LA CONTROCOPERTINA
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Problemi, problemi e ancora problemi
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a festa della donna è alle porte e, anche quest’anno, in occasione dell’8 marzo, verrà riproposta la manifestazione “Un fiore contro la sclerosi multipla” (1), malattia per la quale la ricerca ha bisogno costante di fondi e che colpisce maggiormente la popolazione femminile. Anche nella Locride, come di consueto, saranno diverse le piazze ad aderire alla manifestazione, che coinvolgerà 10.000 volontari pronti a dare una gardenia a chiunque vorrà contribuire, con un contributo minimo di 15 €, a questa bella iniziativa. Ma la Locride, lo sappiamo, è chiamata ad affrontare anche altro genere di problemi, come quelli relativi alla sicurezza, dei quali si è discusso ampiamente durante la riunione allargata dell’assocomuni svoltasi al Comune di Siderno lo scorso venerdì, in cui ha detto la propria anche il consigliere regionale Arturo Bova (3), di recente vittima di una delle intimidazioni che hanno scosso la nostra terra. E sempre di intimidazioni si è occupato il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà (5) che, dopo aver visto andare in fumo il magazzino dell’imprenditore suo concittadino Tiberio Bentivoglio, si è fatto protagonista di una bella pagina di politica quando ha urlato alla ‘ndrangheta un liberatorio: “Ci avete rotto le palle!”. Se per i problemi attuali non sembra che il governo si stia scapicollando, uno slogan in giro in questi giorni in rete ci ricorda che la Locride, in fondo, ha beneficiato di quasi 12 milioni di €, di recente, per sistemare i danni provocati dall’alluvione (8). Evidentemente per il governo siamo degni di nota solo quando stiamo per morire! Un problema che, invece, pare essere in via di risoluzione, è quello relativo all’invasione del punteruolo rosso a Siderno: la cura dell’esperto coinvolto dal Comune sembra stia dando finalmente qualche frutto (pardon, foglia) su questa palma del lungomare (6). Anche la questione sviluppo sostenibile pare possa essere in via di soluzione dopo la presentazione, presso la sede di Confindustria Reggio Calabria, della piattaforma online “itineritaly.it”, nata dalla collaborazione delle Confindustria provinciali di Andrea Cuzzocrea e Michele Lucente, della Confcommercio di Giovanni Santoro, della Smart City di Agata Quattrone e di don Gianni Polimeni (4). Problemi di natura differente devono affrontare invece Roberto Giacchetti, deputato in questi giorni impegnato nelle primarie PD di Roma e Graziano del Rio (7), che si atteggiano a cittadini “comuni” prendendo la metropolitana per spostarsi. Alleggeriamo i toni con la conturbante moglie di Donald Trump (2). La giovanissima consorte dell’imprenditore in corsa per la poltrona di Presidente degli Stati uniti d’America non esita a sfoderare armi di distruzione di massa per accattivarsi l’elettorato americano. Speriamo solo che l’elettore medio statunitense dimostri più buonsenso di altri, perché avere una first lady che posa per Playboy non crediamo valga il rischio di avere un guerrafondaio a rivestire la carica di uomo più potente del mondo! Jacopo Giuca
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ATTUALITÀ
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Manca ancora oggi una vera mappatura, mancano censimenti e dati completi sui siti che necessitano di bonifiche e soprattutto mancano gli incentivi economici, essenziali se si vuole davvero debellare questo pericolo.
GIUDIZIARIA
Indagini “locali” e connivenze Le valutazioni conclusive in merito ad alcune indagini eseguite dagli investigatori dei carabinieri in una recente inchiesta antimafia, coordinata dalla procura reggina, riprendono alcuni argomenti dai quali l'attività di Polizia Giudiziaria in corso ha permesso di far luce principalmente su una serie di soggetti il cui livello criminale è stato ritenuto “piuttosto elevato” in relazione alla realtà locale. Livello che si collocherebbe in posizione media rispetto ad un quadro più ampio, proprio della 'Ndrangheta. Si tratterebbe di una serie di "capi locali" ciascuno dei quali, in funzione del ruolo ricoperto, svolgerebbe le proprie attività illecite con l'obbligo di rendere conto del proprio agire a terze persone, poste in posizione gerarchica superiore, come "Federico" ed il "Professore", la cui identità è allo stato ancora ignota. Vi sarebbero dei presunti responsabili di “locali” che avrebbero fatto parte a un soggetto, successivamente deceduto, il quale “funge da collettore dei denari destinati poi a finanziare gli affari della più ampia associazione mafiosa calabrese. L'attività illecita dei predetti è svolta anche grazie all'ausilio di una serie di gregari il cui livello criminale è ovviamente minore, ma che permettono di porre in essere traffici illeciti e perpetrare i reati” sui quali si è indagato. Contemporaneamente anche altri indagati, ciascuno "responsabile" di un diverso settore, di un gruppo di individui o di una attività illecita precisa, rendono conto del loro operato allo stesso soggetto. Vi sarebbero stati poi personaggi di spicco della criminalità locale “che contribuiscono alla realizzazione degli interessi del sodalizio criminale su cui si indaga, come se vi fosse una sorta di linguaggio comune che unisce gli appartenenti alla 'Ndrangheta”. E' il caso di soggetti di Gioiosa Jonica, interessati a partecipare agli affari economici della zona ma anche pronti a esercitare il loro potere mafioso per venire in soccorso ad un associato che lo richieda, o di tale P.F., che sarebbe stato “chiamato in causa per mediare le tensioni generatesi tra due "capi locali" confinanti. “Le caratteristiche principali dell'associazione sin qui accertate – si legge in un’informativa dei carabinieri - sono ovviamente legate anche al genere di reati compiuti”. Ci sarebbero stati soggetti con l’interesse a controllare e lucrare sugli appalti pubblici, altro individuo “si occupa verosimilmente di effettuare traffici illeciti di stupefacenti e poi riciclare il denaro in attività commerciali”, mentre una “famiglia” storicamente inserita ad un livello di vertice della 'Ndrangheta e con interessi economici notevoli, si occupano di entrambe le cose. “Tra la miriade di contatti che gli indagati hanno giornalmente – proseguono gli investigatori - si può spesso solo intuire quanto sia vasta la rete criminale di cui fanno parte, fatta da personaggi dall'alto potere criminale, individui con un ruolo paritetico, fiancheggiatori, prestanome, infiltrati nelle Istituzioni Pubbliche, e tante altre figure per le quali giorno per giorno emergono sempre nuovi particolari utili a inserirle nel quadro generale della consorteria criminale su cui si indaga”. “Non per ultimo si vuole porre l'attenzione sul linguaggio utilizzato e sulle dinamiche che regolano i rapporti tra i consociati, aspetti questi legati anche all'appartenenza ad una particolare forma di associazione che in questa realtà è spesso sinonimo di illecito, in quanto utilizzata dai suoi appartenenti per mascherare gli affari illeciti ed esercitare un controllo sul territorio pressoché capillare. L'accertamento delle responsabilità degli affiliati alla consorteria mafiosa di cui si tratta è quindi di natura complessa e sarà possibile solo mediante la prosecuzione e l'ampliamento delle attività tecniche, unitamente ai classici metodi di indagine consistenti in pedinamenti, accertamenti patrimoniali e repressione di eventuali attività illecite per le quali sia previsto dal Codice Penale un intervento immediato della Polizia Giudiziaria”.
DOMENICA 06 MARZO
L'amianto è illegale dal 1992 ma la Calabria se ne infischia ell’anno in cui l’ecologia e la tutela ambientale sembrano fortunatamente essere tornate di moda, c’è una regione, ed una città, Cosenza, che affogano, lentamente, nel velenoso oceano del problema amianto. Dopo numerose iniziative e denunce, l’Organizzazione Nazionale Amianto di Cosenza ha relazionato un bilancio dell’anno passato nell’assemblea dei soci, sottolineando come nonostante l’attivismo dell’associazione sia importante e soprattutto concreto, vi siano ancora delle non trascurabili “zone d’ombra” concentrate nei palazzi di potere, nelle istituzioni. A parte infatti qualche comune volenteroso, sono molte le pubbliche amministrazioni che stanno immobili. Immobili dal 1992, anno in cui l’amianto è stato reso illegale. Ci si chiede infatti cosa da allora sia stato fatto, cosa sia cambiato. Se si analizza l’attività regionale ci si mette le mani ai capelli: poco, pochissimo, si legge nel bilancio. “La Calabria si è adeguata alla normativa solo nel 2011 ma a questo già grave ritardo se ne sono aggiunti altri, ancora più gravi. I dettami della legge regionale infatti sono stati realizzati solo in tempi molto più lunghi rispetto alle previsioni, peraltro in maniera molto parziale quanto non disattesi del tutto”. Il PRAC – Piano regionale amianto della Calabria – doveva in teoria essere approvato entro 180 giorni dalla legge 14 del 27 aprile 2011 ma è stata riesumato solo nell’aprile dello scorso anno quando la Giunta regionale ha approvato il documento preliminare con allegato il Rapporto preliminare ambientale. Ma di questo documento pochi elementi si salvano e la stessa ONA, l’Organizzazione nazionale amianto, non ha tardato a farsi sentire: “Un documento incompleto
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poiché in gran parte privo dei contenuti imposti dalla legge 14. Manca una vera mappatura, mancano censimenti e dati completi sui siti che necessitano di bonifiche e soprattutto mancano gli incentivi economici, essenziali se si vuole davvero debellare questo pericolo.” Dalle osservazioni che sono state inviate dall’ONA alla Regione non si è però avuta notizia. Dopo una collaborazione iniziale con l’USA, l’Unità speciale amianto, l’Organizzazione è stata messa da parte senza alcuna motivazione formale e gran parte dei finanziamenti europei per la bonifica delle zone gravate da amianto sono stati rispediti al mittente. È certo che questo è un romanzo noir il cui finale deve essere ancora scritto e al quale l’ONA vuole contribuire. Ma si può notare nella relazione come non siano solo le ombre a caratterizzare il 2015
della lotta all’amianto calabrese. L’osservatorio cosentino mette in evidenza il percorso intrapreso con le scuole della provincia che hanno organizzato, nell’istituto tecnico di Montalto, dei veri e propri percorsi formativi sotto forma di seminari ai fini di educare le nuove leve alla cultura della lotta all’amianto. Come dichiarato da Infusini e Salvo, portavoce dell’ONA di Cosenza, nel bilancio 2015, quello delle scuole è un “progetto che ci sta dando grandi soddisfazioni e che intendiamo portare all’attenzione del provveditore affinché possa essere replicato anche nelle altre scuole della provincia.Oggi più che mai è necessario che l’educazione ambientale arrivi tra le nuove generazioni perché da loro dipende il futuro del nostro territorio e del pianeta.” Antonio Cormaci
Siderno partecipa al cordoglio di Gioia Tauro
Il drammatico incidente che ha scosso la comunità di Gioia Tauro e spezzato le vite di Fortunato, Marzio, Giuseppe e Francesco ha riaperto una ferita mai completamente sanata della comunità sidernese, quella procurata dalla morte, avvenuta in circostanze analoghe, di Gabriele, Napoleone, Luigi e Giuseppe. Per dimostrare il cordoglio della nostra comunità e dare testimonianza della vicinanza che Siderno prova nei confronti Gioia Tauro in questo momento di lutto, alcuni ragazzi della nostra città hanno omaggiato i quattro angeli di Gioia con una corona di fiori su iniziativa di Antonio Ferreri.
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Mentre le arance marciscono nei nostri agrumeti a due passi dal porto di GioiaTauro e dall’aeroporto di Lamezia, el’oliotunisinoinondaquellocalabrese, alleportedellaprimaverasfiorisconolegerberegialle.
Olio, arance e ger
LA POLITICA DEVETORNARE A FAR SÌ CHE GLI UOMINI NON SIANO SCHIAVI DELLATIR
Sul tramonto di Riferimenti ci interessa solo sapere perché il“potere”ha aperto la borsa con estrema generosità a favore di questa come altre sigle di mediocri teatranti.
ILARIO AMMENDOLIA uardando le tonnellate di arance che marciscono nei nostri agrumeti, il primo pensiero va ai bambini dell’Africa nera che muoiono di fame. Il porto di Gioia e l’aeroporto di Lamezia a due passi ma le arance marciscono. È una ingiustizia che grida vendetta al cielo. Poi il pensiero va agli agrumicoltori. Molti non raccolgono più e “l’incolto cespuglioso” avanza tra quelle terre che hanno visto fiorire giardini tra i più belli del mondo. Intanto il Marocco, approfittando del sospetto embargo contro la Russia, ha conquistato un importante fetta del mercato russo. Mentre la Turchia, che non esporta più verso l’ex URSS, riversa i suoi prodotti agricoli sul mercato europeo e sullo stesso mercato italiano con il risultato che i nostri prodotti agricoli vanno sempre più giù.
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Le cose non vanno molto meglio per quanto riguarda l’olio di oliva - dove la Calabria subisce la spietata concorrenza di molti paesi che si affacciano sul Mediterraneo - né nell’allevamento del bestiame diventato monopolio esclusivo delle regioni del Nord e, ancora più, dei paesi del nord Europa. Il recente accordo con la Tunisia che apre le porte dell’Unione a 35 mila tonnellate di olio tunisino aggraverà ulteriormente le cose. Io non sono contro gli accordi commerciali soprattutto con i paesi del Mediterraneo se contemporaneamente si mettano in atto misure di tutela della nostra agricoltura. Ciò non avviene e così la Calabria di oggi diventa un luogo dove il “deserto” avanza e i posti di lavoro si assottigliano. Una Calabria che diventa sempre più un mercato coloniale interno fintanto che le pensioni maturate negli scorsi anni e i redditi della burocrazia e del terziario consentiranno di acquistare i prodotti.
In questo contesto perché sorprendersi se i due terzi della nostra gioventù pensano al proprio futuro fuori dalla nostra Regione? Perché stupirsi se l’humus da cui la ‘ndrangheta trae linfa diventa più fertile che mai? Perché fingere meraviglia se le donne calabresi sono tra le meno prolifiche del mondo? Si sta discutendo la legge su alcuni “diritti civili” verso cui nutro il massimo rispetto ma quando i “nostri” parlamentari riusciranno a porre all’ordine del giorno il diritto delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi a formarsi una famiglia, di trovare un lavoro, di avere un bambino in ospedali dignitosi, di poter guardare con un minimo di speranza al futuro? Nessuno ha la bacchetta magica! Tuttavia sorprende e indigna che in questo scenario inquietante, con una terribile guerra a due passi da casa, la politica calabrese parli ad uffa di cose amene e banali. Io vorrei che l’Università avviasse una ricerca sulla capacità della “politica” calabrese di
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L’EDITORIALE di Maria Giovanna Cogliandro
L'antimafia petalosa unico elemento a suo favore è che la bomba è stata congegnata in modo da esplodere in un preciso momento. Ventiquattr'ore prima ad Adriana Musella erano state consegnate le chiavi degli immobili confiscati alla cosca Mancuso, la più potente nel parterre della 'ndrangheta calabrese e la stessa che in passato minacciò la presidente petalosa tanto da finire sotto scorta. È da 23 anni che Adriana Musella è alla guida dell'associazione Riferimenti, perchè accorgersi adesso che l'antimafia è una zuppa di soldi? Ho smesso di credere al caso da un bel po'... Comunque sia, scelgo di concentrarmi solo sulla Musella. Dal '93 Adriana combatte la mafia a colpi di Gerbere Gialle spendendo 3.666 euro l'anno. È un simbolo - dice lei. Un simbolo? Perchè allora non scegliere i fiori di campo!? Ti piace il giallo? Prendi come simbolo le campanelle, quelle di cui vanno ghiotte le capre. Oppure la margherita, tanto simile alla tua gerbera, anche se più grezza ma anche lei ha lo stelo robusto, da gente con la schiena dritta. E soprattutto è gratis. "Abbiamo dato un prezzo al simbolo" tuona la Musella nel suo comunicato di risposta all'articolo esplosivo del Corriere della Calabria, un comunicato in cui la presidente sfodera i trucchi del vecchio pugile, schivando un colpo dopo l'altro. O almeno credendo di farlo. Lei è stata trasparente in questi 23 anni. "La mia attività è sotto gli occhi di tutti". Tutti sapevano in effetti. Sostiene, poi, che l'associazione antimafia come tutte le altre associazioni ha bisogno di risorse economiche: "contributi volontari, contributi e finanziamenti di Pubbliche Amministrazioni Enti pubblici e privati, Comunità Europea su progettazione". Non fiori ma opere di bene. Chè ai fiori ci pensa lei con le vostre opere di bene. Il problema non è che la Musella abbia speso 7.600 euro l'anno in magliette - simboli anche loro - "indossate con orgoglio" per combattere la mafia, o che abbia scialacquato 60 mila euro "in tre anni" (e non in uno soltanto, come ci tiene a precisare nel suo comunicato) in spese di tipografia, o che nelle spese dell'associazione rientrino viaggi, cene dal cognato, pc Apple da 1.778,95 euro (perchè uno in offerta a 400 euro non ha tutte le caratteristiche e le funzionalità indispensabili per portare avanti un'associazione antimafia). Il problema è che tutto ciò è generalmente accettato e consentito da quando è stato compreso che l'antimafia è un tuffo alla Paperon De' Paperoni tra soldi e interessi. Un duro colpo per la presidente petalosa, mitico e atroce come un masso che rotola da una montagna. È stata colpita e affondata la Regina di Fiori che, come rappresentata nelle carte da poker, si è rivelata tutta facciata, e senza spessore. "La mafia è una montagna di merda", scriveva Peppino Impastato in un articolo del '66. Lui non poteva sapere allora che qualcuno, strumentalizzando il suo pensiero, avrebbe fatto dell'antimafia una montagna di soldi. Di questo noi ci siamo accorti da anni, non aspettavamo che alla Musella venissero consegnate le chiavi dei beni confiscati ai Mancuso.
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RANNIDE. OGGI È SOLO CICALIO FASTIDIOSO QUANTO INUTILE incidere sulla realtà e, comunque, di stabilire un nesso con i problemi veri del popolo calabrese. Lo dico con dolore perché io credo nella Politica come insostituibile attività degli uomini per non essere schiavi della tirannide e, proprio per tale mia convinzione maturata, sofferta e profonda, mi indignano le schiere di politicanti il cui cicalio diventa fastidioso quanto inutile. In tale contesto, unica nota positiva è che in questa primavera non fiorirà una particolare specie di “fiore” maligno, infestante e dannoso più della gramigna. Mi riferisco al triste tramonto della “gerbera gialla”, ennesima sigla antimafia travolta dagli scandali. Ovviamente, noi siamo garantisti sempre e con chiunque anche, e soprattutto, con i “forcaioli” dell’antimafia da teatro foraggiata e pagata da tutti noi. Non ci interessano eventuali responsabilità penali (anzi ci auguriamo che non ci siano) ma solo comprendere l’enorme spreco e soprattutto il perché il
“potere” ha aperto la borsa con estrema generosità a favore delle mille sigle di questi mediocri teatranti. Perché autorevoli magistrati le hanno legittimate, cresciute e accarezzate, salvo poi prenderne le distanze a due passi dal precipizio. Io credo di sapere il “perché” ma - come Pasolini - non ho le prove. So per certo che queste sigle sono state la punta della lancia per confinare nella “zona grigia” o per tentare di associare alle patrie galere chi si è discostato dall’infame teatro messo in scena contro la Calabria e contro la democrazia. La regia è altrove e la Calabria è la vittima più illustre. Tocqueville temeva la dittatura del pensiero unico come possibile battistrada per imporre la tirannide mentre Orwell, nel suo 1984, ci ha avvertiti su quanto sia rischioso mettersi sotto le ali del “grande fratello”. Mi permetterei di segnalare la rilettura di questi due autori ai sindaci della Locride, verso cui ho grande rispetto tanto singolarmente che come istituzione.
Tuttavia non posso e non devo nascondere che la riunione di lunedì scorso convocata per discutere sulle “intimidazioni” e per esprimere solidarietà a Federica Roccisano – al di là di qualche raro ma pregevole intervento – mi è sembrata francamente imbarazzante, decisamente sconclusionata e certamente senza sbocchi. Figlia di un pensiero debole di chi recita su un copione che altri hanno scritto per loro. Nessuna vera introduzione, nessuna strategia, nessun serio sforzo di analisi, nessun ordine del giorno, nessuna conclusione. Nessuna ricerca della verità per capire il perchè delle “intimidazioni” e la fonte da cui provengono. Quindi la conseguente e smodata amplificazione di questi fatti da parte di coloro che ne sono oggettivamente responsabili. È “negazionista” chi denuncia tutto ciò? No! È solo testardamente impegnato nella difficile ricerca della verità e nell’opera di riscatto del nostro popolo!
Legalità
L’incontro promosso dalle sigle sindacali su lavoro e legalità è stata l’occasione ideale per parlare dei problemi del nostro territorio e avanzare proposte per il futuro. La più accattivante è sembrata ai più quella di Gaetano Paci sulla realizzazione di un Piano Marshall giuridico per la Calabria. Ma inefficienza dello Stato e mancanza di fondi uccidono il progetto ancora prima di pianificarlo.
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Un(irrealizzabile) Piano Marshall (non) cambierà il volto della Calabria Paci ha invocato un’azione di Governo che, da qui a breve, porti nelle casse della Regione Calabriale cifre necessarie a investire sulla legalità
ae sigle sindacali CGIL, CISL e UIL hanno organizzato, lo scorso venerdì, una conferenza unitaria sui temi del lavoro e della legalità come baluardo contro la ‘ndrangheta. L’incontro, tenutosi a palazzo Campanella alla presenza di diverse cariche istituzionali, è stato un’occasione di riflessione dinanzi a un pubblico nutrito e in grado di dimostrare sensibilità in merito all’argomento, affrontato, tra gli altri, dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Marco Minniti, dalla Presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi e dal Presidente del Consiglio Regionale della Calabria Nicola Irto. Tante le richieste di reazione dinanzi ai fatti drammatici che stanno colpendo il nostro tessuto economico e sociale: Minniti ha affermato quanto sia necessario fare di più ed essere maggiormente esigenti dinanzi a quest’emergenza; la Bindi ha dimostrato di aver compreso quanto sia errata la politica di scioglimento senza appello dei comuni in cui si sono verificate infiltrazioni mafiose chiedendo che prima ancora dei cittadini siano i politici a dare il buon esempio non accettando mai di scendere a compromessi; Irto ha sottolineato la necessità che la Regione utilizzi adeguatamente i fondi strutturali per crescita e sviluppo, allontanando l’idea che la Calabria sia una terra dove non è possibile fare impresa. Ma il discorso più apprezzato e applaudito nell’ambito di questa iniziativa è stato quello del Procuratore aggiunto della Repubblica di Reggio Calabria Gaetano Paci, che, parlando dell’esistenza di un sistema di potere (la ‘ndrangheta) di cui l’azione giudiziaria da sola non può scardinare tutte le componenti senza la collaborazione della politica e dei cittadini, ha invocato l’instaurazione di un vero e proprio Piano Marshall per la giustizia a Reggio Calabria. Il Piano Marshall, come molti lettori ricorderanno dagli studi condotti a scuola, fu un programma di aiuti economico-finanziari destinati alla ripresa economica dell’Europa avviato nel 1947 dagli Stati Uniti e prese il nome del segretario di Stato statunitense che se ne fece pro-
anche per l’America. Al termine del progetto, il Piano Marshall costò agli USA quasi 10 miliardi di dollari (considerata l’inflazione, oggi sarebbero stati all’incirca 330), un investimento così importante da essere giustificato dalla storiografia marxista (molto probabilmente a ragione) con la volontà americana di rendere la nuova economia europea funzionale alle esigenze del suo sistema produttivo. Con il suo intervento, insomma, Paci avrebbe invocato un’azione di Governo che, da qui a (ragionevolmente) un paio d’anni, porti
affligge il nostro territorio. Due considerazioni: ciò su cui forse non ha riflettuto abbastanza Paci è che, ad ogni emergenza, il Ministro dell’Interno Alfano fa una capatina da queste parti e promette di mettere in campo l’esercito per qualche mese, impiegando già, seppure temporaneamente, nuovi uomini e mezzi senza sortire il benché minimo effetto; ci domandiamo, in secondo luogo, da dove possa essere attinto questo denaro da investire a fondo perduto, considerato il periodo non certo florido per il Paese. I fondi da destinarsi al nostro territorio scarseggiano come di consueto, e l’unica iniezione di denaro nelle nostre casse, il tanto sbandierato Masterplan renziano, che dovrebbe, entro il 2023, impiegare nella ripresa economica del sud 95 miliardi di euro (di cui la Calabria vedrà pochi spicci), riguarderà esclusivamente lo sfruttamento dei fondi europei con la speranza di avviare investimenti mirati che garantiscano la ripresa economica di questa parte dello Stato. L’irrazionalità del sistema giuridico denunciata da Paci, così come la speranza di vedere un governo che si renda conto di quanto questa terra abbia bisogno di legalità per potersi sollevare dal fango nel quale è affossata, sembrano proclami destinati a non essere colti dallo Stato. Quello stesso Stato che il Procuratore aggiunto ha definito serio, credibile ed efficace quando ha affermato che gli imprenditori che non denunciano le vessazioni della mafia non hanno più alibi. Se è serio, credibile ed efficace, uno Stato che continua a reagire solo con dichiarazioni di sdegno e vicinanza alle intimidazioni di cui siamo
Ci domandiamo da dove possa essere attinto il denaro da investire a fondo perduto nella legalità, considerato il periodo non certo florido per il Paese
motore: George Marshall. L’idea degli USA era quella di “iniettare” nelle casse dei diversi stati europei denaro a fondo perduto per quattro anni, con l’intento di favorire la ripresa economica del Vecchio Continente ed evitare un’ulteriore grande depressione dell’economia mondiale, che avrebbe avuto conseguenze catastrofiche
nelle casse della Regione Calabria le cifre necessarie a investire, in questo caso, sulla legalità: nuove caserme e posti di polizia, nuovi mezzi, nuovi tribunali e assunzioni a pioggia sarebbero il cachet utile a far cessare quel lancinante mal di testa chiamato ‘ndrangheta che
stati testimoni in questi ultimi mesi, aspettiamoci di continuare a versare in questa condizione di serietà, credibilità ed efficacia ancora per lungo tempo. Jacopo Giuca
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...e il pane disse:
“Cosa mi metto oggi?” Il panificio Carlinoda quindici anni sforna quotidianamente pane e prelibatezze dolci e salate nel segno di una tradizione che non ha paura a rinnovarsi n "guardaroba" davvero per tutti i gusti, pronto a soddisfare ogni voglia. Lunedì vuoi iniziare la settimana con un pieno di energia? Eccoti servito il nostro pane ai 5 cereali. Martedi hai voglia di un sapore più delicato ma stuzzicante? Per te abbiamo il pane al peperoncino e semi di pavero. E poi ancora pane all'aglio e cipolla per un mercoledì dal sapore deciso, pane alle noci per un giovedì raffinato, pane al sesamo per un venerdì semplice ma gustoso, pane alle olive per un sabato che profuma di happy hour, pane ai pomodori secchi per una domenica che sa di famiglia. Sono tutti croccanti al punto giusto fuori e sofficemente buoni dentro, genuini - grazie agli ingredienti naturali e rigorosamente selezionati - e ad alta digeribilità, perchè qui da noi usiamo solo il lievito naturale. La pasta madre viene
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conservata gelosamente di giorno in giorno così come facevano le nostre nonne, mantenendola in vita con i dovuti rinfreschi. Quarantotto ore di accurata preparazione e una cottura a puntino. È per questo che il nostro pane è buono anche da solo e con un filo d'olio dà il meglio di sè. Il panificio Carlino da quindici anni sforna quotidianamente pane e prelibatezze dolci e salate nel segno di una tradizione che non ha paura a rinnovarsi. Qui puoi lasciarti deliziare anche dalla piccola pasticceria secca che non si fa mancare i dolci tipici delle feste. Fino a Pasqua, ad esempio, potrai assaporare l'irresistibile sguta pasquale che renderà più golosa la tua giornata. Inoltre, da noi trovi il menu giusto per la tua pausa pranzo veloce: avrai a disposizione una varietà e qualità di alto livello e sarà come mangiare a casa.
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Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Cristina Caminiti, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Katia Candido.
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Salvi grazie ad una cagnolina
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per trasformare la malattia in cura sociale Una voglia di agire che riesce a superare le barriere economiche sovvertendo quella comune immobilità, dogma dei pavidi, capace di creare e far crescere una realtà associativa di stampo assistenzialistico a tutto tondo che tra i clamori della Locride svolge in silenzio la sua missione.
Nella Locride del 1977 un piccolo evento, la fondazione della Lados ad opera di 20 volontari, oggi ci regala una realtà importantissima nel campo sociale.
Anno 1977, in Italia si vive il clima delle grandi agitazioni politiche, movimenti di estrema destra e brigate rosse destabilizzano l’ordine costituito, mentre la Rai ci informa, per la prima volta a colori, della caduta del regime franchista in Spagna; della prima, unica, storica nevicata sulle spiagge di Miami; dell’ultima esecuzione a Marsiglia con la ghigliottina, che saluta e va in pensione; e ancora notizie come la messa in vendita della prima console da gioco e il cordoglio generale per la scomparsa del re del rock, Elvis Presley e della divina Callas entrano nelle nostre case, senza un preciso legame di continuità, facendoci sorridere, rattristandoci, irritandoci, avvolte disgustandoci. Anche nella Locride succede qualcosa, un piccolo evento, sfuggito ovviamente ai grandi palchi dell’informazione mediatica, ma che ha avuto un significato storico-sociale elevatissimo per l’intero territorio, parlo dell’atto formativo di una realtà associativa importantissima nel campo assistenzialistico odierno. Proprio 38 anni fa infatti, un gruppo di 20 abituali donatori di sangue, tra cui Filippo Tedesco ieri come oggi presidente della società, decidono di creare un’associazione di volontari per salvare la vita di un giovane, rimasto ferito durante una battuta di caccia, che necessitava di ingenti trasfusioni, ma aveva un gruppo sanguigno incompatibile con gli stessi parenti. Così il 17 marzo del 1977, grazie anche all’aiuto del notaio Pollifrone che rogò l’atto di fondazione gratuitamente e finanziò con 5.000 lire, divenendo di fatto il primo sostenitore del progetto, le spese per l’istruzione della pratica, nasce la Lados. La piccola società nel tempo evolve da Associazione Donatori Sangue, in ente assistenzialistico a tutto tondo, riuscendo a fornire oggi servizi sanitari importantissimi in un territorio come il nostro, afflitto da quelle stesse strettezze economiche, se non maggiori, che funestano l’intero servizio Ospedaliero nazio-
nale. Di recente ho avuto il piacere di visitare la sede centrale della società, quella di Marina di gioiosa Jonica, nonché di conoscere e scambiare quattro chiacchiere con il presidente pro tempore Filippo Tedesco, rendendomi conto di quale eccellenza rappresenti la Lados all’interno della Locride. L’associazione pur essendo conosciuta, di certo non lo è fino in fondo o almeno non quanto ritengo sia doveroso, se non altro per poter sfruttare a pieno il ventaglio di servizi che può offrire. Si va dall’assidua raccolta di plasma, per rifornire le aziende ospedaliere locali, anche con l’utilizzo della nuovissima unità mobile, al trasporto di pazienti attraverso un parco mezzi forte di 40 tra ambulanze, furgoni per il trasporto di persone affette da deficit motori, fino al fiore all’occhiello della società, un’unità di rianimazione mobile, attrezzata per affrontare casi di ogni tipo, comprese lunghe trasferte interregionali di degenti in terapia intensiva. Senza contare il servizio sanitario a domicilio, offerto a clienti, in questo caso parliamo di abbonati, che per l’irrisoria cifra di 40 euro mensili, grazie ad un sistema di chiamata d’emergenza informatizzato e ad un monitoraggio con apparecchiature audio-video istallate nelle loro abitazioni, godono di un pronto intervento h24 capace di garantirgli un’assistenza sanitaria impensabile nell’ambito del servizio pubblico vigente. Tutto ciò è reso possibile da una rete di volontari qualificati e costantemente aggiornati distribuita, oltre che nella sede centrale, nei comuni di Bianco, Caulonia, Bivongi, Ardore e Bova Marina ed economicamente sostenuta grazie alle donazioni di altri enti o di comuni cittadini, oltre che dai sopra citati servizi di assistenza domiciliare in abbonamento e ai rimborsi spese richiesti per le lunghe trasferte, i cui costi, ad onor del vero, si attestano su una cifra di molto inferiore a quelli richiesti da asso-
ciazioni nazionali del calibro della Croce Rossa. Importanza della vita umana; tutela del sacrosanto diritto di essere curati, assistiti, aiutati di tutti i cittadini; miglioramento delle condizioni e delle aspettative di vita del prossimo; più che una demagogica dichiarazione d’intenti mi è sembrato essere vangelo per i membri stabili della Lados e per il loro presidente. Grazie alla stipula di convenzioni con il ministero della difesa e con la procura, questi eroi senza mantello, si occupano anche di offrire una nuova prospettiva di vita a ex-carcerati, a detenuti che, usufruendo di speciali permessi, possono prestare servizi socialmente utili presso di loro e a rei confessi di reati minori che, su richiesta del tribunale, possono commutare la pena in ore di lavoro all’interno della struttura. Alcuni pensatori illuministi sognavano pene che riportassero coloro che le scontavano nel solco della legalità, che dessero ai carcerati nuovi obbietti, nuovi stimoli capaci di reintegrali come membri attivi di quella società che avevano tradito, credevano che la detenzione non dovesse esser esclusivamente sinonimo di punizione, ma che potesse a volte significare rinascita, seconda possibilità… Anche alla Lados ci credono. Anche nella Locride della ‘ndrangheta, del malaffare, dei perbenisti sempre pronti ad inveire senza mai agire, degli opinionisti della domenica che hanno fatto della lamentala “parola di Dio” da gridare forte per sentirne l’eco, esistono realtà silenziose che operano nel sociale, per aiutare i più deboli senza sentirsi forti, per far emergere il buono senza dare per scontato che in Calabria non esista, per dare a chi li circonda una reale possibilità di viver meglio piuttosto che proclami da twittare. Forse loro non fanno notizia, ma di certo possono fare la differenza. Vincenzo Larosa
Se Daisy non fosse stata male, loro sarebbero morti. Quella sera, in casa di Marco e Klara - nomi di fantasia- faceva un freddo terribile. La loro umile casetta è piena di spifferi e non avendo altro mezzo per riscaldarsi, Marco e Klara pensano di accendere un braciere in camera da letto, in modo da non passare una notte troppo fredda. Nella stanza Daisy era accovacciata sotto un divano, e pian piano le esalazioni provenienti dal braciere hanno iniziato a farle male. Marco e Klara pensavano di aver arieggiato a sufficienza l’ambiente, ma evidentemente per Daisy non è stato così. Chi non ricorda romanzi o film che raccontavano la vita dei minatori, che usavano gli animali (cani, scimmie, uccellini), per rivelare la presenza di gas venefici, che solitamente sono più pesanti dell’aria e quindi tendono ad agire prima sugli animali di taglia piccola (ma anche sui bambini)? Daisy è stato un segnale d’allarme per i suoi due “umani”: uscendo dal cantuccio sotto al divano e chiedendo aiuto, Marco e Klara hanno subito pensato a un avvelenamento. Rianimata la cagnolina e arieggiato la stanza, non hanno più pensato alla cosa finché non sono comparsi, una decina di giorni dopo, dei sintomi gastrici secondari. Condotta dal veterinario, Daisy è stata curata con ogni mezzo, nonostante le precarie condizioni economiche della coppia. Ma Daisy stentava a guarire e solo in un secondo momento è stato possibile risalire alla causa scatenante, poiché i due non avevano raccontato la storia per intero, non immaginando che l’avvelenamento del sangue potesse avere gli effetti che riscontravano in quel momento. È stato un vero caso à rebours, e un’indagine clinica non convenzionale per la dott.ssa Antonella Ieracitano che afferma di avere avuto difficoltà a inquadrare i sintomi per i pochi casi descritti in letteratura, che esitano la morte entro pochi giorni. Ma Daisy ce l’ha fatta, ha superato la fase acuta anche se non può ancora essere dichiarata fuori pericolo. Inoltre, con tutta probabilità, le rimarranno dei danni neurologici o di tipo diverso per tutta la vita, per via della mancanza d’aria e per aver respirato monossido di carbonio. Marco e Klara hanno assistito Daisy in un rapporto quasi simbiotico. Pur essendo una famiglia con limitate possibilità, hanno fatto l’impossibile per starle vicino, alternandosi allo studio veterinario per stare vicini alla cagnolina, e per lavorare. Sì, perché Marco e Klara appartengono a quella larga fascia di persone che guadagna solo se lavora. Hanno fatto di tutto per non lasciare Daisy sola e portarla puntualmente alle terapie. La signora, che è cittadina italiana da dieci anni, ha avuto supporto da parte di tutta la sua comunità di origine: quando era impossibile per lei saltare il lavoro, le amiche si alternavano per sorvegliare Daisy. Pur di non mancare alle terapie la signora infilava Daisy in un borsone imbottito, che poi appoggiava su un carrellino per la spesa, facendo un bel po’ di strada a piedi, con il sole o con la pioggia. Il calore e l’affetto che questa cagnolina ha accentrato su di sé nascono certamente dall’indole profondamente umana e generosa di Marco e Klara, e chi scrive non può non pensare che sarebbe giusto che le parole e i gesti di solidarietà si spendessero anche per casi che hanno minore mediaticità di quelli che sentiamo al telegiornale. Chiunque fosse interessato alla vicenda può chiedere informazioni presso il Centro Medico Veterinario in via Spalato a Siderno. Tutti coloro che hanno buon cuore e amano gli animali leggeranno questa storia con occhi diversi da chi non ha compagni animali, lo so già. Forse apparirà loro esagerata, o strappalacrime, o irrilevante. Un errore comune è che i cani vengano definiti come “figli”, in realtà non è così. Il rapporto più pertinente è quello di fratellanza o sorellanza. Un reciproco scambio, di affetti e doveri. Ma è un concetto faticoso da far capire a chi gli animali non li ha. Daisy, tieni duro e sappi che sono in tanti a fare il tifo per te! Lidia Zitara
Attualità
Il ruolo di comparsa cinematografica sta stretto a una Calabria, femme fatalenata per solcare i red carpet, piuttosto che per elemosinare apparizioni in qualche b-movie o fare da teatro a sproloqui politici su ciò che si può fare senza accorgersi che il set è già allestito e non serve altro che la capacità di fermarsi a guardare per poi iniziare a valorizzare.
La Calabria ignora il cinema
UNA SCENA DE“LA PASSIONE DI CRISTO”CON MEL GIBSON, GIRATO A MATERA
UNA SCENA DELLA FICTION DI RAI1“GENTE DI MARE”, GIRATA IN CALABRIA
Quella“Grande bellezza” che il cinema può trovare... iusto per dare lo spessore di quello ci un finale da film cult. che stiamo per dire provate a gooLa cosa che veramente fa rabbia non è tanto il falglare: “il sistema cinema in limento della destra o l’immobilità della sinistra, Calabria” e vi ritroverete la lista, che non riescono ad andare oltre l’antinomia geotaggata magari, delle maggiori maggioranza-opposizione nel loro dialogo politisale cinematografiche, i film in uscico, ma l’incapacità di entrambe di sfruttare quelle ta e forse una due pagine sulla disapotenzialità a costo zero che il territorio offre per strosa situazione calabrese in materia di sviluppo creare occupazione, per attirare benessere, per e promozione del territorio come attrattiva per la fornire al mondo un’immagine nuova e far uscire cinematografia locale, nazionale ed estera. la nostra terra da quella maledetta, esclusiva dicoProvate adesso a fare la stessa ricerca sostituendo tomia Calabria-'ndrangheta così pervasiva da il termine Calabria, non con Hollywood, Berlino, sembrare l’unica cosa di cui sia rilevante parlare. Cannes, Venezia o Roma, ma con Puglia e La Calabria è altro, tanto altro. Basilicata, due regioni vicine al nostro territorio È un mare profondo sul quale navigare, una terra per storia, tradizioni e problematiche legate al vergine da esplorare, un ecosistema meraviglioso carente sviluppo economico. da scoprire, una storia millenaria da conoscere, Fatto? ma soprattutto è il sogno di tanti giovani che Letteralmente un universo parallelo. vogliono costruirvi il loro futuro senza dover scapAll’elenco puntato delle sale cinematografiche si pare altrove per riuscire a vivere, per avere quella sostituiscono pagine e pagine di aziende interessasperanza di benessere, di serenità che la loro terra te a proporre soluzioni logistiche a registi e propotrebbe potenzialmente offrire loro. duttori desiderosi di girare i loro film in quelle Da un’alba sul mar Jonio, a un tramonto sul tirreregioni, siti promozionali che valorizzano le no, dai massicci montuosi dell’Aspromonte, ai potenzialità del territorio dal punto di vista scenogiganti della Sila che si specchiano sui laghi, dalle grafico, rimandi, anche questi geotaggati, a infra- UNA SCENA DEL FILM“HOUSEFULL”, GIRATO NEL GARGANO, IN PUGLIA aree grecaniche, ultimo simulacro della cultura strutture per l’accoglienza delle troupe o ancora classica, ai borghi medioevali che pulsano su stretlink ad associazioni che si occupano di risorse ma che a differenza nostra è riuscita a compren- nazionali e internazionali, nel settore cinemato- te vene viarie la primigenia idea di cultura umane e sono capaci di fornire personale qualifi- dere l’importanza che la cinematografia può rive- grafico, incentivando, allo stesso tempo, la cine- Europea: il cinema mondiale non avrebbe che cato e referenziato per lavorare nell’industria stire non solo a livello di sviluppo culturale, ma matografia locale. l’imbarazzo della scelta per le sue location. anche a livello di bilancio, ritorno pubblicitaristi- La notizia è recente; lo scontro tra la vicecoordi- Ricordo che quando anni addietro girarono cinematografica. natrice regionale di Forza Italia Wanda Ferro, che “Gente di mare”, una serie sulla guardia costiera Tutto questo, giustamente inframezzato, non da co, turismo, occupazione. un altro elenco puntato con i film in uscita, ma da E la Puglia, altro nostro termine di paragone, non accusa di immobilismo il governatore della prodotta dalla Rai, riviste americane di settore si Calabria Oliverio per quel che concerne la pro- complimentarono con l’azienda per i “fantastici rimandi a successi e Blockbuster girati da registi di è certo da meno. grosso calibro e attori da notte degli oscar, che Basti pensare al successo di incassi di “Housefull”, mozione di un funzionale “sistema cinema”, e il effetti di computer grafica” …non era computer secondo film più visto nella governatore della Calabria, non solo parlano positivagrafica, era solo una vecstoria delle produzioni per che si rifugia dietro la disamente delle attività ricettichia sirena che guarda dalESPONSABILITÀ OPO LE GRAN DAME BHollywood, che ha fatto strosa eredità politica alla ve trovate, ma garantiscol’alba dei tempi il mostruosognare a milioni di indiani quale deve fare fronte. no, e penso a Richard so Cariddi; che fischia POLITICHE GIÀ SOLO IN PUGLIESI E LUCANE SAREBBE il Gargano, quello La cultura fa sempre poca Gere, che sarebbero dispodolce con la risacca delle “Sperone d’Italia”, che a notizia, la politica che parla sti a rifare film che non onde tra le case policrome OTTICA LA NOSTRA QUEST ORA CHE LA CENERENTOLA pochi passi da noi, invece di cultura, chiedo scusa per hanno riscosso successo o mugghia spaventosa con di puntare il dito sulle l’accostamento, invece ne CLASSE DIRIGENTE SEMBRA le onde che si schiantano lampante il riferimento ALABRIA RIUSCISSEA responsabilità, passate o fa eccome. dell’attore al deludente tra gli scogli sui quali siede, ENTRARENELLHAREMDEL presenti che siano, sembra Così da quel campo RIUSCIREAPARLAREDI ILM che sinuosa giace con il kolossal biblico “King riuscire a puntare solo al sequenza mal girato che è David” - pur di avere la sole quando al tramonto OMMISSIONECULTURA CINEMACHECONTA successo. la situazione di sottosviluppossibilità di conoscere rincasa nel suo mare. Responsabilità politiche, po del settore turistico, quei posti meravigliosi che Era Scilla, era un solo picgià…solo in quest’ottica la nostra classe dirigente economico, occupazionale calabrese, ci spostia- colo grande esempio di ciò che la Calabria può li hanno ospitati. Per la cronaca la città a cui si riferiva l’attore è la sembra riuscire a parlare di Film Commission, la mo, con geniale jump cut, al primissimo piano dei regalare al mondo intero, se solo i calabresi avessplendida Matera, la città dei sassi, la città della fondazione radicata in tutta Italia e ramificata in protagonisti e ascoltiamo l’ennesimo trito batti- sero la capacità e la voglia di mostrarglielo. “Passione” di Cristo secondo Mel Gibson, la città sottocommissioni regionali, che si occupano di becco politichese sperando, che il doverne soffrire Vincenzo Larosa di una regione poco sviluppata come la Calabria, valorizzare il territorio per attirare investimenti, la serializzata retorica, almeno sia utile a garantir-
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Leopardi:
il pensiero è poesia Nei giorni scorsi il Prof. Gaspare Polizzi, docente universitario fiorentino e presidente della locale sezione della Società filosofica italiana, ha tenuto un'affollata conferenza, "Giacomo Leopardi e la Natura", nell'affascinante sala del Palazzo De Moià a Siderno Superiore, il merito dell'organizzazione va all'associazione Scholè di Roccella Jonica e al Comune di Siderno. La serata di cultura è iniziata con i saluti dei rappresentanti del Comune di Siderno: la vicesindaco Anna Romeo e l' assessore alla cultura Ercole Macrì che hanno evidenziato il valore dell'iniziativa che, peraltro, si inquadra nell'impegno culturale della benemerita associazione di Roccella che da tempo propone eventi di livello molto elevato. Successivamente è intervenuto Angelo Nizza, coordinatore dell'associazione, che ha presentato il relatore, evidenziando i suoi studi filosofici, infine ha preso la parola il Prof. Polizzi: dopo i ringraziamenti è entrato nel cuore del tema della serata: fornire un punto di vista filosofico circa gli interessi scientifici di Leopardi. Per l'attento pubblico è stata una riscoperta e una scoperta: vecchi ricordi di scuola sono riaffiorati con la forza di una nuova consapevolezza, ma anche nuove scoperte che confermano la vastità del pensiero del genio recanatese che ancora oggi fa discutere e si impone con le sue caratteristiche di pensatore attuale: Leopardi, pertanto, non solo sommo poeta, sommo filologo e filosofo, come è stato scritto subito dopo la sua scomparsa, ma anche attento studioso della Natura fin da bambino. "Giacomo, ha affermato il conferenziere, aveva assistito a sei anni, da bambino curioso, a un’eclissi solare e a tredici anni al passaggio di una cometa, due fenomeni celesti che ancora impaurivano i popolani di Recanati, ma non il giovane Leopardi, educato dal padre Monaldo a studi severi e in grado di leggere, nella Biblioteca di famiglia, i migliori e più aggiornati trattati di astronomia”. Pertanto, come dirà Calvino in Lezioni americane, "la contemplazione del cielo notturno che ispirerà a Leopardi i suoi versi non era solo un motivo lirico; quando Leopardi parlava della luna sapeva esattamente di cosa parlava”. Ma l'interesse del Poeta, ha affermato Polizzi, era diretto anche in altri settori della scienza e sempre con conoscenze puntuali e aggiornate come ha dimostrato nel suo libro, frutto di anni di ricerche, "Io sono quella che tu fuggi. Leopardi e la Natura, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma luglio 2015. Fra i tanti elementi forniti dal Prof. Polizzi due ci sono sembrati di particolare importanza: lo stratonismo e il nichilismo. Leopardi, studiando la Natura, accoglie lo stratonismo: concezione filosofica naturalistica ed empiristica, elaborata dalla scuola peripatetica sotto la guida del filosofo greco Stratóne di Làmpsaco, distaccandosi, così, dai valori del suo ambiente di vita che di certo non era né retrivo né chiuso, considerato che nella biblioteca del padre trovò numerosi testi molto lontani dalla visione del mondo di tipo cristiano, nonostante il conte Monaldo fosse vicino a posizioni "tradizionaliste". Ma l'approdo a questa filosofia non rende Leopardi meno sofferente. Se, infatti, la sua ricerca giunge ad una prima conclusione è anche vero che questa risposta sarà pure ritenuta vera, ma è anche devastante: la ricerca della felicità inevitabilmente legata alla comprensione del senso dell'Essere e della vita umana giunge al naufragio, togliendo ogni speranza: è la disperazione! Quale speranza può esserci per l'uomo? quale senso ha la vita umana? e come possiamo soddisfare la nostra sete di felicità in un mondo tutto materiale, segnato da un’assoluta contingenza, dove “niente preesiste alle cose: né forme, o idee, né necessità né ragione di essere"? E così il poeta approda al Nichilismo, molto prima di Nietzsche: il “tutto è nulla”. Sgombrato il campo dalla tesi del "pessimismo", Polizzi evidenzia il rapporto LeopardiNietzsche ancora più importante del rapporto con Schopenhauer: siamo davanti a una concezione filosofica nichilista anche se gli esiti dei due pensatori saranno diversi: il canto disperato del poeta che non aveva trovato né nella natura né nella filosofia né nell'arte le risposte che cercava è la conseguenza della mancanza di senso , della perdita della speranza di una possibile di felicità, sempre sfuggente eppure necessaria per vivere. Leopardi non rincorre illusioni non indugia a deliri da "superuomo", né vuole sfuggire all'assurdo della condizione umana: vive con coerenza e onestà intellettua-
le; la vita è dolore, speranze puntualmente deluse e la morte è un abisso orrido e immenso che annulla tutto. E anche il raggio di luce della "solidarietà" tra gli uomini, accomunati dalla medesima sventura, è ben poca cosa, se tale rimane, per chi sa che ha le domande, ma ha capito di non avere le risposte perché “Oh, infinita vanità del vero!”: il suo canto è umanità allo stato puro. Ci aiuta a comprendere quanto sia disumano l'attuale edonismo stupido e volgare che vorrebbe eliminare il dolore che inevitabilmente genera l'attuale nichilismo di massa. Alla relazione del Prof. Polizzi è seguito un dibattito che ha registrato numerosi e qualificati interventi: il docente ha approfondito alcune questioni e ha dato parziali risposte poiché alcune questioni sollevate avrebbero richiesto specifiche conferenze; evidentemente la seria ricerca di Leopardi, il suo pensiero e la sua poesia ci toccano da vicino, ci richiamano alla nostra umanità, al valore della vita, a evitare fughe nel cinismo o nella superficialità: ci fa presente a noi stessi con la consapevolezza che la nobile ricerca del senso ha già un valore in sé e che quella solidarietà tra gli uomini, declinazione dell'amore, che gli diede sollievo nell'ultimo periodo della sua vita, e che forse era l'inizio di un nuovo percorso che avrebbe "superato" il naufragio della ricerca fino ad allora condotta, può essere segno decisivo per individuare la direzione giusta per affrontare il dramma dell'esistenza umana: accogliere e praticare la logica dell'amore, se non altro, aiuta a vivere. Giuseppe Giarmoleo
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Gli
enti Appuntam della
settimana
Oggi, domenica 6 Marzo 2016 • Grand Hotel President, Siderno, ore 16.00: “I Beni culturali della Locride: Monitoraggio, controllo e salvaguardia”. Incontro organizzato da Centro Studi Ausonia (i dettagli a pagina 18) Martedì 8 Marzo 2016 • Contrada Vennarello Siderno, presso i locali della palestra accanto alla scuola: “Occhio… alla buona salute”, giornata di Check-Up gratuito rivolta a bambini, adulti e anziani organizzato dall’Associazione Comitato di Vennarello. Verranno effettuati: Rilevazione dati antropometrici (peso, altezza, circonferenze); Calcolo Indice Massa Corporea (BMI); Calcolo Metabolismo Basale; Misurazione pressione arteriosa; Misurazione glicemia (a digiuno o 2 ore dopo i pasti); Misurazione altri parametri metabolici e Consegna materiale informativo in collaborazione con i dottori Davide VINCIULLO, Elisa LAZZARINO e Antonella RODINÒ Medico di Medicina e Chirurgia. • Convento dei Minimi, Roccella Jonica, ore 10.30: Finissage/Convegno dell’International Calabria Art Festival - La celebrazione della donna nell’arte. in collaborazione con Fimmina TV e il Comune di Roccella Jonica • Sala Consiliare del Comune di Siderno, ore 17.00: “La donna nella questione meridionale - La forza del cambiamento”. Incontro organizzato dal movimento politico culturale Fattore Comune, con la partecipazione di Rita Commisso, del sindaco Pietro Fuda e gli interventi programmati, coordinati e moderati dalla giornalista Teresa Munari, della psicoterapeuta e scrittrice Filomena Drago, del Docente di Storia Moderna Università degli Studi - ME Vincenzo Naymo, della Presidente SEL Calbria Nancy Valente e della già Ministro della Repubblica Maria Carmela Lanzetta. Giovedì 10 Marzo 2016 • Palacultura, viale Boccetta 373, Messina, ore 17.30: Presentazione del romanzo “Il profumo dei Tigli” di Domenico Angilletta. Intervengono l’autore, l’Assessore alla Cultura di Messina Tonino Perna e l’Ordinario di Letteratura Italiana Università di Messina Giuseppe Rando. Venerdì 11 Marzo 2016 • Palazzo della Provincia, Piazza Italia, Reggio Calabriam, ore 17.30: Anteprima regionale del docufilm “La notte di Sigonella”, tratto dal libro omonimo. Ne discutono con Stefania Craxi l’editore di ReggioTV Eduardo Lamberti Castronuovo, e i giornalisti Paolo Pollichieni, Paolo Toscano e Caterina Tripodi. Coordina Angela Romeo.
VOCE AI LETTORI
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Un pensiero per te, Filippo “Tornammo a casa. Rovistammo dappertutto. Qualcuno sacrificò il sonno e perse la ragione per trovarla”. u ci dicesti di guardare bene. Di non perdere la speranza. Di non dimenticarci di Lei. Fino all’ultimo giorno della nostra vita. Ti avevamo sempre dato ascolto. Noi, piccoli cugini di un Grande ed Imponente fratello maggiore. Con il tuo carisma, il tuo sorriso, la tua bonomia d’animo e tante parole da lasciarci, oggi, in Insegnamento. E poi un monito. Mettetevi in cerca. È un regalo per Voi, lunga sfilza di “quasi” fratelli, come Giuseppe e Francesco. Con il cuore a pezzi e gli occhi appannati e gonfi, aprimmo cassetti ed armadi della nostra anima, arrabbiati ed increduli che potessimo trovarLa. C’era. Ce l’avevamo e non sapevamo di averceLa. Proprio come suggeristi tu, da Sempre, Noi non ci dobbiamo mai dimenticare di Lei, la Felicità. Grazie Filippo.” Cugini ma Fratelli
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Fratelli alberi Peppe Sarroino Si chiamava così uno dei fratelli che, quando io ero giovane, erano i proprietari di una delle pasticcerie storiche di Siderno. Egli invero si occupava poco di dolciumi, si distraeva passeggiando e chiacchierando con chi gli capitava da presso. Un filosofo di strada, peripatetico, colto, ma un po' fuso per quella strana follìa che pervade le menti vivacissime - forse oltre il dovuto ed estrose. Si parlava di tutto e di più, era amico di famiglia peraltro ed era solito ricordare mio nonno che aveva conosciuto quando, da giovane rampante, possedeva tutti i venerdì; lo ammirava in maniera assoluta. Mi/ci raccontava che era solito abbracciare gli alberi perché essi gli comunicavano qualcosa e si "parlavano"; alcuni lo deridevano mentre io, e anche il mio gruppo di amici cercavamo di scavare nel suo animo alla ricerca di questa necessità di comunicare con le piante stante la sua difficoltà a farsi ascoltare dagli umani nelle scorribande filosofiche che recitava passeggiando sul Corso del paese oggi Città. Lo ricordo con estrema simpatia e stima; gli dedico il testamento di uno dei suoi miei - "amici" sinceri:
Il testamento di un albero, di Trilussa
"Un Albero di un bosco chiamò gli uccelli e fece testamento: - Lascio i fiori al mare, lascio le foglie al vento, i frutti al sole e poi tutti i semi a voi. A voi, poveri uccelli, perché mi cantavate le canzoni nella bella stagione. E voglio che gli sterpi, quando saranno secchi, facciano il fuoco per i poverelli. Però vi avviso che sul mio tronco c'è un ramo che dev'essere ricordato alla bontà degli uomini e di Dio. Perché quel ramo, semplice e modesto, fu forte e generoso: e lo provò il giorno che sostenne un uomo onesto quando ci si impiccò." Luigi M.
DOMENICA 06 MARZO 14
La sedia a sdraio Un bocciolo reciso prima di diventare fiore, ha vissuto i tuoi pochi anni senza sgambettare, per casa, il tuo mondo una scomoda sedia a sdraio. Ed ora dopo decenni che ci hai lasciati, non so, dove portarti un fiore! Nella mente, le parole di nostra madre che mi raccontavano di te, non mi lasciano mai, adesso sono io che ti ricordo, che sento la tua voce, che rivivo i tuoi pochi attimi allegri, che percepisco il tuo bisbigliare sempre discreto e gentile. Non posso portarti un fiore, la guerra, le vicende della vita, ci hanno dispersi. Ma non passa giorno che tu non sia presente nel mio cuore, fratellino mio. “Quanto siete bella mamma, mi volete bene” e senza attendere risposta le baciasti la mano. B.G.
Addio indimenticabile “SignorinaVestito”
Un giorno (come mille altri) di ordinaria follia allo sportello Equitalia di Locri i reco di lunedì presso gli sportelli Equitalia di Locri per prendere informazioni sulla possibile rateizzazione di un debito, sono le 11:00 e trovo circa quindici persone in piedi accalcate in meno di 20 mq e chiedo a uno degli astanti: “Scusi mi saprebbe indicare qual è l’ufficio informazioni?”, e lui sorridendo beffardo risponde: “Signora bella qui non c’è alcuno sportello informazioni! Per le informazioni, così come per le visure, così come per le rateizzazioni deve prendere il numero…”, poi aggiunge: “Le consiglio di tornare domattina… perché io sono qui dalle 9,00 e ancora non hanno chiamato me, né le persone in coda dalle 8,30...”. Gli fanno eco altre persone in fila ... “signora torni domani... qui funziona a rilento...” Torno il martedì alle ore 9:00 prendo il numerino e passa il tempo… le 10… le 11… (ho un esigenza fisiologica e OPS mi devo trattenere perché non c’è il bagno!) le 12…(Ops incomincia a farmi male la schiena a furia di stare in piedi ….ma ci sono solo 4 sedie…. Non posso fare alzare una persona anziana…) ... le 13 OPS tra poco l’ufficio chiude…. Le 13:15: gli operatori comunicano che i terminali non funzionano più, che devono chiudere l’Ufficio per disposizioni della Direzione Generale CHE HA STACCATO LA LINEA… e allora dico: “scusi e io che sono in coda dalle 9,00???? Torno oggi pomeriggio?” Risposta: “No, il pomeriggio non apriamo per disposizioni della Direzione Generale, deve tornare domani”. E allora sono frastornata, sbigottita e infuriata ma, sono dotata di buon senso …. E allora torno domani. Torno all’indomani, mercoledì, alle 7,30 e trovo davanti la porta chiusa del micro Ufficio Equitalia una ventina di persone che hanno affisso un foglio con l’elenco degli arrivi…. Alle 8.15 orario di apertura il primo della lista improvvisata può prendere il biglietto, poi il secondo, il terzo e così via fino ad arrivare a me… la ventesima che stacco il ticket alle ore 08:23…. Tutto si svolge come il giorno precedente, un
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altro giorno di ordinaria follia: persone accalcate una sull’altra, senza possibilità di sedersi, senza un briciolo di privacy allo sportello, che fanno la spola tra dentro e fuori (perché dentro manca l’aria non esiste un bocchettone di ricircolo né aerazione), o accomodate sui gradini all’esterno del palazzo, donne con figli in carrozzina costrette a lasciare la carrozzina fuori perché non c’è posto, disabili che non riescono ad accedere a causa delle barriere architettoniche evidenti… utenti in preda a crisi di nervi che sbraitano, dopo ore di attesa, contro gli incolpevoli dipendenti… Senza timore di essere smentita affermo che è un delirio… … e intanto sono di nuovo le 13:00…: “ODDIO FORSE NON MI CHIAMANO… NEANCHE OGGI… E CHE FACCIO ???... NOOOO SE OGGI NON MI RICEVONO CHIAMO I CARABINIERI…” … e poi chiamano il mio numero alle 13.05, riesco a ottenere la tanto sospirata rateizzazione e penso che quello che mi è successo NON È GIUSTO! NON È GIUSTO che i disabili non possano accedere. NON È GIUSTO che non ci sia il bagno. NON È GIUSTO che l’ambiente sia così piccolo (12 mq circa). NON È GIUSTO che ci siano solo quattro posti a sedere. NON È GIUSTO che non ci sia il ricambio dell’aria. NON È GIUSTO che ci sia solo una porta di entrata/ uscita, senza vie di fuga. NON È GIUSTO che non ci sia un estintore. NON È GIUSTO che non ci sia privacy per il cittadino/contribuente. NON È GIUSTO che ci siano solo tre sportelli (non sempre tutti funzionanti) per tutti i contribuenti della fascia ionica reggina. NON È GIUSTO che non ci sia un front- office per le informazioni. NON È GIUSTO che non ci sia gestione degli utenti in attesa. Oltre a non essere giusto… NON È A NORMA. E pensare che lo slogan di Equitalia è: “Per un Paese più giusto.”
STEFANIA PARRONE Ha profondamente commosso la comunità roccellese la notizia dell’improvvisa morte di Matilde Vestito. Con lei, infatti, se n’è andato un “pezzo di storia” della cittadina. La signorina Vestito, come era chiamata da tutti, era infatti titolare della prima edicola di Roccella, in via Roma, aperta oltre sessant’anni fa dal padre, e poi, alla sua morte, portata avanti con precisione e passione dalla stessa figlia. Un’attività, quella della rivendita dei giornali a cui Matilde Vestito era molto legata, tanto che, nonostante la veneranda età (91 anni, ma ben portati) e l’aiuto di una collaboratrice, non rinunciava ancora a seguirla di persona, annotando con la sua lucida memoria e il consueto scrupolo, le varie e diverse prenotazioni di riviste e quotidiani da parte dei clienti e premurandosi di far affiggere ogni mattina le locandine dei giornali. Ed è proprio nella sua amata edicola, che si è improvvisamente sentita male . È stata colpita da un infarto che non le ha lasciato scampo, nonostante l’arrivo dei soccorsi. La signorina Vestito era inoltre molto conosciuta anche per la sua grande devozione a Santa Rita, in onore della quale, ogni anno a maggio, in occasione della festa, era sempre pronta a promuovere la benedizione delle rose che poi donava alla gente.
Maria Rosa, una ragazza del‘26
Smisurato è stato l'amore che ha nutrito per il suo tempo. Se ne prendeva cura, accarezzandone le memorie. Con un senso discreto e immenso di conservazione. Mi piace pensare che sia giunta, col suo passo spedito e semplice, lassù, nel vento, in una terra di ginestre e ulivi, di caprette candide e di affetti cari e autentici. Mi piace pensare che adesso ci guardi dal tempo che amava raccontarci, dal tempo della sua giovinezza. Era mia nonna, Maria Rosa, una ragazzina del Ventisei.
SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER I CITTADINI, numero verde:
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“ CALABRIA & Europa”
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Tutti i bandi sono disponibili sul sito dell’Unione Europea e della Commissione Europea Rappresentanza in Italia: www.europa.eu.int www.europa.eu.in/italia - Per maggiori informazioni è possibile contattare i nostri uffici: Centro di informazione dell’UE - Europe Direct “Calabria&Europa”
info: Palazzo Ameduri, piazza dei Martiri 89046 Gioiosa Ionica
Tel: 00 39 0964 412400 - fax 0964 342022 email associazioneeurokom@tiscali. it
Il primo Open Data Day della Locride prende il via al Liceo Zaleuco Tutto pronto per l’Open Data Day: Un percorso delle scuole alla scoperta della trasparenza delle PA e dei dati aperti che terrà Locri questa mattina presso l’aula magna del Liceo Scientifico “Zaleuco” di Via Francesco Panzera a partire dalle ore 9.30. L’Open Data Day è un percorso delle scuole alla scoperta della trasparenza delle PA e dei dati aperti. Un evento innovativo, ideato sul territorio dalla Europe Direct Calabria&Europa condotta dall’Associazione Eurokom, che avvierà la maratona per e con le scuole della Locride attive nel percorso di Ascuoladiopencoesione. Un esperienza di didattica digitale e data journalism seguito dalla rete degli Europe Direct italiana in seguito al protocollo firmato tra il MIUR, il Dipartimento dello Sviluppo e la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. La mattinata di lavori prevede il collegamento in diretta skype con la sede di del Consiglio Regionale della Calabria dove sarà in corso l’Open Data day regionale. In aula, da Locri studenti, diversi esperti del settore ed esponenti della PA svilupperanno il ruolo e la tipologia di contributo che gli Open data permettono di fornire alla Pubblica Amministrazione ed alle Istituzioni Pubbliche. Protagonisti gli Studenti dello Zaleuco e del Liceo Mazzini di Locri e del Liceo La Cava di Bovalino. Partner della Manifestazione per il territorio saranno Coim Idea diretta da Carmelo Sellaro, Fimmina Tv con Raffaella Rinaldis, Monithon Calabria con gli esperti
Patrizia Forgione e Giuseppe Marra che condurranno l’analogo evento dalla sede del Consiglio Regionale della Calabria per le scuole di Reggio. A rendere unico il parterre di discussione e l’open talk della Locride gli interventi delle istituzioni locali del dirigente scolastico Giuseppe Fazzolari e gli ospiti: Giuseppe Varacalli – Componente Comitato delle Regioni Europeo, che relazionerà su Come funziona l'Europa? Quali opportunità rappresenta l'Unione europea? Che vantaggi concreti mi dà la cittadinanza europea, accanto a quella italiana?, Carmelo Sellaro – Amministratore di Coim Idea che presenterà Il percorso di formazione alla Trasparenza nella PA Locale, quindi il Prorettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria Domenico Ursino, Professore delegato all’informatica Università mediterranea Reggio Calabria, che parlerà di Open data e comunicazione. In collegamento via skype l’intervento del data Journalist ed economista dell’Unical di Rende Francesco Aiello che parlerà del data Journalism in economia. Protagonisti indiscussi resteranno gli studenti con il loro contributo sul percorso di Open Coesione #15/16 che li sta vedendo in azione sull’intero territorio regionale e specificatamente nella Locride come cittadini attivi e testimoni dell’utilizzo dei Fondi destinati alle politiche di Coesione per lo sviluppo locale. A Condurre ed animare i lavori il team di esperti di Eurokom.
Eurokom collabora all’attività di Programmi e solidarietà sociale ed educativa Progetti in scadenza dell’Associazione AVELavoro: l’esperienza dell’ITC“DE Fazio”di LameziaTerme
ROBERTA SALADINO Il 26 febbraio 2016 presso l’I.T.E. “De Fazio” di Lamezia Terme, si è svolto un Convegno organizzato dall’Associazione AVELavoro di Lamezia Terme (l’Associazione, si propone di promuovere e diffondere iniziative aventi esclusivamente finalità di solidarietà sociale ed educative con l'obiettivo di valorizzazione e assistenza della persona e della famiglia nell'affrontare tutti gli aspetti della realtà), l’incontro è stato presieduto dal Professore Alfredo Saladini nonché Presidente di AVELavoro e dal Dirigente Scolastico dell’ITC “De Fazio” la Dottoressa Simona Blandino, a relazionare sono state la Ricercatrice Roberta Saladino (Docente a contratto presso l’UniCal per il corso di “Flussi turistici e dinamiche demografiche”) e la Dottoressa Alessandra Tuzza (Direttore del centro Europe Direct Calabria&Europa di Gioiosa Jonica e Presidente consiglio direttivo dell’Associazione Eurokom attiva nelle politiche di sviluppo dal 2000 nella provincia di Reggio Calabria). La Ricercatrice Roberta Saladino, ha affrontato diversi temi di natura demografica e socio occupazionale della popolazione residente in Calabria. Glia spetti più salienti dell’intervento sono i seguenti: -per quel che concerne gli aspetti demografici, la ricercatrice ha messo in evidenza come la popolazione residente in Calabria dal 2015 al 2014 ha avuto un decremento in termini assoluti pari a - 3.902, questo decremento è verosimilmente imputabile in buona parte al decremento delle nascite e all’emigrazione della popolazione autoctona. Al decremento demografico si affianca l’invecchiamento della popolazione, nel 2015 ci sono 147 anziani su 100 giovanissimi (0-14 anni). Anche la popolazione in età attiva ha un grado di invecchiamento molto alto, su 112 persone in età 40-64 anni ci sono 100 in età 15-39 anni. Oltre al decremento e all’invecchiamento la Calabria vive un altro fenomeno demografico importante, qual è appunto l’immigrazione, nel 2015 sono residenti 91.354 nel territorio calabrese (rispetto all’anno precedente si ha un incremento in termini assoluti di 4.863), provengono principalmente dal Continente Europeo (71,91%), essi sono soprattutto insediati nella provincia di CS (33,11%) e RC (31,01%). In provincia di CZ sono residenti 16.175 nel 2015, i primi tre comuni in cui risiede la popolazione straniera sono: Lamezia Terme (4.320), Catanzaro (2.762) e Gizzeria (745); -in ambito sociale, desta preoccupazione il crescente numero dei «Neet» (Not in Education, Employment or Training), ovvero dei giovani tra i 15 e i 29 anni non più inseriti in un percorso scolastico o formativo ma neppure impegnati in una attività lavorativa. Il fenomeno è in aumento, secondo i dati Istat, in concomitanza con l’intensificarsi della crisi economica. Secondo i numeri diffusi recentemente dall’Istat, in Calabria i “Neet” sono oltre 130mila e costituiscono circa il 37,90% dei giovani di età com-
presa tra i 15 e i 29 anni, una quota significativamente superiore alla media nazionale (26,20%) e comunitaria (15,90%). Analizzando la dimensione del fenomeno per genere, si osserva che mediamente interessa maggiormente gli uomini in Calabria (38,60%), mentre per le donne la percentuale è del 37,40%. L’evoluzione temporale indica che nel quinquennio 2010-2014 la crescita dell’area dei “Neet” è pari in Calabria a 6,7 punti percentuali (contro i 4,3 punti percentuali a livello nazionale). I dati del 2014 mettono in evidenza che le regioni che hanno le quote più elevate sono: Sicilia (40,30%), Calabria (37,90%) e la Campania (36,30%); -nel quinquennio 2010-2014 si osserva un forte decremento dei livelli occupazionali della popolazione in età 15-29 anni in Calabria, il tasso di occupazione passa da 19,70% del 2010 al 17,03% del 2014 (a livello nazionale il tasso di occupazione nel 2014 è pari a 28,03% per il contingente in età 15-29 anni). I dati disaggregati mettono in evidenza che le donne hanno un tasso di occupazione minore rispetto a gli uomini, rispettivamente pari a 13,70% e 20,10% nel 2014 in Calabria. Dopo l’intervento della Ricercatrice Roberta Saladino è seguito quello della Dottoressa Alessandra Tuzza, il suo intervento si è concentrato sulle opportunità di studio e lavoro offerte dall’Unione Europea ai giovani grazie alle strategie loro dedicate dalla Strategia Europa 2020. Il Direttore Tuzza ha: -puntualizzato l’impianto e le priorità di Europa 2020 lanciata dalla Commissione europea il 3 marzo 2012, per superare il momento di crisi che continua ad affliggere l'economia di molti paesi e per colmare le lacune del nostro modello di crescita e creare le condizioni per un diverso tipo di sviluppo economico, più intelligente, sostenibile e solidale; -enucleato i principi cardine di crescita intelligente, per lo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza e l’innovazione; crescita sostenibile, per promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e competitiva; crescita inclusiva, per la promozione di un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale; - affrontato la differenza tra i finanziamenti per lo sviluppo messi a disposizione dall’Europa per attuare la strategia di coesione e eliminare le differenze di sviluppo tra le regioni europee, di cui godono in particolare le regioni del nostro Sud Italia. Per sintetizzare ai giovani il complesso meccanismo della programmazione ha differenziato e ruoli e procedure attuative tra fondi Diretti e indiretti. Il focus si è concluso con il dettaglio su “Youth on te move” iniziativa faro dell’UE per la mobilità giovanile. Si sono specificate le opportunità di studio e lavoro all’estero messe a disposizione dei giovani tra i 15 e i 30 anni inglobate nel Programma Erasmus Plus pensato proprio per i giovani le scuole e l’istruzione degli stati membri.
Bando comunitario: "Sostegno alla distribuzione di film europei non nazionali – Sistema Agenti di vendita – Europa Creativa”. Scadrà il 1° Marzo 2017 l’Invito a presentare proposte inerente al ‘Sostegno alla distribuzione di film europei non nazionali – Sistema Agenti di vendita’, reso pubblico nell'ambito del Sottoprogramma Media del programma Europa Creativa. Compito dello stesso sarà quello di rafforzare la capacità del settore audiovisivo. Una delle priorità del Sottoprogramma sarà quella di sostenere la distribuzione nelle sale cinematografiche mediante il marketing transnazionale, il branding, la distribuzione e la presentazione di opere audiovisive. Per saperne di più link:https://eacea.ec.europa.eu/sites/eacea-site/files/itsales-agents-eacea-07-2015.pdf
Bando comunitario: Progetti nazionali o transnazionali di cooperazione multi-agenzia e multi-disciplinare per rispondere alla violenza contro le donne e/o i bambini e per superare l’underreporting - Daphne. Scadrà il 1° Giugno 2016 l’Invito finanziato nell’ambito del ‘Piano di lavoro annuale 2015’ del Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza per progetti nazionali o transnazionali di cooperazione multi-agenzia e multi-disciplinare per rispondere alla violenza contro le donne e/o i bambini e per superare l’underreporting. Compito dello stesso sarà quello di contribuire a sostenere e proteggere le donne e i minori vittime di violenza incoraggiando la cooperazione multi-agenzia e multi-disciplinare e favorire la denuncia di tali reati. Le priorità dell’Invito riguarderanno due componenti: Incoraggiare le vittime e i testimoni a denunciare la violenza contro le donne e /oi bambini alle autorità e istituzioni competenti, in modo da garantire loro l’accesso al sostegno cui hanno diritto; Sviluppare e attuare una cooperazione multisettoriale e multidisciplinare, a livello nazionale, regionale o locale, che consenta ai professionisti competenti di collaborare in modo efficace nel prevenire e rispondere alla violenza contro le donne e /o i minori. I progetti non dovranno avere una durata superiore a 30 mesi. Stanziamento: La cifra massima disponibile, per il seguente bando, è pari a 3.000.000,00 di Euro. Il contributo Ue coprirà fino all’80% dei costi totali ammissibili del progetto e il finanziamento richiesto non potrà essere inferiore a 75.000,00 Euro. Link:http://ec.europa.eu/justice/grants1/files/2015_action_ grants/2015_rdap_ag_mult/20160302_rm+_d2_+_a4_mul ti-agency_and_under-reporting_call.pdf
In via di definizione un evento che farà parlare la Calabria e la Locri di accoglienza in senso positivo
Sarà presentato il 15 Marzo a Catania durante la riunione nazionale delle reti della Commissione Europea il programma in via di definizione di una giornata dedicata ai progetti e alle esperienze di accoglienza di profughi e rifugiati sulla Locride. L’evento in via di definizione si terrà a Maggio a Gioiosa Jonica e sarà dedicato a leggi di settore, testimonianze dirette, musica ed immagini parlando di casi di successo e storie di vita di migranti. Le best practice di accoglienza del territorio Locrideo si presenteranno al pubblico con l’intenzione di far parlare in senso finalmente positivo della nostra terra. L’idea lanciata da Eurokom e dalla Europe Direct Calabria&Europa sarà organizzata in partenariato con il Comune di Gioiosa Jonica, la Rete ReCosol, l’ Emittente televisiva Fimmina TV e l’associazione Bird Production. La giornata di riflessione studio e confronto si incornicia tra le azioni di comunicazione previste sul tema dell’immigrazione dal Piano Junker in ambito Europeo e realizzate in partenariato con le antenne di informazione della Commissione Europea in ambito nazionale. Si propone di aprire un dialogo con la Locride, ambito preferenziale di arrivi e terra di proverbiale accoglienza, che ha saputo combattere la paura dell’altro preferendo il fare e l’azione del privato sociale alla paura del confronto. Il programma dell’incontro sarà diretto a parlare con le scuole ma anche e soprattutto con le Associazioni e le autorità locali e istituzionali regionali e prevede la partecipazione di artisti e protagonisti del processo di accoglienza e integrazione in atto sul territorio della Locride
L’intervista
parla Luigi Rubino
Innovazione, ritorno dei giovani all’agricoltura, interventi strutturali su progetti a rete. Questi i pilastri su cui si snoderà il nuovo PSR (Piano di Sviluppo Rurale) della Regione Calabria che ammonta a 1,103 miliardi di euro. L’obiettivo è quello di far crescere attraverso questi investimenti il PIL, intervenendo sui nodi deboli del settore che, nonostante le difficoltà e la crisi economica, prova a resistere.
È impossibile che nel settore agrumicolo la Calabria possa giocare una partita ad armi pari con realtà come il Venezuela, il Brasile, la Spagna. Le istituzioni devono attuare un’efficace politica di riconversione varietale così da poter far competere le aziende calabresi nei mercati nazionali ed esteri.
Basterà un bagno di fondi europei a MARIA GIOVANNA COGLIANDRO e premesse affinché l’agricoltura esca dalla sua crisi endemica ci sono quasi tutte: un Programma di Sviluppo Rurale, che per la Calabria ammonta a 1,103 miliardi di euro, una maggiore consapevolezza, anche da parte delle giovani generazioni, circa le opportunità connesse al mondo dell’agricoltura, prodotti di qualità. Manca, però, la capacità di riuscire a competere sui mercati che non sono più quelli locali ma ultraregionali e oggi mondiali. Abbiamo discusso a lungo con Luigi Rubino, esperto in politiche agricole. L’agricoltura calabrese è in crisi, a risentirne maggiormente il comparto agrumicolo. Quali sono le ragioni? La crisi agrumicola che da anni ormai attanaglia la nostra regione è dovuta, da un lato, alla scarsa capacità del tessuto economico e produttivo e, dall’altro, all’inadeguatezza delle istituzioni che non riescono ad accompagnare un’efficace politica di riconversione varietale così da poter far competere le aziende calabresi nei mercati nazionali ed esteri. A dire il vero qualche segnale di cambiamento negli ultimi anni c’è stato: non tutti sanno che nella piana di Rosarno insistono delle coltivazioni di kiwi la cui produzione è tra le maggiori in Italia. Questo è l’esempio di come innovando e riconvertendo si può stare sul mercato e si può continuare a produrre ricchezza in un territorio. Però non tutto deve essere lasciato al coraggio e all’impegno degli imprenditori. Occorre che le istituzioni pubbliche indirizzino questi processi. Mi auguro che con la nuova programmazione comunitaria si prosegua su questa strada provando a implementare alcune cultivar di tipo precoce e tardivo. È necessario allungare la stagione di coltivazione. Questo permetterà alle aziende calabresi di competere in dei contesti di mercato non troppo affollati e non troppo saturi. Fare concorrenza a realtà come il Venezuela, il Brasile e la Spagna sul piano agrumicolo non è una sfida di poco conto per l’Italia e per la Calabria. Bisognerebbe, invece, puntare sulla qualità e provare a rinnovare l’intera filiera. Senza un efficace e urgente piano di riconversione varietale, l’economia che ruota attorno all’agricoltura è destinata a continuare a morire. Nonostante questa crisi nel settore agricolo e agrumicolo in particolare, sempre più imprenditori under 35 si affacciano al mondo dell’agricoltura. Come si spiega questo rinnovato interesse a tornare sui campi? Bisogna dare atto al Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina di aver compiuto importanti azioni a sostegno dei giovani agricoltori. Nell’attuale programma di sviluppo rurale 20142020 insiste un’importante misura che conferisce ai giovani di età compresa tra i 18 e i 40 anni, che per la prima volta si insediano nel mondo dell’agricoltura, di poter accedere a delle forme di finanziamento particolarmente agevolate. 50 mila euro
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come premio forfettario a chi intende avviare attività agricole in montagna, 40 mila euro a chi si insedia in pianura. Non solo: una percentuale di contributi pari al 60% nelle zone pianeggianti e al 70% nelle zone montane. Inoltre, credo che l’interesse da parte dei giovani verso il mondo dell’agricoltura sia correlato alla nuova concezione di agricoltura che fa leva sul concetto di multifunzionalità: oggi chi fa agricoltura è obbligato a fare impresa; la categoria dell’agricoltore è stata sostituita da quella dell’imprenditore agricolo il quale, attraverso l’uso della nuova tecnologia è chiamato a competere sul mercato. C’è, però, da rilevare che la visione agricola europea risulta essere bifronte: da un lato la PAC (la nuova Politica Agricola Comune) propone maggiore attenzione all’ambiente e favorisce un ricambio generazionale, dall’altro, però, l’ammontare degli aiuti sembra essere più modesto rispetto ai precedenti interventi… La Comunità Europea vive, si alimenta ed è governata da lobbies di tipo economico la cui visione molto spesso fugge da quelli che sono gli interessi specifici di alcune aree territoriali. Nel campo dell’agricoltura l’Italia non è vista di buon occhio perché la qualità delle sue produzioni costituisce per molte lobbies il vero nemico. L’Italia si porta dietro un made in Italy nell’agroalimentare che è un infallibile fattore di successo che inevitabilmente va ad impattare con altre realtà economiche europee. Di recente l’Unione europea ha dato via libera all’acquisto di olio tunisino senza dazi, un olio fisiologicamente di qualità inferiore rispetto a quello italiano. Fattori geopolitici - che io ritengo piuttosto geo-economici - hanno determinato una scelta che nulla di buono promette per il mercato europeo. Consentire l’ingresso di una produzione importante da un paese extra-UE che invade il mercato UE e che avrà l’effetto di far abbassare i prezzi, diminuire la qualità delle produzioni che saranno consumate e commercializzate all’interno dei paesi UE, è una scelta illogica e irrazionale. Questa scelta va a discapito anche dell’olio calabrese: la Calabria è al secondo posto in Italia per superficie olivetata e quantità di olio prodotto, ma tra le ultime per quanto riguarda la commercializzazione e l’imbottigliamento… Com’è possibile? La Calabria produce olio e poi per un meccanismo distorsivo del sistema non lo imbottiglia come olio calabrese. Il nostro olio parte dalla Calabria e viene tagliato con olio di provenienza diversa, magari umbra o toscana. E poi torna in Calabria per essere acquistato come olio umbro, con un valore aggiunto che va a tutto vantaggio di altre realtà economiche e produttive avulse da quella calabrese. Si è aiutato molto le imprese a investire. Ora occorre una fase due: le imprese siano supportate a imbottigliare l’olio e venderlo come olio calabrese, in modo che il valore aggiunto di questo prodotto rimanga in Calabria, ai suoi legittimi detentori. Rispetto alle programmazioni precedenti, nell’ultima i due comparti, agricoltura e ambiente, sono maggiormente legati…
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PSRN(programma nazionale di sviluppo rurale) dell’Italia: 2,14 miliardi di euro (963 milioni di fondi europei e 1,17 miliardi di cofinanziamento nazionale)
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www.larivieraonline.com
PSR (programmi di sviluppo rurale) 2014-2020 di Campania, Basilicata e Calabria: 3,142 miliardi di euro.
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DOMENICA 06 MARZO
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PSR della Calabria: 1,103 miliardi di euro (667,7 milioni di fondi europei e 435,9 milioni di cofinanziamento nazionale)
Nell’agroalimentare, la sfida lanciata dalla globalizzazione può essere vinta solo se si dispone di prodotti di qualità che sfruttino le vocazionalità locali. Più bio, più local, più qualità sono gli ingredienti giusti per sbaragliare questo fantasma della globalizzazione.
a rinfrescare l’agricoltura calabrese? È chiaro che oggi chi fa agricoltura salvaguarda e conserva l’ambiente, così come non ci possono essere politiche ambientali completamente disancorate dalle politiche agricole. Sono finiti i tempi del mero sostegno agli agricoltori. Dobbiamo guardare alle opportunità dell’agricoltura in una logica integrata. Se riusciamo a dotare il territorio di un’ infrastrutturazione rurale importante e imponente stiamo aiutando l’agricoltura. Bisogna mettere nelle condizioni il territorio di poter essere facilmente percorso, di essere meno soggetto a eventi metereologici di eccezionale rilevanza. Se vengono attuate efficacemente le politiche di prevenzione del rischio idrogeologico, il territorio ne guadagna in salute e le aziende sono meno sensibili ad alcuni danni che possono verificarsi. È indubitabile che rispetto all’ammontare degli aiuti, la PAC questa volta sembra avere una dotazione e misure più modeste rispetto ai precedenti interventi. E questo dovrebbe preoccuparci? Io ritengo che il problema dell’agricoltura calabrese non sia quello di avere poche risorse a disposizione, noi risorse ne abbiamo tantissime. Il problema dell’agricoltura calabrese è quello di non riuscire a spendere le risorse in una logica pianificatoria e programmatoria. È necessario abbandonare un approccio di tipo quantitativo e aderire a una logica di tipo qualitativo. Occorre che ci sia un decisore che attui alcune politiche figlie di una condivisione e di un confronto con gli attori interessati, politiche in grado di dare una direzione. L’eccessiva macchinosità delle procedure per l’ottenimento dei fondi comunitari sfiducia l’imprenditore. Come si potrebbe ovviare? Senza una straordinaria rivoluzione burocratica non si va da nessuna parte. Per l’imprenditore è diventato quasi impossibile accedere ai fondi comunitari. E quando ci riesce, i tempi di attesa sono lunghi a causa delle lentezze burocratiche. Un’idea progettuale con questi tempi appena nasce è già vecchia. Su questo la Regione può fare molto. Altro tasto dolente l’accesso al credito… L’accesso al credito è il tasto dolente dell’intera economia calabrese e lo è ancora di più per il comparto agricolo. Troppo alto il monte delle garanzie che occorre dare rispetto all’ammontare del prestito che si chiede, troppo rilevante il tasso d’interesse che non consente alle aziende di poter procedere agli investimenti. Per gli imprenditori veri – e non di carta, come li chiamo io – è molto più conveniente non avere il contributo a fondo perduto ma avere nell’immediatezza una disponibilità di denaro per gli investimenti, a tasso zero o comunque agevolato. Riuscire a rendere più fluido il mercato del credito per le aziende agricole significa attuare la più importante delle politiche di supporto che oggi le aziende agricole si aspettano. Parlando di agricoltura viene in mente l’agricoltura biologica, un mercato sempre più in crescita. Quanto l’agricoltura “bio” può essere utile non solo a migliorare la qualità del cibo ma anche a favorire la crescita occupazionale? La Calabria è terza in Italia per superficie destina-
ta al biologico e il trend di crescita registrato negli ultimi anni è molto interessante: in questo le giovani generazioni hanno inciso in maniera rilevante. Il “bio” è ricercato dai consumatori, dal mercato, è una bella frontiera su cui la Calabria sembra non stia arrivando per ultima, anzi è nel parterre delle prime regioni che sono riuscite a cogliere questa opportunità. Non è facile fare bio, è una scelta coraggiosa che comporta sacrifici e investimenti di non poco conto, però è una scommessa che la Calabria può azzardare e vincere. Perché nell’agroalimentare, la sfida lanciata dalla globalizzazione può essere vinta solo se si dispone di prodotti di qualità che sfruttino le vocazionalità locali. Più bio, più local, più qualità sono gli ingredienti giusti per sbaragliare questo fantasma della globalizzazione. Per quanto riguarda la Locride, che contributo può dare al comparto agricolo? Il territorio della Locride può vantare un prodotto unico, il bergamotto, un’eccellenza unanimemente riconosciuta, una produzione che è ricercata con curiosità e interesse nelle fiere nazionali e internazionali, dal consumatore raffinato e non. È mai possibile che non riusciamo a costruire attorno a questa unicità un solido percorso di crescita e sviluppo? La Locride può esprimere discrete potenzialità anche nel campo del vitivinicolo. Qui ci sono le uniche due Denominazioni di Origine Controllata del comparto vitivinicolo della provincia di Reggio Calabria, il Bivongi e il Greco di Bianco. Questo non lo sa il consumatore della Locride che quando si reca in un ristorante della zona non ordina i nostri vini. Non lo sa l’utenza regionale extralocridea e continuerà a ignorarlo perché non siamo in grado di promuovere e valorizzare questi prodotti. Certo, occorre dire che c’è un’intrinseca e strutturata debolezza del tessuto economico e produttivo: i produttori non si parlano tra di loro, hanno diffidenza a stare insieme e quindi c’è un fattore di handicap a monte. Le chiavi dell’affermazione di una produzione, come dimostrano altre realtà, sono l’aggregazione e la cooperazione tra le aziende. L’esempio principe è quello del Grana Padano. Non possiamo pensare di vincere le sfide della globalità senza associarci e senza cooperare. L’associazione non determina una deminutio di sovranità dell’imprenditore, al contrario gli restituisce un valore aggiunto perché c’è un know how che si interscambia, c’è un’economia di scala che si realizza, il mercato percepisce come unitaria un’offerta. Quando sono stato dirigente al settore Agricoltura della Provincia ho lavorato a un progetto per prefigurare le condizioni affinché questo territorio potesse esprimere una DOP per quanto riguarda l’agricoltura: la DOP dell’oliva geracese, una cultivar con ottime proprietà organolettiche che insiste solo nel nostro territorio. Le condizioni per ottenere il marchio DOP ci sarebbero tutte, manca solo quello che in altre realtà è l’ultima delle cavolate: sedersi a un tavolo e dirsi stiamo insieme perché c’è un’ottima opportunità per tutti noi.
CULTURA
L’INTERVISTA
Locri: Oggi e martedì campagna di sensibilizzazione per la donazione del cordone ombelicale “Io dono… tu doni… Lei don(n)a!”, questa l’iniziativa che la GADCO (Gruppo Avis Donatrici Cordone Ombelicale) di Locri, con il patrocinio morale del comune di Locri, ha in programma per oggi e l’8 marzo, un’iniziativa che mira ad accrescere la consapevolezza dell’importanza della donazione del cordone ombelicale. Questa mattina verrà allestito un punto informativo in piazza dei Martiri a Locri a partire dalle ore 11, mentre l’8, festa della donna, in collaborazione con alcuni esercenti commerciali verrà donata alle donne, una mimosa e delle brochure informative. Abbiamo intervistato la dott.ssa Giulia Audino, specialista in ostetricia e ginecologia, nonchè presidente dell’associazione. Che cos’è il sangue cordonale e perche è importante donarlo? È il sangue contenuto nel cordone ombelicale, organo quest’ultimo importante perché collega la mamma al bambino durante i nove mesi di gestazione, rendendo possibile gli scambi vitali; alla nascita però esso finisce il suo ruolo e, quindi, viene buttato nei rifiuti ospedalieri. Questo a meno che la scelta della donazione non lo impedisca e quindi faccia sì che quel cordone possa continuare a donare vita a chi lo riceve: il sangue contenuto nel cordone è un sangue prezioso perchè contiene cellule staminali che sono cellule bambine capaci di sostituire globuli rossi, bianchi e piastrine, che vengono distrutti durante, per esempio, una leucemia, tutto ciò a vantaggio di persone e soprattutto di bambini che a causa di una patologia ematologica o emato oncologica non hanno altra speranza di cura. Che differenza c’è tra donazione e conservazione? La donazione è un atto solidaristico, volontario e semplice con il quale la donna dona il sangue del cordone e lo mette a disposizione di tutti quelli che ne hanno bisogno; in questo caso, tutto avviene a spese del sistema sanitario nazionale e per la coppia non c’è nessun onere economico. La conservazione è invece a spese della coppia che sceglie di conservarlo presso banche private che si trovano all’estero visto che nel territorio nazionale non sono legali. Tutte le donne possono donare? No, solo le donne sane. Nel momento in cui le donne esprimono al loro ginecologo l’intenzione di donare il sangue cordonale viene fatta una valutazione anamnestica e un prelievo di sangue, che servono a escludere che la donna e il padre del bambino siano portatori di malattie o infezioni che possano essere trasmesse al ricevente. La donazione è pericolosa per il bambino? Il prelievo non è dannoso o doloroso né per la mamma né per il bambino. Infatti la raccolta viene fatta dopo la nascita del neonato quando il piccolo ha già ricevuto le cure necessarie, la mamma non se ne accorge neanche. Dottoressa Audino, ci parli dell’associazione... GADCO è un’associazione senza scopo di lucro che lavora in maniera volontaria per l’informazione e la formazione delle donne alla donazione del cordone al momento del parto e quindi per rendere fruibile a tutte le donne l’atto del donare il cordone, nei diversi punti nascita abilitati alla raccolta della Regione. È costituita da un team di persone molto motivate a realizzare gli obiettivi dell’associazione: approfitto per ringraziarle una ad una perché è grazie a loro che l’associazione sta crescendo e sono certa che insieme, anche se la strada è tutta in salita, raggiungeremo ottimi traguardi. Come agisce il suo gruppo? Le volontarie lavorano, ognuna secondo le proprie competenze, sulla promozione e diffusione della cultura della donazione del cordone ombelicale. Per raggiungere tale obiettivo si è messo in atto un programma di incontri e campagne di sensibilizzazione durante i corsi pre-parto presso i consultori del comprensorio o anche coinvolgendo le giovani generazioni attraverso incontri nelle scuole, convegni e iniziative come quella prevista oggi e martedì prossimo. L’informazione avviene anche tramite i nostri canali di comunicazione, quali mailing list e pagina facebook.
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L’informazione di oggi è donna e calabrese: Anna La Rosa on lontano dal piccolo paesino di S. Luca (RC) che diede i natali al grande C. Alvaro, un medesimo centro arroccato dell’entroterra della Locride, Gerace (piccola perla artistica del Mediterraneo ricco di arte-storiacultura) diede i natali alla fine degli anni cinquanta alla giornalista, autrice e conduttrice: Anna la Rosa. Forse un simbolico e casuale passaggio di consegne in ordine cronologico, territoriale e culturale tra coloro che hanno rappresentato in momenti e modi diversi, alcuni dei massimi esponenti della cultura e dell’informazione nazionale, figli anche loro di questa terra del sud bruciata dal sole cocente. Gente con il cuore, gente decisa che ha saputo sempre da dove partire e dove arrivare. Modelli di tutti i talentuosi giovani calabresi che hanno lasciato, lasciano e lasceranno, la propria terra natia in cerca di fortuna altrove, ancorati solo al proprio sapere, a un animo forte e una grande voglia di riscatto. La giornalista Anna La Rosa è oggi personaggio di spicco nel panorama dell’informazione e della televisione contemporanea, gli inizi sulla carta stampata a Gioia e al Messaggero, poi l’avvicinamento nel mondo politico e l’ufficio stampa nei Ministeri. Ha indirizzato e rivoluzionato nel tempo il suo modo di fare giornalismo e informazione libera verso nuovi modelli, passando dalla carta stampata a una televisione moderna. Ha navigato prima nell’ambito culturale, nel 1993 ha diret-
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to la struttura "Società, Informazione, e Speciali" di RAI2 con famosi programmi innovativi come “Mio Capitano” o “Storie”. Dall'ottobre 1998 si è occupata con enorme successo del palinsesto notturno della RAI, come Vice-Direttore. In questa veste realizza il famoso rotocalco televisivo di politica parlamentare “TeleCamere” di cui è anche conduttrice. “Un nuovo e diverso format per parlare di politica pubblicamente, una sorta di confronto tra personaggi in una diretta intervista face to face, dalle note intime e di piacevole e costruttiva chiacchierata nel salotto di casa”. TeleCamere è stato un modello di informazione e intrattenimento che ha anticipato nettamente nei tempi i format attuali dei reality-show, oggi di rado sulla rete pubblica. Anna La Rosa è, inoltre, Docente di Giornalismo politico all'Università di Tor Vergata e di Giornalismo Televisivo alla Luiss di Roma. Per il suo sapere e la sua divulgazione culturale è stata insignita del Premio Marisa Bellisario, destinato alle donne in carriera, e nel 2012 ha vinto il Premio Nazionale Alghero Donna di Letteratura e Giornalismo, sezione giornalismo. Persona ricca e umile, di eccelse qualità umane e comunicative, critica puntuale, ha manifestato sempre apertamente ogni sua idea senza alcun filtro. Qualità imprescindibili per questo lavoro. La vera informazione è Donna e pure Calabrese. Domenico Spanò
Il Centro Studi Ausonia discutono di Beni Culturali al President L’Associazione Nazionale di Volontariato Culturale Onlus “Centro Studi Ausonia” ha organizzato per questo pomeriggio l’incontro “I BENI CULTURALI DELLA LOCRIDE: MONITORAGGIO, CONTROLLO E SALVAGUARDIA” che si terrà alle ore 16:00 presso il Grand Hotel President di Siderno. Rispettando il principio di farsi promotrice di idee, programmi e iniziative per tutelare, promuovere e valorizzare le risorse archeologiche, artistiche, storiche, culturali, naturalistiche e paesaggistiche del nostro territorio, l’Associazione “Centro Studi Ausonia”, con il patrocinio del “Centro Italiano di coordinamento per le prove non distruttive”, inviterà a riflettere sulla salvaguardia dei beni culturali della Locride sulla base di una proposta lanciata da Rutelli e ripresa da Beniamino Cordova nel suo saggio sulla costituzione della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Interverranno: Rocco Sergi, Leonardo Longo, Gialuca Sapio, Rossella Agostino, Giacinto Porco, Concetta Spinelli e Nicola Francesco Dario De Vita
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“Vagablues”il disco d’esordio dell’artista sidernese Roberta Papa Tra i temi trattati, la paura di innamorarsi e di vivere l’amore fino in fondo
“Vagablues” è il disco d’esordio di Roberta Papa, dieci tracce di rock e blues raffinato, con venature swing. “Canzoni di protesta – dice l’artista sidernese – che invitano all’introspezione e alla riflessione sullo ‘stato dell’arte dell’evoluzione umana’, questo il filo conduttore di tutta la raccolta – conclude Roberta”. L’uso delle blue note, dove il blue, connesso all’associazione tra il colore blu e un senso di nostalgia e tristezza tipico della black music, sottende la profonda delusione, rabbia e voglia di ricominciare che si concretizza nei brani che compongono l’intero album. Un altro tema molto attuale, presente nei brani dell’album, è la paura di innamorarsi e di vivere l’amore fino in fondo. Si parla
infatti “di amori a metà”, “storie evanescenti”, “divagazioni per non dire una bugia”, per sottolineare come la generazione attuale non dà libero sfogo alle proprie emozioni, non ascolta i propri sentimenti ed è sempre più influenzata dalla società contemporanea caratterizzata dalla frenesia e dall’indifferenza. Ad accompagnare l’uscita del disco è il videoclip di “Rock Notturno” brano in cui un susseguirsi di immagini racconta una storia di ordinaria vita quotidiana, apparentemente semplice, ma che racchiude l’energia del brano stesso. “Vagablues” è stato registrato nella sua Calabria insieme al maestro Peppe Platani che ne ha curato gli arrangiamenti e la produzione artistica.
Bianco: nasce il primo club delle 500 d’epoca L’appuntamento per i grandi amanti delle quattro ruote d’epoca è stato a Bianco. Inaugurata nel pomeriggio di sabato la sede bianchese del club delle 500 antiche gestita dal coordinamento di Reggio Calabria. Un evento, patrocinato dal Comune, che ha visto coniugarsi la passione per la grande tradizione automobilistica italiana e il culto per le auto d’epoca e che ha richiamato tanti curiosi e simpatizzanti. A spiegare le modalità di incontro del club il presidente del coordinamento reggino: “Ogni ultimo sabato del mese, dalle 16.30 alle 20, il Bar Caffetteria, Pasticceria, Gelateria di Modafferi Pietro, in Piazza Marconi, diverrà un punto di incontro per tutti gli appassionati delle 500” . Il professore Vincenzo Polimeno ha inoltre svelato che nei prossimi mesi, presumibilmente nel periodo estivo, gli amanti dell’auto culto degli anni ‘50 potrebbero assistere ad un raduno proprio nel paese reggino.
SPORT
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Milan-Inter: si accende il derby di Milano a caccia di un posto in Europa Dopo l’avvio scoppiettante (in termini di risultati) i nerazzurri hanno subito un netto calo, se considerassimo il solo girone di ritorno sarebbero in lotta per non retrocedere. Sull’altra sponda del Naviglio, il Milan, dopo un avvio altalenante, sembra aver trovato la giusta continuità, grazie soprattutto a Mihajlovic, in grado di dare una forte identità alla sua squadra che ora sembra in grado di potersi battere con chiunque. Identità che ha invece smarrito nel corso delle partite la formazione di Mancini, che appare sfiduciata in campo, conscia di avere dei limiti tecnici e tattici e non riesce a battersi con la spensieratezza necessaria, tanto è vero che ora i nerazzurri si trovano un solo punto sopra ai cugini, in piena lotta per quello che è l’ultimo posto disponibile per l’Europa League. In realtà, probabilmente, grazie alla finale di Coppa Italia conquistata dal Milan, il prossimo anno vedremo entrambe le compagini tornare in Europa, in quanto, seppur il Milan perdesse contro la Juventus la finale del 21 Maggio, il sesto posto in campionato sarebbe disponibile per l’avventura europea e le milanesi hanno tutte le carte in regola per aggiudicarselo. La 28° giornata di campionato vede l’Inter di Mancini ricevere in casa il Palermo, mentre il Milan sarà ospite del Sassuolo per cercare il sorpasso ai cugini. Sulla carta la sfida dell’Inter appare più semplice, il Palermo è scivolato nella lotta per non retrocedere e il continuo cambio di allenatori dei rosane-
ro non sta giovando affatto alla squadra. Il Milan, invece, dovrà vedersela con un Sassuolo in forma che è diventato la settima forza del campionato, essendosi imposto per 2 a 0 a Roma, contro la Lazio, nell’ultima giornata. Sfida ostica per i rossoneri anche per quando riguarda i precedenti, solo due le sfide già giocate al Mapei Stadium: entrambe hanno visto vincere i neroverdi, per 4-3 nella stagione 2013/2014 e per 3-2 nella stagione successiva, entrambe le sfide caratterizzate da uno straordinario Berardi in grado di segnare tutti i 7 goal del Sassuolo, è lui la vera e propria bestia nera dei rossoneri. Vincendo con il Palermo l’Inter ha tutte le possibilità di mantenere il quinto posto nella prossima giornata, evitando gli strafalcioni difensivi che la stanno caratterizzando in queste ultime partite che hanno mandato all’aria un campionato che sembrava poter vedere i neroazzurri come protagonisti assoluti, almeno fino a dicembre. Dalla parte dell’Inter ci sono anche le statistiche: a Milano 27 partite disputate contro i Siciliani, 19 vittorie nerazzurre, 8 pareggi, con i rosanero che non sono mai usciti vincitori dal Meazza. Milan e Inter, a fine anno una sola delle due squadre sarà soddisfatta del risultato di questa stagione, anche se, date le premesse iniziali (obiettivo Champions League per entrambe) nessuna delle milanesi potrà dirsi appagata dalla conquista del solo posto in Europa League. Cosimo Capogreco
Nasce a Catanzaro il Centro Federale Territoriale (CFT) per la Calabria Da un proficuo confronto con le esperienze sviluppate dalle principali Federazioni Europee, in particolar modo quella tedesca, la FIGC per il tramite del Settore Giovanile e Scolastico procede alla realizzazione di un programma innovativo per lo sviluppo del calcio giovanile, capace di coinvolgere la disciplina maschile, femminile e il calcio a 5. Il programma di valorizzazione del calcio giovanile si svilupperà attraverso l’implementazione del progetto “CENTRO FEDERALE TERRITORIALE” (C.F.T.) I Centri Federali Territoriali (C.F.T.) intendono rappresentare il polo territoriale di eccellenza per la valorizzazione di giovani calciatori e calciatrici di età compresa tra i 12 e i 14 anni. In linea generale il progetto tende a
monitorare sia tecnicamente che socialmente l’intero territorio italiano coinvolgendo tutti gli organi federali interessati (AIA, S.T., AIAC, S.G.S., LND, AIC e leghe professionistiche). Si cercherà così di sviluppare un percorso di formazione tecnico – sportiva coordinato, favorendo la lotta all’abbandono dell’attività calcistica, monitorando tutti i piccoli atleti nel medio – lungo termine (8 - 10 anni) per un totale di circa 1 milione di giovani calciatori. Anche la nostra regione è coinvolta nelle attività progettuali dei CFT. Il 29 Febbraio 2016, infatti, presso il Centro Federale della LND di Catanzaro è stato inaugurato uno dei primi cinque centri nazionali insieme a quelli di Firenze CT Coverciano, Capurso (Ba), San Giorgio di
Nogaro (Ud) e Oristano. L’inaugurazione si è svolta alla presenza dei vertici dirigenziali nazionali della FIGC, tra cui il Presidente Carlo Tavecchio, il Vice Presidente SGS Fabio Bresci, il Presidente del Settore Tecnico Gianni Rivera, il Presidente LND Antonio Cosentino ed il Presidente LND Calabria Saverio Mirarchi. L’incarico di Responsabile Organizzativo del Centro Federale Territoriale per la Calabria è stato affidato al prof. Pino Filastro, per la lunga e consolidata esperienza di tecnico, dirigente e formatore disciplinare nei corsi per istruttori tecnici Coni-Figc. La sua militanza in FIGC risale fin dal lontano 1982 e attualmente il prof. Filastro ricopre l’incarico di Vice - Delegato del Comitato
distrettuale FIGC-LND di Locri. Da sempre Pino Filastro ha svolto con impegno, serietà e passione i numerosi incarichi ricoperti, con la ferma convinzione che l’attività sportiva in genere, e quella calcistica in particolare, debbano essere uno strumento di educazione e di formazione a partire dai più piccoli. Nel corso della sua lunga carriera ha realizzato molte iniziative per la valorizzazione di giovani atleti con attitudini al gioco del calcio, finalizzando lo sport agli obiettivi di crescita sana ed equilibrata. Ben riuscita, quindi, la scelta di affidare la direzione del Centro Federale di Catanzaro a Pino Filastro, il quale saprà senz’altro coniugare impegno, competenza e professionalità. Francesco Carbone
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C’era una volta... Vittorio Pozzo La Nazionale italiana è una delle più titolate di sempre. Eppure nel nostro paese raramente viene citato l'artefice dei primi due successi iridati: parliamo di Vittorio Pozzo, nato a Cuneo il 2 marzo del 1886. Da giovane Pozzo si innamora presto del pallone ed affina le proprie conoscenze giocando all'estero. È affascinato dalla diversa concezione del gioco che matura in Inghilterra. Milita nel Grasshoppers e nel Torino e si ritira nel 1911 per poi lavorare come dirigente dei granata e della Pirelli. In occasione delle Olimpiadi del 1912 viene nominato Commissario Unico della Nazionale italiana: accetta l'incarico ma rifiuta il compenso. L'esperienza di Pozzo dura poco in quanto l'Italia viene sconfitta dalla Finlandia nel turno eliminatorio (3-2 ai supplementari). Torna a lavorare alla Pirelli e in occasione della Prima Guerra Mondiale si arruola negli Alpini, esperienza che ne plasma il carattere.
Viene richiamato sulla panchina della Nazionale nel 1924 per le Olimpiadi parigine, il cammino stavolta si ferma ai quarti per mano della Svizzera. Pozzo si dimette e ritorna alla Pirelli iniziando anche a collaborare come giornalista per “La Stampa”. Nel 1929 la Federcalcio gli dà una terza e decisiva chance, Pozzo ha tempo e materiale umano sul quale lavorare in vista dei Mondiali italiani del 1934. Con campioni del calibro di Meazza e Schiavio, oltre agli oriundi Monti e Orsi, il successo viene sancito dalla vittoria in finale contro la Cecoslovacchia (2-1 ai supplementari). Personaggio schivo, Pozzo con i giocatori si comporta da padre, cercando di preservarne la concentrazione negli anni in cui iniziano ad essere trattati da divi del cinema. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e permettono agli Azzurri di bissare il trionfo in casa con la vittoria del Mondiale del 1938 che si disputa in Francia. Nel cammino verso la finale gli Azzurri eliminano i padroni di casa e conquistano il successo nell'ultima sfida contro l'Ungheria (4-2). Il metodo di Pozzo, lo schema 2-3-2-3 anche noto come “WW”, verrà utilizzato anche dal Grande Torino. Nel 1948 la Federcalcio lo spinge alle dimissioni, reputandolo sorpassato e troppo identificato con quell'epoca fascista della quale Pozzo, in realtà, non ha mai contribuito alla propaganda. Continua a lavorare nella neonata fucina di mister di Coverciano, lontano dalle luci dei riflettori. Muore il 21 dicembre del 1968 ad 82 anni, ancora attivo come giornalista. Nessun altro allenatore, tuttora può vantare due Mondiali in bacheca. Simone Filippone
RIVIERA
Venezia Bivongi coast to coast Ecco a voi “la Piera” che, dalla sua bella ma umida Venezia, si è trasferita nella boscosa e solare Bivongi. Che questo nuovo ciclo ti porti un sacco di gioie!
RICCIO DI MARE: Presenta uno scheletro calcareo, impropriamente detto guscio, che può raggiungere i 7 cm di diametro, munito di lunghi aculei mobili e, sulla superficie ventrale, di tante piccole estroflessioni con estremità a ventosa, dette pedicelli ambulacrali, che gli consentono di spostarsi. La colorazione può essere delle varie sfumature del viola, del marrone e del verdastro.
Amici per la pelle Domenico Mantegna e Giovanni Teotino, nella loro singolare espressività, si fanno rappresentanti di eccellenza delle rispettive Benestare e Ardore e si stringono in un abbraccio che simboleggia la fratellanza che intercorre tra i vice sindaco dei due comuni Lavorare stanca I due reporter Ilario Balì ed Enzo Lacopo riposano registratori e telecamere al termine della riunione dell’assocomuni presso l’aula consiliare del Comune di Siderno.
Aggiungi un posto a tavola Felice Valenti, Sindaco di Bivongi, durante l’ultimo incontro dell’assocomuni ha cercato in tutti i modi di rubare il posto a Imperitura orbitando attorno al tavolo della presidenza. Ma Giorgio si è incollato a quella sedia!
Maurizio Milicia, Tonino Condemi, Antonio Scriva e Pasquale Gagliardi. Si erano nascosti per non essere fotografati ma noi li abbiamo beccati lo setesso
Sorrisi politici Katy Belcastro sfoggia il suo sorriso migliore quando, al termine della riunione dei sindaci, riesce a posare con Ilario Ammendolia e Seby Romeo, suoi maestri politici in diversi tempi.
Sguardi intensi in interno Nella sua ricercata austerità il professore Angilletta posa con consueta eleganza insieme al più canzonatorio, ma non per questo meno impeccabile, sindaco di Monasterace, Cesare De Leo
Carmen Fuda e Elena Gozzi le LSU battagliere contro il sindaco calabrese Vini di classe I due Michael delle cantine Meran posano con un amico, Nicolò e Davide, durante la serata di degustazione al Top
Non è mai troppo presto Sebastiano Romeo, il (piccolo) re dell’organetto, rallegra una serata tra amici
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Evocazioni storiche Guido Laganà, ex assessore regionale, posa con l’ex primo cittadino di Bovalino Antonio Carpentieri e Lillo Vazzana, poco prima di assistere alla riunione dei Lions
Il sindaco di Caulonia Giovanni Riccio si prende una pausa per leggere Riviera. Solo non riusciamo a capire perché l’arLe marachelle di ticolo sull’ospedale generi in lui tanta Pierino e Ciccio ilarità Ciccio Band abbraccia entusiasta il mitico Alvaro Vitali, entrato di prepotenza nell’immaginario collettivo di almeno tre generazioni di italiani con il suo indimenticabile Pierino
Gioie piane Enzo Infantino posa sorridente con il sindaco Salvatore Fuda, che ritrova finalmente un vecchio compagnio del vecchio Partito Comunista, di cui fu felice parte attiva
Barman per un giorno Giuseppe Figliomeni si “infiltra” dietro il bancone del Manhattan assieme allo staff e alcuni ospiti con “Pierino” Alvaro Vitali
Chi sarà stato mai? La coloratissima vetrina di Piccole Canaglie, facendo fede al suo nome, viene addobbata da una piccola canaglia per mettere in risalto i primi capi della collezione primavera-estate. Numero uno. Calcio storico In questa foto d’altri tempi possiamo osservare la storica formazione 1970, con tanto di nomi leggibili, dell’A.C. LocriPalmese. Calcio classico!
La dedica a Pasquale “Un’altra primavera è arrivata e noi siamo tutti intorno a te a festeggiare i tuoi 96 anni! Buon compleanno, papà, da tutti noi!”
Collaborazione comunale Silvio Larosa e Pino Longo sorridono in camera dimostrando la loro reale natura di “inseparabili”: quando l’unione CanoloMammola dà i suoi frutti!
Signor sergente Il sergente Macrì posa con consueta professionalità durante un servizio in alta uniforme a Siderno Superiore