Riviera nº 34 del 19/08/2018

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Riteniamo giusto rispondere al Ministro Salvini con le parole della calabrese Francesca Scopelliti, già compagna di vita di Enzo Tortora. Leggendo le lettere che Enzo le scrive dal carcere si può ascoltare l’urlo di “un innocente straziato dall’assenza di diritto e di verità”

L’EDITORIALE

Abbiamo bisogno di più San Francesco e meno don Abbondio contato e prevedibile il comportamento di Salvini a San Luca. Cercava il successo facile è l’ha ottenuto anche grazie a chi lo ha accolto a “testa china”e con la cenere sui capelli. Ha svicolato abilmente dai temi di sua competenza e ha indicato “l’Europa “come il “nemico” a cui attribuire i ritardi che si registrano nella nostra terra. Molto sommessamente, vorremmo ricordare - e solo per esempio - che il ponte sull’Allaro aspetta da tre anni; i tempi previsti sono di almeno altri due anni. Mentre i lavori di ricostruzione del ponte crollato a Bologna, in seguito all’esplosione di una autocisterna, sono di fatto già iniziati e i tempi previsti per la consegna sono di appena cinque mesi. Colpa di Salvini? Assolutamente no! Ma attribuire la responsabilità all’Europa invece che inquadrare il problema nella sempre più drammatica e non casuale “questione meridionale” equivale a rimuovere le ragioni vere della nostra arretratezza e del nostro sottosviluppo. Dove invece il Ministro dell’Interno ha mostrato il suo vero volto è quando ha indicato come un grande successo dello Stato in Calabria, il fatto che gli arresti sarebbero triplicati nel corso dell’ultimo anno. Che goduria! Personalmente, avrei preferito però che i successi fossero visibili in altri campi e tuttavia per capire a quali arresti si riferisce Salvini potremmo citare l’inchiesta “Stige” definita dal procuratore di Catanzaro come da “scuola” e noi, almeno per questa volta, concordiamo con Gratteri, perché Stige insegna che non bisognerebbe arrestare gli innocenti. E, in questo caso, i giudici (sottolineo la parola) hanno dimostrato che almeno cinquanta, tra i principali imputati coinvolti nell’inchiesta, non andavano arrestati così come la “Cantina Melena”, già sequestrata, è stata restituita ai suoi legittimi proprietari perché non apparteneva ai clan. Basta così! Riteniamo più giusto rispondere al Ministro Salvini con le parole della calabrese Francesca Scopelliti, già compagna di vita di Enzo Tortora, che pubblichiamo in questa pagina. Leggendo le lettere che Enzo le scrive dal carcere, si può ascoltare l’urlo di “un innocente straziato dall’assenza di diritto e di verità” mentre grida che “solo i bimbi, i pazzi e i magistrati non rispondono dei loro crimini.” Una lezione più attuale che mai anche e soprattutto alla luce delle parole di Salvini. Enzo Tortora più del carcere soffre per la quasi generale indifferenza e scrive ancora nelle sue lettere che “il Patrono d’Italia è San Francesco ma dovrebbe essere don Abbondio”. E noi, per non essere tali, la sera del 15 agosto siamo stati a San Luca, con tantissimi cittadini del paese. Avremmo voluto dimostrare che c’è una Calabria che non si arrende, non piega la testa e non si conforma ai don Abbondio. Ilario Ammendolia

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Enzo Tortora

morto di un tumore chiamato malagiustizia

Il giornalista Enzo Tortora venne accusato da diciassette pentiti che raccontarono diciassette bugie che vennero assurte immediatamente a verità dal tribunale di Napoli. Tortora non si arrese mai e morì con l’illusione che l’ingiustizia da lui subita potesse dare il là per una riforma seria della giustizia. Ancora oggi la sua rimane un’illusione, ma l’amarezza provocata da questa riflessione non deve affidarsi in resa.

Quando Enzo Tortora morì la mattina del 18 maggio 1988, Marco Pannella volle comunicarlo alla Camera dei Deputati con queste parole: “Tortora non va considerato come una vittima, perché ha saputo non essere consenziente allo strazio di legalità e di diritto, perché non è stato tonto, non ha accettato il ruolo tragico di vittima, non ha consentito che la giustizia fosse vittima. Tortora era un uomo di cultura e non di potere, né nelle istituzioni, né nella professione. Era, dicono, un “presentatore”, ma nessuno come lui ha rappresentato e non presentato o commentato la passione per la giustizia, l'amore per coloro che la condividevano o per coloro che ne soffrivano la mancanza o la violenza. Enzo Tortora ci lascia sperare…” Una speranza che si chiama cambiamento, riforma della giustizia, perché non ci siano altri casi Tortora, perché non ci siano innocenti resi colpevoli, nemmeno nel nome di una sacrosanta battaglia contro la malavita organizzata, perché – come scrive Enzo dal carcere - “un uomo sia rispettato, sentito prima di essere ammanettato come un animale e gettato in carcere. Su delazione di pazzi criminali”. Ad accusare Enzo erano diciassette pentiti, diciassette bugie che per il tribunale di Napoli sono diventate una verità, in nome della lotta alla criminalità organizzata. Una lotta sacrosanta, da portare avanti a ogni costo ma non quando il costo viene pagato dall’ignaro cittadino che suo malgrado si trova imbrigliato nel tritacarne della malagiustizia. Diceva Sciascia che “la mafia non si batte con la bestialità ma con lo stato di diritto”. Questi i paradigmi di Tortora che, a dispetto di chi lo voleva colpevole, camorrista e spacciatore di droga, si fece leader di una nobile battaglia per la giustizia giusta culminata con la schiacciante vittoria (tradita poi da una legge inadeguata quanto inapplicata) del referendum sulla

responsabilità dei magistrati. Quando poi capì che il tempo era finito, che il suo “Big Ben aveva detto stop”, e che quella bomba al cobalto, che gli era scoppiata dentro proprio con l'arresto quel 17 giugno del 1983, aveva preso il sopravvento, costituì una Fondazione che porta il suo nome, con la quale ha affidato a me (ma da condividere con tutti) questa sua battaglia. Una eredità pesante, difficoltosa, ardua, onerosa. Un impegno che porto avanti con convinzione e amore, facendomi per questo - fra l'altro - parlamentare radicale ed editore di un libro che raccoglie le lettere inviatemi dal carcere. Un libro, come direbbe Sciascia, “a futura memoria”, che ho presentato in tutta Italia, dalle Alpi alle… Piramidi. A Gioiosa Jonica, in questo pezzetto della mia amata Calabria, grazie a Nicodemo Vitetta, e con il prezioso contributo di Federica Roccisano, ho fatto parlare Enzo Tortora con la sua storia, le sue parole, il suo esempio. Ed è stata una bella serata condivisa con un pubblico interessante e interessato. Mi è stato chiesto cosa direbbe Tortora a questi miei concittadini assillati da tanti problemi, materiali, culturali e sociali. Non lo so. Ma sono certa che tutta la vicenda di Enzo, il suo esempio, il suo rifiuto al ruolo di vittima, la sua battaglia contro la malagiustizia che fa danni quanto la malavita, il suo impegno in politica che – come dice Giuliano Ferrara - “gli consente di essere un italiano utile a tutti gli italiani”, la sua dignità, siano tutti il giusto monito anche per questa terra. Leonardo Sciascia, che di Enzo era amico e “complice” di cultura giuridica e non solo, scrisse di lui: “Ho seguito e incoraggiato la sua battaglia. Una battaglia che ha saputo combattere impeccabilmente, con rigore e dignità. L'ho rivisto dopo molti mesi. Parlava stentatamente, atrocemente soffriva; ma parlava con precisione e passione nella grande illusione che il suo sacrificio potesse servire a qualcosa. Con questa illusione è dunque morto. Speriamo che non sia davvero un'illusione”. Ad oggi lo è. E che la vicenda di Enzo Tortora non abbia insegnato nulla, che si sia sprecata inutilmente una vita, che non si sia fatto tesoro di un’esperienza che avrebbe dovuto fare dell’Italia un vero stato di diritto, provoca una nota di amarezza e di delusione. Amarezza e delusione, non certo resa. E, forse, questo è il messaggio che mi sento di affidare ai miei conterranei: mai arrendersi – Enzo non lo ha fatto -, mai subire le prepotenze passivamente – Enzo si è battuto come un leone fino alla fine -, mai chinare la testa sotto il peso della rassegnazione – Enzo è morto di un tumore provocato dalla malagiustizia, ma ha lottato fino alla fine con una denuncia forte e inconfutabile. Facciamo nostra la sua battaglia: sarà il modo giusto per onorare Tortora e assicurare un futuro migliore ai nostri figli. Francesca Scopelliti (Presidente Fondazione per la giustizia Enzo Tortora)


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Ospedale di Locri:i vertici ASP disertano l’incontro Nella mattina del 14 agosto si è tenuto in Prefettura il vertice sulle problematiche dell'ospedale di Locri sollecitato dall'Onorevole Sapia e convocato dal Prefetto di Reggio Calabria. Alla puntualità di Giovanni Calabrese, sindaco di Locri, e Rosario Rocca in qualità di rappresentante dell’Assocomuni della Locride, ha fatto purtroppo eco un grave ritardo da parte del management dell’Asp di Reggio Calabria rappresentato da Giacomino Brancati e dal Direttore Sanitario, giunti a incontro ormai concluso. Un atteggiamento irrispettoso delle istituzioni, ha chiosato il primo cittadino di Locri, che testimonia ancora una volta quanta poca sensibilità ci sarebbe in merito alle problematiche del nosocomio spoke della Locride e che ha dato modo di lanciare un appello al ministro della salute affinché l’indifferenza che permea la questione non continui a costituire un fatto acclarato. Al termine del confronto Sapia ha garantito una prossima visita alla struttura ospedaliera al fine di riscontrare personalmente quanto emerso in sede di confronto, mentre Calabrese ha invitato il prefetto Di Bari a valutare lo scioglimento dell’ASP.

Gangemi su Rai1: “Siamo una terra schiacciata tra criminalità e criminalizzazione”

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“Nella Locride c'è un Gal che…” Prove di governance locale per il GAL Terre Locridee, verso l'obiettivo di integrare strumenti di programmazione per ridare fiducia alle comunità e per riprendere percorsi di sviluppo della Locridee. Al lavoro soltanto da dieci mesi, il Gal comincia a raccogliere i frutti di un intensa opera di progettazione e di animazione territoriale, all'insegna della cooperazione, della socialità e dell'innovazione pur nel contesto del recupero delle identità locali. Il GAL raggiunge l'obiettivo dell'appartenenza a due Poli di Innovazione regionali, le cui proposte progettuali sono state da poco approvate dalla Regione Calabria. Il Gal Terre Locridee è, infatti, partner del Polo di Innovazione per il Turismo e i Beni Culturali "Cassiodoro" e del Polo di Innovazione per l'Agroalimentare "Future Food Med". In entrambi i Poli, il Gal ha promosso la partecipazione di molte imprese del territorio della Locride, per

dare loro opportunità di crescita e di scambio con altre realtà anche extraregionali e internazionali. Che cosa porta il Gal Terre Locridee all'interno dei Poli? Porta la propria esperienza nel creare condivisione, passata da un programma fitto di partecipazione sul territorio negli ultimi mesi. Porta un bagaglio di progetti per la crescita della Locride, elaborati e presentati agli organi competenti. Porta un partenariato di decine di aziende e altri soggetti coinvolti nei percorsi di sviluppo. Porta la capacità di suscitare entusiasmo e sostenere coloro che vogliono fare impresa. Soprattutto i giovani. Soprattutto in agricoltura. Porta con sé una propensione spinta all'inclusione sociale. Cultura e mondo rurale per favorire il sostegno reale e specializzato a coloro che sono in condizioni di disagio o disabilità, offrire conoscenza, lavoro, competenze, accoglienza. È ripagato il lavoro del Gal. È ripagato il lavoro volontario di un consiglio di amministrazione che spinge all'unità di intenti. Di un gruppo tecnico piccolo ma compatto. Di tanti operatori del territorio che sono convinti della forza unica dei valori storici, sociali, ambientali della Locride. Forse da qui può partire un impulso vero verso la consapevolezza delle possibilità di una regione.

Dopo la visita del Ministro dell’Interno Matteo Salvini a San Luca in occasione del Ferragosto, sul programma di Rai1 “Uno Mattina” è stato ospite lo scrittore e giornalista Mimmo Gangemi, al quale è stato chiesto un’intervento in merito al fenomeno mafioso calabrese. Alla riflessione della conduttrice relativamente al lasso di tempo intercorso a San Luca dall’ultima tornata elettorale, Gangemi ha giustamente puntualizzato che la prosecuzione dello scioglimento nel paese di Corrado Alvaro da tempo non è più dettata dalle infiltrazioni mafiose quanto dallo sconforto della popolazione nei confronti dell’esercizio democratico del voto, che l’ha convinta a non voler esprimere liste elettorali. «Qual è la situazione in Calabria per quanto riguarda la ‘ndrangheta?» Ha incalzato il giornalista. «Una bestia feroce che merita solo gli sputi del disprezzo, che a San Luca ha permeato molto la società - ha chiosato Gangemi, che tuttavia ha proseguito: - Ma da questa considerazione a cri-

minalizzare San Luca e i calabresi come sta succedendo ce ne passa. Bisogna usare meno pregiudizio nei confronti della Calabria, perché il fenomeno della ‘ndrangheta va certamente stigmatizzato ma non è così diffuso come viene fatto credere al resto del Paese. La popolazione calabrese, di fatto, è schiacciata tra criminalità e criminalizzazione e, talvolta, si ha l’impressione che la giustizia abbia troppa frenesia di arrivare al risultato gettando così reti a strascico facendo solo in un secondo momento una cernita precisa tra chi meritava davvero di stare in carcere e chi invece no. È giusto combattere la ‘ndrangheta, ma è giusto anche che non ci incappino innocenti. È preferibile avere dei criminali liberi in strada che degli innocenti costretti in galera». Un’operazione verità che è costata a Gangemi le altre domande programmate con i giornalisti Rai, ma che finalmente ha dato voce alla nostra terra sulla Tv di Stato.

il punto

I vitalizi e tutto il resto Non dobbiamo augurarci un “autunno caldo” (mercati ostili, spread alle stelle, conflitti su lavoro, scuola, vaccini, altri tagli agli enti locali e quant’altro) per avere nelle mani armi per la polemica contro il governo. I governi passano ma i tempi di superamento di una congiuntura economica e sociale negativa dipendono dalla sua gravità. Meglio non sprofondare e immaginare la solita alternanza che fa prendere le chiavi del Paese. Certamente, non restandosene alla finestra o avvitandosi su se stessi, ma operando. Non giovano le demonizzazioni: se tutti i politici sono cattivi, nessuno si accosta alla politica. I programmi delle forze politiche vengono esposti tutti con un buon grado di enfasi e di presunzione, ma capisci bene quando una compagine ha una propensione a imbrogliare le carte pur di tenersi in piedi. Perciò: 1) Risolviamo in fretta il discorso suI privilegi dei politici, il vitalizio per intenderci: l’obiettivo deve essere dettato da un maggiore equilibrio

sociale e non da una sorta di avversione contro chi ha fatto carriera, ha avuto più fortuna. Mario Rigo, ex sindaco di Venezia ed ex senatore, ha dichiarato “e via, si proceda a rivedere i vitalizi… (lo dico pure io e non oso pensare al commento di tanti ex parlamentari miei colleghi)”, il Consiglio di Stato “lo si faccia con razionalità”, Giuliano Cazzola, uno studioso, “attenti all'effetto boomerang su tutte le altre pensioni degli italiani”. E passiamo a tutto il resto. 2) Non si cancella tutto, l’Italia è diventata grande e tanti hanno lavorato bene per la collettività. Che significato diamo alle parole di tanti politici che non hanno più dei ruoli e dicono che si dedicheranno al sociale, a scrivere libri, a viaggiare, a piantare erba medica (…) e cose di questo tipo? Nascondere la delusione non è cosa facile, però non puoi non comprendere quando un ciclo è finito e che puoi farti apprezzare diversamente. Fare politica significa avere dei numeri. Esserne

fiero, quando hai delle qualità e ti vengono riconosciute, non significa avere un ego smodato. Vero è che oggi sono totalmente i vertici dei partiti a decidere che può avere ruoli e chi no. Ma tant'è, un’eletta dei 5 Stelle, al 4 marzo era da otto mesi in malattia. “Certo che non gli serve il vaccino” ha commentato il solito maldicente. Ma non saranno fatali le battute “il deputato nero di Salvini ha il compito di servire lo spumante agli altri 181” o “la storia di Di Maio con la glottologa Virgulti è finita perché continuava a sbagliare i congiuntivi”. No, l'opposizione al governo attuale si fa con programmi seri e realizzabili, in grado di convincere i cittadini. E torna il discorso sulla qualità delle rappresentanze. Però in Forza Italia e nel Partito Democratico sembrano avere altre priorità: convincersi che esisteranno ancora dopo il ritiro di Berlusconi e dopo tutti i ko di Renzi. Franco Crinò



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Accolto come un salvatore, al Ministro degli Interni è stato chiesto, sia dai cittadini che dai sindaci, di risolvere problemi che non gli competono. Ma lui non è Batman, lui un piano per San Luca e per la Calabria non ce l'ha. Salvini è come Joker: agisce senza pianificare. Anzi fa di più: prende il tuo bel piano e lo ribalta contro di te! Questo perchè sa benissimo che nessuno entra nel panico quando le cose vanno "secondo i piani"... anche se i piani sono mostruosi.

Salvini non è Batman, è Joker

Anche Matteo Salvini, come i suoi predecessori, ha proposto l’unica strada finora battuta per combattere la ‘ndrangheta: l’esercito. Aumentare a dismisura le forze dell’ordine.

Silenzio generale su quello che sarebbero stato i temi principi da affrontare con un ministro degli Interni: legge sullo sciogliemento dei comuni e interdittive antimafia

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO on lo so quanti tra i sanluchesi che hanno applaudito a Salvini e richiesto un selfie con lui fossero effettivamente suoi sostenitori. Qualcuno lo avrà fatto per senso di ospitalità, pensando che mostrandosi felice di avere Salvini come ospite, il ministro lo avrebbe percepito e sarebbe tornato volentieri. E in effetti Salvini è rimasto stupito e commosso dell’accoglienza ricevuta a San Luca. Stupito e commosso. Stupito. Qualcosa mi suggerisce, però, che la reazione dei sanluchesi fosse dettata dal volersi dimostrare a tutti i costi impeccabili. Da anni sono additati come il male assoluto e anche solo un fischio di disapprovazione o dissenso li avrebbe fatti apparire come il paese che continua a rifiutare lo Stato. A nulla sarebbe servito ricordare che San Luca lo Stato l’ho accettato da un po’. Sono stati, infatti, i sanluchesi a insistere, con una lettera a Marco Minniti, affinché rimanesse a governare il commissario Gullì. In tanti si stupirono all’epoca per una simile richiesta: la capitale della ‘ndrangheta che accetta la presenza dello Stato? Qualcuno scese persino a San Luca per scoprire cosa fosse saltato in mente, tutt’a un tratto, alla Mamma della ‘ndrangheta. E scese utilizzando il solito approccio pseudo-antropologico, i soliti occhi da Lévi-Strauss per esaminare i sanluchesi così come si farebbe con gli aborigeni, stando anche bene attenti a guardarsi le spalle da improvvisi colpi di lupara. È per questo che credo che, in parte, i sanluchesi il giorno di ferragosto abbiano ostentato il loro volto migliore. Un volto che va loro riconosciuto, per carità, ma in quel caso frutto di una forzatura. A furia di essere indicati come il male, i sanluchesi per evitare che una presunta malvagità emergesse, hanno mostrato una remissione eccessiva. Ma così facendo da carnefici, si sono trasformati in un’ottima preda. Si sono consegnati nelle mani di Salvini, il Salvatore. Colui che ha promesso “di fare tutto il possibile e l’impossibile perchè a San Luca possa eleggersi un sindaco”. Ha dimenticato, però, di considerare che affinché ciò possa accadere, è innanzitutto necessario che il suo governa metta mano a una legge, quella sugli scioglimenti dei comuni, che al sud e soprattutto in Calabria ha fatto terra bruciata. È per via di quella legge che San Luca è stato sciolto e ha rinunciato in questi anni di tornare alle urne. È per via di quella legge che è stato mandato a casa un sindaco, accusato di scambio elettorale politico mafioso, salvo poi essere stato assolto perché il fatto non sussiste. Era questo il tema principe da affrontare con Salvini. È lui il ministro dell’Interno. È lui che può suggerire un’eventuale modifica della legge. E, invece, silenzio generale. Silenzio da parte dei sindaci dei comuni sciolti: nessuno di loro era presente, avrebbero potuto magari fare anche solo una comparsata veloce con una simbolica fascia nera,

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in segno di lutto. Silenzio sull’argomento anche da parte della delegazione dei sindaci intervenuti, che in una relazione presentata a Salvini hanno richiesto una disamina su temi che non competono a un ministro degli Interni: diritto alla salute, diritto alla mobilità, lavoro, turismo, periferia, tutti problemi da affrontare con la massima urgenza, senz’altro, ma da discutere - qualora fossero stati presenti con il Ministro della Salute Giulia Grillo, con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, con il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio, con il Ministro della Cultura e del Turismo Alberto Bonisoli. Salvini, come lui stesso ha detto, non è mica Batman! E in effetti a me ricorda piuttosto Joker quando diceva: “Ti sembro davvero il tipo da fare piani? (...) Io agisco e basta. Io ho solo fatto quello che so fare meglio: ho preso il tuo bel piano e l’ho ribaltato contro di te! (...) Ho notato che nessuno entra nel panico quando le cose vanno secondo i piani... anche se i piani sono mostruosi”. Avrei voluto chiederlo io in conferenza stampa cosa si intende fare a proposito della legge sugli scioglimenti ma sono rimasta in fila insieme ad altri colleghi: non c’era più tempo per le domande, Salvini doveva volare a Genova (di fronte a tragedie del genere non ci saremmo di certo messi a fare polemiche). In ogni caso, qualcosa mi dice che Salvini vada fiero di questa legge. Nel dossier del Viminale consegnato ai giornalisti, già dalla seconda pagina, viene sbandierato come un vanto l’aumento, nel periodo che va dal 1° agosto 2017 al 31 luglio 2018, degli accessi ispettivi antimafia nei comuni, passati da 24 (nel periodo che va dal 1° agosto 2016 al 31 luglio 217) a 26; l’aumento delle gestioni commissariali per infiltrazioni della criminalità organizzata (da 26 a 34); l’aumento delle gestioni commissariali ordinarie (da 151 a 159). Questa è per Salvini la lotta alla criminalità organizzata: sposare, come tutti gli altri prima di lui, la cultura del sospetto e fingere di difendere la democrazia mentre la si sta annientando. Del resto da un ministro che annuncia “sono orgoglioso che in questa terra si siano triplicati gli arresti” non c’è da aspettarsi nulla di meglio. Niente di nuovo sotto il sole della Calabria, dunque. Anche Salvini ha proposto l’unica strada finora battuta per combattere la ‘ndrangheta: l’esercito. Aumentare a dismisura le forze dell’ordine. “Entro l’anno più poliziotti e carabinieri” - ha annunciato il ministro a San Luca mentre i sanluchesi applaudivano. E hanno continuato a battere le mani quando Salvini ha lanciato la proposta delle proposte: fare della Calabria una zona franca per i pensionati. “Ci sono migliaia di pensionati italiani - ha dichiarato - che vanno in Portogallo per non pagare tasse; penso a una zona di esenzioni fiscali per loro”. Questa la via indicata dal ministro Salvini per attrarre investimenti e lavoro in Calabria. Anziché pensare di affrontare il problema delle interdittive antimafia che colpiscono le aziende con arresti e sequestri spettacolari prima che vengano avviate indagini fondate, propone di fare di questa terra un ospizio. Più anziani è la soluzione prospettata da Salvini. Ancora di più? Sono rimasti solo loro!


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Franco Candia: "Rinuncio alla fascia ma se nessuno si candiderà dopo di me" MARIA GIOVANNA COGLIANDRO opo il nostro appello, lanciato lunedì scorso, con cui abbiamo chiesto ai sindaci se fossero disposti a dare voce a questa terra con un segnale forte, quale poteva essere quello di rinunciare alla propria poltrona affinché venisse presa in seria considerazione la necessità di modificare la legge sugli scioglimenti dei consigli comunali, non avendo ricevuto risposta dai primi cittadini della Locride, se non dal sindaco di Agnana, Caterina Furfaro - che si è detta pronta alle dimissioni - abbiamo intervistato Franco Candia, presidente dell’Assemblea dei sindaci. Pierpaolo Zavettieri ha lanciato la proposta di un’azione eclatante che scuota le coscienze di cittadini e legislatori: lasciare la guida dei nostri amati e disastrati comuni attraverso l’istituto delle dimissioni, in massa! Lei ha intenzione di rispondere a questo appello? Condivido la sensazione di una fase di forte sofferenza di Sindaci e Comuni rispetto alla condizione generale delle istituzioni e stato di salute della finanza pubblica. Penso che ci sia un problema di carattere culturale che vede anche i Sindaci coinvolti, se non travolti, da quella che è una tendenza del momento storico relativa all’antipolitica e a una visione populista delle tematiche pubbliche. Ritengo che dobbiamo conseguentemente essere consapevoli che ci sia il rischio di avere contro sia i poteri mediatici, sia la tendenza di popolo. Pertanto occorre riflettere bene che una iniziativa, pur forte, quale quella delle dimissioni possa fallire negli intenti anche in virtù di un aspetto che non è possibile sottovalutare. Mentre San Luca rappresenta l’eccezione di una determinazione popolare condivisa, dove c’è la coerenza di non presentare candidati all’indizione delle elezioni, non penso che nelle altre realtà ci possa

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essere la possibilità di fare altrettanto. Quindi si correrebbe il rischio di indebolire soltanto la tenuta istituzionale locale. Va anche considerato che lo spunto espresso dai Sindaci all’epoca della vicenda Casella vedeva regole e procedure diverse: allora gli organi elettivi (i Consigli Comunali) restavano, comunque, in carica. Ora c’è l’elezione diretta dei Sindaci e la conseguenza sarebbe quella che nei venti giorni si determinerebbe una condizione di commissariamento generale con una dubbia reazione sia delle istituzioni di governo che della opinione pubblica in generale. Io sarei disponibile a dimettermi se riscontrassi nella Locride la stessa solidarietà dei cittadini di San Luca ad assicurare che poi sia consequenziale che nessuno si candidi. Rosario Rocca ci ha dichiarato che non tutti i sindaci della Locride sarebbero disposti a consegnare la fascia, perchè lo vedono come un modo demagogico di affrontare la questione. È della stessa opinione? Penso che il collega Rosario Rocca abbia tenuto conto delle considerazioni poc’anzi espresse. Potremmo concepire altre forma di lotta altrettanto determinanti e di contenuto adeguato alle situazioni che affrontiamo. Quale azione intraprendere per accendere i riflettori sui tanti problemi della Locride? Io immagino una Locride che, oltre a rivendicare tutto ciò che ci è stato per lungo tempo negato (azioni infrastrutturali e servizi essenziali in primis), capace di proporsi con iniziative solidali quali quella di un “patto per il lavoro” in cui le forze politiche e sociali raggiungano una intesa per proporre una condizione di vantaggio agli investimenti e di minore costo del lavoro anche con il sacrificio coerente di tantissimi disoccupati che attualmente vedono difesi i livelli retributivi solo in teoria e sistematicamente violati nei fatti. L’esperienza iniziale del Porto di Gioia Tauro insegna. Cosa vi siete detti con Matteo Salvini a San Luca? A San Luca ci siamo limitati a porre al Ministro

Salvini la questione Locride e gli abbiamo chiesto di assumere a sè, come Ministro dell’Interno e Vicepremier ma anche quale Parlamentare occupante un seggio di questo territorio, la necessità di avviare un percorso celere che punti a realizzare un provvedimento straordinario o un piano operativo che risponda a questo territorio anzitutto sulle priorità che sono: Sanità e Ospedale di Locri; Infrastrutture e completamento delle varianti della SS. 106 e Ponte Allaro; Piano straordinario per il lavoro e facilitazione delle stabilizzazioni dei contrattualizzati LSU/LPU; ripristino dei finanziamenti del “Decreto Periferie” che oltre all’impatto degli interventi rappresenta una occasione occupazionale che i cantieri genererebbero. Abbiamo anche rappresentato la condizione di sofferenza generale dei Sindaci, sia in ordine alla condizione di non effettiva pariteticità rispetto agli altri livelli e rappresentanze istituzionali previsti dalla Costituzione, sia per il clima e la cultura di sospetto e diffidenza cui essi sono sottoposti oltre che alle ricorrenti condizioni di intimidazioni e minacce. Avete discusso della legge sullo scioglimento dei Comuni? Le norme sullo scioglimento dei Comuni e la loro applicazione sono direttamente collegati alla problematica condizione anzidetta. Esse vanno riviste non per un problema di difesa di una categoria (Sindaci ed Amministratori locali) quanto anche perché oltre ad essere antidemocratiche, perché non assicurano contraddittorio ed approfondimento della rispondenza degli assunti su cui si fondano i provvedimenti, le esperienze dimostrano che le fasi commissariali non risolvono eventuali problemi. Ciò è dimostrato dalla reiterazione dello scioglimento in moltissimi Comuni, per non parlare degli scarsi risultati amministrativi spesso prodotti da queste gestioni. Nessuna parte politica si assume l’onere di avviare una revisione perché la cosa è apparentemente impopolare.

PONTE ALLARO: COSTANTE L'ATTENZIONE DEL GOVERNO

FERRAGOSTO A SAN LUCA PER INCONTRARE IL MINISTRO DELL'INTERNO SALVINI E PORRE ALL'ATTENZIONE DEL GOVERNO DEL PAESE LE CRITICITÀ DELLA LOCRIDE. SARÀ UN TAVOLO INTERMINISTERIALE IL PUNTO DI RACCORDO TRA SINDACI E GOVERNO, CON L'OBIETTIVO DI TRADURRE IN AZIONI CONCRETE UN PROGRAMMA DI RILANCIO DEL NOSTRO TERRITORIO, CON IL SUO IMMENSO PATRIMONIO STORICO, ARTISTICO E DI UNICITÀ PAESAGGISTICA. HO AVUTO MODO, ANCHE IN OCCASIONE DEL FERRAGOSTO, DI RAPPRESENTARE LA PROBLEMATICA DEL PONTE ALLARO; SEBBENE, SIA UNA QUESTIONE GIÀ AMPIAMENTE TRATTATA NEI VARI TAVOLI ISTITUZIONALI APPOSITAMENTE CONVOCATI DAL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE ALLA PREFETTURA DI REGGIO CALABRIA. TUTTI GLI ATTORI ISTITUZIONALI COINVOLTI E, IN MODO PARTICOLARE, IL COMUNE DI CAULONIA, STANNO SEGUENDO CON ATTENZIONE GLI SVILUPPI DELLA VERTENZA, IN MODO TALE CHE LE TEMPISTICHE DETTATE DAL CRONOPROGRAMMA (CONSEGNATO AL SINDACO DI CAULONIA DIRETTAMENTE DAI VERTICI ANAS, NELLA SEDE DELL'UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO DI REGGIO CALABRIA) VENGANO RISPETTATE. ESSENDO STATA GIÀ AGGIUDICATA LA GARA D'APPALTO PER LA COSTRUZIONE DEL PONTE ALLARO, IL PROSSIMO 22 AGOSTO, AVRÀ LUOGO PRESSO LA SEDE DELL'ANAS DI CATANZARO COORDINAMENTO TERRITORIALE CALABRIA - UN INCONTRO, ALLA PRESENZA DELL'IMPRESA AGGIUDICATARIA DEI LAVORI. IL SINDACO CATERINA BELCASTRO


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Legge sullo scioglimento dei comuni

Una chemioterapia somministrata anche in caso di raffreddore

Secondo Pierpaolo Zavettieri, consigliere metropolitano e sindaco di Roghudi, lo Stato ha scelto di combattere la ‘ndrangheta eliminando i cosiddetti avamposti democratici che, volendo utilizzare un parallelismo fra la politica e la medicina, sono simili agli anticorpi in un organismo vivente. La norma sugli scioglimenti ha ridotto e quasi azzerato la quota di anticorpi per combattere la ‘ndrangheta.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO a anni Pierpaolo Zavettieri, consigliere metropolitano e sindaco di Roghudi, si batte per la modifica della legge sullo scioglimento dei consigli comunali che lui stesso ha definito “un ciclone che attira ogni cosa dentro il proprio occhio e spazza via tutti a partire dalla democrazia e dalla libertà, conquistate con i sacrifici di chi è vissuto prima di noi”. All’indomani dello scioglimento del Comune di Siderno, Pierpaolo Zavettieri ha lanciato la proposta di un’azione eclatante che scuota le coscienze di cittadini e legislatori: lasciare la guida dei nostri amati e disastrati comuni attraverso l’istituto delle dimissioni, in massa.

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Una proposta che farebbe sì che tutta l’Italia possa parlare di noi. Crede davvero che i suoi colleghi siano disposti a rinunciare alla poltrona? Relativamente alle dimissioni va evidenziata la forte sfiducia nei confronti dello Stato, se non c’è nessun dialogo fra i rappresentanti dei Comuni e lo Stato Centrale e gli stessi avvertono un chiaro e forte senso di abbandono, le dimissioni rappresentano l’unica arma di legittima difesa. Siamo all’inizio di questo percorso e sono convinto che molti, gradualmente si esprimeranno su questo tema e porteremo avanti con impegno questa battaglia. Perché lei per primo non rinuncia alla sua fascia? Potrebbe essere un inizio... Il mio dovere morale non è di recitare il ruolo del Don Chisciotte, le dimissioni di un solo sindaco lancerebbero solo un segnale personale, se servisse ad attirare la necessaria attenzione sulla problematica certamente non esiterei a farlo. Stando invece allo scenario reale sarebbe solamente un atto polemico nei confronti degli altri sindaci. Il gesto singolo, infatti, offrirebbe la chiave di lettura di chi ama mettersi su un piedistallo e predilige fare atti dimostrativi personali. Del resto non è stata fatta una proposta al buio, riferita a una azione politica forte e drastica come le dimissioni pensando magari che il giorno seguente tutti gli amministratori avessero avuto la volontà o le condizioni per allinearsi all’idea. Le amministrazioni hanno la necessità e il dovere di confrontarsi al loro interno, determinarsi e animare il dibattito anche nei propri Consigli Comunali. Pertanto le dimissioni individuali potrebbero risultare una forma di ostilità nei confronti dei colleghi che devono dare conto prima di tutto alla loro cittadinanza. Il sottosegretario al Ministero dell’Interno Carlo Sibilia, in visita in Calabria qualche settimana fa, ha annunciato che l’obiettivo del governo è di ridurre a zero i comuni sciolti per mafia, quasi tutti concentrati in Calabria. Le premesse, però, non promettono bene. A marzo è stato sciolto il Comune di Scilla, poi è toccato a Strongoli, Limbadi, Platì, San Gregorio d’Ippona e Briatico; agosto si è aperto con l’invio della commissione d’accesso a Stilo e ha proseguito con lo scioglimento del Consiglio Comunale di Siderno. Proclami che vengono puntualmente disattesi... Ritengo che senza una modifica significativa della normativa l’annuncio di Sibilia rappresenti un obiettivo (almeno nel breve periodo) utopistico, tale da presupporre l’eliminazione della mafia e per tanto raggiungibile (nell’ipotesi più ottimistica) solo attraverso un processo lungo. Altra proposta di Carlo Sibilia è quella di avviare un Piano Marshall per la Calabria che preveda un esercito “culturale” al Sud. Si tratta di un ulteriore proclama? L’esigenza principale per il Mezzogiorno è la programmazione e la realizzazione dei servizi al cittadino nella stessa misura con cui vengono erogati al “nord”. Emerge l’esigenza di raggiungere le condizione minime di agibilità sociale e civile attraverso la realizzazione

di infrastrutture di cui il Sud d’Italia è carente o addirittura sprovvisto: ospedali all’avanguardia, rete dei trasporti efficiente, infrastrutture viarie per la mobilità urbana, extraurbana e per gli scambi commerciali, asili e strutture per favorire la vita sociale, investimenti consistenti per la manutenzione del territorio, politiche del lavoro efficaci etc. etc. Per raggiungere tale obiettivo è necessario almeno garantire un utilizzo equilibrato fra nord e sud dei “fondi ordinari” statali. Detto equilibrio, storicamente, non è stato mai neanche lontanamente rispettato e addirittura negli ultimi 15 anni si è raggiunto il paradosso di voler far passare i “fondi comunitari” (destinati alle regioni più svantaggiate) come risorse ordinarie. A testimoniare quanto affermato vi è la recente proposta del Ministro Di Maio che ipotizza l’utilizzo dei fondi comunitari per il Sud (anziché dei fondi ordinari dello Stato) per garantire il “reddito di cittadinanza”. Non è un mistero il suo forte disappunto nei confronti della legge sugli scioglimenti dei comuni. Da tempo ne invoca la modifica e si è rivolto allo stesso Minniti affinché venga aperta una riflessione su quella che è diventata la strategia principe con cui liquidare il Sud. Ma se non le ha dato retta l’ex ministro degli Interni Minniti, calabrese, adesso si aspetta che lo faccia Salvini? Il mio disappunto non è certamente frutto di un pregiudizio contro la legge ma la realtà dei fatti evidenzia come da 27 anni non abbia prodotto risultati se non quelli di creare disaffezione e sfiducia alla partecipazione democratica, principale antidoto contro la ‘ndrangheta e la criminalità organizzata. Lo Stato ha scelto di combattere la ‘ndrangheta eliminando i cosiddetti avamposti democratici che, volendo utilizzare un parallelismo fra la politica e la medicina, sono simili agli anticorpi in un organismo vivente. La norma sugli scioglimenti ha ridotto e quasi azzerato la quota di anticorpi per combattere il fenomeno/la malattia e lo Stato ha puntato a curare l’organismo somministrando sempre la “chemioterapia” anche quando la diagnosi era un semplice raffreddore o addirittura quando il sintomo era un semplice starnuto. Pensa che Salvini abbia la giusta conoscenza del fenomeno? Credo che una certa idea se la sarà fatta se ha esplorato a fondo a partire dalla sua realtà lombarda, considerando che già molti anni fa Umberto Bossi, riferendosi al fenomeno della ‘ndrangheta e rivolgendosi all’allora Ministro dell’Interno Maroni, disse di “guardare nel varesotto”; se non si è fatto l’idea solamente attraverso i rapporti di polizia e delle prefetture che non ricomprendono ordinariamente le azioni dell’intera società civile, in cui vi è la stragrande maggioranza di energie positive, ma solo gli aspetti critici o negativi di un territorio (fra l’altro quasi sempre prima del vaglio della magistratura). Per Salvini, però, non è d’obbligo avere la completa e puntuale conoscenza alla data odierna, visto che guida il Viminale solo da due mesi; per lui e per il Sud sarà molto importante se deciderà di approfondire il fenomeno anche attraverso l’ascolto dei rappresentanti del popolo: sindaci ed eletti, salvo che non ritenga questi ultimi già tutti nelle mani della ‘ndrangheta. Se fosse così, ragionando per assurdo, mi piacerebbe sapere qual è la differenza fra le forze di polizia, gli organi prefettizi e i sindaci, visto che anche i primi cittadini eseguono al loro insediamento un giuramento solenne che li obbliga rispettare delle leggi dello Stato. Affinchè la Calabria rialzi la testa è necessario che soggetti politici e cittadini siano pronti a lottare per i propri diritti. Quanto dell’attuale situazione di decadenza è da addebitare alla debolezza della politica e quanto, invece, al menefreghismo della società civile? La debolezza della politica, riferita ai rappresentanti nazionali e a livello locale, ha fortemente condizionato la sensibilità della società civile, anzi direi che i due aspetti vanno di pari passo. L’assenza di una politica forte e competente ha favorito in questi ultimi decenni una deriva della stessa società civile che invece avrebbe avuto costante bisogno di interlocutori credibili.


Scioglimento dei comuni per mafia: è giunta l’ora di una legge migliore Dopo la visita di Salvini, nel pomeriggio è stato il Partito Radicale il vero protagonista del ferragosto sanluchese. Assieme a “Mezzogiorno in Movimento”, infatti, i radicali hanno portato anche nella Locride la raccolta firme per cambiare la legge sullo scioglimento dei comuni.

opo la visita del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, San Luca è stata teatro, nel pomeriggio di Ferragosto, di una raccolta firme promossa dal Partito Radicale e da “Mezzogiorno in Movimento”, avente per obiettivo la riforma di alcune leggi di cui da tempo si richiede una revisione.La legge che probabilmente riguarda più da vicino il nostro comprensorio è certamente quella relativa allo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose, di cui il partito ha presentato il 24 luglio una revisione completa, che riscrive e integra gli articoli dal 143 al 146. Il testo presentato dai radicali propone di inserire, nelle commissioni d’accesso agli atti, un delegato dell’amministrazione comunale interessata e, nel caso in cui venissero riscontrati degli episodi di infiltrazione mafiosa nella cosa pubblica, di affiancare o sovraordinare personale qualificato iscritto alla Prefettura nei settori nei quali sono state riscontrate delle irregolarità. Questa soluzione eviterebbe dunque lo scioglimento in toto dell’Amministrazione Comunale democraticamente eletta, imponendo la nomina di un commissario solo per supervisionare la rotazione degli incarichi dei responsabili tecnici di settore. Adottando questa proporta, dunque, verrebbe sospeso o affidato ad altro incarico solo il dipendente responsabile delle irregolarità, al quale sarebbe altresì imposto un procedimento disciplinare non superiore ai 18 mesi. Lo scioglimento, continua la proposta, imporrebbe inoltre l’affidamento di tutte le opere pubbliche in sospeso alla Stazione Unica Appaltante, una variazione del bilancio di previsione e, come oggi accade, la segnalazione all’autorità giudiziaria degli amministratori coinvolti e la loro eventuale incandidabilità solo per la successiva tornata elettorale.

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A queste modifiche all’articolo 143 si affiancherebbe un’integrazione che specifica come, nei casi in cui venissero accertate le responsabilità di un’intera giunta comunale nel processo di infiltrazione mafiosa, lo scioglimento dell’Ente avrebbe riguarderebbe l’intera giunta comunale, con la nomina di una terna commissariale che sarebbe tuttavia obbligata a traghettare il Comune sciolto per mafia solo fino alla prima data elettorale utile. In riferimento a questa integrazione, la revisione dell’articolo 144 proposta dai radicali prevede che i commissari nominino nuovi tecnici comunali esclusivamente nel caso in cui il personale risulti in numero gravemente insufficiente e, al fine di garantire trasparenza e un ripristino rapido delle condizioni di legalità, concede loro la libertà di condurre accertamenti su tutta l’opera amministrativa e su imprenditori ed enti che hanno lavorato a stretto contatto con l’Amministrazione incriminata. Ai commissari, recita la revisione dell’articolo 145, sarà tuttavia imposta la pubblicazione di un piano di priorità degli interventi e di revisione delle azioni amministrative, cui si aggiungerà, nei primi 30 giorni di lavoro, una prima relazione sullo stato di salute dell’Ente e le azioni correttive pianificate. La terna sarà libera di imporre la riorganizzazione del personale impiegato dal Comune o di chiederne il trasferimento. Qualora questa azione o altre esigenze determinassero l’assunzione di personale qualificato per affrontare con maggiore efficacia le criticità riscontrate, la retribuzione di questi impiegati non dovrà essere superiore alla metà di quella garantita ai commissari e totalmente a carico dello Stato. Tali normative, conclude la proposta con la revisione dell’articolo 146, sono da considerarsi valide anche nel caso di scioglimento di province, aziende sanitarie locali e ospedaliere, aziende speciali dei comuni e delle province e consigli circoscrizionali. Jacopo Giuca


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ANCHE ALL’OSPEDALE DI POLISTENZA ECCELLENZE CHIRURGICHE Anche la Chirurgia Generale di Polistena è al passo con le linee guida per il trattamento delle patologie oncologiche addominale ed effettua interventi chirurgici in laparoscopia per le patologie tumorali del colon retto come succede nei migliori centri di riferimento Italiani. Presso la Divisione di Chirurgia Generale di Polistena sono stati effettuati numerosi interventi chirurgici in laparoscopia per neoplasia maligna del colon-retto. Qualche giorno addietro è stato effettuato un intervento chirurgico oncologico in laparoscopia dall’equipe chirurgica diretta dal Dott. Anastasio Palmanova insieme ai Dottori Raffaele Favasuli e Giuseppe Capo ad una paziente affetta da tumore maligno del colon destro; la paziente è stata sottoposta ad intervento chirurgico in laparoscopia di “emicolectomia destra ed è stata praticata una anastomosi intracorporea” questo significa che alla paziente è stato asportato il tumore con quattro mini incisioni di circa un centimetro e una incisione di servizio soprapubica di circa 5 cm per estrarre il pezzo operatorio il tutto rispettando i criteri di radicalità oncologica. La laparoscopia è una tecnica chirurgica che prevede l’esecuzione di un intervento chirurgico addominale senza apertura della parete, e ciò significa meno dolore post operatorio, minori complicanze post operatorie, minore degenza ospedaliera e quindi veloce ripresa della attività lavorativa. Questo per dire che anche in Calabria e nella ASP di Reggio Calabria ed in particolare nella Divisione di Chirurgia Generale del presidio Ospedaliero di Polistena si praticano interventi chirurgici in laparoscopia per patologie maligne del colon retto e si spera che la gente non debba migrare per le stesse patologie.

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“A Marina di Gioiosa si sta ingenerando una tensione sociale di cui la città non ha bisogno” Stimatissima Direttrice, Questa mattina, giornata ferragostana, recandomi in spiaggia ho avuto modo, purtroppo, di imbattermi nel nefasto risultato determinato dalla scelta, esclusiva responsabilità della Commissione straordinaria, che regge il Comune di Marina di Gioiosa, di istituire la sosta a pagamento su gran parte del centro città. Anziché un clima di festa, di serenità, di gioia, di pacificazione, si respirava aria di frustrazione, di spaesamento, di indignazione, di sconcerto, di disorganizzazione e di forte forte tensione. Un clima surreale e inaccettabile, che Marina di Gioiosa Ionica non meritava e non merita. Reso ancora più paradossale dalla circostanza che trovare i tagliandi per la sosta era ed è una vera e propria avventura, vista la giornata festiva, con gli uffici comunali chiusi e i punti vendita convenzionati non indi-

cati. Il corso Carlo Maria e le vie limitrofe pressoché deserte, il lungomare non pieno come avrebbe dovuto e potuto essere. Le confesso, gentilissima Direttrice, che si provava disagio, accresciuto dall’ordine impartito alla Polizia Municipale di sanzionare senza elasticità. La strada intrapresa è la più sbagliata e la più rischiosa, si sta ingenerando una tensione sociale di cui Marina di Gioiosa non ha bisogno. So che servirà a poco, ma credo sia doveroso lanciare un appello alla consapevolezza ai responsabili di questa scelta, che presenta, peraltro, seri profili di illegittimità. Tornate indietro. Ripensate questa decisione. Ascoltate i cittadini e gli operatori economici. Ne va del futuro di Marina di Gioiosa Ionica, della sua economia e anche della sicurezza sociale. Domenico Vestito

I commercianti sul piede di guerra si incontreranno domani pomeriggio Sono stati circa trecento i cittadini di Marina di Gioiosa Ionica che, nel pomeriggio giovedì 16 agosto, sono scesi in piazza per protestare nei confronti dell’introduzione dei parcheggi a pagamento. La maggior parte di esse erano commercianti del centro, anche iscritti alla locale associazione, che hanno minacciato di portare le chiavi delle proprie attività alla commissione straordinaria qualora l’ente non provveda al più presto alla rimozione dei parcheggi a pedaggio, che sono ormai stati imposti lungo tutto il corso principale della città. Un nuovo incontro di piazza dei commercianti sarà organizzato nel pomeriggio di domani, 20 agosto, alle ore 17:00, per definire meglio le strategie di azione in merito.

UN UOMO CHE SEMBRAVA NON FINIRE MAI

Ciao Carlo

Carlo Panetta è morto, leggo questa notizia su facebook, mi gela il sangue. Quanti ricordi, l’infanzia, la sbarra, gli amici del campo delle palazzine, la musica. Mi ricordo di Carlo nelle belle giornate estive, tutti i ragazzi raccolti sotto casa sua ad ascoltare la sua musica, lui era un po’ più grande di noi ma la sua musica ci coinvolgeva tutti senza distinzione di classe e di età. Oggi quella strade sono vuote e quella sbarra non c’è più. Ciao Carlo. Un saluto alla famiglia ed al fratello Francesco. Vladimir

DA ANNI SENZA PACE

Per la seconda volta commissariati per mafia, non se ne può più … Sono solidale con il Sindaco e l'amministrazione del nostro palazzo, anzi meglio dire la nostra casa, la casa dei cittadini. Che cosa sta succedendo nella nostra città? Qualsiasi persona si presenti, non si va avanti, praticamente sei già commissariato prima delle elezioni, questa è una manovra politica contro di noi? Non voglio pensarlo, ho fiducia nello Stato, nelle istituzioni e nei commissari che non fanno altro che il proprio lavoro e il proprio dovere in tutta Italia. Con questo governo però, pensavamo di poter andare avanti, si può mettere in mezzo sempre la brutta parola mafia? In una delle comunità più culturali d'Italia, Siderno ha una storia che pochi hanno, pur essendo giovane… ripeto, per la seconda volta siamo stati commissariati, la musica è sempre la stessa: mafia! L'Onorevole Pietro Fuda (senatore), poche città possono vantarsi di avere persone come lui, era il sindaco; Anna Romeo avvocato e figlia del compianto già sindaco della città, era il vicesindaco; Lanzafame, anche suo padre sindaco della città; Fragomeni, Presidente del Consiglio suo padre, “il Berlinguer del Sud”, onestà da vendere, come Macrì, Gerace e Leonardo e tutti i consiglieri professionisti seri, perdonatemi se mi dimentico di qualcuno. Sono molto amareggiato e deluso assieme a tutti i cittadini che con

ZIO ROCCO.. L’ULTIMO TASSELLO DELLA FAMIGLIA DI MIA MAMMA SE N’È ANDATO, SEMBRAVA PER LA FORZA E VOGLIA DI FARE UN UOMO CHE NON POTEVA FINIRE MAI, CARICO DI ENERGIA AMORE PER TUTTI, INNAMORATO DEI SUOI 6 FIGLI. DI OGNUNO EVIDENZIAVA IL POSITIVO, LE DIVERSE CAPACITÀ, CHE LUI CONOSCEVA E APPREZZAVA. QUANDO ME NE PARLAVA CON UN SORRISO DISTINGUEVA LE PECULIARITÀ, COME STUPITO DALLA LORO FANTASIA. PER LUI TUTTI AVEVANO LA STESSA IMPORTANZA..NON HO MAI VISTO FARE DIFFERENZE. BUON VIAGGIO SALUTA TUTTI I NOSTRI CARI CHE SICURAMENTE SARANNO INSIEME A TE. ADOLFO MELIGNANO

un plebiscito dell’ 83% di voti hanno scelto questa amministrazione. Da dove arriva questo terremoto? Aspetto per sapere la motivazione reale, dire mafia oggi è bruttissimo ma ormai è diventato di moda, ma cos'è la mafia e cosa fa nel nostro palazzo? Ha fatto il nido come la rondine? Ha anche un proprio ufficio? Vogliamo sapere, abbiamo il diritto di sapere e aspettiamo… intanto siamo tutti mafiosi, anche l'opposizione, composta da professionisti seri e onesti, ho messo tutti nel calderone come ai tempi dei Mau Mau. Mentre in tutti i campi: cultura, medicina, magistratura, sport abbiamo avuto personaggi di alto spessore e abbiamo 3, 4 laureati in ogni casa della città; servirebbe parlare di lavoro, non sempre di mafia. Ora non c'è che aspettare, sapere chi e come ha potuto danneggiare la nostra città… sono curioso, speriamo che siano fatti, se ci sono, li condanneremo con forza; se sono invece solo parole (come spero), frasi dette in una certa maniera e capite come mafia, allora in quel caso no, non ci sto. Si è persa l’occasione giusta per rilanciare la città, che pian piano stava risalendo la china e forse la fiducia del voto, cose che non dovrebbero mai succedere. GIUSEPPE BELLIGERANTE





19 AGOSTO - 14

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rubriche

È di un soldato della Locride quella targa ritrovata in Russia?

Venerdì mattina, sulla propria pagina Facebook, lo storico Pino Macrì ha pubblicato le particolarissime foto di un cimelio storico che potrebbe appartenere a un soldato di origini Locridee. Riportiamo di seguito l’intervento: “È stata ritrovata in Russia una gavetta appartenuta a un Caduto italiano dal cognome tipicamente locrideo-bianchese. Il cittadino russo che l'ha trovata sarebbe felice di rintracciare la famiglia del Caduto per procedere alla restituzione di questo prezioso effetto personale. Se qualcuno riconosce il nome, è pregato di mettersi in contatto con me, per provare a riavere questo prezioso cimelio personale. IL NOME È: NEVIO BONFÀ, n. il 07.02.1921 (il luogo di nascita non è riportato).”

On the road

Nel giorno promesso la scala era silenziosa, il nemico davanti la porta di un bar e l'attesa e la mancanza formavano un cocktail così esplosivo che neppure un tir carico di cardio aspirina avrebbe disinnescato. Aveva da poco smesso di piovere quando l'ignaro protagonista si rendeva conto dell'incredibile entusiasmante complicata meravigliosa importanza del signor “pelle/rossa” e di quell'emozione senza fiato che non perdona. Roberto De Angelis

VERA DONOVAN CARDS

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CALABRESE PER CASO

Il triplo zero che fa perdere la Calabria e la Locride Dunque Salvini a San Luca con la Calabria leghista, perché c’è una Calabria schierata con il leader del Nord e smettiamola di non riconoscere una così evidente realtà. Non solo. Prima del ministro, e ancora oggi, le riprese di un film che non si pone, e non sono state poste, pregiudiziali di immagine o di equilibrata valutazione di una condizione di marginalità che da tempo riproduce germi e patologie sulle quali si sono scritte pagine di libri e, adesso, si girano metri e metri di pellicola. Ma non basta. Per non farci mancare nulla, il pomeriggio ferragostano postsalviniano e postistituzionale si è espresso in una sorta di contromanifestazione della Calabria neomeridionalista. Una Calabria e una Locride ormai orfana dei politici passionari di una sinistra priva da sempre, al Sud, di un proletariato e avvolta, oggi, da slogan e luoghi comuni ormai stantii soprattutto senza il coraggio di scendere in piazza, di aggregare sui fatti. E tutto ciò, perché si ritiene che una certa legalità o un certo garantismo siano monopolio di una sinistra in caduta libera quanto di una sorta di destra giustizialista di mutata pelle. Così, a suffragare ideologiche manifestazioni di un io senza declinazioni ci ha pensato anche Radio Radicale offrendo in diretta le dichiarazioni del pomeriggio manife-

state nel più corretto politicalcalabrese di lontana maniera, seppur vestito di anagrafica gioventù. Contenuti ridondanti, facili happening espressi al di fuori del confronto del mattino a ribadire quanto si sa ogni giorno, ma la cui difesa non sortisce gruppo ma muore nelle ragioni della solita, facile, strumentalizzazione ideologica. E poi, che dire? Ecco gli intellettuali che abbandonano gli alvi protetti per ricercare un ennesimo motivo di autostima che li continui ad accreditare loro e le loro idee senza costrutti. Anime pensanti perse comodamente all'interno di una immutata interpretazione verghiana che li avvicina, nel paradosso delle contraddizioni calabre, ai loro stessi avversari. Anime e idee che non cambieranno nulla perché ferme sulla sola verità calabrese: quella del presunto sapere o della presunta conoscenza. Che si aprano le porte a Salvini o si guardi alla Calabria criminale di Saviano poco cambia. In questo triplo zero la Calabria e la Locride perdono così dignità, credibilità e affidabilità. Tre zeri che alla fine, in questa manifesta crisi di fiducia e di ipocrisia legalitaria e ideologica, rappresentano tutto il limite di uno Stato, di una regione e di noi stessi. Giuseppe Romeo

SIDERNO FREE CHIMICA! Con lo scioglimento del Comune di Siderno è necessario un riepilogo su tre anni di impegno, lavoro, partecipazione, collaborazione e presenza del nostro Comitato. Inizia tutto intorno al 12 aprile 2016, una sfida a noi stessi, una pazzia e invece abbiamo smosso le acque. Su sollecitazione di Celestino Napoli, del Comitato Ecologico di Pantanizzi, andiamo in Comune. Volevamo informarci sulla situazione della SIKA e del perché malgrado 700 firme raccolte nel 2013, con una esplicita richiesta di informazioni sui rischi associati alle lavorazioni in atto, e consegnate a diverse autorità, e rinnovata nel 2014, non avevamo avuto mai risposta. Abbiamo subito trovato buona accoglienza dall’Assessore Ambiente Anna Romeo, che ci ha detto di fare una richiesta formale di incontro con il responsabile del settore del territorio. Qualche giorno dopo abbiamo incontrato il Sindaco Pietro Fuda, molto disponibile. In quell’incontro faceva presente che la BP era più pericolosa della Sika. Celestino, all’uscita, palesava le sue difficoltà di salute e invitava me e Pino Ieraci di occuparcene. Perplesso e deluso, guardo disorientato Pino, proponendogli di proseguire con la frase finale “….almeno romperemo le scatole”. Incontriamo il responsabile del territorio, che proprio in quei giorni aveva firmato l’autorizzazione del Comune per lo scarico delle acque reflue della Sika nel torrente Lordo. Abbiamo iniziato a quel punto ad analizzare le carte presenti in Comune della Sika per conoscere il processo produttivo, tutte le richieste di autorizzazioni dello stabilimento. A settembre, abbiamo analizzato le carte riguardanti la BP, subito apparse esplosive e terrificanti, portandole a conoscenza del Sindaco, che immediatamente si è attivato presso la Regione inviando tutta la documentazione, compresa una mia sintesi. Tra queste due date, il 10 giugno a Locri, a un incontro del PD, abbiamo informato l’assessore all’Ambiente della Regione, Antonella Rizzo, della situazione della SIKA, ancora in attesa dell’AIA. L’assessore si è dimostrata disponibilissima a risentirci. In questi anni abbiamo sempre interloquito con l’assessore Rizzo, che, verificato che la Sika non aveva consegnato tutta la documentazione per la concessione dell’AIA, ha ordinato la sospensione della produzione di una delle due linee di produzione, malgrado la sollecitazione del Presidente degli industriali della Provincia di Reggio Calabria a non bloccarla. Convochiamo la prima assemblea pubblica

all’YMCA, il 26 settembre 2016, con buona partecipazione, esponendo i rischi ambientali. Stringiamo rapporti con l’Osservatorio Ambientale “Diritto per la Vita” e l’Osservatorio sui Rifiuti di Siderno conducendo insieme le battaglie sulla questione BP, SIKA e l’impianto TMB di San Leo. Quest’ultima battaglia sta per concludersi positivamente, con la sostituzione del bio-filtro, dopo che tutti insieme, compresi molti cittadini, in assemblee pubbliche, al Comune e in incontri in Regione abbiamo rifiutato qualsiasi soluzione di modifica dell’impianto che comportasse rischi maggiori. Di fatto il Sindaco ci ha riconosciuto un ruolo, delegandoci di fatto nelle trattative con la regione, partecipando alle riunioni alla Cittadella, nelle quali eravamo interlocutori con i responsabili regionali dell’Ambiente e dell’assessore Rizzo, molto sensibile e disponibile nei nostri confronti. Aggiungo che in questi anni abbiamo convocato assemblee pubbliche per discutere e confrontarci con i cittadini di Siderno e vorrei soffermarmi su due iniziative importanti: la convocazione del Consiglio Comunale dell’ottobre 2016, in assemblea “aperta”per affrontare le problematiche succitate la manifestazione dell’ 8 luglio 201, convocata dal Sindaco. Sono due momenti importanti di partecipazione attiva dei cittadini, nella prima tutto il Consiglio Comunale ha votato una proposta di rifiuto di nuove fabbriche chimiche a Siderno, trasformato poi a febbraio 2017 in un articolo inserito nello Statuto della Città di Siderno. Non so in quali altri comuni, un’iniziativa di un gruppo di cittadini diventi in breve tempo un articolo di uno Statuto Comunale. In questo clima, pochi mesi dopo, l’otto di luglio più di duemila cittadini, convocati da una proposta del Sindaco Fuda, scendono in piazza per richiedere la salvaguardia della propria salute e la bonifica del territorio. Una iniziativa larga, alla quale hanno partecipato 70 associazioni, Sindaci, Monsignor Oliva, Vescovo di Locri, giornali e TV. L’iniziativa è riuscita a coinvolgere tutti i cittadini e chi ha diritti da reclamare, rispettando le differenze, ma mettendo in comune le idee che uniscono. xxxxAffrontiamo il nodo SIKA, produttore di polimeri acrilici, il più complesso da risolvere. A metà ottobre 2016, l’azienda ottiene l’AIA, con molte prescrizioni imposte dalla Regione per garantire la sicurezza dei cittadini. A fine novembre la società, per controlli obbligatori, preleva campioni di acqua nei sette piezometri

installati nel sottosuolo. Sono presenti sostanze cancerogene, con valori centinaia di volte superiori alla norma, in particolare: trielina, cloroformio e tetracloretilene. In analisi successive dell’Arpacal, vengono trovate anche in pozzi privati, con valori notevolmente inferiori. Analisi seguenti confermano i dati, i picchi si trovano intorno all’azienda. A luglio 2017 la regione pianifica un intervento per la caratterizzazione del suolo dell’area di Pantanizzi e finanzia il piano che verrà gestito dal Comune. Causa problemi tecnici della ditta vincitrice del bando, che ha dovuto fornirsi di macchinari adatti, il 20 agosto riprenderanno i lavori, sospesi immediatamente dall’Amministrazione Comunale ad aprile 2018, anche grazie al nostro contributo. Sorge un dubbio: come mai, nessun ente proposto ai controlli, abbia verificato le condizioni per un insediamento chimico o abbiano mai controllato il sottosuolo? Che si rilasci l’AIA e subito dopo si scopre che c’è una sorgente inquinante? Vogliamo delle risposte precise, chi è il responsabile, la causa e l’origine di questo inquinamento, convinti che un’azienda chimica, malgrado rispetti le norme, non possa essere ubicata a ridosso delle case. Le emissioni dai camini in aria sono sostanze tossiche alle persone, alle piante e alcune potrebbero essere cancerogene, anche a valori più bassi e a norma, rilevati dall’azienda. Ultimo punto: la bonifica BP, ormai non più rinviabile. La BP è un vulcano esplosivo, con bidoni corrosi o rotti, emissione di sostanze anche cancerogene Il Comune ha preparato due bandi uno più completo per giungere alla completa bonifica con costi oltre il milione e un’altro ridotto, circa mezzo milione, per iniziare ad allontanare i bidoni rimasti alle intemperie del tempo. Superati i problemi burocratici e di tipo legale, in quanto la proprietà non è del Comune, in questi giorni sappiamo che alla Regione, l’Assessore al Bilancio Fragomeni, sta predisponendo le carte per il finanziamento dei primi interventi. Dopo 40 anni, l’incubo BP finirà? Una storia iniziata per caso, cittadini attivi, partecipi, per costruire una cittadina migliore. Questa Amministrazione ci ha dato fiducia e un ruolo. Saranno disponibili i Commissari a confrontarsi con le associazioni? Francesco Martino Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini Sidernesi

Iinformiamo i nostri lettori che la foto utilizzata nella copertina del n. 32 di Riviera, raffigurante Pietra Cappa, è stata scattata da Maurizio Vena dello Studio Naturalistico di Cetraro (CS)


GIUDIZIARIA

Naufragi clandestini

CONVERSANDO

Drunk Yoga: sintesi meditativa

Inspira amore, espira stress e bevi un sorso. Eccole le direttive base del Drunk Yoga, l'ultima eccentrica tendenza di New York lanciata da Eli Walker, insegnante di yoga. O ltre a regalarti un'infusione di pace interiore, le sedute di questa nuova disciplina abbinano anche la possibilità di sorseggiare un bicchiere del tuo vino preferito. Uno yoga esperenziale che permette di avvicinarsi alla disciplina grazie agli effetti positivi del vino, riducendo i pregiudizi e creando un’atmosfera di serenità durante la lezione. Gli obiettivi sono sempre gli stessi: rinforzare muscoli, migliorare la postura, meditare e eliminare lo stress attraverso la concentrazione e il divertimento. Se ti stai immaginando felice e brilla mentre cerchi di tenere il più possibile una posizione e l'equilibrio ti sbagli: anche il Drunk Yoga ha delle regole! Dopo un breve happy hour, si passa a una sequenza vinyasa adatta ai principianti, per circa 45 minuti. Ma i bicchieri non si mettono da parte: si portano con sé e, calice alla mano, si eseguono le posizioni, in un contesto che vuole essere dilettevole e non giudica le performance. Il buon proposito non è ubriacarsi col vino, ma farlo grazie all'atmosfera di serenità che regna in classe. Le regole, tra l'altro, scoraggiano l’eccesso di alcol, infatti precisano di non bere più di un bicchiere di vino prima di iniziare, e incoraggiano l'idratazione e il consumo di acqua. Ma il bicchiere di vino resta. Questi sono alcuni dei particolari dettami dello Drunk Yoga. In ogni caso, non sembra essere richiesta la perfezione. Infatti, come lascia intendere Eli Walker, che si dice in controtendenza rispetto al perfezionismo dilagante di Manhattan, l'idea di fondo è coinvolgere chi vorrebbe fare yoga, ma è intimidito, creare un ambiente rilassato e gioioso in cui si ride e si sperimenta il movimento. Una delle regole, infatti, è andarsene più felici di quando si è arrivati. Sonia Cogliandro

I BRIGANTI

Similitudini meridionali acquisite

FRUTTI DIMENTICATI

Ginepro licio ginepro licio

La pianta appare somigliante al cipresso però, osservandolo bene ci si accorge che differisce anche per la forma che assume. Infatti la chioma tende ad essere espansa ed articolata sin dalla base e la corteccia del tronco e dei rami maturi tende a distaccarsi e a screpolarsi . Essa non ama i terreni fertili, specie quelli che ritengono umidità e preferisce quelli assolati delle aree litoranee fortemente argillose ed addirittura non disdegna di collocarsi nei calanchi dell’area ionica meridionale della provincia di Reggio, dove penetra nell’entroterra fino ad una profondità di pochi km. Addirittura essa è una pianta pioniera ossia prepara condizioni migliori per eventuali piante che dovrebbero in prospettiva sostituirla. La sua crescita è lentissima e riesce a raggiungere dimensioni arboree modeste in svariati decenni, mentre la sua propagazione è demandata a bacche o coccole perfettamente sferiche che non superano 0,8 cm di diametro, che assumono a maturazione un colore tra il rossiccio e l’avana scuro. Tra i paesi del parco il numero più consistente di piante spontanee si trova a Condofuri , mentre fuori da esso qualche esemplare è presente nell’area di Peristerea nel comune di Bova Marina. A ridosso poi del cimitero di Palizzi Marina una pianta spontanea supera la dimensione arbustiva, presentandosi con una chioma espansa e con un tronco di circa 45 cm di diametro . Esisteva un boschetto di ginepro di circa dieci ettari in contrada Vadicamò del comune di Bova Marina fino alla fine degli anni 90 del novecento, quando un incendio lo cancellò, grazie alla mancanza di strisce antincendio che solitamente effettuavano gli operai forestali, che numerosi erano attivi nel suddetto comune. La propagazione della pianta non è facile ed è demandata agli uccelli che mangiano le bacche ed espellano i semi con gli escrementi; solo da tali semi espulsi dagli uccelli nascono le piante. Aveva osservato tale modalità di riproduzione il prof. Francesco Violi di Bova Marina,docente di matematica all’istituto tecnico per il turismo di Gioiosa Marina, dove vive, che pensò che i succhi gastrici erodessero la patina esterna dei semi stessi rendendoli germinabili per cui mettendo a dimora i semi stessi e bagnandoli con acqua contenente escrementi di gallina, che hanno una funzione erosiva, fu capace di riprodurre le piantine. Agli inizi degli anni 80 del 900, cominciò a mettere a dimora le prime piantine nel fondo di famiglia in contrada Limaca del comune di Bova Marina e poi continuò con l’aiuto della dinamica sorella Carmela ed in seguito con quello della splendida nipote Raffaella Leone ; ora esiste un boschetto artificiale che ha sostituito quello distrutto di contrada Vadicamò. L’opera del prof. Francesco Violi, di sua sorella Carmela e della nipote Raffaella Leone continua nel difendere la pianta dall’estinzione, ed essi continuano a riprodurla e a regalarla, per cui molte piante ormai si ritrovano al di fuori del comune di Bova Marina e di quelli limitrofi dove cresceva spontaneamente. l’uso del legname de ginepro licio, secondo l’interpretazione colta di Bova

Si raccontava, con una certa fantasia, che anticamente le coste della Calabria e della Sicilia, fossero abbellite da boschi di ginepro fenicio, che a Bova veniva chiamato in greco cletharo ( fonte dott.Bruno Traclò), probabilmente abbastanza grandi da poter ricavare del legname. Esso era resistentissimo, di lunghissima durata e leggerissimo e con esso i cartaginesi costruivano le loro navi, che praticamente erano irraggiungibili. Dopo la prima guerra punica i romani scoprirono l’uso del legname del ginepro fenicio e fu la rovina di tale essenza preziosissima, in quanto essendo a lentissima crescita, i boschi non poterono essere ricostituiti; essi furono rappresentati solo marginalmente con qualche esemplare e limitatamente nell’area della Bovesia con pochissimi esemplari, in riferimento alla Calabria meridionale. la conservazione della specie, secondo l’interpretazione contadina di Bova I contadini di Bova, pratici e poco inclini alle interpretazioni sofisticate, avevano notato che il legname del cletharo era fortissimo e di lunghissima durata, capace di resistere per centinaia di anni pure in condizioni non favorevoli( l’umidità ad esempio ), per cui facevano fabbricare gli stipiti delle porte e delle finestre con l’essenza preziosa di tale pianta ed ancora a distanza di centinaia di anni gli stipiti delle case contadine di Bova lo testimoniano. Inoltre, chi aveva la fortuna di poter recuperare dei pali per la propria vigna, era tranquillo per tutta la vita, in quanto essi duravano per circa sessanta settanta anni. Di conseguenza le poche piante di cletharo, venivano rispettate e salvaguardate e solo da esse veniva ricavato il legname, con la potatura e pulitura, mai con il taglio totale di un esemplare. Utilizzazione del cletharo presso il tempio di era lacinia a crotone L’ex direttore del Parco dell’Aspromonte, il dott. Tedesco, ripropone una tesi inedita e molto interessante sulla costituzione del bosco sacro attorno al tempio di Era Lacinia a Crotone, di cui parla diffusamente Tito Livio nelle sue Storie nel libro XXIV -3. Secondo il suo punto di vista era impossibile che il bosco sacro attorno al tempio di Era fosse costituito da abeti, per ovvi motivi climatici, sorgendo a ridosso del mare, a quote altimetriche molto basse, per cui avanza l’ipotesi molto probabile, che fosse costituito invece da piante di Juniperus Turbinata o ginepro licio. Non solo egli è convinto di questa ipotesi, ma ha persuaso anche i responsabili della Sovrintendenza Archeologica che intenderebbero ricostituire il bosco con le essenze suddette assieme ad altre costituenti la macchia mediterranea. Egli si è rivolto a me perché gli indicassi le rare piante da cui recuperare le coccole o semi e poi procedere alla riproduzione, tramite la procedura che solo il prof. Violi o sua sorella Carmela e la nipote Raffaella Leone di Bova Marina conoscono. Personalmente ho due piccole piante ricche di semi quasi mature che darei volentieri al dott. Tedesco, ma la stessa cosa farebbero Carmela Violi e Raffaella Leone, solo che ho perso il numero dell’ex direttore del Parco e non so come contattarlo rischio d’erosione genetica: altissimo Orlando Sculli

Vorrei iniziare questo testo con una similitudine tra due fatti non necessariamente inventati. Primo fatto: c’è un ragazzo ormai grandicello che vive con la matrigna da sempre, perchè la madre naturale è morta tragicamente in circostanze assai misteriose e non ne ha alcuna memoria, se non qualche foto sbiadita. Questa matrigna si comporta da strega, non gli dà affetto, lo deride, non riesce a infondergli nessuna sicurezza sul suo avvenire, anzi spera vivamente che scompaia presto dalla sua vita perchè per lei è un peso morto, non ha alcuna importanza. Di tanto in tanto gli regala dei soldi per il gelato, sperando che non faccia troppi capricci e la lasci stare. Questo ragazzo fatica a riconoscere la sua strada perchè è molto insicuro e crede di non valere nulla. Poi un bel giorno, all’ennesimo litigio, si alza e va via sbattendo la porta. Al di fuori di quelle mura scopre un mondo insidioso ma curioso; difficile, ma mai quanto casa della matrigna. A poco a poco comprende di essere stato preso in giro per una intera vita da qualcuno a cui non importa nulla di lui: da quel momento spicca un volo inarrestabile e gode della vita ogni giorno di più! –Questa storia ricorda qualcosa?- Secondo fatto: c’è un paese che si chiama Siderno, molto particolare ma incompreso. E’ un paese che vive di passato e si crede brutto, sporco e colluso. Questo paese ogni anno si svuota sempre

Negli ultimi anni le coste calabresi hanno assistito, inermi, all’arrivo di numerose navi di fortuna che hanno trasportato diverse decine di migranti. Quello che doveva essere un approdo sicuro, la porta dell’Europa, spesso si è trasformata in un cimitero. Scafisti hanno lucrato sulla pelle di disperati, forse anche con la connivenza di criminali indigeni. Tra le più tragiche vicende una rimane scolpita nella cronaca giudiziaria, quella avvenuta nei pressi di Roccella Ionica al sera del 27.10.2007, quando un'imbarcazione carica di cittadini extracomunitari, partita dalla costa di Alessandria d'Egitto e giunta sulla costa jonica calabrese, dopo diversi giorni di navigazione in condizioni meteo marine avverse e proibitive, nell'effettuare la manovra di spiaggiamento, veniva colpita dall'urto dei marosi, capovolgendosi e impattando rovinosamente sull'arenile. Il naufragio è costato la vita a undici passeggeri. Dalle testimonianze dei rappresentanti delle forze dell'ordine intervenute sul posto, subito dopo il tragico evento, procedendo a rilievi fotografici e tecnici e al recupero dei corpi delle vittime, era emerso che: - l'imbarcazione impiegata per il trasporto era stata rinvenuta completamente distrutta, spezzata in due grossi tronconi sparsi a grande distanza l'uno dall'altro; si trattava di un'imbarcazione da pesca di vecchia costruzione, non destinata al trasporto di persone, con gravi carenze strutturali, che, già inidonea ad una navigazione in sicurezza per le sue oggettive condizioni, lo era ancora di più in una situazione ambientale caratterizzata da condizioni di mare pessime e con un carico eccessivo di passeggeri; il forte vento e le onde che raggiungevano i sei metri di altezza rendevano impraticabile ed estremamente pericoloso l'avvicinamento alla costa per la presenza dell'onda di risacca; - la manovra di spiaggiamento dell'imbarcazione aveva certamente determinato la distruzione del peschereccio ed il naufragio con la caduta in mare di tutti i passeggeri; - i naufraghi erano stati provvisoriamente raccolti, prima, nel parcheggio custodito antistante il ristorante … ove avevano ricevuto i primi soccorsi e poi nel palazzetto dello sport di Roccella Jonica, prima di essere smistati presso i centri di accoglienza; - nei giorni immediatamente successivi alcuni clandestini, ricoverati presso l'ospedale di Locri, avevano raccontato che la nave proveniva dall'Egitto da cui era partita una settimana prima, che ciascun trasportato aveva pagato la somma di 1.300 euro per il viaggio, che i membri dell'equipaggio erano presenti nei filmati registrati e mandati in onda dal telegiornale di un'emittente locale e dal TG 3 Rai della Calabria. Non era stato possibile, però, eseguire alcun riconoscimento, in quanto, nelle more dello svolgimento dell'attività necessaria all'acquisizione dei filmati e all'estrapolazione dei relativi fotogrammi, i soggetti, formalmente o informalmente sentiti, si erano allontanati dal nosocomio. Un contributo decisivo era stato fornito dai parenti delle vittime giunti sul luogo del fatto per procedere al riconoscimento dei corpi dei congiunti. Sulla base delle convergenti dichiarazioni de relato da costoro fornite, si apprendeva: - che l'organizzatore del viaggio era stato tale G. di cui veniva fornita l'utenza telefonica, sottoposta a controllo tecnico. L'usuario, identificato in E. G. A., veniva rintracciato dopo una decina di giorni nei pressi del confine con la ex Jugoslavia, catturato in esecuzione del fermo disposto dal P.M.; quindi giudicato e condannato, unitamente ad alcuni complici, con sentenza della Corte di assise di appello di Reggio Calabria del 12.10.2009, irrevocabile il 25.5.2010, acquisita ai sensi dell'art. 238 bis cod. proc. pen; - che ciascuno dei passeggeri aveva corrisposto una parte della somma richiesta per il viaggio prima della partenza, impegnandosi al versamento della parte residua a sbarco avvenuto e rilasciando in garanzia una cambiale in bianco; - che i passeggeri erano stati minacciati prima della partenza da uomini armati di coltello che li avevano costretti a salire sull'imbarcazione e che, dopo due giorni di navigazione, poiché per le cattive condizioni del mare in molti avevano chiesto di tornare indietro, il motopeschereccio era stato raggiunto ed affiancato da altra imbarcazione con a bordo uomini armati di coltelli e mitra che li avevano minacciati costringendoli a proseguire il viaggio.

di più. Un giorno, in un consiglio comunale, all’ennesimo scioglimento della giunta, la popolazione si infervora e comprende che qualcosa non va se non si riesce a decollare. La gente è stufa di essere trattata come se fosse di “serie B”, come se non valesse nulla rispetto ad altri comuni più a nord. Si tirano fuori argomenti seri, quali: la Costituzione, la Dignità, l’Italianità, il Colonialismo! Questo paese pare avere anche ricordi di un passato in cui qualcosa era diverso, in cui la popolazione era più attiva, ci si interessava di più, si faceva Politica. Quei tempi ormai sono andati, adesso Siderno si ritrova in un fosso nel quale non è caduto per sbaglio ma ce lo hanno spinto, facendogli per giunta credere che sia stato un tentativo di suicidio. Da quel momento il paese comprende le potenzialità che potrebbe avere se solo si riuscisse a trascinare l’intera zona, l’intera regione contro un apparato statale che lo affossa così come affossa l’intero sud, usato da 157 anni come spazzatura del nord e null’altro, uno Stato che lo deride e lo tiene col cappio al collo. Se solo Siderno riuscisse a tranciare l’odiata fune e aprisse gli occhi, quegli occhi bendati da troppo tempo... quante cose potrebbe vedere. Se solo decidesse di uscire sbattendo la porta. Brigantessa Serena Iannopollo


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Domani sera, nell’ambito del Festival del Teatro classico di Portigliola, la musicista di Locri presenterà al pubblico un singolare concerto di beneficenza attraverso il quale narrerà come ha imparato a convivere con il proprio tumore al seno e di come ha fatto di questa debolezza fisica la sua forza artistica…

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“La mia malattia è diventata musica” unedì, presso il Teatro Greco Romano di Portigliola, il Festival teatrale “Tra Mito e Storia” ospiterà una la seconda parentesi musicale di questa edizione 2018. Protagonista della serata, che vi dà appuntamento alle ore 21:45, sarà la musicista Alessandra Laganà, che proporrà al pubblico un concerto per pianoforte e voce a sostegno dell’associazione di promozione sociale “Noma World”, dal titolo “Una sfida creativa alla vita”.Il progetto, descritto alcune settimane fa anche ai colleghi del Corriere della Sera, nasce dalla scoperta, da parte della Laganà, di avere un tumore al seno. Anziché affrontare la notizia con comprensibile angoscia, l’artista di Roccella Jonica ha deciso di trasformare la propria malattia in musica, ispirandosi ai rumori della risonanza magnetica per creare dei brani musicali che le permettessero di raccontare in maniera unica la sua esperienza. L’idea sarebbe stata partorita proprio durante un’esame risalente al 2015 e avrebbe immediatamente trovato il favore dell’ingegnere del suono e compagno di vita della Laganà Tommaso Marletta, che ha contribuito alla produzione del primo brano “Résonance Magnétique”. Grazie a questa fortunata intuizione, Alessandra non solo ha trovato il modo di trasformare il dolore in opera d’arte, ma ha avviato un tragitto ricco di concerti di cui la performance di domani sera rappresenta l’apice, ma non certo il punto di approdo. «Mi sono fatta dare il disco della risonanza magnetica e ne ho stampato il contenuto: la foto del mio seno - ha raccontato la Laganà durante un’intervista. - Ho evidenziato il tumore, ho disegnato una freccia che lo indica e ci ho scritto sopra “I’m not here”, perché io non sono il mio tumore, la mia vita non dovrà ruotare intorno al cancro e devo uscire da questo tunnel con le cure e con l’arte. Ho creato un volantino e, ricoverata in ospedale per operarmi, ho detto ai medici: “Voglio fare di questo volantino un’opera artistica”». A partire da quel momento, Alessandra si è dedicata a tempo pieno a un progetto che oggi annovera due album musicali e la collaborazione con almeno una ventina di grandi interpreti della musica internazionale. Alle canzoni scritte e cantate da Alessandra, che spaziano dal soul, al jazz, alla musica sperimentale, si è affiancato anche il docufilm “Noma”, il racconto di che cosa significhi convivere con un tumore effettuato attraverso immagini e testimonianze di persone con problemi analoghi a quello di Alessandra e di specialisti che le hanno in cura. «Il titolo viene dal greco - spiega la Laganà, - significa lacerazione e fa riferimento al mio carcinoma. Il docu-film ha rappresentato un altro modo di distrarmi dall’ossessione della malattia e mi ha aiutato a trasmettere la mia esperienza agli altri: bisogna parlare per esorcizzare la paura e uscire dalla solitudine». Questa bellissima esperienza ha riscontrato anche il favore della Accolade Global Film Competition di Los Angeles, che nel 2017 ha voluto premiare la pellicola per il suo valore umanitario dando il là alla creazione dell’associazione “Noma World”. Oggi questa realtà sociale, alla quale saranno devoluti i ricavi del concerto di domani sera, promuove scambi socio-culturali per il benessere psicofisico attraverso la pratica delle arti ed è il contenitore del progetto “Soma”: «In greco significa corpo - spiega la Laganà, - ma è anche un acronimo: Spazio Operativo per la Musica e l’Arte, per coinvolgere pazienti e terapisti con laboratori creativi, contro gli effetti distruttivi della malattia». L’ennesimo modo che Alessandra ha trovato per tendere la mano a chi ha il suo stesso problema, trasformando la malattia in una vera e propria missione umanitaria. «Mi chiedono spesso come ho fatto e, anche riflettendoci bene, credo di non aver fatto altro che coltivare una lucida resistenza al male. «È da qui che traggo la mia forza». Jacopo Giuca

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Inizia la settimana d

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ROCCELLA JONICA

Certomà: “Il Roccella Jazz ha ancora tanti orizzonti da scoprire” Dopo la fortunata dedica a Rino Gaetano dell’edizione dello scorso anno, la sezione “Rumori Mediterranei” del Roccella Jazz Festival 2018 ruoterà attorno alla figura di Frank Zappa. Abbiamo parlato con il sindaco Giuseppe Certomà in merito a cosa aspettarci da questo 38º anno della kermesse e delle prospettive di crescita offerte dal finanziamento della Regione Calabria.

È stati inaugurata questa settimana la mostra d’arte di Marò D’Agostino, Maria Teresa Oliva ed Enrico Meo, artisti di origine o residenza calabrese, differenti per formazione, che rivelano vicini nella mostra curata da Roberta Filardi e visitabile fino al prossimo 30 agosto.

Ufficialmente conclusa la fase preparatoria delle “Jamming Around”, la XXXVIII edizione del Roccella Jazz Festival ha inaugurato ieri sera la sezione “Rumori Mediterranei”, che vedrà alternarsi sul palco del Teatro al Castello grandi nomi del panorama musicale internazionale fino alla sera del 22 agosto. Dopo il successo scaturito dall’intuizione di dedicare l’edizione dello scorso anno a Rino Gaetano, anche quest’anno sarà una stella della musica a fare da “mascotte” alla kermesse: stiamo parlando di Frank Zappa, artista scelto tra gli italiani che hanno avuto un successo oltreoceano e che potrà essere valorizzato come merita, ci ha raccontato il sindaco Giuseppe Certomà, grazie al finanziamento che la Regione Calabria ha concesso alla manifestazione. «I fondi che abbiamo ottenuto lo scorso anno e che potremo sfruttare anche per la prossima edizione sono arrivati al momento più opportuno - ci spiega il primo cittadino. - Venivamo infatti da anni di gestione da parte dell’Associazione Culturale Jonica guidata dal compianto senatore Sisinio Zito e, una volta che le competenze sono passate al Comune, abbiamo deciso tempestivamente di partecipare al bando della Regione

Calabria. La nostra classificazione al 5º posto della graduatoria ci permette oggi di godere di 200mila € l’anno per l’organizzazione del Festival, ai quali il comune contribuisce con ulteriori 40mila € sotto forma di sponsor e biglietti venduti. Dall’Associazione Culturale Jonica abbiamo ereditato il know-how relativo all’organizzazione della kermesse, che ci ha permesso di porci in continuità con quanto di buono ideato da Zito. Proprio con questo spirito abbiamo rinnovato l’incarico al direttore artistico Vincenzo Staiano, un professionista in grado di mettere a disposizione del festival un’esperienza invidiabile, che non a caso lo sta portando a collaborare con altre importanti manifestazioni musicali di tutta Europa. «Il cammino verso l’edizione di quest’anno è iniziato con il concerto della Premiata Forneria Marconi svoltosi l’8 luglio, una gustosa anteprima che ha lasciato poi spazio ai concerti tenutisi al Porto delle Grazie, al Convento dei Minimi e al Largo Rita Levi Montalcini questa settimana e ai seminari dedicati ai giovani che si affacciano al panorama musicale. Il Festival, comunque, è entrato nel vivo nella serata di ieri, con l’esibizione degli Anthus e di Babà Sissoko & Mighty Mo

Rodgers, primo dei cinque grandi concerti che si terranno al Teatro al Castello. Si continua questa sera con il Balanescu - Cojaniz Duo e il Rosalia De Souza Quintet, domani con il Riccardo Fossi Tankio Band Sextet e il Daniele Sepe Sextet, che suoneranno un tributo a Frank Zappa, mercoledì con il William Parker New Organ Quartet e Ray Gelato & The Giants e giovedì, per la serata finale, con Nicki Nicolai & Stefano di Battista e la Minino Garay Tunga Tunga’s Band». Come se questo impegno a 360° non fosse abbastanza, Certomà sta già strizzando l’occhio all’edizione 2019: «Come era solito dire Eduardo De Filippo “gli esami non finiscono mai” e, sfruttando al meglio il finanziamento regionale cercheremo di battere nuove strade affinché il festival, che già vanta una dimensione internazionale, possa continuare a crescere. «La nostra mission resterà quella di coinvolgere i più importanti nomi del panorama musicale jazzistico ma, come abbiamo sempre cercato di fare, non ci limiteremo a proporre un’accozzaglia di concerti solo perché certi del successo. Abbiamo ancora tante cose da sperimentare!» Jacopo Giuca

“REMOTO IMMANENTE”: L’arte

contemporanea arriva al Castello dei Carafa

È stata inaugurata domenica scorsa, presso il Castello dei Carafa, “Remoto Immanente”, mostra d’arte patrocinata dal Comune di Roccella Jonica col supporto organizzativo della locale ProLoco che vede protagonisti Marò D’Agostino, Maria Teresa Oliva ed Enrico Meo. I tre artisti, tutti di origine o residenza calabrese, differenti per formazione, percorsi e linguaggi, si rivelano, attraverso le stanze del castello, sorprendentemente vicini nella mostra curata da Roberta Filardi e aperta al pubblico fino al prossimo 30 agosto. Un dialogo tra installazione e fotografia, pittura e scultura e tra tre singolarità artistiche contemporanee che si connettono e richiedono attenzione, a conferma che l’arte non è mai copia della realtà ma percorso verso una comprensione sempre più profonda ed estesa. Le vite

stesse degli artisti rimodellano senza sosta le forme delle rispettive esperienze, rinnovando costantemente l’estetica senza assoggettarsi agli schematismi dettati dal vivere comune. E così, la poliedrica architetta e paesaggista della Locride Marò D’Agostino esprime un universo creativo originale, nutrito di una profonda sensibilità e cultura; una produzione poetica defilata dalle mode e proiettata verso ricerche sperimentali che si materializzano in pezzi di tessuto ricamati da mani ignote a cui si affiancano ventidue autoritratti fotografici dove le textures si compongono sul volto come marchi o tatuaggi in un paesaggio di immanenza. La scultrice Maria Teresa Oliva presenta invece le sue creature biomorfiche assemblate con i materiali più disparati; forme che testi-

moniano una ricerca originale e autentica che permette alle sue forme embrionali o primitive di far intravedere il processo immaginativo inconscio che ha dato loro la luce. Le opere di Enrico Meo, infine, spaziano in vasti repertori figurativi rivelati attraverso forme archetipiche e composizioni dal sapore surrealista; figure di uomini, donne, angeli, demoni, ominidi, acefali, esseri leggendari, costellano il suo immaginario figurativo e si muovono solitarie o dialoganti all’interno di scenari naturali o metafisici. Un repertorio iconografico polisemantico da non perdere, che potrà essere visitato tutti i giorni dalle 18 alle 22 e, su prenotazione, illustrato direttamente dagli artisti. Jacopo Giuca


della musica nella Locride Caterina Belcastro: “Vivremo quattro diverse forme di KTF” La XX edizione del Kaulonia Tarantella Festival affiancherà nuovamente le serate squisitamente musicali ai pomeriggi culturali offerti dalle lezioni di tarantella. La vera novità di quest’anno, tuttavia, è la direzione artistica, affidata a quattro grandi nomi della storia del Festival e in grado di offrirci quattro diverse interpretazioni della kermesse. Parola del sindaco…

“Parlando con Mimmo Cavallaro abbiamo cominciato a maturare l’idea di affidare la direzione artistica di ogni serata a chi ha fatto la storia artistica di questo Festival”

La XX edizione del Kaulonia Tarantella Festival ripropone la formula di successo inaugurata lo scorso anno con la fusione dei concerti di musica etno-popolare ad appuntamenti dal taglio più squisitamente culturale. La kermesse, che godrà anche per il ventennale del finanziamento triennale concesso dalla Regione Calabria, porrà anche quest’anno al centro del suo programma la tarantella calabrese, non limitandosi solo ad aggiornare un programma consolidato e dal sicuro successo, ma coinvolgendo per l’occasione chi ha contribuito a fare la storia di questo Festival. «I venti anni di questa kermesse si sono snodati attraverso un percorso intenso e a volte anche travagliato - ci racconta la sindaca di Caulonia Caterina Belcastro. - In questo lasso di tempo la manifestazione è stata guidata da enti e persone che ne hanno definito e delineato il percorso artistico e strutturale, fino ad arrivare alla direzione artistica dell’edizione dello scorso anno, targata Mimmo Cavallaro. «Proprio parlando con lo stesso Mimmo in merito a come sviluppare questa specialissima edizione 2018, abbiamo ritenuto opportuno e corretto, in concomitanza con il ventennale, riconoscere il ruolo avuto da ognuno dei direttori artistici che hanno fatto la storia di questa kermesse, rimettendo in gioco “artisticamente” tutti coloro i quali ne hanno tracciato il percorso. Il risultato sono quattro serate-evento affidate all’immaginazione artistica dei quattro soggetti storici che, in ordine cronologico, hanno segnato la vita di questa manifestazione.

«Mi riferisco a Danilo Gatto e Antonio Critelli che, alla guida di ARPA, faranno salire sul palco di Piazza Mese la sera del 22 agosto il musicista spagnolo di fama internazionale Hevia; a Paolo Dossena e alla sua CNI, che per il 23 agosto ha puntato tutto sul gruppo musicale siciliano di genere folk-ambient Agricantus; a Eugenio Bennato, che il 24 agosto si esibirà con l’artista folk reggino Mujura; a Mimmo Cavallaro, che dopo la sperimentazione con il Trio Mandili dello scorso anno, il 25 agosto sarà accompagnato dinanzi al popolo della tarantella da Joji Hirota e dai suoi Tamburi Taiko. «Ognuno di questi grandi artisti ha curato la rispettiva serata con il comune spirito di far rendere al meglio artisticamente, culturalmente e spettacolarmente questa speciale edizione del Festival, creando un programma composto da quattro serate in grado di esprimere altrettante visioni diverse dello stesso oggetto culturale: il Kaulonia Tarantella Festival. «Insomma - conclude la sindaca Belcastro - questi venti anni costituiscono un punto di arrivo, ma ancor più un importante punto di partenza per una crescita di questa manifestazione che non si limiti a riproporne sterilmente i punti forza ma, grazie a una maturazione artistica e sociale continua, possa farla ergere a pieno titolo a punto di riferimento del panorama nazionale, e, perché no, internazionale, della musica e della cultura etnica, che tanto ruolo hanno nella definizione dell’identità del nostro popolo.» Jacopo Giuca

Io e la mia valigia: nessuno ci può giudicare Sin dal primo viaggio che la donna ha fatto, quello cioè da un albero ad un altro, si è posta un’insidiosa domanda, che contrariamente a quanto si potrebbe pensare non è “cosa mi devo portare”?, ma “cosa devo lasciare”? L’avvento del progresso non ha semplificato la già complessa situazione femminile, perché quando ha messo da parte le foglie, iniziando a coprirsi con i vestiti, utilizzando anche trucchi e creme, allora sì che sono iniziati i guai. È successo circa 4000 anni fa, quando le donne della Mesopotamia, intuirono che marcando il contorno occhi con il colore nero, l’effetto risultava decisamente migliore. E, senza ombra di dubbio, Cleopatra quando dall’Egitto partì alla volta di Roma, per ricongiungersi al suo amato Cesare, avrà pensato prima ai cosmetici e poi a tutto il resto. C’è da precisare che le nostre antenate, nonostante indossassero vestiti più ingombranti, possedevano bauli (molto capienti) e non dovevano combattere contro un acerrimo nemico: il limite del peso imposto sulla valigia, quindi potevano riempire il loro bagaglio a loro piacimento, sbizzarrendosi anche con cappellini, ombrellini e parrucche. Invece, per noi, signore del ventunesimo secolo, la preparazione della valigia si trasforma in una vera e propria agonia, in quanto alla già difficile scelta di lasciare a casa una parte del vestiario, si aggiungono le domande inopportune, ma soprattutto inutili, di chi è invidioso di rimanere a casa; e, in particolare, quelle degli uomini che, diversamente da noi, non devono affrontare tanti dilemmi, avendo a disposizione una scelta più semplificata.

Ecco i famosi quesiti che puntualmente occorre sentire: Non ti porterai mica dietro tutta la casa? Tutta la casa cosa? Mica mi porto dietro il frullatore o la pentola a vapore. Ma che ci devi fare con tutti questi vestiti? La Divina Creatura. Anche i trucchi ti sei portata? Perché, secondo te, io me ne vado in giro struccata e magari anche spettinata?! Anche i libri hai inserito? La mia mente chiede di essere nutrita, mica si prende una pausa di riflessione, o si separa dal mio corpo mentre io sono in vacanza! Infine, per terminare in tragedia, ecco la frase conclusiva e dolente: “Mio Dio quanto pesa questa valigia”. Questa è la sintesi di tutto ciò che siamo costrette a sopportare, prima di chiudere la valigia, piangere i vestiti abbandonati nell’armadio, arrivare in aeroporto, superare i temuti controlli, allacciare le cinture e volare verso mete sconosciute ed emozionanti. P.S. Quest’anno il mio viaggio mi ha consentito di ammirare città incantevoli, ricche di storia e di arte, come Parigi e Madrid; tuttavia quando dall’aereo, al mio ritorno, ho sorvolato il mare e la sfavillante costa calabrese, il mio cuore ha percepito un’immensa gioia. Allora, prendendo la mia valigia e uscendo dall’aeroporto ho pensato: “Quanto è bella la mia Calabria”. Rosalba Topini

EVENTI

Questa sera, domenica 19 agosto, alle ore 21:30, presso la Corte del Palazzo Municipale di Locri, la compagnia Schegge di Mediterraneo, nell’ambito della stagione teatrale organizzata dal Centro Teatrale Meridionale diretto da Domenico Pantano, porterà in scena la Versione teatrale di “Naplule è… n’ata Città”, che avrà per protagonista Mariangela D’Abbraccio, che unirà la narrazione tradizionale di Napoli di Eduardo de Filippo a quella di Pino Daniele.

Domani sera, lunedì 20 agosto, la Pro Loco UNPLI e il Comune di Gioiosa Ionica presenteranno al 24ª edizione della “Sagra del Pezzo Duro Gioiosano”. Nell’ambito della manifestazione, alle ore 21:00, in Piazza Vittorio Veneto, si terrà la Festa del Gelato Artigianale, cui seguirà la buona musica di Mr. Muscolo & i suoi estrogeni, che suoneranno alle ore 23. Per l’occasione saranno allestiti mercatini dell’artigianato.

Dopo lo strepitoso successo dello scorso 22 luglio, martedì 21 agosto, alle ore 21:15, l’immensa Elisabetta Pozzi tornerà a Teatro Greco Romano di Portigliola per una replica della sua strepitosa “Cassandra - o del tempo divorato” che tante emozioni ha regalato ai fortunati che hanno assistito alla rappresentazione inaugurale del Festival del Teatro Classico “Tra Mito e Storia”, che sta inanellando successi e rappresentazioni di altissima qualità.

Dopo che la kermesse “Aspettando il Festival”, riproponendo al Teatro al Mare di Caulonia Marina la formula delle lezioni di tarantella per ingannare l’attesa, mercoledì 22 agosto il programma del KTF 2018 entra finalmente nel vivo con il suo trasferimento nel borgo superiore. Eventi di punta saranno la performance di Fabio Tricomi alle ore 20, al dipinto Bizantino e, ovviamente il concerto di Piazza Mese alle 22, che avrò per protagonista Hevia!



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ANGOLO FOOD

Angelo Amore, come molti suoi compaesani, nel 1960 decide di sfidare l’ignoto e con in mano la valigia di cartone, parte tentando la fortuna in America. Qui verrà chiamato Joe e fonderà l’atelier “Amore clothing”

La storia di Joe Amore

La Grande Mela s’inchina davanti al sarto di Siderno Uomini politici, avvocati e medici di alto livello chiedevano di essere vestiti dal sarto Amore, con il quale avevano trovato non solo un grande professionista, ma anche un amico, con il quale scherzare e scambiarsi confidenze

Quando all’età di nove anni, la madre lo costrinse a imparare il mestiere di sarto, presso Natalino Oppedisano, Angelo non ne voleva proprio sapere di andare, ma giorno dopo giorno e soprattutto ago dopo ago questa imposizione si trasformò in una passione e poi nel suo mestiere. Nato nel 1928 a Siderno, trascorse la sua giovinezza in compagnia degli amici più cari e della famiglia, proprio grazie ad un amico incontrò la donna della sua vita: Liliana, con la quale si sposerà e avrà due figli: Josephine e Roberto. Quando parla dell’amore ha le idee abbastanza chiare: “Non c’è niente di più bello che provare questo sentimento, quando è sincero. Amo la stessa donna da 60 anni, non avrei potuto chiedere regalo migliore alla vita”. Nel frattempo il lavoro a Siderno inizia a mancare, così anche Angelo, come molti suoi compaesani, nel 1960 decide di sfidare l’ignoto e con in mano la valigia di cartone, parte tentando la fortuna in America, lasciando la sua Liliana in attesa del loro primo figlio. Una volta sbarcato nel Nuovo Continente, riesce a farsi apprezzare per il suo talento e per il costante sorriso presente sul suo volto. Ma la lontananza dalla sua sposa gli provoca molta sofferenza, così nel 1967 anche Liliana saluta

Siderno e intraprende un lungo viaggio per riabbracciare il suo adorato marito. Con la sua famiglia accanto, Joe (come viene chiamato negli Stati Uniti) ritrova una maggiore carica e forza di volontà che gli consente di migliorare la sua nuova esistenza americana. Proprio in quell’anno fonda “Amore clothing”, ottenendo l’edificio in affitto, che richiama subito l’attenzione per l’alta qualità, il servizio personalizzato e la particolare cura che ha per le sue creazioni su misura. Così nel corso degli anni crea intorno a sé una clientela fedele. Tuttavia l’incontro che ha dato una svolta alla sua carriera è stato quello con Mayor Erastus Corning, sindaco di Albany per 42 anni (il più longevo della storia del paese), l’uomo è rimasto subito colpito dal talento del sarto calabrese e dal suo sguardo dolce, per questo lo aiutò a comprare il locale, diventando un suo fedele cliente. Ciò avvenne nel 1980, vent’anni dopo il suo arrivo in America. Nel frattempo, in tutto lo Stato di New York, la bravura del sarto calabrese incontrò una divulgazione sempre maggiore, ne è una dimostrazione la presenza di tante personalità presso il suo atelier, tra cui: Mayor Whalen sindaco di Albany, dopo la morte di Corning; Mario Cuomo, governatore dello stato di Ny dal 1983 al 1994, che insieme a Joe amava cantare le canzoni napoletane, avendo i genitori provenienti dalla provincia di Salerno; George Pataki, anch’egli governatore dal 1995 al 2006, le cui origini sono di Pellaro. Oltre agli uomini politici, anche avvocati e medici di alto livello chiedevano di essere vestiti dal sarto Amore, con il quale avevano trovato non solo un grande professionista, ma anche un amico, con il quale scherzare e scambiarsi confidenze. Nel cuore di Joe sono da sempre custoditi due amori: Liliana e la sua macchina da cucire, così quando l’età non gli ha più permesso di lavorare, ha costruito una stanza dentro la quale conserva tutti gli strumenti da lavoro e le foto di momenti indimenticabili. Non passa un solo giorno che non entri nello studio e accarezzi, con nostalgia, la sua macchina da cucire con gli occhi umidi per la commozione. Lavorando in un paese straniero, è riuscito a farsi ammirare per la sua onestà, bravura e tenacia, tutte qualità che hanno innalzato la Calabria e reso i calabresi fieri di lui e di tutto quello che è riuscito a realizzare. Il 17 settembre compirà 90 anni tanti sono i ricordi, le avventure e i sacrifici che ha attraversato nella sua vita. Dimostra una grande riconoscenza nei confronti del suo paese di adozione: “Se sei una persona onesta, l’America ti da tutto”, per poi aggiungere: “il mio cuore piange per la nostalgia che sento per Siderno, soprattutto provo una forte mancanza del mare e della Madonna di Portosalvo, dalla quale mi recavo ogni mattina per porgerle i miei saluti”. La verità è che ci si può recare nel posto più bello del mondo, avere tutte le soddisfazioni che si desiderano, ma dentro l’anima ci sarà sempre un angolino che piangerà e chiederà di riabbracciare la propria Terra. Rosalba Topini

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MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Direttore editoriale: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Sara Leone, Giuseppe Romeo, Orlando Sculli, Sonia Cogliandro, Serena Iannopollo, Gaetano Marando, Rosalba Topini, Arturo Rocca, Franco Crinò, Giuseppe Gangemi. STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

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LA RICETTA: PASTA AL BERGAMOTTO

Ingredienti per 4 persone: 350 gr di pasta, 150 gr di pesce spada, 1 cipolla rossa di Tropea, 4 pomodori pachino, 1 bicchiere di vino bianco, un pugno di semi di sesamo, 250 ml di olio evo aromatizzato al bergamotto, buccia di un bergamotto tagliata a listarelle sottili, sale q.b.

Tagliare a tocchetti il pesce spada, dividerlo in due parti e rotolarne una metà nei semi di sesamo. Saltare questi in padella con dell’olio aromatizzato al bergamotto. Porre l’altra parte di pesce in una padella insieme all’olio aromatizzato, cipolla e pomodori pachino. Aggiustare di sale e soffriggere leggermente, sfumare con il vino bianco e portare a cottura il pesce a fuoco basso. Quando il vino sarà evaporato, spegnere la fiamma. Lessare la pasta, scolarla al dente e mantecarla in padella con l’intingolo di pesce spada. Servire dopo aver adagiato sulla pasta il pesce ripassato in padella con il sesamo e le listarelle di buccia di bergamotto.

IL COCKTAIL: IRISH COFFEE 3/10 Whiskey Iralndese 5/10 Caffè caldo 2/10 Crema di Latte 1 cucchiaino di Zuccero di Canna Nel bicchiere da Irish Coffee versate lo zucchero di Canna, il caffè caldo e il whiskey Irlandese. Portate a ebollizione la parte liquida. Controllate che lo zucchero sia sciolto e infine versate la crema di latte, precedentemente emulsionata nello shaker, facendola scorrere lungo il dorso di un cucchiaio. Abbiate cura che rimanga in sospensione, perfettamente separata dal caffè.

IL DOLCE DELLA SETTIMANA CHEESECAKE ALLA NUTELLA

Ingredienti: (Per la base) 230 gr di biscotti, 1 cucchiaio di granella di nocciole, 80 gr di burro, 1 cucchiaio di nutella. (Per la crema) 400 gr di philadelphia, 400 gr di nutella, 250 ml di panna da montare, granella di nocciole. Tritate i biscotti nel mixer insieme a un cucchiaio di granella di nocciole. Aggiungete il burro fuso e un cucchiaio di nutella. Mescolate il composto, quindi versatelo in uno stampo a cerniera stendendolo in maniera uniforme su tutta la base. Ponete in frigo per una ventina di minuti. Nel frattempo mettete in una ciotola il formaggio philadelphia e la nutella. Mescolate fino a ottenere una crema liscia. Montate la panna e aggiungetela al composto. Versate la crema alla nutella sulla base di biscotto e livellate la superficie. Ponete in frigo per almeno 3 ore. Togliete la torta dallo stampo e guarnitelo con la granella di nocciole.


19 AGOSTO - 22

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O P O C S L’ORO

the blob

Ariete Splendido inizio della settimana, che vi donerà brio e ottimismo; pesanti le giornate di mercoledì e giovedì quando la Luna in Capricorno vi bacchetterà affinché righiate dritto in amore; weekend all’insegna della cultura grazie alla Luna in Acquario.

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Casta Diva Durante una di queste mondanissime serate d’agosto, che tanti personaggi dello showbiz stanno facendo convergere nella Locride, Cristiano Malgioglio, scorta tra il pubblico l’avvocatessa Maria Tripodi, ha fermato le legale per avere un suo autografo.

Un racconto per Pasquino Nell’ambito del Festival del teatro Classico di Portigliola, Antonio Tallura è stato protagonista del commovente “Nu cuntu”, che ha dedicato a Pasquino Crupi. In questa foto l’attore posa con il figlio di Pasquino, Vincenzo, ospite d’onore della serata.

Un girotondo che arriva a Bianco La consigliera comunale di Bianco Angela Marbelli posa entusiasta con Giusy Ferreri al termine del concerto che ha costituito uno degli eventi di punta dell’estate bianchese, culminata poi la notte di ferragosto con l’eccezionale spettacolo pirotecnico.

Abbracci marittimi Mimmo Fiorenza e Riccardo Ritorto abbracciano il mitico Sasà “Mongolo” Spirlì durante un lungo pomeriggio di mare. Nonostante il ferragosto non sia stato illuminato dal sole, la voglia di salsedine non ha scoraggiato i nostri eroi!

Promesse del nuoto Nell’ambito del 2º memorial “Andrea Arena”, svoltosi a Roccella Jonica, il piccolo Davide Brugnano, già campione nazionale nei 50 metri stile libero, a soli 8 anni, ha conquistato una medaglia riuscendo a percorrere con disinvoltura i quasi due km di gara!

Gemelli Inizio della settimana litigarello, a causa del transito della Luna in Sagittario; noiosette ma tranquille le giornate centrali; molto buono il weekend dove la Luna in Acquario stimolerà la vostra curiosità intellettuale e la voglia di socialità. Cancro La settimana scorrerà piuttosto tranquilla, salvo le giornate di mercoledì e di giovedì, quando la Luna in Capricorno vi renderà nervosi, paranoici e permalosissimi. Nel weekend avrete un po’ di respiro e di stimoli culturali dati dalla Luna in Acquario. Leone Fantastico l’inizio della settimana, con la Luna in Sagittario che vi strizza l’occhio fino a martedì, regalandovi fortuna in amore; noiose le giornate centrali; weekend all’insegna delle polemiche, a causa degli influssi della Luna in Acquario. Vergine Teso l’inizio della settimana, a causa degli influssi della Luna in Sagittario, in quadratura con il vostro segno; molto buone le giornate centrali, quando la Luna in Capricorno vi aiuterà a mantenere ordine e disciplina; tranquillo il weekend. Bilancia Inizio della settimana frizzante, con possibili nuove conoscenze stuzzicanti grazie al favore della Luna in Sagittario; pessime le giornate centrali, dove la Luna in Capricorno limiterà la vostra creatività; ottimo il weekend, all’insegna della cultura.

La gallina poetessa Il successo fatto registrare anche quest’anno da Portiglialba ha richiesta la presenza di una mascotte d’eccezione. Ecco allora il sindaco Rocco Luglio e il direttore artistico Edoardo Siravo posare al termine dello spettacolo con la gallina Epizephiri!

Riace solidale Peppino Mazzotta, Enzo Infantino e Arcangelo Badolati posano a margine di una delle giornate del RiaceinFestival indossando un meraviglioso sorriso che dimostra il successo della kermesse e una maglietta a sostegno della giusta causa di Riace. #IoStoConRiace

Quasi colleghi Il sindaco di Africo, Francesco Bruzzaniti, posa in compagnia con Stefano Priolo, uno dei volti di “Anime Nere”, e il calabrese acquisito Klaus Davi, che con sempre più insistenza sostiene di essere pronto a diventare collega di Bruzzaniti prendendo le redini di San Luca. Tennis per giovani In questi giorni si è svolto un appassionante torneo di tennis all’YMCA di Siderno. Ad assistere alle partite, degli ex giovani tra i quali possiamo riconoscere Fernando Fiorenza, Amedeo Macrì, Mimmo Gargano e Rocco Scarfò.

Toro Settimana piuttosto tranquilla, con le giornate centrali molto buone per iniziare una dieta disintossicante grazie alla congiunzione della Luna in Capricorno con Marte; nel weekend arriveranno i guai: la Luna in Acquario vi farà litigare con chiunque.

Scorpione La settimana inizia senza infamia e senza lode, la giornate centrali saranno piuttosto positive grazie agli influssi della Luna in Capricorno che vi aiuterà a mangiare sano; il weekend sarà piuttosto pesante, all’insegna dei litigi con gli amici. Sagittario Inizio della settimana introspettivo, grazie al transito della Luna nel vostro segno che vi aiuterà a far luce su alcuni avvenimenti recenti; tranquille le giornate centrali; weekend da trascorrere in compagnia degli amici, esplorando le proposte culturali. Capricorno Settimana tutto sommato senza infamia e senza lode, con il transito della Luna nel vostro segno durante le giornate centrali che vi aiuterà a praticare un po’ di sana introspezione; weekend piuttosto tranquillo, anche se troppo affollato per i vostri gusti.

Acquario Ottimo l’inizio della settimana, quando la Luna in Sagittario vi darà sprint e voglia di socializzare; noiose le giornate centrali; weekend all’insegna della meditazione e dell’evoluzione della vostra personalità, sotto gli influssi della Luna nel segno. Pesci La settimana inizia in modo un po’ troppo frenetico a causa degli influssi della Luna in Sagittario; la situazione migliora da mercoledì, quando la Luna in Capricorno vi porterà lucidità mentale e senso pratico; weekend piacevole all’insegna della cultura.




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