Riviera n° 34 del 20/08/2017

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CONTROCOPERTINA

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DOMENICA 20 AGOSTO

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SATIRA - A CURA DI LIDIA ZITARA

Intervista a Ermal Metal

Il 12 agosto Ermal Meta annuncia che il suo concerto in programma a Bianco per la vigilia di Ferragosto sarebbe saltato. Sta poco bene. Il 13 agosto, però, si esibisce a Corigliano di Sessa Aurunca, a Caserta, e il 16 è in diretta nazionale su Italia Uno nel programma “Battiti Live”. E da quanto si evince dall’ immagine in alto, Ermal gode di ottima salute. Avremmo voluto intervistarlo personalmente (anzi forse no!) ma per non vederci propinare altre scuse l’intervista ce la siamo immaginata.

- Dottor Metal, salve, grazie per averci concesso questa intervista… - Meta, non Metal, non hai visto Sanremo? - San chi? - Lasciamo perdere, che vuoi sapere? Ho fretta. - Come che voglio sapere? Perché ha saltato la tappa di Bianco! - Ero completamente fatto di Tachiflu, sopra mi ci avevano aggiunto le bacche di goji e scaglie di zenzero. Siccome mi è venuto da vomitare mi hanno fatto un Plasil e mi hanno dato da bere piccoli sorsi di tè Golden Yunnan invecchiato… sai quelli a mattonella? - E con tutto questo non si è sentito meglio? - Macché meglio, mi è venuto da vomitare di nuovo, ho vomitato tutto, anche il Tachiflu. - Ma scusi dottor Metal… - Meta, Meta! - Dottor Meta, però lei non ha cancellato le date vicine. Non è che ci ha presi per il… ? - Non ma che dici! Sono state le bacche di goji! - Non è che era peyote? - Che è il peyote? - Sì, vabbè. Dottor Metal, ma lo sa che lei ha fatto una figura barbina, in più ha ridotto alle lacrime un sacco di ragazzine, che come gli piace non si sa, sembra un vampiro… Insomma, aria condizionata o no, non penso che Follonica c’ha l’aeroporto sotto lo stadio. Guardi che è passata per una cosa un po’ razzista. Lei non ha chiesto manco scusa, non ha detto vengo un’altra data, sto a disposizione appena finisco il tour. Ma insomma, se a Bianco non ci voleva venire, dottor Metal, ma perché ha detto di sì? - Ma perché una data al Sud ce la devi sempre mettere no? Sennò sembri razzista. - Ma dire di andarci e poi non farlo non è peggio? - No. - Ah, vabbè.

Caro terrone del Nord, ti scrivo In ogni famiglia c’è un terrone del Nord, absit iniuria, non c’è nulla di cui vergognarsi. Spesso sono amici, nati magari nelle zone collinari, che hanno fatto le scuole “su”, acquisendo un marcato accento nordico, oppure sono parenti nati e cresciuti in Calabria, sposati con nordici e diventati più nordici del coniuge e di tutti i nordici messi assieme. Chi non ne conosce almeno un paio? Si danno l’aria degli integerrimi e ogni frase contiene almeno un “noi” e un “voi” (o in mancanza un “qui”, contrapposto a un “su”). Che persone inclusive! Il terrone del nord magari è nato dietro casa tua, ma ogni volta che viene - e sono vent’anni che si fa le vacanze al paesello - sostiene che è tutto cambiato (in peggio) e che il paese non si riconosce più. Avendo vissuto al Nord, possiede in sé, per scienza infusa, la Buona

Educazione e la Cultura, quindi anche se i “se sarebbe” gli escono dalla bocca come palle da tennis sparate da un lanciapalle automatico, si ritiene in diritto di spiegare agli oriundi come si vive nei Paesi Civilizzati, come si deve fare davvero la raccolta differenziata e cos’è una pista ciclabile vera. Ma siccome l’occasione è ghiotta, ai buoni consigli, il Terrone del Nord, affianca una quantità di critiche che noi oriundi non vediamo neanche in periodo di campagna elettorale. La sporcizia, il traffico, la spiaggia così e cosà, non sapete guidare, i soldi ve li mangiate tutti, siete tutti andranghetisti (la pronuncia corretta, loro che hanno la Cultura, non la sanno), i politici sono corrotti (ah, a Milano no?), fino ai due classici senza tempo: le carte le buttate per terra e “qui parcheggiate tutti così”. Il periodo delle carte delle gomme da masticare è finito

anche qui. La spazzatura spicciola, cioè la carta del gelato, il tovagliolo del bar, per gettarle a terra devi essere uno venuto dalle montagne come Otzi, oppure sei proprio tu, caro Terrone del Nord, che quando torni al paesello ritorni te stesso, cioè un maleducato. Riguardo alle auto parcheggiate sul marciapiede, visto che il fenomeno si presenta con maggiore virulenza in agosto, mi chiedo proprio di chi siano, queste auto. Mi chiedo chi sia che incasina il traffico, che guida col cellulare, che entra nei bar con il costume da bagno, che non raccoglie la cacca dei suoi cani (“tanto se lo meritano”), che educhi i tuoi figli a odiarci, a considerarci un terzo mondo d’Italia. Perciò, caro Terrone del Nord, ti dico: se vieni qui, rispetta il posto dove vai, la gente che incontri. Qui non è il tuo cestino della carta straccia o il tuo momento di

pausa dalle regole del vivere sociale che sei costretto a sopportare tutto il resto dell’anno in quel di Genova o Torino. Non scavalcare la fila, e se urti qualcuno per sbaglio, chiedi scusa. Il tuo accento non è un incantesimo che ti protegge da ogni piccola cattiveria, che sia la spavalderia con cui entri in un negozio, o il sopracciglio alzato in senso di irritazione quando ti portano un gelato che non è come te lo aspettavi. Il tuo accento, sappilo, è brutto almeno quanto il nostro, per di più imbastardito, perché, ci scommettiamo, i torinesi-torinesi, te lo sgamano subito che non è autentico. Il fatto che tu sia sempre tirato tra due culture non ti scusa, e non sei neanche costretto a sceglierne una: devi solo avere rispetto, caro Terrone del Nord, sia dell’una che dell’altra.


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ATTUALITÀ

GIUDIZIARIA

Il “Rimpiazzo” nel “Circolo Formato” Anche presso la ‘ndrina dei “Mazzaferro” tutto avviene secondo le arcaiche intramontabili regole: la “famiglia”, formata dalla famiglia naturale del capo-bastone, alla quale di norma se ne aggregano altre, forma il “locale”, cioè un’entità territoriale nel caso di specie di almeno 49 affiliati, coincidente con l’ambito territoriale di Marina di Gioiosa Jonica chiamato Torre Galea. Nella sentenza del Gup di Reggio Calabria, del 27 settembre 2012, del processo nato dall’operazione coordinata dalla Procura distrettuale antimafia reggina, si richiama alla sera del 10 novembre 2008, quando «personale della P.G. delegata alle indagini, assisteva ad un evento dalla portata probatoria eccezionale, nella specie al “battesimo” di due nuovi associati, con completamento del locale di ‘ndrangheta di Torre Galea, facente capo alla famiglia “Mazzaferro”, che aveva posto al vertice R. M. cl. 1964». «Che si trattasse del completamento del locale di Torre Galea e del completamento dell’opera di rimpiazzo avviata già con la sostituzione dei vecchi vertici era chiaramente emerso nel corso della conversazione tra il Mazzaferro e il Tarzia, nella quale i due interlocutori facevano riferimento alla riunione del successivo lunedì, nella quale sarebbero state battezzate due persone, con funzioni di completamento del locale di appartenenza (…tu ti prendi il compito...tanto due mancano...); due erano, infatti, i battezzati nel corso della cerimonia». Si legge nella citata sentenza (cfr. da pag. 662 a pag. 664): «Ad ulteriore conferma di quanto accaduto si collocano le ulteriori emergenze intercettative, che verranno esaminate di seguito, emerse in occasione del casuale ritrovamento da parte della S. L., madre del R.M., e di quest’ultimo dell’apparato intercettativo collocato dagli inquirenti proprio presso quel luogo che aveva ospitato il rito del battesimo. In questa circostanza i dialoganti davano continua conferma del fatto che quel luogo ospitava le riunioni di ‘ndrangheta». Scrive il giudice: «Ordunque, gli imponenti elementi raccolti consentono di ritenere dimostrata, senza incertezze probatorie, l’esistenza nel Comune di Marina di Gioiosa Jonica di un ‘locale’ di ‘ndrangheta, formato e organizzato secondo le arcaiche regole oramai note anche nell’esperienza comune (grazie sia all’apporto di numerosi collaboratori di giustizia, sia dal rinvenimento di ‘codici’ della ‘ndrangheta sequestrati in occasione dell’arresto di importanti latitanti o presso locali nella pertinenza di soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta), secondo riti di affiliazione segreti e ammantati di solennità, nel contesto dei quali le giovani leve, presentate da personalità già affermate del sodalizio ed accettate dagli altri ‘uomini d’onore’, vengono ‘battezzate’ e ammesse negli organici della consorteria malavitosa». Ed ancora oltre «L’associazione mafiosa de qua naturalmente prevede al suo interno una rigida scala gerarchica, con distribuzione di ruoli e di ‘gradi’, che corrispondono al livello di prestigio criminale dei relativi titolari, siccome si avrà meglio modo di appurare esaminando la conversazione intercorsa tra il M. R. e due ‘ndranghetisti di elevato livello nel corso della quale il primo snocciola ai secondi la struttura gerarchica del proprio locale».

DOMENICA 20 AGOSTO

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Mandamento Jonico, parla Mammoliti

“La mafia si annida nell’indifferenza, non nella solidarietà”

«Non voglio essere ricordato come il Vito Ciancimino di Locri». Con questa premessa Pino Mammoliti ha tenuto una conferenza stampa utile a chiarire la propria posizione in merito all’inchiesta “mandamento jonico”. «Non sono qui per difendermi - ha affermato - ma per dimostrarvi non sono un falso»

Lunedì sera, presso la Villa Comunale di Locri, Pino Mammoliti ha tenuto una conferenza stampa per chiarire la propria posizione in merito all’operazione “Mandamento Jonico”, per la quale è risultato indagato. Presentatosi assieme ai suoi difensori Rosario Scarfò e Domenico Piccolo, Mammoliti ha spiegato alla nutrita platea composta di giornalisti e colleghi di lavoro e della politica le motivazioni di quel senso di inadeguatezza che lo hanno spinto a rassegnare le dimissioni da consigliere comunale e a sospendersi dal consiglio dell’ordine forense. Oggetto dell’incontro, ha rivelato fin da subito Mammoliti, la necessità di dimostrare alla stampa e agli amici di sempre di non trovarsi dinanzi al “Vito Ciancimino di Locri” o a una sorta di Dr. Jekyll e Mr. Hyde, ma a una persona che ha sempre operato nella legalità ponendosi oltre ogni ragionevole dubbio al fianco delle istituzioni (“Quelle sane” è stato specificato). Ripercorrendo brevemente la propria storia politica e umana Mammoliti ha presentato il suo mancato sfruttamento dei ruoli istituzionali come ascensore sociale e le sue dimissioni sistematiche e improvvise come prove della sua estraneità ai fatti, dichiarando che Cordì e Cataldo avrebbero fatto davvero un pessimo affare “investendo” su di lui per raggiungere il controllo delle posizioni di potere. Accusato di concorso esterno in associazione mafiosa in seguito alle intercettazioni di Antonio Cataldo, da Mammoliti definito “politologo alla Sartorini in un salotto di Bruno Vespa”, l’ex consigliere ha dichiarato di essersi ritrovato a vivere una condizione paradossale, nella quale gli viene puntato contro il dito da chi, invece, alle famiglie di ‘ndrangheta si è rivolto sistematica-

mente per ricoprire le più alte cariche amministrative senza tema di venire indagato. La colpa di Mammoliti, è stato affermato, risiederebbe tutt’al più negli atti di generosità che nel corso della sua carriera ha cercato di dispensare senza interesse nei confronti dei più deboli, elemento del quale gli inquirenti, nei sette anni di intercettazioni delle sue chiamate, dovrebbero avere riscontro nelle numerose chiamate all’indirizzo di Monsignor Francesco Oliva. A partire proprio da questa considerazione, anzi, Mammoliti ha aperto una parentesi relativa all’annosa questione delle intercettazioni telefoniche e della separazione delle carriere tra giudice e magistrato, che hanno concorso a cucirgli addosso l’immagine di un Giano Bifronte che lo vede adesso accusato di collaborazionismo come politico e associazione esterna come avvocato (“Fortuna che non sono ostetrico - ha commentato con la consueta

ironia Mammoliti - altrimenti mi sarei ritrovato persino incinto”). «Non è mafia - ha affermato l’ex consigliere in un passaggio - quella che spinge un avvocato a parlare con il proprio cliente di come assicurare ai suoi figli un futuro fuori dalla criminalità. La vera mafia è quella dell’indifferenza!» Raccomandando a chi intraprende la carriera politica e sociale di non farsi condizionare da storie come la sua, che rischiano solo di mettere da parte la solidarietà verso i bisognosi, Mammoliti ha pregato la sua comunità di non pensare a lui sotto l’influsso di quell’Alzheimer sociale che troppo spesso colpisce la società moderna, ma di cercare di giudicarlo per ciò che è sempre stato, un uomo che ha cercato di cambiare il mondo e che, forte della sua onestà e di una posizione sociale che glielo permette, non ha vergogna di confrontarsi con nessuno. Jacopo Giuca

Incivili invincibili: monnezza e “leoni da tastiera” fanno perdere le speranze alla Locride Nonostante gli sforzi delle amministrazioni comunali, la domenica prima di Ferragosto Bovalino, Locri e Siderno, si sono risvegliate letteralmente sommerse dalla spazzatura. Alle numerose segnalazioni dei cittadini preoccupati dall’ammassarsi dei rifiuti a bordo strada la scorsa settimana, erano seguiti gli sforzi straordinari da parte delle amministrazioni, che avevano ripulito le strade a tempo di record. Grazie alle solite bestie sociali, tuttavia, dopo appena 48 ore la situazione era forse peggiore rispetto a prima, con ammassi di sacchetti a Bovalino, ingombranti, sfalci e persino zampe di gallina gettate in via Cusmano a Locri e le condizioni pieto-

se della strada antistante la ragioneria di Siderno. A peggiorare ulteriormente (a livello morale) la situazione, i commenti comparsi sui social sotto gli sfoghi di Giovanni Calabrese, sindaco di Locri, e Vincenzo Maesano, primo cittadino di Bovalino, oltre che a chiosa della notizia inviata dal nostro giornale online. Vedere diversi utenti affermare che la sporcizia è la naturale conseguenza dell’introduzione della differenziata porta a porta o che sarebbe giusto continuare a non pagare il servizio di raccolta di rifiuti ai comuni perché non efficiente riduce davvero al lumicino le speranze di vedere cambiare questa nostra società…



IN COPERTINA

Il parlament MARIA GIOVANNA COGLIANDRO È passato al Senato con 154 sì, 117 no e nessun astenuto il Decreto per il Sud, e attualmente è all’esame di Montecitorio per l’approvazione definitiva. Si tratta della più massiccia operazione di sostegno agli investimenti nel Mezzogiorno che un governo abbia fatto. Oltre a prevedere un finanziamento fino a 1.250 milioni di euro da destinare ai nuovi giovani imprenditori under 35, con la misura «Resto al Sud», 50 milioni per gli imprenditori agricoli under 40, 40 milioni per favorire le politiche attive del lavoro nel Mezzogiorno e 150 per il sostegno amministrativo agli enti locali, ci sono in ballo circa 200 milioni di euro per le Zone Economiche Speciali (ZES). Una Zona Economica Speciale è un’area geografica dotata di una legislazione economica differente da quella in atto nella nazione di appartenenza, una qualità giuridica speciale conferita dallo Stato che riconosce agli investitori una serie di agevolazioni fiscali e preferenze doganali e garantisce l’accesso alle infrastrutture di ingegneria, trasporto e commercio. Le spese degli investitori per realizzare i propri affari all’interno di una ZES sono in media del 30–40% inferiori nei confronti delle rispettive cifre a livello nazionale. Da anni si discute sull’istituzione della Zes nell’area della Piana di Gioia Tauro, ma alle varie proposte sono seguiti continui rimpalli, senza che si giungesse mai a una soluzione accettabile per tutte le parti. Il decreto Sud apre finalmente uno spiraglio non indifferente sul futuro del porto di Gioia Tauro, dove sarà istituita la prima Zes d’Italia, che avrà ricadute positive sull’intera economia calabrese. A puntare la propria lente d’ingradimento su questa opportunità imperdibile per la nostra terra Monsignor Francesco Oliva, sempre più presente, anima e corpo, sulla scena politica della Locride, rimediando con il suo impegno all’assenza di un nostro valido rappresentante a Montecitorio. A fine luglio il nostro vescovo ha accolto presso l’Episcopio di Locri i sindaci del territorio locrideo per discutere sulla possibilità di far rientrare come seconda area d’elezione della Zes tutti i comuni della Locride. Alla base della rivendicazione, la vicinanza territoriale a Gioia Tauro. Si è, infatti, ritenuto che il requisito di “zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata, costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale e che comprenda almeno un’area portuale” possa vedere validamente la Locride insieme alla Piana di Gioia Tauro aspirare e assurgere al nuovo rango di ZES. Ne abbiamo discusso con Sua Eccellenza Monsignor Francesco Oliva. La battaglia per far rientrare tutti i comuni della Locride come seconda area di elezione della Zes porta il suo nome. Perché ha deciso di porsi a capo di questa sfida? L’istituzione delle aree Zes è un segnale di attenzione da parte del governo ai territori geograficamente più depressi che presentano determinate caratteristiche. In Calabria l’attenzione è stata rivolta all’area che ruota intorno al porto di Gioia Tauro, individuata come zona economica speciale meritevole di interventi capaci di innescare processi di

Monsignor Francesco Oliva, rimediando all'assenza di un nostro valido rappresentante a Montecitorio, si è posto a capo di una battaglia per far rientrare tutti i comuni della Locride come seconda area di elezione della Zona Economica Speciale, accanto a Gioia Tauro. A suo avviso questo sarebbe il segnale che finalmente nel nostro territorio qualcosa sta cambiando. Dopo anni di abbandono, la Locride verrebbe inserita in piani di sviluppo strutturale e di crescita, capaci di essere un buon antidoto al dilagare della criminalità.

della Locr

sviluppo e di crescita. Un’area che, però, deve essere adeguatamente definita e circoscritta. Nell’incontro con molti sindaci della Locride è emersa la convinzione che l’area della Locride presenti le giuste connotazioni per rientrarvi. Spetta alla politica studiarne le modalità attuative. Non so se questo possa avvenire. Me lo auguro. Ma non ritengo né impossibile né scandalosa una decisione in tale direzione se si considera la conformazione del territorio e ci si prefigge, al di là di ogni strumentalizzazione campanilistica, l’interesse generale delle aree più depresse e il loro sviluppo. Sarebbe un bel segnale in controtendenza. Darebbe a questa terra la sensazione che qualcosa sta cambiando. Che finalmente dopo anni di abbandono questa terra torna a essere inserita in piani di sviluppo strutturale e di crescita, capaci di

"La criminalità organizzata teme ogni piano che crea sviluppo, se non ne ha la sua parte. Ma è impensabile un contrasto efficace alla criminalità senza piani concreti di sviluppo”.

essere un buon antidoto al dilagare della criminalità. La criminalità organizzata teme ogni piano che crea sviluppo, se non ne ha la sua parte. Ma è impensabile un contrasto efficace alla criminalità senza piani concreti di sviluppo. Sappiamo tutti che questa terra soffre il suo stato di dimenticanza nelle agende politiche importanti. Che la sua posizione geografica molto periferica, la mancanza di rappresentatività politica nelle sfere che contano e un retaggio storico di arretratezza, abbandono ed emarginazione indeboliscono le sue speranze di futuro. La spia rossa sono i tanti giovani di belle speranze che emigrano abbandonando questa terra al proprio destino. Quanto confida nella volontà della Regione di dare una chance alla Locride? Spero molto che la politica regionale sia

attenta a questo territorio. So che una politica intelligente vola alto, cerca sempre di cogliere le sofferenze e le povertà di ogni territorio. Studia programmi di ampio respiro per intervenire su di esse. Presta più attenzione alle aree geografiche periferiche. Personalmente ritengo che la volontà politica regionale in relazione a questo territorio si gioca molto. E a più livelli. Richiamo – semplificando – l’urgenza di un maggiore impegno nella tutela del diritto della salute e del diritto al lavoro. Se non si riesce a comprendere che una migliore organizzazione della sanità nelle aree periferiche è segno di civiltà e di attenzione alla persona non si va lontano. Si sta registrando in questi ultimi tempi un sempre maggiore interesse per l’ospedale di Locri. I politici sanno che esso è una struttura sanitaria “strategica”. Non può


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tare

ride "Spero che la politica regionale sia attenta a questo territorio. So che una politica intelligente vola alto, cerca di cogliere le sofferenze e le povertà di ogni territorio. Studia programmi di ampio respiro prestando attenzione alle aree geografiche periferiche"

essere abbandonata a se stessa, facendola finire per “morte naturale”. Lasciarla andare alla deriva creerebbe uno stato di sofferenza nella gente e di generale prostrazione, che rischierebbe di aumentare la sfiducia nelle istituzioni e il consolidarsi del sistema di illegalità. Una cosa è chiara: la sfiducia nelle istituzioni è un “virus sociale” letale per questa terra. Non è la prima volta che si pone in prima linea per migliorare le sorti di questo territorio investendo tutte le sue energie e sopportando anche chi la critica di invadere un campo non di sua competenza. Una nuova stagione di responsabilità si affaccia per la Chiesa? La Chiesa nella Locride non può estraniarsi dai problemi del territorio e dalle sofferenze della propria gente. Non l’ha mai fatto, per la verità. Non si può dimenticare l’azione dei Vescovi che mi hanno preceduto, che si sono molto impegnati in campo sociale. La linea di demarcazione però tra ciò che appartiene all’azione della chiesa e alla politica in generale è molto sottile. Ma non posso pensare di invadere il campo altrui, quando vi è in gioco il bene comune e la crescita della comunità. Personalmente ritengo che l’impegno per il bene comune, per la formazione di una coscienza umana e civile e alla responsabilità sociale non è mai di troppo. In questa terra c’è tanto bisogno di Vangelo, nonostante la presenza di tante tradizioni saldamente radicate. C’è bisogno di una religiosità più autentica e vera. La stessa pietà popolare sta rischiando di perdere la sua genuinità e coerenza evangelica e di non incidere - come si conviene e ci si attende - nella crescita umana e sociale. Personalmente sono fiducioso. Penso che tante cose nella Locride stanno cambiando. Il suo volto non è più quello di alcuni decenni fa. La politica è chiamata a prenderne atto. E a rivedere di conseguenza tante sue strategie. È diventato un punto di riferimento per la politica locridea. Come se lo spiega? C’è bisogno di una guida? In questo nostro tempo abbiamo bisogno ancor più di riscoprire i valori della vita e di essere stimolati in tal senso. Una società senza valori è una società che rischia di sfaldarsi. Ma non ho mai creduto che il campo politico sia di mia competenza. Conosco le mie responsabilità. E sono altre. L’impressione è che la politica sia troppo sfilacciata. Non si fa rete. L’influenza dei politici di mestiere condiziona molti amministratori. Prevalgono gli interessi localistici. Anche in politica si afferma un individualismo “localistico” che è la caricatura della vera politica e non aiuta a interpretare i problemi nell’insieme della realtà sociale. E alla fine l’interesse privato (e delle cosche) finisce con l’avere la meglio. Gli stessi tentativi di unione tra i sindaci sono molto deboli e risentono di questa situazione generale. Pertanto i loro obiettivi rischiano di restare pie intenzioni. Non mancano però degli amministratori esperti e capaci. Ma hanno bisogno di trovare più sinergia e soprattutto una maggiore coesione sociale. L’ha mai sfiorata l’idea che la politica stia sfruttando la sua immagine magari perché non ne ha una propria altrettanto buona e pulita da esibire? Ovvero - mi passi la battuta - si è mai sentito un “colletto bianco” della politica? Se così fosse, a non guadagnarci sarebbe proprio la politica. Ne uscirebbe sconfitta. Tutti sanno qual è il ruolo del vescovo. E in una società laica la distinzione delle competenze è fondamentale. Il Vescovo deve fare il vescovo e, nella misura in cui lo fa bene, contribuisce al bene della comunità. Ho sempre pensato di avere una responsabilità che è più grande di me. Ma non mi posso tirare indietro, anche quando occorre prendere certe posizioni che sembrerebbero andare oltre la mia sfera di più stretta competenza. Né posso stare zitto di fronte a certe contraddizioni e ingiustizie che offendono la dignità della nostra gente e fanno del male al nostro territorio. Temo i “colletti bianchi”. Dio me ne liberi! Essi non favoriscono la crescita morale e civile della nostra terra.

DOMENICA 20 AGOSTO 07

Calabrese: “La Zona Economica Speciale è l’ultima possibilità di sviluppo per la Locride” “Se la politica nazionale e regionale vuole avere concretamente attenzione nei confronti della Locride, la ZES di Gioia Tauro con l’inclusione dell’area della Locride – che può essere considerata la zona più marginale d’Europa – può rappresentare un punto di partenza per una nuova politica per la Calabria e per il Mezzogiorno e l’avvio di una nuova fase di sviluppo produttivo e occupazionale. La Zona Economica Speciale è l’ultima possibilità di sviluppo per la Locride perché se ciò non venisse considerato significherà perdere un’altra opportunità e il nostro territorio sarà escluso ed emarginato. Solo grazie ai benefici previsti per tali aree la Locride può avviare un percorso graduale per abbandonare la grave situazione di difficoltà economica e sociale che da un ventennio vive nell’indifferenza totale. Giovanni Calabrese (sindaco di Locri)

Sinistra Italiana: “La ZES dovrebbe essere a forma di mezzaluna” «Chiediamo di creare una Zona Economica Speciale che abbia come centro ovviamente il porto di Gioia Tauro da cui si estendano due rami, uno verso est, comuni della Locride con cui vige un legame territoriale, e uno verso nord est, territori di Vibo Valentia e Lamezia con cui si evidenzia “il nesso economico funzionante” facendo assumere alla ZES la forma di una mezzaluna. Il decreto, infatti, nel definire che l’area deve essere “territorialmente delimitata” non definisce l’ampiezza di tale area demandando alle regioni interessate sia la definizione della stessa sia gli interventi da attuare di concerto con il Ministro dell’Economia e delle finanze e il Ministro delegato per la coesione territoriale e il Mezzogiorno. A completamento della proposta, la ZES divisa in tre sottozone, area centrale, area a nord est e area est, sarebbero previsti interventi specifici da modellare sulle caratteristiche economico-sociali e geografiche delle stesse. Francesco Emanuele Capogreco Resp. Economia Segreteria Metropolitana Reggio Calabria

Lacopo: "Il GAL potrebbe avere un ruolo centrale una volta istituita la Zes" "Il Decreto per il Sud offre un ventaglio di misure agevolative e di sviluppo che ci possono portare a considerare finalmente un'idea di progettazione integrata. Il Progetto Integrato è un complesso di azioni intersettoriali, strettamente coerenti e collegate tra di loro che convergono verso un comune obiettivo di sviluppo del territorio e giustificano un approccio attuativo unitario. I Comuni della Locride devono avere una visione d’insieme di tutto il territorio cercando di sviluppare le peculiarità di ognuno. Affinché si possa fare questo, il nostro territorio necessita di una Agenzia di Sviluppo. Lo strumento c’è, bisogna utilizzarlo. Il GAL Terre Locridee è una società mista pubblico-privata a cui hanno aderito circa 24 comuni e circa 30 privati tra associazioni e imprese, numeri che tendono a crescere, e ben può essere una Agenzia di Sviluppo promotrice di una progettualità integrata che tenga conto di tutte le esigenze del territorio sia per quanto concerne i privati che per gli enti pubblici del territorio. In ordine alla ZES, in una visione generalizzata e approssimata, si potrebbe pensare all'area di Gioia Tauro come una zona di sviluppo infrastrutturale e dei trasporti marittimi, mentra e alla Locride come un’area di sviluppo basata su Turismo, Agricoltura, Agroindustria e Servizi, dimostrando il nesso economico funzionale con la stessa ZES". Ettore Lacopo (Presidente dell'Ordine dei Commercialisti di Locri)

Bruzzaniti: “Solo con la Zes, l’area locridea non sarebbe più schiava “La mozione del consigliere regionale Francesco Cannizzaro per sensibilizzare il Governo all'istituzione della seconda area esclusiva Zes (Zone economiche speciali) per la Regione Calabria, estesa all'intero comprensorio della Locride è sicuramente un passo vitale per il nostro territorio. Un’opportunità da non perdere e per la quale tutti dobbiamo impegnarci perché una terra come la Locride spesso messa da parte dagli scenari che contano, potrebbe trovare nella Zes un’occasione di rilancio, di riscatto e di dignità. Solo con la Zes, l’area locridea non sarebbe più schiava di un assistenzialismo nazionale e della disattenzione di alcuni governi locali. Condivido in pieno la mozioneproposta del consigliere regionale Cannizzaro e credo che questa sia una battaglia comune per la quale dobbiamo impegnarci tutti insieme per consegnare alle nostre comunità finalmente, un risultato positivo ed indispensabile per lo sviluppo dei nostri territori”. Francesco Bruzzaniti (sindaco di Africo)


ATTUALITÀ

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Domenica 20 Agosto

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Al taglio del nastro del parco giochi di Siderno il ricordo di Francesco Gentile

Canolo: la voglia di riscatto passa dall’impegno delle donne Il 5 gennaio 2014, sul nostro settimanale, avevamo pubblicato in copertina le “donne di montagna”, parlando delle opportunità di cambiamento e sviluppo di una realtà aspromontana che veniva valorizzata dal lavoro intensivo di un gruppo di tenaci signore di Canolo. Queste donne, oggi come allora, si svegliano alle 5 del mattino per fare il pane e prendersi cura degli animali con tanta buona volontà da spingerci a credere che, se solo il loro gruppo fosse stato più nutrito, il volto e la storia del paese murerebbero rapidamente in maniera drastica. La forza dei queste donne, la bellezza dell’ambiente e un microclima che favorisce la produzione di prodotti tipici pongono infatti lo sviluppo davvero dietro l’angolo. A distanza di qualche anno abbiamo assistito a un convegno tenutosi pochi giorni

fa proprio a Canolo dal titolo “Le opportunità per lo sviluppo del territorio rurale”. Durante l’incontro ricco di contenuti, reso possibile dall’associazione “Politeia” guidata dalla tenace Antonella Calautti si è tornati a parlare opportunità di crescita delle aree montane, cercando di creare i presupporti per lo sviluppo anche in una città che ha recentemente subito l’onta del commissariamento. Elemento indubbiamente positivo della serata la nutrita presenza femminile e di numerosi giovani che hanno espresso la volontà di costruire con impegno questo percorso. Di buon auspicio, infine, la presenza dei tre commissari prefettizi che, al termine dell’incontro hanno annunciato la volontà di organizzare una seconda manifestazione sul medesimo tema.

Da New York alla Calabria per sposarsi, il dottore americano fa brillare Ferruzzano

È stata inaugurato lo scorso venerdì 11 agosto il rinnovato parco giochi presso l’area ricreativa “ex Longo”, sul Lungomare delle Palme, all’interno della quale sono stati installati diversi giochi per i bambini, attrezzi ginnici e panchine. Alla presenza degli amministratori comunali, Don Cornelio, ha benedetto l’area con l’auspicio che possa diventare un nuovo luogo di ritrovo e aggregazione per la nostra comunità. Presente al taglio del nastro la vedova Gentile. È stato, infatti, il compianto marito Francesco, scomparso lo scorso febbraio, ad aver spronato l’amministrazione affinché venisse realizzato un parco giochi per i bambini di Siderno. Il sindaco Pietro Fuda ha voluto ricordare Francesco Gentile come un esempio di cittadinanza attiva e propositiva, un uomo che più che pretendere di elargire suggerimenti cercava un dialogo all'interno del quale proporre con pacatezza e senza pretese anche le problematiche più scabrose, così da raggiungere insieme all'amministrazione delle soluzioni che avevano sempre al centro le esigenze dei cittadini.

Robert Caruso, riconosciuto urologo statunitense di chiare origini calabresi, ha scelto il paese di origine della propria famiglia, Ferruzzano, per convolare a nozze con la sua bella fidanzata. Figlio di un emigrante che molti anni fa aprì una sartoria a New York che presto avrebbe collaborato con Timberland, Robert non solo ha portato i suoi 300 invitati (di cui almeno una cinquantina provenienti proprio da Manhattan) a Ferruzzano Superiore ma, per l’occasione, ha pagato di tasca sua una pulizia e una sistemazione della piazza del paese, di una bellezza alla quale, purtroppo, residenti e amministrazioni sono rimasti insensibili per troppi anni, condannandola all’abbandono. Per la sua immensa generosità e per aver fatto fare sogni di rinascita alla comunità ferruzanese, il sindaco Domenico Pizzi ha voluto regalare una targa celebrativa a Robert, augurandosi di non vederlo tornare solo per la prossima cerimonia.

CALABRESE PER CASO * di Giuseppe Romeo

Educazione e crescita Credo che in tanti in questi giorni siano stati colpiti, ancora una volta, dal vile attentato terroristico consumatosi a Barcellona, in Spagna. E credo che in tanti si siano date diverse interpretazioni o si siano esercitati in commenti ed analisi quasi come se si trattasse di una partita calcistica. Così, quando si affrontano anche i drammi della criminalità o della mancata crescita in regioni come la nostra ci sforziamo di comprendere perché certi fatti accadono, quale sia la ragione che impedisce di considerare come valore una idea di convivenza che possa rappresentare la base essenziale per ogni progetto di sviluppo, di affrancamento dal bisogno, dalla reale condizione di godere dei vantaggi di una vita più partecipata. Il perché non è difficile. E’, anzi, drammaticamente molto semplice, ma troppo vicino per essere forse visto e affrontato con quell’umiltà necessaria di chi ne è responsabile, famiglia in primis e autorità pubbliche subito dopo: si chiama “educazione”. Che si tratti della marginalità che contraddistingue il radicalismo islamico o l’abbandono delle giovani generazioni del Sud il risultato è, al di là del livello di violenza esprimibile, che la mancata educazione e il mancato rispetto dell’altro rappresentano gli argomenti migliori per condannare una comunità a retrocedere malgrado ciò che la circonda viaggi molto velocemente. Educazione e rispetto dell’altro sono valori che si professano quotidianamente ma richiedono piccoli, ma significativi, gesti che non sono sempre così scontati. Qualche giorno fa guardavo un ragazzino con la sua bicicletta esibirsi in uno slalom contromano su una via principale di un comune della costa jonica per concludere la sua baldanzosa corsa sul marciapiede, impedendo a due signore di una certa età di poter continuare in sicurezza l’uso del marciapiede stesso. Non solo. Dovendo sicuramente far fronte ad una commissione improcrastinabile parcheggiava il suo bolide a due ruote in maniera tale da impedire il libero transito pedonale sul marciapiede.

Riprenderlo? Spiegargli l’uso e il non uso della bici o dei manufatti viari? O forse sottolineare il rispetto per le persone anziane o per il prossimo? O, forse, credere che abbia avuto in se la sensibilità necessaria dell’aiuto o della compassione ma sacrificata, suo malgrado, per compiere una missione di famiglia urgente? Credo proprio di no. Guardando gli occhi, constatando l’atteggiamento di sfida di tale eroe quotidiano potevo affermare con certezza che la nostra, e anche la mia, presunta poca educazione di qualche decennio fa era sicuramente molto inferiore a quella che osservo perché essa era espressione di una condizione marginale di vita nelle strade e piazze di paese e perché, nonostante tutto, ci era molto chiaro quali fossero i limiti della spavalderia guascona di fronte ad un anziano o nell’uso di un bene comune. Oggi, con una scolarità più diffusa e una sensibilità, probabilmente a parole, sui percorsi educativi necessari, credo che il livello di insensibilità percepibile e verificabile sia la dimostrazione di quanto si sia retrocesso nell’educare piuttosto che evolvere verso forme cooperative. E, mi si perdoni, non si dica che questo sia un caso. Seppur siamo la terra che abbandona i particolari alla grandezza dell’appariscenza, questi sono, al contrario, fondamentali, chiari, emblematici. Come è emblematico uno sguardo, un gesto, una cortesia, un saluto o la correttezza di non sporcare e di non distruggere ciò che è di tutti. In questo gesto vi è la chiara ed ineludibile risposta ai sacerdoti dell’educazione contemporanea che dovrebbero capire che legalità e crescita non sono solo prodotti di una cultura che si vuole imporre, ma di una capacità di educare. Ed è qui il successo o il fallimento di un’idea di crescita. Un’idea che, per quanto decantata è ancora, purtroppo, solo un orpello per chi della crescita e dell’educazione, di se stesso e del mondo in cui vive, ne fa motivo di spocchia. Mah certo…dirà qualcuno…sono ragazzi!



SCIENZA E PROGRESSI

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Duisburg: l’occasione mancata! A distanza di dieci anni dalla strage di Duisburg, la Locride continua a essere una terra in cui la ‘ndrangheta c’è ma contemporaneamente è terra di consigli comunali sciolti a ripetizione, di locali chiusi arbitrariamente perché frequentati da persone “poco raccomandabili”; di funerali proibiti, di processioni messe sotto tutela; di retate a strascico che coinvolgono innocenti; di elezioni comunali messe sotto osservazione con la scusa di elementi “controindicati”, di sindaci convocati dalla commissione antimafia ancor prima di insediarsi, di imprese soffocate.

ILARIO AMMENDOLIA La mattina del 16 agosto del 2007 apprendemmo attoniti la protervia e l’audacia dei “commandos” della ‘ndrangheta che, dopo la spavalda esecuzione di Francesco Fortugno, uccidevano sei persone a Duisburg. La faida mostrava al mondo un volto ancora più spavaldo e sanguinario rispetto a due anni prima a Locri. Sono passati dieci anni, pochi per scrivere la storia, sufficienti per un primo bilancio. Si sarebbe potuto evitare? Forse sì! C’è qualcosa di inspiegabile in una faida che inizia nel 1991 e, dopo fasi alterne, tocca l’apice della ferocia e della irrazionalità nel 2007. Com’è potuto succedere che i protagonisti della faida fossero liberi di viaggiare in Italia e in Europa senza controllo? Qualcuno avrebbe potuto fermare la mano degli assassini? Qualcuno avrà pensato irresponsabilmente “tanto finché si uccidono tra di loro”? Domande destinate a restare senza risposta, oggi come dieci anni fa! Si diede la risposta giusta al grave fatto di sangue di Duisburg? Dopo la strage apparve subito chiaro come l’antimafia ridotta a ottusa repressione, accompagnata dalla criminalizzazione del popolo calabrese, fosse miseramente fallita. I rullanti tamburi di guerra non hanno impressionato la ‘ndrangheta. Duisburg lo gridava in faccia ai professionisti dell’antimafia. Lo gridava In faccia al governo e al Parlamento italiano. Eppur c’erano - e ci sono - tante persone impegnate con coraggio e disinteresse sul terreno della lotta alla mafia. In molti casi si tratta di persone oneste e coraggiose, in altri di teatranti in cerca di notorietà, fama e potere. Protagonisti indiscussi di una falsa lotta alla ‘ndrangheta! Alla fine hanno prevalso questi ultimi anche perché non ci può essere alcuna lotta alla mafia che non sia contemporaneamente lotta di popolo. Lo dico a costo di scandalizzare i custodi del “sistema”: oggi non lo è! E non lo sarà finché il popolo calabrese non sentirà lo Stato come proprio. Eppure i giornalisti che dopo pochi giorni da Duisburg scesero a Polsi non trovarono una Calabria succube della ‘ndrangheta, prostrata e rassegnata. Incontrarono invece il vescovo di Locri, Carlo Maria Bregantini, non intimidito e non intimorito, ma deciso a battersi come un leone schierando tutta la forza della Chiesa sul terreno del riscatto, i sindaci della Locride con le loro fasce tricolore, i professori dell’Unical e di altre università calabresi. Tutti riuniti a Polsi che diventava simbolo di Resistenza e di Riscatto. Tutti al Santuario e non per marcare la distanza dal popolo della “Montagna”- come altri avrebbero successivamente fatto - ma come fiera espressione di quel popolo. Non chiedevano qualche opera pubblica in più o l’elezione di un parlamentare ma avrebbero voluto cambiare lo Stato per come indicato dalla Costituzione. Questo è stato detto al capo della polizia a Gerace,

al Ministro dell’Interno a Locri, ai prefetti, ai deputati calabresi, ai presidenti della Regione che si sono succeduti. Questo è stato messo nel “protocollo della legalità” all’interno del “progetto d’urto della Locride”. Nel mese di ottobre all’Università della Calabria si è discusso il “Manifesto” che partendo da Polsi avrebbe voluto e potuto coinvolgere la Calabria intera. Quel movimento fu soffocato e sconfitto anche grazie all’inconsistenza delle classi dirigenti calabresi. L’antimafia dei pochi e dei carrieristi l’hanno messo fuori gioco. Oggi qualche soldato e graduato di ndrangheta è in carcere. Ma la ndrangheta è in piedi ed è più forte di prima. Il vescovo Bregantini, che aveva capito molto prima di altri, da dove scorga la linfa da cui la ‘ndrangheta si nutre, venne trasferito. Probabilmente proprio a causa del suo impegno su questo terreno. San Luca, da molto tempo, non elegge il proprio consiglio comunale dopo l’ultimo scioglimento per infiltrazioni mafiose. L’ultimo sindaco eletto è stato arrestato per mafia e poi prosciolto da questo reato. Lo stesso parroco di San Luca, don Pino Strangio, si trova sotto processo per il discutibile reato di “concorso esterno”. È la criminalizzazione calcolata di un popolo per come Pasquino Crupi aveva previsto! La Locride continua a essere una terra in cui la ‘ndrangheta c’è ma contemporaneamente è terra di consigli comunali sciolti a ripetizione, di democrazia sospesa, di locali chiusi arbitrariamente perché frequentati da persone “poco raccomandabili”; di funerali proibiti, di processioni messe sotto tutela; di retate a strascico con imponente coinvolgimento di innocenti; di elezioni comunali messe sotto osservazione con la scusa di elementi “controindicati”, di sindaci convocati dalla commissione antimafia ancor prima di insediarsi, di imprese soffocate. Terra di emarginati, di disoccupati, di molte scuole in cui non si insegna, di ospedali-lazzaretto, di soprusi da parte delle classi dirigenti . Dopo Duisburg, con maggior vigoria di prima, s’è continuato a distruggere lo Stato di diritto in modo da poter trasferire ogni potere effettivo dal popolo a organismi che marcano la propria lontananza siderale dalla “sovranità popolare” la cui pronuncia, in Calabria, suona come una beffa. Questa antimafia fa comodo a tanti ma non ai calabresi. Personalmente non ho dubbi: la ‘ndrangheta abita “nel mondo di sopra” ed è da lì che partono i virus che hanno contaminato e contaminano la Calabria. Non si vincerà questa lotta finché la delegheremo come oggi avviene - ad abitanti di quel mondo che non hanno alcun interesse a vincere la ‘ndrangheta ma solo a mettere il basto al popolo calabrese. Questo Duisburg ci ha insegnato e ci insegna ancora a distanza di dieci anni!





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EVENTI A CURA DI : CONSORZIO PRO LOCO – CENTRO SERVIZI TUSRISTICI – ASSOCIAZIONE SINDACI DELLA LOCRID

Gioiosa Jonica – Castello Pellicano, ore 21:00, Vi Racconto l’Universo: Con Chiara Circosta, ricercatrice presso l’ESO Roccella Jonica - Auditorium, ore 18:00, Roccella Jazz: Facialized; Teatro al Castello, ore 21:15, Roccella Jazz: Mateen-Hawkins-Edwards-Noble; Teatro al Castello, ore 22:30, Roccella Jazz: Antonella Ruggiero; Tiche Bar, ore 24, Roccella Jazz: Midnight Jazz Reading Staiti – S. Maria di Tridetti, ore 17:30, Escursioni e visite guidate: La principessa d’Aspromonte

Caulonia - Villa Comunale, ore 9:00, Corso di Origami; Piazza Mese, ore 19:30, Stage di Arti Marziali e corsi di difesa personale femminile e scambio culturale Italia - Giappone Gioiosa Jonica - Piazza Vittorio Veneto e vie del Centro Storico, ore 20:00, Fitwalking; Castello Pellicano, ore 21:00, Percorsi di Emozioni al Castello Roccella Jonica - Auditorium, ore 18:00, Roccella Jazz: Sulla rotta delle storie. Un omaggio al mediterraneo; Teatro al Castello, ore 21:15, Roccella Jazz: Antonio Faraò Eklektik; Teatro al Castello, ore 22:30, Roccella Jazz: Original Tribute to Rino; Tiche Bar, ore 24, Roccella Jazz: Midnight Jazz Reading Siderno - Lido Gelsomino, ore 18.00, Memorial Jasmine Racco Mammola – Piazza dei Pubblici Parlamenti, ore 18:00, Annunciazione. Certezza della Fede, Smarrimento della Ragione: Conferenza artistica storica Portgliola - Teatro Greco Romano, ore 21:45, Portigliola Teatro Festival: Medea

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Caulonia - Villa Comunale, ore 9:00, Corso di Origami; Piazza Mese, ore 19:30, Stage di Arti Marziali e corsi di difesa personale femminile e scambio culturale Italia - Giappone Gioiosa Jonica – Piazza Vittorio Veneto, ore 21:00, XIII Sagra del Pezzo Duro Gioiosano, Concerto musicale del gruppo “The Italian Bee Gees” Roccella Jonica - Chiesa al Castello, ore 18:00, Roccella Jazz: Side Sight Raw Frame; Teatro al Castello, ore 21:15, Roccella Jazz: Pitagorino; Teatro al Castello, ore 22:30, Roccella Jazz: James Taylor Quartet; Tiche Bar, ore 24, Roccella Jazz: Midnight Jazz Reading

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Agosto Caulonia - Villa Comunale, ore 9:00, Corso di Origami; Piazza Mese, ore 19:30, Stage di Arti Marziali e corsi di difesa personale femminile e scambio culturale Italia Giappone Gioiosa Jonica – Piazza Vittorio Veneto, ore 21:00, Gioiosa Percussioni Festival: Musica per l’integrazione Roccella Jonica - Auditorium, ore 18:00, Roccella Jazz: Presentazione del libro “Freak Out”; Teatro al Castello, ore 21:15, Roccella Jazz: Aqusitico vol. 2; Teatro al Castello, ore 22:30, Roccella Jazz: Med Free Orkestra; Tiche Bar, ore 24, Roccella Jazz: Midnight Jazz Reading


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DE - RIVIERA INFO:C.PROLOCO.RDG@GMAIL.COM – INFO@PORTALEDELLALOCRIDE.IT

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Caulonia - Villa Comunale, ore 9:00, Corso di Origami; Piazza Mese, ore 19:30, Stage di Arti Marziali e corsi di difesa personale femminile e scambio culturale Italia - Giappone Gioiosa Jonica – Piazza Vittorio Veneto, ore 21:00, Gioiosa Percussioni Festival: Musica per l’integrazione Roccella Jonica - Auditorium, ore 18:00, Roccella Jazz: Four By Four; Teatro al Castello, ore 21:15, Roccella Jazz: Sound of Africa; Teatro al Castello, ore 22:30, Roccella Jazz: Moving StillTiche Bar, ore 24, Roccella Jazz: Midnight Jazz Reading

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Caulonia - Villa Comunale, ore 9:00, Corso di Origami; Piazza Mese, ore 19:30, Stage di Arti Marziali e corsi di difesa personale femminile e scambio culturale Italia - Giappone; Chiesa dell’Immacolata, ore 21:30, Kaulonia Tarantella Festival: Anteprima; ore 22:00, Kaulonia Tarantella Festival: Shalom Vocal Ensemble e Raul Colosimo Special Guest Gioiosa Jonica – Piazza Vittorio Veneto, ore 21:00, Gioiosa Percussioni Festival: Musica per l’integrazione

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Agosto Caulonia - ore 10:30, Kaulonia Tarantella Festival: Matinée sulla Riviera con i Bandao; Affresco Bizantino, ore 20:00, Kaulonia Tarantella Festival: Etnopiano; da Piazza Seggio a Piazza Mese, ore 21:45, Kaulonia Tarantella Festival: Marching Band con i Bandao Street Band; Piazza Mese, ore 22:00, Kaulonia Tarantella Festival: Davide Campisi; Piazza Mese, ore 23:15, Kaulonia Tarantella Festival, Officine Popolari Lucane di Pietro Cirillo Gioiosa Jonica - Piazza Plebiscito, ore 22:00, Città di Gioia Del Colle: Esibizione complesso bandistico Locri - ore 10:30, Kaulonia Tarantella Festival: Matinée sulla Riviera con i Bandao Portgliola - Teatro Greco Romano, ore 21:45, Portigliola Teatro Festival: Orestea di Eschilo Siderno - Piazza Portosalvo, ore 21:00, Miss. Riviera dei Gelsomini

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Bandao

a i n o l u Ka ntella a r a T ival 2017 t s e F

Sarà un programma ricco e variegato che condurrà il pubblico danzante in giro per il Mediterraneo e oltre, e che riserverà ampio spazio agli appuntamenti più squisitamente culturali che avranno lo scopo di valorizzare e celebrare il patrimonio musicale locale.

MBL

il ritmo del sud che fa ballare il mondo Dalla visione “progressista” della musica popolare di Davide Campisi alla tecnica evoluta di Domo Migrantes, dall’esperienza comunicativa dei 99 Posse all’anima lucana di Ragnatela Folk Band, dalla pizzica “moderna” di TerrAnima all’incontro culturale tra la freschezza vocale delle polifonie tradizionali georgiane del Trio Mandali e la proiezione internazionale della tarantella di Mimmo Cavallaro MARIA GIOVANNA COGLIANDRO La XIX edizione del Kaulonia Tarantella Festival promette di essere una kermesse musicale che oltre a incarnare appieno il movimento culturale di rinascita della musica etno-popolare degli ultimi anni, darà ampio spazio ad appuntamenti dal taglio più squisitamente culturale. Come dichiarato da Carlo Frascà, l’edizione di quest’anno si proporrà di rimettere al centro Caulonia, ricordando al pubblico che non è il Festival a essere indispensabile per il paese ma è il paese a essere indispensabile per la sopravvivenza del Festival. Ad anticiparci le interessanti novità di questa XIX edizione, il direttore artistico Mimmo Cavallaro, nonchè padre di quel fenomeno musicale e culturale esploso nel 2009 che ha ridato - o forse finalmente dato - valore alla tarantella calabrese. «La XIX edizione del Kaulonia Tarantella Festival rivela Mimmo Cavallaro - si caratterizzerà per l’elevata caratura artistica delle proposte in programma, sia dei prime time culturali delle 20.00, assoluta novità di quest’anno, che delle serate di Piazza Mese. Le proposte delle 20.00 andranno dall’evoluto progetto Etnopiano di Danilo Gatto, eccezionale esempio di incontro tra pianoforte e musica popolare, al raffinato lavoro filologico di Al Quantarah, gruppo che lavora sul recupero delle radici medievali della nostra musica, passando per il lavoro ai confini del cantastoriato del calabrese Nando Brusco, e si concluderanno con la trattazione di un tema di grande attualità, le migrazioni. Il dibattito vedrà come ospiti il Presidente della Regione Oliverio e il Sindaco di Riace Mimmo Lucano, e sarà aperto dalla proiezione del cortometraggio di Alberto Gatto “Mer Rouge” e chiuso dall’esibizione di Global Chorus Integration Project, esperienza musicale condotta dal M° Carlo Frascà che con la musica e la voce dei migranti ha realizzato un esempio di integrazione possibile. «I concerti di Piazza Mese – prosegue Mimmo Cavallaro - verranno aperti ogni sera alle 21.45 dalle sonorità “pirotecniche” dell’orchestra di percussioni Bandao e vedrà un programma ricco e variegato, seppur sempre centrato sulla musica del Sud Italia con le sue forti colorature ritmiche e melodiche: la visione “progressista” della musica popolare di Davide Campisi, la forza derivante dalla tradizione delle Officine Popolari Lucane, la tecnica evoluta e sempre pulita ed efficace di Domo Migrantes, la potenza e l’e-

99 posse

Trio Mandili

sperienza comunicativa dei 99 Posse, il cuore e l’anima lucana di Ragnatela Folk Band, i suoni franchi e i ritmi decisi dei Musicisti Basso Lazio, la pizzica “moderna” di TerrAnima e l’incontro culturale tra la freschezza vocale delle polifonie tradizionali georgiane del Trio Mandali e la mia tarantella. «È previsto, inoltre, un ciclo di seminari che si svolgeranno in due sessioni: Summer Festival e Academia. Durante il Summer Festival sono in programma seminari di gruppo: Danza Tarantella, Percussioni Poliritmiche, Orientamento allo Strumento Popolare. Il primo seminario consiste nell’apprendimento e nella pratica dell’antica danza popolare del Sud Italia; il secondo è un’innovativa e gioiosa pratica ritmica basata sull’energia e la condivisione, per apprendere la base di ogni musica e danza (il ritmo!); il terzo si rivolge ai curiosi che vogliono accostarsi agli strumenti popolari, per decidere se intraprendere un più serio percorso di studio. «Academia è, invece, una vera e propria scuola di musica popolare che a partire da settembre si svolgerà tutto l’anno con incontri mensili residenziali di due giorni ciascuno, che avranno lo scopo di indagare, valorizzare, sensibilizzare e comunicare il patrimonio culturale e musicale locale. Docenti d’eccezione insegneranno tecniche e approfondiranno diverse tematiche riguardanti la voce popolare e gli strumenti musicali della nostra tradizione - organetto, chitarra battente, lira calabrese, pipita, zampogna - il repertorio popolare, la musica d’insieme. Gli appuntamenti di Academia si terranno a ridosso delle più importanti feste in programma da qui alla fine dell’anno (9 settembre, 14 ottobre, 11/12 novembre e 8/31 dicembre). In questo modo il Kaulonia Tarantella Festival si propone di vivere tutto l’anno! «Il programma denso e intenso di questa XIX edizione, ne sono certo, non deluderà tutti coloro che sceglieranno di trascorrere con noi le serate del Kaulonia Tarantella Festival. Il nostro suggerimento è di venire a Caulonia alle 20.00 per godersi le ricche proposte del prime time fino alle 21.30, cenare in uno dei tanti punti di ristoro per le vie del paese e proseguire la serata con i concertoni delle 22.00 di Piazza Mese, quest’anno trasmessi in diretta anche su maxi-schermo e da seguire comodamente seduti in Piazza Seggio e in Piazzetta Bellavista (altra novità sperimentale di quest’anno). «Per gli appassionati – suggerisce Mimmo Cavallaro - la giornata potrà cominciare dalle 17.00 con una dimostrazione sulle tecniche degli strumenti popolari per proseguire poi con due coinvolgenti e divertenti seminari (dalle 17.45 alle 19.15) di danza-tarantella e percussioni poliritmiche ricche di ispirazioni per i musicisti ma facilmente accessibili anche ai non esperti. Naturalmente presenti per tutto il paese e fino a notte fonda i musicisti tradizionali che daranno suoni ed energia agli amanti della danza tradizionale calabrese».


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Terminata la “fase di rodaggio” dedicata ai nuovi talenti, la XXXVII edizione del Roccella Jazz entra nel vivo lasciando inaugurare al “Concerto Versatile” di Antonella Ruggiero la sezione “Rumori Mediterranei”, dedicata ai grandi artisti. Sempre di grande qualità, l’offerta del Festival del Jazz di Roccella Jonica promette anche quest’anno di essere elevatissima e di spaziare dal jazz al pop, dall’etnico alla musica d’autore. Ne abbiamo parlato con il direttore artistico Vincenzo Staiano.

Jonathan Finlayson

Jasmine Tommaso

Roccella Jazz: la qualità ha un sapore internazionale Vincenzo Staiano

saranno presentate due produzioni originali: l’adattamento jazz delle canzoni di Rino Gaetano, al quale è dedicato il festival, e il progetto di reading musicale “Pitagorino” del filosofo e trombettista stefano donà, ai quali si accosterà un’anteprima europea

«Questa edizione del Festival si contraddistinguerà per due produzioni originali estremamente importanti e interessanti ci spiega fin da subito Staiano - alle quali si accosterà una prima europea. «Scendendo nel dettaglio dei “main events” che scandiranno le cinque serate della sezione “Rumori Mediterranei” del Festival, si inizierà questa sera con un quartetto di grande forza espressiva, composto da nomi importantissimi del panorama musicale internazionale quali Alexander Hawkins, Sabir Mateen, John Edwards e Steve Noble. Punta di diamante della serata, comunque, sarà il “Concerto Versatile” di Antonella Ruggiero, voce unica del panorama italiano, che presenterà un progetto rodato e dal grande successo che ha preso forma grazie alla collaborazione con il marito Roberto Colombo e al tastierista Mark Baldwin Harris. «Nella serata di domani, invece, verrà presentato il progetto “Eklektik” di Antonio Faraò, una produzione che apre alle contaminazioni del jazz da parte della musica pop e funk e che ha preso forma grazie alla collaborazione con artisti di fama internazionale come Marcus Miller, Snoop Dogg, Krayzie Bone, Manu Katche, Mike Clarks e Didier Lockwood. Al Roccella Jazz Faraò si presenterà con una formazione inedita, che lascia spazio ad astri nascenti come Claudia Campagnol e Ronnie Jones ma, come già accaduto per la serata di domenica, questo primo concerto sarà solo un gustosissimo antipasto al grande evento che seguirà. Mi riferisco al “Original Tribute to Rino”, il primo dei progetti originali sviluppati appositamente per il Festival. Si tratta dell’evento principale della manifestazione di quest’anno, quello che dà il sottotitolo a questa XXXVII edizione. “A me piace il sud”, infatti, è una canzone di Rino Gaetano, al quale abbiamo voluto dedicare il festival richiamando la vicinanza del cantautore crotonese al genere jazz. Gaetano, infatti, non ha mai eseguito jazz, ma ne è sempre stato affascinato, come

Antonella Ruggiero dimostra per di più la collaborazione con Giovanni Tommaso, autore di questo tributo. L’impegno del contrabbassista, che sarà affiancato dalla figlia Jasmine, da molti anni negli Stati Uniti ma venuta nella Locride apposta per questo concerto, ci garantirà di presentare per la prima volta al pubblico una serie di arrangiamenti jazz delle canzoni più celebri di Rino Gaetano, un’impostazione inedita delle opere del cantautore resa ancora più unica dal fatto che vengano eseguite da una voce femminile. «Sempre a Rino Gaetano è dedicata anche la seconda produzione originale del Roccella Jazz, che sarà presentata nella prima serata di martedì 22 agosto. Mi riferisco a “Pitagorino”, un concerto che ricorderà la passione di Gaetano per i numeri, la filosofia e Pitagora in particolare. Questa passione del compianto cantautore sarà indagata dal grande filosofo con la passione per la tromba Massimo Donà, che ci condurrà per mano attraverso un percorso vocale e musicale che,

assieme al sassofono di Francesco Bearzatti, conta di incantare la platea. Seguirà il James Taylor Quartet, quartetto inglese che proporrà un concerto all’insegna dell’acid jazz e che promette di essere una delle attrazioni principali del festival. «Con “Aqustico vol. 2” di Luca Aquino inaugureremo la serata di mercoledì 23 agosto. Assieme al fisarmonicista Carmine Ioanna, Aquino riprende da Roccella la propria attività artistica dopo essersi ripreso da un male che gli ha impedito di fare un viaggio in bicicletta attraverso l’Europa per raccontare luoghi e persone attraverso la musica. Seguirà la “Med Free Orkestra”, un’ensemble multietnica composta da sedici musicisti provenienti da cinque Paesi e tre continenti del sud del mondo e che eseguiranno musica di confine di grande qualità per una delle serate più vivaci che si svolgeranno al Teatro al Castello. «Per il gran finale del 24 agosto si inizierà con un gradito ritorno: dopo aver composto ed eseguito “SiSong” in memoria dello

scomparso Sisinio Zito per l’edizione dello scorso anno, il grande pianista friulano Claudio Cojianiz presenterà il suo ultimo progetto legato all’Africa con un quartetto di consolidata esperienza e affiatamento. Chiuderemo con una grande novità del jazz statunitense, “Moving Still” di Jonathan Finlayson & Sicilian Defense, l’anteprima europea di un progetto musicale che si ispira al gioco degli scacchi e che, dopo aver riscosso grande successo negli Stati Uniti, approda per la prima volta nel Vecchio Continente assicurando una chiusura inedita e di grande impatto qualitativo». Ma Roccella Jazz non sarà solo i grandi eventi della sera. «Accanto ai questi eventi - continua Staiano - che si svolgeranno ogni sera presso il Teatro al Castello a partire dalle ore 21:15, tra l’Auditorium e la Chiesa al Castello, alle 18:00 si svolgeranno altri incontri, concerti e presentazioni di libri e album di grande impatto e qualità. E poi seminari, masterclasses e whorkshop tenuti dai musicisti che parteciperanno al festival si riveleranno un’occasione unica per gli artisti di zona che vogliono implementare la propria tecnica. Sono una parte della tradizione del festival che eravamo stati costretti ad accantonare nella scorsa edizione ma che abbiamo voluto recuperare a partire da quest’anno nella speranza di poterli implementare al meglio nelle prossime edizioni grazie al finanziamento più stabile che abbiamo ottenuto quest’anno da parte della Regione. «Nel 2017, inoltre, il Roccella Jazz promette di non essere una parentesi di cinque giorni: stiamo infatti lavorando a un ciclo di incontri autunnali dedicati principalmente alle scuole, affinché il Festival sia una presenza fissa per la città di Roccella e diventi sempre più non solo intrattenimento, ma un’occasione concreta di fare cultura e sviluppare l’amore per la buona musica». Jacopo Giuca


CULTURA

Una Sidernese vola verso la finale di Miss Italia Fiore all’occhiello della bellezza “made in Siderno”, questa settimana ha fatto parlare di sé Alessandra Telli, giovanissima vincitrice delle selezioni regionali del concorso Miss Italia 2017. Lasciando le dirette avversare a distanza siderale, Alessandra è stata incoronata “Miss Cinema Calabria” facendo andare in brodo di giuggiole l’Amministrazione Comunale, che ha voluto sottolineare il successo della giovane nel concorso di bellezza con un comunicato stampa a firma dell’assessore Ercole Macrì. Così, mentre Alessandra si prepara a volare verso Jesolo per partecipare alla finale nazionale del celebre concorso di bellezza, dal Municipio ci viene ricordato che Siderno è storicamente patria di belle donne (alcuni anni fa fu un’altra sidernese a conquistare la finale di Miss Italia) e vengono fatti i migliori auguri affinché questa vittoria sia solo la punta dell’iceberg di una storia ricca di soddisfazioni. Da parte nostra, non possiamo che gongolare anche noi di questo pregevole risultato e augurare ad Alessandra e famiglia il più sentito “in bocca al lupo” da parte della redazione!

Da Siderno a Toronto per sfondare nel mondo dell’hip-hop! Nonostante sia nato in Canada, papà Salvatore si è sempre sentito molto legato alle proprie origini sidernesi e ha trasmesso ai figli il culto della provenienza. Per questo Stefan e Conrad, figli di Salvatore e di una bella islandese, portano la Calabria nel cuore. I due giovani, uno appena laureato in Economia e Commercio e l’altro ormai prossimo alla fine degli studi universitari, negli ultimi anni hanno coltivato una passione per l’hip-hop che li ha convinti a farne un business di successo. Dopo aver composto i loro primi brani, infatti, i ragazzi si sono resi conto di quanto limitante fosse per la loro arte sottostare alle imposizioni delle major discografiche e, per questo, sfruttando nel

migliore dei modi le opportunità che una grande città come Toronto è in grado di offrire, hanno fondato una loro etichetta discografica che, in breve tempo, ha raccolto l’interesse di tantissimi artisti emergenti come loro. “Crendostudios”, oggi, dà un’opportunità a moltissimi talenti anche stranieri che vogliono sfondare nel mondo della musica e patrocina i più grandi eventi della vita mondana della capitale canadese. Con già diversi concerti all’attivo, Stefan e Conrad adesso puntano alla fama internazionale. Un progetto che vorrebbero realizzare su suggerimento di papà? Un tour in Calabria e uno in Islanda, per rendere omaggio ai tanto amati nonni…

ConVersando.. Rubrica di enologia a cura di Sonia Cogliandro

ENOROSCOPO Ariete Sanguigno, spontaneo, suscettibile, l'Ariete ama il vino rosso soprattutto se poco lavorato, perchè meglio si sposa alla sua natura semplice e immediata. Per lui è consigliato un nettare che abbia una personalità altrettanto audace come il Merlot della Maremma Toscana. Toro Amante della solidità e dei profumi della terra il Toro è capace di apprezzare il fascino dell’autenticità del Barolo. Paziente e metodico, sa che ci vuole tempo per avere le cose migliori. Come questo vino che invecchia per anni, diventando sempre più prezioso. Gemelli Teatrale, sorprendente e bizzarro, il Gemelli adora i vini frizzanti e le bollicine e accompagnerebbe il Franciacorta a qualsiasi piatto, addirittura al caffelatte! Cancro Estremamente gentile, sensibile e amichevole ma per dare il meglio di sè, ha bisogno di “decantare” una mezzoretta. A questo segno associamo il Brunello di Montalcino, dal momento che sopporta lunghi invecchiamenti, migliorando nel tempo. Leone Edonista ed espansivo, sulla sua tavola regale non deve mancare un vino rosso dal nome altisonante da assaporare con un ruggito. Perché badare a spese? Un Sassicaia potrebbe andar bene! Vergine Perfezionisti e puntigliosi, i nati nel segno della Vergine non possono che ammirare la cura e lo zelo che necessita la nascita di un fragile e prezioso Pinot Nero altoatesino. Bilancia Per il segno che padroneggia l’arte di non sbilanciarsi ci vuole un vino campione di equilibrio e che possa assecondare una spiccata socialità come il Riesling sudtirolese, che con il suo bouquet fruttato e una buona morbidezza al palato, riesce ad andare d’accordo (quasi) con tutti. Scorpione Un vino che è quasi un’ossessione, ricco di aromi antichi e di mistero. Un Primitivo di Gioia del Colle per lo Scorpione, esperienza sensoriale particolare, speziata e gradevolmente balsamica. Sagittario Vini sempre diversi per il Sagittario che galoppa da un’esperienza all’altra. Il posto d'onore sulla sua tavola lo occupa un semplice Novello. Capricorno Un Bordeaux! Un grande classico, unico e senza tempo, per gli eleganti Capricorno. Acquario Un vino biodinamico: sensibile, inaffidabile ma attento ai ritmi della natura e rispettoso dell’uomo e dell’ambiente per i nati nel segno dell’Acquario. Pesci Un Verduzzo, casual e delicato, allegro e guizzante, perfetto per spiriti liberi come i nati sotto il segno dei Pesci.

I l Fest i va l Ja zz : o n r e d i S i d a l l i V nella ! o t t e f r e p ” b u i l “c l

Cos’hanno in comune il Teatro al Castello di Roccella e la Villa Comunale di Siderno? In apparenza ben poco, a parte il loro essere spazi per eventi e aggregazione: il Castello è una corazzata per spettacoli, la Villa sembra un canottino dei bambini. Eppure il piccolo natante ha le sue carte da giocare… Facciamo un paragone apparentemente impossibile: avete presente i Club del Jazz delle città, raccolti, intimi, fumosi ( per fortuna ora non più), con gli spettatori a bersi una birretta insieme ai musicisti? Bene: il 14 agosto il clima alla Villa è sembrato lo stesso e gli artisti, che si sono divertiti assai (era evidente) a suonare, non hanno smesso anche dopo il concerto, trattenendosi nei locali del Lungomare con esercenti e clienti. Il “Club all’aperto” è una for-

mula che sembra quindi vincente. A deliziarci (deliziandosi a loro volta) sono stati prima i The South Project, un gruppo Nord-Sud fondato dal vibrafonista padovano Giuliano Perin che ha suonato con una validissima sezione ritmica calabrese composta da Giovanni De Sossi al basso e Carlo Caligiuri alla batteria. Più sperimentali ma ugualmente godibili, i The Assassins, fondati dal batterista siciliano Francesco Cusa che ha suonato insieme a Giovanni Benvenuti (Sax Tenore) e Giulio Stermieri (organo Hammond). Pubblico numeroso (con molti posti… in piedi!) e “caldo”, sound coinvolgente e location suggestiva: altri eventi aspettansi con impazienza! Nicodemo Angi

Fioccano in Italia commemorazioni scomode BRIGANTESSA SERENA IANNOPOLLO

Il 14 agosto potrebbe essere una data da ricordare per gli italiani, invece lo è solo per noi "meridionali"(come ci definiscono) poiché nemmeno si ricorda nei libri di scuola. Il neonato esercito italiano, nel 1861 doveva vedersela con alcuni testardi del "sud" che non ne volevano sapere di diventare italiani. Così il generale Cialdini ordinò al colonnello Negri di mettere a ferro e fuoco due paesi, Pontelandolfo e Casalduni, che non si arrendevano. La ferocia, la crudeltà che si scatenò quella notte sta echeggiando da 156 anni, ed evidentemente qualcuno l'ha ascoltata, perché piano piano si fa sempre più presente, benché gli assassini si premurarono di nascondere i fatti, di sostituire presto i nomi delle vie, di cancellare la memoria dopo la strage. Così come l'invasione di Garibaldi non fu

dichiarata, così la distruzione di Pontelandolfo e Casalduni fu attuata di notte, quando tutti dormono. Come di solito fanno i codardi. Nessuno fu risparmiato: né preti, né donne, né bambini. Nessuno. Morirono tutti bruciati o infilzati da baionette italiane. Il motivo? Non si arrendevano. E quindi che si fa? Mica c'è da discutere, l'italia (minuscolo voluto) va fatta! Poi penseremo a fare gli italiani... dopo che avremo cancellato loro la memoria, sostituito nei libri e nelle strade i nomi dei loro aguzzini acclamandoli come eroi, e via così. Ma l'eco di quelle grida è rimasta nei secoli, e a distanza di tempo finalmente si scoprono le malefatte italiane ai nostri danni. La strada è dura, poiché non è semplice dire a molte generazioni di studenti, convinte che i nostri avi fossero tutti delinquenti, che in realtà sono stati letteralmente presi in giro.


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Portiglialba conferma il suo successo: la bellezza può davvero salvare il mondo! Nel 2016 “Portiglialba” era stato inserito nel cartellone del “Portigliola Teatro Festival” come una sorta di esperimento sociale. “Realizziamo una sessione di musica e poesia aspettando l’alba in uno dei luoghi più suggestivi del Parco Archeologico di Locri Epizephiri e vediamo quanta gente riusciamo ad attirare” avrà proposto uno degli organizzatori, trovando immediatamente il favore del vulcanico sindaco Rocco Luglio, di Edoardo Siravo e di Antonio Tallura. La mattina di Ferragosto del 2016 furono moltissime le persone che mostrarono curiosità nei confronti dell’evento, che registrò un pienone che andò oltre ogni più rosea aspettativa, tanto da convincere amministrazione e direzione artistica (quest’anno affidata proprio a Siravo) a riproporre la manifestazione. E così, alle 5 del mattino del 15 agosto 2017, oltre duecentocinquanta persone si sono riversate puntuali nella “Cavea” del teatro Greco Romano di Portigliola per assistere alla nuova edizione di “Portiglialba”, una rassegna di poesia e musica che ha condotto per mano il pubblico attraverso sensazioni ed emozioni che i ritmi della modernità ci hanno fatto dimenticare. Gli eccezionali Antonio Tallura, Elena Pistillo e Filippo Amoroso, affiancati dall’intenso accompagnamento musicale di Peppe Platani, Ludovico

Romeo e Francesco Sgambelluri, hanno recitato meravigliosi versi di Nosside, Alfonso Gatto, Giacomo Leopardi, Kriton Athanasulis, Luigi Pirandello e tanti altri, aspettando la più suggestiva alba dell’anno. Dopo un timido inizio, il Portigliola Teatro Festival ha dunque raggiunto con “Portiglialba” un picco di pubblico che ci auguriamo adesso di riscontrare anche nelle rappresentazioni della Medea di Seneca e dell’Oreste di Eschilo, previste per il 21 e il 26 agosto, ultimi due appuntamenti dell’edizione di quest’anno. «Una così ampia partecipazione - ci ha rivelato Antonio Tallura durante la colazione offerta al termine dello spettacolo dall’Amministrazione Comunale - dimostra che la gente è “affamata” di cose belle e che questo genere di manifestazioni possono rappresentare un’opportunità unica di rinascita del nostro comprensorio». Una parafrasi efficace di Dostoevskij che mai come in questa occasione si adatta a un evento che vogliamo vedere continuare a crescere. Appuntamento al prossimo anno, dunque, con la speranza di vedere calcare nuovamente una così suggestiva scena agli artisti che già in queste prime due edizioni ci hanno fatto provare così grandi emozioni. Jacopo Giuca

Una tesi di laurea per valorizzare l’antica Kaulonia e rigenerare Monasterace Monasterace ha straordinarie potenzialità. In buona parte, risiedono nel suo patrimonio storico-architettonico: invidiabile ma, inconcepibilmente imbalsamato. Davanti al mare, a pochi metri l’uno dall’altro, attendono di essere ancorpiù valorizzati gli scavi ed i mosaici di Kaulonia (VII°-II°sec a.C.), il Faro (1891/1895), il Museo archeologico (1985/97). Uno straordinario paesaggio costiero che potrebbe vivere il presente del suo passato. Rigenerato con mirati interventi di valorizzazione della città storica (in gran parte ancora sepolta ed a rischio di essere divorata dal mare), integrati con nuove e compatibili dotazioni. Una recente tesi di laurea in Tecnologia dell’Architettura presso la Mediterranea-Reggio Calabria, tra STORIA e CONTESTO, INNOVAZIONE e SOSTENIBILITA’ propone di rifunzionalizzare il Faro (ad Ostello Gioventù per turisti ed appassionati); realizzare nuove residenze temporanee (per alloggio studiosi, ricercatori e collaboratori impegnati in scavi, ricerche e manutenzioni archeologiche); proteggere gli scavi archeologici. A) FARO P.ta STILO/38°26.8 N-16°34.7 E Attivo elettronicamente, resta riferimento per i naviganti nello Jonio. Luce e sinonimo di speranza per la storia del passato, conserva intatto il fascino legato alla sua antica simbologia. Costruito su ruderi di epoca classica, la vecchia torretta cilindrica (Torre del castellone) è oggi una torre a base ottagonale alta 15m con bande bianche e nere che s’inserisce in un edificio rettangolare a un solo livello. Una scala a chiocciola in pietra conduce al ballatoio esterno, da lì una scaletta in metallo porta alla lanterna. La struttura è intatta e richiede solo manutenzione ordinaria, adeguamento impiantistico, rifacimento di pavimentazioni esterne, per il riutilizzo attivo e l’integrazione funzionale ad Ostello della Gioventù, con 6 camere per 12 posti letto (raddoppiabili), due bagni, cucina self-service, sala mensa e l’ampio corridoio per esporre le cartografie antiche e i documenti storici. Mantenendo così, la vocazione a punto di connessione tra la cultura antica della speranza di superare l'ignoto e la luce nel buio, intesa come metafora per indicare la strada del sapere in un territorio da scoprire.

Cultura prima della musica Prima del concerto di Sant’Agata del Bianco, la scorsa settimana, Ettore Castagna ha voluto visitare l’’affascinante Museo delle Cose Perdute.

B) RESIDENZE ACCOGLIENZA TEMPORANEA Previste fuori dall’area archeologica, ai margini della strada per Monasterace Centro, in un punto strategico per i visitatori: a meno di 1 km da scavi, museo e faro. L’area d’impianto (80mt*14mt),si rapporta al basamento rettan-

golare della torre (*4 lati*20mt*14mt). L’architettura è essenziale come il carattere minimale del Faro: una serie di corpi lineari in c.a. rivestiti in pietra, orientati mare-monte senza una precisa regola, intersecano un retrostante corpo parallelo alla costa. In buona parte ipogeo, il complesso si affaccia con grandi vetrate dalla collina verso il sito archeologico e la Marina. Interessante è l’integrazione di materiali semplici, locali e riciclati, con sistemi innovativi, complessi ed eco-funzionali. Le miniresidenze ipogee (35 mq) accolgono 28 archeologi e ricercatori. Sono previsti l’auditorium, due laboratori, la cucina self-service con sala mensa, parcheggi, archivi e depositi. L’impatto ambientale è minimo. Per le scelte progettuali e le soluzioni tecnologiche, ispirate dalla cultura estetico/costruttiva mediterranea, orientate al risparmio di risorse naturali (es. suolo) ed autosufficienza energetica. Sicchè: • i corpi edilizi ipogei ricevono luce ed aria naturale da captatori solari (Velux) posti sul tetto (un diffusore raccoglie la luce dall’esterno e uno speciale condotto altamente riflettente la convoglia e distribuisce all’interno); • la copertura a giardino pensile è studiata per il meteoclima mediterraneo. Un sistema semplice da realizzare e mantenere, di basso peso e contenuto costo. Funzionale per la mitigazione e compensazione ambientale, l’isolamento termico (assorbimento calore estivo) e la permeabilità alla pioggia; • la facciata esterna (unica interamente visibile ed orientata a sud) è un sistema integrato adattivo a moduli (SCHUCO) che sostituisce la muratura tradizionale. Tre sovrapposte superfici (trasparente, oscurante, schermante), scorrevoli ed automatizzate, dotate di sensore delle condizioni climatiche interno/esterno, si azionano in apertura/chiusura per massimo risparmio energetico e miglior comfort interno. C) AREA SCAVI ARCHEOLOGICI La Kaulonia scoperta dall'archeologo Paolo Orsi - che individuò il sito dalle terrecotte rinvenute durante la costruzione della torre (e della ferrovia-1896) - insiste su un terrazzamento fortemente eroso dalle mareggiate, di difficile fruizione, con i reperti esposti agli agenti atmosferici. Gli interventi ordinari ipotizzati (pulizia; conservazione mura; sistemazione verde; protezione antierosione), s’integrano con opere di salvaguardia di strutture murarie e superfici dipinte/mosaicate (nuove coperture, raccolta acque meteoriche, ecc.) e dotazioni necessarie alla funzionalità/fruibilità del sito (percorsi distributivi e connettivi).Il sistema a falda di copertura è in teli tirantati in fibra di vetro siliconata: origami verdi leggeri ed eleganti dispiegati sugli scavi archeologici con delicatezza, sostenuti da supporti in legno ancorati a plinti. Sotto la copertura, una passerella leggera e sospesa si snoda per consentire di conoscere ed ammirare da vicino le meraviglie di Kaulonia: antica città della Magna Grecia, tesoro per il futuro di Monasterace e dell’entroterra. di *Corrado Trombetta, **C.Maurizio Diano, ***Giuseppina Bombardieri



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I FRUTTI DIMENTICATI

A CURA DI ORLANDO SCULLI E ANTONINO SIGILLI

Pirus communis L.

Piru Facci Russa di Ardore Pochi giorni addietro, andando alla ricerca di varietà di peri sul territorio, per potere tentare, in un tentativo disperato, di salvare il numero più alto possibile, coinvolgendo e sensibilizzando la gente, il documentarista Nino Cannatà di Cittanova e lo scrivente, si sono trovati nel municipio di Ardore, invitati dal sindaco, dott. Giuseppe Grenci, che predilige più di tutti gli altri frutti le pere, per parlare proprio di esse nel periodo culminante della stagione, quando ancora si possono ammirare decine di varietà. Egli nei propri terreni possiede 35 varietà, di cui la maggioranza sono tipici di Ardore, mentre altre sono riscontrabili nei paesi circonvicini. Il discorso è caduto sul modo di evidenziare i peri, i meli, i melograni, gli ulivi, i susini, i peschi ecc., collocandoli in uno spazio protetto di quattro-cinque ettari, trasformato in Giardino delle Meraviglie o Kepos, secondo la definizione greca, fruibile come orto didattico per scuole o turisti. In alcuni orti didattici i bambini o i ragazzi, pongono dei semi in spazi appositi, guidati dai docenti e seguono il percorso della trasformazione di essi in piante. Naturalmente perché i bambini possano comprendere i collegamenti tra semi, piante e ciò che esse producono, in tempi brevi, si ricorre alle piante annuali, quali quelle dei piselli e delle fragole, ad esempio, i cui frutti in tempi brevi vengono assaggiati, mentre per le piante da frutto i tempi si dilatano a dismisura, per cui essi, piantando un pero non possono verificare gli effetti della loro azione, durante i cicli scolastici. Tali sperimentazioni sono praticate ormai in tante scuole, e anche in spazi privati, aperti al pubblico, persino della Calabria che non è certo all’avanguardia in tale ambito e di recente è nata una collaborazione interessante tra il meet-up delle 5 Stelle di Aprigliano,

in provincia di Cosenza, e il sindaco Pd dello stesso comune, che ha concesso degli spazi finalizzati, specialmente ai percorsi didattici per le scuole, dentro il circuito urbano o a ridosso di esso. Persino un attento e corretto amministratore, qual è il dott. Grenci, ha ravvisato delle difficoltà notevoli in questo progetto, dovuto principalmente alle resistenze ambientali e a

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Cattiveria bestiale Ad uno sparuto gruppo di cittadini non gli è andata giù questa amministrazione, composta innanzitutto da uomini e poi da professionisti seri, oggi difficili da trovare. Sono stati votati dal novanta per cento del popolo sidernese che ama la città sempre, anche e soprattutto quando ci sono difficoltà. Difficoltà che non addebita al sindaco e alla giunta, nei confronti dei quali, al contrario, ripone grande fiducia perché sa che, grazie alla loro onestà, riusciranno a far uscire dal buio la città di Siderno. Si sta intravedendo una luce e la speranza aumenta ogni giorno di più. L’amministrazione sta lavorando e lo fa in silenzio, senza sbandierarlo. Forza non mollate: i frutti, sono certo, si vedranno. Da questi pseudosidernesi (chiamarli sidernesi per me è troppo) personalmente sento solo critiche feroci che per lo più riguardano la vita privata e non l’agire politico dei nostri amministratori, critiche avanzate da persone male informate. Ci si lamenta del mare. Ma il mare – tranne qualche giorno – è stato pulito; in ogni caso è un problema che riguarda tutta Italia, non solo Siderno. Sento, poi, parlare del lungomare… si sta lavorando in base a quelle che sono le disponibilità economiche. Altra critica: la Sguta. Quest’anno è stata una bella manifestazione, riuscita alla grande, ma c’era chi invocava Dio che piovesse. Mai una critica costruttiva, sempre aggressività e odio. Gioco sporco, alle spalle di un’amministrazione composta da gente per bene, disponibile al confronto. Ma c’è chi preferisce nascondersi e sparare a zero; mi permetto di darvi un consiglio: prima di sparare, pensate bene a quanti anni abbiamo versato in condizioni peggiori, per colpa di poca professionalità e delle poltrone comode dei vitalizi. Forse avreste voluto essere al Palazzo ma, perdonatemi, non siete

quelle burocratiche e non alle mancanze di finanziamenti che ci sarebbero e alle disponibilità di terreni dove collocare un eventuale giardino della biodiversità definibile come Giardino delle Meraviglie. Le disponibilità maggiori in spazi fisici, in provincia di Reggio, sarebbero costituite dai terreni confiscati alle organizzazioni criminali, ma in questo caso ci potrebbero essere delle difficoltà oggettive in quanto, costituendo un Kepos, esso potrebbe essere sabotato, immettendo in esso ad esempio, un certo numero di capre di notte. Dibattendo su questo tema, alla fine si è concluso che si potrebbe ovviare a tali difficoltà, costituendo un Kepos non reale, collocato in un unico posto, ma diffuso, ossia costituito da piante presenti in territori diversi, che devono essere georeferenziate, ossia definite attraverso le coordinate geografiche tramite un GPS e così ogni cultore di tale materia potrebbe sapere dove trovarle e semmai visitarle in tempi determinati , quali possono essere quelli della fioritura, della fruttificazione e quelli adatti per gli innesti. Le piante facenti parti del Giardino delle Meraviglie Diffuso però, devono appartenere a persone disponibili a farle visitare, previo avviso. Terminato tale dibattito il dott. Grenci ha voluto portare i suoi ospiti nel suo orto ad Ardore Superiore, in via Fontanella, vicino alla casa dove egli era nato e che era stato oggetto dei suoi desideri quand’era bambino perché non apparteneva alla sua famiglia. Vi erano collocati numerose piante da frutto, tra cui peri, meli, susini, loti (kachi), viti, fichi, nespoli, aranci, mandarini, ecc. Da bambino, ad appena quattro anni, tentava di accedervi, ma era bloccato da un improvviso dislivello di terreno in verticale, alto tre metri, però accedeva a una

grotticella in alto e con occhi estasiati, ammirava l’orto. A distanza di molti anni i proprietari lo hanno messo in vendita e così egli lo ha potuto comprare e utilizzare come piccolo campo della biodiversità. Terminata la conversazione nel Municipio, il dott. Grenci, Nino Cannatà e lo scrivente, si sono recati nell’orto attorno alle 14, quando la temperatura all’ombra era superiore ai 40 gradi e i frutti maturi di peri, fichi e susini, sono stati fotografati. Su un lato, alla base di un appicco di tufo si apre una piccola caverna, utilizzata come ripostiglio per gli attrezzi di lavoro, freschissima, mentre al centro è collocato un pozzo, sempre ricchissimo d’acqua, nonostante che esso sia ubicato quasi in cima della collina su cui sorge Ardore. Non distante dal pozzo è posizionato il pero Facci Russa, denominato così per i bellissimi frutti di pezzatura media, dalla forma affusolata, dai peduncoli vari, che si offrono agli occhi dei visitatori con i suoi colori smaglianti costituiti da un rosso acceso per la parte offerta più a lungo al sole e da un giallo vivo per la parte opposta; l’aspetto del frutto è splendido e sarebbe stato degno del pennello di Caravaggio. Il periodo della maturazione delle pere, si colloca nella prima quindicina d’agosto, quando acquistano un sapore soave, con una punta di acidulo, con la loro polpa bianca, compatta, leggermente succosa. Coordinate geografiche del luogo dove è posto il pero Facci Russa:38°11’25’’N 16°10’07’’E. La foto è stata scattata da Nino Cannatà. La presente scheda sarà la prima del Giardino Delle Meraviglie Diffuso.

L’associazione amicizia è pace ricorda la signora elisa murdaca LA NOSTRA SIGNORA ELISA MURDACA,CI HA LASCIATI , I SOCI DI AMICIZIA È PACE, LA RICORDANO CON GRANDE AFFETTO,SEMPRE

bravi nemmeno a criticare figuriamoci a governare quella che, a mio modesto parere, è la città più bella della Calabria. Di Siderno non vi piace niente, ironici su tutto e guai a dirvi che la si pensa diversamente: l’unica vostra risposta è l’odio. Ho provato a discutere civilmente con voi ma… apriti cielo! Al termine di ogni partita del Siderno, puntualmente la vostra domanda era “Perdistuvu?”, come se non aspettaste altro. Sono giunto alla conclusione che la furia delle onde che ha distrutto una parte del nostro lungomare sia da ricollegare al vostro odio: voi, avete soffiato così forte da far diventare il mare grosso, cattivo come voi. Un consiglio spassionato: nei paesi vicini ci sono case libere, a buon prezzo, traslocate! La città vi verrà incontro per le spese! In questo momento la città ha bisogno di sostegno morale non di cattiveria. Sono convinto che i frutti arriveranno: dopo il commissariamento e la situazione di dissesto che ancora ci portiamo dietro non è facile per nessuno. Forza Fuda! Con tutta la giunta e la città dalla parte di Siderno risorgeremo e ritorneremo “la stella del Sud” come ci hanno sempre chiamato! Giuseppe Belligerante

UMILE ED UMANA CON TUTTI E RIVOLGONO PREGHIERE PER LA SUA ANIMA.AI FAMILIARI,UN CONFORTEVOLE ABBRACCIO E I SENTITE CONDOGLIANZE. A NOME DI TUTTI I SOCI,IL SEGRETARIO.

Si è spento dopo una lunga malattia l'avvocato Giuseppe Falcone

ROCCELLA PIANGE GIUSEPPE FALCONE,

NOTO E STIMATO AVVOCATO, VENUTO A MANCARE LUNEDÌ DOPO UNA LUNGA MALATTIA. LA REDAZIONE SI UNISCE CON AFFETTO AL DOLORE DEI FAMILIARI, IN PARTICOLARE DEL FIGLIO, ANTONIO, PER ANNI CAPOREDATTORE DEL SETTIMANALE “LA RIVIERA”, AL QUALE ESPRIMIAMO LE NOSTRE PIÙ SENTITE CONDOGLIANZE.


RIVIERA

BLOB

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La civiltà è una cosa seria Anche a Ferragosto si differenzia: l’assessore Anna Romeo, con i piddini Marcello Cordì e Gabriella Boccuti fanno una dimostrazione pratica di civiltà.

Turisti fidelizzati Martino Ricupero, come al solito, contesta la nomina della Riviera a “Turista dell’Anno” ad Antonio Cortese e propone per il titolo Fernando Fiorenza.

Gemelli diversi Il consigliere comunale Gianluca Leonardo, con il fratello Andrea, pur convinti di non incontrarsi, si sono ritrovati non solo alla stessa festa, ma con indosso il medesimo abito!

Cambio di nome Durante il suo recente tour in Messico, Peppe Voltarelli, atterrato all’aeroporto di Aguascalientes, ha scoperto di aver subito un cambio anagrafico durante la traversata in aereo.

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L’occhio della telecamera Carmen di Pietro, in Calabria, festeggia l’annunciato ingresso nella casa del Grande Fratello VIP con al sua amica di sempre Bluette Cattaneo!

Abbronzatissimi I tri d’a chiazza: L’avvocato Antonio Alvaro, Lorenzo Delfino e l’attore Antonio Tallura spiccano, con la loro abbronzatura, in mezzo al verde d’un giardino.

Da qui, messere, si domina la valle… Dalle Dolomiti del Sud al mare: un gruppo di canolesi si affaccia sul balcone della piazza di Canolo per osservare le meraviglie naturalistiche della nostra terra. Ricongiungimenti artistici Il professore Vincenzo Staiano posa con due suoi ex alunni: Lele Nucera e Agnese Cadebò.

Frenesia professionale Lavorare per il Jazz: Antonio Sgambelluri e Dario Tornese sono il direttore di palco e il responsabile dei gruppi del Roccella Jazz Festival, che entra finalmente nel vivo.

Auguri dalla vostra famiglia Pietro e Gabriella, Tre anni di noi… Buon Anniversario!

Sagre caserecce Il sindaco Caterina Furfaro, con tutto il gruppo che ha organizzato la “Sagra d’a pasta i casa cu sucu d’a crapa” posa con a lato Beser, agnanese originario del Kurdistan.




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