LA CONTROCOPERTINA
ROSARIO ROCCA i sono luoghi dove anche il rumore delle onde sembra rievocare dei versi, così come il profumo dei campi, o le crepe nelle case abbandonate, le pietre e persino i silenzi più profondi. Come se le anime dei grandi poeti che vi abitarono fossero ancora lì, a testimoniare un’ispirazione senza tempo. Ho avuto questa sensazione, in un giorno di nebbia, percorrendo il sentiero che attraversa il Monte Tabor, il colle dell’Infinito. Tra gli odori e i colori della primavera morta, pareva di sentire l’eco di quei versi, che molti anni prima, alle elementari, avevo imparato a memoria, “sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude”. Recanati, rifugio e prigione dell’anima di Giacomo Leopardi. Da quell’ampia veduta, come il poeta scrisse, “sedendo e mirando interminati spazi”, ho appreso l’esistenza di una geografia dell’anima. Ogni poeta ha riservato emozioni, pensieri, o inquietudini alla terra natia. “Zacinto mia, che te specchi nell’onde del greco mar …”, chi non ricorda questi versi del Foscolo. O ancora, “io dunque sono figlio del caos – scriveva Luigi Pirandello - perché sono nato in una nostra campagna, che trovasi in un intricato bosco, denominato, in forma dialettale, Càvusu dagli abitanti di Girgenti”. Anche Corrado Alvaro, grande amico di Pirandello, scrisse del suo paese, San Luca, e della sua gente, dedicandone versi che meriterebbero un posto tutt’altro che marginale nei manuali di Letteratura Italiana. “Non è bella la vita dei pastori in Aspromonte, d’inverno, quando i torbidi torrenti corrono al mare, e la terra sembra navigare sulle acque”. Sono questi i primi versi del suo capolavoro, Gente in Aspromonte. Versi partoriti dall’anima di un grande scrittore, tanto che la profondità, come a Recanati o a Zacinto, o ancora nella campagna del Càvusu di Girgenti, è percettibile tra i sentieri dell’Aspromonte o nel borgo di San Luca. Ma Corrado Alvaro e San Luca sono figli di una geografia minore. Cristo si è fermato a Eboli, scriveva Carlo Levi. E la geografia dell’anima pure! Si estende fino a Zacinto e tocca la Sicilia traversando il mare, ma in Calabria no. Non le è concesso avanzare oltre. Qualche giorno fa, su un quotidiano nazionale, veniva riportata la notizia che, per le prossime elezioni amministrative, a San Luca non era stata presentata alcuna lista, e che quindi la gestione commissariale del Comune sarebbe continuata fino alla prossima tornata elettorale utile. Sicuramente una situazione anomala e preoccupante. Ma non è questo il punto. Nella ricostruzione dei fatti, vi si leggeva “San Luca, paese famoso per la strage di Duisburg”. Né la gente d’Aspromonte, né i torrenti che corrono verso il mare, e neppure il loro scrittore sono degni di menzione quando nelle cronache nazionali, e a volte anche in quelle locali, si parla di San Luca. Di quel paese che, scrive Alvaro, “mi pareva grande, mi pareva tutto il mondo”. Quel mondo, l’Aspromonte, che rappresentava per lo scrittore sanluchese il suo prototipo di civiltà contadina, ma di cui immaginava già le macerie. Quella civiltà, popolare e calabrese, era destinata a soccombere per fare spazio ad un falso progresso, sfrenato e antimeridionale. Un processo irreversibile che ha sconfitto gli ultimi, stremati e deboli, tentativi di resistenza, attraverso la criminalizzazione. Questa agisce, tra i diversi strati sociali, anche a livello inconscio. Più o meno un complesso freudiano. Il complesso di Mastrosso. Narra una leggenda che, in epoca medievale, tre cavalieri spagnoli Osso, Mastrosso e Carcagnosso, appartenenti alla società cavalleresca Granduna di Toledo, in seguito ad un delitto d’onore furono condannati a trent’anni di prigione e perciò rinchiusi in un carcere dell’allora aragonese Favignana, piccola isola dell’arcipelago delle Egadi. Scontata la pena,
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Il complesso di Mastrosso secondo la leggenda i tre si separano. Osso rimase in Sicilia per fondare Cosa Nostra, Mastrosso varcò lo stretto per dare origini alla ‘Ndrangheta, mentre Carcagnosso giunse in Campania dove nacque la Camorra. Non essendo un mafiologo, lascio ad altri l’arduo compito di argomentare e spiegare connessioni tra principi che oscillano dal tribale al mitologico e il fenomeno criminale della ‘ndrangheta. Ma non posso non domandarmi, da cittadino e da uomo libero, il perché l’etichetta criminale venga sistematicamente estesa, senza distinzioni, a tutta la Calabria e a tutti i calabresi. In psicoanalisi, con il termine complesso, si intende una struttura psichica che si forma durante l’età infantile, e che ne condizionerà il comportamento per tutta l’esistenza. Da qui il complesso di Edipo, con cui si spiega quel senso, inconsapevole del bambino, di attaccamento nei confronti del genitore di sesso opposto. O altre situazioni analoghe che determinano disturbi nel comportamento. Non voglio osare approcci comparativi, ma sembra che dinamiche simili inducano, a volte, giornalisti, politici, uomini di potere ed anche una certa magistratura a considerare i calabresi figli di Mastrosso da reprimere o da addomesticarne l’istinto criminale. Esattamente cinque anni dopo la strage di Duisburg, nel 2012, alla
“San Luca, paese famoso per la strage di Duisburg”. Così qualche giorno fa si leggeva su un quotidiano nazionale. Né la gente d’Aspromonte, né i torrenti che corrono verso il mare, e neppure il loro scrittore vengono menzionati quando si parla di San Luca.
comunità di San Mauro, in Romagna, dopo 145 anni, è stata resa giustizia con il riconoscimento della colpevolezza di Pietro Cacciaguerra, Michele Della Rocca e luigi Pagliarani. Tre nomi che non ci direbbero nulla, se non aggiungessimo che il primo è risultato essere il mandante e gli altri due gli esecutori di un delitto efferato che ha avuto luogo il 10 agosto del lontano 1867, dove perse la vita Ruggero Pascoli, padre del poeta del fanciullino. Quel 10 agosto segnò per sempre la vita del poeta, un giorno che ricorderà sempre. “Ritornava una rondine al tetto: l’uccisero: cadde tra spini: ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini”, versi questi, che hanno reso indelebile il ricordo di una tragica morte, e per tante generazioni da lì a venire. Ma nessuno ricorderà San Mauro, anzi San Mauro Pascoli dal 1932, per il barbaro omicidio del 10 agosto di un secolo e mezzo fa. San Mauro rappresenterà sempre nell’immaginario collettivo il nido primario di Giovanni Pascoli. Perché i versi di un poeta hanno l’eco e la forza di collocare un luogo nella geografia dell’anima. Ma non a San Luca, non in Calabria. Qui da noi, anche un grande scrittore con la sua povera gente in Aspromonte, chissà ancora fino a quando, rimarranno tragicamente vittime del complesso di Mastrosso.
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ATTUALITÀ
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GIUDIZIARIA
Lo“stato”della ’ndrangheta nella relazione della Dna “Lo stato della ndrangheta sul territorio nazionale non differisce, per il 2015, dai consolidati assetti raggiunti negli anni precedenti”. È quanto si legge nell’annuale relazione della Direzione nazionale antimafia, dove viene sottolineato che: “Se un mutamento dev’essere colto, in via tendenziale, esso riguarda essenzialmente il sempre più solido radicamento delle cellule fondamentali di tali criminalità organizzata, le cd. Locali, in varie località del centro nord, prime fra tutte la Lombardia e l’Emilia Romagna”. Si tratta di un dato non del tutto nuovo, ma che ha ricevuto, nel corso del 2015 “alcune conferme giudiziali rilevanti, contenute nelle affermazioni dei giudici che, di volta in volta, hanno emesso sentenze ed ordinanze sempre più convintamente attestate sulla sostanziale autonomia dei gruppi di ndrangheta settentrionali, che – sia pur in stretto collegamento con le case madri – sono riusciti ad ottenere un propria soggettività specifica”. E la stessa tensione interpretativa a cui è stata sottoposta la norma fondamentale in materia di associazione mafiosa, ossia l’art. 416 bis del codice penale, rappresenta la cartina di tornasole di una evoluzione moderna e efficiente della nozione di struttura criminale, che manifesta l’elasticità sufficiente per mantenere un profondo legame con l’associazione “madre” , senza rinunciare all’autonomia indispensabile per operare in territori distanti e diversi dalla Calabria. Ancora “risulta certamente confermata la forte propensione della criminalità organizzata calabrese all’internazionalizzazione, una dimensione che, evidentemente, reclama una forte consapevolezza nella direzione del rafforzamento della cooperazione internazionale, spesso troppo timida per fronteggiare un fenomeno di espansione incontrollabile”. “Peraltro, e questo rappresenta certamente un tratto peculiare della ndrangheta, la propensione internazionale di questa forma di criminalità non appare limitata alla sua capacità di cogliere le opportunità dei mercati stranieri, leciti, in chiave di riciclaggio, e illeciti, nel settore del traffico di stupefacenti”. A queste caratteristiche, che accomunano in modo pressoché analogo le proiezioni internazionali delle varie forme di criminalità organizzata italiana: “si somma la capacità della ndrangheta di stabilire vere e proprie strutture estere, che replicano modelli organizzativi tipici delle locali calabresi, producendo una sorta di vera e propria colonizzazione di alcuni territori stranieri”. Uno dato che viene sottolineato è quello relativo alla: “sempre più massiccia ed incisiva, sia quantitativamente che qualitativamente, della“ndrangheta” in praticamente tutte le regioni del centro-nord, atteso che, accanto alle storiche presenze in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Lazio, sono attestate con chiarezza cellule solidamente impiantate in Liguria, Umbria, Veneto, e Marche”. L’operatività della ndrangheta, praticamente in tutte le regioni, si manifesta in molteplici forme e modalità “ed è proprio la capacità di adeguarsi alla diverse realtà territoriali, la connotazione che continua a rendere tale forma di criminalità una tra le più pericolosa organizzazioni criminali”.
Esculsivo Siderno
Animali in pericolo: c’è un serial killer Questa è una storia che non avrei mai voluto scrivere perchè è tra quelle storie che non avrei mai voluto ascoltare. Le segnalazioni in redazione sono arrivate una dietro l'altra e, in breve tempo, ogni tassello è andato a prendere il suo posto all'interno di un quadro inquietante che conferma come la mente umana sia un groviglio oscuro in cui, sempre più spesso, cavalcano scomposte orde barbariche. "A casa sua hanno trovato bambole senza testa". "Ha violentato diverse galline". "Ha tagliato la gola a un cane". "Sono scomparsi misteriosamente diversi gatti tra cui una cieca. Abbiamo sparso i cartelli con la micia per tutta Siderno ma non abbiamo ricevuto nemmeno una segnalazione. Eppure non sarebbe dovuta passare inosservata dal momento che, a causa della cecità,
Cronaca :Vile atto intimidatorio al vicesindaco di Riace Il 23 Maggio scorso Maurizio Cimino, vicesindaco del Comune di Riace è stato colpito da un atto intimidatorio. Mentre saliva a bordo della sua autovettura parcheggiata nel cortile della propria abitazione, notava sul parabrezza un giornale piegato su se stesso, all’interno del quale si trovavano due cartucce calibro 12 e un pezzo di carta con la scritta “dimettiti”. Chiamato il 112, sono immediatamente intervenuti sul posto i Carabinieri di Roccella e della Stazione di Riace per accertamenti del caso. Il Vicesindaco Maurizio Cimino si ritiene estraneo a quanto accaduto: nessun fatto personale o iniziativa politica è riconducibile a questo vile gesto intimidatorio.
si muoveva come fosse ubriaca". Queste sono solo alcune delle testimonianze di cittadini sidernesi e tutte portano a un'unica drammatica verità: per le strade di Siderno si aggira un misterioso serial killer che ha scelto come vittime preferite cani, gatti e galline. Il misterioso seviziatore, in realtà non sarebbe così misterioso: a quanto pare, infatti, è stata sporta contro di lui una denuncia presso il Tribunale di Locri, in seguito al gravissimo ferimento di un cane che l'uomo avrebbe rapito e del quale non è stato ancora rintracciato il proprietario. Oltre al gusto atroce di seviziare gatti e cani, sembrerebbe anche che l'uomo non riesca a trattenere le proprie pulsioni sessuali e si diletti in show a luci rosse all'interno di pollai: afferrerebbe dal collo le
malcapitate pennute obbligandole a subire rapporti sessuali. Tra le varie segnalazioni pervenute in settimana anche quella di un gatto ritrovato nei pressi della stazione legato ai binari con una corda, quella di un cane con la testa mozzata e le zampe spezzate disposte attorno, lasciato in strada sotto gli occhi di tutti, e quella di un altro cagnolino morto, molto probabilmente avvelenato, ritrovato sotto una macchina in via Misuraca. Non è certo che siano tutti riconducibili allo stesso carnefice. Quel che è fuori dubbio, invece, è che l'ombra cupa della pulsione di morte postulata da Freud ha preso corpo intrufolandosi per le vie di Siderno, agendo indisturbata per soddisfare piaceri perversi e spietati che hanno i tratti dell'incubo. Maria Giovanna Cogliandro
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MARE SPORCO a forza del nostro territorio, è risaputo, risiede nella sua innata capacità di attrarre grandi masse di turisti, nazionali e internazionali, durante i mesi estivi. Indipendentemente dalle condizioni delle strade, dei trasporti e, talvolta, persino igieniche e di civiltà che si registrano in alcune frazioni dei nostri bellissimi paesi, ogni anno decine di migliaia di forestieri invadono gioiosamente le nostre spiagge, fruendo anch’essi delle bellezze paesaggistiche e del meraviglioso clima del quale noi residenti godiamo tutti i giorni. Puntuale proprio come lo stormo straniero, tuttavia, ogni anno, con il sopraggiungere dell’estate, si ripresenta anche il vomitevole problema di un’acqua marina troppo spesso lurida e schiumosa, che impedisce la balneazione e fa registrare una flessione nei comunque confortanti numeri del turismo stagionale. Tale problematica, della quale in realtà il nostro mare soffre anche in inverno senza che, per ovvie ragioni, cittadinanza e amministrazioni se ne rendano conto (o vi diano peso), viene affrontata sempre in termini sbrigativi e poco efficaci, indipendentemente dagli appelli che sono ciclicamente prodotti da associazioni turistiche, sanitarie o civili. Questo genere di appelli, sempre importanti, assumono quest’anno un ruolo di maggiore rilevanza in relazione alla sporcizia delle acque registrata nell’estate 2015 e ai dati degli analisti che, considerato il clima di tensione sociopolitco vissuto in Europa e Medio Oriente a seguito degli attentati di Parigi o Bruxelles, ritengono che il sud Italia sarà protagonista indiscusso del flusso turistico internazionale dell’estate 2016. Lo sa bene l’associazione degli operatori turistici Jonica Holiday che, attraverso le parole di Maurizio Baggetta e Mario Diano, ha apportato proprio questa argomentazione per convincere i nostri amministratori a risolvere al più presto questa condizione. Lo sa anche l’Osservatorio Ambientale Diritto per la vita, il cui presidente Arturo Rocca da mesi chiede agli amministratori di focalizzare la propria attenzione sullo stato della depurazione nel nostro territorio, riscontrando una collaborazione minima. Facendo eco a questi due appelli, che abbiamo riportato sul numero scorso del nostro giornale, ci siamo fatti parte diligente del “sollecito al mare pulito” con gli assessori con delega all’ambiente di Bianco, Roccella Jonica, Siderno e Monasterace, cercando di registrare per voi lo stato dell’arte dei quattro depuratori della Locride. All’assenza di collaborazione per sopraggiunti impegni istituzionali di Bianco, che impedisce anche a noi di riferire quali siano le condizioni del depuratore che serve il paese e il suo vicinato, fanno da contraltare le risposte degli altri assessori. Si sente sicura del proprio impianto Roccella Jonica, alla quale lo stesso Osservatorio Ambientale aveva riconosciuto di essere in una condizione migliore rispetto a quella dei conterranei. L’Assessore Vittorio Zito, infatti, ci conferma che la quasi totalità delle abitazioni è collettato a una rete fognaria che fa confluire le proprie acque nere in un depuratore in grado di immettere “in mare acqua limpida con valori di batteri di molto inferiori ai massimi indicati dalla legge”. «Le acque in uscita - continua Zito - sono analizzate costantemente e i risultati concorrono alla attribuzione della bandiera blu, per la quale vengono richiesti valori di batteri molto più bassi dei minimi di legge. Nei giorni scorsi l'Osservatorio ha effettuato una visita guidata presso il depuratore, durante la quale abbiamo consegnato i dati richiesti che, per motivi amministrativi legati al fatto che l’impianto non sia gestito dal comune ma da altro soggetto, non avevamo ancora inviato. «È il caso di sottolineare - riprende poi l’assessore - che il fenomeno della presenza in mare di una leggerissima schiuma biancastra per poche ore e in specifiche condizioni è dovuta ad infiorescenze algali (forme di mucillagine), come più volte specificato dall'ARPACAL con studi anche recenti che hanno escluso qualsiasi forma di tossicità. In ordine, invece, alle acque sporche, non sono in grado di sapere quali interventi siano stati fatti sul territorio per migliorare i sistemi di depurazione. In assenza di seri interventi di collettamento e di una sana e costante gestione dei depuratori, la situazione generale della qualità delle acque di balneazione è destinata ovviamente a peggiorare. «Ma vorrei però evidenziare anche un'altra questione: non è possibile in nessun caso difendere il mare dall'inquinamento che proviene dal mare stesso o da altre coste. Questo, credo, non bisogna mai dimenticarlo».
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Per gli assessori all’ambiente di Siderno, Roccella e Monasterace la causa non va ricercata nei fondali marini. Sotto accusa le alghe.
“I depuratori non sono i colpevoli”
Roccella conferma di meritare la bandiera blu, Siderno è in difficoltà per la (non) gestione prefettizia, Monasterace deve compiere una messa a punto ma insiste sul quotidiano controllo dell’impianto.
Siderno, invece, è forse il paese che vive la condizione più complicata. Nonostante l’Assessore Anna Romeo ci abbia garantito che il depuratore è sempre in cima ai pensieri dell’Amministrazione Comunale, i cinque anni di commissariamento in cui l’impianto è stato abbandonato completamente a sé stesso hanno prodotto un accumulo di fanghi che ne ha ridotto drasticamente la funzionalità e sta obbligando la giunta ad affrontare spese straordinarie compatibilmente con l’ancora perdurante stato di dissesto economico. «Purtroppo - ci ha spiegato la Romeo - lo smaltimento di questi fanghi, alle condizioni attuali, può avvenire soltanto a Catania e, come se non bastasse, anche l’edificazione del nuovo impianto sta procedendo a rilento. Nonostante lo schema
di convenzione con la nuova società di gestione associata del servizio di collettamento e depurazione delle acque reflue sia stato sottoscritto il 28 agosto dell’anno scorso, infatti, il progetto non potrà essere attuato per un vizio burocratico, considerato che Siderno Ambiente non può subentrare alla precedente società fino a quando a essa non sarà liquidata l’IVA da parte della Regione Calabria. «La battaglia del Comune per avere delle acque pulite, comunque, non si ferma qui e penso di averlo dimostrato con la richiesta formale di un battello pulisci acque che ho avanzato poche settimane fa all’assessorato all’ambiente provinciale, dal quale ho avuto preliminare risposta negativa ma che conto di ricontattare al più presto». La richiesta dell’assessore, che potrebbe apparire “originale”, si fonda sulla medesima tesi illustrataci da Zito, che finisce con il rendere la piena funzionalità del depuratore meno propedeutica alla possibilità di avere delle acque limpide di quanto si sarebbe portati a credere. A Monasterace, infine, l’assessore Alessandra Nesci ammette la necessità di sottoporre il depuratore consortile a importanti lavori di messa a norma, ma sottolinea anche che le condizioni di manutenzione, affidate a una ditta esterna che controlla l’impianto quotidianamente, sono buone, motivo per il quale passa la palla alla Regione. «È infatti il Dipartimento Ambiente Calabria che ci deve consegnare i fondi per questa messa a norma, ma ci è stato assicurato che questa somma dovrebbe esserci consegnata a breve. «L’Amministrazione, comunque, ha provveduto periodicamente a uno smaltimento massiccio dei fanghi accumulati nelle vasche, pertanto dubito che il mare schiumoso possa essere il risultato di un cattivo funzionamento del nostro impianto, tesi confermata dai risultati delle analisi condotte da ARPACAL sullo stato delle nostre acque. «Proprio sulla base di questi dati, anzi, mi sento di affermare senza tema di smentita che Monasterace non soffre il problema delle acque paventato dall’Osservatorio Ambientale o da Jonica Holiday, pertanto siamo certi di offrire un’altra bella estate a tutti coloro che vorranno trascorrere le proprie vacanze sulle nostre spiagge». Il generale sgravio di responsabilità nei confronti degli impianti ci lascia con un dubbio: sono le associazioni a ingigantire il problema per eccesso di zelo o gli assessori a minimizzarlo? Monitoreremo le acque credendo alle ragioni di entrambe le parti, ma resta il fatto che, per la salvaguardia delle basilari condizioni igieniche dei nostri paesi, i depuratori di zona abbiano urgente bisogno di un check up. Jacopo Giuca
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LA COPERTINA
DOMENICA 29 MAGGIO 7
Piercamillo Davigo e Federico Cafiero De Raho puntano i cannoni contro la politica calabrese. La politica calabrese non reagisce e impaurita si assoggetta
CAFIERO DE RAHO: “La 'ndrangheta governa la Calabria”. DAVIGO: "I politici non hanno smesso di rubare, hanno smesso di vergognarsi"
Attacco incrociato “V ILARIO AMMENDOLIA
“Venga Davigo ad amministrare uno dei nostri comuni, tenendo conto che un magistrato di Cassazione percepisce uno stipendio di circa 35 mila euro al mese, un sindaco della Locride, in media, ne percepisce meno di ottocento”.
enerdì scorso a Roccella Jonica si è svolto un incontro tra il vice ministro Bubbico e gli amministratori della Locride che ho abbandonato alle 13 quando è stato chiaro che si stava celebrando l’ennesimo “rito” propiziatorio assolutamente privo di contenuti. Nel corso del suo intervento Bubbico ha candidamente detto che quando si viene dalle nostre parti, è usuale raccomandare la massima attenzione a chi si stringe la mano o con chi ci si fa fotografare. Nessuno ha pensato di rispondere per le rime. Contenti “loro”, contenti tutti! Così come mi fanno pensare le parole del presidente dell’associazione nazionale magistrati quando afferma “i politici non hanno smesso di rubare ma hanno smesso di vergognarsi”. A queste parole taglienti come una spada si aggiungono quelle, certamente più misurate, del procuratore di Reggio Cafiero De Raho: “La 'ndrangheta governa la Calabria”. Se le parole hanno un senso i nostri politici sarebbero ladri per vocazione e strumenti della 'ndrangheta per propria inclinazione. È proprio così? Oppure le parole pronunciate sono destinate a trasformarsi da “venticello sottile” in una pericolosa bufera capace di distruggere la democrazia? Davigo nell’atto di pronunciare la frase è un rivoluzionario o un qualunquista? Quanto afferma De Raho corrisponde a quanto succede dinanzi ai nostri occhi? Verifichiamo nella nostra realtà le parole dei due magistrati. Tenteremo di farlo senza alcun pregiudizio ma, nella misura in cui ne saremo capaci, con estre-
mo rigore scientifico. Nelle Locride ci sono 42 sindaci. Non li conosco tutti ma quasi. Quelli che conosco non sono malfattori nè svergognati. Nella stragrande maggioranza non sono neanche uomini di paglia con un capo cosca alle spalle. Non ne farei né una questione di “destra”, né di “sinistra”. Né di sindaci dei paesi più grandi, né di quelli più piccoli. Sono stati eletti dai cittadini e vivono la loro esistenza sotto gli occhi di tutti. Giudicarli tutti malviventi solo perché “politici” sarebbe oggettivamente un insulto alla nostra intelligenza e alle nostre scelte. Mi sentirei di dire la stessa cosa riguardo alla poche persone della Locride che nell’ultimo mezzo secolo sono entrati alla Camera o al Senato. Da Giuseppe Fimognari a Sisinio Zito, da Virgilio Condarcuri a Pietro Fuda, da Mimmo Bova a Franco Crinò o a Maria Grazia Laganà. Siamo garantisti con chiunque anche rispetto a chi vorrebbe innalzare in ogni piazza una pubblica gogna. Ovviamente ci può essere qualche corrotto o qualche colluso, esattamente e nella stessa misura che lo si potrebbe trovare in altre categorie. Negli impiegati e negli imprenditori, nei magistrati, nei preti, o nei carabinieri. Altra cosa è discutere delle capacità o della adeguatezza dei “nostri” politici. In questo campo ognuno di loro ha determinate caratteristiche e ognuno di noi è libero di avere le proprie idee a proposito. Quasi sicuramente la classe dirigente, salvo qualche eccezione, non è (e non è stata) adeguata, né portatrice di alcun progetto, né particolarmente attenta ai bisogni dei meno tutelati. Questo però è un altro discorso! Se quanto ho detto è vero, potremmo conclu-
dere che individualmente i nostri eletti sono persone oneste ma quasi tutti sono colpevoli di viltà e di codardia. Dinanzi alle accuse, restano muti quasi fossero di bronzo. Pronti alla rissa con il proprio dirimpettaio per un nonnulla, silenti quando l’accusa scende dall’alto. Questa rinuncia preventiva alla difesa della loro dignità offende le comunità che li hanno eletti. Politica non è solo costruire una piazzetta o occuparsi dei rifiuti anche se tali compiti sono onorevoli e doverosi. Politica è anche difendere la propria onorabilità e quella dei propri elettori. Venga Davigo ad amministrare uno dei nostri comuni, tenendo conto che un magistrato di Cassazione percepisce uno stipendio di circa trentacinquemila euro al mese, un sindaco della Locride, in media, ne percepisce meno di ottocento. Un contadino in pensione neanche quelli. La ricchezza smodata non è un furto. Non lo è stata neanche l’imposizione della tassa del macinato che affamava i poveri per tutelare i privilegi dei “nobili”. Per quanto riguarda le parole di De Raho comprendo che non sono state dette con l’intenzione di offendere alcuno. Tuttavia farei una premessa e qualche osservazione. Un PM autorevole come De Raho, secondo me, avrebbe il dovere di indicare luoghi, fatti e circostanze. Un’accusa sparata nel mucchio autorizza servizi televisivi e giornalistici oggettivamente calunniosi e diffamatori verso la nostra Terra. Chi volete che investa in una Regione “governata” dalla 'ndrangheta? Chi volete che venga in vacanza in una Calabria criminale? Se il PM di Reggio avesse detto che la classe
dirigente nel suo insieme, presente e passata è - ed è stata - decisamente inadeguata sino al punto di favorire, con la propria incapacità, la penetrazione delle cosche nei gangli vitali della società avrebbe detto il vero. Se avesse affermato che le classi dirigenti calabresi (non solo i politici) ma tutti - e senza esclusione di casta - sono storicamente impregnati di mentalità mafiosa, saremmo stati completamente d’accordo con lui. Dire che la 'ndrangheta governa la Calabria è altra cosa. Comunque, se fosse vero, a qualcuno bisognerebbe ascriverne il “merito” e nessuno pensi che, in questo caso, sul banco degli imputati ci sarebbero solo “i politici”. Un’ultima osservazione alle parole di De Raho. La 'ndrangheta governa la Calabria? Da chi è composta l’opposizione? Ogni governo ha una sua opposizione aperta o clandestina.Ovviamente mi sentirei di escludere dall'opposizione questi partiti politici che prendono i voti in Calabria ma hanno testa e cuore altrove. Escluderei i sindacati. Ma anche le procure e la burocrazia. Cantava De Andrè: “Non siamo così coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni!” Lui era un poeta, ma la cosa certa è che ogni potere tende a degenerare e diventare tirannico tanto più sfugge al controllo popolare. Probabilmente l’unica vera opposizione muta e rassegnata - forse clandestina - è quella del popolo calabrese. Un popolo che non ha più la forza di reagire e “con botte di legni e con sassi si fa guidar da un fanciull che non ha possa e di cui si potria disfar con una scossa.”. E anche questo costituisce una colpa!
“NELLA LOCRIDE CI SONO 42 SINDACI. QUELLI CHE CONOSCO NON SONO MALFATTORI NÈ SVERGOGNATI. MI SENTO DI DIRE LA STESSA COSA RIGUARDO ALLA POCHE PERSONE DELLA LOCRIDE CHE NELL’ULTIMO MEZZO SECOLO SONO ENTRATI ALLA CAMERA O AL SENATO. DA FIMOGNARI A ZITO, DA VIRGILIO CONDARCURI A PIETRO FUDA, DA MIMMO BOVA A FRANCO CRINÒ O A MARIA GRAZIA LAGANÀ ”.
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Sonogiàstateresenotelelisteeicandidatiasindacodi tuttiicomunichiamatialleurneilprossimo5giugno.Ma perchivotare?Perrendereunpo’piùchiareleideeagli elettori,terminaoggilapanoramicacheilnostrogiornale staconducendosuiprogrammielettoralidiogni candidatoasindaconeiseipaesidellaLocrideche potrannoesprimereunapreferenza(ègiànotoilrinnovo dellagestioneprefettiziaadAfricoeSanLuca).
Politica
a cura di Jacopo Giuca
Giancarlo Miriello - Insieme per Stilo
STILO
Il sindaco uscente Giancarlo Miriello, capolista di Insieme per Stilo, rinnova la propria candidatura puntando all’efficienza della politica e alla qualità dei servizi offerti ai cittadini. Raggiungere questo obiettivo, per la sua coalizione, significa semplificare le prassi amministrative, prevenire la corruzione e mettere in pratica una sana gestione della politica economica, dunque applicare una serie di provvedimenti urbanistici che garantiscano a Stilo di rafforzare la propria identità di città d’arte e di avviare uno sviluppo economico che passi anche dal turismo. Per questa ragione, Miriello elenca ben 21 lavori pubblici da realizzare entro i primi tre anni di amministrazione e completa la propria presentazione sottolineando quanta importanza ha intenzione di riservare all’occupazione e all’associazionismo, allo sviluppo di commercio e agricoltura, alle politiche sociali e ai servizi sanitari e alla formazione dei cittadini di domani attraverso la scuola e le attività sportive.
Rafforzamento o rinascita per un domani migliore Alla continuità di Giancarlo Miriello, amministratore per due mandati consecutivi e in grado di offrire ai suoi cittadini una lista giovane, fa eco un gruppo innovativo e, per la maggior parte, femminile, quello guidato dal consulente previdenziale con fede politico progressista Antonio Marrapodi.
Antonio Marrapodi - Per la rinascita Saranno i cittadini i veri protagonisti della politica di Antonio Marrapodi e della lista Per la rinascita. Il candidato vuole un’amministrazione collegiale, serena e trasparente, alla base di uno sviluppo produttivo ed economico che osservi con riguardo le “fasce deboli” e salvaguardi le le famiglie. Nel rinnovo del Piano Strutturale Comunale, pertanto, ci sarà spazio per l’introduzione del baratto amministrativo, per sanare i disagi dei diversamente abili e degli anziani, creare aree Wi-Fi e infopoint e zone per lo svolgimento di attività ludico ricreative. Grande attenzione sarà riservata alla riqualificazione del centro storico, alla viabilità e all’ambiente con l’implementazione delle energie rinnovabili. L’attenzione per tutte le forme di turismo dovrebbe dare una spinta economica al paese, che riserverà attenzione anche alle quote rosa (nell’amministrazione come nella quotidianità) e agli animali (al centro di un programma che riduca il randagismo e ne migliori lo stile di vita)..
Domenico Stranieri Insieme per Sant’Agata Domenico Stranieri e Insieme per Sant’Agata si presentano con un programma concreto. Politiche sociali innanzitutto: inserimento nel mondo del lavoro e assistenza agli anziani impediranno la fuga dei cittadini come la differenziata e i progetti di politica ambientale. Borse di lavoro, sportello informativo, doposcuola, iniziative sportive e rinascita della scuola musicale sono altre priorità. La montagna sarà più accessibile con nuove vie di comunicazione e impianti di idroelettrici, che ne agevoleranno il potenziale turistico come avverrà nel centro storico, i cui palazzi verranno restaurati. I finanziamenti europei risolleveranno le sorti dell’agricoltura la realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili sarà un toccasana per l’ambiente e il portafoglio dei cittadini. Ultimi, ma non per importanza, prevenzione del dissesto idrogeologico e la promozione del paese attraverso i mass media e la creazione di un albergo diffuso, che incentiveranno il turismo nell’area.
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A una settimana delle elezioni amministrative abbiamo finalmente completato il nostro viaggio tra i candidati nei paesi chiamati alle urne. Scegliete con oclutaezza il vostro prossimo sindaco e… Buon voto!
SANT’AGATA DEL BIANCO: L’esperienza affronta una bella novità Dopo dieci anni, Giuseppe Strangio non ha perso la voglia di gestire la res publica. La solidità della sua posizione, tuttavia, potrebbe presto venire minata dalla giovane lista di Domenico Stranieri che, anche senza esperienza, dimostra con un programma intrigante di poter essere un concorrente valido.
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Giuseppe Strangio Tre spighe di grano
Dedica ampio spazio a ciò che ha realizzato in dieci anni di amministrazione, Giuseppe Strangio, capolista di Tre spighe di grano e pronto a rimettersi in discussione per far seguire la retta via al proprio paese. Il programma elettorale del candidato più esperto poggia sulla capacità aggregativa, sul coinvolgimento del cittadino e sulla centralità della persona umana, basi di una democrazia partecipata, solidale e di politiche di sviluppo che puntino al miglioramento della qualità della vita. Per queste ragioni il confronto tra amministrazione e cittadinanza e con i paesi limitrofi è fondamentale, così come la prosecuzione dell’opera di riqualificazione urbana, il controllo delle politiche di spesa, il rafforzamento delle aree commerciali e culturali e la creazione di servizi dedicati a ogni genere e fascia d’età. Occhio di riguardo per la scuola e per lo sport sono solo gli ultimi due punti per i quali Strangio ritiene di meritare il rinnovo della fiducia da parte dei suoi elettori.
ATTUALITÀ
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DOMENICA 29 MAGGIO 10
La Camera Penale di Locri si confronta L’appuntamento con le storiche su Appalti, Corruzione ed Economia 500 da Locri a 1 giugno Portigliola 2 giugno La Camera Penale di Locri ha organizzato un importante convegno sul tema Appalti, Corruzione ed Economia, che si svolgerà a Locri il 1° giugno alle ore 15:30 presso il Palazzo della Cultura. L'argomento è di grande attualità anche alla luce della nuova normativa prevista nel codice degli appalti pubblici, di recente approvazione. Il tema trattato è particolarmente importante soprattutto con riferimento agli aspetti che riguardano la responsabilità amministrativa-contabile dei pubblici dipendenti e del fenomeno della corruzione negli appalti pubblici. Altro aspetto importante che verrà trattato è quello degli effetti politici ed economici, che incidono sul territorio, in virtù delle interdittive antimafia che vengono disposte nei confronti delle imprese. Relatori del convegno sono tra i maggiori esperti italiani in materia di economia, appalti e giurisdizione. Il Convegno data l’importanza dei temi trattati sarà accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Locri con 5 crediti formativi.
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Un evento che non ha bisogno di presentazioni perché ormai celebre e ogni anno diventa sempre più grande e coinvolge con entusiasmo sempre più appassionati della mitica 500. L’appuntamento è per il 2 giugno, in piazza dei Martiri, dove il club Fiat 500 Locri attenderà da ogni parte d’Italia tutti i veicoli che si incontreranno per il 9° Raduno Fiat 500 Locri. Gli organizzatori, nel ringraziare quanti hanno creduto nel progetto, annunciano che quest’anno la kermesse sosterrà le iniziative dell’Unicef.
Il Comune di Roccella Jonica e lo stadio “Ninetto Muscolo” sono stati scelti per lo svolgimento di alcuni incontri del 55° Torneo delle Regioni di Calcio a 11. La manifestazione, in programma dal 28 maggio al 4 giugno, si svolgerà in Calabria, dove si disputeranno le gare di 4 categorie, Juniores, Allievi, Giovanissimi e Calcio Femminile, in rappresentanza di tutte le regioni italiane. Le manifestazioni si terranno sul lungomare presso lo spazio “Delle Colonne” dove il Comune offrirà un buffet di benvenuto.
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Sant’Ilario tra i luoghi di Sport: sabato 4 giugno una giornata di festa 4 giugno
Sant'Ilario dello Ionio e Mammola sono stati inseriti dal CONI tra i "luoghi di Sport". Il progetto, teso a coinvolgere adulti e bambini in varie discipline sportive, con la guida di operatori qualificati, vede Sant'Ilario protagonista grazie all'impegno del consigliere Tonino Carneri e di tutta l'amministrazione comunale. Sabato 4 giugno, a partire dalle ore 17:00, si terrà nella cittadina ionica la Giornata dello Sport. Prevista la presenza delle massime autorità sportive del Coni provinciale.
Lo stadio “Muscolo”di Roccella ospita il 55°Torneo Calcistico delle Regioni
Le ragioni del No alla riforma costituzionale saranno discusse a Siderno 4 giugno
Sabato 4 giugno, alle ore 18:00 si discuterà, a Siderno, della recente riforma costituzionale.All’incontro dal tema Riforme o deforme costituzionali ed elettorali. Le ragioni del No, che si terrà nella Villa Comunale, parteciperanno Walter Nocito, Professore Universitario presso l’UNICAL e, dopo i saluti di Pietro Fuda, sindaco di Siderno, Ercole Macrì, assessore alla cultura, Antonino Zumbo, ex segretario Regionale CGIL FILT e i componenti del locale comitato referendario Oppedisano, Tinelli, Frascà.
Il Caffè Letterario di Bovalino presenta il film l’angelo di Alfredo 4 giugno Il prossimo sabato 4 giugno, alle ore 18:00, presso il Caffè Letterario Mario La Cava di Bovalino, in Corso Umberto I, 112, si terrà un convegno durante il quale sarà proiettato il docufilm L’angelo di Alfredo, un film sull’impresa di Angelo Licheni, il volontario che a Vermicino, nel 1981, effettuò l’ultimo estremo tentativo per salvare il piccolo Alfredo Rampi. Per l’occasione, al termine della proiezione, interverranno il regista della pellicola Fabio Marra e il Giornalista RAI Domenico Logozzo.
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SIDERNO
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Gli abitanti di contrada Pantanizzi si ritrovano ancora una volta a vedere messa a serio rischio la loro salute. Negli anni '80-'90 la minaccia arrivava dalla fabbrica di prodotti chimici denominata "BP", oggi a immettere nel mare e nel cielo di Siderno acidi altamente dannosi è la Sika, produttrice di polimeri utilizzati come additivi per cementi e calcestruzzi.
CASO SIKA
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DOMENICA 29 MAGGIO 12
Salute o sviluppo al cianuro? Tra gli acidi emessi nell'atmosfera quello solfidrico che, ad alte concentrazioni, ha una tossicità paragonabile al cianuro, a basse dosi può causare disturbi neurologici, respiratori, cardiaci. Potrebbe anche essere collegato a una maggiore insorgenza di aborti spontanei nelle donne, nonchè stimolare la comparsa di cancro al colon.
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO a stessa area in passato era stata teatro di battaglie da parte dell'alEcologico Comitato lora Pantanizzi. Una lotta che richiese anche diverse interrogazioni parlamentari, negli anni '80 da parte di Giorgio Nebbia, Stefano Rodotà e Vincenzo Fantò, negli anni '90 da parte del roccellese Mimmo Bova. Sin dal 1979 nella frazione Pantanizzi di Siderno sorgeva una fabbrica di prodotti chimici denominata "BP". Stando all'interrogazione del 31 gennaio 1984 di Nebbia, Rodotà e Fantò, la fabbrica produceva cianoguanidina e comportava per la popolazione di Siderno un fastidioso e nocivo odore attribuito a sostanze mercaptaniche. Inoltre, a seguito di indagini svolte dall'Università della Calabria e dall'Università di Catania, era stato accertato che la fabbrica immettesse nell'atmosfera, oltre ad altri gas, anche metilmercaptano, un gas incolore caratterizzato dall'odore fetido, simile al cavolo marcio. Di vero e proprio inquinamento ambientale si parlò nell'interrogazione parlamentare del 29 novembre 1994 a firma di Mimmo Bova, in cui si ribadiva che, a causa delle costanti esalazioni e immissioni di gas maleodoranti e tossici, i cittadini di
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Pantanizzi erano "frequentemente affetti da nausee, vomito, irritazioni, allergie e dunque costretti a vivere in condizioni intollerabili". Si sottolineava, inoltre, che la situazione era da tempo oggetto di proteste ed esposti alle varie autorità competenti ma non aveva sortito concreti effetti. Negli anni alla BP subentra Axim Italia Spa che nel 2013 viene acquisita da Sika Italia Spa: anche questa azienda lavora sostanze chimiche (produce polimeri acrilici per additivi per cemento e calcestruzzo) e anche in questo caso i cittadini residenti nella zona si sono fortemente preoccupati a causa del malessere olfattivo e dei possibili rischi per la salute. Nel novembre 2013 scrivono una lettera indirizzata, tra gli altri, alla Commissione Straordinaria del Comune di Siderno, al Procuratore della Repubblica di Locri, alla D.D.A. di Reggio Calabria, all'Arpacal, al responsabile dell'Ufficio Igiene e malattie preventive dell'Asp. Nella lettera chiedono che la Sika, "non voluta altrove e fonte di malessere, venga rimossa dal luogo in cui è stata sconsideratamente collocata, con grave mancanza di assunzione di responsabilità da parte delle Autorità comunali, le quali non hanno tenuto in alcun conto che essa sarebbe stata posizionata in pieno centro abitato". Inoltre chiedono di conocere il tipo di produzione in essere, le sostanze chimiche utilizzate e pro-
dotte, se l'impianto operi nel rispetto delle leggi e dove vengano scaricate le acque reflue dei prodotti lavorati. Nessuna risposta giunge dalle istituzioni. Nessuno si preoccupa di informarsi per fornire lumi. Come per dire "noi non vogliamo sapere perchè sapere significa essere responsabili". Oggi la Sika continua a immettere nel cielo e nel mare di Siderno acidi altamente dannosi per la salute, com'è emerso da un'analisi effettuata da chi in passato si è battuto all'interno del Comitato Ecologico Pantanizzi. In particolare la Sika fa uso di acido poliacrilico, altamente corrosivo che, se portato a contatto con la pelle provoca gravi ustioni distruggendo rapidamente l'intero spessore del tessuto cutaneo; inoltre è pericoloso per l'ambiente essendo molto tossico per gli organismi acquatici. Altro acido utilizzato è quello solforico: l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha stabilito che l'esposizione sul posto di lavoro ai vapori di acidi inorganici forti contenenti acido solforico è cancerogena per l'uomo. Il prodotto danneggia gravemente le mucose e le vie respiratorie superiori nonchè gli occhi e la cute. Può provocare edema laringeo, bronchiale e polmonare. Inoltre, nell'atmosfera vengono emessi - in particolare dal camino 3, interessato nella fase di miscelazione - composti organici volatili (COV),
responsabili di una vasta gamma di effetti, che vanno dal disagio sensoriale sino a gravi alterazioni dello stato di salute (cancro); idrogeno solforato (o acido solfidrico) che, ad alte concentrazioni, viene classificato come veleno la cui tossicità è paragonabile al cianuro, a basse dosi può causare disturbi neurologici, respiratori, motori, cardiaci e potrebbe essere collegato a una maggiore insorgenza di aborti spontanei nelle donne, nonchè stimolare la comparsa di cancro al colon. Altrettanto pericolosi sia per l'uomo che per l'ambiente sono il biossido di azoto e il biossido di zolfo: entrambi procurano irritazioni alle mucose dell'apparato respiratorio, agli occhi e alla pelle, contribuiscono all'acidificazione delle precipitazioni con conseguente deterioramento degli edifici e delle opere d'arte; il biossido può portare anche alla paralisi del sistema nervoso centrale. Nonostante questo la Sika si sponsorizza dichiarandosi socia del Green Building Council Italia, associazione no profit nata per favorire e accelerare la diffusione di una cultura dell’edilizia sostenibile che limiti gli impatti nell'ambiente. Ma ci crede davvero o è l'ennesima spudoratissima faccia tosta? Nel frattempo gli abitanti di Pantanizzi si ritrovano ancora una volta a vedere messa a serio rischio la loro salute, barattata impudentemente con lo sviluppo... di privati.
GERENZA
Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO L’ANGOLO DI PARRELLO
Napoleone e i Generali Napoleone Bonaparte voleva che al comando del suo esercito ci fossero Generali anche fortunati, in quanto non lo interessavano quelli che erano soltanto preparati. Spesso infatti affermava che "è bene che i Generali siano intelligenti ma se sono fortunati è molto meglio". Tutto sommato è così anche nella vita: una persona brava, se è anche fortunata, è certamente più avvantaggiata. Vale per tutti, uomini e donne. Alla base certo la bravura, la competenza e la capacità ma anche la fortuna. Penso, dunque, che Napoleone avesse ragione. Almeno in...."generale". Franco Parrello
Basta critiche all'amministrazione comunale, uniti si vince! L'amministrazione ha bisogno di tutti noi per venire a capo di questo momento delicato. Non è vero che chi governa da un anno non ha fatto nulla, come si vocifera qua e là in città. Le condizioni in cui si sono trovati gli amministratori erano troppo drammatiche per pretendere, ad oggi, opere maestose. Un anno fa, noi a b b i a m o espresso il nostro consenso per farci guidare fuori dal tunnel. Gli amministratori stanno lavorando e col tempo si vedranno i frutti. Ci sono tante opere in cantiere: il sindaco Fuda e la sua squadra stanno facendo l'impossibile ma è assai difficile cancellare anni bui con un colpo di spugna. Gli anni di commisariamento hanno portato più male che bene, pesando sulle casse comunali e sprofondando Siderno in una inarrestabile voragine. Si sta cercando di rimediare ma nessuno ha la bacchetta magica e vorrei farvi notare che siamo ancora in dissesto, anche se inizia a intravedersi una luce in fondo al tunnel, grazie all'impegno instancabile di tutti. La squadra c'è ed è formata da professionisti seri, onesti e grandi lavoratori. Le critiche fanno bene se sono costruttive e nella direzione giusta. Adesso vi auguro una buona estate con la speranza che uscendo dal dissesto, la macchina operativa si metta in moto e tutte le opere in cantiere incomincino a vedersi piano piano. In gergo calcistico: Forza Siderno, risorgeremo! Uniti si vince! Giuseppe Belligerante
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DOMENICA 29 MAGGIO 14
RISPOSTA ALL'ARTICOLO "TEMPESTA NELLA LOCRIDE"
Ècolpa delle serie televisive? ull’influenza dei massmedia, e in particolare della televisione, sul suo effetto di manipolazione e addirittura sul suo uso come strumento di una radicale “mutazione antropologica”, sono ormai un classico gli “Scritti corsari” di Pasolini, usciti nel 1975, l’anno stesso della sua morte, che analizzano la convulsa trasformazione della società italiana nel corso degli anni Sessanta e Settanta come effetto congiunto della penetrazione dell’economia di mercato in una società (quella italiana) ancora arcaica e arretrata e della diffusione capillare (ma soprattutto, intrusione!) delle trasmissioni televisive nell’intimità del focolare domestico. Un’analisi che anticipa o comunque si pone in sintonia con quelle divenute celebri della cosiddetta “scuola di Francoforte”, con quella di Jacques Lacan incentrata sul concetto del “discorso del capitalista”, e via di seguito, le quali mettono tutte a fuoco la paradossale natura totalitaria del neocapitalismo, dove l’uomo è omologato, ridotto e degradato a soggetto passivo di consumo, a “sostanza pulsionale” perennemente sollecitata dal sistema pubblicitario e dall’industria dell’intrattenimento e dello spettacolo, dove la soddisfazione del consumatore è anticipata ed eccitata con massicce dosi di volgarità e violenza. (Ed è degno di nota che nella ricorrente – ma strumentale – bagarre televisiva di qualche anno fa sul cosiddetto conflitto di interesse questa elementare verità sul potere dei mezzi di comunicazione di massa, e dunque sull'abnormità del monopolio di Mediaset, non sia riuscita a fare breccia.) È vero quindi che volgarità e violenza esercitano un fascino perverso, ed è vero che l’industria dell’intrattenimen-
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to e dello spettacolo televisivi sfruttano senza ritegno e cinicamente queste inclinazioni, perché è funzionale al sistema, perché fa business. Dunque non v’è dubbio sull’effetto perverso di alcuni programmi che si rivolgono soprattutto ai giovani, che stanno allevando una generazione acefala, apatica, svuotata di linfa morale, vittima di un edonismo e un narcisismo distruttivi, sempre più osceni. Ma che c’entrano le serie televisive “Gomorra” e “Romanzo Criminale” con i sintomi preoccupanti di una nuova emergenza criminale nella Locride, quella della microcriminalità giovanile del “fai da te”, che ha cause sì complesse, ma radicate nel nostro territorio, nella mancanza di prospettive, nel sentimento di una crescente frustrazione che genera aggressività, nello scollamento tra scuola e territorio, che fa della prima non la strada maestra dell’inserimento a pieno titolo del giovane nella comunità quale membro attivo in grado di dare il suo contributo al benessere comune, ma l’anticamera dell’emarginazione, di un’attesa vuota di speranza?
Ma che razza di nesso causale tra la “serie “di Gomorra o Romanzo criminale e la “serie” delle rapine a Siderno? È valido iniziare un’analisi del fenomeno additando due produzioni televisive che hanno comunque contribuito a squarciare il velo, che hanno avuto il merito di riprodurre in una sorta di presa diretta alcuni momenti cruciali dello sviluppo della criminalità organizzata nel nostro paese nei suoi nessi con l’economia e la politica? Ha senso iniziare in questo modo un’analisi, e tacere su tutto il resto? La contrapposizione tra “muli da basto” e “stalloni dopati” non è chiara. Don Vito, “mulo da basto”, lascia una Sicilia rurale ed arcaica per fare la sua brillante carriera negli Stati Uniti, così come negli anni Settanta una banda di delinquenti parte dalla periferia di Roma per diventare una potente organizzazione criminale – la banda della Magliana – dedita al narcotraffico, della quale fa parte a che il Dandi, “stallone dopato”, citato nell’articolo. E allora? In Gomorra si raccontano le vicende di potenti clan della camorra napoletana,
che fanno la spola con l’America Latina, che si fanno la guerra, controllano il territorio, e così via. Che cosa sono, “muli” o “stalloni”? Certo, il criminale di oggi vive nel mondo postmoderno della finanza globalizzata e riciclante, vittima anch’esso della dissoluzione consumistica dei valori tradizionali, e della famiglia, dedito al culto di stesso, succube del mito del denaro. Ecco che dal sentimentalismo romantico del fido Clemenza, che rispetta il gentil sesso, si è passati al cinismo del Dandi: “Problemi di donne Fre? Se vuoi essere sereno nella vita, le donne te le devi compra.” Ma questa è una degenerazione antropologica, e l’affermazione del Dandi, anche grazie agli auspici del nostro Cavaliere nazionale, sarebbe purtroppo sottoscritta da molti, criminali e non. L’enfasi sullo “stallone dopato” potrebbe però avere il senso di sottolineare come oggi prevalga la smania di ottenere subito quello che si vuole – dopandosi, appunto -, eludendo il sacrificio, che anche chi prende la via del male e dell’illegalità non può eludere. Forse, alcuni giovani si fanno ubriacare dalle scene (televisive!) di bella vita dissoluta di criminali arricchiti, che sul bordo di una piscina con in mano un bicchiere di champagne stanno in compagnia di donne discinte, immediatamente disponibili, e s’illudono di poter trovare uno scorciatoia per tanta dissipazione. Non sanno che per fare carriera nel malaffare ci vuole testa, e impegno costante, ma si tratta comunque di un impegno rivolto al male, animato dalla smania di arricchimento a tutti i costi – quella che muove l’agire del “mulo da basto”. Gaetano Riggio
TERME DI ANTONIMINA
PerlaminoranzaCondellinonvuoleilconfronto Chi alza la voce, chi interrompe, chi non fa parlare e devia dagli argomenti oggetto di confronto, oltre a difettare di stile, non vuole o non sa argomentare. Non rispetta il prossimo, abusa del suo ruolo, alza il tono di voce per sovrastare gli altri e soprattutto non risponde all’interrogazione presentata riguardante il futuro del paese. È il caso del sindaco di Antonimina Condelli, che a una precisa e importante interrogazione proposta dalla minoranza, riguardante l’avvenire gestionale delle terme, non ha fornito alcuna delucidazione in merito. Non ha minimamente risposto all’interpellanza, ed è ora evidente perché abbia voluto negare la seduta consiliare aperta alla partecipazione dell’intera popolazione adducendo: “non intendo dare spazio a personaggi per fare reclami”. Ha voluto evitare che tutti sapessero che non esiste un progetto, un’idea definita e attuabile subito, per risolvere la grave situazione, garantendo serenità lavorativa e certezza della retribuzione ai dipendenti. Lo stesso sindaco ha preferito spostare la discussione su avvenimenti passati, tra l’altro già ampiamente trattati in precedenti consigli comunali. Questo gli ha consentito di non rispondere all’interrogazione che era incentrata sostanzial-
mente sulla futura strategia gestionale delle terme (e non soltanto sui titoli di proprietà), argomento importante e vitale non solo per la comunità Antoniminese, ma anche per l’intero territorio Locrese, essendo la stessa risorsa termale di valenza comprensoriale e regionale. Ma il sindaco non solo non ha sfiorato la questione, (futuro delle terme, bando, privatizzazione, ecc.), ma nel momento in cui il consigliere di minoranza Pelle ha chiesto la parola per formulare il proprio intervento, incentrato sull’interrogazione oggetto di convocazione, lo stesso Condelli lo ha ripetutamente interrotto costringendolo a troncare. E non è la prima volta che il primo cittadino usa questa strategia. Le costanti interruzioni e le varie battute sarcastiche, “per conquistare questa poltrona state facendo un danno”, mirano a sviare il problema, a non discutere serenamente e costruttivamente sugli argomenti che la minoranza ritiene centrali per la comunità di Antonimina. E’ da precisare anche che quanto sostenuto nell’ultima seduta di consiglio dal sindaco, e non oggetto di interrogazione, non solo risulta non veritiero, ma fuorviante. Ci si domanda perché lo faccia? L’opposizione pensa che non sapendo
definire la problematica terme, non avendo un progetto globale e di lungo termine, non riuscendo costruttivamente a comunicare con l’amministrazione comunale di Locri, il sindaco preferisca non esprime la sua idea, la sua visione e quindi non diffonde il suo programma. Ma tenta, con poca scaltrezza, di addossare le intere responsabilità gestionali alla precedente amministrazione. Infatti espone i consuntivi a partire 2007 e omette di commentare i consuntivi dal 2002 al 2006, quando allora il sindaco era proprio lui. Ed è proprio in quel periodo che i due sindaci di Antonimina e di Locri hanno chiesto alla Prefettura un commissario per l’adeguamento dello statuto. Il Commissario Prefettizio dott.ssa Nicolò, non solo elaborò lo statuto, ma gestì le terme tra il 2006/2007 e a conclusione del suo mandato, nella relazione conclusiva, così si espresse: “Sin dal momento dell'insediamento ho registrato una complessa, preoccupante e deficitaria situazione finanziaria”. Tale preoccupazione scaturiva non soltanto dal non pagamento da parte dell’ASL, ma anche dai rendiconti negativi degli anni precedenti, (gestione Condelli), da lei stessa approvati. In consiglio il sindaco ha affermato che il Commissario
Prefettizio non ha riscontrato negatività finanziarie (debiti), ma soltanto criticità gestionali. Bisognava anche che il sindaco nella seduta di consiglio comunale spiegasse come mai in questi due ultimi anni le terme, malgrado una programmazione molto enfatizzata nei consigli comunali di Locri e Antonimina, avessero registrato un quadro finanziario negativo, e a causa di ciò l’assemblea consortile avesse deciso di locare/privatizzare le terme. Il gruppo di opposizione in consiglio comunale, non voleva comunque assolutamente entrare in polemica, ma conoscere il progetto di breve e lungo termine della maggioranza sulla futura gestione termale, ed eventualmente contribuire a formulare insieme una buona programmazione. Peccato che così non sia stato. Il lettore che intendesse approfondire l’argomento lo può fare leggendo la delibera di consiglio comunale del 10/05/2016 e i documenti allegati. Da questi può evincere sia la sostanza dell’interrogazione proposta dalla minoranza, l’assenza di una risposta, e riscontare e valutare i modi grossolani, affatto adeguati e irrispettosi che si vivono ed emergono durante i consigli comunali a presidenza Condelli.
La‘Merica: riscrittura moderna del mito?
“La prima classe costa mille lire, la seconda cento, la terza dolore e spavento.”- cantava Francesco de Gregori. Nei tempi duri del passato l’America era quella terra in cui si faceva fortuna. Oggi, come in un ciclo naturale, tutto è tornato indissolubilmente. “La...’Merica!” - urlavano i passeggeri dopo giorni di navigazione alla vista di quella terra nella quale speravano di fare fortuna. Lì erano diretti gli “Emigranti” di Francesco Perri, e delle loro condizioni durante il viaggio ci offre uno spaccato, nel suo libro, Edmondo De Amicis. Quello che sappiamo del mito della ‘Merica è tutto quello che la letteratura, ancora oggi, ci racconta. Ma quello che mette nero su bianco il fenomeno e che fa sì che se ne tramandino i tratti sono le pagine di storia che confermano, indagando le cause, la grande emigrazione verso il continente americano nei primi decenni del Novecento. C’è, poi, la testimonianza viva e diretta di qualche parente oltreoceano che dimostra, ancora oggi, il fatto che, quasi tutti, in famiglia hanno avuto un caso di emigrazione. L’America era quella terra in cui qualche paesano aveva fatto fortuna e, in quei tempi così duri, riusciva a mantenere la propria famiglia; era quella terra in cui c’era grande civiltà, e in cui il lavoro era giustamente retribuito. Quella in cui, lavorando, ci si poteva permettere di comprare una casa e condurre una vita dignitosa. Il motivo scatenante era la ricerca di un futuro migliore. Un futuro di possibilità che, in particolar modo, i contadini del Sud, avevano quasi rimosso, sopraffatti dagli stenti e dalla fame. Talvolta questa speranza costava i sacrifici di una vita, investiti anche solo per acquistare un biglietto di imbarco. “La prima classe costa mille lire, la seconda cento, la terza dolore e spavento.” - cantava Francesco de
Gregori. Per lunghi periodi madri, mogli, fidanzate e intere famiglie smettevano di avere notizia dei propri cari. Poi, ogni tanto, una lettera annunciava loro che tutto era andato bene. Altre volte no. Così in quella ‘Merica così lontana qualcuno riusciva ad affermarsi. Si diventava barbieri. Si inauguravano ristoranti italiani, si lavorava come lucida scarpe. Alcuni si dimenticarono della loro terra d’origine facendo dell’altro continente la propria patria. Altri, avendo lasciato, in Italia, la famiglia ci tornavano, con una luce di meraviglia e soddisfazione ben diversa negli occhi. Ogni tanto si assiste a scene in cui alcuni discendenti di quegli emigranti novecenteschi partono da chissà quale paese oltreoceano e atterrano in Calabria, e più in generale nelle zone del Sud Italia interessate dalla grande emigrazione, alla ricerca delle loro origini italiane. Lo fanno per capire se stessi o quel nonno, quello zio, o addirittura quel padre che tanto mostrava tratti tipicamente italiani. È successo questo a una ragazza, incontrata per caso pochi giorni fa che, atterrata a Lamezia e parlando un inglese perfetto e un italiano improbabile, si dirigeva a San Marco Argentano alla ricerca dei suoi parenti. Non aveva un recapito telefonico, né un indirizzo, né un nome, solo tanta voglia di scoprire quella parte di famiglia di cui nessuno le aveva mai parlato. Dotata di una sofisticata Reflex e spinta da grande coraggio si preparava a conoscere i suoi parenti calabresi e immortalare qualsiasi tipicità regionale. Da quei primi anni del secolo scorso è passato molto tempo, tanti avvenimenti si sono succeduti e sembra
quasi che, come in un ciclo naturale, tutto è tornato indissolubilmente. Anche la crisi. Una crisi che attanaglia le fondamenta dell’economia, arenandola. Nella migliore delle ipotesi si spera in un lavoro precario, nella peggiore si assiste all’assenza di lavoro. È così che sembra essersi ripresentato il mito americano. Anzi, forse, non si è mai estinto. Si era solo celato dietro apparenti funzionamenti economici che non hanno tardato a svelarsi tali con tutte le loro conseguenze. I destinatari privilegiati di questa disastrosa situazione sono primariamente i giovani che cercano di immettersi nel mondo del lavoro. Studiano, si diplomano, talvolta si laureano; fanno sacrifici, investono tempo e dedizione, e quando si accingono a trovare riscontri lavorativi, questi sono già stati annientati da una crisi che mette con le spalle al muro datori di lavoro e, successivamente, i potenziali lavoratori. E allora cosa fare? Sperare in tempi migliori e vivere alla giornata? Oppure prendere in mano la situazione armandosi di tanto coraggio ed emigrare? Sì, facendo esattamente quello che succedeva un secolo fa: cercare un futuro migliore in una terra che non è la propria ma che possa assicurare un impiego lavorativo a cui si faccia corrispondere uno stipendio. Certo non è facile. Non ci saranno devastanti giorni di viaggio da affrontare, e neppure le valigie di cartone. Non si spediranno più lettere con la consapevolezza che potrebbero essere perse e quindi non recapitate al destinatario, e non si presenteranno neppure i disagi di cento
anni fa. Ma ci vuole pur sempre coraggio. Coraggio di sradicare con forza le proprie radici e rivoluzionarle adattandole a una realtà ben diversa. Andrea Muià è un ragazzo di Siderno. Ha ventidue anni. E questo coraggio l’ha avuto. Ha frequentato l’istituto professionale e, compiuti diciotto anni, è andato in America in visita ad alcuni suoi parenti. Ha assaporato la vita oltreoceano e, tornato in Italia, a causa della mancanza di possibilità lavorative, ha cercato lavoro in quel luogo in cui, un secolo fa, come oggi, ci si avventurava nella speranza di un futuro migliore. Ha deciso di partire e di mettersi alla prova. “Qui non c’era lavoro, e siccome ero già stato in vacanza qualche tempo prima, ho provato a cercare impiego lì. C’erano i miei parenti che mi hanno ospitato” - afferma. Andrea è un giovane ragazzo, e la prima cosa che mi viene in mente è quella di chiedergli quale fosse stato il parere della sua famiglia. “Andrea, come hanno reagito i tuoi genitori al tuo trasferimento in America?” “Hanno appoggiato la mia decisione di fare quest’esperienza. Certo mia madre ha sentito un po’ la mancanza” - risponde con estrema sincerità. “Ti sei ambientato subito?” - domando. “Lì è una vita completamente diversa. Ritmi diversi dai nostri. Per strada sembra di vedere persone dal passo sincronizzato intenti esclusivamente a rispettare tempi di lavoro e di impegni vari. Durante i giorni infrasettimanali è raro che si esca a fare una passeggiata o a prendere qualcosa. Il giorno dopo si deve lavorare”. Il suo diploma di scuola superiore non è stato riconosciuto. Avrebbe dovuto frequentare alcuni corsi per prendere titoli validi per quello stato. Così ha fatto il carrozziere per un po’ di tempo. “Quanto sono diverse le possibilità offerte ai giovani rispetto a quelle offerte al Sud Italia? “ - mi affretto. “Non c’è paragone. Lì si lavora e, se lo stipendio è settimanale, non si arriva a sabato che i datori di lavoro hanno già provveduto” - conferma. “Però è tutto così diverso - aggiunge - non c’è la concezione di prendere un caffè insieme. Insomma tutto quello che per noi è normale, lì non è per nulla scontato. Quei palazzi alti e freddi riflettono un po’ la vita e l’essenza degli americani. Lavoro al primo posto, solo secondariamente vengono contemplati i valori della famiglia.” È molto giovane ma la forte concezione dei valori, tipico tratto calabrese, non è riuscita a sradicargliela neppure quell’America così fredda e lontana. E notando questo dissidio fra quella realtà e il suo modo di essere, gli chiedo: “Come hai fatto ad adattarti a quello stile di vita così diversi dal nostro?” “Quando sono andato in vacanza a diciotto anni tutto mi sembrava bellissimo. Ho vissuto l’aspetto mondano di quella realtà. Viverci è tutta un’altra storia. Lì le cose funzionano benissimo. Tutto è efficiente e puntuale...” - risponde con un velo di rammarico. “Ma...ti manca Siderno?” - incalzo quasi certa della risposta. “Sì, mi manca. Mi manca l’estate, mi manca la passeggiata sul lungomare. Quelle uscite con gli amici e il caffè al bar tra chiacchiere e risate” - dice. “Sei una voce fuori dal coro, chiunque sia stato in America, è difficile che continui ad amare la piccola realtà cittadina” - continuo. “Insomma. Un conto è viverci, un altro andarci in vacanza. Un altro ancora è costruirsi una famiglia. Hanno valori completamente diversi da quelli con cui io sono cresciuto e in cui mi riconosco” - ribadisce. E poi aggiunge: “forse no, io, ad oggi, non credo che riuscirei a crearmi una famiglia lì. Troppo divario culturale”. La nostra chiacchierata continua fra curiosità e toni scherzosi che fanno emergere un tratto preciso: è vero, Andrea è il caso di un ragazzo che, spinto dalla mancanza di impiego, ha deciso di andare a lavorare oltreoceano. Ma non si è dimenticato delle sue origini. Non si è trasferito lì. Ci è andato a lavorare, e appena può prende un aereo e torna. Torna dalla sua famiglia, dai suoi amici, torna nella sua città e passeggia su quel lungomare che tanto gli è mancato. Andrea ha, sicuramente, viaggiato con più comfort rispetto ai viaggiatori del primo Novecento e con uno spirito totalmente diverso. Quello spirito che gli ha fatto compiere quella scelta di considerare l’America non come novella patria, ma come luogo in cui le possibilità di lavoro e di retribuzione sono nettamente superiori. Lui ama l’Italia e la sua città, Siderno. Ama quella vita più tranquilla, meno frenetica e meno spersonalizzante che una cittadina può offrire. Ma nonostante questo, anzi proprio a partire da questo, incarna, con le dovuta moderna riscrittura, il mito di quella stessa ‘Merica degli emigranti novecenteschi. Così dopo varie riflessioni sulla differenza culturale e sullo spirito patriottico e familiare che lo distingue dalla massa, la nostra chiacchierata volge al termine. È stato davvero interessante poter conoscere il punto di vista diretto di un nuovo “emigrante”. Ci salutiamo. Ma è proprio mentre stiamo per andare via che non si smentisce, anzi ribadisce il suo pensiero e, convinto, afferma: “per me l’America è bella ma non balla”. Sara Leone
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DOMENICA 29 MAGGIO 17
ECONOMIA
Ildestinonelnomeonelle coordinategeografiche? Un mese di colloqui, confronti, racconti e riscontri, per sensibilizzare e informare, soprattutto la comunità imprenditoriale della Locride, intorno a un disagio profondo, radicato, endemico nella comunicazione, e nei rapporti tout court, delle imprese locali con il mondo bancario. iunti ormai alla quarta e ultima settimana della nostra inchiesta, incentrata sul rapporto che si istaura nella Locride tra banche e aziende, vorremmo congedarci con un’ultima storia e qualche considerazione finale. Chiudiamo quindi la nostra rassegna di racconti con il settore della GDO. Abbiamo deciso di lasciare per ultima la testimonianza di Mercurio perché fotografa una situazione ancora più al limite delle altre, ancora più rappresentativa di un sistema bancario che, non solo non viene incontro all’imprenditore, ma che a causa del garantismo dello Stato Italiano verso “l’azienda banca”, fosse solo quello, può addirittura permettersi di sostituirsi alla giustizia e trasformarsi, a mo’ di giustiziere, in giudice, giuria e spesso e volentieri anche in carnefice. L’epopea economico-giudiziaria di Mercurio inizia proprio a causa di un errore giudiziario, inseguito
G
legalizzato operato dagli istituti bancari, che chiudendo impunemente l’accesso al credito all’imprenditore, mettono a rischio non solo la sopravvivenza dell’azienda di Mercurio, ma anche la sussistenza delle decine di famiglie che vi lavorano. Durante questo mese di colloqui con gli imprenditori abbiamo riscontrato, e cercato di rendere manifesta, una forte indifferenza degli istituti bancari della Locride, sia per le sorti delle aziende coinvolte, che per le persone fisiche, per gli uomini, le donne, le famiglie che stanno dietro quei fogli pieni di numeri e sigle dei bilanci aziendali, ormai, a quanto pare, l’unico discriminante nel rapporto tra impresa e azienda bancaria all’interno del nostro territorio. La nostra inchiesta nata per dar voce alle aziende che hanno voluto raccontarci i lori disagi, beninteso, tutte le imprese considerate, e di cui abbiamo parlato, sono società in attivo, senza nessuna sofferenza e sono leader dei settori di loro competenza nella Locride, è nata con il preciso scopo di infor-
riconosciuto come tale, che porta al fallimento della sua azienda, dopo un sequestro preventivo protrattosi per oltre sei mesi. Da quel momento le banche non gli aprono più nessun conto corrente e pur essendo sia Mercurio, sia i suoi figli incensurati, vengono comunque discriminati a causa di un cognome, che nel piccolo paesino dove opera con la sua azienda, è ricollegabile a una nota famiglia mafiosa. Questo ha significato, e significa tuttora per Mercurio, dover operare nel campo dell’imprenditoria senza alcun supporto da parte delle banche, affidandosi solo agli uffici postali, solo ed esclusivamente quindi, per garantire la legalità di prebende e pagamenti. Gli uffici postali infatti, per loro natura, funzionano unicamente come centri di deposito e non come istituiti di credito aziendali, che avrebbero invece la possibilità di investire nell’impresa e di concedere fidi, fideiussioni e altre forme di agevolazioni fiscali legate ai movimenti e alle transazioni interpersonali. Da una presunta affiliazione al crimine organizzato, legata a un’omonimia di cognome e non altresì dimostrabile con prove tangibili, a una, quanto meno più facilmente verificabile, forma di crimine
mare, non di giudicare e/o offendere nessuno, né tantomeno con la velleità di risolvere il problema. Nella speranza di essere riusciti, nel nostro piccolo, a sensibilizzare almeno quella parte dell’opinione pubblica locale direttamente interessata a questa seria problematica sociale, ci sentiamo di consigliare, a chiunque si trovi nella stessa situazione, di non affrontare il problema da solo, ma di affidarsi a organizzazioni di imprenditori di stampo cooperativo, come può essere ad esempio l’ALI (Associazione Locride Impresa) da anni attiva sia come ente mediatore nel rapporto banca-impresa, sia come tavola rotonda pronta ad ascoltare, valutare ed eventualmente promuovere lo sviluppo di nuove aziende all’interno del territorio. Chissà che da un tale confronto, qualora venisse riconfermato il dato statistico da noi riscontrato, 80% delle aziende che non vengono sostenute, ma piuttosto ostacolate e ostracizzate dagli istituti di credito della Locride, non si possa pensare anche a una Class Action, forse l’unico modo di farsi ascoltare da una casta che nel nostro territorio, e non solo, ha fatto dell’indifferenza Vangelo. Vincenzo Larosa
CULTURA
Siderno Fitwalkig: tra salute e solidarietà L’associazione YMCA e l’ASD Calabria Fitwalking, hanno organizzato una conferenza di presentazione, alla stampa e alla cittadinanza, dell’evento “1° Siderno Fitwalking” che si terrà nella città di Siderno in data 5 Giugno c.a. La conferenza stampa è stata organizzata col fine di divulgare tutte le informazioni relative all’evento, il quale avrà la finalità di supportare l’associazione YMCA e più nello specifico a sostenere, con parte dei fondi raccolti dalle iscrizioni, il progetto “Vivere con la Sindrome di Down”. Tale progetto, avrà inizio nel mese di giugno e sarà di supporto alle famiglie della Locride con figli con la sindrome di Down. Sabato 28 maggio alle ore 11:00, presso la sala dell’associazione YMCA gli organizzatori hanno illustrato il progetto alla stampa e a tutti i cittadini.
Donne del clan Anello aggrediscono Klaus Davi
Lanci di scope e insulti. Il servizio sul caso di Santino Panzarella, giovane scomparso nel 2002 in seguito alla sua presunta relazione con la moglie del boss Rocco Anello e mai più ritrovato, si è rivelato più movimentato del previsto. La puntata de “Gli Intoccabili”, nuovo programma del massmediologo Klaus Davi, in onda lunedì sera su LaCNews24 e dedicato ai misteri della ‘ndrangheta ma anche alla Calabria che funziona, nei giorni scorsi faceva tappa a Filadelfia, pittoresca cittadina della provincia di Vibo Valentia dove Davi, accompagnato dal coautore del programma Alberto Micelotta, era alla guida di una vela che raffigurava l’immagine dello scomparso. Dopo un giro del paese in cui Davi esortava i cittadini a contattare la redazione se avessero saputo qualcosa, il massmediologo si è recato con la vela sotto casa di Tommaso e Rocco Anello. Entrambi furono indicati da numerose inchieste come autori dell’omicidio del giovane Santo Panzarella, sebbene assolti per insufficienza di prove nonostante le dichiarazioni del pentito Francesco Michienzi. Ad accoglierlo Francesco Antonio e Laura Anello, rispettivamente padre e madre di Tommaso e Rocco. Il clima si surriscalda in pochi secondi e culmina con ripetuti lanci di oggetti e scope verso il giornalista che viene invitato a prendere il largo.
Locri, all'incontro "Sport e Legalità"anche i ragazzi dell'I.C. Petrassi di Roma C'erano anche i ragazzi della 5^ B dell'Istituto Comprensivo G. Petrassi di Roma all'incontro "Sport e Legalità" che si è svolto lo scorso 13 maggio presso l’Istituto Magistrale Giuseppe Mazzini di Locri. Una preziosa occasione di confronto durante la quale anche i ragazzi del Petrassi, insieme agli studenti calabresi, hanno avuto modo di incontrare magistrati e sportivi, tra cui il Presidente del Coni Giovanni Malagò, il campione del mondo di pallavolo Andrea Lucchetta, il presidente del Tribunale di Locri Rodolfo Palermo, il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho e Luca Palamara, componente togato del Consiglio Superiore della Magistratura. I ragazzi del Petrassi, guidati dalla docente Adele Attisani, originaria di Locri, hanno accolto con grande entusiasmo questo viaggio d'istruzione in terra calabra. Dopo aver fatto emozionare i presenti esibendosi in un commovente canto nella lingua dei segni, nel pomeriggio hanno approfittato del soggiorno per visitare alcuni dei luoghi più suggestivi della Locride. Una visita che è proseguita anche il giorno successivo e che ha fatto tappa al Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri, quindi agli scavi, per poi proseguire con il tempio di Marasà e il borgo di Gerace.
Eletto il nuovo direttivo del Lions Club di Locri
Il dott. Giuseppe Macrì, medico in servizio presso l’ Ospedale, sarà il nuovo presidente del Lions Club di Locri. È stato eletto ufficialmente dall’assemblea dei soci appositamente tenutasi nei giorni scorsi. Con l’occasione sono state rinnovate anche tutte le altre cariche. Past president sarà l’attuale presidente Silvana Porcella Fonti, primo vicepresidente Vincenzo Pagano, segretario Piero Multari, Cerimoniere Aristide Bava e Tesoriere Rocco Vasile. Del direttivo faranno inoltre parte come Revisore dei conti Mario Mory, Giuseppe Beniamino Fimognari censore, Antonio Zuccarini Leo Advisor, Antonio Condemi Consigliere addetto alle relazioni esterne e i consiglieri Francesca Riggio, Antonino Lacopo, Franco Ferraro e Vincenzo Circosta. Sono stati anche costituiti tre Comitati che andranno ad occuparsi dei problemi del territorio nell’ambito Territoriale, sanitario, culturale e del Patrimonio Archeologico. Il nuovo esecutivo entrerà in carica nei primi giorni del prossimo mese di luglio.
La Calabria è la meta turistica preferita dei belgi e degli americani La Calabria si scopre meta preferita dei belgi, mentre cresce, negli Stati uniti, l'interesse per l'offerta turistica di Soverato. Sono alcune delle indicazioni emerse dalle prenotazioni effettuate nei primi quattro mesi dell'anno, secondo quanto reso noto dal portale CaseVacanza.it, partner per gli affitti turistici di Immobiliare.it. "Il periodo più prenotato dagli stranieri durante questi primi mesi dell'anno - è scritto in un comunicato del portale - è quello a cavallo tra giugno e luglio, con un buon interesse anche per maggio. Si tratta di momenti contraddistinti da un minor afflusso da parte degli italiani, che invece continuano a preferire i mesi clou dell'estate. Questo fenomeno offre ai proprietari il vantaggio di poter tenere le stanze occupate per un lasso di tempo più lungo, con guadagni complessivi maggiori. C'è poi il fenomeno del turismo “di ritorno”: figli e nipoti di emigrati italiani che sfruttano i periodi di ferie per tornare alle proprie radici.
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A Casignana la presentazione dei lavori della Villa Romana
A Siderno Superiore e Monasterace si ricorda la figura di Felicia Impastato
Si è tenuto lo scorso lunedì 23 maggio la presentazione dei lavori di completamento della Villa Romana di Casignana nonchè dell’area archeologica. Organizzata dal sindaco Vito Antonio Crinò, la presentazione ha visto la partecipazione dell'Assessore Regionale Federica Roccisano, del Consigliere Provinciale Alessandra Polimero e del Consulente del lavoro Bruno Squillaci.
AGioiosailJ’accuse diMicheleCaccamo A causa di una accusa falsa, Michele Caccamo nel 2013 finisce in carcere, vittima della ‘ndrangheta e della malagiustizia. Fortunatamente, dopo alcuni anni di ingiusta detenzione, il caso si è risolto con un’assoluzione con formula ampia in primo grado. Di questa brutta storia -"che potrebbe capitare a chiunque"- Michele Caccamo, noto scrittore e poeta, ha scritto il libro "Pertanto accuso, farò della mia innocenza una pubblica ragione". Il libro è stato pubblicato pochi giorni fa ed è stato presentato a Gioiosa Jonica presso Palazzo Amaduri sabato 21 maggio a cura del Club Unesco diretto da Nicodemo Vitetta e con il patrocinio del Comune (per l'occasione rappresentato dall'assessore Lidia Ritorto). Ha relazionato Ilario Ammendolia."Il fatto che una persona venga tenuto in carcere e poi la Cassazione dice 'non doveva essere carcerato' è una vera e propria
carcerazione preventiva che è qualcosa di aberrante perchè la persona da quel momento viene degradata, vive in cattività, gli si toglie non solo la libertà ma anche la dignità". È intervenuto anche Rocco Femia, ex-Sindaco di Marina di Gioiosa Jonica, recentemente scarcerato dopo cinque anni di detenzione: "Io come tutti gli altri credo che vogliamo giustizia e verità. Non vogliamo che si prosegua nell'errore, si può anche sbagliare però non bisogna continuare a sbagliare e far rimanere in carcere la gente innocente. Mi sono promesso di portare avanti questa battaglia anche se ancora su di me pende una condanna, che mi auguro e non vedo l'ora che al più presto finisca, però dobbiamo essere tutti noi a batterci per questo obiettivo". Nel corso dell'evento hanno declamato alcuni passi del libro l'attore regista Mario Sandro De Luca, Danila Porta e lo stesso scrittore.
I fiori di Fernanda al Convento dei Minimi Il convento dei Minimi di Roccella Jonica il 26 maggio scorso appariva ancora più bello, grazie ai quadri di Fernanda Polvarini. La famosa artista, apprezzata da Guttuso, ha esposta nella sala grande dello storico edificio della cittadina Jonica. I suoi dipinti sono bellissimi ed apprezzati in tutto il mondo. Dipinge soprattutto fiori che vengono colti "nella loro trascendenza, sia quando vagano nel Cielo limpido e azzurro, sia quando, dopo aver volteggiato nell'aria, scendono sul verde
DOMENICA 29 MAGGIO 19
dei prati..." Recentemente è stata ricevuta in udienza privata da Papa Francesco a cui l'artista- che ha ricordato con parole commosse la visita- ha regalato un suo dipinto. Di Lei ha detto Vittorio Sgarbi: dobbiamo ringraziare tutti gli artisti, oggi purtroppo pochi, come la pittrice Polvarini, che portano avanti l'800 con la sensibilità e il romanticismo dei grandi impressionisti francesi.." Ad una domanda di Aristide Bava sui personaggi famosi che ha conosciuto nel corso della sua vita, l'arti-
sta ha risposto ,senza indugi, di essere stata impressionata positivamente da Andreotti mentre tra i suoi amici più cari ha menzionato Totò Cuffaro. Una dimostrazione, della libertà che è solo degli artisti. Ha fatto gli onori di casa il sindaco Peppe Certomà. Tra gli interventi più apprezzati quello del dottor Cosentino. La mostra è stata possibile grazie all'impegno del dottor Totò Macrì, amico ed ammiratore della Polvarini da molto tempo.
Il movimento politico culturale Fattore Comune e il Circolo Berlinguer, presentano, nel centenario della nascita di Felicia Bartolotta, madre coraggio di Peppino Impastato, giovane attivista ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978, e in occasione dell’11° Anniversario dell’uccisione di Gianluca Congiusta, Insieme a Felicia - il coraggio nella voce delle donne, un libro di Gabriella Ebano la cui presentazione si svolgerà oggi, domenica 29 maggio 2016, alle ore 17:30, presso Palazzo De Mojà di Siderno Superiore. Con l’autrice diaogheranno l’Assessore alla cultura di Siderno Ercole Macrì, la Capogruppo di Fattore Comune Rita Commisso e tutti i partecipanti. Anche il Comune di Monasterace, domani, lunedì 30 maggio, alle ore 17:30, presso la Biblioteca Comunale Corrado Alvaro di Monasterace, presenterà il libro sempre in presenza dell’autrice Gabriella Ebano e con la partecipazione del sindaco di Monasterace Cesare Deleo, del Capo Servizio Quotidiano del Sud Michele Inserra, del Consigliere Regionale Presidente Commissione Anti’ndrangheta Arturo Bova e della soprano Eleonora Pisano, che intratterrà il pubblico con un intervento Canoro.
Otto giornalisti di testate nazionali alla scoperta della Calabria inedita
Un vero e proprio tour ha visto otto giornalisti di testate nazionali andare alla scoperta della Calabria positiva, diventando così ambasciatori nel mondo delle bellezze, della storia, delle peculiarità e dell’enogastronomia del territorio. Il viaggio che ha avuto luogo tra il 26 e il 29 maggio, è stato organizzato dal Centro di Ricerche e di Promozione Turistica in collaborazione con “Tavola italiana” e l’Accademia italiana della Cucina, delegazione territorio Magna Grecia. Fondamentale anche il contributo della Fondazione Mediterranea: l’evento, infatti, si è concluso con visite guidate in aziende impegnate nella produzione di prodotti tipici calabresi.
CULTURA
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DOMENICA 29 MAGGIO
21
Il gemellaggio tra il“Marconi”di Siderno e il“Da Vinci”di Arzignano (Vicenza), si è trasformato anche quest’anno in un confronto diretto tra studenti e istituzioni. Lavoro, dignità, libertà e legalità, per due settimane, sono stati al centro di un dibattito che ha arricchito i ragazzi e ha cambiato l’immagine della Calabria agli occhi del nord Italia.
SCUOLA
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Siderno-Arzignano: lo scambio culturale che permette al nord di rivalutarci Gli arzignanesi ci hanno trovato accoglienti, sorridenti, calorosi. Ne siamo contenti. Ci sentiamo offesi quando però la stampa nazionale inquadra la Calabria solo come terra di ‘ndrangheta. Ne siamo indignati.
Per molti di loro era solo una regione non ben conosciuta, se non per fatti di cronaca per nulla edificanti, perché sulla Calabria martoriata e offesa, in primo luogo dagli stessi calabresi, è sceso il silenzio più nero. Grandeggia il marchio di terra di confine, dove ogni cosa è possibile e tutto può accadere. Adesso gli studenti di Arzignano (VI) ne sanno un po’ di più. Sono arrivati in treno per trascorrere l’ultima settimana del mese di aprile nella provincia di Reggio Calabria e rinnovare il tradizionale gemellaggio tra l’Istituto “Guglielmo Marconi” di Siderno e il Liceo Scientifico vicentino “Leonardo Da Vinci”. L’ iniziativa continua a dare buoni frutti, come testimoniano i primi protagonisti di quest’avventura iniziata dieci anni fa e dal racconto reso dai giovani di quest’anno, uomini, professionisti, padri e madri di domani. Gli arzignanesi ci hanno trovato accoglienti, sorridenti, calorosi. Ne siamo contenti. Ci sentiamo offesi quando però la stampa nazionale inquadra la Calabria solo come terra di ‘ndrangheta. Ne siamo indignati. Immobilismo, omertà e illegalità non sono forse assoluti inaccettabili?!! E’ proprio vero che qui nulla si muove? Tutti tacciono? E la gente che lavora e vive di operato onesto non esiste? E’ la rinuncia di ogni speranza di cambiamento. Equivale a sostenere che le istituzioni non servono, la scuola non serve, le associazioni non servono, la cultura non serve… Non è vero che non si registra nessun “movimento tellurico”. I cambiamenti ci sono, pochi forse i timonieri che sanno tenere la rotta, pochi ma appena sufficienti per non farci affondare. - Come ci si sente a vedere il suo nome al quarantesimo posto nella classifica di “Fortune” dei 50 leader più influenti del mondo? chiede un ragazzo al sindaco di Riace, Mimmo Lucano. - Non lo so. Ho solo fatto il mio dovere di amministratore. Porto avanti la mia battaglia; mi avveleno certo, ma non demordo. L’impegno del sindaco Lucano nel campo dell’immigrazione (lui ama chiamarla “l'utopia della normalità”) è senza precedenti da queste parti. E risulta ancora più grande
in rapporto alla politica ingarbugliata e “rimpiattinaia” dell’Europa che non dà risposte. Nessun “grazie” al sindaco Lucano, forse la riconoscenza di quei migranti che dalla terra di Calabria non sono più ripartiti ed oggi contribuiscono con la loro presenza a ripopolare il piccolo centro della Locride, a mantenere in vita attività imprenditoriali e mestieri dal sapore artigianale. I ragazzi nostri e quelli di Arzignano hanno letto di questo calabrese eccellente. Hanno davanti un esempio della parola impegno. Si può pensare di amministrare i territori senza idee? Senza voce? Ma che fine ha fatto la scuola della buona politica? Nell’aula LIM dell’istituto Marconi i ragazzi del gemellaggio incontrano il sindaco di Siderno, Pietro Fuda. - Ma chi te l’ha fatto fare, sindaco? - Avrei potuto fare il pensionato, risponde Pietro Fuda al professore Amedeo Macrì, ma non ho sopportato di vedere Siderno ridotta così. Pietro Fuda, ex senatore ed ex presidente della provincia di Reggio Cal., ha il tono fermo, la parola scattante, si capisce che non è abituato a perdere tempo. - La ‘ndrangheta è emigrata, ha inquinato ogni cosa, segue e va dove ci sono i soldi. E’ presente qui, è presente al Nord, è presente
in ogni parte del mondo. Ma non può e non deve vincere sullo Stato. Lo Stato deve essere più forte, è più forte della ‘ndrangheta. Cosa fare per contrastarla? Mettere in moto tutto ciò che è possibile. Creare lavoro. C’è anche spazio, prima di cedere la parola all’operatore turistico Mario Diano, per una frecciatina ai politici di ultima generazione, eleganti e dispensatori di sorrisi e di si. - Voi siete i nostri migliori ambasciatori. Raccontate a tutti del nostro mare e di quello che avete visto. Siete la nostra campagna pubblicitaria più riuscita. Questa è la terra di Barlaam, Pitagora e Corrado Alvaro, terra di artisti e patrioti, di musicisti e scienziati, di musei e siti archeologici incorniciati tra il verde delle montagne e il blu del mare. Poi l’appello di Diano agli amministratori perché siano capaci di scelte coraggiose. - La legalità è stile di vita. Con questo accento la dottoressa Olga Tarsia (GUP al Tribunale di Reggio C.) si rivolge alla giovanissima platea per l’ultimo degli incontri organizzati dall’Istituto Marconi. - Legalità significa normalità. Sta nel rispetto che riserviamo a noi stessi e agli altri, risiede nelle scelte giornaliere, nella direzione che sappiamo imprimere alle nostre vite.
I giovani lo sanno che la scuola è importante, essa è palestra di vita. Zaino in spalla, dalla stazione di Rosarno il 2 maggio parte una nostra delegazione: destinazione Arzignano. Altri sette giorni di incontri e dibattiti. Facciamo tappa alla stazione di Novara per una breve sosta. Un po’ fuorimano certo, ma per i ragazzi è festa e si disperdono tra i binari della piccola stazione portando in giro la loro curiosità e il loro entusiasmo. Manca poco per Vicenza. Il viaggio è stato lungo, ma cosa non si fa per risparmiare!!! Il collega Amedeo, seduto su di una panchina, parla di scuola, Barbara ascolta. - Amedeo, sei una risorsa inesauribile - dico - Io, una risorsa? Proprio per niente, ma ho paura di chi fa lezione “a porte aperte” e non ascolta il rumore del mondo. La settimana dal 2 al 9 maggio vola veloce. I ragazzi visitano le città di Vicenza, Verona e Venezia: uno sguardo all’interno delle ville palladiane e poi valanghe di “selfie” ad immortalare il balcone di Giulietta e gli specchi d’acqua in cui si riflettono gli intriganti palazzi veneziani. In questo angolo d’Italia tutto appare più ordinato, l’economia ruota intorno ad una miriade di attività ad incastro… Lavoro, dignità, libertà, legalità. Anche questo è insegnamento. Anna Perlotto, docente responsabile del gemellaggio per liceo di Arzignano, e i ragazzi dell’istituto hanno organizzato un incontro con Don Luigi Tellatin di Libera. Con orgoglio la docente presenta un ex alunno del Liceo gemellato, oggi consigliere comunale delegato dal Sindaco a rappresentare il comune di Arzignano. Segue un rinfresco, uno scambio di doni e promesse. Il dirigente scolastico, prof. Francesco Sacco, del “Marconi” di Siderno e la dirigente scolastica, prof. Schiavo del “da Vinci” di Arzignano si stringono la mano e si abbracciano affettuosamente, come per dire “al prossimo anno”. Guardo gli alunni, sono tutti sorridenti. Chi tra i nostri - mi chiedo - con la fascia tricolore darà un giorno il saluto di benvenuto alla delegazione veneta? Veneranda Legato Beama Nebbia Barbara Tredici
RIVIERA
Il Cristo di Saline Joniche Siamo nei fondali di Saline Joniche dove si può notare questa statua del Cristo posizionata dai colleghi del Diving locale in collaborazione con la pro loco di Saline Joniche. Ormai presente da un decennio la statua è diventata parte integrante del meraviglioso ecosistema. Carlo Codispoti
Noblesse oblige Il nostro barone Francesco Macrì posa gioiosamente con il suo co-nobile amico: il principe Emanuele Filiberto di Savoia.
Leghisti sudisti Anche il leghisti più solidi possono ammorbidirsi pur di visitare certi luoghi (o fare campagna elettorale)! Ecco infatti un inedito Matteo Salvini in versione filocalabrese con tanto di maglia testimoniante il luogo in cui è approdato!
Bastonate ideologiche Rosario Rocca è pronto al confronto con un decano del giornalismo, un Mimmo Agostini mai in forma come in questa occasione.
Fiero esemplare Con sguardo diretto e piglio caprino, questo bellissimo esemplare di Zimbaru mostra orgoglioso il suo manto brucando felice ma sognando la libertà dei boschi aspromontani.
A tempo di musica Un sax si aggira per le assolate strade di Siderno: si tratta dell’ottone del nostro amico Rodolfo, artista di strada che allieta le giornate di chi passeggia sul corso con la sua personale rivisitazione della colonna sonora de Il Padrino.
Lezione di classe Il professore Giuliano Zucco si lascia accompagnare alla cattedra sottobraccio da un suo distinto quanto estroso studente durante un’elegante quanto interessante lezione sulla storia dell’arte locale. Imbufalito Ha fatto scalpore la notizia di un toro che correva per le vie di Reggio. Al di là delle polemiche relative all’evitabile morte dell’animale, questo fatto di cronaca rende nuovamente attuale il problema delle “vacche sacre”.
Riflessione ispirata Un pensieroso Toto Crinò osserva con attenzione la sua Casignana, immaginando per il paese un futuro roseo almeno quanto la sua elegante polo.
Cattive influenze Mentre tutti i Panetta della Locride sono conosciuti per il loro convinto voto a sinistra la Sonia de Roma si lascia influenzare dalla destra della Capitale ed è fiera di questa con Renata Polverini.
Rosso di Sera… Gli amici di Antonimica festeggiano a modo loro la fine del campionato di calcio. Un bicchiere di vino e quattro risate sono sempre il migliore dei modi per concludere un annata memorabile!
SETTIMANALE
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DOMENICA29 MAGGIO 23
Pensieri d’antica gioventù Per il ciclo Scatti d’altri tempi, questa settimana vi proponiamo un bellissimo ritratto in bianco e nero di un giovane e pensieroso Mico Cundari.
Foto onorevoli Sante de Angelis posa orgoglioso con l’onorevole Ignazio La Russa. Diciamolo, questo sì che è uno scatto ben bilanciato sulla destra!
Autoscatti moderni Il socialnetworker della Locride, Maurizio Iori, non tradisce la sua natura tecnologica posando per un selfie in compagnia di un più che mai fiero Albertino.
Centrodestra alla moda Un sornione Alfonso Passafaro non passa inosservato durante un convengo centrodestrorso, mentre il suo compagno di chiacchierate, Giuseppe Caruso osserva il nostro fotografo con i suoi occhiali da sole very glamour.
Auguri a Rosario giovane novantenne “Il suo è un compleanno così speciale che è impossibile da non ricordare! In questo giorno davvero particolare ti giungano i nostri auguri. Francesca, Marina, Rita, Stefania e Paola!”
Incontri esteri Il sindaco di Casignana Antonio Crinò concede un omaggio locale all’assessore Roccisano, intervenuta per la consegna dei lavori di ripristino della villa romana, svoltasi durante un convegno che pareva svolgersi in Texas.
Profumati colori Due gioiosi momenti dell’infiorata di Monasterace che, come ogni anno, ha messo alla prova l’arte della coltivazione e illuminato gli occhi di tutti coloro che sono accorsi ad assistere al florilegio più celebre d’Italia!
Nel frattempo, a Gerace… Le vie del borgo più bella della Locride sono affascinante proprio perché ricche di peculiarità che le rendono sempre pittoresche. Questo vico, ad esempio, è stato dedicato ai professori di musica da qualcuno che, con la segnalati ufficiale, aveva poco a che fare…
Il Grande Gigante Gentile È Sergio Sylvestre il vincitore di Amici 2016. Il noto talent di Maria De Filippi in onda su Canale 5 ha eletto il “Gigante Buono” dalle indiscusse qualità canore re (morale e materiale) dell’eduzione 2016!