Roccella-Reggio: Andata&Ritorno
S
torie
www.rivieraweb.it
3
Lo incontrate viaggiando sui treni della Jonica. È un fanciullo dentro un corpo da omaccione. Ha rinunciato alla civiltà, senza scadere nella barbarie violenta. La sua vita è un traghettamento lento dall’infanzia alla morte, senza orpelli esistenziali.
Enzo, unSocrate pazzocon la barba di ferro filato e la luna per cappello
O
rmai a Enzo l’ho adottato. Certo, non ha gli occhi grandi dei bambini, anzi i suoi sono occhi rotondi e porcini incavati dentro una selva di rughe legnose e scure; e non possiede neanche uno straccio di sorriso, semmai a volte dilata la bocca in una specie di smorfia sdentata che rimanda più a rimpianti o a sarcasmo che ad allegria. Però per il resto è un fanciullo dentro un corpo da omaccione, con la stessa svagata fantasia, i terrori e la Luna per cappello. Enzo è un vagabondo residenziale. Un nomade contemporaneo, che dalla sua base fissa situata dalle parti di Roccella va in giro per la provincia notte e giorno, sfamandosi con quello che trova, sempre assorto nei suoi pensieri e nelle sue furbizie adolescenziali per spuntare favori e prebende. Ha una barba mazziniana che sembra ricavata dalla lana d’acciaio, ama la birra
Enzo è un vagabono residenziale. Un nomade contemporaneo, che dalla sua base fissa situata dalle parti di Roccella va in giro per la provincia notte e giorno, sfamandosi con quello che trova, sempre assorto nei suoi pensieri e nelle sue furbizie adolescenziali per spuntare favori e prebende.
DOMENICA 15 MARZO
Peroni e detesta l’acqua, in tutti i sensi. Infatti il segnale primario della sua presenza è l’odore, selvatico al limite del disgusto, soprattutto d’Estate. All’inizio è stata una battaglia. Con quel suo trucco di nascondersi dietro le colonne e balzare sul treno proprio nella frazione di tempo in cui il capotreno distoglie lo sguardo dalle porte, riusciva a farla franca e a spuntare un passaggio da una stazione all’altra. Entrava lui nella vettura, e uscivano tutti gli altri, incapaci di resistere alla nebbia venefica che si porta addosso. E per farlo scendere, poi, era guerra. Pretende la multa, Enzo, ha una sua specie di dignità. Non ha documenti, non possiede nulla, ma piuttosto che recedere chiede di essere sanzionato. E la paghi la multa, gli ho chiesto. Ha annuito, in silenzio con l’occhietto brillante, come chi sa di combinare una marachella. Dopo qualche tempo, ci siamo messi d’accordo. Gli do un euro e lui non sale sul treno. Ma a volte dimentica il patto, e si fionda dentro la littorina con la velocità del fulmine. Che fai qui, gli ho chiesto una volta con tono da rimprovero. Lui mi ha fatto segno di stare zitto. “Sono provvisorio !” mi ha risposto. Ho riso, e ho capito di essere al cospetto di un asceta, di un marabutto, un santo metropolitano, uno stoico purosangue. Diogene di Sinope reincarnato, un Socrate pazzo, o forse solo saggio. Gli ho mollato due euro, ed è sceso. “Non bere birra” - l’ho ammonito. “Cosa devo bere mi ha risposto - L’acqua fa male. Mi gonfia lo stomaco”. Enzo è provvisorio. Come tutti. Solo che lui lo sa. Lo ha scoperto in gioventù, quando ha lasciato il suo lavoro e tutto ciò che aveva per darsi corpo e anima alla strada. Ha rinunciato alla civiltà, senza scadere nella barbarie violenta. Vive la sua depressione permanente con un senso precario dell’esistenza, che tramuta il dolore della consapevolezza in lotta per sopravvivere. “Perché non vai a lavarti?”- gli ho detto brutalmente un giorno. “Mi lavo, a mare, solo che poi il sale mi brucia addosso”. “Lavati col sapone”- gli ho intimato. “Va bene, ha finto, però dammi cinque euro”. Sono in molti ad avere compassione di lui. Gli portano vestiti, scarpe, e lui puntualmente ringrazia e poi lascia i regali nei bagni dei treni. Se ne libera. Non vuole bagagli e impedimenti. Se viaggiate nella Jonica e trovate sul treno un fagotto di abiti semi nuovi, state certi che sono i suoi. Enzo è provvisorio. In transito. La sua vita è un traghettamento lento dall’infanzia alla morte, senza azioni che vadano oltre il suo istinto di sopravvivenza, senza orpelli esistenziali, senza giudizi e senza idee. Si rifugia dietro la sua barba di ferro filato, dietro la nuvola del suo pessimo odore, dietro lo sguardo beffardo ma ingenuo del filosofo pazzo, e attende. Sa che tutto finirà, non ha fretta, non sa niente di niente, non ha il pensiero del mutuo, del lavoro, dell’amore, dei figli, dei sacrifici che si compiono in nome del futuro. Il suo è il presente debole di chi non pretende nulla, se non l’ebbrezza della birra e l’attenuazione dei bisogni; è provvisorio, come chiunque, e non rinuncia a nulla perché di nulla ha bisogno. Se lo guardo rido, ma non di lui, bensì di noi, supponenti mortali convinti di essere simili agli dei. Antonio Calabrò – estratto dal libro “Viaggio in seconda classe” di prossima pubblicazione.
RIVIERA
ATTUALITÀ
www.rivieraweb.it
DOMENICA 15 MARZO
4
GIUDIZIARIA
Parola di boss
«
Hanno fatto quello che hanno fatto, noi cristiani ci siamo tirati per la nostra parte… Allora primo si sono comportati male. Perché si sono comportati da pagliacci e da vigliacchi, se volete fare una cosa, prima avvertite a chi dovete avvertire a tutti quelli che erano là… no che vi mettete a tutti sotto i piedi! Che i cristiani se ne fregano di voi. Quella volta glielo abbiamo detto, noi non vogliamo sapere niente. Noi da una parte siamo in queste pianure e lavoriamo, siamo con gli animali con le cose… non vogliamo sapere niente…». Sono queste le parole che un presunto boss della Locride avrebbe pronunciato nel corso di una conversazione con un altro soggetto che, a sua volta, avrebbe rivestito un ruolo apicale all'interno di un sodalizio criminoso. Il presunto boss parla e sembra deplorare il fatto che un'iniziativa sarebbe stata intrapresa senza interpellare “chi di dovere”, cioè senza interpellare nessuno, contrariamente a quanto dettato dai codici mafiosi, dimostrando mancanza di rispetto nei confronti delle famiglie mafiose. La conversazione prosegue con il presunto capo mafia che dice al proprio interlocutore: «… hanno fatto una cosa storta… fate quello che volete, basta che non entrate in contrasto con noi. Lui mi ha detto no, a voi non pensiamo mai di fare una cosa di queste perché sappiamo che voi siete cristiani onesti che non volevate queste cose, altrimenti non venivate. Ha detto, purtroppo dopo una cosa di queste che cosa possiamo fare? Loro sono venuti a scomodarci! Intanto per voi mi ha detto… sai… dice eh… tuo suocero, mio fratello con “Micu”… ha detto che per me sono come i tuoi fratelli, sono come le tue cose, pure… io non… io gli ho detto immagina tu, se per mio suocero gli ho detto io, è come mio padre, “Micu” è un altro della famiglia nostra, gli ho detto, noi siamo fuori da ogni cosa… il discorso è continuato in questo modo… Noi non potevamo fare diversamente che perdevamo anche la cosa, perché altrimenti i cristiani dicevano “gli avete tirati là”». Chi ascolta, un anziano anche lui ritenuto boss, sembrerebbe annuire approvando il discorso del presunto boss, che insisterebbe con il delineare un quadro a tinte fosche di un gruppo di giovani che, senza “permesso”, avrebbe eseguito un disegno criminoso senza l'approvazione dei capi delle 'ndrine presenti sul territorio della locale di appartenenza, creando non solo malumori ma una attenzione delle forze dell'ordine e quella dei media che avrebbe potuto provocare uno scompiglio per gli affari dei clan. Una volta rotto l'equilibrio, i maggiorenti della locale si dovranno adoperare a “sistemare” il tutto. L'anziano interlocutore, uomo di consumata esperienza, esorta il presunto boss a parlare con gli altri capi 'ndrina raccomandandosi di informarlo della loro volontà di chiarire le posizioni e di chiudere al più presto la vicenda prima che si concluda con l'arresto di tutti gli appartenenti a entrambe le famiglie coinvolte. L'anziano boss, dopo aver ascoltato le dinamiche in atto all'interno delle famiglie, presta il proprio contributo alla risoluzione della vicenda, offrendo la propria esperienza e caratura criminale, indicando quali siano le strade da seguire e i personaggi da interpellare, nonché autorizzando a “spendere” il proprio nome per definire il tutto. In effetti, stando alle risultanze investigative, confluite in alcuni processi di 'ndrangheta, la pax viene siglata e tutto, al momento, sarebbe ritornato nell'alveo dell'equilibrio mafioso.
“
SABATO 21 MARZOSARÀ PRESENTATA IN ANTEPRIMA ASSOLUTA AL PUBBLICO LA TESTADEL LEONERITROVATANEL MAREDI CAPO BRUZZANO NELL'AGOSTO DEL 2012
"La geografia non è un'opinione:laTesta del Leone appartiene a Bianco" in dal momento del ritrovamento della testa leonina il sindaco di Bianco, Antonio Scordino, aveva rivolto un appello alla Soprintendenza ai Beni Archeologici chiedendo che i reperti trovati in un territorio restino in quel territorio. Ne venne fuori una polemica con il compianto Pasquino Crupi, allora direttore della Riviera, una polemica a colpi di bazooka e pistole ad acqua! Secondo il professore Crupi, per il sindaco di Bianco era più importante il luogo della scoperta che la scoperta stessa, più importanti le acque salate di Bianco che i due generosi subacquei di Africo. Abbiamo chiesto, perciò, ad Antonio Scordino se può ritenersi soddisfatto adesso che è stata accertata l'autenticità della testa del leone o se lo sarà pienamente solo quando il reperto sarà assegnato alla Locride. Questa la sua risposta: "Sono assolutamente soddisfatto che attraverso delle indagini specifiche, di carattere scientifico e nella fattispecie chimico e geologico, si sia accertata l'autenticità della testa del leone. Al momento del ritrovamento fui tra quelli che dubitarano della sua autenticità ma
S
solo perchè non ho alcuna competenza in materia e ho ritenuto fosse necessario attendere un pronunciamento del soggetto preposto alle verifiche e alla validazione dell'autenticità dei beni culturali. La testa del leone è un reperto archeologico di prima grandezza. In questi casi esasperare il campanilismo non serve, e per quanto sulla collocazione finale i sindaci, primo tra tutti il sindaco di Bianco, sono chiamati a esprimere il loro punto di vista, la Soprintendenza ha una priorità che nessuno le puo negare". “Ovunque vada a finire la testa leonina, l'importante quindi è che sia scritto a caratteri cubitali che è stata ritrovata a Bianco?” - chiedo prima di lasciarci a Scordino, il quale così replica: "La geografia non è un'opinione. La scogliera di Capo Bruzzano è interamente nel territorio di Bianco, su questo non si discute. Con Africo abbiamo un ottimo rapporto a livello amministrativo e cammineremo insieme nei prossimi decenni. Non c'è competizione tra noi, e soprattutto non mi hanno mai appassionato queste gare". M.G.C.
Visita dal cardiologo
Un'accurata prevenzione, basata su consulenze cliniche e test diagnostici mirati, può essere provvidenziale. E nel nuovo centro del dottore Michele Iannopollo a Siderno, da oggi tutto questo sarà possibile.
Un tagliando che può salvarti la vita e malattie cardiovascolari sono a tutt'oggi le prime cause di morte al mondo. Ma sono anche la maggior causa prevenibile di morte e invalidità. Un'accurata prevenzione, basata su consulenze cliniche e test diagnostici mirati, può essere provvidenziale. È da questo presupposto che è iniziata la nuova avventura del Dottore Michele Iannopollo, eminente cardiologo oggi in pensione che ha avuto il grande merito di fondare la Cardiologia a Siderno. È con lui che per la prima volta negli anni '80 arriva nella Locride il primo ecocardiogramma ed è sempre con lui che si inizierà a parlare più tardi di test di diagnostica cardiologica incruenta, come l'Ecostress, il test da sforzo cardiopolmonare, la registrazione dinamica dell'elettrocardiogramma e della pressione arteriosa con la metodica Holter e il Tilting test, con cui è possibile identificare le cause di sincope. Grazie al suo contributo il centro di Siderno fu definito come “il miglior centro di cardiologia riabilitativa della Calabria”. Da quando è stato chiuso l'ospedale di Siderno, purtroppo, si fa poca prevenzione e pochi test di valutazione cardiologica, dopo che l'amministrazione regionale ha deciso di togliere dal piano sanitario locale la cardiologia preventiva e riabilitativa. «All'ospedale di Locri si fa prevalentemente emergenza cardiologica: infarto miocardico acuto, valutazione del rischio cardiovascolare in acuto, scompenso acuto, impianto di pacemakers e defibrillatori, e su questo campo della medicina si può parlare di vera eccellenza cardiologica - dichiara Iannopollo - ma la prevenzione?» Cardini della diagnosi cardiologica sono un'accurata ricostruzione della storia clinica del paziente e della sua famiglia - l'anamnesi - e l'esame obiettivo affidato all'esperienza del cardiolo-
L ILDOTTOR MICHELE IANNOPOLLO, CARDIOLOGO E MEDICO DELLO SPORT
“
VIA CERCHIETTO, SIDERNO ( DIETRO L’OSPEDALE) SCALA B INFO 0964/342340
go, integrato da esami di diagnostica strumentale. Mentre usualmente questi diversi momenti sono affidati a specialisti differenti, nel nuovo centro di prevenzione del dottor Iannopollo è possibile fare tutti gli accertamenti strumentali e specialistici, e seguire tutto l'iter diagnostico in tempi rapidi. «La cura migliore è la prevenzione - continua Iannopollo - È vero che le fasce d'età più colpite sono tra i 50 e i 60 anni, ma è a partire dai 40 che bisogna fare i primi test, test che svelano se nel soggetto è presente il rischio che si scateni precocemente l'aterosclerosi. Anche ai ragazzini, prima che incomincino a fare attività fisica, è assolutamente consigliato eseguire l'elettrocardiogram-
ma e l'ecocardiogramma, perché possono esserci delle anomalie di cuore misconosciute. Non bisogna mai sottovalutare nulla per scongiurare il rischio che un giovane sportivo muoia improvvisamente sul campo di gioco. Quanto alle donne devono fare attenzione soprattutto dopo la menopausa, perché l'assetto degli ormoni cambia e la probabilità di essere colpite da infarto, ictus e trombosi aumenta avvicinandosi a quella degli uomini di pari età. Il problema è che le caratteristiche biologiche e fisiologiche delle donne sono diverse da quelle degli uomini: il cuore delle donne è più piccolo, le loro coronarie sono più piccole, si ammalano in modo più subdolo e i farmaci che prevengono le malattie vascolari negli uomini possono non essere altrettanto efficaci nelle donne». Prevenzione a ogni età, dunque, e indipendentemente dal sesso. Pochi sono i professionisti che svolgono il loro lavoro con passione e il nostro cardiologo sidernese ci mette davvero il cuore. Il dottor Michele Iannopollo ci tiene particolarmente a far sapere ad alcuni dei suoi pazienti che lo davano per spacciato o addirittura per morto che è vivo e gode di ottima salute. E soprattutto ha tanta voglia di prendersi ancora cura di ognuno di loro.
RIVIERA
PRIMO PIANO
Si
Vota Il 31 maggio
ILTRIANGOLO.TRE I CANDIDATI A SIN
Siderno smen “S
ERCOLE MACRI
In base al passaparola quotidiano, le preferenze nei confronti di Fuda non sono equivalenti alla somma delle preferenze nei confronti di Caruso e Sgarlato, ma sono nettamente maggiori da esorcizzare l'ombra del ballottaggio.
iderno, cantiere 2015-2020: carpentieri, muratori, piastrellisti, imbianchini, fabbri, elettricisti, idraulici, lattonieri, falegnami e commercianti sognano di rovesciare i torti, le umiliazioni e le miserie subiti negli ultimi anni, in rivincita, dignità rispetto a mogli e figli, in una possibilità di una pizza e birra con gli amici due volte al mese. A breve, infatti, avverrà il passaggio delle consegne: dall'era della Caretta Caretta prefettizie, che hanno rimpicciolito Siderno e i sidernesi, si passerà a un sindaco eletto dal popolo di riferimento. La manodopera locale ha bisogno di politica vera, sentita, i lavoratori sidernesi hanno urgente bisogno di ossigeno, di pesetas in contanti, di alzarsi che è ancora buio e ammirare felice una nuova aurora stagliarsi violetta davanti a una giornata piena di lavoro, fatica e sudore. Salvo kamikaze che si sentono Scià di Persia,
dopo Pietro Fuda per il centrosinistra e Giuseppe Caruso per una lista civica tendente a destra, il centrodestra “neomelodico” ha presentato in settimana Pietro Sgarlato, chiudendo sì il triangolo rettangolo dei candidati a sindaco, ma smentendo platealmente il teorema di Pitagora, almeno secondo il passaparola quotidiano: le preferenze per Fuda, infatti, non sono equivalenti alla somma delle preferenze di Caruso e Sgarlato, ma sono nettamente di più da esorcizzare l'ombra di ballottaggi o follie per una città che non può permetterseli. L'avvocato, Giuseppe Caruso, il commercialista, Pietro Sgarlato, l'ingegnere, Pietro Fuda, dopo che il Pd ha detto no alla Lista Unica e dopo, mio Dio, l'assordante silenzio di Siderno Libera che la lista Unica l'aveva proposta, saranno sostenuti complessivamente da circa centotrenta candidati. E comunque, da tantissimo tempo Siderno non era così vitale, creativa, generosa di progetti e confronto, di sana rivalità. Di piazza. La mattina nei bar della città, quando la Juve non perde, non si parla d'altro ed è inevitabi-
Panetta: « La lista unica dà prestigio al Cons Per avvalorare tale ipotesi è utile ricordare quando a Bologna il centrosinistra presentò una lista unica denominata le “Due Torri”. Allora, i Partiti non si sminuirono, ma esaltarono la coesione.
La chiarezza delle posizioni in politica è segno di forza e non di debolezza. Esprimere il proprio pensiero su scelte importanti e ascoltare le argomentazioni altrui è segno di maturità politica e non desiderio di rottura. Crediamo pertanto doveroso ascoltare quanto è stato scritto sulla Lista unica e argomentare i nostri assensi e i nostri dissensi. Riteniamo che la lista unica aumenti il prestigio dei candidati da presentare all'elettore e la coesione della colalizione cui fa riferimento e nel contempo le soggettività politiche si elevano al ruolo guida di un processo da costruire, attraverso scelte programmatiche. È sul programma e su quale futuro si vuole costruire per Siderno che si deve esprimere ed esaltare il ruolo del Partitto.
La domanda che ogni sidernese si debba porre, in questi giorni, crediamo sia la seguente: per che cosa siamo chiamati a votare il prossimo dieci maggio? Per rispondere, ogni cittadino coscienzioso, animato da tanta buona volontà, desideroso di vedere cambiare positivamente la nostra città e persino- e sono migliaia- disposti a rimboccarsi le maniche e dare il proprio contributo,deve partire dallo stato di assoluto abbandono e degrado in cui versa Siderno. Gli aspetti più evidenti del degrado che tutti noi abbiamo imparato a conoscere, finanche nei minimi particolari, sono quelli meno gravi- benchè corposi e pesanti, come la distruzione del lungomare, delle strade,del teatro,del verde pubblico,delle piazze e di quant'altro - sono riconducibili
RIVIERA
www.rivieraweb.it
DOMENICA 15 MARZO
7
NDACO: FUDA, SGARLATO, CARUSO
ntisce Pitagora le non fare un parallelo. Salvo Fuda che lo è già stato, seppur da lontano, chi tra Panetta, Ritorto Sgarlato, Fragomeni, Siciliano, Gianni Lanzafame, Caruso, Lombardo, Catalano sarà il nuovo Iannopollo? E chi Brugnano, Riccio, Condarcuri, Fragomeni, Surace? E ancora, chi Mimmo Gentile? Chi, nel breve e medio periodo, sarà all'altezza di consegnarci la Siderno che Craxi definì nel 1985 «una piazza vincente, un laboratorio politico d'avanguardia nazionale, fatto di sintesi e confronto laico?». L'eventuale rinascita della città non passa, e non può passare, solo dal consiglio comunale, da chi siederà nel civico Consesso. La contaminazione dovrà riguardare anche l'associazionismo, la scuola, i luoghi di cultura, l'impresa e la chiesa. Ogni attore di questa importante città della Locride, da ora a cinque anni, deve mettere in conto di cambiare qualcosa di se stesso. Siderno ha perso troppo tempo, ha ricevuto mille sputi. Oggi, donne e uomini di codesta comunità, hanno il dovere di tramandare un luogo migliore alle future generazioni. E oggi, il governatore Mario Oliverio e il suo console reggino
In evidenza Election Day il 31 maggio Il Consiglio dei ministri del 12 Marzo ha stabilto il giorno per lo svolgimento contemporaneo delle elezioni regionali ed amministrative. La data è stata fissata per domenica 31 maggio 2015. Si vota in 15 regione s statuto ordinario e 515 comuni.
Seby Romeo, ispiratori dell'unione di centrosinistra sidernese, dovranno rispondere nei fatti e sedare le cospirazioni contro il locomotore della Locride. Specialmente quei cospiratori biliosi e mascherati che agiscono sulla riva calabrese dello Stretto, dove il grande stratega di destra, come nel gioco della birra, delega poteri al sotto di sinistra, a cui Pietro Fuda non sta particolarmente simpatico in quanto non ha mai accettato di caricarsi sulla groppa zavorre, mediocrità, mozzi e lacchè. In questa direzione sarà fondamentale recarsi dal sottosegretario Del Rio e pretendere chiarimenti sullo statuto e sul sistema elettorale dell'ultimo miraggio, ovvero quella Città Metropolitana considerata un eldorado da alcuni e una patacca da altri. Fuda, una volta eletto dovrà trainarsi a Roma tutti i sindaci della Locride. Quest'ultimo territorio non può continuare a sentirsi dipendente dalle strategie paesane di Reggio, essere la sua striscia di Gaza, arrancare dinanzi all'autoritarismo di quelli che comandano tra piazza Camagna e il Cordon Bleu..
siglio comunale e coesione alla coalizione» all'insieme della struttura urbana ossia,come i latini preferivano chiamarla, l'Urbs. Più gravi sono quelli che attengono alla Civitas,ossia al senso di appartenenza ad una comunità, alla definizione di regole per caratterizzare una crescita secondo dettami di legalità, di giustizia sociale, di rispetto della persona umana e di solidarietà per abbattere le disuguaglianze e rendere il vivere sociale sereno e poco conflittuale.Insomma modellare,con le azioni politiche insite in ogni scelta amministrativa,i contorni ed i contenuti di una civiltà che abbia fondamenti ben radicati nei valori della democrazia, della legalità, dello sviluppo e tutela del patrimonio pubblico quale strumento di crescita dell'intera comunità. Se questo rappresenta in sintesi il quadro che ogni elettore dovrà incomin-
ciare a ben scrutare prima di esprimere il voto,certamente si porrà l'altra conseguente domanda. A chi devo dare il mio voto, benchè io voglia esprimere il desiderio di partecipare in quest'arduo e difficile lavoro? Noi sappiamo che la nostra democrazia si fonda anche sulla presenza dei Partiti organizzati, che rappresentano avanguardie con il compito di avanzare proposte politiche necessarie per il governo dei processi sociali. Sappiamo pure che quasi la metà del popolo italiano non si riconosce più nei partiti e diserta l'urna, per il modo errato di governare i bisogni e le esigenze delle masse di cittadini. Il più delle volte i Partiti hanno favorito gli interessi di pochi, magari dello stesso Partito e non quelli della comunità. Oggi la situazione sidernese offre a tutti i Partiti,
di Sinistra e di Destra,l'opportunità di essere messi alla prova. Ogni Partito abbandoni gl'interessi propri e punti decisamente a mettere in atto ogni azione necessaria a costruire un reale cambiamento nella nostra città, sapendo che tale processo avviene attraverso la mobilitazione di una sana e forte cultura in grado di attuare i meccanismi di governo per rendere concreti i programmi che si presentano all'elettore . Altrimenti il Sindaco avrà un supplemento di difficoltà rispetto a quanto già conosce. Per fare questo a noi sembra risponda adeguatamente la lista unica, perché così ogni Partito deve assumersi l'onere di presentare adeguate figure che rispondano agli obiettivi sopra descritti. Ad avvalorare tale ipotesi è utile ricordare quando alla Città di Bologna,forse allora tra le migliori amministate
al mondo,il centrosinistra presentava una lista unica denominata le “due torri”. Se il desiderio di approfondire dovesse prevalere, tecnicamente esiste la soluzione per non danneggiare nessun Partito. Così facendo sarebbe una campagna elettorale all'insegna della qualità del voto per un forte progetto politico che comprenda rinascita di Siderno, formazione di una classe dirigente e nuovo e coeso centrosinistra. Insomma, oggi più che mai occorre guardare al futuro e d agire affinche la politica ridiventi il luogo del confronto e della elaborazione, caratterizzato da uno spessore culturale di ampio respiro e di assoluto livello, per rendere le visioni progettuali in grado d'incidere sulla direttrice che gli atti amministrativi debbano assumere col sostegno di ampi strati sociali a partire dal mondo giovanile.
ELEZIONI SIDERNO
DOMENICA 15 MARZO 8
www.rivieraweb.it
Il convegno Oliverio a Locri
La visita del governatore nella Locride si è risolta con una dichiarazionediintentichelasciapocospazioaun’effettivocambio di rotta. Nel frattempo, l’Associazione dei sindaci continua ad alimentare le polemiche anziché rimboccarsi le maniche.
Nella Locride delle polemiche È “ stato steso il tappeto rosso, sono stati tirati fuori dall’armadio gli abiti da cerimonia, sfoggiati i sorrisi migliori e ci si è profusi in un profondo inchino in occasione dell’arrivo del presidente della Regione nella Locride. Ma la visita di Oliverio, come ogni evento di “gala” che si rispetti, dietro le belle apparenze nascondeva moltissime tensioni. Preso posto dietro il banchetto per lui imbastito dall’Associazione dei Sindaci della Locride nell’Auditorium del Centro Pastorale Diocesano di Locri, Oliverio ha immediatamente esordito con i propri saluti a tutti i presenti, sottolineando l’avverarsi della promessa che aveva fatto durante la campagna elettorale. Benché l’incontro, dando credito alle parole del presidente, non nascesse con il pretesto di essere una semplice passerella ma piuttosto il punto di inizio di un percorso comune che possa, in piena e accordata sinergia con tutti i sindaci, garantire alla Locride il futuro roseo che merita, il dilungarsi in ringraziamenti magniloquenti e il lancio propagandistico dell’hashtag #dilloaMario, che promette maggiore vicinanza tra il semplice cittadino e la giunta regionale, hanno fatto credere ai più smaliziati che gli intenti non si discostassero poi tanto da quelli appena respinti. La parola è dunque passata al padrone di casa, il sindaco… pardon, il Vescovo della diocesi di Locri-Gerace Monsignor Francesco Oliva che, da buon ecclesiastico (o politico?) ha sottolineato come l’impegno della Regione e dei sindaci tutti debba garantire il rispetto del messaggio evangelico aiutando la popolazione a partire dalla fascia più povera e bisognosa.
Il vivo dell’incontro, tuttavia, è stato raggiunto con la relazione del presidente dell’assemblea dei sindaci Giorgio Imperitura che ha elencato con dovizia di particolari tutte le problematiche del nostro territorio. Ecco dunque il solito elenco di criticità soffermantisi sulla questione del completamento della rete viaria, sul miglioramento del sistema dei trasporti di cui abbiamo bisogno, sulla gestione razionale dell’ambiente, sulle trascurate politiche di tutela del lavoro, sul recupero e valorizzazione del patrimonio culturale e, naturalmente, sulla questione sanità. Ma la ripetitività
Uno dei problemi principali di questo incontro risiede nel luogo dell’incontro: non la sede istituzionale dell’Associazione, ma il Centro Pastorale Diocesano.
dell’intervento di Imperitura, si badi bene, non è stata dettata da semplice desiderio di rimarcare questioni già appurate o non impegnarsi in un discorso originale. Piuttosto dimostra il drammatico stagnare del nostro comprensorio nelle medesime condizioni in cui si versa da decenni grazie a una politica placebo che ci ha sempre riempito di chiacchiere ma non ha mai alzato un dito per aiutarci. Ha provato a sottolinearlo nel suo intervento anche il sindaco di Locri Giovanni Calabrese, che ha notato la
“
Imperitura si è dilungato sulle solite problematiche territoriali, ma la colpa non è di quella politica placebo che vede i problemi ma non li risolve.
quasi pedissequa ripetizione di un discorso già fatto quindici anni fa a un altro presidente, prima di essere contestato dai suoi cittadini per la spinosa questione del lavoratori Lsu/Lpu che lo vede coinvolto. Frecciatine a destra, malcontenti a sinistra, la polemica appena accennata da Calabrese sulla stagnazione della classe politica del comprensorio non lo vede come unico sostenitore di una linea critica nei confronti dell’associazione, che presenta molte più spaccature di quanto non si voglia far trasparire. Mentre tutti se ne tornavano mesta-
mente a casa digrignando i denti per la totale vuotezza di contenuti di un’assemblea rivelatasi tutt’altro che risolutiva, tutt’altro che punto di partenza per una comunione di intenti, giungeva voce, presso la nostra redazione, che le tensioni soffocate in sede ufficiale erano partite già qualche giorno prima dai server di posta elettronica dei nostri sindaci. Pare che qualcuno, infatti, avrebbe mal digerito la scelta, confusionaria e ingiustificata, di non ospitare il governatore nella sede legale dell’Associazione,
ovvero il Comune di Siderno, preferendo invece lasciare gli onori di casa a Monsignor Oliva. Perché un gruppo di rappresentanti comunali combattivi come i nostri, avrebbe perso un’ottima occasione di dimostrare al presidente le proprie capacità organizzative rimarcando, al contempo, potere decisionale e laicità della questione all’ordine del giorno? Ribadito quanto la presenza del vescovo sia stata cosa gradita, possibile che ci sia così tanta disorganizzazione da non riuscire nemmeno a imbandire una tavola per dimostrare che è la politica nazionale a essersi dimenticata di noi e che non sono i nostri sindaci i primi a lasciare indietro i propri cittadini? L’attenzione dedicata da Oliverio agli interventi lascia ben sperare, ma l’espressione sul suo viso durante il commiato ci fa temere che quella di sabato scorso fosse una prova. La propaganda introduttiva del presidente voleva lanciare un messaggio: “Io posso farvi rinascere, dimostratemi che ne vale la pena”, ma la disorganizzazione dei sindaci ci fa temere che alla Locride spetterà ancora una volta accontentarsi delle briciole. E non perché il governatore sia cattivo, ma perché i nostri rappresentanti non sanno comunicare come si deve! Intanto, a proposito di comunicazione, i sindaci hanno annunciato un nuovo scambio culturale nell’ambito dell’Associazione Civitas Solis che, dopo Malta, li porterà fino in Portogallo a presentare le bellezze e le risorse meravigliose che il nostro territorio offre. Domanda: se dialogare tra noi risulta così difficile sia che si sfoggi il proprio italiano forbito sia che si sfrutti il più familiare vernacolo, come si staranno comunicando i nostri problemi e le nostre vittorie al resto dell’UE? Jacopo Giuca
IL PRESIDENTE RAFFA INTERVENENDO A SIDERNO SULLA SICUREZZA STRADALE CHIEDE AI SINDACI DI PARTECIPARE.
Scriviamo i dieci comandamenti della futura città metropolitana omenico De Letterio, presidente dell'Associazione “Amici del Lupo”, nata dopo la scomparsa del calciatore Ciccio Zerbi che perse la vita su un tratto della Strada Grande Comunicazione Ionio-Tirreno, ce la sta mettendo tutta a calamitare l'attenzione dell'opinione pubblica e delle Istituzioni sul tema della sicurezza stradale. Riunisce una nutrita rappresentanza di primi cittadini provenienti dall'area tirrenica, percorre la famigerata “strada della morte” con condizioni climatiche avverse (è giovedì - ndr. 12 marzo - lievi scosse telluriche, pioggia battente, grandine e neve colpiscono la jonica), giunge nella Sala del Civico Consesso della città di Siderno - scelto come terreno neutrale “qui non c'è un'Amministrazione in cari-
D
ca - dice Letterio De Domenico - non vogliamo colori politici” ed abbraccia l'Associazione, presieduta da Riccardo Ritorto “Io ci sto”, con il quale condivide l'assoluta esigenza di far convergere l'interesse e la partecipazione delle Istituzioni locali sulla compromessa e “letale” viabilità che mette in collegamento l'area jonica con quella tirrenica. Ma la dialettica necessita di interlocutori che diano fiato alle trombe. E dei sindaci dell'area jonica che avrebbero dovuto accogliere i colleghi “d'oltre Limina” - eccezion fatta per Giovanni Calabrese, sindaco di Locri, sempre in prima linea su tematiche di forte rilevanza sociale, ed il presidente del Comitato dei Sindaci Giuseppe Strangio cui va certamente il merito di aver rappresentato una maggioranza che ha latitato - non è, oggi, possibile sapere
cosa ne pensino dei lavori di manutenzione straordinaria per efficientare l'impianto d'illuminazione ed il ripristino dell'impianto di ventilazione della Galleria della Limina, oppure della lavori di rifacimento della pavimentazione drenante tra il km 0+000 ed il km 42+300 della SS682 Ionio-Tirreno, senza dimenticare le comunicazioni rese - in una mail inviata agli Amici del Lupo l'Avv. Laugelli Giusto dice “l'Anas è una società seria. I lavori della galleria dovranno essere consegnati in tempi brevi poiché è già stata fatta l'aggiudicazione provvisoria. Il tempo di verificare la documentazione...” e l'ulteriore conferma dell'istallazione di sei autovelox come deterrenti dell'alta velocità, tanto materiale per fomentare un dibattito che di acceso ha avuto il solo monito del Presidente della Provincia di
Reggio Calabria. Di seguito Raffa: “Mi aspettavo un'ampia partecipazione in virtù del tema trattato. Non parlo dei cittadini, alle prese con le vicissitudini ed il rosso in bolletta, parlo dei loro rappresentanti istituzionali, invero. A loro chiedo di scuotersi dal lassismo ed abbandonare gli atteggiamenti adulatori ai poteri forti, contrari al loro mandato di responsabilità e di rappresentanza verso la comunità di appartenenza. Sono 1800 i km di strada su cui abbiamo il dovere istituzionale di vigilare ed un corrispettivo taglio di 13 milioni di euro di risorse finanziarie che nessun grido di protesta ha elevato tra i sindaci del territorio. Ho assistito a battimano di plastica mentre il presidente dell'Anas Pietro Ciucci abbatteva diaframmi sulla costruenda A3. A voi Sindaci presenti chiedo un segnale
forte di partecipazione e confronto. Incontriamoci con frequenza, stiliamo un elenco delle “priorità” della nostra nascente Città Metropolitana, creiamo i “Dieci Comandamenti” della buona e corretta amministrazione ed inviamoli al governatore della Calabria Mario Oliverio con la promessa di metterli in atto. Cos'altro dobbiamo aspettarci prima che il grido di protesta si levi all'unanimità senza alcun colore politico? Le abolizioni, quelle definitive e le paventate (Provincia, Sovrintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici, Sezioni provinciali Tar, Aeroporto dello Stretto) non piegheranno la nostra schiena. Siamo figli della Magna Grecia. Vestiamoci del nostro orgoglio guerriero e risvegliamo la nostra coscienza di amministratori della res publica”
RIVIERA
LA SETTIMANA
www.larivieraonline.com
DOMENICA 15 MARZO
10
In settimana l'incontro tra il Presidente Raffa e il SindacoVestito
L’INTERVISTA IMMAGINARIA
AL SINDACO IANNOPOLLO - Carissimo Sindaco, come sta? Ci ha dato un'occhiata da Lassù, durante questi anni? - Certo che vi ho guardati, cara figliola. Non ho smesso mai di seguirvi, perché Siderno e tutti voi siete nel mio cuore. Ho fatto per il mio paese ciò che ritenevo giusto
Al futuro sindaco:“Alzi gli occhi alle stelle, ogni tanto” e corretto per dare lavoro ai giovani, mantenere alto il livello culturale, fare in modo che il paese fosse pulito e accogliente. - Lei è ricordato tra i sindaci più illustri di Siderno, assieme al vicesindaco Aurelio Albanese e a Peppe Brugnano. Crede di poter essere un modello per i futuri amministratori? - Abbiamo fatto solo il nostro dovere. Con don Aurelio e don Peppino ci facciamo una partita a tressette ogni martedì sera, Lassù. Non ci interessa diventare un gagliardetto per le nuove generazioni, un'acclamazione ipocrita: il amodello non dobbiamo essere noi, ma i valori che ci hanno guidati: onestà, capacità, libertà. Da Lassù si ha una prospettiva diversa, e sai, io posso vedere anche il futuro di questa città, non solo ricordare il suo passato. Ma - so che capirai - non mi è concesso rivelarvi nulla su ciò che vi attende. Ho visto Siderno trasformarsi in un paese senz'anima, e questo mi ha
Marina di Gioiosa Ionica: Che fine ha fattoTelecom Italia? Ancora nessuna novità sul ripristino delle aree interessate dai lavori da parte di Telecom Italia a Marina di Gioiosa Ionica. Il sindaco Vestito si è più volte espresso con il Dipartimento Urbanistica della Regione e il Presidente ANCI Calabria nonché il Dirigente Generale per sollecitare un tempestivo e risolutivo intervento. Purtroppo, sino ad oggi, nessun riscontro e, alle imprese coinvolte nell'esecuzione delle opere sembra non importare nulla, tanto meno la Telecom, ripetutamente contattata si è pronunciata in merito. Ciò sta causando gravi difficoltà alla viabilità comunale e, in alcuni casi, si sono verificati dei sinistri, che paradossalmente si trasformeranno in azioni giudiziarie a carico dello stesso Comune. Questi lavori non sono stati eseguiti solo a Marina di Gioiosa Ionica, ma è stato interessato gran parte del territorio della Locride e regionale poiché, essi rientrano nel piano di sviluppo della banda larga e ultralarga; un accordo avvenuto tra Regione Calabria, Telecom e oltre duecento comuni. Gli Enti locali sono stati coinvolti soltanto nella concessione per le autorizzazioni a iniziare gli interventi. Nell'accordo del programma sottoscritto, tuttavia, è espressamente sancito che su Telecom Italia incombe l'onere di ripristinare a regola d'arte e secondo protocolli stabiliti la viabilità stradale interessata dai cantieri, ma da questo orecchio sembra che nessuno ci senta! Diamo voce ai nostri diritti. Candido Katia
addolorato moltissimo. - Lei crede che ci siano ancora persone capaci, di cuore, con la voglia di fare e l'onestà per non tradire le aspettative del paese? - Sì, certo che ci sono, cara figliola. Bisogna lottare per ottenere ciò che si vuole, nel vostro tempo, come nel mio. Il mio tempo è stato molto duro, eppure Siderno ha vissuto in quegli anni un'incredibile libertà e un clima di vera democrazia, che ora non c'è. Mai arrendersi, neanche di fronte alle più terribili disgrazie. Dovete avere in mente un obiettivo e perseguirlo con tutte le energie possibili. - Lei crede che la nuova amministrazione, se ci sarà, potrà riportare Siderno a ritrovare la sua anima perduta? - Io credo, e ho sempre creduto, nelle persone. Ognuno, con le proprie peculiarità, capacità, sentimenti e desideri, può e deve contribuire a un cambia-
mento. La classe politica ha bisogno del “popolo” non solo come sostegno, ma se mi permetti una metafora teatrale, come “suggeritore”. La gente comune deve impegnarsi a dare i segnali giusti a chi la rappresenta, a farsi capire, a non essere mera soldataglia, ma parte attiva della comunità e della politica. Conosciamo ciò che ha portato Siderno, e altri bei paesi della nostra zona, a un declino morale: il voto di scambio, le prebende, i favoritismi, i personalismi. Immagina, giovane amica, come cambierebbero le elezioni se nessuno votasse per ottenere un favore. E l'amministrazione non deve guidare a orecchie tappate: dovrà rendicontare al paese ogni decisione. - Può darci un consiglio che valga per chi andrà a votare e chi sarà votato? - Certo, figliola: alzare gli occhi alle stelle ogni tanto, per non perdere la direzione e non dimenticare i sogni. Lidia Zitara
È stato stanziato un finanziamento di 250.000 euro per la ristrutturazione della sede dell'Istituto tecnico per il turismo “Umberto Zanotti Bianco” di Marina di Gioiosa Ionica. A ufficializzare la decisione dell'Amministrazione provinciale è stato il presidente dell'Ente, Giuseppe Raffa, nel corso di un incontro con il sindaco della cittadina ionica, Domenico Vestito. Nella stessa mattinata, Raffa ha visitato i locali dell'Istituto “Zanotti Bianco”, dove ha incontrato il dirigente scolastico.
Canolo:crollanomassisullastrada Nella mattinata di lunedì scorso grossi massi si sono staccati dal costone roccioso che fiancheggia la strada tra Canolo Vecchio e Canolo Nuovo, invadendo la carreggiata, in prossimità di una curva. Il crollo è legato all’abbondante pioggia caduta nei giorni scorsi. Fortunatamente non ci sono stati danni alle persone ma occorre agire in fretta per mettere il costone e la strada in sicurezza.
Siamo sempre più portati, noi della Locride, a ritenere che - in ogni ambito del vivere quotidiano - le esperienze e gli esempi più positivi vadano ricercati altrove, lontano dai nostri confini comunali provinciali o regionali. Nessuno può negare che da queste parti vi sia chi ci mette impegno, passione, competenza. Ma sono, purtroppo, casi talmente rari che non se parla, non fanno notizia: in altre parole le eccellenze non sono qui! Ebbene, di ciò ne ero convinto anche io fino a qualche tempo fa, fino a quando cioè, a causa di un serio problema di salute, non mi sono ritrovato dinanzi a un bivio (così come è accaduto e accade a tanti miei conoscenti e conterranei, ahimè, con sempre maggior frequenza in questi ultimi tempi!): vado alla ricerca di una “eccellenza” al nord, di una qualche rinomata struttura ospedaliera lombarda, piemontese, emiliana … padana insomma; oppure, “mi accontento” di ciò che in materia di sanità offre la mia amata e tanto vituperata regione, tanto ogni cosa è segnata e alla fine va come è scritto che vada? Stretto tra l'esigenza di decisioni rapide e tale interrogativo, ho optato - forse anche per i disagi e i sacrifici che la distanza avrebbe imposto a me e ai miei familiari - per la soluzione “locale”: vada per il Policlinico Madonna della Consolazione di Reggio Calabria! Oggi, mentre al mio orizzonte incomincia a riapparire l'arcobaleno, non finirò mai di ringraziare Pino Anna ed
ANCHE QUI DA NOI CALABRESI ... SESIVUOLE,SIPUO'
Enrico, che con la pazienza, la discrezione e un affetto infinito mi hanno orientato verso tale scelta, spiegandomi che affidandomi al Prof. Pavone e alla Sua equipe medica sarei stato piu' che garantito di cure ed assistenza adeguate. E così è stato: dopo due interventi chirurgici, con altrettanti ricoveri, e terapie del caso posso soltanto dire GRAZIE! Grazie al Prof. Pavone per la Sua valentia professionale, per la Sua ferma e decisa sensibilità nel considerare la mia condizione di malato bisognoso di
cure e nel trattarmi sempre con attenzione e schiettezza. Ma grazie lo devo anche a tutto il personale, medico, infermieristico e ausiliario del Policlinico Madonna della Consolazione, che in ogni istante della mia degenza mi ha fatto sentire in mani gentili sicure e professionali, che mai hanno mortificato la mia dignità di uomo e di ammalato. Il Grazie sincero e sentito che, per la cortesia della Riviera, ho inteso manifestare pubblicamente non scaturisce esclusivamente dall'esito della mia personale “storia ospedaliera” vissuta, ma è un Grazie da cittadino calabrese e in particolare della Locride, che ha potuto verificare direttamente che anche da noi si può… anche da noi esistono le “eccellenze”… anche da noi si riceve “buona sanità”… basta affidarsi alle competenze giuste e agli uomini di valore: quelli che non compaiono quasi mai nelle prime pagine dei giornali o delle TV nazionali, ma che - grazie a Dio - operano ogni giorno con serietà dedizione e amore verso questa terra di Calabria e della sua gente. Mimmo Campo
L’angolo di Parrello
Non c’è posto... La Sanità, in questi ultimi anni, è stata fatta oggetto di continui tagli di spesa, iniziando una discesa che sembra ormai inarrestabile. Ognuno di noi, al primo sintomo di malattia, è preoccupato per il proprio stato di salute ma anche terrorizzato perché teme che entrando in ospedale si senta dire: "Ci dispiace, non c'è posto, provi in qualche altra struttura...". Ma come, dopo una vita trascorsa a pagare tributi per la Sanità, ci viene detto che non c'è un posto letto? Rubare è un reato, ma perpetrarlo ai danni della Sanità è forse il peggiore di tutti, perché si finisce col colpire la povera gente, privandola della possibilità di curarsi, quindi di difendersi! Nessuna indulgenza dovrebbero avere le aule dei tribunali verso coloro che, invece di sorrisi, regalano lacrime. Franco Parrello
SPECIALE PASQUA
IN COPERTINA Nonostante le giornate piovose che lasciano ancora qualche nota malinconica soffocata dalla routine delle giornate frenetiche, con la IV domenica di quaresima finalmente c'è aria di pasqua!!! I nostri animi iniziano già a sentire la gioia di questo magnifico evento, ma anche i nostri palati sempre golosi si preparano con fervore a mangiare tanta cioccolata e tanti dolci pasquali. Questa settimana non sarò io ad indossare il grembiule da cucina alle prese con primi e secondi, ma sarò l'ospite d'eccellenza della mia cara nonna... mai valicare il confine dei fornelli alla regina di casa! E, come ogni ospite che si rispetti, preparerò per lei il dolce per il momento più intimo della serata. A lei, conservatrice di valori e ricorrenze, amante della cucina tradizionale con ingredienti semplici e genuini preparerò il dolce simbolo della pasqua con la vivacità del cioccolato che fa gola a tutti senza età... la colomba al cioccolato!
Shark and Groove e il loro debutto...
Ingredienti (per 4 porzioni): • 350 g di farina Manitoba, • 100 g di zucchero, • 50 g di latte tiepido, • 25 g di lievito di birra, • 2 uova (1 intero + 1 tuorlo), • 80 g di burro, • 100 g di gocce di cioccolato, sale quanto basta • Per la copertura: cioccolato fondente fuso quanto basta granella di zucchero quanto basta Preparazione: mettere insieme le uova, lo zucchero, la farina e il lievito sciolto nel latte in una ciotola (da impastatrice, bimby o per impastare semplicemente a mano). Iniziate a lavorare il composto affinché nn risulterà ben compatto, elastico al punto di staccarsi dalle pareti della ciotola, ora aggiungete il burro ben ammorbidito ma nn sciolto gradualmente con un cucchiaio quando il precedente è stato assorbito dall'impasto, aggiungete un po di sale e estraetelo dalla ciotola. Una volta estratto dalla ciotola lavorate l'impasto sul banco da lavoro formando una palla fatela ruotare con le mani spingendo l'impasto sotto la pasta stessa quasi a volerne tendere la superficie riponetela nella ciotola affinché non lieviterà al doppio. Una volta ottenuto l'impasto lievitato al doppio riprendete l'impasto delicatamente e sgonfiatelo incorporando le gocce di cioccolato, dividete l'impasto in due parti,formate due cilindri uno più corto e uno più lungo, e dotatevi di uno stampo x colombe da 750 gr. successivamente sistemate il cilindro più corto nello stampo per coprire le ali della colomba schiacciando un po', e poi collocate il cilindro più lungo per formare il corpo incrociandolo dentro lo stampo con la pasta delle ali. Fatto ciò rimettete a lievitare la colomba fino a che non raggiunga i bordi dell'impasto ( tempo richiesto circa 3 ore). raggiunta la lievitazione richiesta la colomba è pronta per essere infornata a 180° per circa 45 minuti controllando la cottura con uno stuzzicadenti. Raggiunta la cottura, una volta fredda potete decorare la colomba con del cioccolato fondente fuste granella di zucchero ( altrimenti mandorle o nocciole a piacimento).
La vita è
www.larivieraonline.com
DOMENICA 15 MARZO
13
Giuseppe da Siderno e Antonio da Mammola, in arte Shark and Groove, dal palco di Italia's Got Talent hanno fatto emozionare la nazione. Shark and Groove, due comete che con il loro passaggio televisivo di giovedì scorso su Sky hanno lasciato una scia di speranza da Lampedusa al Brennero.
meravigliosa ella vita si può scegliere quale verde "indossare": c'è quello cupo, sinistro e incerto, il colore dell'ombra e poi c'è quello che si condensa nello smeraldo, il colore della speranza. Due fari rilucenti di speranza Giuseppe da Siderno e Antonio da Mammola, in arte Shark and Groove. E sul palco di Italia's Got Talent la loro luce è inondante perchè senza macchia. Due anime immacolate. E il loro candore scuote la composizione molecolare delle cose, arriva fino ai cromosomi. Sono la migliore risposta a un mondo che si è fatto beffa di loro e per il quale erano qualcosa come due bustine da tè usate. Per Giuseppe e Antonio quel mondo è già accantonato. "Sorvolato tutto" ridacchia Antonio. Ma è un passato che si sono portati in spalla a lungo, chiuso in quello zaino che è lo staffilante catasto della memoria. E che per qualcuno è più pesante e lancinante di altri. Giovedì sera in onda di Sky, davanti all'Italia intera, Giuseppe e Antonio si sono disfatti di quello zaino e così alleggeriti queste due crisalidi sono pronte a spiccare il volo, sono pronti a giocare una nuova partita. "Cambieremo il mondo, ancora non sappiamo come ma lo faremo" - esulta Antonio che considera Giuseppe la scintilla della sua vita. Giuseppe, Shark, uno squalo che aveva bisogno di ritmo, di Groove, e così la vita cinque anni fa gli ha regalato Antonio. Oggi sono come fratelli. Giuseppe non rinuncerebbe mai al suo handicap perchè vorrebbe dire rinunciare a se stesso e Antonio non rinuncerebbe mai a Giuseppe perchè vorrebbe dire rinunciare a tutto. E quanto a quegli orologi a pendolo che si sono presi gioco di loro non rimane che impiccarsi ai loro inamovibili sepolcri. Giuseppe e Antonio, con la loro semplicità spiazzante giovedì sera hanno commosso tutti, il pubblico in studio e l'Italia a casa. E a piangere c'era anche il padre di Giuseppe, un omone grande e grosso, e quando piange un omone grande e grosso ti convinci che, per fare l'uomo, all'argilla Prometeo mescolò le lacrime. Giuseppe e Antonio. Sono già nate due stelle affluenti della speranza. Tutti in piedi, prego. E adesso inchinatevi. Maria Giovanna Cogliandro
N
“
LE DICHIARAZIONI DELLA GIURIA
CLAUDIO BISIO: “Grandiosi!” NINA ZILLI: “Il ritornello era super pop, il messaggio era molto bello... bravi bravi!” FRANK MATANO: “Da stasera siet i miei idoli!” LUCIANA LITIZZETTO: “Siete un bell’esempio di compensazione, di sinergia, di resilienza e di sintonia. Mi siete piaciuti moltissimo!” VANESSA INCONTRADA: “Di solito sono io che sostengo i genitori e invece tuo papà ha dovuto sostenere me, perchè mi avete fatto emozionare. Non riesco neanche a parlare... Bravi!”
GERENZA
Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14
Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.
Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Ercole Macrì, Jacopo Giuca, Stefania Gitto, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Lidia Zitara, Patrizia Pellegrini, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta.
LA STORIA DI ‘NTONI MACRÌ - RIVIERA EDIZIONI ©
Un romanzo di Cosimo Armando Figliomeni
www.rivieraweb.it
Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl Via Gramsci, 72/A info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Martano Editrice EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048 Siderno
DOMENICA 15 MARZO
14
CAPITOLO OTTAVO
RISPETTA TUO PADRE (ovvero GUARDATEMI LE SPALLE)
Onus Probandi
L’
Onere della Prova! Come dire che ogni sentenza, sia essa di condanna che d'assoluzione, dev'essere imperniata su prove certe. La colpevolezza è dimostrata dall'accusa ma, talvolta, è l'accusato a dover addurre le prove della propria innocenza. Eclatante è l'alibi, che i romani coniarono da alius (altro) e Ibi (ivi). In buona sostanza significa che, nel momento in cui fu consumato un delitto, l'imputato si trovava altrove e, siccome nessuno ha la virtù dell'ubiquità, l'alibi scagiona (o dovrebbe) dall'accusa del reato. Dovrebbe! Perché, puntualizza Cesare Marchi, come il celebre umorista Garland Pollard un giorno ebbe a dire: “L'alibi è il modo legale di provare che un uomo, in quel giorno, a quella data ora, non era nel luogo in cui realmente era”. La sezione istruttoria del Tribunale di Locri, nell'istruire il processo sulla Strage di Piazza Mercato, accusando Don Antonio di essere stato uno dei mandanti senza alcuna prova, prosciogliendolo, lo mandò libero. Vide bene? Gigi diceva di sì dal momento che anche la Corte d'Assise di Lecce dove il processo si celebrò per legittima suspicione, dietro impugnativa del Pubblico Ministero, fece la stessa cosa. «Che strano modo d'applicare la legge!» Gigi asseriva parlando con gli amici. «Le prove, ci sono o non ci sono? Quante prove bisogna avere affinché il Pubblico Ministero possa accusare?» «Forse ha ragione il Prof. Cordero!» Cosa significa “insufficienza di prove”? E quando una prova si ritiene insufficiente, si definisce tale o come? La prova è “dimostrazione” o altro? Intanto Don Antonio era diventato uccel di bosco! Gigi, durante queste meditazioni, si ricordò del Maresciallo Imbo e di un aneddoto che in quei giorni circolava negli ambienti dell'Onorata. Era stato lui, il Maresciallo Imbo, o altro rappresentante dell'Arma che, una sera, recatosi a casa di Don Antonio nel contesto di un'operazione di perlustrazione, notando il grosso pancione della signora, chiese: «Ma, signora, voi dite di non vedere vostro marito da lunghi anni, allora mi spiegate questa gravidanza?» «Maresciallo - precisò la signora - secondo voi perché avrei dovuto aspettarlo? Lui, chissà dov'è. Chissà quando torna». Il Maresciallo capì l'antifona e si allontanò con un sorriso sornione facendo capire di non avere creduto neanche a una parola di quella confessione, ma dentro di se c'era tanto apprezzamento e comprensione. Tornato in caserma, prima di scrivere la sua relazione, concluse ad alta voce le sue impressioni. «Ah, le donne degli “uomini!” Talvolta sono più dritte dei mariti». Si ricordò d'un particolare su cui prima non s'era mai soffermato: durante i soliti giri di ricognizione gli era capitato di notare, parcheggiata sotto casa, una Fiat Giardinetta di color grigio, con le portiere in legno sempre lucida e ben tenuta. La cosa si ripeteva due o tre volte la settimana e per tutto il periodo della latitanza di Don Antonio. Era un caso, una coincidenza? O forse qualche bravo picciotto abbia avuto assegnato un compito delicato che era facile immaginare? In quel contesto, il pensiero del Maresciallo Imbo era un dubbio o una certezza? «Sicuramente, una certezza!» confessò Gigi a Vanù riportando un pensiero di Socrate: “Il dubbio è il grado primo dell'umano sapere”. Quale attinenza? Che c'entra Don Mico Tripodo con la strage al Roof Garden? «C'entra, c'entra! - asseriva Gigi - Così, come c'entra l'Hotel Jolly, luogo d'incontro e di scontro tra Don Antonio e Paolo De Stefano». L'amara vicenda partì proprio da lì! Come in tutti i convegni (in quell'occasione si trattava d'un matrimonio), i partecipanti finiscono sempre a parlare del più e del meno. Non è così tra uomini d'Onore. E così non fu tra il mammasantissima Macrì e Don Paolino De Stefano, il boss di Archi di Reggio Calabria. L'argomento affrontato riguardava Don Mico Tripodo, boss di Sambatello nonché figlioccio e pupillo di Don Antonio. Gigi si ricordò d'un antico detto, una sorta di brocardo: «Non c'è festa a Sambatello se non c'è Mastocardillo». A questo epiteto, Gigi dava il significato di Perno. Infatti, Don Mico Tripodo era un perno riconosciuto da tutti. Per
I favori si pagano con i favori. E un bel giorno giunse il momento!
DON MICOTRIPODO Don Antonio, di più. Era l'uomo che la pensava come lui, legato ai valori supremi del rispetto verso donne e bambini. Aborriva, come Don Antonio, i sequestri e il traffico di stupefacenti, ancorché la cultura dell'illecito facesse parte del suo DNA. Infine, per Don Antonio, Don Mico costituiva un punto d'appoggio, il porto d'approdo in quel di Reggio Calabria dove l'uomo - a suo dire - aveva iniziato a imbastardirsi. Così si sentiva spesso ripetere:«C'a genti du' Canali, non amici e non cumpari!» Ma perché tanto astio da parte del gruppo De Stefano verso il boss di Sambatello? “Eppure - pensava Gigi - una volta viaggiavano assieme”. Chi principalmente l'aveva a morte con Don Mico era Giorgio De Stefano, a causa dell'iniqua spartizione di un carico di contrabbando. Quel giorno, al Jolly Hotel di Gioia Tauro, Don Antonio prese le parti di Tripodo, e si stava venendo alle mani di brutto se non fosse intervenuto Don Peppe Piromalli a far da paciere. Don Antonio comunque s'impegnava a mediare presso Don Mico per una bonaria composizione della vicenda. Ma le cose andarono diversamente. Qualche mese dopo, infatti, all'interno del lussuoso Roof Garden, cadde sotto colpi d'arma da fuoco Giovanni De Stefano, mentre Giorgio rimase ferito. Qualcuno, subito dopo la sparatoria, scrisse: “Cadde il braccio, non la mente!” La mente per molti era Giorgio, sebbene don Paolino risultasse più equilibrato, specie dopo la morte di Giorgio avvenuta il 7 di novembre del 1977 in territorio di S. Stefano d'Aspromonte. Don Paolino, quando si convinse che stava combattendo una guerra impari contro clan più forti del suo e che, pertanto, sarebbe risultato perdente, accettò una tregua. La tregua che ne derivò, voluta dalla Cupola di Palermo, si protrasse fino a metà degli anni '80, allorquando un boss, Francesco Serraino, legato a clan avversi ai De Stefano venne trucidato insieme al figlio in un reparto degli Ospedali Riuniti di Reggio. Tutti capirono che non ci sarebbe stata più pace e la città di Reggio e l'intera Provincia si prepararono a continuare nella mattanza. Chi aveva voluto la pace, anzi, per certi versi imposta, fu, insieme ad altri, un prete. Non un prete vero, ma finto. Costui quando predicava - e i suoi fedeli erano più numerosi degli abitanti d'un Vescovado - non faceva suonare certo le campane ma il tartagliare delle mitraglie. Le campane, puntuali, venivano dopo.
«Sia lodato Gesù Cristo!» «Oggi e Sempre!» Era la risposta di quel prete sconosciuto, a passeggio lungo le strade di Africo Nuovo quasi ogni sera. Sempre con le mani giunte dalle cui dita pendeva la coroncina del rosario. Ricordava Don Abbondio: occhi bassi e testa reclina ben piantata su un collo taurino che a malapena si elevava da spalle larghe e quadrate. Non alto di statura e perciò meno appariscente. Non fosse stato dentro a quella tonaca, si sarebbe “annientato” fra la gente. Apparentemente ospite della Parrocchia, ma verosimilmente d'una certa Famiglia Morabito. Come negli anni Cinquanta il dott. Navarra passava inosservato durante le sue uscite nel Comune di Gioiosa Jonica, ove era stato mandato al confino, sebbene quel soggiorno sia durato pochi mesi mentre il suo luogotenente, Luciano Leggio (ma per tutti Liggio, il solista del mitra) rimaneva latitante. Anche di quest'altro illustre ospite non si sapeva niente. “Del dott.Navarra si sapeva tutto” scrissero in seguito quelli della Commissione Parlamentare. Nato a Corleone nel 1905, quindi un anno dopo la nascita di Don Antonio e fraterno amico. Laureato in Medicina nel 1929 diventò subito Ufficiale Medico. Dal 1931, medico condotto di Corleone. Nel '36 sposa una casalinga la cui famiglia era in odor di mafia per cui ne assunse subito un posto di rilievo appoggiando il movimento separatista siciliano cui avevano già aderito Calogero Vizzini, Genco Russo e altri capomafia. La triste storia di Salvatore Giuliano sarebbe da inserire in questo contesto. Nel 1951, in occasione dell'omicidio del figlio di un suo nemico, il cui mandante pare fosse stato lo stesso Navarra, per un emblematico caso d'ironia della sorte i carabinieri hanno chiamato proprio costui a stilare la relazione delle cause del decesso. La perizia del medico fu che a provocarne la morte era stato il calcio d'un mulo. Fu proprio il due agosto del 1958 che, in un agguato organizzato da Liggio, Don Michele trovò la morte. Per Corleone periva un mito. Ma chi lo sostituì, in parte già lo era. Passano gli anni e la storia si scrive nel tempo, col tempo! «Sia lodato Gesù Cristo!» Altre vicende, altri accadimenti. Circostanze diverse, esigenze diverse. Adeguamenti necessari, dovuti. Dopo poco tempo dalla fine di quelle sante visite dello sconosciuto prelato nel territorio di Africo, qualcuno confessò. Circondato da un alone di mestizia sotto quell'abito talare era nientemeno che Totò Riina! “Ma, ad Africo, che ci faceva?” Pensava Gigi quando lo seppe. Era venuto a riscuotere un credito! Il debito che avevano le famiglie del reggino verso Cosa Nostra per avere voluto la pace delle 'ndrine, e per avere perorato la causa dei De Stefano. Il corrispettivo era molto alto: la vita di Nino Scopelliti! Alto Magistrato della Cassazione il quale era stato designato a sostenere la Pubblica Accusa nel maxi processo alla Cupola e alla cui presidenza, stavolta, non c'era il Giudice Carnevale. “Che sia stato Africo il luogo dove maturò l'omicidio Scopelliti?” Gigi si arrovellava. Nino Scopelliti. Chi era? Intanto era uno studioso del Diritto. Pregno di principi e del pensiero di Capograssi specialmente per quanto attiene alla “purezza della Prova”. Aveva metabolizzato le lezioni di Salvatore Pugliatti e amava il Calamandrei. Scrive Antonio Prestifilippo, dopo un colloquio col Giudice Tuccio, che Nino Scopelliti teneva sulla sua scrivania nell'Ufficio di Roma un foglio ingiallito dal tempo dove era riprodotto un pensiero di Enrico De Nicola, primo Presidente della Repubblica eletto nel 1948, subito dopo la caduta del Fascismo: “Io non so concepire nulla di più alto e di più terribile che la missione del giudice…” Poi, era, appunto, un Giudice. Chiaramente nell'accezione del Magistrato che giudica da requirente atteso che il Pubblico Ministero, nel sostenere un'accusa, prima deve avere giudicato il fatto. Morì sotto i colpi micidiali di due killer mentre i raggi del sole d'un torrido agosto, alle cinque di sera in Calabria, si trasformano sempre in pastelli arancione. Morì! E sapeva perché. In un certo senso, la morte se l'era cercata. Pare che sia stato proprio lui a chiedere di sostenere la Pubblica Accusa in Cassazione per la celebrazione del processo contro gli intoccabili della Cupola, ove non mancavano prelati e politici. Ma i calabresi sono uomini di parola, e sanno mantenere gli impegni. Mantengono le promesse!
Associazione La Città del Sole di Locri (RC) “FLUSSI DA LOCRI ED ECHI DAL MONDO – ARTE, SCIENZA E CULTURA AL FEMMINILE” Progetto finanziato nell’ambito del piano azione coesione “Giovani no profit”. Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale
“
Arti terapie e psicologia Metodo Integrato Marchio Patti © a Locri resso il Palazzo della Cultura di Locri, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, è stato presentato il progetto “Flussi da Locri ed echi dal Mondo – Arte, Scienza e Cultura al femminile”, progetto che si è collocato settimo in graduatoria su 756 partecipanti delle regioni obiettivo, presentato dall’Associazione La Città del Sole di Locri (RC), per la cui collaboreranno con il Comune di Locri, l’Ist. Magistrale Mazzini di Locri, l’Ist. d’Istruzione Superiore Oliveti Panetta di Locri, l’IPSSA Dea Persefone di Locri, l’IPSIA di Siderno-Locri, l’Ist. d’Istruzione Sup. La Cava di Bovalino. La richiesta di iscrizioni al corso di giovani laureati ha superato ogni aspettativa tanto che ci ha indotto a chiedere ed ottenere dal dipartimento di accogliere più dei 30 giovani previsti. La presentazione del progetto è avvenuta in seno al primo evento ARTISTICO, SCIENTIFICO E CULTURALE (il progetto ne prevede diversi in calendario), un workshop seminariale aperto al pubblico, durante il quale è stato possibile incontrare e dialogare con le due studiose e artiste co-ideatrici e co-intestatarie del Metodo Integrato Marchio-Patti© Maria Marchio e Sonia Patti. A contorno dell’evento anche una mostra d’arte con dipinti, sculture e costumi da scena di Maria Marchio, nonché installazioni e performance artistiche, proiezione di video storici dell’associazione che quest’anno
P
compie i 25 anni di attività e del documentario che la RAI ha girato sul campo scuola per adolescenti “SperimentArti 2008” finanziato dalla Regione Calabria. Nel corso della manifestazione si sono esibiti: Gianluca Brancatisano con il suo organetto e alcuni alunni dell’Istituto Magistrale di Locri che hanno suonato e cantando un rap sulla Costituzione scritta durante il PON F3 progetto “l’Arte per Apprendere e trasferire” metodo integrato Marchio - Patti© Istituto capofila della rete; inoltre un gruppo di studentesse del liceo artistico dell’ist. d’Istruzione Superiore Oliveti Panetta di Locri hanno sfilato con i costumi da scena, realizzati da Maria Marchio, avente per tema gli elementi della natura: sole e luna, acqua e fuoco, mare e terra, giorno e notte e le 4 stagioni. Il progetto“Flussi da Locri ed echi dal Mondo – Arte, Scienza e Cultura al femminile”, di durata biennale, è finanziato nell’ambito del Piano Azione Coesione “Giovani No Profit” da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale. In seno al progetto, oltre agli eventi aperti alla comunità, è promosso un corso di formazione professionale (900 ore totali) per Animatori ed Educatori nel Metodo Integrato MarchioPatti©, rivolto a diplomati e laureati nell’ambito delle arti e delle scienze psicologiche e pedagogiche, di età compresa tra i 22 e i 35 anni di età. Le lezioni saranno di vario tipo (sia frontali che pratiche) e indicativamente
BREVE SINTESI DEL POEMA L’opera poetica “AFRODITE - LA LEGGENDA SECONDO UNA DONNA” trae spunto da un antica tesi secondo cui Afrodite è l’elemento fecondatore dell’universo; colei che diede ordine al Caos, generando la scintilla della vita. Il poema parte dai personaggi della mitologia Greca, attraversa la storia per toccare temi attuali . Parla di come Afrodite perse il diritto e la gloria alla primigenia, dei tentativi che fece e continua a fare per riconquistare per se e per le donne tale diritto. L’intento del progetto all’epoca ed odierno era ed è quello di creare un movimento corale ed internazionale di ARTISTE contro la guerra; ma anche una forma di esortazione verso le donne perché diventino più assertive, e coltivino con maggiore pregnanza la sorellanza (visto che la fratellanza ha prodotto e continua a produrre guerre), quindi in sintesi vuole essere un grido contro le armi e gli armamenti e a favore della pace nel mondo.
avranno una cadenza bisettimanale, con argomenti che spaziano nell’ampio e interessante mondo della psicologia, pedagogia, arte e dell’arte terapia (intesa non come cura della malattia ma come promozione del benessere del singolo e della collettività). Il corso, organizzato con grande attenzione alla qualificazione del processo formativo dei partecipanti, prevede più fasi: fase delle competenze di base; fase professionalizzante; fase di qualificazione delle competenze (tirocinio formativo). I laboratori, in cui terranno le docenze operatori laureati e specializzati, costituiscono un percorso formativo di alto livello, di certo innovativo sul territorio calabrese. Sarà letteralmente un atelier: arte, scienza e creatività, capace di realizzare uno spazio di Sperimet-Azione, dove i giovani possano coltivare le idee per far crescere nuove forme di imprenditorialità e di collaborazioni in rete, nuovi asset competitivi le cui basi poggiano su scienze, arte, cultura, turismo e tempo libero, spettacoli dal vivo. Il progetto che avrà la durata di 24 mesi, coerentemente con la strategia Europa 2020, tende ad integrarsi la programmazione Regionale 2014 / 2020, Prevedono l’esecuzione di innumerevoli azioni finalizzate ad incrementare le possibilità di accesso alla formazione superiore elevando le competenze dei giovani laureati e diplomati per favorirne l’inserimento occupazionale, investendo sul potenziamento delle conoscenze e competenze
individuali e di gruppo, contribuendo, tra l’altro, allo sviluppo delle condizioni necessarie a garantire l’inclusione sociale. L’associazione, che da sempre propone la formazione degli operatori in ambito educativo e sanitario su tutto il territorio nazionale, è un ente accreditato a formare i tirocinanti delle facoltà di Psicologia delle Università di Roma “La Sapienza” e di Milano “Bicocca”. Svolge, inoltre, attività di formazione con i tirocinanti del Master Triennale in Arti Terapie ad indirizzo psicofisiologico AEPCIS di Roma e del Centro di Educazione Permanente di Assisi, corso in musicoterapia. Il progetto, di cui sopra, prevede, tra le altre cose, la realizzazione di un musical – poesia visiva intitolata “Afrodite - la Leggenda secondo una Donna” un poema di Maria Marchio, magistralmente illustrato da 100 donne artiste di varie parti del mondo, i cui dipinti fotografati faranno da scenografia multimediale al musical avente stesso titolo. Il progetto Afrodite è partito fin dal 2001, ma poi si arenò in quanto non riuscimmo a trovare i finanziamenti per realizzarlo; però all’epoca pubblicammo un opuscoletto e ne facemmo omaggio, l’8 marzo del 2001, alle Parlamentari e alle mogli delle Massime Autorità dello Stato, fummo perciò invitate a Palazzo Chigi, ricevendo ognuno una medaglia d’argento, il TG3 Regionale su ciò fece un servizio giornalistico, il cui video si può vedere sulla pagina Facebook (a dimostrare che non è estemporanea la ricerca di Madonna.
PRIMO PIANO
L’INTERVISTA A LUCIA SPAGNOLO Presentata durante un'assemblea popolare, da sempre milita nella sinistra ed è molto benvolutadalla cittadinanza per il suo attivismo politico e sindacale.
D
ottoressa Spagnolo saràdunque lei la candidata a sindaco di Pazzano? Si. Non ci pensavo proprio. Una proposta inaspettata, un grande onore per me essere indicata a competere per governare Pazzano. Colgo l’occasione per ringraziare quanti mi hanno proposto ed in particolare il mio partito. Come mai questa candidatura? Perché sono di Pazzano ed a questo paese mi legano radici profonde e tante belle amicizie. E, poi vorrei poter dedicare questa parte della mia vita a lavorare per il paese e per la terra che ho sempre amato. Cosa pensa di fare una volta eletta? Impegnarmi affinché Pazzano recuperi la propria storia e la sua identità, lavorando per unire il paese. Un paese unito è condizione fondamentale per fronteggiare la grande sfida che ci attende: il lavoro. Senza lavoro, Pazzano è destinata ad un progressivo declino. Come può l’amministrazione comunale di un piccolo paese affrontare una questione così grande come quella di creare lavoro? Abbiamo dei progetti. Ci muoveremo con decisione sin dai primi mesi. Amministreremo e programmeremo tenendo conto di alcuni assi fondamentali intorno a cui dovrà ruotare il futuro di Pazzano. Alla logica dell’ordinaria amministrazione dobbiamo unire una visione di comprensorio stabilendo un rapporto costante con il Governo Regionale e con i paesi a noi vicini. Quali sono questi assi? 1) Recupero del patrimonio edilizio di Pazzano, ristrutturando l’esistente per non provocare nuove cementificazioni. In questo senso si possono utilizzare le leggi e i bandi comunitari e regionali. 2) Iniziative a sostegno dell’occupazione giovanile, con misure di contrasto alla marginalità estrema per chi non lavora, non studia e non frequenta nessun corso di formazione. Utilizzando a tal proposito il progetto Comunitario “ Garanzia Giovani Calabria” che consente ai giovani tra i 15 e i 29 anni una opportunità di formazione e di lavoro. 3) Recupero delle terre incolte e distribuzione delle stesse a cooperative di giovani residenti o che intendono trasferirsi nel nostro comune. 4) Adesione alla RE.CO.SOL (Rete Comuni Solidali). Intendiamo avviare nel nostro comune un progetto di accoglienza, che coniughi la storica predisposizione alla solidarietà della gente di Pazzano con la concreta possibilità di creare occupazione. 5) Inserimento di Monte Stella nel circuito del turismo religioso. Valorizzando inoltre il Museo e i siti collegati all’archeologia industriale. Stilo, Pazzano e Bivongi dovranno offrire un unico pacchetto turistico, tanto per i circuiti Bizantini “ Montestella, la Cattolica, San Giovanni Theristis, ” quanto per gli straordinari paesaggi e percorsi turistico-culturali di cui è dotata la nostra vallata. 6) Rilanciare insieme al Comitato dei Sindaci della Ionica l’idea progetto della costruzione della strada pedemontana“ Pazzano, Stignano, Placanica, Caulonia , Mammola, Gioiosa Ionica, Limina”. Con questa arteria Pazzano diverrà uno snodo cruciale tra le Serre e la Locride. 7) Utilizzare la programmazione dei P.I.S.L. ( Progetti integrati di sviluppo locali) Insieme al comune di Caulonia con cui confiniamo nella zona Ziia , per recuperare “ in ambito territoriale “ l’intero patrimonio esistente, oggi in stato di abbandono. 8) Difesa e sistemazione del suolo. Occorre riprendere unitamente ai comuni vicini ed alla Regione Calabria gli interventi di sistemazione Idraulico Forestale. Solo attraverso una costante prevenzione si possono limitare i danni provocati dagli eventi calamitosi. Come pensa di far restare la gente a Pazzano? Accanto alle cose che abbiamo detto occorre creare nuove opportunità affinché le persone restino a Pazzano. . Il metano potrà essere una buona occasione. Le strutture già esistenti come, la palestra e la biblioteca, dovranno fungere da strumenti di aggregazione e socializzazione. Sono convinta che gli amministratori locali hanno il dovere di programmare e lavorare sempre più per una diversa e migliore qualità della vita, sia in ambito sanitario che in quello sociale e culturale, ma non vi è dubbio che senza una politica Nazionale e Regionale di sostegno alle zone interne, queste aree saranno destinate allo spopolamento. È la prima volta che una donna viene candidata a sindaco di Pazzano, che significato ha questa scelta? Per la verità a Pazzano le donne hanno avuto sempre un ruolo importante anche nella vita pubblica. Oggi facciamo un passo avanti. Il mondo è cambiato ed è un gran bene che le donne unitamente agli uomini diventano protagoniste della storia. Questa mia candidatura, come ho detto prima, rappresenta un ulteriore passo in avanti per la nostra comunità. Donne e uomini uniti sapranno lavorare per una Pazzano più coesa e più forte.
Pazzano ha il suo candidato a sindaco
www.rivieraweb.it
L’intervista
a Antonio Marziale
DOMENICA 15 MARZO
17
Lo scorso gennaio con l’operazione Medical Market nel cosentino si è scoperto che medici e donne compiacenti provocavano aborti con lo scopo di denunciare falsi incidenti e intascare i soldi dell’assicurazione. Qualche giorno fa, sempre a Cosenza, una bambina di 5 mesi, è stata lasciata sola in casa, affamata e al freddo. Cosa sta succedendo alle madri di oggi?
Quando il lupo cattivo
è la mamma
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO uò una donna uccidere per soldi una creatura, la sua creatura, dopo averla accarezzata anche solo una volta durante la gravidanza? Stando a quanto è emerso nell’inchiesta Medical Market coordinata lo scorso gennaio dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, può eccome. L’inchiesta ha messo in luce una vera e propria organizzazione criminale: medici e donne compiacenti provocavano aborti come pratica abituale con lo scopo di denunciare falsi incidenti e intascare i soldi dell’assicurazione. Uccidere una nuova vita per soldi. Permettere che un gracile gemito si disperda in una rapida nube di cenere. Un lampo di orrore, un gesto ferocemente innaturale, che scuote le coscienze, disarma, disorienta. Madri che anziché scegliere di crescere i loro bambini, ai quali avrebbero magari raccontato la favola del lupo cattivo, hanno scelto di diventare loro stesse il lupo. E tra le fauci di un lupo ha rischiato di finire qualche giorno fa, sempre a Cosenza, una bambina di 5 mesi, lasciata sola in casa, affamata e al freddo. Cosa sta succedendo alle madri di oggi? Per indagare sulle impercettibili increspature che negli ultimi tempi stanno raggrinzendo l’esperienza della maternità abbiamo intervistato il sociologo calabrese Antonio Marziale, Presidente dell’Osservatorio dei Diritti sui Minori. Dott. Marziale, come può una donna nutrire con il proprio corpo, quello che all’inizio non è che un brandello di materia ma che grazie a lei diventa una creatura che con dolore mette al mondo, ucciderlo per soldi? Quanto emerso nell’inchiesta di Cosenza è a dir poco stucchevole. Sembra di essere tornati nel Medioevo. Oscurantismo allo stato puro e nulla giustifica ciò che gli inquirenti hanno prefigurato, nemmeno la fame. Purtroppo l’infanticidio è un fenomeno in aumento anche non ci sono di mezzo i soldi. La vita di una donna, dal punto di vista psicologico, cambia con l’avvento della maternità. Alcune statistiche attendibili parlano di 50/75.000 donne colpite dalla depressione post-partum nel nostro Paese. È un malessere che si sta diffondendo – seppur vi sia una limitata casistica di donne che già prima della gravidanza soffrivano di disturbi psichici – e che colpisce sempre nuove madri ritenute “normali”. Tra le cause vi è prima di tutto l’insufficienza di preparazione e informazione su cosa sia realmente la maternità, con tutti i timori a essa connessi. Perché al di là dell’immagine stereotipata che vediamo in tv della mamma in attesa, felice accanto alla culla del suo futuro bambino, esiste una realtà fatta di mille paure. Si teme di non essere all’altezza del ruolo, di dover cambiare vita. Bisogna, poi, pensare a quante volte la maternità è davvero una scelta consapevole e matura; alla solitudine, fatta di un misto di fatica fisica e mentale, che la madre deve affrontare nel crescere ed educare il proprio figlio. Molte volte si ritrova sola a gestire il pianto irrefrenabile del bambino senza avere la dovuta preparazione. A questo spesso si aggiungono condizioni economiche precarie. Tutto ciò rientra tra le cause che possono indurre una madre
P
a uccidere quello che le è di più caro. La scrittrice e filosofa francese Élisabeth Badinter nel suo libro “L’amore in più” scrive: «L’amore materno è un dono, non un istinto. Che quante non hanno questo dono siano lasciate in pace». È d’accordo? Parzialmente, perchè la donna è istintivamente portata alla maternità. Vi è chi poi decide di generare e chi, invece, non se la sente. Io parlerei più opportunamente di vocazione alla maternità. E, penso a quante vorrebbero procreare e non sono fertili, per loro è un dramma sconfinato e la ricerca di un figlio diventa così spasmodica da sfiorare la psicosi. Bauman ha parlato di modernità liquida. La società contemporanea è caratterizzata da una liquidità sempre più fluida. Si sono liquefatti i legami tra gli individui, legami che tendono a dissiparsi, a diventare sempre più effimeri. Ma è possibile ascrivere all’interno di questa cultura, compagna del disimpegno, persino l’abbandonare il proprio figlio solo in casa a digiuno? Definirei l’epoca che stiamo vivendo, oltre che liquida, anche “dello stress”. C’è chi dimentica di nutrire il figlio, chi lo dimentica in auto lasciandolo morire. Insomma, la metafora che ne viene fuori è quella di “figli dimenticati”. Ciò la dice lunga su come e quanto i bambini non siano più avvertiti come “priorità”. E, purtroppo dobbiamo anche fare i conti con i figli “parcheggiati”, davanti alla Tv o Internet, basta che non rompano le scatole. Stando a quanto dichiarano le ostetriche, oggi le madri non sanno più tenere in braccio i figli, accudirli, attaccar-
li al seno. E questo senso di inadeguatezza delle madri non accompagna solo i primi anni di vita del bambino ma si protrae oltre, divenendo uno dei motivi del disagio giovanile e adolescenziale. Quello che manca perciò non è tanto l’istinto materno ma quello che gli inglesi chiamano mothering, cioè la “cura” per il proprio figlio. Perché le madri sono sempre meno attente, premurose, protettive, in una parola sola, materne? Perché la società le porta a un paradosso che io cito spesso nelle mie conferenze: c’era una volta la bambina che giocava a fare la mamma, oggi abbiamo una marea di mamme che giocano a fare le bambine. Questo è un dato sociale inconfutabile. Vedi le madri che riversano le loro ansie di traguardi non raggiunti sui figli: li mandano nelle kermesse canore in televisione, quelle di Gerry Scotti e Antonella Clerici, che sono contro l’habitat naturale di crescita del bambino. Il divismo non è cercato dai bambini, è indotto dalle madri, da quelle madri che portano le figlie a 16 anni a rifarsi il seno, da quelle madri che portano i figli ai backstage dei reality show, madri ansiose di recuperare attraverso i figli i sogni che non hanno potuto realizzare. E questo le porta a essere più sorelle, più amiche che madri. Il senso della maternità purtroppo viene a mancare perché si è diffusa la convinzio-
ne che per essere un buon genitore bisogna essere il migliore amico dei figli. Questa teoria, in realtà, non l’ha mai elaborata nessuno. In letteratura scientifica non esiste un idiota che abbia potuto dire una cosa del genere: abbiamo cercato di recuperare il nome di questo scienziato ma non è stato rintracciato. È una teoria che fa parte del gossip del momento e molte si sono convinte che sia vero e hanno iniziato a fare da amiche ai loro figli smettendo di essere madri. Tantissime sono oggi le madri che fanno a gara per uscire con i compagni delle proprie figlie. E questo è solo uno degli esempi per capire come la donna abbia perso il senso del proprio limite. Le madri devono tornare a fare le madri perché i figli, quando tornano a casa, hanno bisogno di madri, non di amiche. Né tanto meno di ragazzine. Tutte quelle donne di mezza età che vanno alla trasmissione “Uomini e donne” della De Filippi per cercare un partner, si comportano da adolescenti. L’esigenza della televisione di spettacolarizzare quello che non si è mai visto – e che attrae proprio perché non si è mai visto – è diventata tendenza sociale. Perché c’è una interconnessione tra i mezzi di comunicazione e la società: si influenzano a vicenda e tutti e due fanno come il cane che si morde la coda. L’agito sociale è fatto di queste nuove donne. È sempre più difficile rintracciare la madre che sia madre: è una competizione costante con la figlia. La competizione c’è sempre stata tra madre e figlia ma era contenuta e soprattutto la madre sapeva quando mettere un freno. Quello che oggi sfugge alla madre è proprio il senso del limite, il non sapere quando dover frenare. Si trova in un perenne stato di accelerazione e in questo modo non solo fa la figura dell’oca ma perde di vista il controllo dei figli. E il disagio giovanile è inevitabile. La maggior parte delle donne è pronta a dichiarare che non c’è esperienza più bella della maternità. Però, ammettiamolo, non è più l’unica gioia di una donna. Quanto è a rischio la maternità oggi? Ragioni economiche, che si intrecciano con esigenze sociali, ci lasciano intravedere una maternità numericamente molto più bassa e ha ragione lei, per molte donne oggi conta di più il carrierismo. Ho conosciuto donne che per la carriera hanno rinunciato alla maternità e che oggi rimpiangono di averlo fatto. Ma la vita non concede proroghe. La società nonostante la tanto decantata emancipazione femminile non garantisce affatto la figura e il ruolo della madre. In Italia la donna-madre che lavora incontra ancora numerose difficoltà nel quotidiano… In Italia di tutto si può parlare tranne che di emancipazione femminile perché noi siamo gli ultimi in Europa per quanto riguarda la tutela della madre lavoratrice. Dovremmo guardare al sistema di Child Care dei paesi scandinavi, un sistema che dà possibilità alla madre di poter andare a lavorare con la certezza che il figlio è ben accudito. In Italia la madre che lavora è bistrattata. La donna raggiungerà la vera emancipazione solo quando le sarà consentito di essere madre e lavoratrice con meno gravami sulle spalle.
RIVIERA
Katia Aiello premiata per il proprio impegno nel sociale L'ex presidentessa dalla Fidapa Katia Aiello è stata premiata, domenica scorsa, per il suo attivismo nella promozione umana, sociale e culturale che è stata in grado di dimostrare assieme alla propria associazione. Non possiamo che essere orgogliosi di averla come concittadina! Continua così, Katia!
CULTURA E SOCIETA’
Pillole
Naturopatiche A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone www.patriziapellegrini.com
LA PRIMAVERA è nell'aria anticipiamola a tavola prendendoci cura di NOI Quali sono i nutrienti dei tre pasti principali ? Una ricca prima colazione dovrebbe comprendere proteine grassi e zuccheri, capaci di fornire le energie per attivare la "macchina metabolica" del nostro corpo. Una tazza di latte intero (se non si è allergici o di dimostrata intolleranza), un caffè, un orzo oppure del té o una tisana con una fetta di "pane tostato" con miele naturale o marmellate fatte in casa oppure della ricotta e 1 frutto fresco in macedonia con della frutta secca come le mandorle garantisce al corpo l'equilibro della fame e lo renderà efficiente nell'impegno lavorativo. Il pranzo a base di proteine della carne, del pesce , del formaggio o delle uova, capaci di stimolare il metabolismo eccitando il sistemo nervoso , sarà utile per sostenerci nelle attività diurne, completano il pasto un contorno , preferibilmente crudo, del pane e un frutto. La cena deve essere in grado di rilassare il corpo dopo una intensa attività diurna, se scegliamo un primo piatto a base di pasta , riso , patate, polenta o dell' orzo con un contorno , diverso da quello consumato a pranzo, e un frutto il nostro corpo troverà, grazie all'azione sedativa del triptofano, contenuto nei carboidrati, la capacità di rilassarsi. Quali sono gli accorgimenti da tener presente? Variare spesso gli alimenti e le modalità di cottura , preferirli come la natura ce li propone...scremato , light, vuol dire manipolato quindi meno vicino all'originale. Fornire una buona quantità di acqua di vegetazione attraverso il consumo quotidiano di verdura e frutta di stagione ascoltando la sete del corpo, l'assunzione di liquidi in eccesso , oltre le necessità, anche se fa aumentare la diuresi, può mettere in difficoltà l'organismo con sovraccarico del lavoro renale. La sensazione della sete è il segnale dell'esigenza organica di acqua. L'acqua è fisiologicamente contenuta negli alimenti, maggiormente negli alimenti crudi ...è un' acqua simile ai fluidi biologici che migliora il ricambio osmotico favorendo l'eliminazione dei liquidi corporei , idrata e rispettando l'organismo rispetta le funzioni organiche, favorisce la diuresi in modo fisiologico.....ascolta la tua sete e non farti mai mancare a pranzo e cena la giusta scorta di vegetali crudi...ottimi anche come spuntino a metà mattino o metà pomeriggio. Condire con un grasso buono le pietanze , parlo dell'olio extravergine, utilizzare del sale marino a crudo non in cottura e stimolare il nostro corpo utilizzando l'acido citrico de limoni. Non meno importante masticare molto bene, cercare di evitare alimenti arricchiti in zuccheri e conservanti , le bevande gassate eusare, se necessario, zucchero o miele no dolcificanti. Arricchire i nostri piatti di erbe aromatiche e spezie e di buon peperoncino crudo, ricco di vitamina C.
Tornano le Giornate di Primavera del Fai:
Villa Romana di Casignanae Collezione Scaglionei siti scelti per la Locride
S
Settecentottanta saranno i siti aperti eccezionalmente in ben 340 località italiane. Un'offerta particolarmente ricca quella che il Fai, Fondo ambiente Italia, propone in occasione della 23a edizione delle Giornate di Primavera, che si terranno sabato 21 e domenica 22 marzo, sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e che per la Delegazione della Locride e della Piana avrà il patrocinio e della Regione Calabria Assessorato alla Cultura, del MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali), della Provincia di Reggio Calabria e del Comune di Casignana. Anche quest'anno la Locride sarà protagonista di questo imperdibile appuntamento. Due i siti scelti: la Villa Romana di Casignana e la Collezione Scaglione di Locri. Sarà possibile ammirare la prima sabato dalle 9.30 alle 12.30. Qui i visitatori potranno godere della bellezza disarmante di quelle che dovevano essere le vasche, intarsiate di mosaici sorprendenti e sorprendentemente conservati, mosaici che tanto ricordano quelli
del museo del Bardo a Tunisi. Tra i più straordinari "le Neridi" e le "Quattro Stagioni" ma anche quello portato alla luce nel 2008, ovvero il tondo con la raffigurazione del cosiddetto "Trionfo Indiano di Dioniso". Oltre i mosaici interessante è il sistema idraulico delle terme: è possibile ammirare i tubi di canalizzazione dell'acqua calda, i forni dove veniva bruciata la legna per scaldare l'acqua, tutto questo su un piano interrato così da rendere le terme assolutamente paragonabili alle strutture moderne che conosciamo oggi. Imperdibile, poi, la parte della necropoli, con tombe intatte che affiorano dal terreno e che danno elementi aggiuntivi sul culto dei morti nella cultura romana antica. Quanto alla Collezione Scaglione, sarà possibile visitarla sabato dalle 15.30 alle 17.30. Anche in questo caso si potrà apprezzare la straordinaria bellezza di un vero e proprio scrigno di tesori dall'incommensurabile valore storico, archeologico e artistico, che offrono un interessante spaccato della vita del territorio di Locri dall'Età del Ferro all'epoca romana.
LÕassociazione sportiva Gioiosa Dance trionfa ai Campionati Regionali di ballo svoltisi a Cir Marina
Si sono svolti sabato e domenica scorsi, presso il palasport di Cirò Marina, i Campionati Regionali di ballo. Tra le protagoniste più importanti della manifestazione, l'associazione sportiva Gioiosa Dance, la scuola diretta dai maestri Francesca e Saverio Rigitano, che partecipava per la prima volta a una competizione così importante, ha dimostrato immediatamente il valore dei propri allievi. Al termine della competizione, la soddisfazione per le coppe ottenute nelle diverse discipline di classe C era alle stelle. Tirando le somme, Gioiosa Dance ha ottenuto tre primi posti: la coppa di Carmelo Martino e Alessandra Bruzzese nel ballo standard, quella di Rocco Commisso e Giusi Panetta nel latino americano e quella per le categorie synchro e show dance, per le quali sono state riconosciute campionesse regionali ben ventuno giovanissime. Alla fine della giornata, gli istruttori hanno sottolineato i meriti dei ragazzi e ringraziato i genitori dei partecipanti per la disponibilità dimostrata.
La poesia
VIVERE
Vivere è crescere con la speranza di un domani migliore. Vivere è lottare per creare qualcosa di buono. Vivere è innalzare giustizia per sé e per gli altri. Vivere è donare la propria libertà per salvare una vita. Vivere è anche non rivedere mai più il sorriso di un uomo apprezzato. F. Amodeo
Complimenti al sindaco di Gioiosa Jonica Salvatore Fuda per aver trovato quatto nuovi scaffali per la biblioteca comunale. Così potranno iniziare la riorganizzazione dei volumi e dare dignità alla donazione Modafferi e a quella della signora Pellicano.
RIVIERA
LA ROSA DEIVENTI (mini rubrica a cura di Maria Verdiglione)
MOVIDE E POLITICA, TEMI DI QUESTA MILLENARIA SOCIETÀ
La volta scorsa vi ho introdotti nel mondo malefico della “tabacchiera”, roba “per ricchi”! E in questo mondo restiamo ancora per un po'. Andiamo a vedere cosa succede nei salotti, dopo la rivoluzione francese. La noblesse, e non, si sfrena. Alla paura del terrore si sostituisce, irrefrenabile, la gioia di vivere. Cambiano i costumi, cambia l'abbigliamento di uomini e dame: anzi, specialmente le signore parigine diventano un proverbio di sfacciataggine per l'Europa. Un cronista dell'epoca scrive che “le donne sono letteralmente senza camicia e senza vergogna”: seni che fuoriescono dai corpetti e abiti trasparenti. Ovviamente la preoccupazione di essere sempre “in linea” la fa da padrona. Però, è sempre il cronista che scrive, “quando le signore si siedono a tavola, nei pranzi della buona società sono sempre affamate, tanto che le pernici in gelatina scompaiono in due bocconi”. E poi, tutto si conclude con i balli che durano tutta la notte fino all'alba del giorno successivo. A Parigi se ne svolgono duecento a sera. E la politica, dove è andata a finire? I grandi valori propugnati durante la rivoluzione? Scrive Clement con un senso di amarezza: “La politica è un gioco, ha sempre ragione chi tiene il mestolo”.
www.larivieraonline.com
IlVolto delle Donne di mare motivo di gioia vedere che è necessario aggiungere sedie poco prima di un Evento culturale! E' quanto avvenuto a Siderno, presso la Sala Rossa della Libreria Mondadori, sabato scorso in occasione della presentazione dell'ultimo libro di Assunta Scorpiniti: "Sulle onde della luna", edito da Ferrari. L'iniziativa è stata curata dalla FIDAPA, in occasione della Giornata mondiale della Donna. L'evento è stato introdotto con garbo e puntuali contenuti dalla Presidente dell'importante sodalizio di donne, Sig.ra Pina Armocida; successivamente la prof.ssa Rita Comisso ha intervistato l'autrice: le domande hanno consentito ad Assunta Scorpiniti di parlare della sua esperienza di narratrice e di affrontare diversi temi cari al mondo femminile, ma anche alla maggioranza degli uomini che hanno a cuore la dignità della persona umana. Di fatti non si è trattato solo della presentazione di un libro, ma il dialogo intrecciato dai presenti ha avuto la forma del convegno circa la realtà odierna delle donne nel mondo e in Calabria in modo particolare. Infatti, "Sulle onde della luna" raccoglie storie vere di donne di marinai di Cariati, la bella città della costa Jonica cosentina: si tratta di storie esemplificative visto che gli uomini e le donne del mediterraneo hanno in comune molto più di quanto potrebbe sembrare. La Scorpiniti tratteggia con delicatezza e precisione le vite di donne e di uomini che sembrano lontanissimi nel tempo e che, invece, sono storia recente: è la storia che non entra nei libri di testo, ma è la storia vera di un popolo che non voglio definire "umile", ma "normale": il vero volto, in questo caso, del popolo marinaro calabrese: un popolo libero, pronto al sacrificio, ricco di valori e di sapienza antica e con quella fede religiosa profonda che hanno, inevitabilmente, coloro che si confrontano con la maestosità del mare. Le persone intervenute hanno seguito la discussione con interesse,
È
alcune hanno posto domande e fatto osservazioni. Oltre alle signore dell'associazione, amici e alle giornaliste, vi è stata una folta rappresentanza di allievi del Liceo Zaleuco di Locri che, avendo letto il libro, hanno posto delle domande. La scrittrice ha molto apprezzato l'attenzione che le è stata riservata, ringraziando le amiche della Fidapa, le ragazze e i ragazzi del Liceo e tutti i presenti: " durante gli interventi e nel dibattito, in cui abbiamo parlato non solo dell'ultimo libro, ma anche dei precedenti, e dei loro temi (cultura del mare, lavoro, memoria, migrazione, presenza femminile, con ampie riflessioni sul presente) sono stati attentissimi, partecipi, coinvolti. E' stato anche bello intrattenermi con loro. Per me, un grande onore e tante emozioni. Viva i nostri splendidi giovani, i loro docenti, la Calabria bella che, "camminando" con i miei libri, posso ogni volta conoscere. Grazie a tutti!". Una bella serata intrisa di storie vere. Storie di un popolo dalla Civiltà antica e grande che ancora costruisce il domani. Il nostro Popolo. Giuseppe Giarmoleo
Colori del sud A S. Ilario dello Ionio, giardini, paesaggi, vitigni, artigianato e musica
Le mille risorse dei giardini, la lettura del paesaggio, le diversità dei vitigni sono i temi di “Colori del Sud”, manifestazione patrocinata dalla Provincia di Reggio Calabria e organizzata dal Comune di S. Ilario dello Ionio, che si svolgerà domenica 15 marzo, nelle sale dell'Oratorio del “Sacro Cuore” alla Marina di S. Ilario. Alle 18.30, incontro con gli specialisti Marò D'Agostino (Leggere il p a e s a g g i o ) , Pierfrancesco Multari (Vini e vitigni) e Lidia Zitara (I giardini, piante d'ornamento e da frutto). Opere d'artigianato saranno in esposizione sin dalle 17.00, mentre a conclusione dell'incontro saranno offerte degustazioni di vini e prodotti tipici. Alle 21.00, “Terre-Mère”, il suggestivo live di Gabriele Albanese, eclettico polistrumentista che spazia dall'elegante sax all'ipnotico marranzano, con Alfredo Verdini e Giovanni De Sossi.
DOMENICA 15 MARZO
19
LA STORIA
“
Condannato nel 1993 a tre anni e sei mesi di carcere. Dopo tre mesi di carcere, sedici anni di attesa tra isolamento sociale, emarginazione e dito contro.
Bartolo Iamonte, un’omonimia pesante, una vita distrutta È LAUREATO IN SCIENZE
POLITICHE ETRA I “IAMONTE”E BARTOLO DI IDENTICO C’È SOLO IL COGNOME.
UN UOMO
CONDANNATO NON HA PIÙ“DIRITTI”PERCHÉ IL PICCOLO“MONDO”CHE LO CIRCONDA GLI DIVENTA OSTILE.
ILARIO AMMENDOLIA criveva Emily Dickinson: “Se io potrò impedire/ a un cuore di spezzarsi/ non avrò vissuto invano-/Se allevierò il dolore di una vita/ o guarirò una pena/ o aiuterò un pettirosso caduto/ a rientrare nel nido/ non avrò vissuto invano.” Con questo spirito mi sono incontrato con Bartolo Iamonte. Non lo conoscevo, ci siamo dati appuntamento nella sede di “Riviera”. Trenta minuti di confronto serrato e una grande voglia di spiegare le vicende che hanno sconvolto la sua vita. Si dichiara vittima della “giustizia” ma non gli interessa affatto che gli altri credano alla sua innocenza. Ormai, lui, il suo debito con la “legge” l’ha pagato e anche con gli intersessi. Innocente o colpevole non cambierebbe assolutamente niente. Chiede invece con forza il diritto alla vita, alla “normalità” e al “riscatto” È laureato in scienze politiche e tra la famiglia principale che rievoca i “Iamonte” e Bartolo di identico c’è solo il cognome. L’unica vicinanza è di abitare nello stessa zona e nello stesso paese. Questa sua versione dei fatti non coincide però, con quella degli inquirenti che nel 1993 l’hanno arrestato con l’accusa di essere ‘ndranghetista. Tre mesi di carcere e sedici anni di attesa.
S
Tempi biblici. Tempi della giustizia italiana! La condanna: tre anni e sei mesi di carcere avendo i giudici ritenuto la sua partecipazione alla vita della cosca di “contenuta consistenza”. Secondo Bartolo, una frequentazione criminalizzata. Secondo i giudici una partecipazione consapevole, sia pur marginale, alla vita della associazione a delinquere. Con assoluta certezza sappiamo che l’equipe di osservazione che lo ha seguito in carcere, pur trovandolo “stanco e provato” per la detenzione ha concluso che il Iamonte “si distanzia nella sostanza poiché dimostra di non condividere la cultura sottesa e quei comportamenti criminosi e non esprime gli atteggiamenti, i comportamenti e gli abiti mentali, gli stili e la ritua-
lità tipici di tale comportamento”. Anche in carcere il tempo passa. Lentamente ma passa. La pena è scontata! E lui non vuole impiccarsi al passato. Chiede che l’unica pena da pagare sia solo e soltanto quella stabilita dai giudici. Rivendica il suo diritto alla vita, alla “normalità”, al ritorno alle piccole soddisfazioni di uomo che, seppur avesse sbagliato, ha pagato il suo debito. Invece no! Un uomo condannato non ha più “diritti” perché il piccolo “mondo” che lo circonda gli diventa ostile. Bartolo Iamonte ha sempre lavorato alla cooperativa “Rinascita” aderente al consorzio “Terre del sole”. La sua presenza all’interno della cooperativa diventa ingombrante. Si tenta di “sterilizzare” la
cooperativa dalla sua presenza. “Rinascita” sta per “rinascere” non per seppellire… un condannato. Alla base di tutto, c’è il fondato timore che la prefettura possa negare il certificato antimafia indispensabile per continuare a lavorare, perché tra i soci c’è un ex detenuto. Si diffonde un clima di paura, cosicché chi lo circonda piuttosto che impegnarsi per la salvaguardia dei “diritti civili” anche a tutela di coloro che avrebbero sbagliato, abbassa la soglia di vigilanza democratica e si appiattisce al clima di “caccia all’untore”. Invece della reintegrazione e del recupero si percorre la via dell’isolamento e dell’emarginazione. È il frutto di un diffuso clima di paura esistente in Calabria, senza rendersi conto che un uomo disperato e senza lavoro è il miglior alleato per il mondo dell’illegalità. Ho ascoltato con attenzione la storia di Bartolo Iamonte così come ascolto quella delle tante persone che mi scrivono dal carcere. La sua storia è storia nostra. Storia di una Calabria che vorrebbe risorgere ma viene respinta dall’altrui pregiudizio e da una diffusa ostilità. Ci mancava la storia del “piccolo ‘ndranghetista” dormiente in ogni calabrese. “Umano son, non giusto” diceva il Poeta. E noi umani ci sentiamo dinanzi a tutti ma anche rispetto a coloro che hanno sbagliato, senza la boria di sentirci migliori.
IL COMUNE NON FA LA RACCOLTA DIFFERENZIATA? PAGA IL CITTADINO, MA ANCHE IL SINDACO* l giorno d'oggi è chiaro a tutti, anche nella nostra regione, che quando si parla di rifiuti urbani la raccolta differenziata è uno stile di vita, un'abitudine quotidiana di educazione civica. Inoltre la raccolta differenziata dei rifiuti porta con sé non solo benefici ambientali ma anche di carattere economico; infatti attraverso essa le amministrazioni comunali possono ridurre ai cittadini il pagamento in bolletta del servizio prestato. La riduzione economica di quanto richiesto a un cittadino può avvenire perché con l'aumento delle quantità dei rifiuti raccolti in modo differenziato, diminuiscono quelle portate in discarica. I rifiuti portati in discarica hanno un costo ed è evidente che meno si porta meno si paga; in più tutti i rifiuti differenziati come: carta e cartone, vetro, plastica, alluminio, acciaio, legno possono essere venduti ai vari consorzi di filiera che li acquistano e pertanto si trasformano in entrate piuttosto che in uscite.In Calabria dal 1 gennaio 2015 sono state introdotte delle nuove tariffe da parte della Regione che ha in carico attualmente il sistema degli impianti, per chi porta in discarica i rifiuti indifferenziati. Dal primo dell'anno i comuni stanno pagando per ogni tonnellata di rifiuti indifferenziati ben 170 euro, contro i 92 euro che pagavano fino al 31 dicembre del 2014. Un aumento considerevole di ben 78 euro. La Regione Calabria, con comunicazione a tutti i comuni calabresi, ha avvertito dell'aumento delle tariffe esortando a favorire la raccolta differenziata il più possibile; inoltre la missiva è stata inviata per conoscenza alla sezione regionale della Corte dei Conti. Questo particolare non è da sottovalutare anzi è da tenere in grande considerazione da parte delle Amministrazioni Comunali; infatti l'in-
A
teressamento della Corte dei Conti potrà portare per tutti quei comuni che non avviano o potenziano la raccolta differenziata a configurare un danno erariale. Nella regione Calabria numerosissimi sono le realtà che non hanno la raccolta differenziata e in altri molti casi hanno bassissime percentuali di raccolta; ciò comporterà che un comune che nel 2015 conferirà le stesse quantità di rifiuti indifferenziati del 2014 pagherà circa il 50% in più; e questo aumento di spesa da chi sarà sopportato? Le Amministrazioni Comunali faranno l'unica cosa che è possibile fare, ossia riversare i costi sostenuti per la gestione dei rifiuti sui cittadini attraverso il pagamento della bolletta. Altra difficoltà, oltre alle determinazioni della Corte dei Conti, potrebbero arrivare appunto dai cittadini che se non messi nelle condizioni di effettuare la raccolta differenziata, con strumenti idonei e modi corretti, potrebbero effettuare un ricorso contro il pagamento della bolletta contestando l'aumento dei costi e imputandolo all'immobilismo della propria Amministrazione Comunale. Pertanto diventa ormai indispensabile avviare una efficiente e quanto mai efficace gestione dei rifiuti che miri non solo ad aumentare le quantità raccolte in modo differenziato ma anche a rendere la gestione stessa sempre più economicamente sostenibile. Oggi la vera sfida per le Amministrazioni Comunali è proprio questa, far quadrare i conti del bilancio anche nel settore dei rifiuti ponendo in essere tutte le azioni per definire una regolare e corretta gestione dei rifiuti, centrare gli obiettivi normativi e rendere sempre più leggero il peso economico verso i propri cittadini aumentando la qualità dei servizi offerti. Nicola Tucci, esperto in gestione dei rifiuti
MEDICINA E SALUTE
www.larivieraonline.com
L’esperto Daniela Rossi
Le Pillole di Antonio Cassone
Otite media acuta nell’infanzia L'otite media acuta è una patologia molto frequente soprattutto in età pediatrica; infatti, se si escludono i controlli periodici in bambini sani, è la causa più frequente di ricorso al pediatra. Il prevalente coinvolgimento dell'età infantile e adolescenziale è dovuto alla differente conformazione della tuba di Eustachio, che nel bambino si presenta più corta, ampia e orizzontale rispetto all'adulto. L'otite media acuta è più frequente nei bambini allergici, che abbiano allattato poco al seno, ed è causata dalla diffusione retrograda attraverso la tuba di infezioni a partenza dalle alte vie aeree. Nei bambini comunque la causa più frequente di otite media è rappresentata dall'ipertrofia adenoidea, che determina ristagno nelle fosse nasali di secrezioni muco-purulente, che durante lo sbadiglio attraversano la tuba raggiungendo l'orecchio medio, infettandolo. Oltre ai virus, i germi più frequentemente coinvolti nell'eziologia dell'otite media acuta sono lo streptococcus pneumoniae, l'Hemophilus influenzae, e la Moraxella catarrhalis. La flogosi inizia con un senso di occlusione auricolare e all'esame otomicroscopico la membrana timpanica si presenta lievemente arrossata ed estroflessa. Segue la comparsa di dolore auricolare intenso associato a febbre, malessere generale, nausea e si accentuano l'arrossamento e l'estroflessione della membrana timpanica. Se in questa fase non si interviene prontamente ed in maniera cor-
l Consigli del dott.ssa Perri del dott. Valeriano
retta con la terapia medica, l'accumulo di secrezione purulenta nella cavità timpanica e l'infezione della stessa membrana possono determinare emorragie e perforazioni del timpano. Il trattamento si basa fondamentalmente sull'uso per via sistemica e locale di antiinfiammatori non steroidei o steroidei nelle forme di origine virale e di antibiotici ad ampio spettro nelle forme batteriche, su un'accurata toilette del condotto uditivo esterno da effettuarsi al microscopio operatorio. È certamente preferibile prevenire, ove sia possibile, il verificarsi delle otiti medie acute effettuando una pulizia quotidiana delle fosse nasali attraverso lavaggi con soluzione salina ovvero, nei casi correlati all'ipertrofia adenoidea, praticando l'intervento chirurgico di adenoidectomia. Dott. Antonio Cassone Specialista in Otorinolaringoiatria Responsabile dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria della Casa di Cura “Cappellani-Giomi”. Messina Responsabile del DS di Otorinolaringoiatria della Casa di Cura “Carmona”. Messina Riceve: Studio Raymat, Via Calvario 15 A Marina di Gioiosa Jonica Tel 0964 /416856; Via Riviera 13 Villa San Giovanni tel 0965/794842 339/1459340 Via Torrione 6 Reggio Calabria tel 0965/794842 – 339/1459340
IPERPROLATTINEMIA: DIAGNOSI E TERAPIA
La prolattina (PRL) è un ormone prodotto dall'ipofisi che stimola la produzione di latte nelle donne gravide. L'iperprolattinemia è una condizione caratterizzata da livelli di PRL sierica costantemente elevati, al di fuori delle condizioni fisiologiche appropriate, che riconosce cause fisiologiche, farmacologiche o patologiche. Tra le cause di iperprolattinemia patologica la più frequente è il Prolattinoma, un tumore benigno dell'ipofisi che produce eccessive quantità di PRL e che, a seconda delle dimensioni, può essere definito micro o macro-prolattinoma. Occasionalmente l'iperprolattinemia è conseguenza di aggregati circolanti di PRL legata ad anticorpi anti-PRL, definita macroprolattina, asintomatica e non patologica. Nella donna l'iperprolattinemia patologica causa alterazioni del ciclo mestruale, secrezione lattescente dal capezzolo (galattorrea) e transitoria infertilità. Nell'uomo determina deficit erettile, perdita della libido e galattorrea. In presenza del sospetto di iperprolattinemia patologica è necessario eseguire una risonanza magnetica nucleare dell'ipofisi al fine di identificare il prolattinoma il cui trattamento può essere farmacologico o chirurgico, anche se oggi viene preferito l'approccio farmacologico con agonisti dopaminergici che inibiscono la produzione di PRL da parte dell'adenoma. Dopo la normalizzazione della PRL è opportuno eseguire una risonanza magnetica dopo 6-12 mesi e in seguito a intervalli variabili tra 1 e 3 anni, tenendo conto del fatto che la terapia determina frequentemente una riduzione di volume dell'adenoma fino alla sua scomparsa.
“
A cura di: Drssa Anna Perri - Dr Rocco Valeriano
studioperrivaleriano@libero.it Specialisti in Endocrinologia Università degli Studi di Pisa Ricevono presso lo Studio Medico Polispecialistico Raymat- Tel. 0964 416856
DOMENICA 15 MARZO
21
Mal di testa? Assuma una tazza di caffè...
“
Dott Rossi Daniela info: 3381389245 Clinica Humanitas-Gavazzeni a Bergamo STUDIO RAYMAT, VIA CALVARIO, 15\A 89046 MARINA DI GIOIOSA IONICA (RC) TEL. 0964\416856 CELL. 393\5639490
uno dei consigli della nonna che presenta un fondo di verità. Il caffè svolge un'azione vasocostrittiva, di restringimento delle arterie, con un effetto antidolorifico in grado di alleviare alcuni tipi di cefalea. La caffeina è, infatti, utilizzata in molti analgesici contro l'emicrania, in associazione al farmaco, sia per la sua azione leggermente antidolorifica che per la capacità di migliorare l'assorbimento del principio attivo e velocizzarne l'effetto. Una tazza di caffè può essere miracolosa nella cefalea di tipo tensivo, quella con il cerchio alla testa, e in una
É
particolare forma di cefalea dell'anziano che si manifesta solo di notte: la cefalea ipnica, cioè del sonno. D'altro canto, però il consumo giornaliero eccessivo di caffè, può portare alla dipendenza e alla comparsa di una cefalea quotidiana da astinenza. In questo caso ad indurre all'assunzione di sempre più tazze di caffè non è il desiderio di sentirsi energici e svegli ma l'inconscia necessità di evitare il manifestarsi della cefalea da fine dose di caffeina. Si instaura, quindi, in persone predisposte, un circolo vizioso dove il consumo di caffeina è sostenuto dalla paura del mal di testa e l'abuso porta alla comparsa di cefalea cronica soprattutto nelle donne di età inferiore ai 40 anni. L'astinenza da caffeina colpisce, per predisposizione genetica, solo il 50% dei soggetti che assumono più di 4-5 caffè al giorno. La tazzina di caffè sembra essere responsabile anche della comparsa della cefalea del fine settimana o da weekend.Infatti, nelle mattine in cui non si lavora, molto spesso, la prima tazzina di caffè si beve più tardi facilitando così la comparsa della cefalea da astinenza. Quale vuole essere il consiglio di questa informativa? La tazzina di caffè può essere un ottima alleata per contrastare il mal di testa in persone che bevono 2-3 caffè al giorno, ma nelle persone che abusano crea dipendenza con comparsa di cefalea cronica da astinenza.
L’intervista a Vincenzo Carabetta
Un nuovo approccio terapeutico alla cura delle varici : la scleromousse eco-guidata. Quali sono i sintomi delle vene varicose e quali i rischi? Le vene varicose sono una patologia che colpisce maggiormente le donne, esiste una familiarità, e che può insorgere con maggiore frequenza tra i soggetti che svolgono un’attività lavorativa che li costringe a stare per molte ore in posizione eretta. È importante sottolineare come sia una patologia invalidante: può infatti portare ad una trombosi venosa superficiale e le gambe possono perciò andare incontro alla sindrome post flebitica. I sintomi delle vene varicose che devono iniziare a preoccupare il paziente sono la sensazione di pesantezza delle gambe a fine giornata e i pruriti che portano alla formazione di un eczema e alla conseguente ulcerazione della pelle. Quando insorgono queste problematiche, il problema non va sottovalutato ma affrontato con tempestività Come si fa la diagnosi di vene varicose ? La malattia venosa cronica viene valutata tramite una valutazione angiologica e con l’ausilio dell’eco-color-Doppler che mette in evidenza sia lo stato della funzionalità valvolare che il diametro del vaso venoso. La presenza di una incontinenza valvolare crea una alterazione del funzionamento del normale ritorno venoso con conseguente presenza di rami venosi collaterali, perforanti, venule e teleangiectasie che contribuiranno a provocare un danno tissutale (eczema varicoso) con formazione di lesioni trofiche (ulcere varicose) e successivo danno irreversibile e rischio di trombosi superficiale. Tale evoluzione porta a delle complicanze agli arti inferiori che possono rapidamente aggravarsi e causare gravi inabilità e difficoltà nella vita quotidiana della persona anziana. Come si può intervenite oggi e cosa è cambiato rispetto al passato? Mentre prima si interveniva solo chirurgicamente(stripping , crossectomia ) oggi con la nuova procedura scleromousse si riesce a ridurre le problematiche dovute alle complicanze delle vene varicose (Trombosi venose superficiali, ulcere varicose, lesioni con rischio di emorragie superficiale, gambe pesanti dolenti nelle ore serali e notturne). Tale tecnica viene attuata
ambulatorialmente è praticata da 15 anni in Europa e sta dando dei risultati interessantissimi anche negli altri continenti. Ci può spiegare il trattamento? Innanzitutto il trattamento è ambulatoriale, senza nessun ricovero e senza anestesia. La schiuma, più efficace della forma liquida, con l’aiuto di un ago o butterfly o venflon viene introdotta a diverse concentrazioni all’interno di un vaso venoso, il cui calibro massimo può essere 15 mm, attraverso la puntura diretta eco-guidata. La mousse iniettata rapidamente, in pochi secondi sclerotizza, in maniera indolore ed irreversibile, tutte le strutture varicose ed incontinenti. Questa tecnica a nostro parere può efficacemente sostituire la tecnica tradizionale chirurgica di stripping e crossectomia in assenza di rischio chirurgico, e di anestesia. La schiuma? : E’ una miscela di aria e sostanza sclerosante che viene confezionata col metodo Tessari mescolando attraverso due siringhe aria e farmaco La schiuma sclerosante può essere utilizzata comunque per ogni tipo di varici , dalle teleangiectasie alle grosse vene quali le safene I vantaggi : La facilità di esecuzione presso l’ambulatorio medico, l’ottima efficacia del trattamento, la rapidità di effettuazione consentono di non interrompere la normale attività lavorativa e non ultimo una completa autonomia di gestione. Va ricordato che tutti possono sottoporsi al trattamento, senza limiti di età, e nelle persone anziane risolve parecchie situazioni di disagio alla vita quotidiana e questa terapia può essere effettuata anche tra coloro che seguono una terapia anticoagulante. È invece controindicata per le donne in stato di gravidanza
“
Dr Vincenzo Carabetta , Resp- Struttura di Angiologia Medica del Presidio Ospedaliero di Locri Tel 0964 /399324 -389-4636108
RIVIERA
Tra ex ci si capisce
Mimosa Jonica. Attraversare corridoi di fiori, il pensiero rivolto al mare, il cuore aperto alla primavera incombente, mentre il treno macina i chilometri e le nostre vite, e tutto sembra proteso come una carezza morbida; la mimosa dona l’allegria del sorriso femminile, come una strettoia di speranza attraversa la quale s’incanalano i sogni, e donare così al futuro un colore radioso, come vorremmo sempre, anche quando è grigio, inverno e triste.
Il ritorno di Totò Scali, l’assessore della Locride
Banvenuto nella Locride, presidente
L'ex sindaco Bruno Romeo incontra l'ex vicesindaco Enrico Barillaro e l'ex assessore Pino Longo. Insomma, quella che possiamo vedere in questo scatto è una bellissima e virtuosa rimpatriata tra ex! grazie a Nicodemo Barillaro per la foto.
La scuola secondo Gangemi
Oliverio non potrà certo lamentare di non aver ricevuto una buona accoglienza, nella Locride, basta vedere la consistenza del cesto di frutta che ha tra le mani! Inoltre notiamo la vicinanza del nostro Ilario Ammendolia, vecchio compagno.
La prima uscita pubblica dopo molti anni dell’uomo che, durante il governo provinciale di Morabito, rafforzò il ruolo della Locride in quel di Reggio. Non con i muscoli e l’autorità, ma con le buone parole e l’educazione. L’abbiamo beccato a Roccella, dove si è parlato di Città Metroplitana.
Cappello sì, cappello no…
La classe in questa foto con Mimmo Gangemi, oltre per la simpatia e la bella presenza, si distingue anche per le qualità intellettuali, come dimostra la vittoria di un premio testimoniata da questo scatto
Riconciliazione storica & risveglio degli animi
I pareri di “tipografo rosso”
Capogruppo d'eccellenza
Il sindaco di Mammola Totò Longo sorride mentre lo ritraiamo in compagnia di Hiske Maas. Non potremmo che essere più contenti, considerato che questa serenità testimonia l'oblio di vecchie tensioni.
Il professore Simone e il senatore Mimmo Bova rispolverano le vecchie veemenze politiche in occasione della visita del presidente Oliverio nella Locride.
Il sindaco di Antonimina, Anonio Condelli, si è lamentato della sua foto da noi pubblicata che lo ritraeva col cappello. Era d'obbligo dedicargli altro spazio per mostrare la sua meravigliosa testa!
Credere nella rinascita 1-I PiDini Giorgio Ruso e Salvatore Pellegrino sorridono all'obiettivo nella serata locrese dedicata al governatore. Grazie ai loro sguardi sereni cominciamo anche noi a credere nella rinascita! Il sindaco di Riace Domenico Lucano e il “tipografo rosso” Mimmo Garreffa sedevano l'uno accanto all'altro durante l'incontro con Oliverio e, ascoltando attentamente, avranno partorito mirabolanti idee!
Di Crupi in Crupi Vincenzo Crupi, già figlio del nostro direttore Pasquino e sindaco di Bova, sfoglia con interesse il nostro ultimo numero prima di dedicarsi anima e corpo all'udienza concessa dal governatore Oliverio.
Barbara Panetta, ufficio stampa del PD, non poteva non mancare all'incontro con il governatore e, tra un appunto e l'altro, eccola mentre controlla la qualità delle ultime foto scattate col suo smartphone.
Cultura e agricoltura a braccetto Ilaria Campisi e Cosimo Pellegrino mostrano che cultura e agricoltura non sono assolutamente due mondi estranei: è certo, infatti, che gli argomenti di conversazione saranno stati molteplici!
2-I funzionari della Regione Pasquale Anastasi e Mimmo Pallaria: altri due volti illustri presenti alla serata dedicata al presidente. Serio e faceto si sono fusi in perfetta sinergia durante l'incontro.
SETTIMANALE
www.larivieraonline.com
DOMENICA 15 MARZO
23
CavallaroFacchinetti Duo Grandi della musica locale e internazionale, Mimmo Cavallaro e Roby Facchinetti, si incontrano in aeroporto. Che non si tratti solo di una fugace occasione, ma dell'inizio di una virtuosa collaborazione!
Piccole Italie crescono Giuseppe Nucera ed Enzo Cannatà si incontra ad Asti per il progetto Piccole Italie, cogliendo l'occasione per preparare un piano di azione per l'imminente Expo. Pronti a stupire il vostro palato?
Pentastellati
Il PD fa sentire tutti in famiglia!
Dino Audino, il miglioratore del mondo Luigi Errigo, quando i conti parlano da soli, Nino Tarzia, il pescatore che sogna sempre l’ultimo porto lasciato, e Pinga, il molosso del Tibet, che sopporta questa triade incantata dagli uomini delle stelle
Cultura à la sidernese Walter Pedullà, nostro concittadino, è un celebre saggista e giornalista che ha ricoperto persino il ruolo di presidente Rai per un breve periodo. Ancora oggi, per la Tv di Stato, conduce un programma radiofonico…
Oliverio, noi ci siamo! Andrea Romano e Antonio Crinò erano anch'essi all'incontro di Oliverio di sabato scorso con la Locride. C'era tanta impazienza nei loro sguardi. È evidente che non vedessero l'ora di ascoltare le novità.
Sinistra, ecologia e democrazia Nucera e Bombardieri, altra coppia che scoppia sulle poltroncine del Centro Pastorale Diocesano. Sel e PD continuano nella loro comunione di intenti per il bene della nostra terra. Avanti così!
Ed è mezzo secolo!
Giornalismo d'alto livello
Pasquale Brizzi, sindaco di Sant'Ilario, gode della compagnia della bella Maria Simone, a sua volta felice non solo per il fascino genuino di Brizzi, ma perchè probabilmente già pensa a quando gli succederà.
I due decani del giornalismo Pino Lombardo, della Gazzetta del Sud, e Francesco Sorgiovanni, del Quotidiano, chiacchierano piacevolmente in attesa di sentire ciò che dirà il presidente sulla Locride.
Renziani derenzianizzati Mammoliti, Cesare de Leo, Attilio Tucci e Nicola Irto rappresentano quel PD che oggi ha un po' perso la bussola. Renziana di primo pelo, oggi non sono più certi di appoggiare indefessamente il premier!
Ma qual è la destra? Qual è la sinistra? Ecco una nutrita rappresentanza di destra pronta a transumare nelle fila di Oliverio? Tra essi si distinguono il dottore Schirripa, Pietro Crinò, Peppe Fontana, il Barone Macrì e Pino Cusato.
"Un cinquantenne si venderebbe l'anima per un pezzo di carne giovane" Tu però non temi l'età e il tempo che passa. Sono arrivati anche per te i famosi 50 anni... Credo che non sarei la stessa persona senza di te, sei l'uomo più incredibile del mondo e ti vogliamo un bene infinito. Buon compleanno Papà da Michele Giorgia e Graziella!
Era una notte buia e tempestosa… Alla fine un urlo dal pubblico ha squarciato l'aria. Proveniva proprio da quell'uomo seduto accanto a Olga Carusetta e Raffaele Sainato, ma non sapremo mai con certezza le motivazioni di tale esplosione.
Un saluto ai nostri amici de “La Valle di Mino muià” del reparto macelleria Francesco e Giuseppe, e al reparto salumeria Vincenzo e Antonio