Riviera n°41 del 12/10/2014

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PRIMO PIANO

Out & out ANTONIO TASSONE

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Esattamente un anno fa, era il 12 ottobre del 2013, dalle colonne del nostro giornale, in quel di Marina di Gioiosa, venne ufficializzata la candidatura a Sindaco dell’avvocato Domenico Vestito quale leader incontrastato della lista “Libertà è partecipazione”. Vestito, da sempre vicinissimo all’ex Vescovo di Locri, Giancarlo Maria Bregantini, dal 2005 al 2008, è stato direttore della scuola di formazione all’impegno sociale e politico della diocesi ed è stato direttore dell’ufficio di pastorale sociale e del lavoro. Si è sposato col rito religioso con una nostra ex collaboratrice, Cristina Briguglio, figlia del compianto professore Gaetano Briguglio (ideologo della sinistra) che da una precedente matrimonio, poi annullato dalla Sacra Rota (miracolo della fede) aveva già avuto un figlio. In ambito politico ha seguito, prima della maggiore età, l’attività politica di Giuseppe Scopelliti, ex governatore della Calabria, recentemente condannato in primo grado a sei anni di reclusione per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico . Negli anni universitari bolognesi si è iscritto prima ad Azione Universitaria, formazione giovanile di Alleanza Nazionale e successivamente allo stesso partito abbandonandolo. Durante la militanza in Azione Universitaria ha ricoperto l’incarico di vicepresidente della federazione

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DOMENICA 12 OTTOBRE

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Forte con i deboli e debole con i forti, poco illuminato, senza un progetto per la capitale turistica della Locride, timoroso con la malavita, permaloso con la stampa e non democratico con l'opposizione: DomenicoVestito…. noi l'avevano detto un anno fa

di Bologna dove è stato eletto, per due mandati consecutivi, quale consigliere di facoltà e membro della commissione didattica. Alla luce di questa militanza nel mondo della destra gli consigliammo, all’epoca delle elezioni comunale, senza averne risposta, di dichiarare pubblicamente a quale area politica appartenesse, anche al fine di non ingenerare dubbi o confusione nella cittadinanza di Marina di Gioiosa. Vestito è stata una “creatura politica” lanciata nella mischia dall’attuale Ministro (senza portafoglio) Maria Carmela Lanzetta ( in passato è stato ed è un suo stretto collaboratore ) e dall’ex Sindaco Francesco Macrì (ha lavorato per anni nello studio legale di quest’ultimo) . Diventerà “famoso” perché passerà alla storia per essere stato colui che prima della sua elezione a Sindaco organizzava riunioni propedeutiche in canonica con la compiacenza della Chiesa locale che, in uno Stato laico come il nostro, avrebbe dovuto tirarsi fuori ma che invece si è schierata apertamente a suo favore. Il nostro è uno che ci vede “lungo” , anche con l’autovelox, ma si ricordi sempre che la furbizia è la degradazione dell’intelligenza . Avevamo già allora scritto e detto che qualche volta si “avventura” in commenti che mal si conciliano con il ruolo di chi vorrebbe (o dovrebbe) rappresentare una comunità. Due anni fa, ad esempio, fece la pipì fuori dal vaso, a seguito di una polemica scaturita dalle colonne del nostro giornale tra il compianto direttore Pasquino Crupi e Maria Carmela Lanzetta pubblicando sul suo profilo Facebook un

post “polemico” dove affermava che, “certi fogli stampati sono delle cloache ributtanti” e “pretenderebbero di fare informazione”. Lo stesso Vestito, solo qualche mese prima, sempre su fb, condivise un post di Anna Maria Pancallo che si riferiva ad un nostro articolo su manifestazione libraria svoltasi a Gerace con il seguente commento “si tratta di una bella risposta, scritta in una bella lingua italiana, rara nelle colonne di quel foglio in cui è stata pubblicata”. Vestito, non contento di questi attacchi passati, non solo continua a non rispondere ancora alla nostra domanda relativa alla particella 852 del foglio di mappa catastale n.20 ( riproposta anche in consiglio comunale da un’ interrogazione del consigliere comunale di minoranza Pasquale Mesiti) ma addirittura si sbilancia sul caso sollevato da “Repubblica” e “dall’Ezio Mauro di noantri” (che sarei io) sostenendo pubblicamente che Riviera “vale tanto quanto costa” ed inoltre, “furbescamente” (per non rimanere solo nella lotta e fare quadrato con altri soggetti) cerca di trascinare dentro la “bagarre” anche il Sindaco di Gioiosa Jonica, Salvatore Fuda, dichiarando che Riviera “persegue una politica finalizzata a colpire le “due Gioiosa”, il tutto con il vicino, sorridente e compiacente assessore radical-chic di destra, Isidoro (Sisi) Napoli che, lo ricordiamo, tempo fa in occasione di un’assemblea dei Sindaci della locride, si autoproclamò orgogliosamente “ figlio politico del suo datore di lavoro Pietro Crinò”, attuale consigliere regionale di centro-destra e da sempre vicino a Peppe Scopelliti.

Personalmente non avevo dubbi, Vestito, da Sindaco, dovrebbe sapere che in democrazia, se non si è d’accordo sulle linee o sui contenuti di un qualsiasi giornale o testata giornalistica, si può sempre manifestare naturale, legittimo e motivato “dissenso” senza offenderne mai la dignità dello stesso e di quelli che ci lavorano. Ma forse non lo sa, e nella speranza che qualcuno glielo possa far notare, utilizza la sala consiliare, in assenza delle parti eventualmente interessate a poter replicare, lanciando insulti ed invettive. E’ una questione di stile, di tatto e di correttezza. Con questo tipo di mentalità sarà molto difficile potergli muovere delle critiche o dissentire su qualsiasi argomento senza che poi lo stesso non si consideri “vittima” di qualche preordinato “disegno”. Dicevamo un anno fa che per un futuro dignitoso di Marina di Gioiosa non serviva un Sindaco “eroe” appoggiato direttamente o indirettamente da poteri esterni e dall’opinione dominante ma serviva, invece, un Primo Cittadino democratico, autorevole ed esperto che potesse essere capace di amministrare validamente la cosa pubblica, e, soprattutto, fosse poco timoroso nei confronti della criminalità organizzata. Tra autovelox, multe salate, mancate demolizioni, attacchi ingiustificati agli organi di stampa, purtroppo, ci rendiamo conto col trascorrere dei giorni, che non è cosa sua. Forse, ad avviso di chi scrive, i cittadini di Marina di Gioiosa hanno trovato la persona meno adatta a poterli rappresentare. Ma tant’è ! Prendiamone atto.

Il principino

è nudo

Gioiosa Marina rimpicciolita da un sindaco conservatore privo di sguardo lungo


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Nella“morsa” emerge il rapporto con la politica

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ono 102 i soggetti che risultano indagati dalla Procura distrettuale antimafia nell'ambito dell'inchiesta denominata “La morsa sugli appalti pubblici”, eseguita nelle scorse settimane a carico di circa 30 soggetti. Nei 102 nomi si celano politici, imprenditori e commercianti, legati al doppio filo del rapporto “segreto” con presunti esponenti di rilievo del mandamento “jonico” del “crimine di Polsi”. Nei nominativi per i quali gli investigatori della polizia, in particolare del commissariato di Siderno, emergono i nomi di alcuni politici, tra cui almeno tre ex sindaci di altrettanti importanti comuni della Locride e del reggino. Tra gli altri indagati si trova il nome nuovo di un ex amministratore, contro il quale insiste un'ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa, per essere stato il presunto candidato di riferimento alle elezioni regionali del 2010 di una consorteria criminosa operante nella Locride. Una presunzione che, al momento, rimane nell'alveo embrionale dell'ipotesi investigativa. L'informativa costituisce il naturale proseguimento di una complessa inchiesta sfociata, in principio, nell'operazione “Crimine”. In quella prima parte d'indagine fu possibile disegnare un quadro complessivo della moderna fisionomia di questa pericolosa organizzazione criminale, palesando come, di fatto, esista una vera e propria struttura gerarchicamente organizzata che pianifica, nel complesso, le linee guida dei moltissimi gruppi ad essa “allineati” presenti su ogni continente: il “Crimine di Polsi”. Dopo di allora gli investigatori hanno proseguito le proprie attività d'indagine scandagliando fino in profondità ogni trama di quel filone investigativo, da dove sono state estratte preziose informazioni “di prima mano”, ovvero importanti indicazioni raccolte, per così dire, direttamente dalla viva voce di uno dei più influenti esponenti dell'Onorata Società, l'uomo considerato come l'orgoglio della potentissima famiglia “Commisso” di Siderno: Giuseppe Commisso, alias u mastro. Le principali risultanze investigative sono emerse dalla moltitudine di conversazioni ambientali registrate presso la lavanderia “Ape Green” di Siderno, che ha consentito agli inquirenti di apprendere fatti e circostanze inedite della presunta locale di Siderno e di altre località, che si rivolgevano a Commisso per dirimere questioni d'affari, di alleanze e quant'altro di interesse alla presunta organizzazione criminosa. In quel contesto intercettivo gli inquirenti hanno registrato nomi e circostanze che hanno riguardato anche nomi di politici affermati e rampanti, accumunati dalla aspirazione di ottenere un appoggio elettorale da questo o quel sodalizio, dietro ad un voto di scambio che presupponeva, spesso e volentieri, un accordo riguardo agli affari nel settore dei lavori pubblici.

“La Motta Sideroni”: una perla architettonica e un borgo ancora autentico al centro della costa dei Gelsomini

Oggi a Siderno Superiore la tappa della“Faimarathon” Il percorso è articolato in 10 tappe e si snoda all'interno del borgo per circa 800 metri. La passeggiata culmina al centro dell'affascinante borgo ed è prevista una dettagliata visita guidata della Chiesa Matrice di San Nicola di Bari, al cui interno sarà allestita un'eccezionale mostra di alcuni dei pezzi più significativi che costituiscono il tesoro della Chiesa Matrice.

"Non correre e scopri l'Italia intorno a te". Questo è lo slogan della Faimarathon, la maratona culturale, giunta alla sua terza edizione, organizzata dalle delegazioni e dai volontari FAI e realizzata grazie alla partnership con Il Gioco del Lotto, che si svolgerà domenica 12 ottobre. Una passeggiata a tappe, da godersi in tutta tranquillità, senza alcuna competizione, rivolta a tutti e con un solo obiettivo: far scoprire ai partecipanti i sorprendenti tesori che si nascondono nella loro città, tesori dimenticati o a cui l'occhio non dà la giusta attenzione, troppo preso dagli impegni quotidiani. Quest'anno anche Siderno partecipa all'evento con un itinerario tematico intitolato “La Motta Sideroni”: una perla architettonica e un borgo ancora autentico al centro della costa dei

Gelsomini. Il percorso, a tratti un po' in salita, è articolato in 10 tappe e si snoda all'interno del borgo per circa 800 metri. La passeggiata culminerà al centro dell'affascinante borgo con una “chicca”, a cura degli esperti prof. Marilisa Morrone e storico dell'arte Gianfrancesco Solferino: i maratoneti potranno, infatti, godere di una dettagliata visita guidata della Chiesa Matrice di San Nicola di Bari, al cui interno sarà allestita un'eccezionale mostra di alcuni dei pezzi più significativi che costituiscono il tesoro della Chiesa Matrice Arcipretale Protopapale, la maggior parte realizzati su committenze delle facoltose famiglie aristocratiche sidernesi molto attive tra il '600 e il '700. Le partenze, scaglionate, sono previste dalle 9 in poi dal banco FAI presso il parcheggio S.Sebastiano.


La belle époque di Niccolò e Davide on ci possiamo sottrarre: il Top è un ritornello che riscatta la capacità imprenditoriale del nostro territorio attraverso due giovani. Niccolò e Davide c’hanno creduto, hanno lottato, resistito e infine hanno vinto. Da una settimana è iniziata la seconda stagione, e il ritornello della sana evasione e dell’ottima cucina si è già diffuso senza distorsioni, e si sente. È squisito. I due “ ribelli” durante la pausa estiva hanno macinato idee a pieno regime su quello che sarà un autunno-inverno tutto da gustare. Drink, food e live music, dal lunedì al sabato. La domenica AperiTomba. Escluso il martedì, che rimane chiuso per turno settimanale, il Top è una sintesi di modernità, eccellenza, passione e fiducia nelle forze di questo territorio. Il Top è la sfida vinta di due giovani che non si piangono addosso e che non elemosinano il posto pubblico all’amico dell’ami-

co. Loro credono nelle proprie forze e nella fatica vera. Sono un esempio, sanno essere fecondi per loro e per i clienti che vengono prima di loro stessi. Davide e Niccolò sono la “Bella Locride” intorno a cui girano tantissimi altri outsider pieni di entusiasmo, sorrisi e che condividono momenti esclusivi senza arrancare. Il Top è una famiglia giovanissima. I sapori di questo locale sidernese vi sorprenderanno: la cucina si è avvicinata alla filosofia Slow Food ed è diventata per Siderno il punto di tesseramente della condotta della Locride. Grande cucina, quindi, e grandi serate, profumi e suoni a cui si mescolano voci di uomini e donne. La “belle époque” di Siderno riparte dal Top, da quel ritornello intonato da due ragazzi che hanno permesso alla Locride di ritrovarsi in quel centro del mondo tra il Corso della Repubblica e la via marina. “Menomale che c’è il top” avevamo scritto meno di un anno fa. Oggi ne siamo più che mai convinti … almeno noi e tutti quelli che vogliono star bene, mangiare bene, incontrarsi, divertirsi e trovare un po’ di calore durante il lungo inverno della Locride.

Siderno riparte dal Top, da quel ritornello intonato da due ragazzi che hanno permesso alla Locride di ritrovarsi in quel “centro del mondo”tra il Corso della Repubblica e la via marina. Menomale che c’è il top avevamo scritto meno di un anno fa. Oggi ne siamo più che mai convinti...

SIDERNO VIA MARIO PAGANO, 4 INFO: 320.7432441 - 328.0118866


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ELEZIONI REGIONALI: CANDIDATURE

So bene che la mia è una candidatura molto scomoda e perciò sono in tanti a preoccuparsi senza tenere conto che io ho messo come condizione imprescindibile una vasta unità all'interno del partito ed una forte convinzione nella Locride.

AMMENDOLIA

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itti zitti, piano piano…si vanno formando le liste regionali. Il voto non avverrà nelle condizioni migliori. Pochi i programmi, poca democrazia, molto per-

sonalismo. Così si scava un solco, sempre più profondo, tra la gente e la politica. Una premessa personale: so che la maggioranza dei circoli del partito democratico della Locride, che sinora si è espressa, ha indicato il mio nome ed accanto a loro- anzi con molta più convinzione- ho avvertito la vicinanza e lo stimolo di tanta parte della società civile. Io non ho chiesto a nessuno di fare il mio nome e sfido chiunque a dimostrare il contrario. Tuttavia proprio per questo considero ciò un grande onore che va ben oltre i miei meriti. Per come saprò e potrò cercherò di non deludere chi ha riposto la sua fiducia non solo nella mia modesta persona ma in ciò che ho rappresentato in questi anni. Inoltre nel mese di febbraio ho avuto l'invito dai vertici provinciali del PD di essere candidato. Non mi sono avventato sopra come un cane affamato sull'osso perché non è mai stato questo il mio modo di impegnarmi in politica e, credo , di averlo ampiamente dimostrato.. So bene che la mia è una candidatura molto scomoda e perciò sono stati in tanti (troppi) a preoccuparsi senza tenere conto che io ho messo come condizione imprescindibile una vasta unità all'interno del partito ed una forte convinzione nella Locride. Non abbiamo potuto verificare né l'uno, né l'altro, ma in fondo ciò non può essere un grande problema. Si può fare Politica con serenità anche senza ricoprire alcun incarico. Ed infatti non verrà meno l'impegno per la mia Terra. Ciò premesso, alcune cose occorre che la Locride le pretenda. Non si può chiedere il voto come favore personale , così come non lo si può chiedere per torbidi accordi, perché questo significherebbe pugnalare alle spalle la nostra Terra. Io credo che bisogna dimostrare soprattutto dignità. Ed è quella che più manca. In questa terra il pensiero meridionalista di deve coniugare al garan-

Nelnomed Meridionalismo e garantismo al centro della politica regionale Io e Seby da 22 anni a questa parte ROSARIO V. CONDARCURI Per tanti anni abbiamo combattuto, sognato, mangiato insieme, e abbiamo anche litigato. Ma io ho un bel ricordo della politica, perché la politica è la mia giovinezza. È mio padre. Frugo nella memoria… 22 anni fa: io un giovane comunista, Seby Romeo mio segretario. Bene. Da allora, però, con una progressione a macchia d'olio, il marcio s'è dilatato su la mia terra e sta lì, fritto e rifritto, sopra la speranze di cambiamento e facendo vacillare sempre di più il nostro territorio, privo di quella politica che fu di servizio. Ho letto in quest'ultimi giorni che “all'incontro del PD a Roccella ha partecipato anche il Segretario provinciale Seby Romeo che ha evidenziato come la città di Certomà sia esempio di una positiva esperienza amministrativa. Bene. Nell'occasione Romeo ha, di fatto, ufficializzato la candidatura al Consiglio Regionale, nella lista del Partito Democratico dell'Avv. Vincenzo Bombardieri, «la cui presenza in lista rappresenta l'apertura al mondo degli amministratori locali ed il riconoscimento per un'esperienza amministrativa di successo, che, ormai da anni ottiene straordinari riconoscimenti in

Calabria e nell'intero Paese». Seby Romeo, l'immortale, che ancora decide, nonostante il più grande declino che la politica calabrese ha conosciuto dal dopoguerra a oggi. Seby, non si ferma neppure per un turno. La politica ormai è professione, stipendio, non servizio. La questione non è Bombardieri o l'esempio Roccella, la questione è il «qui comandiano noi», non importa chi vince o chi perde, chi fa da testa di legno o da fenomeno, ciò che importa e che «decidiamo noi» chi è testa di legno e chi è fenomeno. 22 anni dopo, capite cari lettori. A Seby Romeo non stanno a cuore le sorti della Locride o del reggino. A seby Romeo interessa solo che nella Locride e nel reggino l'amico De Gaetano affondi nell'urna l'ex amico Demetrio Naccari. Lui le decisioni le cala dall'alto, non importa se su quattro circoli del Pd nella Locride tre si siano espressi a favore di Ilario Ammendolia. Nel declino non c'è democrazia, esiste solo tanta faccia tosta. Io le posso dire queste cose, perché la politica, seppur è stata mio padre e la mia giovinezza, non è più il mio presente, né e stata mai un mio stipendio o un guadagno. Io me la gioco tutti i giorni, da imprenditore, ma sono libero da ventidue anni a questa parte. Eppure avevamo combattuto, litigato ed eravamo persino pronti alla guerra per la democrazia e per la libertà. Capite cari lettori, tre circoli su quattro avevano scelto Ilario Ammendolia.

tismo che altro non è che il rispetto di tutte le garanzie costituzionali. Non si parte da zero. Ci sono state e ci sono esperienze positive. Prove di grande dignità e coraggio. Sta a noi valorizzarle o umiliarle. Questo è (anzi sarebbe) il momento delle grande scelte. Sta ad ognuno di noi decidere se farci prendere ancora in giro oppure di dimostrare che la Locride non abbassa la testa. Un’ultima cosa: a prescindere da tutto io credo che bisogna chiedere ai partiti ed ai candidati (chiunque essi siano) un impegno concreto per ristabilire le aziende sanitarie così come erano prima della famigerata legge votata dalla maggioranza di centrosinistra nel 2007. Locri deve ritornare ad essere sede dell'azienda sanitaria, non possiamo e non dobbiamo essere una fastidiosa appendice del capoluogo. Non ci si può occupare dell'ospedale di Locri e della sanità nella Locride nei momenti di tempo libero. Ci vuole un manager scelto da un apposito albo, con criteri rigorosamente oggettivi, che stia a Locri. Inoltre per quanto riguarda la sanità è necessario creare una stazione unica appaltante con prezzi standardizzati. Una siringa deve avere lo stesso prezzo a Reggio Emilia ed a Locri. Sappiamo che su questo terreno possono volare, e probabilmente sono volate, anche pallottole ma quando un intero popolo è sentinella di una linea politica non può essere fermato. Concludo: La Regione Calabria, pur con qualche raro sprazzo di luce, ha alle spalle 44 anni di fallimenti. Ciò mi fa particolarmente male perché il giorno in cui la consiglio regionale della Calabria s'è riunito- in condizioni drammatiche -per approvare lo Statuto io ero presente. Sognavamo una Calabria diversa. Restano solo delusioni. La Calabria è andata indietro, mentre la Regione è diventata una prateria per consorterie di notabili che l'hanno “militarmente” occupata. Vogliamo che si continui così: non c'è problema. Pagheranno i nostri figli. E' possibile invertire la rotta? Me lo auguro con tutto il cuore…ma dipende da ognuno di noi! Ilario Ammendolia


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La difesa e lo sviluppo del territorio rappresentano l'unico vero obiettivo dell'Amministrazione che rappresento e il nostro lampante dissenso nei confronti di chi ha governato lo abbiamo dimostrato platealmente con il chiaro e noto disimpegno alle elezioni europee.

CALABRESE

dellaLocride n merito allo “scandaloso” incontro con Gianluca Callipo, avvenuto alla vigilia delle primarie “aperte” del centro sinistra ed al “libero voto”, espresso da alcuni amministratori di maggioranza, mi permetto di fare delle pubbliche considerazioni, in parte già espresse in altre occasioni, anche alla luce di quanto letto sulla stampa locale e regionale e sui social network . Molti che oggi si sconvolgono del fatto che un'Amministrazione civica, guidata da un uomo di destra, che non abiura i propri ideali, anzi non perde occasione di rivendicarli con orgoglio, possa incontrare tranquillamente con un ipotetico candidato alla Presidenza della Regione Calabria, che ha chiesto di confrontarsi, legittimamente, con un'Amministrazione Comunale che con il Sindaco (sempre di destra!!!) in testa, ha ripetutamente e palesemente protestato con i rappresentanti regionali (in teoria di destra!!!) per l'abbandono del territorio e per lo smantellamento dell'Ospedale. La difesa e lo sviluppo del territorio rappresentano l'unico vero obiettivo dell'Amministrazione che rappresento e il nostro lampante dissenso nei confronti di chi ha governato lo abbiamo dimostrato platealmente con il chiaro e noto disimpegno alle elezioni europee. Anche questo fa parte di quella coerenza e libertà di pensare e di agire che con orgoglio rivendichiamo e che oggi qualcuno squallidamente cerca di infangare tediando i cittadini con fasulle e ridicole ricostruzioni ed argomentazioni. A chi oggi mi accusa di essere “voltagabbana”, a chi oggi critica perché teme che da Locri possa partire un'inversione di rotta finalizzata rottamare un fallimentare ma comodo modus operandi che ha letteralmente mortificato e messo in ginocchio un intero popolo, ribadiamo ancora una volta che noi siamo liberi di valutare, di scegliere e di decidere perché siamo i portatori di una missione per la collettività e non per tutelare interessi personali diversamente da chi oggi ci critica. Giusto per rinfrescare la memoria a qualcuno, ricordo che il sottoscritto non ha assolutamente preso le distanze da Peppe Scopelliti, come malignamente si sostiene, o voltatogli le spalle in un evidente momento di difficoltà, a causa di un'assurda condanna che lo ha “espulso” dal ruolo di Governatore in base ad una legge demenziale, quale la legge Severino, che ha trovato oggi nuova conferma di bestialità anche nel caso del Sindaco di Napoli. No, Calabrese non ha abbandonato la nave che stava affondando. Calabrese non partecipa, per cultura e costume, a squallidi giochi di interesse politico a scapito di un popolo e di un ter-

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Non ha fallito Peppe Scopelliti bensì il“Sistema Peppe Scopelliti” ritorio quale quello della Locride, ma li ha coraggiosamente denunciati. Ai rappresentanti regionali invitati nella campagna elettorale del 2013 avevamo chiesto aiuto e sostegno per la Città di Locri e per la Locride, ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta, anzi indifferenza e menefreghismo. Ritengo che in più occasioni avevo segnalato, anche pubblicamente e platealmente, a chi di competenza, le disfunzioni di un modus operandi politico assolutamente non condivisibile e senza dubbio alcuno non apprezzato dai cittadini elettori. In tempi non sospetti, quando neanche si poteva immaginare alla irragionevole estromissione giudiziaria del Governatore dalla scena politica, in totale solitudine, ma con il coraggio e la determinazione che hanno da sempre contraddistinto la mia azione politica, avevo stigmatizzato ed evidenziato le falle e la deriva del sistema politico che aveva portato i nostri rappresentanti politici regionali - destra e sinistra nessuno escluso - a non occuparsi seriamente delle criticità di un territorio bensì di dedicarsi quotidianamente a procacciare consenso per un'ipotetica rielezione a

Palazzo Campanella. Ritengo quindi che non abbia fallito Scopelliti, bensì il “sistema Scopelliti” che è anche un sistema Calabria - che è stato quello di dare spazio, peso e potere a persone incapaci ed impegnate, solo ed esclusivamente, a tutelare il proprio interesse e non quello dei cittadini. Vorrei ricordare il mio intervento in occasione della “passerella dei miei amici di centro destra” a seguito dei danni alluvionali dello scorso inverno: “siamo stanchi di essere presi in giro, se siete venuti qui ed avete qualcosa di concreto da proporci per la Locride siete i benvenuti; altrimenti vi prego di andare via e lasciarci morire in pace sul nostro territorio”. È chiaro a tutti che mi sarei aspettato maggiore attenzione dal “mio” Governo regionale e mi sarei aspettato un impegno diverso da parte dei consiglieri regionali della mia parte politica che dovevano rappresentare un valore aggiunto per la coalizione di “Tutti per Locri”. Ribadisco che non li avevamo invitati in campagna elettorale per esporli in vetrina, ma per avere garanzie di un impegno politico nei confronti di una città e di un territorio in manifesta difficoltà. È evidente che l'attenzione richiesta è

stata minima, che le risposte sulla problematica sanità non sono arrivate, che il D.G. Squillacioti prima, e Sarica dopo, hanno preso in giro e mortificato le aspettative di tutti, che sulla depurazione non si è riusciti a dare il giusto contributo, che in tanti altri settori dai rifiuti, ai trasporti, alle attività produttive, alle politiche occupazionali non sono arrivati segnali chiari per un territorio desideroso e smanioso di cambiare il proprio destino. Questo è il chiaro motivo della mia e nostra pubblica ribellione. Siamo idealisti e liberi di pensare e di agire. Siamo liberi di fare scelte finalizzate a condividere proposte serie e concrete di rilancio di un territorio martoriato da anni di scellerate scelte politiche. A questo punto la domanda sorge spontanea: sono io che ho preso le distanze dal centro destra o, piuttosto, è stato il centro destra , attraverso i suoi “fasulli e fannulloni” rappresentanti e delegati, a prendere le distanze dal mio e nostro territorio? Per quel che mi riguarda la risposta è scontata e davanti agli occhi di tutti. Ovviamente non cambierò MAI i miei ideali essendo nato a destra, rimasto

sempre coerente ed avendo ispirato la propria azione politica sempre e comunque a determinati ideali, principi e valori che non si rispecchiano oggi in chi ha rappresentato il territorio che ha prodotto evidenti ritardi e danni, in alcuni casi anche irreparabili, nell'imbarazzante silenzio dei consiglieri regionali di opposizione complici volontari di tale situazione. Pertanto, ribadendo, quanto da sempre sostenuto, di non dovermi candidare alle imminenti elezioni regionali, auspico che coraggiosamente i prescelti, Wanda Ferro e Mario Oliverio, abbiano la forza, il coraggio e la determinazione di formare una nuova classe dirigente escludendo tutti i consiglieri ed assessori uscenti familiari compresi- in quanto principali responsabili dei suddetti ritardi. Io, per quel che mi riguarda, rimango uomo libero di pensare e di decidere, ed insieme con la mia amministrazione puntiamo a scelte diverse ed innovative uscendo tranquillamente e serenamente da steccati che sono serviti a fare la fortuna di pochi a scapito di un territorio e di un popolo. Questa è l'unica vera logica che si nasconde dietro la simpatia espressa verso il giovane Callipo ed al libero voto espresso da alcuni consiglieri comunali convinti della bontà e genuinità delle rivoluzionarie idee del giovane Sindaco di Pizzo. Gli scandali andrebbero cercati sicuramente altrove, dove si fanno accordi sottobanco - ed alle primarie del centro sinistra ne sono stati fatti tanti - a scapito delle persone serie e trasparenti. Personalmente continuerò a lottare “liberamente” per Locri e per la “mia” Locride, continuerò, fin quando sarà possibile e ci saranno le condizioni, a fare il Sindaco della mia città con il supporto della meravigliosa squadra di “Tutti per Locri” che, con pochi aiuti e con grande impegno e sacrificio, ha dimostrato che anche con poco si può invertire un percorso negativo che altri avevano avviato. Alle prossime elezioni regionali o qualcuno sposerà la nostra causa o come alle elezioni europee manifesteremo il nostro dissenso. Questa volta, però, lo faremo con un'inedita ed innovativa “campagna elettorale al contrario” nei confronti di chi in questi anni non ha prodotto nulla ed oggi si ricandida per continuare a garantirsi un posto al sole ed una corposa indennità di carica. Chi vuole continuare ad impedire lo sviluppo del territorio deve sapere che non lo farà con il nostro avallo e con la nostra indifferenza. W Locri, W la Locride Giovanni Calabrese. Orgogliosamente Uomo di destra ed Uomo libero di pensare e di scegliere e di portare avanti una Rivoluzione Democratica




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In treno

Reggio Centrale - Siderno

Salgono due giovani fidanzatini: hanno un piercing a testa, a metà della bocca. Labbro superiore lui, labbro inferiore lei. Non ho dubbi: è una scelta mirata per un perfetto e sublime incastro di baci al metallo

Radiografie, baci al metallo e mariti in braccio

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

S

ali con un solo pensiero sul treno: andare in cerca di quattro posti liberi tutti per te. E quando non li trovi, passi subito a intercettare un volto che ti ispiri fiducia. Il mio radar questa mattina ha individuato un ragazzo, vent'anni al massimo. Indossa dei pantaloni con grandi tasconi a toppa e legge “Cuba”, in copertina c'è il Che. Al suo fianco un'anziana signora vestita di nero, con degli occhiali gialli che vorrebbero illuminarle il viso, ma non bastano. Il ragazzo è gentile, mi aiuta a sistemare la valigia per poi ributtarsi a capofitto dentro al suo libro. L'anziana donna, dopo avermi sottoposto a una rapida radiografia generale, torna a guardare dal finestrino in attesa di un nuovo passeggero da esaminare. E immagino l'acquolina che le sarà venuta adesso che sono saliti questi due giovani fidanzatini. Li guardo con avidità anch'io, sono sincera. Hanno un piercing a testa, a metà della bocca. Labbro superiore lui, labbro inferiore lei. Non ho dubbi: è una scelta mirata per un perfetto e sublime incastro di baci al metallo. Si siedono nei quattro posti liberi di fianco ai nostri. Per tutto il viaggio quei quattro posti saranno la loro alcova. Continuo a guardarli, mica si accorgeranno di me? Ascoltano musica e sorridono. Hanno un auricolare a testa, una sola fonte di suoni musicali che si biforca per avvolgere i loro pensieri. Lei picchietta con le dita sulle gambe di lui. Seguo i movimenti di quelle unghie col ricordo di smalto blu, mentre i due si abbandonano a un lungo bacio, di quelli caldi, da assaporare estasiati, crogiolandosi. Scambiano qualche parola, due sorrisi e poi ancora un altro bacio. La signora con gli occhiali gialli li guarda, mi guarda e fa spallucce. “Sono giovani” mi vorrebbe dire ma la sentirebbero. Alla prossima scendono perché lei inizia a prepararsi. Tira fuori lo specchietto per dare una sistematina al trucco. Con intenzioni chiaramente seduttive ripulisce le sbavature del rossetto con le dita, e centra il bersaglio: lui segue ogni movimento, imitando-

Ad Ardore una signora sulla sessantina chiama il capotreno per farsi aiutare. Suo marito è sulla carrozzella. Porge la carrozzella al capotreno e prende il marito in braccio la nei gesti come se quelle dita stiano accarezzando le sue labbra. Guarda, in silenzio. E intanto il treno entra in stazione. Si alzano, scendono mano nella mano, senza smettere di toccarsi. Non una parola. Le parole spezzano certe intimità, non sanno reggerle. “Troppo giovani certe intimità” starà pensando la signora con gli occhiali gialli mentre passa al vaglio anche il loro lato b. Restano lì sul binario, a imitare scene viste al cinema che scimmiottano scene viste in stazione. Il treno riparte. A stento ma riparte. Dal finestrino scorrono costruzioni in rovina, una dietro l'altra, incolonnate, come villette a schiera. Verrebbe voglia di ristrutturarle e passarci le ferie ad agosto. Ad Ardore una signora sulla sessantina chiama il capotreno per farsi aiutare. Suo marito è sulla carrozzella. Porge la carrozzella al capotreno e prende il marito in braccio con una tenerezza che si fa subito slancio vigoroso. Si siede di fronte a me. Guardo il suo viso increspato e penso che sia stato mortificato da qualcosa di più incisivo del passare degli anni. Sta accompagnando il marito a Soverato, in ospedale, e tutte le volte deve chiamare qualcuno per aiutarla. Alla stazione dovrebbe esserci l'addetto alla toilette a darle una mano, ma molte stazioni sono state declassate a fermate e Ardore è tra queste. Niente stazione, niente bagno, e quindi niente addetto alla toilette. Anche a Soverato le

toccherà riprenderlo in braccio. Le dico che sono una giornalista e che, se è d'accordo, potrei scrivere del suo caso. “Signorina - mi risponde con aria rassegnata - è 64 anni che faccio la brontolona!”. Nessuno si è preoccupato per lei e neanche per Arturo, suo marito, un uomo di una dolcezza semplice, bellissima. Ristora guardarlo. Capisci che nonostante tutto lui è felice perché quella brontolona di sua moglie continuerà a prenderlo in braccio. E al diavolo le stazioni che sono diventate fermate, e tanto piacere all'addetto ai bagni: le braccia di sua moglie sono abbastanza robuste da reggerne il peso e poi nessuno saprebbe prenderlo in braccio meglio di lei. Arturo e sua moglie vivono a Venezia ma sono originari della Calabria. Vengono qui nei mesi caldi. Hanno una figlia a Bovalino che fa l'architetto e altri due che lavorano a Venezia. “Non lo racconto a Venezia cosa mi tocca fare, perché mi vergogno. Lì la sanità funziona: vengono a prenderci a casa e ci portano fino in ospedale”. Poi cambia improvvisamente argomento. A Bovalino sentiamo il capotreno sulla pedana d'ingresso che finge di rimproverare una donna invitandola a esibire il suo titolo di viaggio oppure a scendere. “È una signora che vive nelle montagne quassù - mi informa la moglie di Arturo - la conoscono tutti ormai. Quando le chiedono il biglietto, lei tira fuori un foglio con la data in cui riceverà la pensione e dice che pagherà non appena avrà quei soldi. La fanno salire comunque, e a volte offre pure il caffè e il cornetto ai ferrovieri”. Si sarà accorta che mi stavo appassionando ai suoi racconti e così approfitta e mi parla anche di un signore anziano che sale a Gioiosa. Ha 105 anni, magrolino, e si porta sempre dietro una busta con della frutta. Quando gli chiedono di mostrare il biglietto lui sbandiera la carta d'identità dicendo di avere più di 100 anni e che, per legge, non deve pagare alcun biglietto! Ride divertita la moglie di Arturo e anche io e Arturo accompagniamo la sua risata, tonante e fresca, trascinante. Quanto aveva ragione la Fallaci: “Solo chi ha molto pianto, sa ridere bene”. La prossima è Siderno. Mi alzo prima per scendere la valigia: “Allora, signora, posso scrivere di lei?” - “Come vuole. Tanto non cambia niente…”.


RIVIERA

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Ospitalità

«Nessuno come voi»

LUNEDI 6 OTTOBRE

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Il desiderio della persona che ci scrive questa domenica, un piementose, è proprio quello di ripartire da qui,dalla Locride, perchè è nella Locride che ha allacciato le relazioni interpersonali più speciali e solide della propria vita

Gente della Locride, spero di unirmi alla comitiva

JACOPO GIUCA

S

ono entrato per la prima volta in contatto con la meravigliosa realtà della Locride ormai quattro anni fa. Prima di allora, purtroppo, l'intera Calabria era per me una regione impervia e attraversata da una strada maledetta, quella famigerata Autostrada Salerno-Reggio Calabria che negli anni ho visto sistemare chilometro per chilometro. Poi, nel 2010, è entrata nella mia vita Marialuisa, una creatura così speciale e piena di amore che poteva provenire solo da un luogo fatato. Chi ha l'onere di conoscermi sa bene che sono una persona con i piedi per terra, ben lontana dal credere nelle favole o nelle paroline magiche che possano sistemare facilmente le cose che vanno storte nel mondo. La prima impressione che ho avuto nel mettere piede su questa terra meravigliosa, tuttavia, è stata proprio quella che non ci potesse essere luogo migliore per vivere. Certo, le notizie di cronaca sconfortanti che provengono quasi quotidianamente da Locri e dai suoi dintorni rimangono una nota negativa che fa riflettere su quale possa essere stata in passato la qualità della vita nella zona, per aver permesso che un fenomeno così terribile come quello della 'ndrangheta prendesse piede; l'assenza delle istituzioni statali risulta essere quasi cronica, nella sua mancanza di risorse e servizi messi a disposizione dei cittadini; l'ospedale di Locri, da che ho la possibilità di trascorrere le mie vacanze da queste parti, ha vissuto fortune alterne e, ancora oggi, le notizie sulla sua sorte non sono sempre confortanti. A tutte queste note negative, però, c'è un contraltare importantissimo, costituito dalla risorsa più incredibile di cui la Locride possa disporre: i suoi abitanti. Gli abitanti della Locride, infatti, costituiscono una singolarità senza possibilità di replica in nessun luogo del nostro bellissimo Paese. In nessun'altra parte d'Italia,

“Cari locresi, sorridete: la prima impressione che ho avuto nel mettere piede su questa terra meravigliosa, è stata proprio quella che non ci potesse essere luogo migliore per vivere” infatti, esiste una cosmogonia di individui così variegata e peculiare da essere in grado di sfruttare e valorizzare in maniera unica il proprio luogo di appartenenza. Chi vi scrive ha vissuto tutta la propria vita in una “ridente” cittadina del Piemonte orientale, dove la presenza di servizi a portata di mano e la possibilità di raggiungere in tempi irrisori le grandi capitali industriali del Paese, Milano e Torino, rende praticamente tutto possibile. Eppure il desiderio più grande di questa persona è proprio quello di ripartire da qui, dalla Locride, perché è nella Locride che ha allacciato le relazioni interpersonali più speciali e solide della propria vita; perché è qui che è stato accolto con il sorriso sulle labbra dalla vicina di casa quando aveva finito il caffè e se ne è visto offrire una tazza, oltre che un pacchetto sigillato; perché è qui che ha conosciuto ristoratori davvero interessati alla genuinità dei prodotti che fanno pagare ai propri clienti; è qui che è stato fermato in mezzo alla strada per essere avvisato che stava per perdere il portafoglio e gli è stato rivolto il saluto ogni volta che ha varcato la soglia di un portone; è qui che ha incontrato l'amore e non solo quello della persona con la quale spera di trascorrere il resto della propria vita, mal'amore familiare che ci si concede tra conoscenti e amici pronti a

darsi costantemente manforte gli uni con gli altri. Il sole, il mare, la montagna e le bellezze artistiche talvolta un po' troppo trascurate da lavoratori indefessi e costantemente capaci di reinventarsi sono solo ciò che completa il quadro fiabesco che sto andando a comporre e che ha la sue ombre, certo, ma anche tantissimi motivi per cui continuare a esplodere in tutta la sua luminosità. Questa luminosità sarebbe molto più opaca se non fosse proprio per voi, cari lettori, per tutti voi che iniziate la giornata con il sorriso anche se avete centinaia di problemi che vi passano per la testa. Per voi che date discorso a chi vi siede accanto sul treno o sulla corriera e non aspettate solo con ansia di arrivare sul posto di lavoro, per voi che credete ancora in questa terra, anche se le condizioni socio-economiche dipinte dalle istituzioni farebbero venire voglia solo di scappare il più lontano possibile. Continuate a sorridere, cari locresi, perché è questo vostro sorriso che migliora le nostre giornate, è questo vostro sorriso a far andare avanti questa terra con fiducia,m è questo sorriso la testimonianza più concreta dell'amore immenso che siete in grado di trasmettere. Grazie a questo sorriso, oggi, possiamo assistere a fenomeni di rara importanza culturale come quello costituito dall'ottimo libro di Gioacchino Criaco, trasposto grazie al quale la Locride (anche se solo la più nera) sta facendo il giro del mondo. Grazie a questo sorriso possiamo fare affidamento sulle nostre forze e su quelle dei concittadini per fare in modo che le manifestazioni culturali che attraversano l'anno solare della Locride continuino a esserci in tutta la loro folkloristica bellezza anche se, durante l'inverno, il maltempo si è portato via mezzo lungomare. Continuate a sorridere, locresi, perché è soprattutto grazie al vostro sorriso se, un giorno, riuscirete a buttarvi alle spalle tutte le vostre difficoltà per riuscire a risorgere ancora una volta mentre le istituzioni e il nord industrializzato si sgretolano sotto il peso della loro stessa pomposità. Io, dal canto mio, spero di unirmi al più presto alla vostra comitiva.




GERENZA

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

Direttore responsabile: ANTONIO TASSONE Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Ercole Macrì, Eleonora Aragona, Franco Parrello, , Lidia Zitara, Patrizia Pellegrini, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Francesca Barranca..

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LA LETTERA

Problema assenteismo: la Calabria colpita da epidemia endemica Egregio Direttore, mi permetto di intervenire sul dato recente diffuso dalla CGIA di Mestre circa il tasso di assenza nel settore pubblico e privato e di indirizzare a Lei la presente, in quanto, nella mia veste di Dirigente Scolastico, mi misuro quotidianamente con il fenomeno delle assenze del personale che ha una ricaduta negativa rilevante sul sistema scolastico, in particolare, della Locride, la realtà che più conosco. Da tempo è palese a tutti ed è stato denunciato in tutte le sedi che esiste un “problema calabrese” in materia di etica del lavoro che chiama in causa ognuno di noi individualmente. Dinanzi all'ennesimo dato fornito dalla CGIA di Mestre e tenendo presente che almeno una generazione dei nostri giovani pagherà a caro prezzo la disinvolta ipoteca accesa sul loro futuro da almeno due delle nostre generazioni di irresponsabili, non Le sembra sia giusto interrogarsi su cosa si può fare, oggi e subito, per invertire la rotta della deriva etica di una Regione, la nostra, lontana espressione di quei forzati del lavoro, i nostri nonni e genitori, che hanno con dignità costruito un futuro sicuramente migliore per noi, loro figli, con i calli e con in mano la valigia di cartone avvinghiata con lo spago, simbolo plastico dell'etica del lavoro dei nostri padri? Non Le sembra che, soprattutto per sentirci degni eredi dei nostri nonni e genitori che hanno solcato l'oceano o sacrificato la loro vita nelle miniere e fabbriche di mezza Europa, occorre avvertire un moto di rabbia e di disgusto dinanzi al culturame cialtrone di chi pratica e fa praticare l'irresponsabile andazzo della furbizia favorendo il sottrarsi al proprio dovere dietro un apparente certificato medico? Gli analisti della CGIA di Mestre mettono in evidenza che “i lavoratori più cagionevoli di salute vivono in Calabria”, perché qui da noi ci “si ammala in media 34,6 giorni all'anno”, nel mentre la media nazionale si aggira intorno ai 18 giorni. Siamo in presenza di una Regione colpita da epidemia endemica o, come sappiamo de visu, la vera epidemia sta nella nostra condotta, a dir poco, irresponsabile? Dobbiamo rassegnarci, tappandoci le orecchie e chiudendo gli occhi, o riteniamo valga la pena partecipare allo scatto di orgoglio che quella parte di Paese che ancora ci crede pretende da quanti hanno a cuore il destino della Nazione, delle sue istituzioni e dei nostri territori? Desidererei che Lei non classificasse questa mia iniziativa espressione di un preside velleitario e moralista. Vorrei che tenesse presente che la scuola, al pari di altre realtà lavorative, è vittima della deriva etica di chi non sente di appartenere all'istituzione chiamata ad Educare ed Istruire le giovani generazioni. Una missione, mi consenta, unica che, se minata con comportamenti a dir poco lassisti e disinvolti da parte dei suoi d lavoratori dirigenti, docenti e personale ATA - la troveremo, domani, riflessa in atteggiamenti superficiali, disinvolti e fuorvianti nell'agire adulto dei ragazzi di oggi. Di questi nostri ragazzi diseducati dai nostri comportamenti odierni che la CGIA di Mestre incornicia per specchiarci nella nostra vergogna. Se ancora rimane come monito alle nostre coscienze. Attendo fiducioso, nonostante l'evidente scoramento, un cenno di riscontro. Le porgo cordiali saluti Vito Pirruccio

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DOMENICA 12 OTTOBRE 14

SIDERNO

Cani aggrediscono un uomo sul lungomare Delle Palme. Si salvi chi può! È solo l'ultimo episodio, di una lunga serie - che ahinoi! rimane tristemente nel silenzio. La padrona:

“Non è colpa mia.Tu cammini al buio da solo” Con sommo disappunto dobbiamo constatare che da qualche tempo a questa parte Siderno è tornata ad essere terra di nessuno anche per via del randagismo. Infinite sono le lamentale dei cittadini che debbono convivere con branchi di cani che "presidiano" la Città, i più folti dei quali si aggirano lungo la Via Amendola, nell'area dell'erigendo teatro, altri nella zona nord tra la Circonvallazione e il Cerchietto. I cassonetti della spazzatura, troppo spesso pieni, costituiscono il foraggiamento per questi sfortunati animali che, molto probabilmente, non hanno indole cattiva ma che nel branco diventano potenzialmente aggressivi e comunque oltremodo rumorosi. Ma ciò non basta. Alla condizione di disordine della cosa pubblica si aggiunge l'inciviltà e la maleducazione di chi libera i propri cani negli orari più assurdi e si avvantaggia di aree pubbliche apparentemente deserte per lasciarli liberi di sfogarsi e anche di terrorizzare le persone. L'ultimo episodio, di una lunga serie - che ahinoi! - rimane tristemente nel silenzio, è accaduto sul Lungomare Delle Palme la sera di martedì 7 ottobre quando un malcapitato cittadino si è visto rincorrere e aggredire da due cani dinanzi ai depositi dismessi della Ditta Matarazzi. I meticci, accompagnati dalla loro proprietaria, hanno corso per oltre 100 metri fino a raggiungere l'ignaro che è stato morso al polpaccio sinistro riportando una lesione fortunatamente poco profonda. In quel momento di paura mista a dolore, l'aggredito ha urlato alla proprietaria di tenere al guinzaglio le sue mordaci creature, ma senza risultato. Mentre faceva ritorno a casa, la vittima è stata fermata dalla "signora" che si è accostata con la macchina, nella quale teneva le sue amorevoli bestioline, subendo per altro le contestazioni lecite della padroncina. "Non è colpa mia se ti hanno aggredito. Tu cammini al buio da solo...". Il Lungomare delle Palme è, purtroppo, buio in quel tratto ma è comunque aperto alla circolazione pubblica. La "signora" ritiene forse che quel tratto di strada sia di sua proprietà? O forse è necessario chiederle il permesso per poter usufruire di ciò che è bene pubblico? Al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Locri hanno provveduto a curare la lacerazione del malcapitato, comunicando ex officio quanto accaduto anche al servizio veterinario della ASL. Il racconto dell'aggressione è stato poi depositato sottoforma di denunzia alla Polizia di Stato del Commissariato cittadino perché in qualche modo si provveda ad arginare l'insopportabile condizione di anarchia nella quale versiamo. Da questo ennesimo episodio una sola considerazione si può evincere, che è poi la drammatica realtà dei fatti: non possiamo più servirci di ciò che è nostro perché dobbiamo aver paura! Paura non tanto degli animali domestici, ma dell'insipienza, della maleducazione e della mancanza di rispetto dei loro padroni, di gran lunga più mordaci e ammendabili dei loro animali. Carmelo Carabetta

Piove nei poliambulatori dell'ospedale di Locri davanti all'ufficio ticket

LA POESIA

A Pasquino Crupi

Ora dassupra tu comandi U sacciu picchi' mu rissiru l'angeli. Quandu mi virivi mi'mbrazzavi Cu dda sciarpa russa U sigaru tiravi. Bova marina non è chiu' comu prima Senza di tia stu paisi non camina. Tu non si nu letteratu E mancu omu di statu Si nu cristianu Chi cercao mi giusta stu mundu tuttu stranu Ma ora caimu a fari Aimu a rimediari E mi ti ricurdamu Sta piazza ti dedicamu.

L'immagine che vediamo è stata scattata da un cittadino indignato che si è recato presso i poliambulatori dell'ospedale di Locri per una visita specialistica. Una pozzanghera, originatasi a seguito

di una perdita d'acqua del bagno superiore, ha provocato non pochi disagi all'utenza, costretta a dover fare la gimkana per pagare il dovuto presso i relativi uffici ticket.

Giuseppe Fava

SIDERNO

Il Marconi è BandieraVerde: prestigioso riconoscimento per l'Istituto sidernese L’Istituto di Istruzione Superiore “Guglielmo Marconi” ha ottenuto dalla FEE l'ambita Bandiera Verde (certificazione Internazionale Ecoschools). Nel corso dell'anno gli studenti del Marconi si sono impegnati, secondo i dettami del Programma, per la minimizzazione del proprio impatto sull'ambiente e per la diffusione della cultura della sostenibilità. Grazie a tale impegno hanno compreso di essere parte di un ambiente unico da preservare, curare e proteggere per le generazioni future. I giova-

ni allievi del Marconi hanno permesso all'Istituto di ottenere un prestigioso riconoscimento internazionale: la

Bandiera Verde Eco-schools, attività rientrante in un programma internazionale per l'educazione, la gestione e la certificazione ambientale ideato dalla FEE (Foundation for Environmental Education Fondazione per l'Educazione Ambientale). La FEE è un'organizzazione internazionale non governativa e no-profit con sede in Danimarca, ma presente in 55 paesi nel mondo. Il suo principale obiettivo è rappresentato dalla diffusione delle buone pratiche ambientali, attraverso molteplici

attività di educazione e formazione, in particolare all'interno delle scuole di ogni ordine e grado. La FEE, inoltre, è membro affiliato dell'Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT) e nel marzo del 2003 ha siglato con l'UNEP (Programma Ambientale delle Nazioni Unite) un Protocollo d'Intesa di partnership globale. Grande soddisfazione è stata espressa dal Dirigente scolastico, Francesco Sacco, dalla responsabile del progetto, prof.ssa Giuseppina Calenda.



RIVIERA

PRIMO PIANO

IL BAMBINO E I SUOI BISOGNI NEL 2014 SARA JACOPETTA

U

Un bambino che si alza continuamente dal proprio posto e perde facilmente l'attenzione, il ragazzino ostile che minaccia i compagni, la bambina alla quale viene urlato di essere disordinata a causa della scrittura poco lineare. Fenomeni quotidiani ai quali assistiamo tutti i giorni che purtroppo non vengono spesso compresi. Le maestre (vecchio stampo) che lamentano comportamenti poco adeguati ad un bambino di quell'età. “È in terza elementare e ancora non sa leggere!”. Spesso e volentieri dietro un bambino che piange perché non vuole andare a scuola o che inventa storie che superano il nostro concetto di fantasia, si cela ben altro. Segnali impercettibili, a volte più che evidenti, che talvolta non vengono compresi come si dovrebbe. Forse non siamo coscienti che il ruolo dell'insegnante si fonda su un'importanza educativa che lascia un segno indelebile. Ricordiamo tutti la maestra che ci ha insegnato a scrivere, quella donna che con la sua mano sulla nostra ci aiutava a far comparire sul rigo una bella “a” tondeggiante. Così come ricordiamo i rimproveri davanti a tutta la classe, anche quella volta in cui non lo meritavamo. La maestra, quella attenta, conosce a fondo i bambini della propria classe. Può definirne pregi e difetti, gusti, modi di fare. È all'interno della scuola che un bambino ha modo di esprimersi sotto diverse sfaccettature. Potremmo riferire se rispetta le regole nei momenti di gioco, se spinto alla condivisione nel momento della ricreazione, se disposto a dare al suo aiuto ad un compagno in difficoltà, se ha un buon senso di autoefficacia nel momento in cui gli viene assegnato un dato compito. Tutte queste dinamiche sono state a fondo studiate e approfondite da innumerevoli autori i quali riportano pagine e pagine di esperimenti. Tutto ciò presenta definizioni specifiche: talvolta si tratta di parole in lingua inglese che possono spaventare, ma che in realtà si riferiscono a situazioni giornaliere. Conoscere la psicologia dello sviluppo è fondamentale per qualsiasi persona ricopra un ruolo educativo. I nuovi corsi di laurea che preparano all'insegnamento presentano decine di materie (che talvolta possono sembrare ripetitive tra loro) che vedono come protagonista il bambino, non solo studiato nell'età dell'infanzia, ma ancor prima, a livello fetale. Diversi scienziati si sono interessati a studiare cosa fa bene al bambino già da quando egli si trova dentro la pancia della mamma. Per tali motivi, è fondamentale possedere le conoscenze necessarie per svolgere al meglio il proprio ruolo di insegnante. Ciò permette al bambino di crescere in modo sano: con ciò non si intende solamente dar lui il giusto nutrimento, ma anche percepire quali sono i suoi bisogni relazionali, sociali e così via. Per tali motivi può capitare che se un insegnante è poco aggiornato, manca degli strumenti adatti per captare eventuali problematiche. Il sistema scolastico odierno che restringe nuove assunzioni di personale laureato e adeguatamente formato non ha dato ancora spazio al famoso turnover, ovvero ricambio del personale. Le problematiche dei bambini sono cambiate rispetto al passato. Al giorno d'oggi un bambino che presenta forti difficoltà nella matematica non è più un “asino” come veniva un tempo definito, ma molto probabilmente, discalculico. La depressione, ad esempio, non è solamente un disturbo che riguarda la sfera adulta, ma può manifestarsi anche in bambini molto piccoli. Spesso è proprio l'insegnante che, dopo aver avvertito segnali ambigui, consiglia ai genitori di consultare uno psicologo. Si evince che il ruolo dell'insegnante ha un'importanza notevole, più di quanto possiamo immaginare. Dalla propria cattedra ha la possibilità di visionare l'intera classe e di accorgersi, se attento, di eventuali problematiche. I libri di testo ci insegnano che tutto parte da una buona capacità di osservazione. Per cui, dobbiamo saper guardare bene.

La maestra, quella attenta, conosce a fondo i bambini della propria classe. Può definirne pregi e difetti, gusti, modi di fare. Dalla propria cattedra ha la possibilità di visionarel'intera classe e di accorgersi di eventuali problematiche.

Relazione alunno-insegnante: risorsa potenziale per comprendere le problematiche infantili


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SETTIMANALE

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Al giorno d'oggi un bambino che presenta forti difficoltà nella matematica non è più un“asino”come veniva un tempo definito, ma molto probabilmente, discalculico. La depressione, poi, non è solamente un disturbo che riguarda la sfera adulta, ma può manifestarsi anche in bambini molto piccoli.

L’INTERVISTA

Parla Caterina Coluccio

A Roccella Jonica nel mese di Settembre si é svolto un corso di formazione sull'autismo rivolto agli operatori sanitari e alle famiglie

CATERINA COLUCCIO NEUROPSICHIATRA CENTRO "CE.J.RI." DI BIANCO, E RESPONSABILE DELL’IMPORTANTE CONVEGNO TENUTOSI A ROCCELLA JONICA

FRANCESCA BARRANCA

L

Lo scorso 14 settembre si è concluso con successo, presso il convento dei Minimi a Roccella Jonica, un corso di formazione finalizzato alla presentazione di un modello di riabilitazione poco conosciuto sul nostro territorio, il DIR, inerente al trattamento di una delle patologie più gravi dell'età evolutiva: l'autismo. Al corso di formazione, organizzato dal centro riabilitativo "Ce.J.ri" dell'istituto di cura "Medical e Psychology" di Bianco, presieduto dall'Avv. Carmelo Macrì, hanno relazionato illustri esperti come: il professor Tortorella, direttore della clinica di neuropsichiatria infantile "NPI" dell'università degli studi di Messina, la Prof.ssa Gomez, ricercatrice dell'ospedale italiano di Bahía Blanca (Argentina) e la prof.ssa Maria Teresa Sindelar, psicologa, psicoterapeuta e docente allo "Jung Institute" di Zurigo (Svizzera), componente del comitato scientifico della Faculty ICDL di Washington, una dei maggiori esperti di autismo a livello internazionale. Responsabile del corso di formazione, la dott.ssa Caterina Coluccio, neuropsichiatra infantile, alla quale chiediamo… Come mai è stato scelto di trattare nello specifico il meto-

DOMENICA 12 OTTOBRE 17

do DIR? Il "Modello DIR" rappresenta un nuovo approccio nel trattamento di riabilitazione dei bambini con severi disordini nella relazione e nella comunicazione. I motivi per cui abbiamo scelto di trattare questo tema sono tre: il primo è che noi da tre anni stiamo utilizzando questo modello per il trattamento delle patologie autistiche sui bambini che si rivolgono al centro di Bianco e abbiamo potuto riscontrare dei risultati positivi. Il DIR rappresenta un modello di osservazione dello sviluppo individuale e relazionale del bambino. È un modello terapeutico riabilitativo, basato sull'osservazione, in particolare delle fasi dello sviluppo psico-fisico del bambino, in modo da raccogliere quegli elementi che ci consentano di entrare in relazione con il suo mondo. L'autismo, è caratterizzato da questa forma di isolamento, difficoltà ad interagire con gli altri, di esprimersi, di relazionarsi. Noi cerchiamo di lavorare per aiutare il bambino ad approcciarsi con quello che lo circonda. Bisogna lavorare in totale sinergia con la scuola e la famiglia se si vogliono raggiungere dei risultati positivi. Il secondo motivo sono proprio loro, le famiglie, alle quali io e tutta l'équipe del Centro Jonico di Riabilitazione siamo vicini. Le famiglie non devono sentirsi soli in questo difficile percorso, devono sapere che noi ci siamo e cercheremo sempre di dare loro un adeguato supporto. Inoltre, c'è un terzo motivo: questo modello qui da noi è poco conosciuto, pertanto, abbiamo voluto coinvolgere esperti a livello internazionale per informare e farlo conoscere meglio agli operatori sanitari che lavorano nel campo della riabilitazione. Da noi, i casi di autismo, purtroppo sono in aumento, certo, bisogna dire che ormai la diagnosi si fa già quando i bambini sono piccoli, non quando arrivano a scuola, come, spesso, avveniva un tempo e questo ci permette di intervenire precocemente, al fine di ottenere dei risultati confortanti. In programma ci sono già altri corsi di formazione? Quali saranno i temi affrontati? In programma ci sarebbe, ma ormai per l'anno prossimo, un altro corso di formazione sul modello DIR. Sarà un corso di formazione di secondo livello, diretto al conseguimento del diploma di esperto del metodo DIR per il trattamento dell'autismo. Ma in mente, comunque, abbiamo altri percorsi di formazione sulla disabilità che ci auspichiamo di poter realizzare. Sul nostro territorio cosa bisogna ancora fare per favorire l'inclusione educativa e sociale delle persone con disabilità? Innanzi tutto, bisogna dire che ad oggi è stato fatto tanto. Gli schemi culturali chiusi si stanno superando, però da un lato la società tutta non deve stigmatizzare questi problemi e dall'altro le famiglie devono accettare, senza alcuna forma di vergogna, che il loro figlio è portatore di handicap. Accettando le situazioni, così come sono, sarà più semplice affrontarle. Attraverso l'impegno dei servizi sociali, della scuola e dei centri di riabilitazione, con il tempo tante barriere culturali, non saranno più un ostacolo all'inclusione sociale delle persone con disabilità. In ambito riabilitativo sul nostro territorio, inutile dire che bisognerebbe fare molto di più, ma, nell'immediato, cosa si potrebbe fare per aiutare le famiglie dei ragazzi con disabilità? Sarebbe auspicabile attivare un altro centro che vada a servire il territorio da Siderno a Monasterace, in modo che le famiglie della zona non devono spostarsi ogni giorno sino a Bianco. Noi siamo disponibili a collaborare, anzi, le dico di più, io stessa qualche tempo fa mi ero interessata a trovare una sede idonea su Siderno, avevo anche fatto delle richieste al Comune, con il fine proprio di creare un altro centro. Noi abbiamo dei grossi problemi perchè oltre un certo numero di utenti, non possiamo prenderne altri, per cui tanti sono i bambini che non riusciamo ad assistere. Poi, da non trascurare i costi che una famiglia deve sostenere, a parte il sacrificio di stare intere giornate fuori tra andare, terapia e ritornare, per questo avere un centro nell'area nord della Locride sarebbe di grande aiuto alle famiglie ed ai ragazzi con disabilità. Sì, è importante potenziare i centri di riabilitazione esistenti, anche per quanto riguarda il trattamento di altre disabilità. Se la riabilitazione funziona bene, se non altro, si tenta di dare un po' di autonomia laddove è possibile, ma in ogni caso è un aiuto alle famiglie. I percorsi di riabilitazione sono una piccola goccia per favorire l'inclusione socio-educativa della persona disabile che porterà, di sicuro, dei benefici alla società nel suo complesso.


RIVIERA

Pellegrinaggio a Lourdes: un’esperienza impressa negli occhi e scolpita nel cuore

Durante l'ultima settimana di settembre, oltre diecimila soci provenienti da tutte le regioni Italiane hanno partecipato al pellegrinaggio nazionale UNITALSI a Lourdes. Fin dall'inizio del pellegrinaggio sul treno bianco, le dame ed i barellieri insieme ai soci unitalsiani hanno vissuto un'occasione unica, un'autentica

PRIMO PIANO

Pillole Naturopatiche

A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone

Tra i profumi di autunno dopo le Castagne troviamo l'energia del Melograno L'immaginazione umana si spinge ben oltre gli archetipi imposti dalla ragione: la leggenda narra che il melograno fu un prezioso prodigio di Madre Natura, dalla quale tutto ebbe origine e nella quale tutto finirà. Numerose culture antiche, greche, ebraiche, cristiane e babilonesi, calamitate dal particolarissimo - nonché esclusivo colore traslucido, brillante e scarlatto dei semi di melagrane - erano fortemente persuase che questo frutto fosse un vero miracolo. La credenza fu ancor più rafforzata dall'evidente forza della pianta di melograno, vista la sua capacità di sopravvivere in habitat ostili, semidesertici. Ippocrate, padre della Medicina, valutò il melograno nei suoi attenti ed approfonditi studi, elogiandone le virtù medicamentose, chiaramente dimostrate solamente nel corso degli anni seguenti. Le proprietà benefiche del melograno ipotizzate da Ippocrate vennero successivamente confermate dalla Scienza Ufficiale: nel tentativo di accreditare queste ipotesi, vennero ascritti al melograno ulteriori poteri curativi e le caratteristiche generali e botaniche di questo frutto leggendario. Proprietà ed impieghi Da ormai troppo tempo si discute sulle presunte proprietà del melograno: tra le svariate ipotesi, alcune sono state effettivamente dimostrate, altre, invece, rimangono tuttora un'incognita. Di seguito, sono riassunte le virtù ascritte al melograno: Proprietà astringenti: nella corteccia, nei fiori e nell'esocarpo del melograno si riscontra una cospicua quantità di tannini , le cui proprietà sono utili in caso di emorragie vaginali ed intestinali. Proprietà antidiarroiche : la polvere ottenuta dalle scorze essiccate delle melagrane è ricca di tannini e, utilizzata in decotto , si presta a contrastare la diarrea; Proprietà vermifughe: nella corteccia di melograno si è osservato che la pellettierina (molecola alcaloidica) agisce con effetto paralizzante, specificatamente nei confronti della tenia; Capacità di preservare l'ossidazione lipidica: l'olio ricavato dai semi di melograno ed il succo rivestono buone proprietà antiossidanti; Proprietà gastro-protettive: virtù medicamentosa dimostrata solamente nel modello animale; l' estratto di melograno sembra esercitare queste proprietà in particolare nei confronti di danni dovuti ad etanolo. Proprietà rinfrescanti delle gengive: l' infuso preparato con i petali dei fiori di melograni è utilissimo per rinfrescare il cavo orale, gengive in particolare; Proprietà diuretiche: i semi vantano virtù diuretiche, seppur molto blande; Proprietà aromatiche: rese dalla scorza delle melagrane. L'aroma e la profumazione intensa emanata dalle bucce dei frutti sono sfruttate per la preparazione di ottimi liquori ed aperitivi; Proprietà antiossidanti: per la presenza di numerosissimi polifenoli e vitamina C; Potenziali proprietà antitrombotiche, antiallergiche, vaso-protettrici e gastro-protettrici, virtù rese ipoteticamente dai flavonoidi.

ANIME NERE

Gioacchino Criaco e Francesco Munzi ritornano nella Locride AD UN ANNO DALLA SCOMPARSA

AntonioMarando,figura dispiccodellaculturacalabrese Quando, l'anno passato, in occasione della morte del Professore Antonio Marando, abbiamo voluto ricordarlo con un articolo su questo giornale, siamo stati attaccati duramente da un lettore, che non ha mai voluto rivelare il suo nome firmandosi Zaleukos, che ci rimproverava il tono enfatico e retorico del nostro scritto, contestando che il prof. non avesse mai edito alcunché in materia di critica letteraria ed avesse vissuta la sua intera esistenza fuori della Calabria, dove ricompariva per le vacanze estive. All'epoca non abbiamo voluto iniziare una polemica con uno sconosciuto su un argomento che, palesemente, il Sig. Zaleukos disconosceva completamente. Ad un anno esatto dell'accaduto e nel primo anniversario della scomparsa, vogliamo ricordare ancora il professor Tonino Marando ed implicitamente rispondere al legislatore elencando alcune delle opere dello stimato defunto: Basterebbe ricordare l'opera “Letteratura e Società”: Storia, critica e antologia della letteratura italiana in quattro volumi composta in collaborazione con colui che è considerato uno dei mostri sacri della critica letteraria italiana, il prof. Giuseppe Petronio, riproposta in più edizioni, ancora usata nelle scuole italiane. O il suo volume Storia dei partiti politici dell'Italia unita edito da Lucarini con prefazione di Paolo Franchi; la sua collaborazione assidua con giornali meridionalisti come Il Gazzettino dello Ionio di Titta Foti e la rivista mensile Nord e Sud diretta dal grande meridionalista Francesco Campagna. Collaborò regolarmente con il giornale La voce Repubblicana con articoli di politica, didattica nelle scuole, recensioni di novità librarie e teatrali. Ebbe una col-

laborazione assidua con la rivista Platea quindicinale tecnico-critico sulla comunicazione sociale, e sul giornale Meridione, nella rubrica scaffali. Collaborò con articoli vari alla rivista Il Ponte di Piero Calamandrei. Su Repubblica e Cultura Calabrese pubblicò articoli su vari argomenti tra cui il Brigantaggio, la Questione meridionale in età giolittiana, la Scuola antropologi-

ARTE E DINTORNI di Domenico Spano

Artisti stravaganti della locride: Diego Cataldo

ca. Negli anni '80 e '90 scrisse sulla rivista Istruzione Tecnica e professionale, sulla rivista quadrimestrale Letteratura e Società del compianto professor Antonio Piromalli e su Annali della Pubblica Istruzione con articoli su didattica, valutazione di lavori di gruppo, mutamento della realtà giovanile dalla contestazione alla partecipazione critica.

Il giovane artista Diego Cataldo, originario di Bovalino (RC), si forma presso l'Accademia di Belle Arti di Catanzaro con il maestro Luigi Magli, iniziando rapidamente il suo particolare percorso artistico e la sua attività pittorica ricca di espressione innovativa e di stravagante bellezza. Le prime opere hanno un carattere personale, incentrate sui ritratti della gente di Calabria e sulla sua terra fatta di mare e di una rigogliosa vegetazione che incornicia a ogni sua veduta pittorica. Simbolica e compromettente l'attività artistica rivolta alle passioni sentimentali e carnali. Corpi di donne aggrovigliati tra riccioli e bocche ansimanti, espressioni di enfasi e di delirio passionale che caratterizzano la visione artistica dell'artista fatta di forti accento. Il suo eros artistico è approdato negli anni alla Biennale di arte Contemporanea di Anagni, Frosinone e Alatri mediante una particolare videoinstallazione dal titolo “Transfert” in cui il tema principale è stato ancora l'amore carnale: “Desiderio e sogno insieme, elementi complementari, se parliamo di un erotismo raffinato e cerebrale che non deve scadere nella volgarità. E poi è il “transfert” a stimolare il pensiero e nutrire l'azione”.

Un suo prezioso lavoro non vide ancora la luce per l'improvvisa morte del professore. Il suo titolo è: Molière: vita, opere e morte sulla scena. Ci scusiamo per la pedante elencazione, peraltro non completa e crediamo doveroso e non inutile, ricordarlo ancora come figura di spicco della cultura calabrese. Fortunato Nocera


SETTIMANALE

esperienza di vicinanza e condivisione con le persone malate, sofferenti e bisognose di attenzioni, per riscoprirsi, alla fine del viaggio, sorretti dagli amici più deboli. Un'esperienza indimenticabile tanto da rimanere impressa negli occhi e scolpita nel cuore, un pellegrinaggio che più che essere raccontato va vissuto.

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L'

avevano promesso e sono stati di parola. Francesco Munzi e Gioacchino Criaco, dopo il grande successo ottenuto dal film “Anime Nere”, sono ritornati nella Locride per incontrare stampa, amanti del cinema e tanti amici che hanno collaborato alla sua realizzazione. Il film, è ambientato nei particolari paesaggi dell' Aspromonte e nello spazio di 1 ora e 40 minuti racchiude tutte le contraddizioni che gravano sulla nostra terra. Si è rivisto a Locri il regista romano Francesco Munzi, dopo essere stato capace di ricevere, alla sua prima nazionale a Venezia, ben 13 minuti di applausi. Anche a Locri, come accaduto in altre parti d'Italia, le poltrone riservate a politici e istituzioni erano tristemente vuote. Qualche provocazione è stata lanciata alla “Film

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Inaugurato il Lions Club di Roccella “Il prossimo sarà il nostro traguardo costante”

Commission”, che-ha detto Munzi- esiste solo sulla carta ma non ha precisa individuazione e neanche un numero telefonico pur costando fiori di quattrini ai contribuenti calabresi”. Un film difficile e realista che ha riscosso nel mondo unanimi consensi. Un lavoro cinematografico che viene considerato dagli addetti ai lavori, di alto valore artistico. E' stato il pubblico, anche quello della locride, a decretarne il successo. E per la diffusione della pellicola sembra si siano anche aperti i mercati di Francia, Germania, Americano, Canadese e Giapponese. Al momento ha incassato al botteghino quasi due milioni di euro. Una cifra impensabile mentre veniva girato dalla parti di Africo. In Calabria. Antonio Tassone

ronti e via. Dalla scorsa settimana è operativo il Lions Club di Roccella. L'inaugurazione è avvenuta nella sala conferenze del Grand Hotel Kennedy. Serata di annunci importanti e di emozione. Un lungo percorso di formazione, che ha trovato un supporto fondamentale negli storici dirigenti del prestigioso club service. Ribadita nei diversi interventi la filosofia dei Lions, impegnati in tutto il mondo in progetti di solidarietà ed in modo del tutto disinteressato. Un traguardo importante, ottenuto dopo lavoro e impegno totali e totalizzanti, all'insegna della reciproca collaborazione e del rispetto degli ideali di pacifica convivenza e di solidarietà. Gli altri è il traguardo costante dei Lions. Il prossimo è l'obiettivo al quale si guarda in un impegno quotidiano, che dev'essere garantito e gestito con il sorriso e con una certezza: quella di essere di aiuto alle fasce sociali meno abbienti e nei confronti di chi in ogni angolo del mondo vive situazione di inaccettabile marginalità. Si intenda però che l'opera di un socio Lion non dev'essere talvolta diretto, ma può essere e senz'altro è di mediazione. Parola che merita certamente un chiarimento. Un club Service di tale portata diventa il tramite tra chi per ufficio e competenze deve risolvere e affrontare problemi che toccano e condizionano le comunità e chi avanza istanze precise e legittime a favore della comunità stessa. Il profilo di un socio Lion deve certamente rispondere a requisiti precisi, affinchè la sua credibilità sia di aiuto alla progettualità che si vuole avviare definire e indirizzare verso la strada della concretizzazione. Principi e idee che sono stati ribaditi nella serata inaugurale, che ha visto la partecipazione del Governatore del Distretto 108 YA, professoressa Liliana Caruso, distretto che compren-

Con la mostra “Dal sentimento all'eros”, Diego Cataldo nel giugno del 2011 ha inaugurato il suo personale viaggio artistico all'interno del sentimento, della sensualità, della materialità e del sublime al tempo stesso. Con tale opera riceve il Premio della Critica. Il messaggio della sua arte è stato quindi repentino, di impeto e con un forte tono, deciso al punto che sono diversi i luoghi nei quali sono ospitate sue personali opere artistiche, tra i tanti: la “Fondazione Internazionale Corrado Alvaro”, la Fondazione Nosside - Museo delle Arti e Pinacoteca di Locri, il Comune di Bovalino, Associazione Culturale “Calabria Mia” di Lamezia Terme. Il giovane artista calabrese ha maturato un'identità artistica geniale e affascinante, libera, trasgressiva e stravagante, alcune volte tocca l'irriverente e la ribellione, il mutamento dell'arte. La sua sperimentazione si indirizza verso i materiali e le forme nuove, nell'astrattezza di ricchi elementi, decorosi e con colori e segni essenziali che permettono di inviare inverosimilmente un messaggio forte ed evidente. Su note dadaiste riesce a produrre opere che contra-

de Calabria, Campania e Basilicata. Accanto alla professoressa Caruso, l'immediato Past Governator, Luigi Buffardi, i Lion guida che hanno accompagnato il varo del nuovo club, Sandro Borruto e Sergio Vaiani, il presidente del club di Reggio che ha seguito la genesi dell'omologa struttura roccellese, Gianfranco Aricò, il presidente della settima circoscrizione, Giovanni Saverio Cambareri e il presidente di zona in sede, Rosa Scida Direttivo del LIONS CLUB ROCCELLA JONICA per l'anno sociale 2014-2015 Impegnati ed entusiasti nella loro partecipazione alla serata numerosi officers distrettuali e circoscrizionali Lions, tutti i presidenti di club della Provincia di Reggio Calabria, Catanzaro e Vibo Valentia. Numerosi e convinti gli attestati di auguri giunti da molti altri club del Distretto. Erano presenti il Direttore Museo Monasterace, Silvana Iannelli; il Presidente Associazione "Roccella com'era", Giuseppe Guarneri; il Presidente Fidapa Roccella, Nella Montagna; il Presidente Rotary, Vincenzo Naimo; la Segretaria Delegazione FAI Locride/Piana, Immacolata Roberta Curinga. A porgere il saluto della città il sindaco di Roccella Giuseppe Certomà. I bassorilievi e altri oggetti artistici donati agli ospiti sono stati realizzati dall'artista Tony Custureri. Il direttivo per l'anno sociale 2014-2015 è così composto: Presidente: Domenico Futia Segretario: Francesca Calabrese Tesoriere: Francesco Calarco Cerimoniere:Elisabetta Agostino Censore:Leonardo Comperatore Officer telematico:Orazio Violante Addetto stampa: Enzo Romeo Consigliere: Rosaria Favoino Consigliere: Marcello Gatto

stano l'arte stessa. Tenta, infatti, di combattere l'arte con l'arte rappresentandone l'opposto nascosto. Poca estetica, niente ermetismo, un'interpretazione di arte in cui si vuole richiamare sentimenti opposti a quelli apparenti. Molta attenzione nella sua sperimentazione artistica è indirizzata all'arte del riciclo, al senso e al significato di ogni oggetto; ciò diviene magicamente reinterpretato, rimodellato nella sua visione e rivalorizzato dal punto di vista artistico, rielaborando materiali, tessuti, pezzi, plasmandoli sulla tela e dandone nuova vita ed identità. Nel 2013 è stato invitato ad esporre al Premio Internazionale “Limen Arte” organizzato dalla Camera di Commercio di Vibo Valentia presso Palazzo E. Gagliardi nella sezione Artisti Calabresi, inaugurazione della serata di apertura a cura del critico d'Arte Philippe Daverio. Di recente la partecipazione all'interno del testo “Percorsi d'arte in Italia" curato dal critico d'arte Enzo Le Pera, che fa un excursus tra gli artisti del passato e quelli contemporanei della Calabria.

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RIVIERA

ARTE

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© FRANCESCO D. CARIDI

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Nel 2013, la prima retrospettiva postuma di opere dello scultore s i d e r n e s e Giuseppe Correale (1926 - 2012) in una sala dell'ex convento francescano di Roccella Ionica ha risuscitato l'attenzione sull'artista che, a parte la pregevole produzione di carattere agiografico per le varie committenze ecclesiastiche, centrò la propria migliore ispirazione sulla figura femminile. […] Penso in particolare che le opere realizzate da Correale per gli edifici di culto cattolico, e che valgono anche come documenti storico-sociali del territorio, non siano, come si sente qualche volta dire, arte sacra (analogamente, alcuni spartiti di Mozart non sono musica sacra, come feci notare al vescovo Gian Carlo Bregantini durante un concerto nella Chiesa di San Nicola a Siderno Superiore), bensì propriamente arte per il culto, che può quindi essere anche realizzata da non credenti (come lo scultore Giacomo Manzù, artefice in Vaticano ai tempi di Paolo VI). […] Naturalmente questo ultimo rilievo lambisce pochissimo Correale, ch'era credente alla sua maniera quantunque refrattario per carattere alla pratica rituale: la sua espressione artistica si rappresentava quindi senza presunzione ateistica epperò era priva di afflato mistico. […] Si può certamente affermare che Correale rifuggiva dalla metafisica ed era soprattutto riottoso alla attribuzione di “etichette” ermeneutiche al suo lavoro: per lui il trionfo della forma, il bel risultato plastico, facevano premio su tutto, ancorché la sua attività risentisse inevitabilmente della condizione ideologica e sociale del tempo in cui operava, e quindi delle relative seduzioni, suggestioni od anche tensioni […] . Colgo dunque alcuni aspetti non peregrini (modellazione cenobitica e modellazione profana), come spunti per una nuova indagine su Correale, che andrebbe ovviamente completata anche con un ripasso biografico più accurato […]. Pare che Correale nutrisse, con una certa vaghezza, una sorta di ambizione gnostica (il divino che è in noi). Un conflitto psicologico evidentemente sospingeva lo scultore, anche per necessità, verso un'arte al servizio del culto che, pur nell'ortodossia dei richiami iconografici al simbolismo cristiano (si vedano le formelle della Porta bronzea della Chiesa di Maria Santissima di Portosalvo a Siderno e della Chiesa di Santa Maria dell'Arco a Siderno Superiore, il paliotto dell'altare della Chiesa Matrice a San Luca e la porta centrale del Santuario della Madonna a Polsi), era però passivamente calata nella dimensione della persona umana rispettosa del Mistero, senza essere sorretta da forti accenti di fede. […]

Il mistero gnostico di Giuseppe Correale Francesco D. Caridi rilegge sotto una nuova luce l'arte dello scultore calabrese. Pubblichiamo ampi brani di uno scritto inedito. Ovviamente questa è una divagazione che aiuta a riflettere sulla predisposizione d'animo (sulla tenerezza interiore) di Correale, il quale seppure fosse immanentista dimostrò improvvisi cedimenti emozionali di fronte ai misteri divini, specie a quelli della Maternità, della Passione e della Resurrezione, coi quali la sua arte al servizio del culto dovette necessariamente rapportarsi. La «verità» rimane comunque tra i segreti della percezione personale di Correale, che non volle svelarla compiutamente, lasciando ai posteri d'immaginarla. Tento comunque questa sintesi: Dio è dunque “immaginato” dallo s c u l t o r e Correale (spirito laicissimo tentato dallo scetticismo ma fiducioso nella religione tradizionale: una istituzione ecclesiale lo aiutò giovanissimo a forgiare il proprio destino di artista) nelle passioni umane. Si tratta di un suo azzardo immanentista, ammorbidito da una visione rispettosa ma algida della presenza (dell'intervento) del Dio cristiano nella storia umana e quindi anche nelle vicende ecclesiali, nonché permeato dall'inconscio romantico di un artista che custodisce nel concetto di trascendenza la figura materna, in una sorprendente anticipazione semantica dell'esclamazione di Papa Giovanni Paolo, al secolo Albino Luciani, che tutti ricordiamo: «Dio è papà; più

ancora è madre». […] *** Un nuovo sguardo sulla produzione di Correale, coglie il predominio della figura femminile, priva della impurità primigenia. Infatti, l'universo femminile di Correale, anche nella versione delle maternità o delle jeunes filles en fleur , è slegato dal fattore sessuale, in un richiamo subliminale alla dottrina della Immacolata Concezione. La persona femminile, modellata sulla creta o sul gesso, trasposta nel bronzo o scolpita nella pietra, in Correale si erge generalmente autonoma, equilibrata, quieta, e quand'anche un segreto dolore vi appaia trasfuso, esso non la prostra, ma ridà slancio alla speranza (evocata ad esempio dal ventre gravido). Eccezioni però si colgono in una scultura lignea, l'urlo della madre che tiene accovacciato un bimbo (quasi una lupa che ulula al cielo), e nel bronzo “Smarrimento materno”, segni che qualcosa di dirompente era avvenuto nell'animo dell'artista. Tuttavia, in genere, non c'è alcuna concessione alla lusinga sessuale, né agli estremismi passionali o emozionali, nemmeno nella giovinetta di pietra titolata “Compiacimento”. La persona-femmina del maturo Correale tende innanzitutto alla perfezione stilistica, in opposizione all'antica ossessione decadente (esito del tardo romanticismo) che la rendeva concupiscente e quindi partecipe di lussuria, e diversamente dalla ossessione naturalista che, soprattutto in alcuni artisti meridionali, proponeva crudezze di realismo sociale e patetismi (come nella produzione dello scultore napoletano Achille d'Orsi, 1845-1929). Nell'ultima fase artistica di Correale, la stilizzazione delle forme femminili dimostra la sua volontà di sfrondare la donna di tutto il superfluo e di liberarla dalle insidie, di eternarla in figure anche a rischio di androginia, sospinte da movenze allopatiche (danza, swing) oppure cullate da semantiche laiche (meditazione, attese). *** Correale si compiaceva di ricordare il suo apprendistato a Firenze presso la

bottega del grande Pietro Annigoni, ritrattista, paesaggista e scultore morto nel 1988. L'eccelso pittore, antiprogressista dichiarato e “affrescatore” anche religioso (si vedano i santi benedettini negli ovali dell'abbazia di Montecassino), trasmise all'allievo le proprie passioni per Rembrandt e per Leonardo, alimentando in Correale la ricerca del tratto deciso, e mai evanescente, riscontrabile nei disegni che l'artista sidernese produrrà in una fase della sua vita (Correale, adoratore di Leonardo, fu infatti un prolifico disegnatore). […] Una sapienza concettuale -manuale ben ritenuta, indusse Correale alla precisione nella modellazione e al “controllo” del gesso e della creta, materiali “preparatori” che hanno una propria vita anche indipendente dalla loro traduzione in metallo, e della pietra (le opere conservate nel suo studio-galleria provano come Correale sia riuscito con energia a coniugare natura e sentimento, alla stregua del suo primo maestro Annigoni). Le comparazioni storiche, novecentesche, dell'arte di Correale, che è arte “meridiana” (cioè sempre con lo stigma della luce che lenisce ogni cupezza, impedendo alle ombre di soffocare lo spazio), si possono fare per echi se non per affi-

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nità, a parte ovviamente il riconoscimento del suo deciso possesso della tecnica, che lo metteva alla pari di altri colleghi italiani più famosi. Dal mio punto di vista, anche se so di addentrarmi in un terreno molto scivoloso, si potrebbe tentare un raffronto con alcuni scultori italiani del XX secolo dei quali certamente Correale ebbe notizia, giacché entravano in accenni chiari nei suoi conversari. Ad esempio Francesco Messina, l'eclettico scultore di origine siciliana (morto novantacinquenne nel 1995) che nel percorso genovese e milanese, di studio e formazione e di attività, attraversò le stagioni artistiche di tutto il Novecento che si sono occupate particolarmente dall'evoluzione della figura femminile nella riproduzione plastica. Poi viene alla memoria l'abruzzese Venanzo Crocetti (1913-2003), i cui esordi di ragazzo povero dalla precoce sensibilità artistica, impegnato anche nella realizzazione di opere per le chiese, richiamano qualche tratto della biografia di Correale, che nutriva la sua stessa passione per l'eleganza classica delle forme (seppure più “carnali” nelle persone femminili di Crocetti) e per la traduzione, all'impronta, senza vani intellettualismi d'avanguardia, delle proprie ispirazioni. Inevitabile il pensiero corre anche verso Giacomo Manzù (1908-1991), che sebbene valligiano bergamasco, era sedotto dalla colorita e luminosa corporalità mediterranea, anche se in certi casi cedeva a foschi scenari escatologici per la committenza ecclesiastica (esempio, la “Porta della Morte” a San Pietro). Qualche altro confronto si potrebbe fare con le fusioni dinamiche, veementi, del pistoiese Marino Marini (1901-1980) e, per andare a ritroso con un'eco ancor più prossima, con l'espressionismo del trevigiano Arturo Martini (1889-1947) e con l'alto sensualismo figurativo del catanese Emilio Greco (19131995). Mi fermo qui. Ma quante di queste “ispirazioni”, e con quanta cosciente adesione, lo scultore Correale, immerso a suo modo nei travagli della seconda metà del Novecento, avesse accettato, forse servendosene per soluzioni tecniche, o come paradigmi, solo lui avrebbe potuto confidarcelo. Certo è che Correale era stato inevitabilmente contaminato dalle correnti plastiche del XX secolo, pur nella nervosità della sua indipendenza da maestri e da tendenze; e si era fatto volentieri sorprendere anche da alcuni incroci tra letteratura ed arte, tra parole e forme, con l'umiltà dell'autodidatta ma con una sicurezza di artigiano (ossia, come spiega il dizionario, con la «capacità di agire e produrre, in base a un particolare complesso di regole ed esperienze conoscitive e tecniche»), e quindi col piacere di esibire una propria scoperta che tale spesso non era, ma da cui traeva la soddisfazione tipica di chi esplora senza mediazioni o suggerimenti, che non fossero quelli della propria intelligenza creativa, arricchita da un'abilità non comune. Per questo Correale è certamente uno dei più significativi tra gli scultori calabresi del XX secolo […] .


RIVIERA

BLOB Giuseppe & Salvo Bucci «Se volete essere creativi, rimanete in parte bambini, con la creatività e la fantasia che contraddistingue i bambini prima che siano deformati dalla società degli adulti» (Jean Piaget). Per Giuseppe e Salvo Bucci il tempo non passa mai. Unici ed inimitabili

Luna Piena d’Ottobre

La Luna bussò alle porte del buio, cantava una calabrese allora bella come la nostra terra; oggi emerge dalla notte e si piazza alta nel cielo dello Stretto, deliziando innamorati e sognatori, tenera come una fanciulla sorridente, smisuratamente lieta di accogliere il giorno. E possa la sua luce rischiarare le menti di chi odia, e trasformare gli sguardi in baci, e i desideri in notte d’amore. Guarda che luna, guarda che mare, e sogna, senza ritegno, senza contegno, perché l’amore ne ha alcuno.

Cartoline da Ibiza Jonica Riflessi di (non)infinito sui primi acquazzoni Jonici

Auguri a “Zia Maria” Una donna e una nonna speciale di Careri (RC) . Lo scorso 6 ottobre, in una bella festa organizzata dai suoi parenti, alla presenza del sindaco Giuseppe Giugno con tanto di fascia tricolore, la nostra Zia Maria ha festeggiato i suoi primi 100 anni. Le rughe segnano il tempo, la giovinezza è sempre dentro di voi , nelle vostre azioni, nel vostro pensiero e nel vostro essere. Mantenetevi sempre così, un anno in più non conta. I nostri più sinceri auguri, Zia Maria.

Abbracciamose Gioacchino Criaco e Maria Teresa D’Agostino. Lo scrittore di Africo è l’autore di “Anime nere”, il suo primo romanzo, di grande impatto socio-culturale che ha originato l’omonimo film di Francesco Munzi e che ha inaugurato il noir di matrice calabrese. Sempre amico della Riviera.

Siderno for Africa: black and white La nostra Jole Figliomeni immortalata in uno scatto memorabile: in mezzo a 22 persone di colore eccola spuntare fuori con il suo luminoso sorriso. Tra tanti “cioccolatini” ecco un confetto tipicamente calabro!

Foto © C. Niutta

Roccu,roccu,roccu, evviva Santu Rocco!! Il gruppo di "tamburinari" di SAN ROCCO che anche quest’anno per la festa di Gioiosa Jonica ha accompagnato la tradizionale processione. Bisogna salvaguardare il ballo votivo, epurandolo dall’uso e consumo di turisti e frivoli adolescenti che si mettono in mostra pieni di sudore e in abbigliamento da litorale estivo. Bisogna invece apprezzare quanti sentono il bisogno e capiscano il vero significato del ballo ed il travaglio dei tamburinari. A Gioiosa Jonica il suono dei tamburi è tradizione e si trasforma in musica per Dio. (foto di A. Rossi)

Bar & Bar: attenti a quei 2!!! Il nostro grande amico Cosimo del “Bar Tentazioni”, nel commentare la debacle europea ed i rigori contro la Roma della sua Juventus, esibisce un banco aperitivo che dire “eccellente” è dire poco. Fora i ....Totti

Francesco Codispoti del Bar Manhattan di Siderno alias signor Gargiulo “che se sbagli la comanda ti rompe er c***“ Francesco mi fau un caffè con... utopia... Con che? Voglio un po' di utopia... un goccio...


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Baciamose Vip “Scherzi a parte” pochi sanno che Teo Teocoli ha origini calabresi. Eccolo insieme alla nostra amica e lettrice Claudia. Un bacio al rock per il sosia di Adriano Celentano, ormai lontano da set e palcoscenici.

Mario Spina tra vino e mare. Il grande chef di Locri si riposa dopo una stagione estiva che l’ha visto protagonista indiscusso delle cene mondane in riviera. “Vide 'o mare quant’è bello, spira tanto sentimento, comme tu a chi tiene mente, Ca scetato 'o faje sunnà.”

Renato Minniti & Consorte Biciclette omologate a Siderno La simpatia che ispira la bicicletta deriva anche dal fatto che nessuna invasione è stata fatta in bicicletta. (Didier Tronchet)

"Il vero amore" per sempre unito dal cielo, nessuno in terra, anche se vuole,può separarlo mai. L'ha detto lui!!!

Marco Guido, In occasione del “Palio del ciuccio” in quel di Guardavalle eccolo fotografato insieme alla “ciuccia” romana, Barbara Chiappini, ex star di “Biberon”.

Tris d’assi Pd e giornalista al seguito

In questa foto Seby Romeo, Giuseppe Mammoliti, Emanuela Alvaro (giornalista) ed Aldo Canturi. Come dice Matteo Renzi: “la politica deve essere conquista, deve essere senza rete. Bisogna sudare e combattere, essere pronti a rimettersi in gioco. Come diceva Clint Eastwood: "Se vuoi una garanzia, allora comprati un tostapane". Comunque senza il loro apporto il PD prendere molti più voti.

Compagno Oreste e Bombino Tanti auguri all’avvocato Oreste Romeo, leader dello schieramente scopellitiano, che ha festeggiato il suo compleanno insieme al presidente del Parco d’Aspromonte, Bombino. Ad ambedue, i nostri complimenti per gli occhiali

Il Commissario Tarricone visita “Riviera” Il dottor Francesco Tarricone, presidente della commissione straordinaria, ci ha onorato della sua visita: signori si nasce non ci si diventa.

In ricordo di Franco Lombardo

Auguri Andrea & Mascia

Le famiglie Mari-Galluzzo augurano un’infinità di bene e una lunga e propensa vita coniugale per i propri figli Andre e Mascia convolati a nozze il 27 settembre 2014 nella chiesa di San Domenico di Grotteria.

Gli amici del campo della Pellegrina hanno voluto ricordare l’amico Franco Lombardo prima del tradizionale incontro del sabato pomeriggio. Una foto gigante ed un cuore con dentro scritto : “il fiore più bello, ciao franco”. Presenti alcuni familiari e molti amici di Franco che ha lasciato in loro un grande ricordo. Francesco Lombardo, lo ricordiamo, da giovane ha militato per diversi anni nell’Associazione Calcio Siderno disputando alcuni importanti e vittoriosi campionati con la prestigiosa maglia bianco-azzurra nel ruolo di difensore centrale.



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