Riviera n°17 del 24/04/2016

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LA CONTROCOPERTINA

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Cirella, storia di una piccola

DOMENICA 24 APRILE

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Nel 1895 per grazia di Dio e per volontà della Nazione, Cirella divenne frazione di Platì "divorziando" dal comune di Benestare. Dietro l'abbandono del tetto coniugale delle ragioni tuttora incomprensibili.

borgata e... di un matrimonio combinato! P ROSARIO ROCCA

ochi anziani appoggiati ai loro bastoni, uno scooter che passa. Una partita a tre sette e il bar del paese. A pochi passi c’è la Chiesa Matrice con l’omonima piazza: piccola e suggestiva. Una panchina e una fontana. Lì incontro Emilio, 94 anni, mi dice di essere più giovane di quattro anni del signore più anziano del paese. Mentre seduto di fronte c’è Bruno, suo amico d’infanzia, che negli anni cinquanta è stato anche il consigliere comunale della frazione. Per tutti il sindaco di Cirella. Emilio e Bruno portano bene i loro anni e anche i segni del tempo vissuto. Molti anni fa, mi raccontano, c’era anche la caserma dei Carabinieri e, nelle scuole, addirittura due sezioni per ogni classe. Oggi il bellissimo borgo di Cirella, ben tenuto e conservato, è popolato da meno di mille anime, che sembra vogliano rimanere lì a testimoniare il loro senso di appartenenza ad una comunità da difendere dai drammatici effetti dello spopolamento. Come gli altri centri dell’entroterra. Cirella, frazione di Platì! Abbandonata e dimenticata dalle attenzioni istituzionali e mediatiche. S’intravede dalla panchina della Piazza Matrice la centrale via Vittorio Emanuele dove, con certezza, sul finire dell’Ottocento, fu autorizzata dal Comune di Benestare, l’apertura nientemeno che di un piccolo albergo. Sì, dal Comune di Benestare. Perché fino al 1895 Cirella ne faceva parte, prima di essere annessa a Platì. Ma questa è un’altra storia. O forse è la storia. La piccola storia di una borgata altrettanto piccola, dove tutti sanno che sul lato destro della chiesa c’era una torre con

un orologio che, non si sa per quale ragione, fu demolita o, semplicemente, da sé crollata. Certo è che il povero orologiaio alle dipendenze del comune, in seguito al crollo, perse il suo posto di lavoro e il piccolo salario con cui manteneva la numerosa famiglia. Anche la guardia municipale dell’epoca, siamo nella prima metà degli anni ‘90 dell’Ottocento, fu licenziata dal Comune, sembra perché si fosse rifiutata di multare una locandiera del posto, rea di non essersi opposta alle bische proibite che avevano luogo nella sua locanda. Altri tempi, lontanissimi da noi e dal nostro mondo. Quadri di memoria che Emilio e Bruno hanno appreso dai racconti della generazione dei loro padri, che quel tempo lo ha vissuto veramente. Che tra la gente di Cirella ci fosse una certa insofferenza nei confronti dell’amministrazione comunale di Benestare è un fatto plausibile, considerato soprattutto che i comuni erano governati dai pochi notabili che godevano dei diritti politici attivi e passivi. Ma le ragioni del distacco della borgata di Cirella dal Comune di Benestare appaiono, a tutt’oggi, incomprensibili. “La gente l’ha saputo a cose fatte”, afferma Emilio senza batter ciglio. Correva l’anno 1891, il 6 di settembre, quando la maggioranza degli elettori amministrativi residenti a Cirella indirizzò al Consiglio provinciale, al Governo e al Re d’Italia Umberto I un’istanza in cui si chiedeva il distacco dal Comune di Benestare e l’aggregazione della frazione al Comune di Platì. Gli atti consequenziali delle Istituzioni destinatarie accolsero tale volontà e con Decreto del Re, quando vi si leggeva nelle intestazioni per grazia di Dio e per volontà della Nazione, Cirella divenne frazione di Platì con decorrenza 1

luglio 1895. Nelle ragioni dei ricorrenti firmatari si lamentavano precarie condizioni di viabilità e in particolare nella strada di collegamento con il centro capoluogo, l’inesistenza di un cimitero, nonché carenze nel servizio scolastico. Ma dalla Delibera del Consiglio comunale di Benestare del 1891, con cui fu espresso un sofferto parere favorevole al distacco di Cirella, e dalla relazione del Sindaco del tempo, si evince che la motivazione principale era un’altra. L’oggetto del contendere era la condotta medica, allora erogata dal comune. Certo è che un noto e potente medico di Cirella che ricopriva anche la carica di consigliere comunale insieme a diversi esponenti della sua stessa famiglia, tutti firmatari dell’istanza di distacco, venne duramente contestato dal Sindaco e dagli altri consiglieri comunali di Benestare quale istigatore di una protesta portata avanti solo per interessi personali. “Nessun medico dei paesi vicini accettava l’incarico di medi-

co condotto a Cirella per deferenza personale nei confronti del Dottore Benedetto Macrì” dichiarava in quella sede il Sindaco, ribattendo alle accuse rivoltegli dagli elettori amministrativi di Cirella. Sembra che lo stesso medico condotto aveva lamentato l’inconsistenza dello stipendio corrisposto dal Comune di Benestare che ammontava a 500 lire l’anno. Da qui le ragioni di una separazione, voluta da una sola persona, o da pochi notabili. Certo non fu una scelta di popolo. Emilio mi racconta inoltre che il noto medico “si era anche fidanzato a Platì”, per questo, a suo vedere, lì ha voluto “portarsi il paese”. Ma alla fine quel matrimonio, combinato al medico di Cirella con una giovane ragazza platiese di buona famiglia, non andò, per ragioni a noi sconosciute, in porto. Il medico non si sposò mai. Mentre l’altro matrimonio, quello tra Cirella e Platì, andò a buon fine. Ma, come tanti matrimoni combinati, forse mai tinto di vero amore!


Siderno: l’Amministrazione Comunale invita la cittadinanza a partecipare alla giornata ecologica

RIVIERA

L’Assessorato all’Ambiente del Comune di Siderno, unitamente alla Consulta Cittadina e alla Protezione Civile, ha organizzato, per il prossimo 1° Maggio la GIORNATA ECOLOGICA per la pulizia manuale della spiaggia di Siderno. I lavori avranno inizio dalla parte centrale, con raduno previsto alle ore 7:00 dinanzi al Monumento del Marinaio. È stata indetta una riunione organizzativa per martedì 26 aprile, alle ore 19:00, presso la Sala del Consiglio Comunale. Si invitano i cittadini a prendere parte all’iniziativa e si anticipa che verranno messi a disposizione alcuni strumenti per la pulizia ma si invita, chiunque ne abbia l’opportunità, di intervenire attrezzato di strumentazione propria. L’Amministrazione Comunale di Siderno

ATTUALITÀ

GIUDIZIARIA

Giurisprudenza sull’esistenza di una faida Per configurare l’esistenza di una faida e dell’associazione per delinquere di stampo mafioso si cita una sentenza della Suprema Corte di Cassazione dove si evidenzia che: “La natura mafiosa di un'associazione per delinquere non è determinata dagli scopi che essa si prefigge, bensì dal metodo impiegato, con il ricorso sistematico all'intimidazione e all'imposizione di un atteggiamento omertoso, perciò è possibile rinvenire i connotati della mafiosità anche in associazioni criminali che si fronteggino in una faida familiare e che in tale contrapposizione concentrino quasi esclusivamente la propria attività. Sez. 5, Sentenza n. 10858 del 21/10/1996 Ud. (dep. 19/12/1996 ) Rv. 207068”. Come si legge nella cosiddetta sentenza Primavera “non possono nutrirsi dubbi sul fatto che la faida presupponga un organismo associativo, così come la sua attuazione manifesti la estrinsecazione del metodo mafioso. Da tutto quanto sin qui detto scaturisce che, laddove si individui una faida, le rispettive fonti cui imputarla concretizzano consorzi scellerati ex art. 416 bis c.p.. In definitiva deve affermasi che chi ingaggia una faida è già inserito nel contesto della ndrangheta prima di tutto perché dispone di una organizzazione. Sarebbe impensabile uno scontro che avesse in un singolo, o in una coppia di soggetti, una delle parti in lotta. Chi può impegnasi in un evento così sanguinario non solo è aggregato a vari affiliati ma vanta anche un’organizzazione in grado di sostenere quell’aspro dissidio. La faida, in buona sostanza, è la restaurazione violenta di un potere criminale calpestato con condotte parimenti criminali. La forza di intimidazione, in questi casi, si indirizza in via diretta a formazione dalle analoghe caratteristiche, ma i suoi effetti refluiscono verso il consorzio civile. Una collettività che assiste ad uno scontro cruento tra organismi contrapposti coglie distintamente la forza sopraffattrice della violenza, di cui essi dispongono e che attuano. Quanto più si attua una plateale e sistematica attività di annullamento dell’avversario, tanto più si rafforza il “patrimonio sociale”. Quanta maggiore forza si conseguirà in virtù del numero degli avversari uccisi, o quanto più crudele risulti la violenta soppressione della vita umana, tanto più elevata sarà la vis coercitiva promanante dai gruppi in faida. Ne deriverà una diffusa, terrorizzata omertà nascente dalla consapevolezza che in ogni momento quello stesso potenziale criminoso può rivolgersi verso quisque de populo. La faida quindi, a cagione del metodo che la ispira e che la costituisce, diventa produttiva di assoggettamento chi, avendo assistito ad una plateale esecuzione, testimonierà; chi darà indicazioni per catturare i latitanti impegnati nella faida. Chi si ribellerà al clima di paura che a cagione dello scontro si determina nel consorzio civile? Cosa fa la collettività, al di là di qualche fiaccolata o di qualche funzione in suffragio di vittime innocenti ….. non è dunque disconoscibile che la faida, per il suo concreto realizzarsi, presuppone, il più delle volte, un vincolo di assoggettamento e di omertà consegue a tutto ciò che il popolo, atterrito dalla esplosione di così estrema barbarie, diventi ancora più debole e sottomesso allorché le pretese della ‘ndrina si rivolgeranno verso di esso per la gestione di altri illeciti. Va pure messo in risalto che l’accordo, in seno ai membri di ciascuna delle parti in lotta, è indeterminato, perché riferito alla generica ed endemica eliminazione degli avversari, da attuarsi senza limiti di tempo e quando le contingenze lo permetteranno. Dal che scaturisce, come dovuta e diretta conseguenza, la genericità ed indeterminatezza del programma criminoso che si realizzerà in una svariata congerie di violenze contro gli avversari di oggi e contro tutti quelli che, domani, dovessero affiancarli. Nel contempo il fenomeno di cui si discute aumenta l’affectio tra i consorti. Il pericolo per l’incolumità di ciascuno serra le fila dei partecipi e rinsalda la loro unione. Esigenza primaria diviene fare fronte comune contro il nemico per scongiurare eventi letali che, all’improvviso, potranno attingere ognuno degli associati

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L’INTERVISTA

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Sono giunte in redazione le risposte di Federica Roccisano in merito a Garanzia Giovani. L’assessore al Welfare, Lavoro e Pubblica istruzione calabrese dimostra di credere ancora fermamente nel progetto e, pur ammettendo il grave ritardo burocratico, garantisce che il calvario di chi ancora aspetta risposte e contributi sta volgendo al termine.

Garanzia Giovani: un ritardo che sta per essere colmato “DA QUANDO

È ATTIVO IL PROGETTO 30MILA GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO SI SONO RECATI NEI CPI IN CERCA DI UNA OPPORTUNITÀ. MOLTI DI LORO OGGI LAVORANO”.

vevamo interpellato l’assessore regionale al Welfare, Lavoro e Pubblica Istruzione Federica Roccisano in merito alle condizioni dei centri per l’impiego calabresi e allo stato di Garanzia Giovani e le avevamo inviato delle domande cui ci aveva promesso che ci avrebbe risposto. La promessa è stata mantenuta. Di recente, durante la prima edizione dell’Employers Day lanciato dal Ministero del Lavoro, è stato sottolineato il ruolo strategico dei tre centri dell’impiego della nostra Provincia. Cosa cambierà, concretamente? Penso che per attivare politiche del lavoro che portino risultati sia indispensabile la sinergia tra Regione e Centri per l’Impiego. La riforma del livello nazionale ha inteso attribuire alle regioni le competenze in materia del lavoro. In tal senso noi avevamo tre opzioni che riguardano i dipendenti dei Centri per l’Impiego in attesa della transizione degli stessi, prevista nel 2018, all’Agenzia Nazionale per le politiche attive del lavoro: far rimanere i dipendenti in utilizzo alle province, trasferirli nelle agenzie regionali del lavoro, o inglobarli tra il personale regionale. In ragione delle riforme in materia di lavoro sulla quale stiamo lavorando. L’azione sinergica dei Centri per l’Impiego, stando al Jobs Act, si concretizza in Garanzia Giovani, un progetto che dovrebbe mirare all’inserimento agevolato dei giovani nel mondo del lavoro ma che ha ottenuto scarsi risultati in tutto il Paese. Che risultati sono stati raggiunti nella nostra Provincia e dove bisogna migliorare? I dati di Garanzia Giovani sono positivi nella regione e nella provincia di Reggio Calabria. Nell’intera regione sono state realizzate circa 30mila profilazioni: ovvero 30 mila giovani “sfiduciati”, quelli che non studiano e non lavorano, si sono recati nei CPI in cerca di un’opportunità. In provincia di Reggio Calabria sono stati poco meno di 6mila. Dalla profilazione alla presa in carica i numeri cambiano: per via della corrispondenza di domanda e offerta di lavoro. I dati della provincia di Reggio Calabria seguono il trend regionale: circa 7mila profilati e 833 tirocini attivati. È opportuno specificare che a conclusione della redazione del catalogo formativo da parte delle agenzie formative aderenti, partirà anche la misura della formazione orientata al lavoro e che siamo ormai alla vigilia dell’attivazione della misura del self-employement che permetterà ai giovani di divenire datori di lavoro di loro stessi. Abbiamo sentito che il modello Garanzia Giovani sarà presto allargato a tutte le categorie di inoccupati e ci permetta di affermare che siamo molto preoccupati dalla notizia. Nonostante sia vero che molti ragazzi sono stati correttamente instradati nel mondo del lavoro grazie alla sinergia tra Governo e datori di lavoro ci risulta infatti che i pagamenti non sarebbero stati puntuali e che in alcuni casi, addirittura, non sono arrivati (e possiamo affermare questo anche per esperienza diretta, considerato che la nostra azienda ha sfruttato il progetto con due ragazzi che in sette mesi non hanno ricevuto nemmeno un centesimo). Questo ha spinto molti giovani a mollare e altri a perdere fiducia nel sistema. C’è speranza che la situazione cambi o continuerà a passare il messaggio che in Calabria il lavoro onesto non viene retribuito e che i disoccupati devono arrangiarsi? Come spiegato più volte, la Regione Calabria ha attivato lo strumento di Garanzia Giovani in netto ritardo rispetto alle altre regioni italiane:

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mentre infatti altrove il programma era partito nel 2013, in Calabria solo a maggio del 2015 si è partiti a pieno regime. Questo ha indubbiamente portato ritardi nella gestione formale delle domande, nella creazione e attivazione della piattaforma informatica come anche del sistema dei controlli e di gestione. I ritardi sono generati principalmente da questo. Nei mesi scorsi abbiamo trasferito unità lavorative aggiuntive per procedere con la verifica della rendicontazione da parte degli enti ospitanti, la validazione della documentazione dei giovani tirocinanti, la preparazione dei decreti di pagamento e, non da ultimo, la rendicontazione dei pagamenti per il ministero. Basti pensare che la regione Calabria ha più volte rifinanziato lo strumento dei tirocini, avendo impegnato le somme, senza riuscire a procedere all’erogazione. Dopo un mese dall’incremento delle unità lavorative abbiamo raddoppiato i numeri di mandati di pagamento, passando da 600 a 1200 e prevedendo il pagamento per intero del dovuto. Ad oggi siamo consapevoli di essere in ritardo, e soprattutto dell’ingiustizia che la scarsa dotazione iniziale sia ricaduta sui giovani tirocinanti. Tuttavia continuiamo a difendere lo strumento dal momento che i dati relativi all’occupazione sono molto positivi: oltre 1600 sono stati infatti gli assunti a conclusione del progetto. È evidente che puntiamo a recuperare il gap dei pagamenti nel più breve tempo possibile in modo da non far perdere la fiducia nello strumento ai ragazzi. Le parole dell’assessore ci invitano a continuare a credere nel sistema facendoci tornare a sperare che le cose cambino davvero. Non ci resta che attendere sviluppi non solo per questi tirocinanti, ma anche per i ragazzi del Programma Stages che, anch’essi nell’ambito di Garanzia Giovani, sono stati messi in contatto con Calabria Lavoro per la stipula di un contratto che supportasse, si legge nel progetto, “autoimpiego e autoimprenditorialità”. Ricevute a suo tempo garanzie direttamente dal Governatore Mario Oliverio, da Antonio De Marco e dalla nostra Federica Roccisano, i ragazzi hanno pazientemente atteso che il progetto traghettasse 145 di loro verso l’impiego per la società regionale, ma è di quest’ultimo periodo la notizia che il Dipartimento Lavoro avrebbe pasticciato con le carte per la stipula dei contratti che avrebbe dovuto inviare al Ministero, bloccando di fatto le assunzioni. Sicuri che le risposte dateci dall’assessore valgano per tutti questi casi limite, riprendiamo a incrociare fiduciosamente le dita. Jacopo Giuca


Una golosa pausa relax mentre

il mare ti guarda

niziare la giornata godendosi una colazione stellata di fronte allo spettacolo meraviglioso offerto gratis dal mare, circondati da una dolce vegetazione nel pieno centro cittadino, comodamente seduti all'interno della piazza principale del paese e potendo contare sulla gentilezza senza eguali di Elisa e Salvatore e di tutto il loro staff. Cosa si potrebbe chiedere di più? Tesori di Sicilia è pronta ad accogliere l'estate con una novità very chic! In Piazza Portosalvo a Siderno ha inaugurato un elegante dehors che darà un sapore ancora più irresistibile alle vostre pause di relax. E come se non bastasse un'altra deliziosa novità non vede l'ora di incontrarvi: il gelato gusto Ciobar, un abbraccio goloso per i vostri palati, una coccola garantita con cui è giusto premiarsi a inizio, metà o fine giornata. Un'esclusiva che lungo la straordinaria Riviera dei Gelsomini trovi solo da Tesori di Sicilia. Il gelato Ciobar si aggiunge alla schiera di bontà che da sempre Tesori di Sicilia mette in campo: farà compagnia alle portentose granite alla ricotta, al pistacchio, alle mandorle, agli agrumi; ai cannoli che sanno davvero di Sicilia, al gelato realizzato con le vere nocciole piemontesi IGP e con gli autentici pistacchi di Bronte. Da Tesori di Sicilia puoi fare un salto anche per una pausa pranzo salata: ogni giorno ti aspetta un ricco menù di primi e secondi piatti deliziosi e succulenti, arricchito da contorni irresistibili, come le nostre freschissime verdure alla griglia, il tutto accompagnato da un ottimo pane concepito per farti sentire in forma! Realizzato con crusca senza lignina, dal potere antiossidante, con solo l'1,4% di zuccheri ma dall'alto contenuto proteico, sarà un piacere addentarlo e farsi avvolgere il palato da questo trionfo di genuinità. Non c'è motivo per non concedersi una sosta da Tesori di Sicilia sempre pronta a stupirvi e a soddisfare ogni vostro desiderio di golosità.

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RIVIERA

Politica

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Lo scorso 18 aprile durante la trasmissione "Fuori in 30 minuti" di Ugo Floro è emersa la notizia che Wanda Ferro, la "piaciona" della politica calabrese, potrebbe candidarsi alle prossime amministrative a Platì. Quella notte per Annarita Leonardi, che da un anno conduce una strenua campagna elettorale sui social, è stata la brutta notte dell'Innominata.

Profumo di La...Wanda a Platì? MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Con la Ferro Platì potrebbe trasformarsi in un giardino alla francese, con la Leonardi al massimo potrebbe diventare un giardino all'inglese, e la differenza è notevole

embrava che tutto stesse filando liscio. Tutto secondo i piani. Già sentiva farsi strada, tra la rigogliosa vegetazione della splendida vallata di Platì, il profumo dolce della vittoria, quando ecco che inaspettatamente inizia a diffondersi una nuova fragranza: la...Wanda! La notizia che Wanda Ferro, la "piaciona" della politica calabrese, potrebbe candidarsi alle prossime amministrative a Platì è emersa lo scorso 18 aprile durante la trasmissione "Fuori in 30 minuti" di Ugo Floro. Immagino Annarita Leonardi, che da un anno conduce una strenua campagna elettorale a botte di tweet, post e foto ritoccate sui social, avvertire un bang senza ritorno. Un "alt" le si è parato in fronte interrompendole la strada. Avrà iniziato a cercare il cellulare sistema braille che in breve tempo si sarà surriscaldato rovinosamente nel penoso tentativo di accertarsi che quanto stesse affiorando fosse vero. "Oddio, e mo?" avrà iniziato a ripetersi isterica entrando e uscendo dal suo profilo facebook come un uccellino in un orologio a cucù. Un'inquietudine scorticante di poter diventare tutt'a un tratto uno spettatore al margine dello spettacolo l'avrà assalita digerendola. Un'inquietudine giustificata. Giustificatissima. Se fosse vero che la Ferro ha deciso di scendere in campo a Platì, la Leopoldina farebbe meglio a raccogliere baracche e burattini, tirarsi le barche all'asciutto e sperare in un nuovo rosso di sera. Perchè, diciamocelo, non c'è storia. Wanda ha molte più frecce al proprio arco. È una che ha preso maternamente per mano la politica, non si è lasciata prendere la mano dal capriccio di fare politica. È una che seppur nata quando ancora Internet si chiamava Arpanet, oggi usa sapiente-

IN ALTO WANDA FERRO, IN BASSO ANNA RITA LEONARDI

mente i social per fare politica, non vorrebbe fare politica per essere una star dei social. E poi Wanda è chic anche senza filtro fotografico! Con lei Platì potrebbe trasformarsi in un giardino alla francese, con la Leonardi al massimo potrebbe diventare un giardino all'inglese, e la differenza è notevole. In quello alla francese si gioca con le simmetrie: cespugli, siepi, aiuole fiorite sono disposti geometricamente e danno vita a vere e proprie opere d'arte. Ci sono giochi e specchi d'acqua e il tutto richiede tanta competenza nel saper sfruttare pienamente i principi della prospettiva e soprattutto infinita cura. Chi passeggia in un giardino all'inglese, invece, non arriva mai a una visione d'insieme, è uno spazio non geometricamente definito. Qui gli insuccessi del dilettante risultano meno evidenti. Non si avverte imperfezione o trascuratezza e non si ha l'impressione che siano state lasciate frange, perchè vige il metodo "mixed border", l'aiuola promiscua. Ci sarà un rettangolo di prato ben delineato, qua e là un'aiuola ben fiorita e una siepe ben curata, alternati ad alberi e arbusti disposti in maniera confusa come se fossero cresciuti spontaneamente. E le loro altezze e i loro colori creeranno comunque un insieme in grado di dare all'occhio la sua parte. Per capirci, il giardino alla francese è quello della reggia di Versailles, il giardino all'inglese è quello della reggia di Caserta, che ha comunque il suo fascino ma nulla a che vedere col primo. Purtroppo pare che Platì dovrà accontentarsi di divenire un giardino all'inglese. La candidatura di Wanda a Platì sembra essere stata una boutade del simpatico collega Ugo Floro. In ogni caso, anche se solo per una notte - la brutta notte dell'Innominata - per la Leonardi la paura ha fatto “noWanda”!


SETTIMANALE

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DOMENICA 24 APRILE 7

TUTTI UNITI INTORNO A QUELLA CHIESA DI CAMPAGNA E A UN POPOLO CHE GRIDA GIUSTIZIA AL CIELO PER L’ONTA RICEVUTA. NON CI ILLUDIAMO DI ESSERE IN TANTI, FORSE SAREMO UN CENTINAIO. POCHI, COSÌ COME POCHI FURONO COLORO CHE HANNO RESISTITO ALL’OCCUPAZIONE STRANIERA E A UN POTERE DISPOTICO. MA GRAZIE A QUEI POCHI L’ITALIA HA RECUPERATO LA DIGNITÀ ANCOR PRIMA DELLA LIBERTÀ.

Il 25 aprile a Prisdarello per la nostra Resistenza ILARIO AMMENDOLIA a Resistenza non si onora solo con le corone di fiori o con le cerimonie ufficiali. La Resistenza è qualcosa di vivo e vitale che continua ogni giorno vivendo in ognuno di noi. Così da diventare patrimonio comune di un intero popolo, pronto a difendere la Libertà, la democrazia, l’uguaglianza anche rispetto al potere costituito. In questo senso la Resistenza continua ovunque ci sia un popolo o un solo uomo che soffre e si ribella contro l’oppressione altrui. Oggi a minacciare la nostra libertà non sono più le truppe naziste, né i manipoli fascisti. La minaccia è diventata più sofisticata e insidiosa e non c’è bisogno di baionette o di manganelli, perché il “potere” utilizza le televisioni, la rete, i mezzi di informazione di regime per imprigionare i nostri cervelli in verità precostituite. Così hanno potuto far strazio del Sud senza incontrare alcuna seria resistenza. Noi meridionali, noi calabresi siamo stati anestetizzati e abbiamo finito col ritenere giuste le “loro” regole di gioco. Ci hanno fatto passare per criminali tra gli applausi scroscianti di tanta nostra gente. A volte non abbiamo più la forza neanche di indignarci e di “resistere”. Finiamo con ritenere “legale” che cinque banchieri guadagnino più di tutti i lavoratori e i disoccupati calabresi messi insieme. Finiamo col chiamare “ordine” il discutibile diritto dei pochi di portare il loro

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denaro nei paradisi fiscali o di spostare le fabbriche dove possono sfruttare la manodopera a loro piacimento lasciandosi alle spalle legioni di disoccupati. Non ci indigniamo dinanzi a stipendi d’oro, buonuscite milionarie, indennità e pensioni dorate percepite da una casta diffusa che ci parla di legge e di ordine. Chiamiamo “diritti” i loro privilegi mentre ci giriamo dall’altra parte per non sentire il grido dei disperati. Riteniamo normale, anzi sorridiamo dinanzi alle immagini di un parroco braccato dalle Iene all’interno della Chiesa e “sputtanato” dalle veline che con fine perversione sono state messe in circolazione. Ribellarci a tutto ciò è RESISTENZA. Con questo spirito il 25 Aprile saremo a Prisdarello per onorare la festa della Liberazione.

Se tutti fossimo consapevoli della vera posta in gioco dovremmo essere presenti nella piccola frazione di Gioiosa Jonica in migliaia. Tutti uniti intorno a quella Chiesa di campagna e a un popolo che grida giustizia al Cielo per l’onta ricevuta. Non ci illudiamo! Questa consapevolezza manca e così, se tutto andrà bene, saremo un centinaio. Pochi, così come pochi furono coloro che hanno resistito all’occupazione straniera e a un potere dispotico. Ma grazie a quei pochi l’Italia ha recuperato la dignità ancor prima della Libertà. Pochi ma sufficienti per onorare, senza alcun conformismo, la Resistenza. La nostra sarà “Resistenza” contro la 'ndrangheta che non si contrappone alle classi dominanti ma vive nel loro “ordine”, nei loro “valori” e nella loro “lega-

lità”. Resistenza contro ogni forma di violenza e di sfruttamento. Resistenza perché: “…la sicurezza e la libertà dei cittadini non sono minacciate soltanto dai delitti e dai criminali ma anche, e in misura assai maggiore, dalle pene dispotiche, dagli arresti e dai processi sommari, dai controlli arbitrari e pervasivi di polizia. Insomma da un sistema repressivo che forse, nella storia dell’Umanità, è costato più dolori e ingiustizie dell’insieme dei delitti commessi.” (Ferrajoli, da: Montesquieu e il potere di punire). Pochi ma non soli! Non potremo mai dimenticare la posizione ferma e coraggiosa del vescovo di Locri, monsignor Francesco Oliva che dall’Altare della Chiesa di Prisdarello ha assunto la difesa di una comunità ferita,

di un parroco umiliato, di un popolo sotto attacco. Non era né facile, né scontato collocarsi su questo terreno, così come richiede coraggio scontrarsi con il pensiero unico dominante. Abbiamo ancora nelle orecchie il suono dolce e risoluto delle parole con cui padre Giancarlo Maria Bregantini si è rivolto - ancora una volta - alla comunità di Prisdarello. Tanto il vescovo Oliva che Bregantini, hanno incarnato la nostra “resistenza” molto di più che l’intera classe dirigente calabrese. Il 25 Aprile ribadiremo col nostro silenzio l’orgoglio di un popolo che resiste. La fierezza della Locride che rifiuta la criminalizzazione di massa per consentire la carriera e i privilegi di pochi. Abbiamo alle spalle tanti indimenticabili “25 aprile” trascorsi a Platì, a Polsi e in altri paesi della Locride. Indimenticabile il 25 aprile del 2011 a Roccella, quando insieme al compianto Pasquino Crupi e a tanti sindaci della Locride, abbiamo ribadito l’impegno di resistere, respingendo il tentativo di apporre sulla pelle dei calabresi l’infame marchio di mafiosi. Quest’anno saremo nelle campagne di Gioiosa Jonica, il paese che fu di Rocco Gatto. Non è un caso! La scuola di pensiero libertaria, meridionalista e garantista è quella più coerente e più conseguente nella lotta alla cause che generano la criminalità. Senza alcuna retorica continuiamo una lotta antica. Andremo a Prisdarello con l’ambizione di essere “ribelli” a un potere che ci opprime e di sentirci modesti e umili eredi dello spirito della “Resistenza”!


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Sabato scorso il convegno propedeutico al forum sugli aspetti istituzionali della Città Metropolitana di Reggio Calabriaha messo in evidenza le difficoltà della Locride a rapportarsi con questo nuovo ente. Ignoranza della legge e disinteresse generalizzato hanno spinto i sindaci a guardare con ostilità alla Città Metropolitana che, pure, potrebbe rivelarsi una vera occasione di riscatto per il territorio.

Attualità

DOMENICA 24 APRILE

Città Metropolitana: Sta alla Locride, fino ad oggi troppo occupata a piangersi addosso, rimboccarsi le maniche e creare un programma dettagliato che punti allo sviluppo.

colpevoli di ignoranza

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o scorso sabato si è svolto anche nella Locride il forum sugli Ambiti Territoriali omogenei e sistemi di sviluppo locali partecipati, propedeutico all’incontro di ieri Da Reggio Nord alla Città Metropolitana di Reggio

Calabria. Oggetto della discussione, svoltasi presso l’aula consiliare del comune di Siderno, è stato il contributo che la nostra area territoriale può dare alla costituzione del piano strategico della Città Metropolitana e, non secondario, come essa possa partecipare attivamente alle sue decisioni istituzionali senza rischiare di diventarne emarginata periferia. L’incontro, che ha concesso spazio a sindaci e soggetti influenti nell’ambito socioeconomico locale, ha permesso ai presenti (meno di quanto sarebbe stato opportuno vederne, anche tra i soggetti istituzionali) di avere un quadro più chiaro di quale sia il biglietto da visita con il quale la Locride si presenta all’istituzione di questo nuovo ente e su quali elementi dovrebbe puntare per essere parte attiva di questo progetto senza limitarsi a subirlo come pare sia accaduto fino ad oggi. È emerso, infatti, che la base di una buona Città Metropolitana sia una corretta innervatura infrastrutturale, il supporto ai piccoli centri affinché possano essere raggiunti dai servizi rafforzando al contempo le proprie risorse e una vocazione produttiva che possa garantire autonomia economica e ottimi rapporti di interscambio con le Città Metropolitane confinanti, elementi che,

purtroppo, dovranno essere adeguatamente implementati e ristrutturati nella nostra Provincia. Raggiungere questo obiettivo non è cosa che debba esserci calata dall’alto, ma sta alla Locride stessa, fino ad oggi in verità un po’ troppo occupata a piangersi addosso, rimboccarsi le maniche e creare, con le risorse a disposizione e insistendo affinché gliene vengano dedicate altre, un programma dettagliato che punti allo sviluppo capillare della propria vocazione turistica rendendosi indispendabile per la Città Metropolitana già nella stesura dello statuto. L’intervento del sindaco di Sant’Agata del Bianco, nonché presidente dell’Assocomuni, Giuseppe Strangio, ha sottolineato l’ineluttabilità del fato che il nostro territorio sente di subire quando è stata affermata la confusione istituzionale che si è creata attorno alla costituzione di questo ente e che sarebbe alla base del ritardo accumulato dal nostro territorio per mettersi al passo con la costituzione di una città che pare essere sempre più reggiocentrica. «Resta il fatto - ha continuato Strangio raddrizzando l’andamento del discorso - che per dare senso alla Città Metropolitana dobbiamo divenire un unico ente di area vasta in cui le aree siano interconnesse e dando valore alle nostre unicità, come il Parco Nazionale, per metterci in relazione al resto d’Italia e d’Europa». Sulla urgente necessità di trovare un sistema per impedire che la Locride rimanga periferia si è concentrato poi il parlamentare PSDI Paolo Romeo, preoccupato di sot-

tolineare ai presenti di non confondere la costituenda Città Metropolitana con un ente che, cambiando il nome, assumerà il ruolo di quella che siamo abituati a denominare Provincia. «La Città Metropolitana ha affermato Romeo - è una vera e propria Città Stato che deve lavorare sulle singole aree di competenza, che deve definire le vocazioni delle singole aree di cui si compone, che deve avere un consiglio eletto a suffragio universale, in cui tutti i suoi amministratori si impegnano concretamente per le aree che rappresentano. «Realizzare la Città Metropolitana - ha continuato Romeo - è realizzare una rivoluzione culturale che abbandoni l’attuale impostazione di governo. È dare l’avvio a un’amministrazione che vede finalmente la spesa come un momento di sviluppo e non solo come una mera occasione di investimento». Come contribuire a questa rivoluzione culturale? La risposta è molto semplice: è sufficiente comunicare alla Regione gli ambiti territoriali di competenza entro il 30 settembre, data in cui, in mancanza di comunicazioni pregresse, essi saranno calati dall’alto senza possibilità di appello. Non solo. Avviando una corretta campagna di informazione si potrebbe finalmente mettere da parte l’ignavia vissuta dal territorio in merito alle procedure di elezione del consiglio territoriale cui abbiamo diritto, facendoci così trovare preparati almeno sotto questo punto di vista. I nostri amministratori per primi, tuttavia, non sembrano essersi adeguatamente informati in merito alla questione e hanno

finito per comunicare (in)volontariamente che la Città Metropolitana sia il nemico. Forzando la nenia dell’abbandono da parte dello Stato, infatti, nei piani dei nostri sindaci il territorio si trova isolato ancora prima che l’ente si avvii, tanto che, com’è stato affermato da Ilario Ammendolia durante un suo intervento in cui ha parafrasato Massimo D’Azeglio, «ora che la Città Metropolitana è fatta la vera sfida sarà fare i cittadini metropolitani». Le ultime considerazioni sono state affidate a Teresa Munari che, con il solito attento occhio giornalistico ha immediatamente rilevato la poca convinzione che c’è nella legge da parte innanzitutto dei nostri primi cittadini “colpevoli” di non aver saputo trasmettere genuino entusiasmo alla cittadinanza sulle opportunità che il nuovo ente potrà dare al nostro territorio e di non aver avviato un programma di informazione che, secondo lei, sarebbe dovuto partire nientemeno che dalle scuole. Ora che legge per la costituzione dell’ente è cosa fatta, inoltre, non è più tempo di fossilizzarsi in polemiche stantie relative all’impossibilità del suffragio universale nell’elezione del sindaco metropolitano, ma si devono creare piani di marketing per ogni area sulla base delle proprie vocazioni e, soprattutto, deve cambiare la mentalità della classe dirigente, troppo spesso più occupata di sbandierare i fondi ottenuti dallo Stato o dall’Europa che a impiegarli per la realizzazione dei progetti. Riusciranno, i nostri sindaci, a vincere questa sfida con sé stessi? Jacopo Giuca



ATTUALITÀ

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Il 15 e il 16 aprile scorsi è iniziata la mappatura dei primi cinquanta palmenti rinvenuti nella Locride

La Soprintendenza risponde finalmente all'appello del prof. Sculli: le nostre "radici" saranno salvate! OS ricevuto. In seguito al nostro articolo pubblicato lo scorso 3 aprile in cui abbiamo raccontato lo straordinario lavoro di salvataggio delle nostre "radici" da parte del professore Orlando Sculli, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria ha risposto all'appello. Il 15 e il 16 aprile scorsi si è recata a Ferruzzano e, sotto la guida del professore Sculli, ha iniziato la mappatura dei primi cinquanta palmenti che lo stesso ha rinvenuto nella zona. Ricordiamo che il prof. Sculli ha restituito al territorio della Locride oltre 750 palmenti, tutti accuratamente schedati. Scavate nella roccia, queste vasche raccontano la storia di un mondo contadino e pastorale illustran-

S

L’ANGOLO DI PARRELLO

Il cielo in una stanza

“Caro Franco, per parlare con te, occorre venire a trovarti sul Lungomare di Siderno.” “Stamattina mi sembri depresso, Luigi. Cos’è che ti turba?” “Sai, da qualche giorno la mia ragazza mi ha lasciato e nella mia stanza non vedo più né cieli luminosi né alberi fioriti.” “Luigi, mi sembra di averlo già detto a te e a tantissime persone. Quando una donna lascia un uomo non c’è più nulla da fare. Lo lascia per sempre. Tu a Luisa potresti anche regalarle una villa meravigliosa, ma lei comunque non ti vorrà.” “Ma chi è, Franco, che ti dice queste cose?” “Nessuno, è la natura, con le sue leggi; quanti uomini, oramai quasi quotidianamente, uccidono delle donne perché non vogliono accettare questo principio elementare. Trovati un'altra ragazza, ce ne sono tante, belle e carine.” “Ma a me piace stare solo con Luisa”. “Allora rimani pure nella tua stanza, senza né cieli luminosi nè alberi fioriti”.

Franco Parrello

do le tecniche di trasformazione dell’uva dal periodo greco ai giorni nostri. La Locride possiede il patrimonio di palmenti più ricco del mondo. Ne sono rimasti affascinati numerosi studiosi stranieri, come Patrick E. McGovern, docente di Antropologia all’università della Pennsylvania e direttore del Museum Applied Science Center for Archaeology della stessa università, Lin Foxhall esperta di archeologia classica dell’università di Leicester in Inghilterra, John Robbe, prof. dell’università di Cambridge, esperto in neolitico, Robert Winter docente di storia dell’arte nel Rhine-Renoir College del North Carolina, ma anche il prof. Attilio Scienza dell’Università Statale di Milano, studioso di fama internazionale dei vitigni e della loro storia. Oggi

finalmente ad accorgersi di questo patrimonio di inestimabile valore culturale anche la Soprintendenza per i

Beni Archeologici della Calabria. Oltre ad aver riportato alla luce 750 palmenti, il professore Sculli ha preservato il nostro preziosissimo germoplasma, scrutando pazientemente in piccole vigne marginali della Locride e salvando ben 270 vitigni, tra biotipi e genotipi. Ad interessarsi di questo ricco arsenale contro l’erosione genetica, il CRA di Turi, il più grande ente italiano di ricerca in agricoltura, che sarà presente sul nostro territorio il prossimo 28 e 29 aprile. Siamo davvero orgogliosi di aver dato il nostro piccolo contributo affinchè il prof. Sculli potesse ricevere la giusta attenzione per l'infaticabile e appassionatamente disperato lavoro di ricerca delle nostre "radici". Maria Giovanna Cogliandro

Ultimi sopralluoghi per il premuroso Raffa Il mandato volge al termine, ma non ha intenzione di sprecare questo mese, Giuseppe Raffa, presidente della Provincia di Reggio pronto a cedere il passo alla Città Metropolitana. Questa settimana, infatti, Raffa ha svolto un sopralluogo al comune di San Lorenzo ponendo massima attenzione alle condizioni della viabilità locale ed esprimendo preoccupazione affinché le attività di cantiere salvaguardino la zona dalle intemperie invernali. Quanta premura, presidente! Ma non è tardi per aggiustare il tiro?

Settant’anni di Ordine dei Medici per il dottor Biagio Zampogna L’Ordine dei Medici, questa settimana, ha premiato come di consueto coloro che vantano una lunga militanza nell’ambito professionale. Per la prima volta nella storia dell’Ordine, c’è stato il raggiungimento dei 70 anni di iscrizione. A vantare questo primato, essendosi laureato in Medicina e Chirurgia a Messina, nel lontano 1946, è il dr Biagio Zampogna, già Presidente dello stesso Ordine dei Medici reggino, stimato professionista della Piana di Gioia Tauro. premi anche per gli iscritti da 50 e 60 anni.

ANNUNCIO: Simona e Paolo hanno bisogno di voi Simona e Paolo sono alla disperata ricerca di un lavoro. Trovato impiego come badanti tre anni fa, i nostri si sono visti togliere il terreno da sotto i piedi quando la signora cui prestavano i propri servizi è mancata lo scorso mese. Rimboccatisi le maniche, si sono rivolti a tutti gli uffici del lavoro che potessero dare loro una mano a reinserirsi nel mondo del lavoro, finendo con il sentirsi ripetere la nenia secondo la quale non ci sarebbero posti disponibili. Ma il loro problema va oltre la mancanza di

impiego. Rimasti a casa della signora alla quale hanno dato una mano in questi anni, oggi Simona e Paolo non hanno nemmeno un tetto sopra la testa né hanno messo da parte un gruzzolo che permetta loro di vivere decorosamente in attesa che il lavoro arrivi. Ormai in mezzo alla strada da una settimana e disposti a svolgere qualunque impiego, Simona e Paolo rivolgono un appello a chi può dare loro un opportunità lavorativa. Invitiamo a contattare la nostra redazione chiunque possa dare loro una mano.

DOMENICA 24 APRILE

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IN BREVE

Siderno: l’Amministrazione Comunale festeggia il 25 aprile

Anche quest’anno, in occasione delle celebrazioni legate al 25 Aprile, anniversario della Liberazione, l’Amministrazione Comunale di Siderno ha stabilito di recarsi in Piazza Vittorio Veneto per il consueto saluto alla bandiera e la deposizione, per la prima volta da parte del sindaco Pietro Fuda, di una corona di fiori in memoria dei nostri caduti. La partenza del breve corteo è prevista dal Comune, alle ore 11:00. La cittadinanza tutta e le associazioni cittadine sono invitate a partecipare.

La nonnina di Portigliola compie 101 anni

È una lunga “giovinezza” la vita della signora Elisabetta Lobono, che l’11 Aprile ha compiuto 101 anni. Come da tradizione, l’Amministrazione Comunale ha voluto porgere gli auguri di tutta la comunità alla cittadina ultracentenaria. È stato il sindaco Luglio in persona a formulare gli auguri e consegnarle una bellissima torta. Classe 1915, Elisabetta era sposata con Francesco Capogreco, ha avuto tre figli e una esistenza allietata da tanti nipoti e pronipoti. Una vita vissuta nell’amore corrisposto.

Compleanno di riflessione per Sisinio Zito

Lo scorso venerdì 15 aprile ha raggiunto l’invidiabile traguardo delle 80 primavere il senatore Sisinio Zito, personalità illustre di Roccella Jonica che il paese ha voluto celebrare con un convegno tenutosi all’Ex Convento dei Minimi e incentrato sul “Coraggio di rischiare sognando l’impossibile” che ha caratterizzato la vita dell’illustre uomo politico della Locride. Anche questa settimana vogliamo rinnovare gli auguri al senatore, che sogniamo di vedere attivo in politica ancora per molto tempo!





GERENZA

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Il gaglioppo calabrese è un antidepressivo e aiuta a combattere il Parkinson Gaglioppo, il vitigno del Cirò, presenta delle qualità, quasi uniche in Italia, che possono contribuire a combattere la sindrome del Parkinson o essere usate come agente antidepressivo. A questa conclusione è giunta la ricerca internazionale svolta anche in Calabria, dall’Università “Magna Graecia” di Catanzaro e dal Dipartimento di Crotone dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (ARPACAL) pubblicata sul numero di aprile della prestigiosa rivista scientifica internazionale “Journal of Agricultural and Food Chemistry”. “La ricerca – comunica l’Arpacal – è nata dal lavoro svolto da un tesista dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, Christian Astorino, di cui il dr. Francesco Russo, direttore del Dipartimento di Crotone dell’Arpacal, è stato co-relatore di tesi, guidandolo in questa importante ricerca volta ad analizzare chimicamente le uve di Gaglioppo delle stagioni vitivinicole 2008, 2010 e 2011. Da queste è stato isolato ed analizzato il kampferol, un particolare flavonoide presente nel vitigno Gaglioppo in quantità e qualità superiore rispetto agli altri vitigni nazionali. Al di là della quantità, l’importanza di questo flavonoide – spiega la ricerca pubblicata sul “Journal of Agricultural and Food Chemistry” – è che contiene un inibitore dell’enzima Mono ammina ossidasi (MAO), implicato in alcune patologie neurologiche o neurodegenerative. Nello specifico, secondo i ricercatori, il kampferol, la cui presenza è massiccia nelle uve Gaglioppo, viene proposto come coadiuvante nella cura del morbo di Parkinson (inibitore del MAO-A), oppure come agente antidepressivo (inibitore del MAO-B)”.

Il

Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Ilario Ammendolia, Franco Parrello, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Katia Candido, Maria Verdiglione

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DOMENICA 24 APRILE 14

Il nuovo Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria è il sociologo Antonio Marziale. A nominarlo, questa mattina, il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto. Antonio Marziale, 50 anni domani, è innanzitutto Presidente dell’Osservatorio dei Diritti sui Minori, poi è anche consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia; è stato ispiratore ed estensore del Codice di autoregolamentazione Tv e Minori, quel famoso codice recepito dalla Legge Gasparri che mette al centro del pubblico televisivo i nostri figli, perché sono loro che subiscono più di tutti l’influenza della tv. Insieme al ministro Gasparri, ha lavorato anche alla stesura del Codice Internet e Minori. Antonio Marziale è stato, inoltre, Coordinatore per le politiche giovanili in Regione Lombardia, nonché Dirigente dell’Associazione Nazionale Sociologi. “Non avremmo potuto scegliere una figura più autorevole e competente in questo campo – ha affermato Nicola Irto -. Marziale è un riferimento assoluto in Italia e gode di stima e prestigio internazionali: un calabrese che ha dato lustro alla nostra regione per la sua riconosciuta capacità e per la passione che anima il suo impegno ormai da molti anni. Nel rivolgere al Garante gli auguri di buon lavoro – ha concluso il presidente del Consiglio regionale – sono certo che questo Ufficio saprà svolgere la propria funzione nel rispetto delle proprie prerogative istituzionali, ma senza inutili ingessature e con un approccio pragmatico ai problemi dei minori e degli adolescenti”.

Antonio Marziale è il nuovo garante per l'Infanzia della regione Calabria

Da Marina di Gioiosa alla Nazionale, Francesco Marcellino alla panchina azzurra!

Sgarbi: "Se Occhiuto sarà eletto sindaco, io farò l'assessore alla cultura!

CNA Balneatori: puntiamo sulle strutture per implementare l’economia "Se Occhiuto dovesse vincere le elezioni sarò assessore alla cultura. Preferisco definirmi alto commissario al centro storico e agli eventi culturali. Sono tra i primi ad aver sostenuto la bellezza di questo centro storico, ma va fatto tanto altro e occorre qualcuno che dia delle linee guida". A dirlo è stato Vittorio Sgarbi che a Cosenza ha presentato la propria lista - il cui simbolo porta al centro una capra a sostegno di Mario Occhiuto, il candidato forzista alla carica di sindaco alle prossime amministrative. "Nella mia lista - ha aggiunto Sgarbi - ci saranno soprattutto donne, perché sono più serie, più metodiche, casalinghe per natura. Conoscendo ciò che sono gli uomini confido più nelle donne, gli uomini vanno bene per dare indirizzi, le donne per portarli a compimento"

Si è svolta in settimana, presso il comune di Siderno, l’assemblea dei Balneatori, servita a puntare sulla Calabria i riflettori di un settore che annovera oltre 30mila imprese in tutta Italia. Gli argomenti trattati sono stati di importanza strategica per lo sviluppo di uno dei settori cardine dell’economia del nostro Paese. L’incontro, moderato da Massimo Nucera, ha cercato di porre l’accento sugli stabilimenti balneari, che devono essere considerate strutture capaci di creare economia e sostenere in maniera incisiva i territori di competenza favorendo in maniera incisiva lo sviluppo turistico. Purtroppo, la Calabria ancora non esprime il suo massimo potenziale in merito. Anche per questo l’associazione si sta impegnando a sensibilizzare l'assessore Franco Rossi affinché la Regione si faccia portavoce presso il governo per legiferare a favore di una concessione trentennale (oggi pari, invece, a sei anni). Disposto ad agevolare le trattative si è detto il consigliere Pierpaolo Zavettieri.

L’APPUNTAMENTO

Farà parte dello staff medico del Futsal azzurro, Francesco Marcellino originario di Marina di Gioiosa. Di recente ha firmato un contratto e potrà sedere nella panchina della Nazionale di calcio a cinque. Laureato in Scienze Motorie e in Fisioterapia, Ciccio Marcellino vanta un passato da ex portiere nel mondo del calcio dilettantistico; in seguito ha lavorato presso il settore giovanile della Lazio per la preparazione atletica per poi passare al mondo del basket.

DOMENICA 1° MAGGIO LO STADIO COMUNALE DI SIDERNO SI MOSTRERÁ IN UNA VESTE SPECIALE E INSOLITA: IL CALCIO CEDERÁ IL POSTO A UNA COMPETIZIONE INTERREGIONALE DI TIRO CON L'ARCO. LA GARA È ORGANIZZATA DALL' ASD MILENNIUM ARCO CLUB SIDERNO COL PATROCINIO DEL COMUNE DI SIDERNO E SI SVOLGERÁ SULLE DISTANZE DEI 70 MT PER LE CLASSI SENIOR E JUNIOR, 60MT PER I MASTER E GLI ALLIEVI, 40 MT PER I RAGAZZI E 25 MT PER I GIOVANISSIMI. LA GARA SI DISPUTERÁ DALLE ORE 10.00 ALLE 16.00. L'INGRESSO È GRATUITO.



SVILUPPO

ATTUALITÀ

Sciolto nel 2012, il comune ligure di Ventimiglia oggi merita le scuse del governo perché il Consiglio di Stato ha affermato che l’infiltrazione ‘ndranghetistica c’era ma non aveva condizionato la vita politica del paese. Nella Locride, invece, i commissariamenti arrivano a pioggia perché il sindaco saluta la persona sbagliata, il consigliere offre un caffè o l’impiegato comunale fa un nome al telefono...

Ci state commissariando la vita! Il In un paradosso all’italiana, nel 2016 si riconosce l’infiltrazione mafiosa del 2012 nel negando al contempo la presenza della ‘ndrangheta nella zona, generando così un’ondata di ipocrita sdegno.

3 febbraio 2012 i giornali titolavano, generando massimo scalpore, che il comune ligure di Ventimiglia era stato sciolto dal governo per infiltrazioni mafiose. Il Fatto Quotidiano, tuttavia, analizzando con maggiore attenzione la vicenda che aveva condotto a questa decisione, affermava che quanto stava accadendo, alla luce delle indagini condotte nel biennio precedente, risultava essere più una conferma che una sorpresa. Come si sente dire con sempre maggiore frequenza erano i padrini calabresi a rivestire il ruolo di protagonisti indiscussi della vicenda criminale, come del resto appariva chiaro scorrendo i nomi che, secondo il gip, si erano resi protagonisti di una serie di affari illeciti in tutta la zona, intrattenendo oscuri rapporti con il comune: Barillaro, Circosta, Marcianò, Pepè, tutti uniti a filo doppio con il capo Gangemi. Secondo la prefettura, di radicamento ‘ndranghetista, a Ventimiglia, si sapeva già nel 2011, quando erano stati segnalati i primi tentativi di condizionamento degli enti locali nel settore degli appalti pubblici. Questa condizione emergeva in maniera evidente con gli accordi che l’Amministrazione comunale aveva stretto con la società Marvon, che si era aggiudicata l’edificazione del nuovo porto anche se in paese, a quanto pare, si sapeva benissimo che fosse intestata alla moglie di Giuseppe Marcianò e che avesse ottenuto questo risultato non senza che alcuni suoi illustri collaboratori avessero fatto ricorso ad atti intimidatori nei confronti di imprenditori rei di non essersi messi tempestivamente da parte. Non solo. Durante l’indagine “Maglio”, nel 2011, emerse che il consigliere regionale Pdl Alessio Saso si era reso protagonista di un accordo con Gangemi affinché potesse dargli una mano nella sua ascesa politica e che, allo stesso modo, il vicesindaco Vincenzo Moio avrebbe chiesto a Domenico Belcastro (appurato, poi, essere intraneo alla cosca di Genova) aiuto nell’agevolare la candidatura della figlia Fortunata. Perché vi raccontiamo questa vicenda risalente a ormai cinque anni fa? Semplice: perché lo scioglimento del comune di Ventimiglia, in questo lasso di tempo, è stato approfonditamente riesaminato e, nonostante siano state confermate le condanne di tutti i soggetti coinvolti (tra i quali figuravano diversi altri consiglieri comunali oltre a quelli già citati), annullato. Ciò vuol dire che, in un tipico paradosso all’italiana, il Consiglio di Stato, nel 2016, riconosce l’infiltrazione mafiosa del 2012 nel comune ligure negando al contempo la presenza della ‘ndrangheta nella zona interessata, generando così un’ondata di ipocrita sdegno che condurrà sicuramente alla richiesta di risarcimento danni allo Stato da parte dell’ente e dell’ex sindaco Gaetano Scullino.

A questo caso limite, come chi vive da queste parti avrà già constatato con massima amarezza, fanno da contraltare le decine e decine di scioglimenti dei comuni nella Locride, protagonisti di casi che definire urticanti sarebbe riduttivo. Al di là del risibile fatto che gli scioglimenti comunali della nostra terra sono stati fin troppo raramente ben argomentati, finendo anche agli atti come obnubilamente giustifi-

lità di chiedere risarcimenti e non si è mai data una risposta istituzionale ai cittadini che, non essendo, per lo Stato, sono portatori sani di dignità come nel resto del Paese, possono benissimo vivere senza esigere che gli vengano riconosciuti diritti pari a quelli che sono dati per scontati in tutta Europa. I commissariamenti, poi, sono stati spesso e volentieri addirittura prolungati con le scuse più assurde, come quando, nell’agosto del

un un rappresentante di imbottiture per cuscini, il sindaco calabrese che, preso dall’euforia, il giorno che vince le elezioni, offre il caffè a tutto il paese, si vede recapitare un avviso di garanzia perché lì in mezzo c’era un tizio col cognome sbagliato. Quello che ci domandiamo, oggi, è se mai questa situazione potrà in qualche modo cambiare. Riusciremo (perché dipende da noi) a far capire allo Stato che a Ventimiglia

Dalle nostre parti non si è mai arrivati nemmeno a pensare alla possibilità di chiedere risarcimenti e non si è mai data una risposta istituzionale ai cittadini che possono vivere senza esigere diritti. cati da generiche “forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata”, non sono stati rari, negli anni, gli scioglimenti dovuti a sospetti giuridici poi rivelatisi infondati e che, anziché risolversi con democratiche elezioni e formali scuse alla giunta sciolta, hanno finito per essere commentati con un «Vabbeh, tanto ormai la frittata è fatta» da parte del Ministro dell’Interno di turno. E non è tutto. Lo scioglimento di Casignana, caso limite di burocrazia carnevalesca, venne decretato con un palese copia-incolla che finì per sancire la necessità del provvedimento per comprovate infiltrazioni camorristiche… Dalle nostre parti non si è mai arrivati nemmeno lontanamente a pensare alla possibi-

2013, Alfano pensò di proporre il rinnovo del commissariamento di Platì perché “ancora si doveva portare a termine il processo di risanamento delle istituzioni”. Un po’ come dire che i commissari dovevano essere commissariati! Insomma, a una Ventimiglia criminale alla quale vengono riconosciute tutte le attenuanti del caso fa da contraltare una Locride che, ugualmente fuorilegge, si becca il massimo della pena perché è stata beccata a delinquere alla latitudine sbagliata. Ancora una volta, il politico del nord che viene sorpreso a scambiarsi valigette piene di denaro sporco con il boss di turno probabilmente era stato abilmente convinto di avere a che fare con

e a Sant’Ilario c’è la stessa percentuale di persone per bene? Saremo in grado di isolare i criminali, di collaborare nel giusto modo con le forze dell’ordine e di eleggere amministratori che, avendo davvero a cuore il destino di questa terra, intavolino conversazioni che permettano ai piani alti di comprendere che la buona fede esiste anche da queste parti? Noi vogliamo credere che sia così e vogliamo impegnarci affinché le cose prendano questa piega per fare in modo che, domani, le scuse e un risarcimento per aver sciolto troppo frettolosamente un comune arrivino, ad esempio, a Bovalino… Jacopo Giuca


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DOMENICA 24 APRILE 17

Anche Africo, San Luca, Platì, Bovalino, attualmente sciolti a causa di questo articolo, dovrebbero seguire l'esempio di Reggio e farsi promotori di una raccolta firme per modificarlo e per chiedere un risarcimento ai danni provocati dalla cattiva gestione del commissariamento

Basta giocare alla Fantandrangheta. Modifichiamo l'articolo 143 delTUEL ANTONELLA ITALIANO uando salii a Platì, qualche tempo fa, scoraggiata dalla situazione preelettorale dissi al commissario Rotondi «Mi auguro che resti lei». E lui, meravigliato, mi rimproverò «Non devi augurarti mai, per la Democrazia, che in un Comune resti un commissario». Credo che ora sia più chiaro, anche per chi legge, perché dissi quella cosa a Rotondi. Ma per la Democrazia – ha ragione lui – nessuno si deve augurare che viga la “legge marziale”; neanche quando i commissari sono più attenti e sensibili dei sindaci, neanche quando (come il dottore Priolo commissario prima di Bovalino e poi di San Luca, e oggi al Comune di Milano) entrano talmente in sinergia col popolo da condividere con esso infamie, polvere, religiosità e carne di capra. Del resto gli esempi “buoni” sono le eccezioni, mentre lo status è: tasse alle stelle, disservizi, assenteismo. E anche a questo si sopravviverebbe se si trattasse solo di commissariamenti dovuti a cause amministrative ed economiche, quali i dissesti. Qualche mese da investire per sanare i bilanci e permettere ai tecnici di individuare la strada, e poi si ripartirebbe anche meglio di prima, con nuovi programmi elettorali, nuove liste, nuove elezioni e un sindaco scelto dal popolo. Il suo Primo cittadino. Il problema è quando gli scioglimenti (quasi sempre) vengono effettuati per “presunte infiltrazioni mafiose”, un po’ come quando si ritira il porto d’armi ad un cacciatore perché un cugino di settimo grado, in chissà quale parte d’Italia, ha commesso un reato. Quindi lo Stato per “proteggere” quello buono da eventuali condizionamenti, di cui quello cattivo (di settimo grado) potrebbe avvalersi in cambio di armi o munizioni, ritira il permesso di caccia. Risultato: quello cattivo troverà altre strade, per nulla scoraggiato dalla restrizione, quello buono troverà forse un altro hobby, certo svenderà le armi o gliele sequestreranno, e si sentirà teoricamente “libero”. Chiedetegli, in privato però, cosa egli pensi dello Stato… Ecco, credo che il suo pensiero privato sia condivisibile, perché l’uomo gode del libero arbitrio concessogli da Dio, e se sceglie un percorso istituzionale prestando la sua faccia ai concittadini non è per vedersi cambiato il pannolone dalla Commissione antimafia. Nessuno ha preso in considerazione il caso in cui, un sindaco effettivamente “condizionato”, denunci il condizionamento? Non sarebbe opportuno aspettare il reato, e perseguire quindi il reato, piuttosto che condannare un uomo, quindi un’amministrazione, quindi un paese, per la presunzione di esso? Dov’è finita la sinistra garantista? Non erano i “fascisti” della destra sociale a chiedere carceri dure e pena di morte? La sinistra, quella marcia, oggi si nutre delle carcasse che ha mietuto la democrazia, quella con la

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minuscola, imposta a suon di scioglimenti, perquisizioni, posti di blocco, denunce, querele e quant’altro abbia scoraggiato e afflitto il popolo, fino a costringerlo ad abbandonare le urne e le competizioni elettorali. La sinistra, quella marcia, come i conquistatori d’America, venendo nella Locride crede di aver davanti un popolo bifolco e ignorante, che non nasconde (e non si vergogna) di appellare “craparo” (o “pisciaro” a seconda del Comuno sciolto), e di poterlo così comprare e ingannare con quattro giocattoli e due pacchette sulle spalle. E poi chiuderlo nelle riserve. Come gli indiani. Dopo aver occupato le poltrone che spettano ad esso di diritto. La sinistra, quella marcia, ha scordato non solo il garantismo, ma persino le battaglie ambientali, e quel suo coraggioso populismo che è innanzitutto rispetto della tradizione. E della Costituzione. E non è “selfarsi” con qualche vecchietto che non sa neanche cosa sia facebook o twitter, mettendolo alla stregua degli animali del circo all’epoca delle polaroid. La sinistra, quella marcia, sta divorando la sinistra, quella sana, che non essendo al potere non riesce a tutelarsi. Anche grazie alle loro onnipotenti espressioni nazionali che scendono, pisciano e vanno via; e delle loro triste “fuoriuscite” pagano il conto i compagni che ancora possono definirsi tali. Anarchia. Non ci resta che disertare le urne, restituire le tessere elettorali, riunirci in assemblee e decidere da soli le nostre cose, secondo un modello di potere orizzontale che, fino a qualche anno fa, sembrava solo un’utopia. È arrivato il tempo degli anarchici, vengano essi da mondi di destra o di sinistra, e nessuno lo avrebbe potuto immaginare. E mentre a Reggio prosegue la raccolta firme per modificare l’articolo 143 del Tuel e per chiedere un risarcimento ai danni provocati dalla cattiva gestione del commissariamento; noi in provincia, con decine di comuni ripetutamente commissariati, e disastri ai bilanci, alle infrastrutture, all’immagine, neanche ci pensiamo. Dovremmo farlo. Firmare anche noi. Africo, San Luca, Platì, Bovalino (attualmente sciolti a causa di questo articolo) esserne i promotori. Per riappropriarci della Democrazia, sequestrata e stuprata, usata per riempire il vuoto di simboli partitici, che hanno come unico punto dei programmi elettorali a tutti i livelli (persino nelle loro stesse Primarie) la poltrona per sé e per gli amici; e i numerosi scandali “ministeriali” di questi giorni nonché il tacito accordo con le lobby petrolifere, quindi il silenzio nel referendum, lo dimostrano. Perché i politici continuano a fare i fatti, aggrappati con gli artigli all’atteso “posto di lavoro”, e se Reggio firma per chiedere un rimborso, la provincia resta intrappolata in un gioco di scommesse, rilanci e pronostici da schedina. Che si chiama Fantandrangheta.


CULTURA

RICORRENZE

Saragat conosceva i drammi della nostra Regione, anche perché conosceva le opere dello scrittore che più di ogni altro li aveva denunciati.Il politico piemontese e lo scrittore di San Luca si conoscevano personalmente e si stimavano, da quando entrambi, agli albori della nuovo stato italiano, si batterono per la causa repubblicana.

IN BREVE

Danila Santagata apre la sua finestra sul mondo a Bovalino

È iniziato il tour promozionale dell’ultima fatica letteraria di Danila Santagata, Una finestra sul mondo, romanzo semiautobiografico della scrittrice catanzarese/locrese che, da tanti anni in trasferta a Roma, sente ancora forte l’appartenenza alla nostra terra. E proprio dalla Locride, che la Santagata definisce nel suo sito “maledetta quanto bella”, l’autrice ha voluto cominciare la promozione del romanzo, che lo scorso 5 aprile è stato protagonista di una serata organizzata al Caffè Letterario Mario La Cava di Bovalino. Il libro, edito a novembre, viene promosso solo durante questa primavera dopo un lungo tergiversare dettato dalle ansie che un tour promozionale di questo genere ha dettato in Danila. Visto il successo della prima serata, tuttavia, siamo certi che il romanzo potrà adesso finalmente avere il grande risalto che merita grazie anche all’organizzazione delle varie serate che alterneranno alle parole dei presentatori e dell’autrice, quelle del romanzo, musicato da grandi artisti.

L’AIL dona un defibrillatore all’Istituto di Gioiosa-Grotteria Consegnato all’Istituto Comprensivo Gioiosa Ionica - Grotteria un defibrillatore semiautomatico. L’iniziativa viene promossa da Rocco Ritorto, referente AIL “Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma onlus” per la Costa dei Gelsomini e finanziata dall’imprenditore Domenico Novembre; insieme, hanno reso possibile questo atto di solidarietà e civiltà nei confronti delle Istituzioni e del nostro paese. «La scuola si è dimostrata sempre molto sensibile alle problematiche dell’AIL aderendo a tutte le manifestazioni profuse dall’associazione, per questa ragione ho pensato che era giunto il momento di ricambiare», così si esprime Rocco Ritorto, anche lui imprenditore gioiosano. Una donazione rivelatasi del tutto provvidenziale dal momento che all’interno dell’istituto si erano appena conclusi i corsi di primo soccorso con attestati annessi per il personale docente, un progetto al quale il dirigente scolastico Maria Rosaria Pini si era dedicata con notevole impegno alla realizzazione. «Un piccolo gesto per noi, talvolta può essere grande per qualcun altro, con impegno e volontà tutto può riuscire» - esordisce ancora una volta Rocco Ritorto. All’evento erano inoltre presenti, l’assessore alla Pubblica Istruzione Luca Ritorto, il presidente del Consiglio d’Istituto Antonio Larosa e numerosi insegnanti e genitori. Un gesto importante, un segno tangibile per Gioiosa, un paese che cresce! Katia Candido

Cinquantenario della visita di Saragatal paese di Alvaro

19 aprile 2016 ricorre il cinquantesimo anniversario della visita del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat al Comune di San Luca, durante il suo viaggio in Calabria durato quattro giorni, dal 19 al 22 aprile. Non è stata casuale quella visita al paese dello scrittore. Il politico piemontese e lo scrittore di San Luca si conoscevano personalmente e si stimavano, da quando entrambi, agli albori della nuovo stato italiano, si batterono per la causa repubblicana. Fu infatti Corrado Alvaro, nel maggio del 1946, a scrivere una dichiarazione di intellettuali repubblicani in vista del referendum istituzionale del 2 giugno 1946, con tanto di firmatari divisi per categorie socioprofessionali. Questo ancor prima della scissione di palazzo Barberini del 11 gennaio 1947. E poi in un articolo uscito sul quotidiano socialista “Avanti” del 18 gennaio 1948 (due mesi prima delle elezioni del 18 aprile 1948), Alvaro scriveva: Siamo tutti per il fronte del lavoro; occorre non aver paura. Questa decisa presa di posizione fu la causa del suo allontanamento dal Corriere della Sera. Saragat era in visita in Calabria per

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motivi istituzionali, ma voleva conoscere la Calabria; racconta Costantino Belluscio che fu il segretario particola-

re del Presidente: A me Saragat chiedeva “come mai si sono rivoltati in ritardo i calabresi nel protestare contro uno

Stato che è stato una matrigna”. Saragat conosceva i drammi della nostra Regione, anche perché conosceva le opere dello scrittore che più di ogni altro li aveva denunciati. In quell’aprile di cinquanta anni fa ricorrevano altri anniversari alvariani: quello della sua nascita (15 aprile 1895) e quello del suo matrimonio con Laura Babini (8 aprile 1918). Per San Luca fu una giornata di giubilo e di stupore: fu costituito un Comitato per organizzare adeguatamente l’accoglienza del massimo magistrato della Repubblica, del quale fece parte anche lo scrittore Leonida Repaci, amico e stimatore di Alvaro, in qualità di presidente. A ricevere il Presidente c’era la famiglia Alvaro, al completo: Signora Laura Babini Alvaro, il figlio Massimo, i fratelli Don Massimo e il dottore Beniamino Alvaro, le sorelle Maria e Laura Alvaro. Il piccolo paese fu invaso da un nugolo di giornalisti di tutte le testate nazionali più importanti. Per alcuni giorni il paese fu agli onori della cronaca, come si suol dire. Gli onori di casa invece li fecero il Sindaco cav. Giovambattista Moscatello e il prof. Walter De Fiores, nipote dello scrittore. Fortunato Nocera

Hospitality Riviera:Il convegno che insegna a essere bravi padroni di casa Dopo il successo dello scorso anno, torna a Roccella Jonica l’incontro dedicato sulle nuove tecniche dell’ospitalità nel settore alberghiero.

Il consorzio degli albergatori della Locride Jonica Holidays e Federalberghi di Reggio Calabria sono promotori anche quest’anno dell’evento Hospitality Riviera dei Gelsomini, un convegno formativo unico nel nostro territorio e ormai giunto alla sua 2ª edizione. Per questo, proprio come avvenuto a maggio dello scorso anno, mercoledì 28 aprile ci si riunirà ancora una volta, dalle 9:00 e fino alle 15:00, per una una giornata di formazione full immersion presso il Club Hotel Kennedy di Roccella Jonica, per discutere dei cambiamenti del mercato dell’ospitalità, della distribuzione del prodotto alberghiero con l’avvento sul mercato di nuovi attori e delle rivalutazioni dei sistema di vendita da parte degli albergatori per meglio posizionare la propria struttura sul mercato. Grazie a questa importante iniziativa, la Locride dimostra ancora una volta di sognare la ripartenza in tutti gli ambiti socio-economici. Un sito un sito internet elegante e curato nei minimi dettagli ha già avviato il conto alla rovescia per l’evento che pro-

mette anche quest'anno di essere un incontro imprescindibile per chiunque voglia tenersi costantemente aggiornato nell’implementare i servizi per coloro che progettano di trascorrere la propria estate qui da noi. Grazie agli interventi di massimi esperti del settore come Vittorio Caminiti (Federalberghi), Emilie Dall’Olio (Expedia), Arturo Salerno (Studio Salerno), Marco Sajeva

tare in maniera adeguata il futuro del settore anche nella nostra terra. Come ci ha raccontato Maurizio Baggetta, uno degli organizzatori dell’evento, l’aggiornamento delle strutture, sempre necessario, oggi non è più sufficiente a garantire un servizio di eccelsa qualità. Bisogna, infatti, riuscire anche a implementare la ricezione del territorio da parte del turisti, stimolando l’apertura mentale dell’imprenditore che deve comGRAZIE A QUESTA INIZIATIVA, LA prendere che non è importanLOCRIDE DIMOSTRAANCORA UNA solo dove si VOLTA DI SOGNARE LA RIPARTENZA IN te alloggia, ma anche come si TUTTI GLI AMBITI SOCIO-ECONOMICI. presenta il territorio di apparte(Visioni), Ken Curatola, Salvatore nenza e ciò che si è in grado di offrire. Borzacchiello (Igers) e Guido Cianni Insomma, gli albergatori devono diven(Passepartout), si discuterà di come il tare i migliori venditori delle nostre belsettore sia cambiato con l’avvento di lezze e Hospitality Riviera dei Gelsomini internet e dei social media che, al giorno promette anche quest’anno di insegnare d’oggi, rivelano i particolari delle struttu- loro a farlo nel modo migliore! re ancora prima di poterle vedere dal vivo, e si daranno consigli utili ad affronJacopo Giuca


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LA ROSA DEI VENTI

PARLIAMO DIELEGANZA FEMMINILE IERIEOGGI l loro confronto le signore di oggi sarebbero poco più che sguattere. Il paragone lo facciamo con le elegantone del Rinascimento. Ci rifacciamo a un periodo della nostra Storia dove le Arti, la Cultura, la Musica, la Letteratura, la moda compresa, sono tutto un fiorire straordinario di bellezza. Lo sfarzo delle corti rinascimentali sono un punto di riferimento per tutta l'Europa, l'eleganza delle nobildonne è senza pari. Il loro abbigliamento è tutto broccati, velluti, ermellini, ricami, accessori intrecciati con perle e pietre preziose. Le famiglie più ricche fanno a gara nel presentare le loro fanciulle nella lista delle più “in”. Citiamo alcune celebri: Caterina e Nannina dei Medici, Lucrezia Bentivoglio, Eleonora di Toledo, grande rivale di Lucrezia Borgia. Fanno fede i ritratti dei grandi pittori del tempo. Nei balli festosi, nei conviti, nelle caccie a cavallo, sbalordivano per lo splendore delle loro toilettes. Su tutte, però, avanzava Lucrezia Borgia. Figlia del papa Alessandro VI e sorella di Cesare, andò sposa a tre mariti, finiti, poveracci, in malo modo per mire politiche. È rimasto nella storia il terzo corteo di nozze. Era formato da un migliaio di persone e cavalli, oltre duecento carri per trasportarne il corredo, la scorta era formata da gentiluomini di Ferrara in abiti bellissimi. Lei è straordinariamente bella, nel pieno della giovinezza. Veste un abito bianco tessuto con l'oro. I capelli biondi raccolti in una cuffietta di velo verde tempestato di perle, al collo un collier di grosse perle con un enorme rubino che fa da pendente. Per il momento del “si”, Lucrezia avanza sotto un baldacchino rosso cremisi. Indossa un abito-camicia con lunghe maniche in tela d'oro. Le spalle sono ricoperte da un mantello foderato d'ermellino. Al collo diamanti e rubini, gioielli da far impallidire Cartier. E a noi, donne poveracce di oggi, di fronte a queste meraviglie che resta se non aprire gli armadi e osservare, quasi con disgusto, i pochi, miseri “straccetti”? Maria Verdiglione

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Mico Marino e la sua maestria nel catturare scorci di Calabria omenico Marino, per gli amici e per firma d’arte “Mico” Marino, è originario di Motticella, paesino della costa jonica calabrese incastonato ai piedi del Monte Scapparrone. In passato l’occhio attento e vigile del pittore calabro è caduto spesso su scenari e scorci architettonici mirabili, mettendo in evidenza le innumerevoli bellezze artistiche e storiche di tutta l’Area Grecanica della Calabria jonica. Nelle sue opere, Mico Marino ha riprodotto visioni nascoste, intime, quasi segrete e ai molti completamente sconosciute, basti ricordare i magnifici dipinti sugli scorci dell’antico centro storico del paesello di Ferruzzano Superiore. Una sessantina di tele sulle quali Mico ha voluto perfettamente riprodurre ogni angolo del bel paesello, costituito dalle piccole casette in mattoni pieni e pietre a faccia vista, addossate le une alle altre tra le stradine, intervallate da scalette, porticati, archi, balconate belvedere che si affacciano sul mare. Ad oggi l’antico Ferruzzano si presenta completamente svuotato della sua cittadinanza, trasferita totalmente nella frazione Marina, distante 9 Km, e in fase di evidente degrado a causa di una non idonea tutela del patrimonio architettonico e artistico. Marino nei suoi dipinti fotografa l’antico splendore che

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fu, ne ridà oggi risalto e il valore che merita. Riproduce ogni minimo dettaglio con enfasi e una maniacale precisione: ingressi di case, balconcini, scale bizzarre, terrazze, finestre con panni stesi al sole cocente. Riproduce mirabilmente ogni mattone, ogni pietra, ogni forma irregolare che non sta lì per caso. Ogni uscio, ogni architrave e i tetti rossi composti dalle “ciaranide”, antiche tegole di coccio. Rifiniture architettoniche e artistiche presenti in diversi e importanti palazzi dell’antica borghesia ferruzzanese. Nei suoi dipinti vengono magistralmente evidenziate al sole i colori delle pietre, a volte coperte lievemente da un velo di giochi d’ombra. Marino riproduce gli antichi portoni in legno adornati da intagli fatti a mano, lampioni per strada, archi, travi e capitelli di balconi o finestre e inferriate in ferro battuto lavorate artigianalmente. Il tutto come se fossero fotografie della realtà di oggi e non dipinti di ieri. Evidenzia la disomogeneità costruttiva di materiali, di forme, caratteristica costruttiva del luogo in un’epoca fiorente ormai perduta. Osservando questi scenari si immaginano pezzi di vita quotidiana, di quando le donne e le “commari” curavano gli ingressi delle proprie case con fiori e ornamenti vari e sedevano fuori le case per ore lavorando all’uncinetto o preparando conserve di ortaggi per l’inverno. Quando ancora si

respirava una vita quotidiana in condivisione tra la gente dove il bel salotto era per strada davanti l’ingresso delle proprie case, quando ancora vi era una piena socialità, oggi perduta. Il pittore ha scelto molti anni fa questo luogo perché ha qualcosa da raccontare che non tutti sanno, una suggestione palpabile osservando attentamente il tutto. Passeggiando tra le stradine strette o ripide del paese, le prospettive sono infinite, si susseguono scenari diversificati su queste antiche case, sulle storie che racchiudono segretamente, sui famosi “catoj”, ossia le cantine utilizzate per conservare fresco il vino nelle botti di legno, o adibiti ad antichi frantoi con la macina in pietra o, ancora, destinati al ricovero dei propri animali domestici. Marino non si è fatto sfuggire alcuna di queste scene: in un luogo diversificato di emozioni, li fa rivivere una ad una, immortalandole con i suoi tenui acquarelli nell’eternità. Riproduce tutto perfettamente: le crepe sui muri in pietra o i cespugli di “inula viscosa” utilizzata per effimeri scopini con cui spazzolare i fichi d’india dopo la raccolta. Osservare attentamente i suoi dipinti è come essere catapultati nel passato e fare una passeggiata nell’antico centro storico del bel paesello, ridandogli ancora ciò che ha perso per barbara incuria: vita, valore e rispetto. Domenico Spanò

Protagonista di una sessantina di tele dell’artista calabrese è il suggestivo borgo di Ferruzzano Superiore riprodotto maniacalmente nei minimi dettagli: i tetti rossi composti dalle“ciaranide”, scale bizzarre, terrazze belvedere, finestre con panni stesi al sole cocente.

Alla scoperta di FerruzzanoVecchio col grande evento organizzato da Instagram Oggi un incontro per gli appassionati di fotografia in questo straordinario borgo che, tra le suggestive stradine e le tenere casette, racconta una magia sopravvissuta alla fuga del tempo

li appassionati di arte antica, paesaggi e fotografia, nella giornata di oggi si raduneranno per scoprire la magia del Borgo abbandonato di Ferruzzano Vecchio. Un luogo magico che nonostante la totale assenza di abitanti, emana ancora tanto fascino, raccontando tra le suggestive stradine e le tenere casette, un borgo risparmiato dalla fuga del tempo. Innumerevoli gli scorci da catturare, i particolari di palazzi antichi, le vedute da piazze e belvederi, la vecchia vita contadina racchiusa nelle “catoja”, giardini nascosti, particolari artigianali delle vecchie case diroccate. Cromie e venature infinite che torneranno a rivivere nella loro bellezza. Vedute mirabili dalla nuova piazza pavimentata che si affaccia alla costa marina, mentre alle spalle fa l’occhiolino la rigogliosa natura del monte Scapparrone. L’evento è stato organizzato da IGReggioCalabria, con la collaborazione di Maurizio Iori, in occasione dell’Instameet di Instagram, la community di Reggio Calabria, che ha voluto compiere un’impresa unica per onorare nel migliore dei modi il tema, la Giornata mondiale dedicata al nostro pianeta, di questo tredicesimo meeting riportando in vita il paese che non c'è più: Ferruzzano Vecchio. Ferruzzano fu fondato probabilmente nel 1475. Il nome nasce dall’unione dilettale di due parole significative:

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“ferru” ossia ferro e “nzanu” ossia forte, saldo e integro. Quindi a significare che il luogo era probabilmente sorto per la sua posizione geografica su un ammasso roccioso, ben saldo e forte e capace di proteggersi nelle sue alture dagli attacchi di sciacalli. L’abbandono e la disgregazione del borgo avviene già con il terremoto del 23 ottobre del 1907, che provocò a Ferruzzano quasi 160 vittime. Da lì le prime settorizzazioni territoriali, gli spostamenti edilizi a valle nella parte intermedia di Ferruzzano “Saccuti”, e dagli anni ’70 in poi, a cause necessarie di maggiori collegamenti e maggiore commercializzazione, il definitivo tra-

sferimento alla parte Marina di Ferruzzano frazione “Canalello”, vicino al mare blu, dove oggi risiede la maggior parte della cittadinanza. Oggi il borgo antico è un paese fantasma, ma sempre magico, soggetto purtroppo negli anni a incuria, abbandono, mancata tutela. Il luogo è, comunque, sempre ricco di visite e di eventi, ed è continua la volontà di appassionati e innamorati del luogo di ripristinare il possibile, far conoscere la bellezza del luogo che anche oggi ha tanto da raccontare di un tempo che fu. Ammirare il borgo partendo dalla bella e nuova piazza principale, addentrarsi nei suggestivi vicoli, sarà sicuramente un’e-

sperienza indimenticabile per tutti coloro che lo visitano. Le foto dell’evento verranno condivise dalla community di Instagram, e potranno essere postate anche nel gruppo culturale di facebook dell’intera area Grecanica, “I love Ferruzzano” che valorizza e divulga le bellezze della costa jonicogrecanica. Gironzolando, gli attenti osservatori potranno immortalare l’interno di molte case abbandonate, molti portoni aperti, case sventrate; ovunque sono sparsi oggetti personali, mobili, libri, fotografie antiche, un insieme di immagini che raccontano la vita giornaliera di molte famiglie ferruzzanesi, fermate improvvisamente nel tempo. Ricordi ed emozioni che ritorneranno. “Tutto, a Ferruzzano, racconta della vita delle genti che lo hanno abitato, per quello IGRC ha deciso per un giorno di riportarlo in vita, un modo per consentire a questo luogo di continuare a vivere e a raccontarsi nella speranza che un giorno questo possa accadere veramente”. Appuntamento è per oggi, domenica 24 Aprile, al parcheggio del Belvedere alle ore 10:00. Appena arrivati, fermatevi a leggere sul muro della chiesa del santo patrono S. Giuseppe, una scritta emblematica, che arriva dritta al cuore e fa capire da subito cosa rappresenta questo luogo a chi lo visita:“…Ferruzzano, sei come il primo amore, … non ci si può scordare”. D. S.



CULTURA

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FESTIVITÀ DEL 25 APRILE Il Polo Museale della Calabria, in occasione della festività del 25 aprile 2016, comunica i seguenti orari di apertura e i giorni di chiusura dei luoghi della cultura statali di propria competenza. Chiesa di San Francesco d’Assisi – Gerace (Reggio Calabria) Orario di apertura al pubblico: ore 9.3012.30; 15.30-17.30 Galleria Nazionale di Cosenza - Cosenza Orario di apertura al pubblico: ore 10.0018.00 La Cattolica – Stilo (Reggio Calabria) Orario di apertura al pubblico: ore 8.0020.00 Le Castella – Isola Capo Rizzuto (Crotone) Orario di apertura al pubblico: ore 10.0013.00; 15.00-17.00 Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” – Vibo Valentia Orario di apertura al pubblico: ore 9.0020.00 (19.30 chiusura biglietteria) Museo Archeologico Nazionale - Crotone Orario di apertura al pubblico: ore 9.0019.30 Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide – Cassano all’Ionio (Cosenza) Orario di apertura al pubblico: ore 9.00-

19.30 (19.00 chiusura biglietteria) Museo Archeologico e Parco Archeologico dell’antica Kaulon – Monasterace (Reggio Calabria) Orario di apertura al pubblico: il Museo è chiuso per lavori di ristrutturazione; il Parco è visitabile dalle ore 9.00 fino ad un’ora prima del tramonto Museo e Parco Archeologico Nazionale di Capo Colonna (Crotone) Orario di apertura al pubblico: Museo ore 9.00-13.00; 15.00-19.00; il Parco archeologico è visitabile dalle ore 8.30 fino ad un’ora prima del tramonto Museo e Parco Archeologico Nazionale Locri (Reggio Calabria) Orario di apertura al pubblico: Museo e Parco archeologico ore 9.00-19.30; Complesso Museale Casino Macrì ore 9.00-13.00; 14.30-19.15 Museo e Parco Archeologico Nazionale di Scolacium – Roccelletta di Borgia (Catanzaro) Orario di apertura al pubblico: Museo ore 9.00-13.00; il Parco è visitabile dalle ore 8.30 fino ad un’ora prima del tramonto Museo Statale – Mileto (Vibo Valentia) Orario di apertura al pubblico: ore 10.0018.00

Il Comitato per la Difesa della Memoria ricorda i nostri partigiani Il 25 aprile, al termine delle celebrazioni per la festa della Liberazione organizzate dall’Amministrazione Comunale di Siderno, il Comitato per la Difesa della Memoria invita tutti i cittadini a spostarsi presso i locali del YMCA, dove verrà ricordato il partigiano Cosimo Guarnieri e tutti i combattenti per la patria provenienti dalla nostra città. Durante la manifestazione sarà inoltre presentato l’opuscolo Un paese di Calabria nel regno del Sud. Interverranno Giuseppe Reale e Domenico Romeo.

Musei, monumenti

e aree archeologiche aperte tutto il giorno LOCRI

Stasera il concerto di Sergio Cammariere

Questa sera, alle ore 21:00, presso la coorte del Palazzo di Città di Locri, ci sarà il grande concerto di Sergio Cammariere, “un evento - ha detto il sindaco Calabrese - che contribuisce a migliorare l’immagine di Locri agli occhi dell’Italia”.


RIVIERA

Pelagia noctiluca Conosciuta comunemente come medusa luminosa. Comune sulle nostre coste da Aprile a Settembre, È dotata di 8 lunghi tentacoli retrattili, molto urticanti e semi-trasparenti, che partono dai bordi e si possono estendere fino a 2 metri.

Foto di foresta in interno Dal paese dei boschi alla Boschi: il sindaco di San Giovanni di Gerace Pino Vumbaca posa con il Ministro senza portafoglio per le Riforme Costituzionali Maria Elena Boschi.

Carlo Codispoti

Cronaca locale Davanti alla scuola elementare di Siderno posano Enzo Romeo e Vincenzo Frasca, due giornalisti d’assalto alla disperata ricerca di uno scoop.

Metropolizzazione Maria Simone e Luigi Rubini, con un attento Campisi alle spalle, assistono Città sulla conferenza alla Metropolitana che si è tenuta sabato scorso.

Vi dichiaro Falce e Martello Lorenzo Fascì, segretario del rinato Partito Comunista, non smentisce la propria vocazione politica coinvolgendo persino la propria compagna.

Vita da ingegneri Seduti sul bordo della fontana ornamentale di piazza Vittorio Veneto troviamo i Mimmo dottori Barranca ed Enzo Errigo. Alla disperata ricerca di un progetto avveniristico!

Scambio di posizioni Il gioiosano Mauro Bombardieri, all’estrema sinistra, è separato solo da alcuni amici dal candidato a sindaco di Roma Roberto Giacchetti che, candidato a sinistra, qui vediamo all’estrema destra.

Mi raccontavi che… Peppe Strangio ed Emanuela Alvaro si prendono un minuti di pausa dalle fatiche lavorativo/istituzionali per parlare in amicizia (e magari strappare qualche dichiarazione shock a microfoni spenti!).

Tutti al mare Appena prima del convegno dei Balneari Calabria Gabriele Ingrosso ha voluto fare una foto con il moderatore Massimo Nucera e l’amico Gino Lascala.

Riviera tappabuchi A Livorno, a ricordare le vittime della Moby Prince è andato, per il comune di Siderno, Peppe Oppedisano, che abbiamo dimenticato di citare nel nostro articolo della scorsa settimana. Non ce ne voglia Peppe, a cui vanno le nostre più sentite scuse.


SETTIMANALE

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Antiche impostazioni Foto storica di una Siderno che fu, nella quale possiamo riconoscere Enzo d’Agostino, Gigi Malafarina, Totò Coluccio ed Eraldo Cavallotti.

Passeggiata domenicale Vincenzo Logozzo e i suoi incontri al mercato della domenica di Gioiosa Jonica: con la giornalista e scrittrice Annarosa Macrì, con l’agricoltore Rocco Agrippo , il più anziano dei venditori ambulanti e con il presidente della Pro Loco, Nicodemo Vitetta. Influenze sinistroidi Il professore Capogreco discute amichevolmente con Attilio Scannella. L’andamento dei suoi discorsi ancora oggi è influenzato da quella frase che l’Unità scrisse in riferimento a Giorgio Napolitano e che recitava più o meno così: “Sulle spalle degli pseudosocialisti brilla il riflesso del dollaro americano come il marchio di Caino”.

Posa relatoriale I consiglieri comunali di Siderno Vincenzo Meleca e Giuseppe Figliomeni abbracciano il relatore Paolo Romeo dopo la conferenza sulla Città Metropolitana tenutasi al comune. Sottoscrizioni d’interesse “Firmo perché non ho conflitti d’interesse tra quello che dico e quello che scrivo”. Pino Toscano consulta la petizione al bar in compagnia di Oreste Romeo.

Lo scatto all’Old West Ha compiuto un anno la piccola Anna Rita, i cui genitori, che vogliono rinnovarle gli auguri anche sul nostro giornale, hanno saputo scegliere con grande oculatezza il locale in cui realizzare la sua meravigliosa festa!

Eravamo tre amici al bar… Il compagno Fragomeni si gusta il suo caffè godendo della piacevole compagnia di due amici provenienti da Gioia Tauro.

Un amore lungo mezzo secolo I migliori auguri a Rita e Franco, che oggi festeggiano i loro primi cinquant’anni di Matrimonio rinnovando i voti nuziali di eterno amore alla Chiesa Maria SS. di Portosalvo.

Che il match abbia inizio! Di Inter vestiti e in posa come John Travolta si presentano così alla partita Totò Crinò e figli.

Ospitata Eccezziunale Decentriamoci un po’ per mostrare anche a voi questo inedito e inusuale scatto di Vasco Rossi in compagni di Marco Pannella. Pannella ci mette la casa, Rossi il cappello!



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