Tutto forse nasce per caso, ma non è così. Molte vicissitudini umane sembrano evolversi per pura casualità ... Non lo so, forse non è così, mi ripeto, ... ho dei dubbi, ma lasciamoli stare. Suona il telefonino: è l'amico Peppe, che mi dice di mantenermi libero per sabato, perchè si è deciso di andare al Santuario di Polsi, dove ci aspettano ... Chi ci aspetta ? Non lo so, ma istintivamente do la mia disponibilità. Sabato si parte, siamo in quattro sul fuoristrada: io, Peppe, Luciano ed Anna. La strada è più o meno conosciuta, saliamo in alto verso Montalto, tra i lecci aspromonta-
ni, pinete odorose e suggestive faggete: e poi in giù verso le viscere della terra, lungo una strada aspra e bella, tracciata chissà da quanto tempo e da chi nella roccia o lungo i greti di torrenti asciutti su cui dormono pietre di rara bellezza. a pagina 14
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L’INTERVISTAAPASQUALE MESITI
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Il sindaco Vestito è ossessionato dalla perfezione. È pervaso dalla volontà di fare, fare bene e legittimamente ma non sopporto come tratta l’opposizione. Le nostre proposte sono per lui o folli, o non prese in considerazione o approvate ma mai attuate”
Un bisbetico
(poco) domatoinfastidito dall’opposizione H
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
a una tendenza spiccata alla perfezione ma scarsa capacità di controllo. Scorbutico e stizzoso, un bisbetico (poco)domato, che proprio come Elia (interpretato dall’inarrivabile Adriano Celentano) vive nel suo splendido isolamento in un paesino che esiste solo nella sua fantasia. Ma, a differenza di Elia che era infastidito dalla presenza delle donne, viste come perturbatrici della pace agreste, il sindaco Vestito è infastidito dalla presenza dell’opposizione, avvertita come perturbatrice della pace consiliare. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con il consigliere di minoranza Pasquale Mesiti che ci ha rivelato quanto poco respirabile sia l’aria in consiglio comunale. È da luglio che chiediamo spiegazioni al sindaco Vestito in merito alla particella 852, del foglio 20 del catasto, e in un comune come Marina di Gioiosa, sciolto per mafia, il sindaco continua a cincischiare non dando risposte ai cittadini. Lei ha riproposto la nostra istanza in consiglio, cosa Le è stato risposto? Il sindaco ha riferito che gli uffici stanno facendo tutto il possibile. C’è un’inchiesta in corso: l’ufficio tecnico comunale, la polizia municipale e persino la procura della Repubblica stanno indagando su questa questione. Ha aggiunto, poi, che per quanto sia di sua conoscenza in quel terreno c’è sia una componente pubblica sia una componente privata. Il sindaco ha, quindi, dichiarato in consiglio che le indagini sono ancora in corso. In una lettera che, però, ci ha inviato ha scritto che né l’ufficio tecnico comunale, né la polizia municipale, né i carabinieri, né la procura della Repubblica hanno trovato qualcosa di illegittimo… Preciso: il sindaco ha affermato che il comune ha fatto tutto quello che era di sua competenza. È stata posta la questione e sono stati incaricati i singoli
Numerosi cittadini sostengono che le amministrazioni precedenti, anche quelle tacciate da vicende giudiziarie di non avere “piena pulizia”, tutto sommato, erano molto più democratiche
uffici. La sua difficoltà probabilmente deriva dal fatto che gli stessi uffici non siano ancora in grado di dare risposte. Però è anche giusto che il sindaco faccia chiarimento su questa vicenda che avete sollevato da mesi ormai. Il sindaco si comporta così anche in consiglio: quando non vuole rispondere tergiversa…? In un contesto che non mi andrebbe di citare per non essere blasfemo dovrei risponderle con un “Tu l’hai detto!”. Comunque è umanamente comprensibile che se si viene colpiti in un punto in cui si rischia di far vedere a tutti che c’è una falla, si inizi un po’ a brancolare. Soprattutto se si ha l’ambizione,
come il nostro sindaco, di essere perfetto. La perfezione, però, porta al “perfettinismo”. E a quel punto inizi ad avvertire tutto ciò che ti si oppone come un attacco. Cosa pensa del suo operato? Penso che il sindaco sia sinceramente pervaso dalla volontà di fare, fare bene e legittimamente. Ciò che non ammiro in lui è il modo in cui si comporta con l’opposizione. Io credo che il ruolo dell’opposizione – e l’ho ribadito pure durante un consiglio – sia sacro. Anche se ha ricevuto il consenso di una sola persona, non si può denigrare il ruolo dell’opposizione. Vorrei che precisasse: il sindaco è solito denigrare l’opposizione o non prestarle ascolto? Le faccio un esempio: nel consiglio del 5 marzo in cui è stata posta la questione relativa alle cartelle della Tares noi abbiamo detto: nel vostro programma voi avete promesso chiarezza, rispetto per i cittadini, maggiore ascolto da parte degli uffici e invece inviate ai cittadini cartelle che sono tutt’altro che chiare (mancava l’indicazione dei coefficienti), con difetti che magari non saranno tali da decretarne la nullità ma che comunque potrebbero far sentire il cittadino in diritto di non pagare. Noi consigliammo di correggerle e riemetterle (l’operazione sarebbe costata 1000, 2000 euro al massimo). Questo per rispetto del programma e dell’intelligibilità del cittadino medio che, non capendo quanto legge e non riuscendo a trovare il tempo di fare la spola tra Comune e Soget, spesso o paga per disperazione, sentendosi, però, ingiustamente vessato, oppure lascia perdere. E questa situazione ingenera, poi, nell’evasione. Ebbene in quell’occasione la reazione del sindaco fu delle più indignate: disse che la nostra proposta era folle, dissennata e dissestante. Lui non avrebbe mai permesso di mandare il comune in dissesto per andare dietro alla proposta dell’opposizione che
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chiedeva la moratoria degli avvisi di pagamento della Tares. Noi non avevamo chiesto di annullare la Tares ma semplicemente di ritirare quelle cartelle e inviarne altre più precise, con l’indicazione dei due coefficienti applicati, quello fisso e variabile. Rincara la dose l’assessore Napoli dicendo che quello che avevamo proposto non stava né in cielo né in terra; aggiunse anche se ci fossimo mai chiesti del perché la gente ci avesse puniti col voto, e ringraziò quell’80% dei cittadini che aveva scelto loro, gente responsabile, e non noi che avremmo mandato l’ente in malora. Quindi, in quel caso, non solo non si è prestato ascolto all’opposizione ma è stata anche denigrata una sua legittima osservazione. Si è evitato di rispondere dicendo: voi siete folli e la prova che voi siete folli e mandereste in dissesto l’ente è la mancata fiducia che avete ricevuto dai cittadini. Perciò voi valete quanti voti avete preso, noi quanto costiamo… il ragionamento è sempre quello… Si, per loro valiamo quanti voti abbiamo preso, che in altre parole significa che non valiamo nulla. Ricevete sempre questo genere di risposte dalla maggioranza? No, a volte ci liquidano con un “no, non si può fare”, tout court, senza darci spiegazioni. Altre volte le proposte vengono approvate ma non attuate, come nel caso del bilancio partecipativo o del decoro urbano. Che progetto ha il sindaco Vestito per la sua Gioiosa? Non mi è sembrato che abbia un progetto con tutti i crismi. Ha tante ambizioni, per lo più astratte, ma nessun progetto concreto. Che idea pensa che si siano fatti i cittadini di lui? Una battuta che mi è capitato di sentire è questa: “rispetto al periodo commissariale, l’unica differenza è che prima erano in tre, adesso di commissario ce n’è uno”. Per molti il comune non è meno permeabile, meno user friendly, customer care – volendo parlare in termini aziendali – di prima. Numerosi cittadini sostengono che le amministrazioni precedenti anche quelle tacciate da vicende giudiziarie di non avere “piena pulizia” (anche se tutto è ancora da provare), tutto sommato, erano molto più democratiche, nel senso che lasciavano molti più spazi. Io posso testimoniare che dieci, quindici anni fa l’amministrazione Macrì, di cui facevo parte, era sempre con la porta aperta. Quest’apertura al cittadino adesso non c’è. La scusa che viene avanzata da chi chiude le porte è che è necessaria un’enorme concentrazione per produrre meglio. Ma stiamo attenti che il produttivismo non può prescindere dall’ascolto delle esigenze reali e materiali del paese. Se il cittadino non si sente ascoltato, si percepisce come suddito e non collabora alla costruzione partecipata di una comunità, in quanto avverte che nessuno fa niente per lui. Vede il comune come qualcosa che prende e pretende senza dare nulla in cambio. Non bisogna mai tralasciare l’ascolto dei cittadini, come dell’opposizione, anche se questo significa perdere molto tempo. Un consiglio comunale potrebbe anche durare fino a mezzanotte ma non importa: i nostri paesi sono nati da incontri lunghi e sentiti e non da incontri asettici, in cui si contingentano i tempi, con il minimo delle discussioni possibili. Perché questo, poi, velatamente agevola processi di autoritarismo, autoreferenzialità, chiusura. Quindi il sindaco Vestito ha fretta di finire il consiglio, di tornare a casa…? Tu l’hai detto!
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GIUDIZIARIA
Pentiti a orologeria Michael Panajia sarebbe un collaboratore di giustizia a orologeria. Un “pentito” che avrebbe raccontato una prima versione di delitti e segreti di 'ndrangheta, per modificarla successivamente inserendo altri nomi e circostanze su “sollecitazione” dei magistrati della Procura antimafia di Milano. Questi giudici inquirenti hanno contestato a Panajia di non dire la verità, confrontandolo con le dichiarazioni rese da Antonino Belnome, altro collaboratore che ha preso parte, insieme al 40enne di Placanica, all'agguato contro Nunzio Novella, il presunto boss originario di Guardavalle che sembra intendesse staccare le locali della Lombardia da quelle della Calabria, e per questo sarebbe stato ucciso e con lui i suoi “alleati”, quali Damiano Vallelunga (foto), presunto boss di Serra San Bruno. Panajia ha raccontato una prima versione accusando di essere stato cooptato per uccidere Novella dal defunto presunto boss Andrea Ruga, morto nel 2011 e che perciò non potrà contestare le parole del collaborante, nel natale del 2007, sette mesi prima dell'azione di fuoco eseguita a San Vittore Olona, nell'hinterland di Milano. Ruga avrebbe regalato tre mila euro a Panajia, per il “lavoro ben fatto a Milano”, nel corso di un incontro avvenuto a Guardavalle dopo poche settimane dell'omicidio. Tutto il racconto, con dovizia di particolari che si trovano in un verbale firmato dal 40enne Panajia, sembra andare liscio in una direzione precisa. Ma Belnome racconta una versione diversa e perciò Panajia dovrà ritornare sui suoi passi aggiungendo nomi e circostanze nuove e particolari inediti sul delitto Novella e quant'altro in precedenza narrato ai magistrati della Dda milanese e poi a quelli calabresi. In ogni passaggio nuovo si trova un nuovo nome. Panajia racconta i fatti ad orologeria, decidendo chi e come, quando e perché raccontare di questo e quello, definendolo all'occorrenza partecipe di un delitto o di un altro. C'è da aggiungere che Panajia, inoltre, dapprima si dichiara indebitato fino al collo, quindi partecipa al delitto Novella e ottiene in più tranche del denaro, circa 10 mila euro, dopo averlo contribuito ad ucciderlo, poi cambia versione e riferisce di non aver mai avuto problemi di denaro e di aver accettato i soldi, (da chi ?), quale omaggio. A questo punto, dopo diversi anni e molteplici versioni si pone il problema non solo del riscontro del narrato ma anche della credibilità del Panajia, che sembra cambiare versione rispetto alle impellenze dell'autorità giudiziari che ha davanti, senza alcun timore di rimanere impelagato nella versione del momento e del processo in cui si trova a testimoniare. Intanto c'è chi rischia l'ergastolo per accuse ad orologeria che in pratica non prevedono la prescrizione.
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FAIMARATHON EBIERGARTEN
Sioux al borgo, morra in villa Siderno.Apprezzati dai partecipanti i due eventi fuori stagione. Peccato per alcuni attimi d’inciviltà tipica
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JIM BRUZZESE o scorso weekend Siderno ha ospitato due manifestazioni notevoli per il periodo e diverse nel genere. Una a sfondo culturale, l’altra evasivo-ambientale. A Siderno Superiore domenica mattina il FAI ha organizzato una riuscitissima e partecipata maratona lungo e attorno a uno dei borghi più belli e meno sfruttati della Calabria. Nel cuore della passeggiata, quando il mezzogiorno è scoccato su una delle ultime tappe previste dal programma, due motorini molto rumorosi hanno iniziato a sciamare in quel dedalo strettissimo e incantato, tra quelle case abbracciate, le une alla altre, come bambini che hanno paura di stare da soli. Come i Sioux con i Conestoga nel Far West, hanno accerchiato gli amanti della bellezza, sopraggiunti per godere dei tanti tesori architettonici incagliati nel verde degli orti; poi, dopo essere scomparsi in vicoli sperduti, echeggiando da lontano, i motorini sono tornati alla carica, accerchiando e disturbando nuovamente tutti e tutto. Questo fino a quando un buon uomo li ha inviati con le buone maniere ha spegnere il volgare fracasso. Nella marina invece, un gruppo di volenterosi attivisti ha organizzato nell’incantevole villa sul lungomare una due giorni a difesa dell’ambiente, che ha avuto come pretesto una festa della birra. Venerdì, sabato e domenica, in quel luogo dove il verde si sposa con il blue dello Jonio e l’odore di gelsomini si mischia a quello di schiume marine, tantissimi amanti della sana evasione sono approdati a Biergarten: birra, barbecue e respect per l’ambiente. Tutto bene, tranne uno sporadico gruppo di giovanissimi giocatori di morra che con i loro gesti volgari mischiati a “bulleria” con degenerazione ‘ndranghetista, hanno leggermente intaccato la bella fragranza di un fine settimana europeo nella Locride.
PASSEGGIATA CULTURALE NEL BORGO SIDERNESE E IL CONCERTO DEI “THE FLYERS”NELLA VILLA COMUNALE
Ciminà, reato di razza sotto ilTre Pizzi «Lo frequentano dei pregiudicati».I carabinieri chiudono il bar del paese applicando un articolo del Decreto Regio del 1931 Ciminà, quattro case, un minimarket e una chiesa che, come scriveva l’inimitabile Totò Delfino, con tre tocchi nei feriali e dieci nei festivi, sprona i fedeli a prender messa. Sotto il Tre Pizzi non è rimasto nient’altro, tranne l’apertura della caccia, i funghi, i cinghiali e il torto di vivere e agire sotto il Tre Pizzi. I carabinieri, infatti, hanno messo i sigilli all’unico bar presente nel centro abitato, che nei paesi spopolati dall’emigrazione vale più di una piazza. Il bar rappresenta l’unico momento di aggregazione maschile; il bar è quella sigaretta delle sette della sera che se la gustano anche i non fumatori; è il vantarsi dei trofei conquistati in monta-
gna; è una napoletana lunga; è Totti contro Tevez. La legge l’ha chiuso applicando un articolo del decreto regio del 1931: il bar sarebbe stato frequentato da pregiudicati. Eppure in quel bar, dove ormeggerebbe come tigna l’ormai famosa razza 416, esclusiva della Locride e della Striscia di Gaza, non c’è mai stata una rissa, un
furto, una sparatoria, uno spaccio di sostanze illegali, uno stupro, un duello, un lancio di uova. Nessun motivo scatenante, da un punto di vista sostanziale, ha favorito questa decisione. Al titolare dell’attività, incensurato, nessuno ha mai imposto di richiedere ai suoi clienti un certificato penale o di prevedere l’impiego di buttafuori. E poi, quale
articolo vieta ai pregiudicati di prendere un caffè, una Peroni e un Amaro del Capo? Si potrebbe pensare di transennare il sacrato e il market per negare anche Ostie e panini con la mortadella. Oppure “i quattro gatti” maschi di Ciminà che vanno al bar non frequentano questi altri due posti? E farebbe ancor meglio chi impone ai carabinieri questo tipo di azioni al limite, e tragicamente esemplari da troppo tempo, di resuscitare il reato di razza, mettere le gabbie intorno ai paesi dell’Aspromonte e Moira Orfei a domare i nativi. Saggezza di stato? Ercole Macrì
VERSO LE ELEZIONI REGIONALE
LA REPLICA DI VITTORIO ZITO A ROSARIO CONDARCURI
“Il problema è di come si pretende di selezionare la classe dirigente del PD” Ciao Rosario, ho letto il tuo articolo di domenica scorsa nel quale commentavi le modalità seguite dal segretario provinciale del PD Seby Romeo nella individuazione di Vincenzo Bombardieri come probabile candidato all'interno della lista del PD per le prossime elezioni regionali. Ci sono scene che quelli della nostra generazione hanno potuto vedere per ultimi. Le partite di calcio in bianco e nero con una squadra che doveva indossare una maglia chiara e l'altra una maglia scura. O i film al cinema durante i quali, per un inconveniente tecnico che non mi sono mai spiegato, le immagini perdevano la sincronia con le voci, cosicché l'immagine raccontava qualcosa di diverso di ciò che i dialoghi ci dicevano. E, ovviamente, si perdeva il senso complessivo del film che si stava guardano. Sai che ho sempre detto con chiarezza ciò che penso e voglio farlo anche ora. Quell'articolo mi ha sorpreso. Nel leggerlo ho avuto l'impressione che la tua voce, questa volta, non sia andata propriamente in sincrono con la realtà politica che stiamo vivendo. Che la tua voce fosse, consentimi, un po' stanca, che non fosse la voce che ascolto quando conversiamo di politica. Hai ragione. Il tema non è Bombardieri. Il tema è più ampio. Il problema è di come si formano le liste. La lettura che tu dai della scelta di Romeo non rispecchia, a mio avviso, la realtà dei fatti. È come se per un momento tu abbia indossato occhiali che non ci appartengono e che vanno di moda a Reggio in Piazza Italia. Quella della origine strumentale della candidatura di Bombardieri tesa a rendere difficoltosa l'elezione di Naccari a favore di De Gaetano è una favola. Un racconto di ruga, direi meglio. Vincenzo Bombardieri, dopo 15 anni vissuti da amministratore a Roccella, ha voluto raccontare la sua esperienza in un piccolo libro che tu certamente
conoscerai. Ci ha sorpreso ciò che è avvenuto il giorno dopo la sua presentazione. Decine e decine di amministratori, rappresentanti di associazioni di volontariato, rappresentanze organizzate di cittadini della Locride prima e della provincia poi ci hanno contattato per organizzare altre presentazioni. Ovunque siamo stati, ed in ultimo a Reggio stessa, ci ha sorpreso l'interesse dimostrato, la voglia di impegnarsi per la propria comunità, l'entusiasmo e la speranza per il futuro che traspariva dagli interventi e dai commenti di chi ha riempito le sale nelle quali siamo stati. Romeo sapeva di queste iniziative e le ha seguite sempre e costantemente. Perché lo ha fatto lo abbiamo capito strada facendo ed è stato chiaro a Siderno. Il segretario provinciale del PD ha la piena responsabilità della formazione della lista delle regionali. Seby può esercitare questa responsabilità in vari modi. Può creare una lista di difesa degli uscenti, con candidature di servizio che non
disturbavano la loro rielezione. Può creare una lista di compromesso, raccattando fuoriusciti di vari partiti che portano con sè un costante consenso elettorale. Può creare liste chiuse, fedeli all'ortodossia che impone di individuare i candidati solo tra i militanti. Tutti film già visti, che hanno portato a sconfitte elettorali o a vittorie di Pirro. Credo che Romeo voglia fare altro. Voglia cioè costruire, o sta tentando di costruire, una lista forte di un consenso vero, nella quale l'elezione sia veramente contendibile, che dia spazio ad esperienze che possano coinvolgere nuovi entusiasmi e che sia veramente rappresentativa della provincia di Reggio. Per questo ha guardato con attenzione alla esperienza di Bombardieri, che è una bellissima espressione - come tante altre - della capacità della Locride di fare bene. Bombardieri che è stato giovanissimo segretario provinciale del PPI (di una delle anime costitutive del PD) per molti anni, che rappresenta il mondo delle professioni. Questo è un film nuovo, è, credo, il film di come dovrà essere il PD
per poter mantenere l'enorme consenso che ha avuto alle Europee. Con questo film vanno in sincrono le parole di Romeo che tu hai riportato nell'articolo. Hai ragione. Il problema non è Ammendolia. Il problema è di come si pretende che sia selezionata la classe dirigente del PD. Alle riunioni dei circoli del PD che si sono tenute a Siderno in vista delle regionali ha partecipato anche una rappresentanza della amministrazione di Roccella. Nella prima riunione si è tracciato una sorta di profilo auspicabile per il candidato e tutti i presenti ne hanno condiviso i tratti qualificanti. Nella seconda riunione, alla presenza di Romeo, si è deciso di avviare una consultazione diretta dei circoli da parte del coordinamento di zona, che avrebbe poi rassegnato i risultati al segretario provinciale per le dovute valutazioni. Quando ho letto dei 3 circoli su 4 da te citati, per un primo momento ho pensato che questa espressione volesse dire che i tre quarti dei circoli della Locride avevano individuato in Ammendolia la figura che meglio rispondeva al profilo tracciato nella prima riunione. Ho chiesto, ma mi hanno detto che il dato è numerico. Solo 4 circoli del PD della Locride hanno dato indicazioni al segretario provinciale circa le candidature alle regionali, e di questi 3 hanno indicato Ammendolia. Il che significa per prima cosa che non esiste una indicazione dei circoli del PD della Locride su un candidato unitario. 42 sono i comuni della Locride e, se 4 circoli hanno risposto, significa o che il PD è assente in 38 di quei paesi o che la consultazione non ha avuto il seguito sperato. Avrebbe dovuto quindi Romeo seguire le indicazioni che provenivano da non più di 100, seppure rispettabilissimi, iscritti a quei circoli sui 140.000 elettori della Locride? O ha fatto bene ad assumere su di sè la scelta e la relativa responsabilità? E se sceglierà di candidare Bombardieri credo che lo farà perché ritiene che la sua
figura corrisponda più di altre al profilo indicato dai circoli nella prima riunione. Ammendolia avrebbe potuto certamente essere candidato. Ma non perché lo avevano chiesto 3 circoli, ma per ciò che avrebbe potuto rappresentare la sua candidatura. E se ciò non è in coerenza con la linea politica della segreteria di Romeo, non si deve gridare allo scandalo, nè si deve andare alla ricerca di motivazioni diverse da quella che credo l'unica che porterà probabilmente alla scelta di Bombardieri. E cioè la volontà di costruire un ampio consenso attorno alla proposta del PD, capace di risvegliare la voglia di partecipazione e l'orgoglio di comunità nei cittadini della provincia di Reggio, assumendosi in pieno la responsabilità delle scelte effettuate. Vittorio Zito
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De Gaetano sarà ancora consigliere regionale: fatti e conti parlano da soli, ma a volte, Vittorio lo fanno anche i matti. E lo fanno nelle rughe, come nelle poltrone dei palazzi calabresi. E la sciagura si dilata a macchia d’olio anche attraverso il tuo sostegno a De Gaetano., che non ci rappresenta. Fermatevi una tornata, per carità. Rosario. V. Condarcuri
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Dall’urna devono fuoriuscire: progetto d’urto per la Locride; protocollo per la legalità; rispetto della democrazia e della Costituzione; fine della diffamazione calcolata di questo Territorio
Politica
Ritorno al futuro
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Un manifesto per la Locride
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ILARIO AMMENDOLIA er anni, dalla “Leopolda” Matteo Renzi ha chiesto candidature scelte dalla
crazia e della Costituzione. Fine della diffamazione calcolata di questo Territorio. Non abbiamo né supplicato, né implorato, ma solo indicato un
base. Le chiese con più decisione Debora Serracchiani il 21 marzo del 2009, ottenendo una larga approvazione: 12 minuti di applausi e 35 standing ovation. La “sovranità popolare” è come l’Araba Fenice “che ci sia ognun lo dice/ dove sta nessun lo sa”. Assistiamo ad un lento ritorno indietro della democrazia ma noi non reagiamo. È come se ci fossimo stancati di eleggere qualcuno che puntualmente ci delude così, esausti, alla fine alziamo bandiera bianca: fate quello che volete, purché ci lasciate in pace. Noi pensiamo di mettere in crisi un sistema di potere ed invece facciamo un favore alle oligarchie dominanti che aspettano le elezioni per mettere il cartello di avvio attività. Sulla piattaforma politica è bene nuovo approccio con la Calabria e che si discuta con serietà tanto nel per la Locride. L’abbiamo fatto con centrodestra e nel centrosinistra. estrema dignità, chiedendo misure Nella Locride non si parte da zero urgenti ma certamente compatibili soprattutto perché c’è chi la con le difficoltà finanziarie del “Politica” non la fa soltanto nei momento. Abbiamo delineato, momenti elettorali e solo quando è personalmente coinvolto. C’è in piedi una battaglia meridionalista e garantista dalla quale non si può prescindere. La Locride ha vissuto on sono in molti a difendere l'operato della Giunta Scopelliti! momenti alti di conAnche il cosiddetto Centrodestra non imposterà, di certo, la sua fronto . proposta politica nel segno della continuità: tutti, da destra dal cenIn occasione della visitro e da sinistra, diranno che occorre cambiare pagina, che occorre aprire ta del ministro dell’inuna nuova stagione amministrativa per la Calabria: sentiremo frasi fatti, terno, on. Cancellieri, discorsi già ascoltati che non incoraggiano l'ottimismo: il ricordo di quanto nel 2012, non ci siamo avvenuto in questi anni ci rende scettici al punto che è più facile, davanti ai limitati alla solita noioproclami elettorali, sentirsi presi in giro che provare entusiasmo. Dal 1970 a sa litania contro la oggi la Calabria ha avuto quattordici presidenti, da Antonio Guarasci ad Antonella Stasi: tutti hanno vantato qualche risultato, nessuno è passato alla ‘ndrangheta e ad elestoria per aver realizzato quella "svolta" ritenuta necessaria, spesso promesmosinare nuovi fondi, sa e, puntualmente, tradita. Durante la prima fase dell'autonomia regionama abbiamo indicato i le, fino al duemila, il presidente era eletto dal consiglio: espressione di accormodi per sconfiggere il di, di ricatti, di mediazioni, di maggioranze composite che rendevano diffigrave disagio esistente, cile sviluppare una leadership forte e autorevole. Nel 1995 si forma una attraverso quattro nuova maggioranza che sostituisce il "centrosinistra", il nuovo governo proposte tra di loro regionale di centrodestra aveva indicato un docente universitario, il prof. concatenate: Giuseppe Nisticò, quale presidente: svolgerà questa funzione per tre anni, -Progetto d’urto per la fino al 1998, ma il presidente espressione "della società civile" non verrà Locride; ricordato per aver dato la svolta necessaria. La speranza si riaccende quan-Protocollo per la legalità.; -Rispetto della demo-
senza velleità, un nuovo modello di sviluppo della Locride, capace di coniugare il rispetto dell’ambiente con l’occupazione, lo sviluppo con la solidarietà e l’accoglienza.
Chi ne avesse la voglia, può andare a rivisitare quelle proposte per coglierne la freschezza e l’attualità. Non c’è stata improvvisazione. Già all’indomani della strage di Duisburg, del 2007, prima a Polsi e poi all’Università di Cosenza, insieme ai docenti universitari, a molti intellettuali, al vescovo di Locri Bregantini, s’è concepito “Il Manifesto per la Calabria”. Volevamo trasformare la drammatica criticità del momento in occasione per un cambiamento radicale. Purtroppo ci hanno abituati alla politica delle piccole cose, delle furbizie e dei veleni. Assistiamo a un “eterno ritorno” del passato peggiore che impedisce di cambiare una realtà inaccettabile. Chiedo al PD, come a tutti i partiti che presenteranno proprie liste, di recepire il disagio e le proposte che sono stati scritti nella storia di questi anni. Non bisogna partire da zero. Abbiamo un’impostazione teorica che parte dalle intuizioni di Nicola Zitara, passa per la battaglia Avevamo già ottenuto i tavoli di di Pasquino Crupi ed arriva fino ai concertazione permanente tanto giorni nostri. col governo nazionale, quanto con Tra pochi giorni si voterà per la la Regione Calabria. Conquista che Regione: non consentiamo che le s’è fatta colpevolmente cadere. elezioni si trasformino in un mercato che ricordano antichi versi “ venite, venite alla santa bottega, a prezzi di fabbrica si scioglie chi lega...”.Dobbiamo essere consapevoli che, in ogni circostanza, si vota per il rispetto dei valori fondamentali della Costituzione iniziando do si passa al "Governatorato", elezione a suffragio universale del presidendal diritto al lavoro e te: arriva un'altra personalità della società civile, un magistrato, Giuseppe dal rispetto per la sacraChiaravalloti che governerà per cinque anni dal 2000 al 2005: cinque anni lità della persona così deludenti che la sua stessa area politica deciderà di non ricandidarlo. Poi il ritorno della politica di lungo corso con Agazio Loiero: altra delusione e umana . successivo cambio di maggioranza. È la volta di Scopelliti: nonostante la gioSi dovrebbe votare su vane età l'ex sindaco di Reggio vanta un' esperienza amministrativa e politiuna proposta di riaggreca di buon livello. Coloro che non hanno mai gradito che il baricentro della gazione economica, politica regionale fosse tra Catanzaro e Cosenza, vedono nel nuovo goverpolitica e sociale della natore la possibilità di riequilibrare i rapporti di forza che, in passato, non Locride che c’è ma non sono stati favorevoli a Reggio e provincia. Sappiamo come si è conclusa la vogliono far vedere. questa esperienza, anche se molto deve ancora essere definito e chiarito. Ma Si vota per ristabilire la tutti questi anni non sono passati invano: complice anche la crisi economidemocrazia in una terra ca, la Calabria ha compiuto importanti passi indietro mentre il governo in cui questa è stata regionale dava prova di inadeguatezza, nel migliore dei casi. Anche la storia sospesa. dell'istituto regionale ci porta a chiederci: ma qual è il male oscuro della Calabria? Quale via è possibile pensare nell'obiettivo di "svoltare", di aprire Le elezioni senza prouna vera stagione nuova e più positiva per questa terra che va verso la deserposte ed impegni contificazione? La sfida per fare diagnosi e individuare terapia è aperta a tutti! creti e garantiti sono Giuseppe Giarmoleo come le campane senza battaglio: non suonano e non servono.
Si vota per ristabilire la democrazia in una terrain cui questa è stata sospesa.
Il male oscuro della Calabria
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“Cavalli di razza o brocchi?”
CANDIDATI ALLE REGIONALI ARRIVANO I NOSTRI
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ANTONIO TASSONE egreterie politiche in grande fermento per comporre delle liste forti in vista delle ormai imminenti elezioni regionali. A ritmo “serrato” vengono vagliate quelle candidature che si ritengono funzionali a raccattare più consensi possibili per poi farli pesare, spesso per benifici personali, verso colui il quale sarà chiamato a guidare la nostra Regione . Una Siderno “delusa” ed “amareggiata” dalle ultime vicende amministrative, registra l'ennesima discesa in campo dell'ex Sindaco Domenico Panetta, che, dopo aver abbandonato, dimettendosi, il locale circolo Pd anche a seguito dell'accordo di governo nazionale che portò lo stesso ad accordarsi con Forza Italia di Berlusconi e dopo essere stato intravisto davanti al seggio delle “primarie” dove lui stesso non negava di “portare” il candidato Mario Oliverio, alla fine ha sciolto ogni riserva, cedendo al richiamo di Gianni Speranza, il quale, come premio per aver ottenuto 21 voti alle primarie sidernesi, gli ha offerto una candidatura nella lista di Sinistra e Libertà (SEL). Panetta, per chi non lo ricordasse, è stato sub-commissario liquidatore dell'Afor, fortemente voluto in quel posto dal duo Peppe BovaLiliana Frascà, che, a quanto pare, in questa competizione sosterranno la candidatura del “compagno” Oliverio. Si ricordino, i sidernesi,
che la presenza istituzionale nella nostra città dell'ex assessore regionale Liliana Frascà, si notò solo allorquando accompagnò “sottobraccio” l'allora sua collega di partito ed assessore regionale alla sanità, la piddina Doris Lo Moro. Colei che in pratica avviò le pratiche di chiusura del nostra Ospedale, lavoro poi completata dal reggino di centro-destra, Giuseppe Scopelliti. Ricordiamo anche che all'epoca, in assenza di rappresentanti di partito “indigeni”, tra cui anche lo stesso Panetta, ed alla presenza di pochissimi cittadini, con un Municipio blindato da uomini delle forze dell'ordine in tenuta anti-sommossa, per cortesia istituzionale, la Lo Moro venne ricevuta con grande signorilità dal Sindaco Alessandro Figliomeni che le regalò anche un bellissimo mazzo di rose rosse . A supporto della candidatura di Panetta, negli ambienti politici cittadini, si vocifera di un possibile accordo tra quest’ultimo e Pietro Fuda, leader del Centro democratico di Tabacci. Sembrerebbe, da alcuni autorevoli “rumors”, che alla fine il senatore Pietro Fuda accetterà la candidatura a Sindaco di Siderno. Vedremo, anche se per il momento si tratta solo di voci. Altre candidature per le regionali nella lista del partito vendoliano sono quelle del Sindaco di Benestare, Rosario Rocca ( il sindaco antimafia) e quella del Sindaco di Riace,
Domenico Lucano (il Sindaco dell'immigrazione e dell'integrazione dei popoli). Sarà candidato anche l'ex Sindaco di Gioiosa Jonica, Mario Mazza, da sempre fedelissimo ai democristiani di Mario Tassone. A Locri, la situazione appare davvero “esplosiva”: Dario Marando avrebbe detto di si alla candidatura nella lista del Centro Democratico di Fuda e Tabacci, con la lista dell'ex governatore Agazio Loiero “Autonomia e diritti” potrebbero scendere in campo sia il dottore Giuseppe Cautela che l'attuale vice-sindaco (a questo punto ex di centro-destra) Raffaele Sainato, il quale si è lamentato recentemente con la sua parte politica d'appartenenza, assieme al Sindaco Calabrese, di essere stati completamente abbandonati al loro destino. Con Forza Italia, a supporto di Wanda Ferro, dovrebbe essere della partita l'ex Sindaco di Locri, Francesco Macrì che ha sempre mantenuto ottimi rapporti con Maurizio Gasparri, uno dei “colonnelli” di Silvio Berlusconi che in pratica gli ha blindato la candidatura. Un importante out-sider potrebbe essere l'ex assessore comunale all'ambiente, Alfonso Passafaro che, a quanto pare, si candiderà con la lista “Sud” vicina al duo Scopelliti- Sarra. Sicura anche la candidatura di dell'ex senatore Franco Crinò, in sostituzione del fratello Pietro consigliere uscente, nelle liste del Nuovo
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Numerose le candidature di politici nostrani funzionali a raccattare più consensi possibili Centro Destra. A Roccella Jonica, con il partito democratico, è quasi certa la candidatura di Vincenzo Bombardieri, nonostante alcuni malumori esternati dagli esponenti del circolo locale che si sono visti scavalcati nella definizione della candidatura dalla famiglia Zito, con la “complicità”, stando a quanto dettoci da un autorevole politico locale, dei vertici provinciali del partito di Matteo Renzi. Con Forza Italia viene data per certa anche la candidatura dell'assessore provinciale Mario Candido. A Caulonia, nella lista del Pd, assume sempre più consistenza la candidatura del nostro editorialista Ilario Ammendolia che, più di altri, conosce il nostro territorio e le nostre problematiche essendo anche permeato da una forte cultura “garantista” e “meridionalista”. A Stilo, infine, con la lista di “Fratelli d'Italia” della Meloni sarebbe in procinto di definizione la candidatura di Vincenzo Marulla. A completamento del quadro, sia di centro-destra che di centro-sinistra, circolano altri nomi tra cui quello di Miky Maio e quello dello stesso Sindaco Calabrese. Come direbbe quel famoso giornalista della Rai, Antonio Lubrano,andato in pensione a discapito di alcuni di questi “mostri sacri” della politica nostrana : “saranno politicamente cavalli di razza o brocchi?”. Lo vedremo su questi schermi il prossimo 24 novembre !
PIETRO FUDACANDIDATO A SINDACO DI SIDERNO?
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TERRITORIO
IN BREVE
Maria Grazia è salva? Chiesta ai giudici la prescrizione GIORGIO BARBUTO Il sostituto Procuratore Fulvio Rizzo, che rappresenta l'accusa nel processo a carico dell'ex parlamentare del PD, Maria Grazia Laganà Fortugno, Pasquale Rappoccio (titolare della Medinex che avrebbe beneficiato degli appalti illeciti per la fornitura di materiale sanitario) e Maurizio Marchese, pur riconoscendo la responsabilità penale dei tre imputati, ha chiesto ai giudici della Corte d'Appello di Reggio Calabria (Gaeta presidente e Bandiera e Costabile a latere) che venga emessa sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. Come si ricorderà il 6 ottobre del 2012, il Tribunale di Locri, dopo l'avvio di un'inchiesta della Guardia di Finanza, partita nell'anno 2006 sulla base della relazione “Basilone”, aveva condannato per falso, abuso d'ufficio e tentata truffa, Maria Grazia Laganà a due anni di reclusione mentre per Rappoccio e Marchese la condanna fu ad un anno e quattro mesi con sospensione della pena per tutti e tre. Dopo la requisitoria del pg Rizzo, è intervenuta la parte civile che ha chiesto la conferma della condanna emessa in primo grado. Il processo è stato rinviato per il prossimo 17 febbraio.
Zanzare a Gerace BRUNO SICILIANO Il morto interrogato non rispose. Eppure non è ancora morto. Allora? Forse non può rispondere perché non sa. Forse non vuole rispondere. Forse non ha capito… Ma sicuramente gliel’hanno spiegato. Fatto sta che non ha risposto. Forse perché non ha avuto il tempo di riunirsi. Perché lui…si riunisce e poi…risponde. Forse non c’era. Era a Bruxelles! Fatto sta che non ha risposto. Intanto Gerace dorme. Un sonno tormentato, inquieto ma dorme. A volte una zanzara travestita da cazzata la punge la turba e la disturba. Con una manata ella la scaccia ma loro, maledette zanzare, ritornano: apre l’Ospedale di Gerace! Sì, è vero, apre, l’ho letto sul giornale. Il solito profumatissimo giornalista che alleva zanzare. Una delegazione di Tour Operator verrà a Gerace e finita la carestia, vedrete… Ancora zanzare! Fatto sta che il morto interrogato non rispose. Eppure i problemi sollevati erano facili: L’assenza di cantieri e di iniziative, il parco fotovoltaico, palazzo sant’Anna, la monorotaia. Passerà anch’esso, un giorno non molto lontano sul fiume, mentre Gerace, nel suo sonno travagliato, attende.
Siderno: lascia ogni speranza, o automobilista infelice Il
traffico di Siderno è un vero casino. Un bordellaio, un caos infernale, un meretricio diabolico di parcheggi, divieti di sosta e posteriori di SUV messi in mezzo alla strada. Volete sapere da dove origina il male che genera altro male? Dai sensi unici. Grazie, ex-sindaco Panetta, per essertene andato e averci lasciato questa bella eredità contro cui ancora oggi ci troviamo costretti a una lotta quotidiana, durante la quale sulle nostre labbra affiora troppo spesso il tuo nome. La Tana delle Tigri dei Tre Commissari agli Affari Infernali Interni di Siderno (presto soprannominata Si-Derry, ma questa è solo per pochi), ha dato il colpo finale con promesse non rispettate, menefreghismo alle stelle, previsioni a lungo termine (leggi: entro il tempo di decadimento dell'uranio impoverito), muri di gomma che l'insabbiamento del missile di Ustica e la cattedra universitaria di Schettino sembrano barzellette. La bitumazione, data per “terminata al massimo ad aprile 2014”, non è neanche partita. Pernacchia a Si-Derry. Vorremmo essere illuminati, nel vero senso del termine, perché qui a Si-Derry manca la luce nelle periferie. Vorremmo essere illuminati dalla luce rosso/verde/gialla dei semafori, che per averne uno all'incrocio tra via delle Magnolie e corso Garibaldi, si sono dovuti ammazzare non so più se tre o quattro cristiani. Accolto tra grandi ovazioni una settimana fa, è ancora lampeggiante. Un fiasco. Per ora gli automobilisti rallentano, ma quando avranno capito il giochetto, ingraneranno la sesta come d'uso. E quando ce lo facciamo fuori un bel bambinello su via delle
Un bordellaio, un caos infernale, un meretricio diabolico di parcheggi, divieti di sosta e posteriori di SUV messi in mezzo alla strada.
Magnolie, che i motociclisti tamarri di SiDerry usano come pista da corsa? E la perpendicolare via Turati, inutile senso unico e trasformata in parcheggio riservato? Questa strada, larga e agevole, brilla in quanto a cattiva manutenzione: è sporca e i tombini otturati, e si sa cosa succede quando piove: le strade diventano fiumi di melma. Il senso unico? Gli automobilisti neanche lo vedono il divieto: la imboccano contromano e punto. Prima o poi qualcuno pagherà. Quando morirà qualcuno, ammazzato da una macchina a Siderno, la riguarderemo un po', 'sta viabilità? Grazie. Però poi non dite che non avevamo avvertito. Lidia Zitara
Il sistema di Protezione Civile dalTrentino alla Calabria Pur essendo una regione ad altissimo rischio idrogeologico e sismico, è cosa ben nota quanto sia forte in Calabria l'impreparazione quando sopraggiungono eventi calamitosi quali incendi, alluvioni, frane, terremoti. Su interesse del deputato Mauro Ottobre, trentino ma di origini calabresi, e del Presidente dell'Assemblea dei Comuni della Locride, Giorigio Imperitura, è stato varato un programma di connessione tra la provincia di Trento e la Calabria. Il 10 ottobre scorso, infatti, alla presenza del Ministro Lanzetta, si è firmato un accordo che prevede - in tempi brevissimi - l'insediamento di campi scuola in Calabria per la formazione dei Volontari della Protezione Civile, o Vigili del Fuoco volontari (sotto la giurisdizione del Ministero degli Interni). Si tratta di personale volontario che verrà addestrato a operare in casi di emergenza, non solo incendi boschivi, ma anche cala-
mità naturali. Il Trentino, che è la seconda regione italiana con la maggiore area boscata, ha messo a punto delle strategie per la salvaguardia del patrimonio forestale e per la salute pubblica, che vuole trasferire in Calabria. Imperitura non è nuovo a questo genere di collaborazioni, tanto che anni fa, molti giovani della Locride parteciparono a dei campi scuola in Trentino per la gestione di aziende agricole.
La provincia di Trento per ora fornirà pro bono attrezzature e mezzi, in modo che nel giro di pochi mesi, i volontari siano già preparati. Ci corre l'obbligo di chiederci se poi questa lodevole iniziativa sarà adeguatamente supportata, sul piano economico, dalla Provincia o dalla Regione Calabria. Tale impegno non dovrebbe essere scoraggiato. La Redazione
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Un olio di qualità riconosciuta olio dell'Azienda Agricola del Sign. Falletti Francescantonio, sita in via L' Porto Salvo a Siderno, in seguito alle analisi chimiche effettuate dal Centro di Ricerca per l'Olivicoltura e l'Industria Olearia, è risultato un olio extra-vergine di ottima qualità. Quanto all'analisi organolettica (Panel Test) questo è il giudizio finale sul prodotto: fruttato intenso di oliva verde, con sentori di erba di sfalcio, mandorla e pomodoro. Al gusto prevale l'erba, l'erba aromatica, la mandorla e il pomodoro. L'amaro e il piccante sono decisi e persistenti.
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Strade dissestate: i nostri paesi, la manutenzione che non c’è Non se ne può più! Le strade dei nostri paesi, cittadine e provinciali sono diventate quasi impraticabili. Ad essere curate sono sempre le vie centrali ma delle periferie? Ne vogliamo parlare? Ogni giorno che passa è un continuo peggioramento, veri e propri crateri; per mesi, per anni e nessuno ci fa più caso ormai, fino a quando il mal capitato di turno ne rimane invischiato provocando seri danni a se stesso e ai propri mezzi, per non parlare dei motocicli, in continuo rischio.“Se avesse avuto un'andatura più lenta, forse tutto questo non sarebbe accaduto, si sa, chi và piano và sano e và lontano!” Questa è l'intramontabile frase a cui ricorriamo ogni qualvolta subiamo una sventura per fornire una giustificazione alla nostra rabbia. È giusto, ma il dissesto delle strade? Sulle voragini ci si può far male attraversandole anche senza fretta. Un esempio da citare è Bovalino con le sue contrade: Pozzo, Melena, bastano due giorni di pioggia per rendere il setto stradale già precario, intransitabile. Un altro caso ancora sono le contrade Varredi e Garingiolo in Gioiosa Ionica. È passato tanto tempo dall'ultima manutenzione, oggi non sono assolutamente percorribili, la carreggiata è rivestita di buche, eppure i residenti di queste zone sono obbligati a passarci quotidianamente anche con mezzi pesanti. Un'altra prova di negligenza, oramai obsoleta è la statale 106, da Grotteria mare a Siderno: malgrado le numerose proteste ancora non sono stati presi provvedimenti. I ripetuti rattoppamenti si sbriciolano alle prime piogge acide e torrenziali. Interventi tampone che non assicurano una mobilità di lungo periodo. Un problema che ha già messo a dura prova la pazienza degli automobilisti e a repentaglio sospensioni e pneumatici. Se non possono essere asfaltate perché non eseguono lavori di mantenimento
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Salviamo il decoro urbano Un manifesto di Massimo Ripepi (speriamo prenda le distanze) che copre la tabella degli orari Atam. Siamo alla fermata dell'autobus sotto la scalinata d'accesso agli Ospedali Riuniti. Che ne pensano all'Atam?
In bocca al lupo Domenico! I ripetuti rattoppamenti si sbriciolano alle prime piogge acide e torrenziali. Interventi tampone che non assicurano una mobilità di lungo periodo.
del manto stradale ? Appare ormai impellente ed urgente, procedere alla formulazione di un adeguato impegno di spesa delle somme dei bilanci comunali e provinciali, per far fronte ad un disagio creato e provocato da una situazione critica per non dire cronica: buche e dislivello che non danno più tregua. Se paragoniamo i paesi ad un’abitazione, le strade ne sono il pavimento come il prospetto dei palazzi ne sono le pareti. La cura con la quale manteniamo i nostri parquet, le nostre veneziane non è la stessa degli amministratori pubblici nei riguardi delle vie cittadine e questo non produce solo guasti alla bellezza ma anche alla salute poichè da questo orecchio non ci sente più nessuno! Katia Candido
17 anni, centrocampista, Domenico Mazzone, calabrese di Gioiosa Jonica, era tra i convocati della Reggina per la trasferta a Matera. Un giovane talento che viene da una famiglia molto legata al mondo del pallone. Il fratello Luciano è da quest'anno nelle giovanili della Juventus; il padre Mario, morto giovanissimo in un tragico incidente stradale è stato un bravissimo calciatore del Gioiosa, anche lo zio Sasà Oppedisano ha brillato nel calcio dilettantistico calabrese negli anni Settanta. Da ricordare che Gioiosa Jonica ha dato al calcio professionistico italiano Totò Logozzo, che in serie A ha "chiuso" come capitano del Bologna, dopo avere giocato con Cagliari, Ascoli, Avellino, Verona e Sampdoria. Buona fortuna Domenico !
Quando è l’uomo a segnare il tempo: arrivederci Enzino Non lo spazio fa l'uomo, esso è statico! È il tempo! Niente segna l'uomo più del tempo, e niente lascia l'uomo se non il suo tempo! Ma, quand'è l'uomo a segnare il suo tempo, allora ha sconfitto l'oblio! Naturalmente è il tempo l'unico fattore durante il corso del quale l'uomo agisce con atti e azioni in rapporto con la società, nel divenire quotidiano. L'uomo, quindi, vive “facendo” e muore “lasciando”. Ed ecco la domanda: il Dott. Enzino Romeo, durante la sua vita, cosa ha fatto? Ha fatto l'uomo. Nel “privato” che lui considerava sacro è stato marito affettuoso e rispettoso, esemplare. Come padre poi, bisogna emularlo! Ma quello che spicca di più è il personaggio pubblico dove è stato “professionista-maestro”. Soprattutto è stato un uomo completo, pregno delle virtù che un vero uomo dovrebbe avere. Coltivava il culto dell'amicizia sinonimo di comprensione e solidarietà. E non mancava di una
forte dose di bontà che in tante circostanze è dettata dall'equilibrio della ragione. Enzino queste virtù le aveva tutte e se ne serviva elargendole a piene mani dal podio di un'immensa umana, cristiana cultura: la cultura della vita! Oggi, interrompendo il suo viaggio terreno, peraltro disseminato di tanti sacrifici e duro lavoro (ricordo una vigilia di Natale di tanti anni
fa allorquando, giunta la mezzanotte e le campane di Portosalvo suonavano a festa, egli ancora si attardava in ufficio nel tentativo di far quadrare i conti sulla tabella degli emolumenti dei 120 docenti allora in organico e così essere pronto per mattina di giorno 27), oggi - dicevo - cosa ci lascia? Ci lascia un patrimonio morale, inestimabile! Ma anche il doveroso compito per noi di raccontare di lui a chi resta nella rassegnata certezza che un giorno per tutti suonerà la campana. Ci lascia il senso del dovere che ha sempre profuso nella missione di funzionario di uno Stato che per molti versi non c'è come neanche in passato. Che era ed è assente, latitante se ancora basta una sola alluvioni per mettere in ginocchi molti cittadini! La costante responsabilità del lavoro quotidiano, la dignità divenuta proverbiale fanno, appunto, di Enzino Romeo un uomo da raccontare e da additare a futura memoria. Da raccontare nelle mansioni di economo presso il “Marconi”, l'Istituto Tecnico Commerciale di Siderno che grazie anche alla sua opera, la storia lo consacra glorioso per i tanti ragazzi
costì diplomatisi ed oggi occupati in posti di comando nel campo del lavoro, dell'economia e dell'insegnamento. Dicevo, uomo da raccontare, anche nelle mansioni di Capo dell'Ufficio di Ragioneria, diretta dal Prof. Amaduzzi, e che rimangono punto di riferimento per la compilazione dei Bilanci nella Pubblica Amministrazione. Inoltre ci lascia le relazioni, i consigli, le lezioni che faceva - tante volte al telefono - (vero antesignano dell'insegnamento a distanza) agli omologhi colleghi sparsi per tutta Italia (il suo nome aveva da tempo valicato i confini regionali!) Ci lascia infine, la dignità, l'orgoglio, la cultura dell'uomo che volava alto, al di sopra delle dicotomie e delle bassezze dei mediocri le cui azioni hanno segnato negativamente questa Città. Incline, purtroppo, a consacrare e dissacrare al contempo. Condoglianze alla famiglia, agli amici, a quanti lo hanno conosciuto e amato. E condoglianze a questa “vilipesa” Siderno che oggi perde uno dei suoi figli migliori. Cosimo Figliomeni
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Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14
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Direttore responsabile: ANTONIO TASSONE Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Ercole Macrì, Eleonora Aragona, Franco Parrello, , Lidia Zitara, Patrizia Pellegrini, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Francesca Barranca..
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DISPOSOFOBIA ANIMALE:
L’ASP INDAGHI Caniaggressivi pernatura: unmito contemporaneo tuttosbagliato
di Pelo e Aiva), fa fatica a tirare la settimana, e in molti si autostengono perché le donazioni sono pochissime. Senza contare che per il trasporto aereo ci sono numerosi problemi a cui Alitalia risponde con dei dati che francamente non risultano corrispondere all'esperienza dei volontari. Chi causa molto danno all'immagine che ci siamo fatta dei cani sono spesso i padroni, che non rispettando alcune regole basilari della civile convivenza, pongono in cattiva luce gli animali. Tenere al guinzaglio, raccogliere le deiezioni e dotare i propri animali di un accessorio fosforescente perché siano visti anche al buio (serve anche per evitare scontri con ciclisti e con veicoli, e vale anche per i passanti), sono gesti semplici e rispettosi del prossimo. Un cattivo cane nasce sempre da un cattivo padrone. Inoltre l'Asp dovrebbe preoccuparsi di eventi come questo, che fanno pensare alla disposofobia animale, un disturbo psicologico che impedisce al soggetto di separarsi dall'animale, e di cui a Siderno sono noti diversi casi. Ciò che chiediamo è che il servizio veterinario dell'ASP si decida a sterilizzare le femmine (il che non significa fare raid di cani per poi sopprimerli) e che i servizi di igiene mentale si interessino finalmente ad un problema sottovalutato, poiché a farne le spese è sempre lui: il cane.
Tutto forse nasce per caso, ma non è così. Molte vicissitudini umane sembrano evolversi per pura casua-
LIDIA ZITARA Nell'articolo pubblicato la settimana scorsa sulla “Riviera”, riguardo ad un’aggressione avvenuta a Siderno, abbiamo forse leso una terza parte che non ha voce in capitolo: il cane. Mettendo da parte ogni specifica riguardante l'accaduto, corre l'obbligo morale di essere più puntuali su alcuni dati. Sebbene il numero dei proprietari di cani sia vertiginosamente aumentato, e con esso il business degli alimenti e degli accessori per la cura del cane, rimane il fatto che molte persone ne hanno paura. Dietro ogni aggressione c'è un motivo, una ragione molto precisa. Il cane non attacca mai “gratuitamente”, lo fa per paura, per difesa, per il cibo. Sarebbe stato corretto evidenziare tali ragioni nell'articolo per non dare motivo ai lettori di spaventarsi oltre il giusto. È proprio la paura che conduce a gesti inconsulti, alla fuga, a gridare, causando nell'animale un'equazione logica: “Ti faccio paura, fuggi? Allora sei buono da mangiare”. Tutti sanno che non bisogna mai fuggire davanti a un cane, mai, neanche al più terrorizzante e bavoso e ringhiante cane dell'universo. Bisogna stare un po' accucciati, con la mani al corpo, non fissare l'animale negli occhi, prendere con movimenti lenti il cellulare e chiedere aiuto. Oppure richiamare l'attenzione del proprietario con voce calma e serena. I gatti ne hanno fatto una strategia di sopravvivenza: si immobilizzano come sassi. Sarebbe ora che ricordassimo che anche l'uomo è un animale, e imparassimo modi naturali per difenderci. Purtroppo, chi ha un'indole violenta, può raccogliere spunti come quello descritto, per compiere atroci vendette su dozzine di animali, di cui abbiamo notizia periodicamente, ma che non fanno certo scalpore quanto un attacco a un umano, per quanto causato dall'imperizia dell'uomo stesso. I bambini in particolare sono soggetti a rischio, poiché hanno dei movimenti scomposti e a scatti, che il cane può malamente interpretare. Quelli un po' grandicelli a volte se la vanno anche cercando, stuzzicando i cani passando con le bici e facendo versacci. I cani “padronali”, in definitiva soffrono del bipolarismo della nostra società: da un lato amati dai propri padroni, e dall'altro stigmatizzati dagli altri. È normale che un cane, dopo anni di sberleffi, non capisca che un bambino in bici sta solo scherzando, e che lo aggredisca. Ma in questo caso la colpa sarebbe da imputare ad una scarsa educazione civica impartita dai genitori. Le aggressioni più gravi sono causate da cani allevati per il combattimento (teoricamente vietato in Italia), e poi abbandonati una volta invecchiati o inservibili. Se c'è una tipologia di cane pericolosa è questa, poiché tali elementi possono diventare capibranco di piccoli gruppi di cani e possono essere realmente aggressivi. Sono invece più numerosi i branchi di cani meticci che spaventano per il numero. In quel caso non ci sono scuse, c'è un colpevole che ha un nome: ASP, servizio veterinario. In Calabria non è messa per nulla in atto la regolamentazione delle nascite attraverso la sterilizzazione delle femmine randage, il sistema di abbinamento dati dei microchip è fallimentare, diremmo proprio una clamorosa bufala, in più i canili sono dei lager (basti pensare a quello di S. Ilario, che ha numerose cause pendenti), o non funzionano a dovere. Chi si costituisce in associazioni di volontariato (come Palle
GIULIANO ZUCCO
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Polsi
il sacro, il magico, l'umano Cane in evidente stato di decomposizione, giace da ferragosto in una galleria di Locri sulla nuova Statale 106. LANGOLO DI PARRELLO
Fontanina
E così ancora una volta Mimmo Massara si diverte con la poesia. Ora tocca alla piccola fontana all' angolo del paese. Nel passato tutti la rispettavano e l'amavano. Nelle giornate, o nottate, calde d'estate la gente si avvicinava per dissetarsi e rinfrescarsi il viso. Oggi solo qualche stanco viandante si ferma alla fontanina e le parla delle sue sofferenze giornaliere. Essa lo ascolta, lo conforta e gli offre un po' della sua acqua fresca. Il vecchietto la saluta: “ Ciao Fontanina, ci vediamo domani mattina. Franco Parrello
lità ... Non lo so, forse non è così, mi ripeto, ... ho dei dubbi, ma lasciamoli stare. Suona il telefonino: è l'amico Peppe, che mi dice di mantenermi libero per sabato, perchè si è deciso di andare al Santuario di Polsi, dove ci aspettano ... Chi ci aspetta ? Non lo so, ma istintivamente do la mia disponibilità. Sabato si parte, siamo in quattro sul fuoristrada: io, Peppe, Luciano ed Anna. La strada è più o meno conosciuta, saliamo in alto verso Montalto, tra i lecci aspromontani, pinete odorose e suggestive faggete: e poi in giù verso le viscere della terra, lungo una strada aspra e bella, tracciata chissà da quanto tempo e da chi nella roccia o lungo i greti di torrenti asciutti su cui dormono pietre di rara bellezza. E qui, già in vista del Santuario cominciava ad affiorare nella mia mente quella moltitudine di anime che hanno abitato involucri di carne ed ossa, come noi siamo in questo momento. Ovviamente era questa una mia sensazione, un fatto emotivo mio, tutto personale e rigorosamente tenuto riservato. Guardavo dall'alto la "Valle Incantata" e già scorgevo i tetti della chiesa, del chiostro e di tutto quanto è nato intorno per ospitare i pellegrini. E' di altri tempi l'accoglienza di Antonia, la madre di Don Pino Strangio, Rettore attuale di questo
Santuario, accoglienza che mi ricorda con commozione e reverenza la figura di mia nonna Flavia, quando io piccolo non capivo ancora bene la sua disponibilità verso coloro che domandavano un pezzo di pane e che mia nonna non ha mai rifiutato agli sconosciuti migranti che bussavano alla porta di casa nostra. Da qui nasce tutto un meccanismo mentale che a distanza di anni riesce, e lo dico con convinzione, a dissipare quella intricata matassa che ognuno di noi si porta dentro. Ogni luogo intorno alla vallata appariva ai miei occhi ricco di quella antica religiosità che appartiene ai viventi e di cui non possiamo liberarcene non appena viene da noi interiorizzata. L'interno della Chiesa, gli addobbi, le testimonianze, gli altari e soprattutto lei " Maria con il Bambino" , la Regina, l'antica "Eva" da cui tutto nasce e a cui tutto ritorna. Ecco l'incanto, l'incanto della Magia di questo sito, scelto sicuramente da uomini in cammino, in cerca di scoprire quell' "Invisibile" che a volte si percepisce, ma che si manifesta nella sua più intensa spiritualità solo in chi ha Fede. Si, perchè solo chi ha Fede riesce a vedere oltre, oltre quel limite che ci fa uscire dal buio più profondo della non conoscenza, elevandoci quel tanto che basta per farci vivere una vita più serena. Non voglio ora entrare in discorsi filosofici, ma due riflessioni vanno fatte. Il simbolo della Croce, due segmenti che vanno uno verso l'alto,
l'altro in orizzontale lo interseca in un punto al centro del quale sta l'uomo, io, tu, lui, tutti quanti, tutto il resto animali e piante comprese. Riflettete: la Croce simbolo primario del tutto. Qui mi fermo: per coloro che si sono sintonizzati sulla mia stessa lunghezza d'onda, non ci sono altre parole. Se alla parola MAGIA togliamo la "G" e mettiamo la "R" otteniamo "MARIA", che non è più un semplice riferimento cristiano, ma che diventa un punto di partenza per una continua rinascita interna: in questo "segreto svelato" è contenuto il concetto della nostra stessa vita. Qualcuno disse che noi non moriremo mai perchè non siamo mai nati nel comune senso della parola, siamo esseri in continua trasformazione frutto di una "intelligenza divina" che ci accompagnerà per sempre... non so se questo sia vero, però comincio a pensarci. Cosa è rimasto in me dopo questa breve permanenza a Polsi ? Tutto, tutto quello che ho cercato e che non riuscivo ad avere a portata di mano, compresi gli occhi di Don Pino Strangio, due finestre aperte sul mondo, la sua voce, il suo atteggiamento solennemente empatico, che fa di lui un compagno di viaggio che ognuno di noi vorrebbe avere accanto. Grazie Don Pino per quello che hai fatto e farai ancora: i futuri difficilmente ti dimenticheranno ! Tra i futuri ci sono io, in prima linea, e non ti scorderò mai!
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Calabria,terrabellaedannata Nascere in Calabria è quasi un privilegio. Bagnata da due mari e contornata da splendide spiagge, meravigliosi borghi e ridenti cittadine costiere; basta addentrarsi un pò, per ritrovare bellissime selve e una natura quasi incontaminata, macchie, colline, laghi e fiumi. Ogni luogo ha una storia, è una pagina di cultura, un segno ineguagliabile di civiltà. È impossibile aver vissuto o anche solo aver sostato in questa regione e non esserne innamorati. Ma esiste un'altra faccia di questa terra bella, misteriosa e selvaggia.
La Calabria, terra di omertà, di volti costretti ad abbassare lo sguardo e bocche troppe volte bendate. La terra dove l'illegalità sostituisce la logica e il bene comune e istituzionale viene soffocato dal crimine organizzato. La terra del "non finito", della precarietà, delle infrastrutture e delle opere, grandi o piccole che siano, fatte ad appannaggio di pochi usurpatori, che soffocano il diritto di chiedere e di guardare avanti, di giovani, donne e uomini, nati liberi e soggiogati da una classe dirigente asservita e incapace. Sembra quasi, che la naturale gentilez-
za della sua gente, debba essere trasformata in ignoranza, da secoli non facciamo che perpretare scelte sbagliate e soffochiamo la nostra naturale vocazione . Vivere in Calabria, scegliere di rimanerci nonostante tutto, è un continuo pugno nello stomaco, che provaca rabbia e dolore a chi non si rassegna e continua a sperare, e confidare nel suo lavoro, guardando dritto il sole, senza abbassare lo sguardo e nascondersi dietro fugaci ombre di fantasmi. Antonella Bombardieri
SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER I CITTADINI, numero verde:
INDIRIZZO
“ CALABRIA & Europa”
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Consiglio EPSCO: Presto in Europa la piattaforma contro il lavoro sommerso Il Consiglio EPSCO ha concordato un orientamento generale in merito alla decisione di creare una Piattaforma per rafforzare la cooperazione a livello comunitario al fine di prevenire e scoraggiare il lavoro sommerso in maniera più efficace.“Purtroppo il lavoro sommerso è un fenomeno diffuso che ha un impatto negativo sui lavoratori, le imprese e i governi - ha dichiarato il Ministro italiano Giuliano Poletti - sono soddisfatto che,durante il Semestre di Presidenza italiana, il Consiglio sia giunto a un accordo in merito alla proposta di istituire una Piattaforma europea per far fronte al lavoro sommerso”. La proposta prevede la partecipazione obbligatoria alla Piattaforma di tutti gli Stati membri e un elenco non limitativo delle iniziative che la Piattaforma può attuare. Al contempo,l’orientamento generale del Consiglio garantisce che gli Stati membri restino competenti a decidere in merito al
A Palmi l’info day “Progetta il tuo futuro” Si è tenuto a Palmi sabato 18 ottobre 2014 dalle ore 9.00 presso i locali della Casa della Cultura l’info day “Progetta il tuo futuro”. Un evento rivolto ai giovani delle ultime classi delle scuole superiori per orientarli alla scelta dei percorsi di studio e lavoro futuri in un ambito Europeo, mercato in cui è sempre fondamentale la conoscenza delle lingue straniere. L’incontro è organizzato dall’Europe Direct Calabria&Europa di Gioiosa Jonica, dall’Associazione un Ponte per l’Europa e dalla Cooperativa Sociale Itaca. La giornata ha visto l’organizzazione di alcuni stand informativi organizzati con la partecipazione di Università, terzo settore e mondo del lavoro ed è stata realizzata con il patrocinio dell’Amm.ne Provinciale di Reggio Calabria, il Comune di Palmi e dei comuni di Taurianova, Rosarno, Bagnara Calabra, Cittanova, Oppido Mamertina e Polistena. L’appuntamento ha rappresentato un’importante occasione di approfondimento, soprattutto alla luce delle novità introdotte dal Programma Garanzia Giovani e dalla recente approvazione del Jobs Act, per tutti coloro che vogliono orientarsi nel variegato sistema della formazione, del lavoro e delle opportunità messe a disposizione dalla Commissione Europea. L’evento ha approfondito, in particolare, l’importanza della conoscenza di una lingua straniera, considerato che giorno 26 settembre si è celebrata a livello europeo la Giornata Europea per le lingue, al fine di promuovere, anche alla luce degli obiettivi della Strategia “Europa 2020”, la mobilità professionale e geografica. La mattinata si è aperta dalle ore 9.00, una tavola rotonda dal tema “L’importanza delle lingue per l’inserimento nel mondo del lavoro” cui parteciperanno: Giuseppe Campisi - esperto in politiche del lavoro; Angela Bandiera esperta Eures; Assunta Carrà - esperta orientamento scolastico e professionale; Alessandra Tuzza - Rappresentante rete Europe direct; Maria Giovanna Ursida – presidente Cooperativa Sociale Itaca; Francesca Laganà - direttrice CPI di Gioia Tauro; Giuseppe Saletta - rappresentante antenna territoriale euro desk di Palmi; ha moderato il dibattito Maria Giovanna Ursida dell’Associazione un Ponte per l’Europa. Contemporaneamente nella zona antistante l’ingresso della Casa della Cultura sono stati allestiti degli spazi espositivi, suddivisi in aree di interesse (istruzione e formazione, news dei Centri di informazione Europea, lavoro, mobilità) al fine di far conoscere agli studneti delle 16 scuole coinvolta i migliori prodotti e servizi proposti e le opportunità offerte a livello locale, nazionale, europeo quali: l’offerta formativa ed universitaria, le opportunità del mercato del lavoro, l’esperienza dei centri per l’impiego, i programmi dell’Unione Europea.
Bandi e programmi in scadenza: “Azione Jean Monnet - Cattedre, moduli,centri di eccellenza,sostengo alle istituzioni e alle associazioni,reti, progetti” Finalità:
proprio livello di coinvolgimento nelle iniziative della Piattaforma. Gli Stati membri potrebbero inoltre decidere quali misure adottare a livello nazionale per dare seguito ai risultati di tali iniziative, a seconda delle rispettive priorità e necessità per quanto riguarda la dissuasione e prevenzione del lavoro sommerso. I compiti della stessa comprenderebbero l’analisi delle misure politiche adottate finora, la creazione di banche delle conoscenze in merito a differenti misure e l’elaborazione di strumenti e manuali per la cooperazione tra Stati membri. La natura del lavoro sommerso varia da un Paese all’altro,così come le misure che permettono di affrontarlo. Tutto ciò permetterebbe agli Stati membri di imparare l’uno dall’altro e fornirebbe loro gli strumenti per poter unire le forze, ove necessario, per contrastare il lavoro sommerso. Questo orientamento generale costituirà la base del Consiglio per i negoziati con il Parlamento europeo.
Arriva l’inverno e l’Europa va in crisi a rischio le forniture di Gas dalla Russia Che accadrebbe se le forniture di gas russo fossero interrotte durante l’inverno? Le abitazioni e le fabbriche avranno l’energia di cui necessitano? Cosa possono fare l’Unione europea e gli Stati membri? La relazione della Commissione sulla resilienza del sistema europeo del gas, pubblicata oggi, fornisce una serie di risposte:”Le forniture di gas rimarranno costanti se gli Stati membri sapranno cooperare e daranno alle forze del mercato la possibilità di funzionare il più a lungo possibile. Le misure governative dovranno essere accuratamente studiate su base regionale e scattare solo se strettamente necessario”. La relazione comprende raccomandazioni a breve termine per i più vulnerabili tra gli Stati membri dell’UE e i paesi confinanti. La controversia sul gas tra Russia e Ucraina mette nuovamente a rischio l’approvvigionamento di gas dell’Unione europea, come nel 2009. Con l’approssimarsi dell’inverno, la Commissione punta ad avere un quadro chiaro per sapere dove si verificheranno le maggiori carenze e come potranno essere limitate. Cooperare per limitare i problemi Una prolungata interruzione dell’approvvigionamento avrebbe un forte impatto nell’UE: le conseguenze più gravi toccherebbero agli Stati membri orientali ed ai paesi della Comunità dell’energia. A Finlandia, Estonia, Bulgaria, ex Repubblica iugoslava di Macedonia (FYROM), Bosnia-Erzegovina e Serbia verrebbe a mancare almeno il 60% del gas necessario. Anche i nuclei abitativi privati famiglie potrebbero soffrire il freddo. Ma se anziché adottare misure puramente nazionali i governi sapranno coordinare i propri interventi, il consumo privato di gas calerà, e nessuna utenza domestica nell’UE dovrà temere di passare un inverno al freddo. Garantire il funzionamento del mercato il più a lungo possibile Le relazioni nazionali dimostrano che i paesi dell’UE e i paesi confinanti prevedono di varare un’ampia gamma di misure per attenuare l’impatto di un’interruzione dell’approvvigionamento: si va dalla diversificazione delle forniture al ricorso a riserve e scorte strategiche per ridurre la domanda fino al cambiamento dei combustibili, ove possibile. Ci si dovrebbe orientare su un approccio di mercato; le misure basate su altri approcci (liberazione di riserve stra-
Scadrà il 26 Febbraio 2015 l’Invito a presentare proposte l’invito EAC/A04/2014 nell’ambito dell’azione Jean Monnet - Cattedre, moduli, centri di eccellenza, sostengo alle istituzioni e alle associazioni, reti, progetti. La call si basa sul regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce “Erasmus+”, il programma dell’Unione per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport. Beneficiari: La partecipazione è aperta ai seguenti Paesi partecipanti: -I 28 Stati membri dell’Unione europea; -I Paesi EFTA/SEE:”Islanda, Liechtenstein, Norvegia”; -I Paesi candidati all’adesione all’UE:”La
tegiche, cambiamento forzato del tipo di combustibili, riduzione della domanda) andrebbero adottate solo in caso di fallimento delle misure di mercato. In un mercato funzionante, i segnali basati sul prezzo attireranno nuove forniture di gas, principalmente di gas naturale liquefatto (GNL), e limiteranno la domanda: l’uso commerciale dello stoccaggio contribuirà dal canto suo a garantire l’equilibrio tra domanda e offerta. La relazione contiene raccomandazioni concrete sulle misure a breve termine per i vulnerabili tra gli Stati membri dell’UE e i paesi confinanti. La relazione sulla resilienza del sistema europeo del gas è la prima azione concreta in materia di misure a breve termine per la sicurezza energetica, e segue l’adozione da parte della Commissione, lo scorso 28 Maggio, della strategia europea in materia di sicurezza energetica. Le raccomandazioni concrete formulate nella relazione si affiancheranno alle misure previste dalla strategia per migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento dell’Unione europea: “Completare il mercato interno dell’energia, aumentare l’efficienza energetica diversificando le fonti di approvvigionamento esterno e sfruttando fonti proprie (combustibili fossili e non fossili)”. Attualmente l’UE importa il 53 % dell’energia che consuma. La dipendenza energetica riguarda in prima linea il petrolio greggio (quasi il 90 %), il gas naturale (66 %), e, in misura minore, i combustibili solidi (42 %) nonché il combustibile nucleare (40 %). Circa la metà del consumo di energia primaria dell’UE (48 %) è utilizzato per il riscaldamento dell’ambiente e dell’acqua. [1] Albania, Bosnia-Erzegovina, ex Repubblica iugoslava di Macedonia (FYROM), Serbia, Moldavia, Ucraina e Kosovo. Per ulteriori informazioni: Trasmissione in diretta su Europe by Satellite (EBS): http://ec.europa.eu/avservices/ebs/schedule.cfm?sitelang=e n&page=3&institution=0&date=10/16/2014 Relazione sulla resilienza del sistema europeo del gas: http://ec.europa.eu/energy/stress_tests_en.htm Fonte:Commissione europea - Rappresentanza in Italia.
Turchia, l’ex Repubblica iugoslava Macedonia”; -La Confederazione svizzera. Link: http://ec.europa.eu/erasmus-plus/
di
“Azione chiave 3 - Incontro tra giovani e decisori politici nel settore della gioventù - II scadenza - Programma Erasmus+”. Finalità: Scadrà il 30 Aprile 2015 l’Invito a presentare proposte l’invito EAC/A04/2014 nell’ambito dell’azione chiave 3 del programma Erasmus+,relativo a incontro tra giovani e decisori politici nel settore della gioventù. La call si basa sul regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce
“Erasmus+”, il programma dell’Unione per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport. Beneficiari: La partecipazione è aperta ai seguenti Paesi partecipanti: -I 28 Stati membri dell’Unione europea; -I Paesi EFTA/SEE:”Islanda, Liechtenstein, Norvegia”; -I Paesi candidati all’adesione all’UE:”La Turchia, l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia”; -La Confederazione svizzera. Link: http://ec.europa.eu/erasmus-plus/
RIVIERA
Tutti conoscono le 5 giornate, chi i 5 Martiri di Gerace?
Il Quarantotto ha inizio in Calabria... ma la storia non lo sa (?) Michele Bello, Pietro Mazzoni, Gaetano Ruffo, Domenico Salvadori, RoccoVerduci,tutti della Locride, al grido“W l’Italia,W la Costituzione, W Pio IX”iniziano la loro rivoluzione con un anno di anticipo rispetto al resto d’Italia
ILARIO AMMENDOLIA Chiedo asilo politico alla “Storia” e per questa settimana mi rifugio nei giorni lontani dell'ottobre 1847 quando cinque giovani della Locride venivano fucilati a Gerace. Da ragazzo mi avevano fatto studiare il “Balilla”, Pietro Micca, Tito Speri, Daniele Manin, Silvio Pellico, Piero Maroncelli, “i fratelli Bandiera”. Sapevo la data di nascita e di morte dei re e dei principi di Savoia ma non conoscevo la storia dei martiri. Sembra una storia lontana ma è più attuale di quanto possa sembrare. Erano cinque giovani ribelli in una Locride oppressa. Allora più di ora. Si chiamavano Michele Bello, Pietro Mazzoni, Gaetano Ruffo, Domenico Salvadori, Rocco Verduci, tutti della Locride, sono morti sui vent'anni, all'alba del 2 ottobre del 1847. Giudicati colpevoli e fucilati. I loro corpi martoriati gettati nella fossa della “Lupa”. In quei tempi non c'era ancora la ‘ndrangheta ma già si celebravano i processi sommari. Anche allora, si rispondeva ai problemi drammatici della nostra Terra con la criminalizzazione e la repressione. Un “sesto” ribelle fu Domenico Romeo di Santo Stefano di Aspromonte. Finì decapitato. I “moti” calabresi anticiparono di un anno il grande movimento rivoluzionario che avrebbe fatto tremare le monarchie assolute dell'intera Europa. Per una volta tanto la Calabria anticipava quello che nel mitico “Quarantotto” sarebbe successo in Italia ed in Europa. Prima che Milano scrivesse la storia delle “cinque giornate”, prima che Brescia diventasse la “Leonessa d'Italia”, la Locride si ribellava all'ordine costituito. Durante la loro breve avventura i ribelli formarono una specie di governo provvisorio che abolì le leggi più odiose che erano in vigore nel regno di Napoli: la tassa sul macinato, il divieto di prelevare acqua dal mare, l'imposta sui generi di prima necessità e sui sali e tabacchi. Erano ribelli ma non violenti, infatti l'unico sangue
sparso fu il loro. La loro impresa ebbe breve durata e fu ingenua e generosa insieme. Le parole più terribili furono pronunciate dal vescovo della diocesi, monsignor Perrore nella maestosa cattedrale di Gerace: "Moestitia nostra conversa est in gaudium"! Il vescovo non piangeva ma esultava per la morte di cinque giovani. Pronunciò le parole che tutta la classe dominante avrebbe voluto ascoltare. Ovviamente i cinque martiri di Gerace non hanno trovato posto nella storia del Risorgimento, così come più tardi non troverà il giusto posto la guerra di popolo che andrà sotto il nome di “brigantaggio”. Invece fu una “resistenza popolare”, non solo contro i piemontesiche pur si macchiarono di crimini orrendi- ma contro le classi dominanti che in pochi giorni si sarebbero trasformate da borboniche in savoiarde pur di mantenere il potere e i privilegi. A noi fu finanche proibito il ricordo. Il problema vero è che noi non abbiamo mai avuto una vera classe dirigente . Non c'era nell'Ottocento, non c'è ancora oggi. Come al tempo dei martiri abbiamo delle oligarchie che si uniformano ai poteri esterni, diventando vili e subalterni con i forti. Prepotenti con i deboli. La sconfitta della Calabria, già duramente provata dal terribile terremoto del 1783, inizia in quegli anni e continua ancora oggi. Abbiamo appena accennato alla storia dei cinque martiri per dimostrare che il presente è figlio del passato e che chiunque volesse resistere e tenere la schiena dritta viene visto dagli oligarchi come un nemico da spazzare via. Riflettiamo su quella storia antica. Alla luce delle cose che abbiamo detto possiamo domandarci: esiste una vera classe dirigente che noi andremo a legittimare con il nostro voto? Ognuno rifletta. Si dovrebbero votare progetti, storie, proposte, passioni. La Locride ne è ricca. Solo che le tenebre che oscurarono la vista al vescovo Perrone non vogliono abbandonare questa terra.
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DOMENICA19 OTTOBRE 17
Ritornerà a Portigliola l’affascinante Persefone? “ Q MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
uando viene esposta a Parigi nel 1914 – scrive il prof. C a s a g r a n d i dell’Università di Catania nel 1921 – i visitatori estasiati “chiedono da quale mai paradiso artistico della terra sia uscita una tanta bellezza”. In trono, altera, col suo sorriso ambiguo, a tratti beffardo, e il suo sguardo impenetrabile, fatale, la dea Persefone affascina i visitatori dell’Alt Museum di Berlino ormai da un secolo. Tutta in marmo di Palos, alta un metro e 51 centimetri, risale al 460 a.C ed è di un inestimabile valore artistico oltre che storico. Fin dal dopoguerra la statua viene riconosciuta come “Dea di Taranto” (Gottin von Tarent) tanto che per la prima settimana di aprile del 2015 la sua copia fedele, realizzata usando la tecnica sofisticata del laser scanner, sarà la star del nuovo allestimento del museo di Taranto, il MarTa. Eppure le origini della statua sembrano non essere tarantine ed è lo stesso museo tedesco a specificare nei testi a corredo della “Dea in trono” che la provenienza potrebbe essere calabrese. A reclamare la Persefone come originaria di Portigliola, il sindaco Rocco Luglio, il quale, nel suo costante impegno per la rivalutazione dei beni archeologici, ha recentemente stipulato con la soprintendente dott.ssa Simonetta Bonomi, una convenzione per la gestione del Teatro Greco Romano di Portigliola.
Sig. sindaco, sotto la statua della Dea appare la dicitura «Da Taranto. Acquistata nel 1915 sul mercato d’arte di Parigi». Lei sostiene, invece, che la statua sia stata ritrovata a Portigliola… Esattamente, la statua è stata ritrovata nel 1905 in contrada Percianti, nel comune di Portigliola, durante i lavori di scasso di una vigna di proprietà della famiglia Scannapieco. Come nel 1905? Il trafugamento è datato 1912… Questo perché nel 1931, l’archeologa Paola Zancani Montuoro, all’epoca alla guida della Soprintendenza Archeologica di Taranto, forzando clamorosamente la verità, attribuì alla statua origine tarantina sostenendo che fosse stata qui rinvenuta nel 1912. Che la statua fosse a Taranto nel 1912 è fuor di dubbio, anzi ci giunse un anno prima e fu nascosta nella casa di un tarantino, ma non fu rinvenuta nel luogo dove la Zancani aveva indicato: infatti, in quel sito non fu trovata la minima traccia di scavo né un qualche frammento di marmo che avrebbe, invece, dovuto esserci dal momento che la Dea, per l’inesperienza degli scavatori, fu recuperata senza mani e senza le colonnette che reggevano il trono. Perché allora si diede ascolto alla Zancani se tutte le prove sembrano contraddire la sua attribuzione? Perché la Zancani era uno dei
mostri sacri del panorama archeologico italiano e non era possibile macchiare il suo nome in ambito accademico. Inoltre, in un librodenuncia pubblicato nel 1921 dal prof. Casagrandi – con il quale il mondo della cultura italiana venne a conoscenza della vicenda del trafugamento della statua, fino ad allora avvolta nel mistero – fu indicato come responsabile degli scavi nella zona di Locri Epizefiri Paolo Orsi (al quale saremo eternamente grati per aver portato alla luce il nostro immenso patrimonio storicoarcheologico), e di conseguenza fu ritenuto in qualche misura complice del trafugamento. All’epoca della pubblicazione del libro del Casagrandi, però, si credeva ancora che la statua fosse stata rinvenuta nel 1911 e non nel 1905. E nel 1905 Paolo Orsi non era ancora responsabile degli scavi della zona di Locri Epizefiri. Le accuse pretestuose del Casagrandi ebbero
un effetto deleterio per la storia di Persefone, perché si aprì un dibattito che vide schierati gli studiosi pro e contro l’Orsi. E proprio nell’intento di difendere l’amico archeologo, che non meritava di essere messo alla gogna dopo tutto quello che aveva fatto per la sua terra, il Galli arrivò a dichiarare che per lui la statua era un falso. Questo contribuì a spegnere i riflettori sulla statua e su Portigliola. Quando il 1905 inizia ad essere indicato come data del trafugamento? A partire dal 1966 quando, grazie all’instancabile lavoro di ricerca del Prof. Gaudio Incorpora, si riuscì a
La statua della Dea in trono a chi appartiene? Un giallo lungo un secolo
trovare un testimone oculare che nel 1905 aveva assistito al ritrovamento della statua in contrada Percianti: il contadino Giovanni Giovinazzo si era deciso a parlare solo dopo che il nipote, prete, lo aveva sciolto dal giuramento di silenzio a cui il padrone lo aveva vincolato 61 anni prima. Si scoprì, quindi, che dal 1905 la statua rimase occultata per ben 6 anni in un frantoio in località Quote, in attesa del momento propizio per venderla al miglior offerente. Nel 1911 si fece avanti un compratore tedesco e fu venduta per un milione di marchi. La statua della dea fu, quindi, portata a Gioiosa Marina e da qui fu imbarcata su una nave con destinazione Taranto. La sua rivelazione produsse un enorme scalpore e la notizia fece il giro del mondo: stampa nazionale, notiziari RAI si interessarono alla vicenda. Qualche titolo dichiarava: “Vera la leggenda narrata da Corrado Alvaro”, il quale nel suo romanzo “Mastrangelina” fa
riferimento al furto della statua. Nel 1966 dopo lo scoop di Giovanni Giovinazzo, si interessò alla questione persino l’allora presidente della Repubblica Saragat tanto che fu interpellato il Ministero della Pubblica Istruzione (a cui all’epoca erano delegati i Beni Culturali). Quale fu la risposta del Ministero? Secondo il Ministero il caso della Persefone “trafugata a Locri” andava inquadrato “nel problema generale delle trasmigrazioni delle opere d’arte avvenute in varie epoche per i motivi e per le circostanze più disparati da un paese all’altro”, che in parole spicce significava che Portigliola poteva rassegnarsi:
Persefone non avrebbe più fatto ritorno in patria. Ma la risposta del Ministero fu comunque importante, perché si riconosceva ufficialmente che la statua era stata trafugata a Locri. Inoltre, sempre nel 1966 la Direzione Generale delle Antichità di Roma richiese alla Soprintendenza di Taranto di visionare il fascicolo relativo alla Persefone. E la risposta fu che nella zona “ove a suo tempo venne rinvenuta la statua” nonostante svariati lavori di scavo, non si pervenne “a risultati apprezzabili”. In questo modo si avvalorava la tesi secondo cui Taranto non era il luogo di origine della Persefone ma solo un luogo di transito. Perché allora si continua a sostenere che la statua abbia origini tarantine? Passata l’euforia iniziale, sulla vicenda calò progressivamente il silenzio e tutto ricadde nell’indifferenza anche del mondo accademico. Nel 1972 vennero scoperti i Bronzi e tutta l’attenzione si concentrò su di loro. In ogni caso, dal 1984 al 2004 ci furono ben sei interrogazioni parlamentari da parte di deputati calabresi. Solo una ebbe risposta, quella dell’on. Natino Aloi, il quale aveva presentato interpellanza al Ministero dei Beni Culturali ed al Ministero degli Esteri sollecitando l’attivazione di procedure per il recupero della statua. Fu, però, una risposta scandalosa data dall’allora ministro dei Beni Culturali, l’on. Walter Veltroni, che dichiarò: “Non è possibile intraprendere un’azione per ottenere la restituzione dell’opera per non compromettere la fattiva collaborazione in atto con le autorità tedesche per la restituzione all’Italia di opere in merito alle quali le nostre richieste hanno ben maggiore fondamento”. Una volta giunta a Taranto, come arriva poi al museo di Berlino? La statua rimase nascosta per un anno nella cantina del cavalier Cacace. Nel 1912 fu trasferita a Eboli, da qui a Salerno e poi a Marsiglia. La statua finì nelle mani di un antiquario bavarese, il dott. Hirsch, e fu esposta a Parigi nel 1914. Era allora in corso la prima guerra mondiale e la statua venne confiscata perché appartenente a una persona di nazionalità tedesca. Intercede per Hirsch un antiquario palermitano Virzì, suo caro amico. Virzì dichiarò di essere il legittimo proprietario. Dalla Francia la Persefone passò in Svizzera e fu in seguito venduta al governo tedesco per un milione di franchi (il più cospicuo sottoscrittore fu l’imperatore kaiser Guglielmo II). E così il cerchio si chiude: la statua da allora si conserva presso il Museo Reale di Berlino. Un vero e proprio giallo quello dell’affascinante Persefone, una lunga e intricata storia su cui non sarà mai fatta piena luce. La verità la conosce solo lei, la Dea in trono, e come ogni donna-dea ammaliatrice che si rispetti, lascerà per sempre tutti col fiato sospeso.
RIVIERA
PRIMO PIANO
Pillole Naturopatiche
IL CONVEGNO
A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone
PROFUMIDIAUTUNNO... Spremituradiunfrutto dellemeraviglie...leOLIVE OLIO DI OLIVA L'olio di oliva, alimento principe della dieta mediterranea, è il condimento da preferire in assoluto sia crudo, sia per cucinare. Il suo elevato punto di fumo (210 °C per l'olio extravergine di oliva) ne fa uno dei condimenti più adatti per le fritture. L'olio di oliva ha tuttavia un altissimo valore energetico (899 Kcal per 100 grammi) e per tal motivo, nonostante le sue benefiche proprietà, è bene non abusarne. In particolare, specie in caso di obesità , si consiglia di dosarlo con un cucchiaio o con un cucchiaino, rispettando le dosi previste dal programma alimentare. L'olio di oliva è particolarmente ricco di grassi monoinsaturi ed in particolare di acido oleico. Grazie a questa sua particolare composizione in acidi grassi, è uno dei condimenti migliori per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo cattivo (LDL) nel sangue. L'acido oleico, infatti, riduce i livelli di colesteroloLDL senza intaccare la percentuale di colesteroloHDL. Questo acido grasso, pur non essendo essenziale, è quindi molto importante per il nostro benessere. L'acido oleico si trova in numerosi condimenti di origine vegetale ed in particolar modo nell'olio di oliva che, anche per questo motivo, rappresenta uno dei condimenti migliori per la tavola nutrizionale. IL FRITTO SANO. CURIOSITÀ PER VOI Perché il fritto sia sano è indispensabile adoperare alcune precauzioni sia nella modalità di cottura che nel modo di associarlo. Il fritto sano è preparato solo con olio extravergine d'oliva, il cui punto di fumo è relativamente basso (120° circa) e quindi il fumo stesso e l'odore acre, segnalano il momento in cui i lipidi diventano saturi e di conseguenza tossici. Al contrario l'olio di semi ha un altissimo punto di fumo per cui, a differenza dell'olio extravergine di oliva, è più difficile avvertire il punto di saturazione dei lipidi. C'è comunque da precisare che anche un alimento fritto con olio extra vergine d'oliva contiene una certa percentuale di lipidi saturi (sicuramente inferiore rispetto ad un alimento fritto con olio di semi); questo, in un organismo in grado di tollerare lo stimolo, non crea problemi in quanto il fegato può essere paragonato ad un guerriero: dà il suo massimo quando si trova di fronte al pericolo, purché questo pericolo sia opportunamente usato e dosato. Nel corso della frittura la temperatura dell'olio sarà costante ma sostenuta, in modo da bloccare i nutrienti all'interno dell'alimento e da evitare l'imbibizione di olio mediante la creazione immediata di una barriera lipidica che mantiene intatti e utilizzabili i contenuti nutrizionali interni dell'alimento. Altri accorgimenti da adottare nella frittura: - l'olio non deve stare sul fuoco più di venti minuti; opuò essere riutilizzato solo previa filtrazione che elimini i residui alimentari della frittura precedente e solo quando si è certi di non aver superato il punto di fumo; - il livello dell'olio nella padella deve raggiungere almeno la metà dello spessore dell'alimento da friggere; - è necessario l'uso di una padella a bordi bassi e svasati in cui l'alimento si disidrati rapidamente e quindi si ossidi di meno e che non trattiene vapore acqueo come nei recipienti a bordi alti. Utilissime le padelle di ferro, vanno benissimo anche le friggitrici elettriche quando non si sia particolarmente esperti nel friggere.
A Gioiosa il convegno su Calabria e femminicidio FRANCESCA BARRANCA I dati statistici sul femminicidio nel nostro Paese, indicano chiaramente che ancora bisogna lavorare tanto e su più livelli istituzionali, al fine di prevenire il fenomeno della violenza contro le donne. Dall'inizio del 2014 ad oggi sono oltre 50 le donne assassinate, nel 2013, i casi sono stati 134, nel 2012, 126 e nel 2011, 130, tenendo anche conto che non possono essere dati precisi ed esaustivi, perché nel nostro Paese
non c'è un osservatorio sul fenomeno del femminicidio, come invece è stato istituito in Francia e in Spagna. Circa ogni tre giorni, in Italia una donna viene uccisa per mano del proprio compagno, nonostante le tante campagne di sensibilizzazione. A questo punto, è il caso di andare direttamente alla base dei motivi che favoriscono la diffusione del fenomeno, come il superamento di modelli culturali dominanti, retaggio del passato. La prevenzione contro ogni forma di violenza, deve partire dalle famiglie, laddove
Lisa: “BarbraStreisandmihadatomolticonsigli” LamiastoriadallaCalabriaa Sanremo97, 98 e 2003. DaParigi agliStatiUniti e poidinuovo inCalabria SARA LEONE "È stato difficile, ma bello, mi è costato tanti sacrifici, ma volevo realizzare il mio sogno". Lisa è semplice, simpatica, è una ragazza con i piedi per terra che non ama le formalità. Ci diamo subito del tu. La nostra è stata una piacevole chiacchierata. Annalisa Panetta, in arte Lisa, è una cantautrice, nostra conterranea, addirittura sua madre è una sidernese, e lei è nata proprio a Siderno. Suo padre invece è di Gioiosa. Ancora piccola si trasferì con la famiglia a Torino dove ha vissuto i suoi primi sei anni. E sarà proprio Torino la città in cui lei comincerà a sentire la musica come parte di se stessa, come emozione viva, come vita. Aveva solo tre anni quando decise che voleva diventare una cantante e il suo primo pezzo lo scrisse suo padre. Dopo essere tornata in Calabria, quasi adolescente, Lisa crebbe e capì che purtroppo questa regione dal punto di vista artistico aveva poco da offrire, così si dovette trasferire a Latina. Di certo la Calabria non avrebbe potuto darle la preparazione, né l'opportunità di partecipare alle edizioni di Sanremo del 1997, in cui si classificó seconda nella categoria giovani, in quella del 1998 in cui si aggiudicò il terzo posto, e neanche in quella del 2003, in cui arrivò sesta. Lisa - ci tiene a sottolinearlo - è una cantautrice, non un'interprete; scrive di suo pugno le parole che vengono accompagnate dalle note musicali dei suoi pezzi, e con i suoi testi arriva al cuore della gente. I temi delle sue canzoni sono legati agli aspetti della vita quotidiani, sono spunti, spaccati di vita che consentono di riflettere su tematiche troppo spesso lasciate da parte per i mille impegni quotidiani. Mi appassiona il suo modo di fare musica, lei non canta cose astratte, lei
tocca le note più profonde di ogni essere umano. "In fondo all'anima" è il pezzo, che Lisa, scrisse per sua sorella Lara, "una canzone fra cielo e terra" - mi dice una canzone che contempla l'amore di due sorelle, il legame inscindibile d'amore e affetto. Mi colpisce ancor di più il fatto che la cantautrice, non ha esitato a trasporre nelle sue opere anche tematiche sociali, come succede nel pezzo "Un fiore in te" in cui viene narrato il dramma della natura che è costretta a spogliarsi del suo attributo più bello, le zone verdi, a vantaggio di grigi palazzi, monotoni e tutti uguali. La sua esperienza, poi, conta tantissime trasferte. Ha lavorato anche a Parigi, in quella città che forse più di altre sa essere romantica e originale. Mi racconta che, arrivataci, non conosceva una parola di francese e che è diventata una sfida con se stessa, e nel giro di un mese, parlava abbastanza bene la lingua dei parigini. Mi confida anche, che a vent'anni partire per la Francia ha lasciato un
po' perplessi i suoi genitori, che per amore del suo sogno, l'hanno appoggiata a chilometri di distanza. Poi é tornata in Italia, e da allora gira la penisola per i mille impegni lavorativi. Le chiedo se le piace la Calabria. E lei mi risponde “io amo la mia terra, ogni volta che posso scappo dal lavoro e scendo giù, ho bisogno di ricaricarmi. La Calabria è la mia casa". "Lisa, - le chiedo - ti dimostrano affetto i cittadini del tuo paese originario?" Lei risponde con aria quasi commos-
sa, si ricorda del trattamento speciale che l'allora sindaco di Gioiosa, Bruno Dattilo, al ritorno dalla sua partecipazione di Sanremo le aveva riservato. Le aveva persino consegnato le chiavi della città, in segno di stima. Parliamo, parliamo ancora dei suoi impegni nella Locride, mi dice di essere stata un membro nella giuria del premio "Mia Martini". "È un ruolo scomodo. Mi é tanto dispiaciuto, in alcuni casi, dover infrangere i sogni dei giovani." E questo solo una persona sensibile come lei, lo poteva dire. Dolce ma anche decisa, quando scrisse il pezzo "Grido", agguerrita cantava: "Hai mai pensato prima di dire o di fare/ o pensi di calpestare chi ti pare?" Ed anche se sono parole forti, vengono dall'animo di una che crede ancora nei valori. Qual è la cosa che professionalmente ti ha toccata di più? "L'incontro con Barbra Streisand - afferma - mi ha dato tanti consigli tecnici". Wow...Barbra! Deve essere stato bello incontrarla. Lisa è davvero una ragazza che si impegna molto nel suo lavoro... le hanno conferito la laurea ad honorem a Roma nel settore "cultura e spettacolo." Un consiglio per i giovani talenti? domando. "Voglio solo dire ai giovani di non farsi affascinare dal mondo dello spettacolo, e cedere a compromessi. Non temete il successo, se c'è il talento arriverà, l'importante è impegnarsi con dedizione e onestà..." E lei, dobbiamo dire, è l'esempio lampante. Lisa è l'orgoglio di una Locride, per certi versi devastata, per altri culla del talento e delle eccellenze.
Siderno, presentato il libro diVincenzo Bombardieri: "BASTAVOLERLO"
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FRANCESCA BARRANCA era di sabato 4 ottobre, presso i locali dell'Ymca di Siderno, il movimento "Siderno libera" insieme all'associazione culturale "cambi@menti", hanno organizzato un evento dedicato alla presentazione del libro dal titolo: "Basta volerlo" di Vincenzo Bombardieri, ma è stato anche un momento per discutere e confrontarsi sulla questione rifiuti che attualmente sta interessando la città di Siderno. Durante l'incontro, moderato da Teresa Pellegrino, presidente dell'associazione cambi@menti e da Alessandro Siciliano per Siderno libera, si è parlato
del modello Roccella, come descritto nel libro di Bombardieri. A seguire, Donatella Maisano dell'associazione “cambi@menti”, ha presentato il libro, prima di cedere la parola all'autore. Il libro racconta, minuto per minuto, l'esperienza amministrativa dello
stesso Bombardieri, consigliere al Comune di Roccella Jonica, che ha portato all'avvio e consolidamento della raccolta differenziata dei rifiuti. La raccolta differenziata dei rifiuti a Roccella Jonica, è l'esempio di come si può coniugare grande forza di volontà e par-
tecipazione, per migliorare il futuro della propria comunità. Si legge tra le pagine di questo libro la voglia di riscossa e di fare ancora meglio, così si inizia a pensare a come far fronte all'emergenza rifiuti che attanaglia tutto il territorio della Locride. Nasce, quindi, il progetto "differenziamo Roccella"; un progetto che partendo dall'umiltà di chiedere aiuto a chi ne sa di più, ha raggiunto degli ottimi risultati. Pertanto, viene coinvolto il CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi, con i suoi professionisti, già attivi nella nostra regione, a servizio dei Comuni. Tra loro c'è l'ing. Fabio Costarella che ha curato, personalmente, la progetta-
zione e l'avvio della raccolta differenziata nella città di Salerno che è stata un successo a livello nazionale. Così, Roccella Jonica, ha raggiunto il suo successo, tanto che, oggi, tranquillamente, anche da noi, si può parlare di un modello vincente: il modello Roccella. Ma il modello Roccella deve essere preso ad esempio dai Comuni della Locride: basta volerlo! Basta crederci! Basta impegnarsi seriamente! I risultati arrivano. A conclusione della serata, Sebi Romeo, segretario provinciale PD, ha annunciato la candidatura di Vincenzo Bombardieri nelle liste del Partito Democratico per le prossime elezioni regionali.
SETTIMANALE
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fallisce quest'ultima, tocca alla scuola insegnare ai ragazzi a rispettare se stessi, gli altri e le regole della civile convivenza. Il convegno tenutosi a Gioiosa Jonica sabato 4 ottobre, presso il teatro “Gioiosa”, organizzato dalla locale Pro Loco, è stato proprio pensato per coinvolgere le scuole del territorio, che, hanno risposto all'appello alla grande. Davanti ad una platea di circa 500 persone, esperti della materia, autorità, sociologi, avvocati, giornalisti, criminologi, hanno trattato i diversi aspetti riguardanti il femminicidio. Ai lavori, moderati dalla giornalista RAI Annarosa Macrì, è stato a più voci ribadito che la violenza fisica e psicologica sulle donne non è più tollerabile; i casi di femminicidio sono purtroppo in crescita. Cosa fare, come agire, come comportarsi, di quali strumenti dotarsi, insieme a una riflessione seria e concreta sull'argomento, sono stati i temi affrontati durante il convegno “Fenomeno femminicidio”, che ha visto la partecipazione di illustri ospiti:
Quando il fumetto diventa calabrese JACOPO GIUCA “Le Strade del Paesaggio”, Festival del fumetto cosentino, è giunto ormai alla sua VII, conclamata, edizione. Le peculiarità di una manifestazione di questo tipo si ritrovano tutte nell'ottima pubblicità che fa alla Regione Calabria, finalmente promotrice e protagonista di un evento che interessa un bacino sempre più ampio di appassionati. Eh sì, il fumetto non è più quell'oggetto del desiderio proibito che andava letto di nascosto dai propri genitori, come accadeva ancora pochi anni fa, né viene più così spesso associato a un semplice intrattenimento ludico e privo di
la scrittrice e giornalista Francesca Porco che ha presentato il suo libro “Il sangue rosa - la strage delle donne”, edito da W. Pellegrini. Il libro racconta la tragica vicenda della sedicenne di Corigliano Calabro (CS), Fabiana Luzzi, assassinata e poi bruciata ancora viva dall'ex fidanzatino. Durante la mattinata sono intervenuti: la criminologa Simonetta Costanzo, membro dell'Associazione Italiana Criminologi e docente all'Università della Calabria; il Maggiore dei Carabinieri Domenica Tigano; l'avv. Caterina Origlia, sportello antiviolenza del Comune di Siderno; Cesare De Leo, Sindaco del Comune di Monasterace; Giuseppe Pedà Presidente delle Ferrovie della Calabria (partner dell'iniziativa); Salvatore Fuda, Sindaco del Comune di Gioiosa Jonica; Nicodemo Vitetta, presidente della Pro Loco di Gioiosa Jonica. L'evento è stato patrocinato dal Comune di Gioiosa Jonica, dalla Provincia di Reggio Calabria, Regione Calabria e Unpli regionale Calabria.
spunti di riflessione che si possa adattare solo a un pubblico di giovanissimi. In un'epoca in cui la sua promozione passa soprattutto attraverso le trasposizioni cinematografiche, la nona arte diventa un indice imprescindibile cui fare affidamento quando si cerca di comprendere q u a n t a importanza un territorio dedichi alla cultura. È ovvio che ciò di cui stiamo parlando non è solamente il “Topolino” che si trova ogni settimana in edicola o il volumetto orientale qualsiasi che viene avidamente cercato in fumetteria dagli adolescenti. Piuttosto si fa riferimento proprio a queste grandi manifestazioni, in grado di attirare tante migliaia di visitatori da far sbiancare gli organizzatori, le cui più rosee aspettative di successo sono state di gran lunga superate. Non possiamo sapere con certezza se la folla radunatasi in Piazza XV marzo fosse tutta per Dylan Dog, che quest'anno si è presentato con un numero speciale ambientato proprio a Cosenza, o perché attratta dall'apertura, appena un paio di mesi fa, del primo Museo del Fumetto del mezzogiorno, che ha sede nella Galleria di Santa Chiara. Certo è che il volume dell'“Indagatore dell'Incubo”, distribuito gratuitamente ai primi mille visitatori del Festival, è andato a ruba in un attimo, sovvertendo il timore di chi ancora ricordava il flop costituito dall'analoga avventura cosentina di Martin Mystère (anch'esso personaggio appartenente all'universo dell'Italiana Sergio Bonelli Editore). La necessità di riscattare quel fallimento e il conseguente successo dell'operazione di quest'anno sono proprio dettati non tanto dalla maggiore visibilità che ha Dylan Dog rispetto al collega Mystère, ma è un chiaro indice dei
tempi che cambiano e di quanto la città di Cosenza abbia scommesso in maniera lungimirante su “Le Strade del Paesaggio”. Non a caso all'inaugurazione del Museo, in luglio, erano presenti il presidente della Provincia Mario Oliviero e l'Assessore alla Cultura Maria Corigliano, oltre ai referenti del Festival del Fumetto. Marina Comandini, compagna del sicuramente ricordato Andrea Pazienza, ha affermato che un evento tanto importante in un luogo come Cosenza non può che essere considerato un punto di partenza, più che di arrivo, di un programma culturale che veda l'ambiente che ci circonda luogo ideale in cui sviluppare questo tipo di comunicazione, per la Calabria ancora inedito. Se due autori conclamati come Giuseppe De Nardo e Daniele Bigliardo (autori di Dylan Dog: “Un amore mostruoso”) hanno voluto affrontare la sfida di ambientare una storia del loro personaggio in una città più che mai viva e reale (una Cosenza ben più tangibile della volutamente troppo grottesca e gotica Londra in cui sono ambientate le storie della collana regolare dell'“Indagatore dell'incubo” da quasi trent'anni) ci auguriamo che la pubblicità crescente di manifestazioni come questa possano portare un domani alla crescita di artisti calabresi che, una volta mostrato il loro talento, saranno in grado di diventare perle rare del panorama interazione come già tanti altri italiani lo sono oggi in questo campo. Prima di lasciarci, ricordo che “Le Strade del Paesaggio” terminerà domenica 26 ottobre, e promette di regalare ancora tante emozioni grazie agli interventi di altri importanti artisti e alla trattazione di temi come la moda Calabrese, l'etica nell'era informatica (con una disamina dettagliata sul caso Assange) e la storia del nostro Paese, tradotta in immagini con due graphic novel dedicate a Don Gallo e Mussolini.
CARTOLINE ASPROMONTANE diAntonioStrangio La scultura ( volto di donna), è stata realizzata da un artista locale, morto alcuni anni fa. Si chiamava Domenico Giampaolo. Per la realizzazione, l’autore si è servito di utensili artigianali, come un piccolo coltello e altri piccoli ferri del mestiere. La quercia, sul cui fusto è stata incisa e scolpita, si trova in località Piani di Virgoilito, comune di San Luca. Fino a quando è stato in vita, l’autore, morto quando ancora non aveva toccato i cinquant’anni, ogni anno, puntualmente con l’arrivo della nuova stagione, si recava nel posto dove è la quercia, per ripulire l’opera dalla corteccia cresciuta nel corso del lungo inverno e che in parte nascondeva il volto della donna.
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L’esperto Otorinolaringoiatra
SALUTE & MEDICINA
Pillole
Mal di testa? Cosa fare
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Carenza iodica e gravidanza a gravidanza è una condizione di aumentato carico funzionale per la tiroide che deve far fronte a stimoli fisiologici diversi che intervengono sin dal momento del concepimento. Il principale componente degli ormoni tiroidei (OT) è lo iodio che dal circolo ematico viene captato dalle cellule tiroidee per la sintesi ormonale. In gravidanza il fabbisogno giornaliero di iodio aumenta come conseguenza di fisiologiche modificazioni a cui va incontro l’unità materno-fetale. Nelle aree a carenza iodica lieve/moderata, l’insufficiente apporto iodico si traduce nella comparsa di gozzo. La carenza iodica grave può invece condurre ad un ipotiroidismo materno che aumenta la frequenza di aborto e di complicanze fetali/neonatali. Il mantenimento dello stato di eutiroidismo in gravidanza è cruciale per il feto poiché gli OT, la cui produzione fetale inizia solo a partire dalla 20° settimana di gestazione, sono indispensabili per la crescita e maturazione di organi e tessuti, in particolare del sistema nervoso centrale e periferico. Gli OT materni raggiungono la circolazione fetale anche nelle ultime fasi della gravidanza e questo fenomeno ha rilevanza clinica nei feti con ipotiroidismo da mancato sviluppo ghiandolare nei quali, poiché la produzione di OT è scarsa o nulla, lo sviluppo avviene grazie agli OT materni. Pertanto il controllo della funzione tiroidea entro il I trimestre di gravidanza consente di correggere il deficit iodico o l’ipotiroidismo senza conseguenze materno-fetali. A cura di:
l Consigli dell’ Ortopedico
Artrosi
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IL DOTT. VINCENZO
CALAFIORE
RICEVE PREVIO APPUNTAMENTO PRESSO: STUDIO MEDICO PRIVATO, VIA DEL TORRIONE 24, REGGIO CALABRIA, TEL 0965/21079; CELL 329/4255444
STUDIO MEDICO POLISPECIALISTICO RAYMAT, VIA CALVARIO 15/A MARINA DI GIOIOSA JONICA, TEL. 0964/416856; ISTITUTO ORTOPEDICO DEL MEZZOGIORNO D'ITALIA , DI REGGIO CALABRIA TEL 0965/361221 (IN REGIME DI CONVENZIONE COL SSN).
Drssa Anna Perri Dr Rocco Valeriano studioperrivaleriano@libero.it Specialisti in Endocrinologia Università degli Studi di Pisa
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'artrosi di ginocchio è una patologia caratterizzata dal progressivo consumo della cartilagine articolare e delle strutture che costituiscono il ginocchio: menischi, legamenti, tendini ed osso sub condrale. Nel tempo si verifica una progressiva deformità dell'articolazione associata ad una limitazione dei movimenti e conseguente riduzione della qualità di vita del paziente. L'artrosi inizia generalmente in età avanzata ma ci sono dei casi in cui può interessare anche soggetti più giovani, come ad esempio quelli già sottoposti ad interventi chirurgici al ginocchio, oppure nelle pregresse fratture che interessano la zona articolare, e nei pazienti che hanno ginocchia vare o valghe. Nei casi di artrosi iniziale si ricorre ai trattamenti conservativi come terapia medica, infiltrazioni intra-articolari con acido ialuronico o cortisone, fisioterapia. Nelle forme di grave artrosi di ginocchio si ricorre all'intervento per impianto di protesi, che può essere parziale o totale. La protesi di ginocchio è un dispositivo metallico che sostituisce le parti degenerate del femore e della tibia, riproducendone la forma.Permette di deambulare già dal terzo giorno post operatorio. Il paziente si deve rivolgere sempre a centri specializzati ed altamente qualificati , come l'Istituto Ortopedico del Mezzogiorno d'Italia di Reggio Calabria, dove si ricerca la sterilità assoluta dell'ambiente operatorio e del materiale utilizzato e dove si effettuano oltre 800 impianti protesici all'anno.
di ginocchio
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Dott. Antonio Cassone Specialista in Otorinolaringoiatria Responsabile dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria della Casa di Cura “Cappellani-Giomi”. Messina Responsabile del DS di Otorinolaringoiatria della Casa di Cura “Carmona”. Messina Riceve: Studio Raymat, Via Calvario 15 A Marina di Gioiosa Jonica Tel 0964 /416856; Via Riviera 13 Villa San Giovanni tel 0965/794842 339/1459340 Via Torrione 6 Reggio Calabria tel 0965/794842 – 339/1459340
Il mal di testa o cefalea è un disturbo molto comune, nei casi più severi estremamente invalidante per il soggetto che ne è affetto. Oltre le cefalee secondarie che possono essere occasionali e colpire chiunque, esistono le cefalee primarie (emicrania, muscolo-tensiva e a grappolo) con frequenza ed intensità variabili. Spesso la causa di queste cefalee non è nota, perciò i pazienti che ne sono affetti difficilmente riescono a prevenirne la comparsa o a ridurne l’intensità e la durata. Una causa assai frequente e spesso misconosciuta del mal di testa è rappresentata da ano-
L’intervista
a Rosa Maria Strangi
malie anatomiche e/o processi flogistici a carico del naso e dei seni paranasali. Il dolore in questo caso può essere monolaterale, d’intensità variabile, a volte lancinante e localizzarsi sulla fronte, alla radice del naso, intorno e dietro l’occhio. È consigliabile eseguire una visita otorinolaringoiatrica, durante la quale mediante un esame endoscopico a fibre ottiche è possibile individuare deviazioni, speroni o creste osteo-cartilaginee del setto nasale che, impattando con la parete laterale delle fosse nasali, costituiscono una spina irritativa endonasale scatenante la cefalea nei soggetti predisposti, come anche è possibile accertare la presenza di polipi, secrezioni sierose, catarrali o francamente purulente, anch’esse possibile spina irritativa e, perciò, anch’esse causa di cefalea in soggetti predisposti. Ad eccezione che per il caso delle rinosinusiti acute,che possono essere trattate farmacologicamente con guarigione completa della sintomatologia (rinorrea, algie cranio-facciali e ostruzione nasale), in tutti gli altri casi l’iter diagnostico deve essere completato attraverso l’esame TC del massiccio facciale senza mezzo di contrasto al fine di evidenziare eventuali anomalie anatomiche e fatti flogistici dei seni paranasali, non esplorabili endoscopicamente. A questo punto sarà possibile praticare una terapia chirurgica endoscopica tesa ad eliminare, in maniera definitiva e senza l’ausilio di farmaci, la cefalea, risolvendo radicalmente disturbi respiratori ed ipersecrezione nasale.
“Anche se stiamo parlando di raggi ultravioletti, l’esposizione a queste lampade è molto meno rischiosa dell’esposizione al sole”
FototerapiaUVBabandastretta: lacurapervitiligineepsoriasi C
Sostanzialmente priva di effetti collaterali,assolutamente indolore e di rapida esecuzione i sono malattie della pelle come la psoriasi o la vitiligine – le cui cause sono da cercare all’interno dell’organismo, oltre che nei meccanismi ancora sconosciuti tra psiche e corpo – che costituiscono un grave problema sociale. Si tratta, infatti, di patologie che comportano implicazioni importanti sulla qualità di vita del paziente legate soprattutto a un’alterata percezione dell’immagine corporea. Tra le terapie utilizzate per curarle, la fototerapia UVB a banda stretta, di cui abbiamo discusso con la dott.ssa Rosa Maria Strangi, specializzata in Dermatologia e Venereologia presso l’Università di Siena. La dott.ssa Strangi attualmente, oltre ad offrire i suoi servizi specialistici all’interno del suo studio privato di Gioia Tauro, collabora con lo studio medico polispecialistico Raymat di Gioiosa Jonica. In cosa consiste la fototerapia UVB a banda stretta? La fototerapia UVB a banda stretta (narrowband UVB) utilizza la luce a raggi ultravioletti emessa da particolari lampade, in cui la lunghezza d’onda è compresa tra i 311-313 nm. È una terapia ormai ampiamente utilizzata e sta diventando il trattamento di scelta per curare numerose malattie della pelle, quali psoriasi, vitiligine, dermatite atopica, alopecia areata e tante altre. Quali sono i vantaggi rispetto ad altre terapie? Prima veniva utilizzata la PUVA, una terapia che associava ai raggi ultravioletti di tipo A (UVA) gli psoraleni, sostanze fotoattivanti. Con l’uvb narrowband non viene somministrato alcun farmaco, riducendo al minimo gli effetti collaterali. Inoltre, si tratta di una terapia assolutamente indolore, di rapida esecuzione, a basso costo (il costo della singola seduta si aggira intorno ai 25 euro) e con risultati clinici soddisfacenti anche sul piano estetico. Stiamo parlando comunque di raggi ultravioletti… Non si corre il rischio di cancerogenesi? L’esposizione non è eccessiva: si parla di 10 minuti a seduta che però si raggiungono nell’arco del tempo. Si parte da qualche secondo e si aumenta progressivamente. Non c’è al momento evidenza di aumenta-
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AMBULATORIO POLIFUNZIONALE DI DERMATOLOGIA, VIA SARDEGNA 25/27 GIOIA TAURO. INFO 0966/506776. CELL 334/1880192. TUDIO MEDICO POLISPECIALISTICO RAYMAT, VIA CALVARIO 15/A MARINA DI GIOIOSA JONICA, INFO. 0964/416856; A.G.I: MEDICA VIALE TOSELLI, 94 SIENA INFO 0577/222224
to rischio di cancro della pelle da UVB a banda stretta. Quel che è certo e che l’esposizione a queste lampade è molto meno rischiosa dell’esposizione al sole, per quanto riguarda i tumori cutanei. In ogni caso, affinché il paziente sia assolutamente tranquillo, dopo alcuni mesi di fototerapia, sono solita consigliare una mappatura dei nei. Quali potrebbero essere gli effetti indesiderati? A metà percorso, quando la seduta si aggira intorno ai 5 minuti, la pelle potrebbe mostrare un leggero eritema oppure si potrebbero avvertire sensazioni di calore, prurito o bruciore, che, però, vanno via nell’arco di una giornata, applicando delle semplici creme lenitive o doposole. Quanto potrebbe durare la terapia? La durata varia a seconda della patologia. Ad esempio, in caso di vitiligine, per ripigmentare le zone ci vogliono dai 4 ai 12 mesi. È necessaria una terapia di mantenimento? Certo, se all’inizio sono previste due o tre sedute settimanali, la terapia di mantenimento può essere di una volta a settimana, così da non incorrere in recidive. Possono ricorrere a questa terapia le donne incinta e i bambini? Sì, opportuni protocolli terapeutici ne permettono l’uso anche su donne incinta e bambini, anche in età prescolare. Questo è possibile perché la terapia va ad agire sulla cute e non sugli organi interni. Spesso, nel caso ad esempio di dermatite atopica nei bambini, si preferiscono i raggi ultravioletti anziché ricorrere a terapie a base cortisonica. Quali soggetti non possono sottoporsi a questa terapia? È sconsigliato esporsi a questo tipo di raggi ultravioletti a chi ha già avuto tumori cutanei (epiteliomi basocellulari e melanomi), a chi è affetto da lupus eritematoso, a chi si è sottoposto a pregresse terapie con radiazioni ionizzanti. Devono poi prestare molta attenzione i soggetti con pelle chiara e bisogna, inoltre, accertarsi, soprattutto nel caso di bambini, che vengano sempre indossati gli occhiali foto protettivi.
più impensabili, in mille tonalità per abiti da cerimonia, cupcakes nuziali e album fotografici di grand’effetto. In uno scenario da sogno, tra cocktail e buona musica, la folla accorsa per l’inaugurazione ha avuto un primo e incantevole assaggio di quello che le tre affiatate amiche mettono in campo per rendere il giorno più bello della vita di una sposa, insuperabile. Non per nulla il loro motto è “Fai della tua vita un sogno e del tuo sogno una realtà”.
“IDEEVENTI”& IL SUO PRIMO STORE Finalmente il sogno di migliaia di giovani coppie assieme a quello delle tre ideatrici e wedding planner Stefania, Eufemia e Chiara ha preso vita. Circa una settimana fa in via Matteotti 2/6 è stato inaugurato il primo store di “Ideeventi”. Le loro idee innovative si sono materializzate quasi per incanto, in migliaia di confetti dai gusti
Il professor Enzo D’Agostino e il PCI A Siderno Superiore, il prof.Vincenzo D’Agostino, mostra agli amici il simbolo del movimento operaio. La falce ed il martello che una volta segnava i territori vicini al partito comunista, ora è diventato un reperto storico
Boum Boum B re libanese nat Kelly” ed il sid dell’uscita del n osservando la mediatico, as “Gigi Sarro
La “Palinuro” sullo Jonio Passa la goletta a vele spiegate, tagliando l'azzurro frastagliato del nostro mare, a vele tirate e allievi impettiti, il trinchetto secco come un fuso, il bompresso dritto in direzione Stretto. Passa la goletta e l'allegria colma i gabbiani curiosi, i bambini delle coste, e i cuori gentili che la spiano, immersi nell'eterno sogno umano di possedere il mare, o quanto meno di navigarci sopra.
Il non finito calabrese Premio Corigliano “Visioni del Futuro 2014” per il video "Epochè” cortometraggio sul “non finito calabrese” capolavoro di Angelo Maggio e Francesco Lesce con l’abile montaggio di Nicola Notarianni. Angelo Maggio (classe 1967) è figlio di un padre fotoamatore. Vivere in Calabria lo porta ad avere una visione grottesca e bislacca delle cose che unita a una particolare propensione per la polemica crea una miscela a volte difficile da sopportare ma utile quando bisogna sollevare polveroni e farsi sentire. Un video tutto da vedere con alcune importanti annotazioni degne di particolare rilievo.
Complimenti dottor Barranca Dopo la laurea in Consulenza del lavoro, quella come giurista del lavoro è arrivata nei giorni scorsi nella Capitale, per il dottor Andrea Barranca, quella magistrale in Giurisprudenza. Congratulazioni e si ricordi,dottore, che gli esami nella vita non finiscono mai!
La locride al circo Massimo
Il castello del PD
Il grillino Maurizio De Nisi, da Bovalino, beccato al circo Massimo in Roma, in occasione dell’ennesimo incontro con Beppe Grillo che dal palco griderà: “tutti a casa”
Seby Romeo, segretario provinciale del Pd, arriva a Siderno con la borsa a tracollo, la toglie e la deposita sul tavolo. Da quella borsa, estrae i nomi delle candidature che incolla, sul costruendo “castello” calabrese, sotto lo sguardo attento della componente locale Maria Teresa Fragomeni, e proprio davanti agli occhi del candidato Governatore Mario Oliverio.
Politica & dintorni Giorgio Imperitura abbraccia l’ex sindaco di Ardore, Giuseppe Campisi e Pasquale Brizzi , rieletto sindaco di S.Ilario dello Jonio, nonchè attuale consigliere provinciale Accanto a loro il collega Domenico Mantegna, vicesindaco di Benestare e nostro nemico giurato.
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Coming Soon
Mentre girava questi due sim ed il vecchio p Luciano Sante
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Buon Compleanno Lavora senza sosta e non sbaglia mai una mossa... tanti auguri alla nostra “bossa” . Auguri di buon compleanno alla nostra Paola da tutto lo staff
Boum..Mika!!! nome d'arte di Michael Holbrook Penniman Jr., cantautoturalizzato britannico arrivato al successo con il celebre singolo “Grace dernese Anthony Voice, conosciuto anche da Maria De Filippi. In attesa nuovo album di Mika, prevista per il prossimo novembre, ci consoliamo grande somiglianza tra lui ed Anthony Voice, lanciato nel grande circo ssieme a Peppa Pig e le Minnie Girls, dalla grandiosa intuizione della oino Management”. Chissà se “Voice” emulerà i “falsetti” di Mika?
Minibronzo al lungomare di Ibiza Jonica «Mi domando, come mai Sgarbi non mi vuole all'Expo?» Pensieri in riva al mare. Foto C. Niutta
Mario Diano ci presenta l’intrecciatore di “panari”
Arte & mestieri Nel centro storico di Siderno Superiore, un artista, il signor Napoli, ricostruisce i vecchi borghi in cemento bianco e gesso. Gli artisti hanno il diritto di essere modesti e il dovere di essere vanitosi.
Direttante da Siderno Superiore, Mario Diano insieme al signor Domenico D’Agostino, ci presenta “ u ntrizzaturi di panari”. U panaru, è il paniere antico, realizzato con i rami di ulivo e canne di fiume. Ancora oggi tanta gente lo utilizza come si faceva un tempo, legandolo ad una corda, per salire il pane o altro dal balcone di casa, evitando così di fare le scale.
Caminiti eats
Volti di antichi a Siderno Superiore
amo le stradine del vecchio borgo, abbiamo incontrato mpatici anziani del posto. “Se il giovane sapesse... potesse! La vita sarebbe molto più accomodante.” e Manar
Abbracciamose
L’amico collaboratore scolastico Nicola Paciullo ed il segretario Ammendolia.
Mu mangiassi. Chissà quel povero panino con la mortedalla che fine avrà fatto stretto nella manona del nostro amico Franco Caminiti. Il nostro, avvistato dalle parti del mercato coperto, sembra tutto preso dalla degustazione della “bologna”. E con il dito indica la “cassa”.
Faimarathon a scuola Con Siderno nel cuore Il responsabile del pronto soccorso dell’Ospedale Civile di Locri, dott. Zampogna e Decio Tortora, sorpresi dal nostro fotografo, discutono sulle prospettive di sviluppo e di valorizzazione del borgo storico sidernese. I veri amici sono quelli che si scambiano reciprocamente fiducia, sogni e pensieri, virtù, gioie e dolori; sempre liberi di separarsi, senza separarsi mai. (A. Bougeard)
Delegazione di studenti del liceo scientifico di Locri guidata dall’encomiabile prof. Giuseppe Giarmoleo. «C'è un bisogno estremo di maestri; di buoni maestri. Qualcuno che non insegni per professione, ma ci creda per missione. Sono i buoni maestri che riescono a far crescere allievi non servili, qualcuno così bravo da non doversi preoccupare troppo della carriera, fino al punto che sarà impegno d'onore sostituire il maestro e perpetuarne il merito e il sentimento di cura». P.L. Celli
“Non mi sento a 'casa' in nessun posto” dice Antun Opic. La mancanza di radici, la sensazione di sentirsi “cittadino del mondo” a dispetto delle sue origini per metà tedesche e per metà croate, trasforma la musica di Antun in un'amalgama di generi ed infuenze internazionali tipiche di chi ha girato il mondo, chitarra alla mano, e che “non ha nulla a che fare con la musica Balcanica”. Una definizione che sta stretta ad Antun, le cui infuenze musicali spaziano fra i generi senza soluzione di continuità. Dopo aver passato anni a perfezionare la teatralità delle sue esibizioni attraverso il collettivo di punk cabaret “Storm & Wasser”, con il quale ha girato l'intera Europa portando in giro performance che mescolano la musica e il teatro, Antun fonda il progetto che porta il suo nome “Antun Opic” assieme al suo vecchio maestro di chitarra Tobias Kavelar e al bassista Horst Fritscher. La miscela di world music, blues e pop è semplicemente strabiliante, richiamando alla mente dell'ascoltatore artisti del calibro di Tom Waits, Paul Simon e Django Reinhardt. La particolare natura della band, che si può esibire sia nelle vesti di busker in acustico, sia con l'amplifcazione. Non da meno è la scelta di utilizzare l'inglese anziché il tedesco o il croato. La lingua della grande tradizione folk e rock gli permette di addentrarsi più profondamente dentro sé stesso, pur mantenendo una distanza che garantisce l'oggettività e l'universalità che i grandi folksinger hanno nei loro testi. I personaggi che Antun interpreta sul palco, “le persone che non vorresti mai conoscere”, sono l'essenza della sua musica e delle sue storie, diventando racconti senza tempo e senza confni geografci.