Riviera n°24 del 12/06/2016

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ekine Traore, era un bel ragazzo e aveva appena 27 anni . È morto in una baracca di cartapesta del campo profughi di S. Ferdinando. I dannati della tendopoli accusano “Sekine non era un pazzo, forse, era un disperato come tutti noi.” “Non aveva nessun coltello a serramanico. Al massimo - ma i profughi lo negano - avrebbe potuto avere un normalissimo coltello da cucina.” continua a pagina 4

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crivere dopo aver visto come sono andate a finire le ultime consultazioni amministrative non è certo cosa agevole. Anzi, tutt’altro. E non perché ci si dovrebbe cimentare con l’analisi del voto o con le dichiarazioni degli esponenti politici, ma perché il confronto dovrebbe essere condotto sulle giuste aspettative degli elettori dal momento che, nell’esprimere un consenso, questi attribuiscono una speranza alla loro opinione, affidano le loro ansie a chi viene ritenuto degno di fiducia. continua a pagina 17

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eggere la sconfitta di Guccione a Cosenza solo nel quadro che ci hanno consegnato i risultati delle amministrative in tutto il Paese, sarebbe un grave errore. E questo non per negare la generale difficoltà in cui versa il Partito Democratico ma perché, nell’analizzare quel voto, bisogna prima contestualizzare la conferma al primo turno e a furor di popolo di un sindaco, deposto irritualmente, da una maggioranza capovolta. continua a pagina 7

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LA CONTROCOPERTINA

Abbiamo voluto spingere il piede sull'acceleratore della fantasia e immaginare cosa un futuro bimbo di Platì può aver visto in questi ultimi mesi sbirciando dall'ombelico della sua mamma

Platì

I bambini ci guardano. E anche i feti

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DOMENICA 12 GIUGNO

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MARIA GIOVANNA COGLIANDRO andata anche mamma a votare domenica scorsa. È stata una delle prime. "La mattina fa più fresco, ti conviene" - si era raccomandata nonna. Appena arrivata le cabine erano libere. Che fortuna, avrebbe avuto tutto il tempo per ripiegare quella scheda antipatica che la manda in panico, puntualmente. L'ho sentita vibrare mentre scriveva quella X. L'ha ripassata due volte. Una per lei, una per me. Era felice. La sua bocca si è inarcata come una barca solare egiziana; ho visto quel sorriso tuffarsi negli occhi della scrutatrice mentre riconsegnava la matita. Dicono che è tornata la democrazia. Non so perchè sia stata via per tutto questo tempo. Sarà stata colpa dei grandi, questo è certo. Qualcuno dice che a metterla in fuga sia stata la 'ndrangheta. Ma io da qui non l'ho vista. Ho visto, invece, in questi otto mesi di sbirciatine fortuite dall'ombelico di mamma, alzarsi un canneto di parole da parte di chi è venuto fin qui a fare da giudice, a guardarci, spogliarci. Giudici balordi e ottusi e men che niente. Sono scesi quaggiù con le loro parrucche a contrabbandare sentenze e lezioni per poi consegnarci delle pagelle con un unico giudizio, per tutti: rimandati... a un'altra vita. Non ci hanno mostrato alcuna strada, come dicevano, ma ci hanno parato davanti un alt che esclude qualsiasi strada. Ho capito tre cose dei grandi da qui dentro, mami: la prima è che tra loro c'è chi pretende di farsi un'idea di qualsiasi cosa, costi quel che costi, semplicemente per avere una sintesi che faccia anche da etichetta. L'altra è che alcuni vivono perchè un giorno sui loro manifesti compaia l'aggettivo "esemplare" o perchè addirittura qualcuno si adoperi a scolpire il loro mezzo busto. La terza, che è quella che meno riesco a spiegarmi, è l'immobilismo di coloro che permettono agli aspiranti mezzi busti di farsi bollare con un'etichetta. Semicongelati. Insopportabili come la puzza di cavoli lessi che fa nonna. Hanno accettato di ingrossare le fila di una lenta ritirata. Perchè è così che succede se inizi ad abbassare la testa, alla fine non la alzerai più, come quando si comincia ad andare sempre più di rado a trovare un'amica. Mamma, ti avverto, puoi fare a meno di sottopormi al vaccino contro il morbillo o la varicella ma, ti prego, fammi somministrare quello contro l'immobilismo. Non voglio rischiare di essere contagiato da loro. Ho scalciato tanto qui dentro, anzi ti chiedo scusa se ti ho fatto male ma è stato istintivo: li avrei presi a calci in culo uno ad uno fossi stato lì fuori. Ho vomitato le mie imprecazioni in questo silenzio e adesso sono qui a fluttuare con me. Partorirai anche loro. Perchè tu non hai dovuto sopportare nausee, mal di schiena, vampate di calore, stanchezza e sbalzi d'umore affinchè un giorno gli altri facciano carriera sulla mia vita. Non nascerò perchè, tolte le tutine in ciniglia, gli altri mi disegnino addosso un destino. Io ti ascoltavo quando mi accarezzavi: "Platì non è solo pattume, ci sono anche pietre preziose". È stato bello sentirti gioire lunedì quando hai saputo che finalmente un sindaco era stato eletto. Una felicità durata poco a dire il vero, quanto uno zolfanello quando lo si accende e si consuma in un calice di fuoco. "Dopo anni di commissari, un sindaco eletto nella culla delle 'ndrine" - hai letto l'ultima parte sottovoce perchè non sentissi. Ho sentito mami, ho sentito da questo interregno felice, bello come le ferie pagate. Lo so che chi in questi mesi ha scritto su di noi, a Platì non ci ha mai messo piede. Quindi non ci credo che passerò dalla culla con l'orsacchiotto arancione a una con la lupara. Non ho paura a venir al mondo mami, stai tranquilla, anche se in questi mesi ho visto più buio là fuori che qui dentro. Ma vedi, come me, tanti bimbi di Platì e non solo hanno sbirciato dall’ombelico della loro mamma. E per quanto i mezzi busti continuino a provarci, non ce la faranno a convincerci che siamo come ci vogliono. Li abbiamo studiati da questo spioncino che è poi il centro del mondo. Da questi fori soffia il tempo. E qui c'è appeso un forse, un magari, un chissà che sgretolerà ogni visione pietrificata che i mezzi busti hanno costruito.

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ATTUALITÀ

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Un ragazzo è stato ucciso nel lagerdiRosarno Non commuovetevi leggendo “Se questo è un uomo” di Primo Levi. Nel lager di Rosarno ci siamo quasi vicini. I migranti pretendono la verità. Noi vogliamo la verità. Non chiediamo la gogna per il carabiniere che l’ha ucciso. C’è tanto odio nel campo che non si spegnerà con la vendetta che nessuno chiede.

ILARIO AMMENDOLIA Sekine Traore, era un bel ragazzo e aveva appena 27 anni . È morto in una baracca di cartapesta del campo profughi di S. Ferdinando. I dannati della tendopoli accusano “Sekine non era un pazzo, forse, era un disperato come tutti noi.” “Non aveva nessun coltello a serramanico. Al massimo - ma i profughi lo negano - avrebbe potuto avere un normalissimo coltello da cucina.” Non capiscono com’è stato che una mezza dozzina di uomini in armi non siano riusciti ad immobilizzare un uomo che non aveva il fisico di Maciste. Sono indignati! Dapprima non vogliono parlare. Poi la loro voce diventa un urlo: la verità ufficiale è un’impostura! Lo dicono all’unisono coloro che dormivano accanto a Lui nelle baracche di cartone. Lo confermano coloro che erano con Lui nella immonda catapecchia prima della tragedia. Lo dice una donna mentre in una tenda con la temperatura attorno a 50° gradi , sbuccia un’arancia e fa scorre le lacrime sulle gote. È disperato il piccolo Manuel di appena due anni a cui la madre dice che Sekine è al lavoro. Gli hanno pietosamente nascosto la verità. Sarebbe troppo duro per questo bambino che a due anni è prigioniero nel lager se qualcuno gli dicesse che il suo amico che, quando non si

spaccava la schiena nei campi, lo portava a giocare è stato ucciso. Non commuovetevi leggendo “Se questo è un uomo" di Primo Levi. Nel lager di Rosarno ci siamo quasi vicini. I migranti pretendono la verità. Noi vogliamo la verità. Non chiediamo né punizioni esemplari, né la gogna per il carabiniere che l’ha ucciso. Probabilmente è successa una disgrazia. Il carabiniere non è un carnefice. Ma buon Dio si dica la verità. Si facciano i funerali solenni per questa vittima innocente. Con la partecipazione dei sindaci con la fascia tricolore, i rappresentanti della Regione e, soprattutto, con la rappresentanza del Parlamento e del governo. Si indennizzi la famiglia. Nessuno potrà riportarlo in vita ma dimostriamo al mondo che la Repubblica Italiana sa riconoscere i propri errori. C’è tanto odio nel campo che non si spegnerà con la vendetta che nessuno chiede. L’Italia non è la dittatura egiziana: nella Repubblica Italiana i morti sono tutti uguali. Siamo indignati per la morte di Giulio Regeni, il giovane italiano torturato e ucciso in Egitto. Abbiamo preteso dall’India la liberazione dei fucilieri. Pietà umana e Giustizia per Sekine Traore.

Il “crimine cinese” GIUDIZIARIA

Gli approfondimenti investigativi, per come sintetizzati nella relazione della direzione nazionale antimafia, hanno evidenziato come gli ambiti di illegalità in cui opera la consorteria criminosa di origine cinese spaziano dal riciclaggio, soprattutto mediante l’utilizzo di agenzie di money transfer, importazione, produzione e distribuzione di merci contraffatte, agenzie di scommesse e gestione e controllo di bische clandestine, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione anche mediante “centri massaggi” utilizzati come “copertura”, narcotraffico, tratta di essere umani fino ai reati di estorsione, usura e rapina nei confronti di connazionali. Tra i motivi di tale intensa attività criminale va individuata l’attitudine a condizionare il tessuto produttivo, attraverso un’esasperata concorrenza sul mercato, garantita dall’abbattimento dei costi di produzione derivante anche dal ricorso a manodopera di connazionali clandestini, reclutati all’interno dei flussi migratori prevalentemente irregolari ed ai quali vengono imposti ritmi di lavoro massacranti, con la conseguente elusione, totale o parziale, degli obblighi previdenziali. Il fenomeno della mafia cinese non è riconducibile

alla presenza di un’unica organizzazione criminale che dirige e coordina l’attività delle cosche affiliate, bensì consta di una miriade di autonomi gruppi delinquenziali, composti di norma - analogamente a quanto sopra detto - da membri di uno stesso nucleo familiare o da persone aggregatesi secondo una comune provenienza. Come evidenziato dal ROS dell’Arma dei Carabinieri, la criminalità organizzata cinese, secondo un modello ormai condiviso a livello internazionale, può essere configurata su tre livelli rappresentati dalla letteratura di settore con le espressioni: 1: “dragone”, per le Triadi; 2: “drago con testa e coda”, per la criminalità organizzata di tipo mafioso, strutturata intorno a progetti criminali di lungo periodo e finalizzata a monopolizzare interi settori criminali; 3 : “drago senza testa e senza coda” per quella comune. I “draghi senza testa e senza coda” sono gruppi di criminalità comune, aggregati intorno ad uno o più capi con lo scopo di commettere attività delittuose di volta in volta concordate, con strutture di tipo orizzontale composte da più cellule caratterizzate da estrema flessibilità operativa. In Italia, la criminalità

cinese appare generalmente collocabile nel modello generale del “drago senza testa e senza coda”, quindi incapace di operare secondo un’unità di indirizzo criminale tra diversi gruppi. Le attività investigative del recente periodo continuano ad evidenziare: 1- il consolidamento della capacità d’infiltrazione dei diversi settori socioeconomici; 2 - l’acquisita abilità di instaurare rapporti di collaborazione con organizzazioni di diversa etnia, in particolare con quelle operanti in ambito transnazionale e dedite alla gestione dei flussi migratori illegali e delle merci contraffatte; 3 - la crescente interazione con soggetti italiani ed organizzazioni criminali autoctone; 4 - il progressivo coinvolgimento in delitti di maggiore rilievo per gravità ed impatto sociale; 5 - l’operatività delle cc.dd. bande giovanili e dei gruppi criminali organizzati, cui sono riconducibili le più eclatanti e cruente manifestazioni criminose, perlopiù consumate in ambito intraetnico. Un dato interessante sembra essere rappresentato dalla significativa interazione tra cittadini cinesi e italiani soprattutto per quanto riguarda il settore del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, col-

laborazione funzionale alla regolarizzazione della permanenza in Italia di immigrati cinesi, mediante la presentazione alle autorità competenti di documentazione attestante falsamente i rapporti di dipendenza lavorativa da datori di lavoro italiani. Le modalità di riciclaggio di capitali illeciti sono state ricostruite nel corso di alcune attività investigative; come evidenziato dal Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza, queste si basano prevalentemente sul trasferimento di denaro verso la madrepatria, attuato prevalentemente attraverso agenzie di money transfer, anche abusive, gestite da connazionali, ovvero per il tramite di società-schermo o strutture “parabancarie” create ad hoc, o mediante l’utilizzo di connazionali come “trasportatori” di valuta. In analogia a quanto avviene per la contraffazione, anche per il riciclaggio le compagini criminali cinesi si avvalgono sovente di soggetti autoctoni che, in ragione del ruolo professionale e delle conoscenze da questi possedute, sono in grado di fornire una collaborazione particolarmente qualificata ai sodali orientali.



ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2016 : I NUOVI PRIMI CITTADINI DE

POLITICA

Camini il nuovo sindaco è Giuseppe Alfarano

Gerace il nuovo sindaco è Giuseppe Pezzimenti

Mammola il nuovo sindaco è Stefano Raschellà

Elettori: 1.115 Votanti: 471 (42,24%)

Elettori: 2.495 Votanti: 1.836 (73,58%)

Elettori: 5.485 Votanti: 1.829 (33,34%)

Alfarano Giuseppe: 266 voti (57,08%)

Pezzimenti Giuseppe: 745 voti (41,41%)

Raschellà Stefano: 1.095 voti (60,49%)

Tassone Silvestro: 148 voti (31,75%)

Varacalli Giuseppe: 600 voti (33,35%)

Spatari Nensi: 715 voti (39,50%)

Pileggi Adrian: 52 voti (11,15%)

Cusato Giuseppe: 454 voti (25,23%)

Dopo meno di due anni dalle elezioni, la maggioranza regionale e il PD calabrese sono alle corde ovunque.Non ci si aspettavano dei miracoli ma neanche questa assurda e sostanziale continuità con i governi precedenti.

Il PD ha perso perchè non I Ovunque nella Locride, il PD ha smesso di essere un partito di donne e di uomini che insieme discutono, e si è trasformato lentamente in un sistema di tribù correntizie che si ingegnano per accumulare potere.

ILARIO AMMENDOLIA

n Italia la democrazia soffre. L’attacco non viene da un solo fronte ma è concentrico nel senso che l’intera classe dirigente e tutti i partiti politici stanno cercando di spingere la gente ai margini dei centri decisionali. Il momento elettorale somiglia molto a un mediocre spettacolo televisivo e, calato il sipario, i cittadini, dopo aver pagato il biglietto, vanno a casa. Nulla contavano e niente conteranno. In Calabria, il processo di decomposizione del tessuto democratico è molto più avanzato e, senza fronzoli, oserei dire che una fitta schiera di oligarchi sta uccidendo la democrazia dopo aver distrutto la Sinistra. A Cosenza non ha vinto Occhiuto su Guccione. Direi piuttosto che la gente ha individuato, dopo anni e anni di messinscene ben congegnate, un sistema familistico che spinge la Calabria verso il Medioevo. Individuato e speriamo affondato! Premetto di aver votato PD, consapevole della difficoltà che avrebbe dovuto affrontare il governo regionale per tentare di

risolvere i problemi difficili, oserei dire drammatici, che travagliano la Calabria. Non mi aspettavo miracoli ma neanche questa assurda e sostanziale continuità con i governi precedenti. Devo constatare che dopo meno di due anni dalle elezioni, la maggioranza regionale e il PD calabrese sono alle corde ovunque. Mentre, la “minoranza” abituata a vivere di potere e nel potere si è liquefatta. Nella Locride il danno più grave è stato prodotto a Platì. Il 2 giugno del 2015 - in occasione della festa della Repubblica - il Partito democratico regionale e provinciale a Platì ci ha messo la faccia. E la faccia ha perso in maniera indecente! Non solo non ha stimolato percorsi democratici interni alla città ma ha distrutto, in poco tempo, un lungo lavoro garantista e meridionalista che pur tra mille difficoltà - si era tentato di produrre in quel centro. Ciò che Platì sta vivendo in questi giorni difficili è figlio di scelte precedenti. Gli sconsiderati attacchi esterni hanno determinato un clima di “union sacrèe” cittadino.

Un’unità fittizia e priva di contenuto politico che oggi lascia il posto a momenti di acuta tensione che si riversano all’interno della comunità. Grande e irredimibile è la responsabilità di chi abbandona i centri più travagliati al proprio destino. Un tempo i “generali” si tempravano dove più forte infuriava la battaglia. Oggi vivacchiano all’ombra dei Palazzi. Anzi e, per dirla proprio tutta, alcuni “politici tipicamente reggini” si godono il seggio come fosse stato

democratico si è andato lentamente trasformando in un sistema di tribù correntizie che piuttosto che spendersi per dare risposte alla gente si ingegnano per accumulare potere che, come è facile prevedere, si sbriciolerà (e presto) senza lasciar traccia. La “giobba” non è politica ma la sua degenerazione! Nei comuni della Locride in cui s’è votato, vi è un filo rosso che collega quasi tutte le realtà e non riguarda i singoli candidati. C’è

Il danno più grave è stato prodotto a Platì. Qui il 2 giugno dello scorso anno il Partito democratico regionale e provinciale ci ha messo la faccia. E la faccia ha perso in maniera indecente! loro lasciato dal nonno paterno. Senza neanche scomodarsi e guardare da vicino ciò che accade nel territorio della futura città metropolitana. Inoltre, bisogna constatare con amarezza che, ovunque nella Locride, il PD ha smesso di essere un partito di donne e di uomini che insieme discutono, si confrontano (anche con tensione) e arrivano a una sintesi. Il partito

un dato che non si può ignorare. Il gruppo dirigente che è espressione, a forte caratura, del governo regionale si è speso a Mammola, a Gerace, a Stilo, a Camini per dar manforte a singole liste. Ovunque è stata una rovinosa sconfitta per i candidati da costoro appoggiati. Sconfitti a Gerace dove il “Pd” esprimeva il sindaco uscente.


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ELLA LOCRIDE Platì il nuovo sindaco è Rosario Sergi

S.Agata del Bianco il nuovo sindaco è Domenico Stranieri

Stilo si riconferma Giancarlo Miriello

Elettori: 4.094 Votanti: 2.052 (50,12%)

Elettori: 620 Votanti: 410 (66,12%)

Elettori: 2.605 Votanti: 1.758 (67,48%)

Sergi Rosario: 1.275 voti (63,46%)

Stranieri Domenico: 243 voti (59,55%)

Miriello Giancarlo: 943 voti (55,21%)

Mitiga Ilaria: 734 voti (36,53%)

Strangio Giuseppe: 165 voti (40,44%)

Marrapodi Antonio: 765 voti (44,78%)

NEI COMUNI DELLA LOCRIDE IN CUI S’È VOTATO, VI È UN FILO ROSSO CHE COLLEGA QUASI TUTTE LE REALTÀ. QUANTO PIÙ UN CANDIDATO DI UN SINGOLO PAESE È STATO INDIVIDUATO COME "VICINO" AL GOVERNO REGIONALE TANTO MENO È STATO VOTATO.

n è più PD Sconfitti a Stilo in cui il “PD” appoggiava lo sfidante. Quanto più un candidato di un singolo paese è stato individuato come “vicino” al governo regionale tanto meno è stato votato. Ci sarà certamente una componente locale ma non si può ignorare che ci sono mille elementi per dire che la gente si riconosce sempre meno in un governo regionale che appare sempre più distante, distratto e inadeguato. Vorrei ricordare che nel 2009, un presidente della Regione, Agazio Loiero, è stato determinante nella rielezione di Mimmo Lucano a sindaco di Riace. Non si è speso per un “suo” uomo ma per un progetto politico. E i fatti gli hanno dato ragione. Domenica scorsa si è data un'impressione opposta. I cittadini non hanno percepito gli esponenti regionali come portatori di un Progetto politico per la Calabria e per la Locride. Onestamente non li hanno percepiti perché non lo sono! Mentre è stata individuata una voglia matta di sbarrare con una propria X un sistema personale di potere che nulla ha a che fare con gli interessi e con le legittime aspirazioni dei cittadini. La Locride ha bisogno di più Politica, di più partecipazione, di

più tensione ideale e culturale. A questo bisogno gli “stati maggiori” rispondono con il sequestro dei partiti e della politica. Umiliano la fiducia loro accordata mentre rischiano di apparire ogni giorno di più come una variopinta brigata che trottola a vuoto senza approdare a nulla. Ho grande rispetto per tante persone e per tante storie politiche e personali. Sono amico di antica data di singoli esponenti. C’è però un punto di non ritorno oltre il quale non si può andare. Il PD e il governo regionale, questo punto lo stanno oltrepassando a grande velocità e ogni silenzio rischia di diventare colpa. Occorre un'inversione a U e il tempo è quasi scaduto. Ne saranno capaci? Sapranno restituire la Politica alla gente? Non lo so! Io ho molti e motivati dubbi che ciò possa accadere. Tengano conto che gli elettori del Pd non sono i “pariolini”, né gli eterni tutelati dai vari governi regionali che si sono succeduti. Sono cittadini di una Calabria che non possono più stare a guardare gli stanchi riti di una “politica” inutile. Sono giovani che presto lasceranno questa Terra senza speranza!

Il PD perde perchè è schiavo della strategia del leader Occhiuto è in sella ed è di nuovo sindaco perché i cosentini hanno deciso di ribellarsi a quel magma obsoleto e sinistrorso che ha invaso ogni ganglio vitale dell’amministrazione regionale e del Pd, quello che è renziano o bersaniano a tempo!

TERESA MUNARI eggere la sconfitta di Guccione a Cosenza solo nel quadro che ci hanno consegnato i risultati delle amministrative in tutto il Paese, sarebbe un grave errore. E questo non per negare la generale difficoltà in cui versa il Partito Democratico ma perché, nell’analizzare quel voto, bisogna prima contestualizzare la conferma al primo turno e a furor di popolo di un sindaco, deposto irritualmente, da una maggioranza capovolta. Per le stesse ragioni non ha senso immaginare, in questa esaltante conferma di Occhiuto, (a Cosenza ha votato il 72% dei cittadini che gli ha tributato circa il 60% dei consensi) un ritorno in pista del centrodestra calabrese. Perché non ha vinto Forza Italia e nemmeno Azione Nazionale, ha vinto Occhiuto in nome e per conto di se stesso, magari del lavoro svolto, e forse dell'ingiustizia subita (5% in più dei risultati di lista); infatti il sindaco ha sfondato ogni resistenza senza simboli di sorta, ma con la forza che solo le liste collegate, quando sono ben distribuite nell’ambito urbano, sanno dare. Dunque Occhiuto è in sella ed è di nuovo sindaco perché i cosentini hanno deciso di ribellarsi a quel magma obsoleto e sinistrorso che ha invaso ogni ganglio vitale dell’amministrazione regionale e del Pd, quello che è renziano o bersaniano a tempo! Cosenza ha detto no! a quell’accozzaglia di interessi che si nutre di Pd e che per questo “controlla” le primarie, impedisce i congressi provinciali, fa e disfa maggioranze e alleanze, propone e depone candidati… ma finalmente, dicono i cosentini, senza riuscire a eleggerli. Occhiuto ha vinto perché l’ha votato perfino gente di sinistra, disposta a

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tutto pur di farsi notare da Renzi, che in quanto segretario, della Calabria non si è mai voluto occupare! Ma adesso è bene che lo faccia, perché gli basterà guardare al risultato di Occhiuto per capire quanto sia urgente un commissariamento, perché se vuole una chance per la sua riforma con il sì al referendum, questa non potrà passare dalla Cittadella regionale, né tanto meno da Magorno, o da quel magma che asfissia tutto il Pd calabrese, giovane e vecchio che sia. L’errore che Renzi non può permettersi? Parlare con la stessa lingua biforcuta del Pd calabrese un po’ guccioniana, un po’ "adamo-brunobossiana-manciniana-verdiniana-galatiana-morroniana”. Gli elettori devono sempre poter comprendere gli obiettivi della leadership, ma nel Pd regionale questo non accade più da tempo! E Oliverio, governatore contro Renzi, se anche inaugura comitati in suo sostegno, ovunque si presenti fa davvero peggio… Infatti le urne ci hanno disvelato come il Pd, e chi lo rappresenta, abbia ormai allentato i legami con il suo blocco sociale di riferimento: il che rinvia al tema, decisivo, dell’identità politica e culturale di un “partito”… sia esso di Governo nazionale o calabrese, ma anche della destra o addirittura dei 5 stelle. E di fronte alla sofferenza di sentirsi, non più come una comunità aggregata su sistemi valoriali, ma solo e soltanto come uno strumento al servizio della strategia del leader, per l’elettorato vale perfino votare contro! Come è successo a Cosenza! O fuggire di nuovo dalle urne, come è successo in tutto il Paese, per non sentirsi una volta di più, solo e soltanto, carne da macello.


RIVIERA

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Riceviamo e pubblichiamo

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In seguito all’articolo pubblicato domenica scorsa dal titolo“Franco e i suoi fratelli”sono giunte in redazione le precisazioni della squadra di Crinò e del fratello Giuseppe. Quest’ultimo prende le distanze dal futuro progetto politico del centro destra calabrese partito dalla Locride.

La risposta dei fratelli di Franco “QUELLO CHE VIENE DEFINITO “PAPELLO” È UN DOCUMENTO INVIATO AI VERTICI DI PARTITO CHE ESPRIME L’IMPELLENTE ESIGENZA DI UNA PROPOSTA POLITICO-PROGRAMMATICA CHIARA ED ESAUSTIVA”.

Potremmo pure entrare nel clima di lazzi e sberleffi introdotto dalle barbe poste sui volti dei protagonisti del recente articolo al quale ci riferiamo nella presente nota, ma preferiamo un atteggiamento serio per fare alcune necessarie precisazioni. Frequentiamo Antonio Crinò, un professionista della zona e Pietro Crinò, comproprietario dello Studio Radiologico, i cui trascorsi politici sono noti a tutti però non più attivo in questo campo per sua scelta, ma l'unico Crinò con il quale stiamo guidando un processo di riorganizzazione di Forza Italia è Franco. Un percorso che, si spera, possa culminare con la riunificazione delle varie anime del centrodestra. Un percorso fatto alla luce del sole, iniziato con una serie di conferenze e di incontri sin dal luglio scorso, che stimola un continuo e acceso dibattito al nostro interno sulle linee strategiche ma che ci vede tutti uniti con un unico scopo: quello di essere un

valido interlocutore per il maggior partito d’area. Alcuni di noi hanno già fatto la scelta di farne parte, come lo stesso Franco Crinò, altri la stanno per fare e questo dà un valore aggiunto alla strategia che stiamo conducendo e avvicina l’obiettivo. Nessuno di noi invece fa parte di una scuderia, non siamo cavalli ma persone, soggetti politici con capacità decisionale. Attribuirci targhe o classificazioni oltretutto errate, ci sminuisce e minimizza l’intenso lavorìo dell’ultimo anno. Non essendo gruppo di potere non abbiamo altro modo per farci ascoltare, che stilare documenti contenenti la nostra “visione del mondo”, fare proposte concrete, rammentare qual è lo spirito originario di Forza Italia, che ancora oggi si chiama “Movimento politico” e non partito, è bene ricordarlo. Ecco cos’è quello che viene definito “papello”, un documento inviato ai vertici di partito che esprime “l’impellente esigenza di

una proposta politico-programmatica chiara ed esaustiva (cit.)”. Uno stimolo al Coordinamento Regionale di Forza Italia e alle realtà provinciali, perché si facciano “carico di un ambizioso progetto di rilancio che parta dai territori (cit)” a ritrovare “le ragioni dello stare insieme, in maniera costruttiva, avviando un confronto chiaro, schietto e privo di pregiudizi che ci porti una volta e per sempre a superare la fase dello scontro fine a se stesso e della frammentazione (cit)”. Abbiamo quindi consapevolezza del nostro ruolo e della forza della nostra squadra. Squadra, non scuderia. Alfonso Passafaro, Alessandra Polimeno, Francesco Macrì, Giuseppe Caruso, Michele Cataldo, Domenico Saverino, Bruno Squillaci, Pasquale Vozzo, Giuseppe Angiò, Loredana Femia, Roberto Ieraci, Antonio Crinò, Ester Del Duca, Giuseppe Di Giorgio, Antonio Berlingieri, Ettore Russo.

LE PRECISAZIONI DEL PRIMOGENITO

Giuseppe Crinò:“Con il progetto di Franco e i suoi fratelli io non c’entro” Gentile direttore, Le scrivo con riferimento all'articolo pubblicato alle pagg. 6 e 7 della edizione di domenica scorsa per fare delle necessarie e doverose precisazioni, stante l'esplicito riferimento fatto sulla mia persona. Leggendo con la dovuta attenzione quanto pubblicato, a un certo punto si legge che il Sottoscritto, unitamente agli altri fratelli, sarebbe impegnato nel proposto progetto politico ivi descritto. Ebbene, sul punto la prima grave inesattezza. È circostanza ben nota a tutti gli addetti ai lavori, a tutti coloro che seguono le vicende politiche della Locride, alla stampa locale e financo ai nostri concittadini con i quali quotidianamente mi confronto, la mia netta presa di distanza e assoluta non condivisione dalle strategie politiche portate avanti negli ultimi anni, almeno a decorrere dalle ultime elezioni europee, dai miei più “famosi” fratelli (richiamando, sempre, una recente espressione utilizzata dal Suo Giornale in un’edizione di un mese fa o poco più quale didascalia a una fotografia del Sottoscritto pubblicata a margine della manifestazione tenutasi in solidarietà della popolosa frazione di Prisdarello). Veda già da quella presenza avrebbe dovuto e potuto ricavare dei distinguo. Sono stato invitato in quella circostanza dal mio quarantennale amico e vecchio compagno di partito Prof. Ilario Ammendolia, tra i pochissimi intellettuali, almeno a parer mio, rimasti a difendere strenuamente la nostra già tanto martoriata terra.

L'APPELLO CHE ATTRAVERSO IL SUO GIORNALE

RIVOLGO È QUELLO DI DARE FIDUCIA AI NOSTRI GIOVANI. NOI ABBIAMO GIÀ DATO

Ovviamente mi sono sentito in dovere di aderire a quella manifestazione per dare, ancora una volta, coerenza ai principi che hanno sempre segnato il mio impegno civile e politico. Non c'è nessuno, e dico nessuno, nel nostro comprensorio che possa disconoscere quanto il Sottoscritto abbia in ogni momento della propria vita fatto per la gente comune, per il Popolo e da figlio (primogenito, per inciso) del Popolo quale sono stato e rimarrò finché avrò vita. Tanto è stato il lavoro che io, per primo, ho portato avanti, avendo storicamente assunto il ruolo di

guida politica, forse sì in questo caso Mattatore, della mia famiglia in tempi in cui, badi bene, non era neppure pensabile – parlo della Casignana degli anni '70 – andare a immaginare di poter scardinare un vecchio e risalente assetto per il quale a contendersi il primato politico della nostra Comunità erano da sempre le due uniche famiglie benestanti del luogo. Eppure ci sono riuscito, con tanto lavoro e sacrifici, la gente di Casignana mi ha seguito ed è da lì che tutto ha avuto inizio, solo da lì! Questa è storia! Per venire, invece, più nel merito della questione per cui le scrivo, Le ribadisco che io non faccio parte in alcun modo del progetto politico descritto dal Suo giornale e non ne faccio parte non perché mi sia ritirato a vita privata (partecipo attivamente insieme ai miei carissimi amici del Circolo “S. Pertini” di Bianco alla vicende politiche del nostro Comune), bensì perché ritengo tale progetto evanescente, inconcludente, antistorico e già bocciato in partenza. La gente da qualche anno a questa parte pretende il rinnovamento della propria classe dirigente. È solamente a causa dell'ostinato e ottuso rifiuto di questa doverosa presa di coscienza che si giustifica l'abnorme voto di protesta che sta premiando il Movimento Cinque

Stelle o ancor peggio l'astensionismo dal voto. Veda Direttore, mi sbaglierò, ma le ultima elezioni che si sono tenute recentemente me ne danno, per fortuna, riprova. Si veda ciò che è accaduto a Sant'Agata del Bianco, dove una squadra di giovani appassionati ha saputo imporsi e credo che in futuro questa esperienza sarà di esempio anche per gli altri comuni e gli altri giovani che sapranno trarne spunto. Facendo un passo indietro, si vedano anche le ultime elezioni regionali dove giovani come l'On. Cannizzaro (classe '82) hanno letteralmente sbaragliato la concorrenza, quella sì con la metaforica barba bianca di cui alla Sua prima pagina.

ti. Le elucubrazioni mentali, le astratte quanto inconcepibili, se non con il rifiuto quasi patologico della realtà che viviamo, le lotte intestine ai partiti, le corse alle posizioni di privilegio, sono tutti argomenti che oramai la gente non digerisce più. Forse ciò era sopportabile quando il popolo non aveva fame, adesso no. L'appello che attraverso il Suo giornale rivolgo è quello di dare fiducia ai nostri giovani (ne abbiamo tanti, brillanti studenti e giovani professionisti), diamo responsabilità a loro, noi abbiamo già dato e sono certo che, per ritornare al partito di Forza Italia, (al quale io non ho mai aderito avendo avuto nella mia vita solamente le tessere dal Partito

“Non faccio parte in alcun modo del progetto politico descritto dal Suo giornale e non ne faccio parte non perché mi sia ritirato a vita privata bensì perché ritengo tale progetto evanescente, inconcludente, antistorico e già bocciato in partenza” Se non vado errato abbiamo un Presidente del Consiglio Regionale del 1979 o giù di lì. Solo chi, come me, quarant'anni fa ha sofferto e lottato per dare ai giovani dell'epoca il ruolo che gli spettava, capisce e intuisce che, ai giorni nostri, una battaglia del tutto analoga deve essere combattuta. Questo è il vero rimedio all'antipolitica: il RINNOVAMENTO, quale unica fonte creatrice di quel sentimento di fiducia che i cittadini devono nutrire per i propri rappresentan-

Socialista finché è esistito e, per dire il vero, per alcuni anni anche la tessera del partito radicale le cui battaglie di civiltà mi hanno sempre visto convinto assertore) la competente On. Santelli, a cui faccio i miei complimenti per quanto fatto a Cosenza, saprà orientare in questo senso le future scelte del Suo partito in Provincia di Reggio Calabria. Con immutata stima Il meno famoso dei fratelli Crinò Prof. Giuseppe Crinò



ATTUALITÀ

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Platì: Correvano gli anni ’60...

Il lungomare di Siderno rivive grazie al Fitwalking Gradito successo per il 1° Siderno Fitwalking svoltosi a Siderno lo scorso 5 giugno. La manifestazione, ideata per restituire dinamismo al lungomare cittadino attraverso lo svolgimento della competizione non agonistica di questa disciplina sportiva sempre più diffusa nel nostro territorio, ha visto la partecipazione di decine di persone tra i 12 e i 75 anni, entusiasti di aver partecipato a un giro panoramico che, iniziato all’YMCA, è tornato al lungomare passando per il centro commerciale la Gru.

Festa dell'emigrante a Platì, anni '60. Al centro l'on. Francesco Catanzariti, allora sindaco, segtetario generale della Cgil di Reggio e della Calabria, parlamentare del Pci. Alla sua destra, Mimmo Dascola, dirigente della Cgil di Reggio e marito della parlamentare del Pci Enza Marchi. Seduto, al centro, Pepè Catanzariti. Alle sue spalle, in piedi, Michele Crea, segretario della Camera del Lavoro di Platì e già Vicesindaco. Alla sinistra di Ciccio Catanzariti, in piedi accanto ad un albero, il sorriso felice di Peppe Diano, segretario generale della Cgil di Reggio Calabria dal 1965 al 1975. Filippo Diano

Se un buon pomodoro vuoi mangiare, anche l’escremento devi utilizzare! Fra qualche mese saranno maturi i pomodori tondi e lisci per insalata. Eppure quanta gente non sa che i migliori pomodori per fare l'insalata hanno bisogno di tre tipi di escrementi di animali diversi, capre, pecore e conigli, per la loro fioritura e crescita. Se poi c'è la possibilità di cospargere, ogni tanto, intorno alla pianta, un mezzo bicchiere di escrementi di galline lasciati macerare nell'acqua per qualche settimana, i pomodori cresceranno come Dio comanda e tradizione contadina vuole. *Tratto da Franco Blefari

Locri: oggi l’appuntamento con la Festa dello Sport Da 13 anni Locri organizza una manifestazione che richiama migliaia di sportivi e appassionati di sport sul lungomare. L’appuntamento per questa edizione è oggi pomeriggio, 12 giugno, alle ore 16 in Piazza dei Martiri, dalla quale partirà una processione che permetterà di vivere una grande festa dello sport aperta a tutti. Questa edizione si arricchisce di novità, come quella avanzata dal Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace di organizzare per l’occasione la giornata del “Giubileo dello Sportivo”.

Locri: torna la Ionicup Arena Ritorna per il 4° anno la IONICUP ARENA, il Torneo Nazionale Minibasket organizzato dall’Eutimo 1995 Basket di Locri del Presidente Enzo Schirripa. In Piazza dei Martiri, dal 17 al 19 giugno, sarà allestito un villaggio a misura di bambino che ospiterà 16 squadre provenienti da tutta Italia. Una 3 giorni dedicata a bambini e bambine dai 9 agli 11 anni all’insegna del gioco con sorprese e intrattenimento per tutte le famiglie al seguito di ogni squadra. Appuntamento a Venerdì, alle ore 17:30!

L’ANGOLO DI PARRELLO

La Stella Polare

Samo: 2 giugno occasione unica per premiare il partigiano “Malerba” Celebrazioni uniche, lo scorso 2 giugno, a Samo. In occasione della Festa della Repubblica, infatti, il sindaco Giovanbattista Bruzzaniti ha convocato un consiglio comunale straordinario e aperto per premiare il partigiano locale Pasquale Brancatisano, conosciuto in tempo di guerra come “Malerba”, che era già stato insignito con la Medaglia della Liberazione lo scorso 25 aprile. La manifestazione ha ripercorso le gesta di Malerba e si è conclusa con un intervento del Consigliere Antonio Caridi.

È sera quando, camminando lentamente sul lungomare, incontro la Stella Polare. “Come stai Franco?”. “Sono da poco tornato da Pavia dove ho fatto i soliti controlli annuali e adesso sto discretamente; ti vedo un po’ triste come mai?”. “Penso lo sappia anche tu, la sera nessuno più mi guarda. I giovani innamorati non ammirano come una volta il cielo, sempre impegnati col telefonino in mano a scoprire chissà cosa. I comandanti delle navi poi nemmeno a pensarci”. “Cosa ti dicevano gli innamorati?” “Tante cose belle Franco e si divertivano a raccontarmi le loro storie”. “Non essere però così triste, altrimenti mi fai ricordare quando anch'io parlavo con te”. Franco Parrello





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LETTERA DI UNA CITTADINA AGLI ASSESSORI REGIONALI ALLA LOGISTICA E ALLE INFRASTRUTTURE

Benedette le Ma per andare dove alghe dell’Jonio! Il comunicato di questo Osservatorio dal titolo “La depurazione, questa sconosciuta” ha sollevato un problema a cui è seguito un dibattito su media e social e che ha fatto uscire allo scoperto alcune coscienze, anche cattive, che si sono sentite di rivelare verità finora dignitosamente taciute. “I depuratori non sono i colpevoli” ha titolato la Riviera riportando il “pensiero pensato” di alcuni assessori all’ambiente di importanti centri balneari della zona. La verità rivelata? Sono “le alghe la causa della schiuma biancastra” che, come “certificato più volte dall’ArpaCal” non reca alcuna tossicità. Tutto bene, ergo il mare è pulito! Lo certifica l’ArpaCal con un Eccellente sul sito del Ministero; eppure non effettua analisi parallele con noi che lo abbiamo richiesto perché non possono fare analisi in contraddittorio, per noi sarebbe stato un confronto. Comunque, su richiesta dell’Osservatorio Permanente per la Buona Amministrazione di Bovalino, li abbiamo programmati per la prossima settimana. Intanto i cantori delle alghe facciano rimangiare al Prof. Alberto Pestininzi, cauloniese ordinario di geologia applicata de La Sapienza di Roma, l’affermazione irresponsabile pronunciata in un’intervista del 6 novembre u.s. “Dolosa arroganza nella gestione del territorio” ha affermato e non “colpevole ignoranza perché le risorse disponibili sono state sperperate in opere inutili e dannose”. Proprio a Caulonia, suo paese natale, alla foce dell’Allaro giace in balia dei marosi un depuratore abortito che meriterebbe pietosa sepoltura mentre accanto gli scorrono le acque, nate pure a Mongiana, arricchite dai reflui. Nonostante ciò il sindaco si ostina a dichiarare che Caulonia è allacciata al depuratore consortile di Roccella, anche davanti all’evidenza di un timido gocciolamento di liquami provenienti da una pompa di rimando dal lungomare della Marina di cui nessuno controlla la funzionalità. Caulonia centro e contrade? Tutti alla fiumara! Nonostante gli 850.000,00 euro spesi prima, 150.000,00 spesi dopo e 100.000,00 ancora da spendere. Eppure tutti i cittadini di Caulonia pagano il 50% delle spese di gestione del depuratore consortile per un servizio reso allo scarso 5% degli abitanti. L’altro 95% è cibo per l’eutrofizzazione (processo che arricchisce di sostanze nutritive un habitat), le alghe mangiano i reflui e si moltiplicano. Così succede per i topi, più cibo trovano e più si moltiplicano, la loro riproduzione è direttamente proporzionale ai rifiuti alimentari che abbandoniamo in giro. Ma si può dire che la colpa è dei topi? No, è sempre colpa delle nostre cattive abitudini ma soprattutto della cattiva coscienza di chi ne ha la responsabilità politica. Dobbiamo quindi rassegnarci a fare il bagno in compagnia delle alghe e dividere i

dobbiamoandare,come dobbiamoandare?

nostri spazi con le pantegane? O meglio, sarebbe il caso di abbandonare l’alibi della colpevole ignoranza e riconsiderare la dolosa arroganza facendo funzionare la depurazione e la differenziata, le due prime priorità ambientali che gli amministratori, di fatto e non solo di nome, dovrebbero affrontare con risolutezza invece di fare operazioni di marketing sociopolitico tenendosi stretti gli atti che abbiamo richiesto più volte a suon di PEC e con le indicibili figuracce tipo l’incontro con Bubbico a Roccella. E proprio a Roccella siamo stati per un sopralluogo e abbiamo visto come lavora un comune virtuoso e abbiamo chiesto quanti sono stati gli amministratori della Locride che sono andati a prendere esempio di come si gestiscono depurazione e differenziata e la risposta è stata: nessuno! Riferiscano ai cittadini gli assessori di turno, anche di Monasterace e Siderno, dove finiscono le loro deiezioni e di quante alghe hanno l’adozione a distanza. Arturo Rocca

“La nostra linea ionica, già sottoposta a isolamento, continua a subire tagli e soppressioni di fermate, in località che d’estate sono molto frequentate”

LA LETTERA

“L’ospedale di Locri mi ha ridato la vista” Lettera di una paziente soddisfatta dell’operato dei medici del nostro nosocomio. Queste mie parole non vogliono essere altro che un ringraziamento e un elogio per l’operato del personale infermieristico del reparto di oculistica dell’ospedale di Locri nonché per l’ammirevole professionalità tecnica e umana di tutti i componenti lo staff dei medici oculisti che vi lavorano. Un ringraziamento particolare non posso non rivolgerlo al dott. Santo Galasso per essere riuscito a risolvere con risultati davvero eccellenti una seria cataratta, con fortissima miopia, da cui ero affetta ormai da molti anni e che mi aveva fatto giungere alla soglia della cecità. Rivolgo a lui e a tutto il personale sanitario del nosocomio locrese i miei migliori auguri per una lunga e luminosa carriera che dia sempre maggiore lustro alla nostra sanità locale accogliendo tutti quei pazienti, che come me, scelgono le cure delle strutture territorialmente più vicine a loro, consapevoli e fiduciosi che la buona e silenziosa sanità spesso è più vicina a noi di quanto comunemente si pensi. Emilia Pasqualone Pelle

Gentili Assessori Musmanno e Russo, quando circa dieci mesi fa vi fu il rimpasto della giunta regionale con la nomina di assessori tecnici, mi sentii confortata da questo nuovo assetto perché finalmente si affidava a persone competenti la conduzione di settori cruciali fino allora quasi sempre guidati da figure che niente avevano a che vedere con gli stessi. Questo ci faceva sperare che si sarebbe finalmente messo mano al loro riordino e che presto molti problemi sarebbero stati risolti. In molti credo abbiano fatto le mie stesse considerazioni. Ho pensato e mi sono illusa che le scelte sarebbero state fatte seguendo le necessità e il soddisfacimento dei bisogni di noi cittadini. Che l’ambiente, il welfare, la cultura, il turismo, i trasporti sarebbero stati trattati con la giusta considerazione: risolvere prima le emergenze, dare fiato agli utenti e contestualmente lavorare per pianificare e programmare il futuro della Calabria portandola al pari di altre regioni italiane. Che voi professori in particolare, una volta seduti ai tavoli nazionali, forti della vostra professionalità avreste fatto sentire una voce autorevole avanzando proposte tecniche e rivendicando i nostri diritti. Invece mi sento delusa perché ad oggi poche sono le cose cambiate. Ora prendiamo a riferimento uno dei settori sopra detti, forse il più sgangherato dopo la sanità, quello dei trasporti, motivo per cui Vi scrivo. Negli ultimi due mesi abbiamo sentito di queste novità: la predisposizione di un Piano Regionale dei Trasporti arrivato dopo 25 anni, l’arrivo di due treni swing, il nuovo piano degli orari estivo concordato dopo un tavolo tecnico e il confronto con associazioni di settore accreditate. Per il primo si aspetta la sua attuazione, invece nessuna delle ultime due introduzioni ha lasciato l’utenza soddisfatta tanto che giornalmente si legge di proteste e sit-in. Attualmente infatti la nostra linea ionica in particolare, già sottoposta ad isolamento, nonostante quello che ci viene comunicato, continua a subire tagli e soppressioni di fermate, tra l’altro in località che d’estate sono molto frequentate. Mi chiedo allora, se persiste tutta questa insoddisfazione, quale condivisione può esserci stata mai al tavolo da parte delle stesse associazioni? Infatti, nel mentre si leggono i vostri comunicati, al contempo si registra la rabbia e un enorme malcontento che partendo dalla sibaritide giunge in riva allo Stretto dove non possiamo che richiamare l’aeroporto di Reggio Calabria lasciato in agonia. Il malcontento che mi porta a scrivervi ruota tra le due infrastrutture, ed è esploso perché costretta, per ragioni di salute di mio marito, a fare la spola tra Reggio Calabria e Milano. Ma lo stesso potrebbe affermarlo uno studente, un imprenditore, un semplice cittadino che decidesse di spostarsi al nord. Questa tratta in particolare, per noi utenti è divenuta un rompicapo che malamente viene risolto. Organizzare un semplice viaggio diretto RC-MI a/r è cosa assai ardua specialmente dopo la soppressione del comodo volo mattutino. Ci era stato detto per placare gli animi, che lo stesso sarebbe stato ripristinato, poi invece definitivamente cancellato e spostato su Lamezia e che la stessa sarebbe stata raggiungibile con delle navette. Ma dove, quando? Così armati di buona pazienza, si valuta Lamezia per constatare che per poter prendere il volo diretto a Milano occorre spostarsi nel cuore della notte e decollare alle 6. Che meraviglia, proprio l’ideale per un utente sofferente di cuore che non deve sottoporsi a stress! Allora non resta che avventurarsi perdendosi alla ricerca di un treno o di un qualsiasi altro mezzo (il pullman con le sue 17 ore di viaggio*) che ci faccia arrivare al mattino presto sul luogo di destinazione (ospedale, università, uffici).

Un paio di giorni addietro, Alitalia annunciava con sommo gaudio il potenziamento durante l'estate dei suoi collegamenti da e per Milano. Fantastico mi dico, potremo partire con un volo che ci faccia arrivare di buonora! Ma leggendo apprendo che per Alitalia l’estate è: “a partire da agosto”. Che fare dunque? Si è obbligati a sostenere spese aggiuntive per il pernottamento in andata e ritorno con un aggravio non indifferente sul bilancio familiare. Assessori, chi vi scrive è cittadina attiva, fa parte di comitati civici, segue le dinamiche della città in cui vive e s’impegna volontariamente come tanti altri per renderla migliore. Credo nel mio piccolo, da persona propositiva, che nel mentre si predispongono le misure per risolvere anni di inefficienza, occorrerebbe aggredire subito le criticità venendo incontro in maniera più pratica ed efficace alle esigenze di mobilità; penso Assessore Musmanno, che il tavolo tecnico sia una buona pratica, ma credo che lo stesso non sia rappresentativo della gran parte di utenti e pendolari che ogni giorno hanno necessità di spostarsi e proprio loro vorrebbero porgerle delle rimostranze. L’insoddisfazione è talmente sentita al punto che da più parti si annuncia una mobilitazione regionale. Perché Assessore Russo, sebbene nel PRT si indichi la strada sul futuro dello scalo reggino non si è avuta alcuna presa di posizione o proposta da parte della Regione in tutti questi mesi? Sarebbe auspicabile che voi assessori ascoltaste questa parte di cittadinanza, magari in un’assemblea aperta dove da entrambe le parti ci potessero essere scambi e proposte. Così viene intesa la partecipazione, e questa è stata da subito la mia proposta all’interno del comitato di cui facevo parte e che anche qui vi suggerisco. Le conferenze stampa in questi casi, non solo risultano distanti ai cittadini ma hanno il sapore di un piatto preconfezionato. Questo e altro mi piacerebbe sottoporvi e vorrei poterlo fare incontrandovi magari nell’assemblea che dicevo. Da sempre noi calabresi aspettiamo le persone giuste al posto giusto e speriamo in scelte politiche socialmente utili. Non è accettabile che i nostri progetti di vita, la qualità della nostra esistenza, il futuro dei nostri figli debbano essere penalizzati o dipendere dal cattivo andamento dei servizi essenziali in una regione dalle tante potenzialità e in una città che dice di essere Metropolitana. Non più, non nel 2016, non con voi. In attesa, Vi ringrazio per l’attenzione. Cordialmente, Lucrezia Praticò * per brevità vi risparmio l’odissea del viaggio in pullman affrontata poco più di un anno fa.



Storie vere

È il 24 maggio 1906. I contadini di Benestare protestano contro il silenzio assordante della povertà.Un sottufficiale ordina di sparare sulla folla inerme. Un anno dopo la Giunta di Benestare si esprime favorevolmente al riconoscimento del valor militare del Brigadiere dell’Arma dei Reali Carabinieri. Senza alcuna riserva!

Benestare 1907. Una medaglia dal prefetto

che è un insulto al popolo

n una calda e afosa mattinata del 1907, la Giunta Comunale di Benestare si riunì con carattere d’urgenza. Curioso il fatto che fosse proprio il 15 agosto. Su richiesta della Prefettura di Reggio Calabria, il Sindaco dell’epoca, Giovanbattista Porcara, insieme agli assessori Squillaci e Depascale, “assistiti” dal segretario comunale Vittorio Pascale, furono chiamati ad esprimere un parere sulla “condotta garbata” del sottufficiale Paoletti dell’Arma dei Reali Carabinieri, durante i tumulti che ebbero luogo, dinnanzi al Palazzo Municipale, il 24 maggio del 1906. Poco più di un anno prima. Erano anni segnati da una povertà estrema, da un analfabetismo dilagante e da innumerevoli ingiustizie, consumate sempre ai danni del popolo e, spesso, con l’avallo dei pochi notabili che avevano accesso alla cosa pubblica. Il terremoto del 1905, benché non avesse provocato morti, aveva comunque arrecato numerosi danni alle case di gesso del paese, e i proprietari, perlopiù contadini e pastori, attendevano ancora, a distanza di un anno, qualche aiuto che potesse alleviare la loro condizione disperata. Mentre la condotta medica, allora a carico dei comuni, era garantita gratuitamente a un numero limitato di cittadini, “ai soli poveri”. Come se il resto della popolazione non lo fosse! In quegli anni la mortalità infantile era devastante per le precarie condizioni di igiene pubblica, e quella femminile accentuata anche a causa dei parti clandestini causati dai frequenti soprusi sessuali subiti delle inermi contadine del paese. Questi spesso rimanevano nell’anonimato e nel silenzio assordante della povertà. Era giunta voce, già da qualche mese, che l’Amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Giuseppe Guidace, volesse gravare ancora la sofferenza delle famiglie del paese attraverso una nuova tassa. È probabile, come si sostenne già dall’epoca dei fatti, che la parte politica avversaria (quei pochi notabili s’intende!) del Sindaco avesse in qualche modo fomentato la rivolta. “UN ALTRO SANGUINOSO CONFLITTO, un morto e numerosi feriti”. Con questo titolo, apparso su La Stampa del 26 di maggio, due giorni dopo degli avvenimenti, si dava notizia del preoccupante vento di agitazione popolare che interessava un po’ tutta la provincia. “Una parte dei dimostranti cominciò a sparare fucilate e rivoltellate, mentre un’altra tentava di disarmare i militi, questi furono costretti a far fuoco sulla folla, che si sbandò gemendo e imprecando e lasciando sul ter-

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BENESTARE. IL PORTALE DEL MUNICIPIO VECCHIO CHE RISALE AL XV SECOLO

reno un morto e undici feriti. Si sono fatti ventitré arresti fra gli indiziati come colpevoli di oltraggio alla forza pubblica”. In realtà i morti alla fine furono due. Vincenzo Graziano di appena 28 anni, contadino e padre di una bambina, e Giuseppe Procurato, contadino anch’egli, di 51 anni, proveniente da Ciminà. Due uomini, due storie, due famiglie tragicamente spezzate. I tanti aspetti oscuri vennero immediatamente in qualche modo denunciati dall’On. Gaetano Scaglione di Gerace, che presentò un’interrogazione parlamentare all’allora Ministro dell’Interno Luigi Facta. Al contrario di quanto il Ministro stesso e la stampa avevano voluto far credere, criminalizzando, di fatto, la popolazione benestarese, “da quanto ho potuto appurare, sul luogo, risulta che nella folla nessuno era armato; del resto, prova che quella dimostrazione era pacifica è il fatto che ne era stato chiesto il permesso all’autorità di pubblica sicurezza e si era pure domandato l’intervento dell’arma dei reali carabinieri, che sono appunto intervenuti… effettivamente i reali carabinieri spararono, perché ebbero una certa paura.

Quindi potrà esservi un eccesso nella difesa, mai una legittima difesa. È certo che c’era della gente inerme, gente che stava a curiosare e fanciulli che furono anche feriti gravemente: tutte queste cose non si possono certamente tacere”. Ho appreso alcuni particolari di quella che fu probabilmente la prima rivolta contadina di Benestare dai racconti di alcune donne anziane del paese, che pur non avendo vissuto in quegli anni, hanno mantenuto vivo l’eco del grido di dolore di quella gente, grazie alle memorie narrate dalle loro mamme e dalle loro nonne. Perché anche della memoria, non della storia (quella la scrivono i vincitori!) spesso le donne, contadine e madri, ne sono le depositarie. Mi raccontò mia nonna, qualche mese prima che se ne andasse, che un ragazzo, non ricordo il nome, che venne arrestato in seguito a quei fatti, piangendo e imprecando contro quell’ingiustizia di cui si sentiva vittima, pronunciò una frase che rimase impressa, per molti anni, nella memoria collettiva del paese: “mi desia pani e cammisa cu mi misi a mia cca intra”. Il giorno della rivolta era presente anche

una donna di 23 anni, bella e forte, di nome Carmela Lucia Pollifrone. Nel corso della sua vita, fu madre di 9 figli e protagonista di diverse agitazioni che ebbero luogo nel paese. Si racconta che un anno, il venerdì Santo, la Confraternita del Rosario, spesso in conflitto con il parroco dell’epoca Depascale, non volle concedere la statua dell’Addolorata per la solenne funzione della Chiamata, il prelato decise così di far indossare il tradizionale manto nero alla statua della Misericordia. La gente si ribellò dinnanzi a questa, a suo vedere, sacrilega scelta, e Carmela Lucia avventandosi di corsa verso il pulpito, trascinò, a furia di strattoni, il malcapitato parroco a terra. O ancora, nel 1934, quando nella sede del fascio ignoti incendiarono il gagliardetto fascista, si racconta ci fosse stata anche lei. Già nel corso della notte di quel 24 maggio del 1906, alcuni dimostranti iniziarono ad aggirarsi nei pressi del Palazzo Municipale, tra loro c’era un’altra donna, Maria. A Giudittina per tutti. Sembra che con un bastone immerso nel gesso, per ottenere un effetto luminescente nella notte, segnalava la presenza dei carabinieri ai suoi compagni. Fu una suora mancata, non si sa perché non prese i voti. Fatto sta che non ebbe figli e per sua volontà, alla sua morte, furono donati alla Madonna del Rosario i suoi orecchini e il suo ciondolo legato a un laccio di velluto nero che, tutt’oggi, la Madre e Signora dei benestaresi indossa. Quel 15 agosto la Giunta di Benestare fu chiamata a esprimere un parere, un voto di lode per il sottufficiale che diede l’ordine di fare fuoco su una folla inerme e disperata. Era una richiesta della Prefettura del resto. Ebbene la Giunta si espresse favorevolmente al riconoscimento del valor militare del Brigadiere dell’Arma dei Reali Carabinieri. Senza alcuna riserva! “Per prevenire possibili disordini, fin dalla sera precedente non aveva mancato di chiamare a sé i promotori della dimostrazione cercando di convincerli a non farla, ferito e sopraffatto, fu costretto a dare ordine di fare fuoco”. Così, il Sindaco e la Giunta, nel segreto della sala delle loro private adunanze cercarono di giustificare una lode ingiusta che, certo, avrebbe offeso i Benestaresi e, soprattutto, l’onore e la memoria dei poveri contadini Vincenzo e Giuseppe. Le spese per il trasporto e la sepoltura dei loro cadaveri costò al comune ventuno lire. Perché quella gente lì, dimenticata e senza riconoscimento alcuno, era così povera da non potersi permettere neppure il carro dei becchini! Rosario Rocca


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Platì... non è un caso “La lezione da pprendere da questa triste celebrazione dell’ego mediatico è che è necessario avere il coraggio di mettere in atto azioni di sana informazione rieducando il lettore all’analisi dei fatti e non alla comoda criminalizzazione da

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GIUSEPPE ROMEO crivere dopo aver visto come sono andate a finire le ultime consultazioni amministrative non è certo cosa agevole. Anzi, tutt’altro. E non perché ci si dovrebbe cimentare con l’analisi del voto o con le dichiarazioni degli esponenti politici, ma perché il confronto dovrebbe essere condotto sulle giuste aspettative degli elettori dal momento che, nell’esprimere un consenso, questi attribuiscono una speranza alla loro opinione, affidano le loro ansie a chi viene ritenuto degno di fiducia. Quanto accade a Platì ha però del grottesco così come grottesca è la realtà calabrese e della Locride dove, in nome di una interpretazione preventiva e preconcetta, ognuno si sente ormai autorizzato secondo propri convincimenti a pre-giudicare il proprio avversario o una realtà comunale in ragione di una competizione politica andata male o perché, così facendo, mediaticamente la prima pagina di un giornale è assicurata. Ciò che diventa un paradosso del gioco democratico in Calabria è ormai l’affermarsi di una formula quasi vetero-veneziana di pre-giudizio da delazione o da informazione veicolata. Chiunque può essere pre-giudicato da chi in realtà, spesso, non ha alcun titolo per farlo o da chi usa strumenti che non hanno alcuna legittimazione giuridica per pre-giudicare persone, risultati elettorali e aspettative. In una terra nella quale le parentele contano per storia familiare, dove la conoscenza diffusa tra le persone che vivono le piccole comunità è quotidianità, l’associare indiscriminatamente a fenomeni criminali chiunque ci si fosse trovato anche inconsapevolmente e magari solo per rendita di cognome, ha steso negli anni un alone di sofferenza interiore non trascurabile e un senso di sfiducia nella politica e nelle istituzioni che non ha pari. Una sfiducia che si è consumata nell’incapacità a ottenere risposte alle richieste di occupazione, di migliori servizi, di pari dignità per quei cittadini che - sino a prova contraria votano per provare a risollevarsi, a darsi un futuro cercando una via per un riscatto sociale. In una terra schiacciata tra la criminalità e uno Stato che non va oltre l’incomprensione fine a se stessa parole come prossimità, contiguità, affinità si sono sostituite alle prove, alla necessità di condurre indagini serie e concludenti, alla necessaria attesa della definitività di un esame processuale. Su queste parole che esprimono pre-giudizi di valore si sono sciolti comuni, commissariati e sospesi i diritti di rappresentanza senza che si giungesse spesso all’unica certezza data da una sentenza che accertasse e condannasse responsabilità personali anzitutto. Affinità, contiguità, prossimità sono indicatori preliminari che possono avere un senso. Ma proprio nella loro formulazione richiedono un approfondimento perché da soli non sono sufficienti a provocare effetti giuridicamente efficaci. Perché non possono sospendere i diritti civili di elettorato attivo o passivo costituzionalmente riconosciuti. Perché possono essere utile frutto di facile associazione o di valutazione personale di chi li usa. La stessa impresentabilità è alla fine un non senso dal momento che nessuna legge attribuisce, al di fuori di una pena accessoria comminata in sentenza, a tale giudizio extraprocessuale l’effetto di revocarne l’esercizio. Riconoscere a tali giudizi di valore, espressi al di fuori di un giudicato penale, il potere di sospendere o impedirne di fatto l’esercizio dei diritti civili di elettorato attivo e passivo significa autorizzare possibili arbitri nel pre-giudicare qualunque libera manifestazione del pensiero altrui configurando a necessità prossimità, affinità o contiguità. La verità oggi che nessuno osa dire è che serve restituire dignità e fiducia a un voto e sostenere chi ha avuto la volontà di candidarsi, consapevole che nessuno gli sconterà nulla. Trasformare e rendere funzionale a esigenze mediatiche o politiche la tempesta perfetta scatenatasi sulle elezioni di Platì significa riportare tutto, e ancora una volta, sul tavolo del sospetto e non della civile pacificazione degli animi. Significa non avere interesse che possa cambiare qualcosa poiché si priva pre-giudizialmente di fiducia una comunità dove, anche a Platì, chi vince ha il diritto di amministrare e chi perde il dovere di controllare, nei fatti. Da questa triste celebrazione dell’ego mediatico credo che la lezione da apprendere per chi ama la Calabria, e voglia dare fiducia alla Locride, è che si tratterà di avere il coraggio di mettere in atto, una volta per tutte, azioni di sana informazione rieducando il lettore all’analisi dei fatti e non alla comoda criminalizzazione da salotto. La vera sfida è combattere una sorta di ipnosi mediatica neurodegenerativa che sta distruggendo – ad opera di intelligenti untori mediatici e saccenti sacerdoti della legalità pro domo loro – quelle poche luci che sulle pendici aspromontane provano ad accendersi andando oltre il buio nel quale la criminalità si rifugia. È di andare oltre i pre-giudizi e i pre-concetti per non far perire di inedia e di sconforto quello che ancora sopravvive della capacità critica dei calabresi per bene.

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CULTURA

A Siderno l'arte che fa festa

Pittura, scultura, happening, musica, cake design, spettacoli di danza e voglia di creare per la gioia di essere protagonisti dell'Arte. Un'arte che entusiasma, che consente di far festa perchè, come scriveva Baudelaire, l'arte è la domenica della vita! Questo è quanto i ragazzi del Liceo Artistico di Siderno hanno trasmesso durante la quarta edizione della Giornata dell'Arte tenutasi nella mattinata di sabato 4 giugno presso la Villa Comunale. Tutte le espressioni artistiche hanno concorso a infondere nell'aria il fascino e la meraviglia generate dalla creatività celebrando l’inventiva delle nuove generazioni, in un evento dedicato proprio a loro, e anno dopo anno sempre più sentito e atteso.

SHARK & GROOVE

La storia continua con la pubblicazione del nuovo CD Dopo le emzioni che ci hanno regalato con Italia’s Got Talent e il tour estivo in tutta la Calabria, Shark & Groove hanno avuto un importante riconoscimento internazionale e sono pronti a tornare con la pubblicazione del loro primo album

Durante la mini Tournée a Toronto, Shark & Groove hanno il privilegio e la fortuna di conoscere il mitico rapper, “Evidence”, al quale fanno dono della loro prima fatica discografica. “Non ho mai ascoltato niente del genere… questi due italiani spaccano… geniali i testi, le musiche, gli arrangiamenti”. Così si esprime il rapper italo americano rivolgendosi all’amico Nat Blue, dopo avere ascoltato in anteprima il CD, “UNO” di Shark & Groove”, in uscita a giugno 2016 e preceduto dal video del singolo “Ho cambiato la realtà”, presto in rotazione nelle radio di tutta Italia. Hanno già un grosso seguito a livello locale e nazionale che aspetta l'uscita del disco. La loro carica umana è disarmante, non che le loro capacità liriche e compositive. Spesso vengono invitati nelle scuole a trattare l’argomento del Bullismo. Questi due giovani della Locride sono il paradigma di una normalità sana e costruttiva, che non si ferma difronte alle apparenze e agli ostacoli di un mercato che si basa su canoni e codici stereotipati, ma che sa che l’amore, per ciò che si fa, e la convinzione in ciò che si crede, può portare a raggiungere mete insperate; la rappresentazione perfetta di quello che dovrebbe essere inteso come “arte”. Le loro esibizioni pubbliche sono recepite in toto dalla gente. E lo si vede durante i loro affollati concerti, dove oltre al piacere di ascoltare la musica si respira grande partecipazione e un profondo affetto misto a riconoscenza per questi due straordinari

ragazzi. Shark e Groove danno voce e speranza a quei giovani di talento, spesso esclusi dall'ambiente artistico perché non corrispondenti ai cliché del momento. Si accordano a quella parte sana della società che è contro ogni forma di emarginazione ma si batte per includere ogni forma di diversità “apparente”, sapendo che è un valore straordinario di ricchezza morale, creativa, di scambio di visioni, di aspirazioni e di confronto. “Io, ogni volta che ascolto le loro canzoni” afferma Luca Tommasi in veste di critico musicale – “mi commuovo sempre”. Sono nati per fare musica, per stare sul palco e regalare emozioni - il regalo più bello per

voi, riempire l'Arena di Verona, lo stadio Olimpico di Roma e i tanti palazzetti dello sport. Siete unici, mi fate piangere dalla gioia. E’ anche così che si abbattono i pregiudizi”. Shark & Groove sono prodotti da Gianni John Tirelli e Andrea Gallelli per la Click Records – a giugno 2016 esce il loro primo CD dal titolo UNO . La promozione prevede una consistente distribuzione e visibilità sulle varie piattaforme del settore, in rotazione su 100 radio italiane e network – due videoclip, una serie di passaggi televisivi sui canali Rai e Mediaset - articoli su stampa specializzata.

Da Gioiosa Jonica Cristoforo Demartino assunto all'università di Nanchino in Cina Cristoforo Demartino è il primo ricercatore italiano assunto dalla prestigiosa Università di Nanchino un tempo capitale della Cina. Ha 29 anni, è originario di Gioiosa Jonica e qui si è diplomato frequentando il Liceo Scientifico. Laureato all'Università Mediterranea in Ingegneria Civile con 110 lode e una menzione speciale, ha vinto il dottorato di ricerca alla Federico II di Napoli che lo ha mandato all'Università di Copenaghen dove si è specializzato sull'ingegneria del vento. Nel frattempo ha fatto anche un master di sismica all'Università La Sapienza di Roma con pubblicazione delle tesi. Ha

La Calabria al 7^ posto per "Il mare più bello". Roccella riconquista le 5 vele La Calabria, nella nuova “Guida Blu” stilata da Legambiente e Touring club italiano per la classifica del mare più bello, risulta al settimo posto nella classifica delle regioni con il maggior numero di località recensite. Anche quest'anno è Roccella Jonica a riconfermare le 5 vele in Calabria. Il comune della Locride si è contraddistinto per aver potenziato la mobilità sostenibile con 8 km di pista ciclabile, con un servizio di bike sharing, numerose aree pedonali e vetture ibride e a gpl per ridurre le emissioni. Messi in campo progetti per la tutela e la conservazione del territorio ed è stata

migliorata l'accessibilità per diversamente abili negli edifici comunali e nelle spiagge con parcheggi e docce attrezzate. Realizzato un sistema di pompaggio (pump out) dei liquami di sentina delle imbarcazioni. Insieme alla cooperativa Felici da Matti è stata attivata la raccolta domiciliare degli oli e dei grassi vegetali esausti dai quali si ricava il "Bergolio", il sapone di Marsiglia aromatizzato al bergamotto. Tre le spiagge dedicate all’accesso degli animali domestici. Quanto alle altre località recensite, sono state assegnate 4 vele per Scilla e Riace e 3 vele per Tropea, Zambrone, Palmi, Bova Marina, Brancaleone, Melito di Porto Salvo, Palizzi, Monasterace, Crucoli, Isola di Capo Rizzuto.

Famiglie e scuola al centro di un incontro dei Lions a Roccella resentato presso il Convento dei Minimi di Roccella Jonica l’interessante Convegno sul tema Le Famiglie e la scuola nella società contemporanea, incontro preparatorio del corso di Formazione per Docenti e Genitori nell’ambito del Service “Lions Quest” organizzato dal Club di Roccella. Molte le presenze in rappresentanza delle scuole del circondario, dalle scuole primarie alle scuole medie e superiori. Prima di entrare nel vivo dell’argomento, dopo i saluti rivolti ai presenti, il Presidente Lions, Domenico Futia, ha sottolineato, nel suo breve intervento, come “una delle missioni del Lions Club International è sempre stata quella di sostenere i cittadini di domani”, ponendo la massima attenzione alle giovani generazioni nella consapevolezza del ruolo che svolge la scuola all’interno della società. “Per questa

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ragione - ha continuato - saranno proposti corsi formativi fin dai primi giorni del prossimo anno scolastico”. Un ringraziamento al giovane Club di Roccella è stato poi rivolto da Bruna Falcone, assessore X alla Cultura e Protezione Civile che, nel complimentarsi per l’attività formativa proposta, ha richiamato l’attenzione “sull’importanza delle sinergie tra il mondo dell’associazionismo e della scuola”. Caterina Galasso, già Dirigente scolastico e responsabile Distrettuale “Lions Quest”, nella sua veste di moderatrice, introducendo il tema, ha evidenziato come “Il nostro compito è di rendere forti i giovani in vista delle scelte che la vita pone loro di fronte, aiutandoli ad acquisire le competenze sociali ed emotive indispensabili, come la consapevolezza e gestione di sé, le capacità decisionali e relazionali”. Il Dibattito si è impreziosito con la relazione di Elena Morano Cinque, presidente della

insegnato a Reggio Calabria in due master internazionali. Subito dopo ha avuto l'incarico di Scienza delle Costruzioni all'Università di Napoli. Oggi è assegnista di ricerca alla Sapienza e ricercatore a Nanchino dove insegna meccanica delle strutture. Sta facendo ricerche sulla sismica, Ingegneria del Vento e sui collassi delle strutture con pubblicazioni internazionali. Esempi come quello di Cristoforo danno coraggio, fiducia, e rappresentano un calcio allo sconforto che sempre più spesso si tramuta in apatia - che assale e paralizza i nostri giovani.

Commissione Pari Opportunità della Provincia di Catanzaro, che ha evidenziato come “famiglia e scuola sono due contesti di vita fondamentali per la crescita del minore”. A seguire si sono registrati gli interventi della neuro psichiatra infantile Maria Caterina Anoja e del Giudice onorario presso il Tribunale dei minorenni di Catanzaro Luisa Romano, che ha riportato la sua esperienza comunicativa con i minori. La dottoressa Anoja ha evidenziato come “famiglia e scuola sono due contesti di vita fondamentali per la crescita del minore e ha proposto di difendere e rafforzare in questo momento storico i valori costituzionali della famiglia e della dignità della vita in ogni suo momento, soprattutto quando essa manifesta fragilità, debolezza e scarsa difesa”. Sono intervenute, per un contributo al dibattito, Adele Careri nella qualità di Docente e Maria Grazia Piccolo, ambedue socie Lions. A conclusione sono stati premiati i vincitori del concorso internazionale Lions un “Poster per la Pace” svoltosi tra i ragazzi dagli 11 ai 13 anni di ben sei Istituti Comprensivi. Per l’Istituto di Monasterace il riconoscimento è andato a Paolo Tedesco, 13 anni, per l’Istituto di Riace a Ayman Amir Kazmi, 13 anni. Per Caulonia a Martina Cavallo, di 12 anni, mentre per l’Istituto comprensivo di Gioiosa JonicaGrotteria è stata premiata la 12enne Aise Salomea. Michele Mammone, di 11 anni, si è imposto per la scuola media di Roccella ed Elena Doria, 13 anni, ha prevalso nel Gruppo Scout Agesci Roccella 1°. A essi è andato anche l’Attestato come “unico vincitore” della propria scuola, mentre agli Istituti di appartenenza è andato l’Attestato di riconoscimento per aver condiviso, con la partecipazione al service dei Lions, un momento così importante dei ragazzi e per la loro formazione “dove la cultura della pace inizia a formarsi da piccoli: dalla famiglia, ma soprattutto dalla scuola”.


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Spettacolo

DOMENICA 12 GIUGNO 19

La magia del teatro greco romano viene riproposta grazie all’impegno del primo cittadino Rocco Luglio e di un manipolo di studenti davvero eccezionali.

IL TEATRO ANTICO DI PORTIGLIOLA HA UN GRANDE POTENZIALE INESPRESSO: SINDACO E ARTISTI VOGLIONO IMPEGNARSI PER FARLO CRESCERE ANCORA.

VIBO VALENTIA ASSO PIGLIATUTTO: PRIMO PREMIO COME MIGLIOR RAPPRESENTAZIONE PER I RAGAZZI, MIGLIORE REGIA PER IL MAESTRO PAOLO CUTULI.

Portigliola

Il teatro antico cresce grazie alla Rassegna Scolastica Rocco Luglio colpisce ancora. Dopo le splendide serate organizzate lo scorso agosto presso il Teatro Greco-Romano, a meno di un anno di distanza è stata soddisfatta la speranza del pubblico di rivedere presto spettacoli di grande qualità sulla scena imbastita nell’arena che fu certamente calcata da Euripide, Aristofane o Marziale, questa volta con la messa in scena di ben cinque spettacoli nelle due serate di venerdì 3 e sabato 4 giugno. La peculiarità della manifestazione primaverile di quest’anno era immediatamente riscontrabile già nel nome della manifestazione: 1ª Rassegna del Teatro Classico Scolastico, un’iniziativa che il sindaco ha organizzato con il consueto impegno trovando questa volta la preziosa collaborazione del Museo Archeologico Nazionale di Locri e di una bravissima Maria Teresa D’Agostino, presentatrice ideale per due serate davvero uniche nel loro genere. Com’è facilmente intuibile dal nome della rassegna, veri protagonisti di questo magico evento, comunque, sono stati gli studenti: da Reggio Calabria a Locri, da Crotone a Vibo Valentia, passando per Lamezia Terme, sono stati cinque gli istituti coinvolti in un progetto che merita di essere annoverato tra i più grandi della categoria dell’intero Paese e così ben riuscito da spingere gli organizzatori a porre fin da oggi le basi per una seconda edizione d’invariato interes-

Non vediamo l’ora di vedere riconfermarsi il sito con la rassegna teatrale di agosto che ci riserverà sicuramente belle sorprese.

se. L’umidità patita dal pubblico durante l’attesa della messa in scena degli spettacoli, è divenuta immediatamente un lontano ricordo grazie alla recitazione senza sbavature dei ragazzi del Liceo Classico di Reggio Calabria, che hanno messo in scena il dialogo postmoderno Eros a firma di Martina Albanese, che ha giustamente ricevuto, durante la premiazione avvenuta al termine della seconda serata, il premio del pubblico. Alla scenografia minimalista di Reggio Calabria hanno fatto da contraltare gli effetti speciali realizzati dal Liceo Scientifico di Lamezia Terme, orfano di un premio per le migliori scenografie che non è stato previsto dagli organizzatori, ma che dovrebbe essere istituito quanto prima per sopperire a una mancanza che oggi possiamo perdonare. Sulle note dei Pink Floyd, i lametini hanno infatti messo in scena Dreaming Shakespeare. The white side of the Moon di Pierpaolo Bonaccurso, un atto che ha fatto del sogno e del citazionismo il proprio punto di forza. Applausi a scena aperta anche per chi ha ricevuto dalla giuria il terzo premio come miglior spettacolo, i “padroni di casa” del Liceo delle Scienze Umane di Locri che, in collaborazione con il Laboratorio Teatrale Santa Marta della Caritas diocesana hanno messo in scena Ascolta. Il coraggio

dei sogni, un’originalissima prova metateatrale a firma di Maria Pia Battaglia che, recitata in rima e chiusa da una sorprendente performance canora, non ha potuto non emozionare tutti i presenti chiudendo degnamente la prima serata. Le emozioni del venerdì si sono ripresentate, forse ancora più marcatamente, con la messa in scena dei due spettacoli del sabato, non a caso vincitori dei premi più ambiti della rassegna. La cura della scenografia, dei costumi, del trucco e la difficoltà della tragedia da mettere in scena, sono state le motivazioni che hanno spinto la giuria a consegnare il secondo premio per il miglior spettacolo al Liceo Classico di Santa Severina, Crotone, che ha messo in scena un commovente riadattamento delle Baccanti di Euripide in grado di affascinare ed emozionare il pubblico. Come in un climax letterario, tuttavia, l’apice recitativo è stato raggiunto solo sul finale, con il Romeo e Giulietta riadattato da Paolo Cutuli, già protagonista di una meravigliosa pièce ospitata a Portigliola lo scorso anno e quest’anno in grado di riconfermarsi come artista e di dimostrare le proprie doti di maestro. Nelle sessanta ore di laboratorio svolte durante l’anno scolastico presso il Liceo Classico di Vibo Valentia, infatti, Paolo è stato in grado di plasmare i suoi ragazzi così bene da far avere al pubblico e alla giuria la netta impressione di trovarsi dinanzi a una compagnia teatrale professionale e navigata, in grado di calcare le scene con una sicurezza e una naturalezza da fare invidia ai grandi del teatro internazionale. Il Romeo e Giulietta che questi ragazzi eccezionali hanno messo in scena non ha lasciato dubbi alla giuria, che ha premiato il lavoro con ben due riconoscimenti: il primo premio come migliore rappresentazione in concorso e la miglior regia, che Cutuli merita come pochi di inserire nel proprio curriculum. La manifestazione, perfettamente riuscita, ha evidenziato come sul nostro territorio possano emergere grandi professionalità e, nonostante le poche risorse a disposizione, come la passione e l’impegno dei giovani possano essere il punto di partenza ideale per riscattare la Calabria. La chiacchierata conclusiva tra il sindaco ed Edoardo Siravo, anche lui gradito ritorno dopo l’esperienza scenica dello scorso anno, continua a dare speranze al teatro di Portigliola, che deve al più presto passare attraverso un generale restyling per poter occupare finalmente la piazza d’onore che merita tra i teatri di pietra della nostra nazione. Per richiamare la metafora già utilizzata lo scorso anno, il veliero del Teatro Greco Romano di Portigliola continua a navigare in acque limpide e con vento a favore. Adesso non vediamo l’ora di vederlo riconfermarsi con la rassegna teatrale di agosto che, Rocco Luglio l’ha già fatto capire a tutti gli appassionati, ci riserverà sicuramente delle piacevolissime sorprese. Jacopo Giuca

Premio a Gaetano Gargiulo dopo un trapianto storico Questa settimana il Liceo Classico di Locri ha conferito un riconoscimento a un suo illustre ex allievo, Gaetano Gargiulo, cittadino sidernese e cardiochirurgo pediatrico oggi Direttore del Dipartimento cardio-toracico-vascolare al Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna. Gargiulo, noto a livello internazionale per una serie di successi professionali, è recentemente balzato agli onori della cronaca per aver trapiantato un cuore nuovo a un bambino di appena due anni e mezzo, tenuto in vita per otto mesi con un organo artificiale. Si è trattato di un’operazione di grande rilevanza durata oltre dieci ore, perfettamente riuscita, che consentirà al piccolo Ethan – questo il nome del bambino – di riavere una vita normale. L’eccezionale intervento è stato reso possibile grazie alla donazione dell’organo da parte dei familiari di un giovane marchigiano deceduto in seguito a un incidente stradale ed è stato effettuato dal Professore con la sua equipe composta da Emanuela Angeli, Francesco Petridis e Lucio Careddu. La notizia del trapianto, riportata dai

giornali nazionali, era ovviamente rimbalzata a Siderno, dove ancora vivono la madre e la sorella di Gargiulo e dove il professionista conta tantissimi amici ed estimatori. Saputa l’intenzione della scuola che ha frequentato in gioventù di premiarlo con il riconoscimento di “Allievo illustre”, Gargiulo ha accettato di correre in Calabria per partecipare alla cerimonia nata, anni fa, da un’idea di Antonino Previte, a suo tempo presidente del Consiglio d’Istituto della Scuola che, in collaborazione con Ugo Mollica ha curato anche in questa occasione lo svolgimento della manifestazione. Come di consueto, il premio è stato attribuito a un ex allievo che ha avuto modo di affermarsi a grandi livelli nell’attività lavorativa che ha intrapreso. Unitamente a Gargiulo, analogo attestato è stato attribuito, alla memoria, allo scomparso Generale dell’Arma dei Carabinieri Domenico Barillari, originario di Ardore e anch’esso ex studente del Classico.



CULTURA

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DOMENICA 12 GIUGNO

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! E V O B A S N E V A HE Quattro giovanissimi hanno posto le basi per un successo concretizzatosi nel loro album d’esordio. Adesso è tempo di far crescere il rock nella Locride!

k c o R d r a H ’ l l e n è o r u t u f l i : o n r Side tono t le gono if r n e e i v t i s t u t g u t i i i per tutt unico: le idee d o n o s i n a r Ib lavorare nde burattinaio. i d o d o un m a un gra d e t a m a amalg

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a storia degli Heavens Above! meriterebbe di essere raccontata dalla voce appassionata di Carlo Massarini nell’ambito di Absolute Beginners, programma quotidiano di Virgin Radio che presenta con competenza e passione un artista o una band che ha fatto la storia del rock. Originari di Siderno, Domenico Catalano, Giancarlo Figliomeni, Giuseppe Lombardo e Andrea Mazzone hanno il sogno di realizzare un progetto musicale inconsueto dalle nostre parti: un gruppo di Alternative rock che faccia dell’originalità la propria punta di diamante. «Io e Andrea - mi racconta Domenico che avevamo collaborato con delle cover band, avevamo voglia di iniziare un progetto di inediti che ci permettesse di esprimere una musicalità originale e ci facesse conoscere al grande pubblico non solo per la nostra tecnica, ma anche per le nostre capacità compositive. Quando abbiamo incontrato Giuseppe e Giancarlo, nel 2013, abbiamo colto al volo l’occasione e abbiamo immediatamente proposto loro una collaborazione, vista l’evidente affinità musicale». «Da quel momento - interviene Giancarlo - abbiamo cominciato a fare Grunge e Alternative Rock ispirandoci soprattutto a gruppi statunitensi come i Red Hot Chili Peppers, The Smashing Pumpkins o i Rage Against the Machine, suonando in vari concerti e manifestazioni di zona e della Piana di Gioia Tauro». «L’idea di proporre questo genere, senza limitarsi a ripercorrere le orme del rock italiano - mi spiega Andrea - è stata alla base della nostra scelta di scrivere testi esclusivamente in inglese e, probabilmente, nonostante le preferen-

z e musicali differenti, è stato anche il motivo per il quale ci siamo trovati così bene fin dalla prima sessione di prove». «Proprio in quell’occasione, infatti, chiosa Giuseppe - siamo riusciti già a porre le basi per comporre il nostro primo pezzo inedito, che poi è stato

inserito nell’album che abbiamo pubblicato lo scorso marzo». I due anni e mezzo di collaborazione di questi giovanissimi, infatti, hanno prodotto Keep my Bones, un album studio composto da 11 brani dalla sonorità sorprendente che, oltre a fare evidente riferimento all’alternative anni ‘90, proprio come mi è stato raccontato dai ragazzi, strizza l’occhio con sapienza anche ai ritmi più “cattivi” dell’Heavy Metal anni ’80 o del Death scandinavo del decennio successivo. È impossibile, in effetti, non cogliere qualcosa dei Megadeth di Dave Mustaine nell’apertura di The Weight, prima canzone del-

“CI HA SORPRESO IL SUCCESSO RISCONTRATO ALL’ESTERO: CI HA CONTATTATO PERSINO UN RAGAZZO RUSSO PER FARCI UNA RECENSIONE SU YOUTUBE”

l’album, così come non può non ricordarci Mikael Åkerfeldt degli Opeth il coro growl della title track Keep my Bones che pure, e sta qui la novità, non ne copia le atmosfere cupe e deprimenti che hanno reso così oscura la storia del Metal nordeuropeo. Questa miscellanea è sicuramente alla base del successo dell’album che, autoprodotto e autofinanziato dai ragazzi, nel giro di appena un paio di mesi è andato letteralmente a ruba facendo pensare loro di produrne una seconda ristampa. «La cosa che ha sorpreso noi per primi è la diffusione che l’album ha avuto all’estero - mi dice Giancarlo - Non posso dire di non essere rimasto shoccato quando ho visto il numero delle copie vendute in Russia». «Questa, in effetti, è una storia divertente - interviene Domenico con il sorriso sulle labbra - Dopo aver ascoltato il nostro album, poche settimane fa un ragazzo russo ci ha contattato a mezzo Facebook, affermando di occuparsi di recensioni musicali su YouTube. Ci ha chiesto di dargli il permesso di recensire il nostro album, cosa che ha fatto con un bel video in cirillico sottotitolato in inglese. A partire da quel momento i download dell’album sono cresciuti in maniera esponenziale e abbiamo ricevuto un sacco di riscontri positivi, anche su riviste specializzate». Per quanto affermato in precedenza, gli undici pezzi dell’album sono davvero per tutti i gusti e riflettono un modo di lavorare peculiare: è infatti semplice constatare che in ogni pezzo ci sono le idee di tutti, amalgamate da un grande burattinaio (anzi, un Master of Puppets, per fare una citazione musicale) che rende il prodotto sempre genuino, convincente e divertente. È questo il punto di forza degli Haevens Above! e del loro album d’esordio, registrato solo grazie alla pazienza, i ragazzi ci tengono a sottolinearlo, del titolare

dei Fego Studios di Caulonia Guido Tassone e di Giuseppe Novella, indispensabile collaboratore per un mese nella produzione dei suoni. Ciliegina sulla torta: la copertina dell’album prodotta da Roberto Gentili, un ragazzo che collabora da anni con importanti gruppi italiani come i Verdena. «Una volta avuto tra le mani il prodotto finito - racconta Giancarlo - l’abbiamo affidato a Soundreef, un ente di gestione dei diritti indipendente da SIAE e salito alla ribalta dopo l’adesione di Fedez. Si tratta di un progetto, guarda caso italiano, che ci permette di avere più royalty sulla nostra musica e spezza il monopolio, a nostro parere indecente, della SIAE, che non tutela né gli artisti, né i consumatori». Per il futuro, gli Heavens Above!, oltre ad avere l’ovvia intenzione di continuare a produrre la propria musica, dimostrando di non voler dimenticare le proprie radici stanno cercando di coinvolgere vari gruppi di zona con l’obiettivo di fare rete e, perché no, diffondere la buona pratica della musica live nella Locride. «A Siderno, infatti - dice Andrea musica dal vivo si riesce a fare praticamente solo dai disponibilissimi ragazzi del pub di Piazza Portosalvo e, sul resto del territorio, in pochi altri locali simili che, spesso, non hanno nemmeno gli spazi o una diffusione del suono tale da far godere appieno la serata al pubblico». «Da qui l’idea di proporre ad altri gruppi - specifica Giuseppe - una collaborazione che ci permetta di avanzare a chi di competenza idee o proposte per farci dare degli spazi dove suonare o riunirci. Potrebbe essere il viatico per il successo per tutti i gruppi coinvolti, fidelizzare i fan e, perché no, generare turismo». Le basi per un solido successo sono già poste. Non resta che consolidarle. Jacopo Giuca


RIVIERA

Bavosa Cervina Siderno, 4/6/’16: durante un’immersione pomeridiana ho potuto effettuare alcuni scatti a questa bellissima Bavosa Cervina (Parablennius Zvonimiri). È un’ovipara a fecondazione esterna, le uova dopo essere state depositate in dei buchi nella roccia, vengono costantemente sorvegliate dal maschio! (Carlo Codispoti)

Sorrisi saporiti Il vicedirettore del Crotone Calcio Salvatore Gualtieri, posa con il direttore sportivo Pepé Ursino e Peppe Galluzzo durante un incontro fortuito in un noto ristorante della zona. La penultima volta si erano visti da avversari nella partita Cesena-Crotone!

Tra Scilla e Cariddi Il mitico Giorgio Calvi, dimostrando ancora una volta la propria passione per il sole e il mare, rispolvera questa bellissima Apecar per godersi le proprie vacanze tra Sicilia e Calabria.

Gente che viene, gente che va Pronto a partire per il suo tour internazionale, il nostro Cavallaro con il suo gruppo incontra in aeroporto nientemeno che Bobby Solo!

Primi impegni istituzionali Il neoeletto sindaco di Sant’Agata del Bianco, Domenico Stranieri, posa in compagnia dei colleghi di Caraffa, Stefano Marrapodi e Casignana, Antonio Crinò appena fuori dal Comune di Siderno. La nuova triade bianchese!

Artistici docenti A margine dell’evento organizzato alla Villa Comunale di Siderno, abbiamo incontrato le bravissime professoresse Panetta e Ritorto in compagnia della dirigente scolastico Autelitano.

Recitazione in technicolor Uno dei ragazzi del Liceo Artistico di Siderno durante la rappresentazione avvenuta alla Villa Comunale la scorStrutture da campioni sa settimana. Durante la finale di Champions League, a Milano, ospite d’onore è stata la struttura con telo Ferrari realizzata da Joe Albanese & Domes Italia

Chi non ride in compagnia… Francesco Scarano, il sindaco di Samo Giovanni Bruzzaniti e il presidente dei commercialisti Ettore Lacopo osservano compiaciuti la nostra fotocamera che interrompe una misteriosa quando serrata conversazione.

Un caffè meraviglioso Salvatore Agostino, alla Cascina, si prepara a servire ai propri ospiti uno speciale caffè preparato con la supermacchinetta rosso comunista!


SETTIMANALE

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Festa della Matricola in pigiama 1968 Enzo Gentile, Michele Miuià, Armando Falduto, Nuccio Gasparro, Sergio Lupis e, in basso, Ciccio Ferraro, Enzo Mirenzi, Enzo Alvaro, Mario Gallo, Enzo e Giuliano Fedele sono pronti per l’annuale incontro di calcio in pigiama!

Scatti di un consiglio che fu Commozione e orgoglio sono stati i sentimenti più diffusi nell’ambito dell’ultimo consiglio provinciale di Reggio Calabria, che lascia da questa settimana spazio alla Città Metropolitana. Splendore aureo Sono stati incoronati questa settimana Miss e Mister Classico, gli studenti esteticamente più rappresentativi dell’istituto di Locri. Ecco Caterina Tedesco e Massimo Laganà in tutto il loro splendore!

Meraviglie del mare Totò Bartolo, in compagnia di Francesco isola, si appresta a lavare un enorme tonno appena pescato nel nostro meraviglioso Jonio.

Anni ruggenti Il neoeletto sindaco di Platì Rosario Sergi accetta con piacere le congratulazione della collega di Agnana Caterina Furfaro. Saranno cinque anni da vivere politicamente! 500 di questi premi Il sindaco di Portigliola, Rocco Luglio, viene immortalato durante la premiazione avvenuta nell’ambito del raduno delle ‘500 in compagnia di Mimmo Tallura.

Il boss dei matrimoni Un emozionatissimo Mimmo Panetta concede a sua figlia il primo ballo nel giorno più importante della sua vita. Auguri!

Giovani tamburini Ecco un’altra foto proveniente dal nostro archivio storico: dopo averveli mostrati così come sono oggi, tornano a grande richiesta i tamburini di Martone, ma agli albori della loro carriera.

Un Bracchetto, per favore! Un Lubieri (come sempre detto “Bracco”) d’annata ci accoglie nel suo bar pronto a offrirci un vino invecchiato bene almeno quanto lui!

Pollici verdi Sono iniziati i lavori per rendere più verde piazza Cavone di Siderno Superiore. Riconosciamo il sempre presente Aldo Caccamo e un indaffaratissimo Paolo Fragomeni.



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