CONTROCOPERTINA
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Un nuovo corso con il vescovo Francesco Oliva P
GIUSEPPE GIARMOLEO agina di storia. L'ordinazione episcopale di Monsignor Francesco Oliva ha anche una valenza storica. L'Ufficio liturgico di Locri, in una nota breve e precisa, ricorda che per la prima volta il vescovo della Diocesi di Gerace-Locri riceve la dignità episcopale nella stessa cattedrale che guiderà. L'ultima ordinazione avvenne nel 1813: il neo vescovo raggiunse poi altra diocesi. Ma l'interesse per questo evento, che si celebra il 20 luglio nell'antica cattedrale di Gerace, non è legato solo alle particolarità storiche che, di certo, hanno la loro importanza e rispecchiano le nuove sensibilità; ma è la diretta conseguenza delle attese e delle speranze suscitate dalla nomina di Monsignor Oliva. Nomina che giunge dopo un'attesa, apparsa a tanti troppo lunga, che ha accentuato il bisogno di avere, nella Locride, una guida autorevole, una voce forte e credibile. Il vescovo è, e rimane, un'autorità spirituale e non deve, né desidera, invadere altre dimensioni della società, ma ciò non toglie che la sollecitudine per il suo popolo lo porta a dare voce a chi non sa dire, a coloro che non hanno più forza o coraggio: a stare accanto, innanzitutto, ai più deboli. Pertanto, mentre il vescovo conferma il popolo nella fede, inevitabilmente la sua azione di tipo spirituale, entrando nel cuore delle persone, ha risvolti di tipo sociale... e questo lembo di Calabria ha bisogno estremo di un'autorità che diventi punto d'appoggio per tutti coloro che, senza speranza, vivono nel proprio cerchio asfittico, lontani dagli spazi pubblici, disinteressati al bene comune. Nel periodo antecedente la consacrazione, singoli fedeli e gruppi ecclesiali hanno intensificato la loro preghiera anche in forma comunitaria: il modo migliore di sostenere il proprio Pastore. Il passo successivo sarà di sostenere l'impegno di Monsignor Oliva che, in obbedienza, si è assunto un compito gravoso, ha messo da parte sicurezze, abitudini e rete consolidate di rapporti, accettando di guidare una realtà difficile: non si tratta, infatti, di
gestire l'ordinario, ma di riscoprire la sostanza della vita cristiana aldilà di tradizioni e consuetudini. I credenti, ora, pregano per il loro nuovo vescovo nella consapevolezza che occorrerà fare dei passi avanti: non solo Monsignor Oliva dovrà affrontare nuove sfide e costruire sentieri nuovi: è tutta la Chiesa, anche quella di Locri, che deve accelerare il passo, come costantemente ricorda il Papa. Il mondo contemporaneo, nonostante i tanti progressi compiuti, presenta ombre da non sottovalutare, peraltro ciascuna realtà umana ha le sue caratteristiche che interpella, in modo particolare, il cristiano. Infatti, l'amore che il credente è chiamato a vivere, sull'esempio di Cristo, lo porta a interessarsi non solo del bene che può fare nella sua vita personale, ma anche del bene comune, di ciò che attiene la vita politica, nel senso più nobile del termine. Presto Monsignor Oliva assumerà la guida della diocesi: sarà l'inizio di un percorso nuovo che si farà insieme o non si farà!
«Èin atto un vero progetto, forse, di annientamento della Chiesa cattolica che si realizza con menzogne e distorsione dei fatti»
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interessa, in questa sede, evidenziare "come" i media si sono occupati della questione poiché si tratta di un classico esempio di "gogna mediatica". I telegiornali, i giornali e i siti web hanno dato la notizia senza avanzare dubbi circa la verità dei fatti, senza dare voci a tutte le parti coinvolte nella vicenda: una condanna senza attenuanti, ancor prima di ogni inchiesta giudiziaria o giornalistica. Così funziona la "macchina del fango"! Non interessa la verità, interessa colpire, ferire, eliminare l'obiettivo. Nel caso specifico la "notizia" era particolarmente appetitosa per i supremi censori della "morale pubblica": la vicenda riguardava la Calabria e la Chiesa: insomma, una sorta di "tombola" mediatica. Ciò significa che i fatti di Oppido sono stati inventati da un maresciallo in malafede o confuso? No, non è questa la mia convinzione e senza dubbio, se le cose sono andate come è stato detto e ribadito più volte, il giudizio da cittadino e da cristiano è di condanna senza "se" e senza "ma". La mia attenzione, ritorno a dire, è su come è stata proposta questa vicenda: un modo di informare che condanna prima ancora di accertare, di ascoltare di verificare. Peraltro, la questione che stiamo analizzando è solo l'ultimo capitolo di un attacco mediatico che si prolunga da anni: un vero progetto, forse, di annientamento della Chiesa cattolica che si realizza con menzogne, distorsione dei fatti, resoconti parziali e tendenziosi: anche quando i media sembrano esaltare le parole del Papa riescono a mentire, a generare confusione, come avvenuto anche in occasione della visita pastorale a Cassano. Infatti, un altro modo per colpire la Chiesa è di concepirla come una società di "puri", quando, fin dall'inizio, è stata, ed è; una comunità di peccatori che lottano contro il male che c'è fuori e dentro se stessi: un ospedale da campo come ha detto Papa Francesco che cerca perdono e si rivolge, in modo particolare, ai peccatori più incalliti, ricordando loro la verità, ma ancor più, amandoli: sull'esempio di Gesù, l'Unico puro e giusto! Si
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i è un modo di fare informazione, sempre più presente anche nei media italiani, che dovrebbe allarmare tutti coloro che amano la libertà. Mi riferisco alla "macchina del fango", alla "gogna mediatica" o, semplicemente, ad un modo di informare che dà voce solo ad una delle parti in causa, magari distorcendo le parole della parte "sgradita" oppure utilizza modalità più sofisticate di suggestione e di distrazione: è così che l'informazione, anche sulle reti pubbliche, diviene "propaganda". I pericoli insiti in questi processi di "informazione-formazione", ormai resi molto efficaci, sono così pericolosi per i singoli, per i gruppi e per le istituzioni da mettere in dubbio la realtà della democrazia. Un esempio recente è il caso della "processione di Oppido". La "notizia" è arcinota e non intendo commentarla;
tratta di fatti che interessano solo i cattolici? Forse farebbero meglio i tanti, che si fregano le mani soddisfatti mentre sogghignano, a preoccuparsi? Di certo vale la pena riflettere: oggi la gogna è per la Chiesa e, per altri motivi, per la Calabria, domani sarà la volta di altre realtà sgradite al Potere. Inoltre, ricordo che nel colpire la Chiesa, cioè i cristiani, non solo si colpisce la realtà che più bene ha fatto, e continua a fare, all'umanità; ma si cerca di abbattere il pilastro più importante della nostra Civiltà, infatti ricordo che, nonostante i tanti limiti, la nostra è la migliore civiltà dell'intero pianeta: abbiamo impiegato secoli per costruirla: l'alba, già luminosa, della civiltà greca accolta e irrobustita dalla civiltà romana e poi la mirabile sintesi con la Rivelazione cristiana che ha dato senso nuovo alla vita, alle Istituzioni civili e pari dignità a tutti gli uomini. Ogni uomo, oggi più che in passato, deve scegliere se dissolvere o conservare, con la volontà di migliorare, il patrimonio di cultura ricevuto! G.G.
RIVIERA
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PRIMO PIANO di Doroteo
M ORTACCI
Giù le mani da cresime e processioni, non si fa antindrangheta con i sacramenti a lotta alla 'ndrangheta sta diventando una vera e propria “guerra santa”, non solo contro il potere e l'arroganza criminale ma anche contro i suoi simboli. Un concetto che tutto sommato, con le dovute differenze imposte dal buon senso e interpretando l'impulso di una “guerra” intesa come liberazione e non distruzione, può essere accettato. Quello che però non può essere condiviso, e di conseguenza accettato, è l'obiettivo di annientare i simboli che non sono di esclusività della 'ndrangheta, ma sono di tutti: la Chiesa e i suoi riti su tutti. Che la criminalità mistifichi e utilizzi icone e rituali sacri a suo uso e consumo è purtroppo vero e risaputo, ma i battesimi, le cresime, le processioni, in poche parole la fede e la speranza appartengono ai cristiani, al popolo intero, ai credenti, e non devono essere i calabresi onesti, , a dover pagare un ulteriore scotto per celebrare le gesta dei super eroi dell'antindrangheta. Sia cristallino il concetto che grande gratitudine va a forze dell'ordine e magistrati per il loro impegno e il loro sforzo, anche se a volte, e le sentenze lo confermano, si lasciano prendere la mano. Ma con tutta la stima e l'affetto per quello che magistratura e gli organi di polizia fanno ogni giorno per il contrasto alla criminalità non si può permettere che un organo inquirente possa determinare la vita religiosa di una comunità, che possa entrare nelle coscienze degli uomini e nei loro affetti per punire l'uso improprio della sacralità messo in campo da pochi. Non possono i bambini essere senza la guida spirituale e umana che i sacramenti di battesimo e cresima evocano attraverso un rito fondamentale per la Chiesa. Non possono donne e uomini non concedersi una speranza ed una preghiera nelle notti di lacrime e sudore che precedono e fanno da cornice alle gesta dei Santi e della Madonna che guidano intere comunità. Non si esageri, non si passi il limite, non si giochi con la fede e con lo spirito. I calabresi e la Calabria pagano un prezzo altissimo per essere sotto scacco della criminalità, non gli si tolga anche una preghiera fatta di popolarità come le feste patronali. Non si cancelli alle famiglie la possibilità di affidare i propri figli nelle mani di guide sicure e affetti che durano nel tempo, non si cerchi di dividere ma di unire. Non è complicato, ma non è con l'annullamento delle cresime e delle processioni che si vince la 'ndrangheta. Allora perché non cancellare le armi dal mercato, visto che con quelle si commettono i reati. Eppure la caccia e i poligoni permettono l'uso lecito delle armi da fuoco. Strappare titoli e copertine è facile, lo sanno in molti, strappare le fiducia della gente onesta è più difficile e non è con questi gesti che la si conquista. Il fatto accaduto ad Oppido Mamertina è di una gravità inaudita, è vergognoso. Ma una domanda è lecito farsela: da quanto risulta da anni sembrerebbe che la processione di Oppido segua sempre lo stesso percorso e faccia sempre le stesse fermate, se questo corrispondesse al vero perché lo scorso anno, quello prima ancora e via indietro nel tempo, nessuno ha mai detto e rilevato nulla di anomalo? Oggi la Chiesa fa più notizia.
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SANITÀ
Il personale medico di Locri vale 1.127,89euro meno di Guido Sansotta Allo sterminio strutturale dell'Ospedale della Locride, si aggiunge quello psicologico perpetrato quotidianamente sui medici dell'ex Asl 9
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Commissario dell'Asp Franco Sarica continua il suo cammino sulla strada maestra, quella tracciata dei kapo dello Stretto, con cui si divide il tetto e con cui sta portando avanti lo sterminio scientifico della sanità della Locride, grazie all'appoggio di pochi ascari locali e grazie a qualche carezza data a due tre primari dei pochi reparti indecenti rimasti nel nosocomio locrese. “Prima puniremo i sovversivi, poi i loro simpatizzanti, e per gli ultimi gli indifferenti” minacciano in modo subdolo capi e kapo, tentando di indebolire ogni tentativo
di protesta, qualsiasi resistenza utile a dare una prospettiva agli ammalati di un territorio che va da Stilo a Palizzi. Gli ufficiali sanitari, gli ospedalieri, quelli di igiene pubblica, gli ufficiali sanitari, sottopagati rispetto ai loro colleghi reggini, subiscono quotidianamente i torti, pepretati con faccia camusa, da questo pessimo amministratore che fu un bravo ginecologo. “Se prendiamo di meno, valiamo di meno”, pensano, bisbigliano tra loro e si convincono i medici dell'ex Asl 9. È vero, i medici della Locride valgono di meno, esattamente 1.127, 89 euro di meno di
Guido Sansotta, che si gode questa fresca variazione di indennità dopo la nomina a responsabile dell'UOC di medicina legale dell'ex Asp di Rc e Palmi. Guido Sansotta, a fine mese, si troverà nella busta paga 1.127,89 euro in più, a decorrere dal mese di Aprile 2014. Che aggiungere, non c'è altro da aggiungere, a parte una curiosità sfiziosa, un babà: Guido Sansotta ha appoggiato la campagna che ha portato allo spostamento del Dipartimento di Prevenzione da Siderno a Gerace. Elementare Sarica: “O sei con me o sei contro di me”. (EM)
Assemblea dei sindaci si riunisce per discutere di sanità. Parteciperà anche Maria Carmela Lanzetta L'Assemblea dell' Associazione dei sindaci è convocata per le ore 10,00 di oggi, domenica 13 Luglio 2014, presso il Palazzo della Cultura del Comune di Locri, per discutere sul seguente ordine del giorno: situazione sistema sanitario della Locride. Esame e Determinazioni. Alla riunione sarà presente il Ministro degli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta. La situazione è tragica e i sindaci stanno facen do fronte comune contro l’Asp reggina che impone scarifici e privazioni, ma solo a Locri. Come se le criticità economiche e il piano di rientro valessero solo per il nosocomio locrese e non per tutta la sanità. Eppure ciò che si chiede, ciò che i medici e i sindaci vorrebbero sarebbe solo che venisse rispettato il diritto alla salute dei cittadini della Locride. Ma si continua ad assistere impotenti alla
distruzione di quello che dovrebbe essere l’ospedale spoke di Locri. Probabilmente l’Assemblea non
cambierà i progetti dell’Asp e questa unione dei sindaci sarà sterile rispetto al progetto di distruzione e destrutturazione
dell’ospedale. Però per lo meno in questa occasione i sindaci sono uniti e combattivi per i loro concittadini. Almeno.
COPERTINA/ SENTENZA RECUPERO BENE COMUNE
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FABRIZIO SPINELLA lessandro Figliomeni chiude desolatamente il ciclo storico di una generazione della sinistra sidernese più legata al popolo e meno ideologizzata. Ha coltivato un’ambizione di potere con entusiasmo trasferendosi nel campo di centrodestra; ha goduto di un largo consenso trasversale; ha esercitato la politica come arte della mediazione; ha aggregato collaboratori eterogenei; ha mosso energie nuove; ha vinto per sé e per gli altri, ma alla fine si è ritrovato in disgrazia e i suoi meriti, che anche alcuni avversari in una prima fase gli riconoscevano, si sono dissolti in un battibaleno. È del tutto improprio confinare in un procedimento penale la sua esperienza di amministratore pubblico, per certi versi vittima consapevole del sistema (ma su coloro che l’hanno scaricato incombe un analogo gravame). Egli sta scontando lo stesso presunto errore ontologico dei suoi predecessori, però già condonati dallo spirito dei tempi, e sta pagando alla fine per tutti. Infatti, per il principio di realtà, eguale responsabilità sarebbe attribuibile illativamente a tutti coloro che hanno condiviso una prassi politica nel rapporto con i gruppi segreti di pressione (prassi della quale hanno beneficiato anche esponenti regionali e nazionali di turno, a sinistra come al centro). Sarebbe superfluo ricordare agli immemori giovani progressisti sidernesi il legato controverso dei loro ascendenti. Mettiamola così: Figliomeni è figlio legittimo della sinistra (come anche il suo vecchio rivale Panetta), non della ‘ndrangheta. Mi ha colpito peraltro che nessuno della vecchia e della nuova guardia progressista si sia indignato quando un ergastolano, in una fase del processo contro Figliomeni, ha indicato in Cosimo Iannopollo, storico sindaco di Siderno per più di vent’anni col sostegno di socialisti e comunisti, l’espressione della forza elettorale della stessa potente famiglia che avrebbe poi contribuito a selezionare i successori alla guida del Municipio. Nessuno che abbia fatto una dichiarazione per difendere la memoria del più popolare e più celebrato sindaco di Siderno, di sinistra. Una èra politica è stata così abbandonata alle ortiche.
Alessandro Figliomen La tragedia umana e giudiziaria dell’ex sindaco di Siderno è figlia della sinistra cittadina o della ‘ndrangheta di contrada?
colpevole?
Questione di sfumature
PRIMO ROUND Si dovranno attendere le motivazioni della sentenza per capire i motivi delle condanne e della assoluzioni. Intanto si chiude il primo round del processo alla‘ndrangheta di Siderno
Mano pesante per Michele “Zorro” Correale e Francesco Futia ALESSANDRO FIGLIOMENI 12 ANNI La sua è una condanna che fa rumore, sindaco per 9 anni, politico conosciuto e riconosciuto in tutta la Calabria. Lo hanno dipinto come “santista” ma il Tribunale ha detto che non lo è, sarebbe un semplice affiliato. Ha gridato la sua innocenza, ma pare siano bastate poche intercettazioni e una tesi più logica che concreta a condannarlo. Difeso da Vincenzo Nobile e Antonio Mazzone.
RICCARDO RUMBO 17 ANNI E’ considerato dalla Dda un capo assoluto, capace di comandare e trafficare droga. Per il Tribunale non è però un trafficante di droga, con gli stupefacenti non c’entra nulla, una battaglia vinta dagli avvocati Giuseppe Calderazzo, Davide Lurasco e Armando Gerace. Ma Rumbo per i giudici rimane un boss, tra i leader di una associazione da 416bis che opera incontrastata a Siderno.
FRANCESCO MUIÀ 26 ANNI E 2 MESI «Una sproporzione» ha commentato l’avvocato Cosimo Albanese che lo difende. Muià avrebbe coltivato marijuana da pensionatoe in una intercettazione, si dice “non è più attivo”. Sulla sua colpevolezza sui reati di droga il Tribunale non ha dubbi, ma lo vede, attraverso le intercettazioni, anche come un vertice del crimine. Breivjk, che in Norvegia uccise 69 persone è stato condannato a 21 anni.
DOMENICO, ANTONIO, FRANCESCO E MASSIMO FIGLIOMENI ASSOLTI. Michele Correale di 53 anni detto “U Zorro” della Contrada Lamia 25 anni
I titolari della ditta “Ecoambiente” escono puliti dal processo. La loro vicenda è emblematica, coinvolti per questioni di parentela attraverso il lavoro certosino dell’ avvocato Francesco Commisso hanno, dati alla mano, dimostrato che quello che hanno costruito lo hanno fatto con fatica, sudore e lecito sacrificio. Dalla loro vicenda un effetto domino di assoluzioni.
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Ed ora falsa politica N
FOTO ARCHIVIO CARIDI Da sx a dx in alto: Figliomeni in prima Giunta con presidente del Consiglio Riccardo Ritorto; con il presidente della Regione Giuseppe Chiaravalloti; al Premio Amicizia e Pace; con Pietro Fuda; con un ufficialedell’Esercito; al Premio Oggi a Bordighera. In basso dasx a dx: Ritorto festeggia l’elezione di Figliomeni; Santolini, Figliomeni, Santelli, Fedele al Forum di Primavera FamigliaItalia; con Silipo Luigi vicequestore.
« Nessun uomo sa chi è », affermava lo scrittore cattolico ottocentesco Léon Bloy, il cui assunto ritrovo in una glossa di Borges nella raccolta Altre inquisizioni (Adelphi). Figuriamoci se un uomo possa indagare la natura di altri, se ignora intimamente se stesso. Ne consegue che ogni verdetto (e per converso ogni critica al verdetto) sarebbe un azzardo per così dire filologico. Ma capisco che l’esercizio di giustizia non possa rispondere a questo canone bizantino, perché un tribunale segue un dettame logicamente arido e fintamente impersonale sulla base di prove o di indizi (quantunque la verità giudiziaria dipenda sempre da interpretazioni soggettive). Certo, le valutazioni morali sulla personalità generosa di Figliomeni non sono servite a scagionarlo: il bene e il male, l’innocenza e la colpevolezza, hanno sfumature nelle speculazioni filosofiche e religiose, quasi mai in quelle giurisprudenziali che esigono il sì-sì o il no-no rispetto alle accuse. Epperò le sfaccettature della vicenda di Figliomeni aprono il varco ai dubbi e ai ricorsi. Il diritto contempla tre gradi di giudizio, appiglio per la speranza di chiunque soggiaccia a una imputazione, giustappunto perché il legislatore ha prefigurato il possibile travisamento da parte di uno o più magistrati che non sappiano cogliere le sfumature.
ella pena a 12 anni di reclusione che il tribunale di Locri ha disposto lunedì scorso ad Alessandro Figliomeni non c'è solo la condanna per un imputato ma anche quella di una classe dirigente che ha governato Siderno per decenni, sottoposta al giogo di un direttorio della 'ndrangheta riconducibile alla famiglia “Commisso”, con l'aggravante che l'ex sindaco della quinta città della Calabria, almeno per la sentenza di primo grado, era lui stesso un intraneo alla criminalità organizzata. La conclusione del processo “Recupero-Bene comune” lascia l'amaro in bocca per Alessandro Figliomeni e la sua famiglia. È incredibile e ci si aspetta di conoscere le motivazioni della condanna e gli altri gradi di giudizio per consentire che la verità giudiziaria si concluda in maniera definitiva. Ma intanto il dato dei 12 anni di carcere inflitti all'ex amministratore fa riflettere. Nonostante Figliomeni non sia stato intercettato mai, e sarebbe da sottolineare più volte questo “mai”, l'ingegnere, due volte sindaco, è stato sbattuto dentro le patrie galere da una serie di intercettazioni che lo hanno coinvolto quale presunto “santista”, componente della locale di 'ndrangheta di Siderno in particolare di contrada Lamia, della quale farebbe parte anche il fratello Antonio Figliomeni (cl. 49), condannato per il reato di associazione mafiosa nel processo “Crimine” a 11 anni di reclusione, mentre viene assolto nel processo “Recupero” dai contestati reati in materia di sostanze stupefacenti. Un dato che emerge dalle due sentenze è che per entrambi i fratelli Figliomeni i giudici di Locri, (presidente Sicuro, giudici Gerace e Grassani), hanno escluso un loro ruolo apicale o verticistico all'interno della organizzazione criminosa.
Forse è questo risultato che cristallizza l'esistenza e l'operatività di un “direttorio” che dirige la locale di Siderno, per come ipotizzato dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri e dal sostituto procuratore Antonio De Bernardo, della procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, che hanno istruito, insieme ad altri magistrati inquirenti, i procedimenti penali “Crimine” e Recupero”. La funzionalità del “direttorio” per la Dda reggina si sarebbe concretizzata nel maggio del 2010, quando Giuseppe Commisso “il mastro”, insieme a Carmelo “Mino” Muià organizzano un pranzo in un noto ristorante sidernese per discutere del futuro candidato a sindaco di Siderno che doveva prendere il posto di Alessandro Figliomeni, abbandonato al proprio destino per una decisione che sarebbe stata voluta dal “mastro” per motivi personali. Il direttorio sarebbe così composto: Giuseppe Commisso il “mastro”, Carmelo Muià, detto “Mino”, Riccardo “Franco” Rumbo, Riccardo Gattuso, Antonio Galea (cl. 62), Michele Correale, detto “Zorro”, Antonio Futia, alias “u 'ngilla”, e Vincenzo Figliomeni, (cl. 65), detto “brigante”. Non è bastata la presunta dote di “santista” per l'ingegnere, che senza più l'appoggio di Commisso il “mastro” e senza l'apporto dell'anziano Antonio Commisso, si è determinata la sua fine politica e amministrativa. La battaglia giudiziaria per Sandro Figliomeni proseguirà, ma intanto altri politici ed ex amministratori di Siderno rischiano una sentenza nell'altro processo sulla presunta commistione tra politica e criminalità organizzata, che in codice è denominato “Falsa politica”, dove pezzi della giunta Figliomeni e l'ex consigliere regionale Cosimo Cherubino saranno giudicati dopo l'estate.
27 assoluzioni: cade l’intestazione fittizia MASSIMO PELLEGRINO ASSOLTO Il geometra sidernese non è la “longa manu” di Rumbo. Fondamentale per lui, direttore tecnico della “Ecoambiente”, l’esclusione dai reati dei fratelli Figliomeni. Quella portata a casa dagli avvocati Eugenio Minniti e Domenico Oppedisano è probabilmente l’assoluzione più importante rispetto alle posizioni inziali del processo e alla tesi dell’accusa.
MICHELE CORREALE 25 ANNI L’uomo della “Lamia” è stato considerato uno dei capi indiscussi dell’organizzazione dedita anche al traffico di droga. Decisivo il ruolo giocato proprio dal troncone processuale che vedeva nella zona della Lamia un pullulare di piantine di marijuana e di via vai di soggetti ritenuti affiliati alla ‘ndrangheta o quanto meno interessati alla droga. Difeso dall’ avvocato Antonio Speziale per il Tribunale è un boss.
PAOLO CORREALE E ANTONIO FIGLIOMENI ASSOLTI Paolo Correale e Antonio Figliomeni Assolti. Il primo giovane di Siderno pagava qualche intercettazione veniale e lo scotto di essere della Lamia. Difeso dall’avvocato Antonio Speziale è riuscito a dimostrare la sua innocenza. Il secondo, fratello dell’ex sindaco Figliomeni, difeso dall’avvocato Cosimo Albanese ha chiarito che di quello che succedeva nella sua zona di residenza non sapeva nulla.
ANTONIO FUTIA 14 ANNI Per lui, già condannato in precedenza per il reato associativo, arriva una condanna per le piantagioni di marijuana della Lamia. Per i giudici non è uno qualunque è uno che all’interno delle dinamiche legate alla droga ha uno peso specifico. Era stato coinvolto anche nell’operazione “Crimine” e per qualche periodo si era dato alla latitanza. Il Tribunale diLocri lo ha riconosciuto colpevole per la seconda volta, nonostante l’avvocato Cosimo Punturieri del foro di Reggio
Massimo Pellegrino presunto “longa manus di Riccardo Rumbo” di Siderno Assolto
RIVIERA
ATTUALITÀ
i l a r u t t u r t S i n Pia
s o a liregcnasovrano e.a. Solo 19 comuni su oltre 400 della provincia di Reggio sono a buon punto con la progettazione dei Piani strutturali comunali. La data ultima per munirsi di questo strumento urbanistico era stata fissata per il giugno 2014, ma visto il gran numero di comuni che non hanno ancora provveduto si sta tentando di ottenere più tempo. È stata proposta una proroga fino al giugno 2015 dalla Quarta commissione del Consiglio regionale, ma ha trovato l'opposizione della Giunta. Una proroga è indispensabile, però. Anche perché essendo passato il termine fissato per la presentazione di questi progetti ai comuni decadono le previsioni dei vecchi piani regolatori. Non decadono nel loro complesso, rimangono infatti in vigore le aree più densamente costruite, come le aree dei servizi, le zone di completamento, dei centri storici, ma tutto quello che è fuori dal centro abitato invece diventerebbe automaticamente area agricola. Se ciò accadesse verrebbero meno anche i tributi ai comuni, che infatti hanno accolto tra mille prote-
Le possibilità adesso sono una proroga o il commissariamento dei comuni inadempienti
19 comuni su 400 si sono adeguati. La provincia di Reggio Calabriaè indietro anni luce rispetto all'adozione di questo nuovo strumento urbanistico. Per questo ritardo rischiamo di pagare gravi conseguenze
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ste il rifiuto della Giunta a concedere la proroga. A quanto però la Giunta sarebbe orientata verso un'altra soluzione: commissariare tutti i comuni inadempienti. Per conoscere come andrà a finire questa storia si dovrà attendere però il 20 Luglio, data del prossimo Consiglio regionale. Come mai questi piani non siano stati preparati però non è ben chiaro. Quello che è certo è il caos amministrativo e burocratico che questo nuovo strumento sta portando con se. E dire che questi nuovi piani sono stati studiati proprio per snellire i processi urbanistici e adeguare le città alle esigenze contemporanee. Invece non c'è mai stata tanta confusione. Innanzitutto, i comuni hanno due piani quadro a cui fare riferimento uno regionale e uno provinciale, non ancora ultimati. Entrambi infatti sono ancora in una fase preliminare. Potrebbe quindi accadere che un comune strutturi il suo piano strutturale secondo i dettami imposti dalla propria provincia e poi se lo veda contestato perché in contrasto con le direttive regionali. Per quanto riguarda la Locride le città più avanti nella programmazione sono Roccella, che si è associata con Nardodipace), Caulonia e i paesi associati nella Vallata del Torbido. La possibilità di associarsi permette ai comuni più piccoli di mettere in comune le proprie esigenze, di risparmiare e di avere in un secondo momento, e se dovessero realizzarsi le città metropolitane, una posizione più forte nel dialogare con Reggio. In ritardo sono invece Locri e Siderno, i tecnici suggeriscono che le due capitali della Locride dovrebbero asscociarsi individuando nelle progettazioni delle città un modello. Dovrebbero trovare un assetto complessivo che metta a sistema le individualità e le risorse dei due centri. Un'idea delle città aderente ad un programma politico, all'interesse dei privati che possono partecipare alla costruzione della città, ai bisogni della collettività. In questo modo non ci sarebbero due teatri a 2 km di distanza, entrambi incompleti.
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Lo speed date: quattro minuti per trovarsi un nuovo fidanzato SARA JACOPETTA
Suona tanto di americanata lo speed date, ed infatti lo è. Vuol dire appuntamento veloce. E certo, in una vita frenetica come quella dei nostri giorni, mi pare giusto che anche la scelta di un compagno sia qualcosa di molto celere. Praticamente ci si reca in un locale che ha organizzato l’evento, curati e profumatissimi, e mi pare anche ovvio, visto che in 240 secondi
devi colpire l’altro (no, non con una mazza). E insomma, avviene questo scambio veloce di presentazione in cui tutte le donne conoscono tutti gli uomini. A fine incontro ci sono le pagelle, come a scuola. Ognuno vota la persona che più l’ha colpito, e il locale, se hai avuto tanti like, ti manda un’e mail entro le 12 ore dall’evento. La burocrazia, anche nella conoscenza. L’attesa dei risultati, la posta elettronica aggiornata, la spe-
Moda mare
uomo2014
Moda mare uomo 2014. Con l'estate che avanza e la tanto temuta 'prova costume, non solo il gentil sesso si pone il dubbio su quale costume si addice di più alle proprie forme spaziando dal bikini, topless e brasiliana. E così, per l'estate 2014, anche l'uomo vuole essere il protagonista delle spiagge con costumi che vanno dallo slip al boxer e (ahimè) al perizoma for man. C'è da sottolineare che, per
L'app per preparare i bagagli e per la tintarella Prima ancora di partire serve un'app per preparare le valige. Su Apple Store c'è Packin Pro, applicazione che costa 2,69 euro che permette di creare una lista delle cose da portare con sé e riserva uno spazio ai documenti, in modo da non di dimenticarli. Caratteristiche simili l'ha Valigia & bagaglio lite, app gratis per Android. Se, arrivati nel posto delle vacanze, il tempo è brutto,Swackett segnala le attività cui nella zona ci si può dedicare al coperto, disponibile gratuitamente per Apple e Android. In più, quest'app suggerisce l'abbigliamento più corretto da indossare in base al clima. Se il tempo è buono bisogna invece scaricare Salvati la pelle, app gratuita, disponibile per i dispositivi Apple, che aiuta a proteggersi dai raggi del sole, o Zeiss Uv Detector, che ha caratteristiche simili ed è pensata per gli utenti Android.
quanto riguarda la moda mare uomo 2014, negli ultimi tempi i modelli a slip hanno decisamente spopolato sulle rive italiane, complici anche le numerose stampe, spesso di bandiere, che li hanno resi decisamente più appetibili.
Moda mare donna2014 FLARE TOP: Un bikini la cui parte superiore sembra un normale crop top con spalline sottili. L'effetto è quello di una microcanotta morbida e svolazzante (ma sotto c'è una fascia per impedire il rischio topless!). Semplici, in colori pastello, sono i modelli di Bershka e Oysho, mentre per chi vuole osare un po' di più ci sono le fantasie azteche multicolore di Mara Hoffman .
ranza di non essere bocciati. Ci piace farci del male, diciamolo. Che poi incontri il timido che non parla, e allora le domande le fai tu. “Colore preferito?” “Giallo paglierino”..e pensi, ma come il giallo della pipì in vasetto sterile? Poi c’è il vago: “Che musica ascolti?” “Beh, un po’ di tutto”, “Mare o monti?” “Non mi dispiacciono nessuno dei due”, “Dolce o salato?” “Entrambi”..e no tesoro, che ansia! Saprai già che sarà
quel tipo che in un’ipotetica relazione farà scegliere tutto a te senza problemi. Anche l’amante. Non può mancare l’intellettuale che si presenta con un “Cosa ne pensi dell’attuale situazione in Uganda?”, e tu “Scusi può ripetere di nuovo la domanda?”. Avete capito, lo speed date? Che per trascorrere una serata diversa con le amiche, invece di stare a parlare di quel tipo che tanto ti piace (nella vita reale), lo puoi anche fare. Sappiamo pure che genericamente nei primi dieci secondi di conversazione ci siamo fatti già un’idea di chi abbiamo di fronte. Però un eventuale fidanzato fatemelo incontrare per caso alla cassa del supermercato, di quelli che magari mi aiuta pure a mettere la cassa d’acqua sul nastro trasportatore. Così almeno racconterò alle mie figlie che se ancora oggi mi ostino ad andare alla Conad, un motivo ci sarà.
I braccialetti intelligenti per fitness, ma non solo Smart Band
Un’idea più light e votata al fitness ma che, in sostanza, punta ugualmente a soppiantare il vecchio orologio con un oggetto smart e divertente. Tecnicamente questo oggetto, si chiama activity tracker. In pratica sono dei sensori che registrano tutti i nostri movimenti per riassumere, sul display o sullo smartphone (molti funzionano in tandem con un’app), quanti metri abbiamo percorso, quante calorie abbiamo bruciato e perfino la qualità del sonno. Dopo aver animato il Ces di Las Vegas, a gennaio, sono stati i grandi protagonisti anche al Mobile World Congress di Barcellona.
Novità
2048, il puzzle game che sta facendo impazzire la rete A pochi giorni dal lancio, già 50 milioni di partite per il gioco basato sulle potenze del numero 2. Un giochino matematico il cui scopo è quello di totalizzare il punteggio di 2048 abbinando e combinando una serie di numeri in una griglia quadrata. Facile a dirsi, ma basta provarci un attimo per scoprire che l’obiettivo è quanto di più difficile possa esserci. Durante una rapidissima prima prova siamo arrivati a far comparire solo il numero 512 in una tile, restando insomma molto lontani dalla meta. Ma abbiamo anche capito perché in meno di 1 mese questo gioco ideato da uno italiano di 19 anni di Gorizia, Gabriele Cirulli, abbia conquistato praticamente tutto il mondo.
Tempo di danza, Roccella Dance Festival “Il movimento è vita. Il cuore dà ritmo e il corpo muove un passo. Queste sono le dinamiche della sopravvivenza e dell'esistenza”, con tale introduzione l'afro-brasiliano Ismael Ivo presentava l'imminente Biennale Danza di Venezia qualche anno fa. Ed è proprio il nesso primordiale che lega il linguaggio coreutico con i bioritmi umani uno dei temi che caratterizzerà la prossima maratona estiva della danza. Una messa in scena di idee che nascono da fucine diverse: le più attive Scuole della provincia che si alterneranno con i loro talenti sul palco del Teatro al Castello di Roccella. Grazie al supporto del Comune di Roccella Jonica, dell'International Dance Association,
Pillole
Naturopatiche
della Federazione Italiana Danza Sportiva e della passione condivisa degli allievi delle realtà partecipanti, il 1 agosto a partire alle 21.00, il palco si animerà con musiche, colori e costumi, per una rassegna straordinaria tutta dedicata all'espressione del movimento. E naturalmente testimoniare ancora un volta, se ce ne fosse bisogno, che la danza, sì, è vita. Pamela Albanese A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone www.associazione-tone.it associazione.tone@gmail.com
Pane di segale... Il
dal territorio una grande risorsa per l'ambiente e la Salute pane di segale ha una dose contenuta di carboidrati complessi, con equilibrata presenza di proteine con marcato contenuto dell'aminoacido essenziale lisina, buona presenza di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi, accompagnati da una dose interessante di vitamina E e di alpha tocoferoli. Limitato apporto energetico inferiore agli altri tipi di pane di frumento e dei pani speciali. La dose dei minerali è consistente, in particolare il contenuto di selenio, zinco e magnesio. Le vitamine del complesso B sono ben rappresentate. Il pane di segale ha un contenuto di fibra idrosolubile davvero prezioso. La fibra idrosolubile esercita una azione favorevole nell'intestino e sul controllo dell'assorbimento di glucosio e di colesterolo, evitando bruschi rialzi di glicemia dopo il pasto. Bruschi rialzi di glicemia causano maggiori e rapide secrezioni di insulina che sono da evitare! Il pane di segale ha un basso indice glicemico e basso carico glucidico. La farina di segale ha un ristretto contenuto di glutine. Il pane quando è bello cotto è indicato nei pasti, ma anche tostato a colazione è ottimo! Ciascuno ha il suo intestino, il suo benessere e la sua igiene intestinale in rapporto al cibo che introduce e al suo tono dell'umore. L'intestino è il parafulmine dei nostri guai psichici e dello stress del vivere...nutriamolo scegliendo il meglio. Se vi fa piacere potrete saperne di più domenica 10 Agosto a Canolo durante la festa del Pane, vi aspetto con seminario informativo, degustazione guidata, tavola rotonda, virtù terapeutiche di un alimento importante per la Nutrizione e perché no...tanti consigli e virtù dalla colazione alla cena in un sano benessere!
Sarà un giorno in cui la nostalgia degli odori e dei sapori magicamente scompare. Riaffiorano alla mente ricordi sbiaditi di: stiavini, coperte pesanti che aiutavano la lievitazione, u lavatu, lievito madre che passava di casa in casa, di pane caldo avvolto nell'aschiajieru (panno da cucina) e regalato a vicini e amici, del culo del pane svuotato dalla mollica, stricatu con pomodoro e condito con olio e sale. Una tradizione, quella del Pane, che rimanda ad una società autosufficiente in cui anche fare il pane era un gran segno di civiltà, emancipazione e in cui regalare il pane appena sfornato era un gesto carico di valore.
GERENZA
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POSTA
SETTIMANALE
DOMENICA 13 LUGLIO
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GIUGNO LOCRESE
“ L’amore Alla svista del presentatore rimedia “Riviera” ia c in m o c da un passo” E
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opo 15 anni la Mariapoli, convegno annuale del Movimento dei Focolarini è tornata a Siderno, al Centro Polifunzionale dal 31 maggio al 2 giugno 2014. “La città di Maria” accoglie persone di ogni età , estrazione sociale, cultura, le quali si ritrovano per costruire insieme un bozzo di società in cui la fraternità diventa stile di vita. Questo tratto di zona jonica, ha ospitato circa cinquecento persone provenienti da tutta la Calabria e sono stati parecchi gli alberghi da Roccella a Locri ad ospitare le famiglie ed i giovani focolarini. Momenti di incontri, testimonianze, comunicazioni e spiritualità, hanno caratterizzato questi tre giorni; tra le varie attività, si sono svolti Laboratori e spazi di interesse nella Realizzazione di un Murales a Marina di Gioiosa, presentando un Progetto Multimediale che ha ottenuto la medaglia dal Presidente della Repubblica con “ Mega Viaggio nella Costituzione Italiana”. Al pomeriggio, è stata data la possibilità ai partecipanti di visitare le bellezze di Gerace, mentre i programmi serali hanno previsto Musica, Proiezione film, Rassegna Corto metraggi. Tre giorni vissuti intensamente, con lo scopo di concretizzare l'impegno preso con gli altri nella consapevolezza che non si vive isolati, ed occorre dunque fare la propria parte per un bene comune, essendo quindi cittadini attivi. La nostra realizzazione, infatti sta nell'aiutare gli altri, nel donarsi senza riserve e senza aspettarsi nulla in cambio. Francesca Vumbaca
Si combatte sa l’osteoporosi alla ca di riposo s. Antonio L'associazione pro casa di riposo S. Antonio in collaborazione con le suore ancelle parrocchiali dello Spirito santo organizza domenica 13 Luglio 2014 dalle ore 10.00 alle ore 13.00 presso la casa di riposo S. Antonio: la giornata di prevenzione per l'osteoporosi. Saranno eseguiti gratuitamente esami Moc.
ravamo presenti al “Giugno Locrese” ed abbiamo notato che al contrario di quanto fatto con gli altri premiati, il presentatore della serata ha omesso di leggere, non sappiamo se volutamente o meno ( ci piacerebbe conoscere i motivi) il curriculum vitae del professore Guido Laganà che non ha bisogno di presentazione visto i tanti successi personali ottenuti in carriera ma che a noi sembra doveroso riportare per opportuna conoscenza. Guido Laganà si è laureato in giurisprudenza ed ha effettuato importanti Studi di filosofia, storia pedagogia e psicologia, è stato il presidente diocesano della gioventù di azione cattolica. Fondatore del movimento culturale”Calabria Nuova” che si occupava di formazione giovanile e fondatore comunità universitaria per studenti indigenti a Messina. E' stato Presidente Pro-Loco di Locri, direttore del centro di assistenza sociale dell'assistenza pontificia di Bovalino.- Segretario nazionale del sindacato nazionale educatrici prescolastiche - CISL. Fondatore del centro di studi e vacanze per stranieri presso l'Istituto magistrale di Locri, fondatore della biblioteca comunale di Locri. Segretario della DC di Locri, dirigente della Dcper gli enti locali della provincia di Reggio Calabria, consigliere nazionale DC, dirigente nazionale per i rapporti con gli italiani all'estero. Consigliere Regionale con la carica di Segretario del Consiglio Regionale (1975-1980), assessore Regionale all'agricoltura, foreste, caccia e pesca (1980-1982), assessore regionale al turismo, sport,
termalismo e spettacolo (1983-1985), consigliere regionale capo gruppo di opposizione alla Giunta Regionale di sinistra (1985-1990), Assessore al turismo dal 1990 al 1994, dal 1990 al 1992, dopo la soppressione del Ministero del turismo, è stato eletto presidente del coordinamento degli Assessori Regionali al turismo, diventando l'interlocutore delle regioni conla Presidenza del Governo Ciampi e del primo Governo Berlusconi nel settore del turismo. Ha ricevuto la medaglia d'oro del Consiglio Regionale della Lombardia, dal circolo della Stampa di Milano, Premio Città di Milano, medaglia d'oro dei Calabresi in Argentina, New York, Chicago, Buenos Aires, S. Paolo, un centinaio di premi oltre a medaglie e
targhe d'onore in Italia ed all'estero. A favore del territorio locrideo è stato artefice principale del finanziamento per la ristrutturazione del vecchio impianto dei Bagni Termali di Antonimina e la costruzione del nuovo stabilimento per lire 13 miliardi, ideazione e finanziamento Palazzo Nieddu per l'importo di 2 miliardi di lire, del Palazzo della Cultura per l'importo di 1 miliardo e 200 milioni di lire, del lungo mare di Locri per lire 4 miliardi, della Pineta fascia ionica reggina, di vari finanziamenti per il Parco Archeologico di Locri. Ha costituito molte cooperative nel settore dei Beni Culturali (Museo di Locri e di Reggio Calabria, Archivi di Stato e Biblioteche pubbliche, private ed ecclesiastiche) con assunzione di circa 600 giovani nei comuni di Locri, Caulonia, Monasterace, Villa S. Giovanni e Rosarno, oltre ad altre simili iniziative nelle provincie di CZ e CS, ha fatto ottenere finanziamenti vari a Locri per ampliamento cimitero, acquedotto rurale, strade di campagna, dell'apertura oleificio Ente Sila di Locri e Cantina Sociale di Bivongi, ha fondato a Locri l'istituto Europeo Superiore per il Turismo che ha professionalizzato molte centinaia di giovani e procurato lavoro a molti giovani e docenti ed ha fondato sempre a Locri il Circolo Culturale presso la biblioteca comunale che ha curato con riunioni settimanali la formazione culturale di tantissimi giovani. Potremmo andare oltre con il curriculum ma ci fermiano qui. Carmelo Carabetta
L’ANGOLO DI PARRELLO di Franco Parrello
Inganno fu la verità È così Giovanni Bosetti all'età di oltre settant'anni ha saputo, per cause indipendenti dalla sua volontà, che la moglie da giovane l'ha tradito con un autista, dando al mondo due figli non suoi. Con amarezza si è allontanato dal suo paese. Una brutta storia di sofferenza. Giovanni potrebbe scrivere: "Inganno
fu la vita, inganno fosti tu, inganno fu la mia inutile gioventù". Yara Gambirasio guarda tutti dagli spazi infiniti del cielo, probabilmente con quel sorriso con cui noi l'abbiamo conosciuta fin dal giorno in cui è volata via. Franco Parrello
È MORTO UN GRANDE COMUNISTA
Sì,MimmoSuracièstatoungrandecomunista
F
iglio di un altro grande comunista Paolo. Dirigente politico ai tempi della dittatura fascista, fu costretto a subire il carcere ed a vivere esiliato; fece parte di quella lunga schiera di compagni che si batterono contro la tirannia fascista pagando con la loro libertà il prezzo di tale impegno. Per fortuna, dopo la liberazione fu uno dei primi deputati del dopoguerra e questo fu un giusto riconoscimento al suo valore ed al suo impegno. Come partito abbiamo per tanti anni ricordato la sua figura intestandogli la Sezione Sud di Sbarre. Mimmo proseguì l'impegno politico del padre fin da giovane. Ancora oggi è ricordato dai suoi coetanei come un
intelligente e passionale Segretario della Federazione Giovanile Comunista. Da li nacque la classe dirigente che guidò il PCI fino ai giorni nostri. Per anni fu parte del più ristretto gruppo dirigente del PCI cittadino. Ma fu anche Sindaco di Cardeto e la sua sindacatura è ancor oggi ricordata dai cittadini di quel paese. Infine, espresse il suo impegno quale componente della Giunta Falcomatà, con delega all'Urbanistica. Anche quelli furono anni di gran fervore politico e certamente l'indirizzo dato al settore urbanistico reggino da Mimmo ancora è esempio positivo. Dietro le quinte, finito il suo impegno politico attivo, Mimmo si è dedicato ad
un'opera altrettanto meritoria: quella di ricostruire la storia del PCI reggino e da anni era alla ricerca di testimonianze, documenti inediti, fatti e circostanze. Purtroppo, la morte è arrivata troppo presto e non ha potuto pubblicare questo suo grande ed importante lavoro. Ci auguriamo che i familiari e gli amici riusciranno a rendere questo grande lavoro di ricerca, patrimonio di tutti. Lì, infatti, vi è la storia del Pci reggino, ma anche la storia politico e sociale della nostra provincia negli ultimi decenni. Pertanto abbiamo voluto non limitarci ad esprimere le condoglianze ai parenti tutti a partire dall'amata figlia Paola, ma abbiamo voluto ricordare Mimmo pubblicamente; non meritava davvero di
andarsene in silenzio. Se per un attimo proviamo a coniugare la vita, l'impegno politico e sociale, di Mimmo e del padre Paolo del quale fu degno erede politico, infatti, troviamo scritte le pagine più importanti dell'impegno per la democrazia e per la libertà, portato avanti con grande rigore etico e morale e poichè la nostra terra è sempre meno ricca di esempi belli come quelli scritti da Mimmo e da suo padre; è forse bene tentare di dare il giusto valore a tali gesti anche perché possano divenire patrimonio per le future generazioni. Per la Federazione Provinciale del PdCI Lorenzo Fascì
RIVIERA
COPERTINA
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ERCOLE MACRÌ La Commissione Antimafia vuole mettere nelle mani del prefetto di Reggio le chiavi del Paradiso. Neppure i Medici a Firenze si erano spinti cosi in alto con una forzature al limite, ufficiale e arrogante. Da Lorenzo dei Medici a Leone X nessuno, a Firenze, aveva sgarrato così tanto nei confronti del potere spirituale. Qui siamo maleducati, ce lo possiamo permettere, perché, in provincia di Reggio Satana non è solo, ma è affiancato dalla ‘ndrangheta, la vergine peccaminosa con zanne di bestia. Vade retro strillano in malafede e arrabattati gli esorcisti della legalità su un riverbero, in sottofondo, di campane del cambiamento: con tre tocchi nei feriali e dieci nei festivi, Loro richiameranno i pellegrini più pellegrini d’Italia alla messa. Un inchino mortale è caduto sulla testa di un popolo che non ha testa. Serve quindi una protezione, una fusione tra la parola di Dio e quella del prefetto. E non è la prima volta: l’allontanamento
Monsignor
prefettizio
Un nuovo ibrido avanza nell’ultima provincia, patria delle Prefettocrazia, oltre la parola di Dio
coatto del Vescovo Bregantini dal sacrato di Locri, per il sol fatto che aveva visto laboriosità e concretezza trentina nei figli dell’ Aspromonte è un precedente che fa rabbrividire. Padre Giancarlo aveva visto la luce, quella verde del lavoro della terra, aveva visto troppo, la verità, in una provincia che da quarant’anni sa dare lavoro duraturo solo a chi combatte la bestia. Un’industria. La più importante della regione. Con la fascia tricolore sopra la tunica, il nuovo ibrido made in Calabria per i nostri lettori, in esclusiva: Il monsignor prefettizio, tremila euro al mese per una messa a settimana; un civil servant, nel senso di portavoce privo di responsabilità, di sua eccellenza, vescovo o prefetto, secondo la congiuntura o la tendenza. Una nuova macchietta che vestirà ancora di profonda amarezza un popolo che vive con l’ amaro in bocca, le sirene spiegate nell’orecchio e nessun risultato nei portafogli. L’ennesima rappresentazione della storia di una provincia condannata a ripetersi perché gli hanno detto che è in torto perenne, nonostante la barbarie nel mondo
abbia registrato non solo inchini, ma anche nevicate mortali. Papa Francesco che dal 1973 al 1979 fu superiore dei Gesuiti dell’Argentina e rettore di Teologia a San Miguel ha visto la sua gente subire la più alta tortura metafisica che l’età moderna ha registrato in occidente. Una tecnologia infernale contro l’uomo. L’orribile: Desaparecido, figli di dio né vivi e né morti, semplicemente scomparsi e perseguitati nei loro affetti anche dopo il volo di morte, ben oltre l’incinerazione. E tutto partì da un’ispirazione dittatoriale di stato. Quella volta monsignor Bergoglio non s’inchinò, ma guardò dall’altra parte, un po’ come il parroco della Madonna delle Grazie di Oppido. Questa volta però, dopo aver scomunicato giustamente la ‘ndrangheta, non lo faccia con gli uomini-robot dell’istituzione che applicano una tecnologia infernale su scala provinciale, grazie al mito delle zanne di bestia, tra quattro case e un forno.
E MICHELE BRUZZESEperché non ha abbandonato la processione? Conosciamo il comandante dei Vigili Urbani di Siderno, Michele Bruzzese, come persona garbata e integerrima questo però non ci esime dal rivolgergli una domanda. Come molti sapranno, lo scorso mercoledì 2 Luglio a Tresilico, frazione di Oppido Mamertina, durante la tradizionale processione della Madonna delle Grazie, la statua è stata fatta fermare davanti all'abitazione del boss locale della 'ndrangheta, Peppe Mazzagatti. Erano presenti il parroco (don Benedetto Rustico), il sindaco Domenico Giannetta, Michele Bruzzese, appunto, in qualità di comandante dei vigili urbani di Oppido Mamertina, alcuni componenti della giunta municipale e due carabinieri. Il comandante della stazione dei carabinieri, maresciallo Andrea Marino, subito dopo la sosta non programmata, insieme agli altri due rappresentanti dell'Arma, ha deciso di abbandonare la processione in segno di protesta non prima però di realizzare un video (peraltro diffuso su You-tube) con il fine di poter identificare i partecipanti ed inviare successivamente un'apposita informativa alla procura della Repubblica di Palmi ed alla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria per le opportune indagini. Dopo qualche giorno la notizia è finita sulle prime pagine dei principali giornali nazionali. Da quanto raccontato dalla stampa sembrerebbe che il
maresciallo Marino avesse incontrato personalmente, qualche giorno prima, i componenti della commissione della festa avvertendoli di non effettuare gesti particolari o inchini durante il tragitto della processione. Ed aveva avuto rassicurazioni dalla medesima commissione. Cosa sia poi accaduto al momento della processione non è dato sapere. Allorquando il maresciallo ed i suoi uomini hanno abbandonato la processione, nessun'altro tra le autorità presenti (tra cui anche lo stesso comandante dei vigili urbani Bruzzese) lo hanno seguito, nonostante egli avesse spiegato le ragioni del suo gesto. Il sindaco Giannetta, in conferenza stampa, ha difeso l'accaduto spiegando che non si è trattato di un atto di sottomissione al boss bensì di una processione storica che fa parte delle tradizioni del paese . Noi di “Riviera”, alla luce delle tante segnalazioni che abbiamo ricevuto in redazione, vorremmo chiedere al Comandante dei Vigili di Oppido Mamertina e di Siderno, Michele Bruzzese (comune sciolto per infiltrazioni mafiose ed attualmente commissariato, rimasto coinvolto, suo malgrado, in questa incredibile vicenda) se abbia intenzione o meno di dichiarare pubblicamente quali siano state le motivazioni che lo hanno indotto a rimanere al suo posto durante la processione religiosa e soprattutto perché non abbia deciso di seguire il gesto coraggioso del maresciallo Marino? Rimaniamo in attesa di risposta. lr
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DOMENICA 13 LUGLIO O 17
Il caso.La processione della Madonna delle Graziesi è trasformata nell’ennesimo caso e ha riportato il circo mediatico in Calabria.
i n o c r i fo D
a qualche parte a sud, la mafia. Già solo il termine fa rivoltare lo stomaco. Alcuni non lo sanno, ma nei paesini nostri lo si pronuncia a bassa voce, lo si farfuglia, così che nessuno debba sentire, così che nessuno debba destarsi dalla grande illusione. Io niente sacciu, niente vitti, con nessuno parlai. La mafia? e chi è, na cosa chi si mangia? Allora ci inganniamo, e quando ci chiedono se esiste davvero alziamo le spalle e facciamo quell’espressione con le sopracciglia come per dire che vuoi che sia, il mondo così va. Alla mafia, noi, ci siamo abituati, anche a quella invisibile che agisce la notte quando noi dormiamo nelle nostre comode case, niente più ci stupisce. Nemmeno la Madonna portata in processione che sosta e si inchina alla casa del capo sioux di turno, nemmeno il parroco che invita i fedeli, seguaci accanitissimi, di schiaffeggiare il giornalista. Non c’è sdegno, sbalordimento, solo una tenera rassegnazione, un egoistico bisogno di tacere, guardare e passare e abituarsi, ogni giorno come un giorno nuovo, a cu cumanna. Non serve nemmeno più abbassare il capo e fare gli ossequi, basta
Ci avete vinto, non infierite ancora! Su calibrisi e calabrisi sugnu.Portu nto coru meu giustizia e sdegnu
ILARIO AMMENDOLIA Da una settimana, senza un'attimo di pace, la Calabria dell'inchino viene indicata al mondo come cuore nero d'Italia. Avrei voluto reagire, scrivere, argomentare. Capisco di non averne la forza. La penna ti sfugge di mano, le parole ti arrivano nella gola e si aggrumano. Troppa solitudine. Oppido è stata solo l'ultima occasione. Avete scritto tanto sulle nostre processioni, sulla nostra gente, sui nostri costumi, sulla nostra barbarie. Adesso, scrivete che non compriamo più il pesce per paura di trovare nella pancia l'occhio di un bambino morto mentre scappava dalla guerre e dalla fame. Scrivete che 85 persone detengono nelle
soltanto far finta di niente, così che la nostra presenza sia solo di numero e chi davvero conta possa orchestrare il suo teatro con grande facilità. I giornalisti, poi, da noi, sono depositati nella cerchia più bassa delle carogne, sono i topi di fogna, i quaquaraqua, i poveretti. L’ho visto io stessa, cosa succede, se giri nelle nostre strade con la telecamera e il taccuino. Qualcuno ride, qualche altro fa segni con gli occhi al compagno, tutti si vogliono rasserenare che non si parlerà del morto sparato in piazza, dei soldi della giunta scomparsi, del pizzo chiesto al bar dell’angolo, ma della sagra della zeppola, quella del cinghiale, quella del porchetta o della malangiana (melanzana). Questo sì, tanto è concesso, ma non di più, caro giornalista, non chiedere, non domandare. Intorno ai fatti di quest’ultimi giorni, nella Oppido Mamertina, non più colonia antichissima della Magna Grecia, ma solo paesello crocevia di varie cocaine e polveri buone da sniffare, la grande contraddizione umana, la grande contraddizione mediatica: ricordarsi cos’è la mafia, solo quando fotocamere attente siglano un momento poco consono al sacro. Partire dalla punta dell’iceberg e dimenti-
loro mani la stessa ricchezza di tre miliardi a mezzo di essere umani. Scrivete che i calabresi muoiono per mano dei mafiosi e contemporaneamente le carceri sono piene di innocenti. Scrivete che i forzieri delle banche sono pieni del nostro sudore. Scrivete che la nostra libertà muore ogni giorno sotto i vostri tacchi. Scrivete che la Costituzione la state strappando pagina per pagina affinché non resti traccia. Lasciata stare Oppido. Lasciate stare la Calabria. «È così stanca», diceva Franco Costabile, diteci cosa volete da noi e vi pagheremo ancora. Avete appena finito con la Pasqua di Stefanaconi e montate l'inchino di Oppido.
carsi dell’intero bancale di ghiaccio. Da tempo non vedevo i compaesani, i concittadini, i calabresi tutti, adirarsi e provare, addirittura, ad esprimere un’opinione su fatti mafiosi visibili ed evidenti. Chi se lo aspettava che invece dell’ultima sparatoria, sarebbe bastato il carro di San Rocco a farli gridare. Mica è cosa nuova che le chiese del sud mangino pane e malavita, che il vestito di pezzi di cento euro della bella Vergine sia un vestito sporco del sangue degli altri, che le feste e le processioni sono da sempre in saecula saeculorum, ad appannaggio delle mafiosità varie, e chi, spesso, porta la statua di Maria sulle sue possenti spalle, è il figlio di, il nipote di, il cugino di. I collegamenti tra la religione e la malavita sono arcani, che per spiegarli bene ci vorrebbe un intero saggio solo sull’argomento, sono quasi affascinanti perché nascono dall’incongruenza infallibile tra bene e male. Perché la mafia è male - compatrioti miei - è male. Ma c’è una cosa che adesso voglio scrivere e che qualcuno non capirà: Guardo e riguardo da circa un’ora il video che ha come protagonista la figlia del boss in questione e il sentimento che provo, più forte di altri, è una profonda pietà, ben lontana dalla compassione. Vedo e riconosco in lei quello svilimento portato dall’esaurire, dall’esaurirsi delle forze, una figlia come strumento e baluardo della presunta bontà, si strugge e si strapazza senza sosta per difendere ciò che per lei è famiglia, rivendica quel poco che le hanno insegnato, che per anni le hanno inculcato, sua unica dottrina e bibbia, che la sua stirpe non sbaglia, che la sua gente è condannata ingiustamente, che i giudici, i carabinieri e le autorità, sono i Ponzio Pilato della situazione, i Caino sanguinari, assettati della dignità domestica sua e dei suoi cari, e con il suo italiano zoppicante e il dialetto che spicca, senza dubbio, ai simpaticoni che sotto il video chiedevano i sottotitoli, ha dimostrato ciò che poi era ovvio: l’ignoranza genera la violenza. Teatrale come solo una calabra può
Non mi interessa più sapere se realmente c'è stato l'inchino. Non mi interessa sapere se è una tradizione. Non crocifiggete ancora la Calabria. Fateci riposare. Troppo il prezzo che abbiamo pagato. Troppi i calabresi raminghi nel mondo. Troppe le vittime del vostro ordine. Non “fucilate” Bregantini colpevole solo di aver amato la nostra Terra martire molto più della nostra classe dirigente. Lasciateci stare Polsi. Non chiamate più la Calabria “cuore nero d'Italia”. Non riversate più su di noi fiumi di vomito, certi che resteremo con la testa china. Vorremmo non sapere di chi è la colpa dei nostri campi aridi, dei nostri paesi deserti,
essere, pare voglia stracciarsi le vesti quando paragona le piaghe del Signore agli arresti degli affiliati che a lei vengono nipoti, e alla malattia del padre, il santo padre, protettore di ogni cosa visibile e invisibile, morale e immorale, di ogni sveltina malavitosa e di ogni sconceria giuridica. Punta i piedi, ci prova, proprio non capisce, trova stupido e inusuale che qualcuno si permetta ad additare: mafioso? mafioso a chi? Mi fa pena, come pena mi fa chi si accanisce, chi si ricorda della propria coscienza addomesticata dai sonni solo ed esclusivamente per cose come queste, piccole rispetto all’agire mafioso consueto, piccole, sì, ma anche significative. Però perché a me tutto questo da l’impressione di spettacolo al circo? Tutti dietro i nostri bravi recinti a guardare la belva da zoo aizzata dai forconi, aspettando si dimeni per poterne ridere o per poter guardare sbigottiti la sua frustrazione arrabbiata. Ipoteticamente, lì, proprio in quella casa, è l’unico luogo in cui giustizia sia stata relativamente fatta, tutti finiti in manette e un vecchiotto potente in punto di morte. I cattivi, quelli veri, quelli che fanno paura, quand’è che li andiamo a disturbare? Di loro parleremo mai, per loro ci esporremo mai? Così ci piace vincere facile, troppo facile. Chi è stato punito merita almeno di essere dimenticato. E qui mi viene in mente una frase del mio Erri De Luca, che considera valore la pazienza del condannato qualsiasi sia la colpa. Chi è stato punito, dunque, dicevo, non va necessariamente perdonato, ma mandarlo nell’oblio che gli spetta è la meglio cosa che gli si potrebbe fare, piuttosto che farlo passare ora da eroe, ora da perseguitato, ora da macellaio. Le nostre forze tutte, la nostra indignazione, per i fatti veri che ci celano dietro la nube fitta di giornalismi da quattro soldi. Intanto qualcuno scomunichi il prete, poi si potrà ragionare. uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi. A.B.
delle nostre Chiese cadenti, della nostra gioventù disperata. Vorremmo non sapere che sono figli vostri i mafiosi che fingete di combattere. Gridano ancora i martiri delle vostre guerre. Piangono ancora disperati i fucilati della vostra conquista. Implorano pietà i contadini falciati perché volevano arare i campi. Si consuma in quella bocca dell'inferno che voi chiamate carcere tanta parte della nostra gioventù. Lasciateci in pace. Lasciateci piangere. Fateci abbracciare l'Aspromonte. Non girate il vostro coltello nelle nostre piaghe. Non vogliamo più avere ragione. Avete vinto, almeno per ora, non infierite!
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CULTURA E SOCIETÀ
Gli intramontabili classici della Disney Abbiamo imparato a distinguere il bene dal male guardando "Il re Leone". Abbiamo imparato ad apprezzare la simpatia dei nani, guardando "Biancaneve". Abbiamo creduto nel potere di una scarpetta e nel principe azzurro guardando "Cenerentola". E poi abbiamo capito che non ci si deve fermare all'apparenza ma guardare nel cuore, commuovendoci con "La Bella e la bestia". In sintesi abbiamo sperato in un mondo come quello della Walt Disney, magico e incantato, in cui i cattivi venivano puniti, e tutto si concludeva con un "...e vissero felici e contenti". Perlomeno ci abbiamo creduto. E non solo noi piccoli telespettatori affascinati da quelle splendide immagini a colori, ma anche tutti i maestri e le maestre che hanno fatto leva sull'aspetto educativo esercitato da questi cartoni. Stregati da quelle immagini forti e verosimili, intrise però di magia, i bambini, ma anche gli adulti hanno largamente apprezzato l'imponente lavoro condotto da quello che è considerato uno dei più grandi cineasti del Novecento: Walter Elias Disney. Uomo interessato sicuramente al significato profondo delle sue produzioni, capace di far commuovere adulti e piccini. Chi non ha odiato la strega in Biancaneve e non ha sognato di trovare nel bosco vicino casa, una casetta abitata dai sette nani? In tanti ricordano la notizia di bambini che in quel periodo invano cercavano la magica abitazione vagando nella campagna dei nonni. O chi non ha insultato la matrigna e le brutte sorellastre della povera Cenerentola, costretta a pulire e pulire? Il bello era che poi a tutto c'era una soluzione: nella migliore delle ipotesi un principe azzurro che salvava tutto. E questo faceva sperare, anche se solo in tv, in un mondo migliore. Come tutte le cose belle anche i cartoni della Walt Disney sono tramontati, lasciando spazio a:"Peppa Pig" in pole position, in seconda posizione "Zig & Sharko", per il terzo posto un ex aequo fra "Gumball" e un altro con un nome talmente strano che solo chi lo segue potrebbe ricordare. Cartoni prodotti tanto per riempire i canali dedicati ai bambini senza alcuna funzione educativa compresa la sigla, che fa diventare isteriche le povere mamme. Ma poi Peppa e il suo fratellino George cos'hanno di straordinario se non di avere la forma di maialini anche deformati? E cosa insegnano? Non si sa. I bambini rimbambiti davanti a quel televisore li guardano appassionati, senza sapere bene neanche loro il perché. Come dimenticare la colonna sonora del Re Leone, o quella di Bella quando danza con la bestia? E l'emozione sul viso dei genitori quando Simba riesce a scalzare lo zio Scar e a ripristinare il regno del padre? No, queste sono emozioni che non si dimenticano. Emozioni scaturite in un momento in cui credevamo che forse le cose potessero cambiare. Ora purtroppo anche i cartoni si sono rassegnati. Così la sublime conclusione "...e vissero sempre felici e contenti", ha tristemente lasciato il posto a "...e vissero e basta". Sara Leone
Un nuovo libro sulla Repubblica rossa di Caulonia ILARIO AMMENDOLIA Qualche anno fa è stato pubblicato un libro sulla Repubblica rossa di Caulonia Operazione.“Armi ai partigiani” . L'autore, Alessandro Cavallaro, ha parlato di una esperienza - la Repubblica di Caulonia concepita all'interno del PCI e che avrebbe avuto il compito di rifornire di armi i partigiani impegnati nella lotta di liberazione nazionale. Esperienza successivamente tradita, secondo l'autore, dalla dirigenza nazionale del PCI che avrebbe scaricato l'intera responsabilità dei fatti su Pasquale Cavallaro. A distanza di qualche anno Vincenzo Taranto, antico militante comunista, uscito dalle scuole delle Fattocchie e di Mosca, sente il bisogno di replicare al libro di Alessandro Cavallaro. Lo fa con un libro edito da Laruffa: Il Pci e la Repubblica rossa di Caulonia. Secondo Vincenzo Taranto quella di Caulonia è stata un’avventura, mai approvata del PCI, ma egemonizzata dalla ‘ndrangheta. Per dimostrare la propria tesi l'autore più che a documenti storici attinge ai suoi personali ricordi, a quelli di tanti altri militanti del PCI dell'epoca. Ricostruisce i fatti utilizzando una lettera di un vecchio fondatore della sezione comunista di Caulonia, rimasto sempre un punto di riferimento per i militanti: Vincenzo Deguisa. Sente il bisogno di confrontare la linea del PCI stabilita a Salerno da Palmiro Togliatti con i fatti di Caulonia. La sua penna diventa la lama penetran-
te di una vanga che rivolta il terreno alla ricerca di un sostegno alla sua tesi: i fatti che vanno sotto il nome di “Repubblica di Caulonia” sono incompatibili con la strategia del PCI, estranei alla sua linea, frutto di un avventurismo politico con robuste ed evidenti innervature ndranghetiste. La “via italiana al socialismo” indicata da Togliatti a Salerno escludeva l'uso della violenza per la conquista del governo del paese. Caulonia non poteva rappresentare una eccezione. Né d'altra parte, sempre secondo Taranto, vi era necessità di organizzazioni clandestine per inviare “armi ai partigiani”. Il governo dell'Italia liberata era interamente impegnato su questo fronte. La scintilla della rivolta, secondo l'autore, è l'arresto del giovane Ercole Cavallaro. Arresto giustificato e che comunque non aveva nulla a che spartire con la problematica delle classi umili di Caulonia e della Calabria. La dirigenza della “Repubblica” in quel caso, più che come governo rivoluzionario adottò una linea di netto sapore mafioso. A distanza di settanta anni, i fatti di Caulonia fanno ancora discutere. È normale che sia così. Ogni autore arricchisce una problematica che dovrebbe lasciare ogni intento polemico
con l'ambizione di diventare storia. Personalmente già 40 anni fa mi opponevo a quanti parlavano della “banda di Cavallaro” per negare dignità politica a quei fatti certamente tragici ma anche ricchi di significato e dei quali i protagonisti principali mi apparivano le masse contadine che, spesso, vengono lasciate in ombra. Il libro di Alessandro Cavallaro prima e quello di Vincenzo Taranto oggi sono due pennellate ad un unico quadro visto da punti di vista diversi. Alessandro Cavallaro è alla ricerca spasmodica di argomenti tesi a dare dignità politica a quei fatti. Vincenzo Taranto difende il partito che fu il suo e l'intero gruppo dirigente del PCI tanto a livello provinciale che nazionale. Sono due tesi a confronto. Sembrerebbero confinati in una diatriba provinciale ma non lo sono affatto. I fatti di Caulonia sono incomprensibili senza la capacità di allargare lo sguardo al panorama nazionale. Oggi anche la “Resistenza” viene osservata con l e lenti di ingrandimento. Giampaolo Pansa con Il sangue dei vinti tenta di togliere il velo su fatti inconfessabili che riguardarono la lotta partigiana. Io credo che i tempi siano maturi perché alla visione di parte si sostituisca la ricerca storica. Le passioni dovrebbero essere sopite e il metodo scientifico di ricerca dovrebbe prevalere. Una sola cosa bisognerebbe evitare: giudicare fatti successi tanti anni fa, in una Nazione sconvolta dalla dittatura fascista prima e dalla guerra dopo, con il metro di oggi. Non avrebbe alcun senso nè alcuna attinenza con la Storia.
LA FAVOLA DI STELLA, PIOVUTA DAL BASSOPIAVE
Locri si inchina come Oppido LIDIA ZITARA In quel di una serata di un luglio ventoso, si celebra a Locri la chiusura del Giugno Locrese. Il defilè di politici più o meno pensionati o pensionabili, misto massonici, ma forse più misti che altro, si è consumato nell'orribilecorte del Palazzo municipale di Locri, dove ricordo d'aver frequentato le ultime classi del Liceo. Nell'ora di educazione fisica, ci giocavamo a pallavolo con una rete sbrindellata, su un battuto di cemento. Era uno scassone quell'edificio, prima del restauro, ma adesso viene da invocare il terremoto. Gian Antonio, precipitato su di noi come una stella cometa proveniente dal suo pianeta di Zolletta di Piave, onora Locri della sua presenza. E Locri si genuflette ossequiosa. Nella riservata (ma non poi tanto) conferenza stampa con i vertici del Comune, esordisce immediatamente con l'aulico eloquio di cui i giornalisti son maestri, specie se zollettesi. Poco mancava che si mettesse a parlar grezzo, di “porzei”, “ossi palcan” e “fortajada” . Rispetto ad altri elementi della cultura giornalistica itagliana-nazionale, si capisce subito
che Gian Antonio è un calibro piccolo, che insomma, il suo non è un accento, ma proprio un modo di pensare da Zolletta, da Insaponata, da Musetto, da via del Fritolino, da Residence delle Inferriate Imperiali, da Zavattan Costruzioni s.r.l. Viene da pensare al bidè. Perché si
scrive “bidè” e non “bidet”. Che i sabaudi, dopo aver vinto la guerra che immatricolò l'Itaglia nel 1861, vedendone uno alla Reggia di Caserta, illo tempore ricadente sul suolo del Regno delle Due Sicilie, lo descrissero come “strano oggetto a forma di mandolino”. Viene da pensare al “terone”, cioè la fossa dove ancora oggi vengono raccolte le acque nere, perché non esisteva sistema fognario in zona Zolletta. Oggi lo chiamano “ghiaione”, perché “terrone” ha un altro significato. Ma sta ancora là. Gian Antonio, meno male che c'è, arriva dritto dritto dalla provincia di Serenissima a spiegarci i malanni della Calabria, del Sud e dell'intero globo terracqueo. Perché lui sa che differenza c'è tra Cutro e Crotone, e quindi bisogna starlo a sentire. Perché se carichi la sua pagina di wikipedia ti escono fuori trenta pubblicazioni (30). Più di quanto abbiano scritto Stephen King e Madame de Staël messi insieme. Perché è una “firma”. E Locri si genuflette, altro che inchino al boss a Oppido Mamertina, qui è peggio. Gian Antonio è un juke box, tu metti
un gettone e lui parte: ha il repertorio come i comici, adesso tira fuori questa, poi quest'altra, poi non si ricorda a chi l'ha detta e la dice di nuovo. Un classico. Cosa ci ha detto, poi, alla fine? La solita solfa: che siamo lagnoni, che dobbiamo rimboccarci le maniche, che non è colpa della 'ndrangheta se l'erba al Museo di Locri non è falciata, che la mafia è un alibi (lui è il primo a usarlo), il tutto condito con l'arroganza tipica dei Zollettesi di Insaponata, e con la condiscendenza che solo un giornalista può dimostrare nei confronti dei suoi “colleghi”. Insomma è venuto a raccontarci la stessa favoletta della “bonanotte!” che ci hanno sempre raccontato dalle elementari. Che siamo sporchi, malavitosi, pigri, fannulloni. A proseguire l'opera di pigliamento a calci in culo che è iniziata con la chiusura delle scuole dopo il 1861, ed è proseguita con Garibaldi fu ferito, il Piave mormorava, Pertini, l'inno, la pipa, a finire al meridionalismo alla Vito Teti e alla Pino Aprile, con le sue magiche caciotte pugliesi. Gian Antonio ci ha raccontato quella dei sistemi informatici dei taxi di New York, ma la
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Il Pericle premia il procuratore Lombardo per il suo impegno Domenico Savica, organizzatore del Premio Pericle che si terrà a Bovalino dal 24 al 26 luglio, presenta orgogliosamente il personaggio che giorno 26 ritirerà la statuetta del Premio Ellade, si tratta di Vincenzo Lombardo, procuratore della Repubblica di Catanzaro. Nato a Martone, si è laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Messina. Eletto nel 1964 consigliere del proprio comune ha svolto una breve esperienza amministrativa come assessore, con delega di vice-sindaco. Diventa consigliere del Ministero della Difesa svolgendone, per circa un anno, le funzioni a Roma (Palazzo dell'Aeronautica) e, successivamente, quello per magistrato. Dopo la nomina, dal 1975 al 1979 svolge le funzioni di Pretore di Torino. Trasferito, a domanda, alla Pretura mandamentale di Re g g i o Calabria Gallina, esercita le corrispondenti funzioni - civili penali e lavoro- sino al
1983. In tale veste conduce una lotta senza sosta contro l' abusivismo edilizio, in prevalenza, dalla parte Sud della Città di Reggio Calabria. Dal 1983 è magistrato del Tribunale di Reggio Calabria con mansioni di giudice istruttore e di giudice a latere nella sezione Misure di Prevenzione, dopo l'entrata in vigore della legge 646/82 . Per le esperienze maturate sul campo ( all'epoca ebbe
luogo la più sanguinosa guerra di mafia tra le potenti cosche di 'ndrangheta di Reggio Calabria che fece lievitare gli omicidi di stampo 'ndranghetistico a ben oltre 100 l'anno con punte sino a 150), è incaricato dal C.S.M. alla trattazione del tema “Che cosa sono (in particolare dal punto di vista della strutturazione penale) i fenomeni mafia, 'ndrangheta e camorra” nei corsi di formazione per uditori giudiziari negli anni 1987-1989 . È coestensore, con il Vincenzo Macrì, dell'ordinanza-sentenza Albanese Mario + 195 che, in un volume di circa 600 cartelle a stampa, ricostruisce le vicende della predetta guerra di 'ndrangheta con il rinvio a giudizio di un consistente numero di imputati per ancora più gravi imputazioni. Dal 1991 gli vengono conferite le funzioni di magistrato di Corte di Appello con destinazione alla Pretura unificata di Reggio Calabria dove svolge il ruolo di dirigente dell'intero settore penale. In applicazione endo-distrettuale svolge, per oltre un anno, funzioni di Presidente di sezione penale - in sede vacante ed in una fase assai critica di quella struttura giudiziaria - presso il Tribunale di Locri. A seguito
Alcuni momenti della serata che ha visto protagonista Gian Antonio Stella, premiato a Locri in occasione del Giugno Locrese. Il conduttore Pietro Melia con alcuni dei premiati e la band che ha intrattenuto gli ospiti e gli intervenuti.
della riforma istitutiva del Giudice Unico di 1°grado e la conseguente soppressione delle Preture svolge - da 'giugno 99 a giugno 2002 - al Tribunale di Reggio Calabria la funzione di Presidente del G.I.P. partecipando alla trattazione, sia come gip che come gup, di numerosi e notevoli procedimenti di criminalità organizzata nei confronti di cosche di tutto il distretto (joniche,tirreniche e cittadine). Dal 16.07.02 svolge funzioni di Procuratore della Repubblica di Palmi, circondario ad elevata densità mafiosa e con un porto Gioia Tauro - tra i primi del Mediterraneo crocevia di un volume di traffici commerciali che annovera il transito di milioni di container all'anno tra i quali si annidano talvolta partite di droga, articoli di armamento con stravaganti provenienze e destinazioni non dichiarati come tali nonché, spesso, consistenti quantitativi di merce contraffatta o di partite di sigarette in violazione delle norme doganali quando non alterate. L'Ufficio si è segnalato, in questi anni, per i duri colpi inferti a gruppi criminali dediti a truffe continuate nei settori agricolo - con danni miliardari in pregiudizio dell'INPS- ed agrumicolo in danno della Comunità Europea, per alcune delicate indagini in materia di estorsione ed usura.
solfa è sempre quella. Nel momento in cui Gian Antonio si è premurato di notificarci, con toni derisori, che c'è stato “qualcuno” che ha addirittura scritto che il Regno delle Due Sicilie era la terza potenza europea, e visto che l'allusione a quel “qualcuno” era diretta a mio padre, ho pensato di evitare una notte un gattabuia per aggressione, e abbandonare la sala. L'ultima cosa che ho sentito uscendo è stata: “…lavorare per una storia comune”. Quando mai la storia d'Itaglia è stata “comune”, magari anche vera? Gian Antonio prosegue sul filone del falso storico con sabauda tracotanza. La domanda che vorrei fare, la porgo al Sindaco e all'Assessore alla Cultura. Come mai, se si vuole dare un rilievo e un prestigio culturale al Giugno Locrese, si invitano personaggi che fanno politica e non cultura? E poi, perché continuiamo ad essere lusingati se un Gian Antonio da Zolletta viene a insaponare le nostre città? Chi tra i locresi seduti nella corte del Palazzo Municipale, che ha applaudito capronescamente, ha il diritto di sollevare obiezioni sull'inchino al boss, dopo essersi inchinato a un potere più subdolo e più falso, cioè quello della falsa informazione e della propaganda? La mafia ce l'hanno messa in corpo loro, i sabaudi zollettesi, e ora vengono a biasimare le vittime, e a prendersi anche l'inchino.
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ARTE E DINTORNI di Domenico Spanò
I Novataranta, il nuovo gruppo musicale etnicopopolare del reggino “Un popolo che non conosce la propria storia e che non tramanda le proprie tradizioni, non ha futuro”!! Questo il bigliettino da visita del nuovo gruppo reggino creato nella piccola realtà di Messignadi Rc, che sta avendo molto successo in questi ultimi due anni in tutte le rassegne di musica popolare calabrese. La storia della tarantella calabrese ribaltata nell'età contemporanea è stata il motore che ha legato questo gruppo di amici appassionati di musica popolare antica e in continua sperimentazione, senza togliere storia e valore ai fasti della musica del nostro territorio, musica ed identità popolare esplosa con notevole fulcro sociale tra le strade dei paesi e nelle piazze di tutte le cittadine sin dai primi del 900. Rivisitazione di vecchi spartiti, melodie, leggende, antichi strumenti tramandati nel tempo, sonorità in continuo movimento che vengono riproposte armoniosamente dal gruppo reggino ad ogni evento in cui vengono chiamati in causa. Impossibile far stare ferma le gente sotto il palco. La tarantella calabrese è un demonio che ti pervade l'anima che succhia il sangue fino ad avvelenare ogni organo, facendolo scoppiare di musica e solo musica tra le vene. Inevitabile i balli in piazza ai concerti dei Novataranta, tutti “…sartanu e ballanu”. In Calabria il ballo, come in passato, determina anche l'identità di una specifica comunità. Le radici, le tradizioni, il marchio di ciò che è stato e continua ad essere con le nuove generazioni. Lo svolgersi di Festival ed eventi musicali, soprattutto estivi, e di stage e corsi di ballo, rappresenta una evoluzione legata alla modernità e alla globalizzazione, non distorcendone le reali radici. I Novataranta proseguono questa tutela delle tradizioni e delle radici musicali e sociali del nostro popolo, esaltandone frasi, suoni, segni, storie. La band è composta da ben 14 elementi tra musicisti che si destreggiano tra chitarre, lire, percussioni, organetto, zampogne, e vocalisti, un mix di giovani appassionati e qualche esperto musicista che fa da guida e all'entusiasmo generato da questo formidabile gruppo. Il gruppo è costituito da: Members Franco Caia, Franco Grillo, Luigi Antonio Natale, Giuseppe Barbaro, Vincenzo Caia, Tina Scarcella, Antonino De Francesco, Antonio Martino, Domenico Scullino, Santo Surace, Michele Brancati, Vincenzo Caia, Chiara Surace. Dopo l'entusiasmante Tour “Facimu rota 2012” in cui il gruppo ha bruciato le tappe su tutta la Calabria, si è fatto apprezzare per le sonorità e l'originalità delle interpretazioni, passando poi all'incisione del primo album “Canti soni e …cunti” che ha riscosso notevole successo regionale. Si riparte questa estate con il nuoco Tour 2014 dove i Novataranta offriranno i brani storici del loro repertorio e nuovi brani rivisitati degni di un regale connubio tra antichità e modernità musicale. Tra le varie tappe 26 Luglio a Gioia Tauro, 1 Agosto Molochio, 2 Agosto Palmi, 4 Agosto Rizziconi, 6 Agosto Bovalino, 16 Agosto Platì. In cartello altre date in tutta la provincia reggina da definire.
RIVIERA
BLOB
tris d’onore
San Lorenzo
Dove comincia il mare, dove finisce il cielo, ma basta che ci siano loro, e tutto finisce bene. Il paesino è il solito presepe calabrese incastrato tra colline pre - aspromontane, di origini antiche, come ogni centro abitato della Jonica, e si gode questo strano Luglio, come sospeso nel tempo e nei ricordi.
Scampagnata locridea
W...Rotary club
Che fantastico trio!! Il Sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, il consigliere d’opposizione Pino Mammoliti ed il presidente del Consiglio Comunale, Miki Maio in versione week-end. Ragazzi, se siete pronti, allacciatevi le cinture di sicurezza perchè si parte alla scoperta di nuovi paesaggi e “nuovi orizzonti” politici sempre “Leali per Locri”. Ci piace questo nuovo clima che ri respira all’interno della nuova amministrazione locrese e siamo sicuri che anche quest’estate la città di Locri riuscirà ad organizzare un importante cartellone di eventi.
Premio fedeltà Ecco a voi, Ilario da Caulonia, è da cinquanta anni che il nostro amico lavora sempre nel suo bar di Roccella Jonica. Ogni tanto ci piace andare a trovarlo per la simpatia che sprigiona e per il suo coinvolgente sorriso
In una foto d’epoca il presidente dell’Ascoa, Franco Mammoliti, il giornalista Amedeo Macrì e Mario Carabetta. “Il Sud è 'nu paése bellu assai, il sole è caldo e nun si fredda mai, il mare è azzurro-verde sperlucente qui non si vide mai roba inquinante. Siamo genti felici e stracontente non abbiamo bisogno mai di niente.Qua se campa d'aria. Qua se campa d'aria !”
Il Sindaco di Roccella Jonica, Giuseppe Certomà ed il grande Aldo Fabrizi. Ecco a voi una frase storica del grande attore romano: “insomma, a me mi piaci, perché sei prima di tutto de cultura, poi sei incorruttibile e tosto. Io amo l'onesti, perché nell'onesti c'è quella purezza che, se je capita l'occasione, diventano tarmente mascalzoni che t'ammolleno le fregature peggio de li mascalzoni diciamo normali”
Il Presidente del Rotary club di Melito Porto Salvo, Erminio Fiumanò saluta tutti i nostri lettori. Come dice il celebre cantautore Roberto Vecchioni in in una sua canzone di successo: “Chi l'ha detto che siam nati per soffrire? Meno male che ancora esistono realtà associative così importanti. W il Rotary club di Melito P.S.
Congratulazioni
Alla neo dottoressa Ida i migliori auguri per una carriera professionale ricca di soddisfazioni e successi. Stefania e Antonio approvano sorridenti..
L’Oroscopone delle canzoni Ariete: non avete tempo per parlare e gli altri lo capiscono dalla vostra camminata rapida e senza intercessioni all'ottimismo. Che voi siate uomo, donna, madre o fratello, cercate di rimanere vivi, anche se la città è un paesino e non dà le ali alle scarpe, o non è immortale e neanche un frutto da mordere. Restate vivi, e non camminate con lo sguardo a terra. Toro: le creature magiche potrebbero trovarsi anche in metropolitana, sull'autobus, in mezzo alla strada, anche se piove o tira vento. Non calpestatele, non urtatele: il fatto che perlopiù non siano visibili non è una giustificazione. Anche la gente comune -in fondo- è invisibile. E rammentate che per la gente noi siamo “gente”. Gemelli: la malinconia vi lascia proprio sulla linea di meta, al tramonto, nel momento in cui tutto muore e si rinnova. All'orizzonte il buio disvelerà la prima stella della sera, Vespero, e nell'infinito ogni paura si confonderà con l'attesa e la speranza. I limiti e i contorni delle frontiere vi appariranno sempre più instabili e in continuo mutamento. La coda dell'occhio -in questi casi- vede molto meglio.
by Giuditta Cancro: le farfalle nello stomaco si muovono lentamente e sgraziate, come se le loro ali traslucide fossero stropicciate. Il vostro è un picciol fuoco che la distanza e il poco vento piano piano estingueranno senza che i tizzoni si consumino. Il vostro fuocherello non basterebbe per riscaldare il povero viandante o il monaco pellegrino. Salite su una collina e lì accendente un fuoco che oscuri la luce delle stelle. Leone: dal fondo della coda dove siete sistemati in attesa che lo spettacolo comici, vi cadrà lo sguardo su una chioma rossa, una ventiquattrore di pelle, il rivestimento scollato della poltrona, unghie verdi laccate con i glitter, un abito leggero con i colori della terra, scarpe lucide coi lacci, colletti chiusi fino all'ultimo bottone, degli occhiali da vista anni '70. E poi fari rosa e viola illumineranno la notte. Vergine: credevate che la felicità fosse già tutta lì, per voi, sulla spiaggia. Ma le ventate sollevano la sabbia, che vi colpisce come mille aghi impazziti. L'asciugamano vi vola in faccia e non vi fa capire da che parte sia il mare, l'ombrellone si stacca dal suo palo e -come una barchetta-veleggia verso le coste abitate da antichi eroi. Ma prima o poi la tela assorbirà l'acqua, e la barchetta affonderà.
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I nostri amici si stanno preparando alle nuove ritmiche dei “tamburi del sud” che proporranno in un spettacolo di suoni devastante. Per allenarsi si stanno servendo di una tavolo da poker calabrese che rispetto agli altri tavoli conserva una maggiore resistenza in termini di durezza e versatilità.
Abbracciamose 1 Gli avvocati del foro di Locri, Eugenio Minniti e Leone Fonte, in attesa della sentenza del processo Recupero conversano tra di loro
Rosario ha cambiato residenza: dalla sua Siderno si è trasferito nella vicina Locri facendo “incetta” di importanti selfie d’autore. Qui lo vediamo insieme al barone Francesco Macrì ed al suo avversario storico Pino Mammoliti. Che capacità mediatorie ragazzi.....
Mi congedo da voi Il Comandante di polizia municipale Luigi Scarfo' nel giorno del suo pensionamento... Gli Auguri dell'Amministrazione comunale di Mammola.
Prosecchiamoci L’amico Cesare Fragomeni che si sposerà a breve (tanti auguri da “Riviera”) mentre è intento ad esibireai nostri amici un prosecchino di Valdobbiadene..ca bona saluti Cesare
Am..mazzate oh Anvedi che figurino..da giovane era una vera e propria “rilevazione” anche se successivamente non ha perso il suo fascino mediterraneo. Un simpatico saluto all’avvocato Mario Mazza
Abbracciamose 2 Altri due avvocati fotografati in una pausa dal nostro attento operatore, si tratta di Cosimo Albanese in compagnia del collega Menotti Ferrari
Bilancia: le cose poi succedono, anche se non sapete spiegarvi né come né perché. Tutto sta nel ricordare in quale tasca o borsa avete messo il mazzo di chiavi, e poi trovare quella giusta. Non cercate di aprire il portone di casa con le chiavi dell'auto o della catena della bici. Chi dice :”non esiste provare, esiste solo riuscire”, viene, come Yoda, da un altro pianeta. Scorpione: Vi hanno sempre detto che i mostri non esistono, che sono fantasie dei libri e dei film. Volevano dirvi che il più delle volte è vero che non esistono creature di altri pianeti, che divorano cervelli o si nascondono nei condotti d'areazione. Esistono altri tipi di mostri però. Per sconfiggerli, chiedete aiuto e avanzate appaiati senza paura. Sagittario: chiederete al cielo che vi faccia sparire di colpo. Ma lo sapete che neanche nelle mani di Stephen Hawking la storia non può cambiare, neanche la vostra, per quanto piccola e individuale. La freccia del tempo è unidirezionale e indietro non si torna: attrezzatevi di ampolle per raccogliere lacrime e sangue.
Ah Carmelo... Ecco a voi una diapositiva simpatica di Carmelo Siciliano. Il nostro amico esibiva una sfavillante maglia azzurra, ma l’Italia, purtroppo ai mondiali brasiliani ha deluso.
Capricorno: l'inutilità è la madre del vostro fare e pensare. Non l'inutilità estetica, descritta da Wilde, e neanche quella operosa, di Aristotele. Ma la vera fatuità, l'assenza di responsabilità e l'incoscienza. Destatevi da sonno della ragione che genera mostri, per non diventare mostri voi stessi. Non adducete la ragione del sonno Acquario: è una piccola formalità: una firma su un foglio, un nonnulla. Pensate di acquistare la fama, la celebrità, di diventare dei divi da hit-parade? Un vero affare, è un'occasione, vorreste forse perderla? Ma attenzione a cosa state firmando. Il foglio non ha forse un aspetto un po' ambiguo? Leggete bene i codicilli, non vi sembra che sia una stipula di cessione dell'anima?
Pesci: il ritmo del Dixie in due quarti vi dà noia, vi sembra stonato e fuori posto: meglio quello sincopato del tamburello in una tarantella, o il sibilo angoscioso della cornamusa in una marcia scozzese. Forse. Fate attenzione alle corde, dovete conoscerle bene per far muovere delle scarpe di pelle scamosciata color azzurro.
dal palo alla villetta Il ritrovo di uno storico gruppo d’amici sidernesi che è stato costretto negli anni a trasferirsi dal “palo” di Piazza Vittorio Veneto, alla villetta adiacente l’edificio comunale. Che bello ritrovarsi insieme ogni tanto !!