Riviera nº 21 del 20/05/2018

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IN BREVE

La vegetazione spontanea esuberante ha condotto un paio di volte un piccolo gregge di pecore negli incolti di Siderno, con gran sdegno dei borghesi benpensanti, degli pseudointellettuali, dei sedicenti ecologisti. Et voilà, a Siderno ci si ricorda che le pecore mangiano l’erba!

la vetrina

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Le pecore sognano di essere falciatrici elettriche?

Siderno come Roma, Parigi, Londra? Potrebbe configurarsi all’orizzonte degli eventi del nostro tristanzuolo paesello una avanguardistica posizione, per quanto non esattamente frutto di una scelta ecologista o di una strategia di spending review, quanto di una casualità nata dalla naturale crescita delle erbacce. La vegetazione spontanea esuberante ha condotto un paio di volte un piccolo gregge di pecore negli incolti di Siderno, con gran sdegno dei borghesi benpensanti, degli pseudo-intellettuali, dei sedicenti ecologisti, di genitori psicotici, incazzatissimi perché i lacci delle scarpe dei loro pargoli si riempivano di “palline spinose”. Per la cronaca, fu una di queste “palline spinose” a dare l’idea a un ingegnere svizzero, George del Mestral, che due materiali potessero essere uniti meccanicamente tramite micro uncini: fu così che nacque il velcro. Tanto per dire che chi il cervello ce l’ha, e non lo immobilizza con i “buongiorno caffè” sui social, trova soluzioni redditizie osservando ciò che ha intorno. Così avrà fatto il pecoraro, che in un revanchismo della cultura contadina e in inconsapevole gesto di raffinata

Londra usò le pecore tra gli anni Venti e Cinquanta per tenere basse le erbe dei numerosi parchi cittadini. È notizia di questi giorni che la sindaca di Roma sarebbe orientata a fare lo stesso con quasi cent’anni di ritardo.

disobbedienza civile da eco-chic, ha condotto le pecore al pascolo in pieno paese. Et voilà, a Siderno ci si ricorda che le pecore mangiano l’erba! Eh sì, lo fanno, e anche molto bene, tanto che in Inghilterra, durante il Settecento, furono inventati deliziosi trucchetti per tenerle a distanza dai giardini coltivati, i cosiddetti ah-ah. Londra le usò tra gli anni Venti e i Cinquanta per tenere basse le erbe dei numerosi parchi cittadini, finché anche lì, millenaria genìa di pecore e pecorari, si gridò allo scandalo da parte della upper-middle class che non voleva insozzarsi le galosce con i tondi stronzetti di pecora, peraltro buon concime per gli orti, se ben maturi. Parigi lo ha fatto qualche anno fa, e la sindaca di Roma sembra orientata a farlo in questo periodo. Benvenuta dottoressa Raggi, magari con cent’anni di ritardo, eh! Roma è una delle città europee con la maggiore estensione di parchi e zone verdi, e anche quella che più rapidamente le sta distruggendo o facendo ammalare, o avvelenando, impoverendo o facendo di tutto per far scoppiare guerra e inimicizia tra alberi e cittadini. Siderno non vanta ville patrizie e boscose, anzi, è un paesello poverissimo dal punto di vista delle alberatu-

re pubbliche, perennemente scalvate da impiegati comunali che definire giardinieri è un oltraggio all’intelligenza umana, impiegati che si potrebbe più vantaggiosamente sostituire con delle giraffe, che non avrebbero bisogno del cestello per tenere in forma le chiome degli alberi e di certo farebbero meno danni. Che cosa volete che sia un gregge di pecore in un paese che è ancora invaso da vacche sacre e pecoroni? All’idea delle pecore tosaerba c’è chi se la ride, prevedendo che sia una boutade tanto per far rumore, ma chi non ha altro da fare che spendere l’altrui tempo, solleva già l’allarme zecche. Non sanno, questi quozienti intellettivi da spugna dell’eocene, avvolti come sono da una grassa cotica d’ignoranza, che le zecche non nascono sulle pecore, come le pulci non escono dai gatti, e i pidocchi dalle teste dei bambini: qualcuno ce le porta, e quel “qualcuno” sono i signori topolini, quelli piccoli e dolci disegnati da Beatrix Potter, ma anche quelli grossi come cani, che abitano la lorduria delle acque inquinate. Con le continue disinfestazioni a base di deltametrina non si fa che peggiorare le cose, essendosi gli insetti ormai adeguati a questo tipo di prodotto (in particolare i simpatici scarafaggi, anche loro fauna apprezzata a Siderno), che invece danneggia i naturali predatori di insetti malevoli. Le disinfestazioni non mirate producono solo danni. Per fare le cose seriamente bisognerebbe reintrodurre gradualmente i naturali predatori di topi e uccelli invasivi, evitare un’eccessiva pulizia degli incolti (l’esatto opposto di ciò che si vorrebbe fare, insomma!) e sostenere la fauna predatrice, volpi, faine, donnole e uccelli rapaci. Ovviamente di pari passo vanno eseguiti interventi di bonifica e pulizia di terreni compromessi, e soprattutto un filtraggio che sia almeno sufficiente delle acque nere e grigie. Ma c’è da scommettere che nessuno di questi sindaci o assessori avrà il fegato di portar pecore a brucare l’erba, per due semplici motivi: uno, la compromissione dell’ecosistema è tale che le pecore andrebbero sottoposte a sorveglianza e pulizia tale da risultare più dispendiose di operai comunali muniti di tagliabordi a benzina. Due: non esiste modo di far comprendere a un funzionario pubblico come si deve gestire un ecosistema vasto come quello di un paese, immettendovi le pecore come diserbanti naturali. Neppure l’eminente professor Iain Stewart potrebbe far entrare nella testa di una persona che lavora in una amministrazione pubblica il concetto di graduale processo biologico e faunistico. Ma neanche aprendogli la testa con un’accetta e ficcandogli dentro un libro di biologia. È come voler cancellare la gravità universale o far tornare il tempo indietro: non c’è modo. Sapendo di aver parlato solo a orecchie già interessate, chiudo con un monito: tra i parassiti animali e i parassiti umani meglio i primi, perché i secondi non solo succhiano il sangue, ma rubano le idee, il tempo, la vita stessa. E per quella non c’è restituzione che valga. Lidia Zitara


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attualità www.larivieraonline.com

RICONOSCIMENTI

Il Gambero Rosso di Gioiosa Marina è uno dei migliori ristoranti d’Italia Nell’ambito degli Chef AWARDS 2018, svoltosi il 14 maggio presso il Fort Village di Pula, in Sardegna, Roberta Lanfranchi, attrice, ballerina, conduttrice televisiva e oggi speaker radiofonica per RDS, ha premiato Francesco Sculli per conto del fratello Riccardo del Gambero Rosso di Marina di Gioiosa Ionica come uno dei 40 migliori chef d’Italia. Un altro importante riconoscimento per il ristorante della Locride, che continua a inanellare successi grazie al grande impegno del suo staff e alla qualità dei prodotti quotidianamente serviti ai propri clienti, che gli sono valsi anche quest’anno il conferimento di una prestigiosa stella Michelin, riconosciuta, nel 2018, a soli quattro ristoratori calabresi.

REGGIO CALABRIA

LOCRIDE AMBIENTE

Rinnovata la fiducia in Loiero e la sua squadra Nella serata di martedì 15 maggio, presso la Sala del Consiglio Comunale di Siderno, si è svolta l’assemblea ordinaria del consorzio Locride Ambiente utile ad

Naccari Carlizzi lancia un'idea per risollevare le sorti della Calabria

effettuare l’elezione del Presidente e dei Componenti del Consiglio d’Amministrazione. All’esito della votazione gli aventi diritto al voto hanno rinnovato la fiducia in tutti i membri che già ricoprivano la carica in precedenza, aprendo così le porte a un nuovo mandato del presidente Vincenzo Loiero e di tutta la sua squadra composta dal vicepresidente Giorgio Imperitura, Celestino Gagliardi, Stefano Raschellà e Francesco Bruzzaniti.

L’ex consigliere comunale di Reggio Calabria ed ex Vice presidente del Consiglio regionale ha lanciato questa settimana un’idea che potrebbe aiutare i giovani a essere correttamente inseriti nel mondo del lavoro e a riqualificare l’immagine della nostra regione.

Demetrio Naccari Carlizzi, ex sindaco di Reggio Calabria ed ex assessore regionale, ha rilasciato questa settimana una breve intervista su LaC durante la quale ha denunciato la “rimozione” della nostra Regione, dai piani di sviluppo nazionale. Troppo spesso criminalizzata attraverso un giudizio liquidatorio derivato dall’apparente prevalenza della criminalità organizzata sulla società civile, la Calabria, come gran parte del Mezzogiorno, non è infatti oggetto di politiche di integrazione nei confronti del resto del Paese, ragion per cui, oggi, si rende necessario che siano i suoi rappresentanti più autorevoli a interloquire da protagonisti con il governo nazionale pianificando in sinergia gli interventi urgenti e necessari a farci uscire da questa atavica impasse. Il riferimento esplicito di Naccari Carlizzi è

al problema della disoccupazione, aumentata, stando ai dati ISTAT, del 50% in appena sei anni e da affrontare, secondo l’ex consigliere, attraverso un intervento congiunto della Regione, del Fondo Sociale Europeo e del governo nazionale che istituisca cosiddetto “salario d’ingresso”. Si tratta di un intervento che prevede l’adeguata introduzione nel mondo del lavoro di 10mila giovani calabresi attraverso una misura sostenibile che, nell’arco dell’intera programmazione potrebbe garantire il giusto sostentamento a tutti coloro che si avvicinano al mondo del lavoro in maniera differente da pratiche inattuabili come quella del reddito di cittadinanza, che avrebbe invece la necessità di una disponibilità finanziaria molto più elevata di quella presente nel bilancio del governo regionale e nazionale.



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IN BREVE

copertina

Allo scadere dei termini per la presentazione delle liste e delle candidature per le prossime elezioni amministrative, Klaus Davi si fa avanti e si propone come “sindacodocumentarista” di San Luca. Sostiene di conoscere bene il paesino dell’Aspromonte perché vi avrebbe realizzato dei servizi giornalistici e tanto basta per amministrarlo. Klaus non ci sta che a guidare San Luca sia un commissario e vorrebbe che i sanluchesi tornassero a esercitare il loro diritto al voto. “La mia candidatura – dichiara – servirà a far conoscere all’Italia quanto in basso siamo caduti come Stato”. Noi l’abbiamo interrogato come farebbe un padre che ha appena conosciuto il fidanzato della figlia e freme dalla voglia di sapere che intenzioni ha.

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Questa settimana la tv nazionale torna a interessarsi di San Luca utilizzando la solita spettacolarizzazione avariata e farneticante

Klaus e San Luca

Questo matrimonio s’ha da fare?

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO er la terza volta consecutiva i san luchesi scelgono di non recarsi alle urne. Lo scorso anno avevano inviato una lettera al Ministero degli Interni pregandolo affinché rimanesse il commissario Gullì: “Non meritiamo di ripartire da zero – avevano scritto – ma di continuare a essere accompagnati da un Uomo di Stato su cui tutti abbiamo riposto fiducia”. Una lettera che lasciò tanti di stucco, generando uno sbalordimento che è anche pregiudizio: la capitale della ‘ndrangheta che accetta la presenza di un uomo di Stato? - ci si chiese da più parti. Una scelta, tuttavia, comprensibile quella dei san luchesi: chiunque fosse stato eletto sindaco non avrebbe amministrato a lungo, considerando l’attuale legge sullo scioglimento dei comuni, con cui pare ci si diverta a disfare ciò che il popolo fa. Una scelta confermata anche quest’anno. Nessun candidato ha, infatti, presentato una lista con cui correre alle prossime elezioni amministrative. Ma proprio quando les jeux sont faits ecco che qualcuno si fa avanti. Si tratta del prode massmediologo Klaus Davi che abbiamo voluto interrogare come farebbe un padre che ha appena conosciuto il fidanzato della figlia e freme dalla voglia di sapere che intenzioni ha. Lei è già stato a San Luca, sa che non è la prima volta che non si presenta alcun candidato. È una storia che si ripete da tre anni. Perché aspettare che scadano i tempi per candidarsi? Devo essere sincero: ho colto lo scorso 12 maggio, dalle dichiarazioni di Cafiero De Raho a Pescara, che non ci fosse nessun candidato a San Luca. Chi avrebbe dovuto pubblicizzare questa assenza non l’ha fatto. So di essere fuori tempo massimo ma comunque mi propongo. Inizialmente mi son detto: provo a chiedere la proroga per la presentazione delle liste, sebbene sapessi che il Ministero degli Interni non avrebbe fatto questa eccezione per Klaus Davi. Poi ho pensato: con il nuovo governo, se veramente dovesse essere Matteo Salvini il Ministero degli Interni – e ricordiamo che Salvini è stato eletto in Calabria – gli chiederò un incontro per valutare se anticipare le elezioni in autunno senza dover aspettare un anno. La mia non sarà solo una candidatura politica ma vorrà essere una testimonianza del fatto che a San Luca manca lo Stato. La mia campagna elettorale inizierà il 27 giugno, tornerò una settimana a luglio, di nuovo ad agosto. La mia candidatura servirà a far conoscere all’Italia quanto in basso siamo caduti come Stato. Ha dichiarato di conoscere bene San Luca perché vi ha realizzato diversi servizi. In verità sono riuscita a reperirne solo uno, ma in ogni caso secondo lei basta recarsi in un posto e fare qualche domanda per conoscere a fondo un paese e capi-

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re come andrebbe amministrato? Credo che San Luca abbia due ordini di problemi: uno è la buona amministrazione, in parte garantita dal commissario, l’altro è che San Luca come la Calabria ha bisogno di essere “comunicata”. Sulla comunicazione, così come sul rilancio dell’economia e del turismo, posso dare un contributo. Altri problemi di San Luca? Lavoro, formazione. Chi è stato a Platì e San Luca ha visto questi ragazzini che girano in motorino senza casco. Se invece di mandarli in giro a tirare le bombe d’acqua alla gente che arriva, li si coinvolgesse in dei tirocini con le aziende? Il mio compito, se verrò eletto, non sarà solo quello di timbrare delibere, ma anche di sfruttare la mia rete di conoscenze per il paese. Aggiungo che lo farò a titolo gratuito. Quindi lei ha individuato come problemi principali di San Luca: la mancanza di soggetti che ne rilancino lo sviluppo economico, il lavoro e la formazione. Perché allora quando si parla di San Luca si indica come unico problema la ‘ndrangheta? Se Gratteri dice alla CNN che San Luca è la mamma della ‘ndrangheta... Ma se lei quando è stato a San Luca ha visto i ragazzini in motorino senza casco, gente per strada senza lavoro, e non boss con la lupara perché dare credito a Gratteri? Gratteri è il più importante magistrato antindrangheta italiano. Comunque non voglio legare la mia candidatura alla lotta alla ‘ndrangheta. Io voglio mettere a disposizione di San Luca la mia rete di conoscenze per darle un nuovo volto. Io ho assunto un pentito calabrese che ha fatto arrestare e condannare oltre 40 affiliati e che oggi si occupa di campagne di marketing. Quindi crede nella possibilità di riscatto? La testa dei calabresi è una testa di eccellenza. La criminalità organizzata è una forma perversa di intelligenza. I calabresi possiedono capacità intellettuali di ottimo livello e questo lo dimostra il fatto che occupano ruoli di primo piano all’interno delle istituzioni, nel mondo del giornalismo, dello spettacolo. I calabresi sanno competere. Noi dobbiamo far sì che questo sia possibile. In Calabria mi sono trovato bene ed è per questo che ci torno spesso. Vorrei fosse chiaro che la Calabria è uno dei posti più sicuri d’Italia. Nessuno l’ha minacciata, quindi, prima di entrare a San Luca? Non è vero quello che si dice su presunti “piantonatori” all’ingresso del paese? Ma nooo… ci sono quei ragazzini che ti chiedono dove vai per darsi un ruolo ma sono ragazzini innocui. Smettiamola con queste esagerazioni. È capitato che mi tirassero dietro dei gavettoni… certo, non è simpaticissima come accoglienza, ma basta un vigile che controlli un po’ di più e i ragazzini stanno buoni. In ogni caso tutte le volte che sono andato a San Luca, sono stato accolto bene, sono andato nei bar, mi hanno offerto il caffè. Mi

è capitato il cretino che pretendeva che spegnessi la telecamera ma niente di più. Non ha incontrato neppure diffidenti o omortosi? No, ma quali omertosi? C’è paura perché c’è gente che ha potere a livello criminale e quindi lo esercita ma io non mi sento di giudicare la paura e di accusare i calabresi di omertà, perché io lì non ci vivo. Comunque le cose stanno cambiando: la ‘ndrangheta sta perdendo potere, decisamente. I giovani rampolli che ho incontrato mi hanno dato la sensazione di voler ottenere vantaggi dal cognome che portano ma non ce li vedo a fare le grandi guerre di mafia. Sta succedendo qualcosa: sarà per la presenza dello Stato, per l’attenzione riservata dal giornalismo, per la Chiesa che ha cambiato linea… certo, ci sono ancora i pregiudizi ma dobbiamo combatterli. Per questo io vengo giù; se perdo, pace, ma quantomeno do un segnale di normalità. So che, dopo di me, si è proposto un nuovo candidato di Reggio Calabria. Speriamo non si crei la stessa situazione che si è venuta a creare l’anno scorso a Platì, cerchiamo di tenere un livello di qualità maggiore. Nel corso del servizio che ha realizzato a San Luca, ha incontrato dei cittadini per strada e a uno di loro ha chiesto: “Perché non vi aprite un bed and breakfast anziché fare le faide?” (Domanda che avrebbe indisposto chiunque – strano modo di combattere i pregiudizi! - ma a cui il san luchese risponde con garbo). Al che l’intervistato replica: “Qui non è possibile aprire un’attività perché basta avere un parente che ha avuto problemi con la giustizia per far chiudere tutto”, facendo riferimento alla logica delle interdittive antimafia. Lei, giustamente, fa osservare che la responsabilità è personale. Sa che a San Luca, come nel resto della Calabria, non funziona così perché le colpe di un parente vanno a macchiare anche la tua persona? Purtroppo è un problema perché la ‘ndrina ha una connotazione familiare e questo è innegabile. Quando incontro un ragazzo e mi dice: “Io non c’entro nulla con la mia famiglia di ‘ndrangheta”, rispondo: “Beh, dai un segnale allora, dimostralo!”. È chiaro che il legislatore fa fatica a scindere e a volte può commettere errori. Quando si tratta della famiglia in cui si è cresciuti si fa più fatica a scindere ma quando le colpe di un soggetto ricadono sul cugino di terzo grado è chiaro che si finisce per condizionare un territorio… Non conosco casi così specifici. Devo, però, dire che il sistema giudiziario funziona: non sempre i gradi di giudizio sono d’accordo, ho visto tantissime condanne, per fortuna, ma ci sono anche delle assoluzioni. Quindi il sistema garantista funziona in Calabria. Poi ci sono quei casi in cui i giovani rampolli ufficialmente non hanno collegamenti diretti con il padre boss però nell’aprire un locale nei rapporti con i fornitori fanno pesare il cognome…


L’EDITORIALE

Lei ha anticipato che farà una lista civica con personalità nazionali e con esponenti della società civile calabrese. Ha già pensato a qualcuno in particolare? No, ancora no. Il 27 giugno vedremo. Si è proposto qualche esponente politico nazionale ma tenderei a coinvolgere qualche giovane uomo o donna locale, possibilmente. I personaggi nazionali devono servire a veicolare San Luca e la Calabria ma per la lista preferirei gente del posto. La mia lista civica dovrà avere ragazzi esemplari dal punto di vista del comportamento, dopodiché il mio dialogo da amministratore coinvolgerà tutti, io non ho pregiudizi. Sa benissimo che ho voluto incontrare i figli dei boss Piromalli, Pesce… ovviamente per capire la logica criminale, non per fare salotto. Sì, so che li ha incontrati nel corso dei servizi realizzati per il suo programma “Gli intoccabili”… a proposito di questo programma, non ho ben chiara una cosa: quale informazione in più può trarre il pubblico in merito alla ‘ndrangheta vedendo un giornalista piantonarsi sotto casa di un boss per rivolgergli domande che rasentano l’ovvietà? Qual è il primo valore di uno ‘ndranghetista? Il rispetto. La ‘ndrangheta è fatta di regole, perverse. Io la paragono all’ebraismo che si fonda sui mille precetti del Talmud. Anche la ‘ndrangheta ha tante regole e il rispetto è una delle prime. Se tenti di intervistare un mafioso, andando a casa sua, gli manchi di rispetto, quindi io sto già dando un messaggio forte di smitizzazione. Se questa è informazione? L’informazione ha anche un potere simbolico. Lo stesso programma è stato lodato dal procuratore Federico Cafiero De Raho che lo ha definito “un esempio di coraggio molto utile alla magistratura”. In che modo questi servizi possono essere utili alla magistratura? Questo non lo so. Tornando alla sua candidatura a San Luca, ha messo in conto che, una volta eletto sindaco, può bastare una parentela sospetta o un caffè al bar con un pregiudicato perché venga sciolto il consiglio comunale, pur formato da incensurati? E a San Luca bar ce ne sono due e i cognomi che circolano – come ha fatto notare anche lei nel suo servizio – sono sempre gli stessi, quindi un parente pregiudicato, vuoi o non vuoi, te lo ritrovi. Come ovvierà a questo stato di cose? Devo essere onesto, non mi va di prendere in giro nessuno: a questa domanda non ho ancora una risposta. Non ho letto la normativa e quindi non ci ho ancora riflettuto. Klaus Davi avrà le sue buone intenzioni, è molto educato, a modo e ambizioso ma ha le idee poco chiare e tende a non ragionare con la propria testa, fidandosi di quanto dicono gli altri, solo perché gli altri sono “qualcuno”. Da padre, un uomo così a mia figlia lo sconsiglierei.

Dio salvi San Luca da falsi re e regine MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

on al seguito il suo inseparabile bassotto, Stefania Petyx, inviata di Striscia la Notizia, questa settimana, ha raggiunto San Luca. Ha invitato i cittadini a farsi un selfie reggendo un cartello con su scritto: “La ‘ndrangheta è una montagna di merda”. Stando al servizio, quasi nessuno ha accettato di farsi fotografare. Perfetto! Obiettivo raggiunto! Stefania e il suo bassotto possono tornare a casa felici e scodinzolanti. Il messaggio che a San Luca sono tutti ‘ndranghetisti è stato lanciato. È vero, i san luchesi alla vista dell’impermeabile giallo dell’inviata di Striscia si sono nascosti, hanno evitato le telecamere, hanno rifiutato il selfie. Ma perché? Perché hanno le scatole piene. Si sentono offesi, oltraggiati. Sanno che quel servizio sarà montato ad arte per continuare a gettare autotreni carichi di fango su San Luca. C'è bisogno di acconsentire a un selfie per dire che si è contro la 'ndrangheta? Sposiamo la logica di chi pensa che basti la firma su un registro per dire da che parte stai, per smacchiarti miracolosamente? Oltre al messaggio esplicito, ben infiocchettato dal programma di Canale5, che San Luca è carne e unghia con la 'ndrangheta, e che chi non vi è dentro non ne è neppure fuori, c'è un messaggio implicito che l'inviata di Striscia non ha messo in conto. Lo 'ndranghetista vero, di fronte a un servizio del genere, gonfia il petto. Si convince che la gente

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lo teme e che ha vita facile. Perciò, da un lato, San Luca viene indicato come il paese irredimibile, dall'altro si incoraggia il peccatore. Finché l'informazione andrà a braccetto con la spettacolarizzazione avariata e farneticante, finché sarà capeggiata da presunti giornalisti che come polene impettite sulla prua della nave si inebriano del sale della spuma e del vento che scompiglia loro i capelli, finché scenderanno in Calabria a fare sevizi e non servizi giornalistici, finché saremo qui a dire finché, i san luchesi non avranno via di scampo. Il loro sarà un futuro di giochi già giocati e già persi. L'abbiamo già detto in altre occasioni, ci sono regole che non vanno accettate e consentite e non sono solo quelle della criminalità, ci sono anche quelle della criminalizzazione, altrettanto devastanti. Ci danno il colpo di grazia tendendoci una mano bugiarda anzichè piantandoci una pallottola. A San Luca una sbobba di pregiudizi ha fatto più stragi della lupara. Di affabulatori, i san luchesi ne hanno visti fin troppi: si sono presentati tutti con quella commiserazione mista a saccenza appollaiata sugli zigomi, fingendo di voler redimere il resto del gregge. Poi sono scomparsi insieme alla loro vergogna. San Luca ha bisogno di un sindaco che la rappresenti davvero. Ma prima ancora di un sindaco ha bisogno che le venga restituita la dignità. È necessario modificare una legge - quella degli scioglimenti dei comuni - che imbratta e condanna senza appello. Ci inchiniamo di fronte all'interesse di chi vorrebbe accendere i riflettori sui problemi di San Luca ma, deve essere bene informato sui fatti, perchè non puoi curare una malattia se non ne conosci a fondo le cause; e poi perchè il "medico" deve venire da fuori per portare la discussione su San Luca a un tavolo nazionale? La gente del posto non ha lo stesso diritto di essere ascoltata? Apprezziamo, quindi, i buoni propositi di Klaus Davi e la sua indignazione per i torti che San Luca vive ogni giorno. Ma se è vero che Sant’Agostino sosteneva che la speranza ha due bellissimi figli, lo sdegno e il coraggio - sdegno per le cose come sono e coraggio per cambiarle - è anche vero che lo stesso ammoniva: “Da due pericoli bisogna guardarsi: dalla disperazione senza scampo e dalla speranza senza fondamento”.


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LA SETTIMANA

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politica

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Nei giorni scorsi un’altra “A” è stata incasellata a Riace. Si tratta di una “A” che sta per Acqua pubblica perché Riace, in assoluta controtendenza rispetto a quanto avviene in altre parti d’Italia, non aderisce all’ Autorità idrica della Calabria.

Mimmo Lucano e la “Repubblica” delle tre A!

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ILARIO AMMENDOLIA

La prima “A” è stata “Accoglienza”: aprire il Paese agli ultimi del mondo. La terza “A” sta per “Anarchia”. Non vi scandalizzate Lucano si riferisce a una una forma speciale di anarchia che non vuol dire bombe ma giustizia nella Libertà!

ntervistare Mimmo Lucano è un’operazione tecnicamente impossibile ma solo perché di cose da dire Egli ne ha tante perché ha una testa piena di idee e una vita ricca di “storia”. Ripieghiamo sul dialogo. A Riace si respira una bella e genuina passione politica che non ha nulla a che vedere con i politicanti scadenti che attualmente occupano le scena. Oggi per Mimmo Lucano è un giorno pieno di soddisfazione per un’altra “A” che sta per essere incasellata. In questo caso si tratta di una “A” che sta per acqua pubblica perché Riace, in assoluta controtendenza rispetto a quanto avviene in altre parti d’Italia, non aderisce all’Autorità idrica della Calabria. Sottolinea il sindaco: “Abbiamo ribadito in consiglio comunale il Diritto umano ad avere accesso all’acqua come bene unico, universale, indivisibile, inalienabile. Bene su cui non è lecito speculare, creare clientele, gestire per i pochi a danno dei molti. Ci siamo mossi di conseguenza. Nei prossimi mesi l’acquedotto entrerà in funzione e i cittadini di Riace non dovranno più pagare l’acqua”. A questo punto viene da chiedere “i fondi dove li avete prelevati dal momento che tutti i Comuni del Sud piango-

no miseria?”. Dal contributo di settecento euro che il Ministero degli Interni da ai Comuni per ogni rifugiato ospitato. Abbiamo dimostrato, ancora una volta, che i migranti nella nostra Terra non sono un problema semmai una possibile risoluzione dei problemi. Accanto a ciò, nel paese dei Bronzi la migliore Calabria a Riace dispiega la sua generosità. Per esempio il geologo che ha realizzato il progetto non solo non s’è pagato la parcella ma ha voluto contribuire simbolicamente con mille euro alla realizzazione dell’opera.” “Riace” è il Paese dove l’Utopia diventa realtà. La prima “A” è stata “Accoglienza”: aprire il Paese agli “ultimi” del mondo. E con i migranti a Riace è arrivata un’occasione di lavoro per i cittadini del Paese, la fattoria didattica, il frantoio oleario, la raccolta differenziata, l’ambulatorio medico gratuito per i residenti e per i nuovi arrivati, il lungomare senza cemento, i laboratori artigianali, il recupero delle abitazioni cadenti”. Tutte conquiste pubbliche perché con “Città Futura”, la cooperativa che gestisce l’accoglienza, nessuno ribadisco nessuno si è arricchito. Il patrimonio è pubblico e tale resterà! E a questo punto nasce spontanea la domanda sul perché l’esperienza di Riace si trova sotto indagine. “Succede quando l’Utopia si scontra con la rigidità burocratica”. Sono due mondi opposti perché la burocrazia ha il compito di separare gente e potere. L’Utopia annulla il potere e ne causa la reazione. Questo sta succedendo a Riace. La burocrazia vuole annullare un mondo che percepisce come ostile perché non lo capisce e, soprattutto, non lo controlla.

Ed ecco la terza “A” che sta per “Anarchia”. Non vi scandalizzate Lucano si riferisce a una una forma speciale di anarchia che “... non vuol dire bombe ma giustizia nella Libertà! A Riace il terreno è arato dall’azione quotidiana di quanti vi hanno lavorato e lavorano ma se si scava si trovano i semi di Bakunin, di Marx, di Phroudon, di Peppino Impastato e di Franco Basaglia. Il nome “Città Futura” lo abbiamo tratto all’intuizione di Tommaso Campanella. In questo piccolo paese resistono i semi libertari e anarchici che germogliarono in tutti i paesi della Locride e della Calabria nei secoli precedenti. Non è un caso che Mimmo Lucano sia uno dei pochissimi sindaci che non ha firmato il registro della legalità. A Riace lotta alla mafia è impegno per un mondo nuovo. V’è la consapevolezza che non saranno i registri o la mera repressione a distruggere la mafia ma l’avanzare di un nuovo modo di vivere insieme. E comunque Lucano dinanzi alla mafia non arretra neanche di un centimetro: “Giorno 3 giugno sarà simbolicamente riaperto al pubblico un ristorante collocato sul lungomare di Riace mentre sette appartamenti confiscati ospiteranno l’albergo diffuso. La Regione ci ha finanziato il progetto e accanto alle case-albergo avremo il ristorante. Noi vogliamo che da una cultura di morte nasca una voglia di vita. Lo vogliamo per tutti compresi i figli dei mafiosi. Questa è la nostra scommessa”. E questa è Riace, la città che ha fatto innamorare Wim Wenders e che dopo Berlino ha collocato gli “Angeli” sopra la cittadina della Locride . Su questa realtà Fiorello ha girato una fiction “Tutto il mondo è paese” che doveva andare in onda lo scorso inverno è stata bloccata perché presenta una Calabria bella, autentica, orgogliosa, fiera, positiva. C’è chi in alternativa vorrebbe realizzare e mandare in onda una fiction su Duisburg perché vuole inchiodare la Calabria sulla croce del crimine. “Lo abbiamo già visto ieri sera quando è andato in onda su Rai tre una fiction che mostra il procuratore Gratteri impegnato sul fronte di guerra come se la Calabria fosse il Vietnam. Questa immagine fa comodo a tanti perché così si crea un alibi aun distorto modello di sviluppo che ha dichiarato guerra ai poveri; la ndrangheta diventa un alibi alle ingiustizie, alle disuguaglianze, al sottosviluppo.” A questo punto la conversazione finisce perché Mimmo Lucano è impegnato: sta preparando le pratiche per i funerali di Becky Moses una ragazza sui vent’anni ospitata a Riace e morta tra le fiamme del lager di Rosarno. Estremo paradosso: chi ha dato l’anima pe realizzare l’esperienza di Riace si trova sotto indagine; chi ha consentito e consente il lager di Rosarno cammina con la scorta. Che dire? Ritornano in mente i versi di una antica canzone “Repubblica borghese un dì ne avrai vergogna...”.

Martedì 22 maggio il procuratore aggiunto di Catanzaro Giovanni Bombardieri assumerà l’incarico di Procuratore capo della Procura della Repubblica di Reggio Calabria andando a sostituire Federico Cafiero De Raho, per come stabilito lo scorso 11 aprile dal Consiglio Superiore della Magistratura.

Wanda Ferro e Francesco Cannizzaro, eletti durante la tornata delle Elezioni Politiche sono stati raggiunti questa settimana da un preavviso di “sfratto” dal Consiglio Regionale della Calabria in quanto non avrebbero ancora deciso se accettare l’incarico in Parlamento o rimanere alla Regione Calabria.

Martedì mattina si è insediata una Commissione d’accesso agli atti presso il comune di San Giovanni di Gerace. Come di consueto, i commissari inviati dal Prefetto di Reggio Calabria avranno tre mesi (prorogabili) per stabilire se gli atti amministrativi siano stati viziati da infiltrazioni mafiose.

Domenica scorsa il Santuario di San Nicodemo, a Mammola è stato restituito con una cerimonia ai fedeli dopo un intervento di ristrutturazione effettuato grazie al finanziamento di 115.000 euro dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte nell’ambito delle iniziative di Promozione Economica e Sociale.



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L’importanza dell’acqua

he meraviglia…l’acqua! Eppure la conosciamo da sempre, da appena nati, anzi da prima. Quando manca poco alla nascita, non avete sentito domandare se si son rotte le acque! Nell’interno del ventre materno eravamo tenuti nell’acqua! L’acqua arriva da molto lontano, no, non quella della pioggia, quella fa parte del ciclo, si trova già sulla terra, evapora sale in alto, nello stato gassoso, forma nuvole, incontra strati più freddi e torna giù in pioggia. Parliamo dell’acqua primaria, quella che è arrivata sulla terra, miliardi di anni fa! Trasportata, a bordo, addirittura, si pensa, di comete! Arrivate sulla giovane terra, ancora allo stato incandescente, nell’impatto, questi enormi serbatoi hanno versato il loro contenuto d’importante liquido, contribuendo al raffreddamento della crosta terrestre, riempiendo i grandi avvallamenti o gli enormi fossati, formatesi dopo il loro impatto, d’acqua e formando i mari! Naturalmente non è stato così semplice, il tutto è avvenuto in migliaia di anni, con cambiamenti e assestamenti! E le sorgenti? Anche per queste c’è una spiegazione: hanno avuto origine da meteore più piccole, piccole per modo di dire, sprofondate dopo l’urto nella profondità della terra, con il loro prezioso carico. I movimenti della crosta terrestre, i grandi terremoti, e il calore endogeno portavano, poi, alla risalita dell’acqua e alla comparsa delle sorgenti. Ma parliamo ancora dell’importanza dell’acqua. La vita ha origini nell’acqua, e allora anche la vita arriva dal profondo spazio! Per miliardi di cristiani il battesimo è il primo approccio importante con l’acqua. È noto che il nostro corpo è composto per il settanta per cento di acqua, non solo, pensiamo al mondo vegetale… quanta acqua lo compone! Certo le alluvioni, le bombe d’acqua fanno male, ma è colpa dell’uomo che ha modificato il suolo, impedendo all’acqua di scorrere naturalmente verso il mare! L’acqua delle dighe, che si trasforma in energia elettrica, quanti lavori compie! Non possiamo non pensare all’acqua per le necessità domestiche e soprattutto quella che consumiamo per soddisfare la sete, questa però ci viene fatta pagare a caro prezzo! Amministrazioni, che con i proventi esorbitanti ricavati dal costo dell’acqua, tappano buchi! Brown Jo

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Un concorso fotografico per sensibilizzare sulle condizioni degli anziani La Commissione Pari Opportunità della Città Metropolitana ha indetto una Mostra fotografica dal titolo “La Molta Vita – Bagliori d’Argento”. L’intento dell’iniziativa è quello di portare all’attenzione della Comunità e delle Istituzioni tutte, attraverso l’esposizione delle immagini fotografiche, le condizioni sociali degli anziani. L’invito, dunque, rivolto a tutti i fotografi professionisti ed amatoriali, è alla partecipazione. Le fotografie, stampate dall’Autore, possono essere inviate o trasmesse entro il prossimo 5 Giugno 2018, secondo le modalità indicate nel Regolamento, ed il cui Avviso è pubblicato sul sito della Città Metropolitana di Reggio Calabria (https://www.cittametropolitana.rc.it/citta/comu nicazione/note-stampa/avviso-mostra-fotografica-la-molta-vita).

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Da delinquente abituale a probabile (nuovamente) parlamentare È fatta! Il signor B è stato riabilitato. I giudici del tribunale di sorveglianza di Milano hanno dato il via libera alla nuova vita politica di Silvio. Sarà di nuovo candidabile e eleggibile. È proprio vero, al peggio non c’è mai fine. Era stato interdetto, la sua reputazione era scesa in picchiata e di conseguenza la sua capacità di rappresentare gli altri molto ridotta, anche se a volerlo ci sono in giro ancora milioni di elettori che uno non riesce a capire come mai. Comunque sia, la sua riabilitazione doveva soltanto essere messa nero su bianco visto che in questi mesi di trattative per il nuovo governo, ha potuto tranquillamente condizionare il dialogo tra le parti. Un condannato definitivo, per il quale avrebbero dovuto spalancarsi le porte di San Vittore; si sono aperte, invece, prima, quelle del centro anziani di Cesano

Boscone dove ha potuto tranquillamente rilassarsi con i suoi coetanei e, adesso, addirittura, potrebbero aprirsi di nuovo quelle del parlamento. Pare infatti, che tecnicamente possa tornare subito in “sella”, per effetto della “solita clausola perversa” contemplata nella legge Rosatellum; per cui con elezioni suppletive potrà essere eletto e occupare il seggio lasciato vuoto da uno dei suoi – “volontariamente”, magari con dimissioni pagate – nel collegio uninominale interessato. Anche se non fosse possibile, ormai da noi tutto si può avverare. L’Italia è al degrado assoluto: la politica, la giustizia, lo stato, le istituzioni, la società nel suo complesso. O saremo capaci di avviare una Rivoluzione vera dal basso, oppure… si salvi chi può e fugga via molto lontano. Pasquale Aiello

LA SCOMPARSA

Arrivederci Iolanda Sgambelluri

Vincenzo Bombardieri replica all’articolo “Bandiera politica?” pubblicato su Riviera la scorsa settimana e scritto da Enzo

Arrivederci dolcissima mamma e nonna da lassù certamente veglierai su tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di viverti la tua famiglia ERRATA CORRIGE

La fortuna di avere la bandiera blu Caro Enzo, ti sei chiesto come mai da 16 anni Roccella ottenga sempre la bandiera blu? Io penso che sia solo fortuna. Fortuna di avere un depuratore che funziona, fortuna di avere un servizio efficiente di raccolta differenziata porta a porta, e un servizio idrico all'avanguardia. Fortuna di avere dei cittadini che in larga parte collaborano, e sono orgogliosi del loro paese. Fortuna di avere dipendenti comunali che fanno le cose prima che tu glielo dica. E infine fortuna di avere amministratori fortunati! A parte questo, lottiamo tutti insieme perché la Locride abbia 10, 100, mille bandiere blu! Vincenzo Bombardieri

Come funzionano davvero le Pro Loco in seno all’UNPLI?

In relazione a quanto apparso all’interno dell’articolo “Una maestra di vita chiamata Pro Loco”, pubblicato a pagina 18 dell’ultimo numero del nostro giornale, l’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia ci chiede di pubblicare quanto segue: Nessuna Pro Loco interloquisce direttamente con il Ministero di Settore, né tantomeno effettua per conto proprio le progettazioni o riceve finanziamenti personalizzati. Non c’è più di tanto falso in queste dichiarazioni e le ore di Formazione per i Volontari, sono ripartite in 32 ore di Formazione Generale (e non quattro) come già espletate per l’anno in corso di cui, anche l’intervistato Volontario Tarzia, è stato presente. La Pro Loco di Siderno, iscritta all’Unpli, ha partecipato come tutte le altre Pro Loco Unpli calabresi alla progettazione per l’anno di riferimento e l’unica titolata a svolgere la progettazioni per tutte le Pro Loco d’Italia è l’ufficio del Servizio Civile Nazionale Unpli con sede a Roma coadiuvato dai Responsabili delle Regioni Italiane. Consideri che solo in Calabria le Pro Loco che hanno avviato, per l’anno in corso il Servizio Civile sono 39, con un totale di 70 Volontari e l’Unpli Calabria è tra quelle che per il 2019 triplicherà il numero dei Volontari raddoppiando il numero delle Pro Loco partecipanti. Un grande risultato che si sta ottenendo grazie al lavoro eccellente dei Comitati Provinciali, del Presidente Regionale Filippo Capellupo e dalla Segreteria del Settore Servizio Civile Unpli Calabria, di cui il sottoscritto è il Responsabile pro tempore. LE chiedo di rettificare le informazioni che erronea-

mente ha dato nell’articolo apparso al fine di tutelare il buon nome e l’immagine dell’Unpli Calabria e al fine di dare esatte informazioni ai lettori e soprattutto ai futuri giovani che si candideranno per svolgere il servizio Civile per gli anni futuri. Dalla Sede Regionale Dr. Pasquale Ciurleo A tal proposito, nelle stesse ore in cui ricevevamo la richiesta della presente rettifica, si rendeva conto del refuso anche l’intervistato Salvatore Tarzia, che ci rilasciava la seguente dichiarazione di rettifica: Quello svolto presso le Pro Loco UNPLI è un servizio civile di prima classe, che attraverso il dipartimento servizio civile UNPLI Nazionale permette di avere come interlocutori la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della solidarietà sociale. La Pro Loco di Siderno, come tutte le altre Pro Loco associate UNPLI, partecipano ai bandi fornendo i dati e le notizie necessarie ai comitati regionali UNPLI di competenza, che realizzano la progettazione. I progetti vengono successivamente trasmessi alla Sede del Servizio Civile Nazionale UNPLI che provvederà a inoltrarli agli uffici competenti del servizio civile nazionale di Roma per la valutazione; i progetti ritenuti idonei beneficeranno dell’assegnazione dei volontari. Gli aspiranti volontari sono poi stati sottoposti all’interno della Pro Loco di Siderno a un corso di quattro ore relativo al funzionamento dell’UNPLI che, a sua volta, si è aggiunto al corso di Formazione Generale della durata di 32 ore.


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redazionale

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Per viaggiare senza pensieri Da Full Travel puoi prenotare viaggi su misura per te, crociere da sogno, lune di miele da favola. Ma anche noleggiare moto, auto e minibus e usufruire di un comodo servizio Transfer da/per aeroporti e stazioni

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IN BREVE

elezioni

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Saranno i giovani a cambiare il volto di Locri Calabrese mantiene la stessa filosofia della sua precedente gestione, ma si prepara a lanciare nuovi strumenti che implementino il potere decisionale della cittadinanza.

Carabetta lancia l’idea di un paese legale ed efficiente sotto tutti i punti di vista. Ma realizzare questo progetto significa stare a stretto contatto con i comuni limitrofi.

opo un periodo in cui il sindaco uscente di Locri ha condotto in solitaria la campagna elettorale facendo il punto di quanto è stato realizzato negli ultimi cinque anni, l’ufficializzazione della candidatura di Vincenzo Carabetta garantisce l’inaugurazione di un confronto diretto che si preannuncia senza esclusione di colpi. La distanza tra le due liste si nota fin dall’approccio a questa campagna elettorale: mentre “Tutti per Locri”, infatti, ha scelto di presentare i suoi durante un evento pubblico, “Scelgo Locri”, preferendo confrontarsi con i cittadini piuttosto che “riempire teatri”, ha inaugurato un ciclo di incontri che affronteranno le varie criticità del paese, fino alla presenta-

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zione all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili, avviata la differenziata porta a porta, riqualificato l’impianto idrico e fondata la “Società di Trasformazione Urbana” che, mettendo in rete Municipio, finanziatori e comitati di quartiere, lancerà idee di riqualificazione per il lungomare. Gli edifici in stato di abbandono saranno recuperati limitando la cementificazione selvaggia e garantendo di destinare maggiore attenzione alla cura del verde pubblico. Sarà dato spazio ai giovani attraverso progetti di formazione, volontariato, alternanza scuola lavoro, supporto alle attività produttive e la costituzione della Consulta Giovanile, così come grande importanza sarà riservata al supporto alle famiglie in difficoltà, al proseguimento della lotta per il diritto alla salute e al rispetto delle pari oppor-

zione del programma elettorale fissata per il prossimo 27 maggio. In attesa di parlare direttamente con i candidati, il nostro settimanale si è portato avanti con il lavoro, snocciolando e confrontando le linee programmatiche esposte dalle due liste elettorali, permettendo elettori più impazienti di farsi un’idea di come Locri potrebbe cambiare volto nei prossimi cinque anni. Qualora gli venisse rinnovata la fiducia, Giovanni Calabrese promette di continuare ad amministrare la città sì adottando la stessa filosofia, ma anche implementando il proprio impegno attraverso alcune interessanti novità: prima tra tutte il “Bilancio partecipato”, uno strumento amministrativo che permetterà ai cittadini di dire la propria su dove destinare i fondi pubblici oltre che segnalare le criticità. Sarà avviata poi una campagna di sensibilizza-

tunità. Attraverso il coinvolgimento dell’associazionismo si conta di dare impulso ai temi di interesse sociale, ma anche al piano di sviluppo culturale, che prevede la valorizzazione dei Poli Museali, l’ampliamento della Biblioteca, l’inaugurazione del teatro all’aperto e l’avvio di un festival di Opera e teatro. Le scuole dovranno seguire il ribattezzato “modello Virgilio” dotandosi di risorse all’avanguardia che garantiscano il giusto ampliamento dell’offerta formativa per bambini e famiglie che, viene promesso, avranno l’opportunità di crescere anche attraverso le rinnovate strutture sportive comunali. Ultimo, ma non meno importante, il turismo, che avrà nuova linfa vitale attraverso una riqualificazione dei servizi a disposizione sul lungomare e l’inaugurazione di fiere e feste che favoriscano la destagionalizzazione. Più breve ma non meno pregno di interessanti

Ufficializzate le liste elettorali che si contenderanno il Municipio di Locri il prossimo 10 giugno, cominciano a emergere i primi particolari dei programmi. Dalla grande attenzione alla cultura e all’istruzione di Giovanni Calabrese all’idea di conurbazione di Vincenzo Carabetta per entrambi i candidati bisogna lasciare più spazio ai cittadini, meglio se giovani. dichiarazioni programmatiche il programma di “Scelgo Locri”. La Grosse Koalition di Vincenzo Carabetta punta tutto sulla lotta alla criminalità organizzata, punto di partenza per la realizzazione di una città che dimostri attenzione alla cultura e, attraverso essa, favorisca un turismo che dia nuova linfa vitale all’economia locale. Limitatamente alle poche opportunità dettate dal dissesto, dal quale si cercherà di uscire grazie a una task force e a un recupero coatto dei tributi che sgravi la pressione fiscale esercitata sui contribuenti onesti, bisognerà realizzare un abbattimento delle barriere architettoniche, costituire centri ascolto per le pari opportunità, riqualificare il cimitero comunale e impegnarsi, in seno alla Conferenza dei sindaci dell’ASP, a ripristinare i Livelli Essenziali di Assistenza all’Ospedale. Il “Piano cittadino dei giovani” promette di rendere i ragazzi nuovamente protagonisti della società civile e di creare posti di lavoro grazie alla sinergie con diverse realtà pubbliche e private che contribuiscano al contempo a riqualificare gli spazi abbandonati. “Scelgo Locri” ritiene inoltre che, per dare reale impulso alla stagione estiva, vada affrontato con urgenza il problema della depurazione, dell’efficientamento idrico e della raccolta dei rifiuti solidi urbani, per i quali si sta pianificando l’avvio della differenziata. Previsti, inoltre, l’installazione di un’illuminazione pubblica a LED, l’implementazione di un servizio Wi-Fi gratuito nei luoghi aggregativi e l’ammodernamento delle strutture comunali a cominciare dallo Stadio. Per ridare forza socio-politica al paese in seno alla Città Metropolitana, poi, dovranno essere avviate le pratiche di accorpamento o conurbazione con i comuni limitrofi, pratica che avrà il non secondario obiettivo di rendere più efficiente la macchina amministrativa e che dovrebbe contribuire a rendere meno lunghi i tempi di attesa per la realizzazione delle grandi opere, prime fra tutte il prolungamento della nuova 106 e la realizzazione di una darsena sulla costa. Jacopo Giuca


Lotta senza quartiere tra gli aspiranti sindaci di Gioiosa Ionica L’agone politico per la carica di sindaco di Gioiosa Ionica si preannuncia senza esclusione di colpi. Il sindaco uscente Salvatore Fuda si gioca la carta di ciò che è ha realizzato negli ultimi cinque anni, ma l’avversario Tito Greco ribatte punto per punto, annunciando che la città è allo sbando e che bisogna rifare tutto. enuto meno l’impegno di Domenico Loccisano, anche a Gioiosa Ionica la corsa per la carica di sindaco è divenuta una cosa a due. I contendenti rispondono al nome del sindaco uscente Salvatore Fuda che, come accaduto a Locri per Giovanni Calabrese, si ripresenta grosso modo con la stessa squadra e sotto lo stesso “marchio”, e di Tito Greco, agguerrito capolista di “Cambiamo Gioiosa” che punta a dare un volto diverso alla città che affaccia sulla Valle del Torbido. Fuda intende rinnovare l’impegno profuso nelle politiche dell’accoglienza, nella realizzazione e nella cura delle opere pubbliche e nella prevenzione del dissesto idrogeologico, elementi che hanno contribuito, secondo il primo cittadino uscente, a rendere la comunità gioiosa più forte e, in definitiva, un modello da seguire per tutta la Locride. Proseguirà poi il dialogo con le istituzioni affinché i beni confiscati alle mafie continuino a offrire opportunità di sviluppo e di lavoro, una politica divenuta un vero e proprio marchio di fabbrica per il primo cittadino uscente, oltre che a implementare le politiche sociali e la condizione economico finanziaria di non facile gestione. Ampio spazio, naturalmente, verrà dato a tutto ciò che in questi cinque anni non è stato realizzato, a cominciare dalla valorizzazione dell’area archeologica del Naniglio e del castello, oltre che a una maggiore cura nella preparazione degli eventi culturali, in primis la festa di San Rocco. Si cercherà con rinnovato impegno, inoltre, di portare finalmente a termine il progetto della “Grande Gioiosa”, che pre-

V Fuda ritiene di lasciare una città in corsa verso il futuro, alla quale basta solo qualche ritocco per non farsi trovare impreparata alle sfide del domani.

vede l’accorpamento del paese con la Marina al fine di migliorare l’efficacia amministrativa, abbattere i costi e rinnovare l’impegno con i comuni limitrofi in occasione della sottoscrizione all’Unione dei Comuni della Valle del Torbido. All’idea di una città in corsa verso un luminoso futuro, tuttavia, Tito Greco non ci crede, tanto da aver rivolto agli avversari dichiarazioni al vetriolo già in occasione della prima uscita pubblica della sia compagine. Immobilismo e mala gestione la farebbero da padroni, tanto da “costringere” la compagine ad andare casa per casa a spiegare come “Cambiamo Gioiosa” intende sopperire alle mancanze di Fuda. Nel programma Greco sottolinea la necessità di un’azione sinergica, che cambi la città attraverso la collaborazione della cittadinanza attiva, già coinvolta con l’avvio dell’iniziativa “La Gioiosa che vorrei”. La preparazione degli eventi estivi sarà effettuata con un nuovo approccio, così come saranno da ripensare la gestione delle opere pubbliche e del ricco patrimonio culturale e sarà necessario gestire con maggiore oculatezza la res pubblica, magari implementando la differenziata oggi poco efficiente e mettendo la parola fine al processo di fusione delle due Gioiosa. Spazio anche a innovative politiche giovanili, sociali e scolastiche, a un maggiore supporto alle attività commerciali e, punto più avanguardista del programma, a una tutela degli animali che punti alla riduzione del randagismo e a un allineamento con le politiche imposte dalla Unione Europea, sulle quali tutti i nostri comuni sono davvero molto carenti. Jacopo Giuca

La società Pigreco Communication srl, Agenzia di Comunicazione e concessionaria pubblicitaria del settimanale Riviera e del sito rivieraweb.it, ai sensi e per gli effetti delle Delibera nº 205/18/CONS dell’Autorità per le Garanzia nelle Comunicazioni, pubblicata su GU serie generale nº 101 del 03/05/2018, comunica di aver attuato le disposizioni della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relativa alla campagna per l’elezione diretta dei Sindaci e dei Consigli Comunali, nonché dei Consigli Circoscrizionali, fissate per il giorno 10 giugno 2018. • la pubblicazione degli avvisi è consentita fino al 8 giugno 2018 compreso • Tutti i soggetti politici aventi diritto avranno garantita la parità di accesso agli spazi per messaggi politici elettorali • Il documento analitico di cui all’art. 22, co. 2, della delibera N. 1/18/CONS è disponibile presso la nostra redazione Riviera, via Correale 5, 89044 Siderno, tel. 0964/342198, e la concessionaria pubblicitaria PiGreco Communication Srl • sono ammesse soltanto le forme di messaggio politico previste dalla normativa vigente e dalle deliberazioni dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni • Tutte le inserzioni devono recare la dicitura “messaggio elettorale” e indicare il soggetto politico committente • Per richieste di committenti Locali rivolgere per stampa e internet a: PiGreco Communication Srl - via Misuraca 2, 89044 Siderno, tel. 0964/383251 • Per richieste di committenti Nazionali e per internet rivolgersi a PiGreco Communication Srl - via Misuraca 2, 89044 Siderno, tel. 0964/383251 Oppure scrivere a pigreco10@gmail.com

Greco accusa di immobilismo l’avversario e promette di ripensare tutto: dalla preparazione degli eventi estivi, alla tutela degli animali.


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LO ZIBALDONE

Politici, il Paese è stanco! Nella prima scena del primo atto del Rigoletto, Giuseppe Verdi mette in bocca al Duca di Mantova, seduttore impenitente quanto incostante, questa celeberrima aria: “Questa o quella per me pari sono, quant’altre d’intorno mi vedo; del mio core l’impero non cedo, meglio ad una che ad altra beltà”. Il nome del premier lo diciamo domani: si potrebbe sintetizzare così il risultato del quarto e quinto incontro formale fra le delegazioni di Cinque Stelle e Lega sulla costruzione di una maggioranza. Due summit a Roma, tre a Milano. Cinque giorni di discussione, un infinito vertice notturno. Sembrerebbero abbastanza per indicare, se non il famoso “contratto” nei dettagli, almeno il nome del premier, ma non sono stati sufficienti. Ed è inutile giustificarsi dicendo che anche in Germania la costruzione del patto fra popolari e Spd ha richiesto una lunghissima mediazione: lì il nome del Cancelliere designato, Angela Merkel, era chiaro fin dall'inizio e senza ambiguità (ed era lei a condurre le trattative sul programma). Ci rendiamo conto che questa eterogenea alleanza si trova per la prima volta alle prese con un problema che la perseguiterà a lungo (sempre che riesca a concretizzarsi): quello di dover rinnegare il leit-motiv sulla base del quale ha chiesto i voti. La necessità di un premier terzo – visto che Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno preteso l'uno dall'altro un passo indietro – obbliga a disconoscere almeno un quinquennio di anatemi contro i Presidenti del Consiglio “nominati dall'alto”, essendo chiaro a tutti che, chiunque sia il prescelto, sarà un nome emerso da un compromesso politico e non da una scelta popolare. Se sarà un politico, come sembra, non sarà uno dei due che si sono candidati al ruolo. Se sarà un professore, un diplomatico, un tecnico, ancora peggio poiché si dovrà ammettere che, talvolta, le democrazie hanno bisogno di rivolgersi all'esterno. Come spiegare all'elettorato che le polemiche su Paolo Gentiloni, quarto premier non eletto dal popolo, animate da Di Maio e Salvini con analoga energia – erano poco fondate, in quanto ne arriverà probabilmente un quinto? Come rinnegare il tormentone sull'elusione del voto popolare che ha accompagnato la nomina di

Matteo Renzi, e prima di lui di Enrico Letta, e prima di lui di Mario Monti? Fra le molte difficoltà che si profilano all'intesa, questa non è tra le minori perché se sarà facile diluire nel tempo le demagogiche promesse materiali – reddito di cittadinanza, flat tax, abolizione della Fornero, rimpatrio in massa dei clandestini – risulterà più complicato giustificare la delega del premier a una personalità mai entrata in campo apertamente con questa aspirazione. La trattativa, comunque si concluda, è destinata a infrangere anche altre narrazioni dei nuovi leader. Il disprezzo ostentato per le manovre della vecchia politica, che invece sono stati riproposte nei summit al Pirellone. “Siamo pronti” - quando è chiaro che problemi ci sono. La celebrata trasparenza, che si infrange nei vertici segreti dal commercialista-deputato Stefano Buffagni. L'idea che basti il voto a fare la rivoluzione mentre, come è evidente in queste ore, serve molto altro. Insomma, queste giornate dovrebbero comportare un bagno di umiltà per tutti i protagonisti della trattativa, e c'è da augurarsi che la lezione sia metabolizzata in fretta perché abbiamo già visto altri enfant prodige venire rapidamente rottamati dall'opinione pubblica proprio per l'incapacità di rinunciare alla narrazione che gli aveva dato successo. Il Paese è molto stanco, ha bisogno di elementi di speranza e concretezza, prima arrivano segnali e meglio è. Il punto critico per eccellenza resta il rapporto con l’Ue. La Lega insiste per la revisione dei trattati europei, in particolare, come svelava alla Camera il leghista Claudio Borghi, «va totalmente rivisto il fiscal compact perché sennò dove li troviamo i soldi da dare alla gente, alle imprese?». È stata diffusa dall’Huffington Post una bozza delle 39 pagine dell’accordo tra Di Maio e Salvini (14 maggio 2018 ore 9,30) dove era contemplato di uscire dall’euro, togliere le sanzioni a Putin, chiedere a Draghi di cancellare 250 miliardi di debito italiano. Comunque, in ogni caso, ricordiamoci di non prendere alla lettera le dichiarazioni dei politicanti. Per l'ATAC di Roma avevano promesso bus nuovi, fiammanti. Dieci hanno preso fuoco! Tonino Carneri

CALABRESE PER CASO

Una questione di numeri Capita di sovente di meravigliarci quando, nella ricerca di dati e di tendenze rivolte a valutare l’efficienza di un’infrastruttura, ci si imbatte su dati contrastanti che danno spiegazioni diverse sulla reale situazione di una realtà economicamente importante come può essere un porto

pesso nelle diverse occasioni nelle quali si rendiconta una iniziativa politica, economica o allorquando si devono tirare le somme sulla produttività di una infrastruttura ì numeri diventano importanti. Importanti per due motivi. Il primo perché attraverso i numeri si possono definire i termini dell’efficacia delle azioni condotte e della loro aderenza agli obiettivi prefissati. Il secondo perché essi servono a confrontarsi in termini quantitativi con altre iniziative magari postesi in competizione tra di loro. Questo può essere il caso delle attività economiche e dei progetti finalizzati a ottenere obiettivi sociali. Ora, nella corsa a dimostrare che ogni azione politica è destinata al successo si leggono spesso dati statistici che hanno il sapore di una scelta tra quelli che maggiormente possono garantire nel loro messaggio quanto chi è responsabile della condotta politica dell’iniziativa vuole che venga percepito. In genere sempre il successo e mai la sconfitta. Così capita di sovente di meravigliarci quando, nella ricerca di dati e di tendenze rivolte a valutare l’efficienza di una infrastruttura, ci si imbatte

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su dati contrastanti che danno spiegazioni diverse sulla reale situazione di una realtà economicamente importante come può essere un porto. Ora, al di là di quanto sia stato scritto negli anni e negli ultimi mesi sul futuro del Porto di Gioia Tauro, e senza scendere sul campo delle polemiche o delle cerimonie, è singolare come e quanto i dati sulla movimentazione delle merci, espressi in TEU, siano così contrastanti tra quelli forniti dalla Regione e quelli che si possono desumere dai siti specializzati sulle attività portuali. Non sottolineo il fatto che la centralità strategica del Porto di Gioa Tauro circa le rotte mediterranee sia andata dispersa in questi ultimi anni senza risposte particolari da parte della regione perché credo sia evidente. Ma la distanza tra i dati della movimentazione merci, e quindi della produttività, diventa un rebus che dimostra quanto e come ci si muova ancora nella nebulosa atmosfera della politica dei due pesi e delle due verità. Forse meriteremmo di più. Forse più chiarezza su questo, come su altri temi, restituirebbe quella credibilità che si è dispersa ancora una volta nelle nebbie dell’indifferenza. Giuseppe Romeo


GIUDIZIARIA

CONVERSANDO

Il “Mosaico” delle truffe

Giro d'Italia 2018: si parte di gusto con il rosa...to!

In occasione della doppia tappa a Praia a Mare della centunesima edizione del Giro d'Italia, hanno sfilato i migliori vini rosati della provincia di Cosenza. Il concorso, diretto dal sommelier Tommaso Caporale corrispondente per Italia a Tavola con la collaborazione dell’International sommelier foundation, si è svolto all’Hotel Branca di Praia a Mare e ha visto in gara ben 19 vini rosati del 2017. La giuria, composta dal presidente nazionale dell’Isf Alberto Giannattasio, il sommelier Giovanni Apadula e il giornalista enogastronomico Luigi Salsini ha espresso i seguenti verdetti: miglior rosato Dop Terre di Cosenza per il “Fiegorosa” della cantina Spadafora di Mangone; miglior rosato Dop Savuto il “Sì” della cantina Colacino di Marzi; miglior rosato Igp Calabria il “Savù” della cantina iGreco di Cariati a pari merito con il “Cotidie” della società vitivinicola Spiriti Ebbri di Celico. Due menzioni speciali “rosato del Giro” per il color “maglia rosa” alla cantina Vivacqua di Luzzi e all’azienda Antiche Vigne di Rogliano. Una selezione di vini rosati davvero eccezionali che hanno fatto ripercorrere un giro virtuale nella nostra Regione. È la riscossa del vino più bistrattato, sottovalutato e snobbato della storia, considerato troppo a lungo un mezzosangue. Oggi, Gaglioppo e Magliocco, pedalano su una strada in pieno fermento in grado di competere sul palcoscenico globale e di primeggiare con un nuovo percorso di valorizzazione dei vitigni autoctoni, dando vita a numerosi rosati di livello. È il rosa che avanza! Sonia Cogliandro

I BRIGANTI

FRUTTI DIMENTICATI

Cicerchia piccola di Brancaleone LATHYRUS SATIVUS L. FAMIGLIA FABACEE

La cicerchia è un legume coltivato sin dalla più remota antichità nella Mesopotamia e di essa è stata trovata traccia in un sito archeologico risalente ad ottomila anni prima di Cristo. Essa è ricchissima di proteine per cui, assieme ad altri legumi, veniva usata abbondantemente nelle società contadine dove si faceva scarso uso di carne e veniva coltivata annualmente da ogni famiglia. Esisteva un calendario dettagliato per le semine e si cominciava con il grano tra la fine di ottobre e i primi di novembre, quando veniva seminato anche l’orzo, la lenticchia, le favette, le fave, che si potevano seminare fino a dicembre. In questo stesso periodo si seminavano anche i lupini, in terreni sciolti ed arati con scarsa cura, mentre a novembre inoltrato toccava ai piselli di “rrama”, ossia rampicanti e a dicembre ai piselli “nguatti “, ossia nani e dopo un intervallo di mesi ai primi di febbraio si provvedeva a seminare la cicerchia ed anche i ceci che erano presenti più di altri legumi nella dieta alimentare. I ceci preferivano essere seminati in marzo e tardivamente anche in aprile, tanto che per essi si diceva: frevàru ciceraru (ossia in febbraio si comincia la semina dei ceci), marzu cicerazzu (ossia la produzione di ceci sarebbe stata abbondantissima se si fossero seminati a marzo), aprìllu cicerillu, ossia la produzione dei ceci seminati in aprile, sarebbe stata un po' scarsa. In marzo veniva seminato anche il Triminì, ossia il grano primaverile e d’emergenza per le annate eccessivamente piovose; esso maturava in tre mesi e prima del grano invernale. La sua farina era adattissima per preparare i maccheroni perché “tenevano” ossia restavano intatti quando si appendevano ad asciugare e non si spezzavano. Naturalmente ognuno dei prodotti suddetti prediligeva un determinato tipo di terreno, per cui il grano, le favette, le fave e i ceci si adattavano bene anche ai terreni argillosi, i piselli preferivano i terreni sciolti, come pure le lenticchie, mentre per le cicerchie il terreno ideale era rappresentato da quello a medio impasto, ma non disdegnavano i terreni sciolti e quelli argillosi e capaci di prosperare nei campi più difficili. Le cicerchie erano ritenute, dei legumi, le più delicate e leggere e venivano piantate in quantità non rilevante e prima che i baccelli cominciavano a seccare, i semi verdi e teneri, erano deliziosi da mangiare, migliori dei piselli, come del resto capitava per i ceci quando i loro semi nei piccoli baccelli erano teneri. Infatti già alla fine di aprile le piante fiorivano esibendo dei fiorellini generalmente candidi e verso la fine di maggio e talvolta anche prima, i piccoli baccelli erano invitanti, specie per i bambini che desideravano ardentemente mangiarne. Le piante di tale legume, non venivano trebbiate con le mucche nelle aie, come capitava al grano, all’orzo,

Le donne, come sono fastidiose

ai ceci, alle fave, alle favette che venivano seminati in abbondanza, ma venivano strappate da terra già quando le piante cominciavano a “cambiare colore”, come del resto capitava anche per la lenticchia perché se si procedeva in tale lavoro quando esse erano molto secche, i semi cadevano per terra al minimo movimento ed anche perché se lo si faceva quando le piante erano molto secche, i semi ricavati erano più propensi a generare il tarlo del legume o “papùzza”. Le piante venivano ammonticchiate in mucchi separati perché si cuocessero bene al sole e poi con piccoli attrezzi adatti, le “mazzole” di legno venivano colpiti su un terreno duro, su cui veniva steso il “ lenzuolo dell’aria (aia) o le “salarde” enormi drappi ricavati da tele di ginestra, con cui le donne anche “ ncarravano “, ossia trasportavano sulla testa il grano falciato e raccolto in “gregne” (manipoli). A Brancaleone i semi migliori delle cicerchie li aveva conservati Francesca Schimizzi, morta da poco più di anno, che ci teneva a conservare quelli che le aveva tramandato suo padre e quando seppe, due anni addietro, sul bus che nel mese di settembre ci portava ai bagni termali di Antonimina, che io mi occupavo di biodiversità e cercavo di convincere la gente ad usare i semi dei nostri territori, una mattina mi portò un dono bellissimo, costituito da più di un chilo di lenticchie piccole di Brancaleone e quando me le consegnò si prodigò in un sorriso raggiante. Osservai le lenticchie e notai che erano costituite da semi di diversi colori: bianchi, marroncini, di colore verde pallido, screziati ecc. Aggiunse che le cicerchie di colore chiaro producevano dei fiori candidi e tutti gli altri, fiori di un celeste molto tenue, talvolta misto al bianco. I semi furono consegnati a Dino Audino e a Nino Sigilli di Siderno e furono seminati in un campo della stessa cittadina e ai primi di giugno le piante furono strappate e al tempo dovuto battute e ci fu un raccolto abbondante, in quanto da un chilo circa di semi, furono ricavati più di dieci chili di cicerchia. Dino, per evitare che i semi fossero danneggiate dai tarli dei semi, li conservò nel congelatore per una decina di giorni. Quest’anno egli assieme a Francesco, figlio di Rosanna Caruso di Canolo, che si sta impegnando a conservare le varietà dei fagioli del territorio ha ripiantato i semi, da cui si potranno ricavare una ventina di chili della cicerchia piccola di Brancaleone; quattro o cinque chili sono stati conservati per prudenza. L’anno prossimo si tenterà di allargare il raggio d’azione e le cicerchie di Brancaleone, salvate da Francesca Schimizzi, saranno seminate nel campo di S. Vito, in provincia di Catanzaro, appartenente al giornalista di Rai 1 e inviato speciale in zone di guerra, Francesco Brancatella che vuole dare un contributo allo sviluppo della propria terra, dedicandosi a salvare piante a rischio d’estinzione.

Ha destato profondo allarme sociale l’operazione condotta dai carabinieri nei giorni scorsi, convenzionalmente chiamata “Mosaico”. Un “mosaico” di presunte truffe ai danni di persone anziane o gravate da patologie invalidanti. Nel corpo dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip distrettuale è richiamato l’inquadramento giuridico delle condotte contestate agli indagati. Di seguito si evidenziano alcune, come nel caso delle condotte di appropriazione dei direttori e degli altri operatori di sportello indagati, essendo commesse da un incaricato di pubblico servizio su denaro posseduto per ragioni di servizio, sono state ricondotte ed inquadrate dalla Pubblica Accusa nell’alveo della fattispecie del delitto di peculato, connotato dagli elementi specializzanti della qualifica dell’agente (reato proprio) e del titolo del possesso. In definitiva, tali condotte di aggressione unilaterale al patrimonio della persona offesa non possono essere inquadrate nelle fattispecie di truffa, difettando ogni forma di cooperazione del deceptus, conseguente ad induzione in errore, ma sono state correttamente ricondotte nella fattispecie di peculato aggravato dall’abuso di relazioni di ufficio, reso possibile dal compimento di alcune condotte fraudolente e di immutatio veri, quali i falsi ideologici in atti fidefacenti, l’uso dei documenti sottratti ai titolari dei rapporti, l’esperimento dell’applicativo denominato “Oracolo” per verificare i documenti d’identità dei titolari e l’annotazione degli estremi di tali documenti, di guisa da far apparire falsamente che tali operazioni siano state realmente richieste ed effettuate alla presenza della persona offesa. In aggiunta a tali fattispecie, laddove, in luogo del libretto di risparmio cartaceo, si utilizzi indebitamente la cd. Carta libretto, deve ritenersi configurabile anche il reato di indebito utilizzo di carta di credito. Per la consumazione dell’indebito utilizzo di carta di credito non è necessario che l’agente riesca a procurarsi un ingiusto profitto, previsto solo come oggetto di dolo specifico, essendo sufficiente anche soltanto il mero inserimento nel lettore di uno sportello atm di una carta di credito altrui di cui si abbia la detenzione senza titolo. E’ chiaro che nel caso di indebito utilizzo della carta, per conseguire il profitto (evento tuttavia non richiesto per la consumazione del delitto), occorrerà, comunque, avere preventivamente carpito le credenziali di accesso e/o il pin dispositivo della carta (CVV): effettivamente è stato sottratto anche un foglietto munito di pin dispositivo della carta libretto, che ha consentito di effettuare le operazioni illecite. Deve poi rilevarsi che il legislatore, mediante l’introduzione nell’ordinamento della fattispecie di cui all’art. 55, co. 9, D.Lgs. 231/2007, ha inteso sanzionare sia l’utilizzo senza titolo di una carta di credito altrui, provento di delitto ovvero smarrita (“chiunque, al fine di trarne profitto per sé o per altri, indebitamente utilizza, non essendone titolare, carte di credito o di pagamento”), che la contraffazione o l’alterazione di una carta di credito (creazione di una carta “clone” di quella genuina, in possesso del legittimo titolare, ovvero manomissione diretta di quella originale - “chiunque, al fine di trarne profitto per sé o per altri, falsifica o altera carte di credito o di pagamento”), che, ancora, con norma di chiusura rispetto a primi due gruppi di condotte, il possesso, la cessione ovvero l’acquisizione di carte di credito ricadenti nei primi due gruppi (“chiunque, al fine di trarne profitto per sé o per altri, possiede, cede o acquisisce tali carte o documenti di provenienza illecita o comunque falsificati o alterati”). In definitiva nel caso di (acquisto,) possesso e successiva utilizzazione di carte di credito di provenienza illecita si ha concorso di reati e non concorso apparente di norme.

Era di maggio... ma non era una canzone. Era una legge del 22 maggio 1978, precisamente la n°194, che voleva tutelare la maternità e il diritto di aborto. Voleva. Perchè adesso ci sono i “new conservatives” di Citizen Go che cercano di abolirla. Quanto hanno rotto queste donne per farsi fare persino una legge! E parlano pure. E fanno manifestazioni. Ma non si vergognano, non ci sono più le donne di una volta... quelle che ti cucinavano, ti portavano il vassoio in camera, ti facevano tanti figli. Le donne sbagliano sempre da quando il patriarcato ha preso il sopravvento. Faccio mio un pensiero trovato in rete che esprime sdegno verso una pubblicità contro la libertà di aborto, che secondo i citizen go sarebbe la prima causa di femminicidio, di Laura Pirolli: “La presunzione di essere quelli giusti è tale che non si pongono nemmeno il dubbio che la condizione femminile, laddove è vittima dell'uomo, lo è a causa di retaggi culturali derivanti dalla religione. Con questo manifesto, che è IL MANIFESTO di questa cultura aberrante si è giunti allo stupro delle parole, ad un uso distorto di queste per diffondere ignoranza. LA PRINCIPALE CAUSA DI ABORTO È LA VIOLENZA DEGLI UOMINI che obbligano le donne ad abortire contro la loro volontà, che le picchiano fino a farle abortire, che le stuprano,che le abbandonano per non assumersi la responsabilità di quei figli,che danno loro fuoco quando scoprono che sono rimaste incinta. Cominciamo ad eliminare dalla vita delle donne queste cose ed il numero degli aborti diminuirà clamorosamente. Gli aborti non diminuiscono togliendo alle donne il diritto di difendersi da tutto questo. I manifesti per difendere la vita di tutti: madre e figlio, così dovrebbero essere.” Fortunatamente questo manifesto verrà tolto, ma resta l’attacco alla libertà di scelta della donna. Mi chiedo una cosa: perchè io, donna ed essere umano, devo essere messa sotto accusa e obbligata a pensarla come tutti i conservatori credenti, pena l'esclusione da questa comunità o vita... e non posso invece vedermela direttamente col Creatore? L’uomo si erge a Dio, l’uomo deve sempre controllare tutto. L’uomo contro la donna. Brigantessa Serena Iannopollo


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attualità

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Il ponte Allaro lancia la propria accusa a un’intera classe dirigente perché a quasi tre anni dall’avvallamento, i lavori sono ancora in alto mare ma ancora di più perché si tratta il popolo da stolto e analfabeta.

Crepe sul “ponte della vergogna”

Al danno si aggiunge la beffa perché si convoca una tronfia “conferenza stampa” in cui la vergogna assume i toni di un clamoroso successo. E tutti in silenzio come il ragioniere Fracchia a ripetere: “Quanto è bravo Lei!”

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TIToLo LIbRo: pARoLE dEL sud AuToRI dEL LIbRo: GIusEppE GAnGEMI CATEGoRIA: CAnTIERI poETICI CAsA EdITRICE CITTà dEL soLE EdIzIonI

pREzzo € 10,00 sono poche le frasi che svelano il mondo e se stesse, ne usiamo la maggior parte per nasconderci. dedichiamo l’esistenza a esorcizzare la morte. Lavoriamo, ci sposiamo, facciamo figli, acquistiamo oggetti per allontanare il nostro destino. Il linguaggio è la tecnica apotropaica più raffinata. Esso separa la vita dalla morte, il bene dal male, il piacere dal dolore e così via. Attraverso le religioni ci indica le strade che conducono alla vita eterna e alla perdizione. occorre ferirlo, decostruirlo, farne emergere le contraddizioni, il non senso o non ancora senso che lo attraversano. Altrimenti lo usiamo (ci usa) come il rocchetto del bambino descritto da Freud. TIToLo LIbRo: IsoLE nERE AuToRE dEL LIbRo: FERnAndo MuRACA CATEGoRIA: nARRATIvA CAsA EdITRICE: LARuFFA EdIToRE pREzzo €12,00

Cinque racconti ambientati nelle isole del vento, le Eolie, isole nere perché vulcaniche e afflitte dal male. un posto meraviglioso e affollato in estate ma solitario e isolato durante l’inverno, in balia del vento, del mare e delle piccole rivalità e malvagità che una comunità ristretta nasconde ed esaspera. A far luce e a rimettere ordine nelle indagini arriva un nuovo commissario, Isabella. personaggio solitario, con un istinto affilato e un innato sesto senso, Isabella ha affinato e allenato attraverso il dolore e la solitudine il suo talento per la verità, che persegue senza fare sconti, nemmeno a se stessa.

ILARIO AMMENDOLIA ella storia i “ponti” hanno spesso assunto un significato simbolico: dal famoso “ponte dei Sospiri” a quello di Bassano; da quello sul fiume Kwai a quello di Sant’Angelo. Quello sull’Allaro è il “ponte della vergogna”! Un ponte che accusa un’intera classe dirigente perché a quasi tre anni dall’avvallamento, i lavori sono ancora in alto mare ma ancora di più perché ci trattano come un popolo di stolti e di analfabeti. C’è stato un regolare appalto che fissava i costi, il tempo necessario per i lavori, la data di consegna. Il progetto non l’avevano concepito i cittadini ma “validi” tecnici specializzati in materia, incaricati e pagati dall’ANAS. Questi tecnici hanno studiato diligentemente i luoghi, elaborato calcoli, calcolato la somma. Si svolge la gara e il lavoro viene assegnato alla ditta vincitrice dell’appalto che, a sua volta, dichiara di aver preso visione del progetto e dei luoghi e quindi firma un regolare atto di “sottomissione”. In pratica si impegna a realizzare l’opera nei tempi indicati a consegnarla. Questi tempi sono ormai scaduti ma l’opera è in alto mare. Perché? Perché una volta iniziati i lavori ci si accorge che è tutto sbagliato e quindi che occorre un nuovo progetto, nuovi soldi e molto più tempo! Nessuno ha nulla da eccepire. Nessuno obietta che c’è un atto di sottomissione, che ci sono perizie tecniche, dati elaborati.

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Nessuno rileva che il progetto originario viene così letteralmente stravolto senza che si sia verificato un’alluvione o un terremoto che ne giustifichi le ragioni. S’è sbagliato? Chi? C’è stato qualche richiamo verso i tecnici che avrebbero sbagliato? Una rescissione del contratto con la ditta vincitrice? Una revoca di incarico? Niente di tutto questo! La “pena” viene inflitta solo a questo popolo che oltre ai disagi deve passare per sciocco per responsabilità di chi lo rappresenta. Intanto arrivano altri fondi pubblici che verranno divisi tra gli stessi soggetti. Si apre una voragine… di tempo, di soldi e soprattutto di credibilità. Al danno si aggiunge la beffa perché si convoca una tronfia “conferenza stampa” in cui la vergogna assume i toni di un clamoroso successo. E tutti in silenzio come il ragioniere Fracchia a ripetere: “Quanto è bravo Lei!” Oggi si dice che l’arcata che sorregge l’unica corsia che resta in funzione sul “ponte della vergogna” mostra delle crepe e pertanto potrebbe essere chiusa al traffico che, in tal caso verrebbe dirottato sulle strade “ex provinciali” tenute in pessime condizioni. Se ciò avvenisse sarebbe una pagina bruttissima che causerebbe danni enormi alle nostre comunità e alla Calabria intera. Un’ultima cosa: quando il ponte verrà terminato, per favore, risparmiateci il rito dell’inaugurazione. Siamo pazienti ma non stupidi!

TIToLo LIbRo: QuEsTIonE dI RIspETTo. AuToRE dEL LIbRo:

GIusEppE bALdEssARRo

CATEGoRIA: sToRIE CAsA EdITRICE: RubbETTIno EdIToRE pREzzo €11,90

dal 2002 Gaetano saffioti vive sotto scorta assieme alla sua famiglia. Il libro ripercorre la sua storia di imprenditore impavido che si è sempre rifiutato di trasferire le sue attività lontano dalla Calabria e che non ha mai voluto alcun sostegno economico dallo stato. da imprenditore è diventato testimone di giustizia dopo aver denunciato, fatto arrestare e condannare alcuni dei boss più pericolosi della piana di Gioia Tauro. per anni ha subito le estorsioni, le umiliazioni e le sopraffazioni dei clan della 'ndrangheta, fino a quando si è ripreso la sua dignità. Inizia, quindi, a collaborare con i magistrati, fornendo loro prove inconfutabili contro i suoi aguzzini.



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SIdErno

Il Sindaco Fuda chiama l’Europa

Nella mattinata di sabato 12 maggio, presso la sala consiliare del Comune di Siderno, i sindaci di Barcelos (Portogallo), Sebes (Romania), Siderno (Italia) e Tarnowiec (Polonia) hanno siglato il patto di gemellaggio dopo la lettura dei giuramenti nelle rispettive lingue madri e con sottofondo l’inno europeo. Le delegazioni dei tre paesi europei sono state presenti sul territorio della nostra città e della Locride per un’intera settimana: numerosi i temi toccati nei diversi incontri ufficiali, dai problemi comuni dei Paesi europei, alle politiche economiche, di inclusione sociale, alla comprensione tra l'Unione ed i suoi cittadini, alla promozione di valori e storia comune d'Europa, approfondendo la consapevolezza di ciò che significa essere un europeo, sviluppando un senso di identità europea. Fuda ha fortemente voluto il progetto denominato “Active citizenship: a tighter-knit Europe”, di cui il Comune di Siderno è ente capofila, al fine di unire insieme persone provenienti da diverse parti d'Europa per promuovere la comprensione reciproca, il senso di appartenenza all'Unione Europea e l'emergere di un'identità comune. Il progetto ha per oggetto l'informazione, la comunicazione specifica e la creazione di

competenze a supporto degli Amministratori e dei responsabili degli Enti coinvolti, in merito al processo di gemellaggio, quale strumento in grado di concretizzare i principi di cittadinanza attiva e gli obiettivi fondamentali dell'Unione Europea. L'incontro tra le diverse delegazioni e le realtà cittadine e dell’area Metropolitana ha mirato altresì alla creazione ed al rafforzamento, tra i Comuni coinvolti, di relazioni caratterizzate dal dialogo sulle politiche comunitarie rilevanti a livello locale (quali ad esempio tematiche relati-

ve ad iniziative culturali ed economiche, ricettività e sviluppo rurale, integrazione sociale), dallo scambio di pratiche ottimali sull'attuazione di tali politiche e dalla condivisione di idee innovative da realizzare attraverso progetti di gemellaggio. È interesse delle quattro Amministrazioni arricchire, attraverso scambi, la propria esperienza e conoscenza nell’ottica di trasferirle a tutta la comunità per un complessivo miglioramento del tessuto sociale: tanti i progetti in cantiere per il futuro, compreso uno scambio tra gli studenti

delle scuole superiori e lo scambio delle best practice amministrative. «Il gemellaggio che abbiamo sottoscritto – dice il Sindaco Fuda - non vuole e non può fermarsi ad una semplice relazione istituzionale fra enti locali. Può e deve trasferirsi con effetti benefici sulla popolazione delle quattro città costruendo insieme un percorso ampio e suggestivo di sviluppo sociale e urbano, in cui si dà valore alle “economie locali” e alle filiere economico/produttive dove la cultura diventa la dimensione strutturante dello sviluppo. Il nostro fine è quello di creare una rete di conoscenze per la promozione di tutte quelle attività che saranno ritenute valide alla crescita sociale e civile delle nostre rispettive comunità attraverso relazioni a tutti i livelli, nel rispetto delle rispettive peculiarità: legami con la terra d'origine, lingua, cultura, tradizioni, visione del mondo. I gemellaggi ci indicano quindi il solco nel quale procedere: creare e promuovere uno spirito di comprensione fra i Popoli, un’Europa che, con solide radici nei suoi valori fondanti, sappia creare benessere sociale e opportunità per tutti. Un’Europa a cui dare nuovo slancio, più inclusiva e attenta ai cittadini: questa è l’Europa che ci piace, quella che unisce i popoli e i giovani.»

Il giornalista di Grotteria Marco Lupis insieme a Sgarbi al Festival di Urbino Venerdì 18 maggio alle 23, al Caffè del Sole, nell’ambito del Festival “Urbino e le Città del libro”, Vittorio Sgarbi e Marco

Lupis, giornalista, fotoreporter e scrittore originario di Grotteria, hanno conversato intorno al libro di quest’ultimo da poco pubblicato da Rubbettino e intitolato «Il male inutile. Dal Kosovo a Timor Est, dal Chiapas a Bali le testimonianze di un reporter di guerra» con prefazione della corrispondente di guerra del New York Times Janine Di Giovanni. «Il Male inutile» raccoglie le testimonianze di guerra di Marco Lupis, reporter "di lungo corso", inviato speciale e corrispondente in molte aree difficili del Pianeta per i principali giornali e network di informazione italiani (Repubblica, l’Espresso, Panorama, Messaggero, Rai…). Tragedie che troppo spesso, nel frenetico flusso mediatico dell'informazione, vengono rapidamente e colpevolmente archiviate, anche se si collocano dietro l'angolo dell'attualità e della Storia. Guerre che tuttavia spesso sono ancora in corso e delle quali semplicemente non sappiamo più nulla. Quello del prossimo venerdì non sarà però un semplice esercizio di memoria. Sarà soprattutto un’occasione imperdibile per comprendere l’origine di alcuni conflitti che in questo momento insanguinano il pianeta e che hanno radici lontane.

Siderno Superiore Installata a Piazza Cavone un’opera dell’artista Alessandra Bonoli In questi giorni l’Amministrazione Comunale di Siderno, con la collaborazione del Comitato “Pro Piazza Cavone” presieduto da Aldo Caccamo, ha provveduto ad installare nella splendida Piazza Cavone di Siderno Superiore un’opera moderna di indiscusso pregio artistico, dono alla Città di Siderno dell’artista bolognese Alessandra Bonoli che va ad arricchire il sito già impreziosito da un’altro opera del maestro Sarò Lucifaro. L’artista bolognese è una delle maggiori esponenti dell’arte contemporanea, e le sue opere sono esposte in alcune importanti Città Italiane, come Riva del Garda, Udine, Spoleto, Faenza, Brunnenbrug. L’opera di Piazza Cavone è rappresentata da tre saette che simboleggiano l’unione tra il cielo e la terra, il divino e l’umano, un massaggio quindi, carico di spiritualità.


due musicisti emozionano a Siderno Si vive una vita frenetica, sempre di corsa. Durante questo percorso, ci si immerge sempre di più in un vortice di rumore, che ci impedisce di sentire quello che veramente è il suo fluire. L’unica arma, o almeno una delle poche, che sappia evitare questo deleterio vortice è la musica. Siderno, in questi ultimi anni, è stata protagonista di numerose manifestazioni canore, grazie soprattutto, a due maestri del settore: Amerigo Marino e Mary Sgrò. Amerigo Marino, nato a Pentone (CZ), tenore calabrese che negli ultimi 10 anni è stato molto apprezzato a livello nazionale ed internazionale. Recentemente è stato protagonista di una brillante tournèe in Canada, tanto che il suo CD, è arrivato a vendere 500 copie. Il Maestro Mary Sgrò, maestra di canto e pianoforte, che da diversi anni dirige il coro dei “Pueri Cantores”: da lei creato nel 2003, ha sempre dato prova di grande professionalità e sempre attenta a raccontare in musica, le manifestazioni più importanti della nostra cittadina. Entrambi i Maestri, unendo le loro capacità artistiche, sono riusciti a farsi apprezzare attraverso il loro talento.

Amerigo Marino, tenore calabrese molto apprezzato a livello nazionale ed internazionale è reduce da una tournèe in Canada. Mary Sgrò è maestra di canto e dirige il coro dei “Pueri Cantores”

In quest’ultimo anno tanti sono stati gli spettacoli che li hanno visti protagonisti e il pubblico ha sempre dimostrato interesse e partecipazione nei loro confronti. Il 13 maggio 2017, in occasione della festa della mamma in Piazza Portosalvo, si è dato vita ad una grande kermes canora, in cui si sono alternate le voci dei “Pueri Cantores” diretti dal maestro Sgrò e quella del tenore Marino, dove il pubblico ha molto gradito. Grande partecipazione anche il 20 agosto, nella villa comunale, dove il tenore Marino si è esibito, accompagnato dall’orchestra Magna Grecia Flute Choir. Anche nel periodo natalizio, ancora una volta protagonisti dello scenario calabrese musicale i “Pueri Cantores” e la voce del tenore hanno eseguito tre concerti rispettivamente presso: Locri On ice, la chiesa di Mirto e la chiesa di Sant’Ilario. In questa occasione il pubblico, numeroso, ha risposto positivamente, dimostrando non solo di apprezzare, ma anche di farsi coinvolgere nella spirale dell’emozione. Anche sabato 12 maggio, Siderno è stata protagonista di una doppia manifestazione, la mattina presso la sala Consiliare del Comune, si è svolto il Partenariato con i comuni di Barcelos (Portogallo), Tornowiec (Polonia), Sebes (Romania). I presenti, ricevuti dal Sindaco Fuda, sono stati allietati dai due Maestri, che sono stati apprezzati anche dalle delegazioni stranieri. La musica, infatti, è capace di unire tutti i popoli e tutte le lingue, perché è l’emozione a parlare in quanto la musica è un linguaggio universale. Nel pomeriggio presso l’Istituto Tecnico Marconi, lo spettacolo in occasione della festa della mamma. L’impegno del Maestro Amerigo Marino e del Maestro Mary Sgrò, ancora una volta, ha dato i suoi frutti numerosi gli applausi e gli apprezzamenti. La collaborazione artistica tra i due maestri è nata circa cinque anni fa, grazie ad una persona che lavora costantemente per il bene del nostro territorio e, attraverso la sua costanza e il suo impegno, ha reso le rappresentazioni canore ancora più belle e coinvolgenti: la promoter Sabrina Santacroce. Non occorre essere esperti di musica per capire e sostenere il vero talento. I due Maestri, sono capaci di emozionare e di coinvolgere, nelle loro performance musicali, grandi e piccini. La musica è un catalizzatore culturale e come ogni forma di cultura, ha bisogno di essere raccontata nel migliore dei modi. Grazie al Maestro Amerigo Marino e al Maestro Mary Sgrò. In virtù al loro talento e alla passione che dimostrano, unitamente alla loro professionalità, rendono omaggio alla nostra Terra che chiede, a gran voce, di essere valorizzata. Rosalba Topini

L’arte di Bruno Triboli espressione di un mondo che sta scomparendo Il nostro artigianato locale di derivazione agropastorale è stato influenzato da tradizioni antiche già dalla preistoria, per finire alle influenze del mondo bizantino, sopravvissute fino ai giorni nostri negli usi e costumi, nei saperi, nei sapori e nei ricami dei tessuti, fino a quelli, bellissimi degli intagli che ornano gli strumenti di uso quotidiano dei pastori. Un bagaglio di saperi ereditati dagli anziani, che a loro volta li hanno ricevuti in eredità dai loro antenati. Bruno Trimboli è pastore, potatore, contadino, ma sopratutto artigiano che della lavorazione del legno, nonostante la giovane età, ha conservato l'eredità trasmessagli da quel mondo agreste che sta lentamente svanendo. Nelle ormai poche fiere dedicate a questo mondo, che ancora si tengono nella provincia reggina, lo trovi lì, sotto un piccolo gazebo, a esporre e a far conoscere le sue creazioni artistiche; cucchiai per la cucina e per la ricotta, collari da mettere agli ovicaprini dai disegni geometrici, dai chiari riferimenti religiosi e dai richiami alle molteplici forme della natura. Espressioni di un mondo che sta lentamente scomparendo, ma che vive ancora grazie a questi Artisti, testimoni unici e preziosi, per dirlo con le parole del professore Domenico Minuto, che è stato letteralmente colpito dai lavori di Bruno Trimboli, che hanno saputo trasformare dei semplici oggetti della vita quotidiana in splendide opere d'Arte.

EvEnTI

È partito il conto alla rovescia per l’evento “Sfilo x te”, evento benefico a favore dell’associazione “Angela Serra” sezione Locride che si svolgerà domenica 27 maggio, alle 18:00, presso l’Auditorio “Unità d’Italia” di roccella Ionica. Per l’occasione avvocati, commercialisti, medici, farmacisti, club service e membri delle associazioni di sport e tempo libero sfileranno per beneficienza. Il costo del biglietto d’ingresso è di 10 €. Per info 347 1510840.

L’Associazione Giovani Santa Maria di Portosalvo di Siderno invita ad aderire alla campagna nazionale promossa da Save the Children per il contrasto alla povertà educativa “Illuminiamo il futuro”, istituita con il patrocinio del Comune di Siderno in collaborazione con la Pro Loco e la Consulta giovanile di Siderno, che si svolgerà questo pomeriggio, dalle ore 16 alle ore 17:30 presso Piazza Portosalvo, allestita per ospitare “i giochi di una volta”.

Il GAL “Terre Locridee” continua il suo ciclo di workshop per definire e condividere i percorsi di sviluppo locale. Tema dell’incontro che si terrà domani, lunedì 21 maggio, alle ore 17:00, presso la Biblioteca Comunale di Monasterace, sarà “I Contratti di fiume nel territorio della Locride, Programma di attività e avvio dei momenti di partecipazione, Integrazione con i progetti del PAL dei Gelsomini, primo incontro”, introdotto dal presidente Macrì.

Giovedì 24 maggio, alle ore 10, l’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri con Convitto annesso “dea Persefone” di Locri, inaugurerà i laboratori enogastronomici (settore cucina, pasticceria, sala e vendita) del proprio istituto presso i locali dell’ex I.T.G. “Pitagora” sito in via F. Turati, a Siderno. Un evento che sarà anche occasione di promuovere la scuola e la sua offerta formativa per tutti gli interessati.



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ANGOLO FOOD

arte&co

LA RICETTA: RIGATONI ALLA GIANCALEONE Ingredienti per 4 persone: 500 g di rigatoni, 700 g di passata di pomodoro, 200 g di ricotta di pecora + 3-4 cucchiai di latte, 200 g di caciocavallo silano, 100 g di pancetta affumicata, due spicchi di aglio, olio evo q.b.

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Canta da quando aveva 3 anni. Quest'anno Mirco Pio Coniglio ha deciso di partecipare a The Voice, il talent di Rai2, entrando a far parte del team di Francesco Renga e aggiudicandosi la semifinale.

Originario della Locride, Mirco Pio Coniglio seduce il pubblico di The Voice "Quando sono stato contattato dalla redazione di The Voice sono scoppiato a piangere. Era una telefonata che aspettavo da tempo"

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Non conosce altra ragione di vita se non il canto. A soli 21 anni, Mirco Pio Coniglio, originario di Bivongi, ha un curriculum di tutto rispetto. Nel 2009 ha conquistato il pubblico di “Io Canto”, il talent show dei piccoli prodigi in onda su Canale 5 e presentato da Gerry Scotti. Da lì è tutto un crescendo. Mirco si aggiudica un corcorso canoro dietro l’altro, conquistando le diverse giurie grazie a una capacità vocale, un timbro e una padronanza della voce incredibili. Quest’anno ha deciso di partecipare a The Voice, il talent di Rai2, entrando a far parte del team di Francesco Renga e aggiudicandosi la semifinale. Quando hai capito che il canto sarebbe stata la tua strada? L’ho capito fin da subito, ma ne sono stato veramente consapevole durante la mia prima esperienza televisiva a “Io Canto”. Hai dichiarato di non aver mai studiato canto, eppure ti è stata riconosciuta una buona tecnica. Dove l’hai appresa? In realtà non è che non abbia mai studiato canto, ho avuto la possibilità di incontrare sulla mia strada il maestro Carlo Frascà che in poche lezioni mi ha dato delle basi di tecnica vocale molto solide. Mi sarebbe piaciuto frequentare scuole e maestri di canto, ma le possibilità economiche della mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto, non me l’hanno permesso. Perchè decidi di partecipare a The Voice? La mia partecipazione a The Voice è avvenuta per caso. Si tratta di un format che mi ha sempre affascinato. Quest’anno mi sono iscritto e sono riuscito ad accedere ai casting mandando un video provino a una vecchia mail di The Voice del 2013, e l’ho fatto prima ancora che fossero aperti i casting. Quando ti ha contattato la redazione di The Voice per comunicarti che eri stato selezionato cosa hai provato? La redazione mi ha contattato la sera stessa dell’invio del mio provino e appena ho ricevuto la loro telefonata sono scoppiato a piangere. Era una telefonata che aspettavo da tempo, sebbene mi trovassi in una situazione di “fermo” a livello canoro: avevo, infatti, intrappreso un’esperienza lavorativa in un hotel per aiutare la mia famiglia, e non avevo abbastanza tempo libero per continuare a coltivare la mia passione. “Con una voce come la tua prima ti faccio fare un disco e poi me lo compro” - ha dichiarato Francesco Renga dopo la tua prima esibizione a The Voice. Quanto questo ha influito nella scelta di entrare a far parte del suo team? In realtà non ha influito affatto, diciamo che ho dato più importanza alle parole di Cristina Scabbia che aveva c’entrato in pieno l’obiettivo che volevo raggiungere alla Blind Audition, ovvero raccontare la storia di una mia amica scomparsa poco tempo prima. Il cuore mi ha portato a scegliere Francesco Renga forse perchè l’ho interpretato come un segno del destino: Francesco è stato, infatti, il primo “Big” con cui ho avuto la possibilità di duettare a “Io Canto”. Parlaci del Francesco Renga dietro le quinte... Francesco Renga dietro le quinte è una persona molto umile, allegra e gli piace giocare; quando registravamo le clip dovevamo rifarle più di una volta perchè lui guardandomi scoppiava sempre a ridere e anche io non riuscivo a rimanere serio.

IL COCKTAIL: CAIPIRINHA Ingredienti: Mezzo lime, 3 cucchiaini di zucchero di canna, 50 ml di cachaca, ghiaccio tritato.

Durante tutto il tempo passato a The Voice lui è stato molto importante per la mia rinascita, infatti non lo ringrazierò mai abbastanza per avermi fatto da guida in questo fantastico percorso. Grande sorpresa è stata vedere che a tifare per te, oltre alla mamma e alla nonna, era presente anche il papà. Da quanto tempo non scendevi da lui in Calabria? La redazione, la sera delle Blind Audition, ha voluto farmi questa magnifica sorpresa: invitare mio papà che non vedevo da quasi sei mesi. Che ricordi hai della tua infanzia trascorsa a Bivongi? Ho dei ricordi veramente belli, sono sempre stato legato alle mie radici, i ricordi più forti che ho del mio paese sono tutti legati alle giornate passate con gli amici nei vicoli di Bivongi a cantare e ballare. Tornando ai talent, secondo te, quanto hanno condizionato il mondo discografico oggi, in particolare in Italia? Tantissimo, i Talent ti portano subito in alto. Purtroppo dopo bisogna continuare a lavorare perché altrimenti tutto finisce di nuovo nel dimenticatoio. Per fortuna, oltre ai talent, ci sono ancora in Italia produttori discografici che se vedono il vero talento lo riconoscono. Io spero di continuare a coltivare la mia passione e fare breccia non solo sugli addetti ai lavori ma anche sul pubblico, e non solo quello di The Voice. Francesco Renga ha scelto Asia per la finale di The Voice ma ha avvertito che le vostre strade non si separano qui. C’è già qualche progetto in cantiere? Quello che posso dire oggi è che questa possibilità di collaborare con Renga non è remota, ma io comunque vado avanti per la mia strada, dove sono confortato dalla stima e dall’interesse di nuovi amici discografici che mi hanno garantito la loro disponibilità a starmi vicino in un eventuale percorso artistico.

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Soffriggete l’aglio con la pancetta; quando l’aglio risulterà biondo, eliminarlo e versare la passata di pomodoro. Cuocere a fuoco lento per circa quindici minuti. Sciogliete la ricotta con i cucchiai di latte e lavoratela fino a renderla una crema omogenea e ridurrete in piccoli pezzi il caciocavallo. Quando la salsa di pomodoro risulterà abbastanza asciutta, versare sia la ricotta che il caciocavallo e girate fino a quando il formaggio non si sarà sciolto e la salsa risulterà morbida e cremosa. Scolate la pasta nella padella e copritela con un coperchio. Alzare la fiamma e mantecate per pochi minuti. Se dovesse risultare troppo densa, aggiungere qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta.

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Tagliate il lime a quadretti e ponetelo in un bicchiere tipo old fashioned. Aggiungete lo zucchero di canna e con un pestello schiacciate e ruotate così da spremere il lime e amalgamarlo allo zucchero. Tritate del ghiaccio e riempite il bicchiere, poi versatevi sopra la Cachaca e mescolate. Aggiungete due cannucce corte e larghe e la Caipirinha è pronta!

IL DOLCE:

MOUSSE DI FRAGOLE Ingredienti per 4 persone 230g di crema alla ricotta per cheesecake, 150 g di fragole, 40 g di zucchero, 3/4 fogli di gelatina, 1/2 stecca di vaniglia Fate ammorbidire la gelatina in acqua fredda. Frullate le fragole con lo zucchero, unite i semi interni della vaniglia e mescolate bene. Amalgamate mezza confezione di crema alla ricotta a metà della purea di fragole. Strizzate bene la gelatina dall’acqua, mettetela in un pentolino con un cucchiaio di passato di fragole, fatela sciogliere, poi incorporatela al composto di fragole e crema alla ricotta. Suddividete il composto ottenuto in 4 bicchierini e mettete in frigorifero per un’ora. Aggiungete la metà di purea di fragole rimasta. Poi, con una tasca da pasticceria, versate in ogni bicchierino l’altra metà di crema alla ricotta e decorate con pezzettini di fragole.


20 MAGGIO - 22

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I nostri scrittori a Torino per raccontare una Calabria diversa Non nascondiamoci i problemi, ma impegniamoci a promuovere una nuova immagine della Calabria, fuori dagli stereotipi. È questo il monito, giunto dal Salone del Libro di Torino, dagli scrittori Mimmo Gangemi, Carmine Abate, Gioacchino Criaco (ritratti in foto in compagnia del presidente del Consiglio Regionale Nicola Irto), Giuseppe Aloe, Paola Bottero, Domenico Dara, Nicola Fiorita, Olimpio Talarico ed Ettore Castagna, protagonisti della tavola rotonda promossa dalla Regione Calabria e coordinata da Filippo Veltri, durante la quale è stato affermato che, per cambiare la nostra regione, bisogna innanzitutto cambiarne la narrazione che ne diamo noi Calabresi al mondo.

Perdonaci, Attilio! Attilio Spanò, incontra Alberto Fortis e pubblica questa sua foto. Anche se Attilio è contrario comparire sul giornale, non abbiamo resistito nel vedere questo scatto sul suo profilo, che ci fa tornare alla mente grandi emozioni legate alla nostra gioventù e alle canzoni di Alberto…

L’importanza di chiamarsi Gianni Festeggiamo gli ottant’anni del grande giornalista Gianni Minà pubblicando questo scatto che lo vede ritratto in compagnia niente popò di meno che Gabriel Garcia Marquez, Sergio Leone, Muhammad Alì e Robert De Niro.

Beccato! L’ex sindaco di Siderno Superiore Aldo Caccamo si accorge del nostro furtivo fotografo che cerca di rubare uno scatto che lo ritrae mentre si consulta con l’ex sindaco di Siderno Domenico Panetta e con il consigliere Peppe Oppedisano.

Errata corrige Nel numero precedente di “Riviera” abbiamo pubblicato la foto della festa per il pensionamento dell’ingegnere Errigo, indicando erroneamente che era stata da lui stesso organizzata. La festa è stata invece una sorpresa realizzata dai colleghi del 3º e 4º settore LL.PP.


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P O C S O L’OR

La settimana inizia molto bene grazie a una favorevole congiunzione di Luna e Marte che vi permetterà di ottenere grandi risultati con il minimo sforzo. Assorbiti dai vostri impegni metterete un po’ da parte l’amore, ma attenti a misurare le parole.

L’amico che guarda al territorio Pubblichiamo questa foto di due importanti attori del territorio, Laura Multari, eroica imprenditrice di Canolo, e Promozione estera Walter Scerbo, sindaco di Palizzi. Ci piace pure la frase Il Presidente del Consiglio Comunale di che l’accompagna: “Io apprezzo l’amico che trova tempo Gioiosa Ionica Maurizio Zavaglia, questa setper me nella sua agenda, ma ho caro l’amico che per timana si è recato il Polonia, a Cracovia, per me non guarda nemmeno l’agenda”. (Robert Brault) parlare della Locride che cambia, delle sue bellezze e dei prodotti agricoli d’eccellenza che offre al turismo, binomio vincente di una terra che ha bisogno di riscatto.

Sole e Mercurio sono molto positivi a inizio settimana, ma nella seconda parte della settimana potreste dover affrontare delle spese impreviste che, non temete, avranno però un positivo ritorno in futuro. Mercurio vi offre ottime opportunità di lavoro.

Una settimana non semplice nella quale tuttavia le energie non vi mancheranno. Siate concentrati sulle iniziative professionali che saranno la base di grandi soddisfazioni a partire dall’autunno. Attenti alle spese impreviste e alle tensioni con il partner. Una settimana meravigliosa dal punto di vista dell’amore. Se lavorate nel settore artistico, poi, vivrete una settimana piena di soddisfazioni. Anche se a inizio settimana vi sentirete stanchi, non temete: vi attende un fine settimana meraviglioso!

Gioie parentali Domenica scorsa Paolo Barsano si è aggiudicato il photocontest “Vita di mamma”, organizzato nell’ambito della manifestazione “Cuore di Mamma” svoltasi a Locri. Nella foto, il giovane al momento della consegna con il primario Macrì e dal Dirigente Scolastico Fazzolari.

Caprini d’eccellenza Il sindaco di Bianco Aldo Canturi abbraccia l’allevatore e Consigliere Regionale con delega all’agricoltura Mauro D’Acri, che ha partecipato con il primo cittadino ad “Agri Casignana”, la prima mostra regionale dei caprini di Calabria.

Sarete molto nervosi e dovrete stare attenti a misurare le parole nei confronti di partner e colleghi. Concentrandovi sul lavoro, comunque, otterrete grandi risultati, ma l’avventatezza sarà la vostra peggior nemica. Ragionate prima di agire. Una settimana molto bella grazie alla congiunzione di sole e mercurio, che vi permetterà di sfruttare le ottime occasioni offerte da Giove. Marte in opposizione vi farà subire la stanchezza e farvi dire cose che non pensate. Dedicate tempo al partner. Le energie saranno tante e riuscirete a realizzare grandi cose. Anche se non siete pienamente soddisfatti, le collaborazione che avete avviato negli scorsi mesi daranno i loro frutti e anche in amore avrete belle soddisfazioni… ma l’equilibrio è precario! Preparatevi ad affrontare la peggiore settimana dell’anno. La cosa migliore che potrete fare e prendervi del tempo per pensare senza agire avventatamente. Soprattutto nel lavoro non sarete soddisfatti e tenderete a non rispettare gli altri.

Facciamo la storia Gemelli vicentini Il 27 aprile del 1980, a Catanzaro, veniva a giocaAmedeo Macrì, il sindaco Pietro Fuda e l’asre il Milan della stella, all’interno del quale esorsessore Ercole Macrì posano in compagnia di diva un giovane sidernese, Giuseppe Galluzzo, tre responsabili dell’istituto tecnico di autore della rete dell’1-0 in seguito a uno slalom Arzignano, in provincia di Vicenza, che da che ha fatto la storia della serie A. Nella foto, ben dodici anni si recano ininterrottamente oltre a Galluzzo, riconosciamo Ranieri e Palanca. a Siderno per continuare a coltivare un produttivo scambio culturale. Per una Siderno più pulita I volontari dell’associaL’ombelico del zione Libra, tramite i mondo Ai nostri paesi, propri volontari, ha avvolti da tramonti effettuato questa setmeravigliosi come timana un approfonquello che abbracdito lavoro di pulizia cia Placanica in quedella piazza di ingressto scatto, sembra so di contrada Donisi, davvero non mana Siderno. care nulla per essere Un’operazione sociale in cima al mondo. che cerca di dare un Se solo lo Stato si nuovo volto alla rendesse conto di nostra città. quanto abbiamo da offrire…

La settimana parte benissimo, ma l’attesa per arrivo dell’estate vi sta letteralmente logorando e non riuscirete a essere sereni nel rapporto con gli altri. Cercate di limitare il tempo con il partner per evitare litigi. Sul lavoro situazione bloccata. Una settimana molto buona, che vi vedrà molto attivi sul lavoro soprattutto tra mercoledì e giovedì. Anche se avrete soddisfazioni economiche sul fronte dell’amore non gira proprio. Potreste subire rifiuti o rischiare la rottura se fidanzati.

Nervosismo, ansia e tensione la faranno da padrona e richiedete di litigare con parenti, amici o colleghi a causa del vostro pessimismo. Cercate di prendere le cose di petto e, anche se vivete un periodo di stanca, non fatevi sopraffare dalle preoccupazioni. L’amore, i sentimenti e le emozioni saranno la vostra ragione di vita e favorirà l’incontro con persone interessanti attratte dal vostro carattere e dalla vostra dolcezza. È il periodo migliore per realizzare idee che vi frullano da tempo nella testa.



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