Riviera n° 19 del 7/05/2017

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CONTROCOPERTINA

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IN CALABRIASIAMOLUCERTOLE PUBBLICHIAMO DI

Ciao Giovà, sono in Calabria, qui tutto scorre più umanamente nel caos della sua gente che, inconsapevolmente, ne ha fatto un modello di vita alternativa, che preserva da stress e bisogni indotti, niente appare e di tutto si può fare a meno. Tutto avviene nell'immediato: incontrandosi, le persone sparlano, si rispettano, si amano e si odiano fortemente, ma per strada, l'agorà di questo luogo, dove si discute sempre di ogni cosa. Tanta osservazione e critica frutto di secoli passati a discutere, del resto siamo nella Magna Grecia... Oggi mio cugino Dante per strada mi diceva "siamo lucertole", con i pregi e i difetti di chi ama abbandonarsi, godere di questo calore naturale, dissolti nella pigrizia del sole, del dolce far niente... tra sole e mare, in questa alchimia sedativa, tutto scorre come se il tempo non esistesse... Adolfo Melignano

SEGUITO UNO SPACCATO DI CALABRIA CHE EMERGE DALLA LETTERA CHE ADOLFO, ORIGINARIO DI SIDERNO E RESIDENTE A TORINO, SCRIVE A UN AMICO.

ALVIALA STAGIONE TERMALEDI “ACQUE SANTE LOCRESI”DI ANTONIMINA

Le Terme Acque Sante, riapriranno al pubblico lunedì 8 maggio con il seguente orario di accesso al pubblico, da lunedì a venerdì, 7:3012:00/16:30-19:00, il sabato 07:3012:30. A dare l’annuncio è il Presidente del Consiglio di Amministrazione, Arch. Francesco Macrì che, sebbene soddisfatto della riapertura della stagione termale, non nasconde le notevoli difficoltà date dalla gestione di un Consorzio diretto da due Comuni che per tempi, programmi e ristrettezze economiche si propongono al Consorzio termale con politiche discontinue e lontane da una programmazione lungimirante di quello che è un patrimonio d’inestimabile valore. Sono certo, aggiunge, che solo una gestione separata e slegata da logiche di gestione pubblica dell’Ente possa rendere il giusto merito alle Terme Acque Sante ed a tutto il territorio, pertanto, ribadisce la necessità di trovare soluzioni di management differenti, con la certezza che solo una programmazione di almeno un ventennio potrebbe dare. Le acque note per le loro potenzialità curative fin dall’antichità, furono utilizzate dall’antica città di Locri Epizephiri, con il nome di “Acque Sante Locresi” saranno fruibili con l’assistenza del Servizio Sanitario Nazionale: presentando allo Stabilimento la prescrizione (redatta su ricettario del S.S.N.) del proprio medico di base, di un pediatra o dello specialista convenzionato (asl). La ricetta medica deve indicare la cura termale da effettuare con la diagnosi corrispondente, riportando il codice di esenzione sulla ricetta dal medico prescrittore (Codice di esenzione Nazionale e non Regionale).

Ormai il Dottore Rinaldo Nicita e la sua creatura Gastrostudio GNR, fiore all’occhiello della sanità privata nella provincia di Reggio Calabria, con sede a Bianco e Siderno, ci hanno abituati al fatto di recepire e di rendere fruibili, per ora in esclusiva calabrese, le innovazioni in Gastroenterologia ed endoscopia digestiva. Anche in questa occasione, ormai da alcuni mesi, presso questo studio medico, per mano di Rinaldo Nicita, è in uso un device (dispositivo) che consente anche in Calabria, dove peraltro è carente lo screening del cancro del colon, la “colonscopia di ulteriore alta qualità”. Questo dispositivo riesce a colmare quasi totalmente le false diagnosi negative, dovute alla sia pur già alta capacità della colonscopia tradizionale, di individuare lesioni di piccole dimensioni ma, con significato patologico rilevante, rappresentate dai piccoli polipi o piccole lesioni piatte che si possono celare dietro le pliche del colon. Questo dispositivo, permette, in uscita dal colon durante un esame diagnostico, di poter appianare le pliche, evidenziando anche minuscole lesioni che potevano essere, prima di ora, difficili da identificare e che, nel tempo, potevano svilupparsi diventando tumori maligni. In medicina, non è un segreto, le innovazioni tecnologiche, diagnostiche e terapeutiche, per fortuna sono subentranti ed è quindi fondamentale avere, anche nella nostra regione, dei professionisti che riescono, grazie al loro continuo confronto con realtà di eccellenza internazionale, a intercettarli e renderli fruibili alla nostra popolazione, dove la sanità rimane in affanno.

LEINNOVAZIONI NELLATECNOLOGIA MEDICAPASSANO ANCHEPERLA LOCRIDE

ILSIDERNESE NICOLÒ BOLOGNINOINCANTAL’ITALIA CONILSUOWILLYWONKA 2.0 Il giovane sidernese Nicolò Bolognino torna a stupire. Dopo essersi aggiudicato lo scorso 16 novembre il primo premio a livello regionale e la medaglia d’argento al 2° Concorso Interregionale di Barman ABI Professional, il 3 maggio scorso si è classificato al quarto posto nella selezione nazionale dello stesso concorso, sfidandosi a suon di cocktail con mostri sacri del bartending. Solo per pochissimi centesimi Nicolò non è riuscito a salire sul podio della terza edizione del Concorso nazionale Abi Professional, la cocktail competition organizzata dall’Associazione barmen italiani e svoltasi presso il MooM

Hotel, la raffinata boutique hotel a impatto zero di Olgiate Olona (Varese), a pochi chilometri da Milano. I 16 finalisti delle selezioni regionali Abi si sono sfidati nella preparazione di un facy cocktail originale, che hanno realizzato in tre esemplari identici in 15 minuti di tempo, e presentato in abbinamento a un side finger food dolce o salato fatto con prodotti tipici della regione di provenienza. A giudicare il loro operato è stata una giuria degustativa, composta da Francesco Cione, Ezio Falconi e Valerio Beltrami, e una giuria tecnica formata da Alessandro

Bonventi e Mattia Carmine Perciballi, che hanno valutato la creazione sulla base dell’originalità, della qualità degustative, decorazione, presentazione e abbinamento al finger food e la preparazione professionale del concorrente. Nicolò ha presentato il suo Willy Wonka 2.0, un'evoluzione del primo cocktail con cui si era conquistato la finalissima nazionale. Inoltre, si è aggiudicato il premio Branca per il miglior cocktail realizzato utilizzando prodotti della Fratelli Branca Distillerie.


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ATTUALITÀ

Querele temerarie e carcere, anche la nostra redazione“in ostaggio”in nome della legge Il 3 maggio scorso si è celebrata la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, un’occasione per fare il punto sulla professione giornalistica e per difendere i media dagli attacchi alla loro indipendenza.

Non è una vita facile quella di noi giornalisti. C’è chi per poter raccontare semplicemente la verità ha dovuto imparare a difendersi, oltre che dall’antistato, troppo spesso anche dallo Stato. Da anni si cerca di pungolare governo e parlamento affinché tutelino una categoria che non invoca privilegi ma garanzie: viene chiesta unicamente la salvaguardia della libertà di stampa e del diritto all’informazione dei cittadini. Nonostante ciò, nel nostro Paese la situazione per i giornalisti non è per niente rosea. Lo dimostra chiaramente la classifica sulla libertà di stampa che ogni anno viene stilata da “Reporters Sans Frontières”: nel 2016 l’Italia

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I dato rea e

ha perso altre venti posizioni, precipitando al 77° su un totale di 180 paesi, e divenendo fanalino di coda dell’Unione Europea. Questo dato ci mette in guardia sul fatto che la libertà dei media nel nostro Paese è oggi particolarmente minacciata. I giornalisti continuano a subire intimidazioni non solo dalla criminalità organizzata, ma da tutti i poteri forti. Poteri che non di rado fanno un uso sconsiderato delle querele temerarie (secondo i dati dell’osservatorio “Ossigeno per l’informazione” su 100 querele 40 sono temerarie), un vero affronto alla libertà di stampa, una strategia messa in atto per sfiancare i giornalisti e tenere in ostaggio le redazioni in nome della legge. Risarcimenti spropositati vengono richiesti per i “danni” provocati da notizie vere ma scomode, squallide persecuzioni giudiziarie vengono intentate nei confronti di giornalisti rei di aver commesso un atto rivoluzionario: informare. Tutto questo è stato reso possibile da quando il mondo del giornalismo è diventato l’inferno dei contratti precari, da quando si è assistito alla progressiva deresponsabilizzazione di molti editori, da quando i giornalisti si sono ridotti a fare i salti mortali per mettere assieme il pranzo e la cena. Questo li ha resi ricat-

tabili. Difendersi in un giudizio comporta dei costi non da poco, a cui va aggiunta l’ansia per processi infiniti e per quella spada di Damocle che la testata fa pendere sul giornalista piantagrane. Per tali ragioni troppo spesso il giornalista, malpagato o non pagato affatto, getta la spugna alla prima diffida, con gravi ripercussioni sulla libertà di informazione. Non dimentichiamo poi che in Italia per il reato di diffamazione è ancora prevista la pena detentiva. Quattro anni fa è stata presentata una proposta di legge sulla cancellazione del carcere per i giornalisti: basterebbe eliminare mezzo rigo dall’articolo 13 della legge sulla stampa (legge 8 febbraio 1948, n.47) riguardante le pene per la diffamazione. “Reclusione da uno a sei anni”, basterebbe depennare questa vergogna. Eppure il progetto rimane ancora appollaiato al senato. Oltre la cancellazione del carcere, la proposta di legge prevede l’introduzione di sanzioni pecuniarie efficaci per chi fa ricorso alle querele temerarie, proporzionali alle richieste danni avanzate. Dalla politica continuano, però, a mancare le risposte e le testate continuano a incassare querele. In un solo anno al nostro settimanale, piccola realtà editoriale, sono stati chiesti 750 mila euro. Maria Giovanna Cogliandro

di Franco Crinò

Giampaolo Pansa ha dato alle stampe "L'Italia non c'è più - Come eravamo, come siamo", Aldo Cazzullo aveva pubblicato"'Basta piangere, storie di un'Italia che non si lamentava". Mettono entrambi l'accento sulle cose che oggi mancano o sono nascoste, lo spirito di reazione, le identità degli uomini e dei gruppi, la corretta identificazione delle cose e dei valori. Noi non possiamo dire di avere nostalgia del passato, di una povertà che incitava alla ribellione, delle donne con meno diritti, dei matrimoni combinati, delle alluvioni, dei sequestri di persona, delle grandi ondate di emigrazione, della assenza di cure per alcune malattie. Un po' di questa "roba"è rimasta pure dopo (...). Certo, c'era più semplicità e piú tempo da vivere. Sembra assurdo visto che oggi tecnologia e robotica fanno le cose in uno spazio cento e mille volte minore (e le parole diventano frettolose), ma è proprio così. Tuttavia, anziché piagnucolare, i giovani di allora videro le opportunità e si fecero strada. I giovani di oggi debbono fare come loro, come quelli del dopoguerra. Il tempo di "ieri" ti serve per ricordare i visi di quel tempo, la scuola, una vecchia canzone, ma è il tempo di "oggi" che va recuperato: meno polemiche e più stimoli culturali sui social, per esempio; aiuterebbe, possiamo aggiungere, un uso migliore della lingua italiana. Alla paura dell'arretramento i giovani debbono rispondere con il coraggio, il pericolo si scongiura innanzitutto se si riesce a dare una lettura reale di quanto succede. Non mi pare che siamo disattenti se diciamo che sono andati via via diminuendo il peso della politica, la convinzione, l'attenzione per la Locride. Servono voci autorevoli, occhi attenti, cuore. Dove sono?

allora non piangevamo

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GIUDIZIARIA

Turbativa d’asta Dagli anni Novanta, quando la normativa sugli appalti veniva aggirata con il sistema del controllo delle buste di “offerta di gara”, poco o nulla è cambiato nelle turbative: dai caratteri dattiloscritti per le tante imprese partecipanti con la stessa macchina “Olivetti 88”, alla stessa grafia manoscritta sulle percentuali di ribasso, ai numeri progressivi sequenziali delle raccomandate spedite dallo stesso ufficio postale, oggi si è passati alla stessa impostazione di documento del file word di offerta, stampato da una sola macchina a getto d’inchiostro, utilizzando marche da bollo emesse progressivamente dalla stessa rivendita di valori bollati e inviate con raccomandata A.R. tramite l’abbonamento dello stesso vettore “pony express”. La ricostruzione della turbativa di numerosi appalti pubblici viene evidenziata dettagliatamente in un’indagine eseguita alcuni anni addietro dagli investigatori della Dia, che hanno preso spunto da un banalissimo scritto anonimo - probabilmente proveniente da un imprenditore arrivato al collasso professionale con cui era stata segnalata, seppure in modo grossolano, l’esistenza di un sistema di controllo delle commesse pubbliche e la presenza di una impresa edile di facciata che avrebbe fatto da collettore degli appalti pubblici della Provincia reggina. Gli inquirenti hanno evidenziato, in particolare, l’asserita esistenza di folto “cartello” di imprese, una sorta di A.T.I. poliedrica e versatile, in grado anche di cedere l’appalto aggiudicato previo pagamento della tangente “in natura”, utilizzando per altro lavoro manovalanza e macchinari della ditta favorita. Cartello che si avvale dell’opera di un oscuro personaggio, residente a Siderno, che, ipotizzano gli investigatori: «perfetto conoscitore dei meccanismi della normativa in materia di pubblici incanti e dei sistemi per aggirarla, si rivela essere un vero e proprio “mago” delle aggiudicazioni e nella cui disponibilità si trovavano - come si accerterà all’esito della perquisizione svolta nei suoi confronti - timbri e documentazioni riferibili a numerosissime imprese edili del reggino». Le risultanze investigative emerse «in relazione all’accordo collusivo, sussistente tra numerosi imprenditori edili della provincia reggina - molti dei quali intranei alle locali cosche mafiose ovvero a esse direttamente o indirettamente collegati - volto al controllo, mediante una sistematica opera di turbativa degli incanti, dei pubblici appalti». In particolare, un folto gruppo di imprenditori «ha operato per condizionare le gare pubbliche e il loro esito attraverso la predisposizione di un ampio cartello di imprese collegate tra loro che coordinando e predeterminando le rispettive offerte e approfittando degli spazi offerti dalla normativa dell’evidenza pubblica che regola l’aggiudicazione degli appalti, hanno dimostrato di essere in grado effettivamente di controllare un considerevole numero di incanti pubblici».



DISSESTO LOCRI / A CURA DI JACOPO GIUCA

IL CONFRONTO

Il 27 aprile le Sezioni Riunite della Corte dei Conti hanno comunicato al Comune di Locri di aver respinto il ricorso che l’Ente aveva presentato in merito alla bocciatura del Piano di Riequilibrio finanziario pluriennale. La notizia, che non ha avuto adeguato risalto, potrebbe essere l’anticamera alla dichiarazione di dissesto finanziario e alla caduta della giunta Calabrese a pochi mesi dal termine naturale delle sue funzioni

L’ombra del dissesto Secondo Sainato la condizione di Locri avrebbe radici nel modo in cui si è amministrata la cosa pubblica fino a pochi anni fa. L’introduzione di nuove normative nel 2000, infatti, avrebbe accentuato i vuoti creati all’epoca

he la condizione economica del Comune di Locri non fosse rosea lo si sapeva già da tempo. Non ne ha mai fatto mistero l’Amministrazione guidata dal primo cittadino Giovanni Calabrese, che fin dal giorno del proprio insediamento ha sottolineato lo stato di pre-dissesto nel quale versava l’Ente da lui presieduto e, con fine diverso, lo ha ribadito in più occasioni l’opposizione, da sempre preoccupata che gli sforzi propagandati dalla giunta comunale insediatasi nella primavera del 2013 non sarebbero stati sufficienti a sanare completamente il debito. La stato di salute dell’economia locrese, tuttavia, è tornato di pressante attualità lo scorso 27 aprile, quando le Sezioni Riunite della Corte dei Conti hanno comunicato al Comune di aver respinto il ricorso che l’Ente aveva presentato in merito alla bocciatura del Piano di Riequilibrio finanziario pluriennale. La notizia, diffusa dall’Ufficio Comunicazione del Comune di Locri con un comunicato telegrafico, non ha in realtà trovato sugli organi di stampa locali il risalto che avrebbe meritato, tanto più che la comunicazione della Corte dei Conti darà con ogni probabilità il via alle procedure con le quali sarà dichiarato il dissesto finanziario dell’Ente e potrebbe rappresentare il colpo di grazia dell’Amministrazione Calabrese a pochi mesi dalla sua naturale data di scadenza. Per cercare di approfondire questa delicata questione e al fine di svolgere al meglio il nostro ruolo di mezzo di comunicazione, abbiamo convocato in redazione i sempre disponibili Raffaele Sainato, vicesindaco e assessore al bilancio della Città di Locri, e Antonio Cavo, consigliere di opposizione, al fine di fare chiarezza in merito a un problema che riguarda direttamente Locri, ma che, in modi diversi, è di pressante attualità per l’intero comprensorio. Senza pretendere di dare ragione a una parte piuttosto che all’altra, abbiamo fatto ai due esponenti dell’Ente una sola domanda, relativa a come si sia venuta a ingenerare la drammatica condizione cui la giunta Calabrese deve far fronte e a quali sono gli scenari che il Comune dovrà adesso affrontare, e ne è scaturito un sano confronto politico, del quale vi riportiamo i punti nodali. Secondo Sainato la condizione di Locri avrebbe radici nel modo in cui si è amministrata la cosa pubblica fino ad alcuni anni fa.

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«Onde evitare di puntare direttamente il dito contro qualcuno rischiando di essere definito fazioso, direi che la condizione odierna trae origine nel 1980 - ci riporta il vicesindaco con un sorriso, ben sapendo di aver appena attribuito una parte di responsabilità a suo padre, all’epoca dei fatti primo cittadino di Locri. «In quel periodo si amministrava in modo diverso: per espropriare un terreno, ad esempio, era sufficiente occuparne il suolo senza pagare le tasse imposte dalla burocrazia, intervenendo attraverso la cassa di depositi e prestiti in un secondo momento. Tuttavia, se quel tipo di pratiche hanno prodotto un vantaggio immediato, il reiterarsi di questo genere di condotta ha creato buchi di bilancio ingigantitisi con gli anni e sempre più gravosi per le nuove generazioni. «L’introduzione di nuove normative, soprattutto a partire dal 2000, ha reso ancora più evidenti i vuoti creati da quella che oggi definiremmo una mala gestione, divenendo corresponsabile di una crisi che viene evidenziata in maniera puntuale per la prima volta da una delibera della Corte dei Conti del giugno 2012. In quel documento veniva fatta una fotografia dello stato dell’Ente, all’epoca amministrato da Giuseppe Lombardo, e si concedevano all’Amministrazione tre mesi per apportare i correttivi relativi ai bilanci, elencando i residui attivi e passivi e la loro anzianità, in alcuni casi precedenti addirittura al 2006. La maggioranza, poi dimessasi sul finire di quello stesso anno, produsse un Piano di Riequilibrio poi presentato dal Commissario Prefettizio Francesca Crea, che sfruttò l’introduzione di una nuova normativa per fare ricorso in merito alla dichiarazione di dissesto di alcuni mesi prima. Alla sua elezione, dunque, l’Amministrazione Calabrese si è trovata dinanzi a una condizione economica di predissesto davvero drammatica, che non poteva certo essere sanata con un aumento delle aliquote, considerato che già da tempo avevano raggiunto i massimali. Abbiamo immediatamente messo mano al Piano di Riequilibrio, riuscendo a sanare i debiti commerciali che la città aveva contratto negli anni precedenti e rimodulando la dotazione organica senza licenziare nessuno. I nostri atti ci hanno permesso di produrre un nuovo Piano di Riequilibrio finanziario bocciato e ripresentato in diverse occasioni, fino ad arrivare all’ultima, in cui il documento è stato bocciato non sul disavanzo di amministrazione, ma sul disavanzo tecnico».

In altre parole la bocciatura incassata dal piano della giunta Calabrese non sarebbe da imputare a un’effettiva mancanza di liquidità delle casse comunali, ma alla presenza momentanea di residui passivi superiori alle cifre che il Comune si è impegnato a investire in opere e servizi nei prossimi mesi. Il vicesindaco ammette che l’operato dell’attuale amministrazione sarebbe potuto anche essere più oculato in alcune occasioni, ma pretende allo stesso tempo che si riconoscano alla giunta Calabrese gli sforzi effettuati per migliorare la situazione economica della città: «I dieci punti denunciati nella delibera del 2012 non rappresentano più delle criticità, la percentuale dei tributi riscossi è passata dal 27 al 56% e, anche se non abbiamo grosse liquidità e la situazione resta indubbiamente critica, vantiamo grossi crediti con l’ASP e il Ministero di Grazia e Giustizia, motivi per il quale, in qualità di Ente, ritengo che, in ultima analisi, non ci saranno gli estremi per dichiarare il dissesto». Nonostante alcuni punti di contatto, tuttavia, la situazione non è altrettanto rosea secondo l’opposizione. «Il vicesindaco ha ragione relativamente alla genesi del problema esordisce Antonio Cavo - Se trenta o quarant’anni fa un amministratore si poteva permettere di dire al proprio cittadino

in difficoltà che le tasse le avrebbe potute pagare in seguito, tanto non mancavano i fondi utili a continuare ad erogare i servizi, da qualche anno a questa parte lo Stato he stretto i cordoni della borsa, mettendo in ginocchio gli Enti locali meno efficienti. Con un persona-


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Per approfondire questa delicata questione abbiamo interpellato Raffaele Sainato e Antonio Cavo al fine di fare chiarezza in merito a un problema che riguarda direttamente Locri, ma che, in modi diversi, è di pressante attualità per l’intero comprensorio.Senza pretendere di dare ragione a una parte piuttosto che all’altra, abbiamo fatto ai due esponenti dell’Ente una sola domanda: Come si è venuta a creare questa situazione e cosa dovrà affrontare Locri?

o si allunga su Locri le tecnico non adeguatamente preparato all’aumento delle competenze non si è potuto tenere il passo di questi cambiamenti e, nel caso specifico di Locri, le ultime amministrazioni succedute-

si alla guida della città non sono state in grado di esigere dai cittadini un maggiore rispetto degli obblighi tributari, portando inevitabilmente alla situazione di default che viviamo oggi. L’aumento dal 27 al 56% dei tributi riscossi non può essere una consolazione. Se la spesa è 10, infatti, non potrò pretendere che l’Ente si regga sulle proprie gambe incassando regolarmente 6 e, per quanto riguarda l’acqua, la condizione è anche più critica di quanto non sia stato detto. Il problema dell’efficientamento, dunque, rimane uno dei più pressanti e non ci possiamo nascondere dietro i crediti che abbiamo con l’ASP o con altri enti. «Per questa ragione contesto la dichiarazione relativa alla soluzione di tutte le criticità denunciate nella delibera del 2012 cui il vicesindaco ha fatto riferimento e, in ultima analisi, ritengo che ormai la dichiarazione di dissesto non solo sia inevitabile ma, siccome sarà necessario porre in essere una serie di adempimenti (la diffida al Comune per la dichiarazione del dissesto, la nomina da parte del Presidente d e l l a Repubblica di una triade di commissari liquidatori che cureranno la massa passiva, l’obbligo, per il consiglio, di revocare il bilancio di previsione del

2018-19…), sarà necessario agire con tempestività e la massima attenzione». Il cuore della questione, per Sainato, non è l’efficientamento dell’Ente. Il vicesindaco, infatti, ci racconta come l’Amministrazione Calabrese, sfruttando una clausola di bilancio che, qualora l’Ente non riuscisse a riscuotere tutto il dovuto, permette di versare solo il 70% delle imposte, anziché impiegare immediatamente il denaro risparmiato, abbia creato un fondo di dubbia esigibilità che vada a sopperire alle mancanze accumulando, in questi anni, ben 13 milioni. «Con questa soluzione siamo riusciti a coprire il bilancio in diverse occasioni - puntualizza Sainato - È vero che dobbiamo ancora pagare delle rate ma, per come la vedo io, questa cifra ci dà un margine di sicurezza che ci permette non solo di evitare il dissesto ma, se inserita in bilancio, di creare un avanzo amministrativo che garantirà relativa tranquillità economica anche a chi governerà dopo di noi. Del resto, la Corte dei Conti non dice di dichiarare il dissesto, ma respinge il Piano di Riequilibrio basato sul disavanzo tecnico, esattamente come ha fatto con grandi comuni come Lecce e Pescara. Se loro hanno ovviato alla questione inserendo la liquidità all’interno del bilancio per ridurre il disavanzo tecnico, non vedo perché questo non dovrebbe essere concesso anche al nostro Comune». Ma il provvedimento della Corte dei Conti di Catanzaro, fa notare Cavo, non si basa solo sul disavanzo tecnico. «Ci viene contestata una scarsa riscossione dei residui, una bassa percentuale di pagamento degli impegni di spesa, un mancato pagamento dei debiti fuori bilancio, la presenza di debiti derivanti da contenziosi sfavorevoli e di tanti altri elementi che non riguardano solo un aspetto formale, ma anche di merito. La Corte dei Conti, in soldoni, ci dice che il piano presentato per far uscire il Comune dalla crisi non è sufficiente a raggiungere l’obiettivo perché nonostante lo Stato, con massicce iniezioni di liquidità e nuove normative, abbia dato la possibilità all’Amministrazione Calabrese di sanare il debito, non ci è riuscita. Pertanto, la dichiarazione di dissesto è solo una questione legislativa e di tempo». Quali che siano le responsabilità politiche e le convinzioni in merito all’adeguatezza o meno del Piano presentato dall’Amministrazione, resta il fatto che il

dissesto sarà imposto da una determinazione della Corte dei Conti. Qualora i timori di Cavo si rivelassero fondati, infatti, la maggioranza non potrà che prendere atto della sentenza e, nei venti giorni successivi, dichiarare il dissesto finanziario dell’Ente. Sainato, comunque, non vuole smettere di lottare: «Anche se Antonio è nel giusto quando afferma che la dichiarazione è solo una questione legislativa, mi riservo di adottare, ove possibile, ogni atto utile a evitare questa dichiarazione, presentando casi analoghi, anche calabresi, in cui il dissesto è stato evitato in extremis. Se riuscirò a dimostrare, come credo, che ci siano anche a Locri condizioni analoghe a quelle che apporterò come esempio, pretenderò che la sentenza venga rivista, confidando nel supporto di tutta l’amministrazione, ivi compresa la minoranza. Le strade da intraprendere sono ancora tante». Secondo Cavo, invece, il sentiero è uno solo, e anche pericolosamente sdrucciolevole. «Non vedo come si possa arrivare a qualcosa di diverso dal dissesto - ci dice sconsolato - Innanzitutto perché non credo che il bilancio presentato sia valido. Resta il fatto che è necessario cogliere “il positivo” (se così possiamo definirlo) di questa situazione cercando di ripartire da questo momento di difficoltà per comprendere tutti, dall’ultimo dei dipendenti fino al sindaco, che la cosa pubblica va amministrata in maniera differente e che la condotta precedente è ciò che ci sta facendo vivere il punto più basso della nostra storia amministrativa. Se si comprenderà questo e lo si farà comprendere anche ai cittadini, allora si potrà davvero fare un passo in avanti più consistente di quello che è stato fatto in tutti questi anni. «Questo discorso, naturalmente, dovrà a maggior ragione valere per i prossimi amministratori, che si ritroveranno anche a dover amministrare un Comune in forte difficoltà». Sulla partecipazione della cittadinanza si trova pienamente d’accordo anche Sainato. L’elettorato locrese, infatti, attivo quasi esclusivamente nei periodi di campagna elettorale, ha un’abitudine a disinteressarsi di ciò che fanno i suoi amministratori così radicata da costituire certamente parte del problema. Sensibilizzando i cittadini a partecipare nell’approvazione del bilancio, discutendo con essi in merito a questioni

ambientali, di pulizia, di ordine pubblico e di scelte partecipate si potrà finalmente cambiare il volto della città. «È un sogno, - afferma Sainato - una rivoluzione che potrebbe apparire irrealizzabile, ma che con uno sforzo condiviso può diventare realtà». Indipendentemente dal contatto con la base, per Cavo complicato da mantenere soprattutto per la maggioranza, il cambio di passo della politica resta propedeutico ad affrontare la crisi odierna anche per Sainato, che legge nella soluzione venutasi a creare un passaggio di crescita politica che richiederà adeguata assunzione di responsabilità da parte di tutti. «Se non riusciremo a salvare il Comune dal dissesto - afferma il vicesindaco - dovremo ripartire dalla buona amministrazione. Bisognerà stilare una sorta di pax politica che ci permetta di scoprire le migliori menti dei nostri differenti partiti, riunendoli magari in un’unica lista che coinvolga i cittadini e formi una classe dirigente credibile. Solo così, tutti insieme per la città, potremo cominciare a segnare un percorso di successo per la Locri, mentre chi continuerà a puntare il dito contribuirà a rimanere nell’oscurantismo. Dobbiamo pensare al bene dell’ente e non alla propaganda politica, che ci farebbe ricadere nelle metodologie del passato. Purtroppo l’eventualità della lista unica non si verificherà, ma resta alla cittadinanza la possibilità di fare finalmente la rivoluzione con la matita». L’idea della lista unica non convince Cavo che, pur predicando una metodologia di gestione della cosa pubblica differente tra le due parti politiche rappresentate è d’accordo con il discorso della pax politica per raggiungere un obiettivo comune. «È fuor di dubbio che chi non cerca una convergenza tra le parti debba fare un passo indietro. Solo accettando questo compromesso potremo fare tesoro della condizione che stiamo vivendo oggi». Che il punto di non ritorno sia stato superato da tempo, come sostenuto da Cavo, o che ci sia ancora spazio per una manovra disperata come quella ipotizzata da Sainato, il sipario sull’Amministrazione Calabrese non è ancora calato e solo nel finale thrilling al quale assisteremo nelle prossime settimane scopriremo se Locri sta vivendo una tragedia greca o un romanzo di formazione a lieto fine.


ATTUALITÀ

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Cuzzocrea si dimette da Confindustria

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60 ragazzi potranno tornare a scuola

Questa settimana è stata notificata dalla Prefettura di Reggio Calabria a una delle aziende di cui è titolare Andrea Cuzzocrea un’interdittiva antimafia che lo ha convinto a presentare immediatamente le proprie dimissioni da presidente di Confindustria Calabria. L’atto, dovuto sulla base della politica da sempre perseguita dall’imprenditore, ha susciato lo stupore della comunità reggina, che attende adesso la nomina di un nuovo presidente.

I 60 bambini del quartiere-ghetto Ciambra di Gioia Tauro potranno finalmente ritornare tra i banchi di scuola dopo un mese di assenza. Questo grazie all’impegno del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza di Reggio Calabria, Antonio Marziale, che questa settimana ha interpellato le telecamere di Striscia la Notizia. A fare seguito all’interesse del tg satirico, l’impegno immediato del Prefetto Michele Di Bari.

Grande partecipazione al convegno organizzato dall’IC “Pascoli – Alvaro” di Siderno

Come difendersi dal Bullismo

Scambi culturali: Ragazzi spagnoli visitano il punto Eurodesk di Siderno L'Associazione Darsana Teranga, partner del Comune di Siderno, è ente intermediario del progetto ka102 mobilità degli studenti "A Bridge to Europe" promosso dall'IES Isidro de Arcenegui y Carmona di Siviglia (Spagna). Il progetto sostiene la mobilità di discenti che realizzano un periodo di formazione della durata di tre mesi in Italia. Ciascuna attività di mobilità è stata fissata nell'ambito di un quadro di qualità previamente concordato dagli enti di invio e di accoglienza per garantire un elevato livello di qualità. Oggi una delegazione dei ragazzi spagnoli ha avuto modo di confrontarsi presso l'aula consiliare del Comune di Siderno con i ragazzi che stanno effettuando l'alternanza scuolalavoro presso il Comune, l'assessore Ercole Macrì e la responsabile del punto Eurodesk presente nel Comune di Siderno. Gli stessi ragazzi sono anche stati accolti dal Sindaco ing Fuda il quale ha loro evidenziato l'importanza formativa dell'esperienza che li vede protagonisti di un'Europa sempre più vicina al cittadino e che abbatte ogni tipo di frontiera

CALABRESE PER CASO * di Giuseppe Romeo

Civiltà e lavoro. Non per un’occasione Anche se maggio stenta a farsi riconoscere nelle sue qualità climatiche portando un pò di primavera nelle nostre case, di certo non è un mese come gli altri. Non solo perché ci si affida ad esso quale ponte verso l’estate a cui si inizia a guardare con interesse, ma perché è il mese di alcuni appuntamenti che chiuderanno la parentesi delle ricorrenze civili ritenute più importanti per il nostro Paese. Dopo la Festa della Liberazione, e prima dell’anniversario della Repubblica, maggio ci ha invitato a riflettere sul lavoro. Si, proprio sul lavoro. E, questa volta, non solo come patrimonio di una cultura sindacale o come aspetto economico di creazione di utili, ma quale valore di crescita. Ovvero, quale strumento di misura dei sentimenti morali e intellettuali che verso l’impegno e il rendersi protagonisti con il proprio fare nella società esso esprime e rende dignitosa l’esistenza dell’individuo. Tuttavia anche se questi aspetti sembrano stiano trasformando la Festa del Lavoro in una ricorrenza diffusa e maggiormente partecipata ciò lo è perché, fatte salve le conquiste giuridiche e sociali del lavoratore, vi è ormai una consapevolezza diffusa che il lavoro è ciò che è sempre stato al di là dei monopoli politici di parte: il mezzo per esprimere se stessi, per dimostrare le proprie capacità e per contribuire al successo di una comunità. Se questo è il risultato del nuovo tempo, pur considerando la globalizzazione dei termini di scambio e dei fattori di produzione, oltre che dei mercati, di certo il lavoro per una regione come la Calabria e per una terra come la locride assume un significato ancora più importante sfiorando anche la provocazione. Perché? Perché ancora una volta dovremmo ricordarci che la mancata crescita di una terra è data dall’assenza di lavoro, ovvero di opportunità. Perché l’assenza di lavoro obbliga il giovane me

non solo a ricorrere ad altre strade di sopravvivenza o all’emulazione del guadagno facile ma lo rende facile preda di lusinghe criminali dalle quali diventa difficile sfuggire. Lavoro in Calabria, più che altrove, significa possibilità di affrancare giovani e meno giovani dalle morse del crimine è vero, ma significa anche dare ad una terra un valore aggiunto sulle sue capacità di riscatto perché capace di creare delle opportunità soprattutto a se stessa attraverso il lavoro di ogni singolo cittadino. Civiltà e lavoro vanno di pari passo e non sono purtroppo separabili in maniera impermeabile. Anzi la permeabilità si trasforma in consecuzione dal momento che le possibilità di lavoro offerte e le relative politiche imprenditoriali e occupazionali sono esse stesse, nei loro contenuti, espressione di civiltà. Ciò significa che una regione, una politica regionale che non offre opportunità, che non sostiene l’imprenditoria, che non tutela i suoi giovani evitandone la continua emorragia verso nuove destinazioni dimentica questa equazione ritenendo, erroneamente, che il lavoro non favorisca la legalità o giustificandone l’assenza attribuendo, anche giustamente, la colpa alla criminalità. Ma il crimine ha paura del lavoro tanto quanto chi detiene il potere e non fa nulla per creare lavoro perché entrambi vogliono un uomo ad una dimensione: un uomo che vive tra paura e bisogno. Questo perché il lavoro crea reddito, ricchezza, ovvero possibilità per ogni cittadino calabrese di non essere più ostaggio del bisogno, di essere finalmente libero. Ed è la libertà, alla fine, il vero valore che il lavoro esprime. Una libertà del fare che non ha colori politici e non dovrebbe avere paura di affermare se stessa. Perché la disoccupazione uccide. Uccide la dignità, la personalità, il sentirsi protagonisti e affida la sete di successo a coloro che nella marginalità e nell’approssimazione reclutano i fantasmi di domani, rendendo ancora una volta una terra fantasma di se stessa.

Lo scorso 27 Aprile, presso il Grand Hotel President di Siderno, si è tenuto il Convegno “Bullismo – CyberBullismo, Disagio Giovanile: Emergenza Sociale”, organizzato dall’ IC “Pascoli – Alvaro” di Siderno. Il Convegno ha rappresentato un aspetto importante di un percorso che ha visto l’Istituto, Scuola Capofila nel Progetto in rete “La Legalità Mette Radici”, impegnato a organizzare, attraverso la Referente, insegnante Francesca Lopresti, numerose manifestazioni tra le quali: “Il Derby dell’amicizia”, l’incontro con Don Ciotti e i familiari delle vittime di Mafia, “La Merenda Solidale” e tante altre iniziative. Al Progetto in Rete hanno aderito nove scuole del territorio che attivamente collaborano alla realizzazione delle iniziative intraprese e con le quali vi è costruttiva partecipazione. Il Sindaco di Siderno, Senatore Pietro Fuda, ha portato i saluti della cittadinanza, soffermandosi sulla tematica del Bullismo e Cyberbullismo fenomeno che tanto preoccupa anche le Istituzioni, visto il suo dilagare nella società odierna. La Dirigente dell’IC Pascoli-Alvaro, dott.ssa Rosita Fiorenza, ha ringraziato i presenti dando loro il benvenuto e introducendo i relatori: Dott. Vincenzo Toscano, Sostituto Procuratore del Tribunale di Locri, Ispettore capo Dott. Antonio Battaglia e l’Assistente capo dott. Anna Curcuruto, della Polizia Postale e delle Telecomunicazioni Compartimento di Reggio Calabria, il Dott. Andrea Commisso, sociologo e, infine, l’ Avv.ssa Ornella Attisano che ha svolto anche il ruolo di moderatrice. Dagli interventi esplicativi ed illuminanti che hanno interessato la platea e suscitato utili riflessioni, è venuto fuori un quadro piuttosto allarmante del fenomeno “Bullismo” che colpisce tantissimi giovani in età adole-

scenziale e non . Questo terribile atto di violenza fisica e allo stesso tempo psicologica sta colpendo un numero molto elevato di ragazzi e viene spesso esercitato da coetanei provocando in loro un senso di paura e di umiliazione. Molto spesso le persone che rimangono vittime di bullismo, non sanno come risolvere il loro problema e non sanno a chi rivolgersi mancando punti di riferimento certi, in primo luogo la famiglia che il più delle volte è distratta se non addirittura assente. Ancora più dilagante e pericoloso è il Cyberbullismo, fenomeno nuovo legato alla tecnologia. Oggi, “la signora Tecnologia”, padrona del ventunesimo secolo, offre un’ampia gamma di nuovi strumenti “high-tech” con cui poter perpetuare l’atto di persecuzione da parte dei bulli nei confronti delle vittime. È qui che il bullismo diventa “Cyber-bullismo” o bullismo elettronico. Nuove minacce, nuove persecuzioni si possono incontrare/subire online. Conoscere il nemico e parlare della propria situazione è l’unico modo per difendersi. Il Convegno ha avuto grande consenso e ampia partecipazione, erano presenti Dirigenti Scolastici facenti parte delle Scuole in Rete, una rappresentanza delle forze dell’ordine, docenti, genitori e studenti della scuola Secondaria di Primo grado. Il dibattito è stato aperto dai ragazzi del plesso Alvaro che hanno presentato un loro video ben ideato e altamente indicativo del disagio che il Bullismo provoca nei giovani. Dagli interventi della platea si è evinta una certa inquietudine dovuta alla novità del fenomeno e alle gravi conseguenze cui vanno incontro i nostri ragazzi. Da qui, la necessità di essere più informati da persone qualificate quali sono stati i relatori che, con interventi esplicativi ed illuminanti che hanno animato la serata.

Sabato13 maggio 2017 a Piazza Portosalvo Siderno Centenario dall’Apparizione della Madonna di Fatima

Aspettando la Festa della Mamma Un evento che oggi festeggiamo con la fede e la speranza di trascorrere una giornata di gioia, condividendo con tutti i cittadini sidernesi e dei paesi limitrofi momenti dedicati alla Mamma Celeste e terrena. “Mamma” parola dolce e soave che racchiude nella società un ruolo importante, in quanto guida ed educatrice di coloro che saranno le nuove generazioni. “I figghi pendunu da vucca da mamma!” dice un detto antico calabrese... I figli sono il frutto dei genitori, ma soprattutto a insegnare l’agire e a formare quello che sarà l’uomo o la donna del domani, è proprio la madre! Se ci guardiamo intorno notiamo che, negli ultimi anni, la figura di madre è cambiata. Sono anche i papà ad accudire i figli e a svolgere mansioni femminili con semplicità e naturalezza. Questo dà a loro un grande merito!!! La Festa della Mamma si svolgerà in Piazza Portosalvo a partire dal mattino. Qui troverete l’Associazione Mani Magiche con i vari stand, contenenti i lavori creati da mamme che, in questo periodo critico di lavoro, si sono dedicate, buttandosi a capofitto, ad “occupazioni caserecce” che possono garantire un piccolo contributo di denaro per far fronte alle spese familiari. Inoltre, ci siamo preposti di raccogliere fondi destinati al Reparto Pediatria dell’Ospedale di Locri con oggettistica per bambini e lavori artigianali offerti da mamme e dagli stessi operatori di Mani Magiche messi in vendita ad OFFERTA LIBERA. Il perché di questa promozione sta nel fatto che madre – bambino è un binomio inscindibile. La donna, per sua natura, è il mezzo che porta in grembo la vita nascente per nove mesi… quel cordone ombelicale li legherà per tutta la vita. È quell’albero grande che tutto dà: il fiore, il frutto e le foglie,

per lui tutto si spoglia… Dopo le 20:00 la serata sarà animata da uno spettacolo musicale di artisti vari che, nella loro semplicità, sapranno valorizzare la figura della Mamma che pur tanto importante, può essere unica nel donare quello che è il sentimento più grande: l’AMORE. Profumata dal buffet di dolci secchi offerti dalla pasticceria "Tesori di Sicilia" ai bambini delle rispettive scuole di canto e ballo, intervenute alla manifestazione. Si conta di finire la serata tra balli e canti. Ma poi mi blocco un attimo e penso… la popolazione sidernese sa ballare, oppure rimane li ferma a guardare? Allora vi esorto: DIVERTITEVI, le feste sono fatte per questo. O avete dimenticato quelle che per voi, una volta, erano le serate festose con gli amici? Divertiamoci insieme perché la vita è bella solo se lo vogliamo noi, e ricordiamoci che la nostra vita è frutto delle nostre scelte. Buona Festa,



ATTUALITÀ

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DOMENICA 07 MAGGIO 10

La partita della Legalità, San Luca 2017

La replica del Commissario Gullì In merito alla lettera "A San Luca anche i panini e le bottiglie d'acqua sono 'ndranghetiste" apparso domenica scorsa su Riviera e inviataci da un nostro lettore, il commissario Salvatore Gullì precisa che le bottiglie d'acqua, le magliette e i cappelli della legalità non sono stati intenzionalmente acquistati fuori dal paese "per scongiurare il rischio di infiltrazioni ndranghetiste" - come riportato nella lettera - ma sono stati offerti gratuitamente dagli sponsor che hanno contribuito alla realizzazione della manifestazione del 21 aprile scorso a San Luca. In particolare l'acqua è stata fornita dalla ditta "Mangiatorella" Reggio Calabria, le magliette da "Scamar srl" - Lamezia Terme (ditta

aggiudicataria del servizio mensa presso la scuola media di San Luca) e i cappelli dalla ditta "Attisanografia" di Siderno. Si sottolinea, poi, che l'impeccabile servizio di ordine pubblico è stato reso possibile anche grazie alla grande professionalità dimostrata dalle donne di San Luca. Pertanto la lamentata assenza dei cittadini sanluchesi dalla manifestazione non corrisponde a verità. Il Commissario Salvatore Gullì, inoltre, augura che alle elezioni dell'11 giugno prossimo venga eletto un cittadino di San Luca che possa proseguire sulla strada della democrazia che, grazie al lavoro da lui portato avanti durante il proprio mandato e particolarmente apprezzato dai sanluchesi, è stata tracciata.

Torna operativa l’Assocomuni:

due appuntamenti sul futuro della Locride

Il GAL torna al lavoro: lunedì 15 maggio un nuovo incontro dei soci Dopo un lungo periodo di gestazione, lo scorso 14 dicembre, con l’elezione del CDA e l’assemblea costituiva del partenariato, è iniziato ufficialmente il lavoro del GAL Terre Locridee. I bandi per l’elezione del direttore e la compilazione delle Short List hanno dato i risultati sperati e, nonostante un breve periodo di transizione culminato con le dimissioni dal CDA da parte del Sindaco di Siderno Pietro Fuda, i soci sono pronti a riunirsi, martedì 15 maggio, alle ore 18:00, presso la Sala Nicola Zitara di via Reggio 1, Siderno, per nominare il Componente del Consiglio di Amministrazione di parte pubblica e discutere le più urgenti questioni di competenza del partenariato nell’esclusivo interesse del territorio.

Dopo un periodo di silenzio, torna agli onori della cronaca l’Associazione dei Comuni della Locride. In seguito a un breve incontro del comitato svoltosi venerdì pomeriggio, infatti, l’Associazione guidata da Francesco Candia e Rosario Rocca incontrerà mercoledì mattina l’assessore regionale con delega alla tutela dell’ambiente Antonella Rizzo per fare il punto delle condizioni del nostro comprensorio e, con ogni probabilità, discutere della

sempre attuale “questione depuratori”. La settimana successiva, poi, mercoledì 17 maggio, presso la Sala Consigliare del Comune di Siderno, alle 17:00, so riunirà l’Assemblea dell’Associazione al fine di eleggere il vice, un componente e il presidente del comitato direttivo dell’Assocomuni, oltre che per indire una conferenza programmatica con la quale rendere maggiormente evidente l’opera dei nostri sindaci sul territorio locrideo.





GERENZA Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14 EDITORE - No così srl via D.Correale, 5 - 89048 Siderno Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

Direttore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Franco Parrello, Tonino Carneri, Mario Nirta, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli, Nino Sigilli, Sara Leone, Pasquale Giurleo STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

INFO REDAZIONE: 0964342198

Sig.Ministro, Sono un insegnante di Scuola Primaria in servizio nei C P I A (ex C T P )per la gestione dei Corsi di Alfabetizzazione e di Apprendimento della Lingua Italiana. Da anni, io e diversi miei colleghi svolgiamo una insostituibile attività lavorativa verso le tante e sfortunate persone che riescono ad approdare sulle nostre coste, alle quali ci sforziamo di trasmettere i basilari rudimenti della lingua italiana, cercando così di dare una risposta alle loro necessità e bisogni quotidiani. Curiamo, perciò, questo processo di apprendimento con impegno e responsabilità e ,modestamente, con una certa competenza e professionalità acquisita sul campo con il solo ausilio dei tradizionali- ma sempre validi ed efficaci- strumenti a nostra disposizione , pur non potendo vantare specifici titoli accademici di scienza linguistica, anche se molti tra noi risultano in possesso di laurea. Il nostro insegnamento- è notorio- è una peculiare attività didattica di tipo specialistico che oltre a soddisfare le molteplici e più impensabili richieste di natura grammaticale, travalica spesso(per chi opera con passione)gli stessi schemi degli ambiti disciplinari, per lasciare posto ad un coinvolgimento del docente sul piano umano ed interculturale con l’utenza. Questo particolare, gratificante e non di poco conto, compensa di gran lunga le non poche difficoltà di carattere funzionale con le quali, a volte, gli insegnanti di Alfabetizzazione devono quotidianamente convivere. Ciò, comunque, non ha mai rappresentato un ostacolo al nostro quotidiano appuntamento didattico con i corsisti, ai quali , tra una presentazione e l’altra delle regole grammaticali e di convivenza civile , riusciamo a porgere loro anche un sorriso. Sig. Ministro, speravo che nel pacchetto degli INTERVENTI URGENTI IN MATERIA D’IMMIGRAZIONE E DI SICUREZZA URBANA, varato dal C. d. M. il 10 febbraio u. s. ,venisse riservato qualche spazio, sia pure piccolo, all’alfabetizzazione degli immigrati, ma non è stato così. E’ probabile che il Governo ritenga, per ora, di non dover affrontare questo aspetto, ritenuto forse non particolarmente urgente all’interno delle problematiche del complesso pianeta dell’immigrazione. Condivido, anche, le disposizioni previste dal citato decreto tendenti a snellire ed a semplificare determinate procedure riguardo al riconoscimento dello status di persona protetta ecc., nonché tutte iniziative che potrebbero essere promosse dagli Enti territoriali per favorire l’integrazione dell’immigrato nel tessuto sociale della località ove il medesimo è ospitato. Ma non crede Sig. Ministro che questo processo di integrazione risulterebbe più completo se venisse supportato dalla conoscenza della lingua italiana? PROPOSTA PER LO SVILUPPO ULTERIORE DEL PROGETTO”FORMAZIONE LINGUISTICA PER GLI IMMIGRATI”. All’interno del contesto dell’accoglienza sarebbe vantaggioso, a mio avviso, impiantare un disegno progettuale mirante a promuovere, verso gli immigrati, un’attività didattica in modo permanente e continuo e – soprattutto-impegnativo. Offrire all’immigrato gli strumenti basilari per la padronanza linguistica, rappresenta un importante segmento di crescita individuale nel percorso, non sempre facile, all’interno del Paese dove viene accolto; in quanto consente al medesimo di poter svolgere tutte le quotidiane attività mediante un rapporto interpersonale con chi gli sta attorno o con coloro con cui ha necessità di interloquire o relazionarsi. Se per un immigrato poter acquistare un panino in un supermercato o richiedere al Comune la carta d’identità – esprimendosi correttamente in lingua italiana- , costituisce un significativo momento di autorealizzazione umana e culturale; per noi docenti equivale- mi sia consentito- ad una piccola vittoria quotidiana sul campo di battaglia. Sig. Ministro, se Ella riterrà meritevoli della Sua attenzione queste modeste righe, Le chiedo di prendere in considerazione (di concerto col Ministro dell’Istruzione) l’opportunità di stabilire per legge- per gli immigrati che arrivano in Italia e restano sotto la tutela dello Stato- percorsi didattici per l’Apprendimento della Lingua Italiana; prevedendo, altresì, la simultanea attivazione di un dispositivo amministrativo volto a premiare o meno (secondo le modalità individuate dall’Autorità Governativa) i corsisti immigrati in rapporto ai livelli di frequenza scolastica da essi raggiunti nonché al conseguimento dell’attestato finale. RingraziandoLa per avermi ascoltato su tematiche verso le quali Ella ha dimostrato certamente non indifferenza e/o insensibilità, Le porgo i miei più Deferenti Saluti.

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DOMENICA 07 MAGGIO 14

Ricordando...

Pino Guttà DALLA FIGLIA AL PADRE

Ciao Papi

Quando sei tornato a casa io speravo che tu guarissi e che tornassimo una famiglia felice come un tempo. Speravo che Tu tornassi felice e allegro e che tornassi a farmi scherzi. Quando ero triste tu mi sei sempre stato accanto, quando io facevo la monella tu mi facevi capire che sbagliavo. Per me tu non sei stato sconfitto dalla malattia ma hai vinto contro la malattia perché sei stato coraggioso e hai lottato fino all’ultimo respiro. Quando ti venivo a trovare nella camera da letto, tu ti voltavi dall’altra parte e mamma mi spiegava il motivo, non volevi che noi soffrivamo perché tu stavi male. Comunque io sono molto fiera di te perché qualsiasi figlia avrebbe voluto avere accanto un papa coraggioso come te ed è solo grazie al tuo insegnamento se oggi sono una bambina brava. Riposa in pace. Ciao Papi.

Il mio migliore amico, mio fratello

Ho viaggiato con te ogni giorno in questi ultimi mesi, ho vegliato su di te, come anche Gisella, di giorno e di notte, ho visto i tuoi occhi riempirsi di lacrime, ho visto il tuo corpo consumarsi lentamente, quando hai deciso di non resistere più ti ho portato a casa tua nel tuo letto dai tuoi figli e lì ho visto la tua anima spegnersi. Ho raccolto quell’ultima lacrima e ti ho lasciato quelle sigarette che tanto avevi chiesto perché un giorno, lontano, io e te le fumeremo come d’accordo. Non ho potuto darti l’unica cosa che mi hai chiesto in questi ultimi mesi di sofferenza, un sacco pieno di salute, ma darò me stesso ai frutti del tuo amore per Gisella. Pregherò perché le tue sofferenze si tramutino in gioie per tutte quelle giovani vite che in quelle stanze d’ospedale, dove dicevi di non esser riuscito a trovare un angolo di pace per piangere, aspettano un segno di speranza. Pregherò perché tutti gli anni di vita che ti sono stati tolti possano essere distribuiti a quelli destinati ai tuoi figli e ai sofferenti. L’ho fatta Pino, la raccolta per l’AIL, e ho già donato e tutti, infermieri e volontari dell’AIL, persino il primario che dicevi era molto bravo ma crudo, quando martedì sono ritornato in quel reparto, con le lacrime negli occhi ti hanno ricordato e io li ho ringraziati come avevi chiesto più volte di fare per l’amorevolezza e capacità mostrata nell’assisterti in quella stanza. Non ti dico dei tuoi amici, dei parenti e di tutte le altre persone che ti hanno voluto accompagnare nell’ultima stazione, l’avrai visto da lassù e sono certo sarai stato contento, se così adesso si può dire. Avrai notato che tuo figlio, in quella bara, ha voluto vederti, sembravi Pino Guttà venti anni fa. Sei sempre con noi.

Il letale e anacronistico ossimoro del Palazzo - 13 Sarà capitato a tutti noi di osservare in giro per le strade delle nostre città uno strano aumento di automobili con targhe non italiane, soprattutto tedesche e rumene, e seppure in un primo momento potremmo aver pensato a un semplice aumento degli immigrati che spostano le loro macchine in Italia, facendo più attenzione agli automobilisti italianissimi di queste auto e ai modelli quasi sempre di lusso, ci possiamo facilmente rendere conto che il motivo deve essere un altro. Sono sempre di più, infatti, gli italiani che preferiscono immatricolare la propria automobile all’estero. Perché? Per poter risparmiare migliaia di euro tra assicurazione rc e bollo (cosa legittima e legale anche in virtù delle normative europee sulla libertà di movimento). Qualcuno addirittura anche per evitare di pagare multe (cosa questa eticamente sbagliata ma, purtroppo, possibile per colpa delle lacune nella legislazione italiana e del mancato collegamento delle banche dati con gli altri paesi europei). I paesi prediletti dai nostri connazionali per questa operazione sono la Romania e i paesi dell’est in genere, (ma anche in Germania è possibile risparmiare moltissimo in quanto non c’è superbollo per le grosse cilindrate) e i premi assicurativi per la RC AUTO sono molto più bassi di quelli italiani (bisogna però verificare i massimali perché essendo correlati al costo della vita locale in caso di incidente potrebbero essere insufficienti a

coprire i danni e in quel caso sarebbero guai). Questa pratica non è illegale (infatti, soprattutto per le auto di lusso esistono vere e proprie agenzie tedesche che si occupano di tutta la burocrazia) ma si muove ai margini dei vuoti normativi italiani ed europei. Certo però che se lo stato italiano evitasse di attingere soldi dagli automobilisti come se fossero mucche da mungere a ogni occasione per rimpolpare il bilancio e l’antitrust vigilasse effettivamente sui prezzi più alti d’Europa praticati dalle compagnie assicurative nostrane non ci sarebbe bisogno di trovare queste vie traverse! Partiamo da un presupposto: il bollo auto, attualmente, si paga in Italia come in altri Paesi europei, anche se le differenze di prezzo sono abissali. Come tutti ben sapranno, l’esatta definizione della tassa citata poc’anzi è la seguente: “tributo locale, che grava sugli autoveicoli e motoveicoli immatricolati nella Repubblica Italiana, il cui versamento è a favore delle Regioni d’Italia di residenza”. Insomma, un grattacapo, se così possiamo definirlo, per chi possiede un veicolo nella penisola. Ma, vi siete mai chiesti come funziona la questione “bollo auto” in alcuni Paesi europei? P.S. Lunedì, 1° maggio, si è svolta la rituale festa del Lavoro. Peccato che le Alte Autorità politiche e Sindacali abbiano dimenticato di invitare il festeggiato! Continua Tonino Carneri

Mamma... Un anno dopo Si stenta a elaborare che sia vero che questo tempo sia di già passato. Dodici mesi, un anno tutto intero, da quando questo Mondo hai ripudiato. È rifletti, possa essere normale che a quest'età ci lasci un Genitore. Che tutto è vero, è tutto naturale, chissà se la Sua vita ora è migliore? La vicinanza certo non ti manca, Papà: precursore e baluardo. Ma se, delle solite nenie or or sei stanca, più in là c’è figlio tuo... il caro Rinaldo. A noi, qui ci annoda più di un tormento e, ancor di più, via via che il tempo passa. Sprovvisti d’appoggio… un riferimento, la nostra vita non è più la stessa. Sai! Il domicilio tuo nessun l'ha preso, dolente non accoglie commensali: Il pero lì nell’orto ormai si è arreso, ozia lo scrigno, non gorgheggia di regali. Tuttavia, in quest’aridìo che c'è intorno, ancora vegli su di noi, tu sei presente. E un concetto, giorno dopo giorno, senza sosta t’inviamo con la mente. La tua amabile presenza protettiva in ogni dove, si riesce a percepire. E ricco è il bene! Poiché tuttora è viva. E di continuo accanto a te ci fa sentire. Giuseppe Lupis


SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER I CITTADINI, numero verde:

INDIRIZZO

“ CALABRIA & Europa”

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800 678 910 11

Tutti i bandi sono disponibili sul sito dell’Unione Europea e della Commissione Europea Rappresentanza in Italia: www.europa.eu.int www.europa.eu.in/italia - Per maggiori informazioni è possibile contattare i nostri uffici: Centro di informazione dell’UE - Europe Direct “Calabria&Europa”

info: Palazzo Ameduri, piazza dei Martiri 89046 Gioiosa Ionica

Tel: 00 39 0964 412400 - fax 0964 342022 email associazioneeurokom@tiscali. it

UNA FESTA DELL’EUROPA TUTTA DEDICATA AI FONDI SIE E AGLI STUDENTI ATTIVI DELLA LOCRIDE

Nove Maggio a Locri con le scuole Si chiuderà a Locri in occasione della Festa dell’Europa 2017 con le scuole della Locride il percorso di open journalism “A Scuola di OpenCoesione” 2016/17. La mattinata di festa dedicata al Nove maggio si terrà presso Palazzo della Cultura di Locri a partire dalle ore 9.30. L’evento, che sarà particolarmente dedicato agli studenti ed ai percorsi di monitoraggio civico attivati sul territorio Locrideo, è organizzato dal Centro Europe Direct “Calabria&Europa” attivo a Gioiosa Jonica presso i locali di Palazzo Ameduri dal 2005 come antenna di comunicazione ufficiale della Commissione Europea sul territorio. La festa dell'Europa (9 maggio) celebra la pace e l'unità in Europa. La data ricorda l'anniversario della storica dichiarazione Schuman. In occasione di un discorso a Parigi, nel 1950, il ministro degli Esteri francese Robert Schuman espose la sua idea di una nuova forma di cooperazione politica per l'Europa, che avrebbe reso impensabile una guerra tra le nazioni europee. La sua ambizione era creare un'istituzione europea che avrebbe messo in comune e gestito la produzione del carbone e dell'acciaio. Un trattato che dava vita ad una simile istituzione è stato firmato appena un anno dopo. La proposta di Schuman è considerata l'atto di nascita dell'Unione europea. È compito statutario delle Strutture di comunicazione della Commissione Europea operanti in ambito nazionale dar luogo ad eventi e manifestazioni pubbliche in corrispondenza della suddetta festività. L’evento locrideo vede infatti la collaborazione tra l’Antenna Calabria&Europa di Gioiosa Jonica, il Comune di Locri e le scuole attive nel percorso di cittadinanza attiva promosso da Asoc #1617. Asoc è il percorso di monitoraggio civico iniziato dal 2015 per tutte le scuole italiane grazie ad un’intesa tra il MIUR, il Dipartimento per le politiche di Coesione e la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Sulla locride sia

"Invito a presentare proposte ristretto per il supporto nazionale alle piattaforma dei Rom" - Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza

dall’inizio del concorso le scuole si sono distinte per la serietà dei loro lavori e l’impegno dei giovani open journalist che di anno in anno hanno monitorato l’uso dei fondi destinati dall’EU ad alcuni progetti ed opere pubbliche realizzate in ambito loclaer. Quest’anno l’indagine dei giovani è stata dedicata ai Fondi impiegati per il Museo di Locri beneficiario tra l’altro di un cospicuo finanziamento per i percorsi del parco archeologico; alla villa di Casignana destinataria alcuni anni or sono di un finanziamento per la realizzazione di opere musicali ed al sistema di raccolta differenziata intercomunale avviato da diverso tempo nei comuni di Locri, Siderno ed Ardore. Tutte opere e finanziamenti pubblici su cui gli studenti hanno attentamente approfondito i loro studi e le analisi e su cui i diversi team hanno prodotto elaborati creativi e report giornalistici che verranno presentati al pubblico. Si prevede la partecipazione degli amministratori locali tra cui i sindaci dei comuni di Locri, Casignana e il Presidente dell’Associazione dei Comuni della Locride mentre a chiudere i lavori sarà il Vescovo della Diocesi di Locri Gerace Monsignor Francesco Oliva. Centrale sarà l’intervento dell’esperto olandese di sviluppo e innovazione Evert Verhagen, che intavolerà un dialogo con gli studenti partecipanti, subito dopo saranno i ragazzi protagonisti. Tre i team attesi che presenteranno l’indagine svolta sull’uso dei Fondi SIE e che presenteranno i loro elaborati creativi ai coetanei, alla stampa ed alle Istituzioni locali: “Epiferifi” e “Mazzin’s Green Angels” di Locri e Magale Hellas di Bovalino. Si scoprirà in diretta il nuovo vincitore del concorso Asoc 2017, di cui campioni nazionali sono stati lo scorso anno gli studenti del team “People of Tomorrow” del liceo Scientifico “Zaleuco”, che saranno presenti con i loro lavori di monitoraggio civico fuori concorso. Ale. T.

Scadrà il 19 Settembre 2017 l’Invito a presentare proposte ristretto per il sostegno alle piattaforme nazionali dei Rom, reso pubblico nell’ambito del Programma europeo Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza. Il bando promuove: -I diritti del bambino; -I principi di non discriminazione: “Di razza od origine etnica, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale”; -La parità di genere: ”Progetti per combattere la violenza contro donne e bambini”. Compito dello stesso sarà quello di contribuire all’ulteriore sviluppo di uno spazio in cui l’uguaglianza e i diritti delle persone, quali sanciti dal TUE, dal TFUE, dalla Carta e dalle Convenzioni Internazionali in materia di diritti umani cui l’Unione ha aderito, siano promossi, protetti ed attuati in modo efficace. Info Link:https://ec.europa.eu/re search/participants/portal/d esktop/en/opportunities/ind ex.html

"L'ITALIA E I MIGRANTI: LE POLITICHE EUROPEE E LE PROPOSTE DELLE REALTÀ LOCALI"

Il 9 Giugno a Gioiosa Jonica L’Italia e i migranti: Le politiche europee e le proposte della realtà locali il meeting sull’attualissimo tema dell’accoglienza e delle migrazioni si terrà il prossimo 9 Giugno a Gioiosa Jonica presso il Teatro Gioiosa. L'evento è organizzato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea in collaborazione con i Centri d'Informazione Europe Direct di Gioiosa Jonica, Reggio Calabria, Catanzaro e Vibo Valentia. L’incontro rientra in un più ampio piano di comunicazione nazionale che ha già registrato due tappe una in Sicilia a Palermo ed una a breve in Toscana a Firenze. Quindi il 9 giungo l’appuntamento di Gioiosa Jonica, al pari della grandi città italiane, presenterà le attività dell’Unione europea e delle istituzioni nazionali, regionali e locali in tema di migrazione, condividerà le buone pratiche di accoglienza e integrazione dei migranti in Calabria e raccoglierà le testimonianze degli operatori coinvolti nell'accoglienza e nell'integrazione dei migranti per poi trasmetterle al Primo Vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, che il primo settembre del 2017 sarà nuovamente a Siracusa ad un anno di distanza a raccogliere il feed back italiano sulle buone prassi di integrazione dei migranti e rifugiati. L’idea di fondo è di veicolare in ambito Europeo ciò che di buono e innovativo si muove nel settore accoglienza in Italia. Con 181,436 arrivi via mare nel 2016, l'Italia ha

infatti un ruolo strategico nella gestione dei flussi migratori lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Nel 2016 l'Italia è tornata ad essere il primo paese di arrivo dei migranti e sta costantemente dimostrando responsabilità nella gestione degli arrivi. L'immigrazione continua ad essere uno dei principali temi sui media e nei dibattiti politici italiani.L'Italia si sta rendendo sempre più conto del fatto che da paese di transito si sta trasformando in un paese di destinazione per i migranti. Ciò pone numerose sfide al sistema di asilo e di accoglienza italiano, in particolare per quanto concerne i minori, e richiede sforzi per assicurare un'effettiva integrazione dei migranti. Nonostante le difficoltà, in Italia esistono numerosi esempi positivi di accoglienza e di integrazione dei migranti a livello locale. Obiettivi dell’incontro saranno: • informare gli stakeholders locali dell'Agenda europea sulla migrazione; • condividere le buone pratiche di accoglienza e integrazione dei migranti nelle comunità locali in Calabria, Sicilia, Toscana e Campania; • raccogliere le testimonianze degli amministratori locali, dei rappresentanti del terzo settore, degli operatori coinvolti nell'accoglienza e nell'integrazione dei migranti in queste regioni e dell'accademia per poi trasmetterle al Primo Vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans.

Bandi e programmi in scadenza

L’incontro sarà strutturato in due sessioni: la mattina ci sarà la sessione plenaria con gli interventi delle Prefetture e della Questura, del Sindaco di Gioiosa Jonica Salvatore Fuda e dell’Associazione dei Sindaci della Locride con Rosario Rocca di Benestare, di Beatrice Covassi Rappresentante in Italia della Commissione europea e Marc Arno Hartwig, team Leader dell'Hotspot Team Italia della Direzione Generale Migrazione e Affari ministero Ministero dell'Interno, di Luisa Latella Prefetto di Catanzaro; del Sindaco di Reggio Calabria; di Anci Calabria con il Consigliera Francesco Candia; quindi gli interventi di Francesco Aiello Professore ordinario di Economia, Statistica e Finanza Università della Calabria Fondatore OpenCalabria che disserterà su I migranti in Calabria: un’integrazione possibile e auspicabile. Seguirà un esame di alcune delle Buone pratiche calabresi tra cui hanno dato conferma ReCosol attiva sul territorio calabrese e presentata da Giovanni Maiolo; L’esperienza di accoglienza di Stignano raccontata da Luana Cosenza dell’Associazione Arci di Stignano; La situazione dei Rifugiati di Badolato, presentata da Antonino Laganà referente CIR per la Calabria e Daniela Trapasso, Assessore Politiche sociali di Badolato; in attesa di conferma anche il caso Acquaformosa nel cosentino. La chiusura sarà demandata alle istituzioni regionali e nazionali presenti. A chi-

udere i lavori della mattinata è previsto l’intervento del Ministro dell’interno Marco Minniti. Non mancheranno i moment dedicati all’arte ed alle produzioni realizzate sul tema dell’accoglienza sul nostra territorio dal Corto “Mer Roug”di Alberto Gatto, alla produzione artistica dell’esperto di migrazioni Elio Carrozza, sino alla chiusura dei lavori dedicata al progetto“Global chorus”, con il coro VOCI DAL MARE" diretto dal Prof. Carlo Frascà, che andrà a sottolineare il valore altissimo della musica che, in un'epoca in cui guerre, divisioni, violenze, soprusi calpestano la vita e la dignità di tantissime persone e ne violano i diritti fondamentali – e che rappresenta il linguaggio universale della fratellanza, dell'armonia, del dialogo, dell'unità e della pace. Nel pomeriggio, presso Palazzo Amaduri, il fulcro della dell’attenzione sarà dedicato ai gruppi di lavoro con i rappresentanti del terzo settore, gli Ordini professionali, gli amministratori locali, gli operatori coinvolti nell'accoglienza e nell'integrazione dei migranti in Calabria e le Università. Al termine del confronto pomeridiano Idos società specializzata in analisi e statistica sociale del settore stilerà tirando le fila del confronto tra gli stakeholder i report che saranno inviati come feedback alla Commissione Europea cercando di raccogliere le Criticità dell’accoglienza e le Buone pratiche diffondibili a livello Europeo.

"Invito ristretto a presentare proposte per ridurre il divario di genere" - Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza. Scadrà il 22 Febbraio 2018 l’Invito ristretto a presentare proposte per ridurre il divario di genere nel ciclo nell'arco della vita, che promuoverà: -I diritti del bambino; -I principi di non discriminazione: ”Di razza od origine etnica, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale”; -La parità di genere: ”Progetti per combattere la violenza contro donne e bambini”. Il bando si propone di incentivare l’ulteriore sviluppo di uno spazio in cui l'uguaglianza e i diritti delle persone, quali sanciti dal TUE, dal TFUE, dalla Carta e dalle Convenzioni Internazionali in materia di diritti umani cui l’Unione ha aderito, siano promossi, protetti ed attuati in modo efficace. Info - Link: https://ec.europa.eu/resear ch/participants/portal/desktop/en/opportunities/rec/top ics/rec-rgen-pens-ag2017.html


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Festa dei lavoratori, questi sconosciuti!

1° maggio

I padri Costituenti furono lungimiranti nel considerare l’attività economica come il mezzo per raggiungere il benessere comune. Ma oggi, nell’era dell’utile, precarietà e disocuppazione sono diventati i convitati di pietra del primo maggio!

SILVANA NIUTTA Ho molto apprezzato il discorso del sindaco di Siderno, Fuda, alla festa del 1° maggio, nella parte in cui ha parlato di “imprenditore sociale”. Questa figura ci riporta all’art. 41 della Costituzione che recita: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.” Chi ha scritto questa norma aveva bene in mente lo Stato sociale e lo ha incastonato nella Costituzione, conservando il diritto alla proprietà privata, alla libertà di iniziativa economica privata, ma intervenendo nel settore dei rapporti economici. I padri Costituenti furono lungimiranti nel coordinamento dell’attività economica e il suo indirizzo verso il raggiungimento del benessere comune. Per questo non si può ragionare solo in termini di sterile profitto, perché se un’azienda funziona bene è perché spesso all’interno vi è anche la fedeltà e l’attività di chi presta la propria professionalità e questa deve essere riconosciuta tramite un salario congruo, sicurezza e tutela della salute e del posto di

lavoro. Il lavoratore spende 8 ore della sua giornata, la propria forza e, in alcuni casi, anche le idee e il suo “savoir fare”. Per questo ha il diritto di garantire a sé e alla sua famiglia una vita dignitosa. Oggi, purtroppo, i mercati internazionali sono predominanti, si è quasi totalmente distrutta la piccola e media impresa. Quando una persona riesce a entrare nel “mondo del lavoro” non viene considerata per la qualità produttiva, ma per la velocità di produrre e generare profitto al suo datore di lavoro. Non a caso, ora viene usato il termine infelice “mercato del lavoro”, dove ciascuno diventa sostituibile, proprio per indicare che i lavoratori possono essere sostituiti come un pezzo meccanico qualsiasi di un ingranaggio. La “chicca” è il lavoro flessibile coronato dai voucher! Con il Jobs act, per agevolare le assunzioni, è stato proposto il contratto a tutele crescenti e gli sgravi contributivi per il datore di lavoro. Ma niente, non si muove una foglia. La precarietà e la disoccupazione i convitati di pietra del primo maggio! In Italia la disoccupazione generale è stimata al 14%, quella giovanile al 42% e al sud arriva al 60%. Ogni giorno un’azienda chiude o minaccia di chiudere per abbassare le garanzie sul lavoro. Alcune chiudono e aprono all’estero. Molte effettuano finte chiusure. Infatti, in diverse città, il lavoro c’è ma è molto nascosto in magazzini seminterrati affollatissimi di “lavoratori” e le condizioni sono da Bangladesh! Si può parlare di nuova schiavitù? Direi proprio di sì. Qualcuno ricorderà la gag di Massimo Troisi sul lavoro? Nella scenetta, Troisi lamenta che a Napoli non si trova lavoro che non sia affiancato da un’altra parola. Lavoro nero, lavoro a cottimo e lavoro minorile. Dalla legge Biagi in avanti se ne sono aggiunte altre: lavoro a progetto, a partita iva, a tempo parziale, intermittente, ripartito, co.co.co. e molti altri che il jobs act non è riuscito a cancellare, anzi, ha cancellato l’art. 18, una norma che garantiva diritti e umane condizioni di lavoro. Invece, ha prevalso la “Gig Economy” (o gigonomics=lavoretto), un termine anglofono e laccato per definire un modello economico sempre più diffuso dove i lavoratori sono tutti in proprio, non esistono più prestazioni lavorative continuative, ma si lavora “on demand”, cioè solo quando c’è richiesta per i propri servizi, prodotti o competenze. Qual è il problema? E’ veramente economico? No, il problema è la competitività! Oggi dobbiamo essere “competitivi”, perché ce lo chiedono i mercati. Le imprese artigianali, con l’originalità delle idee, non ci sono più perché per essere “competitivi” occorre produrre in serie e a basso costo. Così siamo vestiti tutti uguali, “griffati”, ma uguali, come i balilla! Anche il cibo deve essere “globale”, non secondo le locali esigenze, ma secondo le esigenze del mercato e, però, non tutti nel mondo hanno assicurato un pasto al giorno.

Alcune vie delle grandi città non sono più illuminate, anche i negozi chiudono. Nelle vie più “battute” del centro ci sono ovunque le stesse insegne che si ripetono, tanto al Nord come nel resto d’Italia e del mondo: Zara, Intimissimi, McDonald, per citarne alcune, e poi le grandi firme. Tutti in serie! Costo di produzione 90 centesimi, prezzo di vendita 40 euro. E’ un esempio, ma è così per qualsiasi prodotto. Quantità, non qualità! Ma la quantità rischia di travolgerci perché senza reddito non si consuma. Senza reddito non ci si avventura a costruire una famiglia. Le nascite calano, arrivano i migranti, l’esercito industriale di riserva, per usare un’espressione di Marx, dove l’obiettivo è sostituire i lavoratori autoctoni con gli immigrati, i lavoratori specializzati con lavoratori occasionali, sostituendo la manodopera che ha diritti sociali e una coscienza di classe oppositiva (scioperi, ecc.) con una nuova manodopera che non ha né gli uni né l’altra, e che è disposta a tutto pur di sopravvivere. Questa è globalizzazione dello sfruttamento! Perciò, in attesa della completa robotizzazione, qualche lavoro si trova. Senza garanzie, limiti di orario e sottopagato. Nelle grandi catene di distribuzione si lavora anche più di 50 ore a settimana, senza straordinari, né festivi. A Castel San Giovanni (Piacenza), la multinazionale Amazon assume parecchi giovani, che lavorano fino a 10 ore al giorno. Lo smistamento delle merci per la consegna è cronometrato e i lavoratori non possono andare in bagno, fermarsi per un bicchiere d’acqua, o scambiare due parole con un collega mentre percorrono freneticamente i corridoi del grande deposito. Pare che i bagni di Amazon siano pulitissimi! In diverse occasioni, i nostri politici hanno incitato gli imprenditori stranieri a investire in Italia perché il costo del lavoro è conveniente. Non è un vanto, c’è da vergognarsi! Dicono che c’è crisi, che non ci sono soldi, mentre il gap della diseguaglianza cresce ogni giorno. Il 10% si arricchisce sempre di più, mentre l’altro 90% si impoverisce. I 20 miliardi di euro spesi dal governo Renzi in bonus e mancette per la campagna elettorale, tradotti in investimenti pubblici avrebbero portato alcune migliaia di posti di lavoro a tempo indeterminato. L’Italia è stata la terza potenza del mondo in diversi settori, la prima nel campo alimentare, della moda e della meccanica. Oggi siamo agli ultimi posti della classifica. Eppure le soluzioni ci sono: avremmo potuto vivere di rendita per i beni culturali che possediamo, le bellezze naturali e per i nostri prodotti caratteristici. Avremmo potuto creare nuovi posti di lavoro con la riclassificazione ecologica degli edifici pubblici, la manutenzione del territorio urbano e idrogeologico, utilizzare le idee dei nostri laureati per progetti innovativi, invece li mandiamo all’estero. Andando avanti così, il 1° maggio potremo festeggiare la precarietà.

Premio“Civiltà e Lavoro”a dieci “sidernesi carichi di sidernesità” Anche quest’anno l’amministrazione comunale di Siderno, insieme alla Pro loco, in occasione della Festa dei Lavoratori, ha premiato dieci concittadini assegnando il prestigioso riconoscimento “Civiltà e Lavoro”. Il premio, giunto alla XIII edizione, è stato istituito allo scopo di dare un riconoscimento agli ex lavoratori, ora pensionati, residenti a Siderno che abbiano maturato i sessant’anni d’età e si siano distinti per grande laboriosità e correttezza nell’arco della loro esistenza. Ha aperto la manifestazione il presidente della Pro Loco Agostino Santacroce, che ha voluto ricordare Aldo De Leo da poco scomparso. «Sidernesi carichi di sidernesità – ha dichiarato il sindaco Pietro Fuda – come chi li ha preceduti e chi li seguirà nelle future edizioni, che hanno contribuito con fatica, sudore, ingegno e competenza a costruire una città civile e prospera». A ricevere il premio: Agostino Antico, medico e titolare dell’omonimo studio di analisi, presidente del Tennis Club e cofondatore della pro loco; a premiarlo il sindaco Pietro Fuda. Paola Borrello, tabaccaia, da 50 anni gestisce il centralissimo esercizio commerciale, prima insieme al compianto marito Vittorio Cortese e ora con la figlia Betulia; a premiarla l’assessore Ercole Macrì. Salvatore D’Agostino, prima meccanico all’allora concessionaria Fiat “Sanci” di Siderno e, dopo l’emigrazione in Canada, panettiere, autotrasportatore e titolare di bar pasticceria, prima di tornare all’attività di panettiere. A

premiarlo il consigliere Giuseppe Oppedisano. Bianca Fimognari, casalinga, mamma di 12 figli e collaboratrice domestica; a premiarla il presidente della consulta cittadina delle associazioni Vincenzo Bruzzese. Giuseppe Gerasolo, direttore di diverse filiali del Banco di Napoli, ruolo ricoperto ininterrottamente per 26 anni dal 1981 al 2007; a premiarlo la capogruppo di Fattore Comune Rita Commisso. Vincenzo Martino, autotrasportatore, nella sua lunga attività ha percorso le strade di tutta Italia in lungo e in largo; a premiarlo il capogruppo di Forza Italia Pietro Sgarlato. Mario Ridenti, pasticcere e titolare dell’omonimo bar, con trascorsi sulle navi da crociera; a premiarlo l’assessore Bianca Gerace. Franco Sarroino Stimato barman presso il Bar Dolcesia dei Portici, per 30 anni ha lavorato sulle navi da crociera; a premiarlo dal consigliere Vincenzo De Leo. Giuseppina Sarroino, maestra d’infanzia in pensione per circa 40 anni, catechista e corista nel coro della chiesa SS. Maria di Portosalvo, volontaria dell’Avo e del Masci; a premiaela il presidente del consiglio comunale Paolo Fragomeni e il vicesindaco Anna Romeo. Giuliano Zucco, stimato artista e docente di discipline pittoriche all’istituto d’Istruzione Superiore “Pitagora” di Siderno, esperto in pittura, grafica, incisione, stampa serigrafica, modellato e formatura; a premiarlo il capogruppo del Centro Democratico Giuseppe Figliomeni.


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Pd CaLabria

domeniCa 07 maggio

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tutti Con renzi

nella Locride renzi vince ovunque e a pieni mani con le stesse percentuali bulgare con le quali tre anni fa vinse contro Cuperlo e ancor prima contro bersani. C’è solo una conclusione da trarre: gli ex“bersaniani”e “civatiani”duri e puri sono diventati renziani.

Politicanti sudditi che professano la stessa religione del loro re C’è una minoranza di teatranti della “politica”che vivono facendo morire la Politica e il Paese. Il loro obiettivo è il potere anzi la mera gestione si esso. Fiutano l’aria e si spostano secondo il flusso della corrente.

ILARIO AMMENDOLIA “Il Fatto Quotidiano” diretto da Marco Travaglio, giornale molto vicino all’associazione nazionale magistrati, dedica ogni giorno un articolo in prima pagina per svilire e delegittimare le primarie del PD. È questa una strategia lucida dei poteri forti per screditare la democrazia e le Istituzioni elettive. Tanto meno autorevoli saranno le Istituzioni democratiche, tanto meno credibile sarà la politica, tanto più conteranno i poteri storicamente forti: l’alta burocrazia, i circoli industriali e finanziari, le banche, gli alti magistrati, i prefetti, i questori, i generali, i detentori del potere mediatico. C’è da dire che la “politica” fa di tutto per agevolare il loro lavoro. Ho detto la politica ma avrei dovuto dire i “politici” o meglio i politicanti che hanno sequestrato e occupato il potere senza dare risposte alle esigenze e alle ansie dei cittadini. Ora veniamo alla Locride: Renzi vince ovunque e a pieni mani con le stesse percentuali bulgare con le quali tre anni fa vinse contro Cuperlo e ancor prima contro Bersani. C’è solo una conclusione da trarre: gli ex

“bersaniani” e “civatiani” duri e puri sono diventati renziani. Di per sè in ciò non ci sarebbe nulla di male se solo gli “esponenti” più in vista del pd ci avessero fatto capire le ragioni del loro “travaglio” che li ha portati in massa dagli irti scogli della “Sinistra” ai più comodi porti di Renzi. Dovrebbero farci capire quanto questa adesione massiccia alla idea renziana sia legata all’impegno del PD verso i gravi problemi del Sud, della Calabria, della zona Jonica. La verità è una sola: c’è una minoranza di teatranti della “politica” che vivono facendo morire la Politica e il Paese. Il loro obiettivo è il potere anzi la mera gestione si esso. Fiutano l’aria e si spostano secondo il flusso della corrente. Non fanno battaglie politiche, non ci confrontano con i problemi della gente. Per loro non esiste la drammatica situazione dell’ospedale di Locri, non esistono i giovani disoccupati, non si preoccupano di tutelare (come sarebbe loro dovere) l’integrità e la dignità della persona umana chiunque essa sia. Nei cittadini vedono “voti” o peggio pacchetti di voti. “Favori” a bizzeffe ai detentori di pacchetti, indifferenza totale verso la gente comune.

Non è questa la “Sinistra” che avrebbe avuto la funzione storica di portare i nostri territori al riscatto e le classi sociali emarginate a diventare classe dirigente. Anzi, è molto arduo intravedere in questa folta schiera di chiacchieroni dei mediocri dirigenti. Loro aspirano a diventare “capi” sottoposti ad altri “capi” e a circondarsi da sciami di api e calabroni attratti dall’odore del potere fine a se stesso. Leoni ruggenti con i deboli, pecore belanti con i forti! Cinque secoli fa i monarchi di Europa stipularono un accordo: “Cuius regio, eius religio” . Secondo tale editto i sudditi dovevano professare la stessa religione del loro re. Da un sovrano cattolico discendeva l’obbligo per tutti i sudditi di essere cattolici e qualora il figlio del monarca avesse aderito alla riforma Luterana tutti avrebbero avuto il dovere di diventare luterani. Poveri sudditi vissuti mezzo millennio addietro! Non avrebbero mai potuto immaginare che, dopo rivoluzioni, lotte, morti e galera per conquistare la Libertà e la pari dignità, ci potessero essere ancora forze impegnate a ricondurci così tanto indietro nel tempo. Non è fantasia!

Negli altri partiti (Grillo e centrodestra) succede di molto peggio, nel pd uno zoccolo duro di autentici e disinteressati democratici resiste. Comunque fa scandalo pensare che nel Partito Democratico, quando un capo metropolitano da Cuperlo passa a Renzi, i sottopancia di turno diventano “renziani” e a caduta libera tutti sottoposti sventolano le nuove bandiere. Il “populismo” nasce da questa situazione. È una malattia degenerativa della democrazia che nasce dall’occupazione arbitraria dello “Stato”. Della scissione tra gente e politica. È questo che ci saremmo aspettati dal PD? È questa la Libertà per cui abbiamo lottato una vita intera? Noi non vogliamo la libertà di sceglierci un “capo” perché non siamo sudditi. Siamo Uomini Liberi e non invidiamo coloro che cercando un padrone per tutta la vita sono destinati a morir da “garzoni”. Diceva un antico adagio “cu patruni servi nto pagghiaru mori”. Oggi, forse, non è più così perché le briciole cadono a terra e le api del potere succhiano senza posa. “Ma che vale la corona se perdi l’anima”? Che vale il potere se perdi la dignità?


CULTURA

Giovedì le celebrazionisolenni per la Madonna dello Scoglio Il prossimo 11 maggio ricorre il 49° Anniversario della Prima Apparizione della Vergine Immacolata dello Scoglio, un evento a seguito del quale il paese di Santa Domenica di Placanica è divenuto meta di un pellegrinaggio che ogni anno raccoglie centinaia di migliaia di devoti e pellegrini provenienti da ogni parte d’Italia. In occasione di questa importante ricorrenza, come ogni anno, fervono i preparativi per accogliere coloro che vorranno recarsi in visita presso la Chiesa del Santuario di

Nostra Signora dello Scoglio, presso il quale mercoledì 10, alle ore 18, in attesa del grande raduno del giorno successivo, si terrà un rito solenne di dedicazione (ovvero di consacrazione al culto) della chiesa e di benedizione dell’altare del santuario. La cerimonia sarà presieduta dal Vescovo della diocesi di Locri – Gerace, monsignor Francesco Oliva. La giornata non terminerà con il rito, ma proseguirà con una Fiaccolata Mariana al termine della quale verrà

Where all is possibile L'autoradio verde da 2 pollici,il mangianastri con le canzoni dello zecchino, i pensieri rubati, i baci affannati e gli pneumatici da neve Tutto è possibile La disco nella testa, un balcone aperto, il nome di Roberto che aleggia immobile. Tutto ė possibile La ghiaia, il dolce sentore del mare, il cri cri delle cicale pronte ad ammirare la primavera tintinnante a scoppiare. Il silenzio che vorrebbe far paura e che viene trattato con indifferenza, ci penserà la provvidenza. Un momento di riflessione gioconda e il ricordo di un abbraccio stile anaconda Tutto è possibile Il corteggiamento sussurrato al vento proprio nel momento in cui il ponte stava per essere alzato per scansare il sommo giudizio dello stato. Ekkekkazzo Roberto De Angelis

Martina Raschillà alla guida del neo Circolo “Roccella Jonica - Costa dei Gelsomini” La Calabria ha accolto con grande entusiasmo la visita della Presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni. Tanti i cittadini che lo scorso martedì sera hanno preso parte alla conferenza stampa di inaugurazione del Circolo di Legambiente “Roccella Jonica - Costa dei Gelsomini” all’interno dell'ex Convento dei Minimi a Roccella Jonica. A guidare il nuovo Circolo sarà Martina Raschillà che nel corso dell’incontro ha presentato gli obiettivi che intende intraprendere insieme al gruppo di volontari per la salvaguardia del proprio territorio e per la sensibilizzazione della popolazione verso tematiche e pratiche per uno sviluppo sostenibile.

esposto il Santissimo Sacramento che sancirà l’inizio dell’Adorazione notturna. La Chiesa del Santuario di Nostra Signora dello Scoglio sarà poi al centro della giornata di festa di giovedì 11 maggio, che inizierà al mattino presto per concludersi a pomeriggio inoltrato con un fitto programma di preghiere e celebrazioni liturgiche. La maestosa Chiesa è stata realizzata in tempi record, in poco più di un anno, grazie anche all'impegno profuso da fratel Cosimo Fragomeni e dai volontari che collabo-

rano con lui, che sono stati in grado di donare maggior lustro a un luogo di culto divenuto ormai meta imprescindibile di pellegrinaggio per ogni devoto. La celebrazione, preparata dall’Ufficio liturgico diocesano, vedrà la partecipazione di numerosi sacerdoti di tutta la Diocesi; il servizio liturgico sarà prestato dai ministranti del santuario, il servizio al canto dell’assemblea sarà esercitato dall’Unione diocesana dei Cori parrocchiali, presente con circa 70 coristi diretti dal Isidoro Galdino.

AFrancoMammolitil’attestato di “mecenate della cultura” Un attestato di benemerenza è stato consegnato al dottor Franco Mammoliti, presidente e fondatore dell’Ascoa, rilasciato dalla prestigiosa enciclopedia Treccani per l’attività di “mecenate della cultura”. È stata la sorpresa più bella arrivata nel corso della presentazione di “LocrideItalia. Problematiche e soluzioni”, il libro intervista a Franco Mammoliti, curato dal giornalista Gianluca Albanese ed edito da Città del Sole. “Dobbiamo recuperare la nostra buona sanità – ha dichiarato Mammoliti - il nostro ospedale deve

tornare un centro di eccellenza e stoppare l’emigrazione verso le cliniche del centronord: un fenomeno che emargina chi non ha la possibilità di curarsi altrove. Dobbiamo recuperare una viabilità ottimale e attrarre investimenti nella nostra zona, abbassando, in primis, il costo del lavoro, se non vogliamo che i nostri giovani continuino ad andarsene all’estero”. Tra gli intervenuti alla presentazione, il sindaco di Siderno Pietro Fuda e quello di Locri Giovanni Calabrese e l’ex senatore Giuseppe Beniamino Fimognari.

A Roccella la mostra personale dell’artista Fernanda Palvarini Il realismo accanito e variegato di Palvarini trasforma il fiore in protagonista assoluto dell’opera.

Dopo mostre e riconoscimenti di ogni genere avuti in ogni parte d’Italia e dal mondo intero, Fernanda Palvarini l’artista che ama riprodurre la natura e in special modo i fiori, ha fatto tappa a Roccella Jonica con una mostra personale inaugurata lo scorso 25 aprile, e rimasta aperta al pubblico fino allo scorso 1 maggio, presso la Galleria d’Arte ex Convento dei Minimi.

Una grande artista, Fernanda Palvarini, e per nobiltà di sentimenti e per capacità artistiche; il suo realismo accanito, variegato, trasforma il fiore in protagonista assoluto dell’opera, accompagnandolo ora da un viso d’angelo, ora da una Madonnina o da uno scorcio di altra natura, ma mai da un vaso, perché i suoi fiori sono e resteranno sempre vivi.


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DOMENICA 07 MAGGIO

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Scambio culturale tra i Licei Mazzini di Locri e la “Jo Richardson Community School”di Dagenham Il gemellaggio è occasione di crescita personale degli alunni attraverso l'ampliamento degli orizzonti culturali e l'educazione alla comprensione delle diversità.

Dal 1 all’8 aprile 2017 si è svolta la prima parte dello scambio culturale tra i Licei Mazzini di Locri e la Jo Richardson Community School di Dagenham, Londra, che ha visto protagonisti un gruppo di alunni della 3C e della 3F, sezioni dell’indirizzo linguistico. Gli alunni stranieri sono stati ospitati presso le famiglie dei nostri allievi. I genitori sono stati coinvolti con riunioni preliminari e momenti d’incontro. La finalità principale di un gemellaggio è la crescita personale degli alunni attraverso l'ampliamento degli orizzonti culturali e l'educazione alla comprensione e all'accettazione delle diversità. È quindi occasione di attività formativa e culturale, parte integrante della programmazione educativa e didattica della scuola. Inoltre le attività connesse a tale progetto sono un importante stimolo per potenziare la qualità dell'insegnamento della lingua inglese con reciproci scambi di materiali e informazioni tra alunni e docenti. Gli obiettivi sono didattici (scambio di corrispondenza e documenti, comunicazioni telematiche); culturali (approccio alla civiltà e cultura inglese, attraverso l'inserimento dei partecipanti in ambienti sociali, scolastici e familiari); linguistici (uso in ambito comunicativo reale delle abilità linguistiche acquisite e verifica delle proprie competenze); ambientali

(visite guidate a luoghi di particolare interesse storico-artistico e naturalistico). Gli scambi culturali e linguistici consistono in soggiorni di una settimana durante la quale gli studenti frequentano la scuola con i loro partner, alloggiano presso le loro famiglie e prendono parte alle varie iniziative culturali organizzate dalla scuola ospitante. A questa fase segue, ai fini dello scambio di ospitalità, l’accoglienza per una settimana degli studenti e docenti della scuola gemellata. Durante la settimana di visita degli studenti inglesi, accompagnati da tre docenti della loro scuola, si sono alternate visite guidate nei dintorni e provincia a lezioni in classe, con momenti culturali e presentazioni in power point dei luoghi visitati, preparati dagli studenti. L’attività si è conclusa con uno spettacolo finale, con canzoni, recite e danze tradizionali, che gli ospiti hanno apprezzato particolarmente. La lingua inglese è stata la lingua per la comunicazione durante le varie attività. La visita a Dagenham (Greater London) degli studenti italiani sarà ricambiata nel prossimo anno scolastico (la data sarà individuata possibilmente tra ottobre e novembre). Essi saranno ospiti presso i loro corrispondenti e la scuola ospitante che ricambieranno quanto offerto durante il soggiorno in Italia.

SCUOLA

L’Ipsia nel Ghota del giornalismo nazionale“Juniores” Al Concorso indetto dal Consiglio Nazionale Ordine Giornalisti, dove hanno aderito oltre 500 Scuole, 75 delle quali - 25 per ogni ordine e grado – c’era, oltre al liceo Oliveti Panetta, anche l’Istituto Statale per l’Industria e Artigianato di Siderno/Locri. A ritirare il premio, in quel di Cesena, c’era una piccola delegazione guidata dal dirigente scolastico Gaetano Pedullà, composta da alcuni studenti della redazione di “Professional… mente” e dalle Professoresse Daniela Callea e Miranda De Agostino. «Tale riconoscimento ci onora e ci gratifica – questo in sintesi il concetto espresso della delegazione dell’I.P.S.I.A. al momento della premiazione - in quanto testimonia l’impegno del nostro Istituto Professionale, al pari di tanti altri prestigiosi Istituti scolastici insigniti del riconoscimento, nel promuovere una formazione degli allievi capace di coniugare una solida base di cultura generale con un più specifico addestramento professionale. Un piccolo e significativo progetto editoriale che, nato nel ricordo della compianta Professoressa Silvana Manti, è il frutto di una comunione di intenti del corpo Docente, mirante a fare degli studenti dell’I.P.S.I.A. una comunità di cittadini attivi nel contesto locale. Questa terza edizione, la cui linea editoriale è stata connotata dall’hastag “#locrideilsolenelcuore”, testimonia la volontà di riscatto di una comunità educante da tutto ciò che continua a deturpare un territorio ricco di bellezze naturali, carico di storia e ricco di tradizioni popolari. La pubblicazione del giornalino scolastico da parte dell’IPSIA vuol essere pure un modo per ripercorrere le tappe di un cammino compiuto assieme all’interno della comunità scolastica attraverso le tante attività scolastiche ed extra scolastiche promosse dall’Istituto, nel corso di un intero anno scolastico, al fine di favorire la crescita integra-

le di ogni studente, sia sul piano umano che professionale». Anche l’assessore alla pubblica istruzione del Comune di Siderno, Ercole Macrì, si è espresso sull’importante riconoscimento: «Pensavo che il premio fosse stato riconosciuto solo al Liceo Oliveti-Panetta-Pitagora, a una settimana di distanza apprendo invece che anche un’altra scuola della Locride vola alta nel firmamento del giornalismo “Juniores” nazionale. Questo raddoppia la mia gioia, in quanto registro, per l’ennesima volta, che i nostri studenti macinano idee a pieno regime, hanno talento, e oggi, più di ieri, hanno la possibilità di rovesciare le umiliazioni di un territorio in qualcosa di positivo, di trasformarle in sana adrenalina e di provocare un soprassalto, uno scatto in avanti che cambi il corso della nostra Storia. Complimenti».

Invasioni digitali al Parco archeologico di Locri A colpi di hashtag, fotografie e brevi video gli invaders di tutta la provincia si sono ritrovati lunedì primo maggio, al Parco Archeologico di Locri Epizefiri per diffondere, su tutte le piattaforme social, dai propri profili, le meravigliose testimonianze storiche di cui disponiamo. L'idea, proposta alla piattaforma nazionale “Invasioni Digitali” dai coordinatori del movimento “Il Papavero”, è stata condivisa dalla direzione del Museo Nazionale di Locri e da numerose associazioni della Locride. L’idea di fondo è quella di promuovere l’immenso patrimonio culturale locrese attraverso internet e in particolare sui social media, un modo per diffondere in maniera “virale” le immagini dei nostri musei e dei luoghi di cultura. Un'immersione dentro le radici storico culturali di una Locri affascinante e senza tempo.

Coppa del mondo di arti marziali: la Locride sbaraglia tutti L’Accademia Arti Marziali, difesa personale e kickboxing del maestro Giuseppe Cavallo, con sede a Caulonia, trionfa alle finali della Coppa del Mondo di Arti Marziali e kickboxing IAKSA, svoltesi a San Marino sabato 29 aprile. L’evento ha registrato la presenza di oltre millecinquecento atleti, e una ventina di nazioni qualificatesi alla fase finale. Gli atleti del maestro Cavallo, supportati dalla presenza del maestro Nicola Geranio e dell’allenatore Rocco Garelli, hanno conquistato un “bottino” senza precedenti: 18 medaglie d’oro, 18 d’argento e 22 di bronzo, risultando la squadra che ha vinto più titoli.



CULTURA E SOCIETÀ

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I FRUTTI DIMENTICATI

A CURA DI ORLANDO SCULLI E ANTONINO SIGILLI

Pirus communis L.- Famiglia rosacee

Gambili Donna Q

uesta varietà di pero veniva denominata a Bova, secondo la testimonianza del defunto poeta contadino Bruno Casile di Cavalli di Bova, Gambili Donna, di cui non si conosceva il significato sicuramente greco. Nei paesi circonvicini, da Bova, dove non esiste più, fino a Ferruzzano, dove è stata salvata in extremis, prelevando gli innesti dall’ultimo pero ormai morto, veniva chiamata Gambi di donna. Altrove si ritrovava sporadicamente oltre i crinali aspromontani nell’area di Santa Cristina e Delianova, che ricorda nel nome la sua discendenza da Delia, l’insediamento ellenico nel comune di Bova Marina, distrutta nel VI sec. d.C, mentre sicuramente l’area di diffusione privilegiata era quella dei greci di Calabria e specialmente la Chora di Bova. Senza dubbio la denominazione riferita a una parte del corpo femminile le venne data per assonanza in tempi recenti, dato che nei dialetti calabresi, anche a tutt’oggi, donna si dice “fimmana". Tempo fa ne chiesi notizie al possessore dell’ultima pianta in assoluto di tutta l’area, Salvatore Talia di Ferruzzano, al quale riferii che la vera denominazione, anche nel passato più recente, era quella di Gambili Donna, ma egli rispose con assoluta determinazione che la vera è solamente Gambi di donna, in quanto il colore delle pere sono bianche come le gambe di una donna e anche perché il peduncolo della pera è lungo come le gambe di una donna appunto. Gli risposi con un leggero tono d’ironia che il peduncolo della pera in questione è lunghissimo, più della pera stessa, e nello stesso tempo fortemente inarcato nella maggior parte dei frutti, quindi non paragonabi-

li alle gambe di una donna, a meno che non si tratti di una donna dalle gambe molto storte. Il periodo di maturazione era collocato negli ultimi giorni di giugno e nella prima decade di luglio, il periodo più cruciale della mietitura, che ovviamente veniva effettuata a mano semplicemente con le falci. Era molto duro lavorare al sole cocente, con un arma-

mentario essenziale costituito dalla “Pettera”, un grembiale di cuoio che arrivava oltre i ginocchi e che serviva a proteggere la parte del corpo più esposta alla falce che poteva scivolare dagli steli di grano, agguantati con la mano sinistra e andare a finire su qualche parte del corpo stesso. Per proteggere le dita delle mani da un’eventuale feri-

Datemiunlibroevi costruiròunpalazzo In architettura si ha a che fare con problemi quali: idee da trasmettere, una struttura che sorregga il tutto, sequenze di spazi, funzioni, e così via.Nella scrittura e nella letteratura, le questioni sono simili, per certi versi, o comunque non molto dissimili. Nel descrivere testi letterari si usano spesso metafore architettoniche, a partire dall’architettura del romanzo. Parlare di «costruzione di un testo» rende bene l’idea del laborioso atto di concatenare una parola all’altra. Perché non pensare allora di progettare un’architettura la cui struttura sia basata su un’opera letteraria?Vi faccio notare come certi strumenti della composizione architettonica possono essere trasferiti alla narrazione, e viceversa. Cos’è uno spazio? Cosa sono e cosa possono significare le sequenze di spazi di una qualche architettura? C’è (o anche: è bene che ci sia?) una gerarchia nella distribuzione dei volumi? Nel pensare ai collegamenti tra spazi, potremmo pensare anche ai collegamenti tra i personaggi di una storia, di un racconto o di un romanzo? Nel creare gli spazi o i volumi, si potrebbe pensare che ciascuno rappresenti un personaggio? E nel pensare ai loro collegamenti, si potrebbero immaginare le loro relazioni? In che modo sospensioni, attese, sorprese e voce narrante possono essere trasmesse spazialmente? Perché si dice di un testo che“sta in piedi”?

ta c’erano i “jiditali” ossia dei pezzi di canna in cui s’infilavano separatamente le dita. Il grano veniva falciato a “Jèrmita”, manipolo, la quantità che entrava nella mano sinistra aperta, che veniva velocemente legata con steli del grano falciato e buttata a terra; dietro operava un altro mietitore, che raccoglieva i manipoli a dieci a dieci, legandoli assieme con gli steli mietuti del grano; i dieci manipoli legati assieme si chiamavano “gregna”, che a loro volta venivano radunati in “rote”, covoni. Le pere della Gambili Donna erano un sollievo per i mietitori che si addolcivano la bocca arsa dalla fatica e dal sole, assieme alle ultime albicocche e ai fioroni “gotti o botti” che cominciavano a maturare. Certamente ogni tanto si beveva “a fontanella” dalla “bumbulotta”, orcio grande di cotto, che veniva tenuto sotto l’ombra di un albero, mentre si beveva il vino dal “trumbunello”, orcio di coccio invetriato sia all’esterno che all’interno, per cui non trasudava; esso era comune a tutti i mietitori, mentre alcuni si portavano il recipiente personale, la “stracozza”, piccolo orcio ugualmente invetriato come il precedente e schiacciato a forma di piccola tartaruga. Il vino intontiva, ma dava una forza nuova per cui i mietitori facevano il loro lavoro senza più sentire il caldo, protetti dalle insolazioni, dai cappelli di paglia a larghissime tese. Oltre le Gambili Donna, in questo periodo maturavano le Reginelle, le pere Melone e cominciavano a maturare le pere Angeliche. Le pere Gambili Donna hanno la polpa candida e sono leggermente aromatiche, un po' meno delle altre tre varietà sopra accennate che hanno un sapore fortemente aromatizzato.

PASQUALE GIURLEO PROBABILMENTE ARCHITETTO

Nel romanzo La chiave di Jun’ichiro Tanizaki, un uomo decide di descrivere nel suo diario la vita sessuale e i desideri erotici che ha, e che da tempo reprime, nei confronti di sua moglie. Sperando che lei legga, lascia scivolare per terra la chiave del cassetto dove tiene nascosto il quaderno. Vista la chiave, la moglie capisce le intenzioni del marito e inizia a sua volta a tenere un diario nel quale, sapendo che lui lo troverà e lo leggerà, scrive subito, per fuorviarlo, che mai leggerà di nascosto il suo diario. Gli animi dei due coniugi, che abitano lo stesso spazio e condividono la propria vita, non si incontrano mai, né cercano di conoscersi se non attraverso le letture incrociate dei reciproci diari. Si sovrappongono senza mai legarsi. I diari sono solo apparentemente pieni di segreti e di verità, perché le parole usate sono calcolate pensando all’altro che le potrà leggere. A noi lettori, che abbiamo accesso a entrambi i diari e a null’altro, tutto ciò viene presentato in modo trasparente, diretto e cronologico, a partire dalla prima riga dove, un capodanno, il marito scrive: «Quest’anno mi voglio accingere a scrivere liberamente d’un tema che in passato esitavo persino a menzionare, qua sopra». L’esperienza della lettura è una continua alternanza emotiva tra le due sfere, sia inconciliabili e lontane, sia sovrapposte e connesse. Finiamo per trovarci sempre e solo in mezzo, mai nell’una o nell’altra. Sappiamo e scopriamo di tutto, ma allo stesso tempo non abbiamo la percezione di quale sia la realtà – non sapremo mai se ciò che leggiamo è vero. La struttura architettonica costruita sulla composizione del vero e falso e dell’inaccessibile, è apparentemente un edificio singolo e unitario. In realtà si tratta di due edifici, ciascuno composto da una grande parete dorsale, i cui piani a sbalzo scivolano, sfiorandosi, gli uni all’interno degli altri, come le pagine di due libri. I piani del doppioedificio quindi si alternano – è come se la struttura di sinistra avesse solo piani pari, l’altra solo dispari, o viceversa. Per andare da un piano al successivo, ad esempio dal quinto al sesto, bisognerà scendere, uscire, entrare nell’altro edificio e risalire. È uno sforzo immane e apparentemente senza senso: occupare lo stesso spazio fisico, intersecarsi, vedere il livello più prossimo a portata di mano – o di scala mobile o di rampa – ma non avere altro modo di arrivarci se non uscendo e rientrando. Finiremo anche noi per scegliere di restare solo in uno dei due edifici, allontanandoci così definitivamente dall’altro.


RIVIERA

Cronaca sociale Giorgio Botta accompagna l’amico giornalista Giampaolo Latella verso nuovi traguardi da raggiungere all’interno del Rotary Club calabrese.

2 Albanese a prezzo di uno Oltre allo stesso cognome esercitano persino la stessa professione: Pino a destra e Gianluca a sinistra sono i due più noti personaggi del giornalismo sidernese. L’informazione di qualità parla proprio Albanese!

Poesia pensionistica Dopo una vita completamente dedicata al duro lavoro, i pensionati Cosimo, Ernesto e Salvatore, seduti su una panchina a Siderno, si dilettano nella declamazione di poesie dei nostri avi.

Nuova vita lavorativa Chiara Calautti, neo dottore commercialista, festeggia con il presidente dell’ordine e i suoi amici più cari questo nuovo traguardo professionale.

Carbonella si sposa? Il noto politico sidernese posa assieme alla presentatrice Bluette che, insieme a Geni Blefari, è balzata spesso agli onori della cronaca mondana comprensoriale.

Visita cantata Ripeschiamo questa settimana questa bella foto della Nazionale Cantanti/Attori in compagnia della presidente Maria Paola Sorace, anche loro in visita nelle cooperative della Locride.

Assessori autisti Ancora scampoli dei partecipanti della partita della Legalità di San Luca. In questa foto esclusiva Fabrizio Frizzi, Clementino e due dei responsabili della nazionale cantanti tornano verso l’albergo in auto assieme all’ex assessore Francesco Galea.

La vecchia guardia Antonio Romeo, Giacomo Carabetta, Luigi Romeo e il sindaco Pietro Fuda sanno ancora come intrattenere i nostri ragazzi raccontando le vicissitudini di una Siderno che non c’è più.

United Colors of Salvini Impazza sui social l’ironia relativa alle foto del “Salvini dormiente” diffuse dalle pagine web del politico leghista. Ve ne proponiamo la versione molto “Benetton”, inneggiante all’amore a tutto tondo e privo di discriminazioni. Come quello che solo Salvini sa dispensare.

Geracesi DOCG Piero Multari posa in compagnia del senatore Fimognari a pochi minuti dall’inizio di un importante convegno tenuto nel borgo più bello del comprensorio.

Ti piaci u gelatu! Andrea e Mario Spataro approfittano delle festività per tornare a Siderno anche per gustarsi un gelato di qualità, con espressione di evidente godimento.


SETTIMANALE

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Una cornice da sogno per Ei fu, il Ballo delle debuttanti siccome ignobile...

Sabato 29 aprile ha avuto luogo la terza edizione del Ballo delle Debuttanti Calabria in una cornice da sogno, l’Hotel Parco dei Principi di Roccella Jonica (RC). Una serata indimenticabile ed emozionante all’insegna della classe, eleganza e stile sulle coreografie di Andreina Tassone di Dancing for You di Riace Marina, insegnante di ballo e portamento oltre che coregrafa dell’evento, sulle note di famosi valzer e quadriglie. Gli addobbi floreali e i bracciali delle debuttanti sono stati realizzati da Ilario Fiori di Caulonia. Silvana Pelle ha offerto ad ogni ragazza uno splendido girocollo della Collezione “Sole” realizzato appositamente per la manifestazione, Ciccio’s band ha accompagnato la serata con la sua musica e Giusy Di Bartolo ha esguito il brano della performance di ouverture degli allievi di Dancing for You di Andreina Tassone. Le acconciature di Francesco Lukà e il make up di Stefania Loccisano di Marina di Gioiosa Jonica. La navetta Lamezia Roccella J. a cura di Full Travel. L’organizzazione è stata affidata alla No Profit APEVCO, capitanata da Giovanna Pratesi ed il suo staff, un

team che già da 7 anni è impegnato con il Ballo delle Debuttanti di Stresa, sul Lago Maggiore (Piemonte), un evento di portata nazionale, il Ballo più antico d’Italia ed uno dei più noti e prestigiosi che si è recentemente concluso con grande successo. Tredici le protagoniste che, emozionatissime, hanno disceso l’imponente scalinata vestite con il sontuoso abito bianco realizzato da Aldo Gentile Boutique di Taverna (CZ).

ConVersando...

Rubrica di enologia a cura di Sonia Cogliandro

“Lamezia” un vino narratore che sprigiona energia Nell’area della Piana di Sant’Eufemia, alle falde meridionali del massiccio del Reventino, dove la coltivazione ha origini antichissime (risalenti addirittura ai Fenici), le estati calde e assolate favoriscono la produzione di vini che si distinguono per una spiccata personalità e un deciso carattere varietale. Seconda sola a Cirò come territorio intensamente vitato, l’area di produzione della denominazione di origine controllata “Lamezia” si estende su nove comuni della provincia di Catanzaro: Curinga, Falerna, Feroleto Antico, Gizzeria, Francavilla Angitola, Maida, Pianopoli, Lamezia Terme, S. Pietro a Maida. Un paesaggio modellato da filari di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Greco Bianco, Greco Nero, Gaglioppo, Magliocco e Marsigliana Nera che generano vini nelle tipologie di bianco, rosso, rosso riserva, novello, rosato, passito, spumante, spumante rosato, Greco, Greco nero, Gaglioppo, Mantonico. Il classico della DOC è il vino Lamezia Greco, vitigno specchio della cultura e dell’essenza stessa del Mediterraneo, più adatto a sopportare il clima estivo particolarmente torrido di questa zona. Questo vino è un grande narratore e se lo sappiamo ascoltare, nel bicchiere (ma non solo), ci raccon-

terà tante storie legate ai paesi da cui proviene, all’attenzione verso la tradizione, al rispetto del tempo, all’amore per il territorio, agli usi e alle abitudini della gente che in quei luoghi dimora o ci è vissuta in passato e che a quel nettare e a quelle terre è annodata. Esprimerà in purezza il suo forte carattere varietale tramite l’invincibile dote di mineralità. Colorerà il bicchiere di giallo paglierino scarico con lievi riflessi verdolini. Nel guardaroba della memoria olfattiva riesumerà note di glicine, albicocca matura, agrumi, fiori d’acacia e mela golden, insieme a sentori di pesca bianca e nespola, dando la sensazione della fioritura e della vita al mio cervello ammorbidito e fertile. L’assaggio sarà fresco e armonico, con numerosi rimandi fruttati e un preciso finale sapido e delicatamente fruttato.

Cavalieri delle “principesse per una notte” sono stati i giovani dell’Associazione Nazionale Ex-Allievi della Scuola Militare Teulié di Milano, una consolidata collaborazione già presente nella scorsa edizione e gli ufficiali e i sottoufficiali della Capitaneria di Porto. Sono stati inoltre raccolti fondi nella serata del Gran Galà in favore di LILT (Lega Italiana Lotta Tumori sezione di Reggio Calabria).

BRIGANTESSA SERENA IANNOPOLLO Passàu i pocu u 5 maggiu, ed è na data tristi pe’ nui, genti du Mediterraneu, pecchì ‘nta chigliu jornu nu mercenariu, assassinu e stupratori salpava i Quarto pemmu veni u ‘ndi condanna a ‘na morti lenta e infinita, chi ancora mò non vidi fini. ‘Nte libri i scola ‘ndi dissiru ca fu n’eroe, ma a verità è ca “menza recchia” si vindìu all’inglesi, chi pagaru bonu sta spedizioni infami, pecchì ‘ndavìanu motivi pemmu sgretolanu nu regnu millenariu e indipendenti i tutti l’atti. Infatti l’Inghilterra ‘nta chigli tempi ‘ndavìa vantaggi limitati supa a Sicilia pe’ curpa dì decisioni du rre borbonico Ferdinando II, e fu chistu u motìvu pemmu si arma ‘na guerra vera e propria cuntra u “Regno delle due Sicilie”. U sgretolamentu du regnu dassava all’inglesi cchiù libertà economica ‘nta Sicilia. E pe’ chistu nascìu a Londra u “Garibaldi Italian Fund Committee” pemmu si reperìsciunu omini e sordi pa’ spedizioni ‘nta penisola, e si vindìru puru gadgets ca’ facci i Garibbardu (spille, profumi,ritratti, biscotti...). I sordi e a gloria i Garibbardu ‘ndi custaru caru, pecchì perdimma a speranza pe’ nu futuru megghiu i chistu. Non potìmu mai sapiri sì era megghiu o peju i chistu. Cocchi cosa mi dici ca u futuru i sta terra era megghiu ‘nte mani i atti ca non ‘nta mani savoiardi. ‘Na beffa du destinu vorzi ca ‘nta u jornu i l’indipendenza di’ Stati Uniti d’Ammerica, u 4 lugliu, nascìa “menza recchia” . E natta beffa volìa ca u 2 giugnu, jornu da nascita da repubblica itaGliana, morìa.



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