Riviera N°21 del 24 maggio 2015

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CONTROCOPERTINA

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urante gli ultimi giorni di Krypton, Jor-El, il padre naturale di Superman, non fu l’unico a salvare il proprio figlio mettendolo su una capsula spaziale diretta verso la Terra. Anche Stort-El, spiando da vicino le mosse dello scienziato del consiglio kryptoniano, riuscì a sottrarre una navetta per la ricerca e, dopo aver rubato a Joer-El le rotte con le quali avrebbe salvato il figlio, le caricò nel pilota automatico facendo partire anch’egli la navetta della speranza verso le stesse coordinate a cui era diretto il cugino. Durante il viaggio verso la Terra del figlio di Stort-El, tuttavia, qualcosa andò storto sulla navetta spaziale, e questa deviò non dirigendosi più verso gli USA, ma verso la Calabria. Il piccolo figlio di Stort-El atterrò su una spiaggia assolata di Nodersi, piccolo centro della Jonide che affacciava sul Mar Locreo. Ritrovato da un agricoltore incuriosito dal fumo che si scorgeva anche il lontananza, il figlio di Stort-El venne accolto in famiglia, ribattezzato Rocco ed educato come un calabrese qualunque. Ma Rocco non era un calabrese qualunque. Come ogni kryptoniano, traeva la propria forza dal sole ed essendo la Jonide un luogo in cui il sole picchiava impietosamente 350 giorni l’anno, Rocco scoprì la sua possanza nell’arco di pochissimi mesi ma, in accordo con la famiglia, cercò di mantenere il segreto sulle sue origini. Talvolta era davvero complicato nascondere il suo potere, basti pensare a quella mattina uggiosa di febbraio in cui, soprappensiero, fece uno starnuto così forte da distruggere mezzo lungomare di Nodersi. Rocco, comunque, era un bravo ragazzo e cercava di compiere buone azioni. Ispirato dalle incredibili notizie che provenivano dalla lontana Metropolis, grande centro urbano degli USA dove un misterioso superuomo raddrizzava i torti, anche Rocco pensò di darsi al supereroismo e, per essere sempre sulla notizia, fece di tutto per farsi assumere da un giornale. Inforcato un paio di occhiali e pettinatosi accuratamente i capelli, Rocco riuscì a farsi assumere dal piccolo giornale “Il Litorale”, che faceva informazione locale da tanti anni e, nel tempo libero, svolazzava qua e là per cercare di sistemare ciò che non andava nella propria terra. Purtroppo per lui, erano decine i torti che quella terra meravigliosa era costretta a subire. Non c’era giorno che Rocco non consegnasse alle forze dell’ordine piccoli spacciatori, truffatori, contrabbandieri, affiliati della mafia locale, e persino sindaci ballerini e commissari prefettizi, ma come entravano in carcere, grazie a conoscenze o cavilli burocratico/legislativi, queste persone ne uscivano, tornando a passeggiare lungo il corso della città. La politica aveva le mani legate quando non era collusa e la stessa cosa poteva dirsi delle forze dell’ordine, che ringraziavano il misterioso eroe che portava loro i latitanti solo per rilasciarli dopo qualche tempo. Rocco si rese conto che ciò di cui la Jonide aveva bisogno non era un supereroe, ma un giustiziere. Un individuo impietoso che agis-

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se nell’ombra, uccidendo chi compiva i torti in modo così plateale da terrorizzare chi, invece, aveva intenzione di compierne. Quell’estate, Rocco, nelle ore di pausa che gli concedeva il giornale, faceva lunghi voli su tutta l’area scandagliandola con i suoi occhi che gli permettevano di vedere oltre le pareti, scoprendo latitanti e malfattori di ogni genere. Dai topi di appartamento ai clan più impietosi, Rocco fece una pulizia generale che, in tre mesi, lo portò a sterminare intere famiglie sradicando, di fatto, la criminalità organizzata del territorio. Ciò che Rocco non aveva calcolato, era che il desiderio di vendetta dei parenti più lontani dei boss superava il loro intento di restare fuori dagli affari sporchi del resto della famiglia e il loro timore nei suoi confronti. Tirando le fila di un ramo della famiglia rimasto nell’ombra, un giovane boss, scaltro e informato, scoprì che il Superman americano aveva un punto debole: delle pietre verdi, frammenti dell’esplosione del suo pianeta natale giunti fino alla Terra, che lo rendevano vulnerabile. Fatto due più due e immaginato che anche lui potesse essere kryptoniano, il boss fece convergere grandi quantità di questa pietra, la Kryptonite, nella Jonide, e grazie alla testimonianza di chi era sfuggito alla furia cieca del Superman calabrese, riuscì a identificarlo nel giornalista Rocco. Il boss approfittò di alcuni lavori di muratura che Rocco doveva far eseguire sul perimetro della propria abitazione per convincere i muratori impiegati a far imbottire di Kryptonite il muro. Proprio il giorno che terminarono i lavori, Rocco, che non aveva trascorso un bel periodo, si sentiva più spossato che mai e quando lo chiamarono al portone di casa, non si rese conto che i sei uomini che lo stavano salutando imbracciavano altrettanti Kalashnikov. A causa della Kryptonite l’invulnerabilità di Rocco divenne un lontano ricordo, e il giovane cadde sulla soglia, continuando a sognare di far trionfare la giustizia con ogni mezzo possibile. Dopo circa due anni di pace, la Jonide tornava a vivere l’incubo della criminalità organizzata ma, benché non avesse più un supereroe a difenderla, i suoi cittadini avevano avuto un grande esempio da chi li aveva protetti anche se con metodi discutibili. Stava a loro continuare a camminare a testa alta e proteggere la propria terra con ogni mezzo necessario. Lo avevano capito gli onesti e lo aveva capito lo stesso Rocco che, interrato maldestramente in un campo esposto al sole tutto il giorno, non era veramente morto, ma rimasto in stato comatoso per qualche settimana. Ripresosi, Rocco aveva deciso di rimanere nell’ombra e osservare come se la cavassero gli Jonidei. Se fossero riusciti a tenere testa alla criminalità con le proprie forze, avrebbe dato volentieri una mano continuando a non esporsi, se invece la situazione sarebbe tornata esattamente quella di prima, avrebbe migrato in un pianeta lontano, dove il rispetto per il prossimo superasse il desiderio di potere. Umberto Landi

Comics by Stefania Azzurra Gitto

E se la Calabria avesse avuto un suo Superman?


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ATTUALITÀ

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GIUDIZIARIA

Memorie di un ex padrino Con queste mie ‘memorie’ spero di essere da esempio per tutti quei ragazzi che sono vicini alla ‘ndrangheta così da avere la forza e la volontà di tornare indietro senza voltarsi prima che sia troppo tardi. E per quei bambini che per colpa dei padri abbiano la loro vita infelice, e non per colpa loro ma per chi ha deciso per loro”. A scriverlo è il collaboratore di giustizia Antonino Belnome, ex padrino e capo locale di Giussano, in provincia di Milano. Nato 43 anni fa, Belnome è stato un calciatore ad altissimi livelli ma nel 2010 finisce nella maxi inchiesta “Infinito” della Dda di Milano contro la presenza della ’ndrangheta in Lombardia. L’ex calciatore decide di saltare il fosso e iniziare un percorso collaborativo con i magistrati antimafia meneghini e reggini. Ha raccontato di aver fatto parte di un gruppo dominante in Lombardia, è riuscito a scalare le doti della ‘ndrangheta, sia quella detta “Minore” che gran parte di quelle della “Maggiore”, ricoprendo cariche importanti e partecipando all’eliminazione del presunto boss Carmelo Novella, detto Nunzio, ucciso il 14 luglio 2008 a San Vittore Olona. Nelle dichiarazioni rese ai magistrati e ribadite in diversi processi di criminalità organizzata, il “pentito” Belnome è sceso nei dettagli raccontando i riti e le rigide regole che accompagnano tutti gli affiliati, dal “contrasto onorato” al “crociato” passando per lo sgarrista, il santista o il padrino e altri termini che formano la gerarchia della ‘ndrangheta. Nelle memorie Belnome ricorda diversi passaggi e riti di affiliazione: “Ero diventato boss e potevo comandare cinquanta uomini, una scalata vertiginosa che faceva invidia a molti; gli anziani mi riconoscevano capacità che in altri non vedevano, fino a sostenermi nelle più alte cariche della ‘ndrangheta”, e oltre aggiunge: “Era come essere tre metri sopra il cielo, tutto senza renderti conto, … cammini volando in un mondo che non è reale, ti insegnano a odiare lo Stato, le forze dell’ordine polizia, ti insegnano che loro sono il marcio, i disonesti e tu sei il giusto”. “Oggi che posso ragionare liberamente – afferma il collaboratore – grazie a Dio che mi ha fatto svegliare da questo brutto sogno, me ne vergogno e mi logoro dai rimorsi, le cose belle sono quelle più semplici, non c’è prezzo per essere realmente apprezzati per quello che sei realmente; non ha prezzo la libertà”. Belnome, in 49 pagine manoscritte sottotitolate “… con la speranza di un mondo migliore”, auspica, tra l’altro, “che tutte le persone possano cambiare perché nella vita se lo si vuole si può cambiare, imparando con umiltà a riconoscere i propri errori senza paure, perché penso che più l’uomo si allontana da Dio e più diventa un mostro. Essere amati profondamente da qualcuno ci rende forti, amare profondamente ci rende coraggiosi”. “La ‘ndrangheta – si legge – questi doni di Dio, la vita, i figli, la famiglia, tutte quelle cose belle che quotidianamente la vita ti regala, con il tempo te li toglie nella maniera più brutale e ti porta alla solitudine più assoluta fino a portati alla completa rovina”. “Una volta entrato nella ‘ndrangheta – aggiunge il collaboratore - non riuscirai a uscirne tanto facilmente, è come la droga per un drogato, ti entra nella pelle e nel sangue, acquisisci la sua mentalità, la sua durezza, la sua cattiveria di pensiero, … non conosci più la ragione, diventi sempre più spietato”. Una volta entrato nella “onorata società” secondo Belnome l’individuo si trasforma e si allontana dalla propria famiglia, perché non riesce e non può più farsi capire e parlare di quello che avviene fuori dalla mura domestiche, fino a quando: “Con il tempo non ti rimarrà più niente, non condividerai mai niente con la tua famiglia se non dispiaceri e disgrazie, sarai sempre più solo, cercherai sempre di scappare, la tranquillità non ti apparterrà più, dovrai guardarti sempre dal carcere o dalla morte perché questo è quello che attende uno ‘ndranghetista”.

Un paradiso

STRADA ROCCELLA CAMOCELLI

disonorato

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

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a scorsa settimana abbiamo ricevuto alcune foto che hanno tutto l'aspetto del disastro. L'email da cui sono state inviate ha come oggetto "Strada Roccella-Camocelli (frazione di Marina di Gioiosa)". Non viene aggiunto altro. Ci rechiamo sul posto per verificare se magari, nel frattempo, a quell'orrore si sia cercato di rimediare. Ma ad attenderci una natura con la faccia di Dorian Gray all'ultimo stadio, inserita in un panorama che è da sbornia solenne. Un triste allestimento di rifiuti di ogni genere: scheletri di elettrodomestici, pneumatici usurati, cavi elettrici, pensili, sedie, barattoli per la conserva, una carcassa di non si sa più quale auto, ed eternit. Sono lì a pavimentare la collina mentre un papavero gonfiandosi e sgonfiandosi al vento ci chiede perchè? L'incuria che si fa menefreghismo è l'essenza della disumanità. L'incuria arruginisce la natura. Su una collina dove il vento non manca mai, lastre ondulate di eternit violentano la terra e la salute. L'eternit è, infatti, composto generalmente da circa il 15% di amianto: se quelle fibre si disperdono nell'aria, oltre che nel terreno, e vengono inalate sono cancerogene. E di dosi killer se ne respirano fin troppe su quella panoramica ma resa inospitale collina, meta ideale per stenderci una tovaglia a quadretti e abbandonarsi a una spanciata a base di pane di casa, pecorino, salame e paradiso. A vederla oltraggiata e disonorata così, però, la rabbia chiude a doppia mandata la bocca dello stomaco e innesca un rutto mentale. Invitiamo, pertanto, chi di competenza a verificare su quale territorio ricadano le improvvisate discariche, se quello di Roccella - sul podio dei comuni più virtuosi in Calabria per la raccolta differenziata dei rifiuti - o su quello di Marina di Gioiosa - che nel mese di febbraio ha inviato a tutti i cittadini un "Questionario di indagine preliminare sulla raccolta differenziata dei rifiuti" dove annunciava questa nuova sfida e avvertiva che eternit, pneumatici e rifiuti speciali necessitano un trattamento molto particolare: "abbandonarli nei cassonetti o in altri luoghi del territorio significa non solo inquinare irrimediabilmente l'ambiente in cui viviamo, ma commettere un vero e proprio reato, punito con pene molto severe". Nonostante i buoni propositi, tutto ciò che poteva essere evitato sta corrodendo le vene di quella superba collina, incancrenendo la sua linfa. E così anzichè mostrare alla storia le nostre coscienze pulite mostriamo coscienze mai usate.

“NUOVA STRADA STATALE 106”: via libera per il tratto Roccella e Caulonia In riferimento all’articolo pubblicato nel mese di dicembre scorso riguardo ai lavori della “nuova strada statale 106, per coloro che allora si sono lasciati andare a commenti e sproloqui, possiamo affermare che le opere stanno procedendo in maniera notevole e che i tempi di consegna all’epoca citati (fine marzo) sono stati pressoché rispettati almeno per quanto riguarda il tratto Roccella e Caulonia. Infatti, a fine maggio verrà aperto lo svincolo, mentre occorreranno ancora altri due mesi per i lavori di rifinitura. Questo è quanto comunicatoci dalla Coop costruzioni, l’impresa appaltatrice bolognese preposta alle attività della nuova arteria. Un grande passo in avanti per noi della Locride, costretti ogni giorno ad attraversare le strade del centro abitato, vincolati da code interminabili e da veri e propri avvallamenti; ma soprattutto per la Calabria, che non gode di ottima reputazione quanto a sicurezza stradale e infrastrutture della viabilità. Questa nuova via di transito andrà incontro più facilmente alle esigenze dei cittadini e del territorio, dando un ulteriore sviluppo al turismo e non solo. Si sta compiendo un ulteriore passo, forse quello decisivo, verso l’ammodernamento di un tratto di importanza rilevante. Katia Candido



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LA COPERTINA

Circo, cala il sipario sull’umanità COSA SI INSEGNA PORTANDO I NOSTRI BAMBINI AI CIRCHI? CHE SI POSSONO SCUDISCIARE LE ZEBRE, TRAVESTIRE I CANI DA BAMBOLA? CHE È “GIUSTO” TENERE I LEONI IN GABBIA, IN MEZZO AI LORO ESCREMENTI, ASSEDIATI DA PIDOCCHI, RIMBAMBITI DA POTENTI TRANQUILLANTI? LIDIA ZITARA a piccola credevo che andare al circo fosse un atto di amore per gli animali. Vedere le tigri dal vero, sognando di poterle accarezzare, giocare con le scimmiette, lasciando che si appollaiassero su una spalla, come Jolie Coeur di “Remi”, vedere le zebre correre esultanti. Al circo si andava con la scuola, in gruppo. Si raccoglievano i pochi spiccioli per il biglietto ridotto (due, tremila lire, suppergiù), e la maestra accompagnava le classi a turno. Ricordo ancora il penetrante odore di orina e sudore quando mi misero in braccio uno scimpanzé travestito da bebè. Ho la polaroid di quell’istante, in cui tutta la mia fantasia naturalistica, cresciuta a colpi di documentari e libri di animali, crollò miseramente mentre reggevo un animale evidentemente a disagio, travestito in modo osceno, che un Tod Browning avrebbe potuto infilare in qualche film sui freaks: un bambino col volto da scimmia. Non mi venne il sorriso, non ebbi il tempo di farmelo salire ipocritamente alle labbra, che il clown aveva già scattato: cinquemila lire per una polaroid in cui ho un’espressione triste, sconcertata, allarmata. L’espressione di una bambina che per la prima volta sente dentro al suo cuore la sofferenza per un animale, e il desiderio di strapparlo a quella vita indecente. Il momento in cui comprendi che hai assistito a una ingiustizia, rendendotene complice. Il momento in cui avresti voluto alzarti e dichiarare a voce alta il tuo sdegno. Ma non lo fai, per le convenzioni, per “educa-

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zione”. Ma quale educazione? Cosa si insegna portando i nostri bambini ai circhi? Che si possono scudisciare le zebre, i cavalli, travestire i cani da bambola? Che è “giusto”tenere i leoni in gabbia, in mezzo ai loro escrementi, assediati da pidocchi e ogni genere di insetto, rimbambiti da potenti tranquillanti, con gli occhi accecati dalle luci perché abituati in grossi container, al buio, al freddo, da soli. Questa è educazione? “Ammirate i nostri leoni, bambini!”. E come speriamo che i nostri figli ci salvino dai danni fatti alla Terra? No, perché se a qualcuno non fosse chiaro, non c’è un negozio di ricambi per pianeti. La Terra è il solo che abbiamo e dobbiamo tenercelo caro, altrimenti kaputt, come diceva Benigni. Kaputt!!! I circhi sono letteralmente costruiti sulla sofferenza di animali e uomini. A partire dai “fenomeni da baraccone” del 1800, di cui film come “Freaks”, “Venere Nera” e “The Elephant Man” hanno narrato in modo mirabile le tragedie. Dai deformi si passava agli schiavi, agli emarginati, agli “handicappati”. Poi agli animali, in condizioni tali che non sopravvivevano che poche stagioni. Ma all’epoca procurarsi animali esotici era semplice, e soprattutto, non c’erano “questi animalisti di m… a rompere”. I circhi non fanno differenza tra animali e uomini, qualsiasi cosa si possa spremere fino al midollo va bene, purché faccia fare soldi. Indiani ingaggiati a giornata, stipati in quel veicolo detto “vela”, scaricati come zebre al semaforo a distribuire volantini e sconti. Litigi, forse mancato rispetto per gli accordi di pagamento, sono all’ordine del giorno. Gli uomini

trattati come e peggio di bestie. Siamo a un passo, un solo, piccolo passo morale dalla schiavitù. “Divertimento”? Per chi - sano di mente - il circo è divertimento? Non c’è nulla di più triste di un circo mal riuscito, quando la pista è sporca, la paglia è umida di orina, il padiglione spoglio, i popcorn sanno di cartone e lacrime, e il gadget più venduto è la spada Jedi, non ci sono acrobati, le battute del clown

sollevano risate di circostanza, le divise dei cavalieri sono malandate, i contorsionisti riescono a malapena a toccarsi i piedi e l’intera “baracca” sembra tenuta in piedi da cinque persone che, mutando d’abito, mutano anche la loro funzione, passando dal domatore di leoni al giocoliere. “Ho più animali io” mi ha detto un vicino (meno male - ho pensato - meno animali, meno sofferenza) . Quanto distante il circo con gli animali da quello elegante, raffinato, di matrice orientale! Quello di giocolieri ed equilibristi, che detta così - direte voi - sarà una palla. Ma anche una come me, che il circo lo odia, rimane incollata alla TV quando mandano il festival di Monte Carlo. Contorsioniste le cui evoluzioni aprono la mente alle infinite capacità del controllo sul proprio corpo, trapezisti che con le loro evoluzioni fanno schizzare la pressione, funamboli, giocolieri ipnotici. Le Circ du Soleil, allora? I cui biglietti sono costosissimi e che si esibisce solo in grandi capitali europee? Abbiamo proprio bisogno di zebre spelacchiate odoranti di letame? I veri professionisti del circo ci hanno dimostrato di no, hanno dato dignità artistica a questa attività, che parte da una vocazione e si conquista attraverso anni di pratica e di studio. Non attraverso la brutale sottomissione degli indifesi, animali o uomini. Sarebbe davvero bello se a Siderno arrivasse un circo di questo genere, un circo di veri professionisti, non di bolsi imitatori e lugubri schiavisti. Sarebbe una festa per tutti, e non un’occasione di tristezza e rimpianto per la disumanità di una risata strappata a suon di frusta.


SETTIMANALE

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Un grande esperto per Mario Oliverio

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Antonio Viscomi, competenza e senso del dovere opo sei mesi dalle elezioni il governatore Mario Oliverio ha nominato i nuovi direttori generali dei Dipartimenti. La presidenza è andata ad Antonio Viscomi, docente di diritto del lavoro all’Università di Catanzaro che, ancor prima dell’elezione dell’attuale governatore della Calabria, aveva fornito la sua ricetta per rilanciare lo sviluppo della nostra regione. Del suo contributo, infatti, Oliverio si era avvalso per redigere il programma da sottoporre agli elettori calabresi. Richiamando il premio Nobel per l’economia Joseph Stigliz, Viscomi aveva dichiarato che alla nostra regione manca un ricco complesso di istituzioni complementari, norme comportamentali condivise e politiche pubbliche, ovvero tutto quello che serve per una crescita economica persistente. “Il problema del lavoro verrà risolto quando sarà affiancato a buone politiche industriali, territoriali, ambientali e burocratiche, che devono al più presto smettere di spaventare gli imprenditori - sosteneva al termine della visita nella Locride dell’allora candidato alla Regione Calabria Mario Oliverio - Riorganizzazione amministrativa, riqualificazione professionale e “accountability” (ovvero capacità di rendere conto al cittadino dell’operato politico) gli elementi da cui ripartire giocandosi la carta della qualità”. Oggi la Calabria può contare sull’apporto di un professionista che ha la capacità di farla passare dal declino allo sviluppo; una persona concreta e competente, che conosce come pochi l'importanza della crescita civile di un popolo attraverso la nascita di posti di lavoro. Il nuovo presidente è uno che, quando ci sono le condizioni, è pronto a fare fino in fondo il proprio dovere, che sa ascoltare i problemi della gente e trovare le

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soluzioni. Il lavoro che lo attenderà sarà allo stesso tempo impegnativo e appassionante. Antonio Viscomi è un cavallo di razza che si esprime al meglio sui terreni pesanti e difficili. Ora tutto dipende dal fantino; negli ultimi decenni la nostra regione ha messo sulla propria groppa figure e figuranti scarsi che avrebbero trasformato in brocco anche il miglior Varenne. Speriamo quindi sia in annate diverse e sia che il nostro Governatore alzi i giri allo sviluppo di una regione in forte ritardo. Bisogna lavorare. Assessori, consiglieri e capi dipartimento devono lavorare dieci ore al giorno. È questa la responsabilità che devono assumersi dinanzi a un popolo umiliato che oggi gli sta offrendo un assist esclusivo e unico: i calabresi sono gli unici che nel vecchio continente sono disposti a lavorare a 900 euro al mese. Dategli le condizioni per farlo. A essere nominati come direttori dei vari Dipartimenti anche: Riccardo Fatarella alla Sanità; Paolo Praticò, attuale consulente del governatore, ai Fondi comunitari; Ennio Apicella, docente universitario di Diritto Amministrativo, alla segreteria generale. In particolare, Fatarella è una vecchia conoscenza della regione, in quanto era stato al vertice dell’Asl di Catanzaro ai tempi della giunta Loiero e ha una lunga esperienza ai vertici di aziende sanitarie e ospedaliere, come testimonia la sua direzione generale del Policlinico Umberto I. l.r.

Un“Patto per la Calabria”alla base del futuro della nostra regione Si sono incontrate mercoledì le organizzazioni sindacali e industriali calabresi, dimostrando di aver ritrovato una compattezza fondamentale per uscire dalla crisi che attanaglia la regione. Ciò che è stato presentato è una piattaforma comune, definita “Patto per la Calabria” e sottoscritta da industriali e sindacati calabresi di primaria importanza. Natale Mazzuca (Unindustria), Santo Biondo (Uil), Michele Gravano (Cgil) e Paolo Tramonti (Cisl) hanno dunque avanzato sette scelte strategiche utili a traghettare fuori dalla stagnazione economica la nostra regione, con l’obiettivo di non concentrarsi più su “interventi casuali e di emergenza, ma azioni in grado di avviare percorsi di sviluppo a valenza strutturale, capaci di durare nel tempo”. I provvedimenti cercheranno di migliorare la qualità della vita della cittadinanza, ma anche di avvicinare i suoi standard a quelli del resto del Paese, cercando di colmare un gap oggi anacronistico e ingiustificato. Secondo i sottoscriventi sarà imperativo, dunque, implementare rapidamente il Sistema produttivo nella speranza di creare maggiore offer-

CUZZOCREA DESIGNATO NEL CONSIGLIO GENERALE DI CONFINDUSTRIA NAZIONALE

ta lavorativa; si dovrà realizzare un’Agenda digitale che riduca il divario con il resto del Paese; puntare all’efficienza energetica attraverso la realizzazione di un programma preciso e all’avanguardia che riguardi Ambiente e bioedilizia; creare delle politiche attive che, in concomitanza con l’implemento del sistema produttivo, rad-

drizzino la grave situazione di Giovani e lavoro; migliorare più in generale la Qualità della vita con politiche semplici ma efficaci nell’implemento del modello di tutela della salute; promuovere interventi che valorizzino le troppo spesso dimenticate Risorse culturali e turismo; prevedere interventi a sostegno delle imprese confi-

scate monitorando gli investimenti pubblici per salvaguardare Sicurezza e legalità. Non sappiamo se questi interventi saranno risolutivi o di immediato riscontro. Sicuramente costituiranno un passo importante verso il benessere. Jacopo Giuca

Il Presidente di Confindustria Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea, è stato designato dal Consiglio di Presidenza di Unindustria Calabria quale componente del Consiglio Generale di Confindustria nazionale, l’organismo maggiormente rappresentativo del Sistema. Tale seggio aggiuntivo è stato assegnato alla Calabria come premialità per aver saputo interpretare in maniera innovativa ed eccellente gli indirizzi della riforma confederale. La Calabria è stata una delle prime regioni, infatti, a mettere in atto le nuove direttive della riforma voluta dal Presidente Squinzi aggregando in maniera virtuosa le cinque Associazioni degli Industriali delle province calabresi. Il presidente Cuzzocrea farà parte del Consiglio Generale di Confindustria unitamente al Presidente di Unindustria Calabria Natale Mazzuca e ad Aldo Ferrara indicato dal Comitato nazionale Piccola Industria. Nel ringraziare i colleghi per la fiducia accordata – il Presidente ha avuto modo di affermare – “porterò le istanze degli imprenditori calabresi all’attenzione del nostro sistema associativo forte della visione lungimirante e dello spirito di coesione che caratterizza Unindustria Calabria”.


LA PROPOSTA

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L’intervista

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Se la Calabria dovesse tornare al voto, Oliverio non otterrebbe lo stesso exploit elettorale registrato nel novembre scorso. Tutte le speranze e le aspettative generate dal Pd durante la campagna elettorale sono state disattese. Non sono state avviate nemmeno le discussioni rispetto agli impegni che si era prefissato.

a PasqualeTripodi

«Oliverio vuole stare da solo al comando» MARIA GIOVANNA COGLIANDRO on è alla ricerca di poltrone o prebende il nuovo segretario regionale CD, Pasquale Maria Tripodi: la sua richiesta di un confronto col PD è finalizzata esclusivamente a una costruzione reale e non virtuale del futuro della Calabria. Definisce il PD “pigliatutto” ma nuove alleanze sono state costruite tra CD e PD in vista del rinnovo di molte amministrazioni locali e, inoltre, ha dichiarato di voler costruire il futuro della Calabria al fianco del PD. Un rapporto di amore-odio? Ritengo che in Calabria vi siano due partiti democratici: uno reale e uno virtuale. Il primo è quello che a sei mesi dalle elezioni regionali non ha avvertito l’esigenza di ascoltare i propri alleati per definire una linea strategica di sviluppo di questa terra. Il secondo è il PD che, prima delle elezioni, sbandierava la collegialità delle scelte e la condivisione politica di una linea d’azione che coinvolgesse soprattutto le istanze, le esigenze e i bisogni dei cittadini calabresi. Io vorrei costruire il futuro della Calabria tenendo presenti gli intenti del partito virtuale. È soddisfatto di quanto il governatore Mario Oliverio ha fatto finora? Al momento sono in attesa di fatti che segnalino un’inversione di tendenza. Il suo programma è stato da noi condiviso prima delle elezioni ma ad oggi, per quanto riguarda la sanità, i trasporti e la

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burocrazia regna il caos. I calabresi stessi - glielo assicuro - non hanno la benché minima percezione che qualcosa sia cambiato rispetto all’era Scopelliti. Sfido il segretario regionale del PD, Ernesto Magorno, a smentirmi dichiarando quanto finora ha realizzato il suo partito. Secondo lei Oliverio ha capito che non è più presidente della provincia di Cosenza? Non l’ha capito appieno. Non ha capito che la burocrazia regionale non è come quella provinciale. Ha bisogno di uomini capaci di gestire la cosa pubblica non di “amici”… Quindi, secondo lei, finora Oliverio si è rivolto solo ad amici? Non faccio riferimento a dicerie ma a fatti, io giudico quello che si fa. Finora non ci sono stati bandi ma nomine, che per lo più si esauriscono all’interno del partito democratico. Lei è stato assessore ai trasporti nella prima giunta Loiero che, insieme a Scopelliti, è considerato il simbolo del declino e del degrado della politica calabrese. Se potesse tornare indietro, accetterebbe ancora di far parte della squadra di Loiero? Non rinnego il mio passato di assessore nella giunta Loiero. Tante iniziative intraprese sono state portate avanti fino ad oggi. Come approccio politico e metodologia Oliverio non ha nulla a che vedere con Loiero: a me dà l’impressione di un uomo che vuole stare solo al comando. Può anche decidere di farlo, insieme a tutto il PD, ma

deve assumersi le responsabilità di questa scelta. E non so quanto gli convenga mantenere questo atteggiamento soprattutto adesso che aleggia l’eventualità di un ritorno alle urne per la Calabria. Se la Calabria dovesse tornare a votare, Oliverio confermerebbe lo stesso successo elettorale riscosso a novembre? No, nel modo più assoluto. Basta andare un po’ in giro per la Calabria e sentire l’umore della gente a sei mesi dalle elezioni. Tutte le speranze e le aspettative che il PD aveva generato sono state disattese. Non sono state avviate nemmeno le discussioni rispetto agli impegni che si era prefissato. Le faccio qualche esempio? Lpu –Lsu… cosa è stato fatto? Fondazione Campanella… prima delle elezioni si prometteva di salvarla ed ecco il decreto con cui il Prefetto di Catanzaro dichiara l’estinzione della fondazione. Nulla è stato portato avanti di quanto promesso in campagna elettorale. Mi auguro vivamente che nel tempo io venga smentito dai fatti. Cosa pensa dell’improvviso e scaduto interesse del PD verso Platì? I paesi devono essere gestiti da chi li vive e ne conosce i problemi. La proposta di Magorno è strumentale e demagogica ma io lo sfido il prossimo anno a presentarsi con una sua lista per vedere se avrà davvero il buon gusto politico di stabilirsi a Platì e difendere, giorno dopo giorno, i diritti dei platiesi o se, invece, intenderà sostenere e guidare la comunità a distanza, dall’alto del suo scranno parlamentare.

Calabria, (r)industrializziamoci! Tony Bonidy, di origini catanzaresi, manager dell'Lcv Capital Management, vuole creare nel Mezzogiorno un'industria da cui nasceranno le automobili del futuro

La Calabria non è certo nota per la sua indole attiva nel prendere parte al mondo dell'industria italiana. Abbiamo un bel mare non sfruttato a dovere, luoghi misteriosi e idilliaci, buon cibo e buon vino, certo, ma l'industria no, non si è mai distinta per essere particolarmente sviluppata o innovativa. Ma sembra che le cose stiano per mutare. Il volto del cambiamento porta il nome di Tony Bonidy, di origini catanzaresi, manager dell'Lcv Capital Management, un fondo americano con l'ambizioso obiettivo di creare un'industria automobilistica di prestigio nel Mezzogiorno. Una pazzia? A chi verrebbe in mente di investire in una zona da cui le imprese non hanno mai tratto chissà quale profitto? Tali domande non se li sono poste né il governatore pugliese Nichi Vendola, nè il nostro governatore Mario Oliverio. A entrambi evidentemente piace rischiare. C'è da dire, però, che, se tale investimento va in porto, nel giro di qualche anno, Gioia Tauro potrebbe ritrovarsi con un'arma vincente nella concorrenza dei

mercati. Si parla, come detto dal governatore nel comunicato stampa e in una conferenza che ha visto protagonista anche Invitalia, supporter del progetto, di posti di lavoro per 800 lavoratori fra cassintegrati e nuovi occupati che saranno formati con i mezzi messi a disposizione del Fondo Sociale Europeo. È stato già sottoscritto, in attesa del contratto definitivo, un accordo preliminare con Lcv e l'autorità portuale di Gioia Tauro che metterebbe a disposizione ventiseimila metri quadri

del capannone della ex fabbrica Isotta Fraschini, ferma da circa tre anni. Il presidente ha sottolineato che tale notizia è rimasta riservata per poter fornire agli abitanti della nostra regione notizie certe in merito a quanto pattuito, non dare false speranze e, soprattutto, combattere a suon di concretezza il clima di pessimismo di cui i calabresi sono investiti in merito a una possibile ripresa economica della nostra terra. Di certo i dissensi non tarderanno ad arrivare, come avviene matematicamente quan-

do c'è aria di cambiamento. Gli incentivi in termini di occupazione e potenziale di crescita sono allettanti e, ai più, sebbene la notizia sia abbastanza recente, sembra già cosa fatta. L'accordo preliminare fra le parti è stato sottoscritto, pertanto si attende solo che esso venga perfezionato ma il contenuto sarà pressoché uguale. Parlare solo dei benefici non è fazioso, solo molto ottimista e gli imprevisti del caso si reputa e ci si augura siano stati tenuti in considerazione. Di certo Lcv non è un'azienda sprovveduta, il manager è un uomo del Sud come noi, quindi avrà valutato opportunamente i pro e i contro. Se Oliverio ha puntato sul cavallo vincente sarà solo il tempo a dircelo. Magari solo inaugurando il cantiere si comprenderà la giustezza o meno di tale scelta. La sottoscritta non se la sente di sminuire chi ha il coraggio di rischiare e al contempo assumersi delle responsabilità in merito. Come ha detto il presidente, è un punto di partenza. Speriamo diventi anche certezza. Lidia Caterina Brancia


La seducente succulenza de La Cascinae il bianco fruttato delle Cantine Lavorata

Il quinto matrimonio celebrato durante il Meeting di Enoicamente,che si è svolto lo scorso 13 aprile presso l'incantevole Palazzo di Moschetta, è stato quello tra il vino Bivongi delle Cantine Lavorata e il ristorante La Cascina di Salvatore Agostino

n una deliziosa masseria in pietra, risalente al 1899, e restaurata alla fine degli anni ’90 rispettando l’architettura originale, sorge il ristorante “La Cascina” di Salvatore Agostino. Immersa in 12 ettari di terreno tra i profumi delicati ed eleganti dei fiori di zagara e del bergamotto che si mescolano alla storia, la più antica d’Italia, quelli dei coloni che fondarono la Magna Grecia, la location sfoggia una turbinosa raffinatezza rustica. La cucina, presieduta dallo chef Edmondo Reale, è altrettanto seducente grazie agli ingredienti selezionati con cura e freschissimi, protagonisti di ricette stuzzicanti tipiche della cucina calabrese di carne e pesce. In occasione del Meeting di Enoicamente il ristorante “La Cascina” ha proposto gamberoni in pasta fillo dalla succulenza straordinaria, accompagnati da

I

un’irresistibile maionese al bergamotto. Abbinato a questo capolavoro di finger food il vino Bivongi delle Cantine Fratelli Lavorata di Caulonia, blend di Greco bianco e Guardavalle. Un bianco dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini, con un inizio piacevolmente fresco equilibrato dall’alcol. Un vino corposo, con sapori intensi e fruttati, soffice ed elegante, ricavato grazie a tecnologie d’avanguardia, di buona struttura soprattutto per merito dell’uva Guardavalle che gli conferisce anche una giusta acidità. Il finale si dispiega lungo e convincente. Da oggi è possibile godere di questo trionfo di bontà presso il ristorante “La Cascina” dove troverete finger food di gamberoni e maionese al bergamotto in abbinamento al Bivongi delle Cantine Fratelli Lavorata.

Sono entrambi entusiasti Salvatore Agostino e Danilo Lavorata per il progetto Enoicamente. “Negli ultimi anni ho notato una sostanziale crescita delle aziende vitivinicole locali – dichiara Agostino – Rispetto a 5 anni fa molto è cambiato e il progetto darà un’ulteriore spinta a questo straordinario processo di sviluppo. Oggi le aziende locali si propongono con fierezza a noi ristoratori perché hanno tutte le carte in regola per farlo. Ed è con immenso piacere che spalanchiamo loro le nostre porte”. “Dovrebbero essere organizzate più spesso degustazioni e serate a tema per far apprezzare i nostri vini nel territorio, abituato in gran parte, purtroppo, alle etichette nazionali – sostiene Danilo Lavorata - I vini locali hanno tanto da raccontare e per fortuna si sta iniziando a voler ascoltare le loro storie”.


RIVIERA

LA SETTIMANA

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DOMENICA 24 MAGGIO 10

INTERVISTA IMMAGINARIA DI LIDIA ZITARA

Silenzioooo, dove seiiiii??? Alle isole Cayman! - Egregio dottor silenzio, grazie di aver accettato l’intervista e di essere qui… ma a proposito, dottore, dov’è? Non la vedo! - Sttt… parla piano, sono qui! - Qui dove, scusi? - Sono in un caveau di una banca alle isole Cayman… - In un caveau? E perché? - Epperché ormai sono diventato rarissimo e costosissimo. Pensa che sono così caro che non riescono neanche a capire qual è il mio prezzo al minuto. Valgo più dell’oro, del petrolio, del platino e della kriptonite messi assieme! Perciò mi tengono qui al sicuro, in una cassetta di sicurezza. - Cavolo! Ha mai pensato di vendere una piccola parte di se stesso? - E per quale ragione? - Per diventare ricco! - E fare cosa? Comprarmi un costoso cellulare con quella ridicola suoneria? Mandare messaggini a migliaia di persone che sono mie amiche ma che non conosco, comprarmi un appartamento in una metropoli rumorosa? No, grazie, preferisco starmene nella mia bella cassettina. Sai chi c’è nelle cassettine vicine alla mia? Il cielo stellato, il

buio, il rumore del vento, il canto delle rane, la luce delle lucciole. - Ma non si sente solo? - Stai scherzando? La solitudine è un privilegio: è in un’altra banca, a Ginevra. Ma è molto meno costosa di me perché ci sono i vecchietti che periodicamente fanno dei bonifici pazzeschi. Un tale, morendo, ha donato vent’anni di solitudine e il prezzo è crollato. E non era Márquez! - Mi scusi dottore, qual è il suo acquirente- tipo? - In genere sono poeti, amanti della natura e degli animali, architetti, scrittori, pittori, fotografi, scienziati. Tutti un po’ artistoidi e pazzi. ‘nu pocaregliu squagghiati, insomma. Il fatto è che chi mi ama davvero in genere non ha i soldi per comprarmi, quindi finisce che mi acquistano i turisti che vanno a disintossicarsi dai rumori della città, ma non riescono a stare senza cellulare. Così finisce che mi comprano e poi mi sprecano. - Mi dice il suono che le piace di meno? - La suoneria “fischio” di WhatsApp. - E quello che le piace di più? - Sai quel gruppetto di quattro biscrome nella “Pastorale” di Beethoven, quando passa da “allegro con brio” ad “allegro non troppo”? - Ho capito, dottò.

Quella calabrese è la migliore liquirizia al mondo

Locri, giù i ruderi storici per garantire maggior decoro urbano Il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, ci ha abituati a comunicazioni dirette con la propria cittadinanza attraverso l’ampio utilizzo di social network. Mercoledì pomeriggio, sulla sua pagina personale di Facebook, ha postato una foto che rappresenta indubbiamente una vittoria per la giunta comunale. Sottolineando come la sua città non meritasse l’immagine di decadenza consegnata da alcuni palazzetti abbandonati, Calabrese ha mostrato la bonifica dei ruderi storici ormai irrecuperabili a livello edilizio con la promessa di realizzare al loro posto e con la collaborazione di cittadini esperti e volenterosi, un giardino che abbellisca il centro urbano. Non sono mancate le critiche di chi sosteneva che l’importanza storico/sociale dei palazzetti in questione fosse maggiore della restituzione dell’area al verde naturale, ma certo il decoro urbano (qualunque forma assuma) è qualcosa che la città di Locri merita di riconquistare quanto prima e non si può dire che il suo sindaco non si stia impegnando in questa direzione.

Due prestigiosi settimanali tedeschi, Focus e Diet Zeit non hanno dubbi: la migliore liquirizia al mondo arriva dalla Calabria, "dove la Amarelli di Rossano - precisa Focus - produce le più buone caramelle a base di questa radice che ha gusto inconfondibile". C'è un museo a Rossano dedicato alla liquirizia di Amarelli, il secondo museo aziendale più visitato dopo la Ferrari, dove "si possono vedere e assaporare le caramelle balsamiche che garantivano a Casanova un alito sempre fresco, e che risolvevano i problemi di stomaco di Napoleone"- scrive Focus. "L'Azienda calabrese è il top in assoluto - sottolinea la rivista Die Zeit - considerato che sono quasi 300 anni che quest'azienda lavora la radice miracolosa, con soli tre ingredienti, acqua, calore e aria. Alla Amarelli vengono prodotti ogni giorno 350 kg di oro nero". Oggi a rappresentare la Sibaritide e la provincia di Cosenza all'Expo c'è proprio lei, Pina Amarelli, Lady Liquirizia, unica donna cavaliere del lavoro in Calabria.

Rotondi riconfermato commissario a Platì

Canolo, i cittadini in protesta

GRANDI INCONTRI AL SALONE DEL LIBRO Giovedì scorso i cittadini di Canolo hanno messo in atto una protesta pacifica nei confronti dell’amministrazione, poiché stanchi delle difficoltà di comunicazione tra la città nuova e il borgo antico, dovute all’interruzione della strada in seguito a una caduta massi nel mese di marzo. I cittadini hanno lamentato i ritardi nel ripristino della viabilità presentandosi dinanzi al Comune, a sua volta in attesa dell’avvio dei lavori da parte della Provincia di Reggio Calabria, che non ha ancora comunicato quando ha intenzione di attivarsi.

scorso, presso la Sala consiliare di Al via il corso di Martedì palazzi, è iniziato il corso di formazione per volontari del Gruppo Comunale di Civile. Ogni martedì e venerdì, formazione per i iProtezione dalle 16.30 alle 20, fino al prossimo 27 giudocenti ed esperti delle varie disciplivolontari della gno, ne teorico-pratiche accompagneranno i di Palizzi al conseguimento della Protezione Civile giovani qualifica.

Il Salone del Libro di Torino ospita da anni grandissimi della letteratura, ma anche dello shobiz. Allo stand de La Stampa, dove era presente il nostro Mimmo Gangemi, ha fatto un’improvvisata anche il grande Dino Zoff, che tra una pagina e l’altra ha trovato il tempo di posare per una foto. Nello scatto, oltre allo stesso Gangemi, vediamo il direttore Mario Calabresi, il già citato portiere di Spagna ’82 e altri due grandi della letteratura contemporanea: Cesare Martinetti e Maurizio Assalto.

A nulla è servito l’impeto di aspiranti legislatori pronti a immolarsi per il bene della democrazia. La mancata presentazione di liste elettorali e candidati del posto disponibili a impegnarsi per l’imminente tornata elettorale è stato un segnale forte di quanto possa essere politicamente pesante l’aria che si respira nel comune di Platì. Per questo motivo e con l’intento di dare almeno un po’ di continuità a un paese che pare essere stato completamente abbandonato dall’usuale regime amministrativo nazionale, il prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, ha emanato un provvedimento formale con il quale riconferma il commissariamento del paese sotto l’egida di Luca Rotondi, già prefetto del paese nell’ultimo periodo. Starà quindi a Rotondi, adesso, continuare a traghettare il paese fino alla prossima tornata elettorale, nella speranza che i politici platiesi arrivino maggiormente preparati a quella occasione.

AL VIA LA CACCIA AI RIFIUTI SU SPIAGGE E FONDALI CALABRESI

Parte anche quest’anno, la campagna di sensibilizzazione “Spiagge e fondali puliti” che si terrà dal 22 maggio al 14 giugno 2015 in Calabria. Giornate, all’insegna della difesa del territorio e degli splendidi fondali delle coste calabresi. Tra i rifiuti più frequenti, presenti sulle nostre spiagge, vi sono bottiglie e contenitori di plastica, seguiti da tappi e coperchi a pari merito con i mozziconi di sigaretta. Seguono, stoviglie usa e getta di plastica, cotton fioc, mattonelle e calcinacci. Rifiuti che hanno un impatto pesante sugli ecosistemi, ma anche sull’economia e sul turismo. Uccelli, tartarughe e mammiferi marini possono restare intrappolati nelle reti da pesca o morire per soffocamento dovuto all’ingestione accidentale di rifiuti. Inoltre, le microplastiche ingerite dagli organismi acquatici sono la causa principale del disequilibrio della catena alimentare e dell’intero ecosistema marino. Armati di guanti, sacchi della spazzatura e cappellini, tutti i cittadini potranno contribuire a spazzare via, insieme alla sporcizia, anche l'ignoranza, l'incuria e l'indifferenza. “Abbiamo bisogno di volontari, sei dei nostri?”. Legambiente lancia l’appello, i calabresi rispondono?



ELEZIONI AMMINISTRATIVE 31 MAGGIO 2015 - SERVIZIO A CURA DI JACOPO GIUCA

La Locride potrà scegliere tra i seguenti candidati a sindaco Dopo la breve panoramica dei candidati a consigliere comunale più giovani per ogni lista che si presenta nella Locride, questa e la prossima settimana daremo voce ai sindaci di ogni comune del comprensorio.

Giuseppe Cuzzilla «Casignana necessita di interventi efficaci»

SandroTaverniti «Pazzano deve uscire dall’isolamento politico»

Perché la scelta di candidarsi? L'idea di dare un contributo al mio paese e la voglia di operare con la gente mi ha sempre entusiasmato. Per ridare a Casignana il vigore perduto bisogna chiudere con le gestioni passate; occorre uno sforzo eccezionale e un gran senso di responsabilità per voltare pagina. In quali condizioni pensa di trovare il suo paese? La relazione di fine mandato della Commissione Straordinaria ha ritratto l'immagine di un paese con diverse problematiche. Casignana sta attraversando un periodo difficile e necessita di interventi urgenti ed efficaci. Abbiamo predisposto un programma che guardi alle criticità del paese e alle risorse su cui investire. La questione ambientale legata alla discarica e la grave situazione debitoria sono due aspetti che necessitano di interventi tempestivi. Ciò non dovrà togliere priorità ad altri interventi necessari per un normale sviluppo del paese e per il rilancio dell’economia locale. Ha incontrato i cittadini? Che cosa le chiedono? Incontrando i cittadini ho percepito la voglia di essere compartecipi del cambiamento e ho compreso l'importanza di intraprendere un’azione di dialogo continuo, perché le loro esigenze sono il fine della politica amministrativa. Non a caso il nostro programma è di tipo “aperto e partecipativo” e prevede la possibilità per la cittadinanza di intervenire su ulteriori punti suggerendone probabili soluzioni. Siamo convinti che “solo l’impegno di ogni singolo individuo produrrà il cambiamento della società”.

Perché la scelta di candidarsi? Per dare una mano al paese dopo anni trascorsi a spostarmi come impiegato CGIL. Ho accettato la candidatura su sollecitazione di amici e compaesani vogliosi di fare un’esperienza nuova, di cercare un rinnovamento che rispetti lo spirito della comunità, le tradizioni più vive, gli aneddoti più significativi da me raccontati nel mio “Quando Maria cantava”. Ho accettato di candidarmi anche per ribadire la mia collocazione a sinistra, per il progresso e la giustizia sociale. In quali condizioni pensa di trovare il suo paese? Pazzano è un paese in decrescita, che si spopola rapidamente, come succede a tanti altri centri dell'Appennino. Soffre più di altri paesi di un lungo isolamento politico e culturale. Le stesse figure si sono avvicendate nell'amministrazione della cosa pubblica creando una casta improduttiva rissosa e tenace solo nella difesa del proprio interesse. I tagli agli enti locali e le politiche regionali hanno fatto il resto. Siamo senza risorse. Ha incontrato i cittadini? Che cosa le chiedono? I cittadini, incontrati in due iniziative pubbliche, chiedono un rapporto con gli amministratori e più rispetto. Vogliono far sentire la propria voce. Chiedono la manutenzione delle strade interpoderali, attenzione per la periferia, attività socioculturali che rianimino il paese e maggiore serenità. Il rilancio di Montestella e la valorizzazione del parco geo-archeominerario dei monti MammicomitoStella-Consolino sono punti di forza per il futuro.

“Per ridare a Casignana il vigore perduto bisogna chiudere con le gestioni passate; occorre uno sforzo eccezionale e un gran senso di responsabilità per voltare pagina, perché la relazione di fine mandato dimostra le molte problematiche”.

“Ho accettato la candidatura su sollecitazione di amici e compaesani vogliosi di fare un’esperienza nuova, di cercare un rinnovamento che rispetti lo spirito della comunità, le tradizioni più vive, gli aneddoti più significativi del paese”.

Franco Romeo: «Ardore ha bisogno di politici che aiutino i cittadini»

Giuseppe Bruzzaniti: «Samo deve riscattarsi dal commissariamento»

GiuseppeTrimboli «San Luca vuole crescere e io voglio dare una mano»

Perché la scelta di candidarsi? Per poter essere il collante di un gruppo competitivo di politici che desiderano un cambiamento radicale dell’amministrazione comunale, dopo un periodo di 12 anni che ha portato alla sciagura del commissariamento. Voglio trasferire, di concerto con i consiglieri più esperti, le mie conoscenze a candidati giovani, che possano assumere le competenze necessarie per amministrare in futuro il comune in piena autonomia. In quali condizioni pensa di trovare il suo paese? A causa della scarsa attenzione dedicata al paese in questi anni dalle ultime amministrazioni, che hanno martoriato la vita sociale annullando le condizioni per la creazione di posti di lavoro per i giovani, oggi costretti di nuovo a emigrare, si è verificata un’evidente involuzione rispetto al passato, con notevoli danni per una popolazione che si trova ad essere vessata da tasse imposte dalla fredda burocrazia commissariale, che ha dovuto risistemare un bilancio comunale quasi dissestato. Ha incontrato i cittadini? Che cosa le chiedono? Di ritrovare il piacere di vivere dignitosamente nel proprio comune ritornando a sorridere e ad adoperarsi per migliorare le condizioni della comunità, sapendo che esiste un’amministrazione comunale pronta ad aiutarli e non a vessarli. C’è scoraggiamento, quasi rassegnazione per gli anni di inerzia amministrativa. Ci stiamo, pertanto, adoperando a dimostrare che se c’è la volontà e il loro consenso si può veramente ridare ad Ardore “Una nuova primavera”.

Perché la scelta di candidarsi? Penso che il motivo principale sia da ritrovarsi nella mancata accettazione che l’amministrazione da me guidata sia stata a suo tempo commissariata. Ritengo che quella decisione abbia costituito una grave ingiustizia sia a livello personale che, soprattutto, per la cittadinanza di Samo. In un momento delicato come questo, credo che la scelta più logica per un cittadino responsabile fosse proprio quella di candidarsi, perché non farlo sarebbe equivalso a soccombere alle calunnie e alle ingiustizie. In quali condizioni pensa di trovare il paese? Esattamente nelle condizioni in cui si trovano tutti i comuni sciolti. La cittadinanza è vessata da tasse che non rispondono ai servizi offerti, non solo mancano i posti di lavoro ma persino le condizioni per crearne, motivo per il quale saranno necessari interventi specifici e complessi, siamo sull’orlo del dissesto e la popolazione disperata tende nuovamente ad abbandonare il paese nella speranza di trovare impiego all’estero, non vedendo prospettive per il futuro. Ha incontrato i cittadini? Cosa le chiedono? Ho incontrato molti cittadini e la cosa principale che mi è stata chiesta è stata proprio quella di ricandidarmi, elemento che ha costituito un grande stimolo e un’enorme iniezione di fiducia. In un centro piccolo come Samo, poi, le problematiche sono immediatamente sotto gli occhi di tutti, motivo per il quale, nel momento stesso in cui ho deciso di candidarmi, già sapevo su quali criticità concentrarmi.

Perché la scelta di candidarsi? Come mi è capitato di affermare altrove, ci vuole determinazione per proporsi alla guida di un paese come San Luca, ma la forza con cui credo nei nei valori della democrazia e nelle potenzialità del mio paese non mi ha fatto tentennare nemmeno per un istante. San Luca ha bisogno di essere valorizzata e io spero di poter dare un contributo al raggiungimento di questo obiettivo. In quali condizioni pensa di trovare il suo paese? È un dato di fatto che le politiche di contenimento della spesa pubblica scaturite dalla crisi economica del 2008 abbiano avuto pesanti ripercussioni proprio sui bilanci dei piccoli comuni. San Luca, purtroppo, non ha costituito un’eccezione in questo ambito, motivo per il quale so già che, sulla base di quanto scritto nella relazione di fine mandato dei commissari prefettizi, il paese risulta essere sull’orlo del dissesto finanziario, elemento che condizionerà molto il mio modo di fare politica. Ha incontrato i cittadini? Che cosa le chiedono? Vivendo a San Luca so bene quali siano i problemi, ma ci tengo ad ascoltare i miei concittadini nella speranza di conoscere più da vicino le loro esigenze, nella convinzione che solo in questo modo si possa avere una percezione immediata dei problemi e dei bisogni, garantendo così tempestività ed efficacia agli interventi amministrativi. Come prevedibile, comunque, le richieste che i cittadini mi pongono vertono principalmente sul lavoro, sullo sviluppo e sulla salvaguardia dell’ambiente.

“Dopo un periodo di 12 anni che ha portato alla sciagura del commissariamento, voglio trasferire le mie conoscenze a candidati giovani, che possano assumere le competenze necessarie per amministrare in futuro il comune”.

“Voglio riscattare il grave torto che io e la cittadinanza di Samo abbiamo subito con il commissariame nto. In un momento delicato come questo, penso che la scelta più logica di un cittadino responsabile fosse candidarsi”.

“La forza con cui credo nei nei valori della democrazia e nelle potenzialità del mio paese non mi ha fatto tentennare nemmeno per un istante. San Luca ha bisogno di essere valorizzata e io spero di poter dare un contributo per raggiungere l’obiettivo”.


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L’INTERVISTA

DOMENICA 24 MAGGIO

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Ancora spazio a Siderno, ma questa volta cambiamo coalizione per dedicare spazio al centrodestra di Pietro Sgarlato,che risponde alle stesse domande poste al candidato di centrosinistra per darci, così, la sua personale ricetta per risollevare il paese dopo il tracollo subito negli ultimi anni.

Pietro Sgarlato «La competizione elettorale è proprio ciò di cui Siderno aveva bisogno»

“Intendo destinare i beni confiscati alla mafia alle associazioni e affidare a esperti incontri che permettano ai giovani di comprendere che la criminalità è la piaga più grande del nostro territorio”.

“Siderno ha subito un’involuzione. I risultati del commissariamento sono catastrofici, il paese è in uno stato di totale degrado. La peggiore amministrazione è davvero meglio di qualunque commissariamento” Pietro Sgarlato è accompagnato da una determinazione che è anche voglia di riscatto per un centrodestra ultimamente poco brillante a Siderno. Gli stanno a cuore molte cose, e lo dimostra con ogni parola. Perché la scelta di candidarsi? Perché sento il bisogno di dare il mio contributo allo sviluppo socioeconomico, civile e culturale di Siderno. Ho ritenuto opportuno proporre la mia candidatura convinto che Siderno abbia bisogno di un esponente di centrodestra fermo nelle sue posizioni. Un grande stimolo poi è derivato da parte della società civile e da un’ampia fascia di elettori moderati, che hanno affermato di vedere in me le qualità di una buona guida per la futura amministrazione comunale. Come vede, dunque, il suo paese a seguito del commissariamento? Siderno ha subito un’involuzione. I risultati del commissariamento sono stati catastrofici per il disinteresse dei commissari, che non hanno terminato un’opera pubblica nemmeno tra quelle già progettate o finanziate, tanto che oggi rischiamo di perdere anche il denaro già disponibile. Il paese vive una condizione disastrosa, uno stato di totale degrado, a riprova di quanto sia vero affermare che la peggiore amministrazione sia meglio di qualunque commissariamento. Ci spieghi meglio qual è la sua area politica e perché l’ha scelta. Sanno tutti che sono sempre stato di centrodestra e convinto dei suoi valori e delle sue ideologie. La nostra coalizione può dare tantissimo a Siderno, come ritengo sia

stato dimostrato ampiamente anche in passato. Abbiamo la capacità di portare avanti grandissimi progetti e quegli obiettivi di sviluppo importanti di cui Siderno ha bisogno. Voglio sottolineare la mia gratitudine a coloro che hanno avuto il coraggio di farsi avanti senza farsi tentare dalla “trasmigrazione politica” che, negli ultimi anni ha colpito moltissimi esponenti della politica locale, sentitisi obbligati a seguire parenti e amici in coalizioni opposte. Chi è di centrodestra deve rimanere tale senza cambiare solo perché tira aria diversa. Anche per queste ragioni il mio slogan è “La forza dell’identità”. Lungomare: come va ripensato? È scontato affermare che il lungomare sia prioritario e che gli si dedichi moltissima attenzione. Prima di partire con la riprogettazione, però, sarà indispensabile fare opera di prevenzione nel

rispetto delle promesse fatte dalla Regione e sfruttando le cifre già disponibili per la messa in sicurezza. La difesa delle coste, infatti, è l’unica strada percorribile per evitare che si ripetano catastrofi come quella del 2014. Solo in un secondo momento si potrà parlare di ricostruzione, un’attività che contiamo di portare a termine nel pieno rispetto naturalistico, limitando l’utilizzo massiccio del cemento. Prioritario, ad esempio, sarà l’abbattimento del “Pastificio

Cataldo”, al posto del quale vorrei vedere un’area verde e un parcheggio che permetta di raggiungere più facilmente la spiaggia. Sogno, inoltre, di realizzare il celebre progetto di fusione dei due lungomari di Siderno e Locri in collaborazione con il sindaco Giovanni Calabrese e sfruttando l’amicizia personale che mi lega a lui, perché lo sviluppo deve passare anche attraverso la collaborazione con gli altri paesi del comprensorio e ogni sindaco dovrebbe comunicare con i centri urbani più prossimi al suo. Quali sono le priorità del suo programma? La parola d’ordine è “ambiente”. Vorrei avviare la raccolta differenziata porta a porta premurandomi di acquistare le attrezzature e i mezzi necessari e reimpiegando operatori comunali RSU/LPU a seguito della regolarizzazione, creando così nuovi posti di lavoro ed economie. Vorrei avviare corsi

di formazione sfruttando le risorse comunitarie e regionali per adeguare il personale ai tempi e migliorare la macchina amministrativa, completare il teatro e porre l’accento sull’importanza della cultura. Intendo destinare i beni confiscati alla mafia alle associazioni presenti nel comprensorio e affidare a esperti incontri che permettano ai nostri giovani di comprendere che la criminalità è la piaga più grande del nostro territorio. L’Educazione a queste cose è fondamentale, perché i giovani sono il nostro futuro e io credo molto in loro. Anche per questo ne ho accolti molti tra le mie liste. Cosa spera di realizzare nei primi due anni? Partirò dalle piccole cose: manutenzione delle strade, decoro urbano, pulizia delle spiagge… Tutte cose che conto di risolvere nei primi 100 giorni e che saranno la base solida per programmare il resto. Ha incontrato i cittadini. Che cosa le hanno chiesto? Mi è capitato di parlare con molti concittadini e ho compreso che, per Siderno, tornare a eleggere democraticamente il proprio sindaco è stato un vero e proprio toccasana. La competizione elettorale innescata da me e dai miei avversari, che voglio ringraziare per l’impegno che stanno dimostrando per la nostra città, è proprio ciò di cui i cittadini avevano bisogno, così come vogliono tornare a essere parte attiva delle decisioni che la nuova giunta prenderà in comune. Jacopo Giuca


GERENZA

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14

LA POESIA

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Stefania Gitto, Cristina Caminiti, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Lidia Zitara, Patrizia Pellegrini, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta.

Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl Via Gramsci, 72/A info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Martano Editrice EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048 Siderno

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DOMENICA 24 MAGGIO

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INIZIATIVA PUBBLICA SULLA SANITÀ – Roccella Ionica 19 maggio 2015

PER TE Roccella: Mimmo Bova si batte

per la sanità territoriale S

Con un mare di incomprensibile e indelebile dolore nel cuore e nell'anima… mi ritrovo dopo dieci lunghi anni, non a ricordarti perché il tuo sorriso vive nel cuore di tutti, ma a non far dimenticare a nessuno tutto il bene che hai fatto e tutto l’amore che hai donato. Nella mia mente c'è il tuo coraggio, la tua solarità e quel tuo vivere per gli altri che mai dimenticherò. Tu mi hai insegnato a non arrendermi mai, a lottare, ad avere fiducia in me stessa... Tu mi hai dato il coraggio di scegliere in momenti difficili... Tu, sì, sempre tu, nei gesti, nelle parole, nei pensieri e nel cuore... LUCA sempre e per sempre… tua cugina Rosalia.

“L’obiettivo di questa assemblea è quello di porre fine allo sperpero e alla dissipazione del denaro pubblico così come è avvenuto con la Giunta precedente, che ha creato un assoluto distacco tra la gestione della sanità e i territori. Una spesa che destina il 42% agli ospedali e il 53% alle attività territoriali, con il solo 5% alla di prevenzione non regge il confronto con nessuna altra Regione italiana”.

ui temi della sanità della Locride, organizzata dal locale circolo PD, a Roccella Ionica si è svolta una affollata assemblea, i lavori sono stati introdotti dall’On. Mimmo Bova, Segretario del circolo PD della città. L’On. Bova si è soffermato sui motivi dell’incontro e sulle esigenze di superare le criticità che il sistema sanitario presenta sul territorio. I relatori, Dottori Gabriele Alvaro, Tommaso Bruzzese, Aldo Chiefari e Antonino Leggio da operatori della sanità territoriale, nei loro interventi, hanno puntualizzato con dovizia di particolari e con la sensibilità di chi vive quotidianamente il dolore e la sofferenza degli ammalati, le evidenti criticità delle strutture sanitarie esistenti. Hanno con le loro relazioni avanzato proposte per la riorganizzazione di tutto il sistema sociosanitario nella zona. I temi affrontati nell’appassionato dibattito sono stati ripresi e approfonditi dal Dott. Santo Gioffrè Commissario Straordinario dell’ASP di Reggio Calabria, che ha puntualizzato le gravi sofferenze della sanità in tutta la Provincia, sia sul piano finanziario, che su quello organizzativo. Nei pochi mesi di lavoro, ha detto, di avere riscontrato una forte situazione debitoria dovuta essenzialmente ad una gestione clientelare e anche a fatti di natura speculativa. Il suo impegno è stato quello di porre, in pieno accordo, con il Commissario Regionale alla Sanità Ing. Massimo Scura, la graduale soluzione debitoria e la razionalizzazione dell’intero apparato organizzativo-amministrativo sociosanitario. L’On. Enzo Ciconte, concludendo i lavori, ha condiviso le analisi e le proposte avanzate e ha sottolineato la piena e convinta uniformità di azioni e di vedute tra il Commissario Scura e il presidente della Giunta Regionale On. Mario Oliverio sul riordino della sanità calabrese. L’On. Enzo Ciconte ha sottolineato che l’obiettivo è quello di porre fine allo sperpero e alla dissipazione del denaro pubblico così come è avvenuto con la Giunta precedente, che ha creato un assoluto distacco tra la gestione della sanità e i territori. Una spesa che destina il 42% agli ospedali e il 53% alle attività territoriali, con il solo 5% alla di prevenzione non regge il confronto con nessuna altra Regione italiana. Infine ha sottolineato, che con le scelte della Giunta Oliverio, e con la creazione della Azienda Unica Regionale si vogliono privilegiare i territori, razionalizzando al contempo la spesa sanitaria.

È partito il monitoraggio sui metalli pesanti delle Acque potabili della Locride La campagna intrapresa dall’Osservatorio Ambientale Diritto per la Vita perché si incrementi l’uso del’acqua del rubinetto, per scoraggiare la più comune pratica dell’acquisto di quella imbottigliata, prosegue con il monitoraggio per la ricerca ed eventuale quantificazione dei metalli pesanti, ponendo maggiore attenzione su quelli particolarmente tossici, responsabili di gravi patologie oncologiche e demenze. Si segnala la preziosa e puntuale collaborazione dell’ingegnere Sergio De Marco, direttore dell’ Area operativa Sorical e dell’ingegnere Giulio Gangemi, responsabile di zona della Sorical, che hanno consentito l’accesso ai tecnici dell’Osservatorio per i prelievi presso i campi pozzi Stilaro, Mammola, Gioiosa Ionica, San Pietro M.na di Gioiosa Ionica, i serbatoi Novito, Crine di Gioiosa Ionica e il ripartitore Focà. Per quanto riguarda, invece, l’acqua non gestita dalla Sorical, è stata esaminata quella delle fontanine di via dei Colli di Siderno e del cimitero di Antonimina della sorgente Bragatorto, della sorgente Fiumarina di Gioiosa Jonica. Lo screening ha quindi interessato le acque che riforniscono i

comuni di: Siderno e Siderno Superiore, Agnana, Canolo, Locri, Gerace, Antonimina, Gioiosa Ionica, Martone, Mammola, Marina di Gioiosa Ionica, Roccella Ionica, Placanica, Stignano, Riace, Monasterace. L’Osservatorio, sensibile alle segnalazioni dei cittadini, ha affrontato le problematiche emerse in questo anno provvedendo a effettuare le analisi microbiologiche dell’acqua dei rubinetti di Siderno Superiore, con prelievo in parallelo di quella del serbatoio Novito e della fontanella di via San Carlo del centro abitato. Sono state ripetute le analisi sui pesticidi nell’acqua captata dalla subalvea del Torbido, in quanto, lo scorso anno, era stata riscontrata una positività transitoria da Dimetoato. Per la sola acqua di Bragatorto che arriva alla fontana accanto al cimitero di Antonimina, sono stati prelevati campioni per le analisi chimico-fisiche e per determinare anche il grado di Ph, criticità questa, particolarmente sentita dalla numerosa popolazione del circondario che se ne serve. Appena pronti, i risultati delle analisi saranno pubblicati sul portale https://acquapotabile.crowdmap.com dove già sono consultabili, oltre quelli

sulla radioattività, anche i rapporti di prova delle acque dei comuni di Siderno, Roccella Ionica, Marina di Gioiosa Ionica, i quali, hanno già formalmente sottoscritto un apposito protocollo con l’Osservatorio per la loro divulgazione. Nel caso in cui emergessero esiti significativi, l’Osservatorio segnalerà il tutto ai gestori e all’Asp, che è organo di controllo esterno. Si coglie l’occasione per ribadire che le Amministrazioni Comunali sono tenute, secondo le direttive del d.lvo 31/2001, ad analisi interne di routine per garantire la salubrità delle acque, dopo che queste vengono cedute dal gestore (Sorical o altri) ai punti di consegna. A un anno dal monitoraggio sulla radioattività delle fonti d’acqua potabile della Locride e Cinquefrondi, l’Osservatorio Ambientale “Diritto per la Vita” auspica che vi sia un maggiore interesse e sensibilità da parte degli amministratori locali per questo bene indispensabile alla vita, e li invita a una gestione ottimale anche operando per rinnovare la rete idrica vetusta causa di enorme spreco.



ATTUALITÀ

Calcioscommesse per gran parte delle è rossosocietà calcistiche IL LAVORO INDISCUSSO DEGLI INQUIRENTI DOVRÀ ORA AFFRONTARE LA SFIDA MAGGIORE DIMOSTRANDO AI GIUDICI L’AGGRAVANTE MAFIOSA DEI COINVOLTI i dovrebbe parlare di “sana competizione” all’interno di ogni sport. Il problema sorge nel momento in cui quello che dovrebbe essere “sano” viene trascinato ai livelli più bassi della società, fino a toccare l’ignominia. E il serpente del disonore riesce a stritolare ancora una volta lo sport più amato dagli italiani. L’ultimo scenario che ci viene presentato è quello di partite truccate e scommesse illegali che coinvolgerebbero metà della nostra penisola. Cinquanta tra tecnici e dirigenti corrotti si sono visti aperte le porte del carcere con l’accusa di estorsione e truffa. A Catanzaro le indagini partirono perché nella famosa telefonata tra Iannazzo – capo dell’omonima cosca - e il presidente del Neapolis Mario Moxedano, il boss sosteneva di far promuovere una squadra scarsa e da qui si è risaliti a due organizzazioni criminali che “agivano in modo trasversale tra D e Lega Pro” per truccare le partite. Si parla quindi di ingresso in campo della criminalità organizzata, che dopo una serie di partite, si becca il cartellino rosso con conseguente squalifica. Il pm Elio Romano, che ha coordinato le indagini insieme al procuratore capo Vincenzo Lombardo della DDA, ha dichiarato bruscamente: «Il dato più raccapricciante è constatare cosa sia diventato il calcio. Siamo di fronte ad un nuovo romanzo criminale i cui attori si prendono beffa delle passioni di quanti seguono la propria squadra». E ancora: «Questo mondo del calcio si è allontanato dallo sport vero e proprio ed è diventato simile alla “Borsa”, in cui le maggiori società

S

calcistiche del campionato professionistico sono quotate». Il lavoro indiscusso degli inquirenti dovrà ora affrontare la sfida maggiore dimostrando ai giudici l’aggravante mafiosa dei coinvolti. La presenza di Iannazzo ha avuto un ruolo fondamentale nel “Dirty soccer” mettendo così in rilievo l’aspetto mafioso. Siamo davanti a un calcio inquinato da un sistema che non riesce a mantenere la trasparenza sportiva. L’azione degli inquirenti ha messo sicuramente in risalto l’operato illegale che senza ombra di dubbio sarà “squalificato”. Ma gli indagati erano tutti consapevoli di aver intrattenuto rapporti con l’organizzazione mafiosa? Gli ex dirigenti del Montalto, F. Molino e A. Palermo si dichiarano innocenti sostenendo che nelle conversazioni si parlava di alcune trattative di mercato, mentre M. Costantino ha espresso la sua «assoluta estraneità a qualsiasi ipotesi a carattere illecito» chiedendo espressamente di essere interrogato dal pm Elio Romano. Le indagini dunque saranno approfondite con interrogatori e studi ma, la cosa allarmante resta il fatto che quasi mezza Italia è coinvolta nella spregevole faccenda. Non si tratta dunque solo della presenza di organizzazioni criminali. Il marcio si trova soprattutto all’interno del calcio stesso. È un calcio ormai malato da tempo, che non fa altro che peggiorare le sue “condizioni di salute” coinvolgendo non solo gente corrotta, ma specialmente chi ama e segue la squadra del cuore lontano da scommesse illegali e ignara di essere coinvolta in situazioni spiacevoli. M. Cristina Caminiti


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Il racconto La Grande Guerra

DOMENICA 24 MAGGIO 17

Circa duecentomila ragazzi calabresi furono strappati alle loro famiglie, costretti a vivere nel fango delle trincee tra i ghiacciai alpini. Circa trentamila giovani calabresi furono uccisi sui 20 anni e tantissimi hanno fatto ritorno a casa senza occhi, senza braccia, senza gambe o con i polmoni devastati dal gas

I contadini calabresi contro un nemico che non conoscevano ILARIO AMMENDOLIA

LA “BRIGATA CATANZARO” HA AVUTO IL “GRANDE ONORE” DELLA COPERTINA DELLA DOMENICA DEL CORRIERE DEDICATA AI FANTI CALABRESI CHE NELLA CONCA DI ASIAGO HANNO SFONDATO, CON UN ASSALTO ALLA BAIONETTA, LE LINEE “NEMICHE” PER RECUPERARE I PEZZI DI ARTIGLIERIA.

Oggi è il 24 Maggio! Cento anni fa mentre il Piave mormorava calmo e placido, migliaia di contadini calabresi furono trasformati in fanti e messi su tradotte militari composte da vagoni merci e portati a fare la guerra contro un nemico che loro non conoscevano. Io li ho conosciuti i nostri “guerrieri”, avevano il volto e le mani callose dei miei nonni, ed erano simili a quelle di tanti contadini anziani che la sera si riunivano nelle cantine e nelle piazze del paese. Durante le “radiose giornate di maggio” loro erano nei campi. Come sempre! Altri dichiararono la guerra in loro nome. Vorrei raccontare le loro storie ma non è possibile farlo dalle pagine di un giornale. Mi limiterò al breve ricordo di un contadino che non ha combattuto al fronte ma per la guerra è morto. Aveva quattro giovani figli maschi. Era orgoglioso di loro. Li aveva cresciuti ed educati al lavoro, al rispetto verso gli altri, a non uccidere. Uno dopo l’altro li vide partire verso il fronte. Alla fine della guerra aveva solo due figli di cui uno invalido. L’ultimo era morto a casa sputando sangue perché aveva i polmoni devastati dal gas. Un giorno in paese, si festeggiava la vittoria, la banda suonava, il sindaco e il pretore sfilavano tra i carabinieri in alta uniforme, il contadino andò nella stalla si collocò dinanzi alla

sua doppietta e fece fuoco. Le trecce di sangue, dimostrano che salutò il mondo, abbracciando il suo asino, unico testimone muto della tragedia. La sua storia non la troverete sui libri di scuola. Per questo, dopo cento anni, abbiamo il dovere di non dimenticare perché un popolo che non ha memoria, non ha futuro. Non dimenticare i giovani calabresi che sono morti come mosche sui campi di battaglia. Un secolo fa lo Stato ha provocato la più grande strage di innocenti che la storia sino a quel momento avesse conosciuto. Qualcuno, stringendo le spalle, dirà “è la guerra!” No! È la logica del “Potere”! I contadini calabresi percepivano lo Stato come nemico: imponeva la “tassa bestiame” sull’asino e le capre, la “tassa fondiaria” sull’orto, il dazio sulla macellazione del maiale e quando andavano a vendere al mercato. In cambio ai contadini non dava assolutamente nulla! Dopo un secolo è tempo di dire la verità. Lo dobbiamo ai circa duecentomila ragazzi calabresi che furono strappati alle loro famiglie, costretti a vivere nel fango delle trincee tra i ghiacciai alpini. Lo dobbiamo ai circa trentamila giovani calabresi uccisi sui venti anni e ai tantissimi che, dopo tre anni e mezzo di guerra, hanno fatto ritorno nei loro paesi senza occhi, senza braccia, senza

gambe o che rientrarono con i polmoni devastati dal gas. Non facciamo affogare il centenario della “grande guerra” in un’orgia di retorica. Sarebbe come uccidere di nuovo quei ragazzi. La “brigata Catanzaro” ha avuto il “grande onore” della copertina della Domenica del Corriere dedicata ai fanti calabresi che nella conca di Asiago hanno sfondato, con un assalto alla baionetta, le linee “nemiche” per recuperare i pezzi di artiglieria. Nel corso della guerra la stessa brigata Catanzaro metteva in campo la più decisa e sacrosanta rivolta di fanti mai avvenuta durante il conflitto. Disperati per esser trattati come bestie da macello, i fanti calabresi si sono ribellati ai comandi militari che da postazioni sicure li mandavano a morire in attacchi suicidi. Una rivolta che gridava al mondo che non erano i giovani austriaci i loro nemici bensì le classi dirigenti. Furono affrontati da una compagnia di carabinieri armati con quattro mitragliatrici e costretti alla resa. Quattro giovani furono subito fucilati perché, secondo gli ufficiali, il loro fucile era ancora “caldo”. Per il resto della brigata ci fu decimazione. Una condanna assurda affidata al caso. Una specie di rappresaglia nazista “ante litteram”. Fucilazioni di innocenti che a cento anni di

distanza gridano vendetta al Cielo. Dopo quella rivolta, nel tentativo di motivare i combattenti, ed evitare altre ribellioni tra i soldati, fu letta su tutti i fronti di guerra, la “circolare Salandra”. Si prometteva, a guerra finita, la terra ai combattenti. Non fu così! I contadini - combattenti non ebbero niente. I governanti dimostrarono tutto il cinismo e la codardia di cui erano capaci. Il decreto Visocchi fu una presa in giro e la terra restò saldamente nelle mani dei latifondisti. I nostri reduci ritornati braccianti furono costretti a lavorare con salari da fame e in condizioni pietose per le classi dirigenti che li avevano mandati a combattere. Oggi l’Istat pubblica il dato che appena il 19% degli italiani possiede circa il 62% della ricchezza. I calabresi che sono fra i più poveri della Nazione sono gli eredi - in linea storica - dei fanti che oggi si intende onorare con corone di alloro e suono di fanfare. Onore e gloria ai fanti caduti! Occorre però la consapevolezza che la “grande guerra” ingrassò i pochi con il sangue dei molti. Anche dalla crisi si sta uscendo con la stessa logica, consentendo a pochi privilegiati di accumulare immense ricchezze, ignorando gli emarginati e speculando sulla miseria e sul sottosviluppo del popolo calabrese Cento anni sembrano passati invano!


RIVIERA

CULTURA E SOCIETA’

CAULONIA

A giugno l’appuntamento con la bellezza dei fiori

L’Eremo di Sant’ILarione, dove il tempo sembra essersi fermato Una passeggiata al centro storico di Caulonia è un’esperienza culturalmente e spiritualmente gratificante. Il borgo si raggiunge da Caulonia Marina, svoltando dalla Statale 106, al bivio per Caulonia centro. Il vecchio abitato sorge su uno sperone roccioso a circa 300 metri denominato un tempo Castelvetere, ovvero vecchio castello. La costruzione più antica è l’Eremo di Sant’Ilarione, un romitorio religioso. La prima fase costruttiva avvenne tra il 1200 e il 1300 ma fu ingrandito a più riprese. L’importanza di questo luogo sacro per Caulonia è testimoniato dal fatto che S.Ilarione è il patrono del paese e alla sua figura sono legati riti tradizionali in corrispondenza all’arrivo della primavera e dell’autunno. Una delle leggende più curiose vuole Sant’Ilarione fratello di S. Bruno. Così diversi l’uno dall’altro per estrazioni sociali e per impostazioni teologiche, entrambi sarebbero vissuti sulle sponde del fiume Allaro: San Bruno alla sorgente e Sant’Ilarione a valle. Il primo si cibava di tre lupini al giorno buttando le bucce nel fiume, il secondo si cibava delle bucce che miracolosamente riusciva a recuperare dalla corrente. La leggenda, descrivendoci la condizione di povertà in cui versavano i due eremiti, vuol farci conoscere il territorio cauloniese. Se Ilarione a valle si cibava solo delle bucce non era perché il territorio è povero ma perché è aspro. Al contrario Bruno si cibava dei lupini in montagna perché il terreno è più ricco di risorse; difatti in contrada S.Nicola fioriscono le attività di scambio e commercio. Katia Candido

“Cittanova Floreale”, giunta giunta alla sua settima edizione, è l’unica fiera florovivaistica specializzata dell’intera Calabria

Ritorna come ogni anno l’esposizione “Cittanova Floreale”, giunta ormai alla sua settima edizione. Si tratta dell’unica fiera florovivaistica specializzata dell’intera Calabria. Non ancora consolidata e trasformata in kermesse come le blasonate fiere di Masino, di Orticola o Landriana, ma con un suo pubblico di appassionati che si sono fidelizzati nel corso degli anni. La Fiera di Cittanova raccoglie un bacino di utenti proveniente da tutto il litorale Locrideo e dalla zona della Piana di Gioia. Amanti delle piante che pur di avere la gioia di potersi regalare un agrume particolare, una rosa che altrimenti avrebbero dovuto ritirare per posta, sono disposti a partire anche da lontano. Poche altre città avrebbero potuto ospitare una fiera floreale in un contesto così elegante e raffinato come la Villa “Carlo Ruggiero”, un tempo quasi un orto botanico, tale la varietà di piante contenute, oggi un meraviglioso parco in stile ottocentesco, con fioriture esuberanti, ombreggiato da meravigliosi platani, palme slanciate e da alberi secolari, come alcune sequoie. L’importanza di una manifestazione così specializzata forse non è evidente al pubblico abituato ad acquisti meno programmati, ma per chi affronta il giardino come un impegno estetico oltre che uno svago e un ristoro, l’acquisto di una determinata pianta può diventare un tarlo di cui diventa impossibile liberarsi. Per il neofita diremo subito che c’è una sostanziale differenza tra vivaista e rivenditore. Solitamente nel linguaggio comune non facciamo questa differenza, diciamo semplicemente “Vado al vivaio”. I vivai nelle nostre zone sono pochi, mentre sono più frequenti quei negozi che acquistano all’ingrosso e poi rivendono al dettaglio (in questo caso la sensibilità e la cultura per le piante del rivenditore al dettaglio sono capitali). I vivaisti specializzati sono coloro che non acquistano le piante, ma le producono in autonomia, con una garanzia quindi che i venditori al dettaglio non possono offrire. Le garanzie sono queste: la corretta cartellinatura delle varietà, la zollatura delle piante (rinvaso che garantisce un apparato radicale forte), la ricerca di varietà sempre nuove, l’acclimatazione di piante esotiche. Presso un vivaio specializzato non troverete i gerani o le petunie in cassette. I grossi vivai che poi rivendono al

dettaglio producono enormi quantità di piantine che vengono allevate in ambienti con luce, umidità e fertilizzanti controllati: nel momento in cui vengono portate fuori, stoccate presso rivenditori o piantate nei nostri giardini, subiscono quindi un shock termico e idrico, che spesso le conduce a morte. Questa è una delle ragioni di molti insuccessi inspiegabili. A Cittanova troverete quindi non rivenditori, ma vivaisti, che coltivano in prima persona le piante che vendono e sono dunque

in grado di dare consigli e suggerimenti per il giardino. Cittanova Floreale si svolgerà come sempre a cavallo tra maggio e giugno (dal 30 maggio al 2 giugno). Per maggiori informazioni e contatti cliccate su http://www.cittanovafloreale.it/ . Numerose le attività correlate alla manifestazione, come il giardino delle farfalle, merende didattiche, visite guidate e collaborazione con l’Università. Lidia Zitara

Lelitografiecustoditenell’abitazionedelbaroneLupis/2ªparte Continuiamo questa settimana con le straordinarie litografie conservate gelosamente nella gentilizia abitazione di Grotteria dal barone Domenico Lupis. Come già affermato nel precedente numero di “Riviera”, queste vere e proprie opere d’arte sono alquanto rare, databili tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo e riproducono figure di santi venerati in Calabria, realizzate a mano a Napoli e una a Palermo da tipografi di provate capacità ed esperienza. Questa settimana proponiamo tre nuove incisioni. Madonna Addolorata - Vero ritratto della miracolosa Vergine dei Sette Dolori che si porta processionalmente nella terza domenica di settembre dai fratelli dell’Addolorata e dei SS. MM. Cosmo e Damiano (in Gioiosa Jonica). Misura esterna cm. 49,5 x cm. 38,5, alla stampa cm. 44,5 x cm. 34. Lit. Francesco Rinaldini - Napoli Vico Figurari. Il gruppo ligneo dell’Addolorata, opera sapientemente scolpita dalle abili mani di Giuseppe Cavaleri da Grotteria, risplende di luce propria in questa incisione di Francesco Rinaldini. Si tratta di una litogra-

fia ben progettata che raggiunge valenze raffinate. L’incisione monocroma presenta in alto a sinistra un sonetto: “Presso la Santa Madre del Dolore/ Con i fedeli Suoi chino è il levita:/ Prega per donna, a cui con crudo ardore/ A tropo vuol reciso il fil di vita/ Deh

non guardare il secol peccatore/ Madre, pietà..! pietáde é in te infinita/ Tu salva la morente ..! e al cieco errore/ Del pentimento la via dritta addita/ Sí pregava il ministro … e l’occhio volto/ In viso alla Madonna: «oh meraviglia!»./ Venga, venga a confondersi lo stolto.!/ Non piú quai furo a te sculte le ciglia/ Immoti son …! éra di poco or fia…!/ Se muovon gli occhi, son i tuoi Maria”. In alto a destra leggiamo che “Il miracolo di cui é parola/ Nel sonetto a fianco è stato/ Operato dalla SS. Vergine/ Addolorata in Gioiosa Jonica/ (Calabria) nella Chiesa del/ Suo Titolo al pomeriggio del/ 29 ottombre 1837/ Salve Regina dei Dolori/ ora pro nobis”. S. Nicodemo Abate Basiliano - Misura esterna cm. 70 x cm. 50, alla stampa cm. 45 x cm. 35. Lit. F.sco Apicella - S. Biagio, 38, Napoli. In alto troviamo raffigurato un drappo su cui c’è scritto: “Questo miracoloso Santo ancora protettore delli infermi e delle Donne Partorenti”. In basso: “S. Nicodemo Abbate/ dell’Ordine di S. Basilio Magno Protettore di Mammola/ Presso Fran. Apicella/ S. Biagio de’ Librari N. 38”. Fuori stampa Lit. F. Apicella - S. Biagio 38.

La cornice esterna, alquanto massiccia e finemente lavorata, presenta alcuni elementi di fondo che Francesco Apicella utilizza spesso per la realizzazione di immagini di grande formato. Nel caso di San Nicodemo, come pure per San Rocco, scorgiamo angoli alquanto robusti, con rosoni e foglie in un contesto ben suddiviso. E, poi, tanti elementi geometrici conferiscono all’immagine del santo (in primo piano) una grande spiritualità in un’atmosfera pensosa e sognante. Sullo sfondo uno scorcio suggestivo dell’abitato. Non mancano, poi, legami relativi a prodigi attribuiti a San Nicodemo, quali il miracolo del morso della vipera che si attacca sul braccio del santo morsicandolo. Episodio, questo, riportato in una antica ‘grazione’: “La vipera nesciu mu si lu mangia/ Li santi patri si armaru a li ferra/ stacimu attenti a diu nommu ‘ndi mangia”. Difatti i monaci avrebbero scuramente ucciso la vipera, senonché San Nicodemo obietta: “Posáti ss’armi e cessati ssa guerra/ non ‘ndavi curpa ca ija non parra”. Tra l’altro il ‘santino’ mette in risalto anche il miracolo del cinghiale che diviene mansueto. In basso a destra notiamo un fanciullo con un copricapo episcopale in mano che alcuni studiosi

indicano in Apollinare Agresta, Generale dell’Ordine, mammolese, che pubblicò nel 1677 il primo libro sul santo. Da rilevare che la tipografia Apicella ha realizzato diversi ‘santini’ di San Nicodemo, tutti di pregevole fattura, ma, nel caso in specie, abbiamo preso in esame la figura della collezione Lupis. San Rocco - Protettore di Gioiosa Jonica. Misura esterna cm. 77 x cm. 50, alla stampa cm. 43 x cm. 33. Lit. F.sco Apicella S. Biagio, 38, Napoli. Questa antica immagine di San Rocco era di nostra conoscenza in quanto generosamente offertaci dal compianto barone Totò Lupis, papà dell’avv. Domenico, per inserirla nel volume GioiosAmo. Si tratta, di certo, della più interessante litografia (l’unica a colori) tra quelle finora conosciute che ritraggono San Rocco, patrono di Gioiosa, con Bolla Pontificia del 28 marzo 1775. Per la realizzazione del ‘santino’ l’incisore si è avvalso di schemi ampiamente conosciuti e consolidati nel tempo. Infatti San Rocco è stato ritratto da mano leggera e competente, che ha saputo creare questo piccolo capolavoro. Giovanni Pittari


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LA ROSA DEIVENTI (mini rubrica a cura di Maria Verdiglione)

DALLA STRADA ALLE STELLE: PEARL WHITE

Continuo a parlarvi al femminile! Figure di donne. Intelligenti, instancabili, battagliere, coraggiose, geniali. Donne che fanno di tutto per emergere davanti a un maschilismo superbo e sfacciato. Pearl White, famosa attrice del cinema muto, ne è un esempio... Siamo agli inizi del 900. Rimasta orfana di madre all'età di cinque anni, con un fratello poco più grande di lei, con un padre scioperato, amante del gioco, dilapidatore di tutto ciò che possedeva, sprofondata nella miseria, per sopravvivere vende per strada giornali. Ha soltanto otto anni. Ma c’è un problema: i lettori della carta stampata sono ghiotti di fatti di cronaca atroci, di eventi particolari e così via, altrimenti niente incassi! Pearl che fa? Inizia a scrivere lei. Inventa storie su storie riportando terribili fatti di cronaca tutti inventati. I lettori comprano. I più grandi giornali americani scoprono la nuova "stella della nera" tanto da definirla "la bambina che ha fatto impallidire la stella di Sherlock Holmes". Ma il carattere di Pearl non si accontenta di briciole. Vuole altro. Il circo la attrae e anche il cinema. Ed è proprio qui che, ingaggiata dapprima come semplice comparsa, il suo talento esplode, fino a diventare una vera star. Però il suo carattere non la accontenta. Si stanca anche di questa avventura e nel 1924 lascia il cinema, al colmo della celebrità: apre un istituto di bellezza e una scuderia con cavalli da corsa che mantiene fino al 1938. In questo stesso anno Pearl Withe muore in seguito a una crisi cardiaca. Di lei, oltre alle vecchie pellicole, ci resta una Storia della mia vita, libro - intervista, autobiografica nel quale viene evidenziato il "costi quel che costi" portato avanti con caparbietà e forza d’animo.

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La Presenza/Assenza della Calabria all'Expo La nostra terra si presenta agli occhi del mondo triste, povera e monotona, senza colori né vivacità. Ma presto ci sarà un restyling della sua immagine Se c'è, in questi ultimi giorni, un evento notevole e felice di cui parlare questo è l'Expo. In mezzo a fattacci di cronaca nera - il ragazzo che cade/si lancia dalla finestra, il figlio che strangola la madre, l'ennesimo pirata della strada che uccide e fugge - l'Italia fa parlare di sè per aver riaperto le sue porte, dopo 109 anni, alla più grande esposizione mondiale. È vero, i lavori non ancora ultimati, gli operai troppo indaffarati tra sacchi di calce e luci suggestive, investimenti troppo dispendiosi per una nazione in crisi hanno destato le più accese polemiche e le più violente manifestazioni. Ma per adesso, come sembra, tutto tace. Entrare all'Expo è un po' come varcare la soglia del parco delle meraviglie, dove tutto è realizzato per sbalordire. Dall'ingresso all'uscita, l'espressione che si mantiene intatta e imperterrita sul viso di ciascuno è quella di stupore. Stupore per tutte le strutture realizzate, per tutti gli addetti ai lavori impiegati, per il personale della sicurezza e per la "svizzera" organizzazione. "Divinus Alitus terrae" recita così una scritta che campeggia sul maestoso padiglione 0, quello che offre il più bel benvenuto ai visitatori. Testimonia, infatti, quanto l'uomo abbia prodotto sulla Terra dal momento della sua comparsa, come abbia modificato il territorio e come abbia elaborato la sua cultura. E dopo il benvenuto, si apre la vera e propria Expo. Nella sua maestosità il Brasile, con un'entrata stupefacente, che obbliga i visitatori ad arrampicarsi, come se ci si stesse avviando in un percorso montuoso. L'Angola, con i suoi toni caldi, dal rosso porpora, all'arancio più acceso con il quale sono tinte le pareti. Un percorso nel quale i monitor catturano l'attenzione, deliziando i visitatori con meravigliosi paesaggi e donne a lavoro, che suscita il gusto per l'esotico, connaturato in noi uomini. Gli Emirati Arabi, nella loro megalomania, porgono il loro benvenuto con tanto di proiezione di un filmato sull'importanza di preservare le risorse del pianeta. E poi un assaggio di Expo2020 a Dubai e, infine, una degustazione di caffè e una prelibatezza tipica, da offrire ai visitatori. Segue la Colombia, con una scenografia suggestiva, e il termine del percorso che prevede un

omaggio musicale tipicamente colombiano. Quella musica calda e passionale, quasi latina, non permette alle gambe di smettere di andare a ritmo. I più audaci turisti si fanno coinvolgere dall'atmosfera colorita e abbozzano qualche passo di danza. Insomma, un crescendo che fa presagire un protagonismo che dovrebbe essere proprio all'Italia, in quanto sede mondiale di Expo2015. Con tante aspettative si arriva allo spazio dedicato all'Italia. Si imbocca una sorta di corridoio laterale, sul quale si ritrovano pochi metri quadrati, con una grande scritta "CALABRIA". Tra pannelli che permettono di ammirare, tramite video, le bellezze calabresi, campeggiano al centro, un po' ammassate, alcune piante tipiche calabresi, tra cui quella della patata e del gelsomino. Una signora disponibile cerca di spiegare ai nostri occhi delusi - gli unici del resto - che tra qualche tempo verrà aggiunto spazio alla Calabria, che ci saranno degustazioni di prodotti tipici, e che un po' tutto sarà organizzato meglio. Certo, per ora la Calabria si presenta agli occhi del mondo come mera terra triste, povera e monotona. Senza colori, né vivacità. Senza le caratteristiche proprie di una terra baciata dal sole. E accanto alla Calabria, una Toscana perfettamente attrezzata e fornita per dare di sè la migliore delle impressioni.

C'è poi, in Calabria, un piccolo quadernino con una penna, su cui i visitatori possono scrivere il loro messaggio, lasciare il segno di passaggio da una Calabria troppo piccola e virtuale. È stato simpatico leggerne un paio. Espressioni tipiche calabresi si alternano ai messaggi di alcuni stranieri, che la Calabria l'avevano sicuramente visitata dal vivo, per conoscerne la bellezza. Così, un po' a malincuore ci avviamo verso Palazzo Italia, altro spazio in cui riporre speranze per una adeguata e nobile rappresentazione. Una delle sale custodisce le proposte alimentari innovative, avanzate da ciascuna delle regioni italiane. Quella della Calabria è "creare un pecorino a impatto zero", realizzato riciclando ogni scarto di produzione. Povera questa Calabria bistrattata. Quei pochissimi metri quadri a disposizione non le hanno reso per nulla onore. Non del tutto soddisfatti non ci rimane che riporre speranza nelle parole della signora che presenzia lo spazio calabrese. L'augurio è che quel meraviglioso spettacolo offerto la sera dall'albero della vita possa coinvolgere, con la sua grazia e la sua vitalità, la nostra terra, e guidarci in un processo di autocoscienza che ci renda fieri del meraviglioso scorcio d'Italia che abbiamo il privilegio di abitare. Sara Leone

Salone del Libro diTorino, stand modesto per la Calabria Migliorano le percentuali del salone del Libro di Torino (#SalTo15): quasi l’un per cento di presenze in più ma ben il 15 per cento di vendite in più rispetto al 2014. Editoria in ripresa? Un po’ presto per cantare vittoria, ma di certo l’editoria cartacea sembra aver preso le misure da fatti che in questi anni l’hanno danneggiata, dal self-publishing all’ebook, fino all’invasione della letteratura-trash e all’incompetenza dei librai dei megastore. Un gravissimo danno arrecato al mercato editoriale italiano è quello prodotto dall’ingordigia di molte piccole case editrici, che caricano sullo scrittore costi finali di tutto, dalla spesa della carta fino alla distribuzione. L’evidenza è che il 90 per cento dei libri approdati in tipografia con questo sistema non valgono granché, contribuendo ad affollare di testi inutili e clonati un mercato che è ormai tentacolare. Se l’editoria cartacea vorrà davvero

riprendersi, dovrà contare su un minor numero di libri stampati, ma di qualità elevata. Lo stesso discorso si dovrebbe applicare all’ebook. La Calabria si presenta al salone di Torino con uno stand piuttosto modesto, mentre tutti i visitatori hanno potuto apprezzare la grande esposizione della Rubbettino Editore. Ospite di quest’anno la Germania, che ha portato come icona il volto letterario di Goethe. Regione ospite il Lazio. Numerosi cliché e comunque grande smercio di titoli commerciali, ma anche iniziative satelliti, come “Adotta uno scrittore”, eventi musicali, una conferenza con lo scrittore polacco Bauman (anche lui - per la verità - votato a una serialità editoriale), collettive per ragazzi, bike sharing e il famoso SaloneOff, che celebra la città metropolitana, rendendo tutta Torino un grande meccanismo per staccare biglietti e far soldi. Tutto in chiave contemporanea e multimediale, da rappresentazioni audiovisi-

ve tridimensionali fino al wi-fi gratuito. Aggiornamenti via Twitter (Facebook è per le casalinghe) e il cibo infilato dappertutto, perché senza mangiare e bere non si va da nessuna parte. Se volete divertirvi e dare un’occhiata al backstage del salone del Libro, leggete questo divertentissimo post del noto blogger Alberto Forni, che non le manda certo a dire. http://www.smemoranda.it/post/1822/sal to--baci L.Z.

DOMENICA 24 MAGGIO 19


Il nove maggio della Locride vive l’euforia delle scuole protagoniste a livello nazionale di A scuola di Open coesione

Ben 4 le scuole della provincia di Reggio giunte in finale che saranno ospiti al forum della PA di Roma il 27 e 28 Maggio Un successo meritato ha salutato la festa dell’Europa della Locride tenutasi il nove maggio scorso presso la sala del Palazzo della Cultura di Locri. La mattinata dedicata alle scuole ed alla cittadinanza ha inteso far conoscere, in occasione dell’evento clou dell’Europa, il percorso di didattica digitale e monitoraggio civico a Scuola di Open coesione. Tante le scuole che hanno accolto l’invito e che sono state le vere protagoniste della giornata. Oltre duecento gli studenti presenti con i loro professori e dirigenti scolastici. Ben quattro gli istituti, che hanno preso parte al percorso didattico A Scuola di OpenCoesione, che si sono alternati a presentare i loro elaborati creativi alla fine di un percorso di cinque mesi di indagine e studio. Un’occasione speciale che ha salutato anche in diretta i risultati della top ten del concorso nazionale di “A scuola di open coesione” che ha visto al sesto ed al nono posto gli studenti rispettivamente del “Mazzini” di Locri e del Liceo “La Cava” di Bovalino. Ed a pochi giorni di distanza dall’evento locrese la responsabile del percorso promosso dal Ministero delle Politiche di Coesione, dal Miur nonché dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea Chiara Chiciola ha comunicato all’Edic di Gioiosa Jonica l’ammissione tra i nominati anche gli istituti di Palmi e il Liceo Zaleuco di Locri, per l’encomiabile lavoro di monitoraggio civico svolto sui beni confiscati alla mafia. Tutte le nostre scuole saranno ospiti quindi il 27 e il 28 Maggio prossimi al Forum Nazionale della Pubblica Amministrazione e delineeranno nei tavoli di lavoro nuovi percorsi didattici e di cittadinanza civica. Una soddisfazione per i docenti coinvolti dal percorso di monitoraggio civico e naturalmente per i giovani reporter che hanno saputo guadagnarsi la finale di un concorso che ha visto partecipi ben

La Commissione Europea stanzia consistenti aiuti per la crisi umanitaria in Yemen

Cresce l’emergenza della crisi umanitaria in Yemen e l’Unione Europea intensifica gli sforzi economici per fare fronte alle centinaia di migliaia di profughi di guerra in fuga dalle orribili persecuzioni in atto. La Commissione ha appena reso noto di aver stanziato circa 25 milioni di euro per l’aiuto alle popolazioni dello stato Yemenita. In risposta alle crescenti esigenze umanitarie in Yemen la Commissione europea ha donato 5,1 milioni di euro al Comitato internazionale della Croce rossa (CICR), una delle poche organizzazioni umanitarie in grado di raggiungere le vittime più vulnerabili. Il finanziamento previsto contribuirà a fornire cibo, acqua, materiale medico altri aiuti essenziali. Christos Stylianides, Commissario per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi, ha dichiarato: "Il Comitato internazionale della Croce Rossa è una delle poche agenzie umanitarie internazionali nello Yemen ancora in grado di operare sul campo e di fornire, malgrado le grandissime difficoltà in termini di sicurezza, gli indispensabili aiuti alle vittime del conflitto. Desidero quindi lodare pubblicamente gli operatori umanitari sul campo per il loro impegno ininterrotto. Siamo orgogliosi di sostenere la loro attività in tali difficili circostanze". Il Commissario Stylianides si è nuovamente rivolto alle parti in lotta chiedendo loro di non coinvolgere i civili e di rispettare il diritto umanitario internazionale. "Tregue umanitarie più lunghe sono essenziali per consentire a chi ne ha bisogno di ricevere l'assistenza indispensabile per sopravvivere", ha spiegato il Commissario. La recente tregua di cinque giorni ha dato l'opportunità alle agenzie umanitarie internazionali di agire in risposta alla drammatica situazione umanitaria nello Yemen, ma il paese manca di beni di prima necessità e i servizi pubblici di base sono al collasso.

86 scuole in ambito nazionale. Una Locride diversa questa che parla con dati di fatto e proposte reali fatte da giovani dai volti puliti che chiedono alla politica ed ai loro territori di poter riprendere in mano il proprio futuro e di poter costruire anche grazie ad un migliore utilizzo delle risorse messe a punti grazie ai fondi comunitari una realtà diversa senza sprechi e ritardi di spesa i cui progetti siano discussi con la cittadinanza e siano più rispondenti alle logiche del reale sviluppo dal basso. “Un percorso quello vissuto grazie al progetto A scuola di Open coesione che affermare di aver raggiunto l’intento di promuovere i principi di cittadinanza consapevole, attraverso attività di monitoraggio civico dei finanziamenti pubblici e l’impiego di tecnologie di informazione e comunicazione a partire dall’utilizzo dei dati aperti (open data) pubblicati sul portale OpenCoesione- affermano i componenti delle Europe Direct Calabria&Europa di Gioiosa Jonica che hanno seguito le scuole in questo iter didattico affiancando la scuole e le associazioni amiche di Asoc Aniti, Monithon Calabria e Un Ponte per l’Europa”. Il percorso è stato frutto di un accordo siglato

Bandi e programmi in scadenza Bando comunitario: "Europa come attore globale". Finalità: Scadrà il 28 Maggio 2015 il termine ultimo per la presentazione delle proposte per il bando:”Europa come attore globale”, reso pubblico nell'ambito del Programma Horizon 2020. Stanziamento: La cifra massima disponibile, per il seguente Avviso, è pari a 25 milioni di Euro. Link:http://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/opportunities/h2020/calls/h2020-intsociety-2015.html#tab1

Bando nazionale: “Funder35” Lo Scopo del bando è di accompagnare nel loro percorso verso la sostenibilità, per un periodo massimo di tre anni, le migliori imprese giovanili che operano in campo culturale. Il contributo pertanto si configurerà come un incentivo destinato ad un numero limitato di soggetti che, oltre a distinguersi per la qualità dell’offerta culturale, nonché per una corretta politica del lavoro, si prefiggano chiari obiettivi di sviluppo sostenibile tramite specifici progetti di miglioramento. Beneficiari: Potranno parteciparvi tutte le Organizzazioni non profit di natura privata impegnate principalmente in uno dei seguenti campi: produzione artistica/creativa in tutte le sue forme, da quelle tradizionali a quelle di ultima generazione; servizi di supporto alla conoscenza, alla valorizzazione, alla tutela, alla conservazione, alla circolazione dei beni e delle attività culturali. Il bando è inoltre riservato alle Organizzazioni il cui Organo di Gestione - Consiglio di Amministrazione o Consiglio/Comitato Direttivo, composto solitamente da Presidente, Vicepresidente, Segretario, Tesoriere e Consiglieri - sia costituito in maggioranza assoluta, ovvero il 50% più uno, da membri di età inferiore ai 35 anni. In virtù del territorio di riferimento delle Fondazioni promotrici, potranno partecipare a FUNDER35 unicamente le imprese che abbiano sede operativa e siano effettivamente attive nell’area che com-

nel giugno 2013 tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca [MIUR] e il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica [DPS]. Hanno salutato l’evento locrese la presenze di numerose autorità locali tra cui i Sindaci Calabrese di Locri, Salvatore Fuda di Gioiosa Jonica con gli assessori alle politiche sociali ed alla cultura dei comuni di Locri e Palmi. A dare un notevole contributo alla giornata il messaggio di pace e speranza lanciato ai giovani del Vescovo della Diocesi d Locri Gerace Monsignor Francesco Oliva, che ha relazionato sull’impegno dell’Unione europea, grazie alla quale si sono vissuti ben 65 anni di pace nel nostro continente e si sono compiuti notevoli progressi in ambito economico e culturale. La manifestazione del Nove Maggio ha goduto ancora del contributo e della testimonianza dei giovani dell’Istituto Tecnico per il Turismo Zanotti Bianco di Marina di Gioiosa Jonica che hanno vinto il torneo nazionale di educazione digitale Trivia realizzato da Europa=Noi una piattaforma didattica sviluppata per tutti gli insegnanti che vogliono approfondire, con i propri studenti, tematiche inerenti l'UE e la Cittadinanza europea. I ragazzi d Gioiosa Marina si sono classificati primi in ambito nazionale su 31 scuole e saranno premiati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Una Locride diversa, pulita e che sa conquistare la prime pagine nazionali grazie all’impegno dei propri giovani, quella vista a Locri il nove Maggio. Una Locride – afferma il direttore di Calabria&Europa, Alessandra Tuzza- che promette bene e che ripaga tutti gli sforzi compiuti dagli operatori della scuola e delle associazioni che si impegnano per il futuro”. Alessandra Tuzza

prende le Regioni: Basilicata, Calabria, Campania, Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia e Valle d’Aosta; Le province di: Bologna, Modena, Parma e Ravenna in Emilia Romagna, Pordenone e Udine in FriuliVenezia Giulia, le province della Spezia e di Genova in Liguria, province di Ascoli Piceno e Ancona nelle Marche, di Firenze, Livorno e Lucca in Toscana, le province di Belluno, Padova, Rovigo, Verona e Vicenza in Veneto. Saranno considerati ammissibili tutti i progetti finalizzati a rendere sostenibili nel tempo le imprese proponenti e le loro attività attraverso: Azioni finalizzate al rinnovamento, anche attraverso l’uso di tecnologie innovative, dei processi e degli strumenti di produzione (funzionali al rafforzamento, all’estensione, alla differenziazione dell’offerta); Azioni finalizzate all’introduzione sul mercato di prodotti o servizi di carattere innovativo, in grado di favorire il posizionamento strategico dell’organizzazione; Azioni mirate al miglioramento/ripensamento della struttura organizzativa, come ad esempio nuovi modelli operativi e strumenti gestionali, iniziative di qualificazione del personale non artistico e dei servizi interni di supporto tramite percorsi di formazione e innesto di competenze manageriali; Azioni finalizzate al rinnovamento, anche attraverso l’uso di tecnologie innovative, dei processi e degli strumenti di produzione (funzionali al rafforzamento, all’estensione, alla differenziazione dell’offerta); Azioni orientate all’attivazione di collaborazioni stabili e aggregazioni/fusioni con altri soggetti del settore nella prospettiva di realizzare economie di scopo e/o di scala. Finanziamento: La richiesta complessiva di contributo non dovrà essere superiore al 75% dei costi totali del progetto. L’entità del contributo richiesto dovrà, in ogni caso, essere equilibrata e proporzionata sia al tipo di progetto proposto, sia alla dimensione economico/finanziaria dell’Organizzazione proponente. Scadenza: Il termine ultimo è il 10 Luglio 2015. Link:http://funder35.wp.flyer.it/files/2015/04/BandoFunder35.pdf


CULTURA

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DOMENICA 24 MAGGIO

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L’esperto Daniela Rossi

Mi muovo troppo durante il sonno! uoversi durante il sonno è una condizione normale. Una recente ricerca francese ha dimostrato che il nostro corpo replica, durante il sonno, i movimenti appresi durante il giorno. È probabile che in questo modo il cervello svolga un rinforzo dell’apprendimento. Esistono anche movimenti anomali, dei quali il paziente spesso non ha consapevolezza ma segnalati da chi dorme accanto. Il più appariscente di questi disturbi è il sonnambulismo, termine che definisce il fenomeno del camminare durante il sonno. È presente soprattutto nell’età infantile e con l’aumentare dell’età tende a scomparire spontaneamente. È spesso associato a una situazione di ansia ed è causato da un’alterata strutturazione dei meccanismi del sonno. Molto frequente, la sindrome delle gambe senza riposo è un disturbo caratterizzato da movimenti involontari degli arti inferiori, raramente i superiori, formicolio, crampi, irrequietezza, che compaiono prima dell’addormentamento, e regrediscono con il movimento, costringendo, chi ne soffre ad alzarsi dal letto. Scarsamente riconosciuta e segnalata è l’epilessia

M

Dott Rossi Daniela info: 3381389245 Clinica Humanitas-Gavazzeni a Bergamo STUDIO RAYMAT, VIA CALVARIO, 15\A 89046 MARINA DI GIOIOSA IONICA (RC) TEL. 0964\416856 CELL. 393\5639490

durante il sonno. Scosse e tremori improvvisi degli arti, emissione di suoni, talvolta articolati come un discorso, movimenti che mimano azioni quotidiane, sono espressione di una crisi comiziale notturna. In altri casi i movimenti anomali durante il sonno possono essere sintomo iniziale della malattia di Parkinson, come ciò che in neurologia si definisce disturbo comportamentale durante il sonno REM, la fase dei sogni. In questa condizione patologica i sogni sono talmente intensi da sembrare reali. Spesso il contenuto dei sogni è violento e angoscioso e il paziente “vive” nel proprio letto lotte, corse, litigi, molto spesso a discapito di chi condivide il letto! Tutti questi disturbi causano un sonno frammentato, scarsamente ristoratore, con conseguente sonnolenza diurna, difficoltà di concentrazione, cefalea, alterazione dell’umore. È quindi estremamente importante non sottovalutare i movimenti eccessivi durante il sonno, discuterne con il proprio medico curante o lo specialista, formulare il più precocemente possibile la diagnosi e iniziare la cura adeguata.

L’intervento

l Consigli del Gastroenterologo

del dott. Calafiore

Arriva l’endoscopia di qualità

DOTT. ERCOLE DE MASI GASTROENTEROLOGO CASA DI CURA PRIVATA "VILLA MARGHERITA" ROMA, VIALE DI VILLA MASSIMO N.48 (ZONA PIAZZA BOLOGNA) INFO: 337 809575 UDIO MEDICO POLISPECIALISTICO RAYMAT, VIA CALVARIO 15/A MARINA DI GIOIOSA JONICA, INFO. 0964/416856

L’endoscopia digestiva è una moderna branca della gastroenterologia e della chirurgia digestiva che, utilizzando strumenti sofisticati e all’avanguardia, consente di diagnosticare e curare le principali patologie dell’apparato digerente. Rappresenta anche lo strumento più importante per la prevenzione dei tumori dell’apparato digerente. Le procedure endoscopiche sono però esami invasivi che possono esporre il paziente a stress e preoccupazione, causando paura e conseguente ritardo nell’esecuzione dell’indagine. Per superare questa eccessiva “diffidenza”, da anni le società scientifiche nazionali e internazionali, hanno emanato delle linee guida per la corretta esecuzione degli esami endoscopici, imponendo la somministrazione di farmaci ipnotici (che fanno dormire) e analgesici (che tolgono il dolore) in modo che la procedura possa essere eseguita senza avvertire alcun fastidio. “Dottore… ma quando comincia l’esame?” Questo è quanto dicono i nostri pazienti dopo un esame endoscopico effettuato con la giusta sedazione e con le dovute precauzioni di qualità. Nell’endoscopia di qualità l’informazione al paziente gioca un ruolo fondamentale: il paziente viene informato su come si svolge la procedura, sulla sedazione e sugli eventuali rischi. Nell’ambito delle colonscopie, il nostro “valore aggiunto” che forniamo oltre a un’accurata sedazione con esame indolore, è una pulizia intestinale perfetta grazie al COLON WASH (o Idrocolon terapia): una metodica semplice, indolore, che può essere eseguita subito prima della colonscopia, per perfezionare la toiletta intestinale. L’utilizzo di un monitoraggio completo durante l’esame endoscopico permette di agire in totale sicurezza, tenendo sotto controllo la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e l’ossigenazione del sangue. Lo studio medico polispecialistico RAYMAT pone il paziente al centro dell’attenzione, rispettando scrupolosamente i migliori standard di qualità che fanno la differenza.

Quando il ginocchio si usura

IL DOTT. VINCENZO CALAFIORE RICEVE PREVIO APPUNTAMENTO PRESSO: STUDIO MEDICO PRIVATO, VIA DEL TORRIONE 24, REGGIO CALABRIA, TEL 0965/21079; CELL 329/4255444

STUDIO MEDICO POLISPECIALISTICO RAYMAT, VIA CALVARIO 15/A MARINA DI GIOIOSA JONICA, TEL. 0964/416856; ISTITUTO ORTOPEDICO DEL MEZZOGIORNO D'ITALIA , DI REGGIO CALABRIA TEL 0965/361221 (IN REGIME DI CONVENZIONE COL SSN).

L’artrosi di ginocchio o gonartrosi è una patologia caratterizzata dal progressivo consumo della cartilagine articolare e delle strutture che costituiscono il ginocchio, ovvero menischi, legamenti, tendini, osso sub condrale. Col passare del tempo si verifica una deformità dell’articolazione associata a una limitazione dei movimenti con conseguente peggioramento della qualità di vita del paziente. L’artrosi inizia generalmente in età avanzata ma ci sono dei casi in cui può interessare anche soggetti più giovani, come ad esempio quelli già sottoposti a interventi chirurgici al ginocchio, oppure nelle pregresse fratture che interessano la zona articolare e nei pazienti che hanno costituzionalmente ginocchia vare o valghe. Nei casi di artrosi iniziale si ricorre ai trattamenti cosiddetti conservativi: terapia medica, infiltrazioni intraarticolari con acido ialuronico o cortisone, fisioterapia. Nelle forme di grave artrosi di ginocchio si ricorre all’intervento chirurgico per impianto di protesi, che può essere parziale o totale. La protesi di ginocchio è un dispositivo metallico che sostituisce le parti degenerate del femore e della tibia, riproducendone la forma e la funzione. Dopo l’intervento il paziente può deambulare già dal terzo giorno post operatorio. È importante che ci si rivolga sempre a centri specializzati e altamente qualificati dove si ricerca la sterilità assoluta dell’ambiente operatorio e del materiale utilizzato, come ad esempio l’Istituito Ortopedico del Mezzogiorno d’Italia di Reggio Calabria, dove si eseguono oltre 800 impianti protesici l’anno.


RIVIERA

Il colpo di coda dell’Inverno Le barche abbandonate alla solitudine dell’inverno si ridestano raggiunte da fiori spericolati che invadono i prati spingendosi audaci nelle spiagge. Il sole in lontananza spinge via con forza gli ultimi temporali e spande i suoi raggi come squilli di trombe. I colori si ritrovano festanti e tutti insieme, con gli uomini, pregano l’Estate di sbrigarsi ad esplodere rovente e bella come un desiderio in lontananza !

Tiki-taka sidernese Due sidernesi DOC, Marafioti e Vincenzo Reale colgono un’occasione unica e riescono a scattare questa bellissima foto con il celebre Pierluigi Pardo, conduttore del seguitissima programma Tiki Taka.

! tola dere Mot so di ve uve, in to … J a o es Forzera ansi e la sua atto qu si è f s o a s t bina i è che n n Leot do s o Ivan osa coma, quan ansioso re finit e c s m e e s t o e h c l di R lmen o di eria que elfie, ta so cont lla tifos se! e e s l e r n otto m

ainato bro-S osservano ne a l a C i o Decor vice di Locr di demoliziomunale e ra o e c p ta co a rea o d l’ Sin enzione la giun azio a un’a il e h c t i t p con a uderi storic r lasciare s migliorare dei r voluto pe dovrebbe ano. ha che coro urb verde de

Due uomini con la C maiuscola he anno di qualc o Torniam indietrostro direttore più no il re per incontra o mpagnia di Dieg compianto, in co lo sognare come o so Cataldo. Possiam rebbe commentato Pasquino Crupi av ria di oggi. la Calab

Dall’Emilia con furore La pulizia della spiaggia di Roccella Jonica ha portato a scoperte davvero sorprendenti: questo divieto di caccia, ad esempio, proviene niente meno che dall’Emilia Romagna… Quanta strada ha fatto!

Noi speriamo che se la cavi… Gigi Meduri e Marco Minniti parlano con Peppe Campisi di quotazioni politiche e, a una settimana dalle elezioni, incrociano le dita nella speranza che un po’ di scaramanzia faccia bene al centrosinistra!

A braccia aperte per Shark & Groove Il ritorno a casa di Shark & Groove è stata una manifestazione alla quale tutti hanno voluto partecipare. Anche Pietro Fuda si è lasciato tentare dal farsi scattare una foto con i due talenti musicali.

Locri I lavori di ella strada i d te ar Dall’altra p ono giustifcando il rto, gu Ce lavori proseisfatto di Calabrese. inanzi a d d d o so ic o tt e is rr sc so rimasto a nostro qualcuno èresa di posizione ma, mpre questa p , un albero sarà se parere n palazzo meglio di uente. fatisc

Dalla tragedia Greca all’elezione Calabrese stata la eriore è L’anfiteatro di Siderno Sup r una manifespe tta rfe pe fia gra no sce gio suggestivo e le tazione politica. Il paesag fatto credere ai no han gradinate evocative Grecia! più di essere nell’antica


SETTIMANALE

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Pazze per amore La nostra Antonella Sotira e le sue amiche di “Jus Gustando” incontrano Emilio Solfrizzi e, tra una battuta, una risata e una riflessione, si fanno scattare una foto ricordo anche loro pazze per amore.

ocrazia tle alla dem Ritorno o il programma efiorire s n fu u if d to È stato a Siderno è sta attentt tti con torale e tu colorati lee di tutte le i tt le o ic di fasc omini e donn ogno di u is zione da aveva proprio b zia! o ra c rn o e m id lla de età! S tornare a

B picc uon co “ L a tua ola gr mplea g a n U ran p vogl n augude. Mi a assionende No no, e iamo rio p ugur p e r i mi! o e Albe un mon r i tuoi che ci l disegn f b o a rto e do d i ellissi rai so è S Floreilvana ebene” I t mi 5 an gnare. n u ntin a e Lgli zii En oi nonni. Ti zo, i uca.

ano ati izi s tinu Con provvi e i comcentro a e o l m izi i cinan o ne uenz i comi si avvi svolgono di freqrì, Peppe i n n c Ma he s anta ietro lezio Le e vvisati caument Michele ltano P o o , r i c o imp Sidern sità. Qu altri, as to di inte nuto e Sgarla Ve

ac er Isa il Day pomo senza a i t a u r d u a ie , r c iv G Isaa ne di R teggia io simo ! s Il carisla distribuz plicata, fe ropria vita i p t m t o le a u c a ll t qu n più llissimo de on capita be be sareb omento beuna figlia, n i! i uno ma Laurea d i giorn L

Tifando con Gianluca Stefano Catalano, zio del compianto Gianluca Congiusta, ricorda con affetto anche allo stadio il nipote nel decennale della sua triste scomparsa. Anche se gli anni passano, le passioni continuano a unire.

C p Due guidlaudio V er il comleader com itett ano me riscamercian con org a e Raffa rcio tto e ti sid oglio ele coal di un ernesi la cat Salerno izion futu , e ro chdesider goria d e ca o p e a loro ce po solo u si di unei a co t strui rà aiuta na re re!

i ent n m e, i u c os enta omun are a e. n o c dr ip i am o ric i e rraro l dal su partec dal pa quest m i e Pr ela Fe pari tte di oluta ita d sere i v s ss e im Dan ento perm crese”, nece i per e n t e m o l o n L a n e t n trat he no iugnoaniela oscim ata! c “Il G a D con stim ri M

ia uore nel c ua tifoser leo n r e s e c a d l i e S h e Con a sognar o Futia, c di cama rno f e Enz ittori o! e d i Il S president ata e la v re, Sidern n a r o t e il su’ultima giotinua a lot lcio! l n ca r b anoionato. Con solo nel p o n E

DOMENICA 24 MAGGIO 23

La Freccia Nastasi indica un caro amico Daniele Nastasi dimette panni di “Freccia del Sud” per i suoi compagnia del suo compag posare in nelle serate invernali, che gli no più caro cuore e gli fa amare le mura scalda il domestiche… il termosifone!


Pubblicità Progresso

Il voto va alla lista n.1 e al candidato a sindaco ad essa collegato (art. 72, comma 3, quarto periodo, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267

Il voto va solo al candidato a sindaco collegato con la lista n. 1 (art. 6, comma 3, del D.P.R. n. 132/1993).

Il voto va alla lista n. 1 e al candidato a sindaco collegato con le liste 2 e 3 (art. 72, comma 3, quinto periodo, del decreto legislativo n. 267/2000).

TIZIO è candidato a consigliere della lista n. 1: il voto va alla lista n. 1, al candidato a sindaco ad essa collegato e a TIZIo (art. 6, comma 1, del D.P.R. 28 aprile 1993, n. 132).

È valido solo il voto al candidato a sindaco collegato con la lista n. 1; sono nulli i voti alle liste (art. 6, comma 3, del D.P.R. n. 132/1993 e art. 69, primo comma, del T.U. n. 570/1960).

È valido solo il voto al candidato a sindaco collegato con la lista n. 1; sono nulli i voti alle liste, perchè l’elettore non si è espresso sulle liste stesse in maniera univoca (art. 6, comma 3, del D.P.R. n. 132/1993 e art. 69, primo comma, del T.U. n. 570/1960).

TIZIO è candidato a consigliere della lista n. 1: il voto va alla lista n. 1, al candidato a sindaco ad essa collegato e a TIZIO (artt. 72, comma 3, quarto periodo, e 73, comma 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267).

TIZIO è candidato a consigliere della lista n. 1: il voto va alla lista n. 1, a TIZIO e al candidato a sindaco collegato con le liste 2 e 3 (artt. 72, comma 3, quinto periodo, e 73, comma 3, del decreto legislativo n. 267/2000).

TIZIO è candidato a consigliere della lista n. 1: il voto va alla lista n. 1, al candidato a sindaco ad essa collegato e a TIZIO (art. 5, comma 1, del D.P.R. 28 aprile 1993, n. 132).

TIZIO è candidato a consigliere della lista n. 1: il voto va alla lista n. 1, al candidato a sindaco ad essa collegato e a TIZIO (art. 57, penultimo comma del T.U.n. 570/1960).

CAIO è candidato a consigliere della lista n. 2: il voto va al candidato a sindaco collegato alla lista n. 1, alla lista n. 2 e al candidato consigliere CAIO della stessa lista n. 2 (art. 72, comma 3, ultimo periodo, del d. l. n. 267/2000; art. 5, comma 1, del D.P.R. n. 132/1993).

TIZIO è candidato a consigliere della lista n. 1: la scheda è nulla perchè la volontà dell’elettore si è espressa in modo non univoco (art. 69, primo comma, del T.U. n. 570/1960).

TIZIO è candidato a consigliere della lista n. 1: il voto va alla lista n. 1, al candidato a sindaco collegato con le liste nn. 2 e 3 e anche a TIZIO, candidato della lista n. 1 votata (art. 72, c. 3, IV e V periodo, del d.l. n. 267/2000 e art. 57, II comma, del T.U. n. 570/1960).

CAIO è candidato a consigliere della lista n. 3: il voto va alla lista n. 2 e al candidato a sindaco ad essa collegato; è inefficace la preferenza per il candidato CAIO perchè compreso in una lista diversa da quella votata (art. 57, IV c., T.U. n. 570/1960; art. 6, c. 1, D.P.R. n. 132/1993).

CAIO è candidato a consigliere della lista n. 3; il voto va alla lista n. 2 e al candidato a sindaco ad essa collegato; è inefficace la preferenza per il candidato CAIO perchè compreso in una lista diversa da quella votata (art. 57, IV c., T.U. n. 570/1960; art. 72, c. 3, IV periodo, decreto legislativo n. 267/2000).

CAIO è candidato a consigliere della lista n. 2. La scheda è nulla perchè contraddittoria, non essendosi la volontà dell’elettore manifestata in modo univo- co (art. 5, comma 1, D.P.R. n. 132/1993; art. 73, comma 3, d. l. n. 267/2000; art. 69, I comma, T.U. n. 570/1960).

CAIO è candidato a consigliere della lista n. 3. La scheda è nulla perchè contraddittoria, non essendosi la volontà dell’elettore manifestata in modo univo- co (art. 5, comma 1, D.P.R. n. 132/1993; art. 73, comma 3, d. l. n. 267/2000; art. 69, I comma, T.U. n. 570/1960).

Valido il voto di lista e valido il voto al candidato a sindaco collegato alla lista n. 1; è nullo il voto di preferenza perchè la legge non consente di esprimerlo numericamente (artt. 72, comma 3, quarto periodo, e 73, comma 3, del decreto legislativo n. 267/2000).

La scheda è nulla perchè la legge non consente di esprimere la preferenza apponendo numeri (art. 73, comma 3, secondo periodo, del decreto legislativo n. 267/2000 e art. 69 del T.U. n. 570/1960).

TIZIO e MEVIA sono candidati, di sesso diverso, della lista n. 1. Il voto va alla lista n. 1, al candidato a sindaco ad essa collegato e a entrambi i candidati con- siglieri di sesso diverso, TIZIo e MEVIA (art. 73, comma 3, II e III periodo, decreto legislativo n. 267/2000).

TIZIO e CAIO sono candidati, del medesimo sesso, della lista n. 1. Il voto va alla lista n.1, al candidato a sindaco ad essa collegato e al solo candidato consigliere TIZIO. La seconda preferenza, per il candidato consigliere CAIO, è annullata, perchè espressa per un candidato del medesimo sesso di quello indicato per primo (art. 73, comma 3, II e III periodo, decreto legislativo n. 267/2000).

Il SÌ indica il modo corretto di votare. TIZIO, CAIO e MEVIA sono candidati della lista n. 1. TIZIO e CAIO sono del medesimo sesso. Il voto va alla lista n. 1, al candidato a sindaco ad essa collegato e ai due candidati TIZIO e MEVIA, in quanto di sesso diverso. La preferenza per il candidato CAIO è annullata perchè espressa per un candidato dello stesso sesso (art. 73, c. 3, II e III periodo, d.l. n. 267/2000 e art. 57, ultimo c., T.U. n. 570/1960).

TIZO e MEVIA sono candidati in due liste differenti. Nonostante venga data correttamente la preferenza a candidati di sesso opposto, l’appartenenza a due liste diverse annulla la validità del voto per entrambi, pertanto la preferenza non viene riconosciuta e nessuno dei due candidati.

Il NO i casi in cui la scheda potrebbe venire annullata. Quando trovate i due simboli accostati, essi faranno riferimento ai casi in cui una parte della scheda verrà considerata valida e l’altra sarà annullata.


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