Riviera nº 11 del 11/03/2018

Page 1



R

IN BREVE Il tempio dell'arte reggino, negli anni meta di artisti di fama internazionale, è stato rimpiazzato da un negozio in franchising. Tra palco e poltroncine, oggi va in scena la desolazione.

11 MARZO - 03

la vetrina

www.larivieraonline.com

REGGIO CALABRIA

L’EDITORIALE

DEL DIRETTORE Ha vinto la disperazione e urne ci hanno detto quello che già si sapeva: gli italiani sono disperati. Il sud molto di più. Quello che è emerso non è un nuovo Regno delle due Sicilie, come qualcuno ha fatto notare, ma un ritornare a galla della questione meridionale, divenuta negli anni rimozione meridionale. Oltre la disperazione c'è la stanchezza. La stanchezza di sentir puzza di vecchio. E di truffa. Destra e sinistra sono distanti dal popolo, fermamente convinte, al contrario, di riuscire a stargli al passo. Sono distanti dai loro stessi ideali. O per lo meno quelli che furono i loro ideali. Le crepe sono state evidenti durante tutta la campagna elettorale. Generalmente le campagne elettorali rimettono in scala parecchie cose. Stavolta non c'erano scale, c'erano traguardi senza un percorso. Comizi verbosi, speranzosi, lacunosi, spocchiosi, da combattenti sleali. La destra non ha considerato che l'Italia non è fatta solo di ricconi. Il tempo di Riberlusconi è scaduto ed è dovuta venire un'attivista francese delle Femen a ricordarcelo. Non l'hanno capito neppure gli uomini e le donne del centrodestra che non fosse più tempo per la sua faccia di plastica. O, più probabilmente, non si sono azzardati a farlo notare al capo. La sinistra non ha fatto di meglio. Una sinistra che costruisce la propria campagna elettorale parlando solo di merito, si dimostra non solidale con gli immeritevoli. Una sinistra non solidale non è sinistra. E così le anime non comprese in questo aborto di sinistra hanno trovato un corpo nuovo: il M5s, che ha parlato sì di meritocrazia ma non pretendendo di farlo da partito di sinistra. E, soprattutto parlando anche di altro. Il plebiscito al Sud per Di Maio è una rivolta. Qualcuno ci ha visto addirittura una rivoluzione, ma io ho ben altro concetto delle rivoluzioni e stanno ancora aspettando di essere scomodate. Perchè è inutile negarlo: non solo la lotta di classe è ancora in corso ma la sta vincendo la classe sbagliata. Adesso quello che più mi preoccupa è se sarà la Costituzione e le leggi della Repubblica le sole a cui si atterranno i 5 stelle o se al contrario ce ne saranno altre, private, che riguardano il loro "codice di comportamento", di gente reclutata dal "basso". Non vorrei che gli italiani passassero dall'essere succubi di poteri forti a doversi piegare a poteri deboli. Quanto a noi, non aspettiamo che il quadro politico si chiarisca. La vita non aspetta.

L

Nello storico Teatro Siracusa un negozio di vestiti a buon mercato Se oggi il Teatro è stato violato da vestitini a 10 euro è sintomo di un'incapacità di vivere se stessi sotto altre prospettive che non siano quelle del consumo facile e spasmodico.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO "Quando in un teatro il loggione è vuoto è segno che la città non ha cervello" - sosteneva lo scrittore e critico musicale Bruno Barilli. È quando il teatro viene fatto sparire per riempirvi le gallerie di vestiti? È successo a Reggio Calabria. Lo scorso dicembre ha aperto i battenti nella storica struttura del Teatro Siracusa,

negli anni prestigioso palco per grandi artisti provenienti da tutto il mondo, un nuovo negozio in franchising. Vi sono entrata per la prima volta sabato scorso. È stato destabilizzante. Una fine ingloriosa. Un gioiello diventato uno spaccio di "moda" a buon mercato. Certo, il Siracusa è di proprietà di un privato e ha tutto il diritto di farne ciò che vuole. Ma una politica attenta e capace di considerare la cultura come una delle leve di vantaggio competitivo per la rinascita del nostro territorio, non avrebbe permesso questo sfacelo. Invece, siamo di fronte a una classe dirigente che nega a un teatro qualunque reale potenziale di sviluppo, e l'accantona perchè ritenuto solo ed esclusivamente fardello di spesa, incapace di generare valore economico. Non è la prima volta che un teatro subisce una trasformazione così drastica. È successo a Milano qualche anno fa. Lì dove sorgeva il Teatro Smeraldo oggi c'è Eataly, il punto vendita della catena gourmet creata da Oscar Farinetti. Ma da Eataly 352 giovani hanno trovato lavoro e hanno imparato mestieri "perduti" come fare sfoglia, piadine, pane. E poi Eataly ospita ogni anno 3 milioni di visitatori e fattura 40 milioni di euro. Senza contare che il Palco di Eataly Smeraldo organizza tutti i giorni musica dal vivo, reading e spettacoli. Per omaggiare la storia del Teatro. A Reggio Calabria, invece, sul palco del Teatro Siracusa non andrà più in scena alcuno spettacolo se non quello della desolazione. Il sipario rimane aperto su una non-scena, su una non-storia, su una nonvita, sul nulla. Non ci saranno attori ad accoglierci nella loro anima per farci sentire più vivi, scoprendo una spiritualità rimasta inespressa e sperimentando quella compenetrazione irresistibile, caotica di realtà e finzione. Quelle poltroncine rosse saranno occupate non da spettatori che fremono di assistere a un'energia nuova ma da uomini che implorano pietà affinchè la propria compagna la smetta di comprare cianfrusaglie. Se oggi il Teatro Siracusa è stato violato da vestitini a 10 euro è sintomo di un'incapacità di vivere se stessi sotto altre prospettive che non siano quelle del consumo facile e spasmodico. Il teatro, trionfo dell'essenziale, diventato un lager del superfluo. Questo è stato possibile anche perchè nella nostra città il teatro continua a essere riservato a una strenua minoranza, per gran parte della quale, tra l’altro, andare a teatro è fatto sociale prima che bisogno personale, è ostentazione e non bisogno, benessere, libertà, evoluzione.


11 MARZO - 04

R

attualità www.larivieraonline.com

LOCRIDE

Il GAL scrive ai due nuovi parlamentari di origine locridea Il presidente Francesco Macrì e l’intero Consiglio di Amministrazione del Gruppo di Azione Locale “Terre Locridee”, considerata l’assenza di un rappresentante del nostro comprensorio nella nuova composizione parlamentare emersa in seguito alla recente tornata elettorale, vuole esprimere soddisfazione per l’ele-

zione di Alessandra Carbonaro, originaria di Samo, eletta deputato nel collegio proporzionale di Bologna con il M5S, e Maurizio D’Ettore, originario di Locri, eletto deputato nel collegio uninominale di Arezzo con Forza Italia. Benché da molti anni lontani dalla vostra terra d’origine, considerata la vostra natura di unici

Venerdì mattina gli studenti del Liceo Classico di Locri sono stati protagonisti di una manifestazione di protesta che ha richiamato l’attenzione sui recenti atti vandalici che hanno sconvolto l’Istituto Scannapieco. Negli ultimi mesi, infatti, l’edificio è stato colpito da ben cinque allagamenti, lanci di uova, scritte sui muri e scasso e a poco o nulla è servita la reiterata richie-

che attanagliano la terra che vi ha dato i natali, da sempre abbandonata a se stessa, vi auguriamo buon lavoro per questo nuovo prestigioso incarico e vi invitiamo a venirci a trovare al più presto.

SANT’ILARIO DELLO IONIO

LOCRI

Gli studenti del Classico prendono provvedimenti contro i vandali

rappresentanti della Locride al nuovo Parlamento, il GAL “Terre Locridee” vi chiede di ricordarvi del nostro comprensorio, che non è riuscito a far eleggere nessun proprio rappresentante. Nella speranza che possiate accogliere il nostro invito facendovi portavoce delle problematiche

Il Tribunale di Locri dichiara decaduto Pasquale Brizzi

sta da parte della dirigente scolastico alle istituzioni affinché arrivassero i fondi per l’installazione di un sistema di sorveglianza. Per questa ragione gli studenti, tacciati dall’opinione pubblica di essere i diretti responsabili degli atti vandalici nonostante le forze dell’ordine si siano dette di differente avviso, hanno organizzato la manifestazione con l’ausilio dei professori e dei colleghi del Liceo Artistico, ospiti presso la loro struttura in seguito al sequestro derivato dall’inchiesta “€uro scuola” dello scorso anno. Durante la manifestazione pacifica, durata circa un’ora e mezzo, quattrocento studenti hanno imbracciato vistosi striscioni e intonato cori di protesta prima di dare spazio a una serie di interventi programmati attraverso i quali hanno espresso il proprio sdegno per la lentezza della burocrazia, che li costringe a subire lo scacco dei vandali.

LA QUERELLE RELATIVA ALL’INCANDIDABILITÀ DEL PRIMO CITTADINO SEMBRA GIUNTA A CONCLUSIONE, MA BRIZZI E IL SUO LEGALE PREANNUNCIANO APPELLO E SOSPENDONO L’ESECUTIVITÀ DELLA SENTENZA.

Il 2 marzo scorso un’ordinanza del Tribunale di Locri ha dichiarato la decadenza di Pasquale Brizzi dalla carica di Sindaco del Comune di Sant’Ilario dello Ionio, ritenuto incandidabile alla tornata elettorale del 2014 in quanto era stato sotto la sua guida che l’Amministrazione Comunale era stata sciolta per infiltrazione mafiose due anni prima. A nulla

sarebbe servito, dunque il ricorso presentato dal primo cittadino che, ha dichiarato in una nota stampa rilasciata mercoledì, ha comunque intenzione di fare appello alla sentenza. Propri per questa ragione, l’efficacia esecutiva dell’ordinanza pronunciata dal Tribunale è sospesa in attesa del pronunciamento della Corte d’Appello.


Il corso delle opportunità

per un futuro barman Il corso si terrà nella nostra splendida location a partire da lunedì 26 Marzo 2018. Le iscrizioni sono aperte da mercoledì 7 Marzo. Ritira il Modulo d’iscrizione presso la nostra sede in Via M. Pagano Siderno (RC) o scrivi a topsiderno@gmail.com e ti invieremo una copia. Il corso prevede 3 gruppi di lavoro formati da 6 candidati. Gli orari e i giorni verranno stabiliti in un incontro che si terrà una volta formato il gruppo di lavoro. A conclusione delle 24 ore di formazione è previsto un esame valutativo. Ai 3 candidati che otterranno il punteggio migliore in ciascuno dei 3 gruppi verrà offerta la possibilità di fare uno stage formativo di 32 ore presso la nostra attività. Al termine dello stage al candidato ritenuto più meritevole verrà proposto un Contratto di Lavoro presso la nostra struttura estiva.


R

IN BREVE

11 MARZO - 06

l’analisi

ILARIO AMMENDOLIA “Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto…!” Sono le parole del Foscolo amareggiato e tradito da Napoleone. Aveva aspettato un liberatore e si era trovato dinanzi un tiranno. Letture di gioventù che ritornano alla mente e parole che vorresti poter utilizzare dinanzi alla disastrosa sconfitta della “Sinistra” in Italia, in Calabria e nella Locride. Vorresti ma non puoi. Quella che ha perso le elezioni non è più Sinistra (sebbene io l’abbia votata sia pure per forza di inerzia) ma un cadavere che genera ripugnanza politica. Non ha perso la Sinistra ma solo perché non c’era più! Neanche se avessimo avuto la lanterna magica di Aladino ne avremmo trovato traccia. In verità né della Sinistra né di altra formazione politica. Nella Locride come in tutta la Calabria c’è una grande solitudine. Non mancano le folle alle feste di paese, e meno che mai i contatti sulla “rete” ma si tratta di rapporti impersonali all’interno di masse anonime che lasciano ognuno solo con se stesso. È mancato il “luogo” in cui incontrarsi, scontrarsi, discutere, cambiare idea, sorridersi, stringersi la mano. Quando si sta insieme l’intelligenza lievita e diventa collettiva. Quando si sta soli dinanzi a una tastiera - o in ozio - aumenta la propria rabbia, il proprio individualismo, l’odio verso tutto ciò che non si conosce e che percepiamo come “estraneo” e “nemico”. Il popolo della Calabria non ha avuto un “Partito”, né un “movimento” dove ragionare, organizzare la propria forza, esprimere le proprie speranze, sognare insieme agli altri. E mentre le classi dirigenti si organizzano in lobby, in caste, in corporazioni, la gente comune s’è trovata sola come non mai. Qualcuno parlava di loro, nessuno parlava con loro. Ed allora perché hanno abbandonato la Sinistra per il movimento “5 stelle” altrettanto evanescente ? Perché la destra ha retto molto meglio l’urto dei “grillini”? Solo perché la Sinistra non c’era più e coloro che si sono spacciati per i dirigenti della stessa vengono percepiti come l’aids: “… se lo conosci lo eviti”! (Ovviamente non come persone). Sia chiaro, non guardo al secolo scorso, non sono un nostalgico e non mi sento un reduce. So con matematica certezza che non ci può essere una Sinistra senza un Progetto autenticamente riformista collegato alla partecipazione e dai bisogni reali della gente, all’elaborazione culturale, alla passione politica, alla ricerca storica. Il tutto condito con una grande umiltà e rifiutando il paradigma “amico”- “nemico”. Qualcuno - fatta salva qualche rarissima eccezione - potrebbe spiegare la differenza tra gli eletti (a tutti i livelli) della “sinistra e quelli di “destra”? È difficile coglierla perché non c’è! La cifra di costoro è stata la codardia, l’incapacità e la viltà politica. Dinanzi ai sacrifici imposti al Sud, alla Calabria e alla Locride non hanno avuto il coraggio di alzare la testa neanche con un timido cenno del capo. Complici dinanzi all’insana commedia dei “patti per il Sud”, muti dinanzi agli attacchi alle garanzie costituzionali, vili quando sono stati sciolti i consigli comunali. Conniventi con i poteri che hanno sacrificato la Calabria sull’altare del “libero mercato”. Si sono girati dall’altra parte dinanzi ai luoghi di sofferenza e di emarginazione. Hanno “evitato” i paesi a “rischio” per non “contaminarsi” non comprendendo - o comprendendo molto bene - che il virus della mafia viaggia soprattutto sui loro “vagoni”!

www.larivieraonline.com

Dalle ultime elezioni politiche e dalla campagna che le ha precedute è emerso che neanche se avessimo avuto la lanterna magica di Aladino avremmo trovato traccia né della Sinistra né di altra formazione politica.

La sinistra non ha perso ma solo perchè non esiste più

I NUO

Il popolo della Calabria non ha avuto un Partito, né un movimento dove ragionare, organizzare la propria forza, esprimere le proprie speranze, sognare insieme agli altri. E mentre le classi dirigenti si organizzano in lobby, in caste, in corporazioni, la gente comune s’è trovata sola come non mai.

Le roccaforti di pensiero, di lotta, di ribellione culturale, di elaborazione, di meridionalismo militante, sono state espugnate senza combattere. I risultati elettorali del PD e di Liberi Uguali, nei nostri paesi, sono da partito monarchico negli anni sessanta. E non mi parlino di modernità! Ci sono esempi apparentemente piccoli ma immensamente grandi. Penso al ponte sull’Allaro! Un’opera che in un paese civile avrebbero impiegato sei mesi a ripristinare è interrotta da anni. Come sempre, dopo l’appalto e la firma dell’atto di sottomissione, si scopre che ci vogliono più soldi. Tanti più soldi! E un’opera di modesta entità diventa un’eterna incompiuta! Una voragine di denaro pubblico! Uno schiaffo in pieno viso a ogni cittadino calabrese e senza nessuna reazione. In questa solitudine qualcuno - in particolare la Lega ma non solo - ha dato un “nemico” contro cui combattere. Non mi sento di giudicare chi ha cambiato “fronte” o chi li ha votati per la prima volta, anche se so bene che il bersaglio contro cui si spara è solo uno “spaventapasseri” contro cui scaricare a colpi di mitraglia le nostre frustrazioni, la nostra sofferenza, il nostro odio. Hitler fu maestro di pensiero e di azione in questo senso quando indicò gli “ebrei” come nemici. Troppo deboli e troppo soli per difendersi. La storia insegna sempre che, a volte, la nostra viltà non ha limiti! I “nemici” veri restano al riparo. Sono tranquilli,

indifferenti ai risultati elettorali, pronti a godersi i paradisi fiscali, a spostare i loro capitali e le loro attività produttive secondo il vento, pronti a gridare all’ordine contro i deboli e gli esclusi. Intanto migliaia di “Marchionne” pagano le tasse all’estero e continueranno a pagarle fuori d’Italia. I “soldi”- quando sono tanti - hanno il cervello di volpi e le gambe di lepri e oggi in molti si apprestano a vivere una nuova stagione di privilegi e di potenza. Ovviamente, non mi sento di giudicare chi ha votato “cinque stelle”. Da cittadino italiano sarei contento di sbagliarmi ma io non credo nel “sol dell’avvenir” pentastellato! Credo nella Politica come scienza, cuore, partecipazione e così come ne hanno parlato Aristotele, Machiavelli, Rousseau, Voltaire. La scienza degli uomini per stare insieme nel migliore dei modi in questa breve avventura che è l’esistenza umana. Infine - ma non per ultimo - Matteo Salvini ci rappresenterà al Senato. Anche in questo caso non esprimo giudizi di sorta perché ognuno è libero a farsi rappresentare da chi meglio crede. Un dubbio però mi rode e mi tormenta ed è quello di avere sbagliato tutto nel corso della mia vita. Forse, non ho capito “l’Uomo”. Questo immenso “mistero” che porta i calabresi a farsi rappresentare da Salvini in Parlamento!

I NUO


OVI DEPUTATI CALABRESI

OVI SENATORI CALABRESI

L’esito del voto

I NUOVI DEPUTATI CALABRESI

A fianco ecco i volti dei nuovi parlamentari calabresi: Elisabetta Barbuto, Pino D’Ippolito, Federica Dieni, Francesco Forciniti, Alessandro Melicchio, Massimo Misiti, Dalila Nesci, Anna Laura Orrico, Paolo Parentela, Francesco Sapia ed Elisa Scutellà (Movimento 5 Stelle); Francesco Cannizzaro, Roberto Occhiuto, Jole Santelli e Maria Tripodi (Forza Italia); Wanda Ferro (Fratelli d’Italia); Domenico Furgiuele (Lega); Antonio Viscomi e Enza Bruno Bossio (Partito Democratico); Nico Stumpo (Liberi e Uguali).

I NUOVI SENATORI CALABRESI

Sotto i volti dei nuovi senatori calabresi: Rosa Abate, Giuseppe Auddino, Margherita Corrado, Bianca Laura Granato, Nicola Morra e Gelsomina Vono (Movimento 5 Stelle); Giuseppe Mangialavori e Marco Siclari (Forza Italia); Matteo Salvini (Lega); e Ernesto Magorno (Partito Democratico).

I soldi che muovono i voti e tutte l’altre Stelle

S

LIDIA ZITRA

e la preda muore, muore anche il predatore. Questo lo sa bene chi amministra beni, energia, finanze a livello internazionale. L’Italia – intesa come stato centrale – lo sa. Lo sa anche l’Europa, che sul colonialismo ha fondato la sua potenza economica internazionale. Quando le sardine diminuiscono, i pesci più grossi iniziano a morire di fame. Noi siamo le sardine d’Italia. Abbiamo letteralmente dato la nostra carne a questo Stato, che se l’è pappata tutta di buon grado, e continua a sbranarci non tanto lentamente. Se al Nord votano seguendo i precisi interessi politici e finanziari, al Sud questa possibilità è negata: sempre più confuso su quale sia la rotta migliore da seguire, convinto di non avere risorse e quindi interessi economici peculiari, del tutto differenti da quelli dell’Italia. È stato detto che l’exploit di voti per il Movimento 5 Stelle corrisponde ai confini geografici del Regno delle Due Sicilie, ma questo è avvenuto perché l’ex Regno delle Due Sicilie è la colonia, il banco di sardine, la tasca di voti a cui tutti attingono. Se ci fosse aria di “voto di protesta”, se ne sarebbe parlato nelle strade, nelle piazze, nelle famiglie. Ma nulla. È come se silenziosamente i nostri amici, parenti, vicini, fossero strisciati fuori di casa a votare vergognandosi di farlo. Nessuno, ma proprio nessuno al Sud ha sostenuto o sostiene che il M5s sia un’ancora di salvezza per il meridione. La campagna elettorale in sordina, sui social e tramite messaggistica, ma niente slogan per strada, niente evangelizzazioni porta a porta, come se al M5s non interessasse poi tanto andare a governare, né che i meridionali vogliano essere governati dai pentastellati. Dopo le votazioni neanche un dibattito, una discussione, come non fosse una cosa che ci riguarda. Attratti dalla promessa del reddito di cittadinanza? Può essere, di certo avrà pesato, anche se non è una misura pensata per il Sud. Ma anche fosse, il Nord non vota la Lega per tenere basse le assicurazioni auto, i ticket sanitari e avere agevolazioni fiscali? Non è stata quella la discriminante. Una cosa è certa: se mezzo paese vota in blocco, quei voti sono “telecomandati”. E se si potessero avere i grafici delle elezioni dei vent’anni precedenti, si noterebbero esattamente gli stessi confini. Non è davvero la prima volta che il paese si spacca in due in questo modo. Fa c o m o d o vederla così?

La lezione di Casaleggio non è andata persa. Chi vuole leggere questo voto come un risveglio del Sud, una protesta, forse è molto giovane o molto ingenuo, o in malafede. Il Sud ancora non ha ripreso i sensi dopo le botte che ha preso dal Piemonte nel 1861, ed è andato a votare in modo ottuso, come sempre ha fatto. Se il Sud si fosse svegliato davvero, come sostengono alcuni, alle urne non ci sarebbe proprio andato, o da qualche parte sarebbe sbocciato un partito, un movimento, in grado di inglobare le diverse istanze in modo coeso. Senza contare che questo risveglio, questa presa di coscienza, questo voto di protesta, sarebbe potuto avvenire anni or sono, specie in occasione delle elezioni europee. Così non è stato, e non sarà. Gli insulti che piovono in questi giorni sono perfettamente spiegabili: da un lato i demokrat screditano uno dei loro più ostici avversari, dall’altro si getta fango sul Sud. Due piccioni con una fava. Prevedibile ma non per questo meno amaro da mandare giù. Se però il Sud si trova tanto infastidito da questi insulti, non sarebbe arrivato e passato il momento di far valere la propria forza di cibobase degli oceani, e orientarsi politicamente in modo da averne un vantaggio diretto? Opinioni, proposte e attività ce ne sono già da molti anni, alcune delle quali sensate. Se il Sud volesse cessare di essere manipolato a piacere, forse dovrebbe pensare a una scelta seria e definitiva. Altrimenti teniamoci il fango. Entrambe le cose sono troppo pretendere.


11 MARZO - 08

R

attualità www.larivieraonline.com

Nonostante i provvedimenti da parte del Ministero dell’Interno, la piaga della criminalità organizzata continua a colpire i nostri comuni. Eppure la partecipazione cittadina potrebbe rappresentare una soluzione...

Urban center: Antidoto alla metastasi della criminalità organizzata “Siamo in un periodo di transizione importante per la storia politica del nostro Paese. Il Movimento 5 Stelle ha dimostrato di poter fare a meno delle ideologie”

“L’ultima tornata elettorale ha dimostrato che la Pubblica Amministrazione ha scarsa considerazione di un punto cruciale nell’organizzazione sociale: la sicurezza urbana”

Domenico Santoro, architetto e dottore in Pianificazione Territoriale, ha presentato a Siderno il suo libro “La Partecipazione cittadina ci libera dalla corruzione politica”, saggio che indaga le cause del collasso delle Istituzioni e indica nella partecipazione uno strumento di uso responsabile delle risorse. Spiegata l’importanza della costituzione di un Urban Center nella Locride durante la presentazione, Santoro ci ha raggiunto in redazione per approfondire altri punti del suo studio. Già nel titolo del suo saggio afferma che la partecipazione è lo strumento più efficace contro la corruzione. Gli strumenti tradizionali sono dunque obsoleti? Nella quasi totalità dei casi. Stiamo vivendo un momento storico in cui le Prefetture si interrogano sempre più spesso sul proprio operato nei comuni commissariati. Si sono infatti rese conto che, anche dopo due o tre interventi, le metastasi della criminalità organizzata che ammorbano la Pubblica Amministrazione non si ritirano, ma anzi, spesso, si diffondono. Qual è la causa, secondo lei? Innanzitutto l’ostinazione dei commissari a non aprirsi alla società civile e il loro limitarsi a traghettare il Comune da un periodo A a uno B senza revisionare le normative. La partecipazione, dichiara nel suo libro, è indispensabile anche nell’uso corretto delle risorse ambientali. In che modo? L’ultima tornata elettorale ha dimostrato che la Pubblica Amministrazione ha scarsa considerazione di un punto

cruciale nell’organizzazione sociale, che pure potrebbe costituire la chiave di volta utile a far rimanere i giovani nel territorio di appartenenza. Mi riferisco al concetto di sicurezza urbana che, nel caso di un territorio a bassa densità abitativa come quello della Locride, si trasforma per estensione in sicurezza rurale. Questa tipologia di sicurezza fa riferimento non soltanto alla salvaguardia del bene ma anche dell’operatore che ne usufruisce, ma se in ambiente urbano è facile individuare un guardiano che garantisca la sicurezza, in ambiente rurale l’agricoltore non riesce a usufruire allo stesso modo del servizio collettivo e, sentendosi solo, comprende ben presto che la sua unica possibilità di sopravvivenza è stringere un accordo con la criminalità. In che senso? Se l’agricoltore non viene raggiunto dall’occhio vigile del guardiano collettivo l’unica possibilità che ha di minimizzare l’attacco mafioso è trovare un accordo. In ambiente urbano il problema è meno evidente perché è la collettività stessa ad assumersi il compito di prestare il servizio di sicurezza. Il fatto che la collettività sappia che un edificio è ubicato in un determinato luogo della città è sufficiente a salvaguardarne la sicurezza, ma in ambiente rurale non può essere la stessa cosa, così come non lo sarà per i fabbricati non permanenti. Ecco perché i lidi sono presi di mira ciclicamente, in primavera. Appurato ciò sta a noi mettere a disposizione anche di questi operatori gli strumenti utili a prevenire l’insorgere di queste evenienze. Dobbiamo affiancare loro un guardiano capace affinché possano liberarsi, e ciò può essere possibile solo mettendo a disposizione di tutti delle norme precise. Questo discorso è valido anche per gli amministratori locali? Soprattutto per loro. Quando la Regione comunica a un sindaco la sostituzione del Piano Strutturale Comunale con il Piano Regolatore Generale, lo sta consegnando

LA SETTIMANA

nelle mani della criminalità organizzata perché, convinta di semplificare le normative, sta rimettendo in vigore regole che la mafia era già riuscita a conquistare. Il fatto stesso che si continuino a utilizzare strumenti come l’Albo Pretorio, che non aggrega le informazioni rendendo complicata la consultazione dei progetti da parte della società civile, crea grandi difficoltà. Il principio di trasparenza, infatti, viene rispettato, ma la collettività non capisce i progetti, se non li capisce non li può controllare e se non li può controllare essi saranno più vulnerabili alle turbative. Il metodo più efficace di evitare questa impasse è superare la democrazia elettiva. Le Elezioni Politiche hanno mosso un passo in questa direzione? Siamo indubbiamente in un periodo di transizione importante per la storia politica del nostro Paese. Il Movimento 5 Stelle ha dimostrato di poter fare a meno delle ideologie politiche tradizionali, ma non ha ancora le qualità necessarie a sostituire la destra e la sinistra, soprattutto nelle loro variegate filosofie. Questo processo si evolverà nel tempo attraverso una più attiva partecipazione, che non necessariamente deve essere in conflitto con la democrazia elettiva, ma deve traslare le decisioni al di fuori delle assemblee, che devono essere squisitamente consultive e terminare con un resoconto scritto e controfirmato da tutti i partecipanti, affinché il politico, che avrà sviluppato un linguaggio semplice, in grado di raggiungere anche lo scemo del villaggio, possa prendersi la responsabilità di andare a favore o contro il risultato del confronto. Ma l’esito del voto non potrebbe essere uno sfogo di popolo, che rende il M5S una sorta di palliativo ai difetti della politica tradizionale? Non credo, anche perché i cittadini, con questo voto, hanno dimostrato di voler fare a meno delle ideologie, le stesse per cui, in seguito al secondo conflitto mondiale, il comunismo fece accettare al popolo il compromesso di vivere in un ambiente inquinato pur di avere un posto di lavoro, un’idea che purtroppo è di drammatica attualità ancora oggi a Taranto: sono costretti a scegliere se morire in un modo o nell’altro, e non credo che oggi il cittadino debba essere messo dinanzi alla scelta se morire di lavoro o ambiente. Mai come in questo caso, comunque, il risultato elettorale è parso influenzato dalla realtà virtuale. Molti problemi contestati dagli elettori sono quelli messi in evidenza dai social network che, nella vita reale, difficilmente si noterebbero… Vero. Le nuove tecnologie sono parte sempre più integrante della società, eppure il processo decisionale non dovrebbe mutare. Che l’assemblea partecipativa si svolga in un luogo fisico o in una piazza virtuale, la cosa fondamentale è che si mantenga la terzietà. Se una o l’altra parte a confronto percepiscono che il moderatore patteggia per la parte avversa l’assemblea non vale più, non serve più. Altro schema da sovvertire sono le assemblee in cui i politici partecipano mantenendo il proprio ruolo istituzionale. Essi devono invece ascoltare come cittadini e dire la loro senza informare relativamente al lavoro condotto dall’amministrazione. L’informazione dei cittadini deve avvenire nelle assemblee informative, mentre in quelle partecipative si deve essere già informati, altrimenti non si può partecipare. Jacopo Giuca

È stata la senatrice calabrese con l’incarico più breve della storia. Ci riferiamo a Tilde Minasi, candidata al Senato per la Lega in Calabria, già pronta a festeggiare lunedì sera prima che l’esito dello spoglio di tutte le schede facesse sì che venisse scavalcata dal suo capolista Matteo Salvini.

Un fulmine a ciel sereno ha colpito questa settimana il Siderno Calcio, costretto a subire la defezione improvvisa di ben tre calciatori parte della rosa. Un duro colpo, sul quale la società non è voluta entrare nei dettagli, che mina le possibilità di continuare ad alti livelli il campionato di Eccellenza.

È stata finalmente espletata la gara per la costruzione del palazzetto dello sport di Siderno, che sorgerà a poca distanza dal Centro Polifunzionale in un’area oggi abbandonata. Con l’aggiudicazione dei lavori da parte della ditta Parisi si raggiunge un’obiettivo che si inseguiva da dodici anni.

Nonostante qualche ritardo, si può dire ormai raggiunto l’obiettivo raccolta differenziata prefissato dall’Amministrazione Maesano, a Bovalino. La complicata lotta per la pulizia della città, in stato di emergenza da anni, sarà ufficialmente vinta domattina, quando spariranno i cassonetti dalle strade.



11 MARZO - 10

R

Questo spazio è riservato a te. 1200 battute per lamentarti o complimentarti con noi, fare segnalazioni, raccontarci le tue esperienze, potrai inviarci foto degli scorci del tuo paese o video se hai un talento nascosto. Saremo lieti di risponderti pubblicamente, daremo voce al tuo pensiero e ti daremo visibilità sui nostri social. Sii parte integrante di questa realtà

scrivici

Un sidernese si aggiudica il Torneo Nazionale di Tennis Under 12

Il tennis juniores riserva una grande soddisfazione al mondo sportivo sidernese. Questa settimana, infatti, il giovanissimo Alessio Pergola si è aggiudicato il Torneo Nazionale di Tennis Under 12 svoltosi a Benevento. Parte dell’Accademia del tennis di Reggio Calabria, Alessio ha superato tante giovani promesse come Giulio Verdini, Jacopo Vasamì e Francesco Pallavanti, prima di battere in finale il campano Luigi D’Alisa per la gioia dei genitori. Grande soddisfazione, ovviamente, anche per i maestri Francesco Commisso e Martine Bellè, che seguono da sempre con grande professionalità le capacità tennistiche di Alessio e credono fermamente nelle possibilità del giovane atleta.

Memoria Questa volta, non si tratta della quercia caduta, alla quale si vuol rendere omaggio, è qualcosa di molto più grande il bene realizzato, con le opere durante la sua vita. Non un poco di ombra, ha dato con il lavoro, ma tanta luce e calore a tutte le persone da lui beneficate. Sempre sorridente, umile, non negava il suo aiuto a chi glielo chiedeva, ed erano in molti. Con noi, nel gruppo, pronto, come medico, nelle necessità anche sacrificando il raro momento di svago! Tra i primi, ora ha affrontato, dopo lunga dolorosa malattia, e tante sofferenze, sopportate cristianamene, l’ultimo viaggio. Non si muore quando si vive nell’affettuoso ricordo, di tutti gli amici! Amicizia è pace

www.larivieraonline.com

larivieraonline@gmail.com

IN RICORDO DI NINO BOVA

Ninuzzo era un uomo timido… Ha servito con amore e onestà Roccella e la sua comunità senza mai guadagnarci qualcosa che non fosse il rispetto delle persone.

Ninuzzo era un uomo timido, schivo, riservato. Per questo ho cercato di ringraziare uno ad uno tutti quelli che ci hanno scritto privatamente, come avrebbe voluto lui. Ma sento il dovere di ringraziare anche pubblicamente, perché qualcuno potrei averlo dimenticato e lui questo non me lo perdonerebbe. Nino non avrebbe MAI dimenticato di ringraziare qualcuno, perché come ci avete scritto in tanti era un galantuomo. Uomo leale, onesto, di principi e di comportamento retti, soprattutto nei rapporti con gli altri. A volte litigavamo per questo, io giovane impulsivo innamorato come lui della politica magari mi lasciavo andare a commenti pesanti su qualcuno, lui subito mi riprendeva, "Dome dassa futtiri, non ne vale la pena". La politica fatta con passione e disinteresse, l'amore per Roccella, la Locride. Da ragazzo pensavo ci avesse rubato un padre questa maledetta politica, poi guardavo lui commuoversi per suo padre morto giovane, anche lui poco presente e iniziavo a capire che questa politica doveva essere qualcosa di enormemente importante. Ha servito con amore e onestà Roccella e la sua comunità senza mai guada-

gnarci qualcosa che non fosse il rispetto delle persone. Per questo ci lascia una eredità enorme e pesante, fatta di valori oggi quasi scomparsi, di attenzione per il prossimo nel silenzio. Per questo sono certo oggi Ninuzzo un po' s'incazzerà nel vedermi scrivere pubblicamente queste cose, ma lo faccio per Giulia, mia figlia, perché possa un giorno capire che uomo enormemente bello fosse il suo Nonno Nino che per lei era completamente impazzito. Da quando era nata mi ripeteva "Ora che sei padre capirai tante cose" sospirava e

si perdeva a guardare un punto fisso e riflettere. Noi abbiamo perso un padre amorevole, un marito premuroso, un nonno straordinario, ma so che ognuno di voi ha perso qualcosa di unico e raro. Anche se Ninuzzo con una risata e una pacca sulla spalla vi avrebbe detto "Va va, non mi chiacchiarijari..." presi il giornale, i suoi fogli e l'agendina si sarebbe allontanato prima di sentirsi elogiare, perché mio padre era così. Ci mancherai papà. Domenico Bova

LA TESTIMONIANZA

I miei 74 giorni a Villa Vittoria Ha trionfato il “mandiamoli a casa”Il rapporto che si è instau-

rato tra me ed il Dott. Giuseppe Curinga ha assunto da subito i caratteri della condivisione di intenti e obiettivi da raggiungere-traguardi fondamentali-atti ad affermare e temprare la mia già provata psiche, debilitata dagli eventi di cui mio malgrado sono stata protagonista. Ciò che distingue il Dott. Curinga è la sua capacità di instillare tranquillità interiore. Ha fatto in modo che io diventassi la tenace cacciatrice della mia identità…riuscendoci splendidamente. Ha saputo trasformare il timore in coraggio, ha debellato l’insicurezza di cui io ero afflitta, mutandola in certezza di voler continuare prepotentemente con tutto il fervore di cui necessita qualunque patologia per essere vinta! Nella Clinica , Egregiamente diretta dal Dott. Domenico Curinga, ho trovato

molto di più di quanto io mi potessi aspettare: personale altamente qualificato, professionalità, assistenza adeguata di altissima qualità, umanità nel trattamento di terapie che avrebbero potuto implicare sofferenza…ecco ho avuto l’opportunità di saggiare la compe-

tenza adeguata a far si che il dolore non fosse più il problema, ma solo l’ ipotesi che si conclude con la tesi di soluzione definitiva: la scomparsa della causa patologica. Ringrazio di cuore il Terapista Marco Arone, che mi ha seguita durante il tragitto riabilitativo. Ha svolto un lavoro

ANTONIMINA: CONSEGNATI GLI ATTESTATI DI PARTECIPAZIONE AL CORSO PER OPERATORE TERMALE Nella giornata di mercoledì, ad Antonimina, sono stati consegnati gli attestati di partecipazione al corso di formazione per operatore termale organizzato da FederImprese ItaliaCalabria. Hanno partecipato ventidue giovani, quasi tutti del nostro comprensorio, ai quali sono state consegnate le targhe da parte di Mariella Costantino, Presidente di FederImpresa, Francesco Macrì, Presidente delle “Terme di Antonimina” e il primo cittadino di Antonimina Luciano Pelle.

essenziale incoraggiandomi con l’umiltà nobilitante che alberga nei Grandi (quelli veri). Per concludere- senza alcuna pretesa di essere ritenuta una persona Aulica (gli Aulici, quasi sempre tediano)- vorrei esprimere a tutti voi,( Segretari, Cuochi, Operatori O.S.S. , Infermieri, Terapisti, Staff Medico) che, nonostante le complicazioni politico-burocratiche, che condizionano la fluidità del nostro Servizio Sanitario Nazionale, svolgete al meglio il vostro lavoro, la mia gratitudine. Orgogliosamente affermo che rappresentate le vere eccellenze, gli eroi della nostra Sanità. Vi ringrazio vivamente: mi avete donato la voglia di continuare a sorridere e credere! “Grazie” è un abbraccio tramutato in parole… la ex paziente Sara Panetta

IL RICORDO CARMELA NAZARIO

Con il tuo amore avresti dato ancora tanto… Non esiste un giorno in cui noi non sentiamo la tua mancanza e ricordando il tuo sguardo, si nascondono tante emozioni. Con il tuo amore avresti dato ancora tanto e tanto avresti ricevuto; quello che hai lasciato riempie ancora i nostri cuori. Tu, Carmela, resterai per sempre viva nei nostri cuori, nei nostri ricordi e nei nostri pensieri. Un abbraccio dalla tua famiglia e dai tuoi carissimi amici… sarai per sempre con noi! Ciao Carmela, dalla tua famiglia





11 MARZO- 14

R

rubriche www.larivieraonline.com

CALABRESE PER CASO

LO ZIBALDONE

Ha trionfato il “mandiamoli a casa” Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori. Non nascondo che non rappresentandomi in alcuna denominazione ho rischiato di essere vittima di una crisi esistenziale. Per fortuna che, poi, come nota caratterizzante degli italiani si è aggiunto l'essere commissario tecnico della nazionale e l'essere opinionista, vale a dire un commentatore qualificato come si ritiene il tuttologo Sgarbi, il prode paladino attorniato da capre. (Fermo restando che paladino può anche significare spazzino - nessuna offesa agli operatori ecologici - ritengo che siano sempre meglio le capre che le belanti pecore). Pur non ritenendomi un politologo, essendo semplicemente uno che osserva ma non ha alcuna intenzione di esprimere giudizi, desidero esternare una personale considerazione sull'esito delle votazioni del 4 marzo e non dimenticando che, per esigenze editoriali (il pezzo deve essere consegnato entro il mercoledì), farò riferimento alla odierna situazione. Per la prima volta abbiamo sentito da Rosati ammettere la sconfitta del PD. Eravamo abituati, infatti, a politici che, arrampicandosi sugli specchi, pur ammettendo una flessione concludevano “però l'incremento dello 0,2 a... dimostra che il cittadino nel momento in cui riesce a recepire la bontà della nostra proposta, ci accorda fiducia”. A perdere è anche il redivivo Silvio Berlusconi. Insieme ai grillini, trionfa la Lega di Matteo Salvini che col 18 per cento vince il duello interno con Forza Italia e diventa primo partito del centrodestra. Salvini si conferma l’uomo della nuova Lega: colui che ha trasformato il Carroccio da partito regionalista a forza nazionale. Ad ogni elezione sfonda sempre un pochino più a Sud. Inizialmente aveva puntato la sua ruspa contro il cerchio magico di Bossi, riuscendo a strappargli le redini del partito, adesso ha indirizzato la ruspa contro il centrodestra, demolendo Berlusconi e diventando il leader indiscusso. Vince la sua xenofobia, forte in un Nord che chiede sicurezza contro l’immigrazione. (Venuta meno la leadership di Berlusconi e, di conseguenza, la maniacale fissazione per un verbo, credo che non ci sarà un governo di... scopo). Il M5S intercetta il voto del ceto medio impoverito, dei giovani senza futuro, di chi appartiene alla categoria dei disoccupati ma anche a chi appartiene alla categoria dei lavoratori poveri cioè a coloro che, pur avendo un'occupazione, si trovano a rischio di povertà e di esclusione sociale a causa del livello troppo basso del loro reddito, dell'incertezza sul lavoro, della scarsa crescita reale del livello. Un segnale di discontinuità contro un establishment ormai screditato agli occhi dei cittadini. Ha trionfato il “mandiamoli a casa”. Anche se il Movimento, nelle ultime settimane, sta avendo una metamorfosi. A Locri abbiamo ascoltato Di Battista. Il Movimento 5 stelle non vuole apparire una forza soltanto del “vaffanculo” ma responsabile e con un progetto credibile. Nei prossimi giorni avremo le idee più chiare. Per il momento consoliamoci con un adagio della saggezza popolare. Dicono che per vedere l'arcobaleno... sia necessaria la pioggia. Tonino Carneri

L’Italia (e l’Europa) popolare, populista, sovranista o cos’altro? ffrettandoci a chiudere il cerchio sul 4 marzo abbiamo in molti ritenuto più sinteticamente utile credere che in Italia abbia vinto “il” populismo. Eppure questa convinzione non è molto corretta. Sarebbe più esatto dire che ha avuto la maggioranza “un” populismo su altri populismi. Sarebbe, infatti, intellettualmente onesto, prim’ancora che politicamente corretto, affermare che sia la coalizione di centrodestra che la sinistra nel suo Centro mancato o nella rappresentazione fiabesca e romantica del suo estremo, hanno ricercato argomenti populistici ai quali ricondurre una possibile aspettativa di consensi. La verità che emerge, e che ha reso vincente uno di questi, è che alla fine è prevalso quello che è riuscito a promettere ciò che in molti si aspettavano e a dire ciò che i propri sostenitori, e non solo questi, volevano ascoltare e sentirsi, appunto, promettere. Con un risultato: che i presunti analisti e gli stessi media del mainstream editoriale hanno volutamente surclassato la dimostrazione della poca conoscenza dei fatti da parte dei diversi leader - saggiamente celatisi dietro happening e proclami di circostanza - valorizzando ogni possibile semplificazione di questioni che avrebbero richiesto invece approfondimento, esposizione di idee chiare e risolutive, capacità di presentare soluzioni percorribili e misurabili. È stato così per le politiche occupazionali semplificate, ad esempio, in una promessa di redditi di cittadinanza quali ammortizzatori sociali di un’inerzia non più sostenibile delle regioni più deboli del Sud del Paese prorogando, se non incentivandola nuovamente, l’impossibilità di una crescita futura. È stato così anche per l’idea di Europa, argomento di non poca rilevanza se non strategicamente vitale per la sopravvivenza politica ed economica degli stessi Stati europei. In questo teatro, apparentemente tutto italiano, vi è anche chi ritiene che a vincere sia stato un sentimento sovranista post-nazionalista e antieuropeista di cui andrebbero chiariti i termini o le promesse. Ora, che il populismo europeo sia una reazione al dirigismo dell’Ue e delle sue élites questo è certo. Tuttavia, credere che il sovranismo sia la chiave di volta per ridefinire i modelli di relazioni politiche ed economiche continentali in termini di competitività è un esercizio di alchimia ideologica condotto a ritroso, certo non impossibile come visto, ma pericoloso per due ordini di motivi. Il primo, perché il populismo in sé non è una soluzione da progetto, ma un contenitore estemporaneo di aspettative disattese, di richieste di maggior partecipazione del popolo alle decisioni e alla vita politica, tutte eterogenee nella loro manifestazione, seppur ricondotte ad una unità per

A

mezzo della figura di un leader che ne diventa il catalizzatore. Il secondo, perché il populismo ha bisogno di una figura chiave che sia capace di esaltare demagogicamente le classi popolari usando un linguaggio che è consono alle classi stesse, spesso aggressivo o addirittura elaborando - mutuandoli da esperienze storiche passate - messaggi con simbologie o nomi il cui significato completo a volte sfugge, soprattutto nelle conseguenze. Ora, non vi sono dubbi che la visione tecnocratica dell’Unione Europea abbia dato molto carburante alla fronda antieuropeista. Così come l’euro, strumento monetario messo in campo quale via verso l’unificazione politica, si è trasformato piuttosto che in un veicolo di unità e di costruzione di ricchezza condivisa, in una sorta di discriminatore tra Stati-partners più capaci e meno capaci, tra economie nazionali di serie A e di serie B. Essere sovranisticamente… populisti, insomma, di fronte a ciò potrebbe anche essere ragionevole. Ma il rischio di un sovranismo senza Europa è quello di trasformare l’idea di nazione e l’idea di popolo in una sorta di categorie politiche senza più un’anima dal momento che il ripiegamento su se stesse le condannerebbe alla marginalità. La battaglia populista, infatti, quanto quella sovranista si trasforma, in questo modo, in serva di coloro che guardano all’unità continentale come ad una minaccia agli interessi globalisti. Infatti, se è solo marginalmente riuscito il tentativo delle élites finanziarie di penetrare lo spazio politico europeo attraverso governi compiacenti, esecutivi Macron e Merkel esclusi, di certo l’uso strumentale di movimenti di opposizione diventa il male minore e la migliore strategia per raggiungere definitivamente un obiettivo di frammentazione dell’unità europea per riuscire a ottenere comunque due risultati. Il primo, distrarre l’opinione pubblica offrendole argomenti per convincersi di essersi riappropriata del proprio destino attraverso la rivoluzione populista. Il secondo, nel tentare di governare il processo di disgregazione per annichilire il concorrente e azzerarne le capacità economiche, tutelando solo coloro i quali sono più lealisti al nuovo modello economico globale. Come arginare, quindi, il populismo? La risposta sarebbe possibile ma richiederebbe sia un esercizio di sostituzione semantica che di pensiero recuperando il concetto di popolarismo questa volta letto in chiave sovranamente europeista e non sovranisticamente, quanto populisticamente, antieuropeista. Ovvero, un sentimento di Europa che miri a modificare completamente gli assetti tecnocratici del progetto unionista elitario per giungere a una Europa dei popoli europei prim’ancora che delle nazioni. Giuseppe Romeo

I BRIGANTI

x x

Grazie al voto il regno è rinato! E chi se lo aspettava? Dopo 157 anni rinasce il Regno delle due Sicilie, che addirittura si espande guadagnando Sardegna e Marche. Chiunque può accedere alla rete e andare a guardare come si prospetta lo stivale dopo il voto, è inutile negarlo: è rinato! Non è stato Carlo di Borbone, ultimo discendente della famosa dinastia, ma Beppe Grillo che, solcando e sfidando le correnti dello stretto, già in passato ci aveva dato prova della sua forza e perseveranza. Chi può mettere in dubbio la tenacia del movimento? In questi anni si è battuto come pochi per scoperchiare le malefatte della vecchia politica italiana, e a poco a poco ha ottenuto il consenso di quel popolo che fino ad ora non ha visto altro che promesse mai mantenute, proferite da ascari, che altro scopo non hanno avuto se non compiacere alcuni e mantenere i privilegi della casta. Il sud ha visto nei 5stelle un'ancora di salvezza, e non un reddito di cittadinanza, come qualche lurido vuole sostenere, senza ricordarsi che già ci aveva pensato qualcun altro a regalare elemosine da 80 euro. Non volendo, grazie a questa tornata elettorale si è svolto un referendum in incognito, che vede il sud per la prima volta vincente, perché unito! Quando mai era successo? Dal 1861 siamo di nuovo un Popolo, e questo crede che il cambiamento sia ciò di cui abbiamo bisogno. Sono convinta che questo sia un momento importante per noi, per prendere coscienza che insieme possiamo guardare al miglioramento, alla salita. E chissà magari tra 5 anni potremo finalmente votare per un partito che rappresenti il sud e la sua affermazione. Ad maiora semper! Brigantessa Serena Iannopollo


GIUDIZIARIA

CONVERSANDO

Il “gioco” delle Mafie

Il vino celebrato dai proverbi “Il vino rosso fa buon sangue!”. O anche il conveniente riadattamento: “Un bicchiere di vino al giorno leva il medico di torno!”. Chi di noi non ha mai sentito recitare questi proverbi “salutisti” che celebrano la millenaria bevanda?! Salute e buonumore viaggiano a braccetto e non possiamo non menzionare alcuni detti come: “Un'aria di fuoco e una cantina fanno bene alla sera e alla mattina” o “Il vino non è buono se non rallegra l'uomo!”. Oppure “Non ti mettere in cammino se la bocca non sa di vino!”. Indubbiamente la sintesi preferibile è: “L'acqua fa male e il vino fa cantare!”. E poi ci sono i “meteorologici” che richiamano date precise del calendario o i mesi dell'anno: “A San Martino ogni mosto diventa vino!”, “Se piove per San Michele si riempie il paniere, se piove per San Pietro l'uva gli va dietro!”, “Pioggia d'Aprile ogni goccia un barile!”. O anche "Neve marzolina addio la cantina!”. Esistono, inoltre, quelli “filosofici”, un altro pasciuto gruppo di sagaci metafore popolari che mirano a rivelare le verità fondamentali dell'esistenza umana: “Nella botte piccola ci sta il vino buono!”, “Non puoi avere la botte piena e la moglie ubriaca!”. O “Il vino di casa non ubriaca!”. Ricordiamo poi i “moralisti” : “In vino veritas!”, “Pane al pane e vino al vino!”, “Per fare un amico basta un bicchiere, per mantenerlo non basta una botte!”. O ancora: “Chi non beve in compagnia o è un ladro o è una spia!”. Potremmo annoverare anche detti dai toni “ammonitori” i quali puntano il dito verso il bevitore di vino mettendolo in guardia dal rischio di un consumo eccessivo della bevanda: “Chi beve tutto è sempre all'asciutto!”, “Il pane finchè dura ma il vino su misura!”. O “Gioco, donne, fumo e vino portano l'uomo al lumicino!”. Per finire citeremo proverbi “apocalittici” che condannano gli astemi augurando loro immani supplizi: “A chi non piace il vino Dio tolga l'acqua!” o il classico “Benedetto Noè che piantò la vigna e a chi non piace il vino venga la tigna!”. La saggezza espressa in maniera tanto persuasiva quanto sintetica di questi e altri detti popolari, che si tramandano di generazione in generazione, fanno intuire quanto il nettare di Bacco sia parte viva e integrante delle tradizioni di molte popolazioni, “me lo ha detto il vino, e il vin non erra” (Emilio Praga). Sonia Cogliandro

FRUTTI DIMENTICATI

Ulivo Mussu i Corvu L’ULIVO LORICATO OLEA EUROPAEA L.

Tale varietà di ulivo, rarissimo era sporadicamente presente sia nelle Badie di Ferruzzano, che in quelle di Caraffa del Bianco, dove fra l’altro esistevano svariati monasteri, di cui c’era memoria fra i vecchi di Ferruzzano, del monastero di S.Nicola, mentre sempre nel comune di Caraffa, esisteva un monastero dedicato a S.Giorgio, nella contrada indicata come S.Giorgio, dove nell’ex proprietà Sculli, agli inizi degli anni sessanta del 900, mentre si procedeva allo scavo per le fondazioni di una casa rurale, emersero dei manufatti di periodo bizantino. Nell’Apprezzo , per il 1707, dei beni appartenenti ai Carafa, nel territorio di Bianco , a cui Caraffa apparteneva, assieme a Casignana, pubblicato da Domenico Romeo, si fa riferimento anche al monastero di Cari Carini, a ridosso dei confini tra il territorio della baronia di Bianco e quello del ducato di Bruzzano; infatti con le leggi eversive della feudalità dell’agosto del 1806, per iniziativa di Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, nacquero i comuni e così l’ex Ducato di Bruzzano perse parte del suo territorio e nacque ad est il comune di Ferruzzano, mentre ad occidente perse il territorio di Casalnuovo, che divenne frazione d’Africo, che prima era casale di Bova. Ebbene a poca distanza dal monastero di S. Nicola, il cui tracciato esisteva fino alla fine degli anni cinquanta nella proprietà del defunto ingegnere Pietro Sculli, ora appartenente alla famiglia Mollica di Casalnuovo di Africo, esistevano degli ulivi monumentali della varietà Mussu i Corvu, inceneriti da un immane incendio scoppiato negli anni settanta del 900. A giudicare dal diametro che superava abbondantemente 1,5 mt, essi erano millenari, ma della stessa varietà esistono ancora pochissimi altri esemplari a ridosso della frazione Saccuti, abbandonata, a Ferruzzano. Il più notevole, dal diametro di metri 2,47 esiste nella proprietà del dott. Pasquale Cristiano, mentre a poca distanza si stagliavano maestosi, su una ceppaia di circa cinque metri di diametro, tre piante monumentali( quindi che superavano un metro di diametro), inceneriti da una persona senza cervello, che in pieno solleone , a luglio, cominciò a bruciare delle sterpaglie. Nella stessa zona esistono pochi altri, tra cui un gruppo di tre, monumentali, che vivono sul ciglio dell’antica strada che portava a Bruzzano Vetere. Un altro esemplare, monumentale, vive isola-

to, in una piccola piazza nella frazione Baracche, abbandonata , sempre di Ferruzzano. Al di fuori dei sopradetti territori è assolutamente impensabile trovare esemplari della suddetta varietà, che senza dubbio sarà stata introdotta sul territorio, forse dai monaci basiliani o comunque dai bizantini, considerando che gli esemplari più antichi , possono tranquillamente superare i mille anni di età. Il motivo per cui la varietà non fu diffusa, non si può conoscere, ma probabilmente essa non fu ritenuta una varietà interessante o di valore, per cui rimase solo appannaggio di poche persone; infatti essa è frammista alle Geracesi, che sono assolutamente prevalenti, ma che evidenziano, con il diametro dei loro tronchi un’introduzione più recente nel territorio. Le piante della varietà Geracese più antiche, a giudicare dai tronchi notevoli, sono presenti in numero consistente, dentro l’abitato, anche se in periferia, di Ardore Marina, nella proprietà del barone Francesco Macrì di Locri ; essi rappresentano addirittura un piccolo parco di ulivi monumentali, per cui il dott. Giuseppe Grenci, sindaco di Ardore, ha espresso l’idea di trasformare l’area in un parco della biodiversità, aggiungendo agli ulivi secolari, le essenze rare del territorio. Ritornando alla Mussu i Corvu, essa si ammala con facilità di rogna, per cui bisogna prestare molta attenzione quando si potano gli ulivi, a non utilizzare gli attrezzi di lavoro, prima utilizzati per potare piante ammalate, senza prima sterilizzarli al momento di lavorare, perché altrimenti, l’infezione si propaga con celerità, dall’attrezzo contagiato. Nello stesso tempo buona parte delle olive cadono in agosto, in presenza di un’annata siccitosa, però le olive rimanenti, quando maturano, risultano dolci e quindi erano utilizzate per essere preparate al forno, nonostante fossero più piccole rispetto alle tonde, più adatte per tale uso. La particolarità più evidente di tale varietà, è costituita dal tronco, che appare loricato in maniera meno regolare di quanto può essere il tronco del pino loricato del Pollino, che ricorda in modo più evidente la corazza o lorica dei legionari romani. Le foglie apicali di tale varietà sono state consegnate, al pari di altre varietà minori del territorio, alla dott .essa Samanta Zelasco del Crea di Cosenza, e pare, dalle analisi molecolari, che essa sia unica o al massimo incrocia con le caratteristiche di varietà anche esse ignote, della costa ionica reggina. Orlando Sculli

Sono dell’Uil alcuni dei dati più affidabili sulla disparità sul lavoro tra maschi e femmine. Dati che l’AdnKronos ha definito: “un epitaffio alla parità di genere sul posto di lavoro”. Ha trionfato il “mandiamoli a casa”Dal sito della Uil (atti del convegno, pag.2) apprendiamo anche che “se andiamo a vedere quante lavoratrici dipendenti sono state occupate con part-time (più o meno volontario) nel corso del 2015, ci accorgiamo come tale flessibilità oraria di lavoro sia prevalentemente targata “donna”: si tratta di circa 2,6 milioni di donne (in aumento del 22,6% rispetto al 2008) a fronte dei 772.000 uomini”. La retribuzione media di un impiegato è circa infatti 30,6 mila euro

VERA DONOVAN SAYS

Il comparto del gioco, dalle scommesse alla gestione delle slot machine, dalle scommesse sportive online fino al fenomeno del match fixing, risulta di altissimo interesse per la criminalità di tipo mafioso sia per riciclare ingenti capitali illeciti sia per i considerevoli guadagni che può garantire. Nonostante i diversi interventi normativi e l'impegno delle forze dell'ordine, questo settore dimostra purtroppo di essere ancora permeabile e vulnerabile e presenta aree di opacità che consentono alle organizzazioni criminali un facile inserimento e la realizzazione di enormi guadagni, tanto da costituire una valida alternativa ad attività altrettanto lucrose, come ad esempio il traffico di stupefacenti, con un rischio tutto sommato molto più contenuto sotto il profilo dei controlli. L'accertamento delle condotte illegali è molto complesso e le conseguenze giudiziarie piuttosto contenute. Inoltre, l’attuale sistema sanzionatorio, che prevede pene non elevate per il reato di gioco illecito, non permette l'utilizzo di più efficaci sistemi di indagine, come le intercettazioni, ed è presto destinato alla prescrizione. Gli interessi mafiosi si estendono anche al gioco legale, che sebbene gestito da privati attraverso il sistema delle concessioni, è pur sempre esercitato in nome dello Stato. Diverse indagini, hanno dimostrato che le organizzazioni criminali hanno operato enormi investimenti in questo comparto, acquisendo ed intestando a prestanome sale deputate al gioco, o inserendo propri uomini negli organigrammi delle compagini societarie di gestione degli esercizi deputati al gioco. Interferenze mafiose che talvolta lambiscono le stesse società concessionarie, con risvolti inquietanti sulla capacità di condizionare a proprio favore la stessa attività legislativa, come hanno rivelato le indagini della Procura di Roma sul gruppo “AtlantisBplus Gioco Legale”. Anche l'elevato tasso di irregolarità amministrativa (circa il 32 per cento, secondo i controlli rilevati dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli e dalla Guardia di finanza nel 2015 nell'ambito delle loro ispezioni di routine), dimostra che l'ambiente del gaming di Stato risulta ancora permeabile e vulnerabile all'illegalità. D’altra parte la polverizzazione dei punti gioco sul territorio e il numero elevato di apparecchi (circa 300mila) non agevola i controlli. Vanno rafforzate le barriere all'ingresso del sistema pubblico dei giochi, in modo da chiudere possibili varchi alla criminalità organizzata e ai loro prestanome. I requisiti previsti per la partecipazione a gare o a procedure a evidenza pubblica in materia di giochi e scommesse, così come quelli per il rilascio e il mantenimento di concessioni presentano gravi lacune. Non prevedono, infatti, nell'ambito dei delitti ostativi i reati contro la pubblica amministrazione, i tipici reati connessi in occasioni di gare d'appalto, i delitti di terrorismo interno e internazionale e le fattispecie più gravi di reati in materia fiscale. Appare inoltre necessario estendere l’applicazione della normativa antimafia a tutti gli attori della filiera: concessionari delle reti online di raccolta di gioco, gestori di apparecchi o terzi incaricati, produttori o di importatori di apparecchi di gioco. Infine, è necessario uniformare la tempistica delle gare delle concessioni, troppo spesso bandite nell'imminenza della scadenza della concessione con provvedimenti spot. La relazione della “Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere” auspica una riforma complessiva e organica di questo settore in crescita costante, con l’emanazione di un testo unico, che ponga le premesse per un nuovo modello di governance della vigilanza nel settore dei giochi e delle scommesse, basato anche sulla centralizzazione di qualunque dato o informazione giudiziaria riguardante il gioco d'azzardo e l’infiltrazione criminale nel gioco legale.

l’anno (atti del convegno, pag.3), a fronte di una retribuzione media annuale di 19,9 mila euro per le impiegate ( oltre diecimila euro di differenza). Le donne occupate sono collocate in posizioni in quelle medio basse, mentre mano a mano che si sale aumenta il gap di genere, al punto che arriviamo 18.000 dirigenti donne contro 100.000 dirigenti uomini (atti del convegno, pag.3). “Quasi una donna occupata su 4 lascia il lavoro dopo il primo figlio” (…) “per 2 lavoratrici su 3 a causare l’allontanamento proprio l’impossibilità di far camminare insieme casa e lavoro per la cronica carenza di asili nido, strutture ricettive anche aziendali o semplicemente di un supporto familiare”. C’è altro da aggiungere?


R 11 MARZO- 16

Attualità www.larivieraonline.com

Un progetto indipendente nato dalla collaborazione tra Mimmo Calopresti, Bernardo Migliaccio Spina e Lele Nucera potrebbe rilanciare il cinema in Calabria, mostrando al mondo le nostre qualità e rilanciando l’immagine del sud

9x21 una moltiplicazione a sottrarre

iN

Come un film L’iNteRviStA Quali sono le ragioni che l’hanno spinta ad accettare il suo ruolo? Essere parte di questo progetto ha per me un significato enorme, perché nonostante la mia partecipazione a centinaia di produzioni cinematografiche è la prima volta che posso recitare in italiano. Questo progetto rappresenta l’evoluzione ideale della mia carriera, che mi ha riportato nella mia terra d’origine con il docufilm di Matteo Scarfò sulla vita del poeta Gregory Corso e “Mer Rouge”, il cortometraggio di Alberto Gatto candidato ai David di Donatello. Più in generale, comunque, ritengo che questo progetto sia una testimonianza della volontà di resilienza da parte del cinema italiano, affossato negli ultimi trent’anni dall’avvento delle logiche della televisione commerciale imposte da Silvio Berlusconi e non più in grado, per questa ragione, di far emergere professionalità come Michelangelo Antonioni, Federico Fellini, Ermanno Olmi, Marco Pontecorvo, Francesco Rosi… Nel lasso di tempo a cui ha fatto riferimento sono stati

Nik Mancuso:

“9x21 è il primo capitolo di una rivoluzione culturale per il Sud”

diversi i tentativi falliti di ritornare al cinema di qualità. Perché il vostro progetto dovrebbe avere maggior successo? Perché stiamo vivendo un periodo storico ideale a rendere maggiormente efficace questa voglia di riscatto. Con le nuove tecnologie che abbiamo a disposizione le distanze con la distribuzione internazionale sono colmate e abbiamo assistito alla “fine degli studios” teorizzata in tempi non sospetti da Frank Mancuso, Amministratore Delegato di Paramount Pictures e MGM a cavallo tra gli anni ’80 e il 2000. Inoltre credo che non ci sia posto migliore del meridione per canalizzare al meglio questo nuovo Rinascimento. Cosa glielo fa credere? Anni fa Sofia Loren mi confidò che secondo lei il cinema del futuro sarebbe stato prodotto nei luoghi che avevano subito un lungo periodo di oppressione. E quale territorio, più del nostro, ne ha subite? Non possiamo dimenticare che fino a 165 anni fa, il sud Italia, con Napoli in testa, era il cuore pulsante della cultura e dell’arte dell’intera Penisola: eravamo quattro volte più ricchi del nord e la terza area più ricca dell’intera Europa. Questo, almeno, fino a quando non si è con-


La Calabria potrebbe presto avere una sua serie tv

“ LiBRi

titoLo LiBRo: L'Ape FURiBoNdA AUtoRi deL LiBRo: BRUNo geMeLLi, CLAUdio CAvALieRe, RoMANo pitARo CAtegoRiA: StoRie veRe CANtieRi poetiCi RUBBettiNo editoRe pRezzo € 12,00

Un calibro 9

per rilanciare la cinematografia calabrese La Calabria potrebbe presto avere una sua serie TV. Sul progetto, che ha titolo provvisorio “9x21” c’è grande riserbo, ma Lele Nucera ci ha rivelato in anteprima che, grazie al coordinamento di Mimmo Calopresti, ha già messo insieme grandi professionalità, a cominciare da quella di Bernardo Migliaccio Spina, con il quale si dividerà la regia dei singoli episodi. Le prime scene della puntata zero avranno l’arduo compito di convincere potenziali produttori a finanziare l’intero progetto e saranno presentate nella sezione “Free Calabria” del Reggio Calabria Film Fest nella giornata di martedì 13 marzo, al cinema Odeon, e a Siderno giovedì 15 al Cinema Nuovo. «Senza entrare nel dettaglio della trama - ci spiega Lele, - il progetto, indipendente, si sviluppa con l’intenzione di far comprendere alla gente che il cinema di qualità può essere prodotto anche in Calabria e con pochissime risorse a disposizione. Rimboccandoci le maniche e sfruttando la “manovalanza” che vantiamo sul territorio, infatti, abbiamo già fondato una scuderia composta da cavalli di razza, a cominciare dal grande Nick Mancuso, la cui partecipazione si rivelerà indispensabile per promuovere il nostro prodotto anche oltreoceano. Con nostra grande gioia, comunque, sono stati tanti i grandi nomi che hanno sposato il progetto, Marco Leonardi, Paolo Briguglia, Daniela Fazzoalri, Corrado Fortuna, Daniela Marra, Max Mazzotta, Rosa Pianeta, Antonio Tallura… e che hanno costituito una vera e propria commissione etica che, come noi, crede possibile sfatare il mito che la Calabria non sia terra fertile per il buon cinema. Presentare il nostro progetto nella sezione “Free Calabria” del Reggio Film Fest, infatti, non rappresenta una vetrina fine a sé stessa, ma è un tentativo di renderci punto di riferimento per chi vuole fare cinema nella nostra regione, comunicandogli che da noi troverà grandi professionalità, location e risorse». «In questo senso - interviene Bernardo - il titolo “9x21” rappresenta una sorta di moltiplicazione a sottrarre rappresentativa non soltanto della trama della nostra fiction, ma anche del nostro modo di lavorare. Il risultato di questa moltiplicazione, nella trama, è il nostro tentativo di raccontare una storia che, differentemente da quanto fatto dalle grandi serie TV sul crimine non vuole mitizzare la criminalità, ma far comprendere quanto sia poco conveniente vivere al di fuori della legge, mentre nella vita reale è il fatto di non essere un movimento che si è aggregato con un interesse, ma solo per raggiungere un obiettivo. Siamo tutti padroni di questo progetto e nessuno ne è il capo». Jacopo Giuca

La produzione ringrazia Sgotto Mobili, L’ottagono, Troiolo Bus, la concessionaria Hyundai di Siderno, Pino Longo, i ristoranti Old West, U Ricriju e la rosticceria Punto Caldo.

per cercare di comprendere l’importanza della buona riuscita del progetto “9x21” e come potrebbe riqualificare l’immagine del nostro territorio abbiamo parlato con il suo protagonista, l’attore canadese originario di Mammola Nick Mancuso.

titoLo LiBRo: CiC L'ULtiMA

MiSSioNe AUtoRe deL LiBRo: giUSeppe NiCoLò CAtegoRiA: RoMANzo CASA editRiCe: LARUFFA editoRe pRezzo €14,00

Un romanzo di esordio per uno scrittore sorprendente e geniale. Una storia d’amore si sviluppa in parallelo ad una trama drammatica, dove l’obiettivo e quello di sconfiggere il terrorismo. Una spy story che prende forma e si dipana da Reggio Calabria a New York, e poi Londra, parigi, Cracovia, Roma, Abu dhabi e giacarta, con continui colpi di scena e un finale degno di un thriller. Un inno all’amore che vince su tutto. il trionfo della giustizia sui mali del mondo. titoLo LiBRo: ANiMe RUBAte AUtoRe deL LiBRo: ottAvio oLitA

CAtegoRiA: NARRAtivA CASA editRiCe: Città deL SoLe edizioNi pRezzo €12,75

i sensi di colpa di un uomo al tramonto della sua vita, coinvolto in passato in un sequestro di persona, il desiderio di espiazione. L’amore incondizionato di una giovane donna per il nonno, che sa andare oltre l’apparenza, alla ricerca di una verità scomoda ma necessaria. "Anime Rubate" ha ricevuto il premio Salotto Letterario osilo Xi edizione come libro dell'anno 2015.

iL Reggio FiLM FeSt oSpitA LA pRiMA edizioNe deL “FRee CALABRiA” Si svolgerà dal 12 al 17 marzo il Reggio Calabria FilmFest che, sotto la direzione del regista Mimmo Calopresti cercherà di dare spazio a registi e attori della nostra regione. La neonata sezione “Free Calabria”, curata da Lele Nucera, che si svolgerà il 13 marzo a Reggio Calabria e il 15 a Siderno, promuoverà il dibattito per rilanciare il cinema calabrese nel mondo.

cretizzata quell’occupazione armata del meridione con conseguente genocidio che ha voluto riunire tutta la Penisola sotto una stessa bandiera. Nell’arco di pochi anni abbiamo subito un crollo verticale della nostra economia, senza riuscire più a rialzare la testa. Anche i libri di storia hanno raccontato una verità di comodo sbugiardata da pochi autori coraggiosi, come Antonio Ciano o Pino Aprile. Il Regno delle due Sicilie sarebbe dovuto essere un Paese indipendente esattamente come la Scozia, l’Irlanda, il Galles, invece è stato schiacciato sotto il tacco dei Savoia costringendoci a emigrare, a perdere la nostra identità. Oggi dobbiamo ritrovare questa identità attraverso il mondo dell’arte, reclamare i diritti che ci sono stati sottratti riscoprendo così la nostra cultura originaria, la nostra memoria, costruire un futuro migliore. E a questo che faceva riferimento poco fa, parlando di nuovo Rinascimento? Esatto. Dobbiamo avviare un processo di rinascita che, esattamente come quello del XIV secolo, inizi dal meridione e si diffonda in tutta Europa, ritrovando un’indipendenza che non si trasformi in una scissione dal resto del Vecchio Continente, come quella sban-

il temperamento di undici donne coraggiose che con le loro azioni si sono distinte per audacia e intraprendenza, a volte pagando con la vita le loro scelte. donne emancipate, donne di carattere dentro nove storie ambientate in Calabria. il coraggio, la passione e la tenacia di ciascuna di loro, come l’ ape furibonda di Alda Merini.

dierata dalla Lega, ma che ci consenta di essere nuovamente uguali e integrati, non sottomessi a un nord che ancora oggi gode delle ricchezze delle nostre miniere, svuotate con il placet degli Inglesi che finanziarono l’Unità d’Italia per mettere le mani sullo zolfo della Sicilia e che hanno le mani sporche del sangue di un milione e mezzo di meridionali assassinati nel silenzio generale. Anche in questo caso, tuttavia, tentativi di riscattare la posizione del sud Italia ce ne sono stati moltissimi e quasi nessuno è andato a buon fine. Vero, ma come affermavo in precedenza, oggi abbiamo tutti gli elementi affinché questo desiderio di rinascita si concretizzi, perché gran parte del mondo sta diventando calabrese: grazie alle politiche scellerate degli Stati Uniti, nel ripetersi ciclico della storia, molti stati del Medio Oriente, a cominciare dalla Siria, stanno subendo un processo di spopolamento di massa molto simile a quello sperimentato dalla Calabria due secoli fa. Attraverso il nostro cinema noi invece vogliamo tornare a far dialogare l’arte e la politica, facendole parlare tra loro in maniera integrata in un contesto in cui, invece, a farla da padrona è la dis-integrazione.

Dobbiamo sovvertire la tendenza a focalizzare le nostre attenzioni sulle differenze e, nell’ambito delle politiche sociali, prendere esempio dagli USA: loro hanno fatto dell’unione la propria forza e hanno saputo mettere al centro della propria costituzione il popolo, composto da individui uguali e dai diritti inalienabili. Noi, invece, siamo purtroppo ancora molto lontani dal raggiungere questo obiettivo. Ma ci possiamo avvicinare grazie al mondo dell’arte. Ci può dare un piccolo assaggio di quale sarà la trama che vi aiuterà a diffondere questo messaggio? Non ho nemmeno letto tutto il copione, quindi non posso anticipare più di tanto. Posso solo dirvi che io interpreterò un boss che subisce un grave lutto che lo annichilirà sia fisicamente sia psicologicamente. Il mio personaggio subirà una vera e propria metamorfosi, un percorso doloroso e dal grande impatto emotivo. So che Lele sta lavorando molto per fare sì che il progetto si realizzi e talenti già coinvolti ne abbiamo da vendere. Ci serve solo un pizzico di aiuto da parte di chi potrà distribuirlo. Non si tratta di un bel sogno, ma di una cosa reale. Jacopo Giuca


R 11 MARZO - 18

cultura www.larivieraonline.com

TRAGUARDI

Il cuoco Felicione porta la Calabria in semifinale a “Cuochi d’Italia” Dopo quattro sfide riesce a portare la Calabria in semifinale con i migliori complimenti degli Chef stellati Cristiano Tomei e Gennaro Esposito e del conduttore, lo Chef, Alessandro Borghese.

L’avventura di Felice Cuzzola comincia da una telefonata. La redazione di cuochi d’Italia è rimasta colpita dalle recensioni positive che i clienti hanno lasciato nei confronti del suo ristorante reggino: La Tavernetta. Durante il provino gli accostamenti di sapore che il cuoco sceglie conquistano tutti: pesce spada, pomodori secchi e bergamotto. Dopo pochi giorni il cuoco reggino diventa ufficialmente un concorrente della terza edizione di cuochi d’Italia rappresentandone la Calabria. Dopo quattro sfide riesce a portare la Calabria in semifinale con i migliori complimenti degli Chef stellati Cristiano Tomei e Gennaro Esposito e del condutto-

re, lo Chef, Alessandro Borghese. Felicione ha lasciato il segno durante la trasmissione, grazie al suo carattere estroverso e simpatico che rispecchia pienamente le sue capacità di unire innovazione e tradizione e sorprendere con gusto i clienti. I piatti di Felicione sono un viaggio nei ricordi e nelle emozioni che suscitano, che rappresentano il suo vero successo. Lo sa benissimo lo Chef Felice Cuzzola che da quattordici anni si prende cura dei clienti del Ristorante “La Tavernetta” contribuendo, con la sua professionalità, a trasformare un piccolo ristorante in una bellissima realtà imprenditoriale che rappresenta l’eccellenza della ristorazione reggi-

na in modo particolare per quel legame che esiste tra sapori tradizionali e le nuove esperienze di gusto. Valorizzazione della cucina tradizionale, passione e amore per il proprio lavoro, sono questi gli ingredienti vincenti che hanno portato lo chef reggino in semifinale a rappresentare la Calabria durante la trasmissione “Cuochi d’Italia. Nel corso delle puntate, il conduttore ha chiesto a Felice da dove nascesse la sua passione per la buona cucina: “Ho incominciato a cucinare da quando avevo tredici anni, mi piaceva vedere mia madre Franca e mio Padre Mimmo cucinare assieme. Mio padre è stato il mio più

grande maestro trasmettendomi la sua passione per la buona cucina e l’impegno che serve a fare le cose nel modo giusto”. La Tavernetta è come una grande famiglia in cui tutti si impegnano per dare ai clienti il meglio che meritano per essere fedelissimi da più di 14 anni alla loro cucina. È questa la Calabria che ci riempie d’orgoglio. Un grazie speciale a Felicione, Gabriella, Letizia, Antonio e tutto lo staff della Tavernetta che si impegnano quotidianamente a rendere il loro ristorante, e quindi la Calabria, un posto per numeri uno. Ricordandoci che: la vita è troppo breve per mangiare male.

La natura: il miglior medico

Un incontro scientifico-divulgativo di prim’ordine quello che si svolgerà a Locri, nel pomeriggio di sabato 17 marzo, presso l’Auditorium del Centro Pastorale. “La natura: il miglior medico. Metodiche terapeutiche semplici e naturali per prevenire e curare”, questo il titolo del convegno che si propone di offrire una prospettiva trasversale a molte discipline specialistiche e diffondere la cultura della prevenzione e dell’equilibrio del corpo umano come migliore strategia di cura. E per essere in equilibrio non vi è miglior alleato per la nostra salute della natura. L’incontro, aperto a tutti gratuitamente, è organizzato dal Centro Medico Polispecialistico Esculapio, fondato da due medici noti e stimati, Pasquale Reale, neurologo, neurochirurgo e neuroterapeuta, e Giorgio Barresi, chirurgo gastroenterologo ed endoscopista, con l'obiettivo di poter condividere e tracciare con tutti i partecipanti percorsi efficaci - che non prescindono da un'attenta analisi dello stile di vita - e finalizzati alla prevenzione, così da raggiungere il motto del dottor Reale: arrivare prima della malattia. Gli interventi di apprezzati specialisti che si susseguiranno a partire dalle 15:00 riguarderanno diversi campi - nutrizionale, cardiologico, fisioterapico, gastroenterologico, neurologico – e saranno volti a dimostrare in maniera inequivocabile il contributo della natura per la nostra salute e per il nostro benessere. Perché, non dimentichiamolo, l’uomo è parte della natura, ne è parte integrante. E ogni giorno la natura gli offre tutto l’occorrente per stare bene e in armonia con se stesso e con gli altri.


EVENTI

Stilo e Gerace celebrano la Giornata Nazionale del Paesaggio

Anche la Cattolica di Stilo, Le Castella di Isola Capo Rizzuto e la Chiesa di San Francesco d’Assisi di Gerace, tre importanti siti diretti da Rossana Baccari, afferenti al Polo Museale della Calabria, guidato da Angela Acordon, celebreranno, con una interessante iniziativa che si concluderà il 14 marzo 2018, la Giornata Nazionale del Paesaggio, istituita nel 2016 con l'obiettivo di richiamare il paesaggio quale valore identitario del Paese e trasmettere alle giovani generazioni il messaggio che la tutela del paesaggio e lo studio della sua memoria storica costituiscono valori culturali ineludibili e premessa per un uso consapevole del territorio e uno sviluppo sostenibile. In collaborazione con “San Giorgio coop. soc.” e “Il cerchio dell’immagine” sarà organizzato il Contest fotografico Calabria, storia, monumenti e paesaggi. La Cattolica di Stilo, Le Castella di Isola Capo Rizzuto, San Francesco d’Assisi a Gerace. Il concorso ha l’obiettivo di generare nuovi stimoli e interessi verso il patrimonio storico-culturale di cui Stilo, Gerace e Le Castella sono ricchi. Molto spesso, come nel caso della Cattolica di Stilo e della fortezza de Le Castella l’importanza e la bellezza di un sito è legata al paesaggio che lo circonda. In altri casi, come per la Chiesa di San Francesco a Gerace, il monumento si trova in un contesto storico urbano di grande rilievo. La fotografia, esercizio di osservazione della realtà, è in grado di darle forma, valorizzando l’identità dei luoghi.

La Città Metropolitana si confronta su donne, lavoro e famiglia Famiglia e lavoro i due punti cardine su cui ruota la vita di ogni essere umano. “Donne… lavoro e famiglia” il tema di una riflessione a 360 gradi su tutti gli aspetti connessi a questa, talvolta difficile, relazione, nel corso dell’incontro organizzato dall’Amministrazione della Città Metropolitana di Reggio Calabria in occasione della giornata nazionale delle donne. Tanti gli interventi strutturati e interessanti, moderati dalla giornalista Federica Morabito, per un doveroso momento riflessione e confronto anche su tematiche molto delicate, senza trascurare aspetti emotivi e testimonianze dirette. Samantha Caridi, segreteria confederale CGIL Reggio Calabria, Rosy Perrone segretaria generale CISL Reggio Calabria, Patrizia Foti segretario generale UIL Reggio Calabria, Mariagrazia Blefari, dirigente settore politiche del Lavoro Città Metropolitana, Laura Bertullo, Presidente Commissione pari opportunità città metropolitana, Carmen Nocera vicepresidente cooperativa sociale sole Insieme Reggio Calabria, Menia Cutrupi imprenditrice, Francesca Mallamaci, consigliere ordine assistenti sociali Calabria, Viviana Porcino Ass.N.A.S e consigliera commissione pari opportunità Città Metropolitana, sono le relatrici che hanno sviscerato tutte le argomentazioni relative al delicato rapporto tra donne e lavoro e la connessione con i rapporti familiari. “Proprio in questi giorni – ha affermato il Sindaco della Città Metropolitana Giuseppe Falcomatà – abbiamo intitolato luoghi e strade a donne il cui operato merita più di un ricordo. Ed a tante altre renderemo omaggio in egual modo. Non un semplice taglio di nastro ma una preziosa memoria storica sulla quale fondare il nostro futuro”. Caterina Belcastro, consigliere

delegato alle pari opportunità della Città Metropolitana, ha poi tirato le somme, mettendo in luce gli aspetti più importanti trattati dalle relatrici e le difficoltà dell’universo femminile talvolta penalizzate, come riportano dati statistici, con un divario tra generi che tocca il suo massimo storico. “Scelte e opportunità, il mio augurio, in questa preziosa giornata, a tutte le donne”, ha concluso Belcastro. Al termine dell’incontro un ricco buffet offerto dagli istituti alberghieri I.P.Albtur di Villa San Giovanni e I.P.S.S.A. “Dea Persefone” Locri.

Dominick Mele, eroicamente caduto durante la Prima Guerra Mondiale con la divisa statunitense, era calabrese. Domenico Mele nacque, nel 1899, a Cardinale in provincia di Catanzaro da Francesco e Vittoria Cunsolo. Emigrò bambino, nel 1904, per gli Stati Uniti. La famiglia Mele si stabilì a Troy , Contea di Rensselaer, nello Stato di New York. Qui Domenico, oramai “Dominick”, studiò e imparò la nuova lingua. Iniziò a lavorare come “Iron Worker” in particolare nella costruzioni di grattaceli. A minare la serenità della famiglia calabrese arrivò, purtroppo, “la Grande Guerra”. A Dominick arrivò la “chiamata alle armi”. Nel luglio del 1917 fu inviato per addestramento a Fort Edward sempre nello Stato di New York. Gli fu data la “piastrina identificativa” numero 1204260. Successivamente fu assegnato al 105° Fanteria, Compagnia E, inglobato nella 27° Divisione. Inviato in Francia combatté le più impegnative battagli. Poi, il 29 settembre del 1918, si rese necessario che un manipolo di uomini provasse ad aggirare lo sbarramento di fuoco tedesco. Missione rischiosissima alla quale, il giovane calabrese, offrì generosamente la sua ardimentosa persona. La missione servì a favorire l’avanzata del 105° Fanteria ma costò la vita a Domenico Mele e agli altri ragazzi. Oggi il giovane riposa nel “Somme American Cemetery” di Bony nel nord della Francia. Per

L’arte di essere donna CAULONIA Per celebre la Festa Internazionale della Donna, l’Amministrazione Comunale di Caulonia organizza, presso la Casa della Cultura, a partire dalle ore 17 di questo pomeriggio, una Mostra d’arte delle artiste cauloniesi Alberta Cavallo, Patrizia Papandrea, Erika Albanese e Benedetta Camerieri.

Un convegno sul rapporto insegnanti-genitori SIDERNO Un convegno sul rapporto insegnanti-genitori Mercoledì 14 marzo, presso l’Magna Michele Bello di Via Turati 4, Siderno, alle ore 16:30, si terrà l’incontro formativo sul tema: “Rapporto insegnanti-genitori: dalla complicità educativa alla conflittualità permanente”. Interverrà il Garante dell’Infanzia della Regione Calabria Antonio Marziale.

Italiani in Africa orientale SIDERNO Venerdì 16 marzo, alle ore 19:30, presso il Grand Hotel President, i Lions Club e Rotary Club di Locri organizzano la presentazione del libro di Vincenzo Meleca che parla di piccole e grandi storie di pace, guerra, lavoro e avventura. Oltre all’autore, parteciperanno Francesco Asprea e Giuseppe Macrì.

la sua azione ricevette “alla memoria” la prestigiosa onorificenza della “Purple Heart” (decorazione delle forze armate assegnata in nome del Presidente degli Stati Uniti ai caduti con onore in battaglia). Nel 1930 il nome di Domenico Mele fu inserito nella “Italian Honor Roll” (Albo d’Oro). Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”

La strada verso il traguardo SIDERNO Sabato 17 marzo, alle ore 18:30, alla Mondadori Bookstore del centro commerciale La Gru, sarà presentato il nuovo libro di Silvia Turello, pubblicato da Città del Sole Edizioni. L’autrice presenterà il proprio libro grazie all’ausilio di Antonio Strangio e agli intermezzi musicali dei Sovraccarico.



11 MARZO - 21

R

ANGOLO FOOD

arte&co

LA RICETTA: RUOTE AL SUGO DI SALSICCIA

www.larivieraonline.com

PEPPE PIROMALLI

Nel 2014 fonda l'Officina dell'Arte portando al teatro un mix di comicità diverse e compiendo un vero e proprio miracolo: i suoi spettacoli registrano un sold out dietro l'altro. .

Ingredienti per 4 persone: 400 g di ruote, 3 nodi di salsiccia di carne, 300-400g di passata di pomodoro, 1 bicchiere di vino bianco, 1 cipolla, 1 carota, 1 costa di sedano, noce moscata, olio, sale, pepe.

Peppe Piromalli: "Il teatro diventi una buona abitudine"

“La gente va nuovamente abituata al teatro. Va invogliata. Siamo di fronte a una crisi di valori, di sentimenti, di emozioni, a una crisi culturale ad ampio spettro”

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Il teatro è stato un suo sogno ricorrente sin da bambino. Ma prima Peppe Piromalli ha dovuto cercare lavoro, come tutti gli altri. Poi, quando ha capito che il lavoro non gli avrebbe mai dato le stesse soddisfazioni, ha finalmente tirato fuori il sogno dal cassetto e ha fondato l’Officina dell’Arte. Insieme ai suoi “folli menestrelli”, senza alcun aiuto istituzionale, da cinque anni organizza cartelloni artistici di livello portando al Teatro Cilea, la massima culla dell’arte reggina, artisti del panorama nazionale, come Massimo Lopez, Pino Insegno, Max Giusti, Nathalie Caldonazzo, Nicola Canonico e tanti altri. Sola con le proprie forze e con la forza del pubblico, la sua Officina ha dato una lezione a chi continua a sottovalutare l’arte: ha inondato il teatro di gente. La sua carriera ha inizio nello storico Teatro Loreto di Reggio Calabria con il gruppo artistico Blu Sky Cabaret di Mimmo Raffa. Cosa ha imparato in quegli anni? Tanto, anzi direi tutto. Tutto è iniziato da lì... tanti sogni, tanti progetti, tanto studio. Da allora sono cambiati (in meglio) solo i teatri ma per il resto tutto è rimasto identico, passione amore, impegno e professionalità. Nel 2014 fonda l’Officina dell’Arte. Con quali progetti? Progetti e sogni tantissimi che ogni giorno condivido con tutti i miei amici che insieme a me fanno sì che l’Officina dell’Arte esista, cresca e diventi sempre di più un punto di riferimento artistico e culturale con tante ambizioni ma allo stesso tempo con l’immensa umiltà di conoscere il lavoro duro e la gavetta. Con l’Officina dell’Arte per la prima volta calca il palco del Teatro “Cilea”. Cosa significa per un attore calabrese? Potrebbe essere un punto d’arrivo ma, per me, non è così. Sicuramente è il coronamento di un percorso, l’esaltazione di chi sente e ama questo “mestiere”, il fascino di un luogo meraviglioso e importante. Ma rimane, per me, uno slancio, una forza in più per continuare, una cascata di emozioni continue che aumentano l’amore sviscerato verso questa “buona abitudine”: il teatro. Ieri è andata in scena al teatro Cilea “Una bugia tira l’altra” con Nathalie Caldonazzo e Nicola Canonico, altra pièce di

successo del cartellone dell’Officina. Di lei, Nicola Canonino ha detto che, nella sua follia, ha fatto un miracolo: è riuscito ad avere il teatro pieno, di questi tempi una rarità. Il suo segreto? Il nostro cartellone, ormai da cinque anni, è un mix di comicità diverse. Spazia dalle compagnie teatrali al “one men show”, dalla commedia brillante al varietà con un unico filo conduttore e un importante obiettivo: far ridere la gente e inserire nel nostro cartellone due o più produzioni nostre, cioè, due commedie scritte, dirette e realizzate interamente dall’Officina dell’Arte, così da poter crescere tra i “grandi”. Ieri abbiamo ospitato una compagnia teatrale con Gianni Ferreri, Nathalie Caldonazzo, Nicola Canonico, Annalisa Favetti e Cecilia Taddei, che ha portato in scena la commedia degli equivoci, delle bugie, degli inganni. Argomenti trattati in modo esilarante divertente e coinvolgente. Sicuramente una piecè per chi vuole divertirsi e lasciare per un paio d’ore i “problemi” fuori la porta del teatro. Un teatro da cui è passato quando le sue tasche non potevano ancora permettersi il Cilea è stato il Siracusa, oggi rimpiazzato da un negozio in franchising. Che effetto le fa? Iniziare dal Teatro Siracusa non è stato solo un problema di “tasche”. Abbiamo rispettato le tabelle di crescita artistica. Noi siamo da sempre abituati così, un passo alla volta, con umiltà e obiettività sulle nostre potenzialità artistiche, prima, ed economiche, poi. Il teatro Cilea “te lo devi meritare”, “sudare” , “guadagnare” artisticamente e, naturalmente anche economicamente. Credo di essere stato, senza paura di essere smentito, uno dei primi a lanciare l’ “allarme Siracusa” nel 2015 con una mia raccolta firme, con una conferenza stampa per informare la città di quello che di lì a poco sarebbe accaduto. Ho addirittura interpellato la proprietà per farmi un’offerta di locazione così da poterlo gestire in prima persona, ma l’offerta risultò a dir poco esosa. Quindi, a malincuore, abbandonai. Adesso, come sempre, si indignano tutti ma di concreto anche stavolta non si è fatto nulla se non le solite “chiacchiere”. Lei mi chiede che effetto fa... le rispondo che, se posso, non ci passo neanche davanti! Se si lascia morire la cultura, credo che non si prospetti un buon futuro per tutti noi. Se la gente non va a teatro è perché il teatro è in crisi o perché è in crisi la gente? La gente va nuovamente abituata al teatro. Va invogliata. Sicuramente la crisi accomuna sia il teatro che la gente, e soprattutto i giovani, ma non si tratta solo di una crisi economica, si tratta di una crisi di valori, di sentimenti, di emozioni, di crisi culturale ad ampio spettro. Bisogna riabituarsi alle “buone abitudini” e il teatro è sicuramente una di queste. Dal palco del Loreto al Cilea. Prossimo obiettivo? Il nostro slogan è #senzasosta... quindi… tenteremo ogni anno di alzare l’asticella per coinvolgere e far “innamorare” più gente possibile, avvicinare più giovani a questo mondo, sia da fruitori, che da “interpreti”, far crescere la voglia di teatro. E ultimo, ma non ultimo, essere pronti professionalmente e artisticamente per palcoscenici più impegnativi e più importanti senza mai dimenticare da dove siamo partiti.

In un tegame scaldate due cucchiai d’olio e fatevi colorire le salsicce prima bucherellate con una forchettina. Appena diventano dorate ritiratele e nello stesso olio lasciate insaporire sedano, carota e cipolla ben tritati. Dopo 5 minuti aggiungete la passata di pomodoro e mescolate per amalgamare il tutto. Aggiungete le salsicce, poi un pizzico di sale e uno di pepe, la foglia di alloro e una grattatina di noce moscata. Spruzzate il vino e fatelo evaporare. Coprite le salsicce a filo con l’acqua, cuocete per un’ora a fuoco bassissimo mescolando di tanto in tanto. Lessate le ruote in abbondante acqua salata, sgocciolatele disponetele sul piatto da portata e conditele con il sugo.

IL COCKTAIL: MANHATTAN

Manhattan si prepara mescolando (senza agitare) gli ingredienti all'interno del mixing glass pieno di ghiaccio per 2/3. (Attenzione al fatto che l'angostura ha un sapore molto marcato, potrebbe bastare solo una goccia, secondo i gusti.) Si serve in una coppetta da cocktail (da "Martini"), guarnito con una ciliegina al maraschino. Ideato e realizzato da Nicolò Bolognino

IL DOLCE:

FAGOTTINI ALLE PERE

Direttore responsabile:

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Direttore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Franco Parrello, Tonino Carneri, Mario Nirta, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli, Nino Sigilli, Tonino Carneri, Sonia Cogliandro

STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

INFO-MAIL REDAZIONE:

0964342198 larivieraonline@gmail.com www.larivieraonline.com

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14 EDITORE - No così srl via D.Correale, 5 - 89048 Siderno

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

Ingredienti per 6 fagottini: 1 uovo, 100g di zucchero, cioccolato a scagliem 120 g di burro, 300g di farina, 2 pere, 3 biscotti secchi. Sbuccia 2 pere e tagliale a dadini. Fai rosolare le pere da utilizzare per riempire i fagottini in un padellino con poco burro, assieme a 20 g di zucchero, al cioccolato a scaglie e a 3 biscotti secchi sbriciolati. Prepara la pasta con 300g di farina, 120 g di burro, 80 g di zucchero, 1 uovo, qualche cucchiaio d'acqua e un pizzico di sale. Stendi sottilmente la pasta. Ritaglia dei quadrati di 10-12 cm di lato. Farcisci i fagottini con il composto a base di pere e richiudili sigillando bene i bordi. Disponi i dolcetti su una teglia da forno coperta di carta oleata e lasciali cuocere in forno preriscaldato a 180° per 25 minuti. Lascia raffreddare i fagottini alle pere prima di servirli. Manhattan


11 MARZO - 22

R

the blob

www.larivieraonline.com

SOCIETÀ

Vinto 1 milione di Euro a Gioiosa Ionica

Voti onorevoli L’onorevole Mario Laganà, parlamentare dal 1979, si reca alle urne accompagnato dal figlio Fabio in quel di Locri. Ricordiamo con nostalgia il tempo in cui la Locride riusciva a fare entrare in Parlamento validi rappresentanti del proprio territorio.

“A poco meno di un mese dall'esordio, MillionDay, il nuovo gioco numerico a quota fissa di Lottomatica, è già diventato un gioco di successo” è quanto si afferma in un comunicato. “Nell’estrazione di domenica 4 marzo - si aggiunge - un fortunato giocatore di Gioiosa Ionica grazie a MillionDay ha indovinato i 5 numeri vincenti realizzando così il sogno di vincere un milione di euro giocando un solo euro. I numeri giocati per realizzare la cinquina vincente sono stati 3, 9, 15, 34 e 55. La vincita è stata realizzata nella tabaccheria di Fernando Agostino, in via Garibaldi”.

Quando le due coste si uniscono Ettore Tigani, di Polistena, e Piero Multari, di Gerace, hanno rappresentato l’ideale unione della fascia ionica e tirrenica della nostra meravigliosa Calabria, incontrandosi, benché di differenti ideologie, al comizio pre elettorale che Cannizzaro a tenuto a Locri. Tutti pazzi di lui L’ombra di Cannizzaro si è materializzata a Locri a poche ore dal termine della campagna elettorale e, più che mai disponibile con il potenziale elettorato locrese, ha posato in questa bella foto assieme a Raffaele Sainato e la sua splendida mamma!

Anni e pensieri Questa settimana ha compiuto gli anni il nostro Peppe Venuto, che ha voluto celebrare la ricorrenza con una partecipatijssma festa che, a giudicare dal suo sguardo dinanzi alla torna, gli ha comunque creato qualche grattacapo.


O P O C S L’ORO Ritroverete la marcia in più che vi mancava per realizzare le iniziative che avete programmato dall’inizio dell’anno. Grande slancio non solo nel lavoro ma anche in amore, specialmente per le coppie in crisi.

Si annuncia un settimana positiva, in cui riuscirete a dare il turbo a molti progetti lasciasi in sospeso. Qualche influenza astrale negativa, tuttavia, metterà alla prova i vostri nervi. Armatevi di pazienza.

Inconsapevoli Il giorno delle elezioni, ai tavoli di un noto bar del corso di Siderno, Mimmo Panetta, che non poteva ancora prevedere l’esito delle votazioni, cercava di indottrinare i pentastellati Nino Tarzia e Martino Ricupero.

Riviera Araba Giuseppe Colombo, che ha scritto i primi articoli nella redazione del nostro giornale e oggi analista economico per la redazione dell’Huffington Post, durante una recente intervista che ha rilasciato per l’emittente araba Aljazeera.

Dovrete fare i conti con un po di nervosismo. Cercate di mantenere il controllo e trasformare l’energia negativa in una spinta positiva, smettendola di percepire il mondo esterno come un nemico da combattere. Dopo un periodo emotivamente difficile ritroverete finalmente gioia e ottimismo. Ci saranno molte soddisfazioni, ma non sempre saranno quelle che vi aspettavate. Siate preparati per spianare a nuove idee.

L’atmosfera si farà molto più positiva e riuscirete a trovare il bandolo della matassa in cui siete rimasti imbrigliati. Prendete le cose con calma e siate pronti ad accogliere i cambiamenti che favoriranno l’amore.

Due estremi non estremisti Giuseppe Zampogna, sindaco di Scido, e Francesco Bruzzaniti, sindaco di Africo, uniti da una comune passione per l’Aspromonte e per il centrodestra.

Dietro la notizia Roberto Occhiuto posa a Locri in mezzo ai due primi cittadini Pasquale Brizzi, di Sant’Ilario, e Roberto Marrapodi, di Caraffa del Bianco. Sullo sfondo, un Aristide Bava in incognito ha già fiutato lo scoop.

La sinistra è perduta? Nonostante la ricerca della sinistra perduta da parte di Bova abbia subito un duro colpo in seguito alla pubblicazione dei risultati elettorali, il nostro Mimmo non ha rinunciato a continuare la sua ricerca confrontandosi con il sindaco di Siderno Pietro Fuda.

Cinquant’anni di Fra Fra Auguri a Fra Fra, il re dei totani, per i suoi cinquant’anni. Il figlio del mitico Peppe (Cica) mantiene il suo celebre punto vendita, e gli anni che passano aggiungono sul suo volto rughe tra le quali si può leggere la storia marinara di Siderno.

Non ci saranno influenze astrali che potranno darvi problematiche, ma potreste essere sovrappensiero. Forse siete stressati perché pretendete molto dagli altri e sempre di pù da voi stessi. Una percezione che vi limita.

Sarà una settimana fuoco e fiamme, durante la quale sarete messi a dura prova ma, se riuscirete a superare le difficoltà iniziali farete i conti con una svolta epocale, grazie alla quale i problemi troveranno soluzione. Settimana imprevedibile ma positiva, frutto di un cielo astrale estremamente positivo, che non vi capitava da moltissimo tempo. Un uragano di sensazioni positive costruirà a rinforzare i legami che vi scaldano il cuore.

L’ambito familiare vi procurerà stress e dovrete cercare cercare un confronto piuttosto che perdervi in assurdi ragionamenti. Pensare che sia in atto una cospirazione nei vostri confronti è sbagliatissimo.

Sarete molto forti e non cederete di fronte alle cose che potranno ostacolare lo svolgeresi degli eventi. Avete capito che se pianificate le cose gli imprevisti saranno pochi. Continuate così e non sbaglierete.

Traguardi Tempo di compleanni anche per Domenico Logozzo, che questa settimana ha compiuto un’età facilmente intuibile dagli striscioni ritratti in foto circondato dall’affetto dei suoi cari. Auguri!

Le occasioni favorevoli sono a portata di mano. È il momento di mettercela tutta se avete progetti in cantiere. Attenzione, però: certi vostri atteggiamenti non sono adatti all’ambiente in cui vi trovate.

Soccorsi antichi Abbiamo ritrovato nei nostri archivi questa significativa foto dell’alluvione del 1951, quando, a Bovalino, i soccorritori dovettero utilizzare un verricello per poter portare gli abitanti in pericolo da una parte all’altra della fiumara in piena.

I vostri sogni si faranno spazio è proverete a realizzarne qualcuno. Smettete di sottovalutarvi e impegnatevi per ottenere ciò che desiderate. In amore vivrete l’amore con il vostro partner come una favola.



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.