CONTROCOPERTINA
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Accade a Gioiosa Marina: terreno sottratto per uso privato nell’indifferenza delle Autorità “Legalità”: un termine logoro che serve solo ad arricchire i comunicati stampa di manifestazioni ed eventi. A comizi e fiaccolate siamo buoni tutti, ma quando si tratta di compiere azioni reali sul territorio, le Autorità da che parte stanno? Nel 2012 in vico Avezzana, a Marina di Gioiosa Jonica, viene impropriamente chiusa una strada destinata ad uso pubblico, utilizzata come accesso alla spiaggia dai cittadini viciniori. Le proteste hanno suscitato un certo scalpore, e altre testate hanno resi noti i fatti. La vicenda accadeva durante lo stato di commissariamento del Comune -sciolto per infiltrazioni mafiose- retto all’epoca dal Commissario Patrizia Adorno, e a nulla è valsa una nota tecnica del geometra Stefano Cortale, responsabile dell’Area Tecnica del Comune, che confermava l’uso pubblico della strada. Questi fatti sono noti e sono stati acquisiti
dalle autorità, ma la cosa non è finita qui. L’indifferenza verso le richieste dei cittadini ha dato luogo ad un’altra operazione di “acquisizione” che parrebbe del tutto illegittima. Nell’estate 2013, sempre nella zona di vico Avezzana-via Vittorio Emanuele II, veniva recintata una piccola area di proprietà comunale, accorpandola ad uno spazio destinato a bancherelle e giochi per bambini. Il sindaco Vestito, rassicura sul suo interesse riguardo ai fatti. Al momento, però, dal marzo 2014, non c’è stata ancora nessuna risposta, nonostante le richieste incessanti dei residenti in via Vittorio Emanuele II, che si sono rivolti anche al Prefetto. Lasciamo ai lettori qualsiasi considerazione riguardo la gestione del suolo pubblico e all’importanza di un rapporto tra cittadini e Autorità, basato sulla fiducia, l’ascolto e il rispetto. La Redazione
I medici del Pronto soccorso di Locri rispondono a Doroteo I medici del Pronto Soccorso di Locri, in riferimento ad un articolo (non firmato) pubblicato su questo giornale qualche settimana addietro, che definire infamante è poco, precisano quanto segue: Aspettare anche diverse ore in Pronto Soccorso, quando non si tratta di urgenze-emergenze, è sicuramente normale in tutti i Pronto Soccorso del mondo, forse per “qualcuno” non lo sarà a Locri, dove vige la regola del “tutto e subito” e dove, per tante persone, un’unghia incarnita ha la stessa valenza urgenza di un dolore toracico. I medici del PS respingono in maniera forte e sdegnata le accuse mosse nei loro confronti, nello specifico che “mentre i malati pullulano loro bevono il caffè o parlano dei mondiali”: i medici del PS, lavorano con grande sacrificio e abnegazione, e considerate le carenze di personale medico e paramedico dovute per lo più ai tagli imposti dal “benedetto” piano di rientro, e conti alla mano, fanno fronte a circa cinquantamila accessi all’anno, vale a dire che ogni giorno si ha a che fare con circa centoquaranta persone,per un bacino di utenza di oltre centocinquantamila soggetti cui si aggiungono gli extracomunitari non censiti ed anche ai quali con spirito umano, secondo i canoni dettati da Papa Francesco, prestiamo la nostra opera trattandosi di soggetti deboli, e queste cifre devono far riflettere un po tutti, soprattutto chi si permette di gettare fango sul nostro operato. Si ricorda che l’Ospedale di Locri è l’unico avamposto di UrgenzaEmergenza (da Monasterace a Palizzi) che ha svolto e svolge innumerevoli azioni salvavita nei primi minuti o nella prima ora. Ricordiamo ad esempio, l’episodio del bambino in cui abbiamo noi (e ripeto) noi disostruito le vie aeree per ingestione di corpo
estraneo, o tantissimi altri casi ancora, ma noi non vogliamo le medaglie al valore, facciamo solo il nostro dovere, ma dobbiamo essere sereni per farlo, non certamente avere vicino qualcuno che ci minaccia o che purtroppo com’è successo ha vigliaccamente alzato le mani. A noi oltre gli avvisi di chiamata (visto che per qualcuno parliamo sempre al telefono!), sono riservati gli avvisi di garanzia, fermo restando la piena fiducia nell’operato dei magistrati. Ricordiamo che in particolare durante le notti di festa come Natale, Capodanno, Ferragosto, diveniamo il front-Office o la trincea della sanità mentre quasi tutto il resto è fermo! Tra mille difficoltà le prestazioni sono assi-
P
curate (andate a Milano e vedete se per una contusione al piede aspettate un’ora!!). Bisogna certamente sottolineare che alla situazione a tratti caotica del PS, purtroppo si è giunti a causa della scarsa e a volte non piena collaborazione con la medicina sul territorio e il famoso filtro “medicina generale- continuità assistenziale”, non funziona come avrebbe dovuto. In ultimo, in riferimento all’accusa che i medici sarebbero poco svegli e che dodici ne sono finiti sotto inchiesta per un presunto caso di malasanità (termine oramai usato a iosa per scoop giornalistico), come al solito è tutto da dimostrare e c’è un’inchiesta aperta; noi medici abbiamo fiducia dell’opera-
to della magistratura, ma vorremo da parte dei giornalisti, che come si finisce in prima pagina appena c’è un caso di denuncia per presunto caso di malasanità, lo stesso sia evidenziato quando vi è il decreto di archiviazione fatto dal giudice che scagiona completamente il sanitario da eventuali colpe! Detto ciò ci auguriamo di tramutare la negatività e cattiveria dell’articolo dedicatoci in un’appello di collaborazione da parte di tutti Voi, con il miglioramento di una comunicazione al fine di poter operare con serenità e sicurezza ambientale. I Medici del Pronto Soccorso di Locri
rendiamo atto di quanto sostengono i medici del Pronto Soccorso dell'Ospedale di Locri ma non possiamo esimerci dal non pubblicare articoli che denunciano eventuali disservizi. Così come ha fatto il collega Doroteo Mortacci ( pseudonimo) la cui firma, evidentemente, sarà sfuggita agli stessi
DOMENICA27 LUGLIO
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Dopo lo sgarbo Pietro Melia risponde a Riviera PIETRO MELIA Portavoce, civil servant... Accuse che, in effetti, mancavano nel mio onorato pedigree professionale. Me le ha rivolte, senza se e senza ma, e senza concedermi diritto di replica, comunque già fornita al suo Editore (bastava dunque che si informasse per evitare l’aggressione personale a mezzo stampa...) il caro amico (lo considero ancora tale, nonostante tutto...) Ercole Macrì, Editorialista di punta e di...calcio (negli stinchi, in questo caso) de La Riviera. Ammetto però di essermi macchiato del reato di “dimenticanza”: alla serata finale del Giugno Locrese - di cui sono divenuto involontariamente Presidente (l’offerta, se pur gradita, m’ è arrivata imprevista...) - non ho invitato il Direttore (o l’Editore) dell’ unico Settimanale del territorio. Con Gian Antonio Stella - in quello che si è rivelato un tentativo di successo, a fronte di vicende pregresse a tutti note - avrebbero dovuto dialogare non “scendiletto” o “reggimicrofono” ma colleghi del calibro di Paolo Pollichieni (locrese doc), Bruno Gemelli e Filippo Veltri (locresi acquisiti, avendo sposato due locresi), Aldo Varano, Pino Lombardo ed Enzo Romeo, rispettivamente di Zoomsu.com, e Garantista, Gazzetta del Sud e Rtv News. Per impegni personali sono venuti meno Gemelli (che mi ha chiesto di sostituirlo con Gianluca Albanese, e l’ho fatto volentieri), Varano e Veltri, ma la “serata della riconciliazione” tra una delle firme più prestigiose del Corriere della Sera (che ha ribadito molte delle cose che conoscevamo già) e la città di Locri è andata benissimo lo stesso. Prima del dibattito Gian Antonio Stella si era intrattenuto a colloquio con il sindaco Giovanni Calabrese e in quella occasione ho incontrato Rosario Condarcuri. Egli mi ha “contestato” col consueto affetto l’errore da me commesso nella selezione dei giornalisti che avrebbero dovuto animare il dibattito e a lui ho spiegato esattamente come erano andate le cose, che si era trattato di una colpa esclusivamente mia e per la quale - vero, Rosario? ho chiesto da subito scusa. Da cronista, che lo sappia Ercole Macrì, sono stati i fatti la “guida rigorosa” della mia azione professionale nell’arco di quasi mezzo secolo, e questi sono i fatti accaduti nella “cornice” del Giugno Locrese. Retropensieri, gossip e pettegolezzi, malafede, li lascio ad altri. E per “riparare” all’onta involontaria mi impegno fin da ora per l’edizione 2015: se sarò ancora Presidente del Premio ci occuperemo in una tavola rotonda dell’informazione locale. E la Riviera sarà la “star” della serata. E appena passo da Siderno, Ercole Macrì, Rosario Condarcuri, Antonio Tassone e tutta la Redazione sono “precettati” per il caffè. Pago io, naturalmente.
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el ringraziare Pietro Melia per la precisazione, mi corre l'obbligo d'informarlo che per quanto riguarda la nostra testata parlano “i numeri”. Pertanto, anche potenziali “reggimicrofoni” o “scendiletto” (come tanto ama definirli Melia) ma anche i più blasonati ed importanti operatori della comunicazione calabrese, possano prenderne visione. Piaccia o non piaccia “Riviera” è la storia del giornalismo locrideo. Quindi, caro Pietro, più che di semplice “dimenticanza” (per noi che ogni giorno lavoriamo con passione e ci sacrifichiamo in questa redazione) si è trattata di una “coltellata” che pensiamo di non meritare. Quanto al caffè da offrire, non ci sarà bisogno, solitamente ci pensiamo noi. Antonio Tassone
RIVIERA
PRIMO PIANO
Scatta l'obbligo del POS, professionisti e artigiani si oppongono: non si combatte così l'evasione!
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KATIA CANDIDO unedì 30 giugno è scattato l'obbligo del Pos: Point of Sale, ovvero, terminali che consentono il trasferimento di denaro dal conto corrente del cliente a quello dell'esercente senza che si verifichi esborso di denaro contante, per commercianti, professionisti e aziende. Un obbligo che si estende anche agli autotrasportatori, imprese di costruzioni, idraulici, falegnami, elettricisti, antennisti. Ma questo cosa significa? Significa che questi operatori dovranno avere il terminale che consente ai clienti di pagare con il bancomat oltre la soglia dei 30 euro. Tutto chiaro, dunque. In realtà, nonostante l'entrata in vigore della nuova disciplina, rimandata di tre mesi sono molti i soggetti interessati che non si sono ancora dotati del Pos. Tra le cause ostative vi sono i costi troppo alti di installazione e gestione. Inoltre, diversi professionisti, tra cui architetti, avvocati e consulenti del lavoro hanno protestato più volte, sottolineando una serie di criticità come, ad esempio, l'aver esteso l'obbligo a tutti senza fare adeguate distinzioni.“Non si combatte così l'evasione“ queste sono le parole comuni a molti professionisti dei paesi locridei, ovvero Gioiosa Ionica, Siderno e Locri ai quali è stata posta la domanda di cosa ne pensano riguardo all'articolo 5 del Decreto legge 18 ottobre 2012, il quale, sancisce l'obbligo del Pos ma senza prevedere sanzione alcuna, ovvero, di un effetto determinato in caso di mancato rispetto di tale onere. A questo punto sorge spontaneo chiedersi secondo quale criterio sia stata istituita questa legge; Antonio Chiricosta, avvocato di Siderno, la definisce semplicemente « uno spot da parte del Governo poiché, tutti coloro i quali effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi devono essere muniti di Pos ma se ne sono privi non vengono puniti». Sonia Vita, anch'essa avvocato di Locri, sottolinea : « non è altro che un ulteriore onere, eccessivo, per il professionista, avvocati per l'appunto, in quanto siamo già soggetti a molteplici controlli». La fascia degli artigiani si presenta anch'essa contrariata da questa norma: “fumo negli occhi”! Sostiene Giulio Agostino, elettricista di Gioiosa Ionica, «probabilmente per alimentare i conflitti tra liberi professionisti e dipendenti, i quali sono già stati annientati nei loro diritti da tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi anni». Malgrado le varie opposizioni, però, secondo Federconsumatori l'obbligo di accettare pagamenti con moneta elettronica è un grande passo avanti in termini di tracciabilità dei pagamenti e lotta all'evasione, nonché un ampliamento e un'agevolazione a favore del cittadino, che disporrà di un ulteriore metodo di pagamento. In concomitanza, l'associazione denuncia il rischio che i costi ancora eccessivamente onerosi per dotarsi degli strumenti vengano scaricati sui prezzi. Certamente sarebbe vantaggioso per tutti i professionisti se lo Stato obbligasse le banche a ridurre le spese di commissione sui pagamenti elettronici ma da questo orecchio, sembra non sentire nessuno!
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DOMENICA 27 LUGLIO
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Sebastiano Giorgi torna libero Lo hanno etichettato come presunto appartenente alla 'ndrangheta, in particolare associato con le consorterie che operano nella locale di San Luca. Eppure Sebastiano Giorgi era fino a pochi mesi prima il sindaco, democraticamente eletto, del paese che ha dato i natali a Corrado Alvaro. Per assegnarli la patente di mafioso, non certo ambita da alcuno specie da un professionista come l'ex amministratore, si è dovuto prima sciogliere il comune per infiltrazioni e/o collusioni con ambienti criminosi, specie nell'accaparramento degli appalti pubblici, sui quali vi sarebbe stato un trust composto dalle maggiori famiglie in odor di 'ndrangheta di San Luca. Il 12 dicembre dello scorso anno il dottore Giorgi è stato arrestato su ordine del Gip distrettuale, che ha firmato la richiesta della Dda reggina, la c.d. “Operazione Inganno”. A distanza di 15 giorni il tribunale del riesame di Reggio Calabria ha accolto la richiesta dell'avvocato Rosario
Scarfò che ha dimostrato l'estraneità dell'ex amministratore dal presunto sodalizio criminoso ipotizzato dalla Dda, ottenendo la riqualificazione della provvisoria imputazione in quella di concorso esterno ad un'associazione mafiosa. Una sorta di favoreggiamento che segnava un punto a favore della tesi difensiva, che proseguiva il difficile cammino di cercare di
restituire dignità a Sebastiano Giorgi, che le manette gli avevano tolto e che il carcere preventivo, prima a Frosinone poi in riva allo Stretto. Per confutare la tesi della procura antimafia l'avvocato Scarfò ha presentato documenti e atti e un'articolata memoria difensiva relativi alla vita privata e all'attività politico-amministrativa del proprio assistito. La Cassazione, che forse ha meno timore di alcuni giudici verso altri, ha dato ragione al 48enne ex sindaco annullando con rinvio per un nuovo esame. Nelle more il gip dispone, su richiesta dell'avvocato Scarfò, l'annullamento della misura cautelare ordinano l'immediata liberazione dell'ex sindaco. Sette mesi di carcere preventivo e pregiudizievole, poi la libertà ottenuta solo dopo il deposito e il chiarimento del contenuto di centinaia di atti e documenti pubblici, dai quali è emersa l'estraneità da qualsivoglia ambiente criminoso di Sebastiano Giorgi. I tempi che
hanno scandito la vicenda dell'ex sindaco di San Luca rappresentano forse meglio di tante considerazioni l'emergenza democratica di un territorio in pratica sottoposto ad un commissariamento generale negli enti locali e forse anche nella quotidianità. Il 3 ottobre ci sarà comunque la prima udienza del rito abbreviato davanti al Gup distrettuale. PS. Per uno degli appalti pubblici di San Luca, in pratica contestato anche a Sebastiano Giorgi, che la Dda reggina ritiene sia stato “accaparrato” dalla 'ndrangheta, ovvero quello ricadente nei Pon sicurezza e denominato “Lavori di ristrutturazione della Casa della legalità e della cultura di Polsi”, il tribunale di Locri una settimana fa ha mandato assolti, dopo due anni di processo, i tre imputati con formula piena.
GIUDIZIARIA
Gli“squali”di Locri sono stati catturati grazie a due creditori A Roma sono chiamati “cravattari” nella Locride viene usato un eufemismo caro allo slang d'origine newyorkese “sharks”, letteralmente squali. Per tutti sono e rimangono “strozzini”, quelli che, approfittano di un momento di crisi specie degli imprenditori, prestano soldi a tassi di interesse del 10 % al mese, che equivale a 120 % all'anno sul capitale. Alla fine l'usurato non riesce neanche a restituire il prestito originario. Invischiato nella trama dell'usuraio di turno il debitore ha due scelte l'una rimanere sotto scacco del proprio creditore l'altra è denunciare alla magistratura tutto. Grazie alla denuncia alcuni presunti cravattari di Locri sono stati puniti dai giudici di primo e secondo grado. Gli “squali” di Locri sono stati catturati nella rete degli investigatori grazie alla forza di volontà di due creditori che hanno deciso di denunciare e che hanno reso una forte testimonianza davanti ai giudici del tribunale, dove hanno confer-
mato il racconto sottoscritto davanti ai carabinieri. A Locri c'era persino un soggetto talmente arrogante che si sarebbe vantato di essere “il re degli usurai” di Locri. Un re che è stato condannato anche dai giudici della Corte d'appello di Reggio Calabria per usura. Una conferma del ruolo apicale del soggetto che in molti ricorderanno sfrecciare sulla 106 o sul
lungomare locrese a bordo di autovetture di grossa e rinomata cilindrata. Lo stesso che ogni volta che si sporgeva dal finestrino faceva brillare una marca di orologio costosa, impreziosita dall'unicità del modello. Era talmente arrogante che, per come si legge nella sentenza del tribunale di Locri, gli altri presunti usurai preferivano non aver alcun conto in sospeso con
lui. Si tratta di altri cravattari, pur sempre strozzini o squali, che addirittura a chi si rivolgeva a loro lo mettevano sull'attenti raccomandando di non aver nulla a che fare con il “re”, che proprio in quanto si sentiva tale pretendeva il 20 % mensile il doppio degli altri, il doppio in un anno, sempre escluso il capitale. LR
RIVIERA
IN PRIMO PIANO
L’intervista al vescovo di Locri
«Le manifestazioni religiose pubbliche vanno purificate da incrostazioni ed espressioni rituali che nulla hanno a che vedere con la fede. Esse sono nate come espressione pubblica della fede ed hanno senso solo all’interno di un contesto di fede»
«Non aspettiamoci che siano altri a risolvere i nostri problemi» S.E. , è la prima intervista che rilascia dopo il suo arrivo nella Locride: ci potrebbe dire come è stata la sua esperienza da sacerdote, come e quando è maturata la sua vocazione? «Non è facile raccontare in breve l’esperienza di un vissuto di tanti anni. La mia vocazione sacerdotale è maturata con gli anni, avendo ricevuto una lunga formazione in seminario. Erano gli anni della contestazione sessantottina quando maturai la consapevolezza della chiamata del Signore. Mi resi conto che era più bello contestare le mode e la vacuità della vita, spendendomi per un ideale alto, qual era seguire il Signore e abbracciare la scelta evangelica. Divenuto sacerdote e completati gli studi universitari, mi sono ben presto immerso nel lavoro pastorale. Avvertivo il bisogno della gente di incontrare Gesù e di avere accanto un sacerdote, amico e compagno, che indicasse loro la via dei vangelo. Ho così vissuto tantissimi anni in parrocchia, tra la gente, e cercando di rispondere ai diversi impegni e ministeri che la Chiesa mi affidava». Quali aspetti devono caratterizzare la missione di sacerdote? «Credo che al sacerdote sia richiesto una totale dedizione al servizio del
Vangelo e alla Chiesa. Più passano gli anni più mi accorgo quanto il nostro tempo abbia bisogno di Dio. Il disorientamento che spesso si nota dipende proprio da una mancanza di orientamento, da un vuoto interiore, dalla mancanza di riferimenti certi. Gesù ed il suo vangelo sono una luce capace di illuminare tutta la vita». Oggi quali sono le priorità della Chiesa calabrese e di quella locridea ? «Sono tante. Individuarne una sarebbe riduttivo. Ma penso che bisogna partire dalle cose belle che il nostro territorio ci offre, dalle sue peculiarità e specificità. Le cose che non vanno sono tante ma non basta fermarsi ad esse. Cresciamo di più se facciamo perno da quella forza d’animo e dallo spirito di sacrificio che caratterizza la gente di Calabria. La storia ci dimostra che la nostra terra ha fatto delle necessità una risorsa per risollevarsi. Certo, le problematiche sociali, a cominciare dalla scarsità del lavoro, delle risorse economiche e dalla grave povertà che interessa molta parte della società meridionale. Ma esse possono essere superate se cresce l’impegno e la corresponsabilità sociale, la coscienza e l’amore per il bene comune, lo spirito di cooperazione e solidarietà. Occorre
prendere coscienza che le povertà sociali non trovano soluzione attraverso la via del sotterfugio, dell’illegalità e del malaffare». Quale messaggio si sente di inviare ai cittadini credenti e non credenti della Locride? «Non lasciamoci prendere dallo scoraggiamento. Sappiamo cogliere quanto di bello la nostra terra ci offre. Non aspettiamoci dagli altri la soluzione ai nostri problemi. Diamo sostanza alla fede che ci è stata consegnata. Non lasciamoci condizionare da errori passati e sforziamo di rendere la nostra fede sempre più autentica e coerente. Tanti problemi nascono da una fede troppo epidermica e vissuta all’insegna di un tradizionalismo anacronistico, che nlon dice più nulla ai nostri giovani e soprattutto che non entusiasma più nessuno. Anzi allontana da Dio e dalla vera religiosità». Nella Locride stanno proliferando gli annullamenti di matrimonio operati della “Sacra Rota”. A noi è sembra che in molti casi questi annullamenti vengano “pilotati” dalla forza economica dei soggetti coinvolti o interessati, aumentando in noi, la consapevolezza che il Tribunale della Sacra Rota agisca in maniera diseguale. Lei è consapevole
del fatto che cosi facendo si rischia di far vacillare la credibilità del matrimonio religioso? «È un tema questo che merita più spazio. Avendo operato nei tribunali ecclesiastici per tantissimi anni so che avere una dichiarazione di nullità matrimoniale non è così semplice. Posso però smentire il luogo comune che essa si ottenga con facilità e per di più a caro prezzo. Le spese per le cause di nullità a carico dei fedeli sono minime, essendo sostenute in gran parte dalle risorse interne della chiesa. Posso dire però che ai tribunali ecclesiastici si rivolgono fedeli già divorziati che per motivi di coscienza intendono avere chiarezza sulla propria situazione matrimoniale». Sulle polemiche di questi giorni relative a “processioni” varie ed a sacramenti si sente di dire qualcosa? «È un tema oggetto di riflessione all’interno della Conferenza Episcopale Calabra. Certo che le manifestazioni religiose pubbliche vanno purificate da incrostazioni ed espressioni rituali che nulla hanno a che vedere con la fede. Esse sono nate come espressione pubblica della fede ed hanno senso solo all’interno di un contesto di fede e di preghiera». (Antonio Tassone)
SETTIMANALE
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DOMENICA 27 LUGLIO 7
Sentenza Fortugno
ELEONORA ARAGONA Alessandro Marcianò è stato condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione come mandante dell’omicidio di Francesco Fortugno. È stato così chiuso quello che fu il 23 esimo omicidio avvenuto nella Locride nel 2005 e il caso che ha cambiato il destino della Calabria. La storia che ci racconta la Cassazione è di un omicidio commissionato da Giuseppe e Alessandro Marcianò a Salvatore Ritorto e Domenico Audino. Un omicidio nato tra le corsie dell’ex Asl n°9. Game over? Non secondo Pino Mammoliti. La storia non si è conclusa e lui lo grida a gran voce, portandola persino di fronte alla Corte europea. Secondo Mammoliti l’omicidio Fortugno è stato altro, non ha dubbi. «I miei assistiti sono innocenti». Come fa a sostenerlo con tanta convinzione, con tanto impeto? «Io chiedo alla Corte di Strasburgo che sia sentito il vicequestore Gioacchino Genchi, perché è un uomo che conosce in profondità le verità dietro questo omicidio. Chiedo che siano prese in considerazione le prove a discarico dei miei clienti. Che siano prese in considerazione le dichiarazioni di Annunziato Zavettieri, che parla di un omicidio maturato negli ambienti reggini e non nella Locride. Che la nota del maresciallo Grasso, una nota che descrive in modo millimetrico le dinamiche, i mandanti e le ragioni di questo omicidio, sia recuperata dal fascicolo seppellito al Tribunale di Reggio. Che siano prese in considerazione le dichiarazioni di Chiefari o di Consolato Franco, uomini delle forze dell’ordine che hanno fornito diverse versioni di questo delitto». Sembra quasi un detective, gli manca solo l’impermeabile, mentre mi elenca i possibili scenari e le piste che potrebbero aver portato all’omicidio Fortugno. È molto sicuro l’avvocato e ribatte ancora una volta sull’innocenza dei Marcianò, quasi in maniera compulsiva: «è giusto individuare mandanti, responsabili ed esecutori dell’omicidio, ma è giusto che non siano due trovati a caso a dover pagare un tributo che è una tortura a vita». Per molti l’omicidio Fortugno, viste le modalità con cui è avvenuto, è stato un messaggio forte, un delitto plateale, quasi un’esecuzione. La vedova, Maria Grazia Laganà insieme alla sua famiglia, ha per lungo tempo chiesto di indagare a fondo su questo delitto e di cercare mandanti nella famigerata zona grigia. Ancora nel 2011, Marcianò era già stato arrestato nel 2006, la vedova affermava: «Si indaghi ancora e in ogni direzione. Non ci
Per la vedova Laganà giustizia è fatta. Ma Marcianò
vola a Strasburgo Pino Mammoliti ricorre alla Corte europea, accusa il casato Laganàe pone dubbi sulla versione del delitto fornita dalle forze dell'ordine. In particolare attacca la vedova Fortugno e il carrierismo dei professionisti antimafia si fermi sulla soglia della zona grigia. È un passo in avanti e nelle inchieste va fatto, anche se capisco il rischio di restare isolati o delegittimati». Mentre all’indomani della sentenza della Corte di Cassazione ha dichiarato: «Dopo nove anni è stata scritta l’ultima pagina del processo ai responsabili dell’omicidio di mio marito. La sentenza di ieri della Corte di Cassazione ci consegna finalmente una verità che non abbiamo mai smesso di cercare, invocando giustizia nei confronti dei responsabili di un atto di barbarie che ha sconvolto la mia famiglia e inferto alla democrazia del nostro Paese una delle più profonde e sanguinose ferite della sua storia».
Mammoliti non si risparmia neanche su questa lieve incongruenza della Laganà. Anzi è un fiume in piena. «La vedova Laganà-Fortugno ha avuto un solo interesse, oltre al dolore legittimo». Quale? «Quello di non disperdere il patrimonio politico di casa Laganà e in questo è riuscita perfettamente. Tant’è che lei ad ogni vigilia di elezione, ad ogni convocazione istituzionale rispolvera questo dramma per poter avere una chance in più di mantenimento politico». E rincara anche la dose «In questo processo non sono mai state indagate le vicende parallele alle retrovie, alla miscellanea che caratterizza il casato Laganà a Locri». Perché lo definisce Casato? «Perché noi siamo di fronte a
un immobilismo istituzionale che nasce da una penosa solidarietà istituzionale. Per me se fosse lucido Ciampi e non credo lo sia, se fosse lucido Romano Prodi e non credo lo sia, se fossero lucidi gli investigatori e non credo lo siano, non avrebbero fatto pellegrinaggio presso casa Laganà prima ancora di sapere la vera trama, il vero movente, i veri mandanti e le cause alternative a plausibili all’ipotesi inizialmente». Avvocato l’argomento è delicato e le accuse sono pesanti, c’è bisogno di essere chiari, comprensibili. Non siamo in tribunale. Si spieghi. «Se avessero saputo che questa era una che faceva truffe all’Asl non avrebbero certo fatto ciò che hanno fatto». Mammoliti si riferisce alla con-
danna a due anni di reclusione, pena sospesa, inflitta dal Tribunale di Locri in primo grado per truffa, falso e abuso. Il suo giudizio perché è così duro? «Vede la prima donna che si è costituita parte civile in un processo di ndrangheta serio, Primavera 1 a Locri, contro i Cataldo, contro i Cordì e contro gli Zucco, per altro suoi nipoti, è stata Mariella Crisafio. Si è costituita senza il clamore della cronaca e senza le luci della ribalta. Un’altra è stata Liliana Carbone. Sono due donne che hanno cercato giustizia non soluzioni alternative. Nel codice genetico di casa Laganà invece il gene prevalente è quello del potere e in questo caso, come in altri, ha preso il sopravvento». Paradossalmente dal suo discorso sembra che stia dicendo che alla vedova non interessa più indagare quella zona grigia? «Non so, però quello che è certo è che nel processo non è mai stato sentito Mario Laganà, che all’epoca era revisore dei conti presso l’ospedale di Locri. Poteva essere un riferimento importante, ma è rimasta una strada inverificata. Secondo me quelle che stiamo ponendo sono tutte domande degne di un supplemento di indagine. Anche da parte della Commissione antimafia». Anche la Laganà fa parte di questa commissione ed è la vedova. Lei ha dichiarato che giustizia è fatta... «Per me no. Anzi. Rispetto alla posizione dei due Marcianò ci sono almeno due elementi di novità che non possono essere ignorati». L’avvocato si riferisce ad un’intercettazione e alla ritrattazione della testimonianza di un ristoratore di Mammola. Secondo questi nuovi elementi Giuseppe Marcianò non poteva trovarsi sul luogo dell’omicidio». Ma i Marcianò sono accusati di essere i mandanti dell’omicidio quindi la loro presenza fisica sul luogo del delitto non è necessaria? «Vede la posizione di Giuseppe Marcianò è cambiata nel corso del processosostiene Mammoliti-. Prima è stato accusato di essere l’esecutore, poi è stato identificato come ideatore, infine come mandante. Ma gli stessi collaboratori di giustizia, Domenico Novella e Bruno Piccolo [ndr.], hanno sempre indicato Alessandro Marcianò come mandante. La Procura e la Polizia hanno modificato la posizione di Marcianò junior all’abbisogna. Mentre per quanto riguarda le posizioni del padre, l’argomento a supporto della sua innocenza è l’insufficienza di prove che già portò nel 2012 ad annullare la condanna. Non possono essere sufficienti tre tentativi di contatto telefonico tra Marcianò e Salvatore Ritorto ».
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POLITICA SENTENZARECUPERO/ BENECOMUNE
Il garantismo non è una scelta ma un dovere ILARIO AMMENDOLIA Personalmente non sono “innocentista”, sono un garantista convinto. Sempre e con chiunque. L'ex sindaco di Siderno, ingegner Sandro Figliomeni è stato condannato a 12 anni di carcere, Rocco Femia, già sindaco di Marina di Gioiosa a 10. Si trovano in carcere l'ex consigliere regionale Cosimo Cherubino, l'ex assessore provinciale Rocco Agrippo, l'ex sindaco di S. Luca Sebastiano Giorgi ed un suo assessore. Inoltre una quarantina tra ex ed attuali consiglieri regionali, ex sindaci, consiglieri comunali ed assessori sono indiziati di aver intrattenuto rapporti con la ndrangheta. Una decina di Comuni sono stati sciolti per infiltrazione mafiosa mentre in due opera la commissione di accesso. Spesso, parliamo di reati associativi quindi con confini molto labili . Questa è la Locride.Bisogna spostarsi in Afghanistan o in Birmania per trovare una situazione analoga. Premetto ancora: i miei rapporti con le persone citate sono state di mera conoscenza istituzionale ma mi indigna il silenzio di quanti li hanno votati,li hanno candidati e sostenuti, hanno amministrato con loro ed insieme a loro e adesso fanno finta di non conoscerli. La viltà e l'omertà sono due facce della stessa medaglia. Noi siamo di altra pasta ed appartiamo ad altra storia. Nei giorni scorsi s'è concluso il processo “Recupero bene comune”. La sentenza del tribunale non ha avuto lo stesso clamore mediatico degli arresti. Non pretendo di giudicare la sentenza non avrei né titoli , né le capacità. Mi limito ad alcune osservazioni: Su 55 imputati , ben 27 sono stati assolti (49,3%) Molti di loro erano in stato di detenzione da circa quattro anni: millecinquecento giorni di carcere anni da innocenti. Non credo ci sia bisogno di alcun commento. Tra i condannati alcuni hanno avuto una pena inferiore al tempo trascorso già trascorso in carcere. Tralascio ogni considerazione di carattere umanitario, mi limito a sottolineare che per tutti costoro, se le sentenze verranno confermate, lo Stato pagherà milioni di euro per ingiusta detenzione. Fondi tolti alla prevenzione, alla occupazione, all'istruzione, allo sviluppo della Calabria e dell'Italia. Infine se una persona trascorre in carcere quattro anni da innocente il rapporto con lo Stato e con la società sarà gravemente compromesso. Infatti è molto probabile che la ndrangheta eserciterà su l'ex detenuto una autorevolezza pari all'ostilità maturata in carcere nei confronti dello Stato. Infine è molto frequente che i rapporti stretti nelle galere continueranno anche dopo la liberazione. Così una operazione concepita per
L’intervento Regionali calabresi
DOMENICA 27 LUGLIO
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Il presidente dell'Associazione dei comuni è preoccupato che i leader politici usino come sempre le elezioni regionali di novembre per regalare poltrone ai fedelissimi o per sistemare politici di carriera
Peppe Strangio: «Non possiamo continuare a vivere in ginocchio» Giuseppe Strangio, presidente dell’Associazione dei comuni, ha deciso di alzarsi e di non continuare a stare nell’ombra. Vuole mandare un messaggio forte e senza mezzi termini attacca Governo e leader politici che stanno ignorando le elezioni politiche calabresi per poi preparare la solita tavola apparecchiata agli elettori. Cosa sta accadendo signor Presidente in questo inizio di campagna elettorale in Calabria? «Il silenzio, per non dire l’indifferenza, che i partiti politici stanno riservando alle elezioni regionali calabresi del prossimo novembre è a dir poco preoccupante. Dietro a questo silenzio infatti si può leggere il fatto che la Calabria da un punto di vista elettorale non ha grande importanza nel panorama nazionale e che potrebbero anche decidere di abbandonarla a se stessa. Questo è un fatto gravissimo. Io ritengo che bisognerebbe fare un richiamo a tutti i leader dei partiti nazionali. Chiedergli che si occupino non solo della scelta delle persone da presentare come futuri governatori della Regione, ma chiedergli che queste persone siano selezionate secondo dei requisiti nuovi. Che siano persone competenti, lontane dalle logiche di potentati, e che siano di specchiata moralità. Io chiedo che non siano invece candidate persone lontane dalla Calabria, persone con mille incarichi e che non possono portare una svolta in questa regione».
reprimere la ndrangheta finisce oggettivamente per rafforzarla. Sono state rispettate le garanzie costituzionali? È la sentenza stessa a dirci di no. John Gotti, capo della mafia americana, s'è presentato al processo da uomo libero. È stato condannato ed è morto in carcere. Al Capone, il più pericoloso tra i gangster americani, ha assistito al suo processo da imputato seduto accanto al suo avvocato e godendo dei suoi diritti di cittadino americano sino al momento della condanna. Sarà un caso ma la mafia americana è stata debellata quella italiana è diventata più forte. Non può essere un “giusto processo” se l'imputato è rinchiuso in carcere da anni e l'accusa ha mezzi e tempo per ricercare prove per la sua condanna. I giudici dovrebbero maturare i loro convincimenti in dibattimento, attraverso un libero confronto tra accusa e difesa messi sullo stesso piano.
Novità, distacco dal passato, svecchiamento della politica. Sono slogan che spesso si sentono parlando con i politici. Ma cosa chiedete in concreto per il futuro della Calabria? «Ormai dal Governo non riceviamo più supporto e aiuto, solo repressione e manganellate. Invece servirebbe una politica diversa, servirebbe una programmazione seria, una capacità di gestione e una trasparenza che finora sono mancate a tutte le parti politiche che si sono avvicendate alla guida della Regione. È necessaria una guida salda, indipendente, affidabile competente e che programmi finalmente la crescita calabrese, perché gli ultimi governi regionali sono stati disastrosi, si pensi solo ai fondi comunitari persi e non spesi, ai mille progettino finanziati e
In questo, come in altri processi, soprattutto in Calabria, l'accusa è stata libera di cercare le prove contro gli imputati disponendo dell'immenso apparato repressivo. L'imputato è stato in carcere. Ripeto: è un giusto processo? No! Così si condiziona e si manomette il processo stesso! È una sfida tra un gigante armato e un uomo ammanettato ed esposto in gabbia. Questi metodi orrendi valgono soprattutto in Calabria, o comunque nel Sud. Gli imputati del processo Mose, che hanno mosso una mole di denaro superiore a quello di mille cosche assisteranno al loro processo in un regime di libertà. Lo stesso succede a Milano per l'inchiesta su l'Expo 2000. Berlusconi aveva sulle spalle sette anni di carcere. Oggi è stato assolto ma s'è potuto difendere da uomo libero. Una procedura sostanzialmente e formalmente corretta. La legislazione straordinaria è adottata soprattutto al Sud. Proprio per questo, oggi come ieri, il garantismo è parte
non portati a termine». Quando parla di guida salda, indipendente e competente continua nella sua critica a chi finora ha occupato la poltrona di governatore della Regione e a chi li ha candidati… «Le elezioni regionali calabresi non possono continuare a rappresentare solo una poltrona a cui candidare un fedelissimo o qualcuno da “premiare” o qualche politico di carriera da sistemare com’è stato finora. Noi non siamo solo un territorio portatore di voti, abbiamo bisogno che la politica si interessi al nostro sviluppo, alla nostra crescita. Non possiamo rischiare, noi come regione Calabria e l’Italia come nazione, che queste elezioni si traducano nella solita sfilata sterile. Devono portare un’inversione di tendenza, un cambiamento di passo. E dobbiamo essere liberi di scegliere i nostri candidati invece di trovarci ad andare a votare per il candidato A o B, scelto e preordinato da leader lontani e disinteressati». Come crede sia possibile ottenere questo cambiamento? «Per poter fare questo c’è bisogno che queste elezioni segnino un punto di svolta, occorre che i leader nazionali cambino atteggiamento nei confronti di queste elezioni regionali e le prendano sul serio.Anche perché la Locride è la maglia nera della Calabria e la Calabria è una delle regioni in forte ritardo della nazione. Se si riesce a risollevare le sorti della Calabria, creando sviluppo, por-
della questione meridionale e, in linea storica, è patrimonio del movimento democratico anche se una parte della sinistra lo rinnega per miopia, convenienza e cinismo. Si dirà che i magistrati non si divertono ad arrestare le persone. Certamente è vero. Un magistrato serio, preparato, maturo, umano non arresta una persona se non in caso di assoluta e conclamata necessità. Spesso lo fa con sofferenza. Tuttavia non si può negare che molti magistrati, soprattutto tra coloro che sono alla spasmodica ricerca di pubblicità, provano un forsennato brio nel privare una persona della libertà. Avvertono un perverso godimento perché sentono nelle loro mani un potere straordinario, a volte di vita o di morte che li rende diversi dai comuni mortali. È il delirio di onnipotenza del potere quando questo non viene bilanciato da regole, contrappesi e sanzioni che, in questi casi, non esistono. La sentenza “Recupero bene comune” ci conferma che la carcerazione preven-
tando trasparenza e competenze si riuscirà probabilmente a risollevare l’Italia. Ne sono convinto. Se invece si continuerà a dare incarichi per meriti politici, se si continuerà a ragionare per vecchi schemi non abbiamo speranze». Quali sono i problemi su cui si vedrà se effettivamente ci sarà voglia di cambiare l’atteggiamento verso la Calabria? «Uno dei problemi principali da affrontare sarà sicuramente quello della nomina del prossimo commissario alla Sanità in Calabria. La sanità rappresenta il 70% del bilancio regionale quindi sarà sul quel terreno che si capirà se effettivamente il Governo Renzi e i partiti avranno intenzione di pensare allo sviluppo di questa Regione. O se la politica di cambiamento che tanto va decantando Renzi vale solo per certe regioni. E sui fondi Pisl invece ho una proposta: invece di continuare a finanziare micro interventi, piste ciclabili, verde pubblico, concentriamo questi soldi su un’unica opera che da anni frena lo sviluppo, la statale 106». In definitiva cosa chiede? «Io chiedo che ci siano date risposte e non che i leader ci presentino il solito tavolo apparecchiato a cui sederci come comparse. I cittadini sono stanchi di questa situazione, sono stremati dalle tasse, sono senza lavoro e senza prospettive. Non si può più pensare di fare politica come è stata fatta finora in Calabria». e.a.
tiva quando, come in questi caso, si protrae per anni è una barbarie ed è dimostrazione che non si può parlare di “giusto processo” quando una delle parti è messa in condizioni di non potersi adeguatamente difendere. In appello l'inchiesta potrebbe essere ancora ridimensionata. Chi è garantista non si sente un sindacalista della 'ndrangheta, né dei fuorilegge ma erede di quanti hanno combattuto per la libertà, la democrazia e la Costituzione. Ripeto, io sono garantista, non innocentista. Difendo un patrimonio di valori che è costato sangue, carcere, lotte e che oggi viene messo in seria discussione. Infine è bene che si abbia l'assoluta consapevolezza che la lotta alla ndrangheta non può essere vinta se non da uno Stato giusto e che nessuna emergenza può costringere lo Stato ad abbassarsi ai livelli delle organizzazioni criminali che è chiamato a combattere. Quando questo succede è la fine della civiltà.
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ATTUALITÀ
DOMENICA 27 LUGLIO
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L'impresa nell'impresa di Renato Audino S
Attraverso questo sidernese doc, la gente del Po c'ha mandato un messaggio: Siderno Risorgi!
eicento chilometri, da Torino al Delta del Po. Un tour di nove tappe con canoa e mountain- bike bucando quella nebbia che sa di violetta. Dal 9 al 23 giugno Renato Audino, sidernese doc trapiantato in Piemonte, ha navigato e pedalato lungo uno dei percorsi naturalistici più affascinanti e difficili del vecchio continente con la scritta “Siderno Risorgi” sulla bandiera e nel cuore. “Siderno Risorgi” è stata issata in ogni piazza, da quelle piemontesi del Barolo servito in bottiglioni da tre litri, a quelle emiliani dove il vino diventa aceto balsamico, fino a quelle venete che sfociano nella grappa. Siderno Risorgi, ha ormeggiato, tra il verde, il bianco e il rosso lungo quegli argini massacrati da esondazioni itineranti, ogni anno
e a ripetizione; tra quella gente di nordica concretezza, di laboriosità, fatica e sudore che ogni volta reagisce alle calamità naturali diventando più forte e concreta di prima. No Tav, Siderno Risorgi. Sì, da quei posti dove i tajerin (tagliolini) più leggeri al mondo si fanno con uova di gallina nera, passando nella pianura di tortellini che si sentono nella gola e anche nel naso e sfociando nei bacini salmastri dove le anguille si amalgamano con la polenta, attraverso Renato Audino, la gente del venerabile Po, ha sposato un messaggio: “Siderno Risorgi”. Sindaci, amministratori, imprenditori, preti, associazioni e intere comunità di un territorio ampio che ha dato ospitalità a un sider-
nese, che sanno rimboccarsi le maniche, ci chiedono dignità, senso di appartenenza, fiducia nelle nostre forze, sangue nelle vene, e ci aggiungono, salutandoci, una stima post datata. Da dieci giorni Renato Audino scivola con l'inseparabile canoa, facendo rotta con i baffi, lungo il nostro e il suo Jonio, dove l'odore di gelsomino si mischia a quello delle schiume marine, ma anche con lungomare massacrato, con le sue macerie e con la sua gente che invece di reagire diventa essa stessa un detrito che sa solo mugugnare e dare colpe. Dall'urgano di febbraio a oggi tutti aspettano la manna dal cielo, dilettandosi con le sagre delle giustificazioni. Qui la calamità è mentale. (e.m.)
Siderno: la sezione d'Appello della Corte dei Conti conferma il danno erariale per Catalano, Bava, Panetta e Barranca. Assolti Errigo e Bellini
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a Corte dei Conti, sezione giurisdizionale centrale d'Appello di Roma, nei giorni scorsi, ha di fatto messo la parola fine ad una procedura espropriativa che si è protratta nel tempo e che ha visto coinvolti alcuni autorevoli esponenti della politica sidernese degli anni 80 . Sembra utile per i nostri lettori ricordare la vicenda. Stiamo parlando di una procedura espropriativa costata parecchi quattrini al Comune di Siderno. Dopo il primo grado di giudizio, la Corte dei Conti aveva riconosciuto responsabili per danno erariale il Sindaco del tempo, Paolo Catalano nonchè gli assessori ai lavori pubblici del tempo: Aristide Bava, l'ing. Domenico Barranca e l'Ing. Domenico Panetta. Assolti, invece, i responsabili dell'ufficio tecnico comunale (Vincenzo Errigo e Antonio Bellini). A seguito di quella sentenza, erano stati presentati dai legali dei soggetti interessati e dalla Procura Generale , una serie di ricorsi presso la sezione giurisdizionale centrale d'Appello di Roma. Nei giorni scorsi, i giudici chiamati in Appello a doversi esprimere, hanno deciso di riunire i ricorsi dichiarando inammissibile per intempestività l'appello proposto da Domenico Panetta, estinto per abbandono quello di Aristide Bava, così come è stato anche dichiarato estinto quello proposto dalla Procura generale nei confronti degli stessi Catalano, Bava, Barranca e Panetta. Respinto l'appello sempre presentato dalla Procura Generale nei confronti di Antonio Bellini e Vincenzo Errigo. Condannato Panetta Domenico alle spese di giustizia. Ricordiamo che in primo grado la Corte dei Conti aveva ritenuto di dover ripartire il danno in ragione del 60% dell'importo complessivo a carico del sindaco ( euro 179.473,00) ed il 40% a carico degli assessori ai lavori pubblici (119.648,00) così distribuiti: in proporzione al periodo di carica (18 mesi dal marzo 1988 al settembre 1989, data di consegna del bene pubblico) euro 70.218,00 a Catalano. In proporzione al periodo del proprio mandato (novembre 1995, data di occupazione legittima, fino al marzo 1988, 28 mesi circa) euro 74.224,00 a Bava. In proporzione al
periodo del proprio mandato (marzo 1988-luglio 1988, 4 mesi circa) euro 10.632,00 a Barranca. In proporzione al periodo del proprio mandato (luglio 1988- fino al settembre 1989, 13 mesi circa) euro 34.554.00 a Panetta. Tutti importi maggiorati della rivalutazione monetaria dalla data della domanda giudiziale a quelle della pubblicazione della sentenza e degli interessi legali da quest'ultima data fino al soddisfo. Si è così appurato che all'epoca dei fatti in materia di espropriazione per pubblica utilità spettava al Sindaco il compito di impartire direttive e di vigilare sull'apparato amministrativo al fine di definire il procedimento tempestivamente. Al Sindaco stesso, si leggeva nell'originaria sentenza, andava ascritta la grave colpevolezza della condotta “ove si consideri che normale diligenza avrebbe indotto lo stesso ad assumere preventiva cognizione dello stato del procedimento espropriativo in corso e di adoperarsi”. Oltre al Sindaco, anche gli assessori con delega ai lavori pubblici (Bava, Barranca, Panetta) erano riconosciuti responsabili nella vicenda e si osservava “che le dissertazioni espresse con riferimento alla responsabilità del sindaco non escludevano che anche agli assessori ai lavori pubblici , proprio in ragione del peculiare settore da essi diretto, spettasse il compito di amministrare e coordinare le funzioni finalizzate alla realizzazione delle opere pubbliche. In qualità di responsabili dell'apparato burocratico relativo a detto settore avevano giocoforza l'obbligo di conoscere anche lo stato dei procedimenti espropriativi diretti all'esecuzione delle opere pubbliche al fine di riferire e comunicare al Sindaco le eventuali questioni che potessero ostacolarne la definizione..i loro comportamenti venivano in risalto per una incomprensibile inerzia. Sono usciti assolti dalla vicenda i responsabili dell'ufficio tecnico comunale Bellini ed Errigo in quanto la Corte dei Conti ha ritenuto che essi non avessero specifiche, comprovate, mansioni in materia di espropri, spettanti al Sindaco ed agli assessori. Antonio Tassone
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occella si sta preparando per un evento più unico che raro. Il 1 agosto il Teatro al Castello sarà la cornice esclusiva di una rassegna che vedrà l'alterarsi in scena delle più importanti realtà di danza della provincia. Andiamo per ordine: da Soverato la New Exedra di Janaina De Oliveira direzione artistica Giusy Fiorenza, da Roccella La Scuola di Danza Tersicoree di Lidia Strangio e la Danze Orientali di Valentina Montoro, da Siderno La A.S.D. Danza Dionisos di Ivana Sanci e la Scuola di Danza di Stefano Infusino, da Ardore la Scuola di Danza di Mary Varacalli, da Bovalino la New Fitness di Renata Galea, da Bianco la A JO D Associazione Jonica Danzatori di Natale Nucera, da Brancaleone la Scuola di Danza diretta da Alessia Sgambelluri, infine da Reggio Calabria la Dance Time diretta da Sergio Frangipane e l'Associazione Balletto Petrouchka di Rosalba Carneri. Presentati da Amedeo Baraldi Innovazione, varietà dei generi e degli stili sono i punti di forza del Festival: uno spettacolo di grande valore per la pluralità di talenti che si esibiranno: danza contemporanea, contact improvisation, neoclassica, teatro gestuale, danza di ricerca, hip hop sperimentale, repertorio rivisitato in chiave contemporanea, ma anche jazz, balletto puro e musical, insomma non mancherà nulla del panorama attuale dell'arte tersicorea. Gli organizzatori, supportati dal Comune di Roccella, dall'International Dance Association, dalla Federazione Italiana Danza Sportiva da Radio Siderno la Cometa, da Pigreco Communication srl agenzia di comunicazione pubblicitaria, e da Riviera settimanale provinciale d'informazione, sono certi che l'evento diverrà un appuntamento estivo fisso in crescita, che già a partire dal prossimo anno sarà ulteriormente arricchito con sessioni di stage, convegni e confronti che non coinvolgeranno solo il palco. D'altronde ogni sforzo profuso è come sempre mosso da una passione senza tempo, né geografia, né età: la danza. Pamela Albanese
SUMMER
Guerra fresca LIDIA ZITARA “L'italiano medio non ama gli alberi” è un luogo comune, ma è anche vero. Ne potrei fornire diretta testimonianza, ma nonostante l'odio per gli alberi, l'italiano medio ama moltissimo l'ombra. Specie quando è estate. Specie quando deve parcheggiare. Dopo aver tutto l'anno attuato strategie più o meno diplomatiche, che passano dal biglietto da visita di un giardiniere ad un'offerta di aiuto nel trovare una persona “in gamba, che le farà un bel lavoretto senza spenderci troppo”, a minacce, a reprimende
Pillole
Naturopatiche
A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone www.associazione-tone.it associazione.tone@gmail.com
NATUROPATIA, ALIMENTAZIONE E FERTILITÀ Nutrirsi è portare l'alimento nel corpo, fertilità è portare la vita in un seme. È molto frequente che arrivino all'attenzione di noi Naturopati coppie “apparentemente infertili” , dove l'approccio diagnostico non ha evidenziato problematiche funzionali ma persiste il sintomo o la difficoltà di una funzione. Mi capita frequentemente che, colleghi ginecologi, valutata la coppia nel loro insieme consigliano una consulenza naturopatica. La richiesta parte solitamente dalla figura femminile della coppia che arriva da noi sconfortata , impaurita, quasi sconfitta dall'idea che questa sia “l'ultima spiaggia”. L'esperienza e la pratica attraverso la Bioterapia Nutrizionale® ci permette di valutare costantemente la valenza dell'alimentazione quando gli alimenti opportunatamente selezionati nella composizione della sequenza dei pasti tengano conto delle caratteristiche costituzionali e neuro-endocrine del soggetto
in trattamento. Il trattamento alimentare combinato nel riequilibrare i parametri biochimici e fisiologici dei due partner, ci da risultati incoraggianti. Consideriamo per prima cosa la Tossicità Alimentare che potrebbe intervenire già nella fase adolescenziale: sia l'uomo che la donna sono chiamati ad un compito evolutivo fondamentale, quello di entrare progressivamente nell'età adulta. Non sottovalutabili in questa fase i profondi cambiamenti morfologici, funzionali e psichici che includono lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari. Nell'ultimo secolo e mezzo nei paesi economicamente sviluppati si è assistito ad un anticipo progressivo della pubertà spiegabile sulla base di diversi elementi come il maggior apporto calorico-proteico alimentare, che favoriscono con il tempo una tendenza al sovrappeso infantile; miglior condizioni igienico-sanitarie con minor incidenza di patologie infantili; il contesto psicologico e i modelli comportamentali, fortemente sessualizzati; l'attività fisica particolarmente intensa; anoressia; denutrizione…
sull'uscio di casa, il vicino, in estate trova finalmente una olimpica pace al suo odio per i rami che sporgono. Perché sotto può piazzarci la macchina. Chi ha un giardino che faccia ombra all'asfalto bollente lo sa: tutti i vicini si fiondano a parcheggiarci sotto, occupando ogni centimetro utile. Ognuno ha un suo stile: c'è chi lo fa con la grazia di una ballerina, prendendosi più spazio del giusto, e uscendo dall'auto come una modella. C'è chi lo fa in maniera arrogante, piazzando l'auto esattamente davanti al cancello di casa, costringendo chi ci abita a fare chilometri per portare le buste della spesa e le bottiglie d'acqua. C'è l' “imbucato” che trova mezzo spazio libero e ci si infila di prua, con una ruota sul marciapiede, lasciando la poppa dell'auto in mezzo alla strada. C'è poi chi lo fa al risparmio, riuscendo ad incastrare la macchina in spazi angusti, al millimetro, accanto ad altre macchine, laddove sarebbe sembrato impensabile. Ovviamente questo provocherà qualche disagio all'auto precedente e a quella successiva, che probabilmente non riusciranno a disincagliarsi, ma ciò non
CAIPIRINHA
Mai Tai
La caipirinha è un cocktail brasiliano a base di cachaça, lime, zucchero bianco e ghiaccio. Il suo nome deriva dal diminutivo della parola brasiliana caipira, usato per indicare gli abitanti delle zone rurali e remote dello stato.
Maita’i è una parola tahitiana che significa “buono”. Il nome del cocktail è tuttavia reso con due parole, a volte unite da un trattino o con l’iniziale maiuscola. Secondo Victor J. Bergeron del Trader Vic’s, il cocktail fu servito in occasione della visita di alcuni amici da Tahiti. Una di loro, Carrie Guild, dopo averlo assaggiato esclamò: “Maita’i roa ae!” (“molto buono!”), da cui deriva il nome.
GIN FIZZ AL MIRTILLO
Un long drink rinfrescante nato come variante del gin tonic, creato a sua volta dagli ufficiali della Marina Inglese per combattere la febbre, grazie alla vitamina C contenuta nel succo di limone. Al ritorno in patria i militari continuarono a miscelare il gin con il succo di limone, modificando nel corso del tempo gli ingredienti e aggiungendoci la soda water.
DAIQUIRI FROZEN ALLA FRAGOLA Il Daiquiri o Daiquirì è un sour cocktail di origini caraibiche a base di rum bianco, succo di lime e sciroppo di zucchero di canna. È servito principalmente in un bicchiere da cocktail, che può variare nel caso di variazioni fruttate.
conta: anche lui ha avuto il suo spazio a fresco dell'ombra. Alcuni arrivano da strade limitrofe per parcheggiarti sotto il muso: è una sorta di guerra fredda a chi si accaparra il posto migliore. Chi arriva tardi è costretto a parcheggiare sotto casa dei vicini, di solito delle scatole di cemento armato con un balcone -forse- in pieno sole. Non mi ero mai resa conto che la mia piccola casa potesse avere questa forma di attrattiva e la speciale qualità di attirare i cacciatori d'ombra. Ma solo d'estate: nelle altre stagioni è tutto un “signora, le more cadono per terra, signora si scivola”, “guardi che deve tagliare le rose perché non sono ad altezza regolamentare”, “signora qui è l'ENEL, il glicine che cresce nel vostro giardino potrebbe arrampicarsi sul filo e strapparlo”. Nessuna concessione -non dico al disordine - ma alla vita. Siamo così abituati a controllare la natura che pensiamo che essa possa, anzi debba, svilupparsi secondo i limiti, le regole, i canoni, e le limitazioni che noi le imponiamo.
PIÑA COLADA Drink dolcissimo a base di ananas pestata (come suggerisce il nome stesso in lingua spagnola), latte di cocco e rum chiaro. Dissetante e gustosa, la Piña Colada è uno dei cocktail esotici per antonomasia. A chi ne desidera una versione analcolica, altrettanto buona, si consiglia di togliere il rum.
MOJITO ALLA LIQUIRIZIA
Il Mojito è un famoso cocktail (long drink) alcolico di origine cubana, a base di rum bianco e profumato con foglie di menta pestate assieme a zucchero di canna e succo di lime, ingredienti a cui vanno aggiunti dell’angostura, ghiaccio e soda. Sembra che il nome Mojito derivi dal termine voodoo Mojo (incantesimo). La versione con il liquore alla liquirizia che vi proponiamo è ancora più golosa!
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Il sesto Festival Nazionale Teatro Magna Grecia La sesta edizione del Festival Nazionale di Teatro della Magna Grecia è stata organizzata grazie al patrocinio dei comuni di Locri, Gioiosa Jonica e Marina di Gioiosa Jonica. E questa è la prima novità di questa manifestazione. Durante la Conferenza stampa di presentazione svoltasi presso il comune di Locri i tre sindaci e l'assessore alla cultura del comune di Locri, Anna Sofia, hanno sottolineato l'importanza della manifestazione e il loro supporto e appoggio nei confronti dell'organizzazione. Quello del Magna Grecia è sempre stato infatti una delle punte di diamante dell'estate culturale e teatrale della Locride. Il direttore artistico del Festival, Domenico Pantano del Centro Teatrale Meridionale, ha messo in evidenza i cambiamenti di questa sesta edizione dovuti principalmente alla mancanza del patrocinio della Regione: «La Regione godeva di un finanziamento europeo, quindi aveva la possibilità di offrire spettacoli anche gratuiti.
Oggi è differente, sia perché il “Magna Grecia Teatro” non esiste più, sia perché noi non abbiamo questa possibilità di finanziamento. L'edizione di quest'anno prevede dieci spettacoli, con prima data giorno 1 agosto a Marina di Gioiosa Jonica. A Locri il primo appuntamento sarà per il 5 ago-
CAIPIROSKA AL KIWI
Una bevanda leggera e rinfrescante: una variante della caipiroska perfetta per un cocktail tra amici. Al posto dell’acqua frizzante si può usare anche l’acqua tonica.
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MOSCOW MULE
Questo cocktail è il risultato di una felice scoperta a due fatta nel 1941, quando un dipendente di una ditta produttrice di bevande analcoliche e il proprietario di un bar di Los Angeles dovettero trovare una soluzione sull’utilizzo di un’eccedenza di scorte di ginger.
sto presso il Tempio di Marasà. Tra gli artisti che prenderanno parte al Festival, ricordo Martufello, Gabriele Cirilli, Ornella Muti, Corrado Tedeschi. Inoltre ci sarà uno spettacolo del Magistrato Cosentino, dal titolo “Eva non è ancora nata”. Infine, sono previsti due spettacoli per famiglie con i burattini».
TEQUILA SUNRISE
Il tequila sunrise (sole nascente) è un long drink dissetante e alcolico, che può essere consumato a tutte le ore. Ha una base alcolica di tequila (distillato dell’agave, pianta messicana) alla quale va aggiunto succo di arancia bionda e uno spruzzo di sciroppo di granatina per creare l’effetto cromatico dell’alba. Il cocktail è nato negli anni ’50 in Messico per accogliere e dare il benvenuto ai turisti che arrivavano nelle allora nascenti Cancun e Acapulco.
APPLE MARTINI
Un cocktail tipicamente newyorkese, perfetto sia come aperitivo che per il dopocena. A base di vodka e mela verde, l’Apple Martini presenta molte varianti, configurandosi come un drink adatto a diversi momenti della giornata.
l’estate 2014
GERENZA
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POSTA
LA REPLICA Terza edizione del Festival della Memoria e dell’Identità L'UNLA e il suo Centro di Cultura per l'Educazione Permanente ha scelto le otto persone che saranno premiate con targa di benemerenza nella serata del 4 agosto (Villa Comunale, ore 21.30), nella manifestazione del "Festival della Memoria e dell'Identità", giunta alla terza edizione. “Mancheranno le targhe per due illustri bovalinesi, segnalati dal Centro, per i quali “provvederemo il prossimo anno, ci ha detto il Dirigente dell'UNLA”. Le targhe saranno consegnate ai familiari di: Mario La Cava (scrittore), Antonino e Francesco Vizzari ultimi pescatori dello storico rione "Borgo", Salvatore Cagliostro, impiegato dell'E.N.E.L., Elena Romeo ostetrica, Francesco Perrone, cantoniere ANAS, donna Tita Maisano, commerciante, Alfredo Vadalà impiegato comunale e Domenico Zappia ex sindaco di Bovalino negli anni '60, pensionato che ritirerà personalmente la targa. Ritorna quindi anche quest'anno il "Festival", quale momento di "memoria" e di "identità" dedicato ai giovani ai quali vengono presentati "profili" di bovalinesi che sono "Memoria" di un passato nobile incentrato sul duro ed onesto lavoro dove spiccano l'impegno, il sacrificio, il rispetto delle regole, il civile confronto, l'amore per la famiglia.. "L'incontro con i nativi, si concretizza in un "Festival-dedica" della riconoscenza, che non è "nostalgia" del passato bensì insieme dinamico di appartenenza e di profonda e consapevole identità, in un inizio di Millennio dominato dal vivere l'oggi e consumare il "presente" ridotto a materia, cancellando la gioia e l'impegno di pensare e costruire il proprio futuro. Una grande e sincera "festa" di popolo, quindi, che penetra nelle radici, alla riscoperta dei valori autentici di quanti hanno accompagnato la nostra vita con la loro presenza preziosa, affettuosa, laboriosa e rigorosa. L'UNLA attraverso il C..C.E.P. di Bovalino con il "Festival" vuole così continuare a rendere memoria soprattutto agli umili: contadini, casalinghe, ciabattini, panettieri, commercianti, ristoratori, meccanici, fabbri, sarti, muratori, pescatori, barbieri, carbonai, maniscalchi, stagnini, ferraioli, ma anche imprenditori, artisti, intellettuali, docenti, dipendenti comunali, provinciali, statali, rappresentanti delle Forze dell'Ordine, tutti coloro insomma che hanno permesso alla nostra società di crescere, in un periodo storico di grande povertà ma che hanno avuto il coraggio di ricostruire la speranza. "Riteniamo questo incontro-festa della riconoscenza ci dice Giuseppe Marzano, collaboratore del Centro Unla, un dovere e una necessità in quest'epoca segnata dall'individualismo e dal relativismo dove l'apparire prevale sull'essere e i veri valori polverizzati dal dilagare del raggiungimento di "bisogni" artatamente confezionati dai mass media". Perché una cosa è certa: sta emergendo la grande potenzialità del mondo giovanile che sta reagendo alle difficoltà con forte determinazione e continua a coltivare sostanziali attese per il futuro. “I giovani non cercano scorciatoie o soluzioni magiche, ha detto il cardinale Scola, chiedono piuttosto di essere messi in grado di affrontare i problemi con una rigorosa formazione professionale, animata dalla perenne ricerca del senso del vivere.” Non abbiamo scelta: dobbiamo essere in grado di sapere offrire alle nuove generazioni la sapienza del conoscere e del vivere”.
Taranto contro Ammendolia Col libro Il Partito Comunista Italiano e la “Repubblica di Caulonia” del 1945, edito da Laruffa Editore, io non mi proponevo affatto di scrivere la storia di quella rivolta, ma ho cercato soltanto di respingere il tentativo di addossare al PCI la responsabilità di essere stato complice e traditore di quell'evento. A questo intento mi sono attenuto. Questo mio lavoro è stato accolto con molto interesse da una vasta platea di lettori a Caulonia e nella zona ionica. Ho ricevuto attestati di stima da molti lettori di elevato prestigio intellettuale. È stata particolarmente apprezzata la puntuale e rigorosa ricerca e la solidità dell'argomentazione. In base alle quali, quella rivolta del 1945, viene da me ritenuta una miope avventura. Il professore Ilario Ammendolia non è d'accordo con me e lo scrive in un articolo apparso su La Riviera di domenica 13 luglio. Io non contesto affatto il diritto del prof. Ammendolia di non essere d'accordo con me: ben venga il confronto delle idee, la discussione aperta e leale. Quello che io gli contesto è la falsificazione di taluni fatti con l'intento di distogliere l'interesse dei lettori dal mio libro. Infatti, egli, riferendosi a me, prima mi definisce «antico militante comunista» - cioè fuori dalla modernità - e in seguito tra l'altro afferma: «Per dimostrare la propria tesi l'autore, più che a documenti storici, attinge ai suoi personali ricordi e a quelli di tanti altri militanti del PCI dell'epoca». Non è vero! Non è per niente così e lo dimostro! Tutte le confutazioni o affermazioni che il mio libro contiene sono tutte sorrette da dimostrazioni che reggono ogni prova. Io, oltre ai personali ricordi e più ancora che a questi ricordi, mi sono molto dedicato alla ricerca dei fatti reali, ricorrendo all'ausilio di molti documenti storici o a fonti certe. Ne cito solo alcuni: il libro del 1977 La Repubblica Rossa di Caulonia, che riporta scritti di Pasquino Crupi, Enzo Misefari, Eugenio Musulino e, soprattutto, Sharo Gambino con l'intervista a Pasquale Cavallaro; il libro del 1965 “Da Teheran a Yalta” con i verbali delle conferenze tra Churchill, Roosevelt e Stalin, dove si decisero le
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sorti del mondo; il quinto volume della “Storia del PCI” di Paolo Spriano; il libro del 1992 di Antonio Nicaso “Usurpatori e Usurpati” e altri ancora. Ho consultato l'Archivio Storico Centrale di Roma, l'Ufficio Anagrafe di Caulonia, il Comune di Lamezia Terme, gli archivi dei giornali russi Pravda e Izvestia, nonché i documenti relativi al V Congresso del PCI che si aprì il 29 dicembre 1945, eccetera. Tutto ciò per capire i fatti reali e inquadrare la situazione dell'epoca nel contesto locale, nazionale e internazionale. La lettera del 1973, con la quale il comunista Vincenzo De Guisa fa la sintesi della storia della sezione comunista di Caulonia, dalla fondazione al 1946, è un indubbio documento storico e come tale da me utilizzato. Ma l'articolo del prof. Ammendolia contiene anche altre affermazioni e frasi prive di fondamento: mi attribuisce tesi o frasi che nel libro non esistono o fa una forzatura nei riferimenti alla ndrangheta. Per esempio, scrive Ammendolia: «Né d'altra parte, sempre secondo Taranto, vi era necessità di organizzazioni clandestine per inviare “armi ai partigiani”. Il governo dell'Italia liberata era interamente impegnato su questo fronte». È questa una tesi interamente falsa, di cui non
c'è la minima traccia in nessuna delle pagine del mio libro. Simili cose costituiscono una manipolazione della verità. Ammendolia nella sua descrizione falsifica persino il titolo del mio libro aggiungendovi l'aggettivo «rossa» a «….Repubblica di Caulonia…», trasformando così il titolo «…Repubblica rossa di Caulonia…». Io questo aggettivo non l'ho usato a ragion veduta: per me si è trattato soltanto del sollevamento degli uomini armati di Cavallaro, che di rosso non aveva nulla. Se c'è chi voglia vedere in ciò le masse contadine, commette un errore. Perché le masse contadine come tali non venivano coinvolte e ad esse non era riservata nessuna rivendicazione e nessun ruolo specifico. Nella tematica della rivolta del 1945 non c'era proprio nulla che potesse essere riferito ai loro bisogni e ai loro interessi economici e politici di classe, o al socialismo più in generale, neanche genericamente. La rivolta aspirava ad un potere fine a se stesso. Tanto è vero che per darle dignità politica bisogna appiccicarla falsamente al PCI, invece di cercarla in se stessa. Concludendo. Io sono per il reale confronto delle idee, ma non accetto la deturpazione della realtà dei fatti. Vincenzo Taranto
ecensendo il libro di Vincenzo Taranto non intendevo affatto contestare l'utilità e il valore del suo lavoro , né avevo ragione alcuna per falsificare alcunché. Non ho partecipato a quei fatti e quindi non avrei niente né per esaltarmi , né da farmi perdonare. Posso aver interpretato male qualche passo del libro o anche l'intera opera. A volte succede. È vero, ho chiamato Vincenzo Taranto “antico militante”. Non riesco ad individuare l'offesa ma se tale viene considerato il termine da me usato, non ho difficoltà ad usare nei confronti dell'autore la parola che più le è gradita . Per esempio “giovane e moderno militante”. “Antico” mi dà l'idea di qualcosa che ha messo radici, che è più robusto, più pregiato, più solido. Evidentemente mi sono sbagliato. E' altrettanto vero, ho “travisato” il titolo parlando di “repubblica rossa di Caulonia al posto di “repubblica di Caulonia” Me ne scuso ma è la forza dell'abitudine. Sono quaranta anni che indico quei fatti con questo appellativo. Quanto al fatto che si tratti di Repubblica rossa ognuno ha le proprie convinzioni. Io continuo a ritenerla rossa. Per quanto riguarda la consultazione dei documenti ed il rigore scientifico dell'opera , ritengo che Taranto ne abbia consultato molti di più rispetto a quelli che cita nella sua risposta. Non mi permetterei assolutamente di negare il lavoro di ricerca che l'autore ha fatto . Tuttavia, quando ho parlato di ricordi personali ho solo inteso dire che l'autore aveva vissuto quei fatti sia direttamente( sia pur da ragazzo) che indirettamente. Un modo per sottolineare il valore e non per sminuire l'opera. Ma anche in questo caso posso essermi sbagliato ma non intravedo il dolo. Una recensione può essere giusta o sbagliata ma se non contiene insulti né per l'autore, né per l'opera meriterebbe lo stesso rispetto dell'opera recensita. Taranto non lo fa ed un po' mi dispiace. Soprattutto perché, con tutti i miei infiniti limiti , avevo recensito l'opera anche per stimolare alla lettura del libro ed aprire un dibattito. Me ne scuso con l'autore e continuerò a volergli bene.
RICORDANDO...
Due anni senza Pasquale Foti. Ciao papà "Chi guarda nei miei occhi Ritroverà i tuoi occhi, Siamo due gocce d'acqua Divise troppo in fretta. Non è mai stato giusto Perderti così presto Ma io ti sento, ti sento qua.. Ti sento la notte mentre sto per dormire, E mi lavo la faccia come mi hai insegnato a fare,
E prendo le cose solo di testa mia, Anche se cado continuo, anche se manchi continuo... Dai tuoi occhi ho imparato una cosa speciale, Che ad esser se stessi non c'è niente di male, E ti porto nel cuore, nella pelle, nel mondo Anche se sono arrabbiato, Perchè mi hai abbandonato.
Ti voglio bene, ti voglio bene... E si diventa grandi Senza sentirsi grandi, Bisogna andare avanti Anche se tu mi manchi, Non preoccuparti troppo Lo sai che io resisto.. Perché ti sento ti sento qua...." Ciao papà... Due anni senza te.. Sei sempre nei nostri pensieri.. Katia Foti
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SPORT
Calcio
calabrese
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Il prossimo 31 luglio ci sarà riunione del Consiglio Direttivo Nazionale per la determinazione degli organici del Campionato di Serie D. A seguire il Consiglio Direttivo del Comitato Regionale Calabria potrà determinare gli organici dei campionati regionali dopo la rinuncia di tre squadre del Campionato di Promozione.
Saverio Mirarchi:“tre fuoriquota in Eccellenza e Promozione” Presidente Mirarchi, una nuova stagione al via, ci può dire in che stato di salute si trova il calcio calabrese ? Il momento storico attuale dice che non solo il Meridione, ma tutta la nostra Nazione vive un momento di particolare congiuntura economica. Ovviamente anche il calcio , e quello dilettantistico e di base in particolare, vive questa situazione e ne viene condizionato. Per fortuna la passione, lo spirito di sacrificio e l’amore per il calcio dei nostri dirigenti in Calabria ha radici importanti e pertanto le realtà dei nostri Centri troveranno, anche quest’anno e sebbene con maggiori difficoltà, la forza per proseguire in attività che hanno un valore sociale di primo piano. Ci può dire se ci sono stati problemi d’iscrizione delle squadre per i campionati di Eccellenza, Promozione e Prima Categoria ? Il prossimo 31 luglio ci sarà riunione del Consiglio Direttivo Nazionale per la determinazione degli organici del Campionato di Serie D. A seguire il Consiglio Direttivo del Comitato Regionale Calabria potrà determinare gli organici dei campionati regionali per i quali abbiamo ricevuto la rinuncia di tre squadre del Campionato di Promozione, in linea con quanto avvenuto, purtroppo, nella passata stagione sportiva. Il fatto che ad essere
squalificati siano spesso dirigenti, calciatori e qualche volta anche il pubblico sugli spalti, anche in occasione di gare giovanili, non denota il fatto che in Calabria non esiste una grande correttezza sportiva? In Calabria il calcio, ma non solo quello, si vive con grande passione e calore che purtroppo spesso sfocia in atteggiamenti c h e
nulla hanno a che vedere con lo sport. Le regole ci sono e bisogna accettarle e rispettarle, se si decide di far parte di una qualsiasi organizzazione dell’attività civile. Fa certamente male
quando a commettere gesti irresponsabili sono coloro i quali nello sport o nella vita in genere dovrebbero invece svolgere le funzioni di educatori. Quindi occorre richiamare a tali valori e responsabilità i dirigenti, i tecnici, i calciatori più rappresentativi che sono da esempio per i più giovani, ed anche quei genitori che spesso dimenticano che comunque il calcio è solo un gioco ed i loro figli hanno solo voglia di divertirsi in modo sano e costruttivo. Occorre comprendere che il campo di calcio non è un luogo franco dove tutto è concesso ma esistono regole e responsabilità che devono essere condivise e comprese. E se così non fosse, gli Organi della Giustizia Sportiva e quelli della Giustizia Civile devono intervenire per garantire tale rispetto. Quali saranno le innovazioni più importanti che riguarderanno la prossima stagione calcistica tra i dilettanti calabresi? Di concerto con le nostre Società e per andare incontro alle loro esigenze abbiamo ristretto quanto più possibile i mesi entro i quali si svolgerà l’attività ufficiale che inizierà
il 31 agosto (quindi sostanzialmente a settembre) con la Coppa Italia e si concluderà il 30 aprile; il consueto Torneo delle Regioni per Rappresentative si svolgerà a fine stagione sportiva il che consentirà di eliminare quella lunga sosta Pasquale . Abbiamo inoltre riportato a tre, come già avviene in Promozione, il numero dei fuori quota nel campionato di Eccellenza e rinforzato i canali di comunicazione, sempre necessari, con il sito nuovo e le pagine facebook che ci consentono un immediato contatto con le nostre associate. Cosa si augura, su tutti i fronti, da questa stagione sportiva? Ovviamente che si possa uscire da questa fase di crisi economica che ci consentirebbe di avviare le nostre attività con serenità e tranquillità, cosa che purtroppo ormai non avviene da molto tempo. E poi mi piacerebbe vedere una nostra realtà raggiungere i vertici del nostro calcio a qualsiasi livello; che sia un calciatore, un tecnico, un dirigente, un arbitro o che sia una nostra squadra a fregiarsi di un titolo nazionale mi darebbe comunque grande soddisfazione e sarebbe il giusto riconoscimento ai sacrifici di tutti coloro i quali, a qualsiasi titolo, oggi si occupano di calcio dilettantistico e giovanile in Calabria. Mia sia consentito in conclusione di formulare il più grosso “in bocca al lupo” a tutte le società ed a tutti i nostri associati per la stagione sportiva che sta per iniziare, con l’augurio che ognuno possa raggiungere, con correttezza e lealtà, gli obiettivi prefissati. Antonio Tassone
COPERTINA
ERCOLE MACRÌ
IN UN TERRITORIO CON LA SANITÀ ORRIPILANTE, I TRASPORTI SOPPRESSI, I RAPPORTI SOCIALI DISINTEGRATI, LA TUTELA DELL’AMBIENTE DISARMANTE, LA MENTALITÀ PERDENTE; DOVE IL LAVORO SI PAGA SOTTOCOSTO E IN NERO, FINALMENTE UNA BELLA SPERANZA CHE CI FA GURDARE OLTRE IL BASSO ORIZZONTE A CUI CI SIAMO ABITUATI
’è un motivo se l’estate della Locride balla e ride fino all’alba, anzi due: Locri e Caulonia, negli anni, attraverso scelte lungimiranti, competenza, sperimentazione e qualche scopiazzatura, sono divenute per il popolo della notte calabrese le due principale potenze del divertimentificio regionale. Più di Tropea, Soverato, Le Castella e Praia a Mare. Anche questa è Romagna? «No, addirittura questa è po’ Ibiza», mi risponde secco Antonio D’Africa, uno dei principali collaboratori della discoteca Ushuaia di Caulonia, per scelta una piccola filiale dell’Ushuaia Tower d’Ibiza, la quarta “cattedrale” dei balocchi più gettonata al mondo. «Qui vengono a ballare dalla Sicilia, da Cosenza, Crotone, Vibo, Reggio Calabria» continua Antonio come se avesse di fronte il paradiso terrestre. Lui va a ballare fuori Italia ogni anno, per lui il Club Space di Miami, lo Space e Ushuaia Tower di Ibiza sono le suite degli arcangeli. Mentre il BCM Planet Dance di Maiorca, il Papaya Beach Club in Croazia e il Pacha e il Privilegi, sempre di Ibiza, sono quelle dei santi di prima fascia. «Grazie a questa discoteca lavora tutta Caulonia, ogni anno presentiamo una scenografia diversa, investiamo, ci rinnoviamo… questa è la regola per chi propone il cambiamento». Si tratta di crescita economica, una roba rara da queste parti… Spiegami meglio Antonio, sempre per cortesia, mai per comando… «Qui fuori, oltre l’ingresso, ogni sera finiscono panini e cornetti… più ne fanno, più ne vendono. Anche i distributori delle sigarette dopo le due di notte vanno in tilt. A Caulonia grazie all’Ushuaia tutto viene esaurito… nel senso buono del termine, naturalmente». E l’occupazione? «Solo nella serata dell’Ibiza Calling, il sabato…» Quella di Carmelo “Melody” Scordo, il dj sidernese?, lo interrompo. «Esattamente… sotto la consolle di Melody c’è una tribù di 2500 persone che sorride, si muove e a volte si fidanza. - Anche solo per una notte, penso maliziosamente tra me me - Solo il sabato lavorano dieci barman, venticinque della sicurezza, quattro dell’organizzazione, altrettanti scenografi, dieci camerieri e molti addetti alle pulizie che attaccano all’alba, quando ancora suonano gli ultimi dischi, mi dice con fierezza». Oltre il sabato? «Il cartellone propone alte due serate: il giovedì il Fluo Party di Mario Spataro -vocalist sidernese trapiantato a Milano (ndr) - e il venerdì il Wish, una nottata di Deep House e Tech House organizzata da un gruppo di ragazzi di Caulonia, me compreso. Da intenditori» conclude. Saluto il gentil Antonio, ma prima di andare via accorcio sulla battigia finendo in uno slalom speciale tra ombrelloni di paglia tropicale. Dal mare faccio una panoramica su questo locale enorme, uno stadium del divertimento, con più privè tra il legno e i turbo sound. Vado a ritroso fino ai miei vent’anni consapevole che se quello che sto guardando dal vivo ci fosse stato nel 1990, potevo fare a meno di andare in vacanza altrove. Caulonia, una piccola Ibiza, mi chiedo. La risposta dopo un solito minuto. Guardo oltre l’Ushuaia. Con uno zoom sfocato raggiungo le tapparelle chiuse delle case costruite per gli inglesi, un blocco che rappresenta l’utopia turistica della Locride, quella del turismo immobiliare castrato dalla vocazione antimafia di sceriffi sostenuti da sapienti rovinosi che rovinano, con la loro indole da fondale depressa, le fresche rivoluzioni di superficie. I giovani della Locride avrebbero bisogno di mischiarsi con il resto del mondo, non di essere costretti da vecchi becchi sfigati in un recinto limitato da provincialismo e malafede, tipico e tradizionale. Pochi giorni prima avevo sentito al telefono uno studio d’avvocati di Roma, dove agisce il difensore di Henry James Fitzsimons, l’irlandese che aveva visto nella Locride un tratto di Baleari. Le parole del penalista romano, qui di seguito, sono un macigno: «Il mio cliente ha utilizzato in Calabria lo stesso progetto, gli stessi protocolli utilizzati in Spagna, Portogallo e sud della Francia. Altrove ha creato occupazione duratura e crescita economica, nella Locride è stato arrestato». Ma questa è un’altra storia. L’odore di schiuma marina misto a quello di gelsomini me lo fa ricordare subito. Lascio l’Ushuaia e mi dirigo in macchina verso l’altra meta della notte dei calabresi festaioli. Ormeggio con la mia utilitaria davanti a Le Club di Locri intorno alle undici della notte di un mercoledì senza pretese, solo un po’ tropicale per colpa della pioggia e del caldo.
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IMMAGINI Foto grandi. Davide Ruso e Cristiano De Lucia a Le Club, Mario Spataro e Carmelo “Melody” Scordo all'Ushuaia. A sinistra. Peppe Fontana, fondatore The Different Party; Peppino Bruzzese, ideologo Welcome Party. A destra. Claudio Bata e Antonio D'Africa
Scendo ed entro in luogo trasformista che mi sa di absolut, con il suo bianco spartano masturbato da par led fucsia. Mi aspetta Davide Ruso uno dei due top player del Top, principale ritrovo invernale della Locride. Con lui c’è Claudio Bata. Quest’ultimo è della vecchia guardia, quindi sono felice che ci sia. Bata e Giovanna Varacalli sono gli organizzatori del Venerdì. Wonder è il nome della loro serata. Qui è successo il miracolo che aspettavano da tanti anni? chiedo a Claudio. «Senza il The Different party e il Welcome niente di tutto questo sarebbe stato possibile, né a Locri, né a Caulonia», mi risponde Bata prima di allargare il recinto a un puledro scalpitante che è diventato un cavallo di razza. Davide Ruso è l’organizzatore principe del sabato locrese: «# solocosebelle è il nome della mia serata. Bella gente, musica di qualità. Qui non è una discoteca vera e propria… Le Club è un contenitore camaleontico. A me piace vedere la gente ballare, ma anche parlare». Ma io non ti ho chiesto niente, volevo ancora parlare per nostalgia dei due storici kolossal? Ma non c’è niente da fare «Mojito o Margarita?» Cosa? - gli dico. «Che bevi?», mi domanda prima di attaccare un’altra filippica, ma lo fa con entusiasmo: «Lunedì la serata Rock con Fabio Nirta, martedì quella Italiana di Davide Monteleone e Jo Futia, venerdì e sabato lo sai, domenica l’aperitivo per intenditori di Bata e Jo Futia» Ma io non ti ho chiesto niente? «Sabato 9 agosto faccio l’evento. Porto Merk&Kremont, due Dj milanesi che c’invidiano nel resto del mondo, anche ad Ibiza». Ci sono stato 20 minuti fa. «Allora adesso sei a Formentera. Garantito», mi risponde dopo aver sgamato quale Ibiza intendessi, ma cadendo nella mia provocazione. Cambio discorso, a me piacciono sia Antonio di Caulonia che Davide di Siderno.
Quante persone t’aspetti per il tuo evento? «Oltre duemila, qui gli organizzatori siamo una pigna, una grande famiglia, ci aiutiamo a vicenda, il sabato non è mio, ma di tutti; come il venerdì e il resto della settimana. Quando quelli di Milano vengono a Locri rimangono a bocca aperta, non si aspettano l’avanguardia che noi proponiamo». È mezzanotte quando li saluto. Per me s’è fatto tardi, ma ho un po’ di fame. Davanti a un piccolo locale, un ragazzo vestito di una moda esagerata per apparire, uno di quelli per cui il comandare è meglio du futtiri e del ndi vidimu dopo, ritira con la mano nera qualcosa di commestibile senza pagare, mi pare. Ci rimango un po’ male per l’antico vizietto che affligge una città che guarda avanti. A dire la verità mi passa pure la fame. Faccio un’ultima riflessione prima di iniziare a scrivere quest’articolo. Le due serate d’evasione più importanti della Calabria sono organizzati da outsider sidernesi. Locri e Caulonia governano gli umori della luna, spiccando come due atolli di natura vulcanica nel deserto di un territorio sfinito, grazie a dei talenti originari di Siderno, la città morta. In un territorio dove la decadenza si taglia con l’ignoranza, dove i politici vendono mediocrità con i loro culi flaccidi, con la scuola in affanno, la sanità orripilante, i trasporti soppressi, i rapporti sociali disintegrati, la tutela dell’ambiente un rifiuto spalmato fino alle soglie delle abitazioni, la mentalità perdente; dove il lavoro si paga sottocosto, in nero e in ritardo (quando si paga); Carmelo Scordo, Mario Spataro, Davide Ruso e Claudio Bata, quattro ragazzi di una Siderno piegata dal mare e spezzata dai burocrati prefettizi, stanno contribuendo in modo fondamentale a una Bella Locride. E la febbre del sabato sera sale. Che vinca il migliore, mi auguro con gioia dopo una serata piena di progetti e sogni, per dei giovani creativi e degli imprenditori ribelli e originali che, quando si mettono in gioco, non hanno rivali.
RIVIERA
L’ANGOLO DI PARRELLO
E così tutti parlano di "ndrangheta". Politici, giornalisti, scrittori e gente comune, preparati in sociologia e psicologia, danno lezioni di "ndranghetismo". È sicuramente diventata una moda. Vogliono annullare dalla terminologia ecclesiastica la
Èdiventata unamoda
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CULTURA E SOCIETÀ
ARTE E DINTORNI di Domenico Spanò
parola "Padrino". Io che da tempo Padrino lo sono, dovrò rinunciare al titolo o la riforma vale solo da qui in avanti?. La Madonna vuole bene a tutte le persone del mondo unite nella preghiera. E non chiede alcun inchino. L'altro giorno ero seduto in
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la Cattolica di Stilo Tra i mille antichi valori e percorsi storici susseguitosi nella Calabria Jonica, spicca senza dubbio il suo antico legame con l’epoca Greco-Bizantina. Il simbolo lasciato di questa epoca sul territorio è sicuramente rappresentato dalla Cattolica di Stilo (R.C) un piccolo e grazioso tempio risalente al X secolo. Ancora oggi in essa vengono celebrati sporadicamente alcuni riti in occasione di particolari ricorrenze, come ad esempio per la Pasqua ortodossa officiata dai monaci greci. Questo simbolico edifici ricco di storia e arte, grazie ai suoi affreschi interni, fu la prima e più importante parrocchia della Universitas di Stilo e tale rimase sino al 1600 circa. Il piccolo edificio, rivestito esternamente con piccoli mattoncini di cotto color rosso che spiccano tra il verde della natura incontaminata che lo circonda, si trova alle pendici del Monte Consolino. La sua pianta a forma essenzialmente regolare, più o meno quadrata, ha ogni lato di circa 7m di lunghezza. Particolarissime le 5 cupole di forma cilindrica rivestite da mattonelle disposte a rombo e spezzate al centro da mattoni simili, posti a “dente di sega”, che permettono di rompere l’equilibrio e la regolarità della massa cubica sottostante. Il tetto e le cupole sono ricoperte da tegole di colore giallo rossastro, ma anticamente erano ricoperte da lamine di piombo. La cupola centrale spicca su tutto il complesso, ha diametro più lungo ed è situata più in alto di quelle perimetrali, ed ha quattro piccole finestrelle con due aperture (bifore) divise da grezze colonnine. Il portone di ingresso è sormontata da una architrave in legno e sopra l’architrave si trova un arco a tutto sesto incorniciato da dentellature di mattoni in cotto. Entrando nella chiesa a destra si trovano le absidi. All’interno il pavimento è a quadretti di creta rossa, e da li vi si s’innalzano quattro colonne di materiale e forme diverse, che sorreggono le volte del soffitto; dividendo geometricamente così l’interno in nove quadrati uguali. Regna l’equilibrio, grazia e geometria in questo piccolo complesso religioso, dove probabilmente la disciplina e la contemplazione ne erano fondamenti. L’origine Greco- Bizantina è documentata anche da una scritta sulla prima colonna a destra, in cui si trova anche scavata una croce, la frase riportata e tradotta dice: “ Dio il Signore apparve a noi “. Le altre tre colonne hanno ognuna una particolare forma differente: la prima a sinistra (con tracce incise di iscrizione arabe), si regge su un capitello corinzio rovesciato, mentre quella più avanti poggia su un capitello dorico. Probabilmente le origini delle quattro colonne interne al complesso provengono da antichi e diversi monumenti esistenti un tempo nel territorio della Kaulonite e portate nella piccola cattolica, e a ciò è legato anche una antica e curiosa leggenda, ossia le colonne furono portate da “quattro giovani donne del luogo, che durante l’erta ascesa del monte filavano tranquille, cantando, senza avvertire, quasi, il loro gravissimo peso”. Delle tre absidi (prothesys, bema e diakonikon), la centrale incorpora il piccolo altare. Sulla parete late-
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Sapere è libertà Le serate culturali della Associazione degli Amici del Libro e della Biblioteca di Siderno
La Calabria Greco- Bizantina:
villa, un po' distratto come al solito. Si avvicino' una persona e in tono confidenziale mi disse che se lui fosse stato al Governo avrebbe eliminato la 'ndrangheta in cinque minuti. Gli sorrisi e gli offrii una sigaretta. Franco Parrello
el rivolo della sorgente c'è la profezia del fiume. Allo stesso modo, l'Associazione degli Amici del Libro e della Biblioteca di Siderno sta facendo sgorgare da un terreno comunale diventato arido un piccolo flusso d'acqua destinato ad aumentare la propria portata. Ricordiamo ai lettori che, costituitasi nell'autunno dell'anno scorso, l'Associazione ha posto una pietra di scandalo di fronte al Municipio per rivendicare il diritto dei cittadini di avere una Biblioteca pubblica degna di questo nome. Come disse nel 2005 un amministratore sidernese in un convegno sul lascito di Leonida Répaci alla Casa della Cultura alla città di Palmi, l'accumulazione di sapienza sarebbe infeconda se essa non si estrinsecasse nella progettazione di strutture per la sua diffusione e per la fruizione collettiva.
Il sodalizio sidernese si è via via allargato, con adesioni di persone di buona volontà che hanno promosso una costante riflessione, senza voli pindarici e senza preclusioni, sul destino della nostra città legato necessariamente anche alla dimensione culturale. In specie, la promozione del libro come relazione di idee incoraggia l'impegno comune per il miglioramento delle condizioni sociali e politiche. Nelle cinque serate di fine luglio l'Associazione degli Amici del Libro e della Biblioteca intratterrà il pubblico nella villa comunale di Siderno su aspetti tematici della cultura, ovvero della vita di tutti. Non c'è progresso, non c'è cambiamento, che non nascano dal rafforzamento della identità culturale di un popolo e dalla consapevolezza che libero è solamente chi sa. Il sapere è libertà. A.L.B.
PROGRAMMA 28/07 Lunedì ore 21,00 “Ecologia consapevole” di Francesco Tassone interventi di Francesco Tassone, Peppe Platani, Vince Muià e Graziella Muià percorso sensoriale naturalistico 29/07 martedì ore 21,00 Alimentazione e Benessere “Sua maestà il porco” di Francesca Dodaro Interventi di Rosario Amelio, Gregorio Fuoco e Natale Bianchi. 30/07 mercoledì ore 21,00 “Calabria: enigma mediterraneo” In collaborazione con l'associazione Cambiamenti Interventi di Nik Spatari e Hiske Mass 31/07 giovedì ore 21,00 “Calabria erotica” di Sharo Gambino interventi di Domenico Angilletta, Rita Commisso, Francesco Caridi 01/08 venerdì ore 21,00 “Adulti contro bambini” Daniela Diano , Vittoria Profiti. In collaborazione con l'associazione Nati per leggere - Lucina Albanese e Vince Muia
A tu per tu con i Syndrome Innovativi ed eclettici, i Syndrome rappresentano una realtà della musica reggina e calabrese, essendo peraltro una delle band, se non l’unica, ad affrontare in Calabria un genere che lascia ampio spazio al virtuosismo come il funk. Con due dischi all’attivo, i giovani Syndrome hanno grandi progetti. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con la chitarra e voce di questa band, Raffaele Bova. Una breve presentazione per i nostri lettori. “Ci consideriamo una band funk rock indipendente. Ci formiamo ufficialmente nel 2007 per volontà di Claudio Bruno ed Emanuele Triglia (chitarra e basso del gruppo,ndr), i quali condividono gli stessi interessi musicali per i Red Hot Chili Peppers ed il genere funk in generale la formazione si stabilizza nel biennio 2010-2011 con l’arrivo del batterista avolese Fabio Listo, amante del classic rock e delle sue ritmiche, e con il mio arrivo al microfono ed alle chitarre d’accompagnamento. Nel 2011 esce il nostro album d’esordio: l’omonimo The Syndrome, seguito nel 2012 del singolo Funk Fugue che é anche il nostro primo videoclip ufficiale. Il 13 Dicembre del 2013 pubblichiamo il nostro secondo disco Appearnce, che attualmente stiamo promuovendo in giro per l’Italia e l’Europa e da cui abbiamo estratto 2 singoli: Angel e Bones di cui vi invitiamo a vizualizzare i videoclip su YouTube.” Quali progetti discografici avete per il futuro? “Siamo impegnati nella promo-
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Apprezzo dello 'Stato' dei Carafa di Bruzzano - anno 1689 GIOVANNI PITTARI
zione del nostro Appearance, ma in ogni caso chi si ferma è perduto, quindi stiamo preparando nuove tracce che confluiranno presto, si spera, in un nuovo lavoro che porterá con se tante sorprese per chi ci segue giá da un po’. “ Quali sono i futuri appuntamenti che ti senti di consigliare ai nostri lettori? “Per chi si trovasse in Ungheria, è la nostra esibizione a Vezsprem dove dal 23 al 27 Luglio faremo 4 imperdibili show unplugged, all’ Utcazene Festival.” Un bel traguardo quello dell’Ungheria. Ma la vostra esibizione della quale hai il più bel ricordo, fino ad ora? “La prima, la notte bianca di Avola nell’agosto 2011, quando, dopo solo tre prove, riusciamo ad aggiudicarci il 3° posto per i nostri primi due inediti (Temptation e Just Because of You). Questa magica serata ci ha indubbiamente dato la spinta giusta per dedicarci anima e corpo al nostro progetto.” Appearance è il vostro ultimo
lavoro. Ma come è nata l’idea di questo disco straordinario? “Appearance nasce dalla nostra voglia di impegnarci socialmente, l’album, infatti, è un concept che tratta il problema della tossicodipendenza e tutto, dalla copertina carica di simbolismo, ai testi, alle musiche vogliono rappresentare il calvario esistenziale che investe chi sceglie la droga. Per comprendere meglio questa problematica sociale ci siamo avvalsi della preziosa collaborazione di Exodus, la onlus diretta da don Antonio Mazzi”. Quali obiettivi vi siete posti per il futuro, soprattutto in un contesto forse difficile come quello di Reggio Calabria? “Puntiamo a lasciare un segno nella musica, come credo chiunque si dedichi all’arte, non per i soldi, anche se fanno comodo, non per il successo o i contratti, ma per poter ridare in cambio qualcosa ad una cosa così speciale com’è per noi la Musica che tanto ci ha insegnato e dato. Un obiettivo semplice e terribilmente arduo
È ancor fresco d'inchiostro il volume di Carmine Laganà: “Apprezzo dello 'Stato' dei Carafa di Bruzzano - anno 1689”, Franco Pancallo Editore, Locri 2014, un lavoro che costituisce una piccola parte di ricerca, condotta in archivi europei aventi per oggetto 'i Carafa di Roccella e Bruzzano e il Regno di Napoli'. Un libro che ho scoperto in circostanze fortuite, anche se l'editore mi aveva detto un gran bene del suo autore. Carmine Laganà è nato a Palizzi Marina (RC), terminate le scuole superiori, si è trasferito a Milano per ragioni di studio, dove ha conseguito la laurea in Architettura presso il Politecnico e poi svolto il ruolo di Cultore della Materia per il Dipartimento di Storia Moderna. Da sedici anni lavora nel reparto Costruzioni della società IKEA. L'Apprezzo dello 'Stato' di Bruzzano rappresenta uno spaccato fotografico al 1689 di una parte della Calabria fino ad oggi poco studiata. E come quasi tutti gli 'apprezzi' che venivano redatti nel Regno di Napoli è ricco di notizie riguardanti l'architettura, l'urbanistica, gli usi, i costumi, le abitudini, i commerci, l'agricoltura, la religione, le leggi e molti altri aspetti ancora, ma nel nostro caso specifico si evince una nuova scoperta del tutto sconosciuta che è l'origine albanese di questi popoli. Non a caso il libro si basa su documenti del tutto inediti di quelli che erano dodici centri abitati dell'estrema Calabria Ultra (Sambatello, Gallico, Santa Domenica, San Biagio, San Giovanni, Diminniti, Brancaleone, Staiti, Bruzzano, Ferruzzano, Motticella, Casalnuovo).
Un serata all’insegna della moda e della beneficenza per risvegliare Siderno Ciak… si sfila è un evento pensato per regalare a Siderno e ai giovani una serata diversa. Degna di quella che fu la capitale delle notti della Riviera dei Gelsomini. Una sfilata per risollevare lo spirito di una città in agonia, l’evento Ciak… si sfila vuole essere un motore. Siderno si riscoprirà in tutto il suo splendore per ospitare il 31 Luglio questa manifestazione ideata da Patrizia Panetta e dalle sue 7 collaboratrici. Al centro dell’evento le splendide creazioni del laboratorio sidernese che sfileranno indossate da modelle professioniste. Ma non solo. L’intera serata mira a sensibilizzare la popolazione verso la figura della donna. «Abbiamo voluto mettere al centro la donna per mandare un messaggio contro il femminicidio e la violenza che spesso le donne subiscono tra le pareti domestiche da chi dovrebbe più amarle e proteggerle», è con queste parole che Patrizia Panetta sintetizza la scelta di dedicare la serata «ad una figura da rispettare e preservare». È per questo motivo che durante la manifestazione sarà premiata Rita Caparra, una donna, un’eccellenza. Si interessa da anni dei meno fortunati e compie opere di bene in Kenya, proprio lo scorso anno è stata tra gli ostaggi sequestrati in un centro commerciale di Nairobi. Inoltre i fondi raccolti durante l’evento con la vendita dei bijoux saranno devoluti all’associazione Papa Giovanni XXIII, per aiutare Federica e Andrea che assistono 6 orfani nello slum di Soweto a Nairobi. La serata sarà presentata da Manila Nazzaro e Giacomo Battaglia e sarà ripresa in diretta da Telemia, con un intermezzo canoro di Emilia Mallamaci. L’organizzazione ringrazia tutti gli sponsor e le istituzioni che hanno concesso il loro patrocinio alla serata.
Il 2 Agosto l’XI edizione del premio
Giomo Trichilo
Il
Il Premio letterario “Giomo Trichilo” organizzato dall’Associazione culturale L’Eco di Siderno presieduta da Antonio Tassone, giunge alla sua undicesima edizione. La cerimonia di consegna dei premi si svolgerà sabato 2 agosto a Siderno, nella Piazza Vittorio Veneto di fronte al Municipio. Nessuno si aspettava un successo così eclatante. Una manifestazione importante che intende ricordate colui che veniva definito“u poeta analfabeta” che ormai non conosce ostacoli e si è consolidata tra quelle più importanti della nostra provincia. Il fine della manifestazione culturale è quello di tutelare, valorizzare e promuovere l’uso del dialetto. Il dato incontestabile è che ogni anno, senza grandi risorse, è stato creato creato uno spettacolo capace di richiamare il grande pubblico. Le caratteristiche della manifestazione, che si è ritagliato uno spazio nelle manifestazioni di nicchia dell’estate locridea, sono state a “mediaticità” che si è voluto dare allo spettacolo e la presenza di una compagnia teatrale di assoluto livello. Per quanto concerne la prima caratteristica saranno presenti molte emittenti regionali, sia televisive che radiofoniche. Negli anni scorsi il premio ha ottenuto ascolti record nelle programmazioni televisive andate in onda. Prima della rappresentazione della commedia “Me socera voli u si marita” che verrà messa in scena dalla Nuova Compagnia teatrale Deliese, ci sarà la consegna dei primi tre premi e del premio alla carriera che quest’anno verrà assegnato allo scrittore ed ex giornalista Rai, Gregorio Corigliano . Vi aspettiamo tutti
BIOGRAFIA Gregorio Corigliano, laureato in Economia all’Università di Messina nel 1970, è giornalista professionista. È stato Capo Ufficio stampa dell’Ente provinciale per il Turismo di Reggio Calabria. Dal 1982 in RAI, dove percorre tutta la carriera professionale fino a diventare Capo Redattore della sede regionale della Calabria. In RAI ha seguito i principali avvenimenti di cronaca degli anni ’80-’90 e poi gli eventi politici fino al 2010. Ha curato le Tribune politiche e realizzato numerose inchieste sulla Calabria anche per le testate radiofoniche e televisive nazionali. È stato dirigente nazionale organizzativo dell’USIGRAI, il sindacato giornalisti RAI. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il “Premio Cultura” della Presidenza dei Ministri, il “Premio Brutium”, il “Premio Crotone Pitagora”. Ha pubblicato il volume Un po’ di noi - Storia di un viaggio in Calabria che ancora continua. Attualmente è Presidente del Circolo della Stampa “Mariarosaria Sessa” di Cosenza. Editorialista del “Corriere della Calabria”. Da gennaio 2012 è Commissario del CoReCom – il Comitato Regionale delle Comunicazioni – organismo del Consiglio Regionale.
conduttrice della rassegna sarĂ Mara Rechichi
RIVIERA
BLOB
F re e J e r a x Bova Superiore a Luglio
Lassù, arroccata e stretta alla roccia che sembra esserle cresciuta attorno e che sembra essere emersa dopo la sua comparsa, sforando la tenera terra del monte, spuntando tra le case e i campi e gli alberi e diventando parte della sua umanità. La storia di questa terra è una storia di rocce conquistate e vinte, di presidi più adatti ai falchi, e di panorami a perdita d’occhio con di fronte il mare.
Consonanti cercasi
Anvedi Lourdes
Questa settimana, la nostra “iena” in giro per la strada statale 106 ci delizia con due autentiche perle: la scritta “Racolgo fero vechio” sul cassone del camion ed il maxy cartellone pubblicitario “se aquisti 2 capi il terzo e’ in omaggio”. Ok, d’accordo siamo in periodo di crisi e bisogna risparmiare ma caspita le consonanti non sono in omaggio: quelle si potrebbero usare senza il prendi tre e paghi due. Aquisto e racolgo....
El Pibe de Oro Il nostro amico Nicola Cardinale, titolare del negozio di abbigliamento sportivo “Cardinale Sport” si è trasferito in Corso Garibaldi lato Locri. Qui mentre abbraccia la statua di cera di Diego Armando Maradona. Sotto la statua si nota il cartello “non toccare”: il “pibe de oro”, infatti, si è trasformato con la “mano de dios” nel “pibe de cera”. E con le alte temperature estive rischia di sciogliersi come neve al sole. Vai Nik
I nostri amici si concedono all’improvvisato fotografo mentre girano liberamente per le strade di Gerace. Quanto rimpiangiamo i tempi in cui Salvatore Galluzzo riusciva ad organizzare eventi unici ed importanti. Non potrebbe trasferire solo un pochino delle sue capacita’ organizzative all’attuale Primo Cittadino?
In una posa tratta dal film “Ufficiale e gentiluomo”, il Richard Gere “de noi artri” non ha nulla da invidiare alla celebre star di Hollywood. Richard Gere e’ stato l’idolo di intere generazioni. Il capello bianco patinato rappresenta l’emblema della somiglianza tra il sidernese Andrea Cannatello e l’attore americano protagonista di tantissimi film di successo e sexy-simbol degli anni 90. E capirai.....Vai Andrea...
Continua il tour del mitico Tony White che stavolta e’ stato “paparazzato” nientepopodimeno che a Lourdes. E quanto giri Tony, possibile che tu sia sempre in movimento?
L’Oroscopone dei ragazzi Ariete: lei è così carina, così sulle nuvole, così “dolcemente complicata”. Non bada ai vostri brufoli, ai rossori improvvisi, alla miopia che vi costringe a portare montature fuori moda. Chiacchiera, chiacchiera chiacchiera, ma vi fa star bene con la sua comicità un po' surreale. Ricordate di non agitare prima dell'uso e di consumare con moderazione. Toro: siete un cavo ad alta tensione, sulla vostra fronte campeggia la scritta: “non toccare, pericolo di morte”, con l'omino colpito dal fulmine. Decidete se scaricare a terra come un parafulmine, oppure concentrarvi su un asteroide alieno e distruggerlo con una scarica da qualche miliardo di volt. Vi farà comodo una tuta in neoprene. Gemelli: una nuova auto fiammante è ciò che sognate: una bella decapottabile sportiva color rosso, sul quale far accomodare ragazze col corpo da modella. Ma guardatevi bene intorno, la patente è ancora giovane, non avete un conto in banca e le vostre amiche non hanno esattamente un corpo da modella. Consolatevi con l'autoradio.
D i re t t i s s i m a Bravissimi Mary Criniti e Gianfranco Solferino che hanno commentato in diretta l’arrivo di S.E. Monsignor Francesco Oliva nella Diocesi di LocriGerace
by Giuditta Cancro: se per entrare nell'esclusivo club di amici fichetti vi chiedono di ingoiare un pesce rosso vivo, rispondete che siete vegetariani. Di fatto il conformismo è stato inventato dai conformisti, ed è apprezzato solo dai conformisti. Volete emergere dal calderone dell'anonimato? Iniziate col rifiutare di fare ciò in cui non credete. E se non siete vegetariani avete il permesso di mangiare il pesce. Leone: cosa mi racconti di lei? Di lei chi? Lei-lei, o lei l'altra? O lei, l'altra dell'altra? No, perché dovreste fare un po' di chiarezza. Occhei gli ormoni e il caldo estivo, e le notti umide che aiutano certe cose, ma giocare a troppi tavoli vi costerà una fortuna, e comunque, o prima o dopo, o qui o lì, perderete la mano. Magari in senso non troppo metaforico. Vergine: vergine nacque Venere nelle acque della vostra mente. L'idea dell'idea, dell'idea dell'idea, e via dicendo, all'infinito, perché siete dei tipi plotiniani, di un sentimento che forse potrebbe chiamarsi “amore”, dilaga nello spazio altrimenti vuoto del vostro cervello. Attenzione: “amore” con combacia con “coccole sudaticce”, e in ogni caso controllate tutto: dall'alitosi alla profumazione del detergente intimo.
SETTIMANALE
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DOMENICA 27 LUGLIO
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Una bellissima foto storica ripescata dagli archivi fotografici della nostra citta’. Siamo a Siderno, precisamente nell’anno 1950, e quella e’ la fontana dei tre canali che si trovava in Contrada Gonia. Le donne del posto,come si servivano di quella fontana per fare il bucato. Altro che lavatrice a ciclo ridotto....
Che coppia !!! Direttamente dal presidio ospedaliero di Locri il signor Baldari ed il vice-sindaco di Ferruzzano Attilio Marando salutano i lettori di “Riviera”.
Selfie d’autore ad alti livelli tra Rosario, Martino e Domenico. L’occasione, che ha fatto l’uomo ladro, e’ stata la degustazione di un caffe’ al bar e successivamente la recita di una eccezionale poesia dialettale composta da Martino.Il titolo e’ top-secret
Incontri letterari Daniela Ferraro e Stefania Fiumanò intenti a discutere amabilmente nel corso del caffè letterario svoltosi a Locri
Shoulder to Shoulder Due bellezze mediterranee in versione “shoulder to shoulder”. Mimma Cacciatore e la sua amica in versione Juventus: stile bianconero
Fabri-Fibra Il new-look di Fabrizio che ormai riesce a contagiare sempre di piu’ uomini e donne. Qui lo vediamo insieme a due amici che manifestano apertamente il loro ok per il cambio immagine di Fabri..
Belle et Sebastien Direttamente dalla contrada Pantanizzi di Siderno, ecco a voi il mitico cane Aldo ed il simpaticissimo Andrea. Altro che Belle et Sebastien !!!
Fitwalking a Roccella Fatece largo che passiamo noi, sti giovanotti de roccella bella, semo ragazzi fatti cor pennello e le ragazze famo innamorà..e le ragazze famo innamorà..
Bilancia: Calma, silenzio, penna e wikipedia: tutti strumenti indispensabili per la marcia verso gli esami di riparazione a fine estate. Ma , da bravi furbetti quali siete, userete il libro al massimo come cuscino sulla sdraio in spiaggia, a fissare cosce abbronzate e sgambettii sulla battigia, dietro un paio di vistosi occhiali da sole. Ricordatevi che settembre arriva sempre.
Capricorno: un inatteso posto di blocco vi ferma mentre state procedendo ad alta velocità verso una meta non ben definita. Il poliziotto che si affaccia al finestrino è grosso quanto un armadio e vi chiede i documenti dell'auto. Senza revisione e con l'assicurazione scaduta da quasi un anno, vi conviene fingere un attacco epilettico per farvi portare di corsa al pronto soccorso.
Scorpione: Al diciottesimo della vostra fidanzatina, ma neanche, chiamiamola col suo nome, compagna di banco, siete in prima fila al tavolo con lei e i genitori, tutto 'mpistunatu, in mezzo a mousse di formaggio francese e carpaccio alla fiorentina. Al momento del brindisi esce fuori un anello. Fareste bene a nascondervi sotto al tavolo.
Acquario: Avete incontrato “Pericolosa” su Meetic e ve ne siete completamente invaghiti. Una ragazza provocante, con un profilo adatto a voi e una compatibilità del 90%. Quando arrivate all'appuntamento, con una rosa rossa all'occhiello, vedete la vostra ragazza con una rosa bianca tra i capelli, che aspetta al tavolo del bar. Girate i tacchi.
Sagittario: Stare cercando un po' di ecstasy liquida, ma non per aiutarvi con le ragazze, quanto per dimenticarvele? Attenti a non scambiarle col Guttalax di nonna, però.
Pesci: il videopoker vi ha catturati come polli in gabbia. Dopo aver accuratamente esaminato portamonete e borsellini di genitori, nonne, zie, amichi e amiche, parenti assortiti, conoscenti, e dopo aver chiesto prestiti su Facebook e sul vostro blog, decidete che per guadagnare soldi da giocare al videopoker l'unico sistema è andare a lavorare.
Patrizia Creazioni In attesa della grande sfilata di moda che si terrà nei prossimi giorni, la stilista Patrizia Panetta è stata fotografata assieme a delle splendide “creature”. Creazioni e creature: “binomio perfetto”.