionisti in seguito al nulla osta del dirigente scolastico. «L’intento della giornata - ci spiega Stefano - è proprio quello di

permettere ai nostri studenti di comprendere quali siano le prospettive lavorative offerte dal nostro territorio, un dato che potrebbe rivelarsi estremamente utile anche nella scelta del percorso universitario da intraprendere. Abbiamo già una bozza di scaletta e ci stiamo impegnando a contattare grandi nomi dell’imprenditoria e del mondo professionale calabrese per dare ai ragazzi la più completa esperienza possibile in tal senso. Proprio per questa ragione abbiamo suddiviso l’istituto in aree che garantiscano ai ragazzi di “passeggiare” tra le zone dedicate alle diverse professioni, soffermandosi nei pressi di quelle che attireranno maggiormente la loro attenzione. Prenderanno la parola esponenti del mondo dell’arma e dell’esercito, della medicina, dei pubblici uffici, degli ambiti dell’arte, dello sport e della cultura, le associazioni e i liberi professionisti, la Protezione Civile, psicologi, insegnanti, personale ATA, hostess e

consiglieri comunali… insomma, chiunque possa aiutarci a comprendere meglio la giungla del mondo del lavoro moderno, a partire dal sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, che ci ha già dato il suo entusiastico assenso.» Il progetto, ha continuato a raccontarci Stefano, occuperà sicuramente la mattinata del 16 marzo e, a seconda della disponibilità, potrebbe protrarsi fino al pomeriggio. Il gruppo di lavoro del Mazzini è poi fortemente solleticato all’idea di poter allargare la sezione pomeridiana anche agli studenti di altre scuole, rendendo così un grande servizio ai colleghi dell’intero comprensorio. Una prospettiva indubbiamente accattivante, ma per la quale si attendono sviluppi e comunicazioni ufficiali, che saranno certamente date attraverso il sito istituzionale della scuola e il Mazziniblog ideato da Elisabetta Spanò e quotidianamente aggiornato dagli studenti stessi. Jacopo Giuca

Siderno: i commercianti ritrovano la sinergia Domenica 28 gennaio, presso il palazzetto dello sport di Cinquefrondi, si è svolto il Torneo Mediterraneo di Arti Marziali, che ha messo in evidenza le elevate capacità tecniche e atletiche degli atleti dell’accademia guidata da Giuseppe Cavallo con sedi a Siderno, Caulonia, Polistena e Giffone. L’ottima organizzazione ha garantito di vivere una giornata di bellissimo sport, teatro di una competizione serrata al termine della quale gli atleti della Locride hanno ben figurato.

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Torneo Mediterraneo di Arti Marziali: in evidenza la Locride

Domenica 28 gennaio, presso il palazzetto dello sport di Cinquefrondi, si è svolto il Torneo Mediterraneo di Arti Marziali, che ha messo in evidenza le elevate capacità tecniche e atletiche degli atleti dell’accademia guidata da Giuseppe Cavallo con sedi a Siderno, Caulonia, Polistena e Giffone. L’ottima organizzazione ha garantito di vivere una giornata di bellissimo sport, teatro di una competizione serrata al termine della quale gli atleti della Locride hanno ben figurato.

Marina di Gioiosa: ci ha lasciati l’ex sindaco Bombardieri

Questa settimana si è spento Oscar Bombardieri, dal 1978 al 1988 Sindaco di Marina di Gioiosa Ionica e a lungo dirigente politico del Partito Socialista Italiano. Lo ha voluto annunciare Domenico Vestito che, in qualità di ultimo Sindaco democraticamente eletto dei Gioiosa Marina, ha sentito il dovere e la responsabilità di lanciare un appello pubblico alla commissione straordinaria affinché listasse a lutto le bandiere del Palazzo Municipale, appello purtroppo rimasto inascoltato con grande dolore e indignazione da parte di tutta la comunità.





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LO ZIBALDONE

La ricerca di un “mi piace” non deve essere esistenziale

Il Presidente Mattarella ha ripreso gli italiani che avrebbero l’intenzione di non andare a votare: “Troppo comodo lamentarsi – ha detto in sostanza – non ci si può limitare a guardare”. A tal proposito, è calzante citare Antonio Gramsci (“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti”). Tutto ciò premesso, credo che il capo dello Stato abbia fatto un tentativo di ribaltare il problema, pur partendo da assunti legittimi. Chi non si reca alle urne (cosa sbagliata in tutti i sensi e sempre) - o almeno parte di essi - non lo fa per moda, disaffezione alla politica in generale, ma per un altro, forse più semplice, motivo: non si sente rappresentato da nessuno. E tanto meno da questa politica, che dimentica presto e si attorciglia su se stessa, che promette qualsiasi cosa, torna indietro e che parla alla pancia e poco al cervello, non mette quasi mai insieme proposte e ragionamenti approfonditi e concreti. Prende più piede, inoltre, la “politica” del sospetto. A volte si dimentica, irragionevolmente o in perfetta malafede, il danno che si può provocare semplicemente adombrando una fattispecie. I Latini facevano un distinguo fra il dicunt e il dicitur, come fra il de visu e il de relato. Si rendevano conto della differenza tra il riferire una notizia, anche vera, sic et simpliciter e il tentativo di propalare la medesima con l'allusione ad un comportamento scorretto. Viviamo in un momento in cui la comunicazione ha assunto una dimensione molto importante. A tutti viene data la possibilità di utilizzare i social. Ma questi sono soltanto strumenti. Faccio un esempio. Consideriamo il coltello. È indispensabile all'uomo per tagliare ma si può anche uccidere. Il social, quindi, non è in se stesso negativo ma, come strumento, dipende dall'uso distorto o meno di chi lo utilizza. La giusta dialettica politica deve essere la contrapposizione legittima fra diverse idee ritenute idonee per affrontare e risolvere il problema. Però, perché ciò avvenga è necessario che ci siano le idee in quanto se uno degli interlocutori ne è privo, la dialettica non può esistere. Gli avversari politici (che io definisco concorrenti in quanto dovrebbero essere animati dallo stesso fine - il bene della comunità -) non dovrebbero, quindi, dedicarsi esclusivamente alle subdole insinuazioni ma confrontarsi positivamente e non essere contro, come direbbe Totò, “a prescindere”. La ricerca spasmodica di un “ mi piace”, assurto a squallido riscontro per giustificare il proprio inutile e vacuo essere, non deve divenire esistenziale. Purtroppo, però, per questi sciocchi scribacchini del falso, a volte le cose vanno diversamente e arriva la verità. Senza se e senza ma. Capita. Tonino Carneri

CALABRESE PER CASO

Delusi... e perché mai? Ognuno, ancora una volta, ha qualcosa da promettere o da recriminare, ma che si tratti dell’una o dell’altra intenzione, non credo che ciò abbia mosso di un centimetro il futuro della nostra terra sino a ieri

Anche questa settimana diventa difficile non soffermarsi sulle acrobazie elettorali. Direi che forse più di un funambolico circo delle intenzioni, sembra di vivere l’esibizione di convinti prestigiatori di anime e di programmi, semmai ve ne fossero. Soprattutto, e questo mi piace di più, è che ognuno, candidati esclusi compresi, non pone l’argomento del tenzone su ciò che ha fatto o avrebbe potuto fare, ma ne fa solo una questione di fedeltà al Re se inclusi nelle liste o di lesa propria maestà per i meno fortunati. Il tutto…tra tante maestà di partito. Ora, sbracciarsi per essere stati esclusi, o rallegrarsi per aver potuto entrare nel gioco di una politica da risiko, le manifestazioni poste in essere di dissenso o consenso mi sembrano a dir poco velleitarie e per due ragioni. La prima è rappresentata dal fatto che le condizioni della Regione e della locride parlano da sole. Al di là delle parole sparse al vento magnogreco della drammaturgia politica quotidiana, si può osservare come, esclusi o predestinati, sembrano celebrare se stessi piuttosto che mettere in campo idee e soluzioni, come dico da anni, concrete e soprattutto, soprattutto dico, misurabili, ovvero verificabili in concreto. Ognuno, ancora una volta, ha qualcosa da promettere o da recriminare, ma che si tratti dell’una o dell’altra intenzione, non credo che ciò abbia mosso di un centimetro il futuro della nostra terra sino a ieri, o dia speranze domani a quanti vorrebbero un pò più di sincerità e di qualità della vita politica da parte di coloro che pretendono di volerla condurre. La seconda, è data dal fatto che non vi sono spazi per garantire un pensiero indipendente. Un pensiero, questo, rivolto a contrapporsi alle logiche partitocratiche così tanto vituperate, ma che alla fine sono quelle che rimangono in piedi e che macinano nelle loro spire anche coloro, gli esclusi, che dopo essersene

serviti ieri, oggi le denunciano poiché vittime del momento. La verità è che, alla fine, la politica non dovrebbe più essere considerata una carriera, meno che mai una capitalizzazione di posti. Essa è, ma forse dovrebbe essere ovunque in Italia, servizio, umiltà di capire i propri limiti e riconoscere se non il valore almeno la bontà delle idee altrui, se queste idee si presentano come argomenti capaci di modificare la qualità della vita dei cittadini. Dalle dichiarazioni generaliste alle populistiche autocelebrazioni di sé, ancora una volta non si leggono altro, rispetto a quanto vorremmo, che celebrazioni di luoghi comuni. Non vi è, insomma, una onesta volontà di aprirsi al dubbio, ma si ripercorrono strade di comode certezze che non trovano alcun riscontro nella vita quotidiana ma che si perdono, con efficacia purtroppo, nelle dichiarazioni di circostanza o nella sapiente costruzione del consenso, dove ogni candidato escluso o incluso si offre come paladino di un bisogno altrui. Bisogno che si anemizza nelle promesse di sempre. Capisco, però, la delusione dei giovani, senza alcuna distinzione di colore politico. Giovani ancorati ad un visione romantica di partito più dei loro stessi dominus. Il loro errore è quello di aver accettato le logiche partitocratiche, di aver creduto che in qualche misura potessero essere percorse per poterle utilizzare come strumento di cambiamento. Ma il cambiamento implica non regole rigide di segreterie, ma confronti aperti sul futuro, su come costruirlo e come poterlo realizzare man mano attraverso una partecipazione allargata. Ovvero, attraverso le esperienze e non le progressioni di carriera politica in strutture che ormai non hanno alcun senso se non conservare, ancora una volta, un effimero potere personale e soddisfare un chiaro bisogno di protagonismo. Giuseppe Romeo

CURIOSITA

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LA #CALABRIA DA SCOPRIRE

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Brognaturo (VV). «Vi presento il piccolo ed inquietante castello fortificato disperso nei boschi delle Serre calabresi, ultima dimora della Baronessa Maria Enrichetta Scoppa. Nonostante sia descritta come donna di profondi sentimenti religiosi, gli anziani della zona narrano che la nobildonna, alla ricerca di facili ma silenti avventure amorose, fosse solita ospitare nel suo castello aitanti giovani dei paesi vicini destinati, dopo aver goduto dei piaceri della carne, a sparire nelle paludi circostanti. A rendere la storia verosimile, la presenza, dove oggi sorge il lago Alaco, di un’estesa torbiera nella quale erano presenti fenomeni carsici chiamati “vizzichi” o “uocchi e mara”, perché si credeva che giungessero fino allo Ionio, nei quali, secondo il racconto di vecchi pastori, “poteva sparire un’intera coppia di buoi”. Ma forse è solo una leggenda...» foto (e descrizione) Antonio Aricò


GIUDIZIARIA

CONVERSANDO

Lo “Stato” delle Mafie

L'Enotria che fa impazzire gli USA

Sonia Cogliandro

I FRUTTI DIMENTICATI

Guardavalle colorata di Bianco VITIS VINIFERA L.

LA FOTO DELLA SETTIMANA

Dodici ricette calabresi nel libro di cucina “Lidia's celebrates like an italian", in uscita in America nei prossimi giorni dopo la recente visita in Calabria dell’Ambasciatrice della Cucina Italiana nel Mondo Lidia Bastanich. Stregata dalla squisita cucina dei giovani chef stellati calabresi anche Daniela Pergament del New York Times, lo scorso anno, aveva inserito la Calabria tra i 52 posti al mondo da scegliere e visitare. Che dire? Gli Stati Uniti sono veramente innamorati delle eccellenze enogastronomiche calabresi! Gli oltre 700 chilometri di coste rocciose alternate a litorali sabbiosi, gli splendidi colori del mare, la sua natura selvaggia e misteriosa, il clima mite, i sapori intensi e genuini della cucina locale e le testimonianze delle sue antiche origini rendono la Calabria un posto unico, da ammirare sia d'inverno che d'estate. E ovviamente non poteva mancare il vino, la cui affascinante storia risale addirittura ai tempi della Magna Grecia e che il passare del tempo non ha minimamente intaccato, al punto da renderlo un vino di tutto rispetto nel panorama nazionale e internazionale. “ ...gorgeously rustic reds, with aromas of roses and smoke and grippy tannins...” - così Eric Asimov, per il New York Times ha coronato il Gaglioppo, vitigno idoneo alla produzione della DOC Cirò, il “nettare ufficiale” delle Olimpiadi che cresce in modo disinvolto sull’aspra e siccitosa terra calabrese, inserendolo tra “I dodici vitigni rari e di maggior valore del mondo”. E ancora Wine Spectator nella lista dei 100 vini italiani selezionati per Opera Wine, non si lascia sfuggire il giusto riconoscimento a un vino made in Calabria, frutto di vitigni millenari, reale espressione del territorio. È il GB 2014 Calabria IGT della cantina Odoardi di Nocera Terinese il vino che dalla Calabria ha invaso l’olimpo della critica americana. Il vino GB è un blend composto da Gaglioppo, Magliocco, Nerello Cappuccio e Greco Nero variabili dal 10% al 30% ciascuno, sulla base dell’andamento climatico e delle curve maturative con vendemmia differenziata per qualità e altitudine. Why the sudden fascination with Calabria? Perché abbiamo l’opportunità di sorprendere il mondo facendo scoprire che la nostra cultura culinaria e il nostro vino di qualità sanno parlare e possono raccontare la parte più autentica e innovativa d’Italia.

Parlando dei vitigni Guardavalle è quanto mai doveroso essere cauti sia nell’interpretazione storica di essi che nell’analisi di tipo ampelografico. Tanto per cominciare i vitigni con tale denominazione avevano un’area di diffusione ampia nella fascia ionica della provincia di Reggio collocata tra Bova e Siderno, con la massima concentrazione di accessioni a Bianco e a Ferruzzano. Infatti nel primo caso , secondo il defunto Francesco Mezzatesta, c’erano svariate accessioni, dieci, secondo Bruno Vigliante, originario di Caraffa, ma abitante a Bianco, che parlava anche di una Guardavalle Pilusa con la pagina inferiore delle foglia, fortemente pubescente. Al momento però l’accessione più diffusa potrebbe essere una delle due presenti nelle vigne di Santino Lucà, che fornendomi due foto dei grappoli delle sue , è in possesso di due varietà distinte, credendo di avere una sola : una che sto presentando in tale occasione, dai grappoli più colorati, evidenti dalla foto di Santino, ha le foglie più vicine alle tipiche del Guardavalle più diffuso nell’area tra Ferruzzano e Gerace e l’altra ha le caratteristiche del Guardavalle presente nell’area di Stilo, Bivongi e Guardavalle, dove invece è chiamata Greca Bianca. La Colorata ha le foglie perfettamente pentalobate di un verde sbiadito con seno peziolare a lira aperta, mentre aperti sono pure i seni laterali, con la pagina inferiore delle foglie pubescente; tale tipo di Guardavalle somiglia molto alla Guardavalle d’i Passuli di Ferruzzano e alla Greca bianca di Caulonia, dove non esiste la denominazione di Guardavalle per le viti chiamate in tal modo nella Locride centro-meridionale. Il grappolo è medio di forma cilindrica, quasi spargolo, quindi dagli acini radi, ovali , caratterizzati da un colore tendente all’oro antico, dal graspo tenero, con il peduncolo lungo che si sviluppa in verticale, mentre il sapore dell’uva è aspro anche a maturazione avanzata ed è disdegnata dalle vespe e dai calabroni; l’acidità totale delle sue uve, che favorisce la conservabilità del vino, è abbastanza alta, inferiore non di molto di quella del Mantonico che è altissima L’altra varietà presente nelle vigne di Santino, ha le foglie di un verde intenso con seno peziolare a lira aperta e con seni laterali aperti pure essi. A Ferruzzano sono state individuate quattro varietà di Guardavalle : Guardavalle Virdella, D’i Passuli , Guardavalle Nostrale o d’a Cimicia ( in quanto i suoi acini ricordano un po' l’odore sgradevole dell’insetto) e Guardavalle Duci. Ora di tutte le varietà di Guardavalle sottoposte ad indagine molecolare nel Centro Sperimentale di Turi dal ricercatore dott. Angelo Caputo sono emerse due viti con denominazione del vitigno di cui stiamo parlando, dal profilo molecolare unico al mondo: Guardavalle di Bianco e Guardavalle Dolce di Ferruzzano. Per quanto riguarda il primo, non so da quale vigna ho preso i tralci, in quanto nel mio percorso di circa

trent’anni in 17 comunità della provincia di Reggio, a Bianco ho prelevato tralci dalla vigna di Francesco Mezzatesta, di Mariolina Baccellieri, del defunto Pedullà, di Giuseppe Lo Gozzo, di Bruno Vigliante, di Santino Lucà, di Sergi, di D’Aguì, mentre della Guardavalle dolce di Ferruzzano i tralci li ho prelevati da una mia vigna ora abbandonata perché stretta d’assedio da capre fameliche libere di pascolare nei campi altrui. In riferimento ancora al vitigno Guardavalle dalle cui uve si stanno creando degli ottimi bianchi nel Cirotano e nelle cantine attorno a Reggio , sta prendendo piede in tante parti della Calabria ed anche a Guardavalle sta nascendo un progetto che vuole valorizzare tale vitigno considerando che esso possa essere originario proprio da tale territorio. Infatti attorno a Mimmo Guido di Guardavalle, abile imprenditore nel settore turistico, che gestisce assieme ai suoi fratelli un villaggio di mille posti letto, interamente occupati già dai primi di giugno, sta ruotando un progetto che vuole ricercare in tutta la provincia di Reggio e nel anche Catanzarese il vitigno della varietà Guardavalle, nella convinzione che esso sia originario proprio di tale territorio e ciò è molto probabile perché esso era presente, con tale denominazione, nelle vigne di Soverato Superiore, ora inesistenti, ma con l’accessione del Guardavalle Nero; ora è impensabile che il vitigno in oggetto avesse tale denominazione anche a Soverato che dista pochi chilometri da Guardavalle, se in effetti in origine esso non fosse molto radicato nel territorio, da cui avrà preso la denominazione. Non bisogna dimenticare che il territorio dell’antica Caulonia , che si estendeva all’incirca da Roccella a Badolato, era ricca di vitigni antichi e probabilmente anche delle Aminie Lanate, le viti fortemente pubescenti introdotte dai Tessali nel territorio della distrutta Sibari agli inizi del V secolo a.C; c’è la possibilità che le Lanate fossero affini alle viti Guardavalle. Persino nel XV secolo, periodo di crisi, solo al monastero di San Giovanni Teresti , nell’area gravitante attorno a Stilo, di cui Guardavalle era forse il casale più attivo, toccavano cento dieci salme di vino all’anno nelle vigne appartenenti al monastero stesso; bisogna ricordare che una salma era costituita da circa 150 chili , quindi il monastero probabilmente di decime recuperava circa 160.000 litri di vino. Tali notizie ce le fornisce una fonte non sospetta: Atanasio Calceopulos, inviato papale, mandato in Calabria nel 1457-1458 ad ispezionare i monasteri basiliani in crisi . Il progetto di Guido è quello di ricercare, specialmente nella provincia di Reggio, i vitigni con la denominazione del suo paese, specie nelle aree marginali per la viticultura dove in vigne ormai vicine ad essere abbandonate, può sopravvivere il vitigno in questione. In tanto si sa che persino nelle contrade isolate del comune di Canolo, sopravvivono piccole vigne dotate del vitigno Guardavalle.

aIl giornale della famiglia Berlusconi, «Libero Quotidiano», sta conducendo una sistematica e impegnata campagna denigratoria nei confronti delle donne. Si può senza dubbio affermare che «Libero Quotidiano» non sia mai stato uno dei giornali più vicini alle istanze femministe, e lo si può facilmente intuire da come Berlusconi abbia gestito nel suo impero messmediatico la figura femminile. Nulla da stupirsi, insomma, di un editoriale di Feltri che dichiara che avere figli è un “problema delle donne” e che se vengono pagate di meno per tale ragione (?) è proprio giusto, che ne prendano atto e smettano di dar fastidio ai maschi che lavorano davvero. Ancora niente di cui stupirsi della campagna denigratoria su Alessia D’Alessandro, ex modella e oggi candidata grillina: al momento non è ben chiaro se «Libero Quotidiano» detesti di più le donne o i grillini, ma la candidata D’Alessandro racchiude in sé entrambe le caratteristiche, quindi può essere macellata come un bue appeso al gancio del mattatoio. La demolizione sistematica da parte di «Libero Quotidiano» si è rafforzata con lo scandalo

VERA DONOVAN SAYS

Fra il 1990 e il 1991, alcuni vertici di Cosa Nostra, unitamente ad altri soggetti esterni, mettono a punto un progetto di destabilizzazione politica finalizzato, in ultima analisi, a ripristinare nuove e diverse “relazioni” con il mondo della politica, ritenute più vantaggiose per l’associazione criminale. È il quadro emerso dagli esiti di una serie di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo che portarono ad ipotizzare una alleanza delle “mafie” per “farsi Stato”. Il progetto subisce una brusca accelerazione alla fine del 1991 - in prossimità della decisione della Corte di Cassazione sul maxiprocesso – e trova il suo incipit nel 1992 subito dopo l’emanazione della sentenza il 30 gennaio di quell’anno. Tale progetto muoveva dalla seguente diagnosi, verosimilmente prospettata ai capi di Cosa Nostra da intermediari di soggetti (aventi interessi politicocriminali in parte diversi, ma tuttavia convergenti) provenienti da “ambienti deviati”. Punto di approdo di tale strategia doveva essere la trasformazione dello Stato unitario in una nuova “forma Stato” che contemplava la rottura dell’unità nazionale, la divisione dell’Italia in più stati o macroregioni e, comunque, la secessione della Sicilia. La clamorosa ipotesi investigativa, suffragata anche da alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia dell’epoca, aveva presunto che: «I nuovi soggetti politici, consistenti in varie leghe meridionali da aggregarsi poi in un’unica Lega meridionale, avrebbero dovuto agire in sinergia con la Lega Nord, movimento allora emergente e in

grande crescita, che perseguiva da anni un autonomo progetto politico accentuatosi in quella fase storica in direzione del secessionismo di alcune regioni del settentrione». «La creazione di uno Stato autonomo nel Sud con prerogative di sovranità avrebbe consentito di monopolizzare la gestione politica degli interessi economici leciti e illeciti, trasformando questa parte del paese in una sorta di zona franca, governata da soggetti espressione del sistema criminale». Per utilizzare le parole di uno dei collaboratori, venuto a conoscenza di parti significative di tale progetto, sono anni in cui Cosa Nostra e i suoi referenti progettano di “farsi Stato”, ritirando la delega per la tutela dei propri interessi a settori del mondo politico rivelatisi inaffidabili, con l’intenzione di gestirli direttamente, tramite proprie creature politiche. Tale progetto, messo a punto nel 1991, ha subìto nel corso del 1992 e del 1993 – secondo quanto emerge dalle risultanze acquisite - alcune battute di arresto ed alcune deviazioni di percorso in relazione ad eventi imprevedibili quali, ad esempio, l’arresto di S.R., capo di Cosa Nostra, il 15 gennaio 1993, arresto che ha determinato la frammentazione degli assetti di potere interni all’organizzazione e lo scompaginamento di una direzione unitaria. Nella fase successiva, infatti, si avverte una certa disomogeneità d’azione e si verifica il progressivo disinvestimento di risorse dal progetto separatista (rilevatosi, peraltro, di difficile attuazione anche per il mancato decollo politico delle varie leghe meridionali) ed il loro progressivo dirottamento verso direzioni diverse. Il progetto di dar vita a un aggregato di leghe meridionali viveva la parabola finale nei primi mesi del 1994, declinandosi sul piano regionale soprattutto per iniziativa di L.B., del suo entourage e della famiglia mafiosa di Catania. Il progetto tuttavia non veniva abbandonato completamente, ma si convertiva in un disegno da coltivare nel lungo periodo all’interno di strategie globali di più ampio respiro compatibili con l’evoluzione del nuovo quadro politico generale.

Weinstein, un grande amicone di Silvio, il quale, oltre alla nota Ruby, aveva ospitato nelle sue “cene” ad Arcore anche Ambra Battilana, una delle due donne che ha sporto formale denuncia per stupro nei confronti di Harvey Weinstein. A essere malpensanti, e la vostra Vera lo è sempre, si potrebbe immaginare “un piccolo scambio di favorucci” tra compagni di merende. Scambiarsi donne, favori… Pratica usuale presso i maschi potenti. Difendere Weinstein accusando Asia Argento, per Berlusconi e «Libero Quotidiano», è difendere sé stessi. Quindi, ripeto, amici, nessuna novità. Certo che viene da domandarsi: ma se ci fosse un Ordine dei Giornalisti vero e non un gruppo di fannulloni, ingrassati da soldi e inerzia, cambierebbe qualcosa? A margine una riflessione: siate orgogliose e fiere, impavide di fronte a questi sciocchi commenti, anche provenienti da “eminenti personalità”, non dimostrano altro che paura. Una enorme paura. Il giro di vite che in questi mesi si sta conducendo sulle donne dice che siamo sempre più prossime a una effettiva parità economica e sociale, e questo porta i maschi ad avere una gran strizza, e a difendersi con ogni arma che conoscono, la prima delle quali è la vigliacca menzogna. Donne, siate fiere!


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Attualità

TiTolo liBRo: TRACCe di CuCiNA di CAlABRiA AuToRe del liBRo: PiNuCCio AliA CATeGoRiA: CuCiNA CASA ediTRiCe: CiTTà del Sole edi-

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Bruno Gemelli

Fa il giornalista perchè è curioso e non si sarebbe accontentato di guardare la vita dal buco della serratura.

"Pasquino Crupi mi ha insegnato i trucchi del mestiere"

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MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

"Ricordo la stagione dei sequestri, uno al giorno, i farmacisti li presero a tappeto. Ricordo i funerali di Ntoni Macrì con la Cia che filmava la folla dai tetti delle case di Siderno"

runo Gemelli fa parte di una particolare categoria della carta stampata ovvero quella che va sotto l’egida di scrittori-giornalisti. Anzi, al contrario, giornalisti-scrittori. Perchè lui si è accostato prima alla scrittura considerata più volatile, quella che D’Annunzio definiva “miserabile fatica quotidiana” e che Montale considerava “secondo mestiere” e poi ha consegnato la sua penna a qualcosa di più duraturo: i libri. Tra le sue ultime fatiche, ricordiamo “Il grande otto” e “Lo strano delitto”, in cui consegna alla storia vicende e personaggi incontrati nella sua lunga carriera di cronista. Quando ha capito che il giornalismo sarebbe stata la sua strada? Non c’è stato un momento preciso, una folgorazione, molto banalmente è arrivato. Nella mia prima vita ho fatto un altro mestiere anche se il giornalismo è stato sempre part-time. Una volta nel nostro ambiente si raccontava questa favola: chi non riusciva in politica avrebbe fatto o il sindacalista o il giornalista. Ma io non ho fatto né il politico né il sindacalista. Credo che la spinta fondamentale per fare questo lavoro sia la curiosità che è cosa diversa dal guardare la vita dal buco della serratura. Ha avuto un maestro a cui si è ispirato? Non mi sono ispirato a nessun maestro. Ho seguito il filone culturale che appartenne al Partito d’Azione, un partitometeora della democrazia italiana che diede un contributo decisivo alla nascita della Repubblica. Il partito in cui militarono Emilio Lussu, i fratelli Rosselli, Altiero Spinelli, Manlio Rossi Doria, Riccardo Lombardi, Leo Valiani, Francesco De Martino. Questa è stata la cultura che mi ha influenzato e mi ha orientato. Da questo punto di vista mi sono nutrito delle letture che offrivano i giornali storici di riferimento che irradiavano il liberalsocialismo. “Il Mondo” di Mario Pannunzio attraverso la lettura delle ristampe e “L’Espresso” di Arrigo Benedetti. In quest’ultima rivista leggevo Antonio Cederna, il primo che ha parlato in Italia di ecologia, Bruno Zevi, il primo che ha scritto di urbanistica, Umberto Eco, eclettico e poliedrico letterato, Giuseppe Turani che ha spiegato l’economia, Alberto Arbasino maestro di paradossi, Sandro Magister che ha fatto conoscere i segreti del Vaticano, tanto per citarne alcuni. Direttore, ti voglio raccontare un aneddoto: il compianto professor Aldo Guerrieri mi fece leggere le novelle di un professore di Roccella Jonica che insegnava nel Liceo di Locri, Giuseppe Arena, che firmava i suoi pezzi con uno pseudonimo, Lia Bhas (in arabo significa “sabbia”, “rena di mare”). Erano racconti piccanti pubblicati in modo anonimo dal Mondo. C’è stato anche un giornalista locrese, Gianni Cervigni, che fu a lungo collaboratore della rivista pannuziana. Devo aggiungere, per non sfuggire alla tua domanda, che il professor Pasquino Crupi mi ha insegnato i trucchi del mestiere. Se poi tu mi chiedi se in Calabria ci sia stata una “scuola” di giornalismo mi viene in mente “Il Gazzettino del Jonio”, diretto da Titta Foti da Siderno, che era genio e sregolatezza. Io non feci parte di quel cenacolo, anche perchè ero molto più giovane. Aggiungo che in questo vostro comprensorio si elevava la figura di Nicola Zitara, grande meridionalista, che ha scritto un saggio capolavoro, “Memorie di quando ero italiano”, un romanzo popolare, un affresco del Novecento che come struttura narrativa ricorda il

film di Bertolucci. Il suo primo articolo? Un pezzullo su l’Avanti!, l’organo del Partito socialista italiano. Allora i pezzi caldi venivano tasmessi a mezzo telefono e i pezzi freddi viaggiavano “fuori sacco” a mezzo ferrovia. In tipografia si componeva con la linotype e il proto assemblava il piombo su banconi. I partiti politici per la loro propaganda usavano il ciclostile. Archeologia post Gutemberg. La decisione più difficile della sua carriera? Non facendo cronaca nera e giudiziaria le grane erano limitate. Comunque nel giornale di Pasquino Crupi, “Calabria oggi”, facemmo un’inchiesta sul neo-fascismo calabrese (unica e sola sino a questo momento) e gli autori, me compreso, firmavano con pseudonimi femminili. Tranne Crupi, ovviamente. La soddisfazione più grande? Le soddisfazioni sono piatti freddi non riconosciuti. Cosa ricorda dei periodi più bui della Locride, ovvero della stagione dei sequestri negli anni ‘70 e, un decennio dopo, delle faide a Siderno e Locri? Ricordo la stagione dei sequestri, uno al giorno, i farmacisti li presero a tappeto. Ricordo i funerali di Ntoni Macrì con la Cia che filmava la folla dai tetti delle case di Siderno. Allora il giornalismo calabrese fu preso più dalla cronaca, come era giusto che fosse, che dall’analisi. Sembrava di raccontare il western, sceriffi contro banditi, soldati contro indiani. Sherpa al servizio degli inviati. Forse mancò un Leonardo Sciascia. Verso dove va oggi la Locride, ammesso che stia andando da qualche parte? Credo che sia ferma, pietrificata. Ma bisogna viverci per avere il polso esatto. Dovrebbe trovare una sua identità e puntare sulla cultura, investire sull’archeologia. La Villa Romana di Casignana è un esempio; e poi sul turismo termale. Una zona europea ideale per svernare. La Locride deve liberarsi dalla cultura mafiosa e dal vittimismo, anche se lo Stato è stato ed è patrigno e superficiale, ma il garantismo peloso nuoce più degli errori che commettono quasi quotidianamente gli apparati statali. A marzo si vota. I candidati per la Calabria la fanno ben sperare? C’è arrosto sotto il fumo? Le premesse direbbero “fumo”, ma non bisogna essere pessimisti per forza. La corsa alla Camera o al Senato la vede come una “volgare” corsa a un posto di lavoro o c’è vocazione? Qualcuno deve pur candidarsi. Bisogna valutare i casi singoli e guardare da vicino quello che ciascuno fa o non fa. Crede nella selezione dei partiti? I partiti non esistono più e non ritorneranno nelle forme con le quali l’abbiamo conosciuti. Inutile rincorrerli. Ci sono nuovi approcci, nuove modalità, nuove discriminanti. D’altra parte è così in ogni parte del mondo. Il pericolo viene dal populismo, dal rigurgito fascista, dalla corruzione non solo e non tanto dei controllati ma dei controllori. Cosa può fare un giornalista per questa terra? Molto, moltissimo. Con tutti i limiti, gli errori, le cadute, il giornalismo ha ancora una funzione nobile e utile nella e per la società.

"il senso di questo libro è mettere assieme l'amore per la cucina, per i luoghi, per le pietanze, per le primizie, per i prodotti della terra. Pensiamo ai pomodori di Belmonte o alle patate della Sila o alla cipolla di Tropea o allo spada dello Stretto di cui Pinuccio ci racconta - prima di una memorabile ricetta - la storia antica, anzi, antichissima. e c'è anche la Calabria che rischia di scomparire, che ricordiamo ma che a tratti resiste [...] Sarà cucina antica, ma sarebbe un crimine perderla, dice Pinuccio. ed è questo il senso del libro saporito che andrete a leggere. Anzi, a gustare!". (dalla Prefazione di Filippo veltri) TiTolo liBRo: l'iNveNzioNe CRiS-

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la Grecia ha passato all'europa l'idea di razionalità come discussione critica. Ma non fu la Grecia a passare all'europa i suoi dei. il dio delle popolazioni europee è il dio della Bibbia e del vangelo, è il dio che relativizza il potere politico e, insieme, desacralizza, "mortifica" la natura rendendola disponibile. la laicità dello Stato, laico perché non più assoluto; e la secolarizzazione, con una natura non più sacra e una Terra abitata da uomini fallibili: sono due realtà strettamente connesse al messaggio della Bibbia e del vangelo. Per questo non si può dare torto a Th. S. eliot quando afferma che "se il Cristianesimo se ne va, se ne va tutta la nostra cultura. e allora si dovranno attraversare molti secoli di barbarie". TiTolo liBRo: lA STRAdA CAMMiNA CoN Me

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Come un "artigiano creativo" Fernando Muraca ha approfondito la ricerca culturale mettendola a confronto con la prassi del suo lavoro di regista, scrittore, pedagogo. Abbiamo deciso di pubblicare questo breve saggio come un dono ai giovani che, interrogandosi sul loro futuro, cercano di conferire alla personale ricerca artistica una direzione di valore. l'autore ci racconta i segreti del suo metodo e ci fa conoscere i privilegi e le sfide di chi tenta, con tutto il cuore, il cammino verso un'opera d'arte.



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cultura www.larivieraonline.com

Grazie alle più avanzate macchine aziendali automatiche, il pastificio di Michele Stingi è in grado di produrre fino a 104 tonnellate di pasta al mese, ovvero 208 mila confezioni in 148 formati diversi, pronte a varcare i confini nazionali alla conquista di Cina, America ed Emirati Arabi.

INTERVISTA A MICHELE STINGHI

La sua pasta ha conquistato il mondo: ha soli 24 anni ed è calabrese MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Il suo stabilimento vanta le più avanzate macchine aziendali automatiche in grado di produrre fino a 148 formati di pasta secca. Si chiama Michele Stingi, ha 24 anni e tra le montagne incontaminate di Serra San Bruno, quattro anni fa, ha fondato il suo pastificio. Oggi i suoi prodotti, oltre a essere approdati nei migliori supermercati d’Italia, hanno convinto i grandi mercati europei per poi spingersi fuori dal continente, alla conquista di Cina,

America ed Emirati Arabi. La tua storia imprenditoriale ha inizio nel 2013. Avevi 20 anni. Hai messo su l’azienda da solo? Sì, ho creato tutto da solo, con sacrificio e senza lasciarmi scoraggiare dalle prime difficoltà. Oggi il mio pastificio può contare su un impianto in grado di produrre 104 tonnellate di pasta al mese, ovvero 208 mila confezioni. Da dov’è nata l’idea di dare vita a un pastificio? L’idea di dare vita al pastificio nasce quando nel 2012, a Milano, inizio gli studi sulle Tecniche di

Essiccazione di un prodotto alimentare: la pasta risulta tra gli alimenti per cui più di frequente si ricorre all’essiccazione. Come si riconosce una buona pasta? Una buona pasta si riconosce da tanti fattori: il colore oro, che è indice della qualità delle materie prime utilizzate nella lavorazione, la cottura standard (6/7minuti) e la lunga cottura (15 minuti), il buon gusto che rende un piatto di pasta eccellente, come se fosse fatta in casa. Che effetto ti fa ritrovarti di fronte a un bel piatto

della tua pasta? Mi sento orgoglioso così come lo sono quando entro in un supermercato e nel reparto pasta vedo il mio successo in fila insieme alle grandi multinazionali. Sono fiero di me quando la gente sceglie di mettere nel carrello la mia pasta. Quanti dipendenti conta la tua azienda? L’impianto Produttivo Stingi è per il 90% automatico, dall’impasto all’essiccazione fino al confezionamento, il restante 10% è per carico merce. Attualmente in produzione ci sono 12 dipendenti a

SIDERNO

Shark&Groove, presto un nuovo disco sull'universo Attualmente stanno lavorando senza sosta al nuovo disco, un concept disco sull'universo. Giuseppe Costanzo e Antonio Callà, in arte Shark&Groove, sono alle prese con la tournée 2018 che si preannuncia di grande successo. Sono cresciuti, e tanto, Giuseppe e Antonio da quando "hanno cambiato la realtà" calcando il palco di Italia's Got Talent nella primavera del 2015. Lo scorso 15 ottobre hanno aperto a Martirano, nel catanzarese, il concerto di Al Bano. È stata l'ugola di Cellino San Marco a chiederglielo dopo un appuntamento programmato telefonicamente. Giuseppe a Antonio lo hanno chiamato dichiarando il loro desiderio di cono-

IN BREVE

La gioia del servizio

Le branche femminili del Gruppo Scout FSE Caulonia 1 hanno condiviso un momento di preghiera e di gioia con gli anziani ospiti presso la Casa Sant’Antonio di Siderno. Sono state complessivamente 40, suddivise tra coccinelle, guide, scolte e capo, a vivere l’esperienza della “buona azione”, attività quotidiana che ogni

scerlo personalmente. "Solo che in quel periodo - ci racconta Giuseppe - Al Bano era in giro per il mondo in tournée, e quando abbiamo chiamato si trovava a Pechino. Erano le due: l'abbiamo svegliato nel cuore della notte!". Ma a quanto pare Al Bano non sembra essersi infastidito e ha voluto incontrare Shark&Groove e pranzare con loro per poi affidargli l'apertura del suo concerto, mentre lui da sotto il palco li ascoltava e applaudiva. "A fine esibizione continua Giuseppe - dopo essersi complimentato, ci ha detto di non mollare perchè questa è la nostra strada!". E noi, ne siamo certi, continueranno a dimostrarcelo.

buon scout è chiamato a compiere. Si è trattato di un incontro ricco di emozioni, attraverso il quale le bambine e le ragazze hanno conosciuto delle belle storie di vita e hanno incontrato diversi volti segnati dal tempo… volti di chi ha già compiuto gran parte del proprio cammino terreno. Dal canto loro, gli ospiti della Casa hanno goduto della presenza allegra e gioiosa di chi tante strade dovrà ancora percorrere. Un reciproco e suggestivo scambio, dunque, che, a fine giornata, ha consentito al gruppo scout di sperimentare, ancora una volta, che, per come indicato dal fondatore dello scoutismo R. B. Powell, il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità degli altri!


"La Calabria è un territorio che offre tante opportunità interessanti, dà una mano a tutti i giovani volenterosi anche con un budget limitato garantendo contributi e aiuti iniziali. La fase successiva è rimboccarsi le maniche e mandare avanti l’azienda con le proprie forze".

cui si aggiungono un capo area Italia, un capo area America e un capo area Cina. Inoltre, in Italia, ben 83 operai fungono da agenti monomandatari esclusivisti Pasta Stingi, e controllano tutte le regioni per un’ottima vendita e commercializzazione. Dal 2013 di quanto è cresciuto il fatturato della tua azienda? Dal 2013 l’azienda è cresciuta tanto, numeri da capogiro, e stiamo continuando a crescere. Tuttavia, da imprenditore dico che per i primi 8 anni l’andamento aziendale non deve seguire necessariamente un trend positivo; il fatturato, infatti, è sempre incerto per via delle grosse spese iniziali ma l’imprenditore non deve disperare: deve impegnarsi per rafforzare il nome in Italia e all’estero. Nel 2017 due nuove sfide: oltre la pasta, la tua azienda inizia a produrre conserve alimentari e merende. Prossimi obiettivi? Sì, nel 2017 l’azienda associa alla pasta anche sughi pronti e merende. I prossimi obiettivi saranno rafforzare la gamma delle merende che risulta il prodotto maggiormente venduto, affiancandolo a biscotti da latte e prodotti da forno. Qualche giorno fa sei stato eletto “Miglior imprenditore giovane d’Italia”. Quali ingredienti occorrono per vincere come imprenditore? La Apil, ente nazionale con sede in Lombardia, ogni anno premia i giovani imprenditori che si sono distinti in Italia. Il mio predecessore è un imprenditore piemontese di 36 anni che si occupa di industria dell’arredamento. Io, eletto a 24 anni, sono il più giovane degli imprenditori premiati in 16 anni dall’Apil e questo per me è motivo di orgoglio. Gli ingredienti per il successo sono sicuramente due: avere delle idee innovative e andare sempre avanti credendo nel proprio progetto, senza mai arrendersi. Che consiglio daresti ai giovani che hanno un budget limitato ma che vogliono fare impresa? La Calabria è un territorio che offre tante opportunità interessanti, dà una mano a tutti i giovani volenterosi anche con un budget limitato garantendo contributi e aiuti iniziali. La fase successiva è rimboccarsi le maniche e mandare avanti la propria azienda con le proprie forze, dal lancio pubblicitario alla vendita, dalla formazione di eccellenti collaboratori commerciali al trasporto in Italia ed Europa arrivando all’export mondiale. Non si può solo contare sugli aiuti che provengono da finanziamenti regionali ma bisogna essere in grado di arrivare al successo da soli portando il proprio nome con orgoglio in tutto il mondo.

Locri: pochi giorni all’inaugurazione del nuovo polo del Museo Archeologico Venerdì 16 febbraio 2018, alle ore 17:00, alla presenza di autorità istituzionali, sarà inaugurato a Locri il Museo Archeologico Nazionale di Palazzo Nieddu del Rio. Il museo è stato realizzato nell’ambito di un progetto POIN - Attrattori culturali, naturali e turismo (FESR) 2007-13 seguito dall’allora Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria, oggi Segretariato Regionale della Calabria, che prevedeva anche il recupero del Palazzo Nieddu di proprietà comunale. Il palazzo consegnato ufficialmente al MiBACT Polo Museale della Calabria in data 19/12/2017, risalente ai primi del novecento, sta diventando un punto di riferimento culturale per il centro cittadino e per l’intera Locride. Il progetto scientifico prevede l’esposizione al pubblico di testimonianze sulla vita del territorio nell’età protostorica relative alle necropoli di Canale Ianchina nell’entroterra locrese, di Sant’Onofrio di Roccella e di Santo Stefano di Grotteria e in età greca con le novità emerse a seguito di recenti scavi legati all’ammodernamento della SS 106. Sarà così possibile offrire una panoramica ancora più articolata della vita nel territorio della Locride, che porterà ad una maggiore conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale, obiettivo primario della politica del Polo Museale della Calabria. Il patrimonio storico-archeologico del territorio di Locri già, concretamente rappresentato dal Parco archeologico e dai due musei dedicati, l’uno alla vita della polis coloniale e l’altro alla città di epoca romana, si arricchisce, quindi, di un ulteriore museo allestito presso Palazzo Nieddu del Rio nell’odierno centro cittadino di Locri sempre afferente al Polo Museale della Calabria. Gli adempimenti ultimativi sono stati seguiti congiuntamente dal Comune di Locri, dal direttore del Polo Museale della Calabria, Angela Acordon e dal direttore del Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri, Rossella Agostino.

Si svolgerà venerdì 16 febbraio a Palazzo Nieddu del Rio la cerimonia di apertura del nuovo Museo, che riporta la storia al centro della città di Locri. IN BREVE

La Camera Penale di Locri si confronta sulla Riforma Orlando Il contributo normativo prodotto dalla «Riforma Orlando e decreti attuativi» è stato al centro di un importante convegno di studi organizzato dalla Camera penale di Locri e tenuto lunedì scorso al Palazzo della Cultura. Il tema affrontato ha riguardato la modifica del diritto “penale sostanziale” e il diritto processuale penale che la riforma introduce e che dovrà ancora trovare applicazione anche se, nel corso del confronto, ha trovato su alcuni punti alcuni estimatori e altri critici. Il convegno ha registrato i saluti istituzionali, compresi quelli della presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati di Locri Gabriella Mollica Luly, quindi l’inter-

vento di Caterina Origlia, responsabile dello sportello antiviolenza di Siderno e componente della camera penale. L’introduzione ai lavori è stata affidata a Eugenio Minniti, presidente della camera penale locrese e responsabile nazionale dell’osservatorio “Giusto processo e doppio binario”, cui sono seguiti gli interventi di Marilisa Lombardo della locale camera penale, del procuratore capo di Locri Luigi D’Alessio e del presidente del tribunale Rodolfo Palermo, nonché di. Francesco Calabrese, presidente della camera penale di Reggio Calabria. Le conclusioni sono state affidate Nico D’Ascola, presidente della Commissione Giustizia del Senato.

EVENTI

Una sessione di Tamburello - Drumset per Massimo Cusato BOVALINO Questo pomeriggio, alle ore 16:00, presso la sede dell’Accademia Musicale ABC sita in Via S. Elena, Trav. I, Bovalino, si terrà una sessione di Tamburello - Drumset Combination, From Tarantella To Rhythm & Blues a cura di Massimo Cusato.

Giuseppe Gervasi presenta la sua ultima raccolta di poesie BOVALINO Questa sera, alle ore 18:00, presso il Caffè Letterario Mario La Cava sito in Corso Umberto I 114, a Bovalino, Maria Teresa D’Agostino e Domenico Calabria dialogheranno con Giuseppe Gervasi della sua più recente raccolta di Poesie dal titolo “Un Nuovo Suono”.

Facciamo crescere il tessuto economico calabrese LAMEZIA TERME Martedì 6 febbraio, presso la Fondazione Terina (ex area Industriale di S. Pietro Lametino), si terrà il convegno “Imprese che crescono” tenuto dalla Regione Calabria nell’ambito del progetto Cantiere Calabria. Al centro del dibattito i finanziamenti messi a disposizione delle piccole e medie aziende.

Il Rotary Club ricorda Tommaso Campanella LOCRI Venerdì 9 febbraio, alle ore 19:00, presso la Biblioteca Comunale di Palazzo Nieddu del Rio, si terrà un convegno sul filosofo calabrese Tommaso Campanella in occasione del 450º anniversario della nascita. Parleranno Vincenzo Tavernese, Domenico Romeo e Salvatore Scali.



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ANGOLO FOOD

04 FEBBRAIO - 21

arte&co

LA RICETTA: CREPES RICOTTA E SPINACI

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Ilenia Mazzà

Raggiunge questo traguardo dopo essere stata protagonista e vincitrice della kermesse “Una voce per lo Ionio”

INGREDIENTI PER 6 PERSONE: 125 gr di farina 00, 300 ml di latte, 2 uova, 350 gr di ricotta, 200 gr di spinaci, 50 gr di parmigiano grattugiato, sale, 1 spicchio di aglio, olio di oliva extravergine, 200 ml di besciamella.

MUSICA

Una giovanissima di Caulonia approda a “Casa Sanremo”

Dopo il successo riscosso questa estate con il singolo “Senza Confine” e i numerosi riconoscimenti in svariati festival della canzone europea, Ilenia Mazzà approda al Palafiori di Sanremo nelle serate del Festival della Canzone Italiana.

La giovanissima Ilenia, quindicenne di Caulonia, voce emergente del panorama musicale locrideo, proporrà il suo primo inedito, arrangiato e prodotto da Guido Tassone e Giuseppe Novella e presentato questa estate nel nostro comprensorio, nientemeno che a “Casa Sanremo”, un mondo che prende forma al Palafiori di Sanremo nella settimana del Festival e diventa una specie di vetrina non solo per quanto riguarda il mondo della musica e tutto quello che le concerne, ma anche per altri settori artistici che durante la settimana del Festival non riescono ad avere lo spazio dovuto. Già pluripremiata in diverse kermesse della canzone europea, Ilenia si sente più che mai pronta ad affrontare questa importantissima esperienza. Ne abbiamo voluto parlare con lei porgendole tre domande. Seppur giovanissima, hai alle tue spalle delle esperienze significative in ambito musicale. Il 10 febbraio sarai a “Casa Sanremo” con il tuo inedito “Senza Confine”. Dicci qualcosa in merito. La partecipazione del 10 febbraio a “Casa Sanremo” mi riempie di emozione. È la tappa finale di un lungo percorso che mi ha vista protagonista e vincitrice alla kermesse “Una voce per lo Ionio”, proprio con il mio inedito “Senza Confine”, pezzo di produzione targata Blanko Records, testo di Guido

Tassone, mastering di Andrea De Bernardi, che e mi ha fatto guadagnare il primo premio per la categoria inediti. “Una voce per lo Ionio” rientra nel circuito Nazionale dei “Grandi Festival Italiani”, la cui seconda tappa è stata la partecipazione alla finale dei GFI svoltasi nel mese di gennaio a Verona, dove sono stata scelta direttamente dal Maestro Vince Tempera per andare a “Casa Sanremo”. A sua volta “Casa Sanremo” è un’importantissima vetrina, che dà la possibilità ad artisti emergenti di esibirsi in presenza di importanti case discografiche, manager e impresari dello spettacolo, oltre che a cantanti noti. È una kermesse integrante del Festival di Sanremo, tanto che si svolge in contemporanea ad esso. Dopo Sanremo ti concentrerai sul tuo nuovo EP che uscirà in primavera. Ci puoi anticipare qualcosa? In realtà sto lavorando a questo EP già da diversi mesi. Al momento posso solo anticipare che si tratta di un lavoro che fondamentalmente racconta la mia storia, letta sotto vari aspetti. Vi invito a seguirmi nei prossimi mesi, perché sicuramente vi darò delle anticipazioni. Il mio management sta già curandone anche l’aspetto mediatico e di presentazione ufficiale. Chi ti senti di ringraziare per ciò che hai realizzato finora come cantante? È doveroso ringraziare chi più di tutti sostiene la mia passione e il mio sogno, mantenendo comunque e sempre quelli che sono i valori imprescindibili che una ragazzina della mia età deve avere (scuola, hobby, e così via…). A tale proposito un ringraziamento speciale va in primis a mia mamma, che in questo caso ha un ruolo difficile perché non solo si occupa dell’educazione mia e di quella delle mie sorelle nel quotidiano, ma racchiude in sé tutte le figure di cui un artista ha bisogno (manager, finanziamento, attività mediatiche e gestioni organizzative…), mio padre, su cui posso sempre contare e che con altrettanti sacrifici mi sostiene, le mie sorelle e tutti quelli che credono nel mio progetto, dai miei musicisti ai miei coach specialistici, ai produttori, al mio fotografo ufficiale e al mio ufficio stampa. Grazie di cuore a tutti… e intanto vi invito a visualizzare il video del mio nuovo inedito sulla mia pagina YouTube!

Crepes: Mettete la farina e il sale in una ciotola, aggiungete il latte a filo e mescolate fino a ottenere una pastella liscia. In una ciotola a parte sbattete le uova e aggiungetele al composto. Mettete un mestolo di impasto alla volta nella crepiera leggermente imburrata e cuocete 1 minuto per lato. Farcitura: In una pentola con acqua bollente cuocete gli spinaci per circa 5 minuti, quindi scolateli. Dopo aver fatto imbiondire lo spicchio d'aglio in un po' di olio, mettete gli spinaci con il sale e fateli insaporire in padella per 5 minuti. Trasferiteli in una ciotola e aggiungete il parmigiano e la ricotta. Farcite le crepes mettendo al centro un po' del composto di ricotta e spinaci. Richiudetele ripiegando su se stesse prima un lato e poi l'altro. Dopo aver rivestito di carta forno una teglia e averla ricoperta con un po' di besciamella, adagiate le crepes. Aggiungete la restante besciamella sulla loro superficie e cuocete in forno già caldo a 250 °C per 10 minuti.

IL COCKTAIL: BLOODY MARY Ingredienti per una persona: 6/10 di succo di pomodoro, 3/10 di Vodka ghiacciata, 1/10 di succo di limone, tabasco, Worcestershire Sauce, ghiaccio, sale, pepe, 1 gambo di sedano (facoltativo), qualche filo di erba cipollina (facoltativo) Ponete nello shaker i cubetti di ghiaccio, il succo di pomodoro, la Vodka e il succo di limone. Agitate energicamente, con un movimento avanti-indietro, per una decina di volte. Versate il cocktail shakerato in un tumbler alto, quindi spolverizzate con un pizzico di sale e una macinata di pepe. Aggiungete una goccia di Tabasco e una di Worcestershire Sauce; mescolate delicatamente con lo stir prima di servire. Se vi piace, potrete guarnire il Bloody Mary con un gambo di sedano o con qualche filo di erba cipollina.

IL DOLCE:

TORTA AL LIMONE

Direttore responsabile:

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Direttore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Franco Parrello, Tonino Carneri, Mario Nirta, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli, Nino Sigilli, Tonino Carneri, Sara Leone, Pasquale Giurleo

INGREDIENTI: 300 GR DI FARINA, 150 GR DI BURRO, SUCCO E SCORZA GRATTUGIATA DI UN LIMONE, 3 UOVA

STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

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0964342198 larivieraonline@gmail.com www.larivieraonline.com

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14 EDITORE - No così srl via D.Correale, 5 - 89048 Siderno

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

Mettete i tuorli e lo zucchero in una ciotola e mescolate con una frusta fino a ottenere un composto spumoso e privo di grumi. Unite il succo di un limone e la scorza grattugiata. A parte, sciogliete il burro a bagnomaria e poi unitelo al composto nella ciotola. Continuate a mescolare finché il composto non sarà omogeneo. A quel punto, versate la bustina di lievito e, a poco a poco, la farina setacciata. In un altro recipiente montate gli albumi a neve e uniteli all’impasto della torta al limone, mescolando dal basso verso l’alto. Imburrate e infarinate una teglia e versateci dentro l’impasto della torta al limone. Fate cuocere a 180 gradi per 20-25 minuti.


04 FEBBRAIO - 22

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SCUOLA

Menzione d’onore per il Classico di Locri al Concorso Nazionale Grillo

Separati alla nascita Questa settimana abbiamo notato una notevole somiglianza tra il nostro Rosario Bombaci, noto chef di Siderno, e l’attore Giuseppe Battiston, il Peppe del film “Perfetti Sconosciuti”.

l giorno 26 gennaio, nella Sala del Tricolore della Prefettura di Catanzaro, si è svolta la premiazione del Consorso Nazionale Premio Grillo. Alla Manifestazione, organizzata dalla Fondazione omonima, la classe III B del Liceo Classico di Locri è stata destinataria di una Menzione d’onore per il racconto fotografico che ha trattato il tema del viaggio di Ebrei e migranti “Sulle ali della Speranza”, unica Istituzione calabrese premiata. L’elaborato è stato realizzato dagli alunni con il coordinamento di Manuela Docile e il supporto dell’Assistente tecnico dell’Istituto Serafina Calarco.

I

Al Bar Riviera si legge Riviera Il Barone Macrì, con Pino Lombardo e signora e la mitica titolare del noto bar di Locri, si incontrano la domenica mattina per gustare un buon caffè e commentare le ultime notizie del nostro settimanale.

Attorno al focolare Dinanzi a un accogliente camino, il sindaco di Palizzi Walter Scerbo abbraccia l’ex sindaco di Bova Leo Autelitano, l’assessore alla cultura di Siderno Ercole Macrì, il vicesindaco di Palizzi Erminio Fiumanò e il grande calciatore “Siso”.

Note toccanti Un intenso primo piano del cantautore della Locride Bruno Gelonese, che tante note soavi ci ha regalato in questi mesi con le sue meravigliose interpretazioni musicali.


O P O C S L’ORO Viaggi della speranza Raccontano le cronache che Lello Arena abbia intrapreso un periglioso viaggio di centinaia di chilometri apposta apposta per farsi ritrarre in questo scatto assieme al nostro amico conduttore Enzo Romeo.

L’amore prenderà il sopravvento e sul versante lavorativo risolverete alcune questioni che temevate ormai dimenticate. Cercate comunque di agire con la testa e non tirate su le barricate, d’altronde tutti abbiamo bisogno degli altri!

Questa settimana risolverete finalmente alcune faccende che vi procurano mille pensieri ma attenti a dove mettete gli zoccoli. Sul versante amoroso vi sentirete gelosi più che mai. Avete bisogno di certezze? Cercatele nel vostro cuore.

Politica che fu Bettino Craxi sul palco nel corso di un memorabile comizio che si tenne, nel 1992, in una Piazza Duomo di Reggio Calabria stipata fino all'inverosimile. Accanto a lui riconosciamo Candeloro Imbalzano e Bruno Dominianni.

Vi sentirete catapultati in un nuovo capitolo della vostra vita. L’indecisione è una costante da non sottovalutare. Cuore e la mente si battono senza sosta e anche in ambito lavorativo vi sentirete sovrastati dall’incertezza.

Sarà come se aveste tra le mani la chiave per aprire le porte del futuro ma qualcosa sembrerà bloccarvi. Forse siete legati alla vostra natura conservatrice, forse avete semplicemente paura di ciò che troverete dietro la porta.

Ogni promessa è debito Alfonso Passafaro, come promesso, ci invia una sua foto mentre posa dinanzi al Duomo di Milano… anche se la promessa comprendeva la promozione del nostro settimanale gelosamente custodito sottobraccio!

Re si nasce Da Marina di Gioiosa con furore, ecco a voi il “King” della schedine! Nessuna X può ingannarlo, nessun 1 può sorprenderlo, nessun 2 può affaticarlo!

Qualche difficoltà sul versante sentimentale inciderà sul vostro buonumore, ma saprete affrontare la situazione senza andare nel panico. Probabilmente si tratta di un momento in cui la necessità di comunicare inizia a farsi sentire. Sarà una settimana all’insegna di una passione dirompente. in ambito professionale, tuttavia, non vi sentirete all’altezza di certe situazioni. Forse tutte le pretese che avanzate a voi stessi stanno diventando un macigno troppo pensante.

Avete voglia di dare il massimo, eppure inizierete a chiedere se ne varrà la pena e, soprattutto, a dubitare di quelle che finora avete considerato delle priorità. Forse vi renderete conto che non sempre felicità fa rima con sicurezza. L’umore sottotono vi renderà poco inclini a manifestare i vostri più intimi sentimenti. Anche una certa frenesia in campo lavorativo vi concederà poche opportunità di riposo aumentando un po’ lo stress e rendendovi insofferenti.

Calcio immagine Ultimo giorno di “Speciale calcio mercato” per il cauloniese Gianni Albanese, che si fa fotografare in compagnia di queste due bellissime giovani al termine delle riprese della nota trasmissione di calcio.

Una bella settimana alle porte… anche sul versante amoroso le cose andranno alla grande. Per le coppie saranno giorni esplosivi. Ottime anche le performance lavorative, ma fatte molta attenzione a non caricarvi troppo di impegni.

Ma quale civiltà! Vogliamo dedicare questa foto a quel porco che ogni settimana, fottendosene altamente della legge e dei suoi concittadini, non fa la differenziata e abbandona indefessamente i suoi rifiuti in via Misuraca. Fai schifo…

Le stelle saranno finalmente più benevole con voi e vivrete giornate positive. In amore ricercherete più intimità , sul versante lavoro riuscirete a gestire le diverse incombenze in modo più attento. Siete ormai navigati in ciò che fate!

Sarete più intraprendenti che mai. In amore un risveglio di antiche sintonie per i rapporti di lunga data, mentre i single sapranno come usare la loro incredibile esuberanza. Tenete a bada il vostro fare un po’ rivoluzionario.

Buon cibo non mente Buon appetito a tutti grazie allo staff della macelleria Commisso di Siderno che, ogni giorno sforna per i suoi clienti prelibatezze di ogni tipo. Tutte rigorosamente “made in Calabria”, si intende!

Volete risollevare le sorti del vostro rapporto, travolto da non poche preoccupazioni di carattere economico e lavorativo. Se la vostra priorità continuerà a essere il sentimento e l’energia nel lavoro tutto si evolverà in modo positivo.



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