Riviera n°42 del 16/10/2016

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CONTROCOPERTINA

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DOMENICA 16 OTTOBRE

I moduli d'iscrizione di alcune scuole del Regno Unitodistinguono gli studenti provenienti dalla nostra penisola, dividendoli tra “Italiani”,“Italiani-Siciliani”e“Italiani-Napoletani“. Distinzione che ha innescato una pungente protesta dell’ambasciata d’Italia nel Regno Unito. Con un pizzico di ironia abbiamo immaginato quali potessero essere le scuse avanzate dal Foreign Office Inglese.

Le scuse del Foreign Office inglese dopo

la gaffe

dei questionari scolastici apoletano, siciliano o italiano (“any other”)? Questo è quanto si sono trovati davanti alcuni richiedenti l’iscrizione presso alcune scuole inglesi nel questionario sulla lingua madre. Solo dopo aver capito l’enorme portata della gaffe internazionale e le proteste di genitori e della stessa Ambasciata, il Foreign Office si scusa ufficialmente: “Non volevamo discriminare chi non è Napoletano o Siciliano, era un questionario mirato a capire il bacino della lingua di origine, quindi a comprendere quanta difficoltà potessero avere in non Napoletani e i non Siciliani a raggiungere il livello base di conoscenza dell’Inglese”. Scuse che sono arrivate velocemente, anche per timore che il flusso di “italiani any other” si riducesse e che gli inglesi madrelingua dovessero andare a lavorare ai McDonald’s. Graffiante la risposta dell’Ambasciatore: “Ci avete uniti nel 1861”. Di fronte a tale risposta il Foreign Office ammette di aver commesso un “errore storico”. Infatti hanno dimenticato di essere stati loro, in una delle rare e perniciose alleanze con i francesi, ad aver annien-

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tato il Regno delle Due Sicilie (già Regno di Napoli), che occupava i tre quarti della penisola italiana (cosa che non combacia con il detto “stati e staterelli” inoculatoci per via rettale dai libri di scuola). Il questionario includeva anche “sardinian” come lingua madre, ma dato che i Sardi non se li fila di pezza neanche il Colonnello Moricco, la cosa è passata inosservata. Gli “italiani any other” potrebbero essersi sentiti piccati per tale distinzione, che riconosce come bacini linguistici autonomi solo il Sardo, il Siciliano e il Napoletano. Milano non può essere “any other”. Milano deve essere Milano. E così Milano, Torino e Albione hanno vinto due volte. La prima, nel 1861, quando una delle potenze europee fu annientata, un’altra con una derisione, che a ben vedere, era discriminatoria nei confronti di “any other”, cioè di quelli che italiani veri non sono, ma sono solo conquistatori, assassini e sfruttatori. E che –non paghi- continuano a gettarci addosso il loro fango. Lidia Zitara

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ATTUALITÀ

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SIDERNO

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In una Sala delle Adunanze più gremita che mai, martedì sera un Consiglio Comunale aperto ha permesso a cittadini e Comune di confrontarsi su idee e proposte utili a risolvere l’annosa questione della fabbrica ex BP, recentemente tornata agli onori della cronaca in seguito allo scoperta di rifiuti speciali che ancora rimangono nell’area.

Ex BP: Cittadini e Comune chiedono alla Regione di risolvere il problema Ha tratto le conclusioni Pietro Fuda, che ha ribadito la vocazione turistica di Siderno, invitato i capigruppo a farsi portavoce del problema e spronato il PD locale a instaurare un canale di comunicazione privilegiato con il presidente Oliverio.

ella serata di martedì, presso il Comune di Siderno, si è svolto un Consiglio Comunale aperto utile a discutere dell’emergenza ambientale che si registra da anni nella città. Scopo dell’incontro, ha sottolineato il Presidente del Consiglio comunale Paolo Fragomeni, soddisfatto di aver potuto convocare l’assemblea su richiesta diretta della cittadinanza, era discutere con senso di responsabilità e fuori di qualsivoglia polemica le soluzioni da adottare per far fronte alle criticità rappresentate dai rifiuti tossici siti nell’area della ex BP. LE PREMESSE: L’Assessore alle politiche ambientali Anna Romeo ha illustrato nel dettaglio il problema ripercorrendo brevemente la storia della ex BP nella cui area, nonostante la produzione sia cessata da oltre due decenni, rimarrebbero ancora circa 900 tonnellate di rifiuti speciali. «Da quando ci siamo insediati ha affermato in conclusione di intervento la vicesindaco - e ci è stato sottoposto il problema, ci siamo immediatamente attivati per cercare di risolvere la questione e, in data 13 settembre, il sindaco ha richiesto alla Regione l’intervento di bonifica del sito, in quanto ci sembra evidente che il Comune non ha né le risorse né le competenze per poter effettuare questa operazione. Se poi la Regione ci trasmetterà le competenze necessarie, chiariremo fin da subito che, dato lo stato di dissesto in cui ancora versiamo, ci dovrà essere anche un supporto economico importante». GLI INTERVENTI DEI CITTADINI: In seguito agli interventi introduttivi, molti cittadini hanno voluto rivolgere un pensiero alla criticità

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della situazione registrata in contrada Pantanizzi e alle preoccupazioni che affliggono i residenti. Particolarmente commoventi sono state le parole di Giuseppe Ieraci, tra i fondatori del Comitato a difesa della salute dei cittadini sidernesi e definitosi “ambientalista anarchico”. Tra le lacrime, Ieraci ha rivelato che, a suo parere, risolvere questa drammatica situazione significhi non soltanto garantire un futuro alla città, ma permettere di ritrovare finalmente quell’onore perduto ormai troppi anni fa. Damocle Argirò ha invece affermato che risolvere le questioni BP e Sika debba essere propedeutico a un progetto di razionalizzazione urbana che dia la precedenza a bambini e anziani, mentre un afflitto Giuseppe Scarfò, ex proprietario della fabbrica BP, ha replicato al resoconto della vicesindaco affermando che le procedure chimiche che venivano condotte all’interno dell’impianto erano rispettose di ogni norma in vigore e che fu la burocrazia a impedire all’azienda di riprendere le attività e di riscattarsi agli occhi dei cittadini smaltendo in prima persona ciò che era rimasto nell’area subito dopo l’incidente del 1994. Per Franco Martino, esponente del Comitato a difesa della salute dei cittadini sidernesi, è sconcertante che nessuno si sia preoccupato prima di oggi di appurare quali sostanze giacciano ancora nell’area dell’ex BP; Sasà Albanese ha

spronato il PD sidernese a farsi in prima persona portavoce a Catanzaro del problema che deve essere affrontato nell’immediato; Angelo Errigo, soffermatosi a riflettere sulla partecipazione all’assemblea di inizio settimana, cui fanno purtroppo da contraltare molti altri convegni sul tema meno partecipati, ha sostenuto infine come l’assemblea sia stata la dimostrazione che manca una vera e propria cultura ambientale nel comprensorio, interessato ad affrontare di petto i problemi solo quando essi colpiscono direttamente un’ampia fascia di cittadini. IL PENSIERO DEI CONSIGLIERI: Prima di giungere alle conclusioni, anche alcuni consiglieri hanno voluto dire la propria in merito alla

re il turismo e lo sviluppo sociale invocato da Antonio Sgambelluri, che vuole recuperare la vocazione economica originaria del paese. Soddisfatto di quanto detto in sede di assemblea anche il consigliere di opposizione Pietro Sgarlato, che vuole adesso vedere segnali concreti da parte dell’assessorato e invita ad affidarsi a professionalità in grado di affrontare il problema nell’immediato. LE CONCLUSIONI DEL SINDACO: Ha dunque tratto le conclusioni il sindaco Pietro Fuda, che ha invitato a formare una delegazione di capigruppo che si rechi dal presidente della Regione per discutere le soluzioni da attuare e reperire le risorse necessarie alle operazioni di bonifica. Il sindaco, che si è detto

La vicesindaco con delega all’ambiente Anna Romeo ha garantito che il Comune si è già attivato per richiedere alla Regione l’intervento di completa bonifica del sito e che l’intento dell’assemblea era quello di produrre un ulteriore documento unitario per sollecitare l’intervento di Catanzaro. vicenda all’ordine del giorno. Giuseppe Figliomeni ha sottolineato l’indispensabilità di compiere un passo in avanti nella gestione della vicenda: per quanto l’assemblea sia stata un segnale positivo, infatti, secondo il consigliere positivo non è, invece, che si discuta ancora oggi di un problema sorto più di venti anni fa. All’equilibrio tra lo stile di vita e lo sviluppo economico invocato da Figliomeni, ha fatto eco la volontà di valorizza-

d’accordo a recuperare la vocazione turistica del paese, accogliendo l’invito di Sasà Albanese ha inoltre chiesto ai consiglieri del Partito Democratico di farsi direttamente carico dell’approccio con la giunta Oliverio, vista l’appartenenza allo stesso partito, una richiesta favorevolmente accolta dal capogruppo in Consiglio Comunale Mariateresa Fragomeni. Jacopo Giuca

GIUDIZIARIA

I candidati“al di fuori di ogni sospetto” Nel contesto investigativo analizzato dagli investigatori nel corso di un attento monitoraggio di una recente campagna elettorale in un comune della Locride, che sarà poi sciolto per infiltrazioni mafiose, sono state numerose le conversazioni telefoniche e ambientali che “vanno a intrecciarsi lungo lo svolgimento dell’indagine che permettono di spaziare su numerose tematiche che toccano più elementi ritenuti di notevole interesse investigativo, che riguardano non solo gli intrecci politici clientelari e la sanità, ma soprattutto il rapporto che si va a creare e che si intensifica ogni qualvolta a ridosso delle elezioni elettorali tra chi scende in campo nelle elezioni e personaggi o “famiglie” appartenenti per legami di sangue, od organiche alla nomenclatura della ‘ndrangheta del luogo. Il dato che è stato approfondito “è importante, perché permette di acquisire in maniera genuina come siano in tale occasione gli stessi candi-

dati a rivolgersi a determinate famiglie, non solo per il voto ma per ottenere l’autorizzazione a inserire o meno determinati soggetti nelle liste dei candidati sindaci. Le famiglie interpellate dal loro canto, sia per quanto riguarda le politiche di Bovalino, che per quanto riguarda le elezioni regionali, non rifiutano il loro apporto, anzi “promettono” e “dispensano” consigli avallando di volta in volta ciò che viene richiesto proprio per non perdere quella opportunità e prerogativa che avranno in seguito, ossia il “lasciapassare” per quanto riguarda i lavori pubblici e non solo. Tali consorterie non ne fanno questione di carattere partitico ma si affidano alla disponibilità di personaggi come in questo caso omissis a cui in cambio dell’appoggio elettorale (mediante dapprima l’individuare candidati che assicurino un cospicuo numero di voti) ottengono la disponibilità ad assecondarne gli obiettivi. Emergono inoltre sempre dalla presente inda-

gine “a detta dei colloquianti”, in riferimento alla gestione del Comune di omissis alcuni elementi relativi al presunto “malgoverno” e alla gestione non proprio ottimale degli appalti e finanziamenti in ordine alla raccolta dei rifiuti mediante i c.d. consorzi comunali a partecipazione anche privata.Tornando alle allora imminenti elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di omissis è da premettere che il soggetto candidato al di fuori di ogni sospetto, tra l’altro un “personaggio conosciuto” anche mediaticamente “non risulta avere legami di sangue con esponenti appartenenti a consorterie criminali del luogo, tuttavia agli atti Arma si evince che lo stesso è stato notato in compagnia negli ultimi periodi con i suddetti personaggi inseriti e/o a vario titolo collegati a famiglie mafiose”. Scrivono gli investigatori : “Va anche evidenziato, come emerge da recenti ed eclatanti sentenze giudiziarie come l’indagine Crimine, che sostanzialmente vi è l’esistenza di questo orga-

nismo di vertice della “Ndrangheta”, appunto “La Provincia”, con compiti, funzioni e cariche proprie, che esplica nei confronti dei locali di ndrangheta operanti sia nella provincia di Reggio Calabria, che in altre regioni e anche all’estero; la suddivisione dello stesso organismo in tre sub strutture di coordinamento denominate “Mandamenti” competenti sulle specifiche aree territoriali, ionica, tirrenica e della città di Reggio Calabria; e infine la composizione della cosiddetta “Provincia” con esponenti di rilievo della “ndrangheta” dotati almeno del grado del vangelo”. Esponenti “territoriali” non avrebbero disdegnato di presenziare a incontri politico-elettorali, favorendo questo o quel candidato, che fuori da ogni sospetto avrebbe fatto “gola” a questa o a quell’altra consorteria che avrebbe puntato per propri obiettivi di sodalizio e non certo per il bene comune.



L’INTERVISTA

Lunedì 24 ottobre si discuterà lo Statuto della Città Metropolitana e, finalmente, l’organo amministrativo entrerà nel pieno delle proprie funzioni. Questo passo, accompagnato da molte aspettative da cittadini e amministratori locali, potrà davvero segnare una svolta per il nostro comprensorio? Abbiamo interpelletao in proposito i nostri consiglieri: Caterina Belcastro e Salvatore Fuda.

Città Metropolitana a u le considerazioni dei co

Entrambi i nostri consiglieri non discutono la scelta tanto criticata di fare di Riccardo Mauro il vicesindaco della Città Metropolitana. Se Caterina Belcastro si fida ciecamente del giudizio di Falcomatà, però, Fuda aspetta di vedere il collega all’opera prima di giudicare.

Rinvii, ritardi e polemiche ma, alla fine, la Città Metropolitana è attiva e, ormai, persino a regime. Le elezioni di agosto, utili alla costituzione del Consiglio Metropolitano, sono state seguite da due assemblee utili all’insediamento degli eletti e alla definizione delle cariche e, finalmente, lunedì 24 ottobre arriverà il momento di discutere lo Statuto Metropolitano, momento che sancirà l’inizio ufficiale dei lavori. L’impegno dei membri del Consiglio avrà ripercussioni importanti sui territori rappresentati e più che in altri organi, dovrebbe essere genuino, considerata l’assenza del gettone di presenza che è stato spesso associato all’attaccamento alle poltrone da parte dei nostri amministratori. Ma per saperne qualcosa in più, abbiamo interpellato la vicesindaco di Caulonia Caterina Belcastro e il primo cittadino di Gioiosa Jonica Salvatore Fuda, i due membri del Consiglio Metropolitano chiamati a rappresentare la Locride a Palazzo San Giorgio. Il numero di voti ottenuti dalla Belcastro l’hanno, non senza sorpresa, fatta risultare la prima eletta in Consiglio Metropolitano, «un risultato che, a dire il vero, non mi aspettavo ci rivela candidamente la vicesindaco.

«Ne sono orgogliosa e fiera - continua - in quanto raccolgo i frutti di molti anni di lavoro sul territorio come esponente del Partito Democratico. Io sono un amministratore del mio paese, ma da anni svolgo politica su tutto il territorio reggino e principalmente nella Locride, confrontandomi costantemente con tutti gli amministratori dei vari comuni. Ringrazio tutti coloro i quali mi hanno votato dimostrandomi stima e fiducia. Questo mi gratifica e mi aiuta a lavorare meglio per la crescita di tutto il territorio». Per Fuda, invece, il risultato elettorale è frutto dell’ottimo lavoro condotto di concerto con la lista Locride Metropolitana. «Abbiamo saputo costruire una proposta politica autonoma, dal profilo fortemente istituzionale, che ha messo al centro l’obiettivo di avere una rappresentanza diretta del territorio della Locride in Consiglio Metropolitano. Un risultato di tutte le principali città del comprensorio e dell’Unione dei Comuni della Valle del Torbido, che insieme hanno dato il proprio contributo. L’elezione della mia persona in particolare non è rilevante, ma frutto del gioco democratico, seppur di secondo livello: al mio posto poteva benissimo esserci un altro candidato della lista Locride Metropolitana». Vista l’imminente presentazione dello Statuto Metropolitano, una domanda su quali provve-

dimenti sarà indispensabile discutere con urgenza nelle prossime assemblee è d’obbligo: «Il Consiglio Metropolitano sta lavorando alla redazione dello Statuto - ci rivela Caterina Belcastro - È stato un lavoro sinergico che ha visto tutti concordi nel concepire una Città Metropolitana in cui si sentano rappresentati i cittadini di tutte le realtà. «I principi a cui ci siamo ispirati sono quelli dell'uguaglianza e della solidarietà, della trasparenza amministrativa, del lavoro, della legalità, della multiculturalità e dell’integrazione. «Puntiamo a una città democratica, progressista e solidale, in cui si metteranno a fuoco tutte le risorse del territorio per trasformarle in volano di sviluppo. «Il Porto di Gioia Tauro, il Parco dell'Aspromonte, il Museo di Reggio, i siti archeologici della Locride, Pentedattilo, lo stesso mare che bagna la nostra terra e le zone montane, devono tutte confluire in un unico progetto. Ritengo sia fondamentale valorizzare tutti i territori dentro una strategia unitaria di sviluppo e che la Città Metropolitana sia un’opportunità per il Mediterraneo, per la Calabria e per il Mezzogiorno. La bozza di Statuto che noi stiamo elaborando va in questa direzione. Presto sarà sottoposta ai territori per coglierne le istanze, le esigenze e le aspettative, per poi essere approvata nella


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ANCHE SE CON UN ANNO DI RITARDO RISPETTO ALLE ALTRE AREE METROPOLITANE, DAL 1° GIUGNO REGGIO CALABRIA PUÒ FINALMENTE FREGIARSI DI QUESTO TITOLO CON TUTTI GLI ONORI E GLI ONERI CHE ESSO COMPORTA. ARCHIVIATA L’ELEZIONE DEI CONSIGLIERI È ADESSO GIUNTO IL MOMENTO DI COMINCIARE A FARE SUL SERIO. LA LOCRIDE VIVRÀ FINALMENTE IL SUO RISCATTO?

un passo dallo Statuto: onsiglieri della Locride Conferenza Metropolitana. «La collaborazione e il coinvolgimento ampio, ognuno con le proprie idee, contribuiranno a un progetto generale per costruire insieme il futuro del nostro territorio». «Ancora la Città Metropolitana non è entrata nel pieno sue funzioni - interviene invece il sindaco di Gioiosa - Deve completare l’insediamento di tutti i suoi organi. Manca la Conferenza Metropolitana composta da tutti i Sindaci, che dovrà dotare l’Ente dello Statuto. Le commissioni stanno già lavorando a una proposta da portare alla Conferenza, non limitandosi a leggere la bozza di partenza consegnata dal Sindaco Falcomatà nell’ultima seduta del Consiglio, ma dando un contributo diretto alla stesura. Lo Statuto è la carta “costituente”, conterrà la tavola dei valori e dei principi alla quale l’Ente dovrà uniformarsi nella sua azione politico/amministrativa. Inoltre dovrà disegnare l’assetto della sua articolazione, e su questo mi aspetto che saremo in grado di riconoscere un ruolo forte e preciso alle varie zone omogenee della Città, per rendere il decentramento amministrativo un fatto concreto. Inoltre, l’inserimento del principio del suffragio universale per le elezioni degli organi della Città qualificherebbe la nostra proposta. Sono fiducioso sul risultato finale, in quanto si sta lavorando in un clima sereno e di condivisione con il Sindaco e tutti

i consiglieri. Il 24 ottobre il Consiglio può liquidare una buona proposta dalla quale far partire una discussione con i territori, i cittadini, le istituzioni e tutti i corpi sociali interessati, in un percorso di arricchimento e approfondimento, prima di arrivare al voto finale della Conferenza. Poi, per quanto riguarda le priorità, anche se la Città non ha competenze dirette in merito, abbiamo la necessità di un impegno politico forte per uniformare la qualità dell’offerta sanitaria e dell’accesso ai servizi sanitari su tutto il territorio metropolitano. Aprire una discussione ampia, nella quale dovrà trovare posto la questione Ospedale della Locride, ma penso anche al sovraffollamento del punto nascite di Polistena, e altre criticità che viviamo in tema di diritto alla salute, saranno le priorità. Altro tema determinante da affrontare in una visione ampia e di prospettiva, che dovrà trovare posto negli strumenti di pianificazione strategica e territoriale della Città, è quello della costruzione di una rete infrastrutturale, che tenga insieme ferrovia, strade, porti e aeroporto, in grado di migliorare la mobilità e la connessione dei territori: quello che oggi è un ente di area vasta con le caratteristiche della provincia, in futuro deve assumere una dimensione per quanto possibile metropolitana». Considerati i voti conseguiti, ci saremmo aspettati che Caterina Belcastro venisse quan-

tomeno presa in considerazione per il ruolo di vicesindaco eppure, generando malcontento nell’opposizione, le è stato preferito Riccardo Mauro. «In qualità di prima eletta so di non dover tradire la fiducia che gli elettori hanno riposto in me. - ci dice la Belcastro quando le chiediamo di commentare la vicenda - Il mio lavoro all'interno del Consiglio della Città Metropolitana prescinde dalle cariche o dalle deleghe. Riccardo Mauro è persona di fiducia di Giuseppe Falcomatà, ed essendo la nomina del vicesindaco una prerogativa del Sindaco, questi ha scelto una persona molto vicina a sé. Sono sicura che sarà un ottimo vice sindaco e lavoreremo in squadra per il bene di tutti già a partire dalla messa in atto dello Statuto». Anche per Fuda «è una prerogativa del Sindaco nominare il suo vice. Giudicheremo Riccardo Mauro dal sul agire politico - continua poi dimostrando di voler valutare i suoi colleghi solo dagli atti e dalle proposte che saranno avanzate in Consiglio - Conosco Caterina Belcastro, e la sua nomina ci avrebbe certamente fatto piacere in quanto appartenente al territorio della Locride. Sono sicuro che la sua mancata nomina non scalfirà per nulla il suo impegno. Il Sindaco credo saprà comunque coinvolgere e dare ruoli di responsabilità ai rappresentanti dei territori». Jacopo Giuca

Lo Statuto della Città Metropolitana, per Caterina Belcastro, dovrà puntare sulla valorizzazione del porto di Gioia Tauro, dei siti archeologici provinciali, del nostro mare, della legalità e del lavoro. Fuda vorrebbe invece vedere recuperati i diritti fondamentali del cittadino, salute in primis.


ATTUALITÀ

A Reggio Calabria la prima unione civile: Fatima Ferro e Bernadette Ficara saranno le prime calabresi a sposarsi

Loro si amano e non capiscono perchè stupirsi se hanno deciso di sposarsi. La burocrazia e i problemi economici hanno ritardato quello che sin da subito sapevano che sarebbe successo: l’amore le avrebbe unite per sempre e avrebbe fatto di loro una cosa sola. Con la legge Cirinnà, Fatima Ferro e Bernadette Ficara potranno finalmente sposarsi e le loro saranno le prime nozze gay celebrate in Calabria. Fatima ha 20 anni, Bernadette 16. Stanno insieme da un anno e mezzo e sono convinte che trascorreranno insieme il resto della loro vita. Per questo, sin da subito, con il supporto dell’Arcigay hanno avviato le pratiche per istituzionalizzare la loro unione, nata nell’aprile scorso e da allora divenuta indissolubile. Non sopportano che la loro storia sia diventata notizia, perchè in un paese civile l’amore, anche quello nato tra persone dello stesso sesso, dovrebbe rientrare nella normalità.

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Da 27 anni aspetta che l’ASL lo paghi. La storia di Giovanni Figliomeni Nel 1989 il sidernese Giovanni Figliomeni era ancora a capo di un’impresa edile. In quell’anno era alle prese con le operazioni di trasloco dell’Ufficio sanitario commissionate dalla Usl 24. 22 milioni di lire era l’importo dell’intervento. Sono trascorsi 27 anni e ancora Giovanni è in attesa che l’Usl lo paghi per il suo lavoro. Allora si era rivolto a un avvocato e fece causa alla Usl, ma la sentenza di primo grado, giunta dopo 4 anni, fu negativa. Giovanni decide di fare appello. Stavolta la sentenza arriva dopo 10 anni e finalmente gli viene riconosciuto il diritto ad essere pagato. Peccato, però, che nel frattempo la Usl sia diventata Asl e che alla guida della sanità reggina si succedano commissari a commissari. E così la pratica di Giovanni continua a fare compagnia ad altre sulla scrivania. Nel frattempo, con gli interessi matu-

rati, il conto sale a 30 mila euro; qualcuno si decide a dare un anticipo di 13 mila euro mentre la Cassazione conferma il diritto di Giovanni a essere pagato. Nel 2015 il suo avvocato si rivolge al Tar affinchè solleciti l’Asp reggina. Nel 2016 il Tar nomina un commissario ad acta perché si affretti a pagare. Il commissario ad acta sarà il prefetto, che in quel momento è in fase di avvicendamento. E così quanto a settembre arriva Michele Di Bari, il nuovo prefetto, verrà messo di fronte a questa storia assurda, costata venti volte più di quanto sarebbe venuta a costare se risolta sin dall’inizio. Non solo: questa avvilente vicenda ha convinto Giovanni a non riporre più alcuna speranza nella propria terra. Oggi fa il gelataio a Bologna e la sua gelateria ha ricevuto il certificato di eccellenza Tripadvisor.

L’accorato appello di Gianfranco Attisano:

Oggi le celebrazioni in memoria di Franco Fortugno

«Ho perso la cosa più bella della mia vita. Chiedo a chi ha assistito all’incidente di raccontare come è andata»

Fondi antimafia per auto e polli di gomma: chiuse le indagini su Claudio La Camera

Dopo l’incontro svoltosi ieri presso l'aula magna del Liceo Scienze Umane e Linguistico Giuseppe Mazzini di Locri e inserito nel progetto Il cammino della legalità, promosso nell'ambito del Piano nazionale per la cittadinanza attiva e l'educazione alla legalità del MIUR, anche la società extrascolastica rende omaggio a Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio Regionale calabrese del quale proprio oggi ricorre l’11° anniversario dell’omicidio. Alle ore 9:30, infatti, avrà luogo la deposizione della corona da parte delle Istituzioni dello Stato alla presenza del capo della Polizia Franco Gabrielli; alle 10:30 la Santa Messa nella Cappella dell'Ospedale di Locri; alle 11:30, al cimitero, la deposizione della corona da parte della Regione Calabria. «Ho tragicamente perso la cosa più bella della mia vita, la cosa più bella per i miei tre figli di 8, 4 e 2 anni. Chiedo a tutti coloro che possono aver assistito all'incidente o che hanno dei video di quel terribile momento di mettersi in contatto, anche in forma anonima, con la mia famiglia, affinché venga ricostruita la dinamica e mia moglie possa avere giustizia». Questo l’accorato appello di Gianfranco Attisano, marito di Maria D’Agostino, la giovane farmacista di Sant’Ilario dello Jonio (RC), vittima dell’incidente avvenuto sulla strada di grande comunicazione JonioTirreno, sabato 8 ottobre, alle 8.30 del mattino, all’altezza di Mammola. La notizia della scomparsa di Maria D’Agostino, molto apprezzata e amata come professionista e come persona, ha suscitato profonda commozione in tutto il comprensorio e, in particolare, a Sant’Ilario, dove tutta la comunità, colpita e addolorata, si stringe attorno alla famiglia. Ora il marito chiede che, tra le numerosissime persone in transito quella mattina sulla Jonio-Tirreno, chi ha avuto modo di assistere all’incidente si faccia avanti permettendo così la ricostruzione dell’accaduto e l’accertamento delle responsabilità.

Il 1° agosto dello scorso anno era venuto alla luce il sistema grazie al quale Claudio La Camera, ex presidente del Museo della ‘ndrangheta, era riuscito ad appropriarsi indebitamente del denaro raccolto dalla propria associazione per effettuare viaggi, cene, acquisti di auto, elettrodomestici e, persino, di un pollo di gomma per il suo cane. 856mila euro rastrellati dai contributi pubblici tra il 2007 e il 2014 dei quali 434mila erano stati erogati indebitamente e che oggi, a chiusura delle indagini, possono essere definitivamente attribuiti a La Camera. La gestione “allegra” di questi fondi, è stato appurato in questo anno di indagini, ha permesso a Federico Cafiero De Raho, Gaetano Paci e Giuseppe Lombardo di accusare l’imputato di truffa aggravata e falsità ideologica, con un quadro probatorio nel quale si inserirebbero anche funzionari della Provincia, della Regione e persino il boss Giuseppe Liuzzo, dal quale La Camera avrebbe affittato un appartamento.

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Siderno: al Marconi l’Aula Magna sarà dedicata alla memoria di Antonio De Leo Il prossimo 21 ottobre, alle ore 11:00, presso l’Istituto Tecnico Statale Marconi di Siderno, avrà luogo la cerimonia di inaugurazione dell’Aula Magna, che sarà dedicata alla memoria del compianto preside Antonio De Leo, prematuramente scomparso l’8 giugno del 2014. Elegante e pacato, Antonio De Leo, appassionato di politica e cultura intesa come cambiamento in positivo del comportamento delle nuove generazioni, è ricordato non solo per le sue numerose pubblicazioni, ma per il valore umano e intellettuale che è stato in grado di trasmettere ai propri studenti nei suoi anni di servizio.

Canolo a rischio scioglimento: accesso ispettivo antimafia in Comune

Il Prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari ha disposto, su delega del Ministro dell’Interno, l’accesso ispettivo antimafia presso il Comune di Canolo, al fine di compiere accertamenti utili a verificare l’eventuale sussistenza di forme di infiltrazione o condizionamento mafioso. La Commissione d’indagine è composta dal Viceprefetto Eugenia Salvo, dal Funzionario Amministrativo Eugenio Barillà e dal Funzionario Economicofinanziario Pietro Maldonato, tutti in servizio alla Prefettura di Reggio. L’esito dell’accesso ispettivo dovrà essere prodotto entro tre mesi, prorogabili di ulteriori tre qualora fossero necessari ulteriori accertamenti.



SOCIETÀ

ILQUESITO

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La ragazza di Melito ha“fratelli”e“sorelle”su cui ogni giorno si consuma un’invisibile violenza. Chiediamoci contro chi andremo a manifestare il 21 ottobre e cosa produrrà la nostra scesa in strada. Siamo sicuri che una manifestazione sia la risposta giusta a un branco prodotto da una società cinica e predatoria?

Quel rischio di manifestare contro il "nulla" ILARIO AMMENDOLIA Giorno 21 ottobre ci sarà una manifestazione di solidarietà alla ragazza minorenne di Melito Porto Salvo vittima del “branco”. Pur avendo più di qualche dubbio sulla stessa mi auguro che si troverà il modo affinché riesca di qualche utilità. Certamente perché questo avvenga dobbiamo tralasciare ogni sdegno verbale contro i “bruti” e individuare la radice del male ovvero l’idea diffusa che ci siano persone di poco o nessun valore sui cui si possono scaricare gli istinti più abietti. In questa ottica, la ragazza di Melito ha “fratelli” e “sorelle” su cui ogni giorno si consuma un’invisibile violenza. Quella di genere è parte della violenza del forte sul debole, del ricco sul povero, dell’ammalato supplicante che non riceve cure adeguate, dell’uomo in carcere in balia dei forti, dell’ingenuo deriso, del sazio indifferente, dell’erudito che soggioga l’ignorante, dei ragazzi sfuggiti alla guerra e discriminati ad Archi. Ricordo mille casi di feroce o sottile violenza. Penso a Bianca una bella ragazza bruna. Il padre, docile lavoratore costretto a emigrare, una decina di bambini in una stanza, una madre esausta. Recita un antico adagio “Casa terrana, figghia puttana”, e quella di Bianca era una casa sotto il livello stradale così che tutti potevano guardarci dentro. In quella casa priva di luce sembrava non ci fosse spazio per la pace e per un solo spiraglio di felicità. Lei si abituò a esser picchiata senza lamentarsi. Non piangeva neanche quando la maestra le tirava i capelli perché quelle stupide vocali non le entravano nella sua testa tormentata da ben altri pensieri. Continuò a non lamentarsi quando il brigadiere l’avvicinò con la scusa di avere notizie sul padre e Le fece molto male. Poi fu il dottore e quindi l’avvocato, quindi un meccanico e infine un panettiere. “Roba” incustodita è roba di tutti. Bianca divenne diletto per un branco di “forti” che non riconoscevano l’umanità nel debole. Docile preda che si immobilizzava come il passerotto dinanzi allo sparviero. I genitori disperati e impotenti pensarono di salvarla dandola in sposa a un uomo più grande e cieco sin dalla nascita. Lui odorò i suoi capelli, toccò le sue guance, carezzò il suo seno così come si fa con una vitella al mercato e decise di farla diventare “roba” sua. Ebbe un letto per giacere, un tavolo per mangiare. Ma il “branco” non volevo perdere l’oggetto dei giochi. La cercarono ancora e Lei era sempre più sola e più indifesa.

Il marito non vedeva ma intuiva e un giorno decise di dimostrare chi era il vero padrone della ragazza. Si procurò un grosso coltello da cucina, si mise a letto e fece finta di dormire, quando Bianca lo raggiunse l’afferrò per il collo e affondò il coltello nel suo cuore. Probabilmente Bianca non pianse neanche quella notte. I magistrati tennero conto delle “circostanze” e il marito fu libero in poco tempo. Per Bianca non ci furono funerali solenni, né gonfaloni, né stendardi, la memoria delle ragazze (i) come Lei è destinata a precipitare nell’immenso buco nero dove i bruti incontrano le loro vittime e quasi tutti si scoprono figli dell’emarginazione che diventa abiezione e degenerazione. Non ho mai dimenticato quella ragazza con i capelli neri e gli occhi luccicanti che si spensero troppo presto. Avrò fatto milioni di errori ma i tanti “casi” come quello di Bianca hanno costituito i mattoni con cui la mia generazione costruì la propria coscienza e le motivazione di un’irreversibile scelta di vita. Nel caso di Bianca ogni manifestazione sarebbe stata sterile. Contro chi avremmo potuto manifestare? Contro un uomo cieco a cui la natura aveva inflitto una pena senza fine? Contro un “branco” prodotto da una società cinica e predatoria? Scegliemmo di lottare contro i tuguri oscuri da cui vengono fuori le ragazze inermi, contro una scuola stupida e selettiva che respingeva gli ultimi, contro una società bacchettona con una doppia morale ipocrita e in cui i formalismi valgono più della vita umana. Non voglio buttarla in sociologia ma è dimostrato che una società in cui domina la violenza e l’ignoranza produce vittime e carnefici. Una società di donne e di uomini liberi, impegnati nel lavoro con la schiena dritta, con la stessa dignità ridimensiona la violenza in tutte le sue forme. Giuditta Levato era una contadina di appena trent’anni uccisa a Calabricata settanta anni fa. Nel momento di cadere a terra colpita a morte da un colpo di fucile portava un bambino in grembo e un altro stretto alla sua mano. Chiedeva un pezzo di terra da lavorare e con il suo lavoro riscattare se stessa, il marito ritornato dalla guerra ammalato e stanco, la sua gente. Chiedeva che nelle case cadenti di Calabricata arrivasse l’acqua, vi fosse una scuola dignitosa, fossero fornite di corrente elettrica e di servizi igienici. Fu uccisa perché spingeva il popolo alla lotta per una società più giusta e più umana. Sono passati settanta anni ma la sua lotta è ancora attuale! Carlo Levi fece scolpire sullo stelo e Lei dedicato queste semplici parole: “Questa Terra rinasce per Giuditta Levato morta per Tutti e per la Libertà”. Da queste parole dobbiamo ripartire se non vogliamo avvitarci su noi stessi, manifestando contro il “nulla”.





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Piccoli comuni, un nuovo passo per favorirne lo sviluppo... ma bisogna alzare la posta in bilancio Dopo essere ripetutamente intervenuti sul tema delle fusioni obbligatorie dei piccoli comuni, previste da una proposta di legge depositata alla Camera a prima firma Lodolini e sottoscritta da Bruno Bossio, (Riviera 21/02, 13/03, 21/05/2016), troviamo utile continuare il nostro ragionamento a partire da un’altra proposta a prima firma di Ermete Realacci, contenente “misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti e dei territori montani e rurali”, la quale ha superato l’esame delle Commissioni Affari costituzionali, Finanze, Cultura, Attività produttive, Lavori pubblici, Affari sociali, Agricoltura, Politiche europee e Questioni regionali, con parere favorevole, ed è stata approvata in aula in prima lettura e trasmessa al Senato. Iniziamo con il rilevare che anche questa proposta reca la sottoscrizione di Enza Bruno Bossio: la contraddizione è solo apparente, perché il testo chiarisce che i comuni che possono beneficiare delle misure previste sono anche quelli (con un numero di abitanti imprecisato) che sono sorti dalla fusione di precedenti enti territoriali con meno di 5.000 abitanti. Mentre la prima proposta, però, era di estrema povertà e speriamo che con la presentazione abbia concluso il proprio iter, quella che vogliamo qui considerare ha tutt’altro spessore: essa riconosce ai piccoli comuni una funzione essenziale di tutela del territorio in aree montane, rurali e a rischio idrogeologico; inoltre, mette in evidenza il valore di questi piccoli insediamenti tanto da un punto di vista sociale quanto economico. Sono infatti previste misure volte a favorire lo sviluppo dei piccoli centri, il recupero degli abitati storici con la realizzazione di alberghi diffusi, la diffusione della rete a banda larga, il ripristino o l'istituzione di servizi scolastici, postali e di trasporto. Una proposta dal contenuto veramente politico quindi, non meramente volto all’applicazione meccanica di logiche imposte da istanze esterne. Tuttavia questo testo, pur dimostrando un impianto a nostro parere molto solido, ha un limite veramente grave: la copertura finanziaria prevista per il complesso degli interventi sarebbe veramente limitatissima. Si tratterebbe infatti di appena 15 milioni per il primo anno e 18 per gli anni successivi. Se si considera che i comuni con meno di 5.000 abitanti sono circa i 2/3 degli enti ed ospitano una popolazione di circa 1/6 dei residenti in Italia, risalta in maniera evidente che l’ambizioso impianto di questo provvedimento viene veramente frustrato dal fatto che vi sia destinato in previsione qualcosa dell’ordine di grandezza dello 0,002% del bilancio pubblico. Certamente l’approvazione del testo anche in questa forma potrebbe essere ritenuto veramente un primo passo nella direzione auspicata da noi stessi e dal prof. Tommaso Greco sulle pagine di questo giornale, ma dovrebbe essere necessariamente seguito dall’assegnazione di risorse congrue, con una scelta politica (con la P maiuscola) che solo il governo può compiere, dimostrando di non essere asservito alle grandi concentrazioni di potere economico-finaziario ed elettorale. Ma se ciò avvenisse vorrebbe dire che i piccoli comuni non dovrebbero porsi il problema dell’aggregazione o della fusione in enti più popolosi? Ovviamente no; anzi, al contrario, la disponibilità di ingenti risorse da investire sui territori per mantenere o creare servizi, per tutelare il paesaggio e favorire il recupero degli agglomerati storici e per lo sviluppo rurale e montano, toglierebbe ogni fondamento all’idea che il superamento dell’autonomia comunale dia il colpo di grazia alle economie locali, coincidendo con l’abolizione dell’ultimo centro di spesa rimasto in molte aree che purtroppo possiamo e dobbiamo definire periferiche, nonostante rappresentino per molti aspetti il cuore autentico dell’Italia. Vincenzo Tavernese e Giuseppe Jirilli

Il signor Spartaco aveva un male per il quale i medici gli avevano dato poche speranze. Rivolgersi all’ospedale di Locri, per la famiglia, più che un tentativo estremo di salvarlo era un modo per assicurarsi che non si potesse fare altro. Eppure i dottoriTallarida, Rispoli e Adamo sono riusciti a compiere un vero e proprio miracolo.

La buona sanità esiste anche nella Locride! Il signor Spartaco ha 66 anni e, purtroppo, l’ultima parte della sua vita è stata segnata da un terribile tumore al retto. La patologia, come sempre impietosa e terribilmente invasiva, l’ha provato così profondamente da farlo diventare l’ombra di sé stesso, un corpo martoriato con poche speranze di poter sopravvivere. La famiglia, nel comprensibile tentativo di alleviare il più possibile le sue sofferenze, si è rivolta all’ospedale di Locri per sapere come affrontare questa delicata situazione, per la quale non erano state date troppe speranze dal primario di chirurgia d’urgenza, il dottor Tallarida e dal suo collaboratore, dottor Rispoli. Non sarebbe stato semplice effettuare un’operazione che prevedesse la completa asportazione della metastasi al 4° stadio, ma i primari, fin dal primo momento, avevano dichiarato di non

volersi tirare indietro dinanzi a questa difficoltà e di voler tentare l’impresa. Il signor Spartaco, dopo la dovuta preparazione, quell’intervento l’ha subito. Sottoposto a una delicatissima operazione di otto ore, durante la quale ha subito anche un arresto cardiaco, il 66enne ha trascorso giorni difficili, nei quali il recupero è stato lento ma costante. Tallarida e Rispoli, così come il dottor Adamo, primario del reparto di rianimazione e terapia intensiva, non si sono sbilanciati prima di effettuare una TAC total body che confermasse che tutte le metastasi erano state asportate con successo. L’inaspettata conferma della buona riuscita dell’intervento ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tutti e fatto gridare al miracolo alla famiglia, che vuole oggi ringraziare pubblicamente tutto lo staff

che ha seguito Spartaco. «Compiere un’operazione così complessa in un centro che viene quotidianamente smantellato - ci ha raccontato il genero non senza nascondere la propria commozione - dimostra che, anche con pochi mezzi a disposizione, la professionalità dei nostri medici può fare veramente molto. «I dottori, gli infermieri e persino i volontari che, anche in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo si mettono a disposizione dei pazienti solo per bontà d’animo, hanno dimostrato una professionalità e un’umanità che le cronache ci hanno abituato ad attribuire solo ai professionisti del nord. Non possiamo che essere grati a tutti coloro che ci hanno restituito mio suocero e riportare questa nostra esperienza che, abbiamo notato con piacere, è condivisa

da altre famiglie che hanno avuto un proprio caro ricoverato nei reparti di chirurgia d’urgenza, terapia intensiva e rianimazione, ci sembrava il minimo che potessimo fare per dimostrare la nostra gratitudine». Il grazie sincero e commosso di questa famiglia ci permette di raccontarvi una storia di buona sanità in un ambiente in cui, agli onori della cronaca, balzano solamente le notizie di mala sanità ed è una dimostrazione tangbile che anche nella Locride si possono trovare professionisti che, in barba alle difficoltà tecniche, affrontano ogni caso come se fosse personale. A questi medici, che compiono ogni giorno piccoli miracoli con grande umiltà, non può che andare anche il nostro, di grazie. Jacopo Giuca

L’immigrazione salva le scuole dei piccoli centri Alla faccia di chi crede che le scuole dei piccoli comuni siano uno spreco di denaro pubblico, ecco che le ultime statistiche ci rivelano come gli edifici scolastici siano indispensabili anche per i centri abitati meno popolosi. Il motivo? L’immigrazione, che sta permettendo a diversi centri italiani (e soprattutto calabresi, campani e toscani) di far sopravvivere le proprie scuole senza compiere salti mortali. Non solo, la sopravvivenza di queste piccole scuole ha consentito l’avvio di un vero e proprio progetto nazionale che, dal 2008 a oggi ha consentito di fronteggiare con successo lo svuotamento demografico degli antichi borghi. Nella nostra regione, ad esempio, dopo l’inserimento dei giovani stranieri che

REFERENDUM: COSA MI PIACE DEL “Sì”E COSA NO

vogliono imparare la lingua, si lascia spazio a chi vuole continuare gli studi con la scuola superiore. In questi istituti in particolare, in 8 anni oltre 1.000 giovani extracomunitari, provenienti soprattutto da Kurdistan, Egitto e Ameica Latina sono entrati nelle scuole dei nostri centri più piccoli, mantenendoli attivi in barba all’indice di natalità in picchiata. Attraverso un accordo con il Ministero dell’Istruzione e la Regione, sono stati individuati i comuni calabresi con maggiori difficoltà a mantenere le scuole aperte, creando al contempo una razionalizzazione nella distribuzione degli indirizzi di studio a seconda delle esigenze riscontrate

MI PIACE: Scompariranno i senatori a vita (era ora!). Dei 315 senatori rimarranno solo 95 scelti tra consiglieri regionali e sindaci, i quali avranno poteri locali. Il buon Don Matteo, bontà sua, ci fa votare (ancora per quanto tempo?) direttamente i candidati alla Camera (che rimangono sempre in numero esorbitante), in attesa che l'elezione sia di esclusiva facoltà del (suo) Palazzo...come è successo con l'elezione del Premier. NON MI PIACE: l'immunità parlamentare che viene accordata a sindaci e consiglieri regionali in veste di senatori. Così facendo finalmente avremo un provvedimento epocale che legalizzerà, una volta per tutte, l'ingresso della ndranghita nei quartieri alti della politica periferica. "La banda del buco" ha centrato l'obiettivo. Così facendo il buon Don Matteo conta di restare a lungo (illegalmente) in poltrona, dopo aver vinto il referendum. Immaginate quanta ndranghita, mafia e camorra si porteranno appresso i 95 senatori eletti tra sindaci e consiglieri regionali, rastrellata in tutta Italia? Un San Paolo di Napoli da 95 mila posti a sedere pieno zeppo. E tutti col distintivo all'occhiello! Franco Blefari


SETTIMANALE

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DOMENICA 16 OTTOBRE

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Scuola:quel senso da recuperare LA SCUOLA CALABRESE GENERA ECCELLENZE CHE VENGONO RICONOSCIUTE ANCHE DALLE MIGLIORI UNIVERSITÀ ITALIANE E STRANIERE, MA LA PREPARAZIONE MEDIA CHE GLI STUDENTI RAGGIUNGONO RIMANE BASSA. generalmente condivisa l'idea che la cultura, e quindi la Scuola, possa e debba svolgere un ruolo importante nello sviluppo della Calabria. Ma anche se questo convincimento trova unanime convergenza, non significa che ci si comporti in modo coerente. I vertici delle Istituzioni scolastiche e amministrative della nostra Regione fanno bene a riconoscere l'esistenza di realtà particolarmente difficili, al punto di scegliere con cura le scuole dove inaugurare l'anno scolastico: è un segno di attenzione che ha senso e può incoraggiare se non è il classico evento che si consuma in una mezza mattinata senza lasciare traccia. Le parole, troppe volte, rimangono solo tali e la scuola non fa eccezione. La Scuola, in Calabria come nel resto del Paese, è chiamata in causa per i compiti più disparati: si va dall'educazione stradale a quella alimentare, dalla lotta alla mafia alla sensibilizzazione su temi di volontariato. Succede così che, tra emergenze e innovazioni, saperi essenziali e necessità di mantenere il numero di classi, e i posti di lavoro, ci si ritrovi nell'incertezza più totale circa il "senso" della scuola. Ma se i docenti non sanno esattamente cosa

È

vogliono fare, in quale processo culturale sono inseriti, che cultura devono trasmettere? E in Calabria, in modo particolare, cosa si sta facendo? La realtà della nostra Regione richiede qualcosa di particolare? Esiste un organo deputato a cercare di dare risposte a domande del genere? Non mi risulta che, al di là delle parole di circostanza pronunciate in occasione di qualche

inaugurazione o convegno, ci sia uno spazio per discutere e confrontarsi, con continuità, circa la realtà della nostra scuola. I provvedimenti governativi, "Buona Scuola" e circolari quotidiane, non aiutano, anzi incontrano spesso l'opposizione di docenti e allievi. Nelle scuole si discute, nonostante tutto, si cerca di capire cosa è necessario fare per migliorare i livelli formativi, ma

manca quel quadro generale, specifico per la Calabria, nel quale muoversi. E allora si segue l'onda: qualche tempo addietro vi era la moda delle tre "i": informatica, inglese e impresa; ora dal Ministero parlano di "Scuola digitale"? Ecco che le poche risorse si spendono per acquistare LIM e computer, senza sapere come inserire i nuovi strumenti nei processi didattici: l'inno-

vazione, a volte, è solo di facciata e non tocca il cuore del problema. Nonostante tutto la Scuola calabrese genera eccellenze che vengono riconosciute anche dalle migliori università italiane e straniere, ma la preparazione media che gli studenti raggiungono, come dimostrano altri parametri, rimane bassa. Amministrare una realtà come la Scuola non può significare solo occuparsi di trasferimenti e accorpamenti: è necessario creare un organismo con il compito di considerare la realtà sociale e scolastica della regione, capace di raccogliere, rilanciare esperienze educative, di proporre e valutare: uno spazio libero e aperto a tutte le componenti della scuola. Un'ultima nota: un servizio di qualità richiede adeguati finanziamenti; in questi anni si è andati nella direzione opposta, aumentando il carico di lavoro a docenti, presidi e segretari e il numero di allievi per classe con le inevitabili conseguenze sulla didattica: le parole più belle e le intenzioni migliori si azzerano in assenza di supporto economico. E se questo è un problema per tutto il sistema scolastico italiano, in realtà come quella calabrese togliere fondi alla scuola è devastante. Giuseppe Giarmoleo

Referendum costituzionale: Si o No? Tra i due litiganti il costituzionalista gode! Il 4 dicembre si torna alle urne per votare al referendum sulla più importante riforma costituzionale che il nostro paese abbia mai visto. In gioco c’è una radicale trasformazione dell’attuale assetto istituzionale. Il Senato della Repubblica, dopo ben sessantotto anni, rischia di cambiare definitivamente volto. La riforma mira a superare il c.d. bicameralismo perfetto, modificando la composizione del Senato, conferendogli nuove funzioni, stabilendo nuove modalità di elezione del Presidente della Repubblica e, addirittura, riducendo il numero dei senatori, con il buon proposito di frenare, in qualche modo, gli esosi “costi della politica” (come se le spese pazze dei nostri irresponsabili parlamentari fossero la causa principale della crisi economica dell’intero paese). Insomma, per i giuristi italiani, per gli esperti e gli addetti ai lavori, la riforma costituisce una vera e propria rivoluzione copernicana, per non dire “una pacchia”. Dopotutto, se la riforma dovesse passare, provate ad immaginare quante nuove pubblicazioni scientifiche troveremo sugli scaffali delle librerie e quante pubblicazioni on line; una vera manna dal cielo! Ma, a quanto pare, non solo gli esperti, anche i profani in materia, cioè coloro ai quali di politica e di diritto pubblico non gliene è mai fregato nulla, si sono ritrovati coinvolti nelle sempre più invadenti e fantasiose campagne pubblicitarie del si e del no. I social network sono ormai pieni di spot, articoli di giornale, pagine web dedicate al referendum ed un’infinità di post ironici e satirici, alcuni molto divertenti. Lo stesso attuale premier è pronto a scendere a patti con gli elettori, promettendo il possibile e l’impossibile, pur di portare il risultato a casa e salvare il Governo. In buona sostanza, non stiamo solo assistendo ad un semplice processo di riforma costituzionale, bensì ad una vera e propria crociata, una battaglia politica epocale senza pari e senza esclusione di colpi.

Neanche il recente braccio di ferro sulle unioni omosessuali ed il riconoscimento delle coppie di fatto ha destato tanto clamore ed “audience”. Ma la cosa più sorprendente, la grande novità, è che oggi i veri protagonisti di questa battaglia politica siamo proprio noi elettori, chiamati a decidere, col nostro voto, a chi dare la preferenza. Ebbene si, era da parecchio tempo che noi cittadini italiani non ci sentivamo protagonisti della vita politica del nostro paese ed è proprio per questo che, forse, siamo così tanto interessati alla riforma; è per questo che siamo tornati ad essere particolarmente coccolati dalla nostra classe dirigente. Io, personalmente, non ho ancora maturato alcuna decisione in merito e non mi sono schierato. Da curioso, da amatore, mi sono solo limitato a leggere il testo di riforma e ad osservare, da spettatore passivo, quello che i politici propongono e ciò che i c.d. governati recepiscono. Ma essere coccolati non basta, l’italiano medio ha bisogno di crearsi una coscienza, di prendere una posizione netta e, infine, di schierarsi e lo può fare solo leggendo ciò che i quotidiani gli propinano ogni giorno in modo molto confusionario e disordinato. Poi, finalmente, entrano in campo loro: i costituzionalisti. Sono i professori, i cattedratici italiani, anche

quelli emeriti; i docenti di diritto pubblico ed amministrativo; i giudici ed i presidenti della Corte Costituzionale, di quella di Cassazione e di merito. Insomma, in questi giorni sono scesi in campo, al completo, tutti i massimi esperti, coloro i quali hanno dedicato allo studio della Carta Fondamentale la loro intera vita. Fino a ieri non si conoscevano neanche i nomi, perché svolgevano il loro lavoro di consulenza nell’ombra, nelle commissioni parlamentari, nascosti dietro l’ingombrante immagine del politico famoso a cui davano pensiero e voce. Ma, oggi, sono finalmente usciti dalle loro stanze, si sono (momentaneamente) alzati dalle poltrone delle aule universitarie, per vivere il loro momento da protagonisti, per diventare delle vere e proprie superstar di talk show e social network, pronti a parlare a tu per tu con l’elettore medio, nella qualità di detentori della verità (o meglio, della loro verità). Non si fa altro che leggere le interviste al professorone di turno ed al presidente emerito, che continuano a propinarci il loro altissimo e giuridicamente pregiato pensiero su come sarà l’Italia post riforma e su come sarà migliore o morirà definitivamente la democrazia di questo paese. Si leggono, ormai di continuo, articoli di gior-

nale in cui si sostiene che “il SI migliorerà la costituzione ed il paese, perché lo sostiene il prof. X, presidente della Corte Costituzionale”; altri quotidiani, invece, sostengono che “il SI sarà la rovina della Repubblica e la farà cadere nella dittatura e nell’assolutismo, perché lo pensa il Chi.mo Prof. Y, presidente della Corte Costituzionale”. Leggendo tutto ciò, un giorno mi è sorta un atroce dubbio: ma, attualmente, la nostra Corte Costituzionale, quanti presidenti ha? Si perché, forse l’italiano non se ne è accorto, ma già da tempo in politica, in vista del referendum, è iniziata anche la stagione di mercato, con la compravendita degli esperti di diritto, pronti a fare da testimonial nelle réclame per il SI o il NO, pronti a mettere la loro accademica faccia sotto uno slogan elettorale. È così che siamo finalmente giunti a commercializzare la politica fino all’osso, addirittura fino a ciò che ritenevamo innegoziabile, ossia la nostra carta fondamentale. Ciò, forse, accade perché la classe politica ha ormai totalmente perso la credibilità e, per poter convincere l’elettore medio, ha bisogno di prenderla in prestito da altri, ha bisogno che qualcuno avalli le sue idee. L’italiano medio, negli ultimi decenni, ha dimenticato i contenuti della propria Carta Costituzionale ed è troppo pigro per andare a

risfogliarla. Così la politica si è accorta che l’elettore ha la necessità di utilizzare le opinioni altrui come scudo, se ne serve per poter imporre la propria opinione, il proprio credo politico. Un tempo si usava dire: “è vero perché lo ha detto la televisione”, ma di questi tempi la frase è diventata: “è vero perché lo ha affermato il professore”. Sia chiaro, i costituzionalisti sono una risorsa preziosa, sono gli unici che potrebbero chiarire l’attuale situazione politica ed istituzionale in modo obiettivo; sono altresì gli unici che potrebbero aiutare l’elettore medio, profano di diritto pubblico, a crearsi una coscienza ed a decidere ciò che sia realmente giusto per il paese. In un momento così delicato, però, hanno preferito schierarsi e lo hanno fatto sostituendo all’immagine del politico la propria, correndo ben pochi rischi. Dopotutto, si sa, il costituzionalista vince sempre. Se dovesse vincere il SI, i suoi sostenitori si ritroverebbero remunerati con importanti nuovi incarichi governativi da aggiungere a quelli già esistenti, mentre gli oppositori tornerebbero nelle loro aule universitarie a scrivere (ma soprattutto a vendere) le centinaia e centinaia di giuridicamente pregiate pagine dedicate alla nuova costituzione. Agli italiani rimane poco più di un mese per prendere la decisione definitiva, per riflettere obiettivamente, con la propria testa e con la propria maturata coscienza, cosa rispondere al seguente quesito: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione“, licenziato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?” Carlo Carmelo Tropiano


LA COPERTINA - SERVIZIO A CURA DI MARIA GIOVANNA COGLIANDRO E JACOPO GIUCA

Lunedì 24 ottobre si discuterà lo Statuto della Città Metropolitana e, finalmente, l’organo amministrativo entrare nel pieno delle proprie funzioni. Questo passo, accompagnato da molte aspettative da cittadini e amministratori locali, potrà davvero segnare una svolta per il nostro comprensorio? Dipenderà in parte dai nostri consiglieri: Caterina Belcastro e Salvatore Fuda.

SANITÀ DAY , L’UL

POLITICA

Calabrese: “Sarà una grande pacifica e democratica manifestazione popolare” Nel maggio 2015 il Commissario Scura paragonò l’Ospedale di Locri ai peggiori presidi sanitari del terzo mondo. Promise di invertire la rotta per garantire ai cittadini il diritto alla salute. Dopo oltre un anno, numerose proteste e l'imponente manifestazione dell'ottobre scorso con 10mila cittadini, niente è cambiato, anzi, addirittura la situazione è vistosamente peggiorata. Il 22 ottobre con il Sanità Day la Locride ci riprova, consapevole che questa è davvero l'ultima spiaggia.

Carissimi, penso che chiunque lavori nell’Ospedale di Locri o nel mondo della sanità avrà avuto modo di rendersi conto dell’involuzione subita dalla sanità nella Locride e delle drammatiche condizioni in cui oggi versa l’unico Ospedale della Locride lasciato ormai all’abbandono più totale e prossimo alla chiusura. Le condizioni poco dignitose della struttura e degli ambienti di lavoro rappresentano una mortificazione non solo per Voi, ma anche per noi cittadini/utenti che, indipendentemente da appartenenze politiche e ceto sociale, abbiamo tutti necessità dell’Ospedale e della sanità. Come più volte detto senza mezzi termini, scelte politiche sbagliate, che accomunano indistintamente destra e sinistra, sono la principale causa di tale drammatica e assurda situazione. Negli ultimi anni si è toccato il fondo con un evidente declassamento dell’Ospedale a una sorta di poliambulatorio con l’obiettivo di portarlo a definitiva chiusura. Oggi, vogliamo continuare a lanciare il nostro grido di allarme e di dolore, nell’interesse Vostro, Nostro e di tutta la Locride, perché i vostri diritti e quelli dei cittadini non vengano ignorati, calpestati ma rispettati. Il drammatico e assurdo percorso di smantellamento dell’Ospedale può ancora essere interrotto, anche se ci rendiamo conto che non è e non sarà semplice. Ma se ciò non è semplice immaginate quante difficoltà sopporteremo tra non molto, quando il personale dipendente sarà prepensionato o destinato ad altra struttura dell’Asp come Reggio o Polistena. Immaginate quante difficoltà per noi cittadini quando per qualsiasi prestazione sanitaria saremo costretti a recarci a Reggio Calabria o Catanzaro, quanta sofferenza e, soprattutto, quanto disagio.

Da due anni abbiamo fatto di tutto per spiegare il nostro disagio, la nostra sofferenza, la nostra preoccupazione e la nostra rabbia per questa assurda determinazione in un territorio dove siamo privati di tutto e, soprattutto, non abbiamo gli stessi diritti costituzionali garantiti invece per GLI ALTRI CITTADINI ITALIANI. Vi invito, pertanto, ad avere il coraggio di esprimere il Vostro dissenso a tutto ciò. A farlo con coraggio e determinazione, partecipando con convinzione al “SANITÀ DAY” che si svolgerà a Locri, sabato 22 ottobre 2016, con ritrovo alle ore 9:30 davanti al Palazzo Municipale della Città di Locri e si concluderà presso l’Auditorium Diocesano. Non sarà una manifestazione politica, non sarà una manifestazione partitica, non sarà un evento per esprimere dissenso contro qualcuno, ma sarà una grande pacifica e democratica manifestazione popolare per rivendicare il diritto ad avere prestazioni sanitarie adeguate e di qualità sul proprio territorio. Cari cittadini della Locride non fate mancare il vostro sostegno, che è fondamentale per far capire a chi oggi governa il torto che la Locride sta subendo. Cari medici, infermieri e dipendenti dell’Azienda Sanitaria Ospedaliera, Vi invito a non rimanere a guardare in silenzio, a non renderVi complici di tale volontà, ma a trovare il coraggio e la forza di dire basta astenendovi per due ore dal lavoro e partecipando indossando il proprio camice da lavoro al SANITÀ DAY di sabato 22 ottobre 2016. Certo della Vostra sensibilità e della Vostra partecipazione Vi invio cordiali saluti e un affettuoso e caloroso abbraccio, Giovanni Calabrese

Nuccio Azzarà: "Non ci saranno pulpiti, microfoni e passerelle per nessuno" "È estremamente preoccupante ai limiti della ragionevolezza pensare che ci sia qualcuno che, pur preposto agli interessi pubblici generali, possa lasciare un comparto così delicato, quale quello della sanità, allo sbando più totale, alla mercè di personaggi che nulla hanno a che fare con elementi virtuosi. Ma in questo momento la sanità è terreno solo di corruzione. A distanza di un anno nulla è cambiato ma addirittura possiamo attestare e certificare che non solo le promesse fatte in questo tempo non sono state mantenute dalla politica e dal commissario governativo ma addirittura la situazione è ulteriormente peggiorata. Casi come quello dell'uomo ricoverato per la lesione di un tendine e uscito dall'ospedale in una posizione orizzontale non è edificante ed è un messaggio dirompente per tutta la popolazione. Non c'è assolutamente da parte nostra la possibilità di affermare che il cittadino in condizioni di emergenza, in condizioni di assoluta precarietà possa fare ricorso alle struttu-

re sanitarie con tranquillità. È inaccettabile, è come se avessimo di fronte il deserto dei Tartari. E il tutto nonostante il grande senso di responsabilità dei pochi medici, dei pochi infermieri e dei pochi tecnici che ancora credono nella sanità, lavorano con professionalità e si sforzano di portare a casa un risultato. Sabato prossimo la Uil sarà presente nella veste di promotrice accanto a chi rappresenta gli interessi della gente in maniera virtuosa. Perchè chi ha a cuore i diritti dei cittadini gode del nostro appoggio e della nostra presenza. Fuda e Calabrese e molti altri politici dell'hinterland hanno il merito di impegnarsi insieme indipendentemente dal colore politico. Non è la prima volta che ci troviamo insieme a combattere per l'atto aziendale, per il decreto sulla riorganizzazione della rete ospedaliera. Questa manifestazione avverrà senza alcun tipo di elemento identificativo, senza alcun tipo di marcatura specifica. Non sarà data a nessuno la

possibilità di fare passerella. Sarà organizzata in maniera tale che il protagonista sia la sanità che manca, la sanità negata ai cittadini. Nessuno potrà sfruttare questa manifestazione per secondi fini. Ci saranno dei ragazzi che prenderanno la parola e leggeranno dei documenti. Ci saranno solamente loro, noi saremo tutti dall'altra parte insieme alla gente che vorrà partecipare. Non ci saranno pulpiti, microfoni e passerelle per nessuno. Ci aspettiamo che venga fuori forte il desiderio della gente di gridare per il rispetto dei propri diritti. La gente lo sa che questa è l'ultima spiaggia, sa che se non combatte per i propri diritti non c'è futuro. Poter contare sulla presenza dei ragazzi è di grande conforto per le organizzazioni sindacali, per i sindaci che rappresentano i cittadini e mi auguro che questo sia uno schiaffo per quella politica del non fare che da due anni non è riuscita a tirare fuori la sanità da questo pantano".


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ULTIMA SPIAGGIA

NEL MAGGIO 2015 IL COMMISSARIO SCURA SU ESPLICITO INVITO DEL SINDACO CALABRESE FA VISITA ALL'OSPEDALE DI LOCRI. IN QUELL'OCCASIONE PARAGONÒ IL NOSOCOMIO AI PEGGIORI PRESIDI SANITARI DEL TERZO MONDO. PROMISE DI INVERTIRE LA ROTTA PER GARANTIRE AI CITTADINI DELLA LOCRIDE IL DIRITTO ALLA SALUTE. DOPO OLTRE UN ANNO, NUMEROSE PROTESTE E SEGNALAZIONI E L'IMPONENTE MANIFESTAZIONE DELL'OTTOBRE SCORSO CON 10MILA CITTADINI NIENTE È CAMBIATO, ANZI, ADDIRITTURA LA SITUAZIONE È VISTOSAMENTE PEGGIORATA. IL 22 OTTOBRE CON IL SANITÀ DAY LA LOCRIDE CI RIPROVA, CONSAPEVOLE CHE QUESTA È DAVVERO L'ULTIMA SPIAGGIA.

Fuda: “Dobbiamo manifestare per sanare il debito della sanità reggina” “Quella che si terrà il prossimo 22 ottobre è la seconda manifestazione che organizziamo sul delicato tema della sanità. Per la verità, speravamo che dopo la prima, organizzata con enorme successo lo scorso anno, l’argomento venisse finalmente affrontato ai livelli adeguati per poter essere risolto in tempi brevi ma, a distanza di 365 giorni la sanità ancora non c’è e questo non lo sostengono gli organizzatori della manifestazione che, qualcuno potrebbe affermare, hanno magari persino interesse affinché questo evento abbia luogo e con successo, ma lo dicono gli ammalati che quotidianamente usufruiscono dei pochi servizi che l’ospedale offre e i cittadini tutti! La cosa che maggiormente ci preoccupa è che, nell’arco di quest’ultimo anno, non abbiamo visto prendere in considerazione, a chi di dovere, il vero problema per cui la sanità, in provincia di Reggio Calabria, e nella Locride in particolare, continua a non funzionare. Ecco, io ritengo che la causa vada ricercata nell’unificazione delle ASL che venne a suo tempo condotta dalla Regione Calabria. L’unione di Locri, Reggio Calabria e Palmi doveva seguire quanto era già stato collaudato con successo in altre Provincie ma, mentre nelle altre Province non si è venuta a creare una massa debitoria in grado di paralizzare la sanità locale, in provincia di Reggio Calabria la situazione è ben presto diventata criti-

ca. Se la sanità, nella nostra provincia, non può essere “guarita” è proprio perché sopportiamo un’enorme debito, al quale dovremmo fare fronte, a mio parere, separando le gestioni. Realizzando, infatti, una gestione separata per il pregresso e per il debito, in grado dunque di giustificare questa pendenza e, cosa ancora più importante, di quantificarla, si potrà finalmente realizzare una riunificazione delle ASL su basi nuove. Non potremo avere una sanità adeguata ai tempi fino a quando saremo gravati da un debito che non ci appartiene, che non sappiamo da chi è stato prodotto e che non sappiamo nemmeno se sia reale oppure no. Oltre che per questa ragione, la manifestazione del 22 ottobre si renderà necessaria anche per denunciare le criticità generate da una pessima gestione delle professionalità: è infatti inconcepibile che una struttura ospedaliera possa essere funzionale continuando ad avere pazienti senza primari e primari senza pazienti! Una volta comprese queste cose, che la responsabilità sia di Sculli piuttosto che della Regione Calabria, si dovrà necessariamente ricorrere ai ripari perché è fuor di dubbio che la responsabilità di questa condizione non è dei cittadini né degli amministratori locali, sui quali pure il problema grava in maniera più assillante”.


CULTURA

Ritorna... l' " OTTOBRATA SIDERNESE " 10 cose da sapere sui danni del fumo

Dopo il grandissimo successo della 1º Edizione era impensabile aspettarsi un epilogo: è infatti alle porte la 2º Edizione dell' Ottobrata Sidernese. L' unione accattivante tra cultura, folklore, esposizioni e degustazioni tipiche autunnali che ha incoronato l' Ottobrata Sidernese Regina delle Manifestazioni 2015 è pronta a ripetersi. Il Teatro Magico del Borgo Antico di Siderno Superiore sarà nuovamente allestito per riabbracciare le tantissime persone che, con la loro presenza, hanno fatto da cornice a una prima edizione da applausi. Un evento fuori stagione in una location suggestiva per troppi anni trascurata con dell'ottimo cibo da degustare... ma anche balli, chiacchiere e risate. Il tutto condito dal tocco magico dell' apposita moneta coniata per l'evento, il Siderone. L'appuntamento con l'Ottobrata Sidernese ritorna i prossimi 30 e 31 Ottobre. Seguiranno tutti i dettagli su questo settimanale.

Le illustra il Dr. Enzo Lamberto Un miliardo di fumatori, per un totale di 6 mila miliardi di sigarette e 6,5 chili di tabacco a testa ogni anno. Le statistiche relative al fumo sono impressionanti. Nel 2014 sono morte 4 milioni di persone a causa del tabacco. Più o meno, una vittima ogni sei secondi. 1. Tumori Al polmone, naturalmente. Ma non solo, il 90%-95% dei tumori polmonari è dovuto al fumo di tabacco. “iI fumo può causare tumori quasi ovunque” tonsille, pancreas, stomaco,trachea e bronchi. “Se nessuno fumasse”, non avverrebbe una morte su tre dovuta al cancro”. 2. Malattie cardiovascolari e respiratorie Il fumo è una delle maggiori cause di malattia delle coronarie e di altri distretti vascolari 3. Disturbi all’apparato riproduttivo Il fumo è strettamente correlato all’insorgenza di disfunzioni erettili negli uomini, il rischio di impotenza (fino al 15% nei soggetti tra 40 e 70 anni). 4. Invecchiamento e problemi estetici In generale, fumare rende più brutti. Il tabacco, infatti, accelera l’invecchiamento della pelle e provoca un aumento dell’irsutismo del volto e della raucedine. 5. Cervello Tra gli effetti negativi del fumo, non sono da sottovalutare quelli relativi al cervello, con l’andare del tempo, aumenta il rischio di problemi mentali. 6. Gravidanza. Il consumo di tabacco, danneggia l’apparato riproduttivo femminile, provocando menopause più precoci. Fumare in gravidanza comporta un aumento del rischio di aborto, di partorire bambini nati morti e può causare un ritardo di crescita e di sviluppo mentale e polmonare nel nascituro. 7. Gusto e olfatto Il fumo intacca anche i sensi del gusto e dell’olfatto, perché determina trasformazioni irreversibili nella mucosa orofaringea, in particolare lingua, tonsille e palato. 8. Sistema immunitario Il fumo causa danni profondi al codice genetico, intaccando oltre trecento geni coinvolti nella funzionalità del sistema immunitario. 9. Ingrassamento È opinione comune che smettendo di fumare si ingrassi. In realtà, è vero il contrario: uno studio, dimostra che il fumo (anche quello passivo) aumenta la resistenza all’insulina.,una volta che questa continua ad aumentare, si ingrassa”. Quindi, se tenete alla linea, smettete pure senza preoccupazioni. 10. Sonno Fumare compromette anche la qualità del sonno, infatti, la frequenza di insonnia è direttamente proporzionale alla quantità e al tipo di sigarette fumate, e più o meno doppia rispetto ai non fumatori. Detto ciò che probabilmente tutti i fumatori sanno, non rimane altro che pensare seriamente di smettere. Il centro Polivalente di Siderno diretto dal Dr. Enzo Lamberto, vi garantisce che potete smettere di fumare in soli 20 minuti, esattamente il tempo che impiegate a fumare 4 sigarette. Il metodo Elektromeridian sul mercato da 26 agisce sui centri nervosi, una speciale apparecchiatura, stimola detti centri con apposite correnti debitamente miscelate, inducendo il fumatore a non sentire più la voglia o il bisogno di fumare, subito dopo il trattamento, che dura in media 20/30 minuti, ed in più si innesca nell’organismo un processo disintossicante, visibile già dopo due ore dal trattamento. Il risultato è garantito con un certificato valevole 6 mesi, durante questo periodo se il fumatore dovesse ricominciare a fumare, o dovesse ancora sentirne la necessità, può gratuitamente ripetere il trattamento tutte le volte che ne avrà bisogno. Il trattamento è sconsigliato solo ai portatori di Pace-Maeker ( stimolatore cardiaco) Per informazioni anche sul sistema per dimagrire, e appuntamenti, o per fissare una visita gratuita che prevede un esame spirometrico e la misurazione del monossido di carbonio, chiamare il numero: 0964-401508.

Ci trovate a Siderno in Piazza Risorgimento (angoloVia Matteotti 64) Tel.0964-401508

Giuseppe Gervasi, un illustratore della Verità È un cammino a metà tra poesia e realtà il libro “I tuoi passi lenti… verso l’origine dell’amore” di Giuseppe Gervasi, avvocato e consulente legale del lavoro. Edito da Laruffa Editore di Reggio Calabria, il volume è una raccolta di riflessioni sulla vita quotidiana che s’intrecciano spontaneamente con silenzi, profumi, sensazioni, giaculatorie, panorami mozzafiato. Una raccolta di venti canti commentati, attraverso cui il lettore riesce a percepire l’aria, il terreno, riesce a incontrare la gente dei luoghi di cui l’autore ne subisce il fascino. Giuseppe Gervasi, originario di Riace, autentico modello per tutti di solidarietà e accoglienza, è uno scrittore a cui piacciono le immagini concrete. Immagini che con abilità letteraria vengono tramutate in scrittura. In ogni sua lirica, il poeta esprime tutta la sua passione, attraverso diverse emozioni, stati d’animo di solitudine del cuore, di ricerca di sé, attraverso nuove identità. Rime che spiega-

no, che sopravvivono nel tempo come rimembranze, nell’opposizione tra amore e illusione, tra verità e bugia, tra dubbio e mistero. Indefinita bellezza, inaspettate dediche a donne che rappresentano la vita, come la poesia dedicata alla Genitrice, colei che offre «il dono più bello, la storia di ognuno di noi». Un’identità di poeta, sempre gentile e mai espositore di se stesso, ma illustratore della Verità che ama definire «un valore per alcuni, un problema per altri». Quella Verità evocata da Gervasi è sinonimo di «buio o luce, la forza di una scelta». In ogni componimento poetico spicca la speranza in un futuro migliore e la volontà di mettersi in gioco, di non restare inermi di fronte alle possibilità imposte dalla vita. Rischiare per il bene della singola esistenza. Il tema affrontato da Giuseppe Gervasi è una vera e propria sfida culturale che ci riguarda tutti da vicino. Elia Fiorenza

Presentato il libro “Addii, fischi Pupo in Calabria con nel buio, cenni”, di Silvio Perrella una patacca marrone

nei pantaloni... e non è gelato al cioccolato!

È ripresa con grande slancio l’attività dei Presìdi del Libro a Marina di Gioiosa Jonica. In collaborazione con la locale Amministrazione, nelle sale della Biblioteca Comunale “Mario Pellicano Castagna”, è stato presentato il libro di Silvio Perrella “ADDII, FISCHI NEL BUIO, CENNI” (Neri Pozza Editore). L’autore è uno dei più importanti critici letterari italiani. Notevoli i suoi studi su Calvino e su la Capria; di quest’ultimo ha introdotto il Meridiano Mondadori. A presentare l’autore ci ha pensato Cristina Briguglio, che ha tratteggiato i passi più importanti del libro, precisando che si tratta di un viaggio assai suggestivo nella storia letteraria del Novecento attraverso i temi proposti da una generazione di Autori, nata intorno agli anni Venti; Calvino, Parise, La Capria, Ortese, Ottieri, Sciascia, ed altri ancora, ebbero la fortuna di essere giovani in un momento in cui l’Italia da monarchica diventava repubblicana; tutti, in modo o nell’altro, hanno contribuito a creare il clima in cui nacque la Costituzione “una delle poche leggi italiane che non siano state dettate dai solo italici azzeccagarbugli”. Ad accompagnare l’autore c’era Lorenzo Capellini, uno dei più grandi fotografi italiani, che è intervenuto raccontando una serie di curiosi aneddoti relativi a tanti scrittori importanti di cui è amico. Con un fuori programma inaspettato, Silvio Perrella, si è voluto soffermare su Mario La Cava, del quale, dopo avere espresso un giudizio assai lusinghiero, ha promesso che ne farà presto oggetto di studio. I Presidi del Libro

Nel libro "Il peggio della diretta" di Franco Bagnasco viene raccontato un episodio imbarazzante che ha come protagonista il simpatico Pupo. Si trovava in Calabria per un concerto, precisamente a Zungri, nel vibonese. Indossava un abito bianco. Poi un disturbo intestinale ha letteralmente sporcato la sua esibizione. "Avevo continuamente bisogno di andare in bagno - racconta il cantante e conduttore toscano - e i fermenti lattici che stavo prendendo non avevano ancora dato i loro frutti e a causa dello sforzo per l’impegno vocale e per il movimento contemporaneo del corpo, spinsi più del solito e mollai quella che lì per lì pensai fosse una scoregia e che invece si rivelò, purtroppo, il rubinetto di apertura di un autentico fiume di m…". Chissà con quale canzone stava scaldando il pubblico... sarà stata mica "Gelato al cioccolato"?


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Sono calabrese e me ne vanto INIZIAMO QUESTA SETTIMANA UNA LUNGA E APPASSIONANTE PASSEGGIATA SOTTO LA GUIDA DI FERDINANDO MALLAMACI, DETTO DUCCIO, GIÀ PROFESSORE DI MATEMATICA E FISICA PRESSO PRESTIGIOSI LICEI D’ITALIA NONCHÉ ESPERTO CONOSCITORE DEL NOSTRO PASSATO. INSIEME SCOPERCHIEREMO QUELLO SCRIGNO PREZIOSO IN CUI SONO CUSTODITE LE GLORIE DIMENTICATE DELLA NOSTRA CALABRIA. «La Calabria è frutto di un passato remoto – remotissimo - immenso. Un passato che è stato dimenticato, seppellito, distorto, mascherato, negato in mille modi perché contro la Calabria e i calabresi si è accanita tutta la modernità. La Calabria ha rappresentato la culla della civiltà non solo occidentale ma mondiale. Geograficamente si trova al centro x del Mediterraneo, vicino al baricentro delle terre emerse, un punto nodale importantissimo. Il Mediterraneo è un mare che ha visto il passaggio di uomini, merci e idee. Già in epoca classica sul piano artistico, tecnico e giuridico la Calabria ebbe molto da dire. Originario di Locri fu il primo legislatore del mondo occidentale. Si chiamava Zaleuco e, in questo piccolo buco della Calabria, scolpì le prime tavole della legge di bronzo. Nel VII secolo a.C. qui sapevano fondere il bronzo e sapevano scriverci sopra

delle leggi che valessero per tutto il popolo: le tavole di Zaleuco furono una lezione per tutto l’Occidente. Prendiamo poi i Bronzi di Riace. Il Bronzo A è opera probabile di un certo Pitagora, non il filosofo, bensì lo scultore, Pitagora di Reggio, che figura come originario di Samo, Samo di Calabria non di Grecia. Nello stemma comunale di Samo c’è una testa: la testa di Pitagora di Reggio. Costui è considerato tra i grandi scultori dell’antichità classica, quarto dopo Fidia, Policleto e Mirone. Alcuni studiosi sostengono che persino Pitagora il filosofo fosse originario di Samo di Reggio e non dell’isola greca. La figlia di Pitagora, Myia, sposò Milone di Crotone, il più grande atleta di tutti i tempi tanto che vinse le Olimpiadi per ben sette volte. Milone fu anche un ottimo combattente: fu lui, infatti, a guidare l’esercito di Crotone alla vittoria contro Sibari, la più ricca delle colonie della Magna Grecia.

Un nuovo mosaico per il MuSaBa

Inoltre, nella Locride, i paesi di Bivongi, Mongiana, Pazzano, Ferdinandea, furono un polo siderurgico importante. Non solo: da queste parti si trovava anche carbon fossile e miniere di rame, zolfo e salgemma. Ho personalmente trovato dei reperti di bronzo negli scavi archeologici di Locri, 60 anni fa quando avevo 15 anni, che attestano che a Locri vi erano delle fornaci che non cuocevano soltanto vasi di terracotta ma fondevano anche il bronzo. C’era una capacità artistica dimostrata non soltanto dalla Persefone, oggi conservata a Berlino, ma anche dai due Dioscuri, conservati nel museo di Reggio. Con l’occupazione romana la Calabria subì una lenta decadenza, insieme a tutta la Magna Grecia. Perse questa centralità culturale e non solo che venne assorbita da Roma. Ma Roma imparò dagli schiavi, dai liberti, dagli aristocratici che dalla nostra terra confluirono nell’attuale Capitale».

Il libro scritto in carcere da Michele Caccamo sarà studiato all'università

Nik Spatari è un grande artista. A 87 anni continua instancabilmente ogni giorno a lavorare al suo progetto: rimpinzare d’arte il suo meraviglioso MuSaBa con straordinarie opere monumentali e architettoniche. In questa foto mostra un assaggio di quello che sarà il suo prossimo mosaico: un’opera che in ogni suo tassello si prefigura grandiosa.

"Pertanto accuso" il libro denuncia che Michele Caccamo ha scritto durante la sua detenzione da innocente, diventa testo universitario. La professoressa Franca Garreffa, che insegna Sociologia della devianza presso l'Università della Calabria, ha infatti deciso di farlo studiare agli studenti del corso di laurea in Servizio Sociale del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali. Ricordiamo che tre anni fa Michele Caccamo, poeta, scrittore e proprietario di una grossa realtà imprenditoriale nel porto di Gioia Tauro, finisce in carcere per un'accusa mossa da un suo ex dipendente. Nel capannone che ha costruito e adibito a magazzino viene ritrovata merce rubata e derivante da truffe. Un suo ex dipendente lo accusa di esserne il responsabile. Michele finirà in una cella che definirà una "cappella mortua-

ria" in cui si respira "un'aria a pacchetti". Dopo tre anni sarà dichiarato innocente. "Quando mi hanno comunicato che Pertanto accuso, il libro della mia ragione giudiziaria, sarebbe stato adottato come testo universitario - ci ha confessato Caccamo, raggiunto telefonicamente - mi sono emozionato perché credo che il vero cambiamento, in ogni settore professionale o politico, possa venire solo dai giovani in cui credo fortemente e con i quali amo interagire. Mi ero riproposto di fare della mia innocenza una pubblica ragione, anzi lo avevo giurato a me stesso, ma sperare di arrivare a dialogare con gli studenti della prestigiosa università della Calabria lo ammetto, è chiaro, è stata una graditissima quanto inaspettata sorpresa. Ho incontrato il loro entusiasmo, le loro domande piene di pulizia mentale, scevre delle sovrastrutture del giudizio o delle impalcature della devianza, malesseri sociali che loro stessi si preparano a combattere in questo corso di studi e da oggi nei loro zaini universitari, per il triennio accademico in Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale, infileranno anche le mie parole. La mia è una doppia felicità: la mia cifra stilistica viene malamente definita non facile. Non è così, io metto pensieri e visioni nella prosa, semplicemente, e ogni parola ha la sua autenticità e la sua verità e i giovani se ne sono accorti e ne sono rimasti affascinati. Sono entusiasti, ricevo su Facebook i loro messaggi di apprezzamento per il mio testo e messaggi di stima per la mia storia. I giovani hanno un’apertura mentale meravigliosa e sono pronti ad accogliere fermenti e stimoli intelligenti per il rinnovamento sociale. Ringrazio la professoressa Franca Garreffa per aver creduto nel mio testo e avere messo in moto tutto ciò". Maria Giovanna Cogliandro

Giuditta Levato, quando la Calabria lottava per la dignità stato pubblicato il libro della professoressa Lina Furfaro: “Giuditta Levato. La contadina di Calabricata”, Folco Editore. La pubblicazione coincide con il settantesimo anniversario della morte di Giuditta Levato una contadina di Calabricata che a trenta anni venne uccisa nella lotta per la terra. Non aspirava a diventare un'eroina ma era solo una donna, una moglie, una madre che, nel momento di cadere a terra colpita da un colpo di fucile, aveva un figlio in grembo e un altro stretto alla sua mano. Giuditta Levato non è morta solo per un campo da coltivare bensì per riaffermare che tutte le donne e gli uomini di questa Terra hanno la stessa dignità. Le sue idee di Giustizia e di Libertà lievitarono nella sua piccola comunità ed Ella si trovò a capeggiare un movimento di donne e uomini, di reduci e di contadini che chiedevano la riforma agraria. Si sentivano più forti perché al governo c’era come ministro Fausto Gullo, un uomo che aveva subito galera e il confino per i suoi ideali di giustizia sociale e di libertà.

È

Nel 1941 il governo italiano aveva violentemente strappato il marito di Giuditta alla sua giovane sposa, ai figli, al lavoro nei campi mandandolo in guerra. Ritornò ammalato, stanco, depresso. Giuditta fu costretta a seminare e mietere il grano come un uomo. La Terra, però, non era dei contadini che dovevano lavorare sotto padrone come nel periodo fascista. Quel 28 novembre del 1946 la tensione a Calabricata era altissima. I proprietari difendevano la loro terra e i contadini difendevano il loro diritto ad una esistenza più umana, ad un lavoro più giusto, al progresso per tutti. Si fronteggiarono, contadini da una parte, proprietari dall’altra. Spuntò un fucile spianato contro i contadini. Giuditta Levato cadde. Tre giorni di agonia e poi la morte. La lotta continuò. Il nome di Giuditta Levato venne evocato ovunque un gruppo di uomini e di donne, dalla

Calabria al Trentino, si ritrovarono insieme a lottare per l’uguaglianza, la pace e la pari dignità tra tutti gli uomini. Lina Furfaro ha condotto questa ricerca con scrupolo e serietà attingendo alle fonti. Bellissima l’intervista al figlio della Levato e interessante la riproduzione della sentenza che mandava assolti gli imputati dell’omicidio della Levato. Di Giuditta la Furfaro ricorda le ultime parole: “Compagno dilllo a tutti che io sono morta per loro, che io sono morta per tutti. Tutto ho dato io alla nostra causa, per i contadini, per la nostra Idea; ho dato me stessa, la mia giovinezza; ho sacrificato la mia felicità di giovane sposa e di giovane mamma…”. La scrittrice Lina Furfaro che ha prodotto altre pregevoli opere, ricorda infine che nel 2004 a Sellia Marina si tenne un convegno. L’interrogativo dell’incontro fu questo: “Quello del movimento di occupazione delle terre fu un'occasione mancata per il Meridione?”. Nel libro c’è la risposta: Sì! Ilario Ammendolia


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Tel: 00 39 0964 412400 - fax 0964 342022 email associazioneeurokom@tiscali. it

Ancora un successo l’Infoday su orientamento e lavoro i conferma un successo la formula pensata tre anni fa per proporre alle scuole le novità e le opportunità del mondo del lavoro; infatti anche per il 2016 si è registrato un ottimo risultato per l’ edizione dell’Info Day Progetta il tuo Futuro organizzato dalle associazioni “Un Ponte per l’Europa” ed Eurokom con l’Edic Calabria&Europa, in collaborazione con l’Istituto d’Istruzione Superiore “R. Piria” diretto dalla prof.ssa Maria Rosaria Russo. Oltre 200 i giovani calabresi partecipanti da diverse scuole della Piana di Gioia Tauro e dalla Locride che hanno potuto godere degli stand informativi per l’orientamento garantiti da 12 realtà territoriali del mondo dello studio e dell’università nonché dalle forze dell’Ordine. Gli stand ospitati nell’accogliente palestra del Piria di Rosarno hanno garantito a partire dalle 9:00 informazione ed accoglienza su diverse aree di interesse (istruzione e formazione, news dei Centri di

S

informazione Europea, lavoro, mobilità) al fine di far conoscere i migliori prodotti e servizi proposti e le opportunità offerte a livello locale, nazionale, europeo quali: l’offerta formativa ed universitaria, le opportunità del mercato del lavoro, l’esperienza dei centri per l’impiego, i programmi dell’Unione Europea. Quindi la tavola rotonda tutta incentrata sulle tematiche dell’imprenditoria giovanile sempre più centrale per superare il gap occupazionale legato ai classici lavori del terziario. Un’esperienza, quella vissuta a Rosarno, che premia gli sforzi organizzativi integrati tra scuola e associazioni, realtà che sono state in continuo contatto durante i mesi estivi in modo da garantire la riuscita dell’evento sia logisticamente che dal punto di vista tematico. Di particolare interesse si è rivelata la discussione della tavola rotonda “Imprenditoria Giovanile” aperta dai saluti dei responsabili di Un Ponte per l’Europa Simona Cutrì ed Eurokom Loredana Panetta, cui hanno preso parte diverse istituzioni locali e il Sindaco del

L’Edic Calabria&Europa inviato al Seminario Internazionale sulle politiche Migratorie a Vienna L’Edic Calabria&Europa, con il direttore Alessandra Tuzza, avrà l’onore di rappresentare l’Italia al prossimo evento internazionale dedicato alle politiche Migratorie e le strategie di comunicazione connesse a Vienna i prossimi 24 e 25 Novembre presso l’Accademia Diplomatica Austriaca. L’evento vedrà la presenza del mondo della diplomazia Europea e del volontariato nonché giornalisti e comunicatori di grosso calibro internazionale. Il seminario è organizzato dal Comitato Economico e Sociale dell’unione Europea insieme a società civile Media, il Dipartimento CESE Communications. Vuole essere un meeting di alto livello sulla comunicazione e la copertura mediatica sui temi della migrazione, rifugiati e loro integrazione. Lo scopo della manifestazione è quello di discutere e dibattere come gli strumenti di comunicazione e dei media hanno svolto un ruolo fondamentale nel raccontare la storia della migrazione in tutta Europa. L’evento riunirà rappresentanti degli organismi di comunicazione e dei media delle organizzazioni di accoglienza del CESE, membri del CESE, comitati nazionali economici e sociali e organi analoghi, altre istituzioni dell’UE, giornalisti e organizzazioni di informazione. I media hanno giocato un ruolo chiave nell’informare sulla cosiddetta crisi dei profughi e la migrazione a tal punto che l’opinione pubblica e la politica stessa su questo tema sono state senza dubbio influenzate. Durante le due giornate di lavoro verrà inoltre esaminato il ruolo dei governi e delle organizzazioni della società civile; saranno valutati i messaggi che hanno usato e consegnato ai loro target di pubblico sia a livello nazionale e nei paesi di origine dei migranti. I relatori della kermesse sono stati scelti fra giornalisti, comunicatori della società civile, esperti sul tema della migrazione e le istituzioni europee e internazionali con un mandato in questo settore. Tra la partnership del seminario la sede di Vienna dell’Agenzia dei diritti fondamentali dell’UE e di altre organizzazioni su base locale, come il ICMPD, IOM, l’OSCE, le Nazioni Unite, il Ministero degli Affari Esteri e dell’Integrazione (Ministero congiunto) austriaco sarà presente e attivo per la realizzazione dell’evento.

comune di Rosarno Avv. Giuseppe Idà seguito dai rappresentanti dell’organizzazioni imprenditoriali calabresi tra cui Acli terra Calabria con il presidente Giuseppe Campisi, esperto politiche del lavoro; il Desk Enterprise Europe Network/Unioncamere 5 con la responsabile Porzia Benedetto; Confagricoltura – ANGA con il presidente del comparto Giovani Giuseppe Barbaro e Confindustria Provincia di Reggio Calabria anch’essa rappresentata dal Gruppo Giovani con il Presidente Samuele Furfaro. A introdurre e condurre i lavori, la responsabile dell’Edic “Calabria&Europa” Alessandra Tuzza. Il dibattito attentamente seguito dai ragazzi delle scuole superiori ha toccato i temi dello sviluppo territoriale integrato, che, partendo dal rilancio dell’impresa e delle produzioni locali, soprattutto del comparto agricolo e culturale, potrebbe garantire una ripresa dell’economia, attualmente stagnante, della nostra regione, arrestando l’emorragia di cervelli e

professionalità che sono ad oggi destinati a emigrare per trovare sbocchi lavorativi. Competenza ed innovazione per stare sul mercato in una sintesi tra Sapere, Saper fare e Saper essere i must proposti dagli intervenuti, da Giuseppe Campisi di Acli Terra a Giuseppe Barbaro di Confagricoltura Giovani. Concetti ripresi con un accento dedicato alle start up di impresa da Samuele Furfaro del Gruppo Giovani di Confindustria e Porzia Benedetto di Union Camere. Quest’ultima ha proposto un esempio concreto di promozione del lavoro imprenditoriale con l’enucleazione del progetto Crescere insieme e le possibilità offerte da Erasmus Mundus. Soddisfazione è stata espressa dal Direttore di Europe Direct Calabria&Europa e dalla Presidente di Un Ponte per l’Europa che già pensano al tema da dedicare al prossimo Info day sempre in ottobre nel 2017 sicuramente si parlerà di scuole e mondo del lavoro in senso innovativo. Ale T

A Madrid la riunione della rete dei comunicatori Europei Si terrà a Madrid dal 17 al 20 ottobre l’annuale riunione dei comunicatori delle reti EDIC della Commissione Europea tutta strutturata sui temi: Comunicare le 10 priorità del Piano Junker e le politiche europee. Sulla tematica saranno previsti dei Gruppi di lavoro paralleli che analizzeranno i temi strategici con alti dirigenti della Direzione generale della Comunicazione. Si spazierà dalla nuova agenda per le competenze prevista dall’Europa, all’analisi del pilastro europeo dei diritti sociali e la crisi dei rifugiati; i cambiamenti climatici e le politiche per il loro contenimento, la giustizia e i diritti fondamentali per finire con la crisi dei mercati. Particolare attenzione verrà dedicata al fondo Europeo per gli investimenti su cui sarà incentrata la giornata del 19 ottobre. La Europe Direct Calabria&europa presenzierà ai diversi gruppi di lavoro con gli esperti Loredana Panetta e il Alessandra Tuzza.

A Caserta e Salerno la riunione della rete degli Edic Italiana Fondi strutturali, Fondo europeo per gli investimenti strategici e piani di investimento nel Mezzogiorno d’Italia: strategie concrete per la preparazione di progetti di successo, questa la tematica alla base dell’incontro di rete organizzato dalla Rappresentanza della Commissione Europeo a Salerno il 27 ottobre - ed a Caserta il 28 ottobre. Il primo giorno a Salerno si terrà il seminario di capacity building per le autorità di gestione regionali del FESR di tutta Italia, con l’obiettivo di fornire un aggiornamento sul Piano di Investimenti per l’Europa e discutere le questioni relative all’uso degli strumenti finanziari nella programmazione 2014-2020, con interventi a cura della BEI, del FEI, della CdP e della DG Regio. Nel pomeriggio, un workshop operativo avrà il compito di promuovere la creazione di reti e la condivisione delle migliori pratiche per l’elaborazione di progetti di qualità attraverso quattro tavoli su: 1) rigenerazione urbana ed energia, 2) ambiente, 3) mobilità sostenibile, 4) cultura e turismo. In parallelo al workshop si terrà la riunione annuale della rete Europe Direct, dedicata alla comunicazione sui fondi strutturali, alla quale parteciperanno i responsabili della comunicazione delle autorità di gestione FESR. Il 28 ottobre presso l’amena location della Reggia di Caserta: tavola rotonda di alto livello sugli investimenti nelle regioni meridionali. Anche in questo caso l’Edic di Gioiosa Jonica sarà presente con il direttore Alessandra Tuzza.

Bandi e programmi in scadenza

Programma COSME: “Invito a presentare proposte promozione dell’imprenditorialità dei migranti”

Programma Horizon 2020: “To support integrated and multidisciplinary child-centred approaches to child victims of violence” Scadrà il 13 Dicembre 2016 il termine ultimo per poter presentare proposte inerenti all’Invito ‘To support integrated and multidisciplinary child-centred approaches to child victims of violence’, reso pubblico nell’ambito del programma Horizon 2020. Compito dello stesso sarà quello di sostenere l’apprendimento reciproco, lo scambio delle buone pratiche e della capacity bilding per mettere a punto degli standard per le case di accoglienza per bambini vittime di violenze, promuovendo inoltre la collaborazione fra agenzie, i protocolli per l’educazione e la sensibilizzazione nei con dronti degli stakeholder. Beneficiari: Tutti gli Stati membri inclusi i dipartimenti d’oltremare e Islanda; Le candidature dovranno essere transnazionali e coinvolgere Organizzazioni di almeno 3 Stati partecipanti. Almeno una autorità pubblica dovrà essere inclusa nel progetto, o esprimere in forma scritta il proprio supporto per la candidatura. Stanziamento:3.100,00 Euro per progetti con un budget minimo di 75.000,00 Euro. Info Link:http://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/opportunities/rec/topics/rec-rdap-chil-ag-2016.html

Scadrà il 20 Dicembre 2016 l’Invito a presentare proposte per il bando ‘Promozione dell’imprenditorialità dei migranti’, reso pubblico nell’ambito del Programma COSME. Compito dello stesso è di creare, migliorare e diffondere il più possibile le informazioni sui meccanismi di sostegno che aiutino gli immigrati intenzionati a diventare lavoratori autonomi a costruire un’impresa di successo. Beneficiari: Organizzazioni attive nel sostegno all’integrazione economica e sociale dei migranti e/o nella promozione dell’imprenditorialità dei migranti e/o nei servizi di supporto per gli imprenditori e aspiranti imprenditori, quali: Associazioni di imprese e reti di sostegno alle imprese; Organizzazioni di sostegno alle imprese e incubatori; Autorità pubbliche e amministrazioni pubbliche a livello nazionale, regionale o urbano; Camere di Commercio e industria e organismi analoghi; ONG, Organizzazioni non-profit, associazioni e fondazioni che lavorano con i migranti; Soggetti pubblici e privati specializzati nel settore dell’istruzione e della formazione. Info Link: https://ec.europa.eu/easme/en/cos-migrantsent-2016-4-02migrants-entrepreneurship-support-schemes


CULTURA E SOCIETÀ

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DOMENICA 16 OTTOBRE 21

I FRUTTI DIMENTICATI

A CURA DI ORLANDO SCULLI E ANTONINO SIGILLI

Il castagno Castanea Sativa Miller

di Mammola Arba Chjara

Si pensava che il castagno fosse originario dell’area pontica (attorno al Mar Nero) e che da tale area poi fosse stato diffuso verso ovest dai greci e poi dai romani, in aree circummediterranee, ma indagini scientifici recenti hanno scoperto che in epoche molto più antiche fosse diffuso anche più a nord , sempre in Europa, ma in periodi in cui il clima divenne più freddo, ci fu il suo arretramento verso climi più miti. Senza dubbio sia i greci che i romani diffusero tale pianta per tanti usi: alimentare , per la costruzione di mobili, infissi, botti ecc. e successivamente , nel periodo bizantino, coloro che incrementarono la diffusione di essa furono i monaci basiliani che vissero in luoghi solitari, adatti alla preghiera, anche in piena montagna, dove impiantarono boschi di castagni e la prova più evidente l’abbiamo attorno a S.Giorgio di Pietra Cappa, dove esiste un vero e proprio parco di “giganti”, riconducibili al periodo bizantino appunto. In aree non lontane dai centri abitati montani o premontani, le piante che producevano castagne di piccola pezzatura, le “guzze”, erano state innestate con le varietà da frutto, le “nserte “ che portano nella denominazione l’azione dell’innesto ( in latino insero significa innestare ). In alcune contrade montane dell’Aspromonte erano presenti delle varietà di piante di castagno che producevano frutti portentosi :in contrada S.Gianni del Comune di Bruzzano, sulle pendici del Monte Scapparrone, in contrada Santa Nice (in greco nike significa Vittoria, quindi Santa Vittoria) nel comune di Africo, dove sorgeva secondo la tradizione popolare, un luogo di culto, probabilmente basiliano ,a poca distanza dal punto di convergenza dei comuni di Africo, Staiti, Bova ed in una contrada del comune di Roccaforte del Greco. Non lontano da contrada S.Gianni esisteva un monastero bizantino e a poca distanza da esso un altro, sempre bizantino, dei Santissimi Anargiri (Cosma e Damiano) di monache specializzate in piante medicinali; quest’ultimo sorgeva all’incrocio del comune di Ferruzzano, Sant’Agata del Bianco e Bruzzano, dove sopravvivono resti imponenti di un edificio usato fino a circa sessanta anni addietro per ricovero di capre, chiamato appunto “crapariziu”. Dai predetti indizi, tranne che per Roccaforte, le varietà straordinarie sarebbero state introdotte da monaci basiliani e dei frutti di essi , lo scrivente ha raccolto la testimonianza diretta: da parte del defunto poeta contadino Bruno

LA POESIA

Casile di Cavalli di Bova, che si recava con i suoi a Santa Nice a raccogliere castagne e la notte dormivano nel tronco cavo di un enorme castagno i cui frutti portentosi bisognava tagliarli in due perché non entravano in bocca, per essere addentati; la pianta è morta dopo un incendio. Per i frutti del castagno di contrada S.Gianni di Bruzzano il testimone diretto, Giuseppe Palamara, abitante a Ferruzzano Marina, afferma che i frutti erano talmente grandi, che a mala pena si potevano addentare. Su sua indicazione, lo scrivente recuperò le marze e praticò degli innesti a Ferruzzano circa 10 anni addietro , ma stranamente dopo due anni gli innesti seccarono ed allora si precipitò in contrada S.Gianni, ma la pianta era morta . Dedusse poi che gli innesti erano seccati sui portainnesti, come pure la pianta madre, perché era comparso il cinipide del castagno che sta massacrando i castagni, tranne quelli immuni (i giapponesi della Castanea Crenata ibridati con i castagni francesi). Circa 13 anni addietro a Giuseppe Sculli di Ferruzzano fu regalato una pianta di castagno proveniente da Mammola che piantò in un podere del suocero e dopo tre anni cominciò a produrre frutti sbalorditivi ed alcuni di essi furono donati allo scrivente che ebbe allora la prova dei frutti mitici di cui sentiva parlare. Volle allora pesare una castagna che risultò di 63 grammi e naturalmente la fotografò e successivamente andò alla ricerca della pianta madre a Mammola, girovagando dalla Limina ai boschi non lontani dal paese e servendosi di guide del posto, tra cui Francesco Cimino, gestore dell’ultimo mulino ad acqua del paese, senza risultati. Quattro anni addietro Giuseppe Sculli comunicò allo scrivente che la sua pianta deperiva a vista d’occhio, nonostante che d’estate l’irrigasse abbondantemente. Fu osservata attenta-

mente e risultò essere devastata dal cinipide le cui galle avevano invaso tutta la pianta che aveva avuto una stasi nella crescita. Fu indicato a Giuseppe il modo per ripulire la pianta dalle galle del cinipide che debbono essere asportate una per una e bruciate, prima della schiusa che avviene nel mese di giugno. Il castagno, non più alto di 5 metri fu ripulito tranne che nella cima, dalle cui galle ripartono le infezioni, ma la pianta migliorò un po’. Fu emergenza e cominciò la corsa per salvare forse l’unico esemplare rimasto di castagno speciale, praticando degli innesti a Rudina nel comune di Sant’Agata da parte di Alessandro Caracciolo e ad Aprigliano nella Pre Sila da parte di Luca Bruno e di un suo amico, mentre nell’area di Gioia Tauro alcuni innesti erano stati praticati dal prof. Cannavò dell’università Mediterranea di Reggio Calabria. Aveva consegnato ai ragazzi di Aprigliano le marze, fatte venire da Ferruzzano, la dott.ssa Luisa Palermo, coordinatrice per conto del Movimento 5 Stelle, del tentativo di salvataggio di tante specie in estinzione della Calabria. Sembrava scongiurato il pericolo per il Castagno speciale di Mammola, ma l’estate scarsa sono seccate le piante innestate a Rudina e quelle innestate ad Apriglano, dove forse è sopravvissuta una sola, a causa di un attacco massiccio di cinipide; mancano notizie degli innesti effettuati nell’area di Gioia Tauro. Di conseguenza non basta una ripulitura manuale, ma per combattere il cinipide è indispensabile l’antagonista naturale del cinipide stesso che è il Torimus, di cui pare che, già due anni addietro la Regione Calabria abbia effettuato dei lanci nei boschi di castagno. Come si preparavano le castagne secche Si mettevano le castagne in un recipiente pieno d’acqua per mezza giornata, di modo che morissero i vermi contenuti che erano in stato embrionale e poi venivano esposte al sole su graticci. L’essiccazione continuava ni zona areata. Quando esse erano completamente asciutte, venivano battute con dei bastoni appositi per essere private della buccia esterna e della pellicola più interna. Come si conservavano le castagne fresche fino a Pasqua Venivano fatte delle buche in terreni ben drenati profonde un metro e larghe altrettanto, di cui, il fondo e le pareti laterali venivano rivestite di paglia. Venivano in esse deposte le castagne, in strati, divisi da paglia a loro volta. L’ultimo strato era abbondantemente coperto da paglia e da terriccio impermeabile che veniva pressato molto.

Dai millenni a Berlino L’avvenenza, la bellezza, il sex appeal con tanto di decolté senza reggiseno, non è del nostro tempo soltanto, ma risale a più di venti secoli fa. Si rimane estasiati di fronte all’avvenenza matronale della statua della Persefone. Mentre il nostro amato prof. Gaudio Incorpora ci racconta le vicende di come è avvenuto il ritrovamento e del conseguente trafugamento, non ci stanchiamo di ammirarla. Osservare il drappeggio del vestito di velo che la ricopre, dal quale traspaiono le sue forme incantevoli è pura magia. Nell’Alt Museum di Berlino Lei è la regina! Si deve solo all’appassionata ricerca del prof. Gaudio Incorpora se oggi si può conoscere, senza tema di smentita, dopo tante vicissitudini, l’origine del ritrovamento. La statua è locrese! A Taranto è stata portata via mare, e di là è partita per la Germania. Oggi, grazie a un viaggio, organizzato dall’associazione Amicizia è Pace, il Prof. Gaudio ha

potuto vederla! Com’è consolante percepire il messaggio che ci arriva attraverso il tempo! La statua, non ha viaggiato su un carretto o altri mezzi di trasporto ma arriva dai millenni passati per parlarci di bellezza e soprattutto di amore per la vita, ne è dimostrazione il suo abbigliamento! Questa è l’eredità dei nostri padri magnogreci, è la conferma che l’arte è

immortale! Lo scultore che l’ha scolpita parla con noi, ci racconta di usi e costumi del suo tempo, di religione, di umanità pacifica e di belle donne. Ma soprattutto di amore per la vita. Ora, però, spetta a noi far sì che l’esule Persefone, dopo tanto esilio, possa finalmente ritornare nella sua terra natia. B.G.

DI SAVERIO MACRÌ (Bovalino) Ogni matina, quandu faci jornu vogghju ‘i m’assettu a fraga ‘i mari, aundi l’unda è cantu e non talornu, ‘na mamma chi mi voli ccarizzari. Restu sempi ssettatu e non mi movu, ca mi piaci mi viju l’arba chjara, a fraga ‘i mari, propia aundi trovu ‘a cotraranza mia, ch’è tantu cara. L’atta matina, ch’era sdigliongatu, cu ll’occhj chjusi, sup’a chiglia rrina, vinni ‘nu cotraregliu malandatu, c’a pegli scura e cu ‘na facci fina. ‘Nte brazza mi sartau, si misi ‘i ciangi, parlava, pero jeu n’o capiscia, si dissi sulamenti: vo’ mi mangi? ‘U brazza’ forti e igliu s’arridia. Non vorzi i guardu ‘a ppartenenza, manc’u culuri, sulu la sustanza, si tutt’i jorna fannu penitenza, armenu nui, dunamusi ‘a spiranza.

LA LETTERA

Alle mie figlie ara, Giorgia... avrei tante cose da dirvi ma mi limito soltanto a scrivere qualche riga, con la speranza che ciò che dico arrivi dritto al vostro cuore. Non sono stata una mamma perfetta, credo che non esistano delle direttive per essere un genitore perfetto: si commettono tanti errori, e non per volontà ma semplicemente perchè tante volte non ci si rende conto. Ma siete la mia vita, su questo non c'è dubbio. Avete affrontato tanti problemi, abbiamo avuto tante difficoltà. Per l'età che avete, credo che ne abbiate passate tante ma ciò non toglie il bene e l'amore che provo per voi! Avete superato (anche se non del tutto) una perdita molto importante. Parlo di vostro nonno... A voi sembra che io non me ne accorga ma so quanto male sentite. Non c'è giorno che passi che io non pensi a lui. Era tutto per noi! Vedere te, "piccola" Giò, ogni giorno prima di uscire di casa, baciare la sua macchina, per me è una pugnalata al cuore! Ma sappiate che lui vive dentro di noi. So che per voi non è abbastanza ma sappiate che è molto importante. Le persone che si perdono fisicamente vivranno per sempre nel nostro cuore! E poi come si può dimenticare un uomo eccezionale come lui! Ricordatevi sempre, nessuno muore veramente finchè vive nei nostri cuori! Concludo dicendovi che siete la cosa più bella che ho fatto in tutta la mia vita. La vostra felicità sarà la mia e di vostro padre! Per il resto se ho avuto qualche mancanza o altro, sappiate soltanto che non è menefreghismo: non esiste un manuale per fare i genitori. Penso che come tanti altri neanche io sono perfetta! Ma una cosa è certa: vi amo alla follia e lo farò per tutta la vita! Pregherò Dio che vi dia tutto ciò che il vostro cuore desidera! Andate avanti così, con determinazione e costanza, perchè sono fiera di voi! Un forte abbraccio... e spero di vero cuore che questo pensiero vi possa soltanto fare piacere. Con amore immenso, vostra madre Maria Romeo

S


RIVIERA

Esce Amazing Game, il nuovo album di Paolo Conte È stato pubblicato venerdì Amazing game, il nuovo album di Paolo Conte, una raccolta di ben 23 brani inediti, tutti strumentali, ma scritti in epoche diverse della vita del celebre cantautore italiano. Nonostante l’età che avanza, Conte mantiene una voce inconfondibile, che non lo tradisce mai. Con questo ultimo album, scritto nella “speranza che ci sia ancora qualcosa da sognare”, il cantautore scava nella poetica di artisti antistanti tra loro, come il fumettista Hugo Pratt e il poeta Eugenio Montale, creando atmosfere come sempre uniche.

A Siderno si parla di efficacia della comunicazione La FIDAPA Sezione di Siderno, in collaborazione con il Comune e con il Rotaract Rotary Club Partner Locri, presenta il convegno L’efficacia della comunicazione. Empatia nelle relazioni interpersonali che si terrà domenica 16 ottobre, alle ore 17:30, presso la Sala Consiliare del Comune di Siderno. Dopo i saluti istituzionali della Presidente FIDAPA Sezione di Siderno Patrizia Pelle, della Presidente Rotaract Club di Locri Maria Lorenza Crupi e del Sindaco di Siderno Pietro Fuda, relazione la già Dirigente Scolastico Annamaria Pascale.

I nostri chef si preparano alle Olimpiadi Culinarie Da 20 al 26 ottobre a Erfurt, in Germania, si terranno le Olimpiadi culinarie. Poteva mancare (è proprio il caso di dirlo) la crème de la crème degli chef Calabresi a questo evento dalla portata nazionale? Naturalmente no e, anzi, per non farsi cogliere impreparati da questa importante prova, i nostri eroi del fornelli si sono riuniti, durante la settimana, a La Cascina per seguire un corso di aggiornamento condotto da Andrea Mantovanelli, Team Chef della Regione Veneto e già parte della Nazionale italiana. Con l’intento di trasmettere l’immagine di una nazione unita all’insegna della gastronomia, la nostra squadra si cimenterà nella Competizione Culinaria a Freddo nella speranza che la presentazione e l’appetibilità dei piatti possano conquistare i giudici. Il lavoro dei nostri conterranei, nello specifico, sarà quello di presentare 4 finger food da 18 grammi l’uno, un menu a cinque portate; un buffet per otto persone con tre terrine a base di proteica e loro guarnizioni abbinate, due salse e un’insalata; e 4 dessert. In bocca al lupo, ragazzi!

Addio Dario Fo, giullare della cultura italiana Dario Fo è scomparso giovedì mattina all'ospedale Sacco di Milano, dove era ricoverato da alcuni giorni per problemi respiratori. Aveva 90 anni. Personalità incontenibile, artista poliedrico, “giullare” - come affermava lui stesso - della cultura italiana, Fo ha calcato con la consueta ironia il palco fino alla fine. Risale appena alla fine del mese scorso, infatti, la sua ultima apparizione a teatro.

Ha creato nuove espressioni poetiche. Il Nobel per la letteratura a Bob Dylan Proprio nel giorno della scomparsa di Dario Fo, ultimo Nobel italiano per la letteratura nell’ormai lontano 1997, l’Accademia di Svezia ha conferito il premio per la letteratura al cantautore Bob Dylan per aver creato, si legge nella motivazione, nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana. Da oltre cinquant’anni l’influenza di Bob Dylan sulla cultura occidentale è incalcolabile, come incalcolabile è il numero di opere letterarie, in prosa o in poesia, che hanno tratto ispirazione dal suo lavoro, o la quantità di titoli rubati alle sue canzoni.

In Calabria le riprese diThe Millionairs, regia di Claudio Santamaria La Basilicata e la Calabria hanno ospitato le riprese di The Millionairs, il cortometraggio d'esordio alla regia di Claudio Santamaria, che vede tra i protagonisti l'attore Peppe Servillo: il corto è prodotto dalla Goon Films di Gabriele Mainetti, produttore e regista di "Lo chiamavano Jeeg Robot", e narra una vicenda noir tratta dall'omonima graphic novel dell'autore e illustratore svizzero Thomas Ott. Le giornate di lavorazione si sono svolte tra Campotenese (Cosenza) e Viggianello (Potenza) con il supporto del progetto "Lu.Ca.", nato dalla sinergia delle Film Commission della Basilicata e della Calabria e delle due Regioni. La narrazione ad ambientazione completamente notturna, si è svolta tra le strade del Parco Nazionale del Pollino, "dove diverse auto d'epoca hanno inscenato un inseguimento e persino un rocambolesco incidente stradale". Successivamente il set si è spostato nei boschi e in un antico casale abbandonato che, " è divenuto un inquietante Motel per viaggiatori".


SETTIMANALE

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La cura del sorriso Chico e Gnam di Teniamoci per Mano Onlus, raccolgono fondi per rallegrare i bambini degenti in oncologia. Una volta al mese al reparto di Polistena e al Ciaccio di Catanzaro.

Sindaci di tutto il mondo… Pino Vumbaca, Giorgio Imperitura, domenico Mantegna e un collega si incontrano a Bari al convegno dell’ANCI.

L’erba di Bianco è sempre più verde Facciamo i complimenti al sindaco Canturi e al vicesindaco Ceratti per come hanno saputo recuperare il verde sul lungomare di Bianco.

Abitudinario Gino “Caciacio”, grande tifoso del Siderno, siede attorniato dalla sua consueta aura di simpatia e indossando la sua maglietta preferita.

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Hillary Trump Donald Trump o Hillary Clinton? Nonostante le evidenti differenze tra i due candidati alla Casa Bianca, qualcuno si è detto così indeciso da auspicare l’intervento di questo inquietante ibrido…

Sulla cresta dell’onda Essere una persona di successo, purtroppo, significa anche veder trascorrere gli anni… ma a noi piace pensare che tu sia come il buon vino, che migliora ogni giorno che passa! Ancora auguri di buon compleanno, Francesco! Papà, Concettina, Marialuisa e Jacopo

Incontri meravigliosi Nel suo eterno girovagare per lavoro, Maurizio ha l’occasione di incontrare spesso tante belle persone e non disdegna mai una foto ricordo con qualche bella ragazza!

Pose internazionali Il nostro Michele Vumbaca sfoggia il suo miglior sorriso per posare con Pino Correale, nostro assiduo lettore da Toronto!

Al passo coi tempi Il sindaco di Camini, Giuseppe Alfarano, ha recentemente avanzato una bella proposta di integrazione riscontrando il favore della popolazione extracomunitaria!

SABATO 16 OTTOBRE

E furono tutti felici e contenti… Il Lupo, Pietro e Mimmo Lizzi posano soddisfatti dopo un’abbondante cena. Il primo si compiace di aver fatto ancora una volta un lavoro eccellente, in grado di soddisfare i suoi due clienti, gli altri di aver mangiato divinamente!

Il frutto proibito Questa stupenda melanzana, comunemente detta zuccarigna ‘i Ferruzzano, costituisce uno dei tesori della nostra terra. Completato il suo processo di maturazione, si presenta come un ortaggio dorato in grado di far sgranare gli occhi a chiunque.



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