Riviera n°38 del 21/09/2014

Page 1

Tra poco andremo a votare per il rinnovo del consiglio regionale. A 44 anni dalla Istituzione della Regione c’è una veritĂ storica che emerge inconfutabile: sono cambiati i governi regionali ma la Calabria non ha mai percepito il cambiamento. continua a pagina 16/17



CONTROCOPERTINA

www.rivieraweb.it

L’opinione “È una tragedia che potrebbe portarci al riscatto. Realtà cruda, sbattuta in faccia con la forza della verità.Fa male, ma induce al pensiero. L'irrazionale spinge alla logica. La crudeltà spinge ad amare l'umanità. Una grande prova artistica, uno splendido punto da cui ripartire, un esempio di valore consapevole, di critica, e di infinito amore per la nostra maltrattata terra.“

A

ANTONIO CALABRÒ nime Nere è più di un film; è la testimonianza sincera del male di vivere, dell'oltraggio subito dalla nostra terra, ed è lo specchio della fase terminale di una storia, quella calabrese, messa a nudo attraverso la grande allegoria di una famiglia di Africo. Munzi ha aperto un varco nei nostri cuori. Ha scavato in profondità nel sudiciume (la collaborazione di Criaco ne ha semplificato l'operazione, impossibile da fare se condotta secondo i parametri delle ovvietà attualmente predominanti), tirandone fuori le pietre preziose dell'umanità. Ha reso giustizia all'ingiustizia; ha riassunto in breve secoli di storia; ha perpetuato la volontà di riscatto; ha abbattuto pregiudizi e calunnie, realizzando alla fine un film che ha tutte le caratteristiche della Tragedia, che supera il contesto ridotto delle situazioni locali e che, come tutta la vera arte, possiede un carattere universale. Il volto schiantato dal dolore della madre è quello di Ecuba che piange Ettore; è il viso della Pietà, il dolore senza tempo della vita di chi è consapevole; i fatti e le azioni dei protagonisti sono scuse per l'intero impianto che, sin dall'inizio, impregnato da un terribile pathos, fa presagire la catastrofe assoluta. Il film prepara, costruisce condizioni, spiega e illustra senza mai scadere nel didascalico, e alla fine realizza compiutamente la sventura mortale. Che non è calabrese, non è legata al crimine, non è legata al bene o al male, bensì appartiene all'incapacità dell'uomo di accettarsi, mortale, solo e infelice. La bellezza della Calabria, così oltraggiata anche nelle immagini, che pure spesso le rendono giustizia, non basta a giustificare l'attaccamento cieco a tradizioni e consuetudini; la spinta- mortale, certo, è la vendetta. Secoli di miseria hanno scavato un solco d'odio, dietro il quale trincerare affetti e beni. Ma è proprio quest'odio a provocarne altro, a generare mostruosità, innescando spaventosi giudizi di Dio, che altro non fanno se non provocare dolore senza fine. Lutti e infelicità, paura e odio. Ma anche tenerezze e desiderio di normalità, persino all'interno di una comunità che fa del mantenimento della tradizione una causa di vita. Uomini animati da confuse idee di miglioramento prigionieri di quella violenza che in realtà anima il mondo intero. Paesaggi di bellezza struggente sfregiati dalla prepotenza sfrenata di un desiderio liberato dai freni del vivere civile. Ragazzi che altrove

godrebbero dei benefici della contemporaneità, che invece sprofondano nel vortice ribelle dell'affermazione individuale. E poi, sempre, le capre. La parola Tragedia ,che deriva dal greco Tragoidìa, significa “Canto del capro”; e proprio questa presenza inquietante, quella carne consumata avidamente dai protagonisti, è la nostra carne, la nostra carne di calabresi ma ancora di più è quella di tutti. Sacrificati sull'altare delle ricchezze cieche, immolati ad un Dio oscuro, irrazionale, feroce. Il film è potente e rivoluzionario. Potente perché coinvolge fino a sconquassare; rivoluzionario perché gira pagina rispetto ad un certo modo di trattare alcuni fenomeni. Nessuna epica western, nessun cedimento al blockbuster, nessun ammiccamento al pubblico, persino la musica, sulla scia di Bresson, è quasi bandita: realtà cruda, sbattuta in faccia con la forza della verità. Fa male, ma induce al pensiero. L'irrazionale spinge alla logica. La crudeltà spinge ad amare l'umanità. Il finale è degno di Melville. Tutto converge verso l'approdo senza ritorno. Sofocle ed Euripide, più che Eschilo. Non c'è giustizia, non c'è vendetta, non c'è armonia. La morte, e nient'altro. Implacabile, senza scampo. Il Fato che non concede nulla. Così doveva essere, sin dall'inizio, e così è stato. Gli Dei si beffano di chiunque li sfidi. Tragedia, e dolore senza fine. Alla fine, si piange. Piangiamo sulla sventura senza ritorno della condizione umana. Piangiamo su un destino disumano e malvagio. Piangiamo e vorremmo prendere per mano i protagonisti, tutti i protagonisti, e consolarli con tenerezze e affetto. La disperazione totale conduce nel punto più buio di questa notte epocale. Ed è soltanto il racconto, ed il suo assoluto valore artistico, a rischiararla e ad infondere ancora speranza. Speranza per un riscatto che non abbia bisogno di Ade per realizzarsi, e che, in «Quest'atomo opaco del male» diventi fratellanza, amore e concordia. «Posa u ferru» è la frase della donna disperata. «Posulu 'nterra», supplica. E lui, l'uomo che sognava altri orizzonti, singhiozzando, rifiuta, accetta la sua sorte con la forza degli eroi oscuri. Non è riscatto; non è possibilità. È tragedia. Una grande prova artistica, uno splendido punto da cui ripartire, un esempio di valore consapevole, di critica, e di infinito amore per la nostra maltrattata terra. Grazie Criaco, grazie Munzi, grazie a tutto il brillantissimo cast. Siamo ancora più felici di essere calabresi, adesso.

Catanzaro, Reggio, Locri, Siderno

Anime Nere

sold out

DOMENICA 21 SETTEMBRE

3


RIVIERA

www.rivieraweb.it

PRIMO PIANO

IN BREVE

iovedì 25 Settembre si terrà nella sala convegni dell’Ymca di Siderno alle 18.30 l’incontro rasporti e viabilità nella Locride Aprirà e modererà il dibattitoAlessandro Siciliano, presidente di Siderno Libera, interveranno anche Carmelo Tripodi, esperto in viabilità, e Domenico Gattuso, professore ordinario presso l’università Mediterranea.

G

ono già trascorsi 10 anni dalla morte di Massimiliano Carbone, ucciso a 30 anni. Il suo omicidio è ancora senza colpevole. Sarà ricordato domenica 21 Settembre alle ore 10.30 nella Cappella dell’ospedale civile di Locri.

S

GASTRONOMIA

Mammola dimora del gusto Il parere dello chef Enzo Cannatà sul paese elogiato a Comunità del cibo

DOMENICA 21 SETTEMBRE

4

VIABILITÀ

S.S. 106 Roccella: parte il conto alla rovescia dopo 27 anni Data di consegna prevista fine novembre. Il sindaco Certomà crede nei tempi dettati dall’Anas e prepara una rivoluzione cittadina ELEONORA ARAGONA Entro fine novembre si potrebbe risolvere un male atavico della Locride, l’imbuto di Roccella. È stato infatti questo il termine stimato dall’ingegnere dell’Anas Marzi, capo compartimento per la Calabria, per l’ultimare i lavori della variante di Roccella. Fine novembre, conto alla rovescia. Il giorno in cui sarà consegnato questo tratto di ss.106 sarà una data da cerchiare sul calendario, sono infatti 27 anni che si parla di questa strada e dei progetti per riuscire a bypassare il centro di Roccella. Se questa data fosse rispettata la prossima estate si potrebbe dire addio agli ingorghi infiniti che si creano puntualmente attraversando quei pochi chilometri di centro cittadino. Quasi una rivoluzione. Con l’avvicinarsi di questo giorno abbiamo chiesto al sindaco di Roccella Giuseppe Certomà se è fiducioso o se secondo lui si tratta dell’ennesimo proclama vacuo. Lui nei giorni scorsi ha convocato una delegazione del consiglio comunale per fare un sopralluogo sul cantiere, ha parlato con gli addetti ai lavori e ci ha rassicurato. «I lavori secondo quanto abbiamo visto e ci è stato illustrato sono stati realizzati al 40% e questa percentuale potrebbe far pensare che i tempi di consegna previsti sono assolutamente utopici. Invece secondo quanto ci è stato spiegato durante la visita sono già stati realizzati i lavori più ostici, come il cavalcavia che unirà Roccella con Gioiosa Superiore e un muro di contenimento di una collina alle spalle del paese». E poi aggiunge «La strada adesso può sembrare in con-

SARA JACOPETTA Quando si sente nominare Mammola non si può non avere l'acquolina in bocca. Ognuno di noi collega questo piccolo paesello al ricordo di un pranzo o una cena succulenta trascorsi in uno dei 14 ristoranti lì presenti. E se questo ricordo non c'è, dovreste rimediare al più presto. Mammola, paese che conta meno di 3.000 abitanti, è stata eletta, oltre che Comunità del cibo, come il paese dello stoccafisso. Benché il prodotto non nasca a Mammola stessa,

dizioni peggiori di quanto in realtà non sia perché è stato raschiato il vecchio asfalto, poi devono essere montati i guardrail e le segnaletiche orizzontali e verticali ovviamente sono ancora completamente assenti. È vero che si tratta del 60% dei lavori ma sono tutte operazioni che possono essere realizzate rapidamente». Il sindaco Certomà sembra quindi credere nelle previ-

rappresenta ormai il piatto tipico e tradizionale. Facciamo una chiacchierata con Enzo Cannatà, rinomato chef originario di Cittanova, paese che ospita anch'esso il gusto dello stocco, e ci spiega per quale motivo secondo lui Mammola è diventata dimora di piatti prelibati. Al primo posto troviamo il buon servizio dei ristoratori che sanno ben sfruttare la pubblicità, il tutto accompagnato da una sana ospitalità. C'è inoltre un occhio molto attento al prezzo, per renderlo alla portata di tutti, anche se Enzo, ci spiega, consiglierebbe di spingersi anche oltre: più costoso sì, ma anche più gustoso. I piatti sono tipici e rinomati, ma sarebbe ancor più bello se si osasse oltre la tradizione, per portare un'innovazione nella varietà delle portate. Il nostro chef ci racconta come spesso amici si confidano con lui elogiando cene gustosissime della serie «Cu 16 euru mangiamma fin'a spaccari a panza» (frase lasciata in dialetto come Enzo mi ha chiesto!) e quando lui incuriosito chiede che tipo di piatti sono stati assaggiati, alcuni non sanno rispondere, non ricordano…però sanno di aver pagato poco! Ma questo non basta. È qui che Enzo spiega che lo chef deve essere capace di lasciare una sensazione attraverso ciò che cucina: il ricordo deve

sioni dell’Anas, ma i 27 anni di continui tira e molla e di miracoli annunciati lo portano ad essere avveduto e infatti dice «Sì credo che la data sarà rispettata, se non sarà proprio fine novembre si tratterà di metà dicembre. Ma entro la fine del 2014 questa strada sarà completata». Diciamo che dà fiducia Certomà, ma ci crederà solo quando la strada sarà aperta al traffico. Non quando sarà inaugurata e quando le autorità taglieranno il nastro, perché ormai neanche i tagli del fiocco e le inaugurazioni sono un segnale attendibile nella Locride vedesi la questione Bovalino Bagnara. Ma quella è un’altra storia. Con il completamento del tratto di Roccella gli automobilisti potranno a questo punto imboccare la ss. 106 nei pressi di Circosta e uscirà in località Canne, vicinissimi a Caulonia quindi. Purtroppo fine novembre infatti non segnerà la fine dei lavori sul lotto di Gioiosa permettendo così di congiungere il tratto di Roccella a quello già ultimato e funzionante di Siderno- Gerace. Devo ancora essere ultimate le due gallerie e per riuscire a vedere la luce fuori da quei tunnel ci vorrà metà 2015. Tornando a Roccella comunque, cosa significherà non essere più al centro del traffico della vecchia statale? C’è timore per un calo degli affari? «No, crediamo che chi sceglieva di venire in paese per prendere un gelato o per fare una passeggiata verrà comunque. E anzi non avrà più il problema del traffico continuo, anche di mezzi pesanti, non avrà più problemi di parcheggio. Le dirò di più stiamo anche ripensando la città con zone pedonali più ampie e più a misura d’uomo».

essere vivido e intenso, e lo chef capace di saperle trasmettere. È un'arte. Enzo Cannatà che viene da Cittanova non può non volgere un pensiero anche al suo paese che ospita, come accade a Mammola, la sagra dello stocco. Spiega come Cittanova si sia spinta oltre il territorio, guardando anche a livello internazionale (la sua prossima partenza sarà per l'Australia, meta dove Enzo spiegherà la cucina dello stocco). E questa di Cittanova può essere una pecca, per aver dato meno attenzione al proprio paese rispetto a quella che Mammola ha dato al suo, ma anche

un'intuizione. «Mammola forse ha saputo sfruttare ancora di più il contesto», afferma. Enzo ha un grande sogno: quello di vedere sui piani della Limina una grandissima manifestazione, una gara competitiva tra Mammola e Cittanova che vede come protagonista naturalmente lo stocco; un po' come avviene a San Vito Lo Capo (Trapani) nella gara del cous cous. Del resto Mammola, oltre ad ospitare la sagra dello stocco, è conosciuta anche per la Festa del fungo e per la Festa della ricotta affumicata. Si aggiunge a questa lista anche un ottimo salume, la culatta mammolese. E nonostante la crisi, il turismo c'è stato e ha mantenuto il trend invariato, come ci spiega l'assessore alla cultura e al turismo Pino Agostino. Anche quest'estate Mammola è stata scelta per abbandonarsi al buon gusto dei piatti, magari ritrovandosi a condividerli con i parenti che vivono al Sud. E scopriamo che nella prossima settimana, una rappresentanza della Facoltà di Scienze gastronomiche (provincia di Cuneo) sarà ospite nel paese dello stocco per una visita alle varie aziende di prodotti tipici. Non ci resta che augurare a Mammola di continuare su questa strada. E, a tutti gli altri, buon appetito!



RIVIERA

LA COPERTINA

Rifiuti

Il comportamento quotidiano e indegno degli uomini mondezzaha contribuito a rendere la Locride uno dei territori più incivili d’Europa

Locride allo stato brado

Dove gli uomini socco ERCOLE MACRÌ «Ormai a mundizza vi nesci di naschi, Ercolè». Mi hai apostrofato così, nel giorno della vigilia di Portosalvo, un mio amico residente in Florida e devoto alla Madonna. «Menomale che i miei figli non sono venuti quest’anno a Siderno, mi sarei vergognato del mio paese, davanti ai miei generi. Comu i porci: stu paisi è allo stato brado» ha concluso incredulo mentre una potenziale bestemmia, grazie alla birra, gli si annegava fra i denti. Come Luciano di Sarasota, tutti quelli che quest’anno sono tornati per la bella stagione, hanno sbattuto le mani scoraggiati davanti a un’intera comunità sommersa dalla sporcizia e da se stessa, e non solo a Siderno. La Locride agli occhi degli “ex compaesani” è una porcilaia trascurata, un’offesa per il mondo in cui normalmente agiscono, lavorano, portano i figli a scuola e vivono insieme ai loro simili. In un periodo in cui tutto l’Occidente parla, discute e si confronta sulla Green City, i pedaggi d’ingresso delle auto nel centro, i parchi bicicletta, dove anche uomini e donne originari della Locride, residenti in Italia e nel mondo, non si accontentano più delle isole ma pretendono le oasi pedonali, io continuo a buttare i rifiuti alle nove di sera all’altezza del

Didascalia. In alto, accumulo di rifiuti per strada. A destra,una ragazza che getta la spazzatura accanto al cassonetto, sullo sfondo un frigorifero e dei cartoni abbandonati

Torrente Garino, a Siderno, in un cassonetto pesante modello primo dopoguerra, senza pedaliera, con il coperchio che è una zavorra, i manici col tetano, i gatti randagi spesso accanto e, a volte, anche dentro il cassonetto stesso. A confronto con la pessima gestione politica dei rifiuti e con il comportamento della gente con la propria spazzatura, la sanità di questo territorio è un El Dorado e la ‘ndrangheta un’associazione di monaci trappisti. Insieme ai politici e ai burocrati, che da queste parti e in malafede, mirano alla mediocrità del popolo per continuare ad avere le mani in pasta, stanno contribuendo a spingerci verso la rovina alcuni pessimi cittadini: gente disprezzabile, facce toste senza misura, streptococchi mancati. Tre categorie. B A S (Bestie, Animali, Sciacalli) BESTIE: Mi riferisco a quelli che non accorciano più nei cassonetti, seppur giurassici, ma basta una siepe, un ciglio di statale, un marciapiedi isolato, una buca anonima, una sterpaglia dimenticata accanto al parco giochi dei bambini, per liberarsi dei porci comodi suoi e di quelli di tutta la sua famiglia immune perfino ad ebola ed epatiti d’ogni vocale e numero, subumani con il pelo nello stomaco, la muffa negli occhi e i vermi dalla testa ai piedi. ANIMALI: Spesso dello stesso ceppo delle bestie se gli nomini la differenziata ti

rispondono ‘Io non parlo inglese’. Poi sorridono come ebeti, sgommano e lanciano il pacchetto della sigarette o i fogli delle scommesse dal finestrino anche quando si trovano sul corso della Repubblica, con lo smartphone su whatsapp e il petto depilato, tonico. Body Bulder dalla vocazione ‘ndranghetista che conoscono meno vocaboli corretti dello scimpanzè Bonobo: Centrotrenta in inglese il Bonobo, manco settanta in dialetto il body ‘ndrangheta. E ancora, gli SCIACALLI. Profilo vecchio stampo, con l’antico e sempre efficace fora du culu meu a cu pighjjia pighjjia sulla punta della lingua come un colpo in canna. Agiscono con spudorato silenzio, quasi al buio, precisamente durante i caroselli del film in prima serata. Sono sempre in due, il killer e il palo. Trasportano nel cofano una lavatrice o un televisore, vecchie scrivanie, comodini, a volte il cane morto di Lesmaniosi, poi scaricano il cofano e liberano la lingua appunto: fora du culu meu a cu pighjjia pighjjia. Orrori su orrori in una Locride dove uomini senza stima di sé, indifferenti alle nuove generazione e alla vergogna, soccombono a scimmie e burocrati. Quest’ultimi, seduti nei palazzi del potere, ci abbassano sempre di più l’orizzonte e, quasi infastiditi dalle critiche, affermano: è tutta colpa di Adamo e Eva. E di King Kong, aggiungo io, per dovere di cronaca.


www.rivieraweb.it

DOMENICA

21 SETTEMBRE

7

A confronto con la pessima gestione politica dei rifiuti e con il comportamento della gente con la propria spazzatura, la sanità di questo territorio è un El Dorado e la‘ndrangheta un’associazione di monaci trappisti.

ombono alle scimmie Impianto di San Leo - Siderno

La protesta contro la puzza non si fermerà: «Vogliamo rispetto» ANTONIO TASSONE La protesta dei cittadini aderenti al libero movimento spontaneo creatosi per protestare contro i nauseabondi odori provenienti dell'impianto di smaltimento dei rifiuti di Contrada San Leo, è stata sospesa anche se la decisione non è stata totalmente condivisa. La stessa portavoce del movimento Mariarosaria Tino che è stata tra le cittadine più attive nella battaglia contro la "puzza" ha così dichiarato a noi di “Riviera”: «la manifestazione il primo giorno si è svolta pacificamente, i mezzi sono rientrati nei comuni tranquillamente, la guardia è stata tenuta alta anche la notte, con dei turni. Il giorno dopo sono cominciate le grane, all'impianto mi è arrivata una telefonata dove mi si metteva al corrente che non so quale Sindaco ci aveva denunciato per "emergenza ambientale", nonostante tutto abbiamo continuato. Verso le ore 14.30 ho parlato al telefono con il Capo Dipartimento Tutela

dell'Ambiente, ingegnere Gualtieri, con il quale ho scambiato battute abbastanza forti e gli ho chiesto a gran voce di recarsi di persona sul posto per rendersi conto della situazione. Con una delegazione di cittadini presenti, abbiamo avuto l'ennesimo incontro con il geometra Codispoti della Regione, a cui hanno presenziato tre sindaci: Strangio, di Sant'Agata del Bianco, Scordino, di Bianco, e Fuda, di Gioiosa Superiore. È stato escluso il sindaco di Gioiosa Marina, gli altri invece pretendevano la rimozione del blocco immediatamente. Non abbiamo accettato, in quanto non si riusciva a sapere quanto tempo ancora sarebbe occorso per ulteriori lavori. Alla sera, visto anche il numero esiguo dei partecipanti e per non creare problemi a padri di famiglia, il blocco è stato rimosso. Quello che siamo riusciti ad ottenere, grazie anche all'ispezione fatta dall'ispettore Quaranta della Questura è: che il materiale presente venga al più presto o lavorato o rimosso (centinaia e

centinaia di tonnellate di rifiuti ammassati; che i tunnel vengano svuotati (1200 tonn. di organico); che il Biofiltro venga potenziato al massimo, e cosa più importante, che sia fatto un piano di ricezione olfattiva, che elimini definitivamente il cattivo odore che stiamo respirando. Nei giorni scorsi c'è stato il tavolo tecnico e da quanto ci è stato comunicato a fine settimana prossima, ci saranno fornite tutte le notizie ufficialmente, in quanto si aspetta la relazione dei tecnici. Stiamo comunque monitorando sia l'emissione dell'odore, che lo svuotamento dell'impianto. Siderno conclude Mariarosario Tino - non deve e non può essere la discarica di tutti i Comuni, questo impianto di separazione emana un odore pestilenziale per 24 ore al giorno, avvelenandoci, non possiamo accettare pertanto il trattamento che alcuni sindaci e il Dipartimento regionale all'ambiente ci stanno riservando, ma se necessario torneremo a rivendicare i nostri diritti di vivere una vita dignitosa».


www.rivieraweb.it

PRIMO PIANO

IL PROFILO

DOMENICA 21 SETTEMBRE

8

Originario di Gioiosa Jonica, ma in Canada da quando aveva 15 anni. Ecco cosa si sa del presunto boss della Siderno Gruop of Crime aToronto.

ITALIA: GIOIOSA JONICA

CANADA: TORONTO

Chi è Remo Commisso? C

CARMELO CARABETTA hi comanda a Toronto, ovvero nella città calabrese più grande al mondo? Gli affari in Canada si concludono sempre attorno a un tavolo, perché altrimenti U cumannare è megghjiu du futtiri. Dalle risultanze investigative il tavolo c’è ed è bianco,; lì vi siedono i rappresentanti delle nove ‘ndrine calabresi, repliche della casa madre reggina, ma anche i delegati altri gruppi internazionali presenti in quella importante contea della malavita. Dall’ultima operazione, denominata “La Morsa sugli affari”, spicca, però, un po’ più in alto degli altri un certo Remo Commisso. Chi è Remo? Da un’intercettazione ambientale viene fuori che “Remo” si sarebbe sistemato con un’attività di compravendita di appartamenti: “Remo grazie a Dio sta lavorando con gli appartamenti”, riferisce un italo-canadese a Giuseppe Commisso “il mastro”, e che si ritrova spesso con Domenico Ruso, “compare Mico è là”, e con “compare Franco ...(inc.)... è sempre là al club, di venerdì sera e di mercoledì”. In quel che sarebbe un locale notturno “ … stiamo fino all’una, l’una e mezza di notte solo che siamo da soli, ci sediamo là e scherziamo un poco, la domenica sono capitati tutti la sopra al ...(inc.)... dove siamo andati, abbiamo arrostito carne della madonna, quanta roba che c’era là davanti, dopo che hanno sparato hanno acceso il fuoco là, abbiamo iniziato ad arrostire ed è venuto compare Jimmy De Leo”. Come si può notare dai nomi del dialogo intercettato a Siderno i protagonisti della storia italo canadese sono rimasti sostanzialmente gli stessi, con Remo Rocco Commisso che occupa un ruolo di primo piano, riconosciuto dalla casa madre del mandamento ionico reggino.

Originario di Gioiosa Jonica, parte alla volta del Canada nel 1961, all’età di 15 anni, insieme alla madre e ai fratelli. Il padre Girolamo era stato assassinato nel 1948 e tra i presunti componenti del commando ci sarebbe stato anche tale Michele Alberti, che emigrerà in Argentina, per essere ucciso nel luglio 1982, una settimana dopo la vittoria mondiale della nazionale di Bearzot, mentre si trovava a cena in un ristorante di Siderno, con altre 19 persone, nove delle quali erano di Toronto (in rappresentanza delle nove locali distaccate nella città canadese collegate al “Crimine”). Del delitto Alberti, ritenuto un boss, gli

investigatori hanno indicato quale presunto mandante Remo Commisso, che nel frattempo sarebbe divenuto il capo del “Siderno Group of Crime” operante a Toronto. La parabola ascendente di Remo Commisso inizia nei primi anni ‘70, quando l’italo-canadese si afferma nel settore del commercio del pane, riuscendo ad accaparrarsi i contratti sulla fornitura del pane per la “Commisso Brothers” e “Racco Bakery”. I nomi rimandano ancora al legame tra la Locride e Toronto, con Remo Commisso che lavorava con Michele Racco e Vincenzo De Leo. Gli affari lo riportano nella Locride, dove, nel 1971, subisce un attentato mentre si trovava con tale Salvatore Aquino. A causa delle attività in Italia tra Remo e i capi della ‘ndrangheta di Toronto ci furono dei contrasti cui fece da mediatore (per Remo) John Papalia di Hamilton, la città che sin dagli anni ’60 ha influenzato i rapporti tra gli italo canadesi decidendo per un lungo periodo i componenti della “Camera di controllo”, ovvero la “Commissione della ‘ndrangheta di Toronto”, che attraverso i “meeting” organizza e sviluppa gli intrecci commerciali in tutto il mondo. Tra le altre organizzazioni gli investigatori canadesi della York Regional Police Foree avrebbero individuato all’epoca i seguenti gruppi: “Commisso crime family”, “Stalteri crime group”, “Siderno Group”, “Commisso Associate Criminale Associate to Scarcella”, “Toronto Sicilian Crime Group” “Barillaro Crime Group”. I nomi rientravano in

un apposito fascicolo dal quale sin dagli anni ’70, in un crescendo nel decennio degli ’80, sarebbe dimostrata l’esistenza e l’operatività di associazioni i cui capi e adepti, originari per la gran parte di Siderno, Gioiosa Jonica, Marina e Mammola, si avvalsero del determinante apporto delle ‘ndrine attive nei paesi d’origine. Più di 30 anni dopo, la pentola continua a bollire e il tavolo è sempre più bianco, ma non immacolato. Infatti, 65 morti negli ultimi 5 anni non sono bazzecole. Un frangia di ‘ndranghestisti avrebbe lasciato la casa madre per sposarsi ai Rizzuto. Stiamo parlando non solo di una faida tra gli Inzerillo del New Jersey e i Rizzuto di Montreal, ma anche di Siderno Group contro Siderno Group, fratelli di latte contro fratelli di latte. Se l’indiscrezione venisse confermata saremmo di fronte - potenzialmente - alla più grande guerra del crimine italo-americano di tutti i tempi, che interesserà, a livello di campo di battaglia, anche alcuni importanti comuni della Locride. «A Montreal comandiamo noi», avevano mandato a dire i Rizzuto agli intimi dei Gambino dopo l’omicidio del calabrese Paul Violi nel 1978, anno dei mondiali in Argentina. I Gambino rimasero in silenzio, sia loro, che i loro affiliati del New Jersey, quegli Inzerillo massacrati agli inizi degli anni ‘80 dalle belve di Corleone: “Di questi qua - disse Totò Riina - non deve rimanere sulla faccia della terra nemmeno il seme”. Poi si è messa di mezzo la Siderno Group di Toronto...

I PROTAGONISTI

Dall’ultima operazione, denominata“La Morsa sugli appalti”, spicca il nome di questo presunto boss di Toronto. Da un’intercettazione ambientale del Mastro viene fuori che il compaesano in Canada si sarebbe sistemato con un’attività di compra-vendita di appartamenti.



RIVIERA

APPROFONDIMENTI

www.rivieraweb.it

“Lady ‘ndrangheta? Donne calabresi indignatevi” Ci sarebbe da indignarsi, dovrebbero farlo tutte le donne calabresi. Continua la politica “demolitoria” nei confronti della nostra regione e dei suoi abitanti da parte della grande stampa. L’articolo di Giovanni Audifreddi pubblicato da Vanityfair e l’intervista a Beatrice Borromeo dal titolo “Io e le principesse della ‘ndrangheta” sono la sintesi di chi cerca facile pubblicità per aumentare lo share di gradimento sparando a zero sulla nostra regione e mettendoci sempre di mezzo la ‘ndrangheta, “prezzemolo di ogni minestra”. Alla Borromeo non interessa considerare le tantissime donne che ogni mattina si alzano e si sacrificano onestamente per cercare di portare la famiglia e di realizzarsi dal punto di vista professionale in un’area territoriale dove, purtroppo, ancora è radicata la cultura del maschilismo e le occasioni di lavoro sono davvero pochissime tant’è che il tasso di disoccupazione giovanile e femminile è tra i più alti d’Europa, interessa dipingere le “lady ndrangheta” , per fare emergere tutta la loro “bellezza” ed i loro “prodigi”. Se ne occupa nei primi due documentari di Skytg24 voluti dalla Wildside di Lorenzo Mieli. Questo il lancio dell’intervista di Vanity fair: “Principesse e regine, ma della

10

Lettera aperta al prefetto di Reggio

Comefarsipubblicità utlizzando“icone”negativee tvcompiacenti ANTONIO TASSONE

DOMENICA 21 SETTEMBRE

‘ndrangheta. Donne che ordinano omicidi passionali, trafficano in armi, comandano i clan, più crudeli dei mariti in carcere. Madri che creano eserciti privati con i figli tossicodipendenti, cui iniettano la dose per renderli dipendenti dall’eroina e governare meglio il mercato della droga, la stessa che hanno imparato ad impastare da ragazzine nel bagno di casa . Secondo la Borromeo (lanciata in tv da Michele Santoro) queste donne sono le protagoniste della malavita organizzata calabrese. Ed ancora nell’intervista, alla domanda di Giovanni Audifreddi: “protagoniste in che senso?”, la Borromeo risponde così: “se subiscono un lutto, rifiutano di avere rapporti sessuali con il marito, esasperano l’ambiente familiare colpevolizzando tutti fino a quando non viene accettato il loro ordine di vendetta”. Vivo in questa regione sin da quando sono nato e personalmente non ho mai visto delle mamme che iniettano le dosi per rendere i figli dipendenti dall’eroina. Ho registrato il desiderio di vendetta di qualche donna appartenente a famiglie mafiose dopo aver avuto un parente ammazzato, quello sì, ma che le donne calabresi siano mai arrivate a fare queste cose vergognose non lo voglio credere. E sarebbe anche ora di finirla con queste interviste a delle persone che della nostra regione, delle nostre usanze, non conoscono nulla se non per sentito dire

Egr. sig Prefetto, ho appreso dalla prima pagina de “ Il Garantista” che è stata chiusa per un certo periodo una gelateria perché frequentata da mafiosi. Commentando il fatto per strada, sono venuto a sapere che anche a Locri, paese dove vivo, è accaduta la stessa cosa e che provvedimenti del genere sono diffusi. Colgo pertanto l'occasione di fornire all'Amministrazione dello Stato qualche suggerimento antimafia, anche un po' originale: - Vietare per sei mesi l'acquisto delle Wv Golf di colore nero, le quali sono esibite per lo più da soggetti provenienti da ambienti contigui alla mafia; - Nei sei mesi successivi ( alternando, quindi) vietare l'acquisto di magliette e pantaloni da donna debitamente griffati decorati con vetro e specchietti e di scarpe Hogan; - Chiudere a Bosco Sant'Ippolito il centro padre Puglisi diretto dalla bravissima suor Carolina ma mal frequentato da bimbi “inquinati”; - Interrompere la percorrenza delle strade provinciali che portano in alcuni paesi ( la cosa si ottiene facilmente sbarrando i ponticelli sulla fiumara prima di Natile Nuovo e il ponte adiacente al campo sportivo di San Luca - se poi la legge consente un provvedimento definitivo, i ponti possono essere minati dall'esercito); - Vietare, nei locali pubblici, il consumo di Champagne a chi non esibisca un attestato per reddito superiore a euro centomila annuo. Mi pregio poi di proporre in positivo un'opera imponente e simbolica, cui attribuire significato dantesco di contrappasso, e da opporre al Mose veneziano: abbassare, con congrui lavori si scavo sotterraneo, il livello dalla superficie del mare, di circa 2000 metri, sì da sommergere tutte le 5 provincie calabresi, eccezzion fatta dei terreni confiscati alla mafia per non incorrere in autogol. Tale opera farebbe naufragare tutti i Calabresi, i quali potrebbero chiedere l'intervento di “ mare nostrum”, acquisendo status di richiedenti asilo con annessa rendita di 35 euro al giorno. In alternativa a questa soluzione finale, già sperimentata con gli ebrei, sia pur con altre modalità, il sottoscritto aveva sempre, in passato, pensato a politiche di lavoro e di serio impegno educativo. Rinuncio a tali proposte perché il Mose/Calabria risolverà tutto. Il Piccolo Pasquino



IN PRIMO PIANO

Viabilità Lo stillicidio di treni e stazioni

Una protesta molto partecipata contro lo smantellamento del trasporto ferroviarionella jonica si è svolta il 15 Settembre a Gioiosa Jonica

Trasporti vergognosi nella Locride L'

ultima grande manifestazione a difesa della linea ferroviaria jonica da queste parti era stata d'ispirazione divina o quasi. Era stato infatti l'allora Vescovo di Locri, Monsignor Bregantini che, da forestiero catapultato nella nostra realtà s'era reso conto, più di cittadini e di chi di competenza, del dramma e della situazione surreale che la Locride e l'intera fascia ionica calabrese vivevano a causa di scellerate politiche a (S)favore del trasporto pubblico specie ferroviario. Erano in verità tempi felici, se rapportati

agli attuali, perché in fin dei conti fino a quel momento era stato soppresso il solo Intercity diurno per Roma, il “Velia” nel 2002, e in quel momento, una mattina di settembre del 2003, era stato appena soppresso lo storico collegamento diretto diurno tra Bari e Reggio. Però rimanevano operativi e molto graditi i collegamenti notturni con Torino, Milano, Bari e soprattutto Roma ed un dignitoso trasporto regionale. Via via, d'improvviso e non senza patetiche scuse, furono però soppressi tutti uno dopo l'altro sotto la scure definitiva del Ministro Matteoli, fiore all'occhiello dell'ultimo governo Berlusconi. Proprio in quel periodo rinasceva la stazione di Locri e anche in quel caso, come poi avvenne con la vicenda ospedale, l'attuale sindaco di Locri, all'epoca luogotenente del Barone Macrì, manifestava all'inaugurazione del nuovo fabbricato di stazione senza specificare, per ovvie ragioni, di chi fosse la colpa politica di quei tagli e cioè dei governi nazionali e regionali da lui convintamente sostenuti. Quei treni, infatti, subirono lo stralcio dal “contratto di servizio” nazionale, con cui lo Stato ogni anno decide quali treni finanziare e quindi pagare a Trenitalia. In più proprio a partire dall'anno suc-

Hanno iniziato piano piano, sopprimendo un treno dopo l’altro, adesso è diventato praticamente impossibile partire e raggiungere la Locride con il treno

cessivo una normativa europea che imponeva la “lateralizzazione” delle porte d'accesso ai treni avrebbe impedito, fino a lavori di adeguamento mai previsti e mai effettuati, di vedere circolare sulla nostra linea i treni a lunga percorrenza e normali treni regionali al di là delle “littorine”. Oggi, dopo che nel vicino 2009 furono completati milionari lavori di adeguamento dell'intera linea jonica per velocizzarne gli incroci e gli ingressi in stazione, RFI, gestore della linea, ha deciso di smantellarne buona parte per presunti risparmi di manutenzione con il silenzio complice del governo regionale e con l'avallo di quello nazionale che a Locri, lo scorso maggio, ha inviato il Sottosegretario Del Basso De Caro che nessun cenno, pur se informato dei fatti e sollecitato, ha fatto alla vicenda confortato dalla benevola accoglienza del PD locale. Per fortuna lunedì scorso una nuova, decisiva e più bella manifestazione, rispetto a quella del 2003 e alle tante piccole iniziative degli anni successivi, frutto non di un miracolo divino, ma di una ormai quinquennale azione di denuncia e di informazione: accanto agli eretici del CIUFER del Prof. Gattuso e agli appassionati ragazzi di Ferrovie in Calabria cittadini, associazioni, partiti e finalmente moltissimi sindaci in prima linea la Locride ha detto basta ed è scesa in piazza lo scorso lunedì a Gioiosa. Primo atto di una rinnovata lotta a difesa del bene pubblico e della ferrovia che già il prossimo 25 settembre a Siderno ne prevede un secondo con un terzo a Bova Marina da definire a breve. Comunque andrà questa vicenda sono pochi quelli che potranno dire di aver provato concretamente ad impedire l'ennesimo smantellamento di ciò che con tanti sacrifici era stato costruito a partire dal 1865 in avanti. Lr


www.rivieraweb.it

DOMENICA 21 SETTEMBRE O 13

Il ritorno a scuola Vacanze finite per tanti studenti, dopo tanti mesi di vacanza sono tornati tra i banchi. L riforma della scuola annuncia modifiche, ma ci sono due cose che non cambieranno mai il suono della campanella e il sonno degli studenti di rientro dalle ferie

L’intervista Al dirigente Rosita Fiorenza

Rientro a scuola a Siderno tra proteste dei genitori, lavori in corso e soppressione delle classi. In merito a queste situazioni ecco quanto dichiarato dalla preside

Le sorprese di inizio anno scolastico alla Pascoli Alvaro FRANCESCA BARRANCA Anche a Siderno l’inizio dell’anno scolastico non è stato dei migliori, ne sa qualcosa il Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “Pascoli Alvaro”, Rosita Fiorenza, in questi giorni alle prese tra le tante lagnanze dei genitori di Mirto per la soppressione della II elementare e del plesso Pascoli per i turni pomeridiani che gli alunni sono costretti a sostenere, causa lavori in corso. Una situazione che assicura la Dirigente Fiorenza “stiamo operando per risolvere quanto prima possibile”. In merito alla protesta dei genitori di Mirto che attualmente hanno deciso di non mandare i loro figli a scuola, la Dirigente ha spiegato al nostro giornale che si sta lavorando nel rispetto delle normative vigenti, al fine di individuare una celere risoluzione della situazione, ovviamente andando incontro a quelle che sono le esigenze dei genitori e soprattutto degli alunni. Relativamente alla situazione venutasi a determinare in uno dei plessi della scuola “Pascoli Alvaro”, precisamente, in quello di Mirto, per la quale è scaturita formale protesta da parte dei genitori degli alunni frequentanti la II° elementare, con una nota inviata al nostro giornale la Dirigente sottolinea con esclusivo spirito costruttivo e distensivo quanto segue: innanzitutto occorre puntualizzare, senza alcuna possibilità di equivoco, che il plesso di Mirto, in quanto realtà vivace e produttiva, è tenuto nella dovuta massima considerazione, e, pertanto non è interessato ad alcuna attività di preconcetta soppressione; è anzi preciso obiettivo di questa Direzione Scolastica, appena insediatasi, di incentivare sempre più la presenza di alunni anche nei plessi periferici per i positivi riflessi che ne derivano per la comunità, nonché per arginare il sempre più preoccupante fenomeno della dispersione scolastica. La problematica lamentata si riferisce invece alla soppressione di un’unica

classe, conseguentemente all’applicazione della vigente normativa posta in atto al momento della determinazione degli organici di diritto alle situazioni di fatto, che vengono annualmente adeguati anteriormente alla data di inizio dell’anno scolastico. La soppressione di tale classe è pertanto, purtroppo, la risultante del mancato raggiungimento dei parametri numerici minimi previsti, circostanza questa che nel rispetto della normativa ha determinato l’inevitabile e sofferta disposizione oggetto di lamentela dei genitori di Mirto, non potendosi comunque in nessun modo ravvi-

sarsi nella condotta dell’Amministrazione Scolastica alcuna negligenza o mancanza di trasparenza, essendosi peraltro la stessa sempre adoperata, dimostrandosi attenta e disponibile, per i fabbisogni e la salvaguardia dei diritti dell’utenza, ricercando ed attuando ogni possibile soluzione alle varie problematiche. Prosegue inoltre la Dirigente: “tale situazione è stata peraltro tempestivamente comunicata ai genitori interessati, all’uopo convocati all’indomani dell’insediamento della sottoscritta quale D.S. dell’I.C. Pascoli-Alvaro, ai quali sono state prospettate le possibili soluzioni individuate; quanto poi alla presenza di un alunno diversamente abile, si ritiene utile ribadire anche in questa circostanza la possibilità/opportunità già rappresentata ai genitori di predisporre un percorso di riadattamento al nuovo ambiente, a comprova del fatto che da parte dell’Istituzione Scolastica, quando si parla di alunni, non si pensa solo agli aspetti numerici, bensì soprattutto a quelli didattico-pedagogici, nonchè anche di salvaguardia inerenti alla sfera formativa dell’essere nella sua interezza, di cui la famiglia e la scuola sono i principali capisaldi. In conclusione della nota, aggiunge il Dirigente: “pur ritenendo pleonastica tale affermazione, con la rassicurazione che il riconoscimento dei diritti e la tutela della comunità scolastica che ho l’onore di dirigere, nel suo complesso e degli alunni in primis, sono la primaria prerogativa, oltre che di ogni genitore per il caso specifico, anche e soprattutto delle Istituzioni a ciò deputate che mi pregio di rappresentare sul territorio, ben comprendendo sul piano umano le ragioni che stanno alla base delle lagnanze manifestate”. Da parte nostra ci auspichiamo che la situazione possa al più presto rientrare e soprattutto che si possatrovare una soluzione e una via che sia un punto di convergenza tra le necessità prospettate dall’Amministrazione Scolastica e le esigenze degli alunni, loro sono i primi che bisogna tutelare.

Driiiiinnnn! È qualche giorno ricominciata a suonare puntualmente ogni mattina, ad esclusione della domenica, la "sinfonia" più odiata al mondo: quella della sveglia degli studenti. Soave, aggressiva, da spaccare i timpani, impercettibile all'orecchio umano. Non temete, se qualche sera dovesse sfuggire di impostare l'orario, ci sono sem-

pre loro, le mamme, pronte al risveglio last minute, fatto di urla e cattive maniere. Così dopo un'estate assolutamente ballerina, di sole cocente e brevi rovesci, gli studenti più o meno ricaricati, lunedì 15 Settembre si sono ritrovati davanti ai cancelli di scuola, con tintarella in vista, e mezza manica. Abbracci, euforia e occhiaie sono stati fra i protagonisti. E poi la curiosità di chi iniziava la scuola per la prima volta, l'emozione dei genitori che non credevano i figli fossero cresciuti così in fretta, i pianti delle madri più apprensive di fronte ai bimbi dell'asilo, e l'imbarazzo degli adolescenti al primo anno di scuole medie o superiori. Il traffico dell'ora di punta, gli ausiliari del traffico impegnati, e i tanti colori scintillanti di cartelle e zainetti, è stato lo scenario del lunedì mattina scorso. Tra qualche settimana il tutto sarà ormai normale, ma dopo una lunga estate sembrava così insolito vedere tanta gente, e strade affollate al mattino presto. Ci sono stati istituiti, come il tecnico "G. Marconi" che per attutire l'impatto con l'inizio dell'anno scolastico ha deciso l'uscita anticipata alle ore 12:00 per le prime due settimane di scuola. Novità anche per i maturandi: Stefania Giannini nel corso di un'intervista ha dichiarato:"niente più commissari esterni per i maturandi 2015." Sarà vero? Inoltre la Giannini opta per l'eliminazione della tradizionale tesina, a favore di un più innovativo progetto che riguardi tutto l'anno trascorso. Si parla di proposte, e si spera nella loro attuazione. E se agli studenti è stato fatto l'in bocca al lupo per l'anno scolastico, gli universitari calabresi, continuano ancora per poco a godersi gli ultimi colpi di coda dell'estate. Sara Leone


GERENZA

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

Direttore responsabile: ANTONIO TASSONE Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Ercole Macrì, Eleonora Aragona, Franco Parrello, , Lidia Zitara, Patrizia Pellegrini, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Francesca Barranca..

APPROFONDIMENTI

La JonioTirreno e la galleria più disastrata di Italia UNA GALLERIA STRETTA, SENZA ILLUMINAZIONE E LUNGA BEN 3200 M. I LAVORI DI AMMODERNAMENTO SONO STATI ANNUNCIATI DA ANNI MA NULLA È STATO FATTO. ASPETTANO CHE CASCHI NATURALMENTE? KATIA CANDIDO Ebbene, ancora una volta la protagonista è lei: la galleria della Limina, che collega la piana di Gioia Tauro con la Locride. Da anni ormai risulta abbandonata a se stessa creando pericoli per chi la attraversa. Percorrendo la Salerno Reggio Calabria ci si rende conto di quanto sia più confortevole viaggiare oggi, grazie ai lavori che pian piano stanno portando a compimento; gallerie immense, illuminate con tanto di segnaletica ben visibile. Cosa ben diversa è affrontare la SGC, la strada per collegarsi alla SS 106, in questa zona si nota solo il degrado. Da quanto tempo si parla di chiusura della galleria della Limina per lavori di ammodernamento? Tanto, troppo! Il 21 febbraio 2014 i lavori sono stati eseguiti per gli interventi di ripristino, in seguito ad emergenze e incidenti stradali ma non hanno portato alcun miglioramento in termini di viabilità. Chiunque si trovi ad attraversarla di giorno s'immette in un vortice di buio totale. Questa galleria è altamente pericolosa all'imbocco perché poco illuminata e troppo stretta. Eppure è una delle gallerie più lunghe d'Italia, perché tutto questo disinteresse? Perché l'Anas non valuta questa situazione ormai annosa? Lunga 3200 m circa, tutt'oggi si presenta con notevolissime infiltrazioni d'acqua che, oltre a far sorgere seri dubbi sulla capacità futura di tenuta, determinano delle vere e proprie pozzanghere che rendono l'asfalto poco aderente. La segnaletica interna, ancora oggi lascia a desiderare; insomma, vi è una scarsa manutenzione complessiva. Gli automobilisti vi entrano facendosi il segno della

croce. Il discorso viene notevolmente esteso a gran parte della SS 682, anche le altre gallerie infatti non sono affatto illuminate e ciò determina un forte contrasto visivo nel momento in cui si accede, soprattutto nelle giornate di sole. Lungo il tracciato i guardrail sono assolutamente insicuri, soltanto sulla parte dell'arteria che porta al litorale ionico possiamo notare quelli di nuova generazione. Dall'altra parte, invece, verso Cinquefrondi e Polistena troviamo un ponte lunghissimo con scarsa sicurezza per via delle barriere di protezione, posti ai margini della strada, troppo bassi rispetto ai metri di altezza che, se vogliamo dare una visione positiva alla condizione, possiamo dire che ciò da la possibilità di godersi la vista di un bellissimo panorama tirreno; ma ad essere realisti, non dobbiamo negare l'evidenza, ossia che basta veramente poco per catapultarsi giù in fondo al precipizio. Vi è inoltre, la questione delle due rampe che portano al traforo della Limina, l'una sul versante tirrenico e l'altra su quello ionico che presentano una fortissima percentuale di pendenza. Gli automezzi di grosse cilindrate sono costretti a procedere con velocità molto contenute, sia in salita che in discesa e questo determina notevole pericolo per le automobili anche a causa di condotte di guida errate e spericolate. La necessità di realizzare in tempi brevi, adeguati interventi di messa in sicurezza di questa strada è stata più volte sollecitata da esponenti politici e rappresentanti istituzionali, senza avere ottenuto, fino a questo momento, risultati apprezzabili a tutela del traffico veicolare. Pur comprendendo le difficoltà contingenti, dal punto di vista economico,urge un provvedimento mirato che ponga fine a questi problemi. Sarebbe ora che il Presidente dell'Anas, Pietro Ciucci, prendesse visione di questa situazione che non vuol essere una lamentela ma uno dei tanti appelli per la sicurezza di ognuno di noi. Ciò di cui abbiamo bisogno sono fatti concreti e poche parole.

Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl Via Gramsci, 72/A info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Master Printing S.r.l. Modugno (BA) EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048 Siderno

www.rivieraweb.it DOMENICA 21 SETTEMBRE

14

Il bovalinese Francesco Spagnolo, Alberto un cardiochirurgo all’avanguardia Rocco Loccisano, Il professore Francesco Spagnolo è stato invitato a partecipare al Meeting di GVM- Area Calabria, che si terrà il 20 settembre presso l'Hotel Città del Sole di Stilo (RC). Spagnolo attualmente lavora come primario alla clinica ICLAS (Istituto clinico ligure di Alta specialità) situato a Rapallo e alla clinica Anthea di Bari, inoltre per lo studio Medico si è trasferito da Bovalino allo studio Radiologico di Siderno. È stato anche insignito del Premio Pericle d'oro per la ricerca scientifica quest'estate. L'argomento da Lui trattato sarà il microscopio operatore nell'intervento di bypass aortocoronarico ché attualmente utilizzato solo dal dottorFrancesco Spagnolo in Italia sicuramente, ma probabilmente anche il EUROPA. Ecco in breve uno stralcio della conferenza. Il microscopio operatorio nell'intervento di bypass aortocoronarico: «Il bypass aorto-coronarico è l'intervento più frequente in cardiochirurgia. In genere le coronarie di questi pazienti presentano una stenosi localizzata alla sua origine mentre il resto della loro parete e sana.Vi sono due gruppi di pazienti che sono inoperabili. Il primo gruppo è rappresentato da quei pazienti che hanno una ostruzione estesa a tutta la lunghezza della coronaria. In Usa sono circa 2 milioni i pazienti dichiarati inoperabili mentre in Italia il loro numero è circa 400.000.Questi pazienti, se di giovane età, sono destinati al trapianto cardiaco mentre se anziani sono destinati ad una vita di assoluto riposo ed a terapia medica continua. Il secondo gruppo è costituito da pazienti con coronarie molto piccole. In questi pazienti la mortalità operatoria è così elevata da essere ritenuti inoperabili. I pazienti con coronarie piccole sono più frequenti nel sesso femminile e negli uomini di bassa statura. Noi

cacciatore gentiluomo

abbiamo ipotizzato che l'inoperabilità è legata alla stessa tecnica da noi utilizzata che è soddisfacente quando il calibro della coronaria supera i 2mm ma che diventa insufficiente quando il calibro della coronaria è inferiore a 1.5m. Partendo dall'osservazione che, con l'introduzione del microscopio operatore, la microchirurgia è in grado di effettuare interventi spettacolari come il trapianto di braccia o di mano, grazie alla possibilità di suturare ad alto ingrandimento vasi di calibro molto più piccolo di quelli ritenuti da noi inoperabili, abbiamo introdotto l'utilizzazione del microscopio operatorio nell'intervento di bypass. Con l'ausilio del microscopio operatorio, abbiamo operato 420 pazienti ritenuti inoperabili e la mortalità è stata solo del 3%. Recentemente abbiamo sottoposto con successo ad intervento di plastica ricostruttiva della coronaria principale, una paziente dell'età di 45 anni, affetta da una grave coronarite che coinvolgeva tutta la sua lunghezza. Questa paziente era stata giudicata inoperabile non solo in Europa ma anche nei migliori Centri del Nord America». (Domenico Savica)

L’ANGOLO DI PARRELLO

Le “stelline”di Santa Domenica di Placanica Al miracolo delle “stelline” di Fratel Cosimo si può credere o meno. Io l'ho vissuto personalmente. Pochi anni fa andai a Santa Domenica di Placanica, ad assistere ad una manifestazione religiosa in onore della “Madonna dello Scoglio”. Era quasi mezzogiorno e dissi a parenti ed amici che avvertivo un po' di stanchezza per cui sarei andato in macchina a riposare. Mi ero appena seduto, quando all'improvviso vidi venirmi addos-

so milioni di “stelline”. Naturalmente in quel momento non ero cosciente di ciò che mi stava accadendo; l'evento durò pochi minuti e poi tutto tornò come prima. Raccontai ai componenti la mia comitiva quanto era avvenuto, ma mi dissero che forse avevo esagerato nel bere; nient'affatto, in quella località non vi era alcuno che vendeva del vino….. Franco Parrello

IL RICORDO

Un anno senza Giuseppe Ruffo Nella ricorrenza dell' anniversario della morte di Giuseppe Ruffo, avvenuta il 16 Settembre 2013, vogliamo ricordare la figura del compianto professore, chiamato amichevolmente Pepé, cittadino benemerito di Bovalino, distintosi nell'insegnamento e nella militanza politica. Egli è stato benvoluto dalla gente per le sue doti di gentilezza, onestà e passione civile. Aveva un profondo senso del rispetto

della persona e trattava tutti con la stessa carica di umanità. E' stato un intellettuale riservato e si compiaceva del successo altrui, quando meritato. La storia della sua giovinezza è riportata nel Diario giovanile, da lui composto negli anni bellici 1943-1945. In esso egli descrive in modo realistico il triste periodo storico di cui fu giovane testimone. Il suo impegno politico sin dagli anni del primo dopoguerra, nella sini-

stra italiana, si è delineato come espressione della sua scelta a favore degli umili e dei più deboli per la ricostruzione della società meridionale. La sua partecipazione attiva alla vita pubblica non gli ha impedito di essere nella sfera privata un padre presente e premuroso. Di questo i suoi figli e nipoti hanno consapevolezza e gli sono riconoscenti. Rocco La Cava

Il mondo non morirà domani, di fronte a un risultato parzialmente raggiunto o addirittura ancora lontano da conseguire, questo è Rocco Alberto Loccisano, classe 1926. Nato a Marina di Gioiosa Jonica (R.C.). C'è tanto contenuto in queste poche parole, la presa d'atto di una situazione magari insoddisfacente, ma nello stesso tempo la volontà di guardare avanti, alle cose da fare e a come farle per raggiungere l'obiettivo. Non dimenticando mai le sue radici, con l'ottimismo della volontà, il rifiuto alla rassegnazione, la convinzione di lavorare per un futuro più vantaggioso, tutto ciò ha caratterizzato e caratterizza, l'esistenza dell'amico Rocco Alberto. Si coglie sempre il segno del sapere umano, confronto aperto, e capacità decisionali, di una generazione che purtroppo pian piano è andata scemando. Porta con sé l'esperienza che lo vede ancora oggi (dopo più di mezzo secolo), protagonista indiscusso dell'arte venatoria. Sei la nostra guida spirituale, amico Rocco Alberto!... (Cacciatore gentiluomo). Giuseppe Lupis Pres. F.I.D.C. Agnana Cal.



POLITICA

ELEZIONI REGIONALI

23 NOVEMBRE 2014

ILARIO AMMENDOLIA

T

ra poco andremo a votare per il rinnovo del consiglio regionale. A 44 anni dalla Istituzione della Regione c’è una verità storica che emerge inconfutabile: sono cambiati i governi regionali ma la Calabria non ha mai percepito il cambiamento. Un tempo la classe politica calabrese appariva subalterna alle classi dirigenti nazionali. Dopo la fine dei partiti storici la Calabria è diventata subalterna ai forti poteri occulti o semipalesi che hanno svuotato di capacità decisionale i partiti e le Istituzioni democratiche. C’è qualcosa di peggio. Da anni sulla scena è apparso un convitato di pietra che utilizza il delitto come arma di lotta politica ma può utilizzare anche il giustizialismo. Non pensiate che stia parlando della ndrangheta. Troppo semplice e troppo facile parlare sempre e solo di ndrangheta. Si tratta di un potere capillare e pervasivo capace di si innestarsi alla “politica”, come il parassita sull’albero, di sovrapporsi sino a distruggerla. La ndrangheta, quando c’è, viene utilizzata solo come estrema strumento di violenza. Faccio un esempio: nel 2004 , si verifica un fatto inquietante a Bova: l’attentato all’assessore regionale Saverio Zavattieri. Tutto ci dice che i sicari hanno sparato ad altezza d’uomo con l’intenzione di uccidere. Non ci fu preavviso, né “avvertimenti preventivi”. Si voleva scrivere un messaggio col sangue e metterci sopra l’indirizzo: il governo regionale e il presidente Chiaravalloti.. L’anno successivo c’è stata la pubblica esecuzione di Francesco Fortugno. In questo caso i sicari riuscirono nella loro missione di morte ed il messaggio fu recapitato alla maggioranza regionale e al presidente Agazio Loiero. La sequenza logica dei fatti ci dimostra che in Calabria operano nell’ombra dei “cartelli” simili a quelli di Medellin, solo che invece di trafficare droga, trafficano sulla testa dei calabresi e sulle risorse regionali. “Medellin” si impone quando una terra diventa colonia, quando la democrazia viene spezzata , dove la politica è morente. La loro forza è inversamente proporzionale alla debolezza degli altri soggetti che sono in campo. Nei mesi scorsi in occasione del caso “L’ora di Calabria” scoppiato a Cosenza, è emersa la punta di

interessi intrecciati che vanno dagli studi legali, alle convenzione nella sanità, dagli studi tecnici ad una giungla affaristica che assorbe gran parte delle risorse regionali. Tutelare gli interessi dei pochi significa calpestare i diritti del popolo calabrese. E’ inquietante constatare come nessuno ne parli, quasi che tali poteri, così attivi in passato, si siano dissolti nell’aria quasi per incanto. Dove sono? Sono in agguato oggi come nel 2004 o nel 2005. Scrutano i possibili “vincitori” , valutano e soppesano le forze in campo, si spostano con leggerezza.. Stipulano patti,, garantiscono appoggio elettorale, spostano pacchetti di voti e poi presentano il conto. Non faranno sconti. Noi , cari pochi lettori, oggi come trenta anni fa, riteniamo che questa sarà la volta buona. Diceva il Foscolo che la speranza è l’ultima Dea e così ci auto convinciamo che questa sarà la “volta buona” per il riscatto della Calabria. È una illusione necessari ma stolta. Il futuro si scrive oggi e si sta scrivendo molto male. Pessimo il foglio, peggiore la penna, tremanti le mani.. Tutti siamo schiacciati e schiavi del presente, incapaci di analizzare il passato e di progettare realisticamente il futuro . Per affrontare l’urto dei “cartelli” organizzati e per portar fuori la Calabria dalla “morta gora”, i partiti - se fossero stati tali- avrebbero avuto un sola strada: investire in Politica., invece sono stati infettati dal morbo e, in misura diversa, sono diventati essi stessi sequestratori di sovranità popolare, affossatori di qualsiasi progettualità, oggettivamente complici degli interessi dei pochi. Oggi c’è l’ubriacatura che precede ogni vigilia elettorale, domani ci sarà il risveglio. Il grande lavorio che c’è intorno alle elezioni regionali è simmetrico all’enorme disinteresse che si nota tra la gente quasi che il rinnovo del consiglio regionale sia un affare estraneo al popolo calabrese. Si sta proiettando lo stesso film ma visto da angolazioni diverse. Passeranno le elezioni ed il popolo calabrese, Dio non lo voglia, pagherà ancora il conto. Ancora una volta. gli interessi dei pochi saranno prevalenti su quelli dei molti. Il popolo è (anzi, sarebbe) una grande forza solo quando qualcuno riesce ad intrecciare i singoli fili in una robusta fune. Questo si poteva e si doveva fare per cambiare ed è l’unica cosa che nessuno sinora sta tentando di fare. Forse perché il popolo è un gigante, risvegliarlo è sempre un pericolo per i nani.

Il convitato

di pietra


www.rivieraweb.it

DOMENICA 21 SETTEMBRE O 17

In vista delle prossime votazioni per scegliere il nuovo presidente della Regione i nostri opinionisti tracciano l’attuale situazione della Calabria e cercano di capire quali sono i problemi più urgenti che dovrà affrontare il neo eletto Governatore. Con un occhio al passato e uno al futuro hanno tentato di inquadrare cosa è necessario per uscire dall’empasse in cui è caduta la Regione attanagliata tra repressione e disoccupazione

Calabria

la speranza

necessaria La cattiva gestione della cosa pubblica in regione è una tradizione che ha radici antiche. In oltre 40 anni di Consiglio regionale abbiamo avuto presidenti di Giunta non eletti e presidenti votati dal popolo, maggioranze condivise: tutte accomunate dal fallimento GIUSEPPE GIARMOLEO

L

a speranza è un lusso necessario! Le condizioni della Calabria sono tali che non è necessario riportare dati o fare particolari analisi: basta dire che va tutto male, che in tutti i settori abbiamo fatto passi indietro. Certo, vi è una crisi economica di proporzioni enormi che va ben oltre i confini della nazione e che ha stritolato le economie più deboli e ridimensionato quelle più forti, ma è altrettanto vero che si poteva e si doveva governare meglio questa terra ormai allo stremo. Il nostro sistema politico prevede la possibilità di valutare l’operato di una classe dirigente e, se è il caso, di sostituirla senza violenza, con il voto. Le prossime elezioni regionali sanciranno il licenziamento di un gruppo di governo regionale diviso, apparentemente, in maggioranza e opposizione? Infatti, sarebbe molto riduttivo addossare alla Giunta Scopelliti particolari responsabilità: la cattiva gestione della cosa pubblica in Calabria è una tradizione che ha radici antiche: in oltre quarant’anni di Consiglio regionale abbiamo avuto presidenti di giunta non eletti e presidenti votati direttamente dal “popolo”, maggioranze ampie e maggioranze risicate, leadership condivise con presenza forte dei partiti e leader “carismatici, politici di lungo corso e politici provenienti dalla società civile: tutte realtà accomunate dal fallimento! Governare è difficile, governare la Calabria è difficilissimo e non vogliamo svalutare il lavoro svolto in tutti questi anni, ma di certo è

sempre mancato quel “salto amministrativo” necessario per far uscire questa terra dal sottosviluppo. Perché l’alternarsi delle giunte, il confronto politico, le sollecitazioni provenienti da più parti, la disponibilità di fondi e le richieste dei cittadini, non hanno mai prodotto il cambiamento sperato? Vogliamo sperare che, quando la campagna elettorale entrerà nel vivo, sarà possibile apprezzare programmi e candidati. Vogliamo sperare che le richieste di voto siano supportate da un’idea di ciò che si vuole fare grazie a quel consenso, per ora abbiamo osservato poco: poche idee e ancor meno credibilità. La politica, nel disinteresse dei calabresi, sembra muoversi secondo le vecchie logiche: clientelismo, accordi con grandi elettori, promesse vaghe, contatti personali tramite amici, parenti e clienti. Per ora le uniche novità potrebbero essere i grillini e Callipo, aspirante candidato governatore del PD. Quel che resta del Centrodestra ha già scelto: poche persone si sono riunite e, dopo il nulla osta berlusconiano, hanno scelto Wanda Ferro. A sinistra lo scontro è aperto, gli esiti imprevedibili. Le prossime elezioni segneranno una svolta? Coloro che hanno impedito il “salto” di cui si diceva osservano come coccodrilli immersi tranquilli nell’acqua, senza dare nell’occhio e...aspettano. Sanno che uomo solo, anche se occupa la poltrona di governatore, non darà fastidio: sanno come farlo rientrare. Una cosa sola, forse, li preoccupa: un governatore con una squadra di valore e con forte sostegno popolare: il terrore di tutte le oligarchie! I calabresi troveranno il coraggio di rendersi conto che è finito il periodo dei favori e di votare in modo libero?


CULTURA E SOCIETÀ

Pillole

Naturopatiche

A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone

...Continuano i colori del sole a scaldare l'anticipo d'autunno ed aumentare le nostre difese immunitarie! Zenzero E' un valido aiuto contro l'accumulo di peso(perché da sazietà), per migliorare la circolazione sanguigna e per ridurre i dolori muscolari. Contiene oli essenziali, pectine, fenoli, mucillagini e antiossidanti, che funzionano come elisir di bellezza e salute. Riduce stanchezza e stress. Grazie alle vitamine A,C ed E è anche elisir di giovinezza. Avrebbe anche proprietà protettive contro tante malattie neurodegenerative, come l'Alzhaimer. Contro il mal d'auto si può masticare un pezzo di radice di zenzero. Curcuma Gli indiani la usano come spezia, ma anche come cosmetico e colorante. Secondo la medicina ayurvedica, ha virtù antibatteriche, antiallergiche e antispastiche. E' un potente antinfiammatorio privo di effetti collaterali; il suo effetto , per alcuni è paragonabile a quello dell'aspirina , ed è utile quando il fisico è sotto stress. La curcuma nella dieta può ridurre del 75% la formazione dei calcoli di colesterolo. Origano Sembra che uno dei suoi principi attivi, il carvacloro, abbia proprietà contro il tumore della prostata. Ma l'origano è anche un rimedio valido per liberare il naso: i suffumigi sono molto efficaci. L'infuso potenzia i trattamenti contro la cellulite e , mescolato con un po' di vino, stimola la digestione, allevia il mal di testa e i dolori intestinali e facilita la guarigione dal raffreddore. Per chi ha la gola infiammata, sono consigliati gargarismi. Zafferano E' un elisir di bellizza per i capelli: da' forza alle radici e regala volume alla chioma. Si può preparare una maschera con alcuni pezzetti di liquirizia in ammollo nel latte, poi ridotti in pasta. Basta aggiungere un pizzico di zafferano per ottenere un composto che , applicato tre volte alla settimana, rinforza i capelli. Le donne indiane usano lo zafferano come esfoliante, mescolandolo con la farina di ceci: l'impasto va applicato prima della doccia.

Uno scatto, una vita... Raffaele Montepaone

Una madrina d’eccezione per il Premio Grotteria 2014 Nella foto Maria Grazia Cucinotta durante la serata di inaugurazione del Premio Grotteria, quest’anno dedicato a Massimo Troisi e al tema della migrazione, un percorso che molti calabresi conoscono bene. Il Premio Grotteria 2014 è stato assegnato a due stelle di prima grandezza del mondo musicale italiano: Lelio Luttazzi e Rossana Casale, anch’essi migranti dai loro luoghi d’origine per accrescere in modo creativo la loro esperienza umana ed artistica. Il Premio Grotteria a Lelio Luttazzi è stato alla memoria conferito alla moglie Rossana, compagna di una vita e presidente della Fondazione dedicata al grande maestro.

Seicento partecipanti per la maratona CorriBianco

La CorriBianco, organizzata dall’Atletica Azzurra Bianchese, ha fatto registrare quest’anno 600 atleti partecipanti, divisi in tre batterie. Sono stati incoronati 18 nuovi campioni italiani di corsa su strada categorie Master, dopo le competizioni sul percorso cittadino di dieci chilometri. Grande l'afflusso di spettatori sul lungomare nonostante il periodo considerato “di bassa stagione”.

Un successo il festival Artisti del Mediterraneo La kermesse musicale si è chiusa facendo registrare una buona partecipazione di pubblico e un’elevata qualità musicale. Il vero protagonista di tutta la manifestazione è stato comunque Walter Guido, giovane artista della Locride venuto a mancare lo scorso anno Una notte bianca “elettrica” mai vista prima. La terza serata del festival “Artisti del Mediterraneo” non ha sfigurato di fronte al successo delle due precedenti, registrando ancora una volta la presenza di migliaia di persone. «Le esibizioni sono state fantastiche, i gruppi sono stati perfetti, uno meglio dell'altro», ha commentato il direttore artistico Domenico Sisto a margine della serata. Sul palco la serata “KalabriaElettrika”, con la notte bianca “all music” made in Calabria sulle note rock blues, reggae, dubstep, hip hop, dance, con Eman & Rebeldia Band, Marvanza Reggae Sound, Domenico Sisto & Omc, Gray, Mattamusa e Quarto di Vino, il tutto accompagnato dalle esibizioni di artisti circensi che hanno dato un tocco di magia alla serata. Particolarmente coinvolgente l'esibizione dei Marvanza Reggae Sound, travolti dall'affetto del pubblico al termine del concerto, con tanto di invasione dei camerini da parte dei fan. I concerti sono stati accompagnati dall'esibizione di due giovani artiste calabresi, Ylenia Mazzà, direttamente da “Ti canto una canzone” e Francesca Commisso, finalista del “Tour Music Fest”, che hanno incantato il pubblico con la loro bellissima voce. Sul palco anche una delle realtà musicali più promettenti del momento, Eman, che ha dedicato una sua particolarissima versione di “Mio fratello è figlio unico” di Rino Gaetano a Walter Guido, vero protagonista del festival, costruito proprio alla sua figura umana e artistica, con

KATIA CANDIDO «La macchina fotografica per me è un mezzo per esprimere le mie emozioni e la fotografia è sicuramente la mia passione». È così che Raffaele Montepaone di Vibo Valentia si presenta a noi della “Riviera”. Grande artista, fotografo di successo è alla continua ricerca di uno scatto o di una serie di immagini capaci di gettare luce su situazioni lontane ma determinanti per il nostro futuro perché ritrae i passaggi del nostro tempo accompagnati dai segni indelebili della vita. Una passione che racconta un’unica grande storia, quella della Calabria in cui Raffaele Montepaone s’immerge con grande spirito di osservazione riportando l’essenziale, invisibile agli occhi ma non al cuore di chi sa ascoltare e carpi-

la voglia di celebrarlo utilizzando le sue armi più efficaci, la musica e il sorriso. Una serata carica di divertimento, condita dall'estro di Marvanza ed Eman, il cantante catanzarese che continua così a segnare nuovi traguardi e a raccogliere consensi; e dai ritmi coinvolgenti e “vintage moderni” di Sisto&OMC, Gray, Mattamusa e Quarto di Vino. Il festival si chiuderà questa sera con la proiezione dei videoclip realizzati sulle canzoni dell'album “Walter sogna ma non dorme”, presentato venerdì 12 con la partecipazione di tutti i gruppi (eccetto Eugenio Bennato & Mujura) che hanno contribuito a musicare le canzoni di Walter Guido, e verrà assegnato il premio al miglior video. A seguire sul palco i Musicanti del Vento, che apriranno le danze prima del concerto di Mimmo Cavallaro, Cosimo Papandrea & Taranproject. Una serie di concerti a cui faranno da contorno tanti altri momenti di arte e divertimento, con corsi di strumenti tradizionali e balli, “street art”, fiera del Mediterraneo, passando per le estemporanee di pittura, i percorsi gastronomici e così via, per chiudere in bellezza l'estate nel ricordo di un grande artista.

re il linguaggio dell’arte. Una sua gallery proprio sulla gente di Calabria è stata resa protagonista su “La Repubblica” e presto lo vedremo a Catania per una mostra fotografica dal titolo “Life”. Complimenti per gli awards che ti sono stati meritatamente riconosciuti. Come nasce la tua passione per la fotografia? Nasce semplicemente dal fatto che da piccolo ero affascinato da questo apparecchio talmente semplice e veloce nel fermare il tempo………in famiglia c’erano dei parenti che facevano i fotografi e spinto dalla voglia di imparare cominciai a frequentare lo studio. Da lì tutto accadde in modo molto naturale e coinvolgente, la fotografia mi “rapì” e il mio percorso virò radicalmente, volevo fortemente fare questo nella mia vita! Ami lo stile reportagistico. Quali espe-

rienze decisive hai avuto nel corso dei tuoi reportage? Non c’è stata una in particolare ma se dovessi scegliere sarebbe il reportage ad impiegare la maggior parte del mio tempo proprio perché in ogni fotografia c’è una storia, c’è un vissuto, ci sono delle persone e le loro vite. Spesso uno scatto fotografico riesce a descrivere una situazione meglio di molte parole. Che cosa è necessario per poter cogliere l’attimo giusto? Più che cogliere l’attimo giusto è il saperlo vedere, o meglio dev’essere una combinazione di elementi meccanici e non che lavorano insieme. Soprattutto nel reportage. È il sapere leggere una determinata situazione e riuscire a trasferire quella scena, quello stato d’animo, su “carta” come si diceva una volta…

Che rapporto cerchi di instaurare con le persone che vuoi ritrarre?Non programmando o comunque non organizzando i miei incontri, o quasi la totalità dei miei servizi, mi trovo sempre di fronte a situazioni diverse e sconosciute, ma è così che mi piace realizzare le mie fotografie. Che funzione può avere secondo te la fotografia per sostenere i diritti umani? La fotografia da sempre ha raccontato le storie del mondo dalle più grandi alle più piccole, ha raccontato realtà che altrimenti non si saprebbero, giorni di felicità e di tristezza, di sconfitte e di vittorie!!! La fotografia può sostenere qualunque cosa gli si chieda a patto che dall’altra parte, dalla parte dell’osservatore, si voglia vedere e percepire quello che dentro una fotografia c’è!


Orietta Berti in visita al Santuario della Madonna dello Scoglio Orietta Berti, domenica pomeriggio accompagnata da Franco Pulvirenti, suo stimato manager “da una vita” e dal dottore Giuseppe Cavallo, coordinatore generale della Comunità Madonna dello Scoglio, si è recata in visita presso l'Opera di Santa Domenica di Placanica, fondata circa mezzo secolo fa da Fratel Cosimo Fragomeni. Proprio il mistico noto in tutto il mondo, l'ha accolta, assieme al suo segretario Cosimino Franco, dandole il benvenuto nel luogo di grazia e di riconciliazione con il Signore. Un santo luogo che la grande cantante ha definito «Una meravigliosa oasi di preghiera, pace e serenità». Nella sua visita, l'artista emiliana, di

salda fede cristiana, ha avuto modo di apprezzare tutte le strutture e gli spazi dell'opera mariana riconosciuta dalla Chiesa. In particolar modo, la Berti ha ammirato il progetto di costruzione del nuovo santuario, capace di accogliere le moltitudini che, da un confine all'altro della terra, giungono nel sacro luogo per trovare ristoro e pace spirituale, grazia e riconciliazione. A migliaia, in effetti, giungono alla Madonna dello Scoglio per confessarsi e tanti, fra essi, dopo essere stati lontani per anni dalla vera fede e vera dottrina cattolica. Colpita dalla figura umile e carismatica di Fratel Cosimo, da lei definito «Un uomo di Dio, amabile e straordinario», l'affermata arista, che

Mariella Costa: mani di fata per la scultura sociale L'artista calabrese ha mostrato nelle suo opere artistiche di scultura un notevole senso di manualità ed ispirazione artistica che l'hanno contraddistinta in diversi concorsi e premi nazionali ed internazionali. Maturità magistrale nelle sue creazioni. Si è avvicinata al mondo artistico inizialmente con la pittura e nel corso degli anni si è cimentata in varie tecniche artistiche: pittura ad olio, pittura su stoffa, su vetro, passando man mano ad altri campi di sperimentazione artistica ed oggettistica tra cui la creazione di gioielli artigianali, fino alla costumistica teatrale prima di approdare alla lavorazione della ceramica e della vetrofusione. La sua grande passione diviene nel tempo appunto l'arte della scultura, alla quale approda fondamentalmente da autodidatta con la creazione di originali sculture in ceramica. Elementi unici ed inimitabili, plasmati da mani di fata che sono riuscite a dare una certa misericordia alle forme e ai colori. Elementi di notevole valore artistico che emanano segnali forte di condivisione e amore per l'arte ed il mondo dei sentimenti in ogni sua parte. Scopre quasi per caso che la tridimensionalità e' per lei un qualcosa di estremamente naturale. In seguito a due simposi di scultura su granito si appassiona sempre più a tale arte. La forma astratta, informale e figurativa è insita nella sua natura. Plasmare e sperimentare i vari materiali: argilla, calcestruzzo, vetroresina, metallo, pietra, marmo, granito sono per lei un qualcosa quasi di fisiologico. Dopo le tante mostre a livello locale, comincia ad esporre tra il 2010 e il 2011 a livello nazionale ed internazionale. Attualmente vive ed opera a Roccella Jonica R.C. Uno degli ultimi lavori dell'artista è indirizzato alla sensibilizzazione del rispetto delle donne, alla non violenza, alla meraviglia che debba regnare intorno ad un essere eccelso femminile. Mariella ha

voluto cosi ideare delle opere che raffigurano donne, i loro visi, le loro sapienti mani, gli occhi oculati e tristi di chi ha la fatica, le paure, la forza di completare un percorso perfetto nel mondo sia nell'abito familiare che professionale. Donne con bocche cucite, mamme che vivono nell'inferno della mafia, segnate e distrutte dal dolore come una opera di viso di donna lacerato da profondi segni rossi sulla bocca dove all'interno compare una parola angusta. Dietro la porta invece è un opera realizzata con colori acrilici su calcestruzzo scolpito 53x27x25 . Frutto di una sperimentazione personalissima, una sorta di sintesi tra pittura e scultura. Per quanto riguarda il significato dell'opera: più volte nel corso della sa esperienza artistica ho trattato temi sociali. Nello specifico ho trattato anche temi dolenti come la pedofilia , argomento molto delicato che ho deciso di rappresentare in modo altrettanto delicato: una madre dietro una

Suli d’Agustu vince il Flash sound Lo scorso 14 agosto, il videoclip Suli d'Agustu della cantante roccellese Manuela Cricelli, con la regia di Alberto Gatto, ha conseguito il "Flash Sound" al Festival internazionale "Premio Cinematografico Palena". La bella composizione firmata Platani-Niutta ha anche avuto il riconoscimento della rivista "Musica Jazz", che ha inserito la voce della Cricelli tra le cento migliori del genere. "Suli d'agustu" ha superato la fase finale del premio contro il "Niente al mondo" di Dolcenera, entrambi selezionati tra i trentacinque giunti da tutto il mondo.

porta che ascolta un qualcosa di terribile che sta succedendo dietro quella stessa porta, che non trova il coraggio di intervenire... Ciò che spesso accade purtroppo anche nella realtà... Mariella costa è una artista poliedrica a 360° ricca di idee brillanti che sa trasformarle in forme in parole fatti di oggetti concreti che sanno emanare informazioni certe e dirette all'osservatore. Osservare una sua scultura è essere di fronte a un messaggio chiaro, esplicito, diretto. Se nell'era telematica si usano sempre più i segni, le immagini, le emotions events per dire qualcosa di sentimentale ed emotivo, oggi l'artista di Roccela ci insegna che ogni forma nel mondo ha un messaggio da lasciare, che nulla è dato al caso e l'osservatore ha intorno un modno di oggetti d'arte dalle quali può trarre molti significati sociali e di sensibilizzazione che spesso vengono trascurati. Domenico Spanò

Il burraco di Siderno apre a Locri

Si ricomincia, con l’apertura di una sezione del circolo Burraco di Siderno a Locri. Il Circolo riunioni presieduto dall’avvocato Sansalone ha concesso una sala ai tanti amanti di questa sana evasione intorno a un tavolo verde. Presso questa nuova sede, nello stupendo salone delle feste si svolgeranno i tornei nei giorni di

sabato in prima serata e di domenica nel tardo pomeriggio, mentre il mercoledì ci sarà la scuola di Burraco. Il corso è gratuito. Intanto nel primo Torneo Nazionale di Palermo su duecento partecipanti(50 tavoli) la coppia Ruso Francesco e Gisella Gnisci si è classificato al quattordicesimo posto.



LA RICORRENZA

LA FESTA degli stranieri

www.rivieraweb.it

DOMENICA 21 SETTEMBRE

21

Il paese dell’accoglienza si appresta anche quest’anno a d onorare i Santi Cosma e Damiano. La festa degli zingari mostra il volto migliore del borgo, la sua vocazione all’ospitalità e alla condivisione. Come da tradizione infatti in occasioni di questa manifestazione religiosa gli zingari si ritrovano in questo paese e la popolazione,da sempre, vi entra in contatto senza pregiudizi e paura

Riace in festa per i SS. Martiri Medici Cosma e Damiano GIOVANNI PITTARI Grandi festeggiamenti a Riace quest'anno per i SS. Martiri Cosma e Damiano. E sebbene la festa abbia antiche origini, si può ben dire che non è mai uguale a se stessa, alla forma originaria perché mutati i contesti economici e culturali in cui si pone e, quindi, anche i messaggi che riesce ad esprimere. È evidente che anche all'interno della festa si sia verificato un interscambio tra le forme tradizionali del festivo legate alle antiche strutture e le configurazioni che si fondano su quelle recenti. Ma per i SS. Cosma e Damiano le celebrazioni veicolano messaggi espliciti con i quali orientano la memoria degli esseri umani, stabiliscono una connessione tra il passato e il presente e, di rimando, l'identità personale. La memoria attinge alla storia col precipuo intento di recuperare solamente ciò che serve al presente e al futuro. Si può ben dire, allora, che a Riace non si è ancora distaccati dal mondo profano per ritrovare il tempo che fonda il 'senso dell'esistenza'. Fare festa vuol dire ricercare se stessi e la propria identità; questa è la condizione precaria che accompagna le fasi della vita ordinaria, dove l'uomo prende coscienza attraverso le esperienze quotidiane. Ciò non di meno la festa dei SS. Martiri Medici Cosma e Damiano non è trasgressione, ma, al contrario, riproduce valori sociali che servono a riaffermarli. La festa si svolge puntualmente ogni anno dal 25 al 27 settembre con la partecipazione di numerosi pellegrini che, per l'occasione, giungono a piedi a Riace anche dai paesi delle Serre vibonesi (Serra San Bruno Km. 41, Brognaturo Km. 43). Come pure vi è, ancora, una grande affluenza di fedeli delle comunità Rom e Sinti devoti dei santi medici considerati loro protettori e le cui radici sono molto antiche e profonde. Arrivano da tutta la Calabria i gitani

per onorare, anche, il Beato Ceferino Giménez Malla, detto “El Pelé” (18611936), testimone della fede, di origine zingara, ucciso durante la guerra civile spagnola, proclamato beato da papa Giovanni Paolo II il 14 maggio 1997, del quale si conserva un dipinto nel Santuario. E che dire, poi, della veglia di preghiera del 25 settembre al Santuario, posto un po' fuori paese, dove per tutta la notte canti e preghiere si alternano a balli sfrenati al suono degli organetti e tamburelli. Né stupisce più di tanto la tarantella riacese, che assume finanche il carattere di 'ballo armato', detto 'a danza di curtegli', ballo a coppia tipicamente maschile, chiamati a mettersi in mostra dal 'mastru i ballu', reminescenza di tempi passati di cui oggi non rimane altro che uno sbiadito ricordo. Non sono, in realtà, pochi i gitani in testa alla processione, nei caratteristici e tradizionali costumi dai colori appariscenti che indossano per la circostanza, dimenandosi in sfrenate tarantelle al suono degli organetti e dei tamburelli. Una nota folkloristica, questa, che si svolge nel corso della festa. Ballano i Rom con profonda devozione, trascinati da sentimenti emotivi e passionali per sciogliere un voto, con il volto intriso di sudore ed i capelli disfatti, segni evidenti della stanchezza che si compie ballando. Sono snervati i pellegrini, ma prima di lasciare il paese per fare ritorno alle loro case, pregano i santi protettori degli ammalati perché donino loro la forza di rinnovare il voto il prossimo anno. E in occasione della festa dei Santi Cosma e Damiano, considerata una delle più importanti della Calabria, Riace diventa centro di religiosità e di pietà popolare dell'intera diocesi di Locri-Gerace. Tutto ciò è del tutto evidente se si pensa che i santi medici sono considerati protettori degli ammalati e, nel frattempo, aiuta-

no a premunirsi da ogni male. Pare fossero due fratelli di origine araba, due medici che erano detti “Santi Anàrgiri” (nemici del denaro), con questo termine sono passati alla storia, perché prestavano con assoluto disinteresse la loro opera sia ai ricchi che ai poveri, in applicazione del precetto evangelico: “Gratis accepistis, gratis date”. Inoltre, alcune scritture parlano di un loro farmaco chiamato 'Epopira'. Sono nominati nel canone della messa e designati dalla chiesa Patroni dei medici, dei chirurghi, dei dentisti e dei farmacisti. Vissero in tempi assai difficili per il cristianesimo. Non a caso sotto l'impero di Massimiano e di Diocleziano, tra il 286 e il 305 d. Cr. si ebbero le maggiori repressioni e persecuzioni dovute al rifiuto da parte dei cristiani del paganesimo imperante e del culto dell'imperatore. In esecuzione dell'editto del 23 febbraio 303 i SS. Martiri Medici Cosma e Damiano furono arrestati con l'accusa di professare un credo religioso vietato ed il relativo processo si svolse al cospetto di Lisia, prefetto romano della Cilicia. Il loro primo biografo, il saggio Teodoreto, alla guida dell'episcopato di Ciro, dall'anno 440 al 458, ebbe a definirli 'illustri atleti di Cristo e generosissimi martiri'. In questo luogo, sulla loro tomba, venne costruita la prima chiesa votiva, meta incessante di pellegrinaggi per venerarvi le sacre reliquie ed implorare la loro intercessione. A Riace le origini della festa si fanno risalire al 1669, anno in cui sono arrivate da Roma, in dono al santuario, le reliquie dei due santi martiri dell'Oriente, mentre soltanto nel 1734 sono stati proclamati Patroni del paese. Solamente agli inizi del XIX secolo le reliquie sono state trasferite nella chiesa Matrice di Santa Maria Assunta e sistemate in un apposito braccio d'argento per far ritorno al santuario unitamente ai santi nei giorni di festa.


RIVIERA

BLOB

The Summer’s Man The man of the Summer, è lui l'uomo dell'estate sidernese, direttamente dal Manhattan ecco a voi Enzo Futia. Ha sorpreso tutti con l'apertura di questo locale giovane e frizzante ubicato sul lungomare. Un vincente che con la passione per il lavoro e anche con bel po' di rischio è riuscito a creare una bella realtà. Complimenti e forza Siderno

Il mare a Settembre

L’Estate sta finendo e un anno se ne va, cantavano due esauriti ma non avevano torto. Tutta la passione, il desiderio, la voglia matta di stare con gli altri, di festeggiare il sole e il mare, di abbandonare doveri lavorativi per concedersi la bellezza dell’esistenza, svaniscono con l’ultimo giorno di Agosto. Restano malinconici ricordi, e forse rammarico per ciò che si è perduto, ma le spiagge vuote sono in realtà ricolme di speranza. A tra un anno, caro mare, sani e salvi insieme a te.

Antropologia L’ex sindaco di Martone, nostro collaboratore ed amico Vincenzo Frascà insieme a due antropologi musicali d'eccellenza come Angelo Maggio e Nino Cannatà. Si parla di musica, e tradizioni popolari : ti nde jsti a la Rucceja e ti chiamaru bedareda,ti nde jsti a la Giajusa e ti chiamaru carinusa. Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?

Logozzo’s Family

Evviva San Rocco L'ultima domenica d'agosto a Gioiosa Jonica c'e' il tamburinaro che suona per San Rocco, ci sono l'avvocato Tonino e consorte e l'amico Alessandro ed i loro parenti -amici che assistono alla processione direttamente dai balconi ubicati nel centro storico ma c'è anche mister Vincenzo con la sua immancabile telecamera per riprendere le fasi salienti di una festa che anche quest'anno è passata in archivio con grande successo.

Direttamente da Gioiosa Jonica, due grandi in tutti i sensi. L'indimenticabile calciatore Antonio Logozzo e l'ex caporedattore della Rai, Mimmo Logozzo. Come direbbe Madre Teresa di Calcutta “L'amore comincia a casa: prima viene la famiglia, poi il tuo paese o la tua città"….

Evviva gli Sposi Mister Bambino 2014 Congratulazioni al piccolo Francesco Gullì vincitore di Mister bambino 2014, la manifestazione organizzata dal famoso Antonio Ferreri. Auguri dai nonni

Congratulazioni, che l'incanto del giorno delle vostre nozze sia solo la premessa di una lucida e felice vita in due.

Auguri ai neo Sposini I nostri auguri più affettuosi e sinceri a Ilaria e Gerardo. Il passo che avete deciso di compiere è importante e impegnativo, ma il vostro sorriso all’uscita dalla Chiesa ci rende sicuri che siete pronti e che la vostra sarà un’unione felice.

The Voi

Dovunque Murdolo, grande su rio brani immancab voci più b


ice

SETTIMANALE

Le novità della stagione invernale della Libreria Mondadori Verrà presentato Domenica 28 Settembre, presso la Libreria Calliope Mondadori del Centro Commerciale "La Gru", si terrà il laboratorio "Sud in Ballo", dedicato a chi intende avvicinarsi alle danze e alle tradizioni musicali internazionali e in particolar modo a quelle del centrosud Italia. Il laboratorio prevede una parte pratica, ed una teorica e l'utilizzo di supporti didattici audiovisivi. Il corso sarà tenuto da Agata Scopelliti, insegnante di danza tradizionale presso la Scuola Popolari delle Arti di Roma,

che nel 2005 ha supportato e contribuito alla nascita di Radici del Suono, rassegna e laboratori di musica e danze tradizionali del centro-sud Italia. Domenica 28 Settembre, alle ore 18 presso la Saletta Rossa della Libreria, si terrà una lezione di prova totalmente gratuita, mentre gli incontri si svolgeranno ogni mese per un finesettimana, due ore al sabato e due ore alla domenica, a partire da sabato 25 ottobre.

Questa è solo una delle numerose iniziative per la stagione invernale, tra le quali un corso di fotografia (a partire da mercoledì 8 ottobre alle 18.30) ed un seminario di scrittura creativa (sabato 6 e domenica 7 Dicembre), oltre alle classiche presentazioni dei libri in uscita. Per ulteriori informazioni, vi invitiamo a visitare la Libreria.

www.rivieraweb.it

DOMENICA 21 SETTEMBRE 23

Un prete tra noi l’avvocato Filippo Racco con Peppino Mazzotta a recitare sul set di "Anime nere" diretto da Francesco Munzi....

Condor..iamoci Il Condor ha compiuto 60 anni. Trattasi di uno tra i più grandi uccelli svolazzanti in circolazione. Il condor sidernese arriva a pesare ben 11,5 kg, ha l'apertura alare di (3,25 m), ha piumaggio nero fuliggine sul corpo e una grande area bianca sull'ala. La testa nuda del condor sidernese è rosso opaco e i maschi hanno una prominente cresta carnosa sulla fronte. Sono stati avviati programmi di riproduzione controllata di alcuni esemplari per cercare di ripopolare la regione.

Due pezzi da 90: Stefano Marelli e l'attore Ilario Circosta da Caulonia.. «Il simile è amico al simile: che, cioè, il solo buono è amico al solo buono, mentre il cattivo non contrae mai una vera amicizia né col buono né col cattivo». Platone

La grotta del Re Calcio e words

Due grandi calciatori del passato ed un dirigente in attesa del ritorno. Cecè Gulloni, Gaetano Mazzone e Andrea Racco. Cecè Gulloni è stato un centrocampista settepolmoni del Siderno anni 80, Gaetano Mazzone un difensore col vizio del gol di testa ed Andrea Racco è stato più abile come dirigente della squadra locale di calcio a cinque.

Pericle d’oro

Direttamente da Monte Gallo di Placanica, una scatto fotografico di Caterina Niutta che immortala l’ex Sindaco di Placanica, Mario Clemeno alias “Satana” e Antonella Bombardieri mentre indica alcuni pertugi della celebre grotta del Re. Qui la natura è rimasta ancora incontaminata ed il panorama è davvero incantevole. Bisognerebbe visitarla con un “Cicerone” del posto. Vai Mario

Evviva Maria

Mimmo Savica ha tutte le chiavi per aprire le porte del Paradiso. Il patron del premio Pericle esibisce colori sfavillanti ed un look d'avanguardia. Occhiali rossi, camicia azzurra, crocifisso rosso, e tante chiavi per aprire porte e portoni. “È inutile sbarrare le porte alle idee: le scavalcano.

e vada ad esibirsi Mauro da Bivongi, è sempre un uccesso. Nel suo repertodi Frank Sinatra, e gli bili pezzi rock. Una delle belle dell’estate locridea.

Più che una giornalista sembra un'attrice, ecco a voi la nostra collega Maria Teresa D'Agostino che in questa foto, in versione coperta, tanto somiglia a Sharon Stone nella famosa scena del film Basic Instinct …ed invece si tratta della presentazione del film Burning fantasy di Matteo Scarfò su Gregory Corso.

xxxxx xxxxxx

Breve e meritata pausa per i vertici del comitato festa di Portosalvo Damiano Verteramo e Vincenzo Bruzzese ed alcuni componenti della Parrocchia di Portosalvo alle prese con l'organizzazione della Festa che anche quest'anno ha riscosso un grande successo di partecipazione popolare.

Massimo ...e non diciamo altro... Massimo Cataldo si è aggiudicato la 2 edizione del torneo di tennis al kampus di Siderno dopo aver superato in una finale combattutissima s. Filippone . oltre a questo titolo , cataldo , ricupero , Filippone e Codispoti sono stati promossi in d1 e sabato 27 giocheranno la finale regionale a Castrovillari

Foramalocchju Carmè Carmelo Mazzone si concede al nostro improvvisato fotografo mentre sembra davvero concentrato a mangiare tutto... come direbbero a Reggio Calabria : “all’anima ru pollu”

“Le Macine” Ristorante Contrada Nicolao snc uscita svincolo Mammola (RC) Info & prenotazioni: 388 8091248 - 347 9636299



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.