L’urlo nero di una madre per il proprio figlio carcerato è sempre crudele! La voce di Caterina Papalia sembra strozzarsi nella gola anche se gli occhi rimangono asciutti in un atteggiamento di dignitosa sofferenza. È normale che una madre creda nell’innocenza del proprio figlio. In questo caso però anche chi ascolta il suo racconto non riesce a restare insensibile alle sue parole. Un innocente potrebbe essere in carcere per un errore di persona.
APPUNTAMENTI
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Marina di G. Jonica Festeggiamenti in onore della Madonna del Carmine; Portigliola - Festa in onore di San Rocco, spettacolo musicale e ballo del caratteristico cavalluccio; Siderno - piazza Portosalvo, ore 16:00, 14ª edizione Expo Canina; Lungomare, ore 21:00, Manifestazione Canora; Siderno Superiore – fino al 28 agosto, Palazzo De Mojà, dalle ore 18:00 alle ore 21:00.
Agosto
Benestare - Piazza della Memoria civile, ore 22:00, Benestare Teatro; Gerace - Fino al 23 agosto festeggiamenti in onore dei Santi patroni di Gerace, “Danza del Cavalluccio” ed esposizione – vendita di prodotti artigianali; Gioiosa Jonica – Piazza Vittorio Veneto, ore 21:00, “Sagra del Pezzo Duro”; Locri – Corte del Palazzo di Città, ore 21:30, Giuseppe Pambieri in “Centomila, Uno, Nessuno”, Roccella Jonica – Teatro al Castello, ore 21:30; Roccella Festival Jazz; Samo – ore 21;30, Torneo di Briscola; Siderno Superiore - Piazza San Nicola, ore 22:30, Re Niliu in concerto.
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DOMENICA 21 AGOSTO
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Agosto Caulonia - fino al 17 agosto, XVIII Edizione “Kaulonia Tarantella Festival 2016”; Gioiosa Jonica – Piazza Vittorio Veneto, ore 18:00, Fitwalking; fino al 26 agosto, Piazza Vittorio Veneto, ore 21:00, Gioiosa Festival delle Percussioni “I Tamburi di San Rocco”; Marina di G. Jonica – lungomare Cristoforo Colombo, ore 22:00, “Serata Teatrale”. Roccella Jonica – Teatro al Castello, ore 21:30, Spettacolo Teatrale “Miseria e Nobiltà” di Eduardo Scarpetta
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Roccella Jonica – Ex Convento dei Minimi, ore 19:00, Caffè Letterari 2016, Teatro al Castello, ore 21:30, Spettacolo Teatrale “Aspettando Antigone” di Claudio Zappalà; Samo – ore 18:00 Sagra della Porchetta e Gara di Organetti; Siderno Superiore - Palazzo De Mojà, Tchaikovsky’s Dream, concerto di pianoforte.
Agosto Mammola – raduno Largo Magenta, ore 06:00, Pellegrinaggio al Santuario di S. Nicodemo; Roccella Jonica – Largo Colonne, ore 21:30, Defilé di moda e spettacolo musicale.
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Agosto
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Agosto Gioiosa Jonica – Piazza Plebiscito, ore 22:00, Concerto Bandistico; Roccella Jonica – Lungomare Centro, ore 19:00, Notte Verde;
Gioiosa Jonica – Centro storico, Scalinata Barletta, ore 21:00, “Scalinata dei Sapori”. Grotteria – dalle ore 18:30, XIV Premio Grotteria; Marina di G. Jonica – Lungomare Cristoforo Colombo, fontana dei Delfini, I Edizione “Miss Unione dei Comuni 2016”; Portigliola – Teatro Greco – Romano, ore 21:30, Rappresentazione della tragedia greca di Seneca “Le Troiane”; Samo – ore 21:30, Karaoke in collaborazione con l’Associazione “Le Pantere Verdi”. * Calendario degli eventi offerto in collaborazione con Corsecom, Jonica Holidays, Centro Servizi Turistici e Consorzio di Pro Loco della Riviera dei Gelsomini
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ATTUALITÀ
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DOMENICA 21 AGOSTO 4
GIUDIZIARIA
L’evoluzione delle ‘ndrine e il controllo “alto e altro” “Con riguardo al controllo di intere catene di comando delle istituzioni locali (laddove, cioè, vengono decise candidature alle competizioni per le elezioni amministrative e, subito dopo, i soggetti che dovranno essere alla guida delle amministrazioni locali), riservatamente predisposta e attuata, diviene momento che esalta ancora di più il centralismo dell’associazione mafiosa nella guida di ogni dinamica di questa terra”. È uno dei passaggi che si leggono nell’ordinanza “Mamma santissima”, dove si sottolinea: “È solo immaginabile quale sia la ricaduta, in termini di potere, per l’associazione mafiosa, di una tale capacità d’influenza e di questa si avrà l’immediata percezione, ad esempio, anche solo leggendo i contributi indiziari che hanno segnato l’atto di impulso cautelare che, ora, ne occupa, che qualificano il controllo delle cc.dd. società miste da parte della ‘ndrangheta e dei politici, che, nel connubio sopra lumeggiato in chiave generale, con essa operavano”. Nella presente indagine, che quella anticipa temporalmente ma che si correla a un’altra precedente, in una sorta di continuità non solo storica ma anche fattuale e logica, “disegnando i prodromi di quel sistema di controllo alto ed altro che caratterizza l’operare di una parte della ‘ndrangheta, quella non visibile, non immediatamente percepibile”. “Deve, pertanto, evidenziarsi, a conferma delle considerazioni che si sono sopra operate, - si legge - che autorevole dottrina, da leggere in uno al portato dell’esperienza giudiziaria in tema di mafie storiche come la ‘ndrangheta, sottolinea come assieme agli interessi primari dell’ordine pubblico e della libertà morale, siano oggetto della tutela della fattispecie incriminatrice di cui all’art. 416 bis C. p., l’interesse a un corretto ordine economico, quello a un corretto funzionamento della pubblica amministrazione e l’interesse a una distribuzione del potere reale che sia ricollegabile al consenso dei consociati”. La dottrina alla quale ci si riferisce è quella di G. Turone, Milano, 2015 “che, nel descrivere gli interessi protetti dalla norma incriminatrice di cui all’art. 416 bis C. p., ricorda come l’associazione di tipo mafioso si presenta sempre come il frutto dell’evoluzione di un precedente sodalizio criminoso indifferenziato (il c.d. sodalizio matrice), fornito di un suo originario programma di delinquenza in parte finalizzato proprio alla produzione della carica intimidatoria autonoma. Collocandosi nel momento in cui si assiste alla transizione dal sodalizio matrice a quello derivato di tipo mafioso, il quid pluris che distingue l’associazione di tipo mafioso dai reati meramente associativi, senza arrivare alla soluzione estrema di promuovere ad elemento oggettivo di fattispecie la parziale realizzazione del relativo programma criminoso (che è cosa diversa da quello dell’iniziale sodalizio matrice)., consiste nel fatto che, nello stesso momento in cui si passa dal sodalizio matrice a quello mafioso, prima ancora che questo si attivi per la realizzazione del suo programma mafioso, si può apprezzare un livello minimo di sfruttamento inerziale della neonata carica intimidatoria autonoma, limitato alla produzione dell’assoggettamento generico, che, pur non essendo ancora specificatamente orientato verso la realizzazione del programma associativo mafioso, è tuttavia attuale e costituisce il terreno favorevole per il successivo esplicarsi delle attività tipiche del sodalizio. Sicché il primo livello inerziale di sfruttamento della carica intimidatoria e la prima soglia di assoggettamento generico danno la misura del livello minimale dell’apparato strutturale – strumentale mafioso e vanno considerati essi stessi come elementi oggettivi di fattispecie, in quanto risvolti immediati e necessari della stessa carica intimidatoria autonoma. Con la conseguenza che il delitto associativo ex art. 416 bis c.p. ben può essere considerato come reato associativo a condotta multipla e di natura mista. Al livello minimale dell’apparato strutturale – strumentale corrisponde un livello minimale del programma di delinquenza, atteso che, collocandosi nel momento della transizione dal sodalizio matrice a quello mafioso, lo sfruttamento anche solo inerziale della neonata carica intimidatoria autonoma implica automaticamente che il sodalizio stesso abbia già programmato la commissione di atti delittuosi (come minimo in termini di minaccia e di violenza privata). In vista del mantenimento, del rafforzamento e di un più adeguato sfruttamento della carica intimidatoria medesima”.
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GIOVANNI CALABRESE:
“LA CHIUSURA DE LE CLUB
NON INCRINI IL RAPPORTO TRA SOCIETÀ E ISTITUZIONI” Non dimentichiamoci che viviamo in una realtà particolare e difficile. Non dimentichiamoci che dove ci sono flussi di denaro sono sempre presenti i “piraña locali”, non dimentichiamoci che in tutte le discoteche vi è sempre un traffico e consumo di sostanze di provenienza certamente illecita.
ittadini, politici e imprenditori devono tutti riflettere su quanto accaduto a Le Club. Commette un grave errore chi continua a pensare che i Carabinieri siano i nemici della città. No, non sono loro i nemici! I nemici di Locri sono sempre gli stessi, sono incessantemente i soliti “noti” soggetti che con la loro “presenza” continuano a voler dimostrare la propria supremazia danneggiando onesti imprenditori e continuando ad infangare il nome della nostra città. La chiusura del noto locale Le Club, attraverso l’utilizzo dell’art. 100 del r.d. 18 giugno 1931, n. 773 e con la precisa accusa “di essere ritrovo abituale di pregiudicati e di soggetti poco raccomandabili e controindicati”, crea amarezza e una ferita profonda nella nostra comunità. Ritengo che solo gli addetti ai lavori e i diretti interessati sono a conoscenza delle reali motivazioni che hanno portato le Forze dell’Ordine alla chiusura del conosciuto locale. Quanto accaduto non può essere considerato come una sciocchezza, una banalità, ma deve essere visto e letto come qualcosa di serio e delicato. Tutto ciò nel primario interesse della città e dei giovani imprenditori titolari de Le Club e di tutti i titolari di attività; semplificare e assumere ridicole e assurde prese di posizione rischia di fare ulteriori danni a una città di suo già molto debole dove “sempre gli stessi” vorrebbero tornare a riproporre un vecchio e triste modello di arroganza e supremazia che in passato ha messo in ginocchio la nostra collettività e aperto una ferita che non sarà facile rimarginare. I Carabinieri, le Forze dell’Ordine possono anche commettere degli errori, ma se oggi viviamo in un paese libero lo è solo grazie a loro, alla loro attività, al loro sacrificio. Chi mi conosce sa da che parte sto, ed è noto a tutti il mio elevato rispetto delle istituzioni e, per tale motivo, condanno fermamente chi continua ad attaccare le istituzioni e riempie di insulti i Carabinieri ai quali esprimo vicinanza e solidarietà.
C
Ciò però non mi impedisce di fare liberamente e pubblicamente le mie valutazioni in merito a quanto accaduto e, pur rispettando l’operato degli investigatori e comprendendone le ragioni, esprimo dispiacere sulla chiusura temporanea del più noto e raffinato locale balneare della provincia di Reggio Calabria, se non di tutta la Calabria e traino di una parte dell’economia estiva cittadina.In questi giorni ho mantenuto volutamente il silenzio. In una sorta di clima surreale ho preferito ascoltare, osservare, capire. Alcuni dicono che hanno fatto bene i Carabinieri a chiudere Le Club, altri che hanno sbagliato, chi sostiene che è un provvedimento abnorme. È evidente a tutti che qualcosa non ha funzionato. Probabilmente qualcosa di serio e molto grave, non noto alla collettività, sarà sicuramente accaduto e ciò sarà stato il motivo che avrà spinto le preposte autorità a intervenire. Non dimentichiamoci che viviamo in una realtà particolare e difficile. Non dimentichiamoci che dove ci sono flussi di denaro sono sempre presenti i “piraña locali”, non dimentichiamoci che in tutte le discoteche vi è sempre un traffico e consumo di sostanze di provenienza certamente illecita. Conosco da anni Davide Monteleone e Cristiano De Lucia e le loro famiglie e ho difficoltà a pensare che i due possano aver intrapreso un “percorso” diverso da quello tracciato dai loro genitori, apprezzati e stimati professionisti della nostra città e, soprattutto, lontani per storia e cultura da determinati ambienti ai quali oggi i loro figli vengono purtroppo associati. Potrebbe anche essere che i due imprenditori, con accertata provenienza non mafiosa, siano stati, loro malgrado “inghiottiti”, in qualche giro strano ed essere finiti, giustamente, sotto l’attenzione delle Forze dell’Ordine o addirittura essere, controvoglia, ostaggio di losche figure che hanno “presenziato” nel loro locale per dimostrare supremazia territoriale. Tutto può essere in un territorio difficile come il nostro. Tutto ciò deve indurre tutti noi a fare delle riflessioni serie e non a lascarci andare a reazioni spropositate che rischiano di danneggiare i due giovani che hanno investito nella loro e nostra città e, per quel che mi risulta, hanno un saldo economico ancora negativo con il conseguente rischio di pregiudizio per il loro futuro imprenditoriale. Chiudo questa lunga riflessione con un invito a Davide e Cristiano, che ho visto distrutti e disperati, a rivedere tutto quello che è necessario, ad apportare i fondamentali correttivi nel loro locale e ad andare avanti nel loro interesse e nell’interesse di tutta la comunità. Locri esce fortemente segnata da questa brutta vicenda che, in ogni caso, non deve incrinare il rapporto di fiducia tra la città e le istituzioni militari a causa di una vicenda che certamente verrà chiarita nelle sedi appropriate e opportune, con le giuste assunzioni di responsabilità da parte di tutti gli attori protagonisti di questa storia.Locri non deve fermarsi e dovrà continuare ad andare avanti anche con il divertimento dei locali notturni dopo però aver sgombrato qualsiasi dubbio e, con la certezza, che il tutto avvenga nel totale rispetto delle leggi. Locri deve appartenere ai Locresi onesti, le persone integre devono rimanere tali e tutti insieme dobbiamo respingere quelle forze animali e criminali che vorrebbero riappropriarsi della nostra città. Se non lo faremo tutti insieme “loro” torneranno a comandare e noi saremo costretti ad andare via nella migliore delle ipotesi. Io spero che Le Club non chiuda definitivamente, ma che vada avanti con i necessari accorgimenti che le istituzioni hanno dovuto indicare pur sapendo di far dispiacere tantissimi giovani. #locriailocresionesti #continuareadivertirsialocri #isolareipiranha Giovanni Calabrese
RIVIERA
ATTUALITÀ
IL RACCONTO
Un bel giorno di agosto Antonino, simpatico ragazzo di Torino, legge il suo nome sui giornali: è stato inserito nel programma FOCUS ‘NDRANGHETA. La sua colpa? Aver guidato in stato di ebbrezza. Perchè quella che a Torino sarebbe stata una semplice sanzione contro una violazione del codice della strada, in Calabria è un’operazione di lotta alla ‘ndrangheta?
I prodigi di Alfano:
in Calabria la movida diventa malavida Con cadenza quasi quotidiana apprendiamo dalla stampa decine di operazioni nel programma di contrasto alla criminalità organizzata, strutturata e affiliata: violazioni del codice della strada, furti di energia elettrica,detenzioni abusive di armi da guerra, da taglio, medi, piccoli, piccolissimi coltelli, taglierini, persino forchette troppo affilate. Alla‘ndrangheta, come promesso da Alfano, non gli si da proprio respiro!
ROSARIO ROCCA Antonino è un ragazzo simpatico, brillante e di compagnia. Già da bambino era, nella costruzione dei giochi, il più ingegnoso tra tutti e anche il più temerario. Lo dimostrano i segni e le cicatrici sparse qua e là sul suo corpo snello e semiatletico. Ogni anno, ad agosto, scende in Calabria a trascorrere qualche settimana di ferie insieme alla sua cara nonnina, tra le più anziane del paese, e ai sui amici d’infanzia. Il suo fare scherzoso, a Benestare, rende più piacevoli le notti d’estate in piazza, quando i ragazzi ritornano dai locali della movida locridea. E succede che al sorgere di un’alba di mezz’estate, dopo aver ballato, scherzato e bevuto qualche birra di troppo con gli amici, la sua andatura lenta e solitaria sulla via del ritorno, si ferma all’Alt dei carabinieri. Patente e libretto, un semplice controllo, tutto tranquillo. Invece no, o almeno, non proprio tutto: c’è da fare anche l’alcol test! Sapeva delle rigidità previste nella nuova normativa del codice della strada: basta proprio poco per superare il limite del tasso alcolico tollerato. Cerca di persuadere gli uomini in divisa, vista l’ora e la sua condizione tutto sommato di sobrietà. Ma niente! La legge è legge, e non sono concesse deroghe. Multa, 10 punti in meno sulla patente e sospensione immediata della stessa per i prossimi tre mesi. Una batosta che il ragazzo accetta senza fare troppe storie, fortunata-
mente rientrerà a Torino insieme ad un suo amico originario di Martone e chiederà a lui di guidare la sua fiat punto nel viaggio di rientro. Spera solo che un giudice di pace gli concerà di utilizzare l’auto per recarsi al lavoro. Nella vita si occupa di grafica pubblicitaria, e ne ama parlarne con un certo entusiasmo ai suoi amici. Sul suo profilo facebook ha riportato come citazione preferita una frase di Herry Ford: “smettere di fare pubblicità per risparmiare soldi è come fermare l’orologio per risparmiare tempo”. Sicuramente nell’ormai lontana mattinata del 23 aprile 2014 Antonino si è recato a lavoro, magari era impegnato nell’elaborazione di un logo pubblicitario, quando il Ministro Alfano teneva una conferenza di presentazione del suo grandioso piano di azione nazionale e transnazionale contro la criminalità organizzata di tipo mafioso calabrese. “Non daremo tregua alla ‘ndrangheta e agli ‘ngranghetisti” queste furono le parole d’ordine di Angelino nella presentazione del programma FOCUS ‘NDRANGHETA. Roba di altissimo profilo nell’ambito della prevenzione e della lotta al crimine! “Lo Stato finalmente fa sul serio” si saranno detti i professionisti dell’antimafia più convinti. Ma Antonino, quella mattina, era troppo preso nel suo laboratorio, poi la ’ndrangheta, le mafie non lo hanno mai particolarmente attratto. Certamente avrà visto almeno una delle tre parti del Padrino, ma niente di più. Il programma ministeriale contro la ‘ndrangheta prevede tre livelli d’intervento: regionale, nazionale e internazionale. Il primo dei tre si pone come obiettivo principale la cattu-
ra dei latitanti e il sequestro dei patrimoni delle famiglie mafiose. Un lavoro incessante, senza tregua. Infatti con cadenza quasi quotidiana apprendiamo dalla stampa decine di operazioni nel programma di contrasto alla criminalità organizzata, strutturata e affiliata: violazioni del codice della strada, furti di energia elettrica, detenzioni abusive di armi da guerra, da taglio, medi, piccoli, piccolissimi coltelli, taglierini, persino forchette troppo affilate. Alla ‘ndrangheta, come promesso da Alfano, non gli si da proprio respiro. Ma Antonino non ne era consapevole, non avrebbe mai pensato che un bel giorno di agosto di due anni dopo, avrebbe scoperto dai giornali e a sue spese il programma FOCUS ‘NDRANGHETA. Incredulo si riconosce nel comunicato delle forze dell’ordine che da notizia delle operazioni portate avanti nel mese di agosto “trentaduenne di Torino sorpreso alla guida in stato di ebbrezza. Denunciato.” Si chiede come possa la sua sfortunata vicenda estiva fare addirittura notizia, su tutti i quotidiani cartacei e online. “Che avrò mai fatto” si chiede. Addirittura finito nell’ambito di un programma di azione contro la ‘ndrangheta. E ricorda Jonny Stecchino “ma quanto costano le banane a Palermo!”. Antonino ci scherza su, non capisce il perché se ti ritirano la patente a Torino è una semplice sanzione contro una violazione del codice della strada, mentre qui da noi, in Calabria, è un’operazione di lotta alla ‘ndrangheta! Stava solo tornado da una festa in spiaggia, ma non sapeva che nella Locride anche il divertimento notturno ha un sapore diverso. Niente movida, ma malavida!
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DOMENICA 21 AGOSTO
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La Storia
ersone finite in p le a Tr ” . te n o m ro sp A i d i n zione “Colombia a er p o l’ a tt tramite il filmaa sc to a 16 ic tif 20 le en ri id p a to a 13 st e el b d b a re lb a Sa ll’ . A ca, incensurato Lu S. i d i n n a ione di canapa g 23 ta o, n ia sc p ce a n n a u i Fr i d rg ità io G im e ss er ro rc p ca mostra di spalle in lo e ch a iorgi, tuttavia lo st o G o sc a sc n ce a n er a m Fr a ca n le so er p i d i a to di una te ra non incontra m cu ro p lla a d to a in m o n ata fornita. st ito è li g e ch fia ra g indiana.Il per to fo lla a ritiene “compatibile” rispetto
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: e r d a m a n u i d o l L’ur ! o i l g i f o i m e t a r e b li “Basta l’errore di uno zio per fare di Francesco un delinquente e trasformare tutti noi in una famiglia di ndrangheta! Non basta! Non basta perché noi non siamo mafiosi! Il nostro costante impegno nel lavoro e solo in quello, i sacrifici di mio marito sono un attestato alla nostra onestà, alla nostra rettitudine, al costante attaccamento alla famiglia!”
ILARIO AMMENDOLIA L’urlo nero di una madre per il proprio figlio carcerato è sempre crudele! La voce di Caterina Papalia sembra strozzarsi nella gola anche se gli occhi rimangono asciutti in un atteggiamento di dignitosa sofferenza. È normale che una madre creda nell’innocenza del proprio figlio. In questo caso però anche chi ascolta il suo racconto non riesce a restare insensibile alle sue parole. Un innocente potrebbe essere in carcere per un errore di persona. Vediamo i fatti: All’alba del 13 aprile 2016 scatta l’operazione “colombiani di Aspromonte.” 27 persone arrestate. Poi tutto viene ridimensionato. Alcuni degli arrestati escono subito dal processo, altri hanno già recuperato la libertà. In carcere restano tre persone accusate in un primo rapporto redatto dai carabinieri di aver coltivato in Aspromonte cento piante di canapa indiana che, in un secondo rapporto, diventano trecento. Tra le persone che restano in carcere Giorgi Francesco, 23 anni di San Luca, incensurato. Sarebbe stato identificato tramite un filmato di una telecamera nascosta che lo mostra di spalle in prossimità della piantagione. Il perito nominato dalla procura non incontra mai di persona Francesco Giorgi e tuttavia lo ritiene “compatibile” rispetto alla fotografia che gli è stata fornita. Due periti di cui uno di acclarata esperienza, il professore Cusimano, che lo esaminano di persona escludono che il giovane fotografato vicino alla piantagione possa essere Francesco Giorgi. Da qui l’urlo della madre: “Ridatemi mio figlio. Lo so che siamo di San Luca ma basta così poco per tenere un innocente, incensurato, in carcere? Perché saremmo una famiglia mafiosa? Mio marito è morto per un infarto da incensurato, mai sfiorato da un avviso di garanzia! Sono rimasta vedova e mi rompo la schiena lavorando dodici ore al giorno. Adesso devo pagare avvocati e periti! Una sola perizia mi è costata 4.000 euro e io, oltre a Francesco, ho altri tre figli.” Lunga pausa, poi continua: “…dicono che Francesco appartiene a famiglia mafiosa! Ho già detto di mio marito e di me assolutamente incensurati. Gli altri miei figli non hanno mai riportato una contravvenzione stradale! I loro nonni non hanno mai avuto nulla a che spartire con la ndrangheta! Dove sono i mafiosi nella mia famiglia? È vero, ho un fratello che ha avuto problemi con la giustizia per via della droga! Gli voglio bene e non sono la persona adatta a giudicarlo! Se ha sbagliato ha pagato e se sbaglierà in futuro… pagherà ancora! E tuttavia basta l’errore di uno zio per fare di Francesco un delinquente e trasformare tutti noi in una
famiglia di ndrangheta! Non basta! Non basta perché noi non siamo mafiosi! Il nostro costante impegno nel lavoro e solo in quello, i sacrifici di mio marito sono un attestato alla nostra onestà, alla nostra rettitudine, al costante attaccamento alla famiglia!”. Caterina Papalia non ce l’ha con i giudici, né con i carabinieri ma con la sorte! È indignata con la “sorte” che pesa come un macigno sui chi è nato a San Luca ed è per tale motivo schiacciato da un particolare peccato originale connaturato al luogo di nascita! Le perizia del professore Cusimano dimostra in maniera rigorosamente scientifica che Francesco Giorgi è persona sicuramente diversa rispetto al giovane fotografato nelle vicinanze della piantagione. Nulla corrisponde. Né l’altezza, né il colorito, né la corporature, né il colore degli occhi. Poi vi è la prova regina che il perito mette bene in evidenza: nella foto che ha portato all’arresto del giovane Giorgi, egli sarebbe in compagnia dello zio. Nella foto, il presunto Francesco Giorgi sarebbe più alto rispetto a suo zio di almeno quattro centimetri. Nella realtà, è più basso di almeno sei! Come si spiega? Potrebbe essere il dislivello del terreno? Il terreno in questione per come si evince dalle fotografie e dalle analisi oggettive di ben due periti, è assolutamente pianeggiante. Da qui, l’appello della madre: “In un piccolo paese siamo tutti parenti e può accadere che qualcuno abbia a che fare con la giustizia. Ma che c’entra mio figlio? Io ho dato a mio figlio principi sani, l’ho abituato a lavorare, non abbiamo mai avuto soldi facili. Lui non
ha mai voluto neanche parlare di fatti di ndrangheta. È stato sempre lontano da quel mondo! Mio figlio ha solo due passioni: la famiglia e la Juventus. Giocava con i suoi fratelli, a volte, come un bambino. Perché tenerlo in carcere? Un ragazzo innocente e incensurato in carcere può anche fare brutti incontri che lo potrebbero cambiare per tutta la vita! Lo Stato non mi può fare questo! Io non chiedo che mi si creda sulla parola. Sono una madre e in quanto tale avrei amato mio figlio qualsiasi cosa avesse fatto! Ma ho altri tre figli e se Francesco avesse sbagliato io, per salvare gli altri tre, non avrei esitato a implorare per lui comprensione, forse pietà, ma senza difendere le sue scelte! Anzi avrei voluto che fosse punito per scoraggiarlo di intraprendere strade sbagliate! Questa è la mia angoscia! E questo un dolore che non mi fa prender sonno!”.
Conclude: “Mio figlio è giovane ma, in carcere, gli è stata riscontrata una malformazione al cuore. Suo padre è morto di infarto! Ditemi come faccio a stare tranquilla? Non abbiamo chiesto gli arresti domiciliari. Non voglio che i carabinieri vengano a umiliare lui stesso, me e gli miei figli! Mio figlio è innocente e deve uscire da uomo libero così com’è entrato! Mio figlio non ha nulla a che vedere con la canapa indiana, né con la mafia! Liberate mio figlio! Non tenete in carcere un innocente!”. La nostra conversazione con Caterina Papalia finisce qui. Personalmente conosco uno zio del ragazzo, già sindaco di S. Luca, militante comunista, persona colta, coraggiosa e integerrima! Un uomo che la lotta alla ndrangheta l’ha fatta veramente e in prima persona! Viviamo in una terra difficile. San Luca è la punta dell’iceberg. Non bisognerebbe regalare postazioni alla ‘ndrangheta. Personalmente non ho elementi per stabilire l’innocenza o la colpevolezza di Francesco Giorgi. Tocca ai magistrati emettere le sentenze! Tocca alla stampa segnalare, pur nel massimo rispetto, passibili errori o ingiustizie! Un dato è certo: la carcerazione preventiva non ha mai portato bene a nessuno, e oggi come sempre, resta valido il principio che, interpretando correttamente la Costituzione, affermava: meglio dieci colpevoli in libertà che un solo innocente in galera! Un principio che in questo caso è più attuale che mai!
ATTUALITÀ
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LA COPERTINA
DOMENICA 21 AGOSTO
08
Il Foglio, tenendo la coda al Corriere, cavalca la polemica sui "diplomifici" al Sud: le scuole meridionali sganciano più facilmente super voti agli studenti, tanto che i diplomati meridionali, "terroni somari", hanno preso il doppio dei 100 rispetto al Nord. Ci risiamo: ogniqualvolta il meridione d'Italia eccelle, i soloni del Nord sentono puzza di imbroglio.
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A sinistra Gian Antonio Stella , editorialista del Corriere della Sera. In alto la copertina de Il Foglio in edicola il giorno di Ferragosto. A destra Claudio Cerasa, direttore de Il Foglio
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Sbatti il terrone in prima pagina Secondo la folkloristica tesi dell’esimio Gian Antonio Stella la manica larga dei prof del Sud sarebbe dettata da "una sorta di solidarietà meridionale basata sul comune sentimento di emarginazione e di abbandono"
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO E mentre migliaia di angurie venivano tenute al fresco sotto la sabbia in riva al mare, il giorno di Ferragosto il Foglio ha voluto cavalcare l'onda puntando sullo shockvertising - espediente preso in prestito dal mondo della pubblicità, utile a catturare l'attenzione - e in copertina spara: "I terroni somari ma promossi con lode". Quella del Foglio è più precisamente una yobbo advertising poichè il giornale, pur di non passare inosservato, ha voluto ricorrere a offese gratuite, come quella pubblicità che, per rapire la massa, si serve di immagini disgustose, oscenità, viola tabù religiosi e offende la morale. Ma quella è pubblicità appunto, qui c'è chi parla di giornalismo. Del resto cosa ci si poteva aspettare da un giornale che dal 1997 al 2015 è costato ai contribuenti oltre 50 milioni di euro? Grazie alla furbata del suo ex direttore Giuliano Ferrara, infatti, nel '97, a un anno dalla fondazione, è stato creato un movimento-partito "Convenzione per la Giustizia", un trucco come lui stesso dichiarò con nonchalance per poter usufruire dei contributi statali per l'editoria. Un escamotage che gli ha permesso di intascarsi, facendo due calcoli, qualcosa come 8 mila euro al giorno. Soldi pubblici, sborsati anche da quei terroni somari. Dietro al titolo shock di
Ferragosto, però, non c'è Giuliano Ferrara, romano de Roma, ma Claudio Cerasa che dirige il Foglio dallo scorso anno. Claudio Cerasa è un giornalista giovane, 34 anni, in gamba, che entra a far parte della redazione del Foglio a 24 anni e contemporaneamente collabora con Panorama e trasmissioni televesive come Le invasioni barbariche e Porta a Porta. Claudio Cerasa è di Palermo. Un terrone brillante. Un ascaro, lo avrebbe definito Nicola Zitara. Un ascaro che, come dicevo, ha voluto cavalcare l'onda infischiandosene se quei somari di cui parla vengono dal suo stesso Sud. Questa idea di sbattere Terronia in prima pagina, però, non è tutta farina del suo sacco. Ad avergli probabilmente fornito l'assist lui, l'incorreggibile l'inafferrabile l'ineguagliabile Gian Antonio Stella che, da esperto rimaneggiatore di dati e formulatore approssimativo di modelli di sviluppo che tengono il Sud al fresco sotto la sabbia come u zipangulu, ha infiocchettato un editoriale in cui insinua che se il Sud trabocca di studenti diplomati con 100 e lode - così come emerso dai dati resi noti dal Ministero dell'Istruzione - è perchè i prof meridionali sono di manica più larga rispetto ai colleghi del Nord, dotati al contrario di una naturale giustizia valutativa. E non azzarda un'ipotesi, più consona agli intellettuali di primo pelo, ma elabora addirittura una tesi secondo cui questa manica larga sarebbe dettata da "una sorta di solidarietà meridionale basata sul comune sentimento di emarginazione e di abbandono". Ci facciamo pena da soli in sostanza, e per que-
sto abbiamo creato una sorta di Società di Mutuo Soccorso, che sopperisca alle carenze dello Stato, così come successo nella seconda metà dell'800 per altre ragioni. Non si spiegherebbe altrimenti - secondo l'esimio Stella - il panorama dipinto dai dati del Programma per la valutazione internazionale dell'allievo, meglio noto con l'acronimo P.I.S.A (Programme for International Student Assessment) e i test Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo), che vede quasi tutte le regioni del Sud al di sotto della media europea, Italia compresa. E se i test Invalsi e le rilevazioni internazionali, come Ocse-Pisa fornissero una fotografia non esattamente rispondente alla realtà? Qualche anno fa, Luciano Canfora, tra i più autorevoli classicisti in Italia e all'estero, così si espresse a proposito della quizzologia di cui siamo circondati: “Le prove Invalsi sono una mostruosità, una cosa senza alcun senso, che può servire semmai a premiare chi è dotato di un po’ di memoria più degli altri, non chi ha spirito critico. Poiché la scuola dovrebbe essenzialmente far nascere lo spirito critico, la miglior cosa sarebbe eliminare l’Invalsi e restituire i suoi test a chi li ha inventati. Se io tolgo allo studente che si sta formando in anni decisivi della sua vita l’abito alla critica, alla capacità di comprendere e di studiare storicamente, di distinguere, lo trasformo in un pappagallo parlante dotato di memoria e nulla più. Un suddito, non un soggetto politico". Basterebbe questo a rispondere alle insinuazioni precipitose di
Gian Antonio Stella ma vorrei aggiungere dell'altro. Ho avuto la fortuna di avere un'insegnante di italiano che oltre a spiegarmi come si fa un'analisi del testo, mi ha insegnato a dare coraggio. In classe c'era un ragazzo cresciuto tra le macerie di un'infanzia andata in rovina. Padre in carcere per droga, madre scappata di casa quando lui non aveva nemmeno 3 anni. Viveva con una zia anziana che sapeva di non poter far molto per tenerlo lontano dalle cattive compagnie. Inizialmente il suo banco era quasi sempre vuoto. Ma quando si decideva a entrare a scuola, la mia insegnante lo coinvolgeva in ogni modo. "Il mio assistente" lo chiamava, tanto che aveva spostato il suo banco a fianco alla cattedra. Finì per essere sempre occupato quel banco. Nessuno avrebbe mai scommesso un solo centesimo sulla vita di quel ragazzo, lei volle scommettere il suo tempo. Premiandolo e premiandosi. Sicuramente, egregio Stella, quel ragazzo sarebbe rimasto fuori dai suoi freddi dati che danno credito a una sterile quizzologia invalidante (Invalsi, il destino è nel nome, diceva qualcuno), ma oggi è dentro al futuro. Insieme alla sua ragazza ha aperto un meraviglioso ristorante con tutti i "banchi" sempre occupati. Sullo specchio all'entrata c'è una scritta: "Il coraggio è la prima delle qualità umane, perchè è quella che garantisce tutte le altre". Vede, Super Star, qui al Sud non ci facciamo pena da soli perchè ci sentiamo emarginati. Qui, quando intravediamo il talento, lo incoraggiamo.
RIVIERA
IN BREVE
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Siderno: al via il nuovo sistema di controllo delle infrazioni del codice della strada L’Amministrazione Comunale e l’assessore alla viabilità Luigi Guttà, avvisa la cittadinanza della nuova procedura sanzionatoria per quanto riguarda le infrazioni al Codice della Strada, con controlli più diretti ed efficaci grazie ad un nuovo strumento tecnologico di rilevazione targhe in dotazione alla Polizia Locale. Lo strumento permette di individuare in tempo reale, leggendo con una telecamera la targa di un veicolo, nessuna esclusa, nel proprio raggio operativo, segnalando le anomale alla pattuglia.
Siderno ricorda Lorenzo Commisso Questa settimana ricordiamo Lorenzo “Renzo" Commisso, vigile urbano di Siderno nell’agosto 1996, ha perso la vita in seguito a un banale incidente. È stato un vigile unico, non si è mai risparmiato o “defilato”. Sempre attento, preciso e puntuale verso la comunità. Presente e disponibile in qualsiasi ora ed in qualsiasi settore. Domani, 22 Agosto, alle 17:00, presso il cimitero di Siderno Superiore si celebrerà una cerimonia commemorativa e, dopo la santa benedizione, sarà deposta una corona di fiori.
Polsi di nuovo accessibile ai fedeli Il tavolo tecnico organizzato nelle scorse settimane ha dato i suoi frutti. L’organizzazione decisa in quel di San Luca è stata messa in pratica senza remore dai partecipanti di quell’incontro, tra i quali ricordiamo don Pino Strangio, il vescovo della diocesi di Locri Gerace Francesco Oliva, Carlo Tansi e Giuseppe Bombino e, nell’arco di tre, intensissimi giorni lavorativi, la “pista” di Cano, unica strada utile a raggiungere il Santuario di Polsi, questa settimana, è stata finalmente riaperta.
Il taglio della‘ntinna Un rito ancestrale ripetuto da secoli. Suggestivo ed emozionante. “L’arzata da ’ntinna” è il momento culminante dei festeggiamenti per il Patrono, San Giorgio Martire, e richiama a Martone, ogni anno migliaia di fedeli e di appassionati. Il taglio dell’albero alto 25-30 metri, il trasporto con i buoi dietro la statua di San Giorgio fino alla piazza del paese, dove a ’ntinna, ricoperta di doni, viene issata con grosse funi, grazie allo sforzo dei devoti. Infine la scalata per raggiungere la cima.
GLI AUGURI DI MONS. OLIVA A DON CORNELIO
“Grazie per avermi accompagnato con l’affetto di un fratello” A don Cornelio che ha continuato a servire questa chiesa come vicario generale e parroco porgo l’augurio più bello e il grazie per il suo impegno, fedeltà e passione nel ministero. […] Siamo tutti in corsa. Lo sei anche tu, don Cornelio. Una corsa che va avanti secondo tempi e ritmi dettati dal Signore. Lui solo ne conosce la vera durata. Occorre fedeltà e perseveranza: è la cosa fondamentale. L’atleta quando corre non può permettersi di distogliere lo sguardo dal traguardo. Così anche noi dobbiamo tenere gli occhi sempre fissi alla meta che ci viene indicata da Gesù, che è “colui che dà origine alla fede e la porta a compimento”. Se la nostra vita è una corsa, Egli è la Via, la Verità e la Vita, colui che ha dato il via, l’origine e il compimento. […] Per raggiungere la meta dobbiamo partire da ciò che è già trascorso: il passato, quel passato in cui Dio è intervenuto e si è lasciato incontrare. Non è immaginabile la vita cristiana senza la memoria: la memoria di un passato, in cui Dio ha fatto sentire la sua vicinanza e benevolenza. Questo non può essere dimenticato. Tutti camminiamo sulla scia di un passato intercettato da Dio. In esso cogliamo il senso del nostro cammino. Lo coglie ciascuno di noi, in particolare il sacerdote, la cui vita è stata radicalmente “informata” dall’incontro col Signore. Quel “Mi ami tu?” continua a risuonare in questo momento di preghiera anche per te, don Cornelio. È l’eco di un incontro che 50 anni fa ha segnato irreversibilmente il tuo cammino. Il Signore oggi rinnova quell’alleanza d’amore e t’invita ad andare avanti, come hai fatto in tutti questi anni. Sei andato avanti nel ministero sacerdotale, conservando la giovialità di un sorriso per tutti. Hai saputo farlo, perché hai perseverato nella fedeltà a Colui che ti ha scelto e chiamato. Desidero ricordarlo: il segreto del cammino di ogni sacerdote sta nella capacità di tenere lo sguardo su Gesù, nel non perderlo mai di vista, nel fidarsi di Lui, nel perseverare in un intimo legame con Lui. Sempre, soprattutto quando la via si fa in salita e le difficoltà rallentano e appesantiscono il cammino. […] La ricorrenza odierna […] non è tanto per raccontare la vita di un prete[…]. Siamo qui per esprimere gratitudine al Signore e riconoscenza per il servizio gioioso e disinteressato che un sacerdote ha saputo offrire con umiltà, fedeltà e dedizione, ma anche con competenza e amore. Come parroco e come vicario generale. E in tutte le altre incombenze diocesane. Chi ti ha conosciuto ed incontrato, carissimo don Cornelio, è sempre rimasto “colpito” dalla tua affabilità, saggezza ed operosità. Nella diocesi sei stato (lo sei tuttora) un punto di riferimento. Personalmente ti ringrazio per l’aiuto che hai saputo darmi in questi due anni. Grazie per avermi accompagnato con l’affetto di un fratello maggiore, indicando sempre la via che antepone il bene della comunità a quello personale. Papa Francesco ci ricordava in una sua omelia che “chi non vive per servire non serve per vivere”. In questa espressione ritrovo la ragione fondamentale del tuo ministero e di ogni ministero […]. Francesco Oliva Vescovo di Locri-Gerace
Dopogliesami... lavitaèpiùdolce! Questa foto inviataci dal professor Giarmoleo testimonia che il docente non viene visto esclusivamente come una bestia scolastica dalla quale stare lontani durante il periodo estivo. Anzi, come ogni anno riscuote successo l’incontro annuale con gli ex allievi che, in questa occasione, ha avuto come ospite d'onore Mimmo Logozzo, un personaggio chiave per la crescita umana e culturale degli allievi dell'ultima 5C… Fate sapere al presidente del consiglio Renzi che è questa la vera “Buona Scuola”!
L’ANGOLO DI PARRELLO
L'Associazione Anziani di Siderno M. e Mattia Preti Poco tempo fa, siamo andati con l'Associazione Anziani di Siderno M. a Taverna, nel catanzarese, a visitare i luoghi del bravo pittore Mattia Preti, detto anche il Cavaliere Calabrese, titolo conferitogli da Papa Urbano VIII. Siamo rimasti tutti affascinati dai dipinti del Preti; numerose sue opere sono esposte nelle Chiese della sua città natale: La Crocefissione, Presentazione di Gesù al Tempio, Miracolo di San Francesco di Paola, Madonna col Bambino. Abbiamo trascorso davvero una bella giornata, allietata anche da un gustoso pranzo al vicino Villaggio Mancuso, dove abbiamo potuto apprezzare i prodotti tipici locali, straordinari come tutta la nostra Regione. Franco Parrello
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RICORDANDO...
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Il 19 agosto 2013 ci lasciava il compianto professore Pasquino Crupi. Sempre nei cuori di noi colleghi, vogliamo ricordarlo riproponendo una sua acuta riflessione relativa allo sfascio che l’allora Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Stella Gelmini, si ostinava incontrollatamente a compiere a discapito del povero Meridione d’Italia.
CANCELLATA LA LETTERATURA CALABRESE
MARIO CALIGIURI
MARIASTELLA GELMINI
FRANCESCO PROFUMO
Per il Miur la cultura meridionale non esiste SUD DELLE RICOTTE, DEI FORMAGGI, DELLE SOPPRESSATE PASQUINO CRUPI unque, il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha stabilito che nelle antologie letterarie del Novecento debbono trovare posto solo e soltanto 17 autori tra poeti e scrittori, e tutti del Centro-Nord. Il Sud, che può vantare solo una civiltà contadina, specializzata nel produrre unicamente ricotte, formaggio, soppressate, vi è escluso. Non sono affatto sorpreso da questa esclusione, che ha il profilo della discriminazione, sorgente da una invereconda ignoranza, rinsaldata dal pregiudizio antimeridionale. Il Mezzogiorno è ricco di cicatrici. Per esempio, la Legge Zanardelli riconobbe il diritto di sciopero, ma solo agli operai del Nord, civili e progrediti, ma non pure ai contadini del Sud, incivili e barbari. Per fare un altro esempio, le leggi eccezionali- ricordo la Legge Pica del 1863 - ebbero come ispirazione e luogo d’ applicazione il Mezzogiorno delinquente, grande corpo criminale. E anche la proclamazione dello stato d’assedio ebbe il suo battesimo al Sud. Per fare un altro esempio ancora, l’esodo tumultuoso dalle campagne fu regolato da leggi generali sull’emigrazione fino a quando questa fu un fenomeno del Nord. Quando cominciò, come fenomeno di massa, a interessare il Sud, tacque il Parlamento e i decreti e le circolari fecero le veci delle leggi generali. Parafrasando Croce: ha cercato in lungo e in largo nella storia del Mezzogiorno e tutto ciò che ho trovato d’esclusione, d’emarginazione, di discriminazione, di rifiuto
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con coloriture razziste fa capo al Mezzogiorno. Perché dovrebbe trovarmi sorpreso, cioè impreparato, la razzìa culturale del Governo, che, considerando la cultura una coperta stretta e corta, la offre tutta per coprire dalla testa ai piedi la letteratura novecentesca del Nord? E poi. Il Miur è una frazione di italiani colti o un delle tante mangiatoie del governo che danno da vivere più agli asini che ai cavalli? Vi si fa parte per altezza d’ingegno o per sublimità di genuflessione? Rispondono la Gelmini, che, ha impiantato il MIUR escludente, e il Ministro montiano che di nulla si è accorto. Impegnare qui con il Miur una discussione per dimostrare la grandezza, oltre che la fierezza, della cultura letteraria meridionale sarebbe un fuor d’opera. Questa gente, che ha da nutrire solo lo stomaco, è stata capace d’una amputazione che trova attenuante, ma non giustificazione, nella somma ignoranza. Se eliminate dal Novecento la letteratura meridionale, non esiste più la letteratura italiana del Novecento. Questo almeno i curatori delle antologie, negate ai letterati meridionali, e i loro editori dovrebbero sapere, e certamente sanno. Ma vogliono vendere. E di questa malsana aria, che si vuole fare entrare nelle scuole del Sud e della Calabria, dovrebbero essere pienamente consapevoli dirigenti scolastici e docenti e attendere sulla soglia dei “templi del sapere” con i fucili in mano i rappresentanti delle case editrici dell’obitorio letterario del Mezzogiorno e della Calabria. E che ne dice il nostro amato e sapientissimo assessore regionale alla cultura, prof. Mario Caligiuri?
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Signori turisti, abbiate pazienza! Gentilissimi ospiti e sidernesi che ritornate a casa per le vostre vacanze, la Siderno che avete trovato non è quella che volevamo presentarvi, ma per vari motivi quest’estate purtroppo è andata così. C’è ancora un po’ di disordine sul bellissimo lungomare delle Palme colpito dalla furia del mare per due anni consecutivi, ma abbiate pazienza. Altra tempesta è quella che si è abbattuta sul Palazzo della Città con il commissariamento della giunta, allora guidata dal sindaco Ritorto, sidernese D.O.C., la cui vittoria fu raggiunta grazie a un ampio consenso dei cittadini. La lenta discesa di Siderno non è da addebitare a lui, ma ha radici che risalgono a più di 20 anni fa. Adesso con l’avvento del senatore Pietro Fuda, che ha voluto rimettersi in gioco per la città, ci giochiamo tutto. Certo le difficoltà non mancano: per chi non lo sa ancora, dopo il commissariamento ci è toccato in sorte anche il dissesto! Scusate il paragone azzardato, ma così come Roma Capitale anche la
nostra città, capitale della jonica, un tempo chiamata la Rimini del Sud (ma con un mare più pulito), sta attraversando un momento buio. Qualche giorno fa è stata avvistata una piccola chiazza in mare e subito si è gridato alla scandalo. I soliti esagerati pronti sempre a criticare, sport in cui siamo primi al mondo! Girando per il paese in questi giorni ho sentito tanti turisti e anche tanti sidernesi che vivono fuori e l’unica critica avanzata è che ci manca quel tocco in più! A nome prettamente personale vi chiedo un po’ di pazienza, anche per quanto riguarda la viabilità. Di vigili ne abbiamo pochi, spesso vanno oltre gli orari di lavoro, e noi dovremmo aiutarli anziché criticarli di continuo. Io personalmente li ringrazio. Un ringraziamento va anche ai gruppi di volontariato sempre presenti. Stiamo attraversando un momento “no” come un po’ tutta Italia. Tranquilli, torneremo a splendere come sempre. Io ho molta fiducia nel sindaco e nella sua giunta, composta da professionisti seri e onesti. Nell’augurarvi una buona permanenza a base di buon cibo e mare cristallino e nell’attesa di tempi migliori, ringrazio tutti per averci scelto come meta turistica, seppur con qualche problemino. Speriamo di aver compensato con la nostra ospitalità. Un cittadino sidernese senza alcun interesse Giuseppe Belligerante
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La Locride rimane a Rosarno:le navette non attendono i ritardi dei treni Il giorno 14 agosto, un nutrito gruppo di viaggiatori provenienti da Roma ha ricevuto una brutta sorpresa. Complice il ritardo del treno che li aveva lasciati a Rosarno, questi viaggiatori non hanno trovato ad attenderli fuori dalla stazione, come era invece stato preventivato, la navetta che avrebbe dovuto portarli sulla fascia Jonica. I malcapitati, non avendo altre soluzioni a disposizione, si sono visti costretti a telefonare a parenti o amici che fossero disposti ad andarli a prendere, perdendo moltissimo tempo e arrecando disagio anche a chi li stava attendendo a casa. Questa storia, segnalataci da un nostro lettore, ci spinge a domandarci quali accordi stiano alla base del servizio navetta in questione, disposto a far rientrare il proprio
mezzo vuoto piuttosto che a far coincidere la propria partenza con l’arrivo del treno. Il servizio pubblico, che dovrebbe avere una convenzione con l’assessorato ai trasporti regionale, non dovrebbe prevedere un margine di tolleranza o un accordo con le Ferrovie dello Stato onde evitare che i viaggiatori, fonte vitale della nostra economia locale, restino appiedati? Quali che siano gli accordi in questione, l’impressione, ancora una volta, è che la fascia ionica continui a restare abbandonata a sé stessa da parte delle istituzioni che, anche nella disposizione di un servizio che si rivelerebbe di fondamentale importanza per chi deve muoversi nel nostro comprensorio, rivela di non prendere in considerazione tutte le variabili del caso.
Luciano Pelle risponde alle “Memorie di un visionario” Visto l‘articolo, sulle terme di Antonimina, pubblicato sulla “Riviera” il 31/7/2016, a firma di Cesare Pelle, mi corre l’obbligo di fornire chiarimenti allo stesso che chiede come mai, malgrado asserissi, (il sottoscritto presidente del CdA e Cesare vice), che per trasferire l’attività termale dal vecchio al nuovo era necessario che almeno le entrate si quadruplicassero rispetto alle entrate percepite nel periodo di nostra gestione. Detto trasferimento è avvenuto pochi anni dopo quando ero stato eletto sindaco di Antonimina. È vero che sostenevo e sostengo tuttora la necessità di incrementare le entrate. Ma come è possibile incrementarle se non si tenta di promuovere un progetto alternativo a una gestione statica ed improduttiva? Forse si voleva che stessimo fermi aspettando una morte lenta e sicura? Rammento che vi è un’enorme differenza tra gestire l’attività termale e avere la responsabilità di governare, di rilanciare e quindi rendere produttiva e vitale la risorsa termale, non solo per la comunità antoniminese, ma per l’intero territorio. La decisone del trasferimento è stata ponderata e attuata solo dopo aver ideato un progetto globale e di lungo termine, aver verificato le potenzialità del nuovo stabile e dell’area circostante e comparati i punti di forza e di debolezza. Le debolezze, sostanzialmente erano: • il vecchio stabilimento si presentava fatiscente, poco igienico e staticamente inidoneo; • gli enti abilitati al rilascio delle autorizzazioni minacciavano di non prorogare l’attività viste le condizioni obsolete dello stabile e delle attrezzature; • l’immobile, sia per dimensioni che per struttura, non avrebbe permesso, anche se si fossero attuate strategie di crescita e ingenti ristrutturazioni, di aumentare le presenze; • nel nuovo stabile era stato ultimato il lotto funzionale e lo stesso, se non fosse stato messo in funzione, rischiava non solo di essere oggetto di vandalismo, come è successo a molte opere pubbliche non utilizzate, ma di degrado, passando il tempo, sia dell’immobile che degli impianti; • nel vecchio stabile non si sarebbe mai potuto ottenere l’aumento di categoria (dalla IV alla I) perdendo cospicue somme; • saremmo rimasti gli unici, in Calabria, ad avere la categoria più bassa; • i frequentatori lodavano le acque ma lamentavano che la struttura non era adeguata ai tempi.
I punti di forza risultano: • qualità eccellenti delle acque; • nuovo immobile super dimensionato, non perfettamente integrato nel contesto ambientale ma con ampi locali, non solo bastevoli alle tradizionali cure, ma con molti spazi da permettere la creazione di nuovi servizi destinati allo star bene (estetica, fitness) e servizi complementari all’attività termale (albergo, sala convegni, bar, ristorante, piccoli punti commerciali, punto di ricerca e irraggiamento nuove e innovative idee – start up); • ampi spazi esterni, al nuovo stabile, da organizzare con verde attrezzato, con piscina coperta, con campi da gioco e percorsi per passeggiate; • organizzare con i comuni vicini un piano di sviluppo turistico locale, dove le terme entrino a pieno titolo per diventare attrattivi e competitivi; • sicurezza che il passaggio di categoria sarebbe stato accolto garantendo maggiori contributi e ponendo fine a una inferiorità di categoria rispetto alle altre terme calabresi che ci ha sempre penalizzato; • possibilità di ottenere il certificato di qualità; • praticare nuove forme gestionali garantendo agli investitori, con bandi e progetti seri, ritorni economici sicuri e al territorio competitività e crescita. Queste sono state le vere ragioni del trasferimento. Purtroppo la comunità Antoniminese non ci ha accordato il prosieguo amministrativo facendo sfumare così la concretizzazione delle nostre idee per il rilancio delle terme. Ne tantomeno l’amministrazione che ci ha sostituito aveva e ha un progetto di crescita, di rilancio e neppure ha avuto l’umiltà di praticare quanto da noi progettato. Ed ecco perché siamo, secondo me, in fase di stallo se non in una fase irreversibile dell’ attività termale. Altra nota negativa è quella di non saper ascoltare, comunicare, costruire proposte progettuali con il territorio e in particolare con Locri, partner naturale, e per ultimo quello di non prendere, in tempi rapidi, decisioni tipo quello di privatizzare o formulare proposte gestionali redditizie. Mi astengo dal commentare le battute politiche, riportate nell’articolo, prima perché non le ho capite poi perché le ritengo fuori tempo, antiche e molto paesane. Infine, mi chiedo come mai chi ha amministrato e quindi conosce perfettamente le difficoltà riscontrate nel vecchio stabilimento, non sappia darsi le risposte e le chiede. Luciano Pelle
Gioiosa Jonica con la seconda edizione de: “La Scalinata dei Sapori e dell’Artigianato” di via Sarpi nel Borgo Medievale. Martedì 23 agosto, dalle 20.00, i riflettori saranno puntati sulla manifestazione “la Scalinata dei Sapori e dell’Artigianato”: magie di note, sapori, artigianato, prodotti tipici nell'antico borgo Medievale di Gioiosa Jonica, ambientata in via Paolo Sarpi, nel cuore del centro storico di Gioiosa Jonica. L’evento, all'insegna della piccola gastronomia, della musica, dell’artigianato e dell'intrattenimento vuole essere un tributo a tutto ciò che rimanda alle tradizioni e alle tipicità della Calabria e in particolare della Locride. L’evento prevede il coinvolgimento di artigiani, hobbisti, piccoli produttori, creativi, artisti che offriranno varie proposte anche culinarie della tradizione calabrese, “ballette-food” grazie alla quale i visitatori potranno addentrarsi e percorrere l’affascinante via Paolo Sarpi (chiamata scale di Barletta) gustando i prodotti tipici e cercando le creazioni artigianali calabresi in bella mostra. Il borgo si vestirà con l’abito della festa per accogliere al meglio i visitatori con piccoli laboratori di oggetti in richiamo della tradizione locale e le attività storiche di un tempo. Durante la serata saranno presenti diverse proposte musicali d’attrazione.
LA POESIA
Per messaggio... un fiore È come una lusinga, un bacio, un gesto e non richiede l’infagottar d’un senso. È solo un'attenzione che ti presto per dirti amabilmente che ti penso. Che mentre non ci sei, la tua mancanza d’angoscia, mi colma la giornata: Lo stare insieme a te, sia mai abbastanza, la brama mia di te non s'è quietata. Un fiore per far vivere il messaggio per dirti che ti vivo sempre accanto, per dirti che non sono di passaggio, che nella mia vita ci sei tu soltanto. Replicandoti quel che sai perfettamente che proprio mai, ti stanchi di sentire. Dichiarandoti quel che provo veramente, narrandoti quel che sola tu... puoi udire. Giuseppe Lupis
SATIRA
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Caro dottore,
la Bestia è sana... è l’uomo che è malato 1
RICCARDO RITORTO, IL CIGNO NERO
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Tutti lo considerano un leone, ma è un cigno. Il leone ascolta ‘I can’t live/ If living is without you’, il cigno nero del Baltico, ‘Be boop a lula She's my baby’. Il dottore in questione è tosto: sempre a capo dello stormo, con la sua enorme apertura alare, attende perennemente lo sfidante con aria indifferente.
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ENZO SCHIRRIPA AQUILA REALE
Il direttore sanitario più coraggioso d’Italia, oltre a essere dotato di una vista acutissima in grado di scandagliare anche il più recondito anfratto del presente, possiede lo sguardo lungo che gli consente di presentire quello che sarà il futuro della sanità in Calabria. È riuscito a sfatare il mito che la specializzazione in dermatologia sia tra le più inutili. "Dermatologo in greco significa dottore finto" si scherza in una puntata di ScrubsMedici ai primi ferri, che rincara la dose: "Niente è peggiore di un dermatologo che viene chiamato per un consulto e cerca di darsi un tono".
CALABRÒ DOMENICO, IL CALABRONE INTOLLERANTE
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Ti sorvola dentro come un demone pennuto, e ti punzecchia: Stomaco, stomaco, stomaco. Il gastroenterologo in questione: un albatros metodista che si nutre di meraviglia, istinto e scoperta, un Albatros che non limita la sua mente aperta. Ma per quanto talentuoso, sempre un demone pennuto è. Garantito.
Esorcizza anche un’ape regina in menopausa affiliata a Belzebù. Animato da una mistura di permalosità e intolleranza, come se la spocchia delle api gli causasse uno shock anafilattico, le perfora: lui ha il pungiglione più letale di tutta la storia dei pungiglioni, non teme nessuno dei suoi simili, specie le vespe truccate.
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GIGI GIUGNO, IL LUPO PASTORE Non è un lupo al cento per cento, c’è del maremmano nel corpo del re di Pietra Kappa. Il pelo troppo lungo, zampe e testa grosse, e anche l’altezza al garrese è notevole per un lupo figlio di soli lupi. Il colore grigio chiaro sul dorso è sì della razza pura, ma il doppio pelo sulle gambe certifica il sangue misto.
RINALDO NICITA, L’ALBATROS METODISTA
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FRANCO MAMMÌ, IL GATTO DI PITAGORA
Parla come un profeta e risolve i casi difficili come un matematico. Non con gesso e lavagna, ma un’esperienza e una serenità che lascia di stucco. Non mangia fave né tocca i galli bianchi, poi si sistema gli occhiali con un tic storico e allarga il recinto ai predatori dell’ospedale, che vanno sempre veloci, senza andare da nessuna parte.
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RULLI NINO COCCODRILLO
Diventato famoso dopo la sua apparizione nella trasmissione di Giletti, non appena ha fatto ritorno nella sua Antonimina, come il coccodrillo, ha pianto lacrime amare per non aver ascoltato il suo istinto. Abituato allo stagno ma non all'Arena, infatti, si è beccatto un pollice verso per non essersi adeguato al pensiero dell'imperatore-carnefice Massimo Decimo Giletti.
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ALDO CHIEFARI, IL RODITORE DI MONTALTO
Odia gli sciacalli del lunedì sera sui resti del picnic di Pasquetta. E nella Locride ce ne sono molti. Prima di fare un passo azzardato passa in revisione tutti i peli del suo corpo e ogni singolo anello della lunga coda per non essere fregato dall’intera stirpe di volpi in calore, volpini, sciacalli e coyote della sanità locale
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ENZO MOLLICA, IL CANARINO TESTA ROSSA
Sembra uno di quei canarini tristi appesi all’ombra di lenzuola ricamate a mano e calate dai balconi da giovani madri del deserto, senza becco né cinguettio. Ma non è così: con la testa rossa di una Ferrari sfolgorante, sfreccia evitando gabbie e bracconieri. Poi, dopo averli fregati per l’ennesima volta, li osserva di sottecchi beccandosi l’ala.
GIUSEPPE ZAMPOGNA, IL RAPACE OLD STYLE
Nelle movenze e nello sguardo clinico ricorda Emilio Butragueño, El Buitre del grande Real: un rapace dell’area di rigore che risolve le questioni complicate buttandosi in picchiata. Lui vede sempre la porta, con un opportunismo invidiabile. Se in un’altra vita era stato becco o capro, in questa, senz’ ombra di
EVENTI A CURA DI JACOPO GIUCA
Portigliolalba:uno spettacolo BeerLocri: la rassegna unico dal successo inaspettato alcolica che unisce tutti
La prima rassegna di birre artigianali in Calabria ha avuto un successo oltre le aspettative, con più di 1800 partecipanti in due giorni. Le due serate hanno visto grande adesione anche al corso di degustazione. I birrifici presenti si sono calati subito nell’atmosfera raccolta di un pubblico che ama stare insieme in allegria, degustando ottimi prodotti, nella compostezza che non è mai degenerata. Per Locri, e non solo, due giorni di sano divertimento, all’insegna di un prodotto di qualità, ricercato e apprezzato anche da chi non ha mai assaggiato questo tipo di birra. Ciò che emerge dalla realizzazione di questo evento è che la birra artigianale unisce tutti, non dimenticando mai l’educazione al bere, cardine fondamentale di BeerLocri. Il successo di questa edizione ha spinto gli organizzatori a lavorare già all’edizione invernale, per continuare a scoprire la splendida realtà del mondo della birra artigianale, cercando di migliorarci e di rendere l’offerta ancora più ampia e di qualità.
Dopo aver inventato una rassegna teatrale che potesse far rinascere l’abbandonato teatro Greco Romano di Portigliola, aver fatto uscire dal cilindro una collaborazione artistica con Edoardo Siravo in grado di ampliare la stagione teatrale 2016, aver avvicinato i ragazzi alla scena con la rassegna del teatro classico scolastico, Rocco Luglio stupisce ancora grazie a Portigliolalba, la manifestazione tenutasi presso il teatro alle 5:00 del mattino di Ferragosto in cui, i coraggiosi Edoardo Siravo, Patrizia Casali e Antonio Tallura, accompagnati dal quartetto Accardeon Cilea, hanno recitato e cantato una serie di brani moderni e classici che hanno accompagnato l’inaspettatamente numeroso pubblico fino alla splendida alba locrese. Da Caproni a Pascoli, Da Micu Pelle agli epigrammi di Nosside, la manifestazione ha suscitato meravigliose e irripetibili emozioni, che sono state poi giustamente coronate con una ricca colazione di prodotti tipici gustati nell’incantevole scenario de teatro greco-romano.
Successo ed emozioni per il Roccella Fitwalking
Gustando il Borgo,un lampo di incanto che non lascia scampo iccole colorate mongolfiere in fila, l'una accanto all'altra, a fare festa al borgo, mentre dall'alto una luna perfetta sorvegliava su tutto. E poi quelle magliette blu attente, premurose, indaffarate, impeccabili. Le magliette dei ragazzi dell'associazione Carpe Diem che anche quest'anno hanno creato lo Spettacolo. Il borgo di Gioiosa con il suo fascino straordinario, con quello sbrilluccichio che scalda ed emoziona, è stato spolverato di irresistibile euforia, ironia e incanto e trasformato in un palcoscenico di sapori e divertimento. C'era l'uomo orchestra con il suo accento napoletano, una band in un uomo solo. C'era il Grande Lebuski, irresistibile, capace di pedalare una bici alta nemmeno 30 cm portandosi sulle spalle il Piccolo Lebuski, che di nome fa Jacopo, "da tre anni"! C'era Ilaria che non ha smesso di sorridere nemmeno un attimo mentre incantava grandi e piccini con acrobazie incredibili e stravaganti sull'altalena. E poi i ballerini che
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non hanno paura delle vertigini e hanno volteggiato magistralmente, fluttuando con grazia nell'aria, usando le pareti di un campanile come palco. E ancora Le Pupille, una band di bad girls che è scesa in campo con allegria spensierata, rivendicando il valore del disastro: perchè combinare guai è troppo divertente! Mentre ci si spostava da uno spettacolo all'altro, capitava di imbattersi in uno scenografico carillon umano: un'eterea ballerina classica sulle punte roteava con eleganti movenze, posta su un pianoforte itinerante bianco, mirabilmente illuminato. Il pianista, in abiti settecenteschi, trascinava il pubblico in una suggestiva atmosfera fiabesca, suonando romantiche armonie d'altri tempi. Era impossibile non rimanerne estasiati! Perchè Gustando il Borgo, oltre a farti sentire il calore di una Calabria che ti avvolge e trionfa nei palati, è anche questo: un incantesimo che divampa ardente e furioso senza lasciarti scampo. Maria Giovanna Cogliandro
È terminato con un’altra grande serata emozionante e molto partecipata il 4°Roccella Fitwalking - Un evento tanti percorsi, tanti risultati e tanti emozioni. Ancora una volta, grazie all’impegno di Fauso Certomà, sono stati illustrati tutti i "traguardi" di carattere sportivo e sociale raggiunti da questa grande manifestazione, che ha interessato come sempre un'area molto vasta della Calabria e non solo. Tuttavia, fra le tante "emozioni" provate, certamente grandissima è stata quella generata dall’abbraccio tra il maestro Certomà con Carlo Iannuzzi e Emiliana Flamingo, persone che stanno combattendo delle grandi battaglie lontano dai "sensazionalismi mediatici" in un modo molto “singolare, infondendo forza, coraggio e allegria agli altri”. “Per questo motivo - ha dichiarato Fausto - faccio i miei ringraziamenti a questi due miei amici e a tutti quelli che con grande dignità ogni giorno affrontano le difficoltà della vita e che inconsapevolmente sono il motore che fa muovere la meccanica del Cuore”.
Mercato della Badia: un tuffo nel passato Anche quest’anno è stata una delle fiere più caratteristiche del nostro comprensorio e, come di consueto, sono stati migliaia i visitatori giunti per scoprire le curiosità e tipicità che ogni anno il mercato della Badia di Bivongi offre. L'atmosfera che si respira di notte fra i lumi che illuminano il labirinto di strette e piccole viuzze del borgo è stato come sempre incantevole, e ha dato l’impressione di fare un tuffo nel passato grazie anche ai balli, ai costumi e agli artisti che hanno contribuito a rendere questa fiera unica. Ancora una volta, i catoji si sono riempiti di opere d’artigianato e di prodotti tipici, che hanno permesso a chi non conosceva queste tipicità di riscoprire l'arte del telaio come del lavoro del ferro, del legno, o di tante altre materie prime che hanno contraddistinto per secoli l’economia della nostra regione. Immancabile protagonista il vino rosso D.O.C. della nostra provincia, servito come eccellenza con tutti i piatti, messo a disposizione dei visitatori.
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21/22 Agosto
DOMENICA 21 AGOSTO
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Roccella: I purosangue del jazz chiudono il Festival
Roccella Jonica - Prosegue il programma del Roccella Jazz Festival con il vibrante piano solo di Antonello Salis e gli Equal Crossings, quartetto transalpino formato da Regis Huby, Marc Ducret, Bruno Angelini e Michele Rabbia. Il sipario calerà domani sera alle 21:00, al Teatro Castello. O Neuròtico e As Histéricas, quintetto composto da Arrigo Barnabè (voce e tastiere), Maria Beraldo Bastos (clarinetto e voce), Anna Trèa (chitarra e voce), Ana Karina Sebastiao (basso elettrico e voce) e Marià Portugal (batteria e voce) coinvolgeranno gli astanti con il loro originale latin jazz di fattura brasiliana. In chiusura, il Lovano – Faraò – Danielsson - White Quartet, quartetto di caratura mondiale formato da Joe Lovano (sax), Antonio Faraò (pianoforte), Lars Danielsson (basso) e Lenny White (batteria), quattro autentici fuoriclasse dei loro rispettivi strumenti, presentati in esclusiva meridionale a suggello di una impresa culturale da supportare e difendere strenuamente, nel disegno originale voluto da Sisinio Zito.
Siderno Superiore: Torna la lira di Ettore Castagna 22
Siderno Superiore - In attività dal 1979, i Re Niliu furono fondati a Catanzaro l'8 dicembre del 1979 da Ettore Castagna, Sergio Di Giorgio, Francesco Forgione, Gino Parisi, Goffredo Plastino ed Emilio Rinaldo con l'incontro quasi casuale di questi musicisti a una festa sull'Africa. La band deve il nome a Francesco Forgione, che pensò di ispirarsi alla fiaba di Tiriolo con per protagonista un Re di cera. È una fiaba triste dove il re muore senza poter godere le sue ricchezze e la suggestione era quella di concedere una simbolica rivincita al Re Niliu. Rievocando questa magica favola e rimanendo fedele al suo stile musicale Ettore Castagna, dopo aver tenuto con successo a palazzo De Mojà il corso della lira Calabrese questo inverno, ritorna assieme alla sua band per un concerto di piazza aperto a tutti, per allietare con le sue note della musica popolare piazza San Nicola. L’appuntamento, assolutamente da non perdere per tutti gli appassionati di genere e non, dunque, è in piazza San Nicola, alle ore 22:30!
Kaulonia: IlTaratella Festival diventa GREEN
Agosto
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Caulonia - Torna il KAULONIA TARANTELLA FESTIVAL, evento di punta dell’estate calabrese che nel 2016 festeggia la sua XVIII edizione, e che ogni anno attira migliaia di appassionati di musica popolare prevenienti da tutta la penisola. Dal 24 al 27 agosto nel consueto e suggestivo scenario di Piazza Mese, nel cuore del borgo antico di Caulonia, musica e tradizione popolare si uniranno per la prima volta al termine “GREEN”, incluso nella denominazione dell’evento per porre l'attenzione sul benessere ambientale di una regione come la Calabria, terra verde e ricca di risorse naturali che andrebbero sempre salvaguardate ed esaltate. Anche quest’anno, grandi artisti parteciperanno a quest’evento unico al mondo: da Eugenio Bennato a Mimmo Cavallaro, dagli Etnosound a Manuela Cricelli, dal maestro Tullio De Piscopo al cantautore e recente “Premio Tenco” Otello Profazio, dai Musicofilia agli Skunchiuruti, per tre serate indimenticabili a suon di Tamburello, Lira Calabrese, Chitarra Battente e Organetto.
Agosto
Siderno:Un sogno firmato Tchaikovsky Siderno Superiore - L’evento Tchaikovsky’s dream è stato permesso dal Comune di Siderno che ha dato il via libera a Simona Strati nell’organizzazione dell’evento. Il concerto è di pianoforte a 4 mani e si svolgerà alle ore 21:30, presso Palazzo De Mojà. Un gruppo di 5 ragazzi, di cui Nico Fuscaldo, Filippo Garruba, Marika Mazzonello e Simona Strati sono maestri di pianoforte attualmente iscritti al biennio specialistico in pianoforte, e Ilenia Turano laureanda al triennio in pianoforte, al Conservatorio Tchaikovsky di Nocera Terinese. I membri del Tchaikovsky’s dream si sono esibiti, sia da solisti che in duo, in vari teatri, come l’Umberto di Lamezia Terme; il Castello di Brusio di Messina; l’Ateneo della Filarmonica della Calabria di Nocera Torinese o il Teatro Graneri di Paola. Tutti i 5 ragazzi risultano essere vincitori di concorsi nazionali e internazionali. Il programma della serata prevede l’esecuzione di musiche di: Rubinstein, Bellini, Rossini, Schumann, Gershwin, Schubert, Mozart.
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Agosto
Gioiosa Jonica: e il pezzo duro 22
La Festa del Gelato artigianale gioiosano “Pezzo Duro” organizzata dall’Associazione Turistica Pro Loco di Gioiosa Jonica e dall’Amministrazione Comunale con la collaborazione dei maestri gelatai gioiosani per la valorizzazione del Gelato Artigianale (legato e protetto dal marchio di denominazione comunale “De. Co.”), anche quest’anno stupirà per le piacevoli novità. L’appuntamento, giunto alla sua 22^ edizione, è divenuto una manifestazione tradizionale per i buongustai e golosi del tipico gelato, i quali con grande affezione continuano a partecipare sempre numerosi all’evento organizzato nei minimi dettagli per la promozione e valorizzazione del prelibato prodotto unico artigianale gioiosano, realizzato esclusivamente con metodi artigianali e in piccole quantità. Lo slogan di quest’anno E’: Dolcezza della tradizione che Dura...da secoli! L’iniziativa prevede una serie di eventi durante l’evento pensati per attrarre i visitatori dando l’opportunità di gustare il tipico gelato a prezzo promozionale comodamente seduti ai tavoli messi a disposizione nella Piazza Vittorio Veneto, ascoltando il concerto live di “Mr. Muscolo & i suoi estrogeni” reduci da molti successi in Italia e all’estero.
Agosto
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CULTURA E SOCIETÀ
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Lettere da Reggio Calabria
DOMENICA 21 AGOSTO 21
Il libro dal titolo “Lettere da Reggio Calabria” si avvale di un illuminante saggio critico del professor Giuseppe Italiano, grande conoscitore ed estimatore della scrittura lacaviana che, con le sue riflessioni critiche dotte ci aiuta a una migliore comprensione dei “pezzi” e dà ai giovani lettori del libro una visione più nitida della Calabria descritta da La Cava.
Amarcord di Mario La Cava Il libro si legge d’un fiato ed è godibile soprattutto per lo stile veloce e asciutto del giornalista corrispondente, ma anche per i suoi spunti letterari di valore.
È stata un'eccellente iniziativa del figlio Rocco e del Caffè Letterario Mario La Cava, quella di riproporre ai lettori di oggi alcuni articoli dello scrittore bovalinese scritti in vari giornali sulla Calabria e in particolare su Reggio, città molto cara allo scrittore. Il libro dal titolo “Lettere da Reggio Calabria”, Nuove Edizioni Barbaro, Delianuova (R.C.) novembre 2015, si avvale di un illuminante saggio critico del professor Giuseppe Italiano, grande conoscitore ed estimatore della scrittura lacaviana che, con le sue riflessioni critiche dotte ci aiuta a una migliore comprensione dei “pezzi” e dà ai giovani lettori del libro una visione più nitida della Calabria descritta da La Cava. La prima parte del libro contiene otto articoli sulla Reggio dei suoi ricordi di studente, quella che ispirarono il romanzo Mimì Cafiero, e su quella post- bellum. La seconda parte, Corrispondenze da Reggio, è un epistolario dello scrittore con vari personaggi della cultura reggina. La Cava conobbe la città del dopo terremoto e quella del dopo guerra. Entrambi gli eventi furono disastrosi per la splendida città della Fata Morgana, ma La Cava preferisce soffermarsi sulle bellezze paesaggistiche e climatiche ambientali della città; sul suo veloce sviluppo dopo il terremoto, sulle peculiarità culturali dei suoi abitanti. Il primo articolo del 1939, Sguardo sulla Calabria è un singolare quadro descrittivo complessivo della nostra Regione. Una Calabria osservata dall'alto dei suoi splendidi picchi montuosi e descritta con tratti poetici entusiastici. Reggio Calabria è la descrizione veloce, ma non sommaria della città; in quest'articolo si può constatare lo stile mercuriale, come lo chiama Giuseppe
Italiano, del giornalista – scrittore, che, con pennellate rapide descrive una città nella quale, pur avendoci vissuto per anni, ora scopre aspetti di cui non se ne era conto. Orecchio (1942), articolo voluto dal direttore del giornale quindicinale “ Primato” che sollecita allo scrittore bozzetti sulla vita culturale e su uomini di cultura e artisti della città dello Stretto. Come funziona la zona industriale di Reggio Calabria? È
un articolo del 1950 che risponde alla domanda retorica del titolo un po’ con ironia un po’ con amarezza, sottolineando l’inutile esproprio di terreni ad alta produttività agricola da adibire e zona industriale, senza provvedere alle infrastrutture necessarie per la costruzione di fabbriche per cui: niente industria e niente agricoltura. Storia di verità e di leggenda nella terra della Fata Morgana, parla del fenomeno della fata Morgana, provocato dalla rifrazione della luce che produce una fantasmagorica visione al limite del miraggio desertico nei cieli e sul mare dello Stretto. Fisionomia di una città, dà ancora conto della rinascita e dello sviluppo edilizio della città, dopo il terribile terremoto del dicembre del 1908 e del suo incremento demografico. La cultura a Reggio Calabria traccia una mappa dei personaggi della cultura e dell’arte, che in quel momento storico (1954) vivono e operano in Reggio e provincia e dei giornali locali che la diffondono. Credo che i giovani di oggi che nutrono curiosità intellettuali, apprezzeranno questo amarcord della città di sessanta anni fa, che ormai non c’è più. La seconda parte, come s’è detto, è composta di lettere scritte e ricevute da Mario La Cava in quegli stessi anni. Ovviamente alcune di esse sono interessanti per chi ha memoria delle persone che corrispondevano con lo scrittore, altre invece, non hanno lo stesso interesse avendo solo carattere amicale. Il libro si legge, come si dice, d’un fiato, ed è godibile soprattutto per lo stile veloce e asciutto del giornalista corrispondente, ma anche per i suoi spunti letterari di valore. Fortunato Nocera
Carbonella: l’agitatore di folle Cenacolo della cultura: È stato un successo di pubblico impressionante, quello fatto registrare dalla manifestazione Mister Bambino e Miss Bambina organizzata sul lungomare di Siderno da Antonio Ferreri nella serata del 18 agosto. Alla fine, incoronata Miss, la graziosissima Kate, la cui famiglia ha voluto dedicarle questo pensiero. “Ci hai fatto emozionare con il tuo dolcissimo sguardo, e il tuo splendido sorriso... Kate sei il nostro orgoglio, sei e sarai sempre la nostra principessa. Auguri da zia Michela, e zio Angelo”.
A Samo Presentazione del Libro “Mani di Fata" di Antonio Zurzolo
Samo di Calabria, “urbs antique et nobilis”, dallo splendido passato ma dal difficile presente. Città gemellata con Samos di Grecia. Può essere dal punto di vista naturale, un campione naturale di tutto l’Aspromonte, ricco di storia e tradizioni popolari. Domani 22 agosto, alle ore 21:30 presso Piazza Municipio a Samo sarà presentato il libro “Mani di Fata”, di Antonio Zurzolo, nato a Samo, nel lontano 1936. Zurzolo ha publicato altri due libri di poesia in dialetto samese, dal titolo "Smania", "Cu Sapi", e ora "Mani di fata”. Antonio Zurzolo è la voce della civiltà contadina, narratore del costume, della tradizione, dei saperi orali tramandati da padre in figlio, testimonianza di una cultura che non esiste più. Storia passata, valori sconosciuti nell’epoca della civiltà del consumismo, dove tutto viene mercificato. Il Poeta Antonio Zurzolo di Samo, traducendo il suo immenso dolore in versi, racconta gli spasimi che lo hanno stravolto durante la sua vita ma che non sono mai riusciti ad intaccarne lo spirito. Massimo Surace
un’idea per avvicinare il Mezzogiorno all’Italia
Sabato 15 ottobre 2016 presso i magnifici saloni dell'hotel Lombardia a Milano, si procederà all'inaugurazione del "Cenacolo della cultura", un sodalizio che vedrà assieme eccellenze della cultura italiana, che rappresentano il mondo accademico. Una grande sfida e un progetto di vita, nato da un'idea di alcuni amici, con il messaggio rivolto alla gente comune che per varie vicissitudini si è allontanata dalla vita pubblica. Una grande ambizione ma al tempo stesso un modo possibile per esaudire i diritti esigibili dei giovani. L'obiettivo che si concretizza con eventi da organizzare nell'anno 2016/2017 nelle città di Milano, Pisa, Bologna, Catania, Catanzaro. Si dovrà fare emergere le eccellenze e rafforzare lo stretto rapporto tra ricerca e società. È una freccia che puntiamo insieme al centro della cultura, un'idea nata dalla consapevolezza che oggi più che mai si possa dare impulso e promuovere la diffusione delle strategie culturali, contribuendo allo sviluppo senza mai perdere di vista le distanze e le differenze. L'obiettivo è di avvicinare il Mezzogiorno del nostro paese, al resto d'Italia, per avere una nuova rinascita. Come ebbi a rappresentare nell'agosto 2015, in occasione del premio
"Mimmo Mileto e Salvatore Filocamo" alle eccellenze mediche italiane, tenutosi a Locri, Roccella, Siderno, la Locride ha un futuro da condividere con la Calabria intera. Un filo diretto, tramite il dialogo, darà le idee di libertà. Grazie per l'attenzione che si avrà per questo sodalizio, che vuole essere un punto fermo in una società che sembra aver perso i valori essenziali.
RIVIERA
Hippocampus Siamo a Siderno, dove purtroppo diverse specie di cavalluccio marino rischiano l’estinzione e, anche senza dati storici che possano confermarne la riduzione è sempre più difficile osservali. Tra le cause principali della riduzione della popolazione di cavallucci marini figurano la perdita di habitat, provocata dall’inquinamento e dall’acidificazione delle acque. Carlo Codispoti
Per una buona causa In questa bellissima foto di gruppo, si apprestano a un buon pranzo i protagonisti della serata di beneficenza che si è svolta ieri sera allo Stadio Comunale di Siderno per raccogliere fondi utili alla creazione del Centro Ascolto del Disagio.
Un lavoro di responsabilità Ecco Nicola e Mimmo, due persone che hanno una responsabilità enorme, nelle vita: essere i cognati del presidente dell’Associazione Amici Del Libro e della Biblioteca Cosimo Pellegrino.
Ferragosto sidernese Non esiste Ferragosto senza panino del “Tomba” all’YMCA di Siderno! Con già in corpo una buona dose di liquore riconosciamo al centro il nostro Enzo Vitale, quindi, da sinistra, Peppe, Mario, Rocco, Peppino, Michele, Giulio, Niccolò e Bata. Un borgo che incanta In visita nella meravigliosa Gercace, così affascinata dal borgo da risultare incurante del tempo, l’attrice Eva Grimaldi posa con il suo cicerone d’eccezione: Anselmo Scaramuzzino.
Letture liberatorie Cercando di far fronte alla consueta costipazione da canicola estiva e dal buon mangiare vacanziero, Vittorio Sgarbi ricorre alla lettura del libro del premier Matteo Renzi pur di riuscire ad andare al bagno!
I due mutuati in comune Peppe Figliomeni, finalmente ripresosi dal brutto incidente di qualche mese fa, si incontra con Bianca Gerace, anche lei finalmente ripresasi dopo la frattura al femore che l’aveva vista protagonista durante un viaggio fuori sede. Siamo contenti di vederli di nuovo da queste parti!
Sempre sul pezzo Bruno Gasparro e Nino Sgotto, acquistato il quotidiano, si siedono su una delle belle panchine del corso di Siderno per commentare le ultime notizie.
fronto C’è sempre tempo per un con o approfitsat Cu pe Alberto Crupi e Giusep r fermarsi a tano della bella giornata pe Alla faccia di discutere sul corso di Siderno. à culturalchi dice che siamo una societ mente morta.
SETTIMANALE
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Socialisti di una certa età Cosimo D’Agostino, storico consigliere comunale del Partito Socialista, posa con il compagno di sempre Giuseppe Futia. Gli anni sono trascorsi per entrambi, ma la passione per la politica è rimasta invariata!
SABATO 21 AGOSTO
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Nel nome della tradizione Dopo la grande fatica della potatura, Giorgio Calvi conduce in prima persona i buoi che trasportano per le stradine di Martone la celebre ‘ntinna. È tutto pronto per la festa!
esi con ersale Politica univ rate di Sinistra Italiana svolt iderno, Durante le se sso la Villa Comunale di Smenico successo pre oltre al guru locale Do nte del tra i relatori, to presente anche l’espone Panetta, è sta ale Alfredo D’Attorre. partito nazion
Riconoscimenti a pioggia Il maestro di arti marziali Giuseppe Cavallo ha ricevuto un premio dal primo cittadino di Caulonia Ninì Riccio al termine di un incontro tenutosi presso la sala consigliare del comune.
Uniti per sempre In questa splendida estate anche Sabrina Femia e Ivan Cavallo coronano il loro sogno di convolare a nozze, pronti ad affrontare insieme il resto della loro meravigliosa vita. Auguri da tutta la redazione.
Non si smette mai di lavorare Anthony Voice e Andrea Scordo approfittano di un aperitivo per discutere gli ultimi dettagli della prossima serata del Maracuja.
Amore in crescendo “Per voi… L’augurio che ogni giorno possa trovare i vostri cuori un po’ più vicini, le vostre vite un po’ più piene e il vostro amore un po’ più profondo”.
Letteratura estiva Nando Marzano, affascinato dall’atmosfera che si vive alla Villa Comunale di Siderno è pronto a presentare la sua ultima fatica letteraria nell’ambito della rassegna “7 Libri per 7 Sere”.