Riviera n°36 del 04/09/2016

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Un mantice che alimenta l’ipocrisia. Soffia, sterminatamente soffia con i suoi occhi cisposi, stillante bava. Merda, rimerda, arcimerda, iperultramerda, rimegamerda. Questo è il pregiudizio. Uno sputo che insozza e ti rende inavvicinabile.



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L’INTERVISTA

Da giovanissima promessa laziale del canto a diva della musica nostrana, Anna Tatangelo è una stella che sta attraversando il cielo dello showbiz ed è pronta a splendere con tutta la sua carica emotiva a Siderno, durante i Festeggiamenti per Portosalvo.

AnnaTatangelo

pronta ad animare Portosalvo JACOPO GIUCA Nata a Sora, centro laziale in provincia di Frosinone, Anna Tatangelo comincia a coltivare fin da piccolissima la propria passione per la musica grazie all’Accademia Musicale della sua città e, nel giro di pochissimi anni, diventa una stella in grado di illuminare il panorama della musica italiana come pochi altri artisti contemporanei riescono a fare. Questa nostra diva della musica internazionale ha scelto Siderno come prossima tappa per un suo concerto, che avverrà in Piazza Portosalvo il prossimo 7 settembre, durante la tradizionale Fiera organizzata in occasione della festa patronale. Dalle ore 22:30, Anna dedicherà ai fan e ai semplici amanti della buona musica il suo tempo e la sua voce cristallina, rendendo sicuramente indimenticabile la serata di moltissimi locridei accorsi per la festa. L’abbiamo raggiunta per una breve intervista nella quale ci ha parlato un po’ di sé e cosa si aspetta dal concerto del 7 settembre. Hai cominciato a cantare da piccolissima, ma come ha fatto, la piccola Anna, a diventare l’adolescente prodigio di Doppiamente Fragili, canzone con la quale hai vinto la categoria giovani dell’edizione 2002 del Festival di San Remo? Ho sempre cantato, mio papà ci ha visto lungo da subito e mi ha avvicinato alla musica. Non me ne sono più allontana, il resto è venuto da sé, le piccole e grandi vittorie sono arrivate dopo tanto lavoro e tanta gavetta che ho iniziato a fare prestissimo. Da quel momento la tua carriera è stata in rapida ascesa e, spesso, legata a doppio filo a quella già solida di Gigi D’Alessio. Quanto ha influito la sua

Un tour americano, il disco d’oro e un disco di platino sono alcuni dei successi raggiunti da Anna nel solo biennio 2007-2008, quando ancora non era conosciuta com’è invece oggi.

guida sul tuo stile? Tanto quanto la mia personale formazione. Io e Gigi siamo insieme, siamo colleghi, ma abbiamo due stili e due carriere diverse. Rimane il fatto che ci confrontiamo su tutti e ci consigliamo reciprocamente. Ragazza di periferia è molto probabilmente la canzone che ha fatto puntare i riflettori su di te, ma è l’album Mai dire mai, il primo a contenere canzoni interamente scritte da te, a consacrarti dinanzi al grande pubblico: quando hai capito di essere diventata una big della musica italiana? Non saprei, so solamente che quando hai un pubblico che conosce e canta le tue canzoni è sorprendente sempre, anche dopo tanti anni. Ci sono canzoni che mi rappresentano più di altre, probabilmente questa è una di quelle che mi ha segnato più di altre. X-Factor ci ha permesso di conoscerti meglio anche a livello umano, facendoci scoprire la tua grinta e fino a dove sei disposta a spingerti per difendere la tua vita professionale e privata. Considerando anche la tua quotidiana battaglia contro la violenza sulle donne quali valori ritieni siano i capisaldi da non tradire mai per evitare di tradire te stessa? L’onesta, la sincerità e la fedeltà in Dio. Che cosa convince un’artista di fama internazionale a esibirsi in una città come Siderno e, considerati i tuoi concerti in giro per il mondo, in cosa credi che questa esperienza differirà dalle altre? Il libera tour è in giro da un po’, abbiamo toccato diverse città di Italia, piccole e non, ho conosciuto tante persone e spero che anche questo passaggio possa lasciarmi un altro ricordo bellissimo. Sappiamo che a Natale ti vedremo al cinema nel nuovo film con Massimo Boldi. E dopo? Chissà! ci saranno tante sorprese!

Questa diva della musica internazionale ha scelto di scaldare la piazza Portosalvo di Siderno il prossimo 7 settembre, alle 22:30, con una serata dedicata ai fan così come ai semplici amanti della buona musica.


ATTUALITÀ

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GIUDIZIARIA

GIUDIZIARIA

“Falsi sinistri” Nel corso di un’indagine svolta dalla Guardia di Finanza è stato possibile individuare una serie di “falsi sinistri” stradali al solo scopo di lucrare le compagnie assicurative. L’inchiesta, coordinata dalla procura distrettuale reggina, ha portato alla luce la complicità di numerose persone, in particolare grazie al concorso di medici e di appartenenti alle forze dell’ordine. La tecnica usata da un indagato è più o meno la medesima, per come indicato nell’oridinanza dell’epoca: “L’incidente viene preparato anticipatamente facendo prima collidere i mezzi. Gli stessi saranno, poi, portati sul luogo che verrà denunciato come luogo ove è avvenuto il sinistro. Una volta che i mezzi vengono predisposti, spesso viene richiesto l’intervento di forze dell’ordine per i rilievi e spesso tali rilievi non saranno completi, in quanto le autovetture risulteranno spostate dagli stessi soggetti interessati dal sinistro”. “Particolare interessante – si legge - è la circostanza che in tutti i falsi sinistri, per come emersi nel corso dell’attività di indagine espletata, è sempre presente… anche se non risulta direttamente coinvolto in alcun modo nel sinistro; del resto una volta che il falso sinistro è stato configurato, è… che cura tutte le pratiche successive a cominciare con le immediate visite presso il Pronto Soccorso, ove saranno presenti quasi sempre gli stessi medici. … curerà di persona anche le successive certificazioni, le visite fisiatriche e le eventuali visite strumentali (ecografie, risonanze, ecc…), aspetto che emerge chiaramente dalla attività di indagine effettuata. Lo scopo di … è quello di trattenere per sé parte di quello che verrà corrisposto a titolo di risarcimento dalle Compagnie assicurative ai soggetti “coinvolti” nel falso sinistro. Nelle conversazioni che seguono sono stati evidenziati alcuni passaggi nei quali l’indagato sembra spiegare la “tecnica” del risarcimento: 1- “praticamente ci devono dare ancora…2.000 euro, che sarebbero 500 per ciascuno più 500 che mi tengo io, quindi anche a voi escono 1.000 euro"; 2- "Quindi quelli che ci arrivano a noi sono tutti nostri?"; "No, praticamente sono dell'assicurazione, soltanto che a noi ci liquidano prima e ce li danno anticipatamente, ovviamente a loro ne risulterà qualcosa di più che si spartiscono tra medico e perito”; 3- “si può fare quando vogliamo"; “l'importante è che non fanno capire niente a nessuno (agli esterni), lo sappiamo solo noi”; "…una cosa reale, che noi sappiamo che non è reale...una cosa nostra…poi, una volta che i mezzi si sono sistemati e vengono cinquantamila cristiani, non ce ne fotte un cazzo, l'importante che prima non vedono nulla…poi, quando chiamerai tu, saranno anche altri passanti a chiamare (il 112)…”; 4 - “…che lavoraccio che è quello…è un lavoro con i contro coglioni…ti arriva un altro stipendio per i cazzi tuoi, no?...parli con uno…liquidazione 2.000 euro…vedi che 500 sono i miei…”. Infine, relativamente alle certificazioni mediche, per come riportato nell’ordinanza l’indagato avrebbe provveduto “personalmente” a farsi fare i certificati da medici di sua conoscenza: “dopo ti faccio i certificati del medico di base…a Catanzaro...me li ha fatti tutti…quà almeno una visita specialistica te la voglio far fare”; “Questo è l'ultimo, perchè dopo andiamo avanti con i certificati medici...ma già me li hanno fatti”; Interessante appare la conversazione in cui V. riferisce che tale P. all'interno dell'ambulatorio ha detto a V…: “...addirittura ti sei fatto mettere che c'è stato pure versamento di sangue...ma se non ha nemmeno una crosta". V… dice di avere risposto: "…e guarda...miracoli di medicina...un libro si può scrivere…”. Direbbe Totò: “Ed io … pago”.

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Nel maggio del 2012 il politico sidernese Cosimo Cherubino rimase coinvolto nell'inchiesta che indicò Siderno come capitale della 'ndrangheta. Dopo 6 anni di non vita è tornato in libertà per decorrenza dei termini.

Cosimo Cherubino, l'ennesimo colpevole prima della condanna

Resta altissimonel nostroPaeseil ricorsoal carcere preventivo, sebbeneil legislatore abbiasempre inteso l'adozionedi questo strumentoda partedel giudicequale "extrema ratio”

L'ultima immagine che abbiamo pubblicato di lui era accompagnata da un'esclamazione finale in bilico tra l'amarezza e lo sconcerto: "Se questo è un uomo". Dimagrito di 28 kg, costretto ad assumere 13 farmaci al giorno, spento. Cosimo Cherubino ridotto allo schizzo di se stesso dopo essere finito nell'inchiesta che nel maggio 2012 indicò Siderno come capitale della 'ndrangheta. Gli avvoltoi con la schiuma alla bocca allora non mancarono. Si scagliarono sulla preda con la loro penna asfaltante. Quella sfilata in manette sembrava aver finalmente scovato il loro punto G. Rantoli di sommo piacere. Grugniti. Ancora una volta la 'ndrangheta, che Pasquino Crupi definiva "un corpo torbido sdraiato sulla sedia a rotelle" veniva spostata secondo i luoghi dell'iniziativa giudiziaria. Dopo 6 anni di non vita, giovedì scorso, Cosimo Cherubino è tornato in libertà. Come spesso accade in Italia, l'ex politico sidernese è stato riconsegnato alla sua famiglia per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva, in quanto dal momento del suo arresto non si è ancora chiuso in via definitiva il processo che lo vede coinvolto. L'ennesima vittima dei tempi biblici di una giustizia che non mette al centro le persone e di un sistema che nel suo complesso è fuori dai dettami costituzionali. Nel corso del 2015 sono state emesse 12.959 misure cautelari personali. In ben 6.016 casi, pari al 46% del totale, è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Resta dunque altissimo il ricorso al carcere preventivo, sebbene il legislatore abbia sempre inteso l'adozione di questo strumento da parte del giudice quale "extrema ratio". Il carcere sembra essere diventato la norma e non l’eccezione. Con il continuo ricorrere alla custodia cautelare, da un lato non si fa che aggravare ulteriormente il problema del sovraffollamento, dall'altro si ignora spudoratamente la Costituzione che impone di considerare gli individui, fino alla condanna definitiva, innocenti. m.g.c.

DIARIO ESTIVO

La figlia di Cuperlo in vacanza a Siderno Sara Cuperlo, figlia dell’esponente nazionale della sinistra del PD Gianni Cuperlo, e Cecilia Quinzi hanno trascorso alcuni giorni di fine agosto a Siderno, ospiti della loro amica Martina Figliomeni. Tutt’e tre studiano all’Accademia di Belle Arti di Firenze. In una serata conviviale, piacevolmente animata da Gabriella Cataldo, madre di Martina, Sara si è tra l’altro intrattenuta in una spumeggiante conversazione con Francesco Caridi su argomenti di arte, di satira politica, di giornalismo e di libri. Da Tiziano Vecellio a De Chirico, da Hartung a Jeff Koons, da Oriana Fallaci a Tiziano Terzani, lo scambio di opinioni e di battute è stato esaltato dalle prelibatezze di Gabriella, dal perfetto vino rosso di suo marito Marcello Figliomeni, dalla amabile compagnia del loro figlio Cosimo e della moglie di Francesco, Mimì Valensise.



LA COPERTINA

Platì-Amatrice per dare una mano: accusati ingiustamente di sciacallaggio Pasquale e Rocco sono di Platì, hanno piccolo precedenti penali e ogni giorno cercano non senza fatica di mantenere le rispettive famiglie. La notizia del tragico terremoto che ha colpito il centro Italia la notte del 24 agosto li segna profondamente, tanto che decidono di recarsi sul posto per dare un mano come meglio possono. Ciò che non possono immaginare è che faranno quasi 800km solo per essere accusati di sciacalaggio.

Pasquale Trimboli ha il volto provato dagli anni, di chi è sempre stato abituato ad avere il minimo indispensabile. Sicuramente, da ragazzo, ha pregato centinaia e centinaia di volte che qualcuno gli tendesse la mano, si dicesse disposto ad aiutarlo e gli dicesse anche poche parole di conforto. Erano trascorse poche ore dal terremoto del Centro Italia che ha scioccato l’intero Paese e l’idea di non poter fare nulla non lo faceva stare tranquillo. Durante una cena in famiglia, gli viene l’idea di una colletta e, assieme a Rocco Grillo, che sa essere di buon cuore come lui, organizza in poche ore una raccolta di beni di prima necessità che avrebbe voluto portare lui stesso da Platì ad Amatrice e alle altre città distrutte dal terremoto. Poi, con l’evolversi degli eventi e il numero delle vittime estratte dalle macerie che cresceva vertiginosamente di ora in ora, la richiesta di beni di prima necessità è terminata facendo posto alla preghiera di inviare risorse economiche o di recarsi fisicamente sul posto per ripulire le città dalle macerie, e in Pasquale e Rocco non è certo scemato il desiderio di fare qualunque cosa potesse tornare utile a quelle comunità che non avevano più nulla. Hanno chiesto informazioni su come si potessero muovere e sono persino andati in caserma a domandare se potevano mettersi in viaggio per il centro Italia, ricevendo dal maresciallo come risposta che stava solo al loro senso di responsabilità nei confronti del prossimo intraprendere quel viaggio o meno. Erano le 18 del 26 agosto quando si sono messi in macchina a Platì senza conoscere nemmeno la strada per la zona devastata dal sisma, le 3 del mattino del 27 quando, nei pressi di Amatrice, hanno incontrato il primo posto di blocco della polizia, che ha dato loro le indicazioni utili a raggiungere la tendopoli. Al secondo posto di blocco, tenuto dalla Forestale, è stato confermato loro che potevano passare e gli è stato addirittura detto dove potevano parcheggiare e a chi rivolgersi per sapere come aiutare i soccorritori. Senza nemmeno qualche minuto di sonno addosso, sono rimbalzati da un coordinatore della protezione civile all’altro fino all’alba, quando è stato detto loro che non potevano registrarli come volontari perché le liste erano chiuse

ma, se proprio volevano, potevano dare una mano pulendo i bagni. Vedendo il dilatarsi dei tempi d’attesa affinché venisse loro consegnato il materiale utile a effettuare l’opera di pulizia, qualche ora dopo gli è stata data invece indicazione di radunare i sacchi della spazzatura sparsi per la tendopoli, considerato che di lì a poco sarebbero arrivati i camion della nettezza urbana, e posizionare dei nuovi sacchi nei bidoni appositi. Portato a termine il compito e fatti ben due giri di raccolta della spazzatura, durante la visita ai luoghi del disastro da parte del Presidente della Repubblica, avvenuta proprio in quelle ore, hanno incontrato persino il capo della protezione civile Carlo Tansi, con il quale si sono trattenuti brevemente raccontando da dove venissero e perché si trovassero lì e ricevendo in risposta i complimenti e più sentiti ringraziamenti per ciò che stavano facendo. Tornati alla macchina di Pasquale per fumare una sigaretta, però, è cambiato tutto. Al grido di «Chi siete?!», un giovane a torso nudo, senza qualificarsi, ha preteso di vedere i tesserini loro tesserini da volontari e, constatando che Pasquale e Rocco ne erano sprovvisti, ha cominciato a dare loro degli sciacalli, a gridare che erano “bastardi” e che se ne dovevano andare immediatamente da lì, se non volevano che chiamassero le forze dell’ordine. Attirate dal caos, decine di persone si sono radunate attorno ai nostri nel giro di pochi minuti e solo l’effettivo arrivo della Polizia e dei Carabinieri ha evitato un sicuro linciaggio del quale però ha preso il posto un trattamento sconcertante. Controllate le generalità dei nostri, i Carabinieri hanno cominciato un vero e proprio interrogatorio sulle ragioni per le quali i due si trovassero lì, non volendo sentire ragioni nemmeno dall’uomo della protezione civile che gli aveva chiesto di raccogliere i sacchi della spazzatura e che stava cercando inutilmente di spiegare che erano due brave persone venute a dare una mano. Neanche l’invito a chiamare la caserma di Platì, informata dei loro spostamenti, è stato accolto dai Carabinieri. Perquisizione dell’auto, perquisizione personale e caserma sono stati un estenuante quanto umiliante rito che ha fatto perdere intere ore a Pasquale e Rocco e che è costato loro una denuncia, poi fortunatamente decaduta. Ciò che resta, di questa triste storia, oltre il rammarico di aver fatto poco per chi aveva bisogno, sono i titoli dei giornali, anche nazionali, che hanno raccontato la storia di due bestie con non meglio precisati gravissimi precedenti penali, che non avrebbero esitato a mettersi in macchina e a farsi 770 km per compiere opere di sciacallaggio. Anche il comportamento delle forze dell’ordine lascia a desiderare: l’innocenza fino a prova contraria, se sulla tua carta di identità alla voce residenza, figura la scritta “Platì”, non esiste per nulla al mondo, 770 km per fare il volontario a te, zecca pregiudicata Calabrese, non potrà mai venire in mente di percorrerli come invece accadrebbe se fossi di Domodossola, Gallarate, o Sondrio, anche se hai piccoli precedenti penali accumulati in gioventù. Jacopo Giuca

Sono cal La leggenda del calabrese naturalmente criminale piace! Così, quantomeno, si mette a posto la coscienza nazionale.

ILARIO AMMENDOLIA Ha generalmente destato stupore e indignazione, (quantomeno tra di noi) la disavventura dei due cittadini di Platì allontanati sgarbatamente dalla zone terremotate perché sospettati di essere “sciacalli”! Erano andati a portare aiuto in maniera disinteressata alle popolazioni terremotate. Avevano pulito bagni e lavato i pavimenti, ma non avevano la consapevolezza che ormai anche la generosità la si misura col cartellino penale e dal certificato di nascita. Su cosa si basa il sospetto di sciacallaggio? Su due chiari indizi. Il primo, e il più grave, è l’essere calabrese. Nell’immaginario collettivo, il turco fuma e bestemmia, il messicano fa la siesta, l’ebreo è usuraio, l’arabo è pigro e ambiguo! Gli zingari sono ladri di bambini! E il calabrese? È 'ndranghetista e di conseguenza potenzialmente sciacallo! Quindi fuori dai piedi! Pericolosi anche quando puliscono i bagni! Così i nostri due concittadini (siamo o no


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Rocco e Pasquale sono partiti da Platì per portare aiuto in maniera disinteressata alla popolazione terremotata di Amatrice. Si sono resi disponibili a qualunque mansione, ma non avevano messo in conto che la generosità la si misura con il cartellino penale e dal certificato di nascita.

alabrese e me ne vanto! città metropolitana) sono stati scacciati da Amatrice! Negli stessi giorni e negli stessi momenti in tutte le piazze e le case della Calabria la gente raccoglieva fondi destinati ai nostri fratelli colpiti dal terremoto (solo a Caulonia sono stati raccolti 10.000 euro). Questa naturale e tradizionale generosità dei calabresi (come di tutti gli italiani) viene oscurata dall’impostura così pervicacemente inseguita da sostituirla per intero alla verità. Ha vinto il Lombroso! Ha perso la grande letteratura di Victor Hugo, di Alessandro Manzoni, di Pier Paolo Pasolini, di Fëdor Dostoevski! Ha perso la storia! Quanto è successo ad Amatrice ai due nostri concittadini succede ogni giorno. Succede a centinaia di imprenditori, tallonati come delinquenti perché calabresi. Succede a tante persone perbene guardate con sospetto sebbene in vita loro non abbiano mai fatto male neanche a una mosca. E non è una novità! È sempre successo che la povertà e l’emarginazione sociale vengano occultate, utilizzando la parola “razza”! Sacco e Vanzetti sono stati imprigionati e

condannati a morte perché italiani. Ora però non lamentiamoci! Finiamola con lo sdegno del momento. Prendiamo atto che se calabresi sono le vittime del pregiudizio, calabresi sono tanti dei carnefici. E in questo caso mi riferisco agli uomini della ndrangheta ma... non solo a loro. Sono tanti i dottor Dulcamara che girano le piazze della Calabria e d’Italia per vantare le proprie eroiche imprese, vendendo miracolose pasticche di antimafia concentrata...! A inventarsi la percentuale del 27% di mafiosi. A sputtanarci con menzogne sistematiche in ogni piazza e in ogni teatro d’Italia. A raccogliere facile successo perché a molta gente la leggenda del calabrese naturalmente criminale piace! Così, quantomeno, si mette a posto la coscienza nazionale. Il risultato è che quando nella Bergamasca, nella Brianza o nelle Langhe si dice "Locride" nessuno pensa all’antica civiltà magno-greca. Nessuno pensa ad Alvaro o a Campanella. Nessuno pensa ai nostri centri storici. Nessuno pensa ai nostri minatori morti in Belgio o nelle Americhe. Locride uguale 'ndrangheta! I "Dulcamara" & soci e alleati hanno vinto

una lunga guerra combattuta in tempi recenti, non più con le baionette ma a raffiche di inchiostro sparate sui giornali e con diffamatori servizi televisivi. In Calabria ci sono sicuramente delinquenti. In proporzione variabile secondo il momento storico che la nostra Regione attraversa. Ci sono, né più né meno che in tutto il mondo. Dove ci sono esseri umani c’è il bene e il male. E, quasi sempre, tali inclinazioni li troviamo all’interno di ciascun essere umano. Quanto è successo ai due cittadini di Platì è figlio della storia recente. Un prodotto di innumerevoli retate di innocenti come “Marine”! Tuttavia noi restiamo supini e in silenzio dinanzi alle ingiustizie e alla diffamazione calcolata. Anzi forniamo con i nostri applausi, la nostra pigrizia mentale, il nostro conformismo, i mattoni, la calce e il cemento per la costruzione della grande statua della “Calabria criminale”. La Locride, come la Calabria intera, non ha più una sua identità! Sono gli altri a scrivere la nostra storia e a “cambiarci i connotati”. Quanto è successo ad Amatrice succederà

ancora e… quindi ancora! Succederà finché del nostro orgoglio, della nostra fierezza, della nostra dignità non resterà neanche un briciolo. Concludiamo: Noi apparteniamo a una scuola di pensiero che è un minuscolo vascello corsaro che si batte contro le corazzate del pensiero dominante. Una scuola di pensiero ribelle che è stata in tempi antichi di Tommaso Campanella, e in tempi recenti di Nicola Zitara e di Pasquino Crupi, dei tanti poeti dialettali e di sconosciuti quanto autentici intellettuali, dei tanti oscuri combattenti delle eroiche lotte del nostro passato. La nostra navicella sta perdendo la battaglia. Siamo in pochi, insufficienti, stanchi, inadeguati. Ci coleranno a picco. Così, si arriverà al punto che le future generazioni si vergogneranno di dirsi calabresi… a meno che non siano appartenenti alla “razza padrona”! Ci dispiace, noi possiamo solo concludere con le parole di un poeta il cui nome cerco di ricordare senza successo: “...popoli, vi amavo ma state attenti!”.

La Locride, come la Calabria intera, non ha più una sua identità! Sono gli altri a scrivere la nostra storia e a “cambiarci i connotati”.


ATTUALITÀ

LA STORIA

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“Ce l’hai scritto in faccia che sei un bravo ragazzo”– gli diceva l’amico Stefano in una scena del film “Tornare Indietro” che valse all'attore sidernese, Lele Nucera, il Globo d’Oro.Nonostante abbiano provato a sporcargliela quella faccia con una condanna di 5 anni e 4 mesi, oggi Lele continua a profumare di buono.

Lele non puzza Malgrado la giustizia non abbia badato a escursioni e retromarce, oggi l’uomo della condanna, assai diverso dal ragazzo del reato, è salvo grazie alla sua passione per la recitazione.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Un mantice che alimenta l’ipocrisia. Soffia, sterminatamente soffia con i suoi occhi cisposi, stillante bava. Merda, rimerda, arcimerda, iperultramerda, rimegamerda. Questo è il pregiudizio. Uno sputo che insozza e ti rende inavvicinabile. Ti getta nelle sabbie mobili dell’ignoranza e si gode lo spettacolo sorseggiando cattiveria mentre la melma ti risucchia. Plop! e non se ne vuol sapere più niente. Ho visto Lele Nucera l’attore, lunedì pomeriggio. Lo scorso Natale con un suo spettacolo, portato in scena al carcere di Locri, Lele ha fatto scacco matto al pregiudizio. “Il pregiudizio è meschino, è crudele, è spietato – recita in un estratto dello spettacolo – Oscura, disabilita. (…) Molti credono che i pregiudicati siano uomini macchiati, segnati, finiti, falliti, vinti. Uomini cattivi per sempre, disonesti per sempre, colpevoli per sempre. (…) Per la società chi commette un errore è un diverso e nonostante gli sforzi, i tentativi e la volontà di recuperare, il forte pregiudizio fa sì che questi uomini vengano considerati per sempre lo scarto della società”. Questa è la realtà che nella stragrande maggioranza dei casi attende il pregiudicato una volta riconquistata la libertà. Un canneto di letame si solleva per spingerlo verso un patibolo che non vuole sentire ragioni. Perché il pregiudicato non sarà mai completamente fuori: resterà appiccicosamente avvinghiato a un fascicolo di cui sentirà il fiato sul collo per tutta la vita. Una condizione questa che, però non sembra appartenere a Lele Nucera, almeno non completamente. Adesso che ha finalmente conquistato la semilibertà tutti continuano a chiamarlo Lele l’attore e nessuno pensa a lui come a un ex delinquente. Lele non sente il peso del pregiudizio. E

questo lo rende fiero. Guardare una persona levandosi le bende del pregiudizio è tra i regali più belli che si possano fare. Eppure anche Lele ha conosciuto il sapore amaro di quel patibolo. Venditore di morte l’ha definito un “giudice” ottuso, convinto che Lele fosse accusato di spaccio di droga. Reato che la Cassazione ha escluso. L’unica colpa di Lele è aver, nel 2005, aperto le porte di casa sua alle persone sbagliate. Per questo nel 2008 viene raggiunto da ordinanza di custodia cautelare per reato associativo, insieme a coetanei calabresi e romani. Nel febbraio 2013, a distanza di 9 anni dalla commissione del reato, arriva la sentenza di condanna definitiva: per 5 anni

e 4 mesi Lele dovrà accontentarsi di “un cielo a quadretti” – come scrisse lui stesso in una lettera. I suoi coetanei romani non sconteranno nemmeno un minuto di galera. Questa la sentenza pronunciata allora da Riviera: «Lo stato fa a pezzi la gioventù calabrese, la mette sottovuoto e la usa e consuma a suo piacimento. Colpevole di non cedere dinanzi a niente, neppure all’evidenza di un giovane sano che ha commesso un reato quasi 10 anni fa, nel 2005. Quando si tratta di uomini residenti da Monasterace a Cannitello c’è un solo numero sovrano. Il 416, con lo sterzo. Non importa nient’altro. Nient’altro». Ma nonostante una giustizia che con Lele

non ha badato a escursioni e retromarce, oggi l’uomo della condanna, assai diverso dal ragazzo del reato, non si sente il puzzo di marcio addosso. Questo perché Lele non ha permesso che si disponesse della sua vita facendone un’enorme e sonora sconfitta. Non ha permesso di divenire purè che passa attraverso lo schiacciapatate. Lele l’attore ha liberato la potenza del teatro perché levasse via dal carcere il cattivo sapore del fallimento. Il teatro ha percorso i corridoi, si è intrufolato nelle celle, ha fatto vibrare le sbarre facendole suonare come uno xilofono. Questo ha reso l’ora d’aria meno “infetta”, ha tolto i detenuti agli psicofarmaci, alle carte napoletane, allo zapping isterico. Ha distribuito serenità sedando onde di piombo nello stomaco, ha impedito che tanti, troppi, cedessero penosamente alla malinconia. È straordinario quello che Lele con il suo teatro ha saputo spremere dalla parola umano. E non l’ha fatto per ottenere sconti di pena, perché per il suo reato non sono previste misure alternative alla detenzione. Anche se quell’articolo, il 4 bis, tambureggiava nevrotico nella sua mente (“Non ti sarà concesso alcun beneficio perché sei un 416bis e sei pericoloso per la società”), il teatro ha fatto sì che Lele non scivolasse in quel vortice spietato per ritrovarsi un giorno chissà dove. Senza aver architettato alcunché, il teatro l’ha salvato. Oggi è a un passo dalla libertà ed è vivo perché la sua passione l’ha vittoriosamente tormentato. La passione insieme all’amore della sua famiglia e degli amici è stato un miracoloso dispenser di forza. Quando ho visto Lele l’attore, lunedì scorso, non ho avvertito neanche solo un istante l’ombra grigia di questi anni di carcere. Era sereno, nessuna traccia di risentimento in lui, assolutamente in pace con il mondo e ancor prima con se stesso. Il carcere non l’ha spento. Speriamo che in futuro non lo facciano i mercanti di pregiudizi dalle loro bare verticali.



RIVIERA

IN BREVE

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Una calabrese alle paralimpiadi La nostra Giusy Versace è partita per Rio, alla volta delle Paralimpiadi! Dopo la mancata convocazione per Londra 2012, arriva finalmente il momento del riscatto per l’atleta calabrese, già carica per la cerimonia d’apertura di mercoledì 7 settembre. Ma nel vivo dell’azione Giusy entrerà soltanto domenica 11 settembre per le batterie dei 400 metri, una volta superate le quali potrà eventualmente partecipare la finale prevista per il giorno successivo. Il 14 settembre sarà poi la volta delle batterie dei 200 metri, seguite anch’esse, il giorno successivo, dall’eventuale finale. L’ultimo impegno sarà infine quello dei 100 metri il 17 settembre, giorno in cui sono previste sia le batterie che l’eventuale finale. Forza Giusy!

Pippo Franco a Platì per ricordarci che il futuro è nei giovani

È stato in questi giorni in tour in Calabria l’artista Pippo Franco che, grazie all’organizzazione dell’Associazione Nazione di Azione Sociale e della Presidenza Regionale è stato molto presente anche nella nostra Locride. Il 27 agosto, infatti, il mitico Pippo ha presentato il suo spettacolo a Roghudi e il giorno successivo a Platì. in entrambi i casi, l’evento è stato accompagnato da interventi programmati e aperti presieduta dal dott. Gianfranco Sorbara. volti a sensibilizzare i giovani dei territori emarginati dalla politica nazionale e dalle infrastrutture in merito al fatto che il futuro è nelle loro mani e che ogni processo di rinnovamento passa attraverso la cultura.

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La nuova, tecnologica metropolitana diTaipei è“made in Reggio Calabria” Hitachi Rail Italy ha presentato, nello stabilimento di Reggio Calabria, il primo treno della nuova metropolitana automatica destinata al Department of Rapid Transit Systems, espressione del Governo locale della Municipalità di Taipei. Rispettando i tempi HRI ha consegnato le prime 4 carrozze, parte di una fornitura che vedrà ultimati, entro il 2018 17 veicoli. Ogni treno è lungo 68 metri e largo 2,65, può trasportare 98 passeggeri seduti e 555 in piedi e raggiungere 80 km/h.

OMC 175: ciò che rimane della Locride industriale Dal 1924 al 1934 aveva rappresentato il sogno di una Locride industrializzata e in grado di competere con il Nord. Parliamo delle Officine Meccaniche Calabresi, meglio note come OMC, gioiello fondato da Vincenzo Bruzzese a Locri (allora ancora Gerace Marina) e dedito alla produzione di meravigliose motociclette da corsa e da strada. Dopo aver ricevuto commissioni anche da parte dell’esercito inglese e aver cominciato a impensierire con il proprio fatturato persino quello del triangolo industriale, all’epoca ancora nascente, nel momento di massimo splendore le OMC, che crearono posti di lavoro per decine e decine di famiglie sull’orlo della povertà, produssero la 175, motocicletta immediatamente entrata nell’immaginario collettivo della “Locride da bere”. Come tutte le belle storie della Calabria, tuttavia, anche questa non ebbe un lieto fine, in quanto l’accusa (infondata) che Bruzzese fosse responsabile del tracollo finanziario della Banca Popolare di Gerace e il suo conseguente arresto (probabilmente orchestrato dai latifondisti e agrari della zona che volevano il monopolio della manodopera a basso prezzo) segnarono il tracollo dell’azienda e la fine di un sogno di cui oggi ci rimangono pochissimi esemplari a testimonianza.

Sono Kate Crupi eVincenzo L’angolo di parrello Mercuri i vincitori di Miss Bambina Ho incontrato un pesce e Mister Bambino 2016 È stata un’altra edizione da sogno, la 20ª di Miss Bambina e Mister Bambino, svoltasi lo scorso 18 agosto, come di consueto, sul lungomare di Siderno. L’evento, come sempre gestito da Antonio “Carbonella” Ferreri, organizzatore e presentatore della serata, ha attirato una folla davvero senza pari, risultando di fatto uno degli eventi più riusciti dell’intera estate sidernese. Centinaia di residenti e turisti, infatti, si sono accalcati dinanzi al palco per vedere chi si sarebbe aggiudicato i titoli di re e reginetta del 2016, alla fine andati a Vincenzo Mercuri, di appena 2 anni, e alla simpaticissima Kate Crupi, di 4, entrambi di Siderno.

Sono seduto sulla riva del mare, quando un pesce mi chiama:" Ciao Franco, come stai? " - "Bene, e tu?"- "Io, finalmente, posso stare vicino alla riva tranquillo. Fino a qualche anno fa, specie voi insegnanti che allora godevate di circa tre mesi di vacanza, eravate spesso qui con la canna da pesca, impedendoci di fatto di fare delle serene nuotate..." - "Ma Giuseppe, questa cosa esiste da sempre, non c'entriamo nulla noi insegnanti." - "Come al solito, Franco, tu trovi sempre una giustificazione!!! Io, intanto, continuo il mio percorso in un'acqua che quest'anno è fresca, limpida e chiara”. Franco Parrello





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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Amore per il sapere Molto spesso confondiamo conoscenza con amicizia! L’amicizia, chi può realmente definirla? È un po’ come voler definire l’amore, impossibile, specialmente ai nostri giorni, si fa appena in tempo ad avere notizia di un assassinio che subito ne segue un altro. Oggi si parla spesso di femminicidi; è sempre il maschio che fa fuori la moglie, o la compagna. L’amicizia è diversa ma è rara se non inesistente, certo non si pensi a Eurialo e Niso! Ecco perchè è sempre meglio parlare di conoscenza. Si possono dedicare giorni, mesi e anni, coltivando la compagnia di un altro individuo. Usando sempre il massimo rispetto, mantenendo l’impegno necessario a continuare una serena e tranquilla frequentazione. Poi ti accorgi che forse sei stato buggerato, senza motivo, ti avvedi che forse è stato inutile tutto il rispetto e l’onestà data in un rapporto a volte anche pesante. Non è questione di sesso, capita a volte che il comportamento non ha sesso. Allora decidi che è meglio continuare ad affrontare il tempo da solo, magari dedicando uno sguardo allo studio, che porta all’occupazione della mente. Incominci a pensare... il pensiero ti porta lontano, in campi di ragionamenti che rasentano l’inspiegabile, e allora sconfini nella religione. Ma i tanti dogmi ti fanno tornare da capo, studiare per lo studio, senza voler raggiungere nessuna verità. A proposito del tempo! Il tempo passa, vorremmo fermarlo, bisognerebbe arrestare la rotazione terrestre e il tempo, non esisterebbe più, niente passato o futuro, parole senza significato. Non potremmo dire ieri, mancando la rotazione del pianeta intorno al suo asse, non ci sarebbero gli anni poiché la terra non percorrerebbe la sua orbita intorno al sole! Come affermareste l’età? Allora incominci a pensare, ma se pensi fai filosofia; sì, perché pensi per desiderio di sapere, per amore di sapere, già, che cos’è la filosofia se non amore del sapere? Lasciamo perdere, andiamo avanti, i difetti degli altri non devono condizionarci. Pensiamo ad Aristotele, grande filosofo dell’antichità, per lui conta il sapere per il sapere, che diventa un valore di per sè, anche se non ha applicazoni pratiche. È in Grecia che nasce la filosofia anche se ha attinto molto dalle religioni e tradizioni orientali. A proposito ricordiamo che negli anni dell’infanzia, sentivamo spesso gli anziani che raccontavano di un grande studioso il quale, non essendo riuscito a risolvere un semplice indovinello, si uccise. Non conoscevamo il nome né l’indovinello. Dopo ricerche si è arrivati a un nome, trattasi del poeta Omero?(beneficio del dubbio). L’indovinello è il seguente: "Cos'è che se prendiamo ci lasciamo dietro e se non prendiamo ci portiamo appresso?”(indovinatelo). Tutto ciò è riportato da Eraclito, vissuto ad Efeso nel 500 a.C. Ed ecco, potenza del pensiero, ci troviamo ad Efeso, dove 500 anni dopo, sappiamo, arriva la Madre di Nostro Signore Gesù, conosciamo ciò tramite i vangeli, ma non sapevamo niente dei luoghi dove San Giovanni portò a vivere la Beata Vergine. Passarono ancora secoli e secoli finchè si arrivò circa a fine 700 e inizi 800, una suora tedesca, la Beata Anna Caterina Emmerick (beatificata da Papa Giovanni Paolo II). Ebbe delle visioni mentre era da trenta anni ammalata nel suo letto in Germania. Le visioni riguardavano il posto dove era situata la casa della Madonna ad Efeso. Descrisse con precisione topografica i luoghi dove, molti anni dopo, furono eseguiti ricerche e scavi, e realmente si scoprirono i muri della casa della Madonna! Descrisse tante altre cose, ma qui concludiamo notando come la filosofia s’incontra, a volte, con la religione! (B.G.)

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Ciao, “Baruni”

È venuto a mancare, questa settimana, Vincenzo Giglio, detto “u baruni”. Vincenzo faceva parte di una famiglia storica di Siderno che, poco alla volta, sta scomparendo: il padre era infatti il mitico “Carbonella” che, in tempi in cui si faceva ancora fatica ad accendere il fuoco, già praticava la vendita della carbonella con la quale oggi abitualmente alimentiamo le fiamme dei nostri camini. Nella foto a destra, un ritratto di tutta la famiglia (di cui oggi, ahinoi, rimane in vita il solo Nicola) che ha rappresentato per decenni l’essenza stessa del Lungomare di Siderno, che viveva appieno sia d’estate che d’inverno.

Mobilità ecclesiastica: così si perde una guida spirituale e di vita

Nella foto che ricorda la famosa alluvione del 1985, Mastro Ciccio Woodstok, Vincenzo Giglio “u baruni”, Michele Bonavita “Sciabola”, Nicola Giglio, Pasquale Giglio, Cosimo Giglio, Enzo “Ingo” e il piccolo Giovanni Giglio.

L'intervento di Ercole C'è voluto l'intervento dell'assessore Ercole Macrì per poter ammirare e usufruire, tornando dal mare, della limpida e fresca acqua della fontanella, posta vicino al passaggio a livello di Piazza Portosalvo. I soliti vandali, gioiosi di rompere, l'avevano distrutta, riducendola a pochi resti informi. Ora, grazie all'attenzione e buona volontà dell'assessore, tutto è stato ripristinato come prima. Ringraziando, ci auguriamo che, questo restauro, non sia un caso isolato, ma molte fatiche, non solo sette, attendono Ercole! B.G.

LA POESIA Ho appreso con incredulità e dispiacere la notizia che il mio parroco, dopo anni di sacerdozio presso la mia Chiesa, verrà a breve trasferito. L’ho saputo tramite terzi e, parlandone con altri parrocchiani ne ho avuto conferma. Tutti, come me, sono rimasti sconcertati per la notizia, non ce lo aspettavamo, non lo immaginavamo neppure. Il parroco è colui che ti guida per quella strada mistica e meravigliosa che è la fede. Ognuno di noi ha bisogno però di una guida per seguirla ed è questo che per me e per molti altri è Don Giuseppe de Pace: è la nostra guida spirituale e di vita e il suo andarsene non può che destabilizzarci. Ho appreso con ulteriore grande stupore che questa mobilità non ha riguardato solo lui, bensì altri parroci della zona, alcuni con quasi venti anni di sacerdozio presso la propria Chiesa. Posso capire il motivo canonico della mobilità, ma onestamente non ne capisco il senso. È difficile fidarsi, soprattutto sotto l’aspetto privato e spirituale e quando si riesce a farlo, quando si trova una guida, questa diventa essenziale per la vita di ognuno, un punto fermo, un faro. È questo che è per me il mio parroco. A prescindere dalla frequentazione assidua o meno della Chiesa, per un fedele sapere di avere accanto una figura di riferimento non fa che incentivarlo a essere migliore. Vorrei sapere il perché di questo cambiamento, la motivazione, perché io, come tanti altri con i quali ho avuto modo di parlare, non riusiamo a capirlo né possiamo prendere atto della cosa senza fare nulla in merito. Il nostro vescovo, Monsignor Oliva, si è sempre detto disposto al dialogo, in questo caso vorremmo incontrarlo e parlargli, per cercare di fargli capire che per molti il parroco non è solo una figura simbolica, ma una vera e propria guida spirituale, e opporci così a cambiamenti repentini di questo genere. Marialuisa Panetta

Tutti a casa N’att’estati si ndi jìu, com’ a ll’att’ e peju i ll’atti; sìmu ccà nu’ ‘n Grazi’ e’ Diu e campam’, a cunti fatti. Nc’è cu’ ‘nbeci ndi dassàu ’u ricord’ e tant’affettu, e ccocchjùnu chi restau campa sulu pe’ dispettu. 'Nto' paìsi sìm’i menu, sempi cchjù ca disperati, cu nt’o fìcat’u velenu pe’ tri / quattru disgraziati. Eu polemica non fazzu, ca su’ stancu, rassegnatu ma stu jòc’ a tiralazzu

resta sulu ‘nu primatu. Si ‘nu capu di famigghja non si faci rispettari megghj’u vajì pe’ crucigghja senz’ a nullu ‘mbacuccari. No nc’è vita, né speranza si facìmu sempi fetu, si pensamu sul’a panza e guardamu semp’arretu. Senza nulla previsioni, manca pur’a fantasia, chi ndi servi lu blasoni. Megghj’ a’ casa… tutti: VIA!!! Carlo Ernesto Panetta


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Varia di Palmi: Soldout con STUDIO54LIVE Dopo il 18 agosto a Cirò, con un pubblico da oltre trentamila spettatori, lo Studio54Live si ripete all'altro capo della Calabria, nello spettacolo finale della Varia di Palmi, appuntamento unico e quanto mai prestigioso, riconosciuto dall'Unesco come patrimonio dell'umanità. Premiate così le scelte del Comitato Varia diretto dal presidente Randazzo che ha sostituito il classico concerto delle scorse edizioni con un evento in grado di coinvolgere un pubblico quanto mai trasversale, per gusti e per età. E il risultato non è mancato, premiando lo spettacolo di Studio54network con una Piazza 1° Maggio strapiena come forse non si era mai vista nella storia della Varia, con decine di migliaia spettatori che nel lunghissimo spettacolo di oltre 4 ore, hanno raggiunto la piazza, partecipando, cantando, ballando, tutti e senza sosta fino alle 2:30 del mattino. L'obbiettivo di dare più festa alla festa è stato

La grande festa di piazza 1° Maggio, iniziata al termine dei riti religiosi e trasmessa in diretta radiofonica, ha lasciato soddisfatti davvero tutti: dagli ospiti agli organizzatori, dai gestori dei locali ai 30.000 spettatori!

così raggiunto con questa grande spettacolo, con tanti artisti nazionali e internazionali, tutti insieme sullo stesso palco con tanti brani in testa alle classifiche dell'estate 2016. Parole d'ordine: ritmo, musica, spettacolo, gadgets, divertimento a oltranza… Tutto in diretta radiofonica interregionale, con Rossella Laface e Demetrio Malgeri, e video sui social collegati a Studio54network, l'evento è ancora disponibile per esser rivissuto, collegandosi alla fanpage facebook della radio. Start poco dopo le 22 di domenica scorsa. I conduttori di Studio54network, Paolo e Luigi, accendono subito la piazza. Continueranno a farlo per tutta la notte, in un tripudio di accendini e telefonini dai display accesi. E poi il primo ospite, il palmese Vincenzo Capua. Poi uno dopo l'altro Moreno, vincitore di Amici e riferimento assoluto nel mondo del freestyle, il cubano Ruly Rodriguez, protagonista di oltre cento milioni di visualizzazioni su YouTube, la calabrese Tanya Borgese, terza classificata nel-

l'ultimo The Voice, gli Shark and Groove vincitori 2015 di Italia's Got Talent, i frizzantissimi Carboidrati, l'attesissimo Mr. Rain, ultimo fenomeno dell'Hip Hop nazionale, gli Sugarfree, con il ritorno di Matteo Amantia, le calabresi Chiara e Martina, terze classificate a Ti Lascio una Canzone con Antonella Clerici, e infine Dj Jad, motore degli Articolo 31. Li abbiamo incontrati dietro le quinte, tutti entusiasti dell'accoglienza ricevuta e del pubblico straripante che per più di 4 ore li ha accompagnati durante l'esibizione. Sono emozionati. Nonostante l'abitudine alle grandi piazze e ai grandi pubblici, il pubblico trovato stasera ci dicono è impressionante per numeri e per partecipazione allo spettacolo. Matteo degli Sugarfree fa i complimenti alla radio, che "in ogni evento riesce a catalizzare e a coinvolgere senza paragone". È la sua seconda tappa quest'anno: "strafelice di esserci stato". Anche Moreno, tra una selfie e l'altro, non risparmia i giudizi positivi sull'evento: "davvero una grande figata"! Anche l'internazionale Ruly Rodriguez, ultimo a salire sul palco alle 2 del mattino, non lesina i complimenti alla città, alla Calabria, a Studio54network. E poi in un ottimo italiano ci racconta di aver conosciuto la Varia solo quest'anno, rimanendone impressionato ed emozionato. Soddisfatti gli organizzatori, dal dottore Pino Randazzo, presidente del comitato organizzatore, per una Varia all'insegna dei grandi numeri, nella quale dimezzando i costi si è sicuramente elevato il livello, la partecipazione e sopratutto la qualità dell'evento e dello spettacolo finale. Ci anticipa che essendo questa la Varia della Misericordia, parte del ricavato della lotteria connessa verrà devoluta in favore dei terremotati del Centro Italia. Dagli organizzatori anche Rocco Deodato, vicepresidente del comitato, nel backstage dello Studio54live ormai anche lui a scaricare la tensione organizzativa accumulata, che i grandi numeri anche di questa festa finale hanno reso quanto mai sorridente: "Lo spettacolo di Studio54network ha veramente superato le aspettative, offrendo a decine di migliaia di spettatori così tanti artisti che in un solo appuntamento hanno dato il meglio dei propri repertori. Stiamo ricevendo solo commenti positivi, dalla città e dalle attività commerciali del centro storico, per il gran ritorno da tutto il lavoro ricevuto". Per la piazza invece il gestore di un frequentatissimo locale della piazza strafelice per i numeri della serata: "Una festa così bella e lunga non mi ricordo ci fosse mai stata nella storia della Varia. Grande la scelta su Studio54network. In numeri di stanotte sono stati davvero straordinari!" Oltre ventimila persone secondo le forze dell'ordine. Secondo gli organizzatori certo di più! Questo è stato… meglio di così? E ora in moto per la Varia 2017.

DOMENICA 04 SETTEMBRE

15

Da Moreno a Tanya Borgese, da Mr. Rain a Shark and Groove, una grande notte di festeggiamenti è stata offerta a Palmi, dopo la Varia, da Studio54Network, che ha saputo unire, come sempre, le feste della tradizione a quello spirito festaiolo giovanile che ti fa ballare senza tregua fino alle 3 del mattino!


SOCIETÀ

1 Classifica

esta te 2016 TRA CONFERME E SORPRESE, UN’ALTRA ESTATE SE NEVA…

Gioiosa e Roccella si contendono la prima posizione, sorpresa Portigliola,precipizio Bianco Sulla scia di quanto già accaduto l’anno scorso, anche l’estate 2016 vede la Locride crescere. Operatori turistici, gestori di B&B e affittacamere, hanno ritrovato il sorriso di chi è riuscito a fare cassa e ha saputo soddisfare i propri clienti!

2) Locri

Non c’è chiusura de Le Club che tenga. La seconda piazza Locri proprio non la vuole mollare e, anche quest’anno, lo fa con il pienone quotidiano del lungomare, con le partecipatissime feste di contrada, con il BeerFest e, non da ultimo con la grande lirica che, ancora una volta, è stata gentilmente offerta dall’Amministrazione Comunale.

4) Riace

Voto: 9

Mimmo Lucano colpisce ancora: nell’anno in cui viene eletto tra i 50 politici più influenti al mondo dalla rivista Fortune, inventa serate all’insegna dell’integrazione e rinnova l’appuntamento con il RiaceInFestival, una settimana di grandi incontri su cinema, musica e teatro che mettono in scena persino un incontro con Gad Lerner e che, vista l’intensità del programma, si spalma tra il borgo dell’integrazione e Gioiosa Jonica.

3) Portigliola

Voto 8

La cenerentola dell’estate è sicuramente il borgo amministrato dal sapiente Rocco Luglio. Non grandissimi eventi di paese, ma una rassegna teatrale, quella al greco-romano che, come promesso, sotto la direzione artistica di Edoardo Siravo è cresciuta oltre ogni immaginazione portando grandi nomi (vi dice niente Katia Ricciarelli?) affascinando ed emozionando. Ciliegie sulla torta, la prima rassegna del teatro classico-scolastico di giugno e Portigliolalba: solo a un pazzo o a un visionario come Luglio poteva venire in mente una rappresentazione teatrale al sorgere del sole il giorno di Ferragosto!

5) Caulonia

Voto 9,5 Gioiosa & Roccella Jonica

Quest’anno la classifica dei paesi della Locride che hanno saputo offrire l’estate più scoppiettante parte con un ex aequo: prima e seconda classificate del 2015 sgomitano infatti per ottenere la testa della classifica, meritandola entrambe, Gioiosa perché, dopo essere stata la rivelazione dello scorso anno, riesce a confermare un programma ricco di eventi e in grado di catalizzare le attenzioni di turisti e residenti tra Gustando il Borgo, la Sagra del pezzo duro, la Festa di San Rocco e la collaborazione con il RiaceInFestival; Roccella un po’ per incoraggiamento, perché oltre alla notte di Ferragosto al Flora, la migliore serata dell’estate per presenze, e al grande evento sociosportivo del Fitwalking, ci ha fatto un po’ tribolare con il Jazz Festival, rimasto orfano di Sisinio Zito e per questo colpevole di aver accumulato ritardi e difficoltà organizzative mai registrate prima. Un plauso va, comunque, a Vincenzo Staiano, Paola Pinchera e all’Amministrazione: riusciranno a mantenere alto il livello del festival e della prossima estate Roccellese?

Voto: 8,5

Meriterebbe il titolo di regina della notte dopo la défaillance locridea dovuta alla chiusura de Le Club, considerato che il Maracuja non fa sconti e per tutta l’estate attira gioventù come mosche sulla… ci siamo capiti. Il problema di Caulonia, tuttavia, risiede nel Tarantella Festival, che pur arricchendosi del non meglio precisato appellativo Green e presentando un programma sulla carta accattivante, viene gestito in maniera davvero imbarazzante dall’Amministrazione Comunale, che lotta stancamente con chi di dovere per avere dei fondi che, se arrivano, vabbeh, altrimenti pazienza…

Voto: 7,5 (frutto della media tra Maracuja: 9,5 e Tarantella Festival: 5,5)

Gioiosa Ionica, Roccella

2

Mantiene la stessa posizione dello scorso anno Bivongi, che con il suo Mercato della Badia e le cascate del Marmarico continua ad affascinare orde di turisti. Il punto è: consolida ma non cresce, a differenza di Mammola e Sant’Ilario, che condividono con lei questa sesta posizione. Mammola, infatti, comincia a risentire della cura di bellezza della nuova amministrazione e del lavoro del consigliere con delega al turismo Giuseppe Spatari, mente frizzante in grado di organizzare tanti piccoli eventi cultural-gastronomici in grado di smuovere il paese. Sant’Ilario, invece, ha puntato sulle serate di piazza, sui piccoli concerti e sugli eventi culturali che hanno dato modo di divertirsi a persone di ogni genere e età.

Voto: 7

7) Gerace & Stignano

Anche Gerace, come Mammola, beneficia della nuova amministrazione comunale che, dobbiamo sottolinearlo, avrebbe però dovuto gestire molto meglio il Borgo Incantato. Piazzandolo nel mezzo della settimana e proponendo un programma artistico blando e confusionario, la Gerace di Pezzimenti avrebbe deluso anche quest’anno, non fosse stato per tanti altri piccoli eventi sparsi lungo tutto l’arco dell’estate, che ci obbligano a riconoscerle lo sforzo di aver cercato di riempire un po’ di più l’estate e di non affidarsi al suo solo evento di punta. Perde una posizione, invece, Stignano che, come Bivongi, non fa nulla di diverso dallo scorso anno, ma nella sua Festa dei vicoli ci mette meno convinzione e finisce con il far parlare molto meno di sé.

Voto: 6,5

9,5 8,5 7,5 6,5 69 8 7 6 5,5

ESTATE 2015

1

6) Bivongi, Mammola e Sant’Ilario

Locri

3

Portigliola

4

Riace

5

Caulonia

6

Bivongi,Mammola, Sant’Ilario

7

Gerace Stignano

8

9

Marina di Gioiosa

10

Agnana, Benestare Ciminà, Martone, Bianco Stilo


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1

8) Agnana, Benestare, Ciminà, Martone e Stilo

Le iniziative culturali di Caterina Furfaro avrebbero meritato di far scalare un paio di posizioni ad Agnana ma, pur essendo un piccolo centro, non bastano due o tre serate per riempire un’estate! Benestare merita questa sufficienza grazie alle serate di teatro molto ben curate dall’Amministrazione Comunale; Ciminà ci ripropone la sempre gradita Sagra del Caciocavallo, ma bisogna proprio essere amanti del genere per tornarci ogni anno e discorso simile vale per Martone e la sua ‘ntinna, che pure sembra che quest’anno abbia attirato molti più turisti del solito. Stilo, infine, ci riporta ancora una volta nel medioevo grazie al Palio di Ribusa, un bellissimo evento in costume che però rimane eccellenza isolata dell’estate del paese.

Voto: 6

9) Marina di Gioiosa

Cade in picchiata e rovinosamente dalla quinta all’ultima posizione Marina di Gioiosa, che si affida a un paio di sagre e ai propri locali per vivacchiare durante la stagione calda. Facciamo finta che si sia preso un anno sabbatico, l’anno prossimo vogliamo tornare a vederla animarsi!

Voto: 5,5

10) Bianco

Ciò che di Bianco rimane è la luminosità dei fuochi d’artificio. Il programma ricchissimo delle giornate di Ferragosto, che si chiude con il gran boato dei fuochi porta con sé il solito bagaglio di curiosi e turisti. Ma oltre al caos ferragostano, secondo alcuni, quest’anno, nemmeno della solita qualità, solo una serata di degustazione di Greco che gli organizzatori hanno dimenticato di pubblicizzare e, praticamente, di svolgere! Qualcuno

8

3

2

avverta Canturi che l’estate dura tre mesi!

Voto: 5

4

6

FUORI CLASSIFICA Bovalino

Sarebbe dovuta essere incolpevole ultima, considerato l’abbandono totale che la città sta vivendo (anche) in questi mesi estivi ma, essendo questo causato dalla gestione commissariale, abbiamo deciso di non infierire sulla città già in ginocchio e di non mortificare ulteriormente i cittadini, ai quali esprimiamo la nostra più sentita vicinanza.

Siderno

Anche quest’anno non vogliamo inserirla in classifica vista l’amicizia con l’assessore alla cultura Ercole Macrì, ma, non ce ne voglia Ercole, un appunto riteniamo opportuno farlo: visti i meravigliosi e numerosissimi eventi organizzati durante l’inverno, dalla stagione calda sidernese ci saremmo aspettati davvero tanto, ma tanto di più. Comprendiamo le difficoltà organizzative, ma il 2015 andò decisamente meglio. Incrociamo le dita per Portosalvo.

5

7

9

10

DOMENICA 4 SETTEMBRE

17


CULTURA

LA LETTERA AI FEDELI

Don Cornelio:“Rinnoviamo il nostro affidamento alla Regina di Portosalvo” Carissimi Sidernesi e voi tutti devoti della Madonna di Portosalvo, con negli occhi e, ancora di più, nel cuore le immagini dell'immane catastrofe causata dal terremoto nel centro Italia: morti, crolli, lacrime e paura sul volto di tanti nostri fratelli, andiamo incontro alla festa in onore della nostra Patrona, la Beata Vergine di Portosalvo. Quelle devastazioni ci ricordano che non siamo nè onnipotenti, nè immortali, ma fragili e impotenti davanti alle forze della natura e ci suggeriscono di essere saggi. Saggi nel nostro vivere, saggi nel nostro progettare, saggi nella prevenzione e nella messa in sicurezza dei luoghi in cui viviamo e, comunque, solidali nei confronti di chi oggi è nel pianto, con gesti concreti di aiuto e con preghiera costante. Saggezza e capacità di essere solidali, sono questi i doni che dobbiamo

saper chiedere al Signore Dio con il sostegno dell'intercessione della nostra cara Madonna, la Vergine saggia che seppe ascoltare e fare spazio nel suo cuore alla Parola che si è fatta carne nel suo grembo. Le celebrazioni religiose previste per il novenario sono state rese note anche con manifesti murali e locandine varie, come anche le manifestazioni civili curate interamente dall'Amministrazione Comunale. L'itinerario previsto per la processione di giorno 8 sarà quello ormai diventato tradizionale negli ultimi anni: C/so della Repubblica, via Margherita, via E. Fermi, via Torrente Arena, C/so Garibaldi, via delle Magnolie, via Jonio, C/so della Repubblica, per rientrare in Chiesa. Nel caso in cui non dovesse risultare agevole e sicuro, per via della fiera, passare da via Margherita e via Jonio

– si seguirà, come l'anno scorso, il seguente itinerario alternativo: C/so della Repubblica, via dei Colli, C/so Garibaldi, via Torrente Garino, C/so della Repubblica, per rientrare in Chiesa. Ad ogni buon fine, all'Amministrazione Comunale ho chiesto con nota scritta, quanto già chiesto per le vie brevi al sig. Sindaco nel corso di un incontro, di voler disporre che la collocazione delle “bancarelle” sul C.so della Repubblica venga effettuata lasciando un effettivo spazio libero di almeno 6 metri da un lato all'altro della strada e che in via Jonio, via Margherita e via E. Fermi le postazioni dei venditori ambulanti vengano collocate solo lato mare, anche al fine di consentire che le migliaia di fedeli presenti alla processione dell'8 settembre possano passare in sicurezza;

nonché di voler disporre, per motivi di sicurezza e per il decoro dei luoghi sacri, che tutta la zona antistante la Chiesa di Portosalvo, nonché le strade e i marciapiedi che costituiscono il periplo di Piazza Portosalvo e quella parte di marciapiede del Lungomare che si affaccia nella zona centrale della spiaggia, di fronte al Monumento al Marinaio, dove sarà celebrata la Messa del 7 settembre, siano lasciati liberi. Come singoli e come comunità rinnoviamo il nostro affidamento alla Regina di Portosalvo, Patrona di Siderno, alla cui presenza vogliamo confermare il nostro impegno condiviso per la ricerca e la realizzazione del bene comune. Buona festa a tutti. Il vostro Parroco Don Cornelio Femia

Siderno Superiore

Arte a 360° grazie all’International Calabria Art Festival al 21 al 28 Agosto si è svolta a Siderno Superiore la seconda edizione dell’International Calabria Art Festival Summer Edition. La rassegna, organizzata dall’Associazione Culturale L’Ariete di Siderno (RC), Fimmina Tv e la scultrice di fama internazionale Mariella Costa con il Patrocinio del Comune di Siderno, ha ospitato ben 125 artisti con adesioni provenienti da tutto il mondo, cito Giappone, Iran, Messico, Guatemala, Francia, Lituania. Le opere, divise per sezione (pittura, scultura, fotografia e poesia visiva)

D

sono state esposte a Palazzo De Mojà a Siderno Superiore, grazie alla disponibilità del Sindaco di Siderno Pietro Fuda e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Siderno Ercole Macrì che hanno sin da subito sposato l’iniziativa. La mostra, che ha avuto come Direttori Artistici la stessa scultrice Mariella Costa e la Presidente dell’Associazione Culturale L’Ariete, si è arricchita di arte a 360° coinvolgendo, inoltre, musica e letteratura con i concerti dei Re Niliu Acoustic e Tchaikovsky Dream e la presentazione del libro Caci il Brigante di Michele Papalia.

Partire o restare? Venerdì scorso l’evento“Avundivai” nel ricordo di Luigi Mory Venerdì 26 agosto, presso la villa comunale di Siderno, la Consulta Giovanile sidernese ed il Leo Club Luigi Mory di Locri hanno organizzato la manifestazione Meetheyoung… Avundivai?, incentrata sulle prospettive per i giovani offerte dal nostro territorio.Il messaggio lanciato è stato molto chiaro, ovvero che nonostante le molteplici difficoltà, con la voglia e la determinazione di affermarsi, si possa rimanere nel luogo dove si è nati e cresciuti. La serata, occasione per mettere in mostra le opere di Mariella Costa, è stata segnata dalle riflessioni sull’argomento del giornalista Claudio Cordova, direttore responsabile del Dispaccio; della startupper Menia Cutrupi e del consigliere comunale Vincenzo De Leo. Proprio in apertura di quest’ultimo intervento, il consigliere ha voluto ricordare brevemente il Luigi Mory a cui è intitolato il Leo Club di Locri e che è stato carissimo amico di Vincenzo fino a quel tragico 16 novembre 2014, in cui ha perso la vita.

«Luigi era una di quelle persone che questa terra non l’aveva abbandonata e non aveva intenzione di farlo - ci ha raccontato De Leo, da noi brevemente raggiunto dopo la serata - Era un giovane che aveva grande voglia di fare nella Locride e per la Locride e che, sono certo, se solo ne avesse avuto la possibilità avrebbe fatto di tutto per dare una svolta alla storia del nostro comprensorio. «Penso che l’applauso scaturito da quelle mie poche parole la sera dell’evento sia derivato proprio da questo: dal fatto che tutti sapessimo che lui aveva deciso di restare impegnandosi fino in fondo per il nostro territorio, una frase facile a dirsi e che sento pronunciare da molti miei coetanei, ma che troppo raramente vedo messa in pratica». Al termine del dibattito , è stata molto apprezzata la commedia teatrale La Baronessa di Ocavof dell'associazione teatrale "Amici Felici", con la regia di Cosima Leuzzi.

Polsi:ancora un grande successo per la tradizionale festa della Madonna È terminata anche quest’anno la Festa della Madonna di Polsi che, come di consueto, dal 31 agosto al 2 settembre, nella frazione di Polsi a San Luca, in Aspromonte, si costituisce di una processione della statua della Madonna che comincia in piena notte al grido di Viva Maria e prosegue tra le poche vie della frazione di Polsi, portata in spalla dai confratelli pescatori di Bagnara e dopo ore e ore si giunge al santuario cantando inni alla Vergine. Nell'ultimo tratto i portantini arrivano correndo. Le donne, nella navata centrale del santuario, camminano in ginocchio battendosi il petto. Vengono dati i sacramenti della confessione e dell'eucarestia, si da un ultimo saluto alla vergine e si offrono gli ex voto. Come sempre, i fedeli hanno dato un ultimo saluto alla Madonna e la festa è terminata la sera tra canti e balli. Nell'ultima notte, come di consueto, si dorme all'interno del santuario, come prevede il rito pagano dell'incubazione.


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Gioiosa a festa per San Rocco nel ricordo delle vittime del terremoto I tamburi a festa hanno suonato anche quest’anno fino a tarda notte. La festa di san Rocco, tenutasi come di consueto l’ultima domenica di agosto, ha raccolto attorno al santo portato ballando per le vie di Gioiosa Superiore una schiera fittissima di fedeli e di turisti lasciatisi travolgere dal ritmo della tarantella. Il sole

cocente delle ore più calde della giornata non ha fermato portantini, curiosi e danzatori, instancabili anime della festa che si è trascinata fino al concerto, partecipatissimo, di Edoardo Bennato. Messa da parte la potenziale polemica con il Vescovo, che aveva chiesto la sospensione dei festeggiamenti nel rispetto delle

Palmi: si ripete la magia della Varia dinanzi a 100mila spettatori A Palmi si ripete il rito della Varia che ogni due anni richiama migliaia di persone. Alla celebrazione di ieri, secondo alcuni, sarebbero state almeno 100 mila le persone accorse ad assistere alla manifestazione secolare dedicata alla Madonna della Lettera e diventata nel 2013 patrimonio culturale dell'umanità nell'ambito della Rete italiana delle macchine a spalla. La Varia, un enorme carro che rappresenta l'universo e l'assunzione in cielo della Vergine portato a braccio da 200 mbuttaturi (portatori) e tirata da altrettanti, ha percorso la strada del paese sulla costa tirrenica reggina. Durante il percorso (chiamato Scasata) l'animella - una bambina che simboleggia la Madonna - posta in cima alla Varia, a 16 metri di altezza da terra, ha impartito la benedizione ai presenti.

Carlo Romeo: un giovane diplomatico davvero eccezionale Ecco la Locride che fa storia positiva. Carlo Romeo, apprezzato diplomatico originario di Bovalino, a soli 46 anni, è stato nominato Ambasciatore. Da poco tempo è diventato il nuovo Ambasciatore d'Italia a Skopje, in Macedonia. Una carriera la sua, veramente eccezionale. Nato a il 14 agosto 1970, dopo i suoi trascorsi giovanili nella cittadina ionica, Carlo Romeo si è laureato a Roma in Scienze Politiche, indirizzo Internazionale-Comunitario. Ha un excursus eccezionale, soprattutto per la sua ancora giovane età a conferma delle grandi potenzialità che si porta appresso e che gli hanno fatto bruciare le tappe di una carriera diplomatica ricca di successi. Nominato Volontario nella Carriera diplomatica nel 1999, con il grado di Segretario di Legazione ha prestato servizio presso la Direzione Generale per l’Integrazione Europea (Politica Estera e di Sicurezza Comune e di Difesa dell’UE) del Ministero degli Affari Esteri dal gennaio 2000 all’agosto 2002. Dal 24 agosto 2002 ha svolto le funzioni di Vice Capo Missione e Capo dell’Ufficio commerciale presso l’Ambasciata in Montevideo (Uruguay) con il grado di Primo Segretario. Già il 29 settembre 2006 ha assunto le funzioni di Console andando ad occupare un ambito ed importante posto in quel di Detroit (USA). Dal 25 novembre 2008 ha svolto, poi, l’incarico di Capo Segreteria della Direzione Generale per la Cooperazione Politica Multilaterale e i Diritti Umani (dal dicembre 2010, Direzione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza) del Ministero degli Affari Esteri in Roma. Nell’ottobre 2010 è stato promosso Consigliere di Legazione. Dal 4 settembre 2012 ha assunto le funzioni di Consigliere presso l’Ufficio Ec o n o m i c o - C o m m e r c i al e - S c i e n t i fi c o dell’Ambasciata in Washington (USA). Dall’agosto 2015 ha svolto l’incarico di Capo del coordinamento consolare e responsabile delle tematiche di giustizia e affari interni. Adesso è stato nominato, come si diceva, ambasciatore italiano a Skopje dove pochi giorni addietro si è inse-

diato alla presenza del Presidente di quel Paese Gjorge Ivanov. Carlo Romeo è sposato con Antonella Di Furia ed ha due bellissime bimbe, Adriana e Ludovica. Ugo Romeo e Adriana Agapito, genitori di questo giovane eccezionale cittadino della Locride, due stimati docenti oggi in pensione, che vivono a Bovalino, hanno sempre seguito in punta di piedi i continui successi di Carlo. Un uomo che forte della sua grande volontà, sin da giovanissimo, stimolato dai sani principi che gli sono stati inculcati in famiglia quali i doveri per il lavoro, la famiglia e la Patria, si era posto alcuni suoi precisi obiettivi: o seguire le

orme di un suo congiunto che rivestiva l’incarico di Ammiraglio o tentare la carriera diplomatica. Alla fine ha scelto questa seconda strada. Una scelta giusta che lo ha portato a ricoprire in tempi brevi incarichi importantissimi culminati adesso, appunto, con l’incarico di Ambasciatore. Carlo Romeo ha fatto dello studio e della serietà professionale il suo modello di vita e i risultati gli hanno dato ragione. Conosce molto bene l’inglese, il francese e lo spagnolo e nella sua ormai lunga attività diplomatica all’estero è stato, ed è, spesso in contatto con la comunità Italiana. È particolarmente attaccato alla sua Calabria dove torna ogni volta che i suoi impegni lo consentono. Giusto che la sua città, Bovalino, e la Locride, siano fieri di questo loro figlio. Aristide Bava

persone colpite dal terremoto, la festa svoltasi con il consueto spirito, è comunque stata segnata da qualche minuto di raccoglimento nel rispetto delle popolazioni del Centro Italia. Un tributo dovuto a quelle persone alle quali la gioia di vivere è stata strappata in una calda notte d’agosto.



CULTURA E SOCIETÀ

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AMATRICE Quel palazzo rosso che resse al terremoto, simbolo di una ricostruzione che parte da Siderno

Nella notte del 23 agosto scorso è venuto a mancare, all’età di 81 anni, Giuseppe Messinetti, che in città tutti conoscevano come Peppino. Giornalista sportivo, tifoso sfegatato del Crotone, recentemente aveva scritto un bellissimo libro, "Dalla Marinella a Via Cutro".

Peppino al di là del cielo Un altro pezzo di storia è passato all’eternità, al di là del cielo. Una grave perdita non solo per Crotone, ma anche per la costa ionica. La sua presenza è stata indispensabile nell'evoluzione del Premio Pericle D’Oro, con le sue interviste a Gino Gullace, ad Adele Cambria, allo scienziato Fiodorof, a Vincenzo Mollica, a Nuccio Fava, a Dino Satriano, a Paolo Occhipinti, a Raf Vallone, a Nando Gazzolo e a tutti gli ambasciatori che si sono susseguiti nelle varie edizioni del Premio, per poi diventare lui un premio Pericle “Gino Gullace per il Giornalismo” nel 1966. Insieme a lui Maria Pia Fanfani, Don Antonio Mazzi, Emilio Argiroffi, Carmen Lasorella, e tanti altri. Questa la motivazione “Per la sua testimonianza appassionata e sincera su fatti, avvenimenti e storie calabresi che trasmette con stile brillante e personalismo”. Lui che aveva segnalato uomini eccellenti, consegnato statuette del busto di Pericle, insieme alla moglie Maria, dolcissima compagna di vita, lo raccontava tutti gli anni nella televisione preferita ”Video Calabria”. L’avevo conosciuto a Crotone, nel lontano 19… in una mia mostra alla Galleria “ll tripode”, presentata dallo scrittore Mario La Cava. L’allegria di Peppino, il suo modo di fare accattivante, mi hanno coinvolto, insieme alla sua semplicità di agire, di raccontarsi e raccontare il mondo che lo circondava. Amava smisuratamente la sua Crotone e lui, grande giornalista delle più grandi testate d’Italia, conoscitore della vita, la sapeva raccontare. Avevo conosciuto molti amici suoi, di grande valo-

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re e di grande intelligenza, ma la sua personalità, insieme alla dolcezza di sua moglie Maria e gli amici mi hanno fatto per sempre ricordare Crotone, incidendo indelebilmente nell'intimità della mia vita privata. Durante l’attesa di maternità di mia moglie, seguita dal Primario Ginecologo dr. Carallo, dell’Ospedale di Crotone, Peppino, Maria e gli amici mi hanno accompagnato nel più importante avvenimento della mia vita. Mio figlio Filippo è nato a Crotone, per coronare questo grande trionfo di amicizia e di accoglienza. Gli incontri si sono susseguiti ininterrottamente nel corso degli anni. Peppino e Maria erano sempre con noi nei momenti di gioia. Un mese fa una lunga telefonata con lui, come in un romanzo, ci ha trovati a dialogare a lungo del Premio, degli incontri, degli aneddoti, l’ho sentito sereno e ne ero felice. Avevamo stabilito che ci saremmo sentiti dopo qualche giorno, ma forse inconsciamente l’ultimo dialogo era il suo testamento. Una telefonata del figlio Silvio, che non avrei mai voluto ricevere, ci comunicava la morte del padre, di Peppino. Il mondo mi è caduto addosso mentre la mia mente si oscurava; come un film scorrevano inarrestabili la sua immagine, gli incontri, il sorriso, la sua bontà, il quieto vivere nell'essenzialità della sua vita. Caro Peppino Messinetti ti porterò inciso nel cuore insieme alla mia famiglia per la tua semplicità, umanità e la tua bontà. Domenico Savica

In occasione dell’Amatriciana della solidarietà, svoltasi in Piazza Portosalvo, a Siderno l’1 settembre scorso, abbiamo incontrato Giulio Aniballi, architetto amatriciano di nascita e di residenza che da 36 anni trascorre le sue ferie a Bovalino e che, presente sul territorio, non ha potuto non essere attivamente coinvolto nell’organizzazione dell’evento. Quando gli chiedo quale sia la situazione in paese un velo di tristezza non può che passare sui suoi occhi stanchi, testimoni delle pochissime ore di sonno che l’architetto deve avere accumulato negli ultimi giorni. «La situazione in paese è davvero molto brutta - mi racconta Aniballi - perché è completamente raso al suolo ma, ancora più brutte sono le polemiche che stanno nascendo attorno a quanto è accaduto. Nella Bibbia si legge che c’è un tempo per nascere e un tempo per

LOCRI

Alla galleria d’arte Arkè torna la rassegna MITICA La mostra “DEI E DEE part two”, dal 3 settembre al 23 ottobre 2016, alla galleria Arkè di Locri (RC), fornirà un altro prezioso tassello alla rassegna MITICA – Percorsi sonori visivi e visionari contemporanei. Si tratta del proseguimento della ricerca che la fotografa Adelaide Di Nunzio ha presentato nel 2014 al Parco Archeologico di Locri Epizefiri. Dioniso, Zeus, Ecate, Apollo, Giunone, la Sibilla Cumana: antiche e tragiche vicende, amori, tradimenti, profezie, rievocati dalla Di Nunzio, con acuta sensibilità e restituiti alla nostra contemporaneità... Quadri mitologici cui si uniscono, ora, il Minotauro, Partenope e Ulisse, e quindi, in omaggio a Locri, la dea Persefone «sempre con un senso», come sostiene l’antropologo Luigi Lombardi Satriani in un breve saggio dedicato a questa ricerca «di tensione all’Assoluto e di immersione nell’interiorità». Nel progetto di Adelaide Di Nunzio vi è come la necessità di attraversare quell’antica lacerazione che ha ferito e trasformato il mare nostrum in un luogo non più di transito di idee e di commercio ma in un mare silente e foriero troppo spesso di morte. «Miti che rimandano alla rappresentazione della condizione umana; sempre alla ricerca del bene ovvero del benessere contingente che a essa sfugge e che incarnano i desideri ora materiali ora ideali, o fin’ anche virtuali degli uomini [...] Le icone dell’artista napoletana nota Marò D’Agostino, curatrice della mostra e della rassegna Mitica sono costruite piuttosto cancellando figure e, spogliandole dall’eccessiva rappresentatività, con un fare che non le descrive ma ne propone frammenti performativi e dinamici come se queste fossero, sì legate al passato, cionondimeno proiettate in un futuro incognito, in una partita tra presenza e assenza che lascia margini per ulteriori divinità e, quindi, per altre differenze. In tal modo sembra che il senso stesso della ricerca sia l’inclusione di alterazioni e differenze e l’immissione in nuove prospettive». La mostra è stata inaugurata ieri sera alle 19:30 e sarà visitabile fino al 23 ottobre 2016.

morire: io penso che, per Amatrice, questo sia il tempo per rinascere nell’esclusivo impegno di trovare i mezzi utili alla ricostruzione. Solo quando il paese sarà di nuovo in piedi si potrà tornare a fare polemica, perché facendola adesso si distoglie solo l’attenzione da ciò che veramente serve, facendo dimenticare quale sia il vero obiettivo delle raccolte fondi anche a coloro che hanno intenzione di partecipare con buone intenzioni. «L’unica consolazione, se davvero di consolazione posso parlare, è che l’unico palazzo del centro del paese rimasto in piedi, quel palazzo rosso che sta facendo il giro del mondo, lo costruì mio padre e ancora ricordo quando, nel 1956, sventolavo dal balcone più alto il tricolore per festeggiare la fine dei lavori. Quel palazzo, edificato con una solidità e una robustezza che solo l’amore e l’esperienza di mio padre avrebbero potuto ottenere, l’hanno reso antisismico in un epoca in cui l’edilizia non badava a queste cose e, oggi, nella sua bruttezza (perché mio padre era un restauratore di monumenti, non certo un esperto nel design abitativo) vorrei che diventasse il simbolo della rinascita della nostra città e la serata che gli amici di Siderno hanno organizzato spero sia il primo passo in questa direzione». Jacopo Giuca


RIVIERA

Riconoscimen ti di bellezza Durante la manifestazione Miss Bambina anche la simpatica Desirée Giglio ha ricevuto un premio: quello dedicato alla memoria del compianto Pietro “Williams” Pisciuneri.

I sultani della mozzarella Carlo Raimondo del Caseificio Mail di Battipaglia e il nostro amico, distributore di prodotti caseari, Mimmo Femia.

Troppo diligente! Salvatore Galluzzo consegna una targa di riconoscimento a Paolo Panetta per i 43 anni di servizio svolti con rigore al comune di Gerace.

Vertici associativi All’Amatriciana della Solidarietà svoltasi a Siderno, lo scorso 1° Settembre, il capo della sezione locale della Protezione Civile Maria Bizantini posa con il presidente regionale dell’Arcipesca e la presidente provinciale Antonella Muscatello.

Il “Tauro” Michele Cremona, sidernese da anni trasferitosi nella Piana, viene da tutti ricordato come “L’uomo Tauro”

Artefici di solidarietà Uno dei cuochi, nonché art assieme all’équipe regionale efice, Calabresi, dell’AmatricianaCuochi Solidarietà del 1° settembre della Francesco Trichilo, gestore risè stato te di cucina tradizionale U Rictoranriju.

Come antichi cortigiani Peppe Figliomeni, Peppe Oppedisano e un Pino ... Albanese passeggiano amabilmente proprio come antichi cortigiani all’interno del cortile di Palazzo De Mojà, a Siderno Superiore.

L’infiltrato Il gruppo del Kiwanis di Siderno posa in compagnia di un infiltrato speciale: a voi l’arduo compito di scoprire di chi si tratta!

Artefici di futuro Alessandro Zito e Stefano Zirilli sono i due pilastri del gruppo di lavoro che ha dato vita al nuovo partenariato del GAL della Locride.


SETTIMANALE

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Il dubbio Di ideologie politiche contrapposte, Michele Vumbaca e Domenico Panetta non solo siedono vicini, ma parlano anche serenamente di qualcosa di importante. Quale sarà stato mai l’argomento di conversazione?

La foto dei Giorgio Ecco a voi, direttamente da Martone, Giorgio Nadile, Giorgio Imperitura, Giorgio Chiodello, Giorgio Napoli e Giorgio Frascà ed altri Giorgio.

Il suonatore e il Senatore Il senatore Antonino Monteleone e il giovane Silvio Pelle improvvisano per strada una sonata di novena che rallegra gli animi nonostante sia un po’ fuori tempo!

Quando il giornalismo è donna… Barbara Panetta, Simona Musco e Annalisa Costanzo posano durante il convegno tenutosi qualche mese fa al Polifunzionale di Siderno “Giornalisti d’azione”

Indispensabili collaboratori Il vicesindaco e un assessore di Bova, con la loro innata simpatia e la propria accumulata pazienza, sostengono con tutte le proprie forze la bella faccia del sindaco Vincenzo Crupi.

Ricomincio da due Pietro Multari e Angelo Politi, due indispensabili colonne dell’agricoltura calabrese, sono la solida base sulla quale si stanno costruendo i nuovi progetti di ripresa del settore primario nel nostro comprensorio!

SABATO 04 SETTEMBRE

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Prochilo strikes back! Il famoso cantante Benito Prochilo, dopo intere stagioni trascorse a fare tour in tutto il mondo e una breve convalescenza per problemi di salute, è finalmente pronto a tornare a calcare i palchi sui quali siamo abituati a vederlo!

C’è ancora molto da fare Giuliano della Croce Bianca mostra quanti mastelli per la differenziata ancora ci siano da distribuire a Siderno.

A suon di Tre Sorelle Gli amici di via Firenze vi invitano, martedì 6 settembre, alle ore 22:00, a trascorrere una serata all’insegna del divertimento in compagnia delle Tre Sorelle per rivivere il calore della Tarantella



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