Riviera n° 31 del 30/07/2017

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CONTROCOPERTINA

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Shark & Groove malati di vita È uscito il nuovo singolo di Shark&Groove “Sentirsi Vivi”. Ospite d’onore del videoclip Loris Loddi, celebre attore e doppiatore italiano, che in qualità di inviato speciale introduce il testo di una canzone risultata l'ennesima lezione di vita di due straordinari giovani della Locride.

“Sentirsi vivi” è la continuazione de “Il mondo gira”, il pezzo scritto due anni fa durante la partecipazione a Italia’s Got Talent, programma Sky che ha fatto conoscere Shark & Groove fuori dai confini regionali

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO “Il problema principale dell’umanità è quello di non sentirsi vivi. Nei momenti in cui sono stato veramente felice non mi accorgevo di quanto mi stesse accadendo. L’ho sempre realizzato il giorno dopo. La felicità non ti rende vivo. La sofferenza, al contrario, ti mette di fronte al dilemma dello spazio e del tempo. È quando soffri che riesci a cogliere il tuo vero essere”. A dichiararlo con disarmante saggezza è Giuseppe Costanzo, in arte Shark, euforico per l’uscita del nuovo singolo realizzato insieme ad Antonio Callà, l’inseparabile Groove. “Sentirsi vivi” è la continuazione de “Il mondo gira”, il pezzo scritto due anni fa durante la partecipazione a Italia’s Got Talent, programma in onda su Sky che ha fatto conoscere Shark & Groove fuori dai confini regionali. “L’abbiamo scritta l’anno scorso – continua Giuseppe, - a un anno da Italia’s Got Talent quando ci sentivamo tutto e non ci sentivamo niente. Io e Antonio non abbiamo mai pensato ‘siamo arrivati terzi… wow!’ ma ‘siamo solo arrivati terzi, cavolo!’. Sentirsi vivi è nato quando ci sentivamo sconfitti ma nello stesso tempo vincitori. Insomma: quando non capivamo cosa fossimo veramente”. Nel nuovo singolo di Shark & Groove torna forte il motivo del tempo, frequente nelle loro canzoni. “Il tempo scandisce le nostre vite. Siamo ossessionati dal tempo: data di nascita, compleanni, anniversari, fino alla data da scalfire su una lapide. Ci dimentichiamo, però, che ciò che importa non è quanto abbiamo vissuto ma come. Se vivi 100 anni ma non esci dalla tua bolla, non affronti la vita, non provi a realizzare i tuoi sogni, il tempo trascorso non li vale quei 100 anni! Ho avuto un amico che è morto a 19 anni però li ha vissuti così intensamente da avere molte più cose da raccontare di chi ne ha vissuti novanta ma si è lasciato scivolare il tempo addosso. La gente spreca tempo come se fosse gratis”. “Nel testo della canzone lo diciamo: ‘Viviamo nel presente di un futuro già nostalgico’ dichiara Antonio. - Stiamo, cioè, in pena per un futuro che ancora deve arrivare e immaginiamo che ci sarà qualcosa di cui sentiremo la mancanza. Anzichè goderci quel qualcosa pensiamo a quando potrà mancarci! È da folli!”

Anche in “Sentirsi vivi” tornano, dunque, numerose le frasi potenti a cui Shark & Groove ci hanno abituati .“Dio fece lo schizzo noi completiamo il disastro”. Questa è di Shark che così la spiega: “Noi siamo il disastro perché noi abbiamo creato la guerra, la fame nel mondo, una società che si basa sui soldi e sul potere. Il disastro fa parte dell’essere umano. Ma in fondo siamo qui per essere giudicati una volta terminata la vita terrena. Un mondo perfetto non avrebbe senso: avremmo l’accesso assicurato al paradiso ma che gusto ci sarebbe? Il disastro è necessario per apprezzare quanto c’è di buono”. “Pensieri in contrasto non danno luce al ritratto” è, invece, una frase di Groove. “Per poter stare bene insieme bisognerebbe immedesimarsi nell’altro, provare a comprenderlo – spiega Groove. - Solo così la vita può prendere la giusta forma e ogni ritratto può brillare”. A introdurre il testo di “Sentirsi vivi”, realiz-

zato da Bernardo Migliaccio Spina, l’attore e doppiatore Loris Loddi, per otto stagioni voce di Michael Hall nella serie televisiva Dexter. “Ho contattato Loris Loddi su facebook – racconta Groove - per complimentarmi con lui dopo aver visto tutte le stagioni di Dexter e Prison Break e per chiedergli se fosse disposto a registrare la sua voce per un nostro video. Lui non solo mi ha risposto ma mi ha anche riconosciuto e mi ha scritto che non mi avrebbe solo prestato la sua voce ma che sarebbe stato onorato di girare un video con me e Shark! Richiesta accolta!”. La passione per le serie tv accomuna Shark e Groove e nei pomeriggi d’inverno sono soliti organizzare delle vere maratone da cui trarre ispirazione per i loro pezzi. “Un mondo di zombie, per esempio, si ispira a The Walking Dead – rivela Shark. - La serie vede all’inizio una lotta tra zombie ed esseri umani che successivamente si ‘evolve’ in una lotta tra soli esseri umani. L’abbiamo utilizzata come metafora della società contemporanea: il 90% della popolazione mondiale segue un leader o una moda senza porsi troppe domande, comportandosi da zombie; il restante 10% non è comunque animato da propri ideali e la sua unica occupazione è alimentare una continua lotta, al proprio interno, senza soluzione. Siamo braccati in un mondo di zombie!”. Ad accompagnare Shark e Groove in redazione il padre di Shark sempre più fiero di questo duo in cui ha creduto fin da subito.

“Mio padre crede nella riuscita di Shark and Groove più di Shark & Groove stessi. È il nostro autista, manager, buttafuori...”. “Sono orgoglioso di mio figlio ma anche di Antonio, un figlio adottivo per me. Ho iniziato a credere che questa fosse la loro strada dal loro primo incontro e ho insistito perché ci credessero anche loro”. Giuseppe e Antonio si sono incontrati per caso alle superiori. “Studiavo Pirandello e scrivevo la sua storia in rima per ricordarla racconta Giuseppe. - E così facevo per tutti gli autori. La cugina di Antonio veniva in classe con me e un giorno mi chiese se scrivessi anche canzoni e mi parlò di lui: mi disse che suonava ben 7 strumenti e componeva musica. Io non ho mai studiato musica ma ho voluto conoscere questo Antonio. All’epoca non c’era facebook o whatsapp, c’erano i 4000 sms della Wind! Ho avuto il suo numero e per un po’ di tempo ci siamo sentiti per messaggi. Poi un giorno - da me c’era assemblea d’istituto Antonio è venuto a trovarmi. Non ci eravamo mai visti in foto. Io pensavo ‘chissà chi è!’ e lui pensava ‘chissà chi è!’. Quando ci siamo incontrati ci siamo detti: ‘Apposto!’. E da qui è nata la coppia”. Shark & Groove da allora fanno coppia fissa. Dalla loro partecipazione a Italia’s Got Talent sono cresciuti tantissimo anche a livello professionale. Hanno calcato i palchi di Viareggio, Firenze, Toronto, oltre che di tutta la Calabria, portando sempre Siderno nel cuore. “Quando ero a Milano per Italia’s Got Talent - continua Giuseppe - ho indossato la maglia con la scritta ‘Siderno’. Quando la Littizzetto ha salutato Siderno di fronte all’Italia intera ero più orgoglioso che si nominasse la mia città che gli Shark and Groove! Per la semifinale sono venuti a girare un video qui, sul lungomare: ero orgoglioso!”. Quanto, invece, a Siderno e alla Locride tutta, hanno dimostrato la stessa fierezza nei confronti di due ragazzi che hanno dato lezioni di umiltà, tenacia, oltre che grande professionalità all’Italia intera? “Siamo un paese strano” dice a mezza bocca Giuseppe. E questo mi basta per capire che le loro aspettative da parte di questo territorio sono andate in fumo. Ma come hanno sempre fatto, Shark & Groove trasformeranno questo fumo in profumo. Metteranno la delusione sotto spirito e ne uscirà fuori una nuova essenza che irroreranno con le loro canzoni.


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ATTUALITÀ

San Klaus patrono dei meridionali Dal momento che noi meridionali non sappiamo difenderci, anzi ci autoflagelliamo in continuazione addossandoci varie colpe storiche, il massmediologo Klaus Davi ha invocato Giustizia per noi mettendosi a litigare con la Biblioteca Palatina di Parma Visto che da qualche settimana non si sentiva parlare di lui, Klaus Davi ha ritenuto necessario sollevare un po’ di polvere mediatica, mettendosi a litigare con la Biblioteca Palatina di Parma, accusata di razzismo contro di noi, poveri minchioni meridionali, per non averci prestato la famosa Bibbia della Giudecca, datata 1475. Datosi che noi poveri minchioni meridionali non sappiamo difenderci, anzi ci autoflagelliamo in continuazione addossandoci varie colpe storiche, dall’estinzione dei dinosauri alla morte di Gesù, San Klaus ha invocato Giustizia per conto nostro, cosa che per solito ha due effetti: uno è la piena indifferenza (caso positivo), l’altro è la stigmatizzazione urbi et orbi (caso negativo e più frequente). E così la Biblioteca Palatina risponde a tono, additando noi poveri minchioni meridionali come poveracci.

I sindaci della Locride discutono sulle opportunità della ZES

Il luogo e le modalità sono speciali e di tutta eccezione. È l’Episcopio di Locri, con tanto di accoglienza esercitata in prima persona da S.E. il Vescovo Mons. Francesco Oliva, ad accogliere i Sindaci convenuti in Assemblea per discutere sui contenuti del Decreto-Legge 20 giugno 2017, n. 91. Disposizioni urgenti per la crescita economica del Mezzogiorno (G.U. Serie Generale n. 141 del 20.06.2017) – Problematiche e prospettive. A condurre i lavori i rispettivi presidenti dell’Assemblea e del Comitato dei Sindaci, Francesco Candia e Rosario Rocca. Presenti i rappresentanti dei principali Comuni della Locride, nonostante la concomitanze della scadenza degli assestamenti di bilancio che li vedeva impegnati nei Consigli Comunali, la discussione e il confronto si incentra sulla portata generale del provvedimento con cui l’esecutivo nazionale ha messo in campo il decreto legge, quale strumento di impatto socio-economico per sollevare il Mezzogiorno, il cui atto è ora all’esame delle Commissioni Parlamentari per la discussione d’aula relativa alla conversione in legge in calendario all’indomani. I Sindaci hanno focalizzato in particolare la tematica della istituzione di Zone Economiche Speciali (ZES); istituto di cui si parla oramai da tempo e che ora, finalmente, pare possa trovare effettiva applicazione anche nel Sud Italia.

La Bibbia ce l’hanno prestata nel 2013, dopo quella data infatti è stata richiesta ma mai concessa perché la Calabria non avrebbe il danaro per pagare lo spostamento del prezioso volume. Sarà vero, ma è lecito chiedersi di che cifre stiamo parlando e se per caso non siano un po’ esagerate. Peccato che San Klaus abbia mollato l’osso dopo aver riscosso un po’ di attenzione dai media, ci sarebbe piaciuto saperne di più, ad esempio come mai una bibbia stampata a Reggio si trova a Parma e se ci sia finita con le stesse usuali pratiche di rapina attraverso cui la Persefone di Locri è a Berlino e il Trono Ludovisi a Roma. A chi si chiede come mai noi poveri minchioni meridionali abbiamo stampato la prima Bibbia ebraica della storia, ricorderemo che in quel periodo il Sud era ricco, molto ricco. Se si traccia una “ics” sul Mar Mediterraneo, al centro c’è la Calabria. Questo lo sapevano i commercianti ebrei nel 1475 e lo sanno oggi la Cina, gli Stati Uniti e la Russia. Ma il “mare nostrum” è diventato “mare lorum”. Amen e cosìssia. Lidia Zitara

La definizione di massima della ZES e l’iter per addivenire ai decreti che disciplinano l’istituto e che sanciscono la effettiva istituzione consentono da subito di avere come punto di certezza che il ruolo cardine sulla vicenda è rappresentato dall’entità portuale di Gioia Tauro. I Sindaci ritengono che il requisito di “zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata, costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale e che comprenda almeno un’area portuale ecc ecc” possa vedere validamente la Locride insieme alla Piana di Gioia Tauro aspirare ed assurgere al nuovo rango di ZES. Perciò la riunione di lavoro che ha consentito ai primi cittadini di dedicarsi con serenità e riservatezza all’esame di tale opportunità ha sortito conclusioni condivise che li vedrà prossimamente impegnati a sostenere la proposta nei confronti dei livelli istituzionali di Stato e di quelli regionali, per il raggiungimento dell’obiettivo. Previamente sarà curato il debito coinvolgimento dei corpi sociali e delle associazioni rappresentative del territorio per realizzare il massimo coagulo e la necessaria consapevolezza su detta ambita realtà. Al momento la partecipazione del Vescovo risulta essere di grande valenza rappresentativa anche in relazione alle aspettative che le popolazioni nutrono rispetto alle variegate misure contenute nel provvedimento legislativo.

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GIUDIZIARIA

La “Armonia” delle ’ndrine Ulteriori essenziali e doverosamente menzionabili contributi all’ulteriore arricchimento dell’attuale bagaglio di conoscenze sui complessi meccanismi di funzionamento dell’assetto strutturale ed organico della ‘ndrangheta venivano forniti dalla parte finale di una conversazione del 4 agosto 1998, intercorrente tra due soggetti ritenuti dagli inquirenti al vertice del sistema criminoso reggino. Il dialogo svelava l’esistenza di una procedura in virtù della quale si rendeva possibile, in presenza di particolari e contingenti situazioni di conflitto o dissapore maturate nei “Locali”, la “chiusura” degli stessi e l’eventuale rimpiazzo dei componenti la rispettiva “Copiata” con altri affiliati capaci di dirimere il conflitto e riportare, come il M. sovente ripete con solenne tono pedagogico, l’”Armonia”. Nella fattispecie, infatti, la conversazione cui è cenno svelava l’esistenza di tensioni maturate, appunto, nei “Locali” di Palizzi Marina e Spropoli i cui componenti le rispettive “Copiate” si meditava venissero rapidamente estromessi ed i “locali” stessi momentaneamente “chiusi” in attesa di procedere alla nomina di nuovi referenti. Significativi erano, in tal senso i riferimenti a tale “CECIO O.” ed a tale “MICO L.” che avrebbero rivestito ruoli importanti nella diatriba. La complessa procedura di chiusura del “Locale” era anche rivelata ed ulteriormente arricchita di nuovi ed inediti particolari da altra conversazione ambientale-veicolare intercettata il 14.10.1998. Secondo gli inquirenti dalla logica interpretazione del brano di conversazione emergeva “chiaramente”, analogamente a quanto sopra accennato in ordine alla vicenda di Palizzi, la sussistenza di uno stato di crisi e tensione profonda in un “Locale” della Locride, che avrebbe generato l’incancrenirsi dei rapporti tra le opposte compagini colà egemoni. Affiorava, altresì, un interessamento diretto di Z.L. (referente per Africo) e di P.G. (referente per San Luca) nella risoluzione della diatriba. Il M. S. lasciava chiaramente intendere che l’interesse alla risoluzione del conflitto era tale da spingere la Commissione Provinciale -“Tutta la Provincia”- a disporre, analogamente a Palizzi, la “chiusura del Locale” in attesa di una soluzione radicale e definitiva che evitasse il contagio di analoghi dissidi ai Locali contigui. La procedura di eventuale chiusura del Locale della Locride, elevabile verosimilmente a prassi generale, prevedeva la possibilità di adire “i cinque Locali”, previo il pagamento di una cauzione, che, a mò di giudizio d’appello, avrebbero vagliato nuovamente le circostanze, gli accadimenti ed i dissidi interni al detto Locale da chiudere ed eventualmente deliberato in difformità a quanto disposto precedentemente. Il riferimento ai cinque Locali non può non connettersi a quelli che, storicamente, hanno sempre rappresentato i “Locali” più potenti e prestigiosi in Calabria: San Luca, Africo, Platì, Sinopoli, Cirò Marina e Gioisa Jonica.



LA COPERTINA

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Caulonia 2.0: cronaca di un’odissea contemporanea JACOPO GIUCA bilancio dei primi cinquanta giorni dell’Amministrazione Comunale di Caulonia, almeno in ambito sociale, potrebbe rivelarsi fortemente deficitario. La complicata questione “Caulonia 2.0”, deflagrata negli scorsi giorni, potrebbe trasformarsi in una vera e propria debacle per la neonata amministrazione Belcastro che, costretta a mettere delle pezze a una decisione evidentemente frettolosa presa da chi l’ha preceduta, deve adesso rimboccarsi le maniche per poter salvare 43 lavoratori che rischiano di non avere un futuro. Ma andiamo con ordine. Il progetto di accoglienza ai minori non accompagnati che l’Associazione “Caulonia 2.0” appronta in collaborazione con la Cooperativa Sociale “Nuove Frontiere” prende forma nella primavera del 2016, quando i presidenti Antonella Ierace e Alfredo Piscioneri partecipano a un bando del Ministero dell’Interno per aggiudicarsi l’affidamento di 50 minori presso il comune di Caulonia. Il bando, che prevede la gestione diretta da parte di privati, non pesa sulle spalle degli enti territoriali o regionali e utilizza fondi Europei, evenienza che, nonostante il numero ridotto di progetti del genere nell’intero Paese (siamo nell’ordine dei 10 o 15 in tutta la Nazione) fa sorgere nei partecipanti la ragionevole speranza di creare un piano di assistenza valido e posti di lavoro a tempo indeterminato di lì a pochi mesi. Risultati vincitori del bando ministeriale, nell’agosto del 2016 “Caulonia 2.0” e “Nuove Frontiere” trovano le strutture presso le quali accogliere i minori stranieri e, se nel caso della Cooperativa Sociale si reperisce una

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Il progetto di accoglienza prende forma nel 2016 ma, dopo aver vinto il bando, per “Caulonia 2.0” inizia un calvario che l’inefficienza dell’ufficio tecnico e le elezioni di giugno rallentano all’inverosimile.

struttura privata, l’Associazione si rivolge al Comune allora guidato da Ninni Riccio per la concessione di un immobile pubblico. Comprendendo l’importanza del progetto la giunta Riccio si adopera immediatamente a concedere in locazione a “Caulonia 2.0” i locali della ex scuola Ursini, permettendo così all’Associazione di affrontare con la massima celerità le beghe burocratiche per l’utilizzo dei locali. Una volta ottenute tutte le carte, tuttavia, Riccio e i suoi si rendono conto che la scuola Ursini non è accatastata a causa di procedure di esproprio condotte negli anni ’60 e si demanda all’ufficio tecnico comunale la risoluzione del problema. L’ufficio si rivela estremamente lento e, ad autunno inoltrato, sono diversi i solleciti inviati al suo indirizzo da parte del sindaco Riccio e del suo vice Caterina Belcastro affinché la situazione venga sbloccata.

Era appena stato avviato il progetto di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati a Caulonia, ma la scoperta che gli immobili concessi dall’Amministrazione Riccio all’associazione “Caulonia 2.0” non erano accatastati ha fermato tutto. Come se non bastasse, la pur giusta pretesa della neonata giunta Belcastro di chiarire la vicenda sta trasformando la questione da tecnica a politica, danneggiando ulteriormente i minori e i 43 impiegati di “Caulonia 2.0” rimasti senza lavoro. Uno spiraglio sembra aprirsi quando, nel marzo 2017, viene finalmente data comunicazione relativa all’ultimazione delle procedure che dovrebbero dunque dare il via libera al contratto di locazione ma, nonostante a fine maggio una delibera di giunta conceda l’utilizzo della struttura, le carte che testimoniano l’avvenuto accatastamento continuano a essere non consultabili. Durante il periodo elettorale Antonella Ierace si candida a consigliere comunale con “Officina delle idee”, schieramento che poi uscirà sconfitto dall’agone elettorale in favore della lista “Caulonia Città Futura” capitanata dall’ex vicesindaco Caterina Belcastro. Atteso l’insediamento del nuovo Consiglio Comunale, “Caulonia 2.0” ricomincia a fare pressione relativamente alla visione delle carte necessarie alla consegna in comodato dei locali ma la giunta, demandando a sé i compiti che avrebbe dovuto espletare l’ufficio tec-

nico, comincia a parlare di illeciti e invoca un parere legale. Sostenendo l’illegittimità della delibera con la quale la giunta Riccio concedeva all’associazione la locazione dei locali, l’Amministrazione Belcastro affida il giudizio al pool di avvocati mettendo in discussione la legittimità delle decisioni della precedente amministrazione, considerato che le norme che regolano l’operato delle Amministrazioni locali prevedono che sia la giunta a occuparsi della cessione e/o della locazione dei beni immobili di competenza comunale e che siano le alienazioni a dover passare attraverso le delibere di consiglio. Reso effettivo il blocco del progetto, all’insorgere delle prime polemiche relative soprattutto al trattamento riservato ai minori e ai lavoratori, vere vittime di questa intricata matassa, la giunta comunale ha iniziato ad attribuire le mancanze della precedente amministrazione all’Associazione, imputandole una condotta illegale che ci si rifiuta di indicare con maggiore precisione. Anzi, il fatto stesso che l’agibilità della struttura privata adesso gestita da “Nuove Frontiere” sia stata concessa con due settimane di ritardo rispetto alle scadenze e che il comune non abbia avviato le pratiche di sanabilità ma abbia preferito procedere con la revoca del progetto, lascia supporre che la questione si stia rapidamente trasformando da tecnica a politica. E in particolare lasciano intravedere questo scenario le dichiarazioni dell’Assessore al Bilancio Attilio Tucci che, durante la conferenza del 24 luglio, ha affermato che, a pensar male, sarebbe portato a credere che il progetto sia nato esclusivamente per rastrellare voti in vista delle elezioni dello scorso giugno. Fermo restando che è giustissima e anzi ammirevole la pretesa dell’attuale Amministrazione di agire nel più totale rispetto della legalità, l’invito che Antonella Ierace, in qualità di presidente di “Caulonia 2.0” e non certo di consigliere di opposizione, avanza alla giunta comunale, è che l’immobile venga concesso nei termini legali ritenuti più opportuni a patto che i tempi di concessione siano i più brevi possibile. Il tutto nell’interesse esclusivo dei minori e dei 43 lavoratori che, grazie al progetto, avevano cominciato a sognare un futuro normale per sé e per le proprie famiglie. E che oggi sono stati ricacciati loro malgrado in un incubo che non meritano di vivere.


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Cronaca di una settimana difficile: venerdì sera si è svolta l’assemblea pubblica durante la quale hanno preso la parola i gestori del progetto e i ragazzi rimasti senza lavoro; lunedì si è tenuta la conferenza stampa del Comune per chiarire la propria posizione, alla quale ha risposto il giorno successivo l'ex primo cittadino Ninni Riccio; mercoledì Antonella Ierace e Alfredo Piscioneri sono venuti a trovarci in redazione per raccontarci gli aspetti tecnici di questa complicata vicenda.

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L’opinione

La politica ignori la burocrazia E si occupi della sostanza Il caso del progetto di accoglienza ai minori non accompagnati a Ursini di Caulonia, come spesso accade, ha colpito solo una categoria di persone: quella dei deboli. Nessuno si occupa di loro ma, in una terra come la nostra, la perdita di 43 posti di lavoro e l’abbandono dei minori stranieri può rappresentare solo più disperazione, più odio, più rischio di criminalità, più infelicità. ILARIO AMMENDOLIA Quaranta lavoratori, impegnati in un progetto di accoglienza ai minori non accompagnati a Ursini di Caulonia, stanno per restare senza lavoro. Ognuno può pensarla come vuole sull’accoglienza dei migranti, ma i “centri” sono come i presidi sanitari, se non si possono realizzare in un centro si deve optare per un luogo diverso. Quasi tutti gli operatori, prima di questa esperienza lavorativa, erano disoccupati di lungo corso, quindi soggetti estremamente deboli. E dei deboli non si occupa nessuno: né i sindacati, né i partiti, né i giornali, né i sindaci, né i consiglieri regionali o i parlamentari. Eppure, secondo Fra Cristoforo, personaggio centrale dei Promessi Sposi, i deboli - anche quando sembrano abbandonati da tutti -possono contare sulla protezione di Dio. Qualche volta mi assalgono mille dubbi ma ritengo indimenticabile la scena in cui Cristoforo, con il dito alzato, grida il suo sdegno in faccia a don Rodrigo, signorotto del paese, che si sente forte perché tutto il

“potere” è dalla sua parte. Io solitamente non vado in Chiesa, ma vorrei tanto che “Dio” mettesse sotto la Sua protezione i ragazzini di colore che sono stati costretti a lasciare in lacrime Caulonia e tuteli i 43 operatori che rischiano di restare senza lavoro. Se però andassi in Chiesa mi sentirei in estremo imbarazzo nel caso in cui avessi sulla coscienza la sospensione dal lavoro di una sola persona. Le lacrime di un solo ragazzo! Non mi interessa sapere chi, in questo caso, è responsabile di una tale tragedia sociale. Anzi, non lo voglio proprio sapere. So per certo però che la Politica ha il dovere di affrontare e risolvere i problemi oppure diventa inutile e dannosa, anzi si trasforma nel ghigno arrogante e scellerato del potere in preda ad un folle attacco di onnipotenza. Inoltre, quando il “politico” si rifugia dietro eventuali cavilli burocratici trascurando la sostanza delle cose, diventa codardo al punto di non aver il coraggio civile di assumersi la propria responsabilità. Certo, ogni cosa deve essere risolta nella più autentica legalità e nel massimo della

trasparenza, per cui se un solo e pur debole dubbio ci dovesse essere su un “progetto” occorre denunciarlo con fermezza alle autorità competenti, inclusa l’autorità giudiziaria. In caso contrario non si tratta di “dubbio” ma di uno spregiudicato uso della calunnia, o meglio, dell’infame arte (nota a molti) di demolire e infangare tutto in modo da potersi rotolare e pavoneggiare nella propria nullità politica! E Dio solo sa quanti autentici e laidi ladri di soldi, di lealtà e di fiducia e quanti volgari calunniatori fanno i predicatori moralisti! In conclusione, è doveroso porsi una domanda: cosa significa per una terra come la nostra il fatto che 43 persone, padri di famiglia, disoccupati di lungo corso, ragazzi a rischio di devianza, perdano il lavoro? Che avremo più disperazione, più odio, più rischio di criminalità, più infelicità. Significa far perdere a 43 famiglie la fiducia nel “Prossimo” e il rispetto per le Istituzioni; mettere in crisi la convivenza civile; far regredire ancora di più un paese duramente provato, palesemente frammentato, accecato da ogni capacità proget-

tuale o politica. Certo, i lavoratori non chiedono favori, non vogliono “privilegi” ma si battono sino alle estreme conseguenze - e sempre con le armi della democrazia - per il rispetto dei loro diritti, per la difesa della loro dignità. Se una scelta scellerata dovesse prevalere a nessuno è consentito di essere don Abbondio perché non deve essere lecito per alcuno toglier il pane di bocca a chi vive solo del proprio lavoro. Nessuno può autorizzare i sazi ad affamare i digiuni. Circa dieci anni fa un giornale cattolico, “Perfetta Letizia”, parlando dei paesi della Locride e di Caulonia solidale e accogliente, aperta e colta, affermava che questo paese s’é conquistato un posto nella storia della civiltà. E non è un caso che, otto anni fa, il Ministero dell’Interno abbia individuato Caulonia come Comune di assoluta avanguardia, invitandolo a rappresentare l’Italia nell’assemblea generale dei Paesi del Mediterraneo tenutesi a Castel dell’Ovo a Napoli. Civili, umani, solidali siamo stati allora e tali vorremmo rimanere!


ATTUALITÀ

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I cocktail del sidernese Nicolò Bolognino conquistano la finale mondiale in Nicaragua

È stato selezionato tra 10 barmen in tutta Italia per partecipare alla "RUM FRONTIER 2017 cocktail competition", concorso di mixology che ha avuto come ingrediente base il rum a 5 stelle autentico del Nicaragua, Flor de Cana, l'unico rum al mondo invecchiato in clima vulcanico. E anche stavolta il sidernese Nicolò Bolognino, che si è già distinto sul panorama nazionale per la sua passione per il bartending, ormai diventata arte pura - anzi sarebbe il caso di dire, distillata! - ha dato prova della stessa vulcanicità che caratterizza il rum mixato. Primo classificato nella finale di Milano, che si è tenuta lo scorso 24 luglio Loolapaloosa, locale super cool nel cuore della movida di Corso Como, punto di riferimento da vent'anni per il pubblico italiano e internazionale. Nicolò ha proposto quattro drink: il primo realizzato con Flor de Cana Extra Seco 4, un drink sofisticato e innovativo; un altro con l'Anejo Clasico 5, un long drink fresco ed estivo, che ha raccolto, rivisitandone il mixer, l’eredità del classico rum e cola; un terzo drink realizzato con il Gran Reserva 7, uno short drink studiato e raffinato; e infine un “twist on classic” Centenario 12 in cui ha proposto una sua versione del Rum Old Fashioned. Con la sua drink list Nicolò ha straconvinto la giuria aggiudicandosi il primo premio: un viaggio in Nicaragua. Partirà il prossimo 10 settembre e fino al 15 sarà impegnato nella "Nicaragua experience" durante la quale sfiderà, nella finale globale, gli altri bartenders provenienti da tutto il mondo. Congratulazioni Nicolò! Siderno brinda alla tua nuova vittoria e incrocia le dita per la prossima! mgc

Il sindaco di Bovalino incontra la Commissione Parlamentare Antimafia

L'Avvocato Gallo di Siderno ai microfoni della Rai John Elkann sbarca al Porto di Roccella Presenti anche le telecamere della Rai, come nei mesi scorsi quelle di Rete 4, alla lettura del dispositivo della sentenza a carico del vigilante che aveva sventato un furto in un centro commerciale e che era stato aggredito dagli stessi malintenzionati cui aveva provocato una lesione all'atto di difendersi. Derubricato il reato a carico del vigilante in lesioni colpose, ma provvisionale per danni fisici patiti da uno dei 3 ladri.

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Lo scorso 22 luglio, il Porto delle Grazie ha accolto in via riservata John Elkann, Presidente del Gruppo Fiat. A bordo di un’elegante imbarcazione in legno durante una breve vacanza con i propri familiari, l’illustre ospite ha ricevuto nel corso della serata la visita dello staff della Porto delle Grazie S.r.l. Il Presidente Elkann, al quale sono stati regalati alcuni prodotti tipici a base di bergamotto, ha manifestato la propria curiosità su alcuni aspetti del Porto e di Roccella Ionica, soffermandosi sul Castello Carafa recentemente inaugurato dopo i lavori di restauro e ben visibile dalla struttura portuale.

Siderno: l’inciviltà persiste complici anche i turisti

Questa settimana il sindaco di Bovalino, Vincenzo Maesano, si è recato a Palazzo San Macuto per essere audito dalla Commissione Parlamentare antimafia presieduta dall’Onorevole Rosy Bindi. L’incontro, programmato dalla Commissione per tutti i primi cittadini delle città precedentemente commissariate per infiltrazioni mafiose, ha permesso a Maesano di porre l’accento sulle criticità di Bovalino e sulle urgenze che lui e la sua giunta comunale dovranno affrontare per garantire al paese di ritornare alla normalità. Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco, che ha letto nell’evento la prova dell’interesse dello Stato per i comuni che hanno subito un commissariamento e l’occasione per dimostrare, alla Commissione e alla cittadinanza, che la giunta sta agendo nella massima legalità e trasparenza.

CALABRESE PER CASO * di Giuseppe Romeo

Se la Calabria è nemesi di se stessa Stagione turistica iniziata dovunque, turisti in movimento in Italia, musei aperti nelle città più gettonate, spiagge illustri che si apprestano a vivere il momento più esaltante di un anno che per ogni italiano è sempre più pesante al punto che nessuna crisi riesce a fermare la giusta voglia di esorcizzare in una vacanza difficoltà, tristezze e precarietà che occupano le menti di molti, troppi di noi. Stagione di cambiamenti, anche, che guardano ad un nuovo modo di interpretare i rapporti sociali ed economici, nel tentativo di offrire speranze di riassetto di un Paese che vuole tornare a vivere e che chiede di essere protagonista, pur nella sua debole credibilità politica che si pesa ogni giorno. Eppure, di fronte a tali intenzioni, alla voglia di cambiare che si respira, anche se debolmente, dovunque in Calabria questa voglia sembra essere ancora più timida. Al di là delle intenzioni manifestate nelle occasioni più disparate, andando oltre il politicamente corretto delle istituzioni, sembra che si continui a preferire lo stare a guardare, magari preoccupandosi di curare le ferite dovute alle mai troppe indagini su una Calabria criminale, oppure facendosene una ragione sulle incapacità di molti comuni di funzionare in termini di servizi e di sostegno alla collettività, o facendo si che il territorio sopravviva suo malgrado alle incurie e all’abbandono. In questo senso, sembra che ad ogni buona intenzione debba sempre corrispondere una negazione della stessa. Una sorta di remissivo senso del presente che non smarca nulla del futuro.

Una rassegnata interpretazione di una Calabria immobile che seppellisce ogni piccola luce che si muove nella cultura o nel turismo, privando se stessa di un’idea di protagonismo affidato solo a promozioni d’occasione. Ogni sforzo, ogni tentativo condotto verso la meta di un orizzonte di luce, rischia di trovarsi poi impantanato in un quotidiano che ricolloca ogni speranza all’interno di una statica consapevolezza dell’essere. E, in questo, ogni espressione del conservatorismo, sia esso culturale che istituzionale, ristabilisce l’ennesimo falso equilibrio tra ciò che si poteva fare e ciò che va lasciato così com’è. Turismo, sviluppo, promozione culturale, cura dei luoghi e delle memorie, partecipazione e allargamento del gioco politico a chi è più capace, diventano le vittime illustri di una nuova stagione verghiana dove tutto sembra essere pronto per il cambiamento, ma è solo apparenza. La crescita di una terra e della sua società cammina nella percezione che ognuno di noi ha di essa quando vi percorre le strade, quando passeggia sulle spiagge o quando fa la coda in un ospedale. Quando sente il bisogno di uscire dal guscio protettivo di una società che lo avvolge con piccole certezze ma che, in realtà, lo ipnotizza sull’oggi lasciando il domani dietro porte difficili da aprire. In questo sembra ancora una volta, tra piccole trasparenze e molte torbide acque, che la Calabria voglia essere nemesi di se stessa non ricercando successi e non preoccupandosi di difendersi dall’onta del crimine quanto della criminalizzazione, dai luoghi comuni che la pongono nell’immaginario collettivo come luogo dove tutto è possibile, lasciando che essa alla fine essa sia prezzemolo di molte, amare, ministre.



CITTÀ METROPOLITANA

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DOMENICA 30 LUGLIO 10

Il virus Falcomatà infetta tutta la provincia La Città Metropolitana di Reggio Calabria ha compiuto proprio in questi giorni un anno, ma il sospiro di sollievo con il quale molti hanno salutato l’amministrazione provinciale targata Raffa è ben presto diventato un verso di angoscia generato dal totale immobilismo palesato dal sindaco Falcomatà.

JACOPO GIUCA Esattamente un anno fa cominciava a prendere forma il Consiglio Metropolitano di Reggio Calabria. Dopo un lungo calvario che aveva comportato ritardi e difficoltà nella costituzione dell’ultima delle 14 Città Metropolitane d’Italia, la razionalizzazione degli enti locali affrontava anche in Calabria il progressivo eppure inevitabile passaggio di consegne tra presidente e sindaco della città capofila. In questo anno, pur consapevoli che l’amministrazione metropolitana avrebbe necessitato di un periodo di “rodaggio”, avremmo voluto assistere a una crescente cura nella programmazione degli interventi e a un trattamento egualitario di tutte le zone di competenza al fine di proiettare verso il futuro un territorio per troppo tempo sostanzialmente abbandonato a sé stesso. Al termine di questi 365 giorni, invece, il bilancio non può dirsi esattamente positivo. Sia chiaro: fa molto piacere constatare che la paura diffusa del nostro comprensorio di essere del tutto abbandonato a sé stesso, complice certamente la presenza di Caterina Belcastro e Salvatore Fuda in consiglio, si è risolta in una bolla di sapone, ma quel lavoro sinergico e quella continuità amministrativa che avrebbero dovuto essere propri di un’amministrazione attenta sono stati ben lungi dall’essere realizzati. Sporadici consigli metropolitani e poco dialogo tra le parti hanno prodotto davvero pochissima innovazione, spingendo Falcomatà a disinteressarsi quasi del tutto dell’area di sua competenza per concentrarsi invece con la massima attenzione sugli atavici problemi che riguardano esclusivamente il proprio comune. Sì, il consiglio metropolitano ha saputo attivarsi per affrontare alcune emergenze e abbiamo assistito all’accelerazione di alcune pratiche ferme da troppo tempo (restando nell’ambito del nostro territorio, pensiamo rispettivamente alle contromisure scaturite dall’inchiesta “€uro scuola”

e all’avvio dei lavori del ponte sull’Allaro), ma non abbiamo sentito parlare di prevenzione del dissesto idrogeologico, di confronto diretto con i sindaci dei singoli paesi, di finanziamenti, manutenzione delle ex strade provinciali o di impegno per lo sviluppo delle vie di comunicazione, ancora drammaticamente carenti. Il caso della provinciale che collega Cittanova a Canolo della scorsa settimana è emblematico: com’è possibile che il sindaco di un paese chiuda una strada per una frana inesistente e senza avvertire il collega che si trova all’altro capo della strada se non per mancanza di comunicazione con l’organo amministrativo centrale? Sempre per parlare di eventi marcatamente attuali: come può un singolo temporale procurare un disastro simile a quello avvenuto a Scilla due settimane fa se non a causa di una mancanza di controllo dello stato di salute dei terreni? La stessa mancata prevenzione degli incendi, che ha garantito alle ditte private (del nord Italia, coincidenza?) che hanno messo a disposizione i canadair per spegnere i focolai di trascorrere delle meravigliose vacanze estive grazie al lauto pagamento preteso dagli enti (e dunque da noi contribuenti), ci fa temere che il problema dell’amministrazione ordinaria sia l’ultimo che Falcomatà intende affrontare. Anche il dialogo con Oliverio, rarefattosi in maniera impressionante in seguito alla crescente tensione tra il primo cittadino metropolitano e Matteo Renzi, lascia a desiderare. La questione Aeroporto è stata infatti chiusa in autonomia con una ridicola presa per i fondelli della cittadinanza, non è stata spesa una singola parola per il dirottamento dei fondi destinati alle dighe reggine operata dal governatore della Calabria, né qualcuno si è premurato di chiedersi per quale ragione i lavori di potenziamento della Ferrovia Jonica, dalle nostre parti, verranno avviati a metà del prossimo anno mentre nelle provincie di Cosenza e Crotone già si lavora da circa un mese. Il nostro timore, all’alba di questo secondo anno di vita della Città Metropolitana, è che sarà necessario che Falcomatà trovi il bandolo dell’intricata matassa dell’amministrazione del proprio comune prima di passare a ragionare sui massimi sistemi. Ma, considerato solo l’imbarazzante silenzio stampa relativo alla spinosa questione Marcianò, quando questo intreccio si sarà dipanato potrebbe essere davvero troppo tardi…

In breve

Un sindaco metroprovinciale Ma quale sindaco metropolitano! Basta la gestione ordinaria del comune a far comprendere di che pasta è fatto Falcomatà! Come possiamo pretendere che il primo cittadino di Reggio possa affrontare questioni territoriali e gestionali di ogni ordine e grado se non riesce a gestire crisi di piccola scala come quella della Marcianò? Silurando senza giustificazione dall’oggi al domani l’unico assessore al quale aveva lasciato i medesimi compiti dopo il rimpasto di giunta e, anzi, al quale aveva affidato nuovi e importanti compiti amministrativi, Giuseppe ha dato adito ai commenti dei maligni che indicavano nel nuovo incarico della Marcianò nella segreteria del PD i motivi di astio, personale, che il sindaco avrebbe avuto nei suoi confronti. Non solo: l’atteggiamento supponente tenuto nei giorni successivi e l’intervista rilasciata alla stampa “amica” hanno prodotto una lettera fiume da parte della stessa ex assessore nella quale il sindaco viene (stando alle dichiarazioni rilasciate) sputtanato in maniera megagalattica. Ne viene fuori, infatti, l’immagine di un “ducetto” che pesta i piedi quando non viene fatto ciò che pretende e di un amministratore maligno e vendicativo che quelle deleghe, alla Marcianò, le aveva concesse nella speranza di dimostrare la sua presunta incapacità (versione confermata ahnoi, dalla risposta che il primo cittadino ha prodotto venerdì mattina). Stando così le cose, non stupisce che l’amico Matteo, dopo un paio di incontri ravvicinati, gli abbia scelto qualcun altro per la segreteria.



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EVENTI A CURA DI : CONSORZIO PRO LOCO – CENTRO SERVIZI TUSRISTICI – ASSOCIAZIONE SINDACI DELLA LOCRID Ardore – Ex Lido Ardor, ore 20:30, Cinema sotto le stelle Bivongi - Parco Nicholas Green, ore 9:00, Marmarico Day, Giornata delle custodia del creato Brancaleone - Vetus, ore 9:30, V° Workshop Territoriale Attività di geobenessere: i 4 elementi della natura; ore 17:30, Passeggiata sensoriale nel borgo Caulonia – Caulonia Centro, Le giornate per la vita Portigliola – Piazzale antistante al Teatro Greco-Romano, ore 17:30, I° Edizione Portigliola in Moto, Primo motoraduno organizzato dai centauri Giovanni Florio e Cristian Alfarone lungo le strade di Portigliola Roccella Jonica – Largo Colonne, ore 18:00, 5° ROCCELLA FITWALKING; Porto delle Grazie, ore 18:00, Presentazione del libro di Peppe Jaconis: “Nabil, l’angelo venuto dal mare”; Teatro al Castello, ore 21:00, XVII Stagione Teatrale della Locride, “Casina” di Tito Maccio Plauto Siderno – Tennis club, ore 18:00, Tennis "Open femminile”; Giardino della Biblioteca Comunale, ore 22:00, 7 Libri per sette sere

Gioiosa Ionica – Palazzo Amaduri, ore 21:00, Presentazione del volume “Il Piccolo Canzoniere” di Francesco Luigi Errigo Locri – Corte del Palazzo, ore 19:30, Claudio Sottocornola, Presentazione dello scrittore e del suo libro “Varietà” Siderno – Tennis club, ore 18:00, Tennis "Open femminile”; Piazza San Nicola, ore 18:00, Danze del Mediterraneo; Giardino della Biblioteca Comunale, ore 22:00, 7 Libri per sette sere Siderno Superiore - Giardino dei Limoni di Palazzo Amato, ore 21:00, Progetto Vivi Borgo per Siderno Superiore, Il Convento Domenicano a Siderno superiore; studi e prospettive per un borgo antico

Luglio

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Agosto

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Agosto

Mammola – Piazza Ferrari, ore 21:30, Concerto Musicale, Orchestra Scuola Secondaria di I grado Mammola Marina di Gioiosa Ionica Torre Galea, ore 17:00, #Visit Torre Galea Pazzano – Piazza Vittorio Veneto, ore 21:30, Presentazione libro “Un nuovo suono” Sant’Agata del Bianco – Borgo Antico, ore 21:30, Reading – Concerto Ettore Castagna presenta “Del sangue e del vino” Siderno – Tennis club, ore 18:00, Tennis "Open femminile”; Piazza San Nicola, ore 18:00, Danze del Mediterraneo; Giardino della Biblioteca Comunale, ore 22:00, 7 Libri per sette sere


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DE - RIVIERA INFO:C.PROLOCO.RDG@GMAIL.COM – INFO@PORTALEDELLALOCRIDE.IT

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DOMENICA 30 LUGLIO

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Pazzano – Piazza Vittorio Veneto, ore 20:30, Spettacolo musicale Siderno – Tennis club, ore 18:00, Tennis "Open femminile”; Piazza San Nicola, ore 18:00, Danze del Mediterraneo; Giardino della Biblioteca Comunale, ore 22:00, 7 Libri per sette sere

Caulonia – Anfiteatro del Lungomare, ore 21:30, Sguardi di Strada Riace – Piazzetta Belvedere, ore 21:00, Riace Festival Roccella Ionica - Stage formativo di recitazione Siderno – Tennis club, ore 18:00, Tennis "Open femminile”; Piazza San Nicola, ore 18:00, Danze del Mediterraneo; Via Mirto, ore 20:30, Festa BallandoCantando e Mangiando, Stand gastronomici per tutta la via Colacrisini

Caulonia – Piazza Seggio, ore 22:00, Italianesi, Monologo di Saverio La Ruina Gioiosa Ionica – Piazza Vittorio Veneto, ore 21:00, Siria e Corridoi Umanitari le Buone Pratiche dell’Accoglienza, Concerto finale del gruppo “Nino Quaranta e Maniera d’autore” Locri – Lungomare Lato Nord, ore 18.00, Beer Locri, Rassegna di birra artigianale Mammola – Piazza Ferrari, ore 21:30, VI° Edizione “Festa del Pane” Pazzano – Piazza IV Novembre, Festeggiamenti in Onore Del SS. Salvatore Riace – Piazzetta Belvedere, ore 21:00, Riace Festival Roccella Ionica - Stage formativo di recitazione Siderno -Tennis club, ore 18:00, Tennis "Open femminile”; Piazza San Nicola, ore 18:00, Danze del Mediterraneo

Agosto Caulonia – Centro, ore 21:30, Il Borgo che Danza Gioiosa Ionica – Piazza Vittorio Veneto, ore 21:30, Note tra le Stelle, Manifestazione canora Locri - Lungomare lato Nord, ore 8:30, partenza dell’evento “Zattera 2.0 Rosetta”; Lungomare Lato Nord, ore 18.00, Beer Locri, Rassegna di birra artigianale Pazzano – Piazza IV Novembre, Festeggiamenti in Onore Del SS. Salvatore Portigliola - Teatro greco-romano, ore 21:45, Concerto Sound Trip Jazz Music Riace – Piazzetta Belvedere, ore 21:00, Riace Festival Roccella Ionica - Stage formativo di recitazione Sant’Agata del Bianco – Piazza del popolo, ore 19:00, II Edizione “Il Borgo dell’Arte e Dei Sapori”, Spettacoli di artisti di strada, musicisti ed acrobati; degustazione prodotti tipici locali, realizzazione estemporanea di murales, esposizione di opere d’arte, artigianato e visita gratuita ai musei santagatesi Siderno – Tennis club, ore 18:00, Tennis "Open femminile”; Piazza San Nicola, ore 18:00, Danze del Mediterraneo; Piazza Vittorio Veneto, ore 21:00, XIV Edizione del Premio Letterario “Giomo Trichilo”; Seguirà a cura dell’A.T.R.J. la rappresentazione della commedia “A ruga vecchja – Ciopa”, tre atti brillanti di Pino Carella; Vennarello, ore 21:00, Festa di paese


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SOCIETÀ

DOMENICA 30 LUGLIO 14

L’ASSOCIAZIONE “AMICIZIA È PACE” DI SIDERNO FIERA DEI SUOI TRAGUARDI

CON AMICIZIA, ANCORA UNA VOLTA Da lustri la Calabria non ha voce La Calabria è la Cenerentola d’Italia, per scelta politica. Lo stato ha abbandonato il Sud in particolare. Non abbiamo uomini politici nazionali e regionali che sappiano proporre idee come: zone franche, nuovi investimenti tecnologici, aiuti alle piccole e medie imprese agricole. Dato l'alto tasso di disoccupazione, di che cosa devo parlare quando parlo di Calabria? Di terra di mafia, come attaccano tutti i media? Non voglio parlare delle Banche che in Calabria basterebbe fare un'indagine per capire la soddisfazione dei loro clienti. La politica, la Banca d'Italia dove sono? Si parla di Pil ma come aumenta se il Sud non cresce? Mi auguro che si possa iniziare un nuovo processo di sviluppo per i calabresi, con Etica, e si possa andare avanti con spirito propositivo e guidati da uomini liberi. È necessario prendere coscienza e smetterla di lamentarsi, perché da lustri non abbiamo voce! Cosa fare? Io sono il primo a mettere a disposizione tutta la mia esperienza del passato da amministratore e da ex profossere. Proponiamo, insieme, un progetto futuro per la Calabria. Michele Vumbaca

Molte persone, sicure che solo l’amicizia può portare pace ci onorano con la loro presenza a testimonianza di un trentennio di stima e solidarietà per l’associazione, poiché non ci sono stati seminatori di zizzania! Siamo spiacenti per gli stimatissimi soci che per andare dietro a sparuti illusionisti non sono qui. Noi ci siamo, pochi o molti non importa, quello che conta è l’idea di rispetto reciproco che, come nave potente, solca sicura le onde agitate del mare. Stasera lanciamo l’idea e il desiderio di poter, ancora una volta, tornare nella patria dei nostri avi, i quali, tanti secoli fa, approdarono su queste spiagge deserte per portare lavoro. Vennero non come invasori ma come pacifici colonizzatori, trasmisero civiltà, condividendo con gli autoctoni le loro mete, raggiunte nell’arte, nella pacifica convivenza, facendo progressi con le scoperte conseguenti le esperienze realizzate in domo propria, e applicate in questi posti. Trasformarono il nostro territorio in luoghi fiorenti, sia nell’agricoltura, con agrumeti, uliveti, come nei rapporti umani, formando, con gli studi, filosofi, matematici e giuristi. Furono geniali costruttori di grandi templi, che suscitano tutt’ora universale ammirazione! Queste realizzazioni sono impronte del loro tempo, e trasmettono a noi messaggi di pace e tranquilla convivenza. Ricordiamo magnifiche opere d’arte, come i Bronzi di Riace e la Persefone di Locri. Ma qual è oggi la domanda che viene spontanea nella nostra mente? Noi siamo degni di tali antenati? Quante associazioni vogliono intraprendere relazioni amichevoli con le stesse, situate al di là del mare? Ci riusciranno? Non so, so però che noi del-

l’associazione Amicizia è Pace, da anni, con umiltà e senza arroganza, abbiamo iniziato a percorrere questa strada. Aiutando tante persone ad attraversare lo Ionio e baciare l’agognata terra avita. Abbiamo teso la mano con sincera amicizia, abbandonando e buttando a mare gli sciocchi pregiudizi che impedivano la fratellanza con loro e tra noi! Stasera vogliamo rivolgere un saluto a tutti i nostri soci, presenti e assenti, e li ringraziamo, ricordando che solo con la loro sincera solidarietà l’associazione ha raggiunto impensabili traguardi di vera amicizia. Siamo nel cuore di tutti quelli che ci hanno seguiti quando abbiamo ospitato e abbracciato i profughi sopravvissuti alle foibe di Tito, o quando abbiamo abbracciato gli ebrei

Avviso: SERVIZIO DI TRASPORTO SOCIALE Si comunica che nel Comune di Siderno è attivo il Servizio di Traporto Sociale. Possono usufruirne le persone che, senza bisogno di assistenza sanitaria specifica ed in condizioni di disagio socio-economico, devono raggiungere luoghi di cura o recarsi presso strutture sanitarie della Regione Calabria ed hanno problemi di deambulazione o impedimento all’uso dei mezzi pubblici . L’Associazione affidataria del Servizio è la L.A.Do.S. con sede in strada Cavalleria 27- 89046 Marina di Gioiosa Jonica- tel. 0964- 416895. Per informazioni sule modalità di ammissione al Servizio rivolgersi a: Comune di Siderno- Settore VIII- Politiche Sociali – tel. 0964 345279- 345223 .

d’Israele, o i greci di Ioannina! Questi sono i traguardi raggiunti con il concorso di tutta l’associazione. Adesso ci auguriamo di poter sempre continuare sulla strada dell’affetto sincero che lega i costruttori di pace, e di proseguire il nostro cammino! Il segretario

ti cercu... Ti cercu, jorn''e notti, a tutt''i vandi, 'nta mari, 'nte fundali e ammenz''all'undi, cu cori e ch''i penzeri mi cumandi, tu, forsi, volarrissi 'i mi cumpundi. Ti cercu, 'nte ruvetti 'i 'na campagna, aundi crisci sula la gramigna, girìju li senteri d''a muntagna, pe' tia, non pa' certu 'i cogghjiu ligna. Ti cercu, 'nte vinegli di li strati, 'nte stinchi, 'nte ripàti cchjiù sperduti, aundi tu dassasti li pedati, hjurìru pur''i grasti 'mbrustuluti. Ti cercu, quandu 'a luna esti criscenti, 'u sentu ca si' sempri cchjiù distanti, d''a notti si' la stiglia cchjiù lucenti, tu sula po' linchjiri 'stu vacanti. Ti cercu, a cu' cercu n''o capisciu, capàci ca ti viju e non ti canusciu, non vogghjiu a chi sapìri 'i mi rincrisciu e speru, dintr''e tia, mi fazzu scrusciu. Giovanni Ruffo

Il letale e anacronistico ossimoro del Palazzo –24 Il libro bianco, tutto da compilare, è un documento che descrive un dato problema e propone una soluzione specifica per risolverlo. Originariamente utilizzato per descrivere la politica del governo. Non è democristiano, come alcuni potrebbero pensare, ma laicissimo.“Governare gli italiani non è difficile, è inutile” Mussolini, Giolitti o Churchill dixit? Non è dato sapere. Ma è dato vedere. Mentre le navi traghetto continuano a catapultare migliaia afro-islamici nei porti italiani , non si intravede alternativa, né alcuna soluzione che riempia almeno una paginetta del libro bianco. E’ diventato ormai calamità naturale, ambientale e umana, calataci sul capo non si sa da chi, che ci inebetisce, ormai disarmati e impotenti. Stanchi e provati. Il ministro Minniti va in Libia, spes ultima dea, ma si pensa, nella promessa di alcuni capi-tribù, in

un sostanzioso rallentamento della transumanza umana, che, francamente, suscita ormai pietas, nel vedere come alcuni migranti vengono trattati. Ma anche rabbia quando i demagoghi di turno, per favore non li chiamate populisti, in tutti i loro interventi, ed in tutte le salse, ci dicono che, a fronte di 5 milioni di poveri italiani conclamati, altri vengono trattati come privilegiati, con casa, welfare, sanità gratis senza dare nulla in cambio. Ci sono ergastolani in licenza premio che non tornano al carcere e di Igor non si sa più dove stia. I media si occupano e si preoccupano di argomenti sussidiari, insieme con i Presidenti della Repubblica e del Consiglio, che tentano di dar vita a nuove leggi e decreti per arginare l’apologia del fascismo, il cui divieto è già in Costituzione, con l’argomento del giorno. Lo Ius soli. Non voglio entrare nel merito ma

penso che come per la soppressione del CNEL ( 65 membri lautamente pagati e pressoché inutili) sia stato sbagliato inserirlo nel referendum, trattare tale delicato argomento nell'attuale contesto sia politicamente sbagliato. Insomma siamo all’ossimoro e al paradosso. Il messaggio dei demagoghi è che mentre veniamo lentamente ma inesorabilmente invasi senza la possibilità di un’accoglienza decente si offre l’immediata cittadinanza a chiunque dovesse avere la sventura di nascere qui. Ma dato che loro, i piccoli, non ne hanno contezza, si sentono invitati in un salotto buono e si ritrovano in cantina, quando va bene. Restano solo altri ossimori per compilare almeno una mezza paginetta del libro bianco, l’ottimismo della disperazione e un’operosa sfiducia. Ma dalle soluzioni siamo lontani. Il fascismo è, come per alcune asso-

ciazioni, l’ossessione di chi non sa vivere senza nemici e rancore. Ma che dopo oltre settant’anni ci sia qualcuno che ancora si fa rodere dall’odio e dal rancore, non ha dell’umano. Così come non ce l’ha chi rimpiange il ventennio e attacca simboli e ritratti del duce in modo scomposto, ossessivo e ossessionante. Insomma, dopo il momento del redde rationem, dopo che tutti ci siamo resi conto che i totalitarismi, reali o virtuali non sono da perseguire, è ora di finirla. Ha ragione Giuseppe De Rita a ritenere che il rancore e la nostalgia siano i sentimenti prevalenti nel nostro Paese. È inutile fingere ottimismo, simulare fiducia, bisogna spingere ad agire, a mobilitarsi, pur sapendo in che situazione e in quale condizione mentale emotiva e psicologica siamo. Tonino Carneri



ATTUALITÀ

a c u l l a s a o ic iv c o t n Nasce il primo movime A San Luca la “Politica” torna ad essere una cosa seria, forse perché c’è la gente ma mancano i “politici” e sono assenti gli attuali “partiti” che, da questo osservatorio, appaiono sempre di più come contenitori svuotati da ogni proposta.

Senza San Luc ci può essere S ILARIO AMMENDOLIA Ancora una volta, “San Luca- metafora della Calabria intera- non vuole morire”! Non si vuole rinnegare e, a testa alta, vuole battersi per il proprio riscatto. Il 26 luglio il “movimento civico” ha convocato un'assemblea cittadina in una la sala del consiglio comunale gremita di gente. Si respira “aria fresca”, niente discorsi scontati e nessuno nomina Renzi, Berlusconi, Grillo o Salvini. Siamo mille miglia distanti dagli scontri cifrati tra poteri contrapposti come nel caso della Marcianò Falcomatà. Ad alcuni sembrerà strano ma proprio a San Luca la “Politica” torna ad essere una cosa seria, forse perché c’è la gente ma mancano i “politici” e sono assenti gli attuali “partiti” che, da questo osservatorio, appaiono sempre di più come contenitori svuotati da ogni proposta. Si parte da un appello rivolto dal movimento civico che recita a chiare lettere "San Luca onesta e laboriosa ripudia la 'ndrangheta e ogni forma di criminalità e malaffare”. È retorica? È semplicemente coraggio e a nessuno sfugge che queste parole assumono una valenza diversa se pronunciate a San Luca da persone che le scandiscono a voce alta, non si sentono eroi e non chiedono la scorta. È una San Luca lungamente umiliata e repressa che si rialza per gridare forte alla Locride, alla Calabria e all’Italia intera la propria secessione culturale dal pensiero unico. A questa gente fiera e orgogliosa non va bene che a nessuno di loro sia stata data la parola in occasione dell’inaugurazione del campo sportivo; non tollerano che si vada a Polsi per fare un discutibile convegno e non si invitano i cittadini di San Luca. Non tollerano che la presidente della commissione parlamentare antimafia, on. Rosy Bindi, vada a Polsi in elicottero sorvolando San Luca come si trattasse di un vecchio lebbrosario. Non accettano che il loro consiglio comunale venga sciolto a ripetizione per “contiguità” o “controindicazioni” (da parte di chi?) .

Dicono un “No” deciso a questa bramosia di celebrare processi sommari a un intero popolo. Non chiedono elemosine, non vogliono protezione, ma pretendono di farsi vedere. I loro volti sembrano dire una sola cosa: “Guardateci noi ci siamo. E siamo gente perbene e dignitosa! Siamo gli eredi di antiche battaglie che hanno visto questo nostro Paese all’avanguardia nelle lotte contadine e operaie. Se allora avessimo vinto la 'ndrangheta non ci sarebbe stata! Ha vinto la vostra 'legalità', il vostro 'ordine' e la vostra vittoria è stata veicolo di diffusione del vibrione 'ndranghetista nella Calabria intera.Venite per una volta a fotografare i nostri volti, a puntare le vostre telecamere, a scrivere di noi. Non focalizzate San Luca sempre col volto del 'baciamano' (sapientemente utilizzato) oppure per parlare della faida e dei nostri giovani in catene. Sono 'carne nostra' anche loro. Non condividiamo le loro scelte ma non godiamo della loro sofferenza e siamo consapevoli che a molti di loro non è stata data un’altra possibilità di scelta. E comunque anche noi, persone assolutamente perbene, siamo San Luca e siamo orgogliosi di esserlo. Senza di noi, popolo di San Luca, non ci può essere Stato! Ci può essere un'occupazione militare del territorio ma non lo 'Stato' per come concepito dalla nostra Costituzione. Inoltre, senza il popolo, non si sconfigge la mafia!” La gente di San Luca pretende che si rispetti lo Stato di diritto, non chiede impunità ma non accetta processi sommari! Da parte nostra siamo consapevoli che dalla criminalizzazione di San Luca passa la criminalizzazione della Locride e della Calabria intera. Ed è questa la strategia che le classi dominanti di ieri e di oggi stanno utilizzando per rimuovere la questione meridionale e criminalizzare il disagio sociale. Sentiamo San Luca come nostra, più sarà sofferente e più la sentiremo nostra anche perché quando il “potere” decide di marchiare con la “stella gialla” un intero popolo, sarà solo questione di tempo, ma nessuno di noi potrà sentirsi al sicuro.


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ca non Stato Movimento civico Pro San Luca

Il valore del silenzio Etty Hillesum, giovane intellettuale ebrea internata nel campo di concentramento olandese di Westerbork dove lavorò come assistente sociale, nel suo splendido diario sostiene che la parola che tace è talora più importante della parola che parla: “In me c’è un silenzio sempre più profondo. Lo lambiscono le parole che stancano perché non riescono ad esprimere nulla”. Questo mi veniva in mente sulla strada del rientro da San Luca la sera del 26 luglio scorso dopo l’incontro nella sala del consiglio comunale gremita di sanlucoti e forze dell’ordine ma anche di tanti esterni come me. Ho sentito il desiderio di recarmi a portare il saluto e la testimonianza dell’Osservatorio nel momento in cui San Luca, con grande fatica, tenta con uno scatto di reni di superare il gap di democrazia che dura ormai da troppo tempo. Ho ascoltato tutti ed alla fine ho deciso di non intervenire per non aggiungere un intervento da esterno a tutti quelli che si sono susseguiti. Ha iniziato il Commissario Prefettizio che ha dichiarato un saluto ma ha parlato molto, poi sindacalisti, politici di lungo e breve corso, analisti sociali e non; ciascuno una ricetta, ciascuno un indirizzo dietro le frasi d’incoraggiamento che spesso nascondevano il compiacimento per un futuro tornaconto. Io ho ascoltato tutti, anche il silenzio dei sanlucoti; che diceva molto e non era omertoso. Hanno assistito impotenti all’eloquio degli “stranieri” e qualcuno con un gesto di stizza ma di dignità si è alzato allontanandosi. Sentire parlare di disaffezione alla politica proprio da chi è stato protagonista politico e amministratore nel tempo in cui questa disaffezione andava crescendo e proprio per i loro comportamenti e sentirli addossare colpe a “terzi” è stato triste e logorante. Qualcuno si è lanciato, avendo buon gioco, a parlar male di ministro, presidente di commissione antimafia e presidenti di regione azzardando perfino ad entrare nel merito di inchieste giudiziarie ancora in corso. Ma era questo il contesto di tali dotte disquisizioni? Eravamo venuti per ascoltare, avremmo voluto sentire la voce dei sanlucoti senza intimorirli con arringhe da tribunale. Hanno bisogno i sanlucoti di tanto poco rispetto? Dico che non è il modo e non era il luogo in quanto il nascente Movimento Civico, pur tra incertezze e discussioni, sa camminare da solo e al più va guardato con simpatia non dichiarata. Il sacerdote Giovanni Pozzi sosteneva che la parola non può fare a meno del silenzio: “ Per ascoltare bisogna tacere. Non soltanto attenersi ad un silenzio fisico che non interrompa il discorso altrui, ma a un silenzio interiore, ossia tutto rivolto ad accogliere la parola altrui. … nulla come l’ascolto, il vero ascolto, ci può far capire la correlazione tra il silenzio e la parola”. Questo è stato il senso della mia presenza! Buon cammino al Movimento Pro San Luca Arturo Rocca – Presidente Osservatorio

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CULTURA

TORNEO OPEN FEMMINILE COPPA CITTA’ DI SIDERNO

Lunedì 31 Luglio inizia la terza edizione del torneo femminile di tennis presso il circolo del Lungomare. La competizione negli ultimi anni è diventata sempre più prestigiosa grazie alla presenza di giovani tenniste di talento che provengano da tutte le parti d’Italia per partecipare, dalla Sicilia all’Emilia Romagna. Diverse atlete militano nelle squadre di seria A dei campionati della Federtennis. Queste presenze sono un vanto per gli organizzatori del torneo tantè che quest’anno per migliorare ancora di più il prestigio del torneo hanno voluto ed esteso la possibilità di partecipazione anche alle tenniste straniere. Attualmente sono circa 30 le tenniste iscritte a partecipare. Nel frattempo

la macchina organizzativa è in piena attività per il rifacimento del campo, il montaggio delle tribune e la gestione degli alloggi e trasporti per le atlete. Il main sponsor del torneo è la Banca Mediolanum oltre ad altre 30 imprese locali che sostengono la competizione. In somma una grande vetrina di sport per la città di Siderno ed anche uno strumento di marketing territoriale per attrare turisti ed offrire spettacolo sportivo nelle serate estive. Il torneo è organizzato dal TC Siderno con a capo il Presidente dott. Antico e il direttore del Torneo è Stefano Cataldo. Prepariamoci ad un settimana di sport. La finale è programmata per domenica 6 agosto alle ore 17.00.

Ora non hai più scuse…

BeerLocri sta per iniziare! Il prossimo fine settimana torna l’appuntamento con la rassegna di birre artigianali a Locri. Questa terza edizione si ripromette di offrire ai presenti una maggiore varietà di prodotti di altissima qualità offerti dalla nostra terra e non solo. Ce ne hanno parlato nel dettaglio gli organizzatori…

Dal 4 al 6 agosto torna BeerLocri! La Kermesse di birre artigianali, giunta alla sua terza edizione, dopo la parentesi invernale svoltasi in Piazza dei Martiri torna nella sua usuale location, il lungomare di Locri, con tante squisite novità. «Anzitutto il fatto che ospiteremo quasi esclusivamente birrai calabresi ci racconta Gabriele Polito, organizzatore, assieme a Mariangela Verteramo, della manifestazione - Dei sei birrifici presenti nelle classiche casette di legno, Sette Colli, Esperia, J4, BrewFlo e Officina Pab vengono dalla nostra meravigliosa regione. Unico non calabrese sarà Eternal City Brewing, il birrificio romano che vede uno dei proprietari, Giacomo Mondini, ideatore del format nazionale della manifestazione». BeerLocri, infatti, adatta alla nostra terra la formula di BeerRoma, manifestazione organizzata per la prima volta proprio da Mondini che, assieme a Gabriele e Mariangela, ha fatto sì che anche la nostra Nosside inforcasse per la prima volta un buon bicchiere di birra artigianale. «Dopo che l’edizione dello scorso anno è stata viziata dalla pioggia - interviene Mariangela - abbiamo deciso di aumentare i giorni in cui saremo presenti sul lungomare, cominciando già al venerdì alle ore 18. Dopo la serata inaugurale e il motoraduno che si svolgerà sabato sera alle 21, inoltre, domenica 6 agosto saremo aperti già dall’ora di pranzo e regaleremo t-shirt alle prime 30 donne che verranno a mangiare da noi». Ma la quantità non significherà certo che gli organizzatori lesineranno sulla qualità dell’offerta. «Anzi - riprende la parola Gabriele mai come quest’anno abbiamo puntato sulla qualità dei prodotti offerti non solo per quanto riguarda le birre, ma anche relativamente al cibo. Grazie alla partecipazione di ristoranti e locali come La Caveja, Paraponzi, Fish’m’Chips, Enjoy Your Fruit, Fritto&Mangiato, Salumificio Benedetto e La Spina Santa con il suo liquore Kaciuto, la nostra non sarà una banale sagra, ma un evento durante il quale sarà possibile assaggiare il meglio

che gli artigiani del gusto possano offrire». La filosofia di BeerLocri, del resto, non è certo quella del “birrozzo gelato e rutto libero”, ma quella di offrire ai presenti un prodotto da gustare dal primo all’ultimo sorso incentivando così non solo il culto della buona tavola, ma anche quello della responsabilità nell’assumere alcolici. «Proprio da BeerLocri - ci racconta Gabriele - nasce l’idea di un’etichetta da apporre su una birra artigianale, che possa portare il nome di Locri sulle tavole di tutti gli Italiani». Il riferimento è a Nosside, una birra artigianale la cui ricetta è stata ideata da Daniele Verteramo e messa in produzione, in un birrificio calabrese, assieme a Gabriele e Mariangela, che sarà commercializzata a livello nazionale dopo la manifestazione. Prendendo il nome dalla poetessa locrese simbolo dell’evento, Nosside, ci assicurano i ragazzi, si presenta come una birra dal retrogusto equilibrato. «Dovete provarla» ci dice Gabriele con un sorriso facendoci capire che non ci sarà modo di avere qualche informazione in più. La grande richiesta di partecipazione, avanzata da ristoratori e produttori enogastronomici e birrai non ha fatto esaltare i ragazzi, che hanno preferito riproporre una manifestazione contenuta, puntando alla qualità e non alla quantità. Ciò non vuol dire che i progetti per il futuro siano su piccola scala. «Essendo ormai diventato un marchio a tutti gli effetti - ci anticipa Mariangela - BeerLocri tornerà in “microeventi” o singole serate che organizzeremo di concerto con i locali del comprensorio durante tutto l’anno. Stiamo anche cominciando a progettare qualcosa di più per la prossima edizione, ma crediamo che sia davvero troppo presto per anticiparvi qualunque dettaglio». Quindi, presentarsi, puntuali, venerdì 4 agosto, sul lungomare di Locri, per poter godere appieno di questa terza BeerLocri. Cheers! Jacopo Giuca

ConVersando...

Rubrica di enologia a cura di Sonia Cogliandro

Acqua in vino: il “miracolo” nelle fontane Poche sono le città italiane che possono vantare “sorgenti” dalle quali sgorga nientemeno che vino. No, non è il miracolo delle nozze di Cana, ma fontane in cui dissetarsi gratuitamente. Il nostro itinerario parte dal paese situato più a Sud di questa ristretta cerchia: Carosino in provincia di Taranto. La straordinaria metamorfosi ha luogo solo durante la Sagra del Vino che si tiene ogni anno a metà settembre per celebrare l’inizio della vendemmia. L’apertura dell'evento avviene proprio con la messa in moto della fonte che distribuirà ai partecipanti i venti quintali di vino Primitivo offerto dall’azienda Marinelli di Carosino. Risalendo lo stivale ci fermiamo a Marino, nell’area dei Castelli Romani, appena fuori Roma. Qui il “miracolo” avviene in diverse fontane,

collocate in più punti della cittadina, e i loro rubinetti vengono aperti soltanto durante la tradizionale Sagra dell’Uva, la prima domenica di ottobre di ogni anno. Ci trasferiamo più a Nord, a Villa Caldari, frazione di Ortona in provincia di Chieti. L’idea della fonte nasce dall'esigenza di confortare i pellegrini che ogni anno compiono un sentiero religioso che attraversa proprio questo luogo, il cammino di San Tommaso, il viaggio sulle orme dell’apostolo che attraversa le terre d’Abruzzo conducendo i viaggiatori sino a Roma. Gli autori della fontana, in collaborazione con la Cantina Dora Sarchese, si sono ispirati a quella più famosa situata lungo il Cammino di Santiago, decidendo di replicarla in Italia. Questa è l’unica italiana a essere aperta tutto l’anno e il viandante può ristorarsi con un buon bicchiere di rosso dei vignaioli d'Abruzzo durante il suo tragitto, purché lo faccia con parsimonia, come si recita al suo fianco. Ultima tappa a San Floriano del Collio, in Friuli Venezia Giulia. In questa piccola località goriziana, durante la festa del vino chiamata Likof evento che si ripropone ogni anno ai primi di giugno, viene fatto sgorgare vino bianco rigorosamente friulano, elargito ai convitati per il brindisi. Oggetto del desiderio quando si è assetati, le fontane svolgono il compito ultracentenario per le quali sono state costruite. Se poi lo compiono ero-

La Calabria cosmica di Ettore Castagna

Questa sera alle 22, presso il Giardino della Biblioteca Comunale di Siderno, la fortunata rassegna letteraria "Sette libri per sette sere" promossa e curata dall'associazione Amici del Libro e della Biblioteca (ALB) presenterà il libro “Del sangue e del vino”, primo romanzo di Ettore Castagna. L'antropologo, ricercatore e musicista catanzarese ha lavorato molti anni a questa sua creatura. Castagna descrive un mondo ancestrale nel quale sono precipitate le sue memorie di famiglia, le sue esperienze di antropologo, tutto quello che è stato il suo viaggio non solo dentro la Calabria ma anche fuori. In particolare nel Mediterraneo orientale, soprattutto in Grecia e Turchia. "Qui ho trovato gente diversa da noi che ci assomiglia perfettamente e ci fa da specchio - dichiara Ettore Castagna. - È quella sensazione di casa, di familiarità che si prova camminando per strada a Istanbul, a Salonicco, a Napoli. C'è stato un momento nel quale ho pensato che un'epica di quel mondo nessuno l'aveva ancora scritta oggi in una Calabria dall'immagine smarrita dietro il peperoncino, la 'ndrangheta e la tarantella inventata. Per cui la mia Calabria è piuttosto cosmica e l'eroismo dei mie personaggi è quello di gente comune. Per questo cerca di parlare a tutti. L'umiltà in fondo è universale"


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Gerace: Nicolò si attiva per salvare la scuola dell’infanzia di contrada Vene Lo scorso 21 luglio il consigliere di minoranza Rudi Lizzi ha riportato l’attenzione della comunità geracese sull’annosa questione della scuola di contrada Vene. Alla presenza del capogruppo di Forza Italia Alessandro Nicolò, si è discusso dei problemi burocratici che, ogni anno, rischiano di sottrarre l’istituzione scolastica ai bambini del circondario, ai quali è stata fino ad oggi assicurata la continuità solo grazie agli sforzi dell’ex Presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa. Anche se sulla carta l’istituto ha continuato a sopravvivere, tuttavia, è solo la costituzione di un comitato di mamme denominato “Amici di Vene” ad aver permesso ai bambini di non doversi fisicamente spostare per continuare a seguire le lezioni. Ma la soluzione provvisoria adottata fino ad oggi è ormai del tutto insufficiente a fare fronte alle esigenze dei piccoli studenti, motivo per il quale, ha sostenuto Lizzi durante il dibattito, è imperativo che la questione venga risolta entro l’inizio del prossimo anno scolastico. Al termine del dibattito con i presenti, Nicolò ha garantito l’impegno dell’istituzione regionale affinché vengano applicate tutte le deroghe del caso per assicurare la sopravvivenza della scuola, a costo di prendere in considerazione proposte futuristiche come quella della giornalista Anna Larosa, che ha proposto l’avvio delle lezioni in videoconferenza.

DA SAN DIEGO A SAN DIE’ Due bus partiti dalla Calabria con artisti provenienti anche dalla Locride, hanno attraversato l’Italia, accrescendo tappa dopo tappa un colorato carico di opere e di artisti, alla volta dell’Espace Francois Mitterand e dell’Espace Copernic.

Tante mostre in giro per l’Italia, dopo l’esposizione di Seoul di inizio anno, poi Mosca per la mostra “ ART IN DESIGN” Vnutri Gallery, poi è stata la volta dello Spanish Artist Village di Balboa Park, San Diego, California, dove oltre a due opere scultoree, ho esposto un’installazione dedicata alla violenza sulle donne, opera itinerante che ha già fatto tappa in tante città internazionali, facendo parlare e riflettere su un tema di scottante attualità. Ultima esposizione in ordine di tempo quella di San Diè des Vosges, Strasburgo. Due bus partiti dalla Calabria con artisti provenienti anche dalla Locride, hanno attraversato l’Italia, accrescendo tappa dopo tappa un colorato carico di opere e di artisti, alla volta dell’Espace Francois Mitterand e dell’Espace Copernic. Dal 21 al 23 luglio, 147 artisti italiani affiancati da una cinquantina di

artisti nordeuropei, sono andati a impreziosire con la loro arte le due belle location espositive. Un esercito chiassoso, straripante di forme e di colori ha accolto i visitatori stupiti dall’impressionante numero di opere esposte e dalla loro bellezza. Per l’occasione ho esposto cinque opere scultoree, frutto della mia sperimentazione (il Bitridimensionalismo), una sorta di illusione ottica in grado di ingannare l’occhio e di far apparire a tuttotondo un’opera che nella realtà presenta anche delle parti completamente bidimensionali. Tali opere hanno suscitato curiosità e apprezzamento per l’originalità. Tema della grande mostra “Le siege en folie”, perfettamente in linea con la kermesse artistica. Mariella Costa

SISTER ACT – Il Musical di Cantoterapia

Il 20 luglio a Marina di Gioiosa, presso l'Associazione culturale "Il Circolo”, sede di numerosi incontri di promozione culturale, si è tenuta una serata di tradizione calabrese e non solo, organizzata da Simona Salomone. Ospiti d'onore: Gabriele Albanese, musicista e polistrumentista di fama internazionale, e Andrea Simonetta. Entrambi componenti del gruppo folklokiristico del noto Cavallaro. Accompagnandoci in un viaggio musicale, dalle note della musica tradizionale calabrese, passando per quelle napoletane fino ad arrivare ai suoni piú sofisticati degli strumenti tradizionali cinesi, armeni, etc. Dal marranzano, cosiddetto scacciapensieri, originario della musica siciliana fino al duduk, tipico dell'Armenia. Grazie a musicisti come loro, il suono della nostra terra, viene fatto conoscere nella piccola realtá del Circolo, e portato in giro in tutto il mondo.

Il suono della nostra terra in giro per il mondo

Il 24 luglio, in un Piccolo Teatro (Umano) a Roccella Jonica, è accaduto un Grande miracolo! Sarà stato il titolo e la trama di questo Sister Act che ha a che fare con le suore, il bene che vince sul male, lo spirito dell’amicizia tra “sorelle” (in questo caso). Sarà stata la magia del musical, le sue canzoni accattivanti, il ritmo travolgente. Sarà stato l’affetto del numeroso pubblico presente. Sarà stato lo spirito che pervade ogni laboratorio di Cantoterapia, in cui non c’è alcuna presunzione di essere dei professionisti quanto piuttosto degli “appassionati”, che con la passione, appunto, di credere in un progetto ci mettono l’emozione ed emozionano. Sarà stato il cuore pulsante di tutto il laboratorio che nel nome di Manuela Cricelli ci regala queste splendide visioni, questi autentici miracoli! Già, perché cosa vi è di più straordinario di un percorso che dura circa un anno in cui si crea un gruppo di lavoro, un gruppo di amici, di persone che non hanno paura, o non hanno paura di superare le proprie paure, mettendosi in gioco, tirando fuori la parte più intima, quell’angolo di sé che si esprime con la voce, col canto e in questo caso anche con la recitazione?! Il teatro è già una piccola porzione di vita “vera”, in cui la finzione crea l’artificio di una “realtà” magica, parallela, eppure concreta, perché reali sono le emozioni, il trasporto e anche il sudore e la fatica che c’è dietro l’allestimento di uno spettacolo. Giunti al 4° anno non si finisce mai di stupirsi perché è come assistere ad un percorso in crescendo. Tranne qualche veterano, i gruppi infat-

Vincenzo Tavernese, Mario Capasso, Presidente nazionale dell’Associazione Italiana di Cultura Classica, e Maria Caterina Aiello, presidente dell’A.I.C.C. - delegazione della Locride durante la visita al Museo Archeologico Nazionale di Locri. Mario Capasso è professore di Papirologia all’Università del Salento.

ti sono sempre costituiti da persone diverse, alla loro prima esperienza, ma la magia si ricostruisce ogni volta, dal primo musical “MAMMA MIA”, passando per “I PROMESSI SPOSI” e “PINOCCHIO”, fino a quest’ultimo SISTER ACT, che è stato assolutamente divertente, scoppiettante e in alcuni momenti davvero emozionante! E dunque, ci hanno fatto ridere e rabbrividire: Anna Mazzaferro e Dimitri Audino, nei rispettivi ruoli di Tj e Deniro. Abbiamo provato intensi attimi di “terrore” con il cattivissimo Giuseppe Hyeraci, nel ruolo di Curtis Jackson. Ma siamo stati anche difesi dal coraggioso antagonista del male, il poliziotto Eddie Southern, interpretato da Domenico Garreffa. Inoltre, ci ha accolti nel suo convento, con grande generosità, una splendida e bravissima Madre Superiora, interpretata da Rossella Scherl, e il carismatico Mons. O’Hara, interpretato dal bravissimo Giuseppe Futia. Ci hanno fatto compagnia, accompagnate dall’ensemble Chiara Placanica e Marianna Frammartino, una simpaticissima e svampita suora di nome Suor M. Valeriana, interpretata da Luisa Carabetta, una divertentissima Lucia Spanò nel ruolo di Suor M. Lazzara, una scoppiettante Emanuela Scarfò nei panni di Suor M. Stefania, una strepitosa Martina Raschillà nei panni di Suor M. Patrizia, ed una timida e bravissima Milena Barranca, nei panni della novizia Suor M. Roberta, che ha regalato al pubblico qualcosa di profondamente emozionante, un’autentica parte di sé, la voce dell’anima. E per ultima, ma non certo d’importanza, la nostra protagonista,

una splendida Marilena Futia nei panni dell’esuberante Deloris che fuggendo dall’effimero mondo dei lustrini e da una banda di malviventi che la vorrebbe uccidere, scoprirà nel convento, l’amicizia delle “sorelle” e l’amore vero di un uomo buono, gentile e coraggioso. Infine, se non bastasse, l’allegra “brigata” ha ricevuto persino la benedizione finale di Papa Francesco, un cadeau del nostro Pino Carella, sempre presente, attento e premuroso (“spirito” e anima del Piccolo Teatro Umano). I presenti in sala sono stati assolutamente travolti dall’energia di questo gruppo di non professionisti, che con le loro paure, timidezze, difficoltà, ogni anno, fanno una cosa grande, grandissima, andando oltre le barriere che ciascuno si pone, oltre i propri stessi limiti, mettendosi a nudo, sotto la guida e la supervisione della loro “maestra”. E il pubblico, non giudicante, questo lo apprezza sempre moltissimo e ha ricambiato con scroscianti applausi. Giacché, come direbbe il celebre Victor Hugo: “Il teatro non è il paese della realtà: ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sotto terra. Ma è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco.” Grazie per questa autentica “maraviglia” che ogni anno Manuela Cricelli, con il musical a conclusione del Laboratorio di Cantoterapia, ci regala, emozionandosi ed emozionandoci. Daniela Rullo



CULTURA E SOCIETÀ

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I FRUTTI DIMENTICATI

A CURA DI ORLANDO SCULLI E ANTONINO SIGILLI

Pirus communis L./ Fam. Rosacee

Pero di S. Anna Agli inizi degli anni 80 del 900, lo scrivente ebbe la fortuna d’incontrare a Bova Marina Bruno Casile, l’ultimo degli ellenofoni veri di Bova ,nel senso che denominava con la lingua degli antenati persino il respiro delle piante. Egli aveva abitato sin dalla nascita a Cavalli , contrada impervia e isolatissima ai pied i dei Campi, incassata tra Licofosso ( la valle del lupo ) e Vardar, con sullo sfondo la cima del monte Cerasìa. Tutto attorno sapeva di vicende del passato legate a mondi lontani , tra cui la fuga di abitanti dall’isola di kasos, per cui il cognome Casile tanto presente a Bova, ma ancora più significativo il toponimo Vardar , che ricorda il fiume Vardar, che nasce dai monti della repubblica della Macedonia, ne attraversa il territorio e poi si butta nell’Egeo dopo aver attraversato, nell’ultima sua parte, il territorio greco. Egli aveva dedicato tutta la sua vita alla salvaguardia della lingua degli antenati e cercava in tutti i modi di perpetuarla, ma non aveva capito che ogni cosa, ogni essenza vegetale, ogni strumento, in ogni contesto geografico deve essere funzionale, altrimenti muore. E così nella memoria della gente stava morendo il nome di ogni cosa, di ogni pianta, di ogni insetto, di ogni animale, di ogni strumento, per cui stava morendo la lingua poco alla volta. Cercava le tracce sulla sua terra, esplorava gli anfratti, le grotte per poter definire meglio il passato ed aveva avuto anche fortuna in questa ricerca, perché aveva trovato un tesoretto di monete bizantine che non tenne per sé oppure in una gotta alcune asce del neolitico

che consegnò ad un museo locale. Si recava al suo lavoro di operaio forestale, a piedi, seguendo un viottolo che s’inerpicava verso i Campi di Bova nel costone verso

Vardar ed aveva esplorato tutta la pianura dei Campi stessi , trovando qualche manufatto emergente sull’altura che sovrastava Pedimpiso , San Salvatore, ipotizzando che lì

ci poteva essere qualcosa d’importante dal punto di vista archeologico. Aveva comunicato le sue impressioni ai suoi amici che in seguito avrebbero indirizzato gli archeologi, John Robbe dell’università di Cambridge e Lin Foxhall dell’università di Leicester a scavare in quel punto, dove emerse una fortezza reggina che era stata costruita per difendere il territorio della città calcidese dello stretto contro le mire espansioniste dell’achea Locri Epizephiri. Al ritorno dal suo lavoro di operaio forestale , che assolveva con assoluta onestà, spronando gli altri a fare altrettanto, egli si dedicava al lavoro di agricoltore, cercando di mantenere nel suo campo il germoplasma avuto in eredità dagli antenati. Aveva omesso , solo verso la metà degli anni 70, di coltivare il Triminì, il grano strategico delle annate piovose, ma fino all’ultimo, assieme alla sorella Giuseppa ed al cognato aveva coltivato la bellissima melenzana di Bova, candida come la neve, ora estinta e fino all’ultimo anno della sua esistenza nel 1996, la lenticchia nera di Bova, che in effetti era la Vicia Ersilia. Manteneva in vita i ciliegi che producevano frutti neri a forma di cuore, i meli di Xjarvu i cui frutti servivano a profumare il corredo delle spose e gli abitini dei bambini, le figure più preziose della comunità, i meli di Grasta che maturavano i frutti ai primi di giugno, forse le mele cidonie dell’antichità, tante varietà di fichi, tra cui le Bifare bianche e quelle nere, numerose varietà di peri, tra cui i Basilicuzzi, le Filippariche, Le Lisciandruni, le Tampanariche, le Romane, che nel signifi-

cato delle tradizione indicavano una varietà tipicamente bizantina, che egli aveva riscontrato nelle campagne della città di Heraclion, a Creta, la sua meta preferita, nella madrepatria perduta. Sopra la vigna il piccolo castagneto era costituito da castagni da frutto i cui innesti erano stati portati nell’800 dalla Marinella , contrada all’incrocio dei comuni di Bova, Staiti e Palizzi, in area demaniale, dove esistevano castagni enormi, dal tronca cavo, dove la notte dormivano coloro che vi si recavano per la raccolta delle castagne, che erano molto grandi e “ mundalori “, ossia con facilità venivano private delle pellicina interna che le ricopriva. Numerose erano le varietà di viti che impreziosivano la sua vigna, tra cui il Castiglione, la Lacrima , la Nucillarica ecc. Non lontano dalla casa, vicino ad un pianoro , nei pressi del quale da un masso sgorgava una piccola sorgente o “pigàdi” c’erano due piante di pero rigogliose della varietà S. Anna. Il nome derivava dalla particolarità che i frutti giungono a maturazione il giorno 26 di luglio, la ricorrenza di S. Anna. Naturalmente questo non significa che le pere maturano tutte in quel giorno, ma gradualmente a partire dai giorni gravitanti a quella data fissa. I frutti sono scarsamente soggetti a malattie, molto eleganti , poco affusolati, quasi rotondeggianti, dal peduncolo non molto lungo e dal colore giallo intenso a maturazione; la pasta è gialla, soda, compatta, succosa e leggermente acidula.

Catasti onciari della Valle Questioni del Torbido: un focus di civiltà... sulla Locride del XVIII secolo o c’è dell’altro? L’iniziativa di studiare e pubblicare i catasti onciari dei cinque comuni che fanno parte della Vallata del Torbido, nasce dal proposito di voler avviare un’analisi socio-economica di un’area con caratteristiche pedologiche, climatiche e agro-pastorali molto simili. Come e dove vivevano gli abitanti, qual era il loro stile di vita quotidiano, com’erano organizzati amministrativamente, come era strutturata la società di questi centri, sono alcuni degli argomenti ai quali si tenterà di dare delle risposte. Il progetto si avvale del coordinamento del prof. Vincenzo Cataldo dell’Università di Messina, autore ormai da anni impegnato nello studio di questa tipologia di fonte storica, della collaborazione del dott. Giovanni Pittari (formatore IRRSAE in ambito antropologico), del contributo di altri studiosi impegnati a conoscere la società del tempo. Gioiosa Jonica, Grotteria, Mammola, Martone e S. Giovanni di Gerace saranno, dunque, sottoposti ad una lente d’ingrandimento particolare da parte dell’équipe in un lavoro impegnativo che andrà sicuramente ad alimentare la conoscenza del territorio. L’indagine inizia con S. Giovanni di Gerace, un piccolo centro la cui analisi ha rivelato uno spaccato sociale inedito. Per l’elaborazione del commento si è seguita la metodologia di ricerca avente come fine l’acquisizione di dati sistematici, col precipuo intento di rendere un contributo chiaro per una più ragguardevole conoscenza del Settecento calabrese e dell’economia locale. Per capire e far comprendere meglio le dinamiche socio-economiche, si è ritenuto opportuno, quindi, allargare il campo di indagine interrogando le fonti notarili, nelle quali è possibile scorgervi indicazioni varie riguardo l’acquisto o la vendita di un immobile, la dote di una fanciulla ricca o povera, un fatto normale o eccezionale accaduto in paese. Un altro aiuto è giunto dalle visite pastorali da cui, oltre ad evidenziare i monitoraggi effettuati dai prelati nelle chiese, emergono usi e costumi della gente di San Giovanni. Sono stati poi presi in esame i registri parrocchiali superstiti, per tentare di dare anche una spiegazione sui movimenti demografici del casale, ed il catasto murattiano nella prospettiva di delineare il passaggio epocale della proprietà terriera, dopo la Cassa Sacra, nelle mani della borghesia cittadina. Il volume è suddiviso in tre capitoli: il primo tratta un breve profilo storico del paese, dalle origini fino alla dipendenza da Grotteria e la conquista dell’autonomia. Nel secondo sono enucleate l’origine e la storia delle tre chiese, mentre il terzo è dedicato al catasto onciario: dalla sua istituzione all’analisi del documento di S. Giovanni. Gli autori esaminano la distribuzione del patrimonio fondiario e dei redditi dei sangiovannesi, gli aspetti demografici, le categorie sociali, la vita quotidiana, il matrimonio, il sistema finanziario, l’agricoltura, l’allevamento, la toponomastica. Il libro si compone di 336 pagine comprensive di foto a colori e in b/n, grafici e tabelle riassuntive.

L’iniziativa di studiare e pubblicare i catasti onciari dei cinque comuni che fanno parte della Vallata del Torbido, nasce dal proposito di voler avviare un’analisi socio-economica di un’area con caratteristiche pedologiche, climatiche e agropastorali molto simili e per farlo si è seguita la metodologia di ricerca avente come fine l’acquisizione di dati sistematici.

BRIGANTESSA SERENA IANNOPOLLO Circola sui social in questi giorni un video girato in Sardegna da alcuni bagnanti, in cui un originario del posto si arrabbia con una turista dall’accento nordico perchè lei aveva aperto una scatoletta di tonno, gettato l’olio in mare e sotterrato la lattina nella sabbia. “E che devo fare, me la porto a casa la spazzatura?” Dice lei. Allorchè lui le risponde: “no... tanto poi siamo noi sardi cxxxxoni che ripuliamo la vostra sporcizia! Ma statevene a casa vostra, non li vogliamo i turisti così, guarda che bell’insegnamento che dai ai tuoi figli!” E molto altro. Senza dubbio sono d’accordo con l’uomo che difende la sua terra in toni accesi ma giusti. Oggi a Siderno mi è capitato di sentire una persona dire che adesso che sono arrivati i turisti la città è più sporca. Non mi sento di dire che ciò sia completamente vero, primo perchè è poco tempo che i sidernesi si stanno rendendo conto di quanto sia importante non creare rifiuti, grazie alla differenziata; secondo perchè può capitare (e dico può...) che una persona non del posto che vede una carta per terra si senta legittimata a fare lo stesso. E qui entra in merito l’educazione, la civiltà e bla bla bla. Ritengo comunque che i turisti di siderno siano i cosiddetti “turisti di ritorno”, e quindi parenti fino alla settima generazione (e oltre!) dei residenti (spesso a scrocco). Quindi sidernesi. E quindi ognuno in cuor suo sa quanto vale questa terra e quanto sia moribonda, perchè abbandonata dagli stessi figli. Teniamocela cara e difendiamola, finchè ancora possiamo dire di essere sidernesi. E magari non sporchiamo.


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Vecchie glorie del Catanzaro calcio Galluzzo, Stivala, Banelli, Nicolini, Logozzo, Silipo e Piscioneri si uniscono in un caloroso abbraccio che ricorda il passato proiettando verso un luminoso futuro.

Geracesi di livello alto Il sindaco/vice di Gerace Salvatore Galluzzo posa assieme alla concittadina e nota giornalista Rai Anna La Rosa.

Uniti dalla passione Eliseo Sorbara, Rocco Loccisano, Sandro Stivala e Giorgio Barresi si godono le belle giornate estive tra una chiacchiera e un po’ di sport.

45 anni indimenticabili Il 24 luglio 1971 convolavano a nozze il compianto senatore Sisinio Zito e la moglie Assunta. Ricordiamo con questo bellissimo scatto l’anniversario che i due avrebbero festeggiato lo scorso lunedì.

Grandi menti al lavoro Arturo Costa chiacchiera animatamente con Ilario Ammendolia di questioni di stretta attualità, ma è evidente che il nostro direttore editoriale sta ragionando sul suo prossimo articolo.

Il prossimo… Al reparto salumi, Giuseppe, Giuseppe e Nino si concedono una pausa dai loro numerosi impegni per farsi fare una foto e diventare ancora più famosi grazie al nostro Blob!

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Dolci pause Paolino dello Speakeasy, dopo una pienissima nottata di lavoro, si concede una salutare pausa in compagnia di queste splendide miss in salsa locale.

Luoghi di lavoro inusuali Al lido “Il naufrago”, sulle spiagge di Siderno, il commercialista Francesco Strangio si ritrova a lavorare con Emanuele Sainato.

Supereroi municipali Giovanni Lionetti, detto Pompa, il re del panino con sarzizza e Franco Crupi, il Superman dell’ambiente, siedono su una panchina del corso, a Siderno, nella speranza di cogliere un po’ di fresco.




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