Riviera n° 23 del 04/06/2017

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CONTROCOPERTINA

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DOMENICA 04 GIUGNO

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“Fatti a nomina e va curchiti” MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Di certo non sarebbe mancato dalla scaletta di Pomeriggio Cinque il caso che ha visto coinvolti cinque ragazzi di Reggio Calabria e il parroco Giorgio Costantino. Quando c’è da fare impennare l’audience, Barbarona D’Urso sa dove andare a pescare. E così invia le sue telecamere nel profondo Sud, in quella che per l’occasione è stata definita la “Scampia” di Reggio Calabria. Qui la notte del 24 maggio scorso si sarebbe consumata l’aggressione da parte di un gruppo di ragazzi ai danni di Don Giorgio, 74 anni. Alcuni ragazzi, intorno alla mezzanotte, giocavano a pallone davanti alla canonica della Madonna del divino Soccorso, utilizzando il cancello come porta. Il prete, infastidito, avrebbe invitato i ragazzi a smettere e a quel punto si sarebbe scatenato il brutale pestaggio. Notando le telecamere di Canale5, la madre di Giacomo Gattuso,

LA NOTTE DEL 24 MAGGIO SCORSO A REGGIO CALABRIA SI SAREBBE CONSUMATA L’AGGRESSIONE DA PARTE DI UN GRUPPO DI RAGAZZI AI DANNI DI DON GIORGIO, 74 ANNI. QUESTO QUANTO RIPORTANO GIORNALI E TELEGIORNALI. MA LA MADRE DI GIACOMO GATTUSO, RITENUTO L’UNICO RESPONSABILE DEL PESTAGGIO E ACCUSATO DITENTATO OMICIDIO AGGRAVATO, NON CI STA E ALLETELECAMERE DI POMERIGGIO CINQUE INVOCA GIUSTIZIA EVERITÀ.

Giacomo Gattuso

Don Giorgio Costantino

il 25enne ritenuto l’unico responsabile della violenta aggressione, si avvicina e chiede la parola. “Per dire la verità! - esordisce Pasqualina Gattuso - Barbara, ti chiedo una cortesia da mamma a mamma: richiedi le telecamere di sorveglianza per capire chi è stato a iniziare ad aggredire”. Poi fa notare che il figlio ha avuto un infortunio al piede quindi non era tra i ragazzi che giocavano a calcio ma si trovava seduto su un muretto. “Questa è la prima bugia che hanno scritto i giornali”. E poi aggiunge: “Non è stato mio figlio a iniziare, è stato il prete! Lui gli ha dato un pugno per primo. Se tu prete mi dai un insegnamento del genere, il mondo è finito. Non c’è più religione”. Pasqualina tiene, inoltre, a precisare che il prete non è finito in coma in seguito all’aggressione ma si è trattato di coma farmacologico, ovvero indotto dai medici con una dose controllata di farmaci ipnotici così da poter rimuovere l’ematoma. “Le cose bisogna dirle con la verità, non perchè lui è prete e mio

figlio è un ragazzo, deve andarci sotto come Cristo con la croce”. Noi il video l’abbiamo rivisto, quello integrale, non quello mandato in onda sul Tg5 e finanche sul Tg3 Calabria. Inizialmente il parroco si ferma nei pressi del cancello della canonica e tira fuori il cellulare, forse nell’intento di scattare una foto o registrare un video (si nota evidente il display illuminato dello smartphone). Rivolge l’obiettivo prima a sinistra - dove probabilmente si trovava Giacomo, non essendo, come la madre ha fatto notare tra i ragazzi che giocano - e poi a destra, verso gli altri. A chi voleva inviare quella foto o quel video Don Giacomo (ammesso che il display risulti illuminato per le ragioni che abbiamo supposto)? Messo via il cellulare, i ragazzi si avvicinano e glielo sottraggono, e a lanciarlo sembrerebbe essere Giacomo. Dopo qualche istante, accerchiano nuovamente il parroco e a quel punto è lui a sferrare il primo colpo. Giacomo reagisce mentre gli altri cercano di fermarlo. Nel tentativo di calmarlo si trascinano dietro Don Giorgio che finisce a terra. A quel punto Giacomo dà un ultimo calcio al prete e poi scappano tutti mentre Don Giorgio si rialza. Io questo ho visto. Violenza senz’altro, ma da entrambe le parti. Pasqualina Gattuso fa notare anche che il parroco avrebbe rivolto al figlio “un appellativo non bello che mi vergogno a ripetere, da sacerdote non si doveva permettere”. Giacomo deve adesso rispondere di tentato omicidio aggravato. Un’accusa che appare un tantino esagerata se si guarda con attenzione il video. “Io non ho partorito un carnefice - urla Pasqualina - hanno menato con la croce su un ragazzo di 25 anni”. Questo perchè, secondo lei, da noi vige il detto “fatti a nomina e va curchiti”. Barbara chiede di tradurlo per i telespettatori: “Una volta che ti sei fatto una nomea, puoi andartene a letto, perchè quella ti rimarrà per sempre”. A causa di questa brutta storia, a mantenere la propria nomea negativa, oltre Giacomo, i ragazzi di Viale Messina subito etichettati come branco di scalmanati senza regole, Viale Messina definita la “Scampia” di Reggio Calabria e la Calabria intera che quando c’è da gettarla nella macchina del fango, diamo una mano un po’ tutti. “Mi auguro che intervenga la mano divina e faccia quello che deve fare”- conclude Pasqualina. Ed è quello che ci auguriamo anche noi, perchè purtroppo, in certi casi, non si può fare appello se non all’Altissimo.


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ATTUALITÀ DALL’11 GIUGNO IL FRECCIARGENTO A ROSARNO

che affaccia sul Porto di Gioia Tauro. All’evento sono già stati invitati il sindaco di Rosarno Giuseppe Idà, che rappresenterà per l’occasione i paesi della Piana, il Presidente dell’Assocomuni della Locride Rosario Rocca in rappresentanza del nostro comprensorio, il Presidente del Corsecom Mario Diano e il vescovo della diocesi di Locri-Gerace Monsignor Francesco Oliva, sempre presente durante i recenti incontri che hanno attenzionato i problemi di collegamento dai quali è afflitta la Locride. L’offerta di “Ferrovie in Calabria” non si limiterà solo al caffè e alla pasticceria offerta a tutti i presenti, ma sarà allargata anche a una navetta gratuita per tutti i viaggiatori in partenza da Locri, Siderno e Gioiosa Marina, che lascerà i tre paesi della costa ionica rispettivamente alle ore 6:00, 6:05 e 6:10 e permetterà di raggiungere in piena comodità Rosarno circa tre quarti d’ora dopo. JG

Limina ufficialmente aperta dal 21 giugno Neri sblocca la questione Limina... o forse era stata la Valle del Torbido?

Dopo vari tentativi il Consigliere Regionale Giuseppe Neri sarebbe riuscito a entrare in contatto con il Responsabile dell’Area Compartimentale Calabria di ANAS Marco Moradori, che ha comunicato in via ufficiale che il prossimo 21 giugno 2017 saranno consegnati i lavori di ammodernamento della galleria Limina. Il programma di apertura/chiusura al traffico del valico rimarrà fino ad allora quello mantenuto negli ultimi mesi, ma lo stesso Moradori ha voluto comunicare attraverso il Consigliere Neri che ANAS si rende disponibile a rivedere il programma di chiusura in prossimità di eventi eccezionali, come avvenuto in occasione della Festa della Madonna dello Scoglio. La consegna dei lavori dall’Azienda delle Strade, per lungo tempo rimandata, sembra insomma finalmente prossima grazie all’intervento di un membro del consiglio regionale, eppure c’è qualcuno, dalle parti della Valle del Torbido, che assicura che ANAS avesse dato le medesime risposte anche a lui già molto tempo fa…

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I dato rea e

di Franco Crinò

La Comunicazione in sanità è considerata una parte fondamentale per percorso assistenziale. “Il caso Africo” presentato come studio alla riunione Scientifica Annuale dei registri tumori italiani a Catanzaro ad aprile 2017 ha evidenziato una situazione di normalità nella popolazione in riferimento alle patologie oncologiche, a differenza di quanto, invece, evidenziato in un programma televisivo che definiva Via Matteotti “la strada della morte”. I controlli effettuati sull’ambiente e sulla popolazione del comune hanno rivelato che presso la via menzionata nel triennio 2010-2012 sono morti per tumore tre persone e non 23 (non si sa a quale periodo facevano riferimento) e sono stati diagnosticati due nuovi casi, così ci si attende in una popolazione normale. Un tema così delicato che tanto interesse suscita nella popolazione deve essere affrontato con rigore scientifico, non creando panico tra la popolazione ma incrociando il dato reale con le inchieste della Magistratura. Lo studio "QUADRI" condotto in tutta Italia nel 2004: "Qualità dell'assistenza alle persone diabetiche nelle regioni italiane" dove la Calabria rappresentava la regione capofila, aveva l’obiettivo di valutare la quantità e qualità degli ambulatori polispecialistici di diabetologia per la presa in carico dei pazienti ed evitare le complicanze della malattia come la retinopatia, i danni cardiovascolari, il piede diabetico. I risultati dello studio hanno permesso di migliorare l’offerta assistenziale alle persone diabetiche in tutta Italia attraverso queste nuove forme di ambulatorio. In Calabria, nulla è cambiato, anzi si sono ridotti gli ambulatori con il solo diabetologo in servizio. Da più tempo si ricorre al parto cesareo in modo inappropriato e questo si evidenzia ancor più nelle donne italiane a differenza di quanto avviene tra le donne straniere (vedi dati nazionali sul certificato di assistenza al parto). Spesso il medico preferisce assecondare la richiesta della donna che sceglie il cesareo (per evitare il dolore ma anche per evitare errori durante il parto) anziché spiegare alla donna che il parto è un evento naturale e che il cesareo è pur sempre un intervento chirurgico con i rischi ad esso collegato. Si può comprendere perchè la comunicazione è fondamentale!

Appunti sulla salute

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GIUDIZIARIA

Ferrovie in Calabria prepara un sit-in di benvenuto La lunga attesa è ormai terminata. A partire da domenica prossima il treno Frecciargento 8352 impiegato sulla tratta Reggio Calabria - Roma avvicinerà la Locride al resto d’Italia effettuando per la prima volta la fermata Rosarno. Da sempre grande assente nel percorso del treno ad Alta Velocità, lo stop alla stazione di Rosarno è stato a lungo reclamato a gran voce non solo dai sindaci del nostro comprensorio e della Piana di Gioia Tauro, ma anche dall’associazione “Ferrovie in Calabria” che, fin dalla propria fondazione cerca di segnalare le criticità e i disagi della nostra imperfetta rete di trasporto su binari. Proprio per festeggiare questa conquista, della quale si sentono giustamente i principali promotori, i vertici dell’associazione, domenica 11 giugno, alle ore 7, organizzeranno un sitin di benvenuto che accoglierà coloro che decideranno di utilizzare la fermata di Rosarno per partecipare al primo viaggio del treno 8352 in cui il convoglio fermerà nel paese

DOMENICA 04 GIUGNO

Il“prender parte” all’unitarietà della ’ndrangheta L’affermazione di responsabilità penale per la partecipazione alla ’ndrangheta unitaria, piuttosto che ad una specifica cosca, non è “affatto peregrina”, ma rappresenta, secondo i magistrati della Procura reggina: «il coerente e logico sviluppo degli accertamenti giudiziari che le citate indagini cd. Crimine e Meta condotte da questo Ufficio e quella cd. Infinito, condotta dalla Procura della Repubblica DDA di Milano hanno dimostrato, conseguendo plurimi, convergenti ed omogenei provvedimenti giurisdizionali». L’accertata unitarietà della struttura verticistico-organizzativa della ’ndrangheta, infatti, ha necessari, immediati riflessi anche su quella operativa funzionale «atteso come la prima abbia senso compiuto solo al fine di garantire più efficacemente la seconda». Anche tale conclusione non è semplicemente frutto di sviluppi logici deduttivi dei predetti accertamenti giudiziali, ma trova già prime coerenti applicazioni in autorevoli provvedimenti della Suprema Corte che ne hanno fatto uso per affermare la responsabilità penale e confermare il giudizio di condanna a carico d’imputati “privi” di (rectius: non partecipi ad una) cosca, ma di cui era stato dimostrato il “prendere parte” alla ’ndrangheta, intesa quale associazione unitaria. Il riferimento è a Cassazione I sezione penale n. 41735/2014 (emessa nel procedimento relativo alla cd. operazione Reale) che, affermando la penale responsabilità di P. G. per la partecipazione alla ’ndrangheta, contestualmente annullava con rinvio la pronuncia di condanna per i fratelli, emessa dalla locale Corte d’Appello, a cagione dell’insufficiente dimostrazione dell’esistenza di una cosca. «L’argomento probatorio su cui fonda la citata pronuncia riposa sull’accertato attivarsi (il “prender parte” cioè) di P.G. in funzione di mediazione e composizione di plurime vicende relative a diverse cosche di ndrangheta. Astraendo l’insegnamento della Suprema Corte, secondo un percorso, questa volta, induttivo, se ne trae che la dimostrazione della gestione stabile e continuativa di vicende e/o d’interessi della ndrangheta (espressione sintomatica dell’affectio societatis) che superi e/o prescinda dai limiti geo-criminali delle singole cosche, giustifica l’affermazione di penale responsabilità, senza che sia necessario inquadrare il partecipe in questa o quella cosca. Ed è evidente come sia esattamente questo il ruolo svolto all’interno dell’organizzazione da quella che il Tribunale collegiale, nel procedimento cd. Meta, definisce componente chiamata “a relazionarsi con ambienti più elevati di tipo politico ed istituzionale”. Le riferite conclusioni giuridiche sono state fatte proprie anche in seno alla Ordinanza di custodia cautelare in un recente procedimento penale della Dda reggina, di recente confermata anche dalla Suprema Corte. «Si impone, perciò, una rivalutazione degli elementi utili a comprendere le dinamiche di potere della ndrangheta; non quelle note, strettamente collegate al bieco controllo di questa o quella porzione di territorio, ma piuttosto quelle finalizzate alla partecipazione - alla stregua di un soggetto sociale della classe dirigente riconosciuto ed accettato dagli altri e, perciò, pienamente inserito nelle relative dinamiche - ai sistemi di potere che governano le società. Insomma, è necessario completare l’accertamento dai fenomeni d’intimidazione sociale, a quelli d’infiltrazione nei sistemi di potere sociale».



ATTUALITÀ

IL 10 GIUGNO IL CONVEGNO SU“UNITÀ E RINNOVAMENTO A SINISTRA”

Aldo

Tortorella “La sinistra deve essere protagonista di sviluppo e riscatto” La rivista “Critica Marxista”, “Fattore Comune”, il Circolo “Enrico Berlinguer” e “Sinistra Italiana” organizzano, per sabato 10 giugno, alle ore 18, presso la Sala del Consiglio Comunale di Siderno, il Convegno dibattito sul tema “Unità e rinnovamento a Sinistra”, un incontro introdotto da Vincenzo Bonavita e al quale parteciperanno il presidente nazionale dell’Associazione per il Rinnovamento della Sinistra Vincenzo Vita e il politico e partigiano Aldo Tortorella. Per presentare a voi lettori l’incontro, che cercherà di valutare lo stato di salute della sinistra nel nostro comprensorio, abbiamo raggiunto telefonicamente Tortorella, membro della segreteria politica di Enrico Berlinguer, direttore de “l’Unità” dal 1970 al 1975 e oggi alla guida della rivista “Critica Marxista”, al quale abbiamo domandato anzitutto perché ha deciso di partecipare a questo incontro a Siderno. «Ho accettato perché la Locride è un luogo del Paese in cui credo che sia necessario che la sinistra sia protagonista di un’opera di sviluppo e anche

In questa foto storica Tortorella insieme a Enrico Berlinguer

di riscatto. Mi pare che sia giusto fare ogni sforzo possibile affinché la sinistra assolva al proprio compito di essere vicina alle terre meno fortunate, non certo dal punto di vista storico e morale, ma da quello economico e materiale. «L’argomento del Convegno - continua Tortorella - sarà fare sì che tutti coloro che pensano alla necessità di avere in Italia e in Calabria una sinistra fedele alla propria missione di essere vicina a chi più soffre e ai lavoratori, uniscano le proprie forze per dare a queste persone la possibilità di avere una rappresentanza, perché oggi ciò che appare come la sinistra moderata è in realtà più vicina al centro che alla sinistra comunemente intesa, mentre le sinistre che dichiarano di essere antagoniste o alternative sono disperse in troppi gruppi. È auspicabile che questi gruppi si uniscano in una volontà concorde e una speranza comune che ridia fiducia all’elettorato». Ma in Calabria ci sarà il terreno fertile per realizzare questo sogno?

«È difficile farlo nella Locride come anche a Milano, non credo ci sia differenza. Il problema, piuttosto, è che la sinistra ha subito sconfitte di carattere storico, si è dispersa e ha pensato per questo talvolta di accettare le regole del sistema adottando le strade del neoliberismo con conseguenze non positive, mentre in altre occasioni ha inseguito con nostalgia il passato in maniera altrettanto inutile. Sarebbe piuttosto il caso di creare un progetto innovatore, idea che perseguo e promuovo ormai da moltissimo tempo». Per approfondire il tema e ascoltare le argomentazioni di Tortorella e Vincenzo Vita, l’appuntamento è rimandato a sabato prossimo, presso il Comune di Siderno. La partecipazione dei cittadini, mai come in questo caso, sarà indispensabile. Jacopo Giuca

In questa foto si riconoscono Lucio Magri, Valentino Parlato, e Tortorella. In basso Pietro Ingrao, Fausto Bertinotti e Rossana Rossanda


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LA COPERTINA

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È POSSIBILE SCENDERE A PATTI CON LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA PUR DI VINCERE LE ELEZIONI E, POI, UNA VOLTA OTTENUTA LA FASCIA TRICOLORE, COOPERARE AL FIANCO DELLA PREFETTURA ANIMATI DA UN SENSO ALTISSIMO DELLA LEGALITÀ? STANDO ALLE DICHIARAZIONI DEL PENTITO ARCANGELO FURFARO, A GIOIA TAURO SÌ.

Politica altissima, purissima, levissima MARIA GIOVANNA COGLIANDRO “È meschino che ignoti approfittino del fatto che quest’uomo ora sia in vista, in quanto aspirante alla carica di primo cittadino, contrastando così gli ideali di cui è portatore”. È questo uno stralcio di uno dei tanti comunicati di solidarietà scattata, puntuale, dopo quella che si credeva essere un’intimidazione ai danni dell’allora candidato a sindaco di Gioia Tauro Renato Bellofiore. Era il 9 aprile del 2010. Nella notte era stata data alle fiamme la sua Ford Ka, proprio sotto casa. Renato Bellofiore, ai tempi 42enne, avvocato, sostenuto da due liste civiche, qualche giorno dopo si sarebbe giocato al ballottaggio la carica di primo cittadino contro Umberto Pirilli. “Questo fatto – proseguiva il comunicato – non deve influenzare l’elettorato, ma soprattutto non deve condizionare il candidato Bellofiore che, qualora fosse eletto sindaco, dovrà anche supera-

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Arcangelo Furfaro

Renato Bellofiore

re la paura di nuovi attacchi”. Rileggere questo attestato di solidarietà alla luce di quanto è recentemente emerso dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Arcangelo Furfaro, riportate dalla Gazzetta del Sud, fa sorridere. Anzi no, fa incazzare. Nel gennaio 2015 Arcangelo Furfaro, detto “Lino”, riferì al pm – rivelazioni finite oggi negli atti dell’inchiesta “Provvidenza” – che Renato Bellofiore e Lino si sarebbero incontrati in una pizzeria sul lungomare di Gioia Tauro e in quell’occasione l’aspirante sindaco gli avrebbe chiesto: “Lino come andiamo, secondo te?”. E Lino: “Renato ci siamo quasi, secondo me sei avanti tu, ma ora questi sono gli ultimi giorni dove si deve dare un imput particolare per…” e a quel punto Furfaro gli avrebbe proposto il suo piccolo stratagemma: “Tu sei disposto a sacrificare la macchina?” e, notando che Renato non aveva colto appieno il piano, avrebbe precisato: “Tu la bruceresti la macchina per vincere? (…) Se io vengo stasera e ti metto fuoco alla macchina, la gente pensa che sia stata la mafia. (…) queste sono quelle cento, duecento persone che cambiano idea all’ultimo momento e ti vanno a votare”. Arcangelo Furfaro avrebbe, quindi, ricevuto il permesso da Renato Bellofiore per entrare in casa sua e farsi bruciare la macchina. I due sarebbero stati d’accordo. Per l’aspirante sindaco quella soluzione abitata da un brivido sarebbe stata l’unica strada possibile per non rischiare di guardare l’ambita poltrona dallo spioncino. La smania di potere, a volte, finisce per cedere a una colpevole debolezza. Ad accompagnare Furfaro a casa di Bellofiore sarebbe stato Mimmo Cento, ex presidente del consiglio comunale, nonché dirigente regionale PD, uno che in un’occasione ha addirittura dichiarato: “Il Pd ha reso Gioia il caso positivo della provincia”. Cento, però, stando a quanto riporta Furfaro era all’oscuro del precedente accordo, per questo si sarebbe prestato. “Ho preso una bottiglietta di Levissima - racconta Furfaro - siamo andati a Palmi, allo svincolo dell’autostrada, ‘ndi na buttigghia normali… di acqua minerali misi a benzina,’nu lignu,’na pezza e ‘ncia bruciai, con una candela ho rotto il vetro… tutto qua”. Tutto qua. E se il “tutto qua” fosse accertato, di quali ideali sarebbe stato portatore Renato Bellofiore? E con lui Domenico Cento? Chi sarebbero i meschini? Stando al comunicato sopra, il presunto attentato non avrebbe dovuto influenzare l’elettorato e invece, probabilmente, lo influenzò eccome: Bellofiore vinse l’ex europarlamentare Umberto Pirilli ottenendo 4.743 voti, pari al 51,53% contro i 4.461 di Pirilli (48,46%). Uno scarto di 282 voti. Merito dello stratagemma di Lino? Se il “tutto qua” fosse accertato, inoltre, risulterebbero alquanto ridicoli gli appelli che, una volta ottenuta la fascia tricolore, Bellofiore rivolse alle forze dell’Ordine in seguito a un’escalation criminale a Gioia Tauro, facendosi portavoce di una politica altissima, purissima, levissima (come la bottiglia incendiaria utilizzata da Furfaro): “Abbiamo bisogno che la presenza delle Forze dell’Ordine nel nostro territorio sia potenziata, con la previsione di un maggior numero di uomini e mezzi che abbiano il controllo costante e globale di tutte le aree cittadine. Ciò al fine di potenziare il monitoraggio - soprattutto notturno - di tutta la nostra città”. Fosse stata potenziata prima la presenza delle Forze dell’Ordine, Bellofiore sarebbe stato ugualmente sindaco della Città? Dopo l’appello a Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, Bellofiore fa di più: scrive anche all’allora Prefetto Varatta. “Come Sindaco sento il dovere di farmi garante del bisogno di legalità che tutta la mia Città desidera. Per questo ho chiesto l’intervento di Sua Eccellenza il Prefetto di Reggio Calabria, quale guida e protagonista dell’azione che si andrà ad avviare (...) concertando gli interventi atti ad impedire a forze avulse (ma che in qualche caso, sempre se quel “tutto qua” fosse vero, potrebbero tornare utili, ndr) di violentare la pace e la tranquillità di una comunità pacifica, laboriosa e desiderosa di riscattare la propria dignità, oggi come non mai. (...) Episodi come questi testimoniano la recrudescenza di un fenomeno di espansione criminale che non si ferma dinanzi a niente”. Già, dinanzi a niente.


ATTUALITÀ

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S

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Questa settimana ha fatto scalpore la notizia della nomina dell’Assessore della Città di Reggio Calabria Angelo Marciane nella nuova segreteria nazionale di Matteo Renzi. La selezione, secondo il PD locale, è segno dell’importanza che la segreteria nazionale sta dando alla Città Metropolitana di Reggio, ma voci di corridoio affermano che la scelta nasconderebbe in realtà uno sgambetto a Giuseppe Falcomatà Nel pomeriggio di Martedì Cosimo Papandrea, noto musicista folk del nostro comprensorio è stato rilasciato dal carcere di Locri, presso il quale soggiornava da diversi mesi in seguito all’esecuzione di un ordine di Carcerazione emesso dalla Procura di Catanzaro per reati avvenuti una quindicina di anni fa. Torna nell’occhio del ciclone il Governatore della Regione Calabria Mario Oliverio, raggiunto dai giornalisti d’assalto del programma Mediaset “Le Iene”, secondo i quali il Presidente avrebbe favorito tre compagnie teatrali che fanno riferimento a due registi che collaborano da molti anni con la moglie dello stesso Oliverio e avrebbero anche fatto parte del suo staff elettorale nel 2014. È stato catturato venerdì mattina il super latitante Giuseppe Giorgi, 56enne, detto "u capra", ritenuto elemento di vertice della cosca Romeo alias "Staccu", è stato bloccato a San Luca. Deve scontare una condanna a 28 anni. Il suo nome era inserito nell'elenco dei 5 latitanti più pericolosi d'Italia.

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Ospedale di Locri teatro di un delicatissimo intervento grazie al dottor Freno Un chirurgo all'avanguardia negli interventi di laparoscopia che grazie alla sua tecnica e professionalità porta a compimento casi clinici molto complicati. Si tratta del dottore Domenico Freno, di Brancaleone, responsabile del settore di Laparoscopia presso l'ospedale di Locri. A ringraziarlo, con una lettera pubblicata sulla “Gazzetta del Sud”, la signora Clara Pipicella, la cui madre ultrasettantenne è stata sottoposta nei giorni scorsi a un delicatissimo intervento che ha previsto l'asportazione contemporanea di due organi: il colon per tumore e la colecisti per calcolosi. L'intervento, nonostante sia stato eseguito in un ospedale di periferia come quello di Locri, non esattamente all’avanguardia, è perfettamente riuscito grazie all'eccellente professionalità del dottor Domenico Freno.

Locri: 104 anni e non sentirli: domenica scorsa il compleanno da record di Cosimo Domenica scorsa Cosimo Cammeo ha raggiunto l’invidiabile traguardo di 104 primavere. Da sempre residente a Locri, per il suo eccezionale compleanno il signor Cammeo ha ricevuto la visita del sindaco Giovanni Calabrese, che gli ha consegnato una targa e gli auguri di tutta la comunità Locrese. «Grazie a tutti i cittadini di Locri per la benevolenza con la quale mi hanno sempre trattato - ha risposto Cosimo stringendo la mano al primo cittadino - e grazie in particolare a voi, signor Sindaco, che mi siete spesso venuto a trovare dimostrando di essere una brava persona».

Gerace: Un anno dopo le auto elettriche andate a fuoco sono ancora li...

CALABRESE PER CASO * di Giuseppe Romeo

“Costa dei Gelsomini”? Si, ma senza gelsomini Diciamolo. Siamo tutti stati affascinati per anni dall’essere nati o cresciuti nella Riviera ( o Costa) dei Gelsomini. I nostri nonni, i nostri padri e noi stessi abbiamo sempre decantato le bellezze a noi vicine dovunque si fosse trattato di dare un tono di dignità alla nostra terra, ai nostri luoghi. D’altra parte, costretti a non doverci sentire secondi a nessuno, tra Costa degli aranci, Costa dei saraceni, Costa viola, Costa dei pini, Riviera delle palme o, Promenade des anglais ecc…ci siamo nutriti del profumo di questo fiore nella speranza che potesse dare un aroma alla vita di ogni giorno e gioia alle nostre vacanze. Eppure, ciò nonostante, credo che il gelsomino sia non solo un ricordo, già fievole in verità per la sua rarità lungo le “Sue” coste, ma un grande assente nel panorama della flora proprio della costa jonica. Certo, qualcuno lo coltiverà nel suo giardino o lo userà come irresistibile decorazione delle proprie ringhiere ma, al di là di questo, non sembra che la “ cosiddetta” Riviera dei Gelsomini sia di fatto tale. Insomma, parliamo spesso di turismo, decantiamo eccellenze di vario genere, a volta con un sovradimensionamento e una sovrastima del termine stesso di “eccellenza”, ma le piccole cose, quei particolari che disegnano un mondo ed un animo nobile e prezioso lo abbandoniamo perché non ci facciamo caso. Lo sacrifichiamo per una mancanza di sensibilità verso quegli aspetti della nostra vita che dovrebbero guidarci per difendere e promuovere quanto di meglio riteniamo di poter offrire. Promuovere una “Riviera dei Gelsomini” significa non solo credere che il turismo sia ricettività alberghiera e servizi ad essa collegati, ma anche presentare un territorio nella sua più bella veste dove alla promozione corrisponda una realtà vera, reale, palpabile e …perché

no!...odorabile. E’ a dir poco paradossale che si ci preoccupi dell’ambiente, della assenza di strutture quando alla fine l’aspetto più banale, meno costoso ma più significativamente apprezzabile manchi totalmente: la rispondenza del nome alla realtà paesaggistica. E’ strano che Calabria Verde nelle sue innumerevoli, mi auguro, iniziative non si sia dotata di un progetto di ridistribuzione delle risorse finanziarie investendo nella realizzazione di un verde diffuso lungo la costa nelle aree demaniali, comunali o incentivando il privato verso una riproposizione del gelsomino come pianta caratterizzante un ambiente, una cultura, un ricordo. Una Riviera o Costa dei Gelsomini senza …gelsomini è in fondo il biglietto da visita che offriamo al visitatore gettandolo nel dubbio che forse ha sbagliato strada, luogo, o canale televisivo. E’ la dimostrazione più evidente di come non vi sia attenzione per un territorio dal momento che se i particolari così semplici vengono dimenticati, o non percepiti, significa che non vi è alcuna sensibilità per il rilancio di un’idea di turismo se non in dichiarazioni di intenti che poi si risolvono nel deserto delle opere. Direi che è veramente assurdo andare in giro per l’Italia e ammirare le palme, i fiori, le aree a verde e le pinete così ordinate e così caratterizzanti un territorio per poi affacciarsi sullo Jonio e guardare come in fondo, pur con un’Istituzione che dovrebbe fare del verde il suo core business, ciò sia lasciato in balia delle intemperanze politiche o dell’abbandono e dell’incuria quotidiana. Così come è veramente singolare poter beneficiare del profumo della nostra pianta nel centro di una città come Torino che non manca di ricorrervi nelle sue diverse specie e pensare, camminando nel ricordo, che quel misero gelsomino sulla costa sia oggi un miraggio se non un ulteriore indice di scarsa attenzione su casa nostra.

È già trascorso un anno dall’incendio delle auto elettriche che avrebbero dovuto dare una spinta ulteriore alla già crescente economia turistica di Gerace. Le vetture, acquistate dall’allora uscente amministrazione Varacalli mediante l’utilizzo di fondi PISL, vennero date alle fiamme la notte tra il 29 e il 30 maggio 2016, ponendo di fatto fine a un progetto ormai a un passo dalla sua realizzazione. All’epoca dei fatti la mobilitazione civica in seguito al vile gesto fu enorme, ma purtroppo non sufficiente a dare la spinta propulsiva necessaria a concludere con successo le indagini sui colpevoli e a riprendere da dove gli idioti avevano obbligato l’amministrazione a fermarsi. Anzi, con un comunicato diffuso in settimana, il movimento politico “Uniti per Gerace” dimostra come ci fossero i presupposti utili a riacquistare le vetture elettriche andate in fumo, ma non meglio precisate difficoltà riscontrate nell’operazione da parte della giunta Pezzimenti avrebbero impedito la realizzazione del sogno della precedente giunta. A questo si aggiunga, sottolineano noi, che le carcasse delle vetture turistiche, ancora oggi, giacciono tristemente proprio nel luogo in cui sono state date alle fiamme.

Siderno spinge l’acceleratore sull’educazione ambientale Domenica scorsa si è svolta a Siderno la giornata ecologica, una passeggiata panoramica organizzata dall’assessore all’ambiente Anna Romeo e dall’Osservatorio Ambientale Diritto per la Vita durante la quale i partecipanti hanno potuto fare tappa presso le fontane del nostro territorio e due ulivi secolari di Siderno Superiore. L’evento, utile non solo a fini turistici, ma anche a promuovere l’ormai prossimo censimento degli alberi monumentali, che garantiranno all’Amministrazione di salvaguardare con maggiore efficacia il verde pubblico, si è proposto come occasione utile a sensibilizzare la cittadinanza su un tema delicato quale la salvaguardia dell’ambiente e come tappa intermedia a un progetto di recupero delle fontane pubbliche per l’Osservatorio Ambientale.

Inaugurato il Polo Sportivo di Monasterace Giovedì scorso, presso il campo sportivo di Monasterca, si è svolta cerimonia di inaugurazione del polo sportivo per i giovani, intitolata per l’occasione “Io gioco legale”. Oltre agli interventi delle autorità presenti e all’inaugurazione di una targa celebrativa, la giornata sarà certamente ricordata per l’esibizione musicale del Soprano Eleonora Pisano e per il triangolare di calcio tra la Squadra Uffici Giudiziari di Locri, i Veterani della A.S. Monasterace e i Veterani della A.S. Nova Virtus. Un evento che ricorda ancora volta come anche nel nostro comprensorio sport e legalità debbano procedere sempre a braccetto.


Nella Vallata dello Stilaro c’è un paese dai vicoli suggestivi e dal clima meraviglioso. Si tratta di Bivongi, centro dalle potenzialità immense e dalla bellezza inestimabile, entrando nel quale, da alcune settimane a questa parte, si respira finalmente un’aria nuova. Attraversando i vicoli del paese, infatti, ci si imbatte sempre più spesso cittadini in cui l’entusiasmo è visibile e la voglia di cambiare è palpabile. Il rinno-

vamento promosso da Francesco Carnovale e “Alternativa Democratica per Bivongi” sta risvegliando le coscienze, rianimando le piazze, gettando le basi per un futuro radioso. L’alternativa democratica che offre Carnovale sarà il punto di partenza per una Bivongi bella, pulita, sostenibile e in grado di affrontare con successo le sfide del domani. In una parola… RINATA!


POLITICA A CURA DI JACOPO GIUCA

BIVONGI FRANCO CARNOVALE VUOLE CAMBIARE ATTRAVERSO UNA RIVOLUZIONE SOCIO-CULTURALE, MA PER ATTUARE IL PROPRIO PROGRAMMA DOVRÀ AFFRONTARE IL SINDACO USCENTE FELICE VALENTI, DETERMINATO A PORTARE A TERMINE IL LAVORO CHE HA INIZIATO CINQUE ANNI FA.

FRANCESCO CARNOVALE Alternativa Democratica per Bivongi

mo il mio paese e non vivo di politica, ma la mia candidatura nasce dal desiderio di mettere a disposizione l’esperienza professionale maturata in trent’anni di imprenditoria, per creare una svolta economica e sociale per la comunità. Negli ultimi anni Bivongi è forse regredita divenendo teatro di grandi incompiute e di spopolamento. Per invertire questa tendenza è imperativo avviare un monitoraggio del patrimonio comunale, valorizzarlo e rilanciarlo eliminando gli sprechi, a cominciare dall'impianto fotovoltaico che non rende nulla per le casse comunali. Bivongi deve ripartire dal suo centro, puntare sul patrimonio storico e culturale e diventare un paese dalla grande attrattiva turistica. Con il Laboratorio Politico Programmatico abbiamo coinvolto anche i cittadini nostri e dei comuni limitrofi in un contesto di sviluppo armonioso. Le richieste avanzate sono state tantissime, dal ripristino della vita sociale di un tempo alla proiezione del paese a una qualità della vita moderna.

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FELICE VALENTI Insieme per Bivongi

a mia decisione di ricandidarmi nasce dalla sensazione che il paese si stia dividendo. Nel periodo di gestazione della mia lista ho inseguito le grandi intese ma ho infine optato per una lista civica che dia risposte concrete agli elettori. Bivongi è un paese economicamente sanissimo: non ha debiti, i servizi sono a posto, il verde pubblico è curato e il fatto che siamo stati premiati come paese più pulito di Calabria ne è la prova. Vogliamo puntare sulla differenziata, per introdurre la quale aspettiamo un bando regionale che non faccia ricadere le spese sui cittadini, e avviare una battaglia sull’homecare che dia assistenza ad anziani ed ex dipendenti statali. Abbiamo un poliambulatorio per gli anziani, ma dobbiamo pensare ai giovani e far fronte al dissesto idrogeologico sfruttando un finanziamento per sistemare strade e terreni danneggiati dall’alluvione del 2015. Programmeremo la creazione di posti di lavoro, il miglioramento dell’ambiente e lo sviluppo di investimenti per il turismo.

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GROTTERIA

ELEZIONI AMMINISTRATIVE

#undicigiugno2017

CANDIDATI a confronto

A tre settimane dalle Amministrative, come di consueto, vogliamo offrire a voi (e) lettori la possibilità di consultare in maniera chiara e rapida le proposte dei candidati a sindaco della Locride. Ricordiamo che nel nostro comprensorio, dopo la scelta di San Luca di rinunciare ancora una volta alle urne, andranno al voto 11 comuni e saranno complessivamente 25 i candidati a sindacotra i quali poter scegliere. Questa settimana diamo voce agli aspiranti sindaci di Bivongi, Bovalino, Caraffa del Bianco e Grotteria

CARAFFA DEL BIANCO IL SINDACO USCENTE STEFANO

MARRAPODI SENTE DI NON AVER ANCORA PORTATO A TERMINE IL PROPRIO COMPITO E SOGNA LA FUSIONE CON I CENTRI LIMITROFI. FRANCESCO SPANÒ, INVECE, NEL PROPRIO PROGRAMMA PROCLAMA RESPONSABILITÀ E INVERSIONI DI ROTTA.

STEFANO U. MARRAPODI Solidarieta e sciluppo

a mia ricandidatura nasce dalla benevolenza dei miei concittadini e dalla volontà di terminare il lavoro iniziato. Inseguo il sogno di avviare una fusione tra i centri satellite di Bianco innanzitutto per contenere la tassazione, quindi per costituire, con Sant’Agata, Casignana e Samo, un centro di almeno 4.000 abitanti come prima della Guerra. Detto questo, il paese è ancora in dissesto idrogeologico, ferita che potrà essere sanata nell’estate con un finanziamento appena arrivato. Le nostre associazioni comunque funzionano, il patrimonio edile ci rende orgogliosi ma vogliamo ampliarlo acquistando palazzo Verduci dal suo proprietario privato e far partire da un percorso culturale che crei lavoro. Con la fusione potremmo salvaguardare i contrattualizzati LSU/LPU, stabilizzare i giovani e effettuare investimenti in aggiunta al ripristino delle strade e alla salvaguardia degli agricoltori. Cercheremo infine di migliorare i servizi e abbassare la pressione fiscale come richiesto dai cittadini.

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FRANCESCO R. SPANÒ CaraffaFutura

al programma elettorale: “Caraffa Futura” persegue un rinnovamento sociale e politico che vuole rompere con la vecchia gestione e rifarsi all’articolo 54 della Costituzione: “I cittadini cui sono affidate le funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore”. In quest’ottica la lista di Francesco Rocco Spanò persegue l’obiettivo da far compiere al proprio paese un vero e proprio salto di categoria che sfrutti gli “acceleratori” del patrimonio storico e ambientale, che dedichi grande attenzione alla promozione dei propri prodotti e cerchi di soddisfare i requisiti utili ad accedere ai fondi comunitari che possano cambiare il corso della sua economia. Obiettivo della compagine guidata da Spanò è dunque rendere Caraffa più sostenibile grazie all’impiego delle fonti di energia rinnovabile, valorizzare al meglio il centro storico e la tradizione artistica del paese e strizzare l’occhio alle fasce deboli, potenziando strutture e servizi per i giovani e per gli anziani.

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ANCHE A GROTTERIA I CANDIDATI SONO TRE: SE VINCENZO LOIERO SI PONE IN CONTINUITÀ CON L’USCENTE LEONCINI, SALVATORE LUPIS VUOLE ROMPERE CON UN CORSO POLITICO CHE DEFINISCE SCELLERATO E DOMENICO ARENA VUOLE DARE PRECEDENZA A STRUTTURE E SERVIZI.

VINCENZO A.S. LOIERO

SALVATORE LUPIS PrimaVera Politica

DOMENICO S. ARENA

Progetto per Grotteria

a mia candidatura nasce dalla volontà del mio gruppo politico di effettuare una scelta condivisa. Considerata l’impossibilità di ricandidarsi di Salvatore Leoncini per questioni personali, la mia gestione proverà a essere evoluzione di quella ci ha preceduto, portando a compimento i progetti oggi rimasti in sospeso, a cominciare dal consolidamento del territorio in seguito alle alluvioni. Mi assicurerò di realizzare i progetti già in cantiere, come la riqualificazione urbana, il rifacimento di fontane, fogne, strade, pubblica illuminazione e lungomare, che vengano ripresi i lavori nelle scuole, si proceda all’adeguamento sismico, si ripulisca il territorio e si realizzi un pozzo per eliminare il problema dell’acqua, interventi che, grazie al mio lavoro in Provincia, so che potranno essere realizzati con i fondi già ottenuti. Oltre a questo avvieremo la differenziata porta a porta, per la quale già abbiamo il materiale e daremo nuove opportunità occupazionali ai nostri residenti.

oglio liberare la vita amministrativa dai legacci creati nell’ultimo decennio, restituendo ai cittadini servizi di qualità e un’amministrazione libera da condizionamenti. Detto questo so dell’abbandono del territorio da parte della politica locale e non ritengo onesto promettere miracoli alla gente, ma dovremo agire sulle infrastrutture comunali, invertire la tendenza di uno spopolamento emorragico, cancellare le carenze nella distribuzione dell’acqua e nella raccolta dei rifiuti, alleggerire la pressione fiscale, recuperare l’autonomia scolastica e la caserma dei Carabinieri. Insomma, ridare alla gente percezione dell’utilità della politica. I cittadini vogliono condizioni dignitose, un territorio pulito, servizi efficienti. Per questo serve riorganizzare uffici e servizi, una programmazione territoriale e la cancellazione delle scelte più scellerate di chi ci ha preceduto. Consapevoli, naturalmente, che la nostra sarà una parentesi utile solo a iniziare questo complesso lavoro.

o deciso di candidarmi assieme a un gruppo di giovani che come credono nei principi di giustizia e uguaglianza per il rispetto e l’attaccamento che provo nei confronti della mia bellissima terra. La nostra “Scelta Libera” significa inaugurare una nuova fase della vita di paese, in cui sia cancellato lo scempio che l’edilizia ha prodotto in alcune zone del paese, siano cancellate le carenze in tutti i settori e il vivere quotidiano non sia più condizionato dalla mancanza di strutture e servizi. Grotteria è meravigliosa e ha tutte le potenziali di riemergere. Per darle questa possibilità, nell’elenco lunghissimo di interventi necessari che vogliamo approntare, daremo priorità al problema dell’acqua, delle strade, delle scuole e dei rifiuti, oltre alla riorganizzazione degli uffici assetto del territorio, dell’ambiente, alle politiche giovanili e al recupero del centro storico. Tutti elementi emersi in seguito a un confronto quotidiano con la cittadinanza, stanca di vivere nel degrado.

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Scelta Libera

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BOVALINO

DOMENICA 04 GIUGNO 11

IL FERMENTO POST COMMISSARIALE HA PRODOTTO BEN TRE CANDIDATI: ALESSANDRA POLIMENO, VINCENZO MAESANO E FRANCESCO GANGEMI. LE STORIE E I PERCORSI DIVERSI DEI TRA ASPIRANTI SINDACI PORTANO A UN OBIETTIVO COMUNE: RIDARE LUSTRO AL PAESE.

ALESSANDRA POLIMENO

VINCENZO MAESANO

Movimento Politico Culturale Agave

FRANCESCO G. GANGEMI

Nuova Calabria Polimeni Sindaco

a mia candidatura mette radici nell’impegno di Nuova Calabria e nel mio ruolo nel Consiglio Provinciale di Reggio. È il frutto di un progetto condiviso, nato dalla consapevolezza che il paese si trova in condizioni così precarie che basterebbe elencarle per sembrare validi candidati a sindaco. Ma il nostro scopo è andare oltre le criticità: Bovalino dovrà diventare polo attrattivo per la Locride e riferimento culturale per la Regione. Non potremo prescindere dalla salvaguardia del territorio, dalla riscoperta delle tradizioni e dalla collaborazione fattiva delle realtà associative esistenti, consegnando ai cittadini un paese ordinato, sereno, pulito, vivace e attento alle classi deboli e ai giovani. Lavoro, welfare, turismo, legalità, diritti e ambiente sono le principali richieste emerse dal costante confronto tra Nuova Calabria e i cittadini. Con il contributo di tutti soddisferemo le richieste dimostrando di possedere un requisito indispensabile per ogni buon politico: la credibilità.

Bovalino possiede le risorse per tornare a ricoprire la posizione di prestigio che ha avuto in passato, ma oggi è ridotto male. È per amore del mio paese che avanzo una candidatura che, con le proprie linee guida, cercherà di sopperire all’assenza di un’organizzazione razionale dei servizi, a cominciare da quelli indispensabili per il vivere civile (l’ambiente, il servizio idrico, l’implementazione della sicurezza). La nostra politica che, a differenza di quella dei nostri avversari, poggia su basi che Agave ha costruito in cinque anni di confronto con la cittadinanza, si muoverà su un doppio binario: la sistemazione delle criticità e un associazionismo che migliori le politiche sociali e l’immagine del paese. Si tratterà di un lavoro sinergico con i residenti, in collaborazione con i quali abbiamo stilato il nostro programma elettorale lanciando gli hashtag #hounidea e #sipuò e che coinvolgerà gli altri amministratori del comprensorio, con i quali stiamo già promuovendo confronti.

l nostro obiettivo è ridare a Bovalino il lustro che le compete per storia e tradizioni. Bovalino e i bovalinesi meritano di risalire ai piani alti della politica del comprensorio, regionale e nazionale. Siamo coscienti che il percorso è impervio ma anche che è alla portata di un gruppo di lavoro coeso e determinato. Per risolvere il danno finanziario è le criticità sotto gli occhi di tutti dovremo risolvere l’annoso problema del depuratore consortile e occuparci di politiche sociali, cultura, sport, efficienza della pubblica amministrazione, politiche giovanili, turismo, commercio, attività produttive e politiche comunitarie. La nostra non è una promessa, ma l’impegno che prendiamo con i bovalinesi al fine di garantire loro un futuro stabile e decoroso nella nostra amata terra. Tutto ciò, ovviamente, richiederà la partecipazione attiva e consapevole della comunità tutta, prima e ancor di più dopo il momento del confronto elettorale. Da qui il nome con il nome del nostro movimento.

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Impegno e partecipazione

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Un volto nuovo non solo per Caulonia, ma per l’intera Locride “Attraverso il Bando Periferie cambieremo il volto a tutta l’area della Locride, offrendo una nuova opportunità di crescita sociale, culturale ed economica ad un territorio e a una comunità che adesso guarda al futuro con fiducia, grazie ad una politica nuova che riesce a dare risposte concrete”. Commenta così il consigliere metropolitano Caterina Belcastro, delegata dal sindaco Giuseppe Falcomatà a seguire i rapporti con la Locride, la seconda tranche di finanziamento del Bando Periferie annunciato dal Governo la scorsa settimana. “Per l’area della Locride si tratta di 17 progetti approvati – aggiunge la delegata – molti Comuni interessati per un finanziamento complessivo che si avvicina ai 22 milioni di euro. I Comuni di Africo, Agnana, Bianco, Camini, Canolo, Caraffa del Bianco, Casignana, Caulonia, Gerace, Grotteria, Locri, Mammola, Roccella Jonica, Sant’Agata del Bianco, Siderno, Stignano e Stilo hanno visto approvati i progetti e soddisfatte le proprie richieste”. “Gli interventi sono diversificati – spiega la Belcastro - dalla riqualificazione degli impianti sportivi e del decoro urbano alla mobilità e viabilità, dall’aggregazione sociale all’edilizia. Tanti settori, per un impatto che sarà rilevante con ripercussioni sull’intero territorio perché l’obiettivo comune è crescere insieme, fare rete per promuovere sviluppo e migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini metropolitani”. “Lavori – evidenzia la Belcastro – che determineranno un notevole indotto, che serviranno a diminuire i disagi sopportati nei piccoli e grandi centri, a contrastare il fenomeno dello spopolamento e dell’isolamento, favorendo la coesione e una crescita comune”. “Il Bando Periferie – dichiara ancora il consigliere – si aggiunge alle numerose iniziative che la Città Metropolitana, su impulso del sindaco Giuseppe Falcomatà, ha già intrapreso dimostrando sensibilità e attenzione. Penso ai Patti per il Sud, agli investimenti già finanziati per l’edilizia scolastica, alla viabilità e alla difesa del suolo. Un lavoro che ci vede impegnati quotidianamente, convinti che la nostra sarà una Città Metropolitana solo quando le distanze si accorceranno, i luoghi saranno sicuri e tutti ci sentiremo parte di una nuova comunità”. “Adesso – conclude Caterina Belcastro – sarà necessario seguire con attenzione tutte le procedure, dotando gli uffici metropolitani di energie e risorse, affinché, nel rispetto nelle norme in materia, questi fondi possano in breve tempo concretizzarsi in opere, senza alcun ritardo”.


Il 9 Giugno a Gioiosa Jonica "L'ITALIA E I MIGRANTI: LE POLITICHE EUROPEE E LE PROPOSTE DELLE REALTÀ LOCALI” Il meeting "L'ITALIA E I MIGRANTI: LE POLITICHE EUROPEE E LE PROPOSTE DELLE REALTÀ LOCALI”, le esperienze e le buone pratiche di accoglienza e di integrazione della Calabria a confronto si terrà a Gioiosa Ionica il 9 giugno 2017 dalle ore 9:30 presso il Teatro Gioiosa. La giornata di studio e analisi ha un triplice obiettivo: illustrare le attività dell’Unione europea e delle istituzioni nazionali, regionali e locali in tema di migrazione, condividere le buone pratiche di accoglienza e integrazione dei migranti in Calabria e raccogliere le testimonianze degli operatori coinvolti nell'accoglienza e nell'inte-

grazione dei migranti. La manifestazione rientra in un più ampio piano di comunicazione nazionale, con tappe in Sicilia dove a Palermo la giornata, svoltasi in Marzo ha registrato oltre 400 partecipanti, Firenze e Napoli prevista per fine giugno, permetterà di trasmettere i report e le buone prassi emerse al Primo Vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, che il primo settembre del 2017 sarà nuovamente a Siracusa ad un anno di distanza a raccogliere il feed back italiano sulle prassi di integrazione dei migranti e rifugiati. L’incontro la cui idea di fondo è di veicolare in

ambito Europeo ciò che di buono e innovativo, al di là della cronaca, si muove nel settore accoglienza in Italia sarà strutturato in due sessioni: la mattina ci sarà la sessione plenaria con gli interventi istituzionali e la presentazione delle buone pratiche, e il pomeriggio presso Palazzo Amaduri si svolgeranno i gruppi di lavoro, coordinati da esperti e dai rappresentanti della Commissione Europea, con i rappresentanti del terzo settore, gli amministratori locali, gli operatori coinvolti nell'accoglienza e nell'integrazione dei migranti in Calabria per raccogliere interviste e report approfonditi sulle buone prassi in atto.

L'incontro è organizzato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea in collaborazione con i Centri d'Informazione Europe Direct di Gioiosa Ionica, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Catanzaro. Per gli iscritti all’Ordine Regionale degli assistenti sociali e all’Ordine degli avvocati della Locride saranno riconosciuti 5 crediti valevoli per la formazione continua. La Commissione metterà a disposizione dei partecipanti i pullman gratuiti dalle seguenti città: Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Gioia Tauro con fermate dai comuni della Jonica e della Piana di Gioia Tauro.



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SOCIETÀ

San Luca

Niente voto nel paese ferito due volte “Il paese delle faide” è questo il titolo della nota apparsa qualche giorno addietro sull’edizione online del Sole 24 ore a firma Mariolina Sesto, dedicata alla mancata presentazione di liste in occasione della prossima tornata elettorale di giugno, valida per il rinnovo del consiglio comunale di San Luca. A dire il vero la parte dedicata a San Luca è solo il terzo paragrafo di un pezzo più ampio che prende in esame da nord a sud la condizione di alcuni piccoli centri montani che scontano una reiterata vacatio di rappresentanza amministrativa. Il pezzo dal titolo “Elva, Cencenighe, San Luca: paesi d’Italia dove non si trova un candidato sindaco”, parla di isolamento geografico, di difficoltà logistiche, di un calo di “vocazione” alla politica, puntando poi l’indice sulle continue emorragie umane e su un calo demografico progressivo che oggi presenta un conto assai salato ridisegnando la storia di tanti piccoli centri. Questo il quadro anche parecchio fedele se ci si ferma dalle parti del cuneese o se al massimo ci si sposta verso il bellunese. Diversa la situazione se si scende più a sud, dove l’incipit di chi scrive si trasforma regalando un impatto assai diverso, un olio su tela su fondo nero dove le motivazioni dell’assenza di democrazia sono da ricercare, manco a dirlo, nella presenza ingombrante e perniciosa della ‘Ndrangheta. Di seguito il breve commento dedicato al caso San Luca: “E poi c’è il meridione il paese di San Luca (parte della città metropolitana di Reggio Calabria) tristemente noto per essere il cuore della ’ndrangheta. Qui vivono quasi quattromila abitanti alle falde dell’Aspromonte ma nessuno si è candidato. Quattro anni fa il comune è stato sciolto dal Governo per infiltrazioni mafiose. Nel 2015 finalmente fu presentata una sola lista “Liberi di ricominciare” che però non ottenne il quorum sufficiente per amministrare. Quest’anno nessuno si è fatto avanti. La paura la fa da padrona dopo la sanguinosa faida culminata nella strage di Duisburg dell’agosto 2007, quando furono uccise sei persone. Ma la paura, l’isolamento montano e la piena occupazione possono giustificare l’abbandono? Questo sì sarebbe un bel dilemma da porre alla classe politica”. Conciso, stringente e impietoso lo spazio dedicato a San Luca e al suo mancato appuntamento con la democrazia, certamente molto più che per gli altri centri presi in esame. Gli ingredienti, quelli che si trovano a buon mercato ci sono proprio tutti, dalle faide, al bollino rosso dell’identificazione geografica, o se preferite cambiare colore c’è sempre il nero di sottofondo, quello del quadro appena dipinto, rosso o nero fa comunque poca differenza, ogni colore indica una particolarissima denominazione di origine protetta e nel caso di San Luca è facile anche lasciare intendere, protetta da chi. La nota sul paese di Alvaro si guarda bene dal lanciare interrogativi, chi scrive non fa e non si fa domande, trovandosi evidentemente di fronte ad una sentenza già scritta. Ma anche non volendo, il veloce graffio su San Luca qualche spunto di riflessione lo lancia. La ‘Ndrangheta, ad esempio, è vero c’è non la scopriamo certo oggi e su questo c’è poco da capire. Vorremmo invece capire perché non ci si chiede come mai nei piccoli comuni non ci sia più interesse per la pubblica amministrazione, ma solo indifferenza e rifiuto. Capiamo bene che l'utilizzo di marchi preconfezionati è cliché ormai in voga, ma può essere solo la 'Ndrangheta, per quanto pervasiva e perniciosa il motivo della mancanza di democrazia, o l'assenza di qualunque forma di vita democratica è anche frutto di una latitanza dello Stato che si prolunga ancora più dei commissariamenti di recente memoria ? Viene spontaneo pensare alla dicotomia offerta ad appena poche settimane di distanza da due elementi che fanno assai riflettere, la mancata presentazione delle liste a San Luca che giunge subito dopo l'inaugurazione in pompa magna di un mega campo sportivo che dovrebbe servire come momento di aggregazione e formazione per i giovani e che rischia di rimanere invece una cattedrale nel deserto se non supportata dal l'impegno della ripresa della vita democratica e da un vero protagonismo della società civile. Quella consumata sul prato del comunale, è stata una giornata di festa e sport che a sentire le tante personalità presenti per l’occasione, sfilate a turno davanti alle telecamere, si poneva come una prova di fiducia dello stato verso una comunità cui doveva corrispondere analoga apertura di credito, ma le forze politiche e le forze sociali della comunità chissà perché erano in larga parte assenti. Quel giorno c'eravamo anche noi, certo non in tribuna VIP, ma su quelle gradinate rimesse a nuovo e a dire il vero, scolaresche a parte, di gente di San Luca non ne abbiamo vista tantissima. Quelli che abbiamo incrociato e sentito lamentavano, sempre a bassa voce e con la dovuta cautela, lo scarso coinvolgimento della comunità rilegata a un ruolo passivo, pur trattandosi della stessa comunità che vota puntualmente in tutte le consultazioni elettorali, provinciali, regionali e nazionali, riservando ampi suffragi alle forze di Governo ma non trovando stranamente interesse ad esprimere il proprio voto proprio in occasione dell'elezione del governo locale. Tutto abbastanza paradossale e certamente assai rappresentativo del clima di sfiducia che si respira da queste parti nei confronti delle istituzioni, sfiducia che diventa il migliore terreno di coltura per la criminalità organizzata. Saverio Zavettieri* e Gianfranco Marino* *Associazione Culturale Bova Lyfe *Giornalista

Amaru Lucanu! Fin quando Riace ha prodotto ospitalità diffusa e feste della ginestra l’amaro è stato il retrogusto rimasto in bocca a Mimmo “il curdo” per avere salvato un paese dallo spopolamento mentre andava alla deriva il suo privato. L’amaro è diventato amarezza quando Riace si è sprovincializzato per divenire un simbolo e ha varcato i confini locali prima e nazionali poi con l’indagine della BBC che lo incorona terzo sindaco più amato al mondo e la scoperta di Wim Wenders tanto da rendere “Il Volo” un decollo per il paese ma, ahimè, anche di Lucano. I mass media innescano un doppio effetto, Riace prende quota e Lucano diventa il piccione su cui si concentra la mira delle fattucchiere di tutte le stagioni. Come usa, le megere preparano infusi a pagamento per gli innamorati non corrisposti ma anche pozioni contro e per il malocchio. Fintanto che le megere sono state locali le pozioni si sono rivelate inefficaci anche perché il soggetto è piuttosto coriaceo, essendo cresciuto esposto alle intemperie come lo sparzio (spalasu). Le maldicenze non attecchiscono ed egli prosegue il suo percorso di “curdo” che si limita alle schermaglie imbastite anche sui Santi Medici, in fondo sono innocue prove tecniche di delegittimazione. I guai veri cominciano col terremoto innescato dalla rivista Fortune! Dopo un momento d’incredulità e sgomento le megere hanno realizzato: Mimmo il curdo deve diventare “amaru Lucano!”, degno solo di commiserazione. Non si può sopportare che nella classifica stilata da Fortune si sia piazzato, unico italiano, surclassando persino Madre Teresa (che italiana non era). Adesso ci si mette pure la RAI con Beppe Fiorello, ha passato

il segno! E allora giù con: Lucano il falsario, emette moneta come fosse il re di uno stato sovrano su cui immortala persino il Che Guevara, il Ministero lo diffida, il successo gli ha dato alla testa! Lucano il corrotto, progetta come usare uno stanziamento contro il dissesto per fini personali. Si sa che è stato un discreto calciatore e allora vuole costruire un campo di calcio dove ritirarsi in vecchiaia. Il buen retiro di un istrione imbroglione con tanto di prove registrate in viva voce. Lucano il traffichino, organi di governo che non si sono accorti di quello che succedeva, era sotto gli occhi e le orecchie di tutti, a Mineo e a Isola Capo Rizzuto, con tanta misericordia, hanno scoperto spulciando le carte e con sopralluoghi in paese che il curdo spadroneggia nei

progetti SPRAR con taglio decisionista benefica il cerchio magico in spregio a Sua Maestà Burocrazia. Lucano il populista, non si può sopportare che s’inventi pure che l’acqua è pubblica, nonostante un referendum l’abbia sancito, e la vuole distribuire gratuitamente. Ha passato il segno! Proprio ora che la Regione sta tirando su una struttura per amministrarla in toto. È ora che la smetta, chiudiamogli i rubinetti. Amen. Intanto gli togliamo la sede operativa della pretenziosa Città Futura: Palazzo Pinnarò diventa pericolante. Dopo gli toglieremo anche Palazzo di Città, assediato dall’esterno ma con cavallo di Troia in allestimento dall’interno. Parola di Maga Magò. E voilà Amaru Lucano! Arturo Rocca

SIDERNO AMBIENTE

La nube tossica non si è mai spenta? La percezione del pericolo non sempre è chiara, spesso si ha paura di qualcosa, ma non si ha certezza da dove provenga e si brancola nel buio. Cosa è successo questi anni a Siderno in ambito ambientale si sta delineando poco alla volta, giorno dopo giorno. Forse ci vorrebbe un detective per sbrogliare la matassa e forse ci vorrebbe più attenzione da parte di tutti, amministratori, giudici e in primo luogo i cittadini per uscire da questa telenovela che si dipana ormai da 38 anni, speriamo di non superare la fatidica soglia dei 40. Noi, del Comitato a Difesa della salute dei Cittadini Sidernesi, non siamo e non vogliamo sostituire chi dovrebbe occuparsi della salute dei cittadini e di un rilancio del territorio che deve avere un’impronta ambientale spinta, basata su turismo, cultura, ecologia e archeologia. Ma a Siderno, centro economico fondamentale della Locride, la presenza di fabbriche abbandonate e attive blocca una possibile via di uscita dalla crisi. Ma di questo dovrebbero occuparsi oltre gli amministratori, coloro che nel turismo investono.Li vediamo assenti poco partecipi, come se il problema non li riguardasse. Non ci soffermiamo sulla questione della salute e della “percezione”, definiamola così, che i morti per malattie tumorali siano in aumento, i cittadini se ne accorgono, piangendo i loro cari insieme alla cittadinanza che partecipa alle esequie, a poi rimane inerte e aspetta che il “morbo” non colpisca ancora. Non abbiamo certezze e non vogliamo accusare nessuno, ma sui problemi della salute non si può aspettare all’infinito. Come dicono e pensano tutti, “Siderno ha già dato”, non si possono caricare su Siderno altre incombenze ambientali. L’assemblea del 30 maggio in Comune ha messo in chiaro, tutti d’accordo che di bio-digestore Siderno non ne vuole sapere, che sia una falsa notizia o che sia un progetto per il futuro. Da novembre aspettiamo che venga chiarita l’origine delle sostanze trovate nei pozzi privati e nel sottosuolo della SIKA, che sembra sia diventato il ricettacolo dei peggiori veleni, che mai nessuno pensava potessero trovare in quel posto. Tre analisi, la prima fatta dalla stessa SIKA a novembre, e due a

gennaio e poi ad aprile effettuate nei piezometri collocate nei dintorni dell’azienda, come previsto per ottenere l’Autorizzazione Ambientale Integrata (AIA) dall’Arpacal non lasciano dubbi, la zona è fortemente inquinata da sostanze cancerogene (trielina, cloroformio, tetracloroetilene e ultimo arrivato il vinil-cloruro), con valori molto alti, in alcuni casi di più di 100 volte i valori consentiti. Analisi in tutta la zona industriale di Siderno (parliamo di Pantanizzi in senso lato) danno valori in alcuni casi al di sopra della norma, ma molto minori di quelli riscontrati nei piezomeri intorno alla SIKA. Si sono trovati sotto il Pontile mitili e un pesce con i valori più alti di quelli della SIKA. Dalle ultime notizie a noi giunte, sembra che i fondali marini siano esenti di questi problemi. Si è in attesa che la regione attivi i nuovi controlli, allargando la zona intorno alla SIKA, ma non vorremmo aspettare ancora altri sei mesi prima di giungere alla certezza del colpevole. L’ambiente, i cittadini, i proprietari dei pozzi inquinati non possono essere delle cavie, in attesa che si giunga alla verità; a Pantanizzi i pozzi privati ormai vengono utilizzati solo per innaffiare le piante, sperando di non scoprire altre specie modificate dai veleni (OMG). Non abbiamo ancora toccato il tasto dolente, la questione ex-BP, che invece di essere ormai un ricordo del passato, emerge ancora in modo sempre più drammatico. Vorremmo essere smentiti, ma dai documenti trovati in Comune, il numero delle sostanze presenti nel 1994 si aggirava intorno ai 2500 fusti, bidoni, piccoli e grandi. Al momento dell’esplosione e del sequestro della Magistratura emerge un quadro ancora più preoccupante, che non aggiunge molto ai pericoli e ai rischi associati allo stato di abbandono che dal 2003, ormai 14 anni, è in balia del tempo, ma possiamo dirlo degli eventi. Pensavamo che le sostanze cancerogene fossero poco più di 10, come risultava dai documenti trovati nel settembre 2016, invece da documenti recuperati in Comune e che si riferiscono al 1994, ma sorretti anche dai documenti dopo il parziale smaltimento del 2003, risultano più di 20, circa 40 sono a rischio di esplosione e una cinquantina sono molto tossici per le persone e per l’ambiente. Non sono ancora chiari quanti fusti, bidoni, oltre alle cisterne (una


Mario Trichilo scrive a Totti per realizzare un sogno di Alfredo Buongiorno Francesco, ti scrivo oggi in un momento particolare della tua vita per chiederti un favore, non per me, ma per un mio carissimo amico innamorato della Roma e tuo super tifoso. Il mio amico si chiama Alfredo, ha 42 anni ed è un romanista sfegatato. Lui non è nato a Roma, non vive a

Roma, ma a Siderno, in provincia di Reggio Calabria, dove solo pochi tifano Roma. Volevo scriverti questo messaggio da anni per chiederti di realizzare il suo sogno, ossia incontrarti, stringerti la mano e dirti grazie di persona, ma non l'ho mai fatto perché ho sempre pensato figurati se lo legge o se in

mezzo a milioni di persone che gli scrivono va a leggere quello che scrivo io. Ecco, te lo chiedo oggi, in questo momento che cambia la tua vita, perché come hai detto tu, non avrai gli impegni di prima. Spero tu possa leggere questo e realizzare il sogno di un ragazzo che per 25 anni ti ha sempre soste-

nuto anche quando, noi amici che non tifiamo Roma, provavamo a scherzare su di te. Un caro saluto e spero di avere tue notizie! Grazie #TottiMeetAlfredo Mario Trichilo

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DOMENICA 04 GIUGNO 15

Ciminà: il sindaco uscente Polifroni scrive ai suoi cittadini

La fiducia di voi cittadini mi ha spinto a dedicarmi al nostro paese con impegno, passione e con spirito di sacrificio.

Cari Ciminesi, il mio mandato di Sindaco, dopo dieci anni, sta per terminare e sento la necessità di esprimere i più sentiti ringraziamenti a tutti Voi. Avrei potuto per legge candidarmi nuovamente e richiedere di nuovo, la vostra fiducia, che probabilmente, visti i risultati ottenuti, sarebbe stata concessa, ma ho ritenuto opportuno non candidarmi nella certezza che un contributo giovanile, fosse di stimolo e di crescita per questa comunità . Vi ringrazio per l’onore che mi avete dato scegliendomi per due volte consecutive come Sindaco. La vostra fiducia mi ha spinto a dedicarmi al nostro paese con impegno e passione e con spirito di sacrificio; anche se questi sono stati anni di crisi economica mondiale, posso dire che per la nostra comunità, sono stati anni di soddisfazione e penso indimenticabili (vedi caciocavallo di Ciminà). Voglio ringraziare tutto il consiglio comunale che ha collaborato magnificamente al raggiungimento dei traguardi prefissati. Sono dispiaciuto di non poter ringraziare per la loro collaborazione, i consiglieri di minoranza, perché velocemente dimissionari. Un caloroso ringraziamento va alla segretaria comunale dott.ssa Calì per la fattiva collaborazione con gli organi politici ed per il brillante supporto profuso a tutti gli uffici comunali. Ringrazio quei dipendenti comunali, che sono stati sempre

disponibili nel collaborare per il raggiungimento degli obiettivi importanti per la comunità. Voglio ringraziare La Pro Loco di Ciminà, sempre solerte nell'affiancare l'amministrazione Comunale in manifestazioni che hanno avuto rilievo, anche fuori del territorio Ciminese e con la quale l'amministrazione comunale ha sempre mantenuto un rapporto costruttivo e democratico. Un ringraziamento va ai Carabinieri, per la loro preziosa collaborazione e presenza continua sul territorio. Un Grazie a tutti quelli che si sono impegnati per la realizzazione delle opere pubbliche e attività comunali. Le mie scuse sincere vanno a tutti i Ciminesi per gli sbagli che potrò, in buona fede, aver commesso e per ciò che non sono riuscito a realizzare a causa dei tagli dei trasferimenti economici da parte dello Stato. Per non essere riuscito a far capire che la coesione, l'armonia, la fratellanza sono fattori di crescita di una comunità mentre l'invidia, l'arroganza, l'odio, i furti e le intimidazione sono fattori negativi e disgreganti per tutta la comunità. Mi auguro che il mio impegno in favore di Ciminà possa in futuro continuare da consigliere, all'interno della lista “INSIEME PER CIMINÀ” VIVA CIMINÀ Il sindaco Polifroni

Il letale e anacronistico ossimoro del Palazzo -17 Come abbiamo avuto modo di constatare, si incontrano sempre più macchine con assicurazione rumena. Perché? La convenienza è principalmente monetaria. Si paga poco, anzi pochissimo. Soltanto €130 per una assicurazione annuale che copre l’auto, teoricamente, in tutto il territorio della UE. Se a questo si aggiunge, poi, il risparmio per il bollo auto, soltanto €80 l'anno, si ottiene un risparmio che fa gola a molti. Che cosa succede, però, se malauguratamente l’auto assicurata in Romania rimane coinvolta in un incidente stradale? Succede che i risarcimenti sono ridicoli. Se il costo dell’assicurazione in Romania è così basso, un motivo deve pur esserci. Ed è proprio questo: meno costa la polizza, più bassa sarà la copertura dei rischi garantita dalla compagnia assicurativa. Il grande inganno sta proprio in questo: l’assicurazione c’è ma è quasi virtuale considerati i bassissimi minimali. E lo stato cosa fa? Novello Pilato si lava le mani e, come nel romanzo di Cronin “Le stelle stanno a guardare”, diventa inerte spettatore, castrando le aspettative del cittadino in una società più giusta e sostenibile, abbandonandolo nella tutela. Un'altra nota dolente è la franchigia che, di fatto, restringe l'alea (il rischio) al cittadino. Con molta probabilità (io no perché il mio agente assicuratore, il Rag. Enzo D'Agostino, pur nel doveroso rispetto delle parti, illustra in maniera trasparente e con dovizia le clausole del contratto), non tutti conoscono esattamente che cosa sia la franchigia.. Nell'ambito delle polizze di responsabi-

lità civile per la guida di automobili, la franchigia è quella parte di un danno provocato a terzi che sarà l'assicurato a rimborsare. Nelle polizze assicurative si può avere una franchigia assoluta o relativa. La franchigia viene definita relativa quando non dà il diritto al risarcimento al di sotto di una certa cifra. Al di sopra di quella cifra, però il risarcimento è pieno. Per esempio, con franchigia di 1.000 euro e danno di 700 euro, il risarcimento sarà interamente a carico dell'assicurato. Invece, sempre con franchigia a 1.000 euro, ma con un danno di 1.300 euro, il risarcimento dei 1.300 è interamente a carico della compagnia di assicurazione. La franchigia viene invece definita assoluta, quando rimane invariata al momento del risarcimento, sia che l'importo del risarcimento sia superiore sia che esso sia inferiore alla franchigia. Quindi, con il caso di prima, franchigia a 1.000 euro e danno di 700 euro, il risarcimento del danno sarà a carico dell'assicurato. Invece, se il danno sarà di 1.300 euro, bisognerà sottrarre la franchigia al danno. Quindi: 1.300 euro (danno) meno 1.000 euro (franchigia), il risarcimento da parte dell'assicurazione sarà di 300 euro, mentre i 1.000 di franchigia assoluta saranno a carico dell'assicurato. Che cosa si può fare per attenuare questo gravoso problema? Vedremo. Continua Tonino Carneri

decina) siano ancora presenti all’interno della fabbrica. Circa un migliaio di questi dovrebbero essere stati smaltiti nel 2003. Eravamo preoccupati da queste nuove informazioni, quando si sono aggiunte altri problemi e altre preoccupazioni. Entrando con l’Arpacal nel marzo 2017 per verificare la situazione all’interno della fabbrica, abbiamo trovato un piazzale pieno di erbacce, rovi e arbusti, oltre che fusti corrosi, alcuni aperti e l’impossibilità di esplorare tutta la superficie e di addentrarci in quelle condizioni. Pensavamo che fosse sufficiente solamente pulire i piazzali almeno dagli arbusti e dai rovi, in modo che eventuali incendi causati dal caldo non facessero esplodere i fusti. In attesa che la Procura autorizzasse il Sindaco, con una richiesta effettuata a fine marzo, a entrare dentro per ripulire, ci siamo dovuti ricredere in quanto i rischi associati alle esplosioni sono reali, poiché entrando in quell’area e anche all’esterno si sente la “puzza”, il famoso metil-mercaptano, l’imputato degli anni 80, è ancora attivo. Ce lo confermano diverse persone, lo raccontavano i residenti in questi anni, ma nessuno pensava potesse essere vero. Non sappiamo da quanti anni quel veleno o altri si diffondono nella zona, di sicuro quella puzza è nell’atmosfera, esala ogni giorno il suo fetore e inquina quella zona e pensiamo il centro. Forse non si percepisce in modo chiaro perché, esce lentamente da bidoni corrosi o da tappi non ben chiusi, ma il suo odore caratteristico è ancora ben presente. Aspettiamo che le sostanze che

fuoriescono in caso di incendio fortuito o di caldo reagiscano tra di loro, emettendo Ossidi di carbonio (COx), Ossidi di Azoto (NOx), Acido fluoridrico (HF), Ossidi di zolfo (SOx), Acido Cloridrico (HCl), Fosgene (COCl2), con gravi ripercussioni sulla salute dei cittadini, irritazione degli occhi, vertigine, problemi respiratori, per non parlare anche di rischi maggiori? Poniamo alcune semplici domande a chi dovrebbe occuparsi dello smaltimento e della bonifica, aspettiamo ancora che i bidoni si svuotino da soli? Aspettiamo che un caldo africano faccia di nuovo esplodere i fusti, com’è successo nel 2005, con l’abbandono e la fuga delle famiglie delle case? Quanto tempo lasceremo al caso o invece come cittadini alziamo la testa e ci occupiamo della nostra salute e della nostra vita? All’incontro del 1 giugno, la Regione, nella persona dell’assessore all’Ambiente Antonella Rizzo, ha deciso di attivarsi subito per smaltire nell’immediato i fusti corrosi, in attesa del piano regionale per lo smaltimento e la bonifica dell’area. Comitato a difesa della salute dei cittadini sidernesi P.S. Queste informazioni le abbiamo tratte da un documento dell’ottobre 2003 della Re.Al Service, che aveva smaltito parzialmente la fabbrica, allegato alla relazione consegnata al Commissario delegato per l’emergenza ambientale della Calabria, nel quale venivano elencate le sostanze presenti nel 2003 e le relative schede di sicurezza.

NABIL, L’ANGELO VENUTO DAL MARE AL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO VITO PIRRUCCIO Nella stupenda cornice della trentesima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino la Regione Calabria ha reso omaggio a Corrado Alvaro a sessant’anni dalla sua scomparsa, offrendo uno spazio culturale di tutto rispetto per ricollocare l’opera e la figura di uno dei maggiori esponenti della letteratura europea del ‘900. La Calabria l’ha fatto, come si legge nella presentazione del calendario “Calabria oltre confine” e nell’introduzione del Presidente della Regione Calabria on. Mario Oliverio, non solo offrendo “un percorso espositivo sul grande scrittore, con le prime edizioni in originale, alcuni titoli tradotti in altre lingue, immagini e filmati su Alvaro e la sua poliedrica attività”, ma mettendo in vetrina il meglio della produzione culturale calabrese del momento, della sua editoria e dei suoi autori capaci di parlare e farsi onore, con voce originale, nel panorama culturale del Paese. Tra gli autori “in vetrina” al Salone Internazionale del Libro di Torino il 21 maggio scorso c’è stato il prof. Giuseppe Iaconis, con il suo libro fresco di stampa: “Nabil, l’angelo venuto dal mare”, Youcanprint Editore. La conversazione con l’autore è stata tenuta, davanti ad un pubblico attento, da Antonio Bova responsabile del sistema bibliotecario jonico con sede a Bovalino. Anche il nostro Peppe Iaconis vive nella cittadina jonica che ha dato i natali ad un altro grande della letteratura italiana come Mario La Cava. Giuseppe Iaconis, docente di discipline giuridiche presso l’ITC “G. Marconi di Siderno, con il suo “NABIL, L’ANGELO VENUTO DAL MARE”, affronta con maestria il problema che più attanaglia la storia contemporanea: l’emigrazione. Nabil non è un bambino nato dalla fantasia dell’autore. E’ storia vera! E’ storia che affonda la tragedia nelle acque del nostro Mar Jonio e sulle spiagge desolate, spesso dal punto di vista morale e umanitario, di questa estrema punta del continente europeo. Il racconto di Giuseppe Iaconis, che si sviluppa in 120 pagine di squisita scrittura e delicato trasporto narrativo, rappresenta – mi scuso per l’autocitazione della post-fazione da me curata – “un granellino di sapiente analisi capace di scrutare dentro l’indifferenza dell’homo distractus . Ma è un granellino fruttifero, perché germoglia in una terra storicamente di emigranti divenuta terra di nuova emigrazione ed è alimentato – con il trasporto narrativo di Nabil – da un autentico figlio di Calabria che non si attorciglia nell’orgoglio della storica appartenenza, ma si fa strumento autocritico dentro una terra che ha smarrito la propria memoria “ e non è sufficientemente bonificata dalla presenza di nuovi e nefasti egoismi. Anche per questo è da plaudire alla scelta della Regione Calabria di accostare la ricorrenza del 60 anniversario della scomparsa di Corrado Alvaro alle figure dei calabresi odierni impegnati, mediante l’arte della scrittura, a tenere desto il messaggio culturale e morale della nostra terra di Calabria all’interno del panorama letterario nazionale.


ATTUALITÀ

SIDERNO

PROGRAMMA ELETTORALE ELEZIONI 2015 DUE ANNI FA VENNE DISTRIBUITO AI CITTADINI IL PROGRAMMA ELETTORALE DELLA COMPAGINE A SOSTEGNO DI PIETRO FUDA. OLTRE ALLE LISTE EMERGENTI SIDERNO LIBERA E FATTORE COMUNE, SI COALIZZÒ CON IL CENTRO DEMOCRATICO, NELLA CUI LISTA FUDA SI CANDIDAVA, ANCHE IL PD. IL PERCORSO DI RINASCITA DI SIDERNO ILLUSTRATO NELL’OPUSCOLO ERA AMBIZIOSO E DI NON SEMPLICE REALIZZAZIONE, DOPO IL PERIODO DI COMMISSARIAMENTO, MA SEMBRÒ COMUNQUE CONVINCENTE PER OLTRE L’80% DELL’ELETTORATO.

Pietro Fuda “I cittadini devono avere più fiducia

nella politica” ercoledì scorso l’Amministrazione Fuda ha compiuto due anni. In questi 731 giorni (il 2016 è stato bisestile) sono stati molti i cambiamenti ai quali Siderno è stata soggetta ma, nonostante una serie di oggettive difficoltà, non si può non riconoscere all’Amministrazione di essersi impegnata nel tentativo di realizzare tutti i punti del programma presentato agli elettori. Proprio sfogliando il programma elettorale diffuso nella primavera del 2015 abbiamo incontrato il sindaco Pietro Fuda, chiedendogli di illustrarci a che punto sono gli impegni che erano stati presi allora e di accennare alle prospettive future della nostra città. «La nostra Amministrazione ha puntato

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fin dal primo momento sulla crescita sociale, economica, culturale e ambientale del paese - ha esordito il primo cittadino - e ha sempre avuto l’intento di raggiungerla attraverso progetti che garantissero alla nostra comunità un futuro migliore. Per vedere quanto ci siamo adoperati in questa direzione basta controllare quanti bandi la Stazione Unica Appaltante Provinciale ha pubblicato in relazione al nostro comune negli ultimi due anni, ma andiamo con ordine. «Il primo obiettivo dichiarato del nostro programma, non a caso, fu quello di ricostruire e riqualificare il lungomare al fine di renderlo centro nevralgico dello sviluppo socio-economico - ci racconta cominciando a sfogliare l’opuscolo - A due anni dal nostro insediamento il suo progetto di riqualificazione, parimenti a quello per il recupero del Palazzetto dello Sport, è stato purtroppo condizionato dal decreto legi-

slativo correttivo sugli appalti, una legge ottima per la salvaguardia della legalità, ma che esige un rigore tale da averci obbligato a ritirare il progetto preliminare per poterlo revisionare prima di renderlo esecutivo. Resta il fatto che la SUAP abbia già fatto una seduta per valutare a quale ditta commissionare i lavori, ma se nel caso del Palazzetto sono pervenute meno di dieci domande di partecipazione, per il lungomare sono state ben diciotto, motivo per il quale l’apertura delle offerte è avvenuta giovedì scorso e servirà ancora almeno un altro incontro per stabilire chi sarà il vincitore. Naturalmente quando parlo di progetto del lungomare mi riferisco esclusivamente al waterfront, sistemato il quale si potrà finalmente riprendere a dialogare con la Regione per il trasferimento dei fondi utili a effettuare gli interventi a mare e con la quale dovremo confrontarci per stabilire se far realizzare una scogliera

soffolta o un sistema di cassoni ubicati sul fondale in grado di rallentare l’onda. A questi interventi più “urgenti”, infine, aggiungeremo la valutazione delle proposte giunte in comune con il concorso di idee, il cui scopo è stato quello di stimolare la riflessione su come possa diventare maggiormente fruibile il nostro lungomare. Tra le idee più interessanti pervenute in comune quella di realizzare una darsena, una marina di dimensioni ridotte, che possa accogliere qualche centinaio di imbarcazioni e che non abbia pretesa di fare concorrenza al Porto di Roccella o

al turismo balneare di


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“IL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE DEL LUNGOMARE È A BUON PUNTO E, NONOSTANTE ALCUNI RALLENTAMENTI DETTATI DALLA BUROCRAZIA, CONFIDO CHE AL TERMINE DELLA STAGIONE ESTIVA POTRANNO INIZIARE I LAVORI”.

www.larivieraonline.com DOMENICA 04 GIUGNO

“LA DIFFERENZIATA È AL 61%, STIAMO RISOLVENDO LA QUESTIONE EX BP, STIAMO RIPULENDO IL DEPURATORE, AGGIUSTANDO LE POMPE DI SOLLEVAMENTO E SISTEMANDO L’IMPIANTO DI SAN LEO, CHE FINALMENTE NON PUZZA PIÙ”.

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“STIAMO MIGLIORANDO VIABILITÀ E ILLUMINAZIONE. I LED CI PERMETTERANNO DI RISPARMIARE E I NUOVI PALI SARANNO RIPETITORI WI-FI CHE GARANTIRANNO AI CITTADINI DI USUFRUIRE DI UN COLLEGAMENTO A INTERNET “GRATUITO”.

Il 31 maggio l’Amministrazione Fuda ha compiuto due anni. Senza soffermarci sulle difficoltà politiche alle quali in questo periodo la giunta comunale di Siderno è andata incontro, abbiamo sfogliato assieme al Sindaco Pietro Fuda il programma elettorale diffuso nella primavera del 2015, chiedendogli di raccontarci punto per punto quale sia lo stato dell’arte degli impegni presi durante la campagna e quali siano le prospettive future della nostra città. Locri, ma offra un servizio in più a chi decide di trascorrere le vacanze da noi e ha la passione per il mare. Con la risoluzione definitiva della questione demanio e l’avvio del piano spiaggia, che sarà discusso durante uno dei prossimi consigli comunali, possiamo finalmente dedicare maggiore attenzione allo sviluppo della pista ciclopedonale che va verso Locri e alla creazione di una simile che conduca a Grotteria, punto di partenza necessario ad “aprire” maggiormente Siderno al mare e a permettere di sfruttare tutti gli 8 km di lungomare di competenz a

comunale. Adesso che le complicate questioni burocratiche sono state risolte, intendiamo dare il via ai primi lavori al più presto ma, per evitare di pesare sulle stazioni balneari non credo che i cantieri, sia sul waterfront sia al Palazzetto dello Sport, saranno aperti prima di settembre. «Sono invece in dirittura d’arrivo le questioni piscina e Campo Sportivo. Nel primo caso siamo infatti riusciti a chiudere il contenzioso relativo alla gestione e, una volta che avremo la disponibilità della parte privata, avvieremo finalmente il bando per la gestione pubblica della struttura. Per lo stadio, invece, non ci resta che attendere la formalizzazione dell’uscita dal dissesto per sistemare la copertura della tribuna principale, coprire la tribuna ospiti e installare il manto erboso sintetico. «Nella presentazione del nostro programma, poi, avevamo espresso la volontà di dedicare grande attenzione alle tematiche ambientali. Oggi possiamo dire di essere riusciti ad avviare un lavoro eccellente in questo ambito: la raccolta differenziata ha già raggiunto il 61%; abbiamo fatto emergere e stiamo affrontando le criticità della ex BP; il depuratore è stato sistemato sfruttando un finanziamento di 10 milioni; stiamo intervenendo sulle stazioni di pompaggio, che saranno al più presto attrezzate con i dissabbiatori onde evitare che le pompe d i sol-

levamento si intasino sversando i liquami a mare e con dei sensori che segnalino immediatamente eventuali guasti; stiamo potenziando la rete fognaria e la prossima settimana avvieremo finalmente anche la spazzatrice stradale, che fino a oggi siamo stati costretti a tenere ferma perché non sapevamo dove depositare la sabbia raccolta dalle strade, classificata come rifiuto speciale. Anche su San Leo, al di là delle polemiche degli ultimi giorni, ritengo che abbiamo mantenuto l’impegno. L’impianto è stato efficientato e, come dichiarato anche durante l’incontro con l’Assessore regionale all’ambiente Rizzo, sarà presto soggetto a nuovi interventi che ridurranno ulteriormente il pericolo che la struttura sia fonte di cattivi odori. «Anche il progetto della Casa della Salute, come quello del lungomare e del Palazzetto dello Sport, è stato condizionato dalle nuove norme sugli appalti, ma ci è stato assicurato dall’ASP, che ha la competenza della struttura, che il progetto di recupero è a buon punto. «A Siderno Superiore invece, abbiamo approntato diversi interventi per cercare di recuperare il borgo antico, ma c’è ancora molto da fare per sistemare le criticità, relative soprattutto al dissesto idrogeologico. «Anche nel caso della diga il problema principale è burocratico: nonostante il Ministero ci abbia già assegnato 3,5 milioni per la sistemazione complessiva dell’impianto e l’installazione di sensori e strumentazioni utili renderlo all’avanguardia, ancora oggi siamo costretti a fare pressione sulla Regione per avere lo stralcio utile a riabilitare l’invaso, che può essere rimesso in funzione con appena 600mila Euro in attesa di sfruttare il resto dei fondi per realizzare tutti gli altri interventi. «Stiamo spingendo l’acceleratore sulla questione “Smart City”. Abbiamo infatti pubblicato un bando per il supporto informatico e per collegare anagrafe e sistema tributario, mandato in gara una richiesta di rivisitazione dell’IVA per poter recuperare quella che ci viene conguagliata e avviato le pratiche per la realizzazione della nuova rete di illuminazione stradale. Come abbiamo già comunicato a suo

tempo non solo i nuovi lampioni saranno dotati di LED, in grado di contenere i costi, ma saranno innalzati sugli snodi della fibra ottica di Telecom, particolare che ci permetterà, sfruttando capitali privati, di mettere a disposizione dei cittadini una rete Wi-Fi gratuita. «Stiamo dialogando, poi, con il sindaco Metropolitano Giuseppe Falcomatà per portare a compimento il progetto di metanizzazione. Le nuove norme emanate dal governo, infatti, impongono che sia la Città Metropolitana a pubblicare un bando per l’assegnazione dei lavori a un gestore che sia in grado di anticipare le spese all’Ente e fino a quando ciò non verrà fatto non potremo completare l’intervento. «Ultimi punti del nostro programma erano la cultura e il rapporto tra comune e cittadini. Per quanto riguarda il primo dobbiamo ancora raggiungere tanti obiettivi ma l’apertura della biblioteca è stato un grande traguardo sul quale non ci resta adesso che definire gli ultimi dettagli relativi alla gestione. La macchina amministrativa, invece, è ancora perfettibile. Siamo stati per lungo tempo condizionati dallo squilibrio economico e dalle autorizzazioni che ci deve concedere il Ministero dell’Interno in merito alla gestione del personale, ma ritengo che, con l’accredito di uscita dal dissesto, anche questa situazione tornerà presto alla normalità». Messo da parte il programma, la nostra successiva domanda è su quali aspetti si dovrà concentrare maggiormente l’Amministrazione in questa seconda parte del proprio mandato. «La nostra urgenza è potenziare la struttura comunale - ci racconta Fuda - perché senza una struttura efficace non andiamo da nessuna parte. Non abbiamo bisogno tanto di una classe amministrativa che funzioni, ma di una macchina che lo faccia. Dobbiamo essere in grado di individuare con tempestività le risorse e capire come spenderle prima di perdere i fondi. Dobbiamo concentrarci sulle potenzialità della città e sfruttarle a pieno. Io vedo una comunità che ha un futuro nel turismo, ma senza l’implementazione del servizio ambientale, che spesso siamo obbligati ad affidare a imprese non in grado di svolger-

lo con la dovuta efficienza e senza la collaborazione della cittadinanza, alla quale anzi riconosco il merito di aver fatto funzionare egregiamente la differenziata fin dal primo momento, non riusciremo a occuparci dello sviluppo in questa direzione. Cercare la collaborazione della cittadinanza, anzitutto, significa farle recuperare fiducia nel nostro operato, significa dedicare attenzione ai giovani e risultare credibili soprattutto ai loro occhi: ecco perché abbiamo dedicato grande attenzione alla sistemazione delle strade e vogliamo creare una rete Wi-Fi gratuita, ma non possiamo pretendere di riscontrare il favore di un ragazzo di 15 anni fino a quando non gli forniremo luoghi di studio, di svago e strutture sportive all’altezza delle sue esigenze. Realizzare tutto questo, ovviamente, è più facile a dirsi che a farsi. È necessario infatti combattere contro i nostri detrattori, che cercano spesso anche materialmente di fermare o, comunque, rallentare il nostro operato, e anche contro tecnici, operai e imprenditori spesso interessati solo a portare a casa la pagnotta piuttosto che meritarsela svolgendo un lavoro ben fatto». Durate la campagna elettorale, il senatore aveva più volte sottolineato che sarebbe stata sua cura formare una classe politica alla quale passare il testimone del proprio operato. «Sto osservando con grande attenzione la crescita dei miei assessori e consiglieri - ci racconta il primo cittadino - e, benché le criticità superino spesso i punti forza, ho individuato diversi soggetti che, al termine della mia gestione, potrebbero portare avanti con successo il percorso che abbiamo iniziato a tracciare. La classe politica locale, soprattutto in una città come la nostra, non può essere costituita da soggetti che siano semplicemente in grado di individuare i problemi, quello possono farlo tutti, ma da amministratori che sappiano come andare al nocciolo delle questioni. Questo lo si può fare anzitutto avendo coscienza di quali sono le risorse a disposizione, quindi evitando di fare solo propaganda o pretendere di fare il primo della classe». Jacopo Giuca


CULTURA

A Locri un convegno sul recupero della Persefone Domani, lunedì 5 giugno, presso la Sala Convegni della Caritas Diocesana di Locri, alle ore 18:30, l’associazione “LocRinasce” organizza un convegno su“Il recupero della Persefone come simbolo di riscatto e rinascita della Locride”. L’incontro, introdotto da Franco Mammì, ospiterà una relazione di France F. Macrì.

Martedì a Siderno un incontro per parlare di minori e‘ndrangheta Martedì 6 giugno, alle ore 17:30, presso il giardino della Biblioteca Comunale di Siderno, l’Associazione“Cambiamenti”, insieme ad altre associazioni del Comune di Siderno, organizzerà l’incontro dal tema“Liberi di Scegliere - Per un futuro possibile di integrazione sociale per i minoridi‘ndrangheta”.Sonoprevistelepresenze del procuratore Capo del tribunale di Reggio Federico Cafiero De Raho, della giudice del Tribunale dei minori di Reggio Patrizia Surace e del presidente dell’Associazione Libera don Luigi Ciotti oltre che delle autorità locali.

Da Canolo al mondo

“InviaggioconRubens”: Un libro per conoscere un’eccellenza del territorio Sabato 10 giugno, alle ore 18, presso la Sala delle Adunanze di Palazzo Amaduri, a Gioiosa Jonica, si terrà la presentazione del libro di Plinio Corrado “In viaggio con Rubens”, un volume edito da Rubettino che celebra la figura umana e professionale di Rubens Corrado, ingegnere di Canolo che ha prodotto opere stimate in tutto il mondo. «Rubens Corrado - ci racconta Nicodemo Vitetta, Presidente del Club per l’UNESCO di Gioiosa Jonica, che organizza la presentazione - si laureò in ingegneria giovanissimo, ad appena 23 anni, e decise subito di impegnarsi attivamente in un’attività che lo appassionava molto. Dopo alcuni anni di difficoltà, coincidenti con il periodo della Grande Guerra, lavorò con molta soddisfazione costruendo le più grandi dighe esistenti al mondo. Ha realizzato opere grandiose, riconosciute e apprezzate ovunque e il libro, che parla del suo viaggio da Canolo a Venezia, nasce dalla volontà dell’autore, che è anche nipote dell’ingegnere, di

Martedì uno spettacolo teatrale in lingua greca di Calabria Il 6 giugno 2017, alle h 21:00, a Marina di Gioiosa Ionica, è previsto uno spettacolo teatrale recitato interamente in lingua greca di Calabria, con canti e balli della Grecia, che replicheremo quest'estate, su richiesta, anche in altri Comuni della Locride: la sceneggiatura è basata sul mito degli argonauti e, fatto inedito, a recitare in grecanico non sono gli ultimi vegliardi dell'isola ellenofona, ma giovanissimi ragazzi di 11, 12, 13 anni della nostra Scuola Media, in un paese in cui - sottolineiamo - il greco si è già estinto da più di 500 anni...

L’8 giugno“Possibile” presenta a Siderno la sua interrogazione parlamentare sulla Via della Seta Il Comitato Costa dei Gelsomini e i Parlamentari di Possibile hanno elaborato una interrogazione parlamentare sulle “ragioni” della esclusione della strategica struttura portuale di Gioia Tauro dalla “Via della Seta”, che collegherà l’Asia e l’Europa con la conseguente perdita di opportunità di sviluppo per il territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria, oltre che del Meridione d’Italia. In attesa di presentare l’interrogazione, i suoi contenuti verranno discussi durante un convegno che avrà luogo il giorno 8 Giugno 2017, presso la Sala Consiliare del Comune di Siderno alle ore 12,00, presenti l’On. Andrea Maestri, Deputato di Possibile e Giulio Cavalli, giornalista e attivista di Possibile.

Anche Siderno aderisce alla Giornata Nazionale dello Sport Grazie alla collaborazione tra il consigliere delegato allo sport Gianluca Leonardo e la Consulta Cittadina, nella persona della responsabile sport Graziella Muià, nonché il coinvolgimento di tutte le associazioni sportive territoriali, quest’anno anche Siderno aderirà alla Giornata Nazionale dello Sport, che si svolgerà oggi sul lungomare delle Palme. Il ricchissimo programma della giornata inizierà alle ore 10 con il coinvolgimento, fino alle 12:30, degli alunni delle scuole elementari, ai quali verrà data l’opportunità di cimentarsi in sport di gruppo o individuali, dall’atletica agli sport di difesa, dall’equitazione agli sport nautici e tanto altro ancora. Nel pomeriggio la manifestazione riprenderà alle ore 17:30 con il raduno di tutte le associazioni nei pressi del palco ubicato dinanzi al monumento al marinaio, presso il quale, dopo i saluti del sindaco e del delegato Zonale CONI Salvatore Papa, si svolgerà la premiazione “Sportivo dell’anno”, dedicata a tutti i ragazzi e le società che hanno ottenuto importanti risultati nel corso della stagione appena conclusa. Verrà dunque presentato il progetto “La corsa di Miguel”, una gara podistica che si prefigge l'obiettivo di promuovere lo

Presentato a San Luca un volume su Padre Stefano De Fiores Giovedì 1 giugno, nella Chiesa Santa Maria della Pietà, in San Luca, è stato presentato il volume “la figura poliedrica di Padre Stefano De Fiores” – Atti del convegno celebrato a San Luca il 16 novembre 2016- edito da Città del sole –Editore di Reggio Calabria. Il volume raccoglie le relazioni dei più illustri teologi della Pontificia Facoltà teologica MARIANUM, compreso il preside della facoltà Prof. Padre Salvatore Perrella, per quanto attiene alla materia teologica; del compianto Prof. Gianni Carteri per la produzione di critico letterario del missionario monfortano; del Prof. Mimmo Petullà per gli aspetti socio - antropologici della sua mariologia; dalla suora Maria Paola Giobbi con una relazione basata sulla presenza assidua del Padre De Fiores sul territorio e come organizzatore di eventi e colloqui di mariologia in tutta Italia. A presentare e commentare le relazioni è stato chiamato il Prof. Ninì Scordino, professore emerito di Filosofia al Liceo Classico I. Oliveti di Locri, che ha presentato la complessa materia con competenza teologica e con la semplicità professionale del docente. Il professor Enzo D’Agostino, storico della Diocesi di Locri Gerace e membro della

ripercorrerne le orme a partire dalla celebrazione della sua terra d’origine, la nostra Locride. Plinio Corrado, che ha intrapreso lo stesso percorso professionale del nonno, ha realizzato anch'egli moltissimi acquedotti e dighe, motivo per il quale ha stilato il volume che andiamo a presentare con grande coscienza delle tecniche e dell’impegno del suo antenato. La presentazione del volume a Gioiosa Jonica nasce dalla volontà della casa editrice Rubettino di sfruttare la vicinanza geografica e l’impegno del Club per l’UNESCO di Gioiosa per far conoscere all’intero comprensorio questa figura professionale straordinaria, che ha convinto il Club a premiare con un riconoscimento di eccellenza che consegneremo a Plinio Corrado. Per questa ragione abbiamo cercato di coinvolgere tutte le istituzioni locali per dare risalto e prestigio al personaggio e, prima dell’evento principale di Gioiosa, nella mattinata di sabato, si svolgerà a Siderno una breve presentazione dell’autore e della cerimonia pomeridiana».

Deputazione di Storia patria della Calabria, ha illustrato l’ opera di ricercatore e rinvenitore di importantissimi documenti storico- archivistici che hanno arricchito, e non di poco, il patrimonio archivistico della Regione; e l’opera monografica di Padre Stefano sul Beato Camillo Costanzo di Bovalino, frutto di una lunga ricerca negli Archivi deila Casa Madre dei Gesuiti di Roma. Hanno partecipato con i loro saluti: Il Presidente onorario del Centro Studi Tito De Fiores, la dirigente scolastica Prof. Carmela Serafino, il Commissario prefettizio Dott. Putortì, in rappresentanza del Comune, Il Signor Bruno Bartolo in rappresentanza della Fondazione Corrado Alvaro; era presente il Comandante della locale Stazione dei carabinieri. Infine ha chiuso i lavori, con un intervento pieno di nostalgia e di rimpianto per il grande teologo sanluchese, il parroco canonico don Pino Strangio, amico e discepolo di Padre Stefano. Alla Manifestazione ha assistito un pubblico attento proveniente anche da latri paesi della Locride, a testimonianza della popolarità del grande mariologo di fama mondiale.

sport libero per tutti contro ogni forma di razzismo e lo fa ricordando Miguel Benancio Sanchez, un argentino desaparecido vittima del regime totalitario di Videla. La corsa si compone di un progetto scolastico che coinvolge 14mila studenti dalle elementari alle superiori nell’atletica, il cosiddetti Mille di Miguel. Il progetto è stato ideato da Valerio Piccioni (giornalista della Gazzetta dello Sport) ed è promosso per il 2018 anche dal Comune di Siderno così da includere la Riviera dei Gelsomini nell'evento nazionale con una diretta mediatica dei finalisti e partenze contemporanee. Da segnalare anche la presenza della biologa nutrizionista Antonella Nocera, che sarà a disposizione di genitori e ragazzi per illustrare i principi di una corretta alimentazione per lo sportivo. La Giornata dello Sport, infine, farà da cornice anche all'atteso play off di basket maschile valevole per il campionato Promozione tra Arnolds Siderno e Nuovo Basket Soccorso, che si disputerà sullo storico campo all'aperto dell'YMCA con inizio previsto alle ore 18:30. Una giornata all’insegna del divertimento e dello sport alla quale non potrete mancare per nessuna ragione!

Siderno Superiore accoglie la statua della Madonna Pellegrina della Grotta Domenica 28 Maggio 2017 la Comunità parrocchiale di Siderno Superiore ha accolto la statua della Madonna Pellegrina della Grotta con fede e immensa gioia. Una delegazione della Parrocchia San Nicola di Bari si è recata presso il Santuario di Bombile insieme al Parroco Don Giuseppe Alfano, che con un corteo di auto hanno accompagnato la Vergine Santa. Durante il tragitto la Statua della Madonna è stata accolta con grande devozione dalla Parrocchia Maria S.S. di Portosalvo, ringraziamo il Parroco Mons. Cornelio Femia, Padre Giovanni e tutti i fedeli che hanno condiviso con noi un evento che mai prima d’ ora si era svolto nella città di Siderno. Il Simulacro è arrivato a Siderno Superiore alle 21:30 circa, nei pressi di Piazza Cavone , dove è stato accolto dai fedeli in preghiera con canti, fiaccole, petali di fiori, fuochi d’artificio, accanto a tanta visibile commozione. Nell’ antico Borgo di Siderno si è svolta poi una Processione, e per tre giorni l’ Effige è rimasta nell’ omonima Parrocchia, da dove è ripartita Martedì 30 maggio 2017 per fare ritorno nel Suo Santuario. Durante il ritorno è stata calorosamente accolta dalla Comunità di Vennarello, visitando così la costruenda Chiesa. Che quest evento possa essere per loro motivo di perseveranza nel cammino di fede intrapreso insieme alla stessa Parrocchia. Ringraziamo di cuore il Parroco Don Giuseppe Alfano, che si è speso e continua a spendersi con fede, impegno e devozione per questa Comunità nonostante le tante problematiche e difficoltà, che la Vergine della Grotta lo accompagni sempre e sia per lui sostegno e forza. Inoltre ringraziamo Don Nicola Commisso Meleca, Rettore del Santuario della Grotta e tutti i suoi collaboratori, le Forze dell’ Ordine e tutti coloro che si sono adoperati per la buona riuscita di Questo Pellegrinaggio. La Vergine Santa possa essere per tutti noi Luce che illumina il nostro cammino, forza e consolazione della nostra vita mortale, e che noi in questa terra dove passiamo pellegrini possiamo guardare verso di Lei come nostra speranza e rifugio e che un giorno possiamo incontrarla e lodarla con gli Angeli e i Santi in Paradiso. La comunità di Siderno Superiore


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na Calabria giovane che ha scelto come via maestra la settima arte e che sta dando lezione all’Italia intera su come il grande schermo possa rinnovarsi proponendo tematiche vergini affrontate con sapienza e competenza. Stiamo parlando di Jonas Carpignano, 33 anni, e Fabio Mollo, 37. Il primo si è aggiudicato, grazie al suo “A Ciambra”, il premio Europa Cinemas Label come miglior film europeo alla Quinzaine des Réalizateurs del 70° Festival di Cannes, un riconoscimento che gli permetterà di ricevere il sostegno dell’Europa Cinemas Network. La giuria lo ha scelto perchè “A Ciambra” ha “saputo valorizzare il potere e il potenziale magico del cinema, trasportando il pubblico in un ambiente raramente visto in sala, con un protagonista quattordicenne capace di una performance brillante”. Il giovane regista Carpignano ha portato a Cannes la storia di Pio, un ragazzino rom della zona di Gioia Tauro. A quattordici anni beve, fuma ed è uno dei pochi in grado di integrarsi con le varie realtà del luogo: gli italiani, gli immigrati africani e la sua gente. Pio segue ovunque suo fratello Cosimo, imparando il necessario per sopravvivere per le strade della sua città. Quando Cosimo raggiunge il padre in galera, Pio deve imparare a cavarsela da solo: dovrà dimostrare di essere in grado di sostituire il fratello e decidere se è davvero pronto a diventare un uomo. Carpignano ha riscelto la Calabria come set delle sue storie. Lo aveva già fatto con il corto “A Chiana” e, due anni fa, con il lungometraggio “Mediterranea”, un viaggio di due amici dall’Africa a Rosarno, con cui incassò una standing ovation alla Semaine de la Critique. In quell’occasione il Filmmaker Magazine, rivista di riferimento del cinema indipendente, ci avvertiva: Jonas Carpignano è uno tra i 25 volti del cinema da tenere d’occhio. Anche la stampa internazionale lo acclamava, primo tra tutti il britannico “The Guardian” che, assegnandogli 4 stelline su 5, scriveva: “Se un film così ricco e illuminante come Mediterranea uscisse per ogni questione complessa trattata sui giornali, forse tutti i problemi del mondo potrebbero risolversi”. Jonas Carpignano ha studiato alla scuola di cinema della New York University e ha vissuto tra Roma e New York. Quando uscì Mediterranea noi di Riviera lo intervistammo chiedendogli come mai avesse deciso di inseguire la sua passione partendo dalla Calabria. Questa fu la sua risposta: “Quando ho scoperto che esisteva un problema razziale in Italia, scoppiato con la rivolta di Rosarno del 2010, ho pensato che il cinema potesse dare un contributo a capire il fenomeno. Io penso che il potere del cinema non è tanto nel raccontare una storia ma nel cogliere una situazione, un coagulo di forze emotive. Quello che cercavo stava accadendo fra Rosarno e Gioia Tauro. E da lì sono partito”. E da lì ha continuato “A Gioia Tauro ci sono gli africani, ci sono gli zingari - ci aveva dichiarato. - È l’intreccio fra queste realtà così diverse eppure concentrate nello stesso luogo che mi attira”. L’energia multiculturale di Gioia lo ha premiato e ha confermato in maniera inequivocabile il talento di questo giovane regista che, ancora una volta, riesce attraverso il filtro della finzione, a portare a galla verità come forse neppure un documentario sarebbe in grado di fare.

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Cinema: Una Calabria da tappeto rosso e globi d’oro LA CALABRIA CINEMATOGRAFICA NON STA PASSANDO INOSSARVATA AGLI OCCHI DEL MONDO. NEI GIORNI SCORSI IL GIOVANE REGISTA JONAS CARPIGNANO HA CONQUISTATO CANNES CON “A CIAMBRA”, INTERAMENTE GIRATO A GIOIA TAURO, MENTRE “IL PADRE D’ITALIA” DEL REGGINO FABIO MOLLO È CANDIDATO A DUE GOLDEN GLOBE.

Step: il progetto europe che proietta la Locride nella eDemocracy

È iniziata ufficialmente lo scorso 11 maggio l’attività della piattaforma “Step” (Societal & Political Engagement of Young People in Environmental Issues) che, basata sulle tecniche delle scienze sociali, promuove la partecipazione sociale e politica dei giovani nelle procedure di presa delle decisioni che riguardano le tematiche ambientali. Il progetto, che fa parte del programma europeo di finanziamento per la ricerca e l'innovazione “Horizon 2020”, permette alle autorità politiche di coinvolgere attivamente i giovani in un rapido percorso di presa delle decisioni, consente ai ragazzi di partecipare alle decisioni pubbliche sui temi dell’ambiente, sviluppa strategia motivazionali per favorire l’impegno e la partecipazione dei giovani nel processo decisionale sui temi ambientali e valuta l’influenza delle cosiddetta eDemocracy nel settore pubblico. Favorevolmente accolta dalle istituzioni locali nel corso dell’evento di presentazione di due settimane fa, la piattaforma, sfruttata solo in due piccoli centri spagnoli, a Creta e in una Città Metropolitana turca, grazie all’impegno di Francesco Mollace e di Civita Solis vede anche la partecipazione attiva del nostro comprensorio, presso il quale il tema della partecipazione democratica è sempre stato particolarmente sentito. Maggiori informazioni saranno reperibili sul sito www.step4youth.eu, sulla pagina Facebook STEP H2020 Project, sul profilo LinkedIn STEP H2020 project e sulla pagina Twitter STEP_H2020.

E mentre Cannes acclama Carpignano, l’Associazione della Stampa Estera annuncia le cinquine dei Globi d’Oro 2017. Scorrendo tra le liste si scopre che “Il Padre d’Italia” del reggino Fabio Mollo ha ben due candidature: una come migliore attore con Luca Marinelli nei panni di Paolo e l’altra come migliore attrice con Isabella Ragonese nei panni di Mia. Uscito al cinema lo scorso 9 marzo “Il padre d’Italia”, è l’opera seconda di Fabio Mollo, che si è già distinto con “Il sud è niente”, rivelatosi un autentico caso nazionale. “Il padre d’Italia” è un film irrequieto, vibrante di intensa poesia, in cui il giovane regista, con un stile sofisticato e mai scontato, riesce a entrare nelle pieghe più segrete di una generazione, quella dei trentenni, non più figli, non ancora genitori, sicuri soltanto della propria precarietà, sentimentale prima ancora che economica. Un on the road dei sentimenti che ha come protagonisti una coppia improbabile. Mia è il ritratto dell’eccesso, un vortice di sprezzante vitalità. Paolo, invece, ha paura della vertigine e per lui Mia è l’eccezione che non sapeva di aspettare da sempre, la mano che ricomporrà il puzzle di un’esistenza che miracolosamente gli apparirà chiara. “Un film che neutralizza le paure e insegna a vivere il coraggio aveva dichiarato Fabio Mollo in una nostra intervista del 5 marzo scorso. - Paolo e Mia sono spaventati nell’immaginare un futuro. Incontrandosi riescono a trasmettersi a vicenda la voracità della vita”. Il viaggio de “Il padre d’Italia” si concluderà a Reggio Calabria. “La Calabria sarà il luogo dove l’impossibile diventa possibile - ci aveva rivelato Fabio. - Ho voluto capovolgere quella che è in generale l’idea che si ha della nostra terra”. E i prestigiosi risultati che la Calabria sta ottenendo in campo cinematografico sono una premessa promettente affinchè possa davvero verificarsi un cambiamento di prospettiva. Maria Giovanna Cogliandro

Gli ETNOSOUND presentano il nuovo album Paci, amuri e poesia Si chiama “Paci, amuri e poesia” il nuovo album degli EtnoSound. Il sesto lavoro discografico della band etno-pop calabrese presentato giovedì 1 giugno a Roccella Jonica RC, nella splendida cornice dell’Auditorium “Unità d’Italia” (Ingresso Gratuito). L’evento, è stato presentato da Pino Carella e patrocinato dall’Amministrazione Comunale di Roccella Jonica. Gli Etnosound, in questo ultimo lavoro discografico, hanno pensato molto ai loro fan rendendoli partecipi, in prima persona, ad un sondaggio. Sono proprio loro che, in questi ultimi mesi, hanno selezionato e scelto i migliori brani della band. Infatti, all’interno di “Paci, amuri e poesia”, ci sarà un secondo disco dal titolo “Best Of” (contenente i 20 successi) e un “Poster” con foto inedita. Il nuovo disco è composto da dieci tracce. Nove inediti ed un “Omaggio”, quello di “Je So Pazzo”, dedicato al grande Pino Daniele, cantautore scomparso recentemente. Le tracce incarnano il naturale percorso intrapreso, ormai da anni, dal gruppo. Un marchio di fabbrica, quindi, che li caratterizza e li rende facilmente riconoscibili nel grande panorama della musica calabrese. I testi sono tutti autobiografici e composti dalla stessa band. Si parte con il brano “Terra”, una vera lode dedicata al territorio di provenienza, ovvero la Calabria. “Da Riggiu a Napoli”, un testo scritto in collaborazione con un’artista Napoletano (Enzo di Palma), un “sound” coinvolgente e “nuovo” per gli etnosound, un gemellaggio, quindi, che vede coinvolti due territori del sud Italia, ma che si uniscono con un’unica e vera passione musicale. “Paci, amuri e poesia”, brano che dà proprio il titolo al disco, un testo attuale che parla di pace con se stessi, di armonie e tranquillità, proprio quelle che il gruppo stà vivendo in questo momento. “Tornatindi a lu paisi”, “Lu cori di lu mari” e “T’amu”, invece, sono vere e proprie dichiarazioni d’amore per la donna. Non mancano i testi più ironici come “Prometti e non manteni” e “Pe nu pugnu di denari”, o “La notti di Natali” incentrato sui ricordi del passato. L’album, è coprodotto e distribuito da “Elcasound” di Natale Centofanti, etichetta discografica rinominata nel settore calabrese, ed è stato registrato presso gli studi della “Artetica Produzioni Musicali” di Rizziconi da Riccardo Anastasi. Il doppio disco è già disponibile su tutti i digital stores e su www.etnosound.it.



CULTURA E SOCIETÀ

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I FRUTTI DIMENTICATI

A CURA DI ORLANDO SCULLI E ANTONINO SIGILLI

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Le uve della Cardinale di Brancaleone, non sono aromatiche, ma già soddisfano con il loro colore brillante, mentre i loro acini sono sodi, quasi croccanti, radi, di un bel colore amaranto, dal graspo candido e delicato.

Vitis vinifera L.

Cardinale di Brancaleone Salendo a Brancaleone Superiore si respira l’area di tristezza per la costatazione della morte di un paese ancora abitato fino agli inizi degli anni 50 del 900, quando per gli atti inconsulti di alcuni individui che asportavano pietre, mattoni e tegole dall’antica chiesa abbandonata dell’Annunziata che incombeva su case sottostanti, ci fu il crollo dell’imponente edificio religioso, in seguito a piogge torrenziali, su una casa, provocando la morte di due persone e iniziò l’evacuazione definitiva dell’antico borgo che aveva visto momenti felici nel passato. L’abitato era nato inizialmente dal trasferimento degli abitanti di Ipporum sulla costa, fondato nel periodo magnogreco e diventato poi una statio nel periodo romano; una grande platea di pozzolana , sepolta da qualche metro di sabbia, testimonia in contrada San Giorgio, a ridosso della spiaggia la stazione romana dove avveniva lo scambio dei corrieri che trasmettevano messaggi importanti. Proprio dal sito dell’antica chiesa si ammira un panorama di una bellezza indescrivibile che si articola dal mare verso le montagne, mentre attorno dominano le case in rovina. A pochi passi è evidenziato un sistema di silos utilizzato nel periodo bizantino per contenere cereali usati per sostenere gli assedi di invasori che arrivavano dal mare; analoghi sistemi sono presenti nella città georgiana di Vardzia nel Caucaso, abitata nel passato da armeni. Infatti i silos di Brancaleone Superiore, secondo l’archeologo onorario Sebastiano Stranges di San Luca, residente a Palizzi , sono frutto della presenza armena nell’area al tempo della civiltà bizantina in Calabria. Ancora a Stranges si deve l’interpretazione della vicina Chiesa grotta, dotata di una colonna centrale, ricavata dal tufo, che rappresenta l’albero della vita, mentre sul minuscolo altare è graffito un pavone , simbolo dell’immortalità ,secondo la simbologia persiana, prostrato di fronte alla croce ;attorno si articola un sistema di grotte frequentato da eremiti basiliani, sempre durante l’età bizantina. Fino agli inizi degli anni 50 del 900 tra le attività di Brancaleone Superiore era importante quella viticola costituita da viti antichi e importanti di cui resta solo una rappresentazione nella vigna marginale di Leone

Zampaglione, mentre sulla costa altre viti del territorio erano presenti nella vigna di Gianni Tutino, ora abbandonata. La prova dell’antichità delle viti del campo di Zampaglione, è costituito dalla presenza di un antico palmento ingrottato scavato nel tufo, che sarebbe stato preziosissimo in quanto nelle due vasche vi sarebbero state presenti ancora i marcatori molecolari che avrebbero addirittura descritto il periodo della

vinificazione delle uve nei vari periodi storici. Sfortunatamente però negli anni 50 del 900 le vasche di vinificazione vennero distrutte a colpi di piccone per essere trasformato in un piccolo ricovero per qualche animale domestico o in deposito per gli attrezzi agricoli, per cui si è persa l’occasione di sottoporre il palmento ad indagine scientifica da parte di Alessandra Pecci che insegna all’Università di Barcellona e che ha eseguito con successo in situazio-

ni analoghi ,esperimenti in Spagna. Le indagini sui marcatori molecolari si possono effettuare solo in palmenti ingrottati in quanto le piogge non possono cancellare le caratteristiche dei mosti derivante da diversi tipi d’uve; la ricercatrice ha lavorato su palmenti d’origine cartaginese, romana e medievale. La famiglia Zampaglione una quarantina di anni addietro ha rinnovato la vecchia vigna che era stata impiantata agli inizi del novecento, ma utilizzando rigorosamente le essenze viticole presenti nel proprio campo , seguendo le tradizioni antiche del territorio che rigorosamente si attenevano alle usanze che indicavano che bisognava perpetuare sempre le viti dei propri antenati. Come è avvenuto per la vigna di Leone Zampaglione avveniva anche per tutte le altre vigne di Brancaleone fino a pochi decenni addietro, quando la mania per la novità cominciò a farsi strada ed ormai in ogni comunità della Calabria si ricercano non solo vitigni italiani, ma addirittura vitigni internazionali, andando contro la tendenza in atto in altre regioni d’Italia, dove si rivendicano le specificità locali nei vari settori dell’agricoltura. Nella vigna vicino alla chiesa dell’Annunziata, ricostruita al posto dell’antica, nel periodo del fascismo, sopravvivono svariate varietà di nerelli dai grappoli di varie fogge (composti, piramidali, cilindrici), dalle dimensioni piccole, medie ed enormi, malvasie dalle uve bianche e nere, viti di vernaccia, di bagnarota, di mantonico del territorio, alcuni tipi di uve da tavola ecc. Passeggiando tra le viti, talvolta sistemate in maniera irregolare vicino a piante di ficodindia, peri, meli, prugni, melograni, ulivi, sorbi, fichi ecc. danno subito all’occhio i grappoli piccoli della Cardinale di Brancaleone, dagli acini ovali, radi, di un bel colore amaranto, dal graspo candido e delicato. In tutta la vigna ci sono circa cinque viti e tale varietà non era considerata da vino, ma valutando dal numero esiguo, era stimata meno dello zibibbo, di cui sono presenti svariate decine dagli acini ovali o perfettamente sferici, ma tutte fortemente aromatiche. Le uve della Cardinale di Brancaleone, non sono aromatiche, ma già soddisfano con il loro colore brillante, mentre i loro acini sono sodi, quasi croccanti.

Bisi: “Nella Locride non c’è alcuna infiltrazione mafiosa all’interno delle nostre logge” Fortemente voluta dal Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani, si è svolta sulla Piana di Gerace una toccante e condivisa cerimonia con la deposizione di una corona d’alloro, per ricordare il 170° Anniversario della condanna a morte dei Cinque Martiri, caduti sotto il piombo di quaranta moschetti borbonici il 2 ottobre 1847 e gli oltre 220 anni della bandiera nazionale, nata come simbolo della Repubblica Cispadana con i colori verde, bianco e rosso, decretata nella seduta del 7 gennaio 1797. Per l’occasione il Gran Maestro del G.O.I. Stefano Bisi, il I° Gran Sorvegliante Antonio Seminario, unitamente ai massimi esponenti della massoneria calabrese e una folta delegazione di sindaci e cittadini della Locride si sono ritrovati nella splendida Gerace per celebrare un avvenimento e ricordare ai posteri il sacrificio di: Rocco Verduci (Caraffa del Bianco 1° agosto 1824); Domenico Salvadori (Bianco - 24 dicembre 1822); Pietro Mazzoni (Roccella - 21 febbraio 1819); Gaetano Ruffo (Bovalino - 15 novembre 1822) e Michele Bello (Ardore - 5 dicembre 1822). E dinanzi al monumento dedicato ai Cinque Martiri, il Gran Maestro ha inteso ricordare ai presenti la restituzione al G.O.I. degli 800 faldoni fatti sequestrare nel 1992 dal Procuratore di Palmi Agostino Cordova nel corso dell’inchiesta sulla Massoneria e sui presunti intrecci con la criminalità organizzata avviata con grande fragore e poi conclusasi col nulla di fatto, archiviata dal gip Augusta Iannini che ha fatto risaltare il tutto mancante di “notizie di reato”. Già a Rimini, nell’allocuzione tenuta alla Gran Loggia, Stefano Bisi ha affermato che “Il mondo della massoneria, è lontano anni luce dall’oscurità e dalla mala vita organizzata, al contrario di quello che certe anime candide pensano di far passare nell’opinione pubblica. Uomini e donne che pensano di fare dell’Antimafia il loro emblema, il loro hashtag nella carriera politica e che forse dovrebbero interessarsi maggiormente dei veri problemi dei cittadini e non fare della caccia all’untore o alle streghe come accadeva nel medioevo”. “Il libero muratore non tremola, non ha paura dei tanti beceri, rancorosi lupi che abbaiano alla luna e vogliono far credere una realtà che è ben diversa, totalmente diversa”. Ha rammentato pure le oltre quattordici ore di perquisizione nella sede del Vascello da parte dello SCICO della Guardia di Finanza dicendosi vicino ai fratelli della Calabria e della Sicilia con riconoscenza e grande apprezzamento. “Lo dico forte e chiaro – ha ribadito ancora una volta – la massomafia vadano a cercarla altrove. Questo infame e mortale germe non abita tra noi. L’ho detto a Don Luigi Ciotti quando mi ha telefonato per chiarire la sua frase sbagliata pronunciata a Locri sulla Massoneria”. E dinanzi al monumento dedicato ai Cinque Martiri, abbiamo conversato

con il G. M. Bisi e il 1° Gran Sorvegliante Antonio Seminario e prima ancora con una troupe della RAI venuta a Gerace con l’intento di rintracciare eventuali rapporti “massoneria-‘ndrangheta”. “La nostra è una libera associazione - sostiene il G. M. Stefano Bisi - che non è segreta e neppure riservata. Non è segreta perché sono note le sue finalità, sono noti i suoi dirigenti e non è neppure riservata perché sui nostri portoni ci sono le scritte e la denominazione Grande Oriente d’Italia. Certo, siamo un’associazione che quando si riuniscono i propri iscritti chiudono la porta come fa qualsiasi altra associazione o movimento quando le riunioni sono riservate ai propri appartenenti. Di rimando viene da chiedersi: come mai nonostante si cerchi di parlare male dell’istituzione muratoria, specialmente i giovani bussano alle porte dei Templi? Come spiega allora questa inversione di tendenza? “Perché in molti non ci stanno a vivere sul pregiudizio, vogliono conoscere, capire e molti decidono di entrare in contatto con noi. In un anno vi sono stati, attraverso il web, oltre mille richieste di adesione al G.O.I. Non è secondo un clic che ci s’iscrive, perché il percorso è molto lungo e faticoso. Vuol

dire che vedono nel G.O.I. una fiamma di libertà, di solidarietà, di laicità. Noi siamo alfieri di libertà e di laicità e molti lo capiscono. L’esempio di oggi è alquanto indicativo. Una risposta ben precisa che viene dalla società civile. E, poi, i sindaci con la loro presenza hanno rafforzato questi principi di sovranità, di partecipazione, di fratellanza, di giustizia sociale... I sindaci con la fascia tricolore presenti oggi in massa a questa iniziativa per celebrare i Cinque Martiri di Gerace mi hanno commosso, mi hanno sinceramente commosso perché sono amministratori che vivono nel loro territorio a contatto con i cittadini con grandi sacrifici. Sono persone che cercano di fare del bene alle comunità in cui vivono. Bisognerebbe stare più vicino ai sindaci, chi ha la responsabilità politica e istituzionale dovrebbe fare un po’ di più. Accanto a noi c’è pure il 1° Gran Sorvegliante del G.O.I. Antonio Seminario, calabrese ai massimi vertici del G.O.I. al quale facciamo notare che la massoneria non è un’istituzione con fini segreti, ma è formata da persone che si aprono al mondo che cambia, che propongono idee nuove... Certamente è così. Qualora ce ne fosse bisogno, continueremo su questa strada. Siamo fiduciosi. Ne sono convinto e oggi la Locride ha dimostrato come in Calabria è possibile fare massoneria e alla luce del sole. Si può dire, allora, che nella Locride non vi sono infiltrazioni di ‘ndrangheta... L’ho già escluso in altre occasioni e in altre interviste. Nella Locride non c’è alcuna infiltrazione mafiosa all’interno delle nostre logge. E quelle che sono maldicenze sono state sfatate dalla realtà. Qualche loggia che è stata demolita è dovuta ad altre motivazioni non certo per infiltrazioni mafiose”. *** Ora, sulla Piana di Gerace, accanto alla stele dove furono disposti e fucilati, sorge il Monumento dedicato ai Cinque Martiri, con bassorilievo bronzeo, opera dello scultore Vincenzo Gerace, che riproduce il tragico epilogo “nel momento estremo in cui gli sgherri borbonici con i fucili spianati fanno fuoco recidendo la loro giovanissima esistenza là sullo storico piazzale della chiesa (dei Riformati n.d.r.) mentre dalle salme, quale caduta, e sul punto di cadere, col fatidico grido sulle labbra che nel ‘48 echeggiò trionfante dalla Calabria alle Alpi, sorge terribile il simulacro della Libertà che con le braccia possenti spezza le catene lanciandole nello spazio irraggiato dall’astro amoroso dei destini italici oggi felicemente compiutesi con Vittorio Veneto nella seconda guerra mondiale”. Giovanni Pittari


RIVIERA

Concime per tutti! Il 20 maggio, a Roccella, si è svolta la manifestazione “Mettiamo dei fiori sui nostri balconi”, durante la quale è stato distribuito ai partecipanti il compost prodotto dai rifiuti. Tra i distributori: Vincenzo Bombradieri e Vittorio Zito.

Rigore animale Michele Macrì si rende protagonista di questo splendido “selfie con capra” che dimostra come, nel nostro Paese, il codice della strada venga rigorosamente rispettato anche dagli animali.

Prendi i soldi e scappa Rosario Macrì posa dinanzi alla stanza delle bandiere del Parlamento Europeo a Bruxelles. Nonostante la scusa di un viaggio istituzionale più di una persona ha dichiarato che il benestarese non si è mai separato dalla valigetta che stringe nella mano sinistra.

Cultura Calabrese Antonella Sotira, Antonella Freno e Domenico Naccari sono tre esponenti di primissimo piano della Calabria a Roma. In questa foto sono alla presentazione del libro “40 poesie”.

Pranzo cantato Il cantante Vincenzo Commisso, in arte “Ciccio’s band”, posa assieme a tutto lo staff de “La Cascina” mentre si prepara a intrattenere gli ospiti del noto ristorante.

Nuovo e vecchio corso Rosario Rocca e Giuseppe Strangio: il “nuovo” si confronta con il “vecchio” in merito all’intervista rilasciata dal Presidente del Comitato al nostro giornale la scorsa settiProtezione attore mana. L’attore Antonio Brescia e Sabrina Santacroce si incontrano durante un evento culturale. Quale modo migliore di celebrare professionalità e passione con un selfie mattutino?

Compagni muratori Domenico Bombardieri e Sergio Minici festeggiano, assieme a un loro carissimo amico, la visita nella Locride del Gran Maestro Stefano Bisi.

Neretva Il fiume Narenta (conosciuto in Croazia come Neretva) si snoda per 225 km tra Bosnia Erzegovina e Croazia, creando splendidi accostamenti di colore che rimangono impressi in tutti coloro che hanno la fortuna di camminare lungo le sue sponde.

Pose plastiche Vincenzo il Massaro, della “Vecchia Osteria”, si gode una giornata di riposo dimostrando attraverso l’abbigliamento e la posa di avere l’impostazione di uno stimato uomo d’altri tempi!

Una passione che da… felicità Geny Blefari posa con il grande Al Bano durante l’ultimo Festival di Sanremo. Com’è ormai universalmente noto, i due sono accomuni dalla loro smodata passione per… la campgna!


SETTIMANALE

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CINEMA

Django unchained DjangoUnchained (prod. 2012) è la settima opera di Quentin Tarantino, con Jamie Foxx e ChristophWaltz, che con il remake, se di remake si può parlare, di uno storico “spaghetti-western”, ovvero il Django di Sergio Corbucci, si cimenta per la prima volta in questo particolare genere. Dell’“arcaica” versione italiana, Tarantino ha mantenuto solo l’atmosfera e il nome di alcuni personaggi, stravolgendo trama e struttura. Tant’è che l’unico ponte tra le due pellicole sembra essere la presenza di Franco Nero, che protagonista nell’originale è una semplice comparsa nell’opera tarantiniana. DjangoUnchained è la storia di un nero di nome Django, che vissuuto negli Stati Uniti nel periodo della schiavitù, viene fortunosamente liberato da un dentistacacciatore di taglie, il tedesco Dr. Schultz. Il quale era alla caccia di tre pericolosi, e remunerati, banditi che Django avrebbe saputo riconoscere. I due, alla ricerca dei tre banditi, instaurano un rapporto professionale così proficuo che Schultz propone un accordo a Django: lavorare insieme per tutto l’inverno, al termine del quale lo aiuterà a ritrovare e liberare sua moglie, Brumhilde, schiava presso la piantagione Candyland di proprietà del cinico sudista Mr Candy. Per fare ciò i due dovranno offrirsi di acquistare un costoso nero da combattimento, per poi dirottare la trattativa sulla più economica e desiderata Brumhilde. Il piano è quasi riuscito quando Mr.

Candy si accorge dell’imbroglio e quasi uccide Brumhilda. Nel caos della serata Schultz estrae una pistola e uccide Mr Candy, per poi essere a sua volta ucciso da un sicario dopo aver pronunciato la frase “scusate, non ho saputo resistere”. Brumhilda è adesso tenuta prigioniera dalla famiglia Candy, mentre Django viene catturato dopo aver sostenuto una sparatoria contro un centinaio di sicari

sudisti. Condannato ai lavori forzati fino alla morte, riesce a scappare e a liberare Brumhilda, per poi vendicare Schultz uccidendo tutta la famiglia Candy prima di dare alle fiamme l’intera Candyland. Questa pellicola ha dato l’opportunità al pubblico di osservare un Tarantino tecnicamente in stato di grazia, capace di dare una dimensione nuova alla forza comunicativa del cinema. Il restauro di tutti gli elementi del genere western, con la chiave pulp di Tarantino ha segnato l’opera con un aroma fortissimo, riconoscibile tra

mille. Mai una pellicola dell’era moderna era stata graffiata così ferocemente dalla cifra stilistica del suo creatore. Il montaggio massiccio, le musiche invadenti, lo splatter volgare, la scenografia appariscente e soprattutto i dialoghi ad effetto (non a caso premiati con l’oscar), tutti questi aspetti emanano luce tarantiniana e stimolano e divertono lo spettatore in qualsiasi stacco del film. Questa è la grande dote e al tempo stesso la grande pecca di DjangoUnchained: la mastodontica sovrastrutturazione delle scene diverte ed emoziona lo spettatore, ma può anche risultare esagerata, tanto da rischiare di stancarlo o distrarlo. Una grande metafora della regia in Django è il personaggio del Dr Schultz: un personaggio che diverte per la sua enorme esuberanza, che però alla fine del film si spinge troppo oltre sparando al petto Calvin Candy, e la sua battuta sopra citata ne è la sintesi perfetta. Dal punto di vista dei contenuti è un film “povero”, non perché privo di significati, ma perché appunto la grande cura della forma tende a depistare lo spettatore. Alla fine delle due ore la pellicola non resta nella testa dello spettatore né come un film di denuncia, né come una ricostruzione storica, ma come un altro grande racconto di vendetta immerso nel clima pulp che sempre risponderà a un solo e unico nome: Quentin Tarantino.

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Rubrica di enologia a cura di Sonia Cogliandro

Il minerale: odore e aroma del vino Il termine “minerale” si è affacciato nel mondo del vino solo da pochi anni pertanto l’utilizzo che se ne fa è ancora eterogeneo e poco codificato. Adoperare l’ambiguo aggettivo durante una degustazione, significa cogliere sentori dalle note amare e penetranti, spesso ed erroneamente, associate alla capacità del suolo di conferire al vino qualità/profumi minerali. Si vuole quindi trasmettere l’idea che elementi minerali, geologici, presenti nel suolo imprimano al vino caratteri unici e irriproducibili altrove. In effetti è ovvio che la vite abbia un forte scambio con il terreno e che gli elementi minerali si accollano un ruolo di primo ordine nel suo metabolismo. Tuttavia è necessario valutare che dalla pianta di vite alla bottiglia di vino intercorrono molti fattori connessi ai processi biologici che il vino subisce. Rimane comunque l’aggettivo del vino più inflazionato, abusato e difficile da definire. Trattasi, in generale, di una sensazione o lfattiva che rima nda alla sensazione di minerale int eso com e pietra, grafite, selce , pietr a focaia, o anco ra come salinit à marina e addiritt ura come idr ocarburo, mentre in bocca è percepita la sapidità. Sembrerebbe quindi che questa percezione sia dovuta a stimoli sensoriali attribuibili sia all’olfatto che al gusto, ma di difficile interpretazione, poichè non

pare corrispondere ad alcuna percezione specifica. In fondo alla discussione resta comunque una sensazione bellissima: i vini cos iddetti minerali hanno davvero quel qualcosa di ineffabile e magico che riesce ad evocare nei nostri ricordi momenti particolari e profumi, luci e atmosfere d’altri tempi. Se la mineralità non esiste, perlomeno è un sublime viaggio nella nostra coscienza, dove si nasconde un’ idea, un bisogno del consumatore a ricostruire l’identità del vino.

Domenico Giorgi

Oggi a Benestare una gara di offroads La dead dogs offroad promotion quest’anno organizza, per la prima volta in Calabria, la 2ª tappa del Campionato Italiano del WTI 2017. Si tratta delle più importanti e rinomate manifestazioni di fuoristrada ESTREMO a livello nazionale, ma per gli addetti ai lavori ben conosciuto anche al di fuori dei confini Italiani. La manifestazione si svolgerà nella giornata di oggi, a partire dalle ore 9 nell’area sportiva Perrone di Benestare e si svolgerà nelle aree di copetenza dei comuni di Sant’Ilario e Ardore. Prenderanno parte squadre e piloti pronti a tutto che sapranno stupirci con i loro mezzi altamente tecnologici, costruiti appositamente per oltrepassare ostacoli inimmaginabili per i normali fuoristrada. Lo spettacolo è totalmente gratuito per il pubblico. Non mancheranno punti di ristoro con panini, bibite e gadget.



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