Riviera n°13 del 29/03/2015

Page 1

Se potessi, vorrei aprire una pacata discussione con i nostri parlamentari, i consiglieri regionali e provinciali e con i sindaci della Locride. Loro sapranno molto meglio di me che il governo centrale ha tagliato di un miliardo per ogni anno (sino al 2018) dei fondi destinati all'inclusione sociale. Sapranno certamente spiegare il motivo del loro enigmatico silenzio. Sapranno che dal prossimo anno in Calabria non ci potrà più essere una seria politica in questo settore. I sindaci sanno che nei bilanci dei Comuni (soprattutto della Locride) non ci sono risorse destinate alla questione sociale. La nostra situazione è molto diversa rispetto ai Comuni del Centro Nord. Ovviamente non è mia intenzione mettere sotto accusa la “politica”. continua a pagina 8



CONTROCOPERTINA

www.rivieraweb.it

DOMENICA 29 MARZO

3

La scomparsa

CiaoTony Anderson!

Anche gli asini piangono, ma“Tita” sa anche sorridere

Carlo Schemani Rocco Antonio, meglio conosciuto come Tony Anderson, nato a Portigliola (RC) il 20.01.1946, dopo una grave malattia che, per parecchi mesi, l'ha costretto immobile su una sedia a rotelle, si è spento serenamente, il 24 marzo scorso, forse perché oramai impossibilitato a comunicare con quel mondo esterno con cui amava tanto rapportarsi. Tony Anderson (preferiamo chiamarlo con il nome con cui era conosciuto da tutti quanti), da giovane si trasferì a Torino, dove tra i tanti lavori svolti per guadagnarsi da vivere, ha poi potuto coltivare la vera passione della sua vita, il canto, esibendosi negli anni '70-'80 in tanti locali della Torino “alla moda” o in occasione di qualche raduno di immigrati calabresi. La sua vita sentimentale è stata, positivamente, segnata dall'incontro con due donne: la prima, in gioventù e la seconda dopo il suo rientro in Calabria. Con quest'ultima ha condiviso oltre un ventennio di affiatamento non solo affettivo ma anche artistico, che li ha visti protagonisti canori in moltissime piazze della Locride. La morte di Teresa Monti (così si chiamava l'ultima sua compagna) ha lasciato un grande vuoto nella vita di Tony, al punto che per qualche anno ha completamente evitato di esibirsi. Quando quest'uomo incontrava qualcuno per strada, superata la fase di tristezza, iniziava con i suoi racconti personali, per concludere l'incontro sempre con una canzone, facendo così emergere la gioia infinita che provava cantando. Per tanti era il solito “allegro” con cui farsi qualche risata, ma forse non tutti abbiamo colto che attraverso il suo atteggiamento manifestava la sua libertà, senza minimamente curarsi di pregiudizi o adeguarsi a schemi convenzionali, cosa che ognuno di noi vorrebbe essere in grado di fare! Addio Tony… che in Paradiso Tu possa trovare quelle “Montagne verdi” che hai sempre cantato.

La Tigre di Portigliolaera uno spirito libero, che non si è mai minimamente curato dei pregiudizi o adeguato a schemi convenzionali. Libero come ognuno di noi vorrebbe essere!

La stragrande maggioranza delle persone che, tutti i giorni, passa dal recinto dove è custodita l'asina di "Vicenzu d'a Catina", si accorge che la simpatica bestiola recepisce il nome del suo compianto padrone, abbassando gli occhi umidi di lacrime, e rispondendo con un "uhu-u uhu-u uhu". E se qualcuno le dice di rientrare nella stalla, lo fa con tanta sottomissione da far pensare che gli asini non sono poi così tanto asini, anzi..... E se qualcun'altro la chiama, dicendole "Aundi sì, Tita, aundi sì?'", lei si affaccia dalla finestra, aspettando che le diano almeno una carezza, come faceva il suo padrone, che lei aspettava sempre davanti alla porta della stalla, quando andava ad accudirla e la chiamava Tita. Lei gli rispondeva, annusando le sue mani sempre ripiene di qualcosa da mangiare e sorridendogli a bocca aperta. Se pensate che non sia vero, avvicinatevi al recinto adiacente alla strada "Chiesa di San Giuseppe-Cimitero" e chiamatela: “Tita! Tita!”. Franco Blefari

100 ateniesi a Bovalino Il progetto Adelfopisi “Crescere senza frontiere”, nato nel 2003, impiega i ragazzi del liceo Scientifico - indirizzo classico - di Bovalino, Mario La Cava, in una forte integrazione culturale con i Licei Greci, permettendo così una riflessione attenta sul valore dell'amicizia e della condivisione. L'artefice di questo straordinario evento culturale è Mariagrazia Melina, insegnante di greco classico e moderno che, con passione e grande dedizione insegna ai ragazzi questa lingua straordinaria. Il progetto nasce dalla collaborazione con Ioanna Komninoù, docente del Liceo di Atene Protopiramaticò, che con altrettanta dedizione, ha permesso la riuscita del gemellaggio, con la consapevolezza, grazie alle radici comuni, di crescere culturalmente e spiritualmente. Giovedì 26 Marzo sono arrivati circa cento studenti ateniesi, portando dei doni al Liceo di Bovalino, con il significato di abbattere le barriere e sentirsi parte di quella realtà Mediterranea ed Europea che accomuna la Calabria meridionale e la Grecia. Scopo principale è infatti quello di relazionarsi con culture diverse, apprezzando le analogie e le differenze, crescendo come allievi, ma anche come cittadini del mondo. M. Cristina Caminiti


RIVIERA

ATTUALITÀ

Metropolis, va’dove ti “reimpiego” i soldi L'inchiesta “Metropolis”, coordinata dalla Procura distrettuale di Reggio Calabria ed eseguita dalla Guardia di finanza, è un'operazione che tocca quello che si potrebbe definire il “secondo livello” della lotta e contrasto alle organizzazioni criminose. Dall'indagine e, successivamente, nel corso del processo in corso dinanzi al Tribunale di Locri, istruito dal sostituto procuratore Paolo Sirleo della Dda reggina, stanno venendo fuori i contatti “internazionali” che sarebbero avvenuti tra il 2006 e il 2008 tra diversi soggetti che, dietro a società varie, avrebbero posto in essere un grosso investimento di capitali per la realizzazione (e successiva vendita) di complessi edilizi aventi destinazione turistico-residenziale prevalentemente lungo la costa ionica. Dietro a quelle società, secondo l'assunto accusatorio, vi sarebbero delle organizzazioni criminose di “primo piano” del panorama ionico-reggino. La vera chiave di volta per cogliere, quindi, il nucleo essenziale del 'reimpiego', e le differenze rispetto alla ricettazione comune, passa necessariamente attraverso il significato normativo da attribuire all'espressione “attività economiche o finanziarie” che, nel difetto di esplicite indicazioni ricavabili dallo stesso art 648 ter c.p., si deve necessariamente trarre da altre norme, contenenti la relativa definizione, dalle quali possono trarsi significativi spunti interpretativi. Perché, pertanto, possa parlarsi di attività economica (anche ai fini sanzionatori del “reimpiego” illecito) occorre si sia in presenza di un'attività finalizzata alla “produzione” o allo “scambio” di beni o di servizi, dovendosi intendere per tale, comunque, non solo l'attività produttiva in senso stretto, ossia quella diretta a creare nuovi beni o servizi, ma anche l'attività di scambio e di distribuzione dei beni nel mercato del consumo, e altresì ogni altra attività che possa rientrare in una di quelle elencate nelle sopra richiamate norme civilistiche. In una tale ottica, nel concetto di attività economica rientra anche l'attività di finanziamento (cioè l'attività in forza della quale un soggetto presta professionalmente denaro a chi lo richiede, mediante contratti di mutuo o altri contratti di credito), che è tipica attività di scambio, in quanto nel contratto di mutuo e, più in generale, nei contratti di credito la dazione del denaro è effettuata a titolo oneroso. Anche tale attività può rilevare ai fini del “reimpiego” illecito, giacché è a questa che la norma incriminatrice si riferisce allorquando richiama la nozione di “attività finanziaria”. Quanto ai rapporti del reimpiego con la ricettazione, come si è argomentato, è assorbente la modalità di investimento del provento illecito: la specificità dell'impiego in un'attività economica o finanziaria rende senz'altro applicabile la specifica disposizione incriminatrice dell'art. 648-ter c.p., a prescindere dal momento in cui sia sorta la determinazione dell'investimento rispetto a quella della ricezione del compendio illecito; mentre (solo) gli impieghi di altra natura potranno rilevare (solo) come post factum non punibile rispetto alla condotta di ricettazione ovvero potranno importare la configurabilità del riciclaggio laddove l'intento perseguito sia stato quello della “ripulitura” del compendio criminoso (e purché, beninteso, la condotta materiale si sia sostanziata in una delle attività tipiche prese in considerazione dall'articolo 648 bis c.p.). Distinguere esattamente tra il riciclaggio, il reimpiego e la ricettazione assume rilevanza non solo, come è ovvio, per la corretta qualificazione giuridica del fatto, ma anche perché, (solo) per il riciclaggio e il reimpiego, come opportuna (ulteriore) risposta sanzionatoria, è stata prevista, con l'articolo 648-quater c.p. (introdotto con d. lgs. 21 novembre 2007 n. 231), la confisca “obbligatoria” dei beni che costituiscono il prodotto o il profitto del reato, con la ulteriore possibilità, nel caso in cui risulti impossibile accertare la specifica provenienza delittuosa del bene, di procedere alla confisca “per equivalente”, ovvero attingendo dal patrimonio del trasgressore beni per un “valore equivalente” al prodotto o al profitto del reato. Si tratta, come è ovvio, di uno strumentario realmente efficiente per contrastare la criminalità organizzata, cui in tal modo possono sottrarsi le risorse illecitamente acquisite e potenzialmente riutilizzabili.

www.rivieraweb.it

Siderno Diga sul Lordo

DOMENICA 29 MARZO

4

Arturo Rocca: “Se la diga rimarrà asciutta per molto tempo perderà elasticità e finirà per essere utilizzata come discarica”

Quell'antica diga andava portata in salvo

“A LIDIA ZITARA

Esiste una disposizione del 19 febbraio 2014 che intima al Consorzio di avviare con somma urgenza le pratiche necessarie per evitare il crollo del pozzo di controllo e il collasso della struttura, ma nulla sembra essere stato fatto.

ndando a scavare sulle ragioni che hanno determinato lo svuotamento e l'abbandono dell'invaso della Diga, l'Osservatorio Ambiente diritto per la Vita ha messo un bel pezzo di carne sulla griglia. Martedì scorso, durante una conferenza stampa, è emersa una situazione preoccupante. Le relazioni dell'ingegner Macry Correale, del geologo Alfonso Aliperta (vicepresidente dell'Ordine Regionale dei Geologi), di Decio Tortora, responsabile Ambiente per il Corsecom, hanno messo a nudo comportamenti di dubbia legittimità da parte dell'Ente Gestore, il Consorzio di Bonifica Alto Jonio Reggino. “Ci si aspettava in questa sede di avere una risposta tecnica dalla controparte - afferma il presidente dell'Osservatorio, Arturo Rocca - ma il Consorzio ha disertato la conferenza, lasciando la parola al dottor Carnà, che non essendo uno specialista non ha potuto fornire informazioni adeguate”. Per tutti coloro che amano la Diga e che sempre si sono posti domande su svasi e rinvasi, sulla tenuta e sul destino di una struttura così importante, la serata di martedì

C'è un grave spreco di acqua: la sorgente Zinnì, completamente potabile, viene sversata all'interno dell'invaso. Se fosse potabilizzata potrebbe dare acqua a tutta la Locride.

è stata chiarificatrice. Dopo aver lottato per ottenere una documentazione completa riguardante la struttura, l'Osservatorio illustra alcuni punti chiave: non esistono al momento pericoli diretti che possa crollare la struttura di sbarramento dell'acqua. Lo svaso è stato predisposto dal Ministero delle Infrastrutture come provvedimento d'emergenza il 28 febbraio 2013 a seguito di un'ispezione eseguita due giorni prima, che ha rilevato un grave cedimento della struttura del pozzo d'accesso alla camera di manovra dello scarico di fondo. Un cedimento che rende pericoloso l'accesso anche per il personale e che rende oggi impossibile ogni verifica. Se la diga non fosse stata svuotata e la camera di manovra avesse ceduto, diventando irraggiungibile, allora sì che sarebbero sorti dei problemi oggettivi, dato che il Ministero delle

Infrastrutture considera a rischio tutta la zona sotto Pantaleo fino alla ferrovia. Per tale motivo è stato disposto il blocco in apertura delle paratoie di scarico, cioè la diga non si riempirà più fino a che non verranno chiuse nuovamente. Le paratoie ora sono aperte, ma non sono note le condizioni della struttura e delle costruzioni accessorie. Il cedimento del pozzo di controllo sarebbe dovuto alla mancanza di controspinta dopo lo svuotamento e dal terreno composto di argilla marnosa e limosa. Alcune stazioni inclinometriche (punti di controllo dell'inclinazione del terreno) non sono neanche più raggiungibili e i pali si sono spezzati, il che evidenzia spostamenti di decine di centimetri. Il Ministero delle Infrastrutture ha un regolamento piuttosto rigido in materia di dighe, per le quali esiste un ufficio apposito, ma rimane ente di controllo e non di gestione. In ripetute ispezioni, l'ultima il 12 giugno 2013, il Ministero evidenzia uno stato di generale trascuratezza, mancato controllo dei punti di accesso ai sistemi, reticenza da parte dell'ente gestore, mancata esecuzione o esecuzione parziale delle prescrizioni fornite. L'ente gestore, il Consorzio di Bonifica, adduce motivazioni finanziarie, ma l'intervento di Pietro Fuda alla conferenza evidenzia che il Consorzio non può essere soggetto di erogazione di fondi poiché non ha presentato i rendiconti dei lavori fatti negli scorsi anni. Al momento non è stato avviato da parte del Consorzio uno studio di alcuna soluzione, neanche provvisoria, per la messa in sicurezza dell'impianto. Men che mai per il ripristino dell'invaso in totale sicurezza. Esiste una disposizione del 19 febbraio 2014 che intima al Consorzio di avviare con somma urgenza le pratiche necessarie per evitare il crollo del pozzo di controllo e il collasso della struttura, ma nulla sembra essere stato fatto. La conferenza stampa ha portato all'attenzione pubblica anche un grave spreco di acqua: la sorgente Zinnì, completamente potabile, viene sversata all'interno dell'invaso. Se fosse potabilizzata potrebbe dare acqua a tutta la Locride, e se fossero realizzate delle doppie condutture (per potabile e industriale), potremmo avere acqua a volontà per annaffiare parchi, giardini, orti. Chiaramente la cittadinanza si aspetta che i problemi vengano risolti in tempi relativamente brevi (siamo nell'ordine degli anni) e che eventuali responsabilità vengano accertate. Si aspetta una risposta o un chiarimento da parte del presidente del Consorzio. L'Osservatorio Ambiente Diritto per la Vita si propone di mantenere alta l'attenzione su questa vicenda e di impegnarsi anche per avere informazioni sulle acque reflue e dei depuratori. “La diga è vuota da un anno e dieci mesi- conclude Arturo Rocca- e sappiamo che se rimarrà asciutta per molto tempo le argille perderanno elasticità, e l'intero invaso diverrà inutilizzabile. Ciò che temiamo è che in questo caso, la diga venga utilizzata come discarica di ingombranti, visto la mancanza di sorveglianza e di restrizioni per l'accesso. L'Osservatorio conduce una battaglia per, non contro, non abbiamo nemici, ma tentiamo solo di alzare l'asticella della qualità della vita”.



Il candidato a sindaco Pietro Fuda e la coalizione di centrosinistra approdano oggi, domenica 29 Marzo, a Donisi. Dopo Siderno Superiore continua il tour d'ascolto: #lafabbricadipietro (una “Fabbrica di idee” capace di rendere il centro e le periferie competitivi in ambiti creativi, progettuali, ambientali e culturali) incontrerà i cittadini nella scuola elementare alle ore 18.30 per registrare criticità e idee capaci di far passare l'importante frazione sidernese dal declino alla crescita. La gente di Donisi è gente di fatica e concretezza che ha saputo guadagnarsi una fetta di pane in ogni parte del mondo, in Canada specialmente. Pertanto i cittadini che vorranno confrontarsi proporre, segnalare sono invitati a partecipare. Le elezioni amministrative sono momenti rari e preziosi per progettare il futuro di una città, per rapportarsi con la comunità, per esercitare un diritto robusto: la sovranità del popolo.


RIVIERA

www.rivieraweb.it

LA COPERTINA

Locri Palazzo Nieddu

DOMENICA 29 MARZO

7

L’opera di riqualificazione di palazzo Nieddu del Rio,a Locri, sembra puntare sulla maxispesa per dare credito alla stuccata dei buchi che ricordano l’omicidio del vicepresidente della Regione.Sarà rimossa anche la targa commemorativa per lasciare spazio a un museo di cui non si sente la necessità.

Stucco e vernice cancellano Fortugno

JACOPO GIUCA

L’

hanno tolto da casa sua. A palazzo Nieddu del Rio F r a n c e s c o Fortugno non è più nemmeno un fantasma. L’operazione di restauro del palazzo storico di Locri sta cancellando uno dei capitoli più dolorosi della nostra storia dimenticando che, a partire dal 2006, quell’edificio ottocentesco è stato simbolo cittadino della lotta alla mafia. Il progetto di riqualificazione è partito un paio di anni fa, quando, nel tentativo di dare nuova destinazione ai fondi non spesi nel campo dei beni culturali da parte del POR

20.000 euro al metro quadro per una rinfrescata e una sistematica agli infissi: una cifra che non si spende nemmeno a Manhattan per l’acquisto di un attico.

Calabria, si affida al sovrintendente Francesco Prosperetti il compito di individuare siti meritevoli di ristrutturazione. Prosperetti, all’epoca sovrintendente delle regioni Calabria e Lazio e oggi responsabile dei lavori di ristrutturazione del Colosseo, è un vero e proprio re Mida: durante il proprio mandato è riuscito spendere 60.000.000 di euro per riqualificare il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e qualcosa di molto simile, in proporzione, sta accadendo col palazzo di Locri. Al di là dello stanziamento di 1.700.000 euro da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali per semplice pulizia, rinfrescata della facciata, stuccatura dei fori di proiettile e rimozione della targa commemorativa che ricordava ai cittadini quel drammatico giorno di elezioni, la cosa che più lascia stupefatti è la destinazione di questo palazzo Nieddu 2.0. Le carte di Invitalia presentano un progetto di 27 pagine che parla del distretto Epizephiri occupandosi solo in calce del palazzo e della sua storia provvidenzialmente monca degli ultimi dieci anni. L’idea è quella di trasformarlo in un polo museale che non ha ragione di esistere, considerata la presenza di uno dei siti archeologici più importanti della Calabria ad appena cinque chilometri da lì.

L’operazione di Locri, insomma, sta comportando una spesa di 20.000 euro al metro quadro per un museo inutile. Un po’ come se a New York l’assessore alla cultura progettasse di svuotare le casse del comune per sistemare un palazzetto dove aprire un nuovo museo d’arte moderna a due fermate di metropolitana dal Moma, spendendo più o meno dieci volte più della cifra necessaria all’acquisto di un attico in piena Manhattan. Lo storico del palazzo lo ritrae come un mangiasoldi pubblico senza risultati. È un gioco a perdere: edificato a fine ‘800, dopo essere stato adibito a caserma fino al termine della Seconda Guerra Mondiale, palazzo Nieddu viene dimenticato per quasi cinquant’an-

ni. Nel 1993, finalmente, la giunta comunale del sindaco Attisani riesce a sfruttare fondi non spesi nel settore del turismo per dedicare 2 miliardi delle vecchie lire al recupero del palazzo. La divisione interna della giunta dell’epoca sulla questione e la decisione del sindaco di ritirarsi a vita privata a seguito di sopraggiunto stress da politica, obbliga il comune a procrastinare la realizzazione del progetto, che vede la sua attuazione solo tra il 1996 e il 2000. Il clima di paura generato dalla faida tra cosche locali e il probabile taglieggiamento della ditta che si era aggiudicata l’appalto impedì che i lavori venissero portati a termine come si deve, tanto che il palazzo risultava già cascante appena rimossi i ponteggi. I successivi lavori di ammodernamento del Municipio, poi, comportarono la decisione di spostare il settore amministrativo all’interno del Nieddu del Rio che, per sette anni, divenne un edificio pubblico. Il palazzo avrebbe riacquistato il proprio status a fine 2005, alla vigilia di quel giorno di primarie in cui il vicepresidente della Regione, Francesco Fortugno, è stato freddato dagli impietosi colpi di un killer. Quel giorno, palazzo Nieddu diventò il simbolo dell’antimafia grazie all’istituzione del forum “Forever” e ai Ragazzi di Locri, oggetto della più grande strumenta-

lizzazione calabrese del secolo che, nell’arco di pochi mesi, convinse la Regione a stanziare 2.500.000 euro (sic.) per la restaurazione del palazzo e il finanziamento delle manifestazioni antimafia. Poi, quei giovani combattivi sono stati rigassificati e fatti evaporare esattamente come sta accadendo in questi giorni che li aveva creati: Francesco Fortugno. E i due milioni e mezzo di euro? Dobbiamo aggiungerci quelli stanziati nel 2013 o, forse, la rimozione della targa e la stuccatura dei fori, oltre a cancellare gli ultimi dieci anni di storia, fa volatilizzare anche loro? Perché tra due e quattro milioni c’è una bella differenza e non sarà impresa semplice far passare anch’essi per degli spettri. Noi vigileremo.

Ai due milioni stanziati oggi bisogna aggiungere i due e mezzo di dieci anni fa. O la rimozione della targa commemorativa cancella anche quella spesa?


ATTUALITÀ

DOMENICA 29 MARZO 8

www.rivieraweb.it

NEI BILANCI DEI NOSTRI COMUNI NON CI SONO RISORSE PER LA QUESTIONE SOCIALE

Nella Locride, dove lo Stato si accorge solo dei giovani che delinquono ILARIO AMMENDOLIA

S

e potessi, vorrei aprire una pacata discussione con i nostri parlamentari, i consiglieri regionali e provinciali e con i sindaci della Locride. Loro sapranno molto meglio di me che il governo centrale ha tagliato di un miliardo per ogni anno (sino al 2018) dei fondi destinati all'inclusione sociale. Sapranno certamente spiegare il motivo del loro enigmatico silenzio. Sapranno che dal prossimo anno in Calabria non ci potrà più essere una seria politica in questo settore. I sindaci sanno che nei bilanci dei Comuni (soprattutto della Locride) non ci sono risorse destinate alla questione sociale. La nostra situazione è molto diversa rispetto ai Comuni del Centro Nord. Ovviamente non è mia intenzione mettere sotto accusa la “politica”. Non ne avrei i titoli e non sarebbe giusto. Penso, però,

“Gli ultimi sono pulviscolo atmosferico fino a quando presentano il loro conto di sofferenza, di degrado e di morte”

alle tante persone a rischio devianza che saranno ancora più soli, ai bambini provenienti da ambienti degradati, agli allettati, ai portatori di handicap. Si staglia all'orizzonte una Calabria, e una Locride, senza tutela alcuna e senza voce. Ecco perché il diffuso silenzio mi inquieta. Nei mesi scorsi un ragazzo poco più che ventenne ha ricevuto l'ennesimo mandato di cattura. Il reato più grave credo sia stato un furto di una ventina di euro. Lo trasportano da un carcere all'altro. Ogni giorno costa alla comunità centinaia e centinaia di euro solo per tenerlo recluso. I suoi genitori, brave persone, sono entrambi portatori di gravi handicap e non avrebbero potuto accudirlo più di

quanto non abbiano fatto. Lo “Stato” però non c'era. È vissuto in una catapecchia pericolante e ha evaso l'obbligo scolastico. Lo “Stato” ha continuato a non esserci! Si accorge di costoro solo quando presentano il loro conto di sofferenza, di degrado e di morte. Così, paghiamo in repressione, mille volte di più di quanto avremmo potuto spendere in prevenzione. Costruiamo carceri e caserme invece di asili nido e progetti di inclusione. Dall'anno prossimo si potrà fare ancora di meno. La Sinistra che è stata anche mia, non avrebbe mai consentito un'operazione così ingiusta senza combattere. Non ha senso dirsi di “Sinistra” se non schierandosi concretamente con gli ultimi

che, come pulviscolo atmosferico, vivono accanto a noi e nessuno si accorge di loro. “Sinistra” è una scelta di vita e non una candidatura alle elezioni! In questa occasione molti “nostri” politici sembrano pesciolini rossi in un acquario. Muovono la bocca ma non dicono niente. La Calabria e la Locride stanno sprofondando in un “buco nero”, in un disinteresse inquietante. L'unica dimensione che c'è consentita è quella criminale, si tratta di un vestito che ci viene cucito addosso ma non ci appartiene. Sarebbe ora di dire: basta! Viviamo in tempi difficili in cui la “penna” (coscienza critica) conta meno di niente rispetto al “potere”, al denaro, alla “spada”. Noi solo questo possiamo dare e continueremo nell'impegno che - con ben altra autorevolezza - fu di Nicola Zitara e di Pasquino Crupi, con la coscienza che nessuno possa chiederci di più. Mutuando un'antica frase: abbiamo da perdere la nostra viltà, abbiamo da riscattare la nostra dignità.

“Un tempo la Sinistra non avrebbe mai consentito un'operazione così ingiusta senza combattere”

La Provincia di Reggio Calabria trionfa di nuovo al GOLOSARIO PRIZE del SOL&AGRIFOOD al Vinitaly La collettiva dell'assessorato all'agricoltura a Verona si riconferma con le eccellenze del territorio A confermare che il made in Italy del food e del vino costituiscono un fattore di attrazione importante e che Vinitaly e SOL&AGRIFOOD costituiscono la più importante manifestazione fieristica italiana, ci sono i numeri: ben 4.000 espositori, 150.000 visitatori provenienti da 120 Paesi del mondo, centinaia di eventi, convegni, degustazioni, cooking show riguardanti tutte le regioni italiane. E la provincia di Reggio Calabria ha iniziato sin dal primo giorno con la degustazione guidata degli oli di qualità annoverati sotto il brand provinciale “L'olio dei Giganti” presso la sala Mantegna, grazie agli assaggi guidati dagli esperti Rosario Previtera e Antonio Lauro e destinati a una platea qualificata che ha segnato anche il “tutto esaurito”. Le diciotto aziende partecipanti tra food e olio nella collettiva provinciale organizzata ormai da qualche anno dall'assessorato all'agricoltura con il brand “Reggio Calabria, la provincia buona e bella - paesaggi ricchi di sapore” hanno deliziato i palati di migliaia di visitatori incuriositi sia dagli oli monovarietali e biologici sia dalle prelibatezze reggine: salumi, formaggi, conserve, marmellate e confetture,

dolci e torroni. Notevole successo ha riscosso inoltre l'immancabile gamma di prodotti e derivati del bergamotto. Grande soddisfazione per il presidente della provincia Giuseppe Raffa e per l'assessore all'agricoltura

Gaetano Rao in visita a Verona presso lo stand di “Reggio Calabria, la provincia buona e bella”. «È stato importante notare come i vari produttori fanno squadra - ha affermato il presidente Raffa - e come i pro-

dotti del versante tirrenico e del versante ionico completino sinergicamente il grande paniere enogastronomico provinciale. Il lavoro svolto in termini di promozione e marketing territoriale in questi anni sta dando i suoi frutti concreti e importanti risultati alle nostre aziende di qualità». Dello stesso avviso l'assessore Gaetano Rao: «Sin dall'inizio il mio assessorato e la Provincia hanno puntato sui produttori e sulle produzioni identitarie per la promozione del territorio provinciale tramite la partecipazione a eventi fieristici di grande livello. Ed è una grande soddisfazione

vedere in fiera che i nostri produttori siglano contratti di fornitura e destano interesse commerciale nei confronti di buyer provenienti da tutta Italia. Saremo presenti con un'altra collettiva al “Salone di origine” a Brescia e sono certo che anche lì sapremo esaltare le eccellenze enogastronomiche reggine». Eccellenze certamente, visto che anche quest'anno il GOLOSARIO PRIZE di Paolo Massobrio e Marco Gatti hanno selezionato e premiato, tra le varie aziende italiane e per categoria, ben due aziende reggine: il salumificio artigianale Ioppolo di San Giorgio Morgeto per il suo “lardo al peperoncino stagionato quattro mesi” nella categoria salumi e l'azienda Sirianni di Cittanova per l'innovativa “confettura di Annona di Reggio Calabria de.c.o.” nella categoria sfiziosità. «Un risultato importante - afferma l'agronomo Rosario Previtera - Questa premiazione, oltre a dare grande visibilità alla gastronomia reggina, dimostra che i prodotti di eccellenza e di nicchia possono affermarsi sul mercato nazionale in quanto depositari di un grande valore aggiunto che è conferito dall'identità territoriale e dell'artigianalità delle nostre aziende».



RIVIERA

Anime pulp dal colore rosso sangue Anime Nere sbarca finalmente in America e, da professionisti della settimana arte quali solo gli americani sanno essere, la promozione del film passa da una locandina dal sapore tarantiniano. Ai colori cupi richiamanti i toni della pellicola di Francesco Munzi e al deprimente titolo bianco in campo nero, infatti, gli USA preferiscono un poster colore del sangue, dove le immagini più crude del lungometraggio sono intervallate da ombre minacciose, fori di proiettile e slogan estremamente “Pulp”.

LA SETTIMANA

www.larivieraonline.com

DOMENICA 29 MARZO

10

ELEZIONI BOVALINO

LA REPLICA

Le precisazioni di Vincenzo Maesano

CENTOMILA EURO PER SIDERNO SUPERIORE

«È necessario“mettere i piedi alle idee”» Questa settimana è venuto a trovarci l'avvocato Vincenzo Maesano, il quale ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardo la posizione del movimento Agave nella situazione attuale di Bovalino. L'avvocato, presente agli incontri che si tengono nella cittadina come invitato e coordinatore del movimento, precisa che “il movimento Agave non ha aderito al patto della città, ma siamo stati invitati a un'unica riunione sebbene ne siano state organizzate delle precedenti”. “Il patto della città è una grande coalizione per governare il paese. Gli organizzatori hanno dichiarato la riappacificazione sociale facendo un passo indietro da un punto di vista politico per venire incontro a quelle che sono le esigenze della cittadina”. I rappresentanti del movimento Agave invitati all'ultimo incontro hanno chiesto quali sono le linee guida che dovrebbero animare il patto della città. “Perché quando si fanno delle grandi coalizioni” - afferma - “per abbracciare la società civile e gli esponenti politici di Bovalino bisogna invitare tutti, partendo dal mondo politico”. A que-

Cup di Reggio Calabria

Lagnanze sul servizio -“Salve, dovrei prenotare una visita.” -“Mi detti il numero dell'impegnativa” -“Un attimo che la prendo subito” -“No, allora mi richiami”. Questa è stata la conversazione intercorsa tra un operatore del call center CUP (Centro Unico Prenotazioni) e un utente. Molte sono le lamentele, tante le persone che si chiedono il motivo per cui debbano pagare un servizio per l'assistenza medica tenendo conto, tra l'altro, che se capita di non avere in mano la richiesta del medico riattaccano senza indugio. Infatti, il numero è a pagamento, ragion per cui, quando l'operatore riattacca tocca richiamare e attendere in linea per non perdere la priorità. Telefonando da fisso al costo di una telefonata urbana o da cellulare secondo la tariffa del gestore telefonico. In alternativa ci si può rivolgere alle farmacie convenzionate alle quali, però, non è permesso di fissare tutte le visite. Come mai non è stato inserito un numero verde gratuito attivo 24 ore anziché uno a pagamento? Accesso facile al sistema di prenotazioni, possibilità di prenotare la prestazione in ogni struttura, scegliendo il luogo di erogazione in base alle esigenze, bisogni e necessità dell'utente. Così è scritto sul sito ma sembrano esserci alcune inesattezze. Talvolta gli orari non corrispondono e, attualmente, telefonando dal cellulare, la voce guida ci indica la possibilità di prenotare solo il pomeriggio, creando disagio a chi si trova fuori casa per motivi di lavoro e non è in possesso del telefono fisso, tralasciando come se ciò non bastasse - la pazienza e la cortesia. Gli operatori, infatti, non attendono neanche solo un istante per dare la possibilità all'utente di comunicare i dati relativi alla prenotazione. In sostanza, un po' troppi limiti per un servizio che dovrebbe essere un diritto. Il Direttore Generale e il Direttore Amministrativo dell'ASP di Reggio Calabria, tramite l'ufficio stampa, ci hanno comunicato che il numero è stato sempre a pagamento fin dall'inizio e che verificheranno al più presto eventuali inefficienze. Katia Candido

sto proposito l'avvocato Maesano ha chiesto il perché dell'assenza dei consiglieri provinciali in carica, visto che a Bovalino ne sono presenti due. Ha chiesto se sono stati invitati i partiti politici e il mondo delle associazioni, proprio per capire in cosa consiste il patto della città. “Nel frattempo aspettiamo delle risposte, perché nell'ultimo incontro non ci sono state fornite delle delucidazioni in merito”. In attesa di capire di cosa si tratta, il movimento Agave si prende del tempo per decidere se aderire o meno. “Il movimento ha un percorso politico che ormai dura da tre anni e a gennaio 2014 abbiamo presentato il progetto Agave confermando la partecipazione alle comunali. Tengo a precisare che si tratta di un movimento apartitico, dunque sganciato completamente da qualsiasi partito. Abbiamo iniziato un percorso di incontri e confronti con tutte le realtà del paese. Di fatto una sorta di patto della città, o comunque la soluzione di coinvolgere più cittadini possibili, era già stata avviata da tempo e oggi ha dato i suoi frutti, perché il consenso generale si è

ampliato notevolmente con l'adesione di giovani e professionisti che vogliono mettersi in gioco per cambiare le sorti di Bovalino. Anche questo è un modo di fare politica”. Ma come intende agire il movimento Agave? Bovalino ha vissuto in questi trent'anni una situazione che assolutamente non rispecchiava le necessità dei cittadini. La svolta deve passare attraverso la cultura, le politiche sociali, l'ambiente e il turismo. Un'amministrazione che vuole davvero essere degna di questo nome, deve soprattutto rappresentare i cittadini e operare perché le loro esigenze possano trovare soddisfazione”. Aggiunge infine: “Il movimento Agave vuole proporsi come strumento di cittadinanza attiva. L'interesse è quello di coinvolgere tutti alla progettazione. Quello che dico sempre è di “mettere i piedi alle idee” altrimenti rimangono solo dei sogni nel cassetto. L'obiettivo è rilanciare l'immagine del paese. Non si tratta di soluzioni fantascientifiche, ma di un programma realistico che credo possa finalmente cambiare il volto alla cittadina”. M. Cristina Caminiti

I ristoratori della Locride a fianco dei tanti celiaci

Riccardo Ritorto, responsabile Sian: «Importante risposta degli operatori territoriali»

L’angolo di Parrello

Il pentimento Ho letto su un quotidiano, la notizia che qualche autorità ecclesiastica avrebbe in mente di non far entrare in chiesa alcuni "peccatori", senza un accurato cammino di redenzione. Non sono d'accordo: per pentirsi dei propri peccati, non c'è bisogno di frequentare un corso di Teologia, né tantomeno un apposito Liceo. Molto spesso, infatti, il pentimento avviene all'improvviso, con la persona che entra in Chiesa a confidare, direttamente al cospetto del Cristo in Croce, le proprie sofferenze. Senza bisogno né di intermediari né di raccomandazioni. Tutto il resto non ha alcun significato. Franco Parrello

Molto partecipato il corso di formazione della Regione Calabria per operatori della ristorazione e albergatori che si è svolto giovedì pomeriggio al primo piano dell'ex ospedale di Siderno. Negli uffici del Sian (Servizio Igiene Alimenti Nutrizione) i ristoratori della Locride hanno dichiarato guerra al glutine. L'obiettivo è di avere all'interno delle cucine di ristoranti e alberghi uno spazio esclusivo, senza contaminazioni, per preparare gli alimenti da servire ai celiaci. Il team Sian guidato da Riccardo Ritorto, coadiuvato da Macrì Isabella, Iannopollo Paolo, Martelli Leonardo, Pennisi Francesco, Cartolano Giuseppe, Novella Giovanni, Eva Ammendolia si è dichiarato soddisfatto sia per la partecipazione dei ristoratori che, soprattutto, per l'attenzione che questi ultimi stanno dimostrando dinanzi a un morbo sempre più diffuso tra la gente della Locride.

Spett. Riviera in riferimento all' articolo pubblicato il 22/03/2015 dal titolo “ Centomila euro per Siderno Superiore – un po’ di chiarezza sul finanziamento”, per altro non firmato, sorprende che un mio asettico comunicato stampa inviato in data 12/03/2015 riguardante la delibera n 17 della Giunta Provinciale del 25/02/2015 ( vedi allegato), sia stato interpretato come pura nota di merito, di vanagloria o autoreferenzialità. Premettendo, per chiarezza, che, all’ epoca dei fatti, il sottoscritto ancora non si era insediato nel Consiglio Provinciale, mi nasce spontaneo il dubbio sulla mia capacità comunicativa nell’ esprimermi in lingua italiana, e ne chiedo venia, o nell’ incapacità interpretativa del solerte autore dell’articolo: in questo caso, pur essendo medico, mi dispiace di non conoscere la terapia adeguata. Sono sempre stato del parere che i meriti è meglio meritarli e non averli che averli e non meritarli; del mio passato e presente amministrativo non ho nulla da rimproverarmi e da vergognarmi: ho sempre operato nella massima onestà, trasparenza, lealtà e dedizione verso le necessità dei più deboli e dei meno abbienti. Mi consenta però, di prendermi un merito : disconosco l’arte dell’inchino verso il potente di turno, che mi ha sempre contraddistinto nel passato, nel presente e sicuramente nel futuro cosa che non tutti possiedono, a differenza dell'estensore del vostro articolo dal contenuto palesemente incongruo e strumentale. Dott. Francesco Rispoli Consigliere Provinciale

Copia copiabus: la Cina come Reggio L'archi-star Zaha Hadid ha in cantiere un'altra zahahadidiata: dopo i musei gemelli previsti uno per il Rhegium Waterfront di Reggio Calabria e l'altro per il waterfront di Sant'Elia a Cagliari, ha sfornato una nuova stella marina, scopiazzata da se stessa, e pronta per Pechino, esattamente per il distretto di Daxing, a 46 km a sud di piazza Tien'anmen. Avrà, quindi, cinque punte il terminal dell'aeroporto più grande del mondo e potrà accogliere 45 milioni di passeggeri all'anno. E così l'architetto anglo-irachena Zaha Hadid, prima donna a vincere il premio Pritzker, una sorta di premio Nobel per l'architettura, continua a propinarci l'unico progetto che abbia mai realizzato nel corso della sua carriera: una futuristica stella marina, che si limita a copiare da un luogo e incollare in un altro, come se il genius loci - ovvero lo spirito, il nume tutelare - di Reggio Calabria o di Cagliari possa anche solo lontanamente racchiudere le stesse caratteristiche di Pechino. Invitiamo, pertanto, l'archi-star innanzitutto a non autoplagiarsi e poi a rispettare l'aura di sacralità che pervade ogni luogo, senza sterilizzarne lo spirito, e accostarsi a un'architettura più consapevole.



RIVIERA

SPECIALE PASQUA L’INTERVISTA IMMAGINARIA

Anche se la primavera sembra non aver spalancato le sue porte, il lieto evento è sempre più vicino!!!! Preparando i nostri cuori ad accogliere la Santa Resurrezione i nostri palati sono già pronti a farsi coccolare da tutte le bontà della tradizione pasquale. Tante ricette, tanti primi piatti saranno presenti sulle nostre tavole nei giorni pasquali, tanti dolci e protagonista come ogni anno sarà il cioccolato. Questa settimana preparerò una prelibatezza alla mia cara Rosa! Sempre silenziosamente pronta a viziare i miei capricci, amante di tutto ciò che è dolce e cioccolato, questa volta sarò io a viziare il suo capriccio con uno splendido tortino di cioccolato dal cuore morbido.... Chissà se così riuscirò a farla parlare più del previsto! Ingredienti: • • • • • • • • •

40 gr di farina 00 40 gr di zucchero 1 uovo 20 gr di cacao amaro 35 ml di latte 30 ml di olio di semi 1 pizzico di lievito 1 cucchiaio di nutella 1 pizzico di vanillina

Preparazione: Mettete in una ciotola uovo e zucchero e lavorateli con le fruste fino ad ottenere un composto liscio aggiungendovi poi cacao e farina (precedentemente setacciati) amalgamandoli con le fruste. Fatto ciò, aggiungete latte e olio,una volta amalgamati aggiungete un pizzico di vanillina e la nutella mescolando bene, per ultimo unite il lievito. Amalagamati bene tutti gli ingredienti versate il composto in due tazze da thè precedentemente imburrate e cuocetele al microonde a 800W per circa due minuti ricordando bene di non riempire la tazza perché il composto lieviterà. Poiché il tempo di cottura potrebbe variare in base alle caratteristiche del forno controllate bene la cottura di tanto in tanto. La cottura oltre che a forno a microonde può essere anche fatta in forno statico in stampini monoporzione a 180° per circa 6 minuti. pronta sfornate il tortino impiattatelo su una portata da dessert e servite ai vostri ospiti questa meravigliosa delizia!

Drew e Jonathan Scott, i celebri gemelli delle compravendite immobiliari - Abbiamo il piacere di intervistare due star internazionali, i “Fratelli in affari” che trasformano catapecchie in lussuose residenze. Arrivati in Calabria quale è stata la vostra prima sensazione riguardo all'edilizia? - (Drew) La prima sensazione è che si può comprare a poco, restaurare con cifre modeste e poi vendere al triplo a gente con la grana: qui avete un bellissimo paesaggio quasi incontaminato, mica come il Canada che ci sono solo cave minerarie e pure Google Maps le oscura. Avete un capitale, honey, ma non sapete sfruttarlo. - Dite che dovrebbero arrivare gli inglesi o i tedeschi per lanciare il mercato immobiliare dei rustici di campagna? - (Jonathan) Potrebbe essere una soluzione, ma se non offrite servizi ricettivi adeguati, non avete le strade, non c'è una linea di bus che collega l'interno con la costa, che ti vuoi vendere e a chi, honey? Non c'è molta gente che vuole seppellirsi in campagna e fare venti minuti di tratturo con la 4x4 per comprare mezzo litro di latte al bambino, sai? - Quindi qual è il vostro consiglio, in sintesi? - (all'unisono) Restaurare! - Ma con quali soldi? Noi non abbiamo la Scotia Bank che ci finanzia, come voi, che siete masso-

Maria Angela Restretti

Addio, chiamate anonime! Le chiamate anonime potrebbero diventare un brutto ricordo. Grazie all'applicazione Phone, che sta studiando in queste settimane Facebook, si potrebbe presto sapere tutto su chi ti sta chiamando in base ai dati correlati al numero di telefono sul più popolare dei social network. Addio numeri sconosciuti, dunque e, soprattutto, addio call center. Phone, infatti, permetterà anche di bloccare le chiamate in entrata non facenti capo a una persona reale, impedendo fastidiose chiamate pubblicitarie.

ni. Al più, compilando pile di documenti, riusciamo ad a ottenere un rimborso parziale dallo Stato Italiano… - (Drew) Non avete una banca vostra? Neanche una banchetta, una bancolina piccina picciò? - No. Il Banco di Napoli, una delle più antiche banche italiane, risalente al 1500, ora ce l'ha la Sanpaolo, che sta a Torino. - (all'unisono)E voi vi fate fregare i soldi in questa maniera! Ma siete proprio dei ding dong! - …citofoni? - No, dei coglionazzi, honey.

Il mono-loculo per le tue serate romantiche Solo 7 metri quadri ma dotati di ogni comfort. È il monolocale più piccolo che sia mai stato realizzato. Si trova a pochi minuti dal centro storico di Milano, nei pressi dell'università Bocconi. L'"appartascensore" full optional (c'è persino la lavatrice e un park bici interno) è stato concepito per lo studente fuori sede che vuole risparmiare. Certo, bisognerà rinunciare alle feste con i colleghi ma, in compenso, ci si potrà rifare con un romantico tête-a-tête che permetterà di stare vicinivicini.


SETTIMANALE

www.larivieraonline.com

DOMENICA 29 MARZO

13

Grande successo per il nuovo bronzo della Locride La testa del leone ritrovata nel mare di Capo Bruzzano tre anni fa continua a far parlare di sé e attira decine di curiosi e appassionati in occasione della sua presentazione.

stato un successo straordinario quello della presentazione della tanto discussa testa del leone, tenutasi a Bianco sabato scorso. Decine e decine di persone, infatti, si sono presentate presso il lido Le Dune Bianche per ascoltare gli interventi del rettore dell'Università della Calabria Gino Mirocle Crisci e del Funzionario archeologico Rossella Agostino. Dopo i saluti del sindaco Antonio Scordino, tuttavia, il momento di maggiore interesse è stato indubbiamente quello costituito dalla relazione del professore di Beni Culturali dell'Unical Domenico Miriello, che ha ripercorso tutte le tappe che hanno condotto all'accertamento dell'autenticità del manufatto ritrovato nel mare di Capo Bruzzano nell'estate del 2012 e della sua manifattura sempre più certamente risalente a epoca

È

romana. «L'analisi del terreno - ha dichiarato Miriello - ha rivelato che la testa bronzea è rimasta sepolta nello stesso luogo per molto tempo e che i rapporti esistenti nella lega del manufatto corrispondono a quelli comunemente usati in epoca romana. Per avere maggiori conferme - ha continuato il professore - abbiamo coinvolto anche l'università di Padova, la cui analisi di

L’ultima magia di David Copperfield Noto per essere uno dei più grandi illusionisti dello shobiz, siamo curiosi di vedere quale magia si inventerà questa volta David Copperfield pur di non uscire rovinato dal cedimento della sua monumentale piscina. Posta nel suo attico sito al 57° piano di un grattacielo in piena New York, la pompa dell'enorme bacino ha ceduto, distruggendo letteralmente l'appartamento del mago e allagando ben 30 piani dell'edificio. La conta dei danni sarà sicuramente impressionante… per non dire allucinante!

Spiderman esiste! "Da un grande potere derivano grandi responsabilità". Spiderman ne fece il suo motto di vita. Lo stesso ha fatto un giovane di Birmingham, sebbene non investito da alcun potere e senza ragnatele. Ha 20 anni e ogni sera a partire dalle 21 si traveste da Spiderman e corre in aiuto dei senza tetto distribuendo cibo, dopo aver fatto scorta al supermercato. Lo fa da anni ma nessuno lo aveva notato fino a quando non ha indossato i panni dell'eroe dei fumetti. L'abito non farà il monaco ma fa il supereroe!

un campione microscopico ha confermato che la lavorazione è avvenuta con un raffreddamento progressivo del metallo fuso». La testa, ha assicurato la sovrintendenza, migrerà adesso per un breve periodo presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria per tornare, in un secondo momento, nella Locride alla quale appartiene.

Apple watch ci ricorderà quanto ci resta da vivere L'imminente lancio di Apple Watch rivoluzionerà la nostra vita, ma nessuno avrebbe potuto immaginare che potesse fare anche una stima di quanto questa potesse ancora durare. Assieme al tanto atteso orologio, infatti, verrà presentata, tra le altre cose, Life Clock, un'applicazione in grado di sfruttare i sensori interni dello smartwatch per capire se conduciamo uno stile di vita sano e fare una stima approssimativa di quanti anni, mesi, giorni, ore, minuti e persino secondi ci restano da vivere.

Google Glass, dobbiamo aspettare ancora! Se ne parla da ormai tre anni, ma dei fantomatici occhiali di Google ancora non se n'è vista nemmeno l'ombra. Dopo continui annunci e rinvii, infatti, con gli eventi di gennaio sembrava che il progetto fosse pronto per il lancio definitivo ma, a pochi giorni dal lancio dell'orologio della rivale Apple, Google deve gettare la spugna e ammettere che il progetto “Glass” è a un punto morto. Siamo certi che vedremo presto rispuntare gli occhiali interattivi, ma più impazienti dovranno rassegnarsi.


GERENZA

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

LA STORIA DI ‘NTONI MACRÌ - RIVIERA EDIZIONI ©

Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Ercole Macrì, Jacopo Giuca, Stefania Gitto, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Lidia Zitara, Patrizia Pellegrini, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta.

www.rivieraweb.it

Un romanzo di Cosimo Armando Figliomeni

Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl Via Gramsci, 72/A info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Martano Editrice EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048 Siderno

DOMENICA 29 MARZO

14

CAPITOLO DECIMO

RISPETTA TUO PADRE (ovvero GUARDATEMI LE SPALLE)

Muore l’uomo « “'U Pehjiu è arretu!” E non è solo un modo di dire! In Calabria è un indiscutibile brocardo. Non una regola e neanche un semplice motto. È una certezza. Di qui, forse, la mancanza di fiducia negli altri e la rassegnazione che le cose non cambiano mai. La gente vive gli eventi, anzi li subisce come “eventi di Dio”, come divenire segnato o, meglio, assegnato. E succede che, come nelle famiglie legate al culto del lavoro e della compattezza dall'ellenico sapore, quando viene a mancare il pater si cade nello scompiglio, nel disordine, nella confusione. Così, quando venne a mancare Don Antonio col suo carisma e con la sua saggezza, i veri uomini d'onore si ritrovarono orfani di padre come figli di nessuno. I cani sciolti, invece, latravano. Fenomeno, questo, ormai diffuso anche altrove, nella jonica e nella tirrenica, dove altri patriarchi nel volgere di pochissimo tempo dalla morte di Don Antonio fecero la stessa fine. Gigi ricordò le parole del vecchio saggio in quella casetta oltre al dirupo: la Chiesa ha il Papa… Una volta c'era il Re… Qui non c'è nessuno! «Forse perché ci sono tutti!» Aggiunse una sera. Si ricordò d'una sorta di poesia in vernacolo che il vecchio si mise a recitare mentre Gigi socchiudeva la porta: “A Roma, 'nta ddu randi caseggiati si riunisci tutt'u Parramentu, fattu d'i senaturi e deputati chi 'ndi fannu campari 'nto turmentu. 'A maggioranza è fatta di latruni…” «Ma, allora - chiedeva Vanù - È questa la Democrazia? O è pura Anarchia?!» «Andiamoci piano!» si sentì ripetere mentre si stava sdraiati su lettini di scoubidou a prendere il sole in terrazza. «Democrazia è una parola seria, ed è la parola più bella del mondo! Il primo a parlarne è stato Erodoto. «Etimologicamente significa “Potere del Popolo”, ma meglio sarebbe “Potere al Popolo”. È vecchia più del Cristianesimo se, come si pensa, è nata circa mille anni prima di Cristo. È, vieppiù, una parola ellenica e noi non dovremmo mai dimenticare le nostre origini. «D'altra parte, queste cose le sai. Gigi pensava ad Aristotele e al suo concetto di armonia, alla bellezza della convivenza nella partecipazione. Al senso della responsabilità nell'esercizio dei Diritti immanenti Doveri. E si ricordò d'un aneddoto che spesso si raccontava in libreria, il vero salotto culturale d'una Siderno pensante, attenta, sensibile, politica… sociale. «Vedi - le disse accarezzandola - quando si vuol dar vita a una attività per la vendita di prodotti edili, o per l'attività artigianale di manufatti lapidei, la prima cosa necessaria è la costruzione d'un capannone. È quello che intendeva impiantare Mastro Purè, marmista. Sulla scrivania del Sindaco giaceva tra le altre carte un'istanza corredata di tutti gli incombenti richiesti dalle norme vigenti in materia, compreso naturalmente il Progetto firmato da un tecnico abilitato e regolarmente iscritto all'Albo Provinciale. Il Sig. Sindaco lo esaminava ogni mattina, soffiando sulla plastica rossa della copertina la polvere del tempo che inesorabilmente si accumulava come la cipria di certe attempate signore. L'usciere che in pectore si riteneva superiore al Segretario, portandogli come sempre il caffè: «Allora Sig. Sindaco, la firmiamo questa autorizzazione?» «Anche oggi, come ogni mattina, Mastro Purè ha telefonato per caldeggiarla». «D'altronde, pare sia tutto a posto». «Pensi a quanti posti di lavoro in più». Il Sindaco, col solito sguardo sornione, fingendo di sorridere, scuoteva leggermente la testa, come per dire: firmerò, firmerò. Ma non firmava! Perché? Perché quel progetto non rispettava le distanze da un

I FUNERALI DI ‘NTONI MACRÌ muro di cinta d'un cimitero. Della cosa venne investito naturalmente Don Antonio il quale incontrando, non certo per caso, il sindaco nei pressi della Libreria aveva tentato di mediare a favore di Mastro Purè. Forse in privato si davano anche del “tu”. Don Antonio usava parole alquanto convincenti. “Di miele sulla bocca”, come si dice. Ma il sindaco rimaneva irremovibile. «Ti rendi conto? - Insisteva il sindaco - Che volete, che mi sospendano? Come nell'occasione per la deposizione della corona al Monumento dei Caduti avvenuto il quattro novembre del 1955? «La causa di ciò è stata una mia indisposizione: coliche renali che non mi consentivano di camminare, di uscire costretto a letto. «Il Prefetto mi sospese per quindici giorni da Ufficiale del Governo allorché seppe, informato da gente ignobile, che a deporre quella corona è stato un netturbino a ciò incaricato da un vigile. «Dell'accaduto ne parlò persino la stampa; e non solo quella locale! «Il Messaggero, per esempio. Mentre il “Merlo Giallo”, addirittura, mi definì come elemento degno di confino. «Meno male che quest'ultimo fosse un settimanale satirico, come peraltro il suo fondatore e inventore dell'Uomo Qualunque, Alberto Giannini. «In ogni caso, l'episodio si risolse con l'attestato di stima e fiducia dell'intero Consiglio Comunale, nel principio della solidarietà, e dopo un accorato intervento dell'amico Peppino Brugnano, Socialista come me. «Quindi, caru 'Ntoni, sul caso ti prego di non insistere; e se dovesse mettere una sola pietra senza la prescritta autorizzazione, di' a Mastro Purè che sarò io personalmente ad andare a rimuoverla con la motopala.» Vanù, in quel suo dire lo seguiva con occhi spalancati, incredula. Gigi capì i suoi dubbi, quindi pensò di chiarire: «Quello del Sindaco non era un linguaggio mafioso. Era il discorso di un uomo che aveva il coraggio di non avere paura. «E, Don Antonio capì: la sua intelligenza, infatti, era pure bontà! «Si salutarono con una stretta di mano. Da uomini veri.» “Ancor oggi, percorrendo stradine deserte, assolate o imbevute di fango o, per qualche occasione, capitan-

do in casette coperte di tegole senza controsoffitto tipiche degli anni '50, puoi avere la fortuna di conoscere un uomo. Intendo quello vero. Umile e serio che vive la sua povertà nella pienezza dell'esperienza e della dignità. In silenziosa religiosità, e che sa che quella è la sua vera ricchezza”. Così Gigi scriveva un giorno a un vecchio compagno di studi. “Ti può capitare di sedergli accanto e di ascoltare lezioni di vita che noi non abbiamo vissuto e di scoprire immagini, fatti e vicende come pellicole di film che mai avresti potuto pensare. “È raro, ma può capitare. A me è successo ed è stato proficuo”. «Perché - diceva - l'uomo è l'unico capace di autoregolarsi nel proprio divenire e nell'interazione con gli altri. «Lo Stato non c'è mai stato e mai ci sarà! Specie da noi». E ricordava gli ultimi scorci del Regno di Napoli, gli Spagnoli… e poi i Piemontesi… gli Americani, il Fascismo. Pio IX, Pio XII e, giù giù fino ad arrivare a Don Antonio. «Ecco, quello sì ch'era un Uomo. Bastava uno sguardo per sanare una fingia, per bloccare una faida… per mettere la pace. Altro che giudici e tribunali!» «Mi dica, Dittori. Ma vi siete accorto che da che mondo è mondo 'a ggenti ha sempre avuto bisogno d'un padrone, d'un capo? E solo di uno!» «La Chiesa ha il Papa. Una volta c'era li Re… a Roma non c'è nessuno. Cumandanu tutti e non cumanda nullu. Anzi, cumandanu 'i sordi! E l'omu è sulu servu». «L'Omu è mortu, criditimi Dittori!» A quel punto Gigi, annegando l'ultima fetta di soppressata col vino che brillava nel bicchiere, gli strinse la mano, commiatandosi. Lungo il tratturo, pensava. Un pallido sole tramontava dietro le montagne di Canolo, quel paesino che, più a Nord, salda le Serre all'Aspromonte. Visto dalle campagne di Siderno, quel fenomeno si confermava sempre un dono della natura. Qualcosa che a Gigi faceva pensare a Dio. Giù, a poca distanza dal mare che pure s'intravedeva frastagliato tra rami d'ulivo e che baciava placidamente la riva nell'attesa delle puntuali mareggiate di febbraio, il Lungomare delle Palme. Solitario, anch'esso in attesa della violenza delle onde per essere, come ogni anno, divelto. Il Campo Sportivo, fiore all'occhiello di Siderno, invi-

diato dai Comuni viciniori, unico all'epoca dotato d'un prato naturale sempreverde, si addormentava nell'ultimo vociare di giovani atleti. L'arbitro aveva smesso di fischiare! Quasi a ridosso, nascosto fra gli alberi, protetto da muri di filari di basse casette antiche, fatte di malta impastata con terra rossiccia e coperte di tegole di creta infornata, una pista per il gioco delle bocce. La passione di Don Antonio e del suo fidato luogotenente: Don Ciccio Commisso, detto “Quaglia”. Ci si accingeva a tornare. Don Antonio, nel suo palazzo di Via del Dromo e Don Ciccio nella casa di campagna in Contrada Gonia, dove abitava con la famiglia in silenzio e riservatezza. Erano questi i principi fondamentali dell'uomo d'allora: silenzio, riservatezza e… lavoro. Chi cercava un consiglio, il dipanamento d'una matassa o compattare una questione d'onore, aggiustare una fingia, prima di Don Antonio veniva Don Ciccio in una sorta d'operazione filtrante. Osmotica. Era il 20 del mese di gennaio dell'anno 1975, e la serata si preannunciava serena. La Renault 5 di Don Ciccio stava per avviarsi, il motore scoppiettava in silenzio fumando dalla marmitta. Don Antonio, come tutte le sere, si era seduto a fianco del conducente. Nell'atto di chiudere la portiera, però, sopraggiunse una Alfa Romeo 1750 con a bordo quattro persone. Ne scesero tre imbracciando mitra e pistole. Il crepitio dei colpi ricordava la notte di capodanno, quando ragazzi monelli (come i loro papà), in tutte le piazze del Sud festeggiano. I bossoli rinvenuti e repertati erano più di trenta. Le armi usate dai killer, a detta dei periti balistici, quattro. Agirono tutti a volto scoperto. Alla fine di quella macabra festa, Don Antonio era rimasto esanime e Don Ciccio gravemente ferito. Fu salvato da un giovane aiuto del Prof. Cardia, poi divenuto titolare della cattedra di Neurochirurgia presso l'Università di Catania. Si trattava del dott. Vincenzo Albanese, anch'egli sidernese, che in quei giorni fortunatamente si trovava in vacanza. Don Ciccio, trasportato d'urgenza all'Ospedale Universitario di Messina, fu prontamente sottoposto a un delicato intervento chirurgico durato lunghissime ore. Quasi tutta la notte. Si seppe, poi, che il giovane assistente, durante l'operazione alla testa, contasse le schegge delle ossa conficcate nel cervello dopo averle esaminate nel palmo della mano. Quell'operazione, si disse, è stata davvero un miracolo della Scienza! Ma la prognosi restava ugualmente riservata. Mentre Don Ciccio dormiva tra la vita e la morte, a Siderno si celebravano i funerali di Don Antonio. Del vero, grande “padrino”. Siderno, in quei giorni, s'era fermata! Attonita,incredula, ammutolita. Durante l'estremo saluto, quando anche il campanile rintocca la fine, la gente rimase affacciata al balcone come a seguire la processione del Santo Patrono. Tanti, trovato coraggio, rimanevano in piedi sull'uscio di casa asciugandosi lacrime calde. Corso della Repubblica rimase zeppo, strapieno per tutta la sera mentre in Cattedrale una lettera non avrebbe toccato il pavimento. Confuse tra la gente comune facce mai viste, sconosciute dalle inflessioni canadesi, americane, australiane. Ma c'era pure chi era giunto dal Nord Europa. Avvocati e manager in rappresentanza di chi, quei giorni, non voleva né poteva stare lontano! Cinquemila persone in un corteo che stentava a snodarsi mentre a Siderno era calata la notte! Anche su quel campo di bocce dove non si vide giocare più nessuno. Rimase coperto d'ortiche che coprono ombre, annientandole. «Guardatemi le spalle!» aveva chiesto un giorno Don Antonio. Ma a chi?



RIVIERA

Società

L’Assocomuni in Portogallo

Lo scambio culturale dell’Assocomuni in Portogallo promosso dall’associazione Civitas Solismette in evidenza le criticità sociali del nostro territorioche, nella sua cieca amministrazione dei fondi comunitari, continua a gettare acqua dalla parte opposta dell’incendio che ci sta bruciando vivi.

FRANCESCO MOLLACE: «Spendiamo trenta volte meno delTrentino per i nostri bambini» JACOPO GIUCA

F

rancesco Mollace è un rappresentante dell’associazione Civitas Solis, che si occupa di promozione sociale sul nostro territorio. Ha risposto tempestivamente alla nostra richiesta di intervistarlo mettendo in chiaro, ancora prima di mettere piede in redazione, di essere una persona concreta, che parla solo a ragion

veduta. Cos’è Civitas Solis e come si inserisce nel contesto della Locride? Si tratta di un’associazione di promozione sociale che, da 27 anni, opera nel sociale. L’associazione ha un assetto “glocal”, agisce infatti sia a livello locale, sia favorendo scambi culturali internazionali nell’ottica della rottura dell’isolamento geografico che colpisce il nostro territorio. Tale elemento, infatti, corrisponde sempre più spesso a un isolamento culturale e, non possedendo la Locride una realtà turistica consistente, i rapporti con persone provenienti dall’estero devono essere pilotati anche attraverso la nostra intercessione. Qual è il bilancio di questo quarto di secolo di attività? È certamente positivo non solo perché l’associazione è cresciuta, ma perché operiamo quotidianamente con grande successo nelle principali scuole del territorio gestendo attività di partenariato con i servizi sociali, come accade a Siderno. Siamo il primo servizio civile per importanza presente nella Locride, grazie anche alla nostra posizione di promotori di iniziative come Crescere insieme e la collaborazione con associazioni del calibro di Save the Children. Facendo una sorta di assistenza tecnica ai comuni, abbiamo promosso i gemellaggi internazionali e attività legate a programmi di interscambio europeo come il progetto

Civitas Solis opera da 27 anni nel terzo settore: una parte sociale riconosciuta dallo Stato italiano, utile a dare voce agli interessi di quel complesso di soggetti che operano nel no profit.”

Leonardo o Europe for Citizens, riuscendo, nonostante le difficoltà e senza ricevere finanziamenti da enti locali, a realizzare progetti innovativi. Sappiamo che Civitas Solis opera nel terzo settore. Di cosa si tratta? È una parte sociale riconosciuta dallo Stato italiano, utile a dare voce agli interessi di quel complesso di soggetti che operano nel no profit. Dopo la sezione pubblica e l’impresa privata, che costituiscono il primo e secondo settore, il terzo comprende attività che, nel nostro come in altri Paesi del mondo, garantiscono uno spazio alla socialità e alle relazioni interpersonali, Investendo sul capitale sociale. Nel nostro territorio, Civitas Solis è la vera e propria protagonista del terzo settore, considerata la sua natura di promotrice di attività sociali che lo riguardano. Il nostro scopo principale è salvaguardare gli interessi del territorio e tutelare diritti sociali spesso non pienamente riconosciuti. Quest’ultimo, poi, è un problema molto più rilevante di quanto non si creda, considerato che la sua soluzione passa anche attraverso il corretto impiego di fondi comunitari troppo spesso sottovalutati. È per questo motivo che avete promosso un programma di scambio culturale? L’associazione si è limitata a rendere noto alle parti oggi interessate, l’Associazione dei Comuni della Locride e il Comune di Siderno, un programma europeo che finanzia progetti di

messa in rete e scambio culturale tra città ed enti pubblici interessati a confrontare pratiche virtuose e creare un progetto partecipato che possa essere di ispirazione per coloro che vogliono migliorare i propri centri abitati. L’ultimo viaggio a Lousa, in Portagallo, al quale ha partecipato una nutrita rappresentanza di nostri primi cittadini, ci ha mostrato scuole con aule completamente attrezzate per i disabili e ammodernate con il semplice sfruttamento di fondi comunitari. Tutto è a misura delle persone bisognose e non in una grande città, ma in un comune che ha quasi lo stesso numero di abitanti di Siderno. A Lousa il tema dell’inclusione sociale non è soltanto predicato, ma praticato. Una realtà che dovrebbe essere simile alla mostra dimostra di essere avanti anni luce rispetto a noi e di non essersi fossilizzata su progetti male amministrati come Garanzia Giovani. Mentre lì si affronta la disoccupazione concedendo ai giovani che vogliono aprire un’attività un tavolo di consulenza e dei fondi utili a far partire i progetti, noi affrontiamo “l’incendio” della disoccupazione giovanile facendoci passare dall’Unione Europea secchi d’acqua che gettiamo nella direzione opposta a quella in cui si sta espandendo il focolaio. Come potremmo diventare più simili a Lousa? Stiamo analizzando la situazione del nostro comprensorio in collaborazione con Monsignor Oliva. Il nostro obiettivo è incrementare la portata del piano di zona sociale, previsto dalla

legge italiana. La Locride si suddivide in due distretti sociosanitari: lato sud, che ha sede a Bovalino e arriva fino al Locri, e lato nord, che ha sede a Caulonia e arriva fino a Monasterace. I due distretti ricevono dalla regione i soldi utili ad agire in campo sociosanitario (permettendo così di aiutare le categorie più in difficoltà: bambini, giovani, anziani, tossicodipendenti…) che dovrebbero essere spesi facendo un piano dei bisogni e, successivamente, creando supporto e assistenza mirati. Purtroppo, invece, i comuni della Locride rivendicano ancora una quota del denaro messo a disposizione dalla regione sulla base del numero di abitanti da servire, inventando da zero dei servizi di assistenza nella maggior parte dei casi temporanei e poco utili a dare continuità assistenziale. Ciò che Civitas Solis e la Chiesa chiedono ai sindaci è un confronto tra il due distretti, di modo che l’unione delle forze in campo crei un piano di supporto socioeconomico che dia continuità a tutto il territorio. Vorremmo coinvolgere anche i media in una campagna di sensibilizzazione della cittadinanza, che sia così più consapevole di quali diritti viene quotidianamente defraudata dalle istituzioni e di che disparità ci sia interesse a mantenere tra le diverse zone del Paese. È assolutamente inconcepibile, infatti, che la spesa media per l’infanzia, in Trentino, ammonti a 390 euro per abitante mentre da noi sia di 13, o che in Lombardia gli asili pubblici raggiungano il 70% delle utenze quando a Reggio Calabria questa cifra si attesta a 0. Pretendiamo che la politica si adoperi affinché questi dati rientrino almeno nella media nazionale, senza che la disparità resti ancora così evidente. Queste riflessioni ci spingono ad approfondire la situazione e a interpellare i protagonisti del viaggio a Lousa per capire quanto ne siano usciti arricchiti e quanto di ciò che ha detto Mollace si sentano in grado di realizzare. Rimandiamo dunque l’appuntamento a un forum di cui vi daremo presto notizia.

È inconcepibile che la spesa per l’infanzia inTrentino ammonti a 390 euro pro capite e da noi a 13, o che in Lombardia gli asili pubblici raggiungano il 70% delle utenze e a Reggio Calabria lo 0%.”


SETTIMANALE

www.rivieraweb.it

L’intervista Parla la psichiatra

DOMENICA 29 MARZO

17

Una macabra escalation di suicidi che ha come protagonisti giovani vite. Sei ragazzi calabresi hanno deciso di farla finita negli ultimi cinque mesi, due lunedì scorso. La società non ha più occhi per i suoi giovani, si va indurendo e disseccando come quella stella marina che qualcuno tiene appesa alla doccia.

"Se un ragazzo si uccide siamo tutti colpevoli" MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Solo negli ultimi cinque mesi 6 ragazzi di età compresa tra i 18 e i 27 anni hanno tentato di togliersi la vita in Calabria. Quattro di loro non ci sono più. Due hanno lasciato questo mondo lo stesso giorno, a distanza di una manciata di ore, la scorsa settimana: un ragazzo di 26 anni di Sinopoli, nel reggino, e un altro di 18 nel cosentino. Il primo ha deciso di togliersi la vita sparandosi un colpo alla tempia, dopo essersi allontanato in un casolare di campagna. Il secondo si è lanciato dal quarto piano di casa, collocata al quarto piano, pare in seguito a un litigio con la fidanzata. Una macabra escalation di suicidi che ha come protagonisti giovani vite che hanno avuto la sfortuna di nascere in una società che beve ipocrisia a cucchiate e vende grida e parole, cavalcando una pedanteria sterile senza fine. Una società che non ha più occhi per i suoi giovani, che si va indurendo e disseccando come quella stella marina che qualcuno tiene appesa alla doccia. Per comprendere cosa sta succedendo ai nostri giovani ci siamo rivolti a un’esperta, la psichiatra Domenica Festa. Dottoressa Festa, il suicidio in età giovanile è la seconda causa di morte in Italia, al nord come al sud. Quali sono i fattori che influiscono sulla maggiore fragilità degli adolescenti riscontrata negli ultimi anni? Quando i suicidi diventano statisticamente importanti c’è un problema dietro e questo problema è la società. I ragazzi oggi hanno moltissimi stimoli ma altrettante insicurezze. Viviamo in una società che dà l’illusione che si potrebbe fare di tutto ma in realtà non offre poi l’opportunità di intraprendere un percorso dove le aspirazioni di ognuno possano realizzarsi, e questo genera frustrazione. Siamo di fronte a un nuovo modello di famiglia, sempre più atomizzata e isolata negli affetti. Inoltre, le risorse messe a disposizione per la scuola sono insufficienti; ogni scuola dovrebbe avere una équipe psicopedagogica che, soprattutto qui al sud, è praticamente inesistente e che, invece, dovrebbe essere la norma. Avere nelle scuole una figura come lo psicologo darebbe la possibilità al ragazzo di esprimersi e molti dei segnali che spesso sono ignorati verrebbero presi in considerazione. La scuola è uno dei cardini fondamentali per la crescita non solo culturale ma anche morale e psicologica di un ragazzo, soprattutto oggi che la famiglia non rappresenta più un punto di riferimento stabile. Paradossalmente la famiglia patriarcale era preferibile alla famiglia di oggi? No, la famiglia patriarcale poteva contare su delle figure autoritarie che però non favorivano il dialogo. Per

un ragazzo non avere un punto di riferimento è altrettanto negativo dell’averne uno autoritario. Per superare le proprie insicurezze i ragazzi hanno bisogno di poter contare su un supporto stabile o comunque su qualcuno a cui poter esprimere un problema, e questo è già tanto. Nessun giovane può desiderare di morire, è contrario alla legge di natura. C’è sicuramente un percorso lungo di malessere - qualora non sussista una vera e propria patologia - che poi sfocia nell’atto finale ovvero il suicidio. Per giungere a questo, un ragazzo deve aver perso qualsiasi speranza nel futuro. Nella sua visione si sono chiuse tutte le porte, tutte le possibilità. È possibile considerare alla stessa stregua il suicidio di un 18enne e di un 26enne? Non esiste una differenza vera e propria dal punto di vista sociale tra un 18enne e un 26enne, l’adolescenza si è molto allungata tanto che oggi si estende fino ai 30 anni. Può un “No” - da parte della famiglia o del fidanzatino - essere un muro invalicabile? Il “No” è quello che banalmente viene definito goccia che fa traboccare il vaso. Il ragazzo si chiede “perchè tutto va male?”. La fidanzatina può aver rappresentato l’unico appiglio: dal momento che il ragazzo vedeva la sua vita naufragare, ha cercato di ancorarsi a qualcosa, perciò quando perde anche questo qual-

cosa, affonda del tutto. La litigata con la fidanzatina rappresenta la “decisione”: il suicidio, che fino ad allora era solo un pensiero, si trasforma in atto. Durkheim parla di suicidio anomico. L’anomia non si configura solo come mancanza di norme sociali ma anche come mancanza di regole morali. Che fine hanno fatto queste regole sociali e morali e come si potrebbe rimediare? Non solo i ragazzi non hanno regole ma non hanno chi le fa loro rispettare. Oggi i ragazzi non hanno esempi, non hanno qualcuno da stimare e da cui ricevere un insegnamento. La società si deve interrogare. Bisogna prestare molta attenzione all’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti. Nelle scuole superiori circola cocaina o ecstasy come chewingum. A quell’età i ragazzi non hanno nemmeno la capacità critica di pensare alle conseguenze e queste sostanze provocano dei danni irreversibili. La depressione dopo l’abuso di alcol, che è un forte depressiogeno, provoca malessere che, unito a quello sociale, può indurre al suicidio. I ragazzi vanno seguiti non assecondati. Se il genitore decide una punizione non può dimenticarsene dopo 5 minuti... Bisogna dire pochi no ma bisogna mantenerli... Assolutamente, perchè la fermezza dà sicurezza, altrimenti la parola di un genitore non conta nulla. Non si deve mai cedere ai ricatti anche se si immagina che in

quel momento il figlio ti stia maledicendo. La moda dei genitori amici disorienta i ragazzi. Prima di tentare il suicidio, spesso viene lasciato un biglietto, in termini tecnici “nota suicidiaria”. Analizzando questi biglietti qual è il motivo più ricorrente? Questi biglietti non rivelano nulla che faccia comprendere i casi di suicidio tra i giovani. Sono biglietti in cui ci si scusa per insinuare un senso di colpa, si salutano i famigliari, si cerca qualcuno da accusare, si dichiara vendetta. De Andrè nella canzone “Preghiera in gennaio” che dedicò a Luigi Tenco parla dei suicidi come coloro “che al cielo e alla terra mostrarono coraggio”, ribaltando l’idea che il suicida è una persona fragile. Lei cosa pensa a riguardo? Il suicidio non è nel modo più assoluto un gesto di coraggio. Il suicida è una persona che sta male. Il suicidio è spesso argomento da talk-show. E qui a giudicare non sono gli esperti - psicologi, neuropsichiatri, sociologi, biologi - ma gli opinionisti e in questa categoria rientra chiunque - ex tronisti, veline, concorrenti del GF, pornostar. Come si può rimettere una questione così delicata al giudizio di commentatori improvvisati? Questo è un fatto gravissimo perchè ogni cretinata detta in TV può essere presa per oro colato proprio perchè detta da personaggi noti. Bisogna prestare molta attenzione a trattare questi temi in TV perchè c’è il rischio emulatorio. Chi sta male potrebbe intendere il suicidio come gesto eroico, così tanto da essere ripreso dai media, e non riesce a prefigurarsi che uccidendosi non ci sarà più. Telegiornali, programmi di approfondimento ma anche di intrattenimento confezionano una spettacolarizzazione del suicidio. Il dolore viene dato in pasto all’audience, diventa show e al diavolo il rispetto per il lutto. Pertanto le chiedo: non siamo un po’ tutti dei “mostri” che andiamo ghiotti per questi fatti di sangue che ci vengono impachettati come piacciono a noi? Le disgrazie attirano il pubblico passivo che spesso è mosso da compassione piuttosto che da un animo malevolo. Non ritengo che le persone che seguono questi programmi siano dei mostri, piuttosto deve essere chi stila i palinsesti a non prevederli. A fronte di quanto abbiamo detto, c’è un consiglio che si sente di dare? Serve una maggiore attenzione, meno superficialità, tantissimo ascolto. Se un ragazzo si uccide tutti siamo colpevoli, quella vita andava salvata. La prevenzione è fondamentale come in tutte le patologie.


RIVIERA

Impariamo a conoscere e valorizzare il nostro territorio Martedì 31 marzo, alle ore 16.00, presso l'Aula Magna di Liceo Classico “Tommaso Campanella” di Reggio, si terrà la conferenza promossa dal Centro Studi Esperide, Percorsi di conoscenza e valorizzazione, per il quale interverranno il presidente Antonio Tripodi e la dirigente scolastica Maria Rosaria Rao.

CULTURA E SOCIETA’

Il cardiologo e medico dello sport

STASERA AL TEATRO DI GIOIOSA ANDRÀ IN SCENA “BEN HUR”

Dr Michele Iannopollo

Il CTMha in serbo tre sorprese su tre ! Cuoreecancro La riduzione del rischio cardiovascolare può ridurre anche il rischio dei Tumori?

Esistono buone evidenze cliniche

Poichè gli studi epidemiologici hanno messo in evidenza che le malattie cardiovascolari e le malattie tumorali rappresentano, ancora oggi, le principali cause di mortalità e morbilità in tutto il mondo, è risultata di grande interesse l'ipotesi secondo cui molti degli interventi utilizzati nella prevenzione delle malattie cardiovascolari siano anche efficaci nella prevenzione della malattie neoplastiche. Infatti, come per le malattie cardiovascolari, lo sviluppo di tumori è spesso correlato all'abitudine tabagica (fumo), alla dieta, al consumo di bevande alcoliche, alla sedentarietà e all'inquinamento atmosferico Di conseguenza, interventi mirati sulle modifiche dello stile di vita non virtuosi, possono risultare efficaci nel ridurre sia il rischio cardiovascolare che il rischio di cancro. Numerosi studi suggeriscono, inoltre, che alcuni farmaci comunemente utilizzati per la prevenzione e il trattamento delle malattie cardiovascolari, come l'aspirina, gli ace-inibitori, gli antagonisti dell'angiotensina II, i beta bloccanti e le statine potrebbero essere utili nella prevenzione del cancro. L'aspirina, infatti, utilizzata per valutare la sua efficacia nel ridurre il rischio cardiovascolare in studi clinici controllati , si è rivelata efficace nel ridurre il cancro del colon retto e le metastasi a distanza. Le statine utilizzate nel ridurre il colesterolo nelle dislipidemie familiari, si sono dimostrate IA ERCHIETTO altrettanto efficaci nel ridurre il cancro dello stodel fegato, dell'esofago e della prostata. IDERNO maco, I beta bloccanti utilizzati anche per il trattamenDIETRO to della pressione arteriosa, si sono dimostrati efficaci nel ridurre significativamente la LOSPEDALE anche proliferazione, l'angiogenesi e le metastasi dei SCALA tumori umani più comuni, compreso l'adenocardella mammella, il tumore del pancreas, NFO cinoma della prostata, del colon , dello stomaco, dei polmoni, delle ovaie e del melanoma. Gli ace- inibitori e i sartani utilizzati in campo cardiovascolare per trattare lo scompenso cardiaco, l'infarto e l'ipertensione, si sono dimostrati efficaci, in aggiunta alla chemioterapia con platino, ad aumentare la sopravvivenza nei pazienti con tumore polmonare in fase avanzata. Ad oggi i dati disponibili in letteratura mostrano come molti farmaci impiegati per la prevenzione e il trattamento delle malattie cardiovascolari possono prevenire anche lo sviluppo e la progressione di alcuni tipi di tumori. Si tratta però di evidenze cliniche emerse da studi di coorte e non di certezze, per cui sono necessari ulteriori studi prospettici, con controlli adeguati in pazienti in terapia con aspirina, statine, ace-inibitori sartani e beta-bloccanti al fine di definire la protezione cardio-oncologica globale di questi principi attivi. Nell'attesa che la ricerca scientifica trasformi le attuali evidenze cliniche in certezze, conviene sempre a ognuno di noi migliorare lo stile di vita per potersi garantire un futuro in salute e in piena forma.

V C

S (

,

) B

I 0964/342340

INOSTRISERVIZI -VISITA CARDIOLOGICA -ECG A RIPOSO -ECG SOTTO SFORZO -HOLTER ECG -HOLTER PRESSORIO -CARDIOLOGIA dello SPORT -ECOCARDIOGRAMMA COLOR DOPPLER -ECOCARDIOGRAMMA COLOR DOPPLER TRANSESOFAGEO -ECOCARDIOGRAMMA CON STRESS FARMACOLOGICO -ECOCOLOR DOPPLER TSA -ECOCOLOR DOPPLER TRANSCRANICO PER RICERCA DI PFO

Campagna di Prevenzione Per una Primavera all'insegna dello Sport! Bambini + Ragazzi (da 5 a 20 anni) = 50 € Visita + Elettrocardiogramma + Ecocardiogramma color doppler Adulti = 100 € Visita + Elettrocardiogramma + Ecocardiogramma color doppler + Ecocolordoppler carotideo

A concludere gli appuntamenti che il Centro Teatrale Meridionale ha organizzato per il mese di marzo, ci sarà “Ben Hur”, in scena al teatro di Gioiosa Ionica, stasera alle 21. Si tratta di una divertente quanto amara commedia di Gianni Clementi, in cui il tema dell'immigrazione e del razzismo viene affrontato in modo nuovo e brillante. Nicola Pistoia, che firma la regia dello spettacolo, è uno stuntman caduto in disgrazia dopo aver lavorato con Spielberg nel film “Salvate il soldato Ryan”. Infortunato e in attesa di risarcimento, per sbarcare il lunario, si arrangia a posare, vestito da centurione per i turisti che passano davanti al Colosseo. La sorella Maria per arrotondare gli spiccioli del fratello lavora in una chat erotica. A spezzare la routine arriva Milan (Paolo Triestino), ingegnere bielorusso con tanta voglia di lavorare. Per mandare soldi alla sua famiglia, Milan si arrangia a far tutto, anche a sostituire Sergio nel ruolo di centurione. Per il mese di Aprile sono due gli spettacoli che ha in serbo il CTM. Il primo è quello di venerdì, alle 21, al teatro di Gioiosa, dove andrà in scena “Buon Compleanno” di Pier Francesco Pingitore, un esilarante giallo comico. Maurizio compie cinquant'anni e la moglie Giulia, quarantacinquenne piacente , ex Miss Roma, ha preparato una festa con gli amici/nemici di sempre: Spartaco, cinquantenne, miglior amico di Maurizio, e Patrizia, sua moglie. Bussano alla porta. È un fattorino che porta la torta con le candeline per il buon compleanno. Ma chi l'ha ordinata? La moglie? No. Gli amici? Neanche. C'è un biglietto d'accompagnamento: “Uno tsunami di auguri, tesoro. Ines”. Chi è questa Ines? Da qui parte la commedia... Iniziano gli interrogatori e ognuno incolpa l'altro... Una pièce teatrale davvero travol-

gente che lascia lo spettatore riflettere sulla quotidianità. Il secondo spettacolo, che concluderà la stagione 2015, è in programma per il 26 aprile alle 18, al Palazzo della Cultura di Locri: si tratta di “Maledetto Peter Pan” con una straordinaria Michela Andreozzi. La commedia racconta le donne “vittime” di tradimenti dovuti alla crisi di mezza età, meglio conosciuta Sindrome di Peter Pan. Nella stragrande maggioranza dei casi la patologia colpisce il maschio adulto, il quale trascura la sua compagna per rivolgersi a prede più fresche e di primo pelo. Per la donna è diverso: alcune si trovano un maestro di tennis e si rifanno dalla testa ai piedi con il botox. Ma loro vanno perdonate: è una reazione perché si sentono trascurate dal maschio. La Andreozzi, divertente e irriverente, porta in scena tutti i personaggi e racconta un dramma che in tantissimi conoscono: le corna.

Il 21 e 22 marzo si sono svolte le giornate di Primavera organizzate dal Fai

LaVilla Romana porta lavoro se c'è una buona amministrazione ANTONIO CRINÒ Per la seconda volta in cinque anni il FAI ha scelto la Villa Romana di Casignana per le giornate di Primavera 2015. Nei giorni 21 e 22 marzo il sito è stato aperto alle scuole e ai visitatori. L'organizzazione dell'evento è stata impeccabile, grazie all'impegno e alla passione dimostrata dai professionisti coinvolti. I tantissimi ragazzi che per due giorni hanno fatto da guida all'incomparabile sito hanno rivelato una grandissima curiosità per il “bello” di questa terra. Il tempo, particolarmente inclemente il secondo giorno, non ha consentito un grandissimo afflusso di visitatori, ma le centinaia di telefonate ricevute dagli addetti all'area archeologica dimostrano il grandissimo interesse che la Villa Romana ha ormai assunto. Negli ultimi mesi alcune reti nazionali hanno dedicato trasmissioni televisive all'area archeologica di Casignana, da Presa Diretta ad Ambiente Italia, solo per citare le più importanti, consolidando la grande risonanza che il sito ha raggiunto negli ultimi anni. Per questo, non sono ammessi disimpegni, siamo di fronte a un elemento portante di sviluppo dell'intera Locride e non solo di essa. Per ripetere un concetto con parole più autorevoli delle nostre, citiamo Vito Teti “ … non dobbiamo inventare, però, prossime magnifiche sorti, la nostra zona, la nostra Calabria, il nostro Mezzogiorno come la California d'Europa… al Nord le piccole e medie imprese hanno fatto la fortuna di quei luoghi, caratteristici di una storia… pertanto, i nostri beni culturali avrebbero

dovuto creare dal basso una nuova economia…” Facciamolo, dunque, questo tentativo! Le scuole e le associazioni culturali hanno un ruolo determinante in questa opera di conoscenza e diffusione del sito. Il grande lavoro realizzato dal 1998 a oggi dalle Amministrazioni Comunali che si sono susseguite a Casignana deve continuare con lo stesso vigore, nel tentativo di intercettare ulteriori finanziamenti. Sarebbero ingiustificate e imperdonabili lungaggini burocratiche e ritardi di carattere amministrativo che mettano a rischio quelli consistenti che in atto già ci sono, i 2.500.000 euro con il Por 2007/2013, con rendicontazione della spesa fissata al 31 Dicembre 2015. I lavori prevedono il completamento del Parco Archeologico della Villa Romana, con la realizzazione di campagne di scavo ulteriori, il restauro degli ambienti a mosaico ancora non restaurati, un teatro all'aperto per le manifestazioni teatrali estive, un parcheggio

attrezzato ed edifici a supporto delle attività di visita e ricevimento del pubblico. La Terna Commissariale che dall'Aprile 2013 è stata chiamata ad amministrare il Comune doveva adottare le procedure previste e consentire l'aggiudicazione dei lavori da parte della SUAP di Reggio Calabria: a soli nove mesi dalla rendicontazione dell'opera alla Comunità Europea non può non farsi il punto. In un discorso di vitale sviluppo del territorio, delle opportunità di lavoro, non può mancare questo passaggio fondamentale! Il Dio Dioniso, raffigurato sul carro tirato dalle tigri (un mosaico unico), più che la raffigurazione che lo vede fermo, con il timore di finire interrato, deve poterne manifestare un'altra, fatta di energia e forza… e tirare le redini a una suggestione artistica che prende i tantissimi visitatori. Che debbono pure sapere che insieme alla simbologia può arrivare il “lavoro che manca e che serve” a questa zona


RIVIERA

LA ROSA DEIVENTI (mini rubrica a cura di Maria Verdiglione)

UN “POVERO” IMPIEGATO REGALE

Si alzava alle quattro del mattino d'inverno e d'estate, lavorava dalla mattina alla sera, non aveva neppure un gabinetto da bagno, era un uomo solitario, non aveva amici con cui confidarsi; alle otto precise della sera si coricava in un letto da campo; mai uno svago, mai un divertimento. Chi era questo “povero” personaggio? Ebbene sì, l'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe. Pignolissimo e ligio al dovere, quasi maniacale. Ammalatosi in maniera grave, e prossimo alle ultime ore della sua vita, sordo ai consigli dei medici, alzatosi dal letto, appoggiandosi al bastone, tossendo, arrivò fino alla sua scrivania lavorando senza sosta, perfettamente conscio del suo stato terminale, firmò carte e lesse documenti. Poi, chiese che gli venissero somministrati i sacramenti. Finita la “funzione” con un ultimo sforzo, firmò ancora un provvedimento. Cosicché, ora più ora meno, da “impiegato modello”, lasciava questa terra con tutte le sue “regali” incombenze.

www.larivieraonline.com

Francesco Mìlicia,il biologo che dipinge soffi di vita Questa è la volta di un uomo di scienza, appassionato d'arte. Questa è la volta di un pittore biologo. “Sono nato a Cittanova in provincia di Reggio Calabria, un piccolo paese situato ai piedi dell'Aspromonte." Esordisce così Francesco Mìlicia. Ci ricorda di essere nostro conterraneo e di essere cresciuto in una realtà come la Calabria. Si è diplomato al liceo scientifico, e mi pare interessante chiedergli come sia nata la sua passione. Sì, perché se gli uomini di chiesa ricevono una chiamata, gli uomini d'arte subiscono una vocazione. Questo è quanto risponde: “La mia è stata una precoce vocazione per l'arte in generale che si è espressa in particolar modo nel campo della musica e della pittura. I primi anni sono stati vissuti nel mio paese natio, attraversando certamente un profondo disagio per la mancanza, in quei tempi, degli stimoli culturali necessari a qualsiasi formazione artistica”. Ed ecco che in così poco tempo, siamo arrivati a toccare uno dei problemi che affliggono la nostra regione, rendendola schiava di dinamiche quali l'emigrazione nei centri culturali più fiorenti, per dare libero sfogo ai propri interessi. Questo è stato uno di quei casi. Infatti il giovane Francesco, dopo aver indirizzato la sua passione esclusivamente alla pittura, e dopo il diploma di maturità scientifica, si trasferisce a Firenze che diventa la sede dei suoi studi. E, colpo di scena, sviluppa un nuovo interesse laureandosi... in biologia! È strano come i campi del sapere, quello scientifico e quello letterario, che si è soliti separare da una linea netta, possano invece interagire, l'una arricchendo l'altra, legati da un filo invisibile estremamente resistente. Il giovane appassionato di pittura si trasferisce nel capoluogo toscano per motivi di studio. Questa è la considerazione che fa di Firenze: "Firenze è stata la città che, oltre alla laurea, mi ha permesso di conoscere l'arte nelle sue varie sfaccettature, colma di musei e di iniziative artistiche" - ha confessato. A Firenze si respira cultura, e lo sguardo, dovunque lo si rivolga, scorge esclusivamente opere d'arte. Firenze stessa, è un'opera d'arte. Avere la possibilità di formare il gusto e approfondire la passione in un luogo così indicato, non é certo cosa da poco. È così che la mia mente vaga. Vaga dentro gli Uffizi, dentro il Museo Nazionale del Bargello, vaga agli imponenti David di Michelangelo e Donatello. Ai mercatini con le più belle creazioni in vera pelle, e a quel profumo che nell'aria si respira. È Firenze stessa ispirazione.

Lo studio della biologia non ha distolto Francesco dalla sua passione ma anzi l'ha rafforzata, conferendogli un indirizzo del tutto originale. "Terminati gli studi, sono tornato nella mia terra dove, oltre a lavorare attivamente nel mio campo professionale, ho intrapreso un percorso parallelo in cui gli stimoli dell'ambiente in cui vivevo, l'intimo rapporto vissuto con la natura del luogo e la mia professione di biologo “ambientalista”, hanno creato un connubio indissolubile con la natura stessa che mi ha accompagnato nello sviluppo della mia professione artistica." Insomma, mi chiedo quale sia il filo conduttore con cui si riesce a unire questi due mondi, così lontani, seppur così vicini, che si toccano e interagiscono, come le dita di Dio che sfiorano quelle dell'uomo appena creato, nel progetto evocativo di Michelangelo."La mia vera scuola è stata la curiosità. Mi ha spinto a immergermi in questo mondo". È vero, la curiosità muove il mondo, aveva mosso a suo tempo l'animo dell'avventuroso assetato di conoscenza, Ulisse. Continua e continuerà sempre a esercitare la sua influenza, come unico motore del sapere disinteressato e profondo. "E la sua famiglia, in tutto questo?" - chiedo. "Certo la famiglia ha contribuito, e ringrazio i miei genitori, che hanno permesso la mia crescita artistica concedendomi anche qualche piccola “distrazione” che si è inevitabilmente riflessa sul rallentamento dei miei studi di biologia." Ho osservato attentamente le sue opere, con la meraviglia tipica dei bambini, ho cercato di penetrare i significati profondi. Mi colpisce qual-

che questo sia il punto di forza delle mie opere: lasciare uno spiraglio alla libera immaginazione che permetta all'osservatore attento di fare sua quell'immagine." "Il suo rapporto con la Calabria?"- mi affretto a domandare. "Certamente la Calabria durante gli anni della mia gioventù ha contribuito a fermare nella mia mente quelle immagini che lentamente con gli anni sono riaffiorate, permettendomi così di fissarle in alcune mie tele" - risponde. Da ragazzino, il pittore calabrese, ha imboccato una strada che ha saputo coniugare più esigenze. E perché possa essere da esempio a noi giovani, gli chiedo un incoraggiamento: "Mi sento di consigliare di provarci, di crederci

PITTURA E SCIENZA SITOCCANO E INTERAGISCONO, COME LE DITA DI DIO CHE SFIORANO QUELLE DELL'UOMO APPENA CREATO cosa. Domando se le immagini ritratte delle sue tele, che si tratti di paesaggi o ritratti, siano realizzate in maniera "sfocata" per rappresentare lo sforzo umano di vedere le cose, con la consapevolezza che non si possa avere una conoscenza lucida e oggettiva, oppure se si tratti semplicemente di una scelta stilistica. Questo è quanto risponde: "Per quanto riguarda la tecnica delle mie opere, la sfocatura dei miei ritratti è una mia caratteristica, posso solo cercare di darle una spiegazione del perché: è per me importante non porre all'osservatore un'immagine chiara e ben definita, l'opera deve consentire una libera interpretazione così da navigare oltre… Credo

sempre, perché è spesso dai sogni che emerge la vera natura dell'artista". Oggi Francesco Mìlicia vive a Pisa dove porta avanti la sua arte. Con l'umiltà dei grandi, il pittore calabrese conclude così la sua intervista: "Io non so ad oggi giudicare se il mio percorso artistico sia giunto a un punto di arrivo, so solamente che provo un'enorme soddisfazione anche solo nello sguardo di un qualunque visitatore delle mie mostre. Nell'arte non bisogna mai illudersi di essere arrivati, perché la pittura, come tutte le altre espressioni artistiche, non deve mai finire di stupirci." Sara Leone

Progetto Martina: promuovere tra i giovani stili di vita corretti per contrastare il cancro

LA LOTTA AITUMORI PARTE DALLA SCUOLA Si chiama “Progetto Martina” in ricordo di una giovane donna, felice ed entusiasta della vita che appena 18enne sentì un piccolo nodulo nella mammella e a tale rilievo non fu dato peso. È partendo da qui che è sorto il “Progetto Martina” ovvero “Parliamo ai giovani dei tumori” iniziativa coordinata dai Lions Club e rivolta ai giovani. Martina, ammalatasi di cancro al seno, volle che la sua esperienza servisse a evitare il suo calvario a tanti altri giovani:“Desidero che i giovani vengano informati ed educati ad avere cura della propria salute”. I Lions, importante Associazione internazionale, raccogliendo l'eredità morale di Martina, hanno fatto proprio questo messaggio e divulgato come “service” su tutto il territorio nazionale con lo scopo appunto di sensibilizzare i giovani sull'importanza di assumere corretti stili di vita per evitare alcuni tipi di tumore e sull' opportunità della diagnosi precoce. Il Progetto Martina è rivolto principalmente ai ragazzi e quindi ha come obiettivo quello di incontrare tutti gli studenti delle scuole superiori di 2° grado prima che lascino la scuola. Il progetto è un service senza tempo, e anche senza costi. Nato nel 1999 grazie all'associazione padovana “Volontà di Vivere” e dal Distretto Lions 108Ta3 (Veneto Sud-Est), è divenuto service nazionale Lions dal 2011. L'attenzione dei lions alla prevenzione del tumore e delle malattie in genere deriva dalla sensibilità dei propri soci medici specialisti a individuare settori di intervento di particolare rilievo ma in cui esistano carenze strutturali da parte dei servizi di assistenza pubblica preposti. La prevenzione fa sempre parte dei programmi di intervento dei lions che hanno dell'uomo e del territorio grande rispetto e attenzione come testimonia uno degli scopi dell'associazione che recita: “prendere attivo interesse al bene civico, culturale, sociale e morale della comunità.”

Anche il Lions Club di Roccella Jonica, inaugurato qualche mese fa, ha iniziato a far proprio questo progetto di prevenzione con gli studenti delle ultime classi del Liceo Scientifico “Mazzone” di Roccella-Gioiosa Jonica guidato dalla Dirigente scolastica Mariarosaria Russo, esaltando la professionalità dei medici coinvolti e di tutta l'organizzazione Lions. L'incontro con gli studenti, è stato molto seguito. All'introduzione dell'Arch. Domenico Futia, Presidente del Lions Club di Roccella, nonché Coordinatore di Club del progetto Martina stesso, hanno fatto seguito i saluti della Dirigente scolastica Dott.ssa Russo e gli interventi di medici esperti, che operano quotidianamente per la lotta alle neoplasie, come il dott. Antonio Verbena, primario urologo dell'ospedale civile di Locri; il dott. Giuseppe Ribuffo, dermatologo e il dott. Giovanni Micalizzi, ginecologo, ambedue coordinatori Lions. Il convegno si è concluso con la compilazione, da parte degli studenti partecipanti, di un questionario dal quale si evince un alto grado di gradimento.

DOMENICA 29 MARZO

19



CULTURA

www.larivieraonline.com

L’esperto Rosa Maria Strangi

DOMENICA 29 MARZO

21

ALLERGIA. . . MA A COSA? “

AMBULATORIO POLIFUNZIONALE DI DERMATOLOGIA, VIA SARDEGNA 25/27 GIOIA TAURO. INFO 0966/506776. CELL 334/1880192. TUDIO MEDICO POLISPECIALISTICO RAYMAT, VIA CALVARIO 15/A MARINA DI GIOIOSA JONICA, INFO. 0964/416856; A.G.I: MEDICA VIALE TOSELLI, 94 SIENA INFO 0577/222224

Oggi identificare la sostanza responsabile dell'allergia è diventata una corsa ad ostacoli non priva di rischi. E' inutile e dannoso sottoporsi ad esami a tappeto, va capito caso per caso quali possono davvero servire. I sintomi che possono far pensare ad un'allergia sono diversi: dal rossore al gonfiore, comparsa di bollicine, disturbi gastrointestinali, lacrimazione e naso che cola. Ma come capire a che cosa? Prima di tutto bisogna diffidare dal fai da te e recarsi dal medico non quando i sintomi sono diventati insopportabili. Con un'accurata amamnesi clinica, lo specialista arriva ad ipotizzare quali possono essere le sostanze incriminate. Le allergie respiratorie sono le più facili da individuare infatti quelle ai pollini danno sintomi respiratori associati talvolta a dermatite atopica. Per arrivare a diagnosi bastano il Prick test per inalanti e il RAST test per la ricerca delle IgE. Nel caso dell'orticaria il percorso invece può essere più lungo perchè sintomi e segni possono essere diversi: da manifestazioni cutanee a disturbi

gastrointestinali escludendo malattie importanti che danno sintomi simili come patologie autoimmuni o infiammatorie, tumori, malattie del fegato e del sangue. In questo caso si devono fare il PATCH TEST, il RAST TEST e anche il test per l'orticaria fisica. Per le allergie alimentari è difficile stabilire quale sia l'alimento incriminato anche perché pur effettuando test specifici quali PRICK test e ricerca di IgE molte volte questi risultano negativi, ciò non esclude comunque un'allergia al cibo per cui in caso di esami negativi si passa al PATCH test e al test di provocazione. Nessuno dei test diversi da quelli allergologici codificati può dare risposte attendibili quindi diffidare da quelli senza alcuna validità scientifica come i test per le intolleranze. Perciò si consiglia di rivolgersi allo specialista allergologo o dermatologo per arrivare nel minor tempo possibile ad una diagnosi corretta. Rosa Maria Strangi

L’intervento del dott. Calafiore

l Consigli dellaPsicologa

Il disturbo da stress Post Traumatico

DOTT.SSA FLORIANA MASDEA PSICOLOGAPSICOTERAPEUTA SPECIALIZZATA IN PSICOTERAPIA COGNITIVOCOMPORTAMENTALE RICEVE PRESSO LO STUDIO RAYMAT, VIA CALVARIO, 15\A 89046 MARINA DI GIOIOSA IONICA (RC) TEL. 0964\416856 - CELL. 393\5639490

Il Disturbo da Stress Post Traumatico (PTSD) si manifesta in conseguenza di un fattore traumatico estremo, in cui la persona ha vissuto, ha assistito, o si è confrontata con un evento o con eventi che hanno implicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all'integrità fisica propria o di altri, come, ad esempio, aggressioni personali, disastri, guerre e combattimenti, rapimenti, torture, incidenti, malattie gravi. La risposta della persona comprende paura intensa, sentimenti di impotenza, o di orrore e l'evento traumatico viene rivissuto persistentemente con ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi, che comprendono immagini, pensieri, o percezioni, incubi e sogni spiacevoli, agire o sentire come se l'evento traumatico si stesse ripresentando. Vi è anche disagio psicologico intenso all'esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell'evento traumatico, reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell'evento traumatico, evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattività generale, difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, irritabilità o scoppi di collera, difficoltà a concentrarsi, ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme. L'insorgenza del Disturbo da Stress Post Traumatico può intervenire anche a distanza di mesi dall'evento traumatico e la sua durata può variare da un mese alla cronicità; per questo si rende necessario trattare immediatamente e profondamente il disturbo. Il PTSD può essere affrontato clinicamente in più modi, poiché rientra nella categoria generale dei Disturbi d'Ansia per i quali la psicoterapia cognitivo comportamentale ha sviluppato molteplici mezzi ampiamente efficaci. Scopo della terapia cognitivo-comportamentale è aiutare il soggetto ad identificare e controllare i pensieri e le convinzioni negative, identificando gli errori logici contenuti nelle convinzioni e le alternative di pensiero e di comportamento più funzionali e vantaggiose in relazione all'evento traumatico vissuto

Sindrome del tunnel carpale (stc)

IL DOTT. VINCENZO CALAFIORE RICEVE PREVIO APPUNTAMENTO PRESSO: STUDIO MEDICO PRIVATO, VIA DEL TORRIONE 24, REGGIO CALABRIA, TEL 0965/21079; CELL 329/4255444

STUDIO MEDICO POLISPECIALISTICO RAYMAT, VIA CALVARIO 15/A MARINA DI GIOIOSA JONICA, TEL. 0964/416856; ISTITUTO ORTOPEDICO DEL MEZZOGIORNO D'ITALIA , DI REGGIO CALABRIA TEL 0965/361221 (IN REGIME DI CONVENZIONE COL SSN).

Patologia molto frequente,colpisce soprattutto le donne tra 45 e 60 anni. E' dovuta alla compressione del nervo mediano che si trova all'interno di un tunnel situato sul versante palmare del polso. Le cause sonodiverse:familiarità,patologie di base(diabete,artrite reumatoide), attività manuali ripetitive (tennis, bowling,uso del martello pneumatico,del mouse). I sintomi:intorpidimento,formicolio e dolore alle dita della mano escluso il mignolo,presenti soprattutto di notte che possono estendersi all'avambraccio e al braccio,riduzione della sensibilità della mano,difficoltà nel tenere oggetti e nel compiere atti semplici come scrivere.La diagnosi si basa sulla valutazione della forza,sensibilità e funzionalità della mano,comparsa di scosse o formicolio alle dita,su esami strumentali,come l'elettromiografia, che studia la funzionalità dei nervi. La terapia spazia dall'uso di tutore,a farmaci antinfiammatori o infiltrazioni locali con cortisone,finoal trattamento chirurgico. Questo si esegue in anestesia locale,in regime ambulatoriale, con un taglio di circa 2cm sul palmo della mano che va a liberare il nervo dalle strutture comprimenti. L'esito dell'intervento è legato alla gravità della compressione subita. La ripresa della funzionalità della mano avviene in 15 giorni.


RIVIERA

Lo Jonio dalla Rocca. Ci sono balconi di roccia affacciati sullo Jonio, dove antichi innamora-

ti persero l’amore e il senno, e ci sono antichi bastioni a precipizio sull’anima calabrese, e ci sono piante e alberi arrampicati e saldati alle pareti scoscese con la forza e il vigore di chi non si arrende, come se quel mare in fondo avesse trasmesso loro il vigore della sua grandezza, e come se quel cielo sopra fosse un mantello di speranza mai doma. C’è Pentedattilo, e la suggestione non muore mai.

Chi sarda e chi guarnice Mario Spina, il “Ragioniere” e Totò Spataro sono pronti a una cena di pesce. Una sera un turista entra nel locale e chiede allo chef: «Lei sarda?» e Spina, indicando Spataro: «Lui sarda, io guarnicio!»

Auguri,Pasquino! Il 24 marzo sarebbe stato il compleanno di Pasquino. Per noi di Riviera, che abbiamo avuto il piacere di collaborare con lui, l'augurio era doveroso, perché è come se non se ne fosse mai andato.

La giostra di Cosimo Lo zio del nostre Ercole ricorda la gioventù godendosi il sole che fa capolino tra le nuvole in questi giorni. Dopo #lafabbricadipietro ecco l'idea per un nuovo hashtag elettorale: #lagiostradicosimo!

FAI sì che le scarpe si sporchino… Le giornate di primavera promosse dal FAI sono state un grande successo nonostante la bella stagione si stia facendo attendere. Ma l'amore per la cultura non può fermarsi dinanzi alle scarpe sporche!

tri da rin … incon sso e e b n o ia li an i no gn e g di r str ti Ch mpa o far hiere e alle colpi o n c o r e in c posso n bic rò, olt aner cadut i u m c e i s a r p a 'è aly . Tr o, uò init riati assit si p Com o! Al Vù sva lce p enze re… ittori pi n do nosc 'amo a V u co dall

Narratori, pronti! Le voci narranti de Il profumo dei tigli sono pronte a recitare i passi scelti nella presentazione del libro di Domenico Angilletta, al Bar Helios e a intervallare gli interventi dei relatori.

Che fine ha fatto Gerace? Gerace compete ancora per la rubrica Il Borgo dei Borghi alla trasmissione di Rai 3 Kilimangiaro. Ma qualcuno sa a che punteggio è arrivata o se è effettivamente in corsa? A scanso di equivoci, voi votate!

no, lean p m e tra ti n co brizio! portantamo cerGli o u B Fa e l'im ma si nire! 365 iung avere, cora verossimi ti, g g a r im ba an si i p ques o i iz 4 pr r Fabr rdo di 2 ello debdi gode scaduti ecolo! gua che il b riamo erché, rto di s p augu giorni va il qua i r r a

Complimenti, Simona! Congratulazioni per aver realizzato il tuo sogno M° Simona Strati, che la vita ti arrida sempre!!! 110 volte orgogliosi di te!!!


SETTIMANALE

www.larivieraonline.com

Rivelazioni shock L'Avvocato Nirta, fratello di Mario, non appena ha visto il nostro fotografo ha detto al nipotino: «Questo signore è un comunista, amico di zio Mario» e il bambino, stupito: «Zio Mario è comunista?!»

Vigili primaverili Anche i vigili urbani si sono goduti, talvolta in trasferta, le giornate festive del FAI. Qui siamo a Casignana, dove la trasferta è stata foriera di quella gioia che solo il sole primaverile può donare!

Il p pot In no laybo som e va str y d r tutt iglianicordo fare o Erco ella s a b i es za l sere inc con Anmeno e Mac arra o dre di f rì no n i l f o p Ger rim ndi a ch are n e in o c bile e, d una visi ugin , avr ata foto ta a o d ete la Sid i Ric cap ern har ito o! d

ilo le i St ostra ente izio. d i m tam erc ente in ant tte ret es xis ne mecra di oprio priampo’ a I m asso te sa el pr è pro o un d n , T ar st l i t o di rine , no tto te! A S opere e vet , però … Piu ietan u e sue port ultatotistico inq s r i u a r s Il

tti rano el d ella tu Qu coglienano e testa to. la c rug ulla saba per a B he a o a, es ta c ri e ion anc ogi ia h tes Stalta relaz si a Bi rcheol a stor tutti! su ro he alla lta l'a Anc senti ne svose per per la davve pre leo teres ride e giato L'in Loc conta

23

Reggio '72 Reggio Calabria, febbraio 1972: ad un assemblea di ormai troppe decadi fa, Mimmo Bova parla alla platea con, alla sua sinistra, i seduti Tommaso Rossi, Pietro Ingrao, Marcello Villari e Franco Ambrogio.

Qu Il sin facce attro S c d d o test a Franc rdino s aco di Bi bronz a de o M orrid ian o co tazio l leo acrì e ne d ne in e Pin alla ca Anton el re occ o Se mera io qua perto aasione rra dina assiem rtet to “s l pubb della pr nzi alla e e toric lico. Un seno”!

, are utt are spazi è ne b da ioc gli cco e stre ui g de le. E ile. L Gio con c nomia enta alpab mbini rica am e p ba co sca e uti rifi rno l'ete fondazion ate ai una di ndibil fo str dic a, ide en A S eram dimotre de nness 'incon lore. v una ios o, a o n c g ann e dà u ta di h no ch

Comizi di strada Ennesimo comizio per le strade di Siderno. Da sinistra a destra si notano Ferraro, Ientile, Albanese, Bava, Tripodi, Galluzzo. Per chi ancora non l'avesse capito, mancano settanta giorni alle elezioni.

miche nee ne Tra le li Mariateresa sseggiao di a pa Il fratell i è stato colto entre fratm n e o Fragom rade di Sidern andidato a st il c re per lacon il nemico: ne di cenio z a li v . a a o z c iz ern Sgarlato per la Sindacorodestra Pietro t

L'erba di è Gioios sempre p Gioiosa iù ver a Jon me sportivnte vantareica può fin de alo deg L'app un ca non lalicazione deno di tal nompo vincer scia spaz ll'erba s me. in quest e le partite io alle scus tetica ione d e: sarà s o lo volon i buona tà!

DOMENICA 29 MARZO

ta gdet spia . Che , male ? e la olante a a e r r r s e ’e av rriva o de ’inver no r a ta c r l fret primarda ad n quad ice che ma Side t u ca d are, a a r r ! e i o v c as sc liosa rima re an burr le la g La p gia off are in ci vuo eravi m n m l I

o re no n semp è



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.