Riviera n° 20 del 14/05/2017

Page 1



CONTROCOPERTINA

CICLISMO

www.larivieraonline.com

DOMENICA 14 MAGGIO

3

Giovedì, dopo 12 anni, il Giro d’Italia è tornato a Reggio per l’attesissima partenza della 6ª tappa. La grande festa rosa, preparata con grande cura dall’Amministrazione Metropolitana e dalla Regione Calabria, nonostante la giornata non particolarmente serena ha richiamato migliaia di tifosi e curiosi, consegnando alla nazione l’immagine di una terra bellissima, unita e desiderosa di ospitare più eventi di questo tipo… anche solo per avere la scusa utile ad asfaltare un po’di buche!

Reggio

torna a vestire il rosa del Giro Il Giro d’Italia torna nel Reggino dopo 12 anni ed è subito festa. Reggio Calabria si è tinta di rosa per giorni, in attesa di un evento che ha risvegliato lo spirito sportivo di migliaia di Calabresi, accorsi sul lungomare Falcomatà per assistere alla partenza di una carovana che non metteva piede nel capoluogo dall’ormai storica crono del 2005. «Davvero una grande emozione, un’opportunità straordinaria per la Città -ha dichiarato il sindaco Metropolitano Reggio si è colorata di rosa e si è respirata una splendida atmosfera.» La 6ª tappa del Giro del centenario, avviata alle ore 11:30 di una giornata plumbea da Giuseppe Falcomatà in persona, dall’Arena dello Stretto ha condotto i corridori, attraverso un percorso sostanzialmente pianeggiante, fino alle Terme Lunigiane, dove a tagliare il traguardo per primo è stato lo svizzero Silvan Dilier in seguito a una pedalata di 4 ore 58 minuti che non ha impedito alla maglia rosa Bob Jungels di mantenere la testa della classifica generale. «Al villaggio di partenza, sul Lungomare Falcomatà, ci saranno i segni della Reggio migliore» aveva dichiarato l’Ufficio stampa della Città Metropolitana e, tutto sommato, così è stato. L’immagine di una Calabria desiderosa di riscatto, in fondo, passa anche da un evento sportivo che dia la giusta visibilità alla nostra

splendida terra. E le decine di striscioni comparsi lungo i 217 chilometri della tappa per invocare un ritorno dei corridori anche per il prossimo anno perché, in fondo, sono ancora tante le buche da asfaltare nei nostri paesi, sono la perfetta immagine di un territorio che ha imparato a fare di necessità virtù, che mette da parte le polemiche per godersi la festa e, tuttavia, non dimentica mai di essere stato, negli anni, spesso bistrattato da istituzioni. Il passaggio del Giro, insomma, è stata una festa dello sport e, come ha dichiarato il Consigliere di Amministrazione dell’Università Mediterranea, uno spot eccezionale che ha mostrato a tutta Italia le bellezze naturali della nostra Regione, quasi sempre additata dalla stampa nazionale come un cancro del quale evidenziare solo le bruttezze. Anche Giovanni Nucera, consigliere regionale delegato allo sport, ha vissuto da protagonista questa giornata davvero speciale, durante la quale si è detto onorato di poter portare il saluto delle istituzioni ed estremamente contento di aver visto il sano coinvolgimento di tutta la comunità in questa festa unica nel proprio genere. «Lo sport - ha dunque ricordato Nucera in un suo successivo intervento - oltre ad essere importante per dare slancio alla vita delle nostre comunità locali offre sane occasioni di crescita per nostri giovani ed è un forte antidoto contro la disgregazione sociale. Per questo le Istituzioni hanno il dovere di incentivare e sostenere

concretamente tutte le realtà operanti nel territorio, che nonostante i grandi sacrifici riescono a eccellere in diverse discipline». La Calabria che eccelle nello sport, in un’occasione come questa, non possiamo che ricordarla facendo il nome di Roberto Sgambelluri, sidernese nato a Melito Portosalvo che di Giri d’Italia ne ha fatti ben cinque tra il 1997 e 2001 dopo aver vinto il Giro dilettanti del ’96. Al suo primo Giro Sgambelluri vinse proprio la 6ª tappa, per poi conquistare il Trofeo scalatore a quello successivo prima di classificarsi 10° nel Giro del ’99. La 6ª tappa del Giro 2017, invece, è stata dedicata dall’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria al ciclista Michele Scarponi campione dell'Astana tragicamente scomparso in un incidente stradale poche settimane fa mentre si allenava proprio per l'avvio della carovana rosa. “Chi vive nel cuore di chi resta, non muore mai”, recitava uno striscione posizionato sulla facciata del Grande Albergo Miramare, mentre Falcomatà spiegava alla stampa perché era giusto dedicare la tappa a chi quella corsa avrebbe voluto correrla e non ha potuto farlo. «È stata davvero una splendida giornata - ha affermato il primo cittadino - alla quale Reggio ha voluto partecipare ricordando un campione come Michele Scarponi, grande professionista innamorato di questo sport, il cui ricordo rimarrà indelebile nella storia del Giro e del ciclismo mondiale. Questa festa è anche sua». Jacopo Giuca


www.larivieraonline.com

ATTUALITÀ

DOMENICA 14 MAGGIO

4

L’incontro con l’assessore Rizzo dà Politica e fiducia a Fuda e spaventa l’opposizione spazzatura

Reclamato dalla presidenza dell’Assocomuni della Locride, mercoledì mattina si è svolto un incontro con l’assessore all’ambiente regionale Antonietta Rizzo, che ha affrontato approfonditamente le problematiche che affliggono Siderno. Un fraintendimento della stampa, tuttavia, ha fatto sorgere dubbi nell’opposizione che ha dato credito alla notizia, errata, della costruzione di un nuovo impianto per lo smaltimento dei rifiuti nella nostra città.

GIUDIZIARIA

Mercoledì mattina, al Comune di Siderno, si è svolto un incontro tra l’Assocomuni della Locride e l’assessore Regionale all’ambiente Antonietta Rizzo. Il confronto, fortemente voluto da Franco Candia e Rosario Rocca per affrontare di petto la sempre pressante questione ambientale e le mai veramente risolte emergenze relative alla depurazione, ha permesso ai primi cittadini del comprensorio di esporre le problematiche, le difficoltà e le emergenze relative alla raccolta dei rifiuti, all’introduzione della differenziata e alla pulizia di spiagge e acque marine in vista dell’imminente stagione estiva. Capitolo a parte, inoltre, è stato dedicato a Siderno, ai problemi odorigeni provocati dall’impianto di San Leo, alla sicurezza delle falde acquifere e alla ancora irrisolta questione della ex BP. Nel suo breve intervento introduttivo, l’assessore Rizzo ha illustrato le nuove norme relative alla gestione degli impianti di smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani, che verrà presto demandata direttamente ai comuni, e sottolineato l’importanza di lavorare in sinergia al fine di ridurre al minimo le difficoltà di raccolta e trattamento soprattutto nei centri più piccoli. Dopo aver ringraziato i sindaci dei comuni che hanno già fatto fronte a enormi difficoltà pur di mettersi al passo con l’introduzione e l’implemento della differenziata porta a porta, l’assessore ha sottolineato l’attenzione che la Regione Calabria intende porre sulla questione miasmi che affligge la contrada San Leo di Siderno, il cui impianto per il trattamento dei RSU verrà implementato con una struttura utile all’essiccazione della componente organica al fine di eliminare definitivamente i cattivi odori che tanti disagi creano ai cittadini. Proprio l’affermazione relativa all’istallazione di questo nuovo macchinario presso l’impianto di separazione, fraintesa da alcuni organi di stampa che hanno erroneamente riportato la notizia dell’imminente realizzazione di una vera e propria discarica, ha procurato grande allarmismo tra la cittadinanza e l’opposizione che, attraverso due distinti comunicati a firma Pietro Sgarlato e Giuseppe Caruso, dando per vera la notizia, ha giustamente protestato in merito a un presunto accordo arbitrario del primo cittadino con la Regione Calabria in merito alla realizzazione di impianti di digestione anaerobica su suolo comunale (possibilità sulla quale peral-

L

I dato rea e

tro la giunta si era già detta contraria all’unanimità durante il consiglio comunale del 28 marzo scorso). Negli accordi sottoscritti tra Siderno e la Regione, ha assicurato Fuda in risposta a quei comunicati, non esiste infatti alcuna voce relativa a questa possibilità, mentre sarebbero già state risolte le pratiche relative all’intervento in loco di un gruppo di esperti che ha affrontato la problematica delle esalazioni dell’ILVA a Taranto che, muniti di naso elettronico, quantificheranno con assoluta precisione il grado di salubrità dell’aria di contrada San Leo e suggeriranno i provvedimenti più efficaci per ovviare rapidamente al problema. Per migliorare ulteriormente la condizione socioeconomica dei comuni, ha invece sottolineato l’assessore Rizzo durante l’incontro di mercoledì, resta indispensabile la sottoscrizione di tutti centri all’Ambito Territoriale Ottimale e la collaborazione attiva nella realizzazione di un percorso che, attraverso il confronto diretto, permetta di comprendere i problemi e affrontarli tempestivamente. Da ciò dipenderà, inoltre, l’edificazione, alla periferia di Reggio Calabria, di un digestore che trasformi i RSU in energia pulita in grado di servire l’intero ambito della Città Metropolitana e di rendere anche il nostro comprensorio indipendente a livello energetico. Il sindaco Fuda si poi detto confortato dalla notizia che, in seguito ai solleciti dell’Amministrazione Comunale di Siderno, sia ormai imminente un iniziativa regionale che garantisca l’abbattimento delle spese per lo smaltimento dei fanghi della depurazione. Trovando il modo di smaltire i fanghi in zona, evitando dunque di trasportarli, come accade oggi, fino a Catania, le amministrazione responsabili dei depuratori consortili confidano nell’abbattimento delle spese di gestione e in una più efficace opera di manutenzione che limiti una volta per tutte i disservizi. Grande soddisfazione, infine, è derivata dal confronto tra la Rizzo e il Comitato di Pantanizzi, durante il quale l’assessore ha parlato di tutte le misure necessarie ad affrontare in maniera definitiva il problema dei fusti dell’ex BP e dell’inquinamento delle falde acquifere, per discutere più approfonditamente dei quali tornerà a Siderno, assieme ai vertici dell’ARPACAL, mercoledì. Jacopo Giuca

di Franco Crinò

Bisticcio in tv tra Panucci e Spalletti (il motivo la sostituzione di Dzeko a un quarto d'ora dalla fine della partita): il primo, "sei poco corretto, la Roma stava vincendo 4 a 1 e il centravanti è in lotta per vincere la classifica cannonieri"); il secondo, "non ho voluto affaticarlo, ma mi stai dicendo che sono scorretto?" "No, poco corretto" " E quindi scorretto?" "No, poco ... " E così per 10 inutili minuti ... Era la stessa cosa, la stessa parola! Mi sono ricordato di un episodio al Liceo: per guadagnare tempo e non farci interrogare, "tenemmo" la giovane insegnante di filosofia per un'ora, lei sostenendo "qui siamo difronte a una differenza formale" e noi "si, formale, pero'...". Tornando a Spalletti, per nulla impressionato dalle sue parole sul caso Totti "Per vincere, cosa che mi chiedono, debbo schierare gli undici migliori e Francesco non lo è più...anche se è stato il numero 1", Cesare Lanza scrive "Quell'allenatore è insopportabile, parla (e si muove) come un filosofo ispirato, ma sa bene che una partita può dipendere da un ciuffo d'erba, da un rigore mal concesso, da un pallone fuori dalla porta di qualche centimetro... e la goduria che ci da il calcio tocca vette alte se possiamo dedicare una standing ovetion, facendolo entrare in campo solo per cinque minuti, a un numero 1 del calcio". Oscilliamo tra il desiderio di un giusto tributo al campione e i calcoli pratici di gestione della squadra. Giù, come si vede, ad usare, parole, perifrasi, granelli di differenza. Ma se lo fa pure l'Istat! E i numeri dovrebbero per definizione parlare chiaro. Eppure “Il PIL cresce ma decelera", "L'Iva aumenterà ma meno del previsto", "Le stime sull'occupazione sono stabili (nella loro percentuale negativa) ma sono tanti i giovani che hanno smesso di cercare lavoro". George Orwell avrebbe chiamato questo "diminuire" la verità "stupidità protettiva". Non è meglio dire le cose chiaramente come stanno?

la neolingua

L'attività investigativa svolta nell'ambito di un recente procedimento penale della Procura distrettuale di Reggio Calabria trae spunto dalle risultanze compendiate in alcuni gli atti incentrati sulle attività illecite commesse dagli affiliati all'organizzazione criminale di tipo mafioso facente capo ad una cosca operante nel territorio jonico-reggino, ed egemone nel comprensorio del comune di riferimento. Le amministrazioni comunali di quell’ente locale, che si sono succedute negli ultimi vent'anni, hanno dato prova di un legame interessato e continuo con esponenti di spicco della cosca in questione: infatti, l'infiltrazione mafiosa ha interessato tanto la giunta comunale retta da un sindaco di alcuni anni addietro quanto quella, di più recente insediamento. Il monitoraggio di alcuni amministratori locali ha indotto gli investigatori a focalizzare l'attenzione verso alcuni imprenditori ed in particolare verso A.R., imprenditore operante nel settore dei rifiuti con l'intramontabile pallino per la politica. La sua contiguità con le cosche di 'ndrangheta avrebbe fatto sì che nell'arco degli anni la sua diventasse un'azienda leader nel settore e che, avvalendosi di imprenditori di pari spessore criminale e spregiudicatezza, riuscisse a monopolizzare il settore nell'ambito dell'intero territorio della provincia reggina creando un cartello di imprese che gode dell' avallo delle organizzazioni mafiose territorialmente competenti. Il “progetto criminale” viene sposato anche da un altro soggetto, già amministratore di un’altra società, in atto sottoposta ad amministrazione giudiziaria che, forte degli appoggi criminali di cui gode, consente al primo soggetto di travalicare persino i confini provinciali. Tale "cartello" si avvale altresì della compiacenza di funzionari pubblici appartenenti ad un’amministrazione provinciale nonché, a livello locale, degli amministratori comunali nei cui territori la società riconducibile a A.R. svolge il servizio di raccolta e trasporto rifiuti. I patti con gli amministratori e le alleanze strette con le cosche mafiose saranno alla base della fortuna economica del sodalizio dei due imprenditori. Questa tesi investigativa è avvalorata, oltre che dal contenuto delle intercettazioni, dalle dichiarazioni rese da un collaboratore che con i predetti imprenditori, prima di intraprendere il percorso collaborativo con la magistratura, ha intrattenuto rapporti d'affari. Insistono, inoltre, alcune intercettazioni fra le quali quella in cui un soggetto racconta di essere arrivato a redigere di proprio pugno le determine e tutti gli atti amministrativi di competenza dell'ufficio tecnico del comune di riferimento (...allora c'era un confronto, ci sedevamo, decidevamo, si operava...ora con te pare che non c'è un Comune - gli ho detto io - cioè devo fare tutte le cose da solo io, non è che devo fare il Comune io...no!.. .così non mi sta bene gli ho detto io - io voglio un funzionario comunale, io sono la ditta, tua longa manus sono del Comune, sì… però voglio la lettera, perché non posso fare le contravvenzioni, le determine, le disposizioni, gli orari non sono io abilitato a fare queste cose...non mi posso sostituire al Comune, anche se tu sei un amico, tutto quello che c… vuoi).



ATTUALITÀ

COPERTINA

Infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. Con questa motivazione il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Canolo.Nè sindaca, assessori o consiglieri sono mai stati inquisiti o condannati per mafia ma ciò, in un clima di giustizia sommaria, di sospensione sostanziale della democrazia, è un dettaglio di poco conto.

Fucilate “Tanto più si umilia una comunità, tanto più si mortifica la democrazia quanto più la ndrangheta avrà la possibilità di incunearsi nelle smagliature prodotte da una contrapposizione tra “Popolo”e Stato”

ILARIO AMMENDOLIA Nel giro di pochi giorni quatto consigli comunali ricadenti nella provincia di Reggio Calabria (Bova, Canolo, Laureana, Gioia Tauro) sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose. Alcuni per la terza volta! È la “lotta” alla mafia senza popolo operando dall’alto e senza avere il consenso delle comunità interessate. Una cosa è certa: non è per niente facile amministrare i nostri paesi. E non è scontato che una donna si cimenti in una tale impresa. Negli anni scorsi ci ha provato una giovane donna di Canolo, Rosita Femia, ma l’antimafia “dura e pura” l’ha politicamente lapidata. Per otto anni è stata l’espressione della sovranità popolare nel Paese dell’Aspromonte. Il suo popolo l’ha liberamente eletta, il governo l’ha cacciata, la “stampa” di regime “sputtanata”, una certa “opinione pubblica” colpevolmente rimossa e “dimenticata”. Ora Canolo è “normalizzata”! Privata dagli amministratori legittimamente eletti e consegnata a grigi burocrati che con Canolo non

hanno nulla da spartire. Sarà più forte la trincea antimafia dopo lo scioglimento? Tanto più si umilia una comunità, tanto più si mortifica la democrazia quanto più la ‘ndrangheta avrà la possibilità di incunearsi nelle smagliature prodotte da una contrapposizione tra “Popolo” e Stato. L’accusa che sta alla base dello scioglimento del consiglio comunale di Canolo è che l’ex sindaca e i consiglieri comunali sarebbero stati condizionati (o “infiltrati”) dalla ‘ndrangheta. Quando, come e dove non si sa! Resta il fatto che sindaca, assessori e consiglieri non sono mai stati inquisiti o condannati per mafia ma ciò, in un clima di giustizia sommaria, di sospensione sostanziale della democrazia, è un dettaglio di poco conto. La commissione di accesso non ha bisogno di prove, né di ascoltare i cittadini, né di mettere il sindaco e i consiglieri comunali in condizioni di difendersi da eventuali accuse. Come nell’Ancien Regime tutto avviene nelle “segrete stanze” in cui la burocrazia “segreta” decide tutto e dove i cittadini non contano assolutamente nulla. È questo il vero dramma che va ben oltre la vicenda amministra-

Il tridente avve “In Calabria bene e male non sono contrapposti, sono fusi. Finiamo tutti nella stessa buca: un biliardo atipico e deviante che suscitiamo e patiamo senza soluzione di continuità”

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Un tridente con azione di ipnosi e colonizzazione. Non è retto da Nettuno ma ha come scopo quello di farci diventare nessuno. È il potere unico e trino esercitato da chi ha deciso di fare della Calabria una vasta distesa di umanità sprecata. E così ha creato un blend letale: legge sullo scioglimento dei consigli comunali, interdittive antimafia e pubblicità negativa a volontà, capace di intrufolarsi anche nei comunicati stampa inviati quotidianamente dalle forze dell’ordine. “Sono state passate al setaccio le aree più degradate dei maggiori centri della locride, ove maggiore è la percentuale di soggetti dediti ad attività criminale” o, nella versione più recente, “di giovani e giovanissimi che si affacciano alla vita criminale”. Con questo preambolo le note dei

carabinieri annunciano l’elenco dei criminali che il più delle volte comprende persone denunciate per guida in stato di ebbrezza e per furto di energia elettrica, reati che non di rado, nella Locride, si ritrovano a essere inseriti nel roboante “piano di azione nazionale e trasnazionale denominato Focus ‘Ndrangheta”. Quello che a Roma, nel caso della denuncia per guida in stato di ebbrezza, sarebbe una violazione del codice stradale e, nel caso del furto di energia, un reato contro il patrimonio, nella Locride diviene una straordinaria operazione di lotta alla ‘ndrangheta. Perchè lì dove regna il degrado e l’unico “affaccio” possibile offre come “panorama” la vita criminale non può che trattarsi di ‘ndrangheta. Nessuna Compagnia di Carabinieri di qualsiasi altra area d’Italia, anche tra le più malfamate, annuncia il bollettino degli arresti facendo rica-

dere buona parte della responsabilità del reato al territorio di provenienza. In Calabria, e in particolare nella Locride, bene e male non sono contrapposti, sono fusi. Finiamo tutti nella stessa buca: un biliardo atipico e deviante che suscitiamo e patiamo senza soluzione di continuità, un dramma impersonale, a priori, finalizzato a generare un complesso di colpa, liquidando en passant un intero popolo. A riempire di supposizioni, ipotesi, se non addirittura invenzioni, gli iati tra un individuo e un altro, in Calabria intervengono le interdittive antimafia, ormai sfuggite ad ogni controllo, e la legge sugli scioglimenti dei comuni, che da trent’anni attende di essere modificata. L’interdittiva antimafia permette all’amministrazione pubblica di interrompere qualsiasi rapporto contrattuale con imprese che presentano un


www.larivieraonline.com

DOMENICA 14 MAGGIO

07

La commissione di accesso non ha bisogno di prove, né di ascoltare i cittadini, né di mettere il sindaco e i consiglieri comunali in condizioni di difendersi da eventuali accuse. Come nell’Ancien Regime tutto avviene nelle “segrete stanze” in cui la burocrazia “segreta” decide tutto e dove i cittadini non contano assolutamente nulla.

Rosita! tiva di Rosita Femia e che colpisce al cuore la Calabria e la nostra democrazia. Tanti anni fa sindaco di Canolo era Nicola D’Agostino, una persona che, in anni lontani, ho conosciuto nel PCI. Chi era Nicola D’Agostino? È sempre difficile dare un giudizio su una persona umana chiunque essa sia. Tuttavia non avrei dubbi nel definirlo: un “sindaco” un “comunista” e, sicuramente, un uomo della vecchia ‘ndrangheta. Quali di queste figure sia stata prevalente non saprei dirlo, ma quando da sindaco è stato mandato al confino di polizia nel Parlamento della Repubblica si scatenò una convinta battaglia in suo favore. In sua difesa scese anche uno storico della caratura politica e culturale di Rosario Villari. Difendevano la ‘ndrangheta? Tutelavano un “uomo di onore”? No! Difendevano la sovranità popolare e la democrazia. Partendo dal presente, legavano saldamente la “Sinistra” a un processo di trasformazione della società. Erano uomini temprati nella lotta, avevano sogni, nutrivano

elanato

speranze, si confrontavano nelle grandi sfide. Sicuramente si battevano contro la facile criminalizzazione del Sud, si opponevano alla logica di trasformare la questione sociale sanguinante in tutta la Calabria in mera questione criminale. Rispetto ad allora ci sono alcune differenze sostanziali. Quella più evidente è che Rosita Femia con la ‘ndrangheta non c’entra proprio nulla. Non lo dico io, lo certifica la “Legge”. Eppure nessuno la difende. In silenzio i “partiti”, i sindaci, le istituzioni democratiche, la stampa, gli intellettuali e, per molti di costoro, il silenzio sconfina nella viltà. Nella storia della Calabria le donne hanno avuto sempre un ruolo importante. Donne tenaci e coraggiose furono le nostre contadine che, nel dopoguerra, scrissero bellissime pagine di storia. Poi ci furono le vere e false eroine antimafia. Le ultime - cioè le false - decisamente prevalenti sulle prime. Oggi abbiamo una certezza: Rosita Femia è la prima sindaca della Locride sicuramente vittima dell’antimafia. Contiamo poco e valiamo meno ma non abbiamo dubbi da quale parte stare.

“Rosita Femia con la ‘ndrangheta non c’entra proprio nulla. Non lo dico io, lo certifica la Legge. Eppure nessuno la difende. In silenzio partiti, sindaci, istituzioni democratiche, stampa e intellettuali”

Non è retto da Nettuno ma ha come scopo quello di farci diventare nessuno. È il potere unico e trino esercitato da chi ha deciso di fare della Calabria una vasta distesa di umanità sprecata proponendo un blend letale: legge sullo scioglimento dei consigli comunali, interdittive antimafia e pubblicità negativa a volontà.

pericolo di infiltrazione mafiosa, a prescindere dalla commissione di un illecito e la conseguente condanna di titolari o dirigenti. Per dichiarare l’inaffidabilità di un’impresa è sufficiente un’inchiesta in corso ma anche solo una frequentazione sospetta, un socio “opaco”, una parentela pericolosa che potrebbe condizionarne le scelte. E in un territorio indicato come degradato e con un’alta percentuale di soggetti dediti ad attività criminale, il sospetto del cosiddetto “contaggio” è lì pronto a dichiarare colpevole chiunque. Così come risulta estremamente facile procedere allo scioglimento per infiltrazione mafiosa di un comune: nella gran parte dei casi persone oneste vengono trascinate a cuor leggero dietro le sbarre come i peggiori criminali per poi, magari, un giorno essere assolte.

È chiaro che siamo d’accordo sulla necessità sacrosanta di impedire le infiltrazioni mafiose nel tessuto sociale ed economico; quello che lamentiamo è, appunto, il cuor leggero con cui si sta liquidando la Calabria, e tutti i danni collaterali al mondo dell’impresa e del lavoro, oltre che al campo dei diritti. È inutile sedersi a un tavolo e perdere tempo a prospettare ipotesi di sviluppo se non prima si è neutralizzato il tridente avvelenato. È necessario denunciare quella falsa libertà con cui ci muoviamo per le strade e per gli anni e impedire che falsi ambasciatori arredino a modo loro il vuoto in cui viviamo, obbligandoci a scendere alla solita fermata, arrivando tardi ancora una volta.

“È chiaro che siamo d’accordo sulla necessità sacrosanta di impedire le infiltrazioni mafiose nel tessuto sociale ed economico; quello che lamentiamo è il cuor leggero con cui si sta liquidando la Calabria”


ATTUALITÀ

www.larivieraonline.com

DOMENICA 14 MAGGIO

08

Le sviste di Falcomatà Ha suscitato grande scalpore l’ultima nomina del sindaco metropolitano Falcomatà il quale avrebbe scelto come segretario generale della Città metropolitana Domenico Scuglia attualmente coinvolto nel processo per la bancarotta della società Proserpina di Vibo Valentia e già Segretario a scavalco della Provincia di Vibo, nel periodo in cui sono nate le condizioni del dissesto finanziario dell’ente. Con questo curriculum stava per finire alla corte di Falcomatà che, dopo essere finito sulla stampa nazionale, con un comunicato di replica, specifica: "Il Segretario è un funzionario pubblico, formalmente dipendente del Ministero dell’Interno e funzionalmente assegnato all’Ente locale richiedente. La nomina di assegnazione di Segreteria non è gestita

dall’Ente richiedente ma dal Ministero dell’Interno, Dipartimento per gli Affari Interni Territoriali Albo Nazionale dei Segretari Comunali e Provinciali, che ne cura l’avviso per dare l’opportunità ai segretari di manifestare l’interesse per la sede di Segreteria pubblicizzata. Successivamente il Responsabile dell’Amministrazione individua il soggetto sulla base delle manifestazioni di interesse pervenute e richiede al Ministero dell’Interno di effetuare “gli opportuni riscontri finalizzati all’accertamento del possesso dei requisiti previsti da parte del segretario individuato” e dà comunicazione del riscontro ai fini della nomina. Ad oggi non esiste un decreto di nomina da parte del Sindaco Falcomatà che, logicamente, al momento della richiesta al

Ministero di effettuazione “degli opportuni riscontri” non poteva essere materialmente a conoscenza di eventuali vicende giudiziarie dei diversi candidati". Ok, la nomina non era stata formalizzata ma Scuglia era comunque stato individuato dal sindaco metropolitano, che avrebbe potuto reperire le informazioni necessarie sul suo conto con una semplice ricerca su google. Per togliere le castagne dal fuoco, Scuglia rinuncia alla carica e al suo posto viene nominata la dottoressa Sabrina Ragusa, attualmente Segretario comunale presso il Comune di Giardini Naxos. Falcomatà, invece, resta ancora lì e non basta la parata del Giro D'Italia a far ben sperare in un futuro roseo per la Città Metropolitana.

Romeo ammonisce l’ANAS per i lavori sulla Giuseppe Lombardo Limina: «Non possiamo più tollerare ritardi» nuovo Procuratore Aggiunto di Reggio Calabria Durante l’incontro con l’assessore Rizzo c’è stato spazio anche per un breve fuoriprogramma di cui si è reso protagonista Seby Romeo. Il capogruppo in consiglio regionale del PD ha invitato i nostri sindaci a prendere parte a un tavolo di confronto in Prefettura per il quale è già stata avanzata richiesta e li ha spronati ad assumere una posizione ferma in merito alla possibilità che la consegna dei lavori di ammodernamento della galleria Limina da parte di ANAS slitti ulteriormente. «Il territorio non può permettersi che la galleria resti chiusa per altre settimane o mesi ha affermato Romeo - e, allo stesso tempo, considero una burla la soluzione di tenere chiusa la galleria anche nelle quattro domeniche del prossi-

mo mese. «Ormai - ha continuato il capogruppo - siamo alle porte della stagione estiva e un ulteriore slittamento dei lavori provocherebbe un danno enorme per il territorio, soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo. L’ANAS garantisca la consegna dei lavori nei tempi stabiliti con ogni mezzo (si raddoppi la presenza degli operai anche a costo di andare incontro a problemi sindacali, non mi interessa) ma non si attenda oltre per pretendere che le cose vadano come preventivato. Per questa ragione di mantenere una posizione unitaria e netta: non possiamo più sopportare né tollerare una situazione di questo tipo».

La quinta commissione del Csm ha proposto all’unanimità al plenum la nomina del sostituto procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, a procuratore aggiunto dello stesso Ufficio. La pronuncia del plenum dovrebbe avvenire a giorni. Lombardo è uno dei magistrati di punta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria dove, da anni, è impegnato in inchieste che riguardano le cosche della città, e i loro rapporti con il mondo della politica, dell’imprenditoria e della massoneria.

JG

CALABRESE PER CASO * di Giuseppe Romeo

Beni culturali e cultura del passato. Un’equazione non scontata Capita spesso di trovarsi, senza alcuna intenzione, in momenti della giornata in cui il tuo passato ti viene presentato e rappresentato in diverse circostante. Una di queste è, ad esempio, il ritrovarsi spettatori - dopo uno zapping muscolare alla ricerca di qualcosa da vedere - di un programma che inizia offrendoti la vista di un posto, una località che è dietro l’angolo di casa. Può accadere in molti modi, è vero, ma quello televisivo è sicuramente quello che colpisce nell’immediato il nostro immagginario immaginario per poi trascinarci in un viaggio virtuale senza uscire dalla porta e portandoci dentro casa ciò che forse non si è voluto notare passandoci vicino ogni giorno con un risultato: il costringerci a riflettere. La puntata di Rai-Storia sulla Calabria e sulla sua storia, su Squillace e le sue vestigia – seppur all’interno del format Viaggio nella bellezza - è stata una occasione per poter ritrovare qualcosa di noi stessi e di sentircela raccontare. Ecco: sentircela raccontare. Il racconto del passato di Rai-storia era il racconto mai narrato a noi stessi né a scuola né altrove, salvo essere patrimonio di una ristretta cerchia di addetti ai lavori, rigorosamente non calabresi, che raccordano il sapere in una prospettiva più ampia dalla quale, come sempre, noi ci autoescludiamo. Puntata molto interessante, percorso storico-narrativo ben strutturato ma, come sempre, con la presenza anche di un modo molto calabrese di raccontare il passato che esula da una necessità di presentare e rappresentare la nostra cultura forse con una capacità che possa andare oltre la necessità di corsi di dizione. Se in molti avessimo seguito questa puntata ci saremmo chiesti se probabilmente non sarebbe stato necessario offrire un appeal diverso del nostro dire e del nostro fare che andas-

se, in certi momenti, al di là del “Chisti simu”. Ma non solo. Guardando le bellezze dei nostri siti e la loro ricchezza di notizie e di percorsi storico-naturalistici lo spettatore potrebbe interrogarsi sul perché non vi è ancora una “cultura del passato” che si trasforma, nel quotidiano, nella cultura del presente e che ci riporti verso il rispetto di un territorio e di una collocazione geografica che molto ha dato alla nostra terra. Guardando questi luoghi presentati così accuratamente in ordine, ci si ricorda, ad esempio, che la cultura del luogo è anche il non farlo nascondere da erbacce impertinenti o magari, entrando in un museo jonico, vedere che le bandiere poste al di sopra dell’ingresso siano meno lise di quanto ti offre la realtà. Insomma, presentare luoghi e storie non finisce solo all’interno di un’emozione costruita sulla passiva visione di un documentario, ma dalla partecipazione attiva alla tutela, al rispetto, alla dignità di se stessi nel sapere, nel conoscere, nell’essere protagonisti della propria vita e dei percorsi storici dei nostri padri. Offrire un’immagine di se stessi nel mondo artificiale dei media e poi lasciare all’abbandono del quotidiano ciò che il passato ci offre significa non vivere il presente, ma subirlo affrontandolo con apatia e senso di non appartenenza. Arthur Schopenhauer scrisse che […] “…le scene della nostra vita sono come rozzi mosaici. Guardate da vicino non producono nessun effetto, non ci si può vedere niente di bello finché non si guardano da lontano…”[…]. Forse dovremmo farci carico di un nuovo modo di vivere e di raccontare la nostra terra, di presentare noi stessi in maniera più concreta e misurabile e non autoreferenziale come siamo bravi a fare da decenni. Perché, purtroppo, ancora una volta, lo spettro del provincialismo si appropria della nostra vita e non abbiamo più alibi a disposizione per giustificare nuove approssimazioni o superficialità.

Pienone per la Madonna dello Scoglio

Il GAL torna al lavoro: lunedì 15 maggio un nuovo incontro dei soci Dopo un lungo periodo di partecipazione, lo scorso 14 dicembre, con l’elezione del CDA da parte dell’assemblea costituiva, è iniziato ufficialmente il lavoro del GAL Terre Locridee. I bandi per l’elezione del direttore e per la scelta delle Short List hanno dato buoni risultati per la numerosa partecipazione, nonostante un breve periodo di transizione, i soci sono pronti a riunirsi, martedì 15 maggio, alle ore 18:00, presso la Sala Nicola Zitara di via Reggio 1, Siderno. Dopo le dimissioni dal CDA da parte del Sindaco di Siderno Pietro Fuda per i numerosi impegni legati al sua carica ( al contrario di come riportato su alcuni organi di stampa di presunte irregolarità nella composizione del CDA del GAL ), la stessa assemblea si riunisce per nominare il Componente del Consiglio di Amministrazione di parte pubblica mancante e discutere di eventuali proposte progettuali per lo sviluppo del territorio. Inoltre, si è provveduto alla nomina del direttore del PAL nella Persona dell’architetto Guido Mignolli per cui tutto è pronto per avviare l’attività del GAL. Siamo solo in attesa della firma della convenzione con la Regione Calabria.



ATTUALITÀ

www.larivieraonline.com

DOMENICA 14 MAGGIO 10

Un convegno ha affrontato per la prima volta l’edema maculare diabetico Giovedì 4 maggio si è svolto, presso il Grand Hotel President di Siderno, il primo meeting oculistico sull’edema maculare diabetico e secondario all’RVO (occlusioni venose retiniche centrale e di branca) organizzato dalla Clinica Oculistica dell’Ospedale di Locri e presieduto dal Dott. Galasso con collaborazione di Allergan Italia. Hanno partecipato all’evento i principali Oculisti della provincia di Reggio Calabria e medici di base. Il diabete, secondo i dati ISTAT, affligge circa 2,5 milioni di persone in Italia e, di questi, circa 200.000 pazienti sono affetti da maculopatia diabetica con edema maculare più o meno invalidante e causa di riduzione dell’acuità visiva; nella sola provincia di Reggio Calabria vi sono circa 600 pazienti con tale patologia. Per chi non lo sapesse, afferma il Dott. Galasso, la Clinica Oculistica del Nosocomio di Locri è uno dei Centri accreditati e di riferimento in Calabria per diagnosi e la terapia dell’edema maculare diabetico e secondario all’RVO, delle maculopatie essudative che, insieme al glaucoma, sono le principali cause di ipovisione e cecità in Italia e nel mondo. Il meeting ha posto l’attenzione su quali sono le cause

dell’edema diabetico e sul ruolo dell’infiammazione nell’insorgenza dello stesso come relazionato dalla Dott.ssa Errigo, in seguito il Dott. Quintiero ha illustrato quali sono le possibili terapie con anti-VEGF o cortisonici per uso intravitreo e quali sono gli effetti collaterali di entrambi secondo gli innumerevoli studi clinici e scientifici nazionali e internazionali puntualizzando l’attenzione sui risultati di entrambi i farmaci nei follow up a lungo termine. In seguito il primario della Farmacia Ospedaliera, Dott. Simari, ha posto l’attenzione sulla appropriatezza terapeutica e sul corretto uso di tali farmaci che presentano un impatto importante sulla spesa Sanitaria calabrese puntualizzando anche quali sono i costi/benefici di tali terapie. Infine si è discusso su alcuni casi clinici per valutare l’importanza non solo della corretta diagnosi della patologia, ma anche di quale sia la giusta terapia da effettuare considerando tutti gli aspetti del singolo paziente e in base ai protocolli considerando che si tratta di terapie spesso lunghe che prevedono vari accessi in Ospedale e quindi anche una problematica organizzativa per i familiari dei pazienti.

Una festa per celebrare la pace e l’unità in Europa La giornata si è aperta con la rievocazione dei principi alla base dell’UE e il ricordo della dichiarazione Schuman, firmata proprio il 9 Maggio del 1950 a Parigi, da cui è nato il sogno di pace cresciuto man, mano e divenuto comune patrimonio in Europa. I lavori introdotti e condotti dal responsabile dell’EDIC Calabri&Europa, Alessandra Tuzza, hanno visto susseguirsi i saluti dei Sindaci del territorio Locrideo dal padrone di casa Giovanni Calabrese, a Rosario Rocca presidente dell’Associazione dei Comuni della Locride e Salvatore Crinò sindaco di Casignana. Il percorso di Open Coesione seguito nella scuole è stato descritto dall’intervento di Loredana Panetta dell’Associazione Eurokom. Centrale è stato l’intervento dell’esperto olandese di sviluppo e innovazione Evert Verhagen, che ha intavolato con i ragazzi locridei un dialogo approfondito sui volani di sviluppo e le cause del sottosviluppo dei territori. A presentare l’impegno delle scuole sono stati i dirigenti delle scuole ospiti Caterina Autelitano del “La Cava”di Bovalino, Giuseppe Fazzolari dello “Zaleuco”, e Francesco Sacco del “Mazzini” di Locri, che hanno specificato come le scuole grazie all’impiego dei fondi comunitari siano riuscite ad avanzare e progredire negli ultimi 15 anni, consentendo agli studenti anche della Locride, di intavolare percorsi di sviluppo sociale e culturale all’avan-

guardia in ambito europeo. Sono infatti decine i laboratori realizzati e le infrastrutture inaugurate, proprio grazie all’impego dei Fondi Fesr ed Fse messi a disposizione delle scuole, che oggi fanno in modo che anche i giovani calabresi abbiano le stesse chance formative degli altri coetanei europei. A chiudere la mattinata il Vescovo della Diocesi di Locri Gerace Monsignor Francesco Oliva. I tre team che hanno analizzato l’utilizzo dei fondi destinati a beni come il parco archeologico Museo di Locri, la villa di Casignana e la Raccolta differenziata nei comuni della Locride, alla fine hanno atteso con ansia il responso di Asoc 2017. Un risultato comunicato on line poco prima delle 13.00 dalla giuria nazionale, composta da rappresentanti di MIUR,

OpenCoesione, Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, esperti di Open Government, Innovazione digitale, Data Journalism e cittadinanza attiva. Una commissione che ha valutato i 139 lavori dei team ammessi alla selezione finale, sulla base dei seguenti criteri: originalità del contenuto creativo e abilità comunicativa; capacità di individuare, organizzare e valorizzare diverse fonti di dati e informazioni sugli interventi finanziati dalle politiche di coesione e pubblicati sul portale OpenCoesione e sul territorio circostante; rilevanza del contenuto civico del progetto e dalla sua potenzialità in termini di impatto o coinvolgimento del territorio. Accanto ai nuovi concorrenti i testimonial vincitori nazionali dello scorso anno, il Team dello Zaleuco People of Tomorrow, che hanno ceduto il testimone ai nuovi campioni nazionali, Primo Premio #ASOC1617, il team Borderline, della classe 3A del Liceo Classico “Gian Tommaso Giordani” di Monte Sant’Angelo (FG). Quindi tra le sei menzioni speciali il premio speciale “Integrazione Curriculare” è stato aggiudicato dal Liceo Classico “Francesco La Cava” di Bovalino (RC), con il team Megale Hellas che ha sorpreso con la sua ricerca sul finanziamento alla stagione teatrale assicurata alcuni anni fa alla Villa di Casignana.

Corsa Campestre: Un maratoneta di Grotteria si distingue nel Campionato Nazionale

Si è svolto Domenica 2 Aprile il 46° Campionato Nazionale di Corsa campestre 2017. L’evento è stato organizzato dal gruppo sportivo della Polizia Municipale di Lecce in collaborazione con l’Associazione Sportiva Polizia Municipale Italiana (ASPMI). Alla manifestazione ha preso parte anche il maratoneta calabrese Isidoro Bruzzese, Agente di Polizia Locale del Comune di Grotteria. La gara si è svolta all’interno della pista di atletica del campo sportivo Coni “Luigi Montefusco”, un percorso di 8 km bellissimo, ma impegnativo. A complicare le cose il vento che soffiava contro gli atleti, costringendoli a un supplemento di fatica che non ha comunque condizionato il maratoneta di Grotteria (unico calabrese a partecipare da moltissimi anni a questi campionati nazionali di corsa sia campestre, sia su strada). Bruzzese si è infatti classificato agevolmente 7° nella nutrita schiera di 70 atleti provenienti da ogni parte d’Italia in quel di Lecce, con una prestazione davvero eccezionale, soprattutto in considerazione della sua età e dei lunghi anni di assenza dalle gare ufficiali a causa di alcuni acciacchi fisici. La classificazione gli ha permesso inoltre di centrare l’obiettivo nella propria categoria di appartenenza andando a conquistare il bronzo, che gli ha consentito di festeggiare nel migliore dei modi l’ingresso nella categoria Pionieri “C” 60. L’atleta calabrese ha dimostrato di essere ancora un campione di razza e un podista di provata esperienza, che non molla mai né perde di lucidità, anche nei momenti critici della competizione che investe i maratoneti. Con una sapiente gestione di gara anche nei momenti di vera sofferenza, l’ultramaratoneta ha dimostrato che, se si vogliono mantenere certi ritmi di gara, la vera medicina è la concentrazione, elemento indispensabile a non sprecare energie e a non avere momenti di vuoto in cui i secondo si possono perdere molto facilmente e non altrettanto facilmente si possono recuperare. Già con questa idea, nel 2005, è iniziata l’avventura di questo modesto maratoneta che, girovagando per tutta la penisola con risultati eccellenti in una disciplina dura, è stato ripagato con immense gioie che ricordano una volta di più quanto lo sport possa rappresentare il riscatto dell’intera Calabria.



ATTUALITÀ

www.larivieraonline.com

DOMENICA 14 MAGGIO 12



GERENZA Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14 EDITORE - No così srl via D.Correale, 5 - 89048 Siderno Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

PER RICHIESTE DI PUBBLICITÀ RIVOLGERSI A:

Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Direttore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Franco Parrello, Tonino Carneri, Mario Nirta, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli, Nino Sigilli, Sara Leone, Pasquale Giurleo STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

INFO REDAZIONE: 0964342198

PI GRECO Comunication srl info 0964383251 pigreco10@gmail.com GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari.

www.larivieraonline.com

SOCIETÀ

AMICIZIA “Morìa pur’eu nu pocu cu tìa,

Eppure qualcuno ha visto e sentito... Gli episodi terribili raccontati di seguito sono costati la vita in modo tragico a tanti innocenti, sono stati riferiti da testimoni o, in altri casi macroscopici, è la storia che li racconta. Il fatto più eclatante è che quelli che li hanno perpetrati rappresentavano in quel momento l’autorità. Oggi, dopo tanto tempo è cambiato qualcosa? Quelli che rappresentano l’autorità agiscono in modo diverso? Oggi che ci vanagloriamo di aver conquistato lo stato di diritto? Certo molti episodi raccontati dalla stampa ci fanno dubitare: i pestaggi con relativi decessi avvengono ancora da parte dell’autorità. Altri episodi di assassini morali peggiori di quelli cruenti rovinano sempre la persona e non sono conosciuti dagli interessati che ricevono gravi danni morali. Stato di diritto ma l’autorità agisce con norme e metodi fascisti. Il militare nazista, alto, imponente, quasi un gigante, portava sulla spalla sinistra il mitra, trattenendolo con il braccio, dalla parte destra aveva per mano un pargoletto biondo. Il bambino poteva avere tre o quattro anni; non potendo tenere il passo del militare, veniva strattonato malamente, finché incespicò e cadde per terra, il nazista non si fermò ma alzò il pesante scarpone colpendo con forza il cranio del piccolo che si frantumò con terribile scricchiolio, come fosse una noce secca… Si sentivano, già da lungi, urla e pianti. Erano voci di ragazzetti, quasi un pigolio straziante di uccellini affamati. Più si avvicinavano al forno e più aumentavano le grida: erano sette o otto adolescenti, magrolini e quasi ignudi. Ai loro lati li accompagnavano quattro enormi militari nazisti. Piano piano le urla si affievolirono, il gruppo era giunto alla meta. La bocca del forno crematorio aperta ingoiava quegli sventurati che i militari, prendendoli uno sotto le ascelle e l’altro dai piedi, lanciavano dentro. Ai ragazzi sopravvissuti alla camera a gas, per mancanza del gas, gli era toccata questa tremenda esecuzione! Poi il silenzio, interrotto dal fragoroso rumore degli scarponi nazisti, marcianti sul selciato. Per loro nessun accordo per il trattamento dei prigionieri di guerra ha avuto valore! Come nemmeno per migliaia di civili trucidati dai titini. I militari, prigionieri di guerra, decine, legati uno dietro l’altro con un filo di ferro, venivano gettati nelle foibe. Fortunati quelli che morivano sul colpo; gli altri agonizzavano per giorni, lamentandosi fino al decesso. Chi non ha sentito parlare del Colosseo di Roma, degli spettacoli cruenti che gli imperatori romani organizzavano per la gioia e il divertimento del popolo. I Cristiani, vecchi, giovani e bambini venivano dati in pasto ai leoni, i quali erano stati tenuti a digiuno per diversi giorni prima dello spettacolo. Così mentre affamati sbranavano le persone e il sangue scorreva a fiotti, i romani, spettatori, godevano tracannando boccali di vino! Oggi altri imperatori, ben più truci, hanno scelto un palcoscenico immenso, per far vedere i loro misfatti. Milioni di spettatori, i quali, ignari, aprendo la televisione inorridiscono per lo spettacolo trasmesso, e quasi percepiscono l’odore della carne delle vittime bruciate vive! Chiudono l’apparecchio non riuscendo ad assistere alla visione dei tanti decapitati (dall’Isis) con il coltello da macellaio! PER NON DIMENTICARE! Perché mai scenda l’oblio! La storia, gli avvenimenti, i comportamenti umani del passato dovrebbero servirci d’insegnamento per non ricadere negli errori terribili che hanno caratterizzato le varie epoche. Ma è cambiato qualcosa? L’uomo è sempre rimasto il peggior nemico di se stesso? Purtroppo sì, sono cambiati i metodi ma i truci e meschini individui ammantati di un minimo di autorità esistono ancora e approfittano dando sfogo al loro livore per distruggere moralmente i cittadini che il caso ha portato nelle loro grinfie. Si fa appena in tempo a svegliarsi che le notizie di avvenimenti orridi, di guerre, di sangue ci perseguitano, poi, per tutta la giornata. Ecco perché non dimenticare! Soprattutto rivolgere il pensiero, tentare di capire l’animo dell’ultimo secondo! Maria Antonietta, in piede, sul palco delle esecuzioni, le mani legate dietro i fianchi, sente la lama della ghigliottina scorrere nelle guide e poi tagliare la testa di chi la precede. Si rende conto, in quel momento, che dopo un attimo in quel posto ci sarà lei… Le persone messe in fila per essere decapitate (dall’Isis), quale terrore! Se si potesse entrare nel pensiero del seguente, quello a cui tocca dopo… “Ecco, sta arrivando: ora la lama squarcerà la carne della gola…”. Racconti strappalacrime? No, secondo la sensibilità di ciascuno, racconti strappa cuore! Oggi, forse in buona fede, qualcuno sta iniziando a percorrere questa strada! B.G.

DOMENICA 14 MAGGIO 14

Nella foto, a destra, Totò Furfaro durante un convegno della Cgil; a sinistra, Aldo Guerrieri con il fratello e il nipote Antonio in piazza a Locri

C’era una volta la Locri di Aldo Guerrieri In questi giorni è venuto a mancare Aldo Guerrieri, un uomo che ha fatto la storia di Locri. Riportiamo di seguito il ricordo del nipote Antonio pubblicato sui social. Dal 1968 al 1988 un sodalizio satirico narrò e svelò in forma anonima le gesta della società locrese attraverso delle poesie firmate con lo pseudonimo “Anonimo Locrese” dietro il quale si celava un fraterno amico di mio zio prematuramente scomparso molti anni fa. Le poesie venivano veicolate inviandole per posta al capostazione il quale poi le leggeva ai locresi tutelato da “ambasciator non porta pena”. Ieri il nipote dell’Anonimo Locrese mi ha fatto dono della prefazione al libro che alla morte del poeta fu realizzato per non disperdere 20 anni di storie in rima cittadine. La prefazione fu scritta da mio zio ed era anch’essa in forma anonima in linea con lo spirito prudente e misterioso che aveva contraddistinto il “teatro” della compagnia poetica fino alla fine. Sempre ieri mi è stata donata l’ultima poesia, scritta in coincidenza con l’addio al mondo terreno del cantore delle rime, il capostazione Totò Furfaro, e con questo evento la decisione di sciogliere il sodalizio. Con la morte di mio zio Aldo se ne è andato anche l’ultimo protagonista di quella arguta compagnia e ricopio alcuni versi dell’ultima poesia perché sono certo che pur non essendo stata dedicata a lui né da lui scritta ci sia comunque tanto che la lega a lui.

Giorgio Squarotti Bàrberi, un grande amore per la letteratura È doloroso per me dire della morte del professore Giorgio Bàrberi Squarotti, avvenuta lo scorso 9 aprile, ma è altresì mio dovere ricordare brevemente l’uomo, il poeta, uno dei “più celebri e valenti critici letterari italiani del Novecento” e ordinario di letteratura italiana presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Torino, dal 1967 al 2003. Avevo avuto occasione d’incontrarlo anni or sono, nella sua casa a Torino, città dove nacque il 14 settembre 1929. Da allora ci sono stati altri incontri, di cui l’ultimo il 6 marzo di quest’anno, quando mi fece dono del suo recente libro dal titolo “Il sublime e il comico”. Ma stava già male e mi aveva espresso il presentimento che sarebbe stato difficile rivederci ancora. Tra noi c’è stata per dieci anni una gradita corrispondenza epistolare e mi fece partecipe della sua amicizia con Mario La Cava, da lui definito “uomo dolcissimo, mite e timido e uno scrittore egregio”. Nella nostra ultima conversazione mi parlò pacatamente e garbatamente anche del suo amico Antonio Piromalli, professore universitario, uomo di grande cultura, poeta e critico letterario di eccellenti capacità. Giorgio Bàrberi scrisse molto sulla letteratura italiana dalle origini ai nostri giorni. Tra le sue opere: Poesia e narrativa del secondo Novecento (1961); Simboli e strutture della poesia del Pascoli (1963); tre saggi su Gabriele D’Annunzio (1971); la poesia del Novecento (1985); La forma e la vita: il romanzo del Novecento (1987); Manzoni: le delusioni della letteratura (1988). Scrisse pure saggi concernenti: F. De Roberto, G. Verga, L. Pirandello, A. Moravia, E. Vittorini, I. Silone, oltre a dirigere scientificamente per l’Utet, il Grande dizionario della lingua italiana e la Storia della civiltà letteraria italiana. Raccolte poetiche: Il marinaio del mar Nero ed altre poesie (1980); Dalla bocca della balena (1987); Dal fondo del tempo (1999); Gli affanni, gli agi e la speranza (2009). Francesco Luigi Errigo

caru Totò, amicu senza borria. E morìu puru a’ bona poesia chi cuntava i Locri tanta storia. Senza i tia ora non su’ nenti, sugnu na frasca stracquata du mari n’omu ch’oramai esti coscienti ch’o u stari ccittu è u megghjju parrari. Ora tu dormi stavota seriamenti, Si’ tranquillu, ma meravigghiatu Forsi ti nzonni ca non esti nenti Ma t’accorgi ca su’ preoccupatu. Non c’è nullu chi pot’illustrari Comu a tia a storia chi fu I Locri e i soi circondari. Ma non è chista a cosa importanti. Quandu veni a mancari n’omu anticu, restamu suli nu pocu tutti quanti nta na povertà chi non ti dicu. È nu mundu chistu i cugghjiunetta aundi è seriu cu’ esti ordinariu ma nui, Totò, facimma l’operetta aundi a realtà è l’immaginariu. Facimma na speci i creazioni rendendu amabili tanta genti. Nci damma a parola a mali e boni Nta na terra chi non sapìa di nenti. Ora dormi e non mi pari veru. Non t’agiti cchjiu, stai quetu quetu nta stu mundu novu e ssu misteru. Eppuru eri eternu tempu arretu. Magari mo si ‘nsiemi ad attra genti di mundi lontani e culurati, ch’esistunu, ma sunnu trasparenti. Comu i fusali chi sunnu hjiuhjiati Ti viju lejiri sorridenti Nta belli piazzi ch’ennu nuvolelli A storia i Locri nostra novamenti, i tempi i guerra cu’ nui cotrarelli E ora simu ccà chi ti penzamu, Cu beni chi sempi ti volimma. E ‘n cocchji modu avanti tiramu Comu cotrari chi mo criscimma Ncignamma cu “L’Assemblea di socialisti”, quasi trent’anni arretu, Totò meu. Ma ora chi purtroppo ti nda jisti Restanu i stagioni chi finiru E l’arburelli da Piazzetta nostra aundi tanti stori si svolgiru Oramai [serie di nomi e ‘ngiurie] fannu parti i na storia chi finiu. Chillu mundu però esti nta nui Ma u Teatru ora si sciogghju” La prefazione al libro dedicato agli amici, Aldo la conclude così: “Come nel film di Fellini, tutti a Locri danziamo in girotondo, ma la musica non è più allegra perché ciò che ci circonda ha il sinistro bagliore della perdita di umanità. A. G.”

Il letale e anacronistico ossimoro del Palazzo - 14 In Germania, Francia, Inghilterra e Spagna, la tassa esiste, ma con alcune discrepanze. GERMANIA – Nel territorio teutonico, la tassa sui veicoli viene tranquillamente pagata una volta ogni anno. La differenza di prezzo con l’Italia? Circa 80 euro in meno. Esiste, inoltre, la possibilità di pagare il bollo per 6 mesi, senza costi aggiuntivi, per cui se uno possiede due auto, in sostanza può pagare un solo bollo annuale. FRANCIA – Il bollo auto semplicemente non esiste per i privati ma solo se la vettura in questione non eccede i 190 g/km in termini di emissioni di Co2 (per intenderci l’emissione di Co2 di una Fiat Panda a benzina è di 133g/km e, quindi, esente dal pagamento). Nel caso che l’auto ecceda, si paga una tassa fissa di 160 euro che viene dimezzata dopo 5 anni di possesso dell’auto e abolita definitivamente dopo 10 anni. Un bel risparmio per gli automobilisti, non credete? INGHILTERRA – Oltremanica, la situazione relativa al bollo è facile da capire per tutti. Esistono due tariffe: per le auto a benzina e per le auto a diesel. Per la prima categoria, vale la cilindrata: se è sotto i 1550 cc l’importo da pagare sarà di 125 sterline (circa 170 euro); se supera, invece, i 1550 cc, il costo sarà di 205 sterline (circa 205 euro). Per i veicoli a diesel, l’importo viene quantificato in base all’emissione di inquinamento. SPAGNA – Cilindrata, potenza fiscale e periodo dell’anno: sono questi i dati da tenere a mente per il pagamento del bollo nel territorio spagnolo. L’operazione si può concludere online, con dei costi molti bassi rispetto all’Italia (esempio: per un SUV di media cilindrata il costo sarà di circa 86 Euro). In Romania il bollo è chiamato tassa ambiente ed ha un prezzo di 50 euro circa l’anno. In Svizzera infine, il bollo auto non esiste. In tanti (da Legambiente, all’Aci e ai consumatori) ne hanno chiesto l’abolizione o comunque una modifica basandolo, nel nome del principio europeo ‘paga chi inquina’, sulle emissioni di Co2. In Europa, secondo l’Acea, l’Associazione dei costruttori europei, non si paga in molti Paesi dell’Est. Noi siamo lontani anni luce dai progetti, come quello olandese, di calcolare il bollo sui consumi grazie a un microchip. E il bollo si aggiunge a tutte le altre imposte, comprese quelle altissime sui passaggi di proprietà e per l’iscrizione al Pra (Ipt) - che in Germania o in Inghilterra non si pagano - che ci fanno conquistare le vette della classifica del tartassamento fiscale. E che dire dei prezzi dei carburanti e dell’assicurazione? Continua Tonino Carneri



ATTUALITÀ

L’INTERVENTO Parla Vito Pirruccio

Appresa la risonanza avuta dalla notizia della cancellazione dei viaggi d’istruzione per gli alunni dell’istituto Comprensivo “M. Bello – G. Pedullà – Agnana” di Siderno, il dirigente scolastico Vito Pirruccio, autore della controversa decisione, ce ne spiega le motivazioni e laquestionedimancataapplicazionedella“giustiziasociale”chel’hannoconvintoaintraprendere un’azione di protesta nei confronti di chi impone agli altri decisioni lesive delle legittime aspirazioni di civiltà del sud.

LA GITA CANCELLATA ALLA BELLO-PEDULLÀ-AGNANA?

Una questione di inciviltà Carissimo direttore, leggo la nota del tuo giornale sulla mancata effettuazione dei viaggi d’istruzione dell’istituto da me diretto mentre mi trovo sul Frecciarossa 9563 Firenze-Napoli. Non è mia intenzione soffermarmi sui motivi che mi hanno spinto a bloccare la partenza dei viaggi dei ragazzi, perché verrei meno alla mia deontologia professionale nel momento in cui chi di competenza è chiamato a pronunciarsi sulla legittimità o meno della mia decisione. Una cosa è certa: è mia intenzione rivendicare in tutte le sedi il diritto legittimo della scuola e delle famiglie di scegliere, di domandare, di volere una determinata qualità del servizio e non di farcela imporre. Non mi riferisco all’idoneità dei mezzi che non discuto, perché l’accertamento è di competenza degli organi di polizia e, nel caso in questione, non viene messa assolutamente in discussione; mi riferisco alla scelta qualitativa del servizio che appartiene solo a chi lo richiede e non a chi lo deve offrire: nel nostro caso è stata aggiudicata il 14 marzo 2017 una gara per la fornitura di mezzi di trasporto immatricolati tra il 2015 e il 2017. Per quanto mi riguarda, la scelta è stata conseguente: o gli alunni della mia scuola viaggiano su tale tipologia di bus o non vi sarà mai la mia autorizzazione. In questa vicenda c’è certamente una presa di posizione di rivendicazione giuridico-economica che non consente al fornitore, una volta affidato il servizio, di venir meno agli impegni assunti (garanzia questa di tutela dell’utenza e non una mia scelta capricciosa);

ma c’è, anche, un motivo di giustizia nella sua accezione più ampia. Di questo vorrei parlarti mettendo a confronto un modo di fare servizio nella nostra terra rispetto ad altre parti del Paese che colgo meglio stando seduto nel salotto del Frecciarossa 9563 sul quale sto viaggiando. Prima di salire sul treno a Santa Maria Novella ho fatto una fugace puntata al Terminal di Fortezza del Basso destinato agli autobus GT che accompagnano giornalmente e senza tregua a Firenze frotte di turisti provenienti da tutto il mondo. Ebbene in quasi mezz’ora di sosta annoto decine e decine di autobus nuovi fiammanti e di ultima generazione provenienti dal Nord, dal Sud e da paesi europei come Germania, Austria e Spagna. Entro nella Stazione Santa Maria Novella e i binari sono invasi di Frecciarossa e Italo firmato Giugiaro con destinazione Milano, Torino, Venezia, Roma e Napoli con partenza intervallata massimo di un’ora. Nello spazio di due o tre ore si raggiungono queste città in tempi e confort che hanno letteralmente messo in ginocchio il traffico aereo interno. Quando avremo noi questi servizi? Quando verremo messi nelle condizioni di vivere in tale contesto di civiltà? Ne abbiamo o no il diritto! Come collegare logicamente questo discorso con il mio stop alle partenze dei ragazzi per i viaggi d’istruzione? C’è un collegamento, e come! Lo Stato, in questo profondo Sud, dopo tanti gargarismi su sviluppo e turismo ci fornisce servizi di trasporto fatto di treni formato scatolette che sferragliano

semivuote sull’unico binario che costeggia il litorale jonico e autobus di linea (spesso acquistati con il concorso di cospicui finanziamenti pubblici), nel migliore dei casi, rimessi a nuovo con cura e reimmatricolati dopo aver fatto brillante carriera all’estero. Contro lo Stato inadempiente abbiamo il diritto-dovere di scagliarci, nonostante le innumerevoli sconfitte, imbracciando con vigore e decisione le armi della politica, sia nelle piazze che nelle urne. Il vostro giornale, penso agli articoli dell’amico prof. Ilario Ammendolia, è su questa linea e mi fa piacere. Ma vogliamo, almeno, essere determinati quando siamo noi a chiedere e a individuare il fornitore del servizio? O dobbiamo fare i Pilato della situazione e soccombere ai voleri di fornitori furbi che vogliono rifilarci i servizi a loro meglio graditi? Mi chiedo: è un nostro sacrosanto diritto, almeno quando paghiamo direttamente noi il servizio, di scegliere come e quando viaggiare o, anche in questo caso, chi offre la fa da padrone? Abbiamo diritto come gente del Sud di viaggiare su autobus pagati da noi e scelti da noi o dobbiamo rassegnarci a prendere al volo quello che passa il convento? Dobbiamo assecondare la convenienza del privato imprenditore che vuole fare affare con il pubblico credendolo sempre distratto e accomodante o dobbiamo mettere al centro il nostro diritto-dovere di pretendere di salire sugli stessi autobus sui quali hanno l’opportunità di viaggiare gli utenti di altre parti del nostro Paese e d’Europa? È marziano, forse, questo discorso o è legittima aspirazione di chi ritiene di appartenere al rango della

civiltà? Questa variante di giustizia, nell’accezione più ampia del termine, è alla base della mia decisione di sospendere i viaggi d’istruzione. Spero di poter portare queste ragioni alla vittoria nelle aule di giustizia e, nel frattempo, sono certo di trovarmi in buona compagnia di tanti uomini e donne di questo territorio non rassegnati a subire decisioni altrui lesive delle legittime aspirazioni di civiltà. Bastano e avanzano quelle imposte da uno Stato assente che ci relega ogni giorno al rango di cittadini di serie B. Se io cittadino sovrano, nell’esercizio della mia funzione pubblica, pretendo per i ragazzi un servizio del tipo di quello indicato nell’atto di gara (prima immatricolazione dal 2015 al 2017), ritengo di esercitare, prima ancora di un legittimo diritto, una scelta di giustizia quella che dobbiamo impartire tra i banchi di scuola non con la sfilza di “progetti legalità”, ma con la dura, chiara e insostituibile legge dei buoni comportamenti. Confesso a te, caro direttore, e ai lettori di Riviera il mio stato d’animo di uomo del Sud spesso sconfitto sul piano della giustizia sociale; ma non disposto a sottostare ai veti della rassegnazione. Sono certo di trovare nella Riviera un compagno di viaggio su questa strada impervia! Vito Pirruccio Dirigente Scolastico dell’istituto Comprensivo “M. Bello – G. Pedullà – Agnana” di Siderno P.S. La presente nota è stata condivisa dalla componente

AGNANA CALABRA:

L’Amministrazione e le“allegre” concessioni cimiteriali Essere vicini agli «amministratori» equivale a puntare sul cavallo vincente. Benefit concessi a componenti e simpatizzanti dell’amministrazione; tuttavia, è bene precisare che questa «comunanza» non si esplica probabilmente solo sotto forma di permessi, ma forse anche in quella di patrocinio. Tale artifizio servirebbe ad aggirare gli ostacoli derivanti dall’assegnazione di aree cimiteriali che, di fatto, sarebbe stato impossibile attribuire nel rispetto del Regolamento Cimiteriale. Un regolamento (avallato senza il mio voto) che, all’art. 43, recita tra l’altro: Le concessioni verranno effettuate sulla base dell’ordine di acquisizione delle stesse al protocollo del Comune solo a persone con età superiore a 65 anni nati e residenti nel Comune di Agnana Calabra. C’è da segnalare che lo stesso in futuro si rivelerà una mannaia anche per coloro che l’hanno votato, valutando che i bambini degli anni settanta e ottanta, oggi uomini, nati nei paesi limitrofi dove all’epoca le mamme partorivano per l’assistenza ospedaliera, si ritroveranno a non poter dare una degna sepoltura ai propri cari. Ma veniamo ai fatti. Preso in esame l’arco temporale Gennaio 2015Gennaio 2017, nel piccolo Comune di Agnana Calabra, dai documenti consegnatemi dall’Ufficio Anagrafe, si evince che sono deceduti sedici cittadini. Dunque, su mia richiesta di accesso agli atti, dopo varie peripezie, mi veniva recapitato a casa, tramite Poste Italiane, un plico contenente la scarna documentazione di solo otto concessioni: dagli stessi era palese la sistematica violazione del Regolamento; due soltanto avevano i requisiti richiesti. Le mie domande sono: Quale alchimia è stata usata da coloro che, pur non avendo diritto, hanno avuto le concessioni? Il Sindaco, la Giunta e il Responsabile dell’Ufficio Tecnico, quale normativa hanno applicato? I consiglieri, che con il loro voto hanno dato un indirizzo all’amministrazione, sono stati sbugiardati da coloro che li hanno rappresentati nelle stanze dei bottoni, trattati quindi come una noiosa sagra di dilettanti che, visto lo scarso apprezzamento in seno all’amministrazione, si dovrebbero dimettere in massa (considerazione personale). Orbene, nella fattispecie descritta, a parere dello scrivente, è ravvisabile un eccesso di potere da parte

del comune di Agnana riconducibile alla violazione del principio di ragionevolezza dell’agire amministrativo in forza del quale l’azione amministrativa deve essere improntata a un canone di razionalità operativa, in modo da evitare delle decisioni arbitrarie, irrazionali e censurabili. Poiché la ragionevolezza equivale a imparzialità, non si comprende la palese disparità di trattamento operata dal Sindaco, Giunta e Ufficio Tecnico, il quale, in riferimento ad identiche situazioni di fatto, ha adottato provvedimenti diversi. Ciò di cui lo scrivente non si capacita è la motivazione. Difatti, il regolamento attuale, così come concepito porterà, forse, all’emanazione di ulteriori provvedimenti inficiati da vizi di legittimità o a ulteriori deprecabili favoritismi. Non mi è rimasto altro che inviare copia della documentazione al Prefetto di Reggio Calabria e alla Procura della Repubblica, esortandoli all’insediamento di una Commissione d’Accesso, per vederci chiaro su quanto sopra, poiché, a parere dello scrivente, non si può amministrare con una doppia morale, demagogia e slogan. Giuseppe Lupis Capogruppo della lista Patti Chiari


www.larivieraonline.com

PORTO DELLE GRAZIE

DOMENICA 14 MAGGIO

17

La settimana è iniziata con un’ottima notizia: alla consegna della 15ª Bandiera Blu consecutiva a Roccella Jonica, quest’anno, si aggiungerà quella al Porto delle Grazie. Il riconoscimento internazionale rende il porto della Locride l’approdo più ecosostenibile tra Calabria e Sicilia e ci conferma che il lavoro di Giorgio Sotira, del Centro Servizi Turistici e di Jonica Holidays sta dando frutti davvero insperati. Se il buongiorno si vede dal mattino, l’estate 2017 si annuncia indimenticabile!

Un vessillo blu preannuncia un futuro roseo per la Locride Il riconoscimento internazionale della Bandiera Blu, concesso dal 1987 alle spiagge e agli approdi turistici più puliti e sostenibili dei Paesi dell’Unione Europea, può essere ottenuto solamente attraverso il rispetto di criteri stringenti (33 per le spiagge e 25 per gli approdi) che richiedono grande impegno da parte degli amministratori per essere soddisfatti.

Come ogni anno, durante l’inverno, si sono sprecate le dichiarazioni d’intenti relative all’implemento dei servizi da offrire a chi deciderà di trascorrere le proprie vacanze estive nel nostro comprensorio. Differentemente dagli anni scorsi, tuttavia, il 2017 verrà ricordato come l’anno in cui, alle parole, hanno fatto seguito fatti concreti che potrebbero rendere la bella stagione locridea un successo economico e sociale senza precedenti dall’inizio della crisi economica. Il lavoro a pieno regime del Centro Servizi Turistici guidato da Anna Maria Crupi, la partecipazione delle associazioni di settore come Jonica Holidays alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano e, ultima in ordine di tempo, la consegna della Bandiera Blu al Porto delle Grazie, contribuiscono a rendere quella dei Gelsomini una riviera in crescita, in grado di raggiungere sempre più spesso i livelli di eccellenza che rendono le coste romagnole o sarde protagoniste assolute delle estati italiane. Il riconoscimento internazionale della Bandiera Blu, concesso dal 1987 alle spiagge e agli approdi turistici più puliti e sostenibili dei Paesi dell’Unione Europea, può essere ottenuto solamente attraverso il rispetto di criteri stringenti (33 per le spiagge e 25 per gli approdi) che richiedono grande impegno da parte degli amministratori per essere soddisfatti. Ogni anno sono migliaia le candidature che vengono avanzate alla Foundation for Environmental Education che gestisce il programma Bandiera Blu, eppure sono poche decine per Paese le spiagge e gli approdi cui il riconoscimento viene concesso. Non tragga in inganno, pertanto, il fatto che Roccella Jonica abbia ottenuto la sua quindicesima Bandiera Blu consecutiva e ci aiuti a comprendere quanto il Porto delle Grazie sia cresciuto in questi ultimi due anni considerare che è stato l’unico porto tra Calabria è Sicilia a ricevere la Bandiera Blu degli Approdi. «Vedere sventolare la bandiera blu accanto all’insegna del Porto della Locride ci riempie di soddisfazione - ci ha raccontato Giorgio Sotira, Amministratore Unico della Porto delle Grazie

srl - e, cosa più importante, mi rende personalmente felice pensare che questo è il più efficace riconoscimento degli sforzi prodigati da tutti coloro che hanno collaborato con noi in crescente sinergia per analizzare e definire il percorso di sviluppo della struttura portuale». La candidatura del Porto alla Bandiera Blu viene pianificata esattamente un anno fa, periodo in cui Sotira e i suoi collaboratori avevano cominciato ad affiancare ai punti di forza dell’approdo una serie di iniziative e servizi che potessero migliorare l’ecosostenibilità della struttura. Già la scorsa estate, infatti, erano state organizzate iniziative di rilevanza ambientale e interventi di efficientamento che avevano permesso al Porto di ottenere la certificazione di gestione ambientale. Nel frattempo sono stati implementati i confort per i diportisti grazie allo sfruttamento delle energie rinnovabili (l’acqua delle docce, ad esempio, viene riscaldata grazie all’utilizzo di pannelli solari), è stata gestita con maggiore oculatezza la sicurezza e sono stati effettuati campionamenti nello specchio acqueo,

t u t t i elementi propedeutici allo sventolio del vessillo blu di cui il nostro approdo può godere da lunedì scorso. La felicità per il raggiungimento di questo traguardo non impedisce a Giorgio

di affrontare questa novità con una lucidità che sfiora il cinismo: «Voglio essere chiaro: l’eccellenza è ancora lontana e questo risultato non deve farci per nulla “montare la testa”. Il nostro impegno per fare sì che il riconoscimento ci venga rinnovato di anno in anno inizia adesso e deve correre parallelo ai nostri sforzi utili per continuare a migliorare l’appeal del Porto. «Fatta questa premessa non posso non considerare questa come una straordinaria occasione di marketing, si badi bene, non solo per il Porto, ma per il comprensorio. Sono pronto a scommettere che dall’analisi delle mappe i diportisti, che sono sempre molto attenti alle tematiche ambientali, noteranno che siamo l’unico Porto tra Calabria e Sicilia ad avere conseguito la Bandiera Blu e saranno spronati a vedere che cosa noi e il territorio abbiamo da offrire loro. Proprio a livello di comprensorio mi piace sottolineare la presenta-

zione di una Locride finalmente unita alla BIT di Milano, che ha promosso – fra l’altro – anche il Porto delle Grazie e ha prodotto un’informazione positiva che ha contribuito al riconoscimento del

quale oggi l’intera Locride può fregiarsi». Ora che si è in fase di decollo, secondo Sotira, è il momento di guardare sempre più lontano e, perché no, puntare alle stelle: «Pensiamo alla Liguria: la moltiplicazione delle Bandiere Blu nelle spiagge e negli approdi turistici è stata un indubbio punto di forza e ha dato slancio a un’economia alla quale hanno contribuito attivamente le istituzioni locali. Se il comprensorio riuscisse a intraprendere un percorso simile a quello ligure con una spinta collettiva coordinata dalla Regione Calabria potrebbero raggiungersi grandi risultati. L’ottenimento della Bandiera Blu per il Porto così come per le spiagge deve essere infatti visto come un processo del quale, per osmosi, possono beneficiare tutti, dai centri abitati della costa jonica fino ai paesi aspromontani». Giorgio, insomma, non smette di sottolineare che, in una comunità come la nostra spesso ricordata dalla stampa nazionale esclusivamente per le notizie di cronaca nera, gli elementi positivi devono essere accolti come un successo della collettività e non come la conquista della singola persona o del singolo ente, e che tutti dobbiamo contribuire, nel nostro piccolo, a veicolare una corretta immagine della Locride desiderosa di riscatto. Considerati gli straordinari traguardi raggiunti di recente, pertanto, guidati dalle associazioni turistiche locali che si rivelano sempre più preziose ogni giorno che passa, dobbiamo tenere a mente che la strada per migliorare le nostre sorti è lastricata non solo di buone intenzioni, ma di collaborazione, impegno, serietà e passione che rendano quelle intenzioni realtà di cui andare fieri. Jacopo Giuca


CULTURA

La poesia DI GAETANO CATALANI

“Il mondo non sarà distrutto da chi fa del male, ma da quelli che guardano senza fare niente” A. Einstein

Uno strano amor di pace

Scende la sera, ma l’eco delle bombe non si placa, è come un vento che piano s’avvicina, t’accarezza e come una serpe sibilando ti travolge. Bagliori di esplosioni all’orizzonte ingannano l’aurora del mattino, ma è notte fonda e non si apre ai sogni, soltanto agli incubi e all’ombra di un randagio. Voci angosciose oltre il fumo e gli spari, vite sospese tra le ansie notturne come lumini di preghiera si accendono, poi lente si spengono sotto gli occhi di Dio. Non c’è pietà per i bambini di Aleppo, ma ormai non c’è pietà per nessuno! Su quelle strade imbrattate di sangue per una guerra che non avrà mai pace, come può un bambino scorgere la luce se il freddo della morte è una chimera? In un sogno ti ho visto, Omran, ho visto i tuoi occhi riflettere il mio cuore, ho sentito la tua voce gridare muta al vento sotto una pioggia di lacrime di stelle. Sembravi un tenero virgulto che s’inerpica, un mendicante di sorrisi e carezze, un grumo di sogni in balìa delle granate che scopre il sole sul fuoco dei copertoni. Dietro la casa cresce un albero d’ulivo, sembra un fantasma di legno senza foglie, ci vive un passero che non vedrà più il sole, incapace di squarciare fumo e polvere. Che strana guerra! Genera solo altra guerra e un terrorismo che ne crea un altro, è un mistero che non si lascia svelare e i grandi dolori restano sempre muti, tanto a pagare saranno sempre i bambini che pure stanotte tratterranno il respiro. Come vorrei che quest’umile preghiera salisse in cielo fino a Lui! “Mio Dio, fa che un vento birichino soffi sugli aquiloni del mondo per disegnare nel cielo più azzurro i pensieri e i sogni dei bambini. Nel buio attendono la pace come una terra assetata attende la pioggia. Fa che gli urli delle loro paure siano scintille che accendono le coscienze, forse potremmo pure consolarci sapendo che non sono morti invano”.

CURRICULUM E NOTE BIOGRAFICHE

Gaetano Catalani vive ad Ardore. E’ Medico Dermatologo. Nei concorsi Naz. e Internaz. si è piazzato per 37 volte al I° posto e per 52 volte al 2° e 3° posto. Vincitore di numerosi Premi della Critica, Premi Speciali e Menzioni d’Onore. Per ben 2 volte gli è stata consegnata la medaglia coniata dalla Camera del Senato della Repubblica. Ad Eboli gli è stato consegnato il Premio del Consiglio dei Ministri e quello dell’Unesco. Scrive in lingua e dialetto.In qualità di giurato collabora con l’associazione “Vivere a Colli Anieni” a Roma e con il “Memorial Vallavanti-Rondoni” (Piacenza).

CATALANI GAETANO VIA DE GASPERI 3 89037 ARDORE MARINA (RC) gaetanocatalani@alice.it Tel. 0964 629321 338 9667029

A Siderno un convegno di altissimo profilo scientifico Si terrà a Siderno il 19 e 20 maggio il Congresso Regionale congiunto della Società Italiana di Flebologia (SIF) e dell’Associazione Calabrese di Scienze Chirurgiche (ACSC), col titolo “Chirurgia e Flebologia oggi, esperti a confronto”. La prima giornata di lavoro che inizierà nel pomeriggio di venerdì 19 è interamente occupata da due sessioni, le varici degli arti inferiori” e “le complicanze delle varici”, entrambi argomenti di altissimo profilo scientifico in una branca

della medicina in continua evoluzione. Nella seconda giornata sono previste quattro sessioni scientifiche, tre di mattina sulla “chirurgia epatica e del pancreas” e una di pomeriggio sulle “novità nel trattamento delle patologie tiroidee”. Il congresso sarà arricchito dalla presenza di circa settanta illustri professionisti tra presidenti di sessione e moderatori, relatori e animatori della discussione provenienti da ogni parte d’Italia dalle migliori Scuole di Chirurgia e Flebologia.

Francesco Luigi Errigo: "L'amore è un farmaco contro il degrado umano" Il poeta gioiosano Francesco Luigi Errigo ha dato alle stampe una nuova raccolta di poesie in cui torna potente il motivo amoroso ma senza tralasciare quello civile e morale.

FRANCESCO LUIGI ERRIGO È NATO A GIOIOSA JONICA, DOVE RISIEDE. LAUREATO IN LETTERE ALL'UNIVERSITÀ DI MESSINA HA INSEGNATO IN LOMBARDIA, TOSCANA E NELLA PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA. È CONOSCIUTO PER ALCUNE SILLOGI POETICHE PUBBLICATE NEGLI ANNI PASSATI E PER LE QUALI HA RICEVUTO NUMEROSI RICONOSCIMENTI.

Quello celebrato da Francesco Luigi Errigo è un amore mai accantonato. Un amore inciso duramente nell'anima che sembra esserne divenuta ostaggio. Un amore nobile, incontaminato, lieve, gentile pur nel suo tormento. Un amore che ha bisogno di ritornare su se stesso per trovare un ordine, un approdo, un senso che illumini il passato ma che soprattutto ammanti di pace il futuro. La donna cantata è, infatti, "un'ancella d'arte che nell'arco dei suoni" accorda la mente del poeta ai domani. Ma l'amore non è l'unico motivo della nuova raccolta di poesie di Francesco Luigi Errigo, suddivisa in tre parti: Piccolo Canzoniere (2009-2015); Tre poemetti; Varie (versi ritrovati: 1989- 2008). Padroneggiando con sapienza la parola, difendendo strenuamente un'arte fatta di "sillabe che danno più di bigotti borsisti leccapiedi", Errigo fa sì che nei suoi versi si insinui anche il motivo civile e

morale, con cui ispeziona la materia caliginosa della vita non solo per evidenziare il disdegno nei confronti di "una società di Caini e disvalori" ma, soprattutto, per posarvi uno sguardo malinconico da cui possa scaturire una riflessione su quanto è andato rovinosamente perduto. Una riflessione che aspira a divenire ripensamento, ma che il più delle volte sfiorisce nella rassegnazione; ed è in questo secondo caso che l'amore torna a essere "un farmaco salutare nel degrado umano". Con la sua nuova raccolta, Francesco Luigi Errigo si conferma poeta abile nell’arrogarsi un largo raggio di toni e colori, nell’afferrare il suono che porta, insieme, realtà definite e altre sfuggenti in corsa verso le incrinature, le superfici fumose. La sua poesia palesa un'intensa spiritualità, libera l’anima e la consola, è il miracolo delle parole che trattengono la vita. Maria Giovanna Cogliandro

La CoopCalabriaFilm si confronta con i ragazzi delle medie sul bullismo È stato interessante l’incontro della CoopCalabriaFilm con i ragazzi della scuola Media di Roccella che, essendo assente la dirigente, per motivi di famiglia, è stata rappresentata dal suo fiduciario l’architetto Raffaele Guarnieri. L’Associazione cinematografica della Locride, afferma il regista e fondatore Pino Gambardelli, ritiene che tra le proprie finalità ci sia soprattutto quella di educare, come suggerisce il Manzoni nella propria poetica di cui adotta l’asserzione, “l’utile per iscopo, il vero per soggetto, l’interessante per mezzo”, che si addice a qualunque espressione artistica. In tale ottica, presso il Convento dei Minimi di Roccella Ionica, in una sala meravigliosa e tra le opere pittoriche, prorompenti di vita e di luce, della pittrice Fernanda Palvarini, s’è tenuto un primo appuntamento della nota associazione locridea e la scuola con il film “Bullismo”. Il film è un cortometraggio che dura poco meno di mezz’ora. L’incontro con i ragazzi non si è esaurito nella mera proiezione del film. Il dott. Polito, portavoce della CoopCalabriaFilm, che ha condotto l’incontro con la collaborazione di Pino Gambardelli, d’intesa con la

dirigente dell’Istituto Comprensivo Maria Giuliana Fiasché, oltre a far proiettare il film, a commentarlo e a spiegarne il senso ai ragazzi, ha fatto una riflessione sul fenomeno bullismo e soprattutto ha dato molto spazio ai ragazzi. Ha, infatti, tra l’altro, fatto notare ai ragazzi: «Siete voi i protagonisti, noi grandi parliamo tanto con la

bocca ma dovremmo cercare di parlare con il fare. Spesso noi siamo responsabili delle vostre prepotenze, delle vostre debolezze, delle vostre ansie… siamo stati cattivi maestri… parlate voi… non abbiate paura». I ragazzi… non hanno avuto paura e molti vittima di bullismo “hanno osato”, anche se spessissimo con le

lacrime agli occhi, un nodo alla gola e un discorso, una denuncia, che non si avvia, che s’interrompe, che non giunge a termine e tante pause. Ma, se è pur vero che le parole e la scrittura sono lo strumento standard da utilizzare per esprimere il nostro stato d’animo, è anche indiscusso come, in questo caso, sia stato molto più eloquente di mille parole l’atteggiamento di sconforto, di dolore, di rabbia, di impotenza, espresso dagli occhi, dal volto, dai singhiozzi di questi ragazzi, che tanta commozione hanno suscitato nei presenti. Alla fine lo scopo si raggiunge… o forse è un inizio. I ragazzi sembrano capire come il bullismo sia un disvalore, come il bullo sia una figura negativa, un vigliacco, non un eroe, un debole, non un forte… in fondo un malato da curare e certo non da imitare. Si capisce come sia anche importante che la vittima, se vuole uscirne fuori, deve irrobustire la propria personalità per non farsi travolgere dal primo bulletto che incontri. Erano presenti alla proiezione del film anche la direttrice di produzione e attrice Cristina Nauman, la protagonista Sophia Brescia e altri attori: Andrea Saccomando, Antonio Brescia, Vincenzo Federico.


www.larivieraonline.com

dell'artista calabrese Giovanni Longo il progetto selezionato per la Residenza JCE che si svolgerà da metà maggio ad agosto 2017 negli atelier messi a disposizione dal comune di Montrouge, municipalità a sud di Parigi. La residenza artistica fa parte della Jeune Création Européenne, un programma di collaborazione tra sette paesi europei a sostegno dell'arte contemporanea emergente che mira a sviluppare nuove sinergie tra differenti città europee. Capofila del progetto la Città di Montrouge che, attraverso la sua dinamica politica culturale, supporta gli artisti selezionati offrendo loro residenze di tre mesi nei suoi studi, oltre a un piano di tutoraggio e sostegno tecnico alla realizzazione delle opere. Il cambiamento della fruizione nei contesti museali sarà l'argomento di ricerca di Longo che, seguendo un'analisi su più livelli, realizzerà un'installazione visitabile durante i giorni di open studio a conclusione della residenza. "La generazione di cui faccio parte, cresciuta tra gli anni ‘80 e il 2000, è tra le fasce d’età più connesse alla rete e, più di altre, indivi-

È

19

INTRE MESI L'ARTISTA SVILUPPERÀ IL PROGETTO CHE GLI ÈVALSA LA SELEZIONE

GiovanniLongoaParigi perlaResidenzaJCE duano la loro identità culturale nel contenuto visivo che assume rilevanza tramite un processo di superficiale valutazione virale — spiega Longo — l’obiettivo del progetto è quello di concepire uno spazio dai contenuti liquidi e indefiniti, ricostruibili solo attraverso l’esame e la relazione tra i singoli elementi presentati. Un lavoro di astrazione dal mondo delle immagini per scoprire l’essenza dell’esperienza culturale che il museo può offrire".

L'interesse ai linguaggi, e alla loro funzione narrativa, non è attenzione nuova nella poetica di Longo, trentunenne di Locri. Già lo scorso anno è stato protagonista di una grande mostra personale al Museo MARCA di Catanzaro, a cura di Marco Meneguzzo, dove, per mezzo di uno strutturato allestimento, accompagnava i visitatori alla scoperta di paesaggi mutati e compromessi, stimolando un particolare percorso di indagine e scoperta individuale.

LasiderneseCinzia CostavinceilPremio "Veliero"alConcorso internazionale diLetteraturaeCinema Cinzia Costa, sidernese, attrice teatrale e cinematografica, dopo un'accurata selezione, è risultata vincitrice del Premio "Veliero" al Concorso internazionale di Letteratura e Cinema, con l'opera inedita "Sacrifice". Dopo i tanti lavori di successo in teatro e davanti alla macchi-

DOMENICA 14 MAGGIO

na da presa, la vediamo quindi in veste di autrice e presto ci sarà la pubblicazione del libro. Sabato scorso, cerimonia di premiazione nell'elegante Hotel Balestrieri di Torre Melissa (Crotone) tra tanti rappresentanti del mondo del cinema, del teatro e della letteratura, ospite speciale Gerardo

La Scuola “C. Alvaro” di Siderno e i Giochi Matematici Sacco. Per Cinzia Costa Menzione speciale nella sezione cinema e premio per l'opera prima nella sezione romanzo-cinema. «Ho scritto "Sacrifice" dopo aver avuto "visioni notturne" dal sapore "cinematografico"... forse perché questo è il campo a me più congeniale. Il premio è stata

una bellissima sorpresa, ne sono felicissima. Ora sto lavorando alla pubblicazione del libro che ovviamente avrà risvolti cinematografici. Tutti i dettagli saranno resi noti più avanti, intanto sto concludendo le riprese di "Persefone's tears", diretta da Nik Mancuso» dichiara Cinzia Costa.

IlGrandeOriented’ItalianellaLocride perricordareiMartiridiGerace Il G.O.I. onorerà la memoria dei Cinque Martiri con una manifestazione pubblica in programma il prossimo 19 maggio alla quale presenzierà il Gran Maestro Stefano Bisi. Una giornata storica per la Locride e per la Calabria intera. Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia –Palazzo Giustiniani, Stefano Bisi, sarà il prossimo 19 maggio a Gerace (RC) in occasione del 170° anniversario della fucilazione dei Cinque Martiri avvenuta il 2 ottobre 1847. Il “G.O.I.”, intende onorare degnamente, con la presenza delle sue massime autorità, i cinque giovani intellettuali della Locride che pagarono con la vita il loro anelito di libertà. La manifestazione costituirà anche un’occasione per evidenziare come gli organizzatori abbiano voluto rimodulare i canoni della loro organizzazione, uscendo dall’al-

L’ARCO CLUB DI SIDERNO FA INCETTA DIVITTORIE ALLA GARA HUNTER E Arco, frecce e il suggestivo panorama dello stretto di Messina che solo la collina di Sant’Elia di Palmi riesce a regalare, anche questo è il bello del tiro con l’arco nella stagione di mezzo. In questo splendido luogo, 70 arcieri, di età compresa tra i 13 e i 65 anni, provenienti da tutta la Calabria e Sicilia hanno disputato la gara Hunter e Field valida per il titolo regionale campagna 2017. Il tutto si è svolto in grande serenità, grazie all’ottima organizzazione da parte degli amici della compagnia ASD arcieri di Eragon di Palmi. Il titolo di campione regionale senior maschile compound campagna 2017 è andato al talentuoso Alexander Kononenko dell’A.S Millennium Arco Club di Siderno, sul secondo gradino del podio é salito Ganino

Giuseppe, sempre della Millennium, mentre il titolo di campione regionale master maschile arco olimpico è stato vinto da Angelo Rodofili (Queen Arco Club Polistena); sul podio, per la stessa categoria, sono saliti anche Domenico Barranca (Millennium Arco Club di Siderno) e Alfredo Maresca (Sicilia). Il trofeo più importante è stato assegnato alla Millennium con la squadra mista (arco olimpico, compound e arco nudo) composta rispettivamente da Barranca D., Kononenko A., Mollica E. che, oltre a vincere il titolo regionale campagna 2017, si aggiudicato anche il trofeo Eragon, un manufatto in ceramica artistica ideato per l ‘occasione dall’ Arch. Rocco Schipilliti e realizzato dal Maestro ceramista Domenico Tripodi.

veo della riservatezza che li contraddistingue, a dimostrazione che l’alone di mistero e diffidenza che avvolge il Goi, è spesso frutto di pregiudizi che falsano la realtà. Il prossimo 19 maggio sarà per la Locride, e per la Calabria tutta, una giornata storica che permetterà di ribadire il reale obiettivo delle Logge che è stato sempre quello di portare avanti la comunione tra fede e scienza per costruire- partendo dalla fase embrionale- società, Enti e Stato rispondenti ai principi di unità, lealtà e collaborazione reciproca.

I giochi matematici sono competizioni in cui non è necessario avere un bagaglio di conoscenze specifiche per parteciparvi ma intuizione, logica e tanta voglia di giocare. I problemi, che hanno enunciati divertenti e intriganti, suscitano curiosità e desiderio di fermarsi un po' a pensare. A volte sono apparentemente molti complicati ma in realtà sono più semplici di quello che si può prevedere… per le menti che sono disposte a riflettere e ragionare. Fuori dalla scuola i ragazzi tendono al disimpegno mentale con videogiochi e web mentre dentro la scuola le dinamiche specifiche spesso demarcano il raggio d’azione degli intelletti, affievolendo il desiderio di fermarsi e riflettere. Ecco il motivo principale per cui l’I.C. “Pascoli Alvaro” ha deciso di far partecipare gli alunni della secondaria di primo grado a queste competizioni: uscire dai canoni scolastici per ampliare gli spazi di pensiero e riflessione e trovare momenti di gioco anche senza cellulare o elettronica. E la scelta è stata azzeccata sia per l’entusiasmo con cui i ragazzi hanno accolto l’iniziativa, sia per i risultati che sono stati gratificanti. La scuola “C. Alvaro” di Siderno si è distinta nei Giochi Matematici a cui ha partecipato. In quelli del Mediterraneo ha ottenuto tre medaglie nelle finali d’area, una per categoria: Sonia Licata (terza classificata per la categoria “prima media”), Lara Fatma Cristina (terza classificata per la categoria “seconda media”) e Noemi Guttà (seconda classificata per la categoria “terza media”). Le finali d’area, che hanno visto la partecipazione di diverse scuole della zona, si sono svolte a Locri presso il Liceo Classico “Ivo Oliveti” dopo le qualificazioni d’Istituto. Ancora più prestigioso è stato il risultato nei Campionati Internazionali di Giochi Matematici organizzati dalla MatePristem Bocconi che ha visto la qualificazione alle finali nazionali di Paolo Pelle (categoria C2 - terza media e primo superiore). Le semifinali si sono svolte a Reggio Calabria e su circa 300 partecipanti Paolo si è classificato 15-esimo accedendo alle finali nazionali che si svolgeranno a Milano il 13 maggio. Da sottolineare anche il buon piazzamento degli altri alunni della scuola che comunque hanno dimostrato di possedere validi requisiti e capacità. I risultati ottenuti evidenziano sempre di più che coinvolgendo i ragazzi in attività che suscitano il loro entusiasmo si può pervenire a traguardi validi. Comunque al di là del podio è stato magnifico constatare con quanto interesse gli alunni hanno partecipato a tutte le gare, anche quelle correlate come i Giochi d’autunno che si sono svolti all’interno dell’Istituto. Non resta che fare un grosso “in bocca al lupo” a Paolo per le finali nazionali con l’auspicio che possa arrivare anche a Parigi per le finali internazionali. A.M.M.



CULTURA E SOCIETÀ

www.larivieraonline.com

DOMENICA 14 MAGGIO 21

I FRUTTI DIMENTICATI

A CURA DI ORLANDO SCULLI E ANTONINO SIGILLI

Vitis vinifera L.

Alicante Fimmanella di Egua La risalita verso i piani di Egua, nel comune di Motta S. Giovanni riserva sempre delle graditissime sorprese, specie quando il tempo è terso e gli aliti di scirocco non rendono illeggibili le visioni divine di Taormina e dell’Etna. Infatti, nelle condizioni favorevoli, quando spira la tramontana, Taormina sembra a portata di mano dalla vigna ormai in fortissima decadenza di Santo e Salvatore Calabrò, specie da quando Salvatore si è voluto dedicare solamente a quella ubicata più in alto, nei piani di Sant’Antonio. Sull’altipiano che conobbero i fasti dei coloni calcidesi di Reggio o le magnificenze delle ville rustiche romane, le vigne allevate bassissime, ad alberello, per sopportare meglio le forti raffiche di freddo gelido, che spira specialmente alla fine di novembre, non ci sono più ed Egua è diventata una landa triste che sembra rimpiangere i tempi felici . Diritto verso il mare della Jonica appaiono i resti tristi di una mancata industrializzazione con la ciminiera svettante della Liquichimica e poco prima le strutture ormai arrugginite delle Officine Grandi Riparazioni di quelle che furono le Ferrovie dello Stato, poi verso lo Stretto l’altipiano degrada verso Capo d’Armi, la Leucopetra dei greci e verso Reggio si estende la Fossa di S. Giovanni, dove spesso nel corso del XVI secolo stazionarono, per poi attaccare Reggio e dintorni, le navi dei pirati Turchi Khair-AdDin (Caireddino), di Draghut e dei rinnegati Scipione Cicala, messinese, e dell’infausto rinnegato calabrese, Giovanni Dionigi Galeni, denominato in turco Ulug Alì, (la Spada di Alì) o Ucciallì, di Isola Capo Rizzuto. Nella pace dei pianori di Egua, i fratelli Calabrò avevano costituito un’oasi di biodiversità riferita alle viti più tipiche dello stretto che altrove erano ormai scomparse e in aggiunta, negli orti estivi e invernali, coltivavano piante tipiche della tradizione di Montebello Jonico di cui sono originari (precisamen-

te di Fossato); addirittura erano stati in possesso fino a un quinquennio addietro dell’ultimo esemplare del Molosso calabrese, che avevano recuperato nella frazione di Embrice. Era fulvo, possente, dalla testa molto grande, ma ormai questa razza canina della nostra terra si è estinta, al pari di altre. Collegandosi alle tradizioni, avevano riproposto nel proprio campo tutte le viti di Egua, che si ricollegavano alle civiltà greche, romane e bizantine. Si ricorda a tal proposito che in tutto l’altipiano i frammenti di embrici (tegoloni di 85 cm di altezza x

45 di larghezza che ricoprivano i tetti di templi e di edifici importanti) ellenici e romani sono numerosissimi al pari di quelli di dolii (enormi giare di cotto che venivano utilizzate per conservare cereali e liquidi), il che significa che essi erano adoperati per coprire i tetti di edifici notevoli, che potevano essere fattorie preposte alla coltivazione principalmente di vite, tanto più che anche i declivi più ripidi dell’area sono dotate da decine di chilometri di muri a secco (armacìe o armacere), che orlavano le fasce (rasule) che ospitavano i vigneti; svariati sono stati i ritrova-

menti di contrappesi per presse vinarie romane. Le varietà più prevalenti erano il Nerello, il Nerello guarnacciato, il Nerello guarnacciato gemellato, il Castiglione, le Malvasie, le Inzolie, le Guarnacce, il Cuore di cane, il Giacchè, il Giacchinè, il Bianco tondo, il Petroneri, lo Zibibbo, il Moscatello, l’Alicante, l’Alicante fimmanella e numerosissime altre, ritenute meno rilevanti. Gli abbinamenti o mescolanze (si chiamano ora con termine inglese blend) erano diversi, ma anche i vini eseguiti in purezza, per cui dal bianco tondo veniva ricavato un bianco secco da tavola, che diveniva più amabile se le sue uve venivano mescolate con le uve del Moscatello e dell’Inzolia Proprio dalle uve del Moscatello e del Bianco tondo, appassite su graticci, veniva ricavato un discreto vino da dessert, mentre dalla mescolanza dei vari nerelli, con l’aggiunta di piccole quantità di uve di Giacchè e di Giacchinè, indispensabili per dare colore, veniva fuori un rosso decisamente tendente al nero, molto caratterizzato per gli effetti particolari che sapevano d’antico. Determinante per dotare di effluvi soavi il rosso di Egua, era l’Alicante Femminella, una vite diffusa in tutta l’area dello Stretto, da Campo Calabro a Montebello, che sulla costa, già ai primi di settembre, riusciva a raggiungere i 24 gradi Babo, utile quindi a rafforzare le uve dal tenore zuccherino debole. In una vigna è riconoscibile anche d’inverno, quando le viti sono spoglie, per il colore particolare dei tralci, che a lignificazione completa evidenziano delle striature che danno sul giallo, mentre il grappolo risulta compatto e tronco, con gli acini sferici, di un bleu intenso, ricchi di pruina. La buccia delle bacche è molto spessa, premessa indispensabile perché siano ricche di polifenoli e possano scaricare tanto colore nella composizione dei vini a cui sono preposti; l’Alicante Fimmanella era presente nella componente delle uve che davano il Pellaro.

Hoprogettatouncesso Da qualche tempo si sta facendo largo la figura dell’architetto specializzato nella progettazione del servizio igienico. Dopo un certo numero di cessi progettati, l’architetto acquisisce titolo ed esperienza tali da consentirgli di effettuare questo tipo di lavoro in pochi minuti con grande destrezza

PASQUALE GIURLEO PROBABILMENTE ARCHITETTO La progressiva dequalificazione del mestiere di architetto, sempre meno rispettato e considerato, e la contemporanea crisi economica, spinge molti professionisti a specializzarsi in ciò che il mercato offre. Da qualche tempo si sta, ad esempio, facendo largo la figura dell’architetto specializzato nella progettazione del servizio igienico, volgarmente detto “cesso”. In realtà la specializzazione sarebbe in “cucina e bagno” ma, per quanto riguarda la cucina, l’architetto è spesso superato dal mobiliere o dall’addetto Ikea, quindi rimane il perfezionamento nel disegno del bagno, sempre che non si incontri un idraulico invadente che si occupi anche dell’esatta disposizione dei pezzi e delle rifiniture. Dopo un certo numero di cessi progettati, l’architetto acquisisce titolo ed esperienza tali da consentirgli di effettuare questo tipo di lavoro in pochi minuti con grande destrezza. In genere la scena avviene direttamente in cantiere. Dinanzi alle richieste della committenza, già opportunamente istruita da vari personaggi quali gli operai, il vicino di casa, qualche parente e, ovviamente, l’idraulico,

l’architetto impugna la matita e si avvicina a una parete destinata a essere rivestita con le maioliche. A questo punto l’architetto, in maniera decisa, traccia il perimetro del gabinetto calcolandone già la precisa dimensione necessaria e ci posiziona i pezzi. Per fare questa operazione utilizza le quattro semplici “Regole Universali del Gabinetto Perfetto” (RUGP) alle quali nessuno si può opporre: – Il lavandino di fronte alla porta – La tazza vicino allo scarico – Il calorifero sopra il bidet – La doccia in fondo L’applicazione delle RUGP mette al riparo l’architetto da qualsiasi controversia, sgombrando il campo da alcune pretese fastidiosissime, quali docce passanti, tazze distanti e specchi di lavandini in corrispondenza della finestra. Nessuno contesta le RUGP, sarebbe come confutare l’esistenza stessa di Dio. La variabile impazzita del gabinetto spesso è costituita dalla lavatrice, per la quale il committente immagina sempre che ci sia lo spazio: quando scopre che forse non ci entra, allora viene tentato dal realizzare un cesso alla francese, ovvero senza il bidet. Ma poi gli italici bisogni prendono il sopravvento. Un’altra incognita pericolosa sono i committenti particolarmente voluminosi che necessitano di docce da 1 metro di lato

minimo e corsie di spostamento ampie come in un parcheggio dell’Eurospin. Tuttavia l’architetto disegnatore di cessi supera questi ostacoli con grande padronanza: colloca la lavatrice in veranda e allarga la superficie del gabinetto in modo che possa farci manovra anche un SUV della Toyota. L’ultima discussione avviene sempre sull’altezza dei rivestimenti: una volta si piastrellava fino al soffitto, poi si scoprì che anche fino a due metri andava bene, oggi i due metri di altezza delle maioliche sono necessari solo nella doccia. Per clienti bassi, un metro e ottanta è più che sufficiente. Ci sarebbe anche altro da dire: tipo quanto deve farsi pagare un architetto per un gabinetto ben disegnato, ma il denaro mi sembra un argomento terribilmente volgare per l’etica narrativa di questo articolo. Quando un architetto disegnatore di cessi termina il suo progetto, in genere tutti sono molto soddisfatti, anche l’idraulico sgravato da eventuali responsabilità sugli errori, e i committenti non vedono l’ora che il gabinetto, ancora prima di essere iniziato, sia finito. Per utilizzarlo al meglio. P.S.: Ahimè, avrei voluto scrivere un brano sull’architetto disegnatore di periferie, spazi pubblici, quartieri ecocompatibili eccetera, ma la realtà ha preso il sopravvento sulla speranza.


RIVIERA

Idoli di un certo spessore Immacolata Giorgini si lascia fotografare assieme al suo idolo Antonio Cannavacciuolo alla recente fiera dell’alimentazione “TuttoFood”, svoltasi a Milano.

Il tre che non ti aspetti A Roccella Jonica incontriamo un gruppo che ha appena terminato un’intensa partita a carte. Un amico ci dice: «A Briscola Ninetto gli scanna sempre il 3, al biondo…» Nemiciamici Un Aldo Canturi gaudente posa vicino a Giorgio Imperitura, suo storico nemico nelle passate assemblee dell’Assocomuni e a Caterina Furfaro, sua compaesana acquisita.

Provvedimenti urgenti Fabio Mammoliti dialoga con Alberto Brugnano sul futuro politico di Locri, in questo periodo assai incerto dopo le recenti vicissitudini relative al bilancio di cui vi abbiamo dato contro nello scorso numero del nostro settimanale.

Una Voice tutta rosa Anthony Voice riesce a inserirsi persino nel Giro d’Italia! In questa foto con il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà e altri allegri personaggi.

Arte e scrittura L’artista Gianni Pedullà posa assieme a Silvana Niutta e Adolfo Melignano che spesso scrivono sul nostro giornale.

Somiglianze cremone Da sinistra: Michele Cremona (da Locri), Rosario Condarcuri, Michele Cremona (da Siderno) e Antonio Spataro. Pubblichiamo questa foto per farvi notare la somiglianza tra Michele Cremona (di Siderno) e il cantante inglese Robert Palmer.

Zebrato Salvatore Galluzzo si rivede, dopo moltissimo tempo, all’Assemblea dei Sindaci. Siamo riusciti a pizzicarlo, in questa foto panoramica, mentre si trovava sulle strisce pedonali.

Scuola politica Abbiamo visto sui social questa foto di un comizio storico di Bettino Craxi a Reggio Calabria. Accanto a lui, riconoscibilissimo, un giovane Candeloro Imbalzano.

Fotografia, che fatica! Il difficile mestiere del fotografo: Giuseppe Gargano e la sua troupe immortalati durante un’avventurosa foto di famiglia durante un matrimonio.

Una leggenda con qualche buco Ritrovata nei cassetti del nostro archivio questa foto di molti anni fa, nel periodo di maggiore splendore del Siderno Calcio. Siamo riusciti a riconoscere: Baccaretti, Bruzzese, Condarcuri, Cuzzilla, …, Lombardo, Violi, …, il mitico Armando, …, Buongiorno, …, Fragomeni, il capitano Prochilo, …, …


SETTIMANALE

www.larivieraonline.com

DOMENICA 14 MAGGIO

23

ACAB- AllCops Are Bastards ACAB è un film del 2012, scritto da Carlo Bonini e diretto da Stefano Sollima, che analizza vari aspetti legati agli interventi degli agenti della Celere (più comunemente detti Celerini) contro ultras, manifestanti, fondamentalisti di destra ed immigrati clandestini. L’attenzione è focalizzata su una squadra celere diretta da Mazinga (Marco Giallini) e composta, tra gli altri, da Cobra (Pierfrancesco Favino, protagonista della pellicola), Carletto, il Nero, e il nuovo arrivato Adriano, un ex pischello di strada pieno di rancore. Tutti i membri della squadra, che tra loro usano chiamarsi ‘fratelli’, lottano su due fronti: i problemi dei singoli: il Negro sta divorziando, il figlio di Mazinga è scappato di casa, Carletto e Cobra sono accusati di violenze, Adriano rischia lo sfratto; e il fronte comune: difendere una divisa e dei valori che sembrano rispettare solo loro mentre il resto del mondo li etichetta come violenti e incontrollati. Uno dei tentativi della pellicola è quello di tracciare un limite alle licenze dei celerini, che sembrano in alcuni casi prendere le sembianze di una gang come quando Mazinga resta accoltellato in uno scontro con le tifoserie ed i colleghi s’impegnano a trovare i colpevoli per vendicarsi a colpi di manganello. Però, purtroppo per la banda, Adriano come ultimo arrivato non intende il lavoro del celerino allo stesso modo dei suoi compagni e ne denuncia l’aggressione alla polizia, facendo sì che vengano sollevati dall’incarico Mazinga, Negro e Carletto. Il film si chiude con un acceso dialogo nei bagni della caserma tra Adriano e Cobra,

CAMILLO “CI RIPENSO” CONTE DI CAVOUR BRIGANTESSA SERENA IANNOPOLLO

che rivela più limpidamente che mai i due personaggi per quello che sono: un giovane che tiratosi fuori dalla strada sta cercando di portare, nel suo piccolo, un po’ di giustizia in un mondo che trova troppo corrotto, e un celerino innamorato della sua divisa e del suo lavoro che per difenderlo al meglio ha deciso di scegliersi delle regole proprie piuttosto che rispettare quelle altrui. Ed essendo forse il problema proprio questo, dopo 105 minuti di pellicola la questione principale - quella dei limiti alla violenza- resta irrisolta ed il suddetto limite resta indefinibile appunto perché in un paese in cui tutti si sentono sviliti dal sistema l’unica soluzione apparente è cambiare il sistema e crearsene uno proprio. Il solo punto comune alle variegate catego-

rie di personaggi della storia (tifosi, celerini, immigrati, fascisti, classe operaia ecc.) è l’odio verso lo Stato: i celerini lo incolpano di superficialità dopo l’omicidio di Filippo Raciti, ed i tifosi fanno lo stesso in occasione della morte di tre romanisti, quando le ‘teste rasate’ accusano il governo di incentivare l’immigrazione e manifestano contro l’immobilità del parlamento di fronte agli abusi subiti ogni giorno e così via. Tutti si sentono violati da uno Stato ingiusto. Tutti reagiscono riscrivendo le leggi secondo le proprie necessità, ed ovviamente ne vien fuori un paese violento e frustrato, cosparso di elementi alla ricerca di certezze, e costretto ad annaspare così come succede ai celerini di Cobra e Mazinga. Domenico Giorgi

ConVersando...

Rubrica di enologia a cura di Sonia Cogliandro

Giro d’Italia con un calice rosato in mano E mentre la Corsa Rosa inizia il suo cammino di risalita dalla punta dello Stivale, con una frazione di 217 chilometri fra Reggio Calabria e Terme Luigiane, prepariamo occhi, naso e palato perché, nelle terre fastidiosamente incantevoli della Calabria, è il rosa che avanza anche tra le proposte vinicole della Regione. Per via della loro indole di vini freschi e beverini, profumati e dall’approccio “easy”, “da signorina”, sono stati a lungo sottovalutati. Oggi l’aria è cambiata, vengono apprezzati per la loro versatilità che li rende adatti a molte occasioni e talvolta sorprendenti nella loro complessità. Dal Pollino all’Aspromonte, passando per la Sila, con lo sguardo che spazia tra le coste bagnate dal mare Jonio e Tirreno, si fa strada un settore in pieno fermento in grado di competere sul palcoscenico globale e di primeggiare con un nuovo percorso di valorizzazione dei vitigni autoctoni. Una sobria mossa che spiazza i luoghi comuni e ci presenta un gigante pronto a svegliarsi grazie alle giovani generazioni calabresi. Qui, Gaglioppo e Magliocco, vitigni storici della regione, danno vita a numerosi rosati di livello, rivelandosi alla vista con un bel rosso ciliegia, la cui tenue tinta tende ad avere una vena di morbido rosa. Eleganti, freschi, fra-

granti all’olfatto, con note suadenti di ciliegia e melograno, soffi di lavanda, erbe aromatiche (timo e salvia) e accenni salmastri quasi iodati. Densi e ben caldi al palato, grazie al buon tenore alcolico che li supporta e li struttura, con un'imponente nota salata e un retrogusto agrumato. Anche i poco diffusi spumanti calabresi sono per la maggior parte rosati: rosa brillante, ciclisticamente impeccabile, carezzevoli e piacevolmente vivaci all’olfatto, briosi, frizzanti e ben equilibrati al gusto. Vini decisamente estivi che si prestano benissimo ad essere stappati in vacanza, in barca, per un aperitivo in versione bollicina, come abbinamento jolly su piatti leggeri di terra e di mare.

Esti da’ settimana scorsa a notizia (passata assai in sordina) ca u sindacu i Castrovillari, Mimmo Lo Polito, modificàu u nomi du Largo Cavour, e finalmenti fu dedicatu e’ “caduti sul lavoro”. Dici u sindacu: “impossibile lasciare tale nome nella nostra città, quando questo non si è mai speso per il mezzogiorno. Cavour non è mai andato oltre Firenze, anzi, ha svuotato il sud di capacità e risorse”. Ma chi ‘ndi cuntanu 'mbeci a’ scola? ‘Ndi cuntanu a favoletta ca ‘stu “dubbiu omu” esti n’eroe da’ patria. Ma a verità esti ca u regnu i Sardegna era talmenti indebitatu cu l’Inghilterra pe’ cause infime comu a guerra i Crimea, ca decidìu u invadi u "Regno delle due sicilie", regnu pacificu, non pemmu unisci l'itaGlia ma pemmu si 'rrobba i sordi du Bancu i Napoli e mu si' leva pe' supa. Cavour sapìa ca u regnu i Francesco II era riccu di riserve auree (442,2 eranu i milioni posseduti a sud, cuntra 27 milioni du regnu i Sardegna) ma non sulu, era riccu puru i fabbrichi (a Mongiana c'era la "Reale ferriera Borbonica", chiusa subitu dopu i l'unità). Dopu du 1860 'ndi impedìru u lavuramu e fumma costretti u emigramu. E ancora u facimu. E quindi sentitamenti grazie a Mimmo Lo Polito, chi glorifica a memoria i genti chi moriu lavurandu 'nta sta terra, e nu pocu cordiali "a mai più" a nu farabuttu comu Cavour. Mi resta sempi a speranza ca prima o poi puru a Sidernu si eliminanu da' toponomastica i nomi i sti assassini du' sud.



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.