Riviera n° 45 del 05/11/2017

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CONTROCOPERTINA

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Mia madre come Chruščëv e la scarpa tirata a Minniti Davanti al suo “caffè lento” la signora Antonia Capria tra metafore variamente colorite racconta alla figlia un divertente siparietto che l’ha vista protagonista insieme all’attuale Ministro dell’Interno, Marco Minniti. Come tutti gli anziani che invecchiano invece di ringiovanire, mia madre tende ormai a ricordare più vivacemente gli eventi di diverse decadi fa che quelli recenti. La mattina non c’è nulla che possa distrarla da telegiornali, locali e nazionali, e la rassegna stampa di TeleMia, per la quale abbiamo acquistato un costosissimo decoder che per il resto non serve a niente. Davanti al suo “caffè lento” (un cucchiaino di caffè in una macchinetta da sei tazze) la mamma mescola notizie ascoltate su Rai3, sul “canale48, quello dei tg”, e le rassegne stampa locali, occasionalmente facendosi beffe di qualche parola pronunciata alla sinfasò. Come tutti sta seguendo la vicenda della Commissione d’Accesso al Comune di Siderno, e tra metafore variamente colorite e qualche insulto ai mezzibusti, mi aggiorna sulle novità. “Hai visto? Un paesino del Cilento ha fatto causa al Ministero dell’Interno (seguono parole irripetibili). Forse dovrebbe farlo anche Siderno, ma tanto, quel (bip) di Minniti a noi non ci può vedere. Ascari li chiamava tuo padre. E oggi ce lo ritroviamo Ministro dell’Interno!”. “E che ne so, mamma, e poi, ricordati che pure il tuo defunto zio fu ministro”. “Ah, quella volta mi volevo cambiare il cognome (seguono altre parole irripetibili). Lo sai che è un provolone? L’ho conosciuto che eravamo giovani… che ti pare che è più giovane di me? Sempre calvo era. Mai gli ho visto un capello su quella testa. Poi un geloso. Quando Fuda è diventato uomo di punta di Prodi, gli ha dato la morte civile”. “Fuda il sindaco nostro?”. “Eh! Che ti pare figlia mia, io questa gente la conosco ca avi quarant’anni! Una volta gli ho tirato una scarpa!” “Cosa? A Fuda?” “No! A Minniti!” “E come, ma’?” “Eravamo all’hotel… quell’hotel di fronte alla stazione di Lamezia, ché mo’ non mi ricordo come si chiama… E ti parlo della fine degli

anni Settanta. Papà aveva già scritto “L’unità d’Italia. Nascita di una colonia”. Presentavamo il Movimento Meridionale, c’erano centinaia di persone. Un tavolo dei relatori lunghissimo. Dopo l’intervento di tuo padre, si alza questo (bip) e inizia a offenderlo, a dirgliene di tutti i colori, tanto che tuo padre si stava facendo paonazzo e mi ero preoccupata per la pressione. Ad un certo punto dice: “Mi meraviglio di te, Zitara, che ti sei sposato pure con una donna perbene!”. A quel punto, figlia mia, non ci ho visto più. Mi sono alzata e gli ho detto: “E che ti pare che mio marito è un uomo di malaffare? E che io sono una poco di buono? Piglio una scarpa e gliela tiro”. “E l’hai preso?” “Purtroppo no” (mia madre ha sempre avuto una mira pessima) “E che scarpa era?” “e ca ‘ndaiu u ti cuntu. Erano scarpe che me le aveva portate Ilario Principe (professore di Urbanistica a Cosenza, n.d.c.) dal Messico, come si chiamano… squadrillas!” “Espadrillas, ma’?” “Espadrillas, giusto! Erano bellissime, gialle, verdi e bluette. Ilario mi portava sempre cose dai viaggi, e poi lo sai com’era, si presentava a casa senza avvisare per cenare, dormire e partire il giorno dopo, un viaggiatore”. “Ma scusa mamma, ma tu hai lanciato la scarpa da una parte all’altra del tavolo?” “Sì” “Col rischio di colpire qualcun altro?” “Sì, pure tuo padre ha corso il rischio”. “Ma poi la scarpa che fine ha fatto?” “Eh, figlia mia, ci fu una baraonda. L’avvocato Tassone si alzò per sostenere Minniti, il quale era rimasto imperturbabile, quella faccia (seguono altre parole irripetibili) non aveva alzato un sopracciglio. Per poco non venivamo alle mani, te lo potrebbero raccontare quelli che all’epoca erano i giovani che frequentavano il Circolo Salvemini”. “E la scarpa?” “No, poi me la sono ripresa”. Lidia Zitara

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ATTUALITÀ

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Il nuovo GAL “Terre Locridee” presenta il PAL e i bandi del PSR Il Gruppo di Azione Locale “Terre Locridee” organizza, per lunedì 6 novembre, alle ore 16:00, presso il Palazzo della Cultura di Locri, un workshop finalizzato a presentare il Piano di Azione Locale, piano che la Regione Calabria ha ammesso a finanziamento dando atto che la dotazione finanziaria per il finanziamento del progetto potrà essere sovvenzionata con le risorse del PSR Calabria 2014-2020. Il PAL rientra nei finanziamenti del Piano di Sviluppo della Regione Calabria ed è sviluppato sulla base di tre filoni fondamentali: l’aspetto sociale, quello delle filiere dei prodotti agroalimentari e quello del patrimonio storico/ambientale. Per ciascuno di essi sono stati studiati dei piani strategici che, correttamente integrati tra loro, andranno a comporre l’azione complessiva del PAL. storico/ambientale. Obiettivo di fondo del PAL è rimettere al centro delle operazioni dello sviluppo territoriale la persona, sensibilizzando i residenti alle problematiche legate al territorio e all’am-

biente, recuperando la memoria e le identità. Si vuole, insomma, dare forza al particolare per valorizzare l’intero territorio.

GIUDIZIARIA

L’aggravante speciale dell’articolo 7 Il decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152 in materia di « provvedimenti urgenti in tema di lotta alla criminalità organizzata e di trasparenza e buon andamento dell'attività amministrativa» ha introdotto, tra l’altro, all’art. 7, la seguente circostanza aggravante ad effetto speciale: «per i delitti punibili con pena diversa dall'ergastolo commessi avvalendosi delle condizioni previste dall'articolo 416-bis del codice penale ovvero al fine di agevolare l'attività delle associazioni previste dallo stesso articolo, la pena è aumentata da un terzo alla metà». Ai fini della configurabilità, nella condotta criminosa, della circostanza aggravante prevista dall'art. 7 D.L. 13 maggio 1991 n. 152, convertito nella legge n. 203 del 1991- «è del tutto irrilevante la formale contestazione al soggetto cui essa sia stata addebitata di una ipotesi di reato associativo, in quanto la ratio sottostante al citato art. 7 è essenzialmente quella di contrastare in maniera più decisa, in considerazione della loro maggiore pericolosità e determinazione criminosa, l'atteggiamento di coloro che, partecipi o non di reati associativi, utilizzino metodi mafiosi, cioè si comportino come mafiosi, oppure ostentino, in maniera evidente e provocatoria, una condotta idonea ad esercitare sui soggetti passivi quella particolare coartazione e quella conseguente intimidazione che sono peculiari delle organizzazioni della specie considerata dalla norma di cui all'art. 416bis c.p». L'articolo contempla due ipotesi distinte, sebbene logicamente connesse. «La prima ricorre quando l'agente o gli agenti, pur senza essere partecipi o concorrere, delinquono con metodo mafioso, ponendo in essere, cioè, una condotta idonea ad esercitare una particolare coartazione psicologica (non necessariamente su di una o più persone determinate, ma, all'occorrenza, anche su un numero indeterminato di persone, conculcate nella loro libertà e tranquillità) con i caratteri propri dell'intimidazione derivante dall'organizzazione criminale della specie considerata». In genere, il ricorso alla minaccia esplicita, e ancora di più il ricorso alla violenza, sono inversamente proporzionali alla fama criminale del gruppo cui l’autore del reato appartiene o è collegato, nonché al grado di consapevolezza, nel contesto territoriale di riferimento, dell’egemonia della criminalità organizzata. «La seconda delle due ipotesi previste dal citato art. 7, richiede che il reato sia commesso al fine specifico di agevolare l'attività di un'associazione di tipo mafioso, valendo, per ciò stesso, a configurare un ulteriore dolo specifico concernente i motivi a delinquere, con natura oggettiva e suscettibilità di trasmissione a tutti i concorrenti nel reato, talché è sufficiente che l’aspetto volitivo sussista in capo ad alcuni, o anche ad uno soltanto, dei predetti soggetti attivi». L'agevolazione mafiosa implica necessariamente l'esistenza reale, e non più semplicemente supposta, dell'associazione, essendo impensabile un aggravamento di pena per il favoreggiamento di un'entità solo immaginaria.

Secondo tema del workshop sono gli interventi destinati alle aziende e i Bandi di finanziamento regionale Misura 16 del

PSR Calabria 2014-2020. Introdurrà e coordinerà l’evento il Presidente del GAL “Terre Locridee”

Cuzzocrea: “Il nuovo corso di Confindustria avviato da Nucera? Solo falsi proclami” La scorsa settimana Confindustria Reggio Calabria ha diramato una nota stampa con cui ha annunciato che si costituirà parte civile nei procedimenti penali di mafia che coinvolgono le imprese reggine associate. Il direttivo dell'associazione, composto da 12 consiglieri oltre al presidente Giuseppe Nucera, ha votato l'iniziativa all'unanimità. «Si tratta di una scelta convinta e condivisa – ha dichiarato il presidente degli industriali reggini – che l'intero gruppo dirigente ha inteso sposare nella certezza che solo mediante gesti concreti sia possibile rilanciare con forza la linea della legalità che deve caratterizzare il nuovo corso della nostra associazione». Un annuncio che ha lasciato a dir poco perplesso l’ex numero uno di Confindustria Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea: «Con riferimento alla recente nota stampa diramata da Confindustria Reggio Calabria, condita da allusivi riferimenti a un nuovo modus operandi (non è la prima volta!) tale da segnare un netto distacco con la precedente gestione, mi corre l’obbligo

Francesco Macrì. Relazioneranno il Responsabile del PAL Guido Mignolli e il Componente del CDA del GAL “Terre Locridee” Ettore Lacopo. Ricordiamo che unitamente al presidente Francesco Macri’ fanno parte del consiglio di amministrazione, Pasquale Brizzi sindaco di Sant’Ilario, Aldo Canturi sindaco di Bianco, Giovanni Calabrese sindaco di Locri ed Enzo Minervino ( vicepresidente) delegato del Comune di Stilo, in rappresentanza della sezione pubblica nonchè l’imprenditore Giuseppe Capogreco, il presidente dell’ordine dei commercialisti Ettore Lacopo, il presidente della Jonica Holidays Maurizio Baggetta ed Ernesto Riggio in rappresentanza della sezione privata. Inizia dunque un nuovo cammino dell’esperienza dei Gal nella Locride, partito il 7 novembre 2015, e costituitosi in società il 16 dicembre del 2016, che vede la partecipazione già deliberata di 25 dei 36 comuni della Locride da Monasterace a Bianco, hanno inoltre aderito i distaccamenti locali di tutte le grandi associazioni dell’ambito rurale e industriale, 7 associazioni territoriali che si occupano di sviluppo e turismo nonché diversi Consorzi di Produzione e Società di Sviluppo Territoriale, oltre che 31 imprese territoriali equamente distribuite su tutto il territorio.

Pietro Crinò non ha mai fatto patti con i mafiosi Da Pietro Crinò, medico e imprenditore nel settore sanitario, a lungo sindaco di Casignana, Presidente dell'Assemblea dei Comuni della Locride dal 2008 al 2011, Consigliere Regionale dal 2013 fino alla conclusione della scorsa legislatura, riceviamo e pubblichiamo: " Il procedimento penale nato in relazione alle elezioni del 2010 per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria per il quale ero candidato, in cui risultavo indagato dalla Direzione Distrettuale di Reggio Calabria, è stato archiviato dal G.I.P. competente in data 07.08.2017. Si acclara in via definitiva la mia estraneità rispetto a relazioni o qualsivoglia patto con ambienti mafiosi. La vicenda processuale, quella vissuta da sindaco, si era già conclusa da più tempo con l'assoluzione con formula piena". Dott. Pietro Crinò

precisare che: la delibera per la “Tutela della Trasparenza nelle Associazioni Territoriali del Mezzogiorno” (ci meritiamo in effetti un trattamento speciale!) della Giunta di Confindustria Nazionale del 28 gennaio 2010 così recita: “Le Associazioni del Mezzogiorno sono obbligate a costituirsi parte civile nei processi che vedano le imprese associate parte lesa o imputata” ». Nulla di nuovo sotto il sole, quindi. Il solco è già stato tracciato da anni da Confindustria Nazionale. «Tra l’altro – prosegue Cuzzocrea – l’obbligo compete a Unindustria Calabria, non alla Confindustria reggina. Attività che, nel corso della mia passata gestione, ho promosso piuttosto che annunciato. D'altronde – conclude senza mezzi termini Andrea Cuzzocrea – se il complesso poliziesco-giudiziario cui siamo assoggettati, nei suoi meccanismi di indagine e di giudizio, è incapace di cogliere il senso più autentico della verità umana, figuriamoci se ciò può essere preteso da fantomatici nuovi corsi». mgc

C ACHI

LA TERR Continua la nostra carrellata di parlamentari eletti in Calabria e l’analisi sommaria del loro operato nell’ultima legislatura per cercare di comprendere se valga la pena o meno rieleggerli durante le politiche di primavera. Lorenzo Cesa, di Arcinazzo Romano, eletto per l’Unione di Centro, costituisce un caso davvero peculiare: abbandonata la compagine a sostegno di Pier Ferdinando Casini poche settimane dopo il suo insediamento in Parlamento, si è infatti unito al NCD, che ne ha promosso la candidatura a membro del Parlamento Europeo. A poco più di un anno dalla sua elezione a Montecitorio, dunque, Cesa si è spostato in pianta stabile a Bruxelles, lasciandosi definitivamente alle spalle la politica italiana. Nei 517 giorni da parlamentare italiano, Cesa, per la Calabria, ha presentato: Disegni di legge …………………………………0 Mozioni ………………………………………..0 Interpellanze ………………………………….0 Interrogazioni a risposta orale …………………0 Interrogazioni a risposta scritta ……………….0 Interrogazioni in commissione ………………0 Ordine del giorno …………………………….0 Emendamenti …………………………………0 La sua azione politica, già risicata in ambito nazionale, è stata del tutto assente nei confronti della Regione che, attraverso i suoi voti, gli ha permesso di insediarsi in Parlamento. Una condotta che ci lascia il dubbio relativamente a

DEI

DI JACOPO GIUCA

come Cesa sia riuscito a ottenere così tanti voti da parte degli elettori Calabresi. Stefania Covello, di Cosenza, è stata eletta nelle fila del PD schierandosi fin da subito a sostegno dell’azione politica allora in ascesa di Matteo Renzi. Componente della Commissione permanente Bilancio e Tesoro e della Commissione Parlamentare per la semplificazione, ha un indice di produttività parlamentare (un dato che prende in esame il numero, la tipologia, il consenso e l’iter degli atti presentati dai parlamentari in modo da poterli confrontare tra di loro) di 187,2, che la rende la 277ª parlamentare più produttiva su 630. Per la Calabria ha presentato: Disegni di legge …………………………………0 Mozioni ………………………………………..1 Interpellanze ………………………………….1 Interrogazioni a risposta orale …………………3 Interrogazioni a risposta scritta ……………….3 Interrogazioni in commissione ………………8 Ordine del giorno …………………………….3 Emendamenti …………………………………2 La sua azione politica, si è concentrata su crescita e sviluppo, potenziamento infrastrutturale, legalità, trasporti, emergenza rifiuti, ambiente, regolamentazione dei contratti LSU-LPU, turismo, emergenza Viadotto Italia e coesione territoriale, per un totale di 21 atti, di cui 6 in qualità di primo firmatario dedicati alla nostra regione.



ATTUALITÀ

La notizia della settimana è stata l’intervento meridionalista di Pino Aprile su RaiDue. L’intervento del giornalista e scrittore ha stupito moltissimi spettatori e ha avuto un’eco impressionante su internet ma, a ben guardare, almeno qui al sud, non dovremmo indignarci ogni giorno per quanto è stato raccontato in “pillole” sulla TV di Stato?

Il successo del breve monologo di Aprile risiede certamente nella sua immediatezza, nel linguaggio semplice ma non banale e nel fatto di aver detto senza mezzi termini ai politici “fate schifo”.

156 anni di soprusi non bastano… La notizia della settimana è senza ombra di dubbio stata l’intervento di Pino Aprile al programma di RaiDue “Nemo”. Sull’onda dello sterile referendum per l’autonomia lanciato da Lombardia e Veneto lo scorso 22 ottobre con l’obiettivo di mantenere le tasse in ambito territoriale mettendo fine al supposto ladrocinio da parte delle regioni del sud, il giornalista e scrittore, nella puntata del talk show condotto dall’ex “Iena” Enrico Lucci ha voluto dare voce alla questione meridionale, esordendo con una semplice, quanto efficace, domanda retorica: «Perché il derubato è sempre più ricco e il ladro sempre più povero?». La risposta a questa domanda, contenuta in un monologo di tre minuti, nell’arco di quarantotto ore è rimbalzata su tutti i social network come la pallina di un flipper, venendo condivisa da migliaia di utenti sui propri profili personali o su chat private, fino al momento in cui non ha cominciato a essere ripresa persino dalle testate giornalistiche locali e nazionali. Nel suo breve quanto efficace intervento, Aprile ha snocciolato molto sommariamente una serie di ingiustizie che, in 156 anni di Unità d’Italia, il sud criminalizzato è stato costretto a subire, finendo con il vivere una condizione di minorità nella quale ancora oggi annaspa. Per nulla intimorito dalla comparsata sulla TV di Stato, Aprile non ha esitato a definire l’atto stesso dell’Unità d’Italia come un tentativo ponderato di depredare il sud delle proprie ricchezze (fino alla fine del XIX secolo era nel Mezzogiorno che si trovavano le principali fabbriche italiane e al Sud si tratteneva il 67% del capitale dell’intero Paese), culminato oggi con l’assenza di ammortizzatori sociali e una capacità di investimento praticamente nulla se paragonata a quella destinata alla Pianura Padana. Ai maxi investimenti del nord, dove la totalità dei bambini ha accesso alla mensa scolastica, fa da contraltare un’angosciante desertificazione del sud, dove i bambini che possono mangiare a scuola sono meno dell’1%. Se da Torino a Venezia si viaggia in tre ore su una linea ad alta velocità imponente, progettata per sopportare un traffico di convogli di dieci volte superiore a quello effettivamente presente, per percorrere la stessa distanza in Sicilia di ore ce ne vogliono quattordici; come dimenticare, poi, che da qui a pochi anni, dal capoluogo piemontese, partirà un treno in grado di collegare l’Italia con Pechino in ventisei ore, esattamente lo stesso tempo impiegato da chi, il treno, lo prende per spostarsi da Torino ad Agrigento? Il video dell’intervento di Pino Aprile ha generato tanto scalpore tra gli internauti per la sua immediatezza, per il linguaggio fruibile eppure mai banale, perché, in definitiva, ha sbattuto senza troppi

fronzoli la realtà in faccia 907mila telespettatori (che diventano un paio di milioni se consideriamo tutti coloro che il video caricato su internet ha raggiunto), senza il timore di dire ai politici “fate schifo”. La cosa che fa riflettere (almeno nella nostra redazione), tuttavia, è che il discorso diretto di Pino Aprile, in un altro Stato (o, magari, persino in un altro continente), sarebbe rapidamente stato bollato con un “Niente di nuovo sotto il sole”. Perché Pino Aprile, nel suo monologo che pure abbiamo apprezzato, si è limitato a raccontare una realtà dei fatti con la quale ogni residente del sud Italia combatte ogni giorno da 156 anni. Eppure è servito il monologo di uno stimato giornalista e scrittore per far aprire gli occhi agli utenti, sono serviti tre minuti in prima serata sulla TV di Stato per rendersi conto che l’intento del governo di tenere sotto il tacco dello stivale un sud che continua a temere non accenna a cambiare, è servito che il video rimbalzasse su internet per farci sdegnare in merito alla ponderata strategia di crescita del settentrione a discapito del meridione. È vero, da Cavour a Gentiloni la politica non ha fatto altro che schiacciare con intento tirannico la voglia di riscatto di un meridione ritrovatosi dall’oggi al domani dalle stelle alle stalle. Per usare tre esempi di Pino Aprile, lo dimostrano gli accordi presi da Luca Zaia per agevolare l’esportazione all’estero dell’olio d’oliva (ma quello veneto, non certo quello pugliese, calabrese o siciliano), il fatto che i tredici vini tutelati dallo Stato siano tutti del nord Italia e, da ultimo, che la “Nuova via della Seta” passi dai porti di Genova e Trieste facendo “ciao ciao con la manina” a quelli del mezzogiorno. Lo dimostra, adattando il discorso al nostro comprensorio, il fatto che a San Luca i cittadini abbiano rinunciato alla democrazia, che a Marina di Gioiosa e a Siderno siano state inviate due commissioni d’accesso non supportate da un’indagine delle forze dell’ordine, che si minacci da anni la chiusura di un presidio ospedaliero che dovrebbe servire più di 100mila persone, che ci si ricordi della nostra terra, solo quando si devono raccogliere consensi… Ma cosa resterà domani dell’indignazione che hanno generato oggi questi tre minuti? Probabilmente nulla. E questo non perché non utilizziamo un metro di giudizio adeguato per giudicare le porcate che i nostri politici compiono ogni giorno nei nostri confronti, ma perché, come giustamente afferma il nostro direttore editoriale (a pag. 16), dai tempi del Gattopardo ad oggi, passando attraverso la guerra sul Carso, il nostro popolo ha sempre avuto la colpa (io oserei definirla “presunzione”) di ritenere che la Politica non fosse affar suo, ma qualcosa da delegare a chi le mani se le voleva sporcare per lui. Se a questo si unisce il male più grande dei nostri tempi, la disinformazione in tutte le sue sfaccettature, è chiaro che, nel 2017, ancora si sgranino gli occhi nell’ascoltare monologhi franchi, che si limitano a raccontare fatti che ci avrebbero dovuto far impugnare i forconi già diversi decenni fa. Perché, è vero, a volte è scioccante sapere quanto sia ingiusto questo Paese, ma continua a farci comodo essere trattati come cittadini di serie B. Jacopo Giuca

L’Unità d’Italia è stata davvero un pretesto per trasferire le ricchezza del meridione a nord, ma aver ritenuto per troppo tempo la politica un affare a noi estraneo rende la colpa di questa situazione anche nostra…


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Domenica 05 Novembre 07

Abbiamo incontrato Andrea Cuzzocrea sabato 28 ottobre durante la conferenza stampa indetta dal sindaco di Siderno Pietro fuda. In quell’occasione ci ha parlato del caso che riportiamo nell’articolo che segue

L’Antimafia può pilotare gli appalti? È l'interrogativo che sorge analizzando il caso che ha visto protagonista l'ex numero uno di Confindustria, Andrea Cuzzocrea, amministratore insieme ad Antonino Martino, dell'Aet, l'azienda che, se non fosse stato per lo zampino del Prefetto, a quest'ora sarebbe impegnata nella realizzazione del parcheggio del nuovo Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria. Chiediamo pertanto al Prefetto delucidazioni sul suo provvedimento e alla stampa, tutta, di accendere i riflettori sul caso.

Un destino intollerabile MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Lo abbiamo riappreso da un giornale nazionale proprio mentre ci apprestavamo a inviare in stampa il nostro. Non ci ha sorpreso che “Il Dubbio”, il giornale magistralmente diretto da Piero Sansonetti, nel riportare la notizia, la pensasse come noi. Quello che ci sorprende è che siamo ancora in pochi a pensarla così. Ma andiamo con ordine e riportiamo quanto accaduto nel terrificante silenzio generale. Nel 2016 la Aet S.r.l., amministrata da Andrea Cuzzocrea, ex numero uno di Confindustria, e da Antonino Martino, si aggiudica un appalto di 16 milioni di euro per realizzare il parcheggio del nuovo Palazzo di Giustizia. Ma l’azienda classificatasi seconda, la Cosedil S.p.A. non ci sta e fa ricorso al Tar. Il Tar rispedisce al mittente! Segue una nuova verifica da parte della Suap che conferma che l’appalto è stato aggiudicato in maniera regolare. Ciak ai lavori, quindi. E, invece: no ciak al teatrino dell’antimafia. Ad aprile di quest’anno, infatti, l’azienda di Cuzzocrea e Martino viene raggiunta da un’interdittiva antimafia, che pur essendo legata solo a una “malefatta” del primo, vista la logica astrusa delle interdittive, coinvolge l’intera azienda e i suoi dipendenti. Dietro l’inviò dell’interdittiva da parte della Prefettura ci sarebbe il triangolo CuzzocreaRomeo-Munari. Andrea Cuzzocrea, incensurato e senza carichi pendenti, avrebbe accontentato l’ex onorevole Paolo Romeo oggi in carcere perché ritenuto il capo della cupola masso-mafiosa che per anni ha imperversato sulla città dello Stretto, almeno secondo la Dda – il quale gli avrebbe chiesto di assumere presso la redazione de “Il Garantista”, di cui Cuzzocrea era di fatto l’editore, la giornalista Teresa Munari. Ma stando a quanto riporta lo stesso Sansonetti, allora nel gruppo dei giornalisti de “Il Garantista”, la Munari non fu mai assunta, anzi probabilmente non veniva neppure pagata per gli articoli che inviava saltuariamente. Dietro questa richiesta di non-assunzione è stato intravisto un piano di Romeo,

l’antimafia si è trasformata in un’occasione di lotta senza quartiere e senza regole. Perché se le regole della mafia nel corso degli anni le abbiamo più o meno apprese, quelle dell’antimafia galleggiano in acque torbide.

di cui Cuzzocrea, però, sarebbe all’oscuro. Basta, tuttavia, una telefonata tra Cuzzocrea e la Munari per far crescere il sospetto attorno all’ex di Confindustria e a mettere fuori gioco la sua azienda. A ciò bisogna aggiungere che Cuzzocrea, all’infuori di questa “raccomandazione”, non ebbe altri rapporti con Romeo, che tra l’altro, oggi è dietro le sbarre quindi, come rilevato dai legali dell’Aet, “non si comprende perché ci sarebbe il rischio che possa, iniziando oggi, condizionare l’attività dell’Aet”. Ma le interdittive funzionano così: radono al suolo realtà imprenditoriali per mere ipotesi, vaghi sospetti, non dati di fatto. L’interdittiva antimafia, infatti, permette all’amministrazione pubblica di interrompere qualsiasi rapporto contrattuale con imprese che presentano un pericolo di infiltrazione mafiosa, a prescindere dalla commissione di un illecito e la conseguente condanna di titolari o dirigenti. Per dichiarare l’inaffidabilità di un’impresa è sufficiente, ad esempio e come in questo caso, una frequentazione sospetta che potrebbe condizionarne le scelte. Sebbene il pericolo dell’infiltrazione mafiosa non possa essere frutto dell’immaginazione, ma fondato su elementi “sintomatici e indiziari”, la relativa valutazione è riposta nell’ampia discrezionalità del Prefetto, sindacabile solo sotto il profilo della illogicità, incoerenza o inattendibilità. Inchiodata dalle ipotesi, quindi, all’azienda sfuma un appalto di 16 milioni. Un appalto che, grazie allo zampino della Prefettura, si aggiudica il secondo concorrente. E il secondo concorrente chi è? Un parlamentare del Gruppo Misto, neppure tanto brillante dal momento che la classifica dell’indice di produttività lo pone al 584° posto su 630, e che dal 22 ottobre 2013 è componente della “Commissione d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere”. Si chiama Andrea Vecchio ed è lui il fondatore della Cosedil S.p.A. O meglio lui ha fondato nel 1965 la ditta individuale “Geom. Andrea Vecchio costruzioni” che nel 1996 si fonde con la Cosedil S.r.l., nata nel 1976. Nel 2001 il tutto si trasforma in Cosedil S.p.A. A seguito della costante crescita aziendale, infine, prende vita la holding di partecipazione “Andrea Vecchio Partecipazione” che controlla la Cosedil S.p.A e altre aziende. Non è dato sapere quanto il ruolo di Andrea Vecchio abbia potuto incidere sulla decisione del Prefetto di emanare un’interdittiva antimafia nei confronti dell’azienda di Cuzzocrea. Quel che è certo è che l’antimafia si è trasformata in un’occasione di lotta senza quartiere e senza regole. Perché se le regole della mafia nel corso degli anni le abbiamo più o meno apprese, quelle dell’antimafia galleggiano in acque torbide. Le interdittive antimafia oggi finiscono a morte centinaia di aziende, manco a dirlo, soprattutto del Sud. Si insinuano, guidate dal lusso del mero gioco associativo. E quando scopri che a pilotarle potrebbero essere gli stessi che le hanno “ideate”, capisci che da strumenti diventano strumentali. Ed è una schifezza. È un destino intollerabile. Molti pensano che gli sceriffi dell’antimafia che tirano fuori le loro stelle a punte evasive e da cui la stampa (poca pochissima per la verità… finché sarà considerato sacrilegio!) prende le distanze, siano un’invenzione dei giornalisti. Anche della mafia pensavano fosse un’invenzione della letteratura, prima che Sciascia iniziasse a essere ascoltato da qualcuno. Chissà forse un giorno lo stesso destino spetterà anche a noi giornalisti sacrileghi. Nell’attesa, chiediamo al Prefetto delucidazioni in merito a questa faccenda.


ATTUALITÀ

www.larivieraonline.com Domenica 05 Novembre 08

Siderno: Comitato pro Piazza Cavone, uno splendido esempio di cittadinanza attiva

Il Consiglio Regionale raggiunge due importanti risultati Approvato il nuovo Piano Regionale per Gestione dei Rifiuti e il disegno di legge sulla valorizzazione della dieta mediterranea, che andrà a implementare l’offerta turistica.

A conclusione del consiglio comunale riunitosi sabato 28 ottobre a Siderno, su proposta del Presidente Paolo Fragomeni, è stato espresso un plauso per l’opera di tutela e valorizzazione svolta dal “Comitato pro Piazza Cavone” di Siderno Superiore."Con grande abnegazione e senso civico - si legge nelle motivazioni che ne riconoscono l'azione meritoria - il Comitato ha saputo trasformare un semplice spazio pubblico, sia pure di indubbia e intrinseca bellezza, in un luogo di partecipazione permanente, inclusione sociale e cura per l'ambiente e il decoro urbano, prendendosene cura amorevolmente e organizzando sistematicamente iniziative di natura culturale, ricreativa, ambientale e artistica". Uno splendido esempio di cittadinanza attiva, dunque, che ha partecipato concretamente allo sviluppo della vita sociale con slancio e amore verso il proprio quartiere in collabora-

zione con l'Amministrazione Comunale. "Un innovativo metodo di partecipazione e corresponsabilità verso la cosa pubblica da emulare in altre realtà del territorio comunale, alla cui base risiede la consapevolezza che la città, il quartiere e ogni spazio urbano sono patrimonio comune e, in quanto tale, difeso, curato e gestito in armonia tra Amministrazione, che ne è titolare giuridico, e cittadini, che ne sono fruitori e titolari morali" - ha concluso Paolo Fragomeni. Il presidente del Comitato "Pro Piazza Cavone", Aldo Caccamo, insieme al vicepresidente Luciano Vittoria e a tutti i componenti, hanno espresso i loro più vivi ringraziamenti a tutta l'amministrazione sidernese e in particolare al presidente del Consiglio Comunale, Paolo Fragomeni, onorati per l'encomio ricevuto.

Il consiglio regionale della Calabria, riunitosi questa settimana, ha raggiunto due importanti risultati. Ci riferiamo all’approvazione all’unanimità dell’integrazione dei criteri localizzativi del Piano Regionale Gestione Rifiuti e della proposta di legge per la “Valorizzazione dieta mediterranea italiana”. Il primo prevede una mappatura dell’intero territorio regionale al fine di rimettere a norma le 200 discariche che versano in stato di infrazione relativamente ai parametri imposti dall’Unione Europea. Con la divulgazione delle nuove normative che gli enti locali dovranno rispettare rigidamente, il presidente Mario Oliverio conta di risparmiare non solo terminando finalmente di pagare le sanzioni, ma grazie anche alle novità sullo smaltimento che saranno gradualmente introdotte nei prossimi mesi. Per quanto riguarda il l’approvazione del ddl sulla dieta mediterranea, invece, vuole dare impulso agli alimenti più utilizzati nella nostra dieta al fine di migliorare ulteriormente l’offerta turistica della nostra regione attraverso un preciso piano economico e comunicativo.

Falcomatà nomina Umberto Nucara direttore della Città Metropolitana Pino Carella a Uomini e Donne per restituire una fede nuziale Nei giorni scorsi il giornalista roccellese Pino Carella ha partecipato al noto programma di Maria De Filippi “Uomini e Donne”. Ma il conduttore di “Radici” non ha preso parte al noto show pomeridiano in qualità di corteggiatore, bensì per lanciare un appello con la speranza di riuscire a entrare in contatto con chi ha perduto in piazza San Vittorio a Roccella Jonica una fede nuziale con inciso all’interno il nome di Valeria e una data.

Lunedì mattina il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ha firmato il decreto di nomina, scegliendo come direttore generale della Città Metropolitana Umberto Nucara, che ricopriva l’importante incarico di segretario generale del Comune di Siderno. La scelta è stata ponderata saggiamente da Falcomatà, vista la grande esperienza professionale di Nucara e il ruolo delicato che andrà a ricoprire nell’apparato burocratico di Palazzo Corrado Alvaro.

Il progetto HubCultura parte da Sant’Agata del Bianco

Con tale nomina, il sindaco della Città Metropolitana ha vinto una scommessa importante con chi si ostinava a mettere la politica al di sopra del merito e della professionalità causando poi danni irreparabili agli Enti che è chiamato ad amministrare. Essendo un profondo conoscitore della macchina burocratica degli Enti pubblici, Nucara potrà imprimere un accelerazione decisa alla Città Metropolitana che è ricca di risorse ma ancora senta a decollare.

Si è svolto nel Comune di Sant’Agata del Bianco l’incontro di avvio dei tavoli territoriali per l’attuazione del progetto “HubCultura”. Il team di professionisti dell’agenzia Officina delle Idee si è confrontato con i Sindaci e i tecnici dell’area che gravita attorno alla Vallata La Verde Bruzzano, Ferruzzano, Bianco, Africo, Samo, Sant’Agata, Caraffa e Casignana -. ll progetto, finanziato dal Ministero dei Beni Culturali, è finalizzato alla valorizzazione integrata del patrimonio culturale e coinvolge 64 Comuni delle provincie di Reggio Calabria, Catanzaro e Vibo Valentia (da qui la denominazione “HubCultura”) tra Jonio e Tirreno, Serre e Aspromonte. Si tratta di un progetto innovativo, primo in Calabria e settimo nella graduatoria generale dei progetti pervenuti al MiBACT, per la valorizza-

zione e la messa in rete dei beni culturali. L’incontro, che si è svolto martedì 31 ottobre, ha visto il saluto del Sindaco di Sant’Agata, Domenico Stranieri, che ha evidenziato l’importanza del progetto e l’opportunità, finalmente, di avviare un marketing d’area. Subito dopo è intervenuto Walter Scerbo, Sindaco del Comune di Palizzi Capofila, che ha evidenziato “il ruolo importante di questo progetto, che di per sé

è già un successo per la capacità di convergenza e di aggregazione in una sola proposta progettuale. Proposta che permetterà di mettere a sistema l’insieme dei beni culturali, ambientali e storici, di cui ogni Comune è dotato, per giungere alla predisposizione del piano strategico, strumento di programmazione e programmazione delle risorse comunitarie e nazionali, da cui ne deriverà il finanziamento per l’attuazione”. I lavori si sono conclusi con l’intervento di Antonio Blandi, Presidente di Officina delle Idee, che ha spiegato le azioni del progetto. Insomma, un’occasione unica per una aggregazione partenariale che coinvolge un territorio di quasi 200.000 abitanti che realizzerà un prodotto d’area integrato capace di generare economia sostenibile basata su risorse già esistenti.

CALABRESE PER CASO * di Giuseppe Romeo

Scordiamocelo. La Calabria non è il Veneto e, meno che mai, la Catalogna Nelle ultime settimane abbiamo respirato diverse arie provenienti un po’ dal nostro Nord e abbastanza dal fronte iberico. Fronte, quest’ultimo, noto soprattutto per le citazioni metereologiche che fanno della penisola iberica il nostro primo avamposto ai virtuosismi climatici dei vari anticicloni che giungono sulla nostra piccola appendice di penisola. Ma non solo. Ci siamo così sentiti parte in causa di una volontà di discussione dei termini democratici e costituzionali di altre regioni d’Italia, Lombardia e Veneto, e di una regione di un membro dell’Unione europea come la Catalogna, al punto di costruire un giusto, e assolutamente dovuto, movimento di opinione. Ma lo abbiamo fatto perché ci siamo sentiti più parte esclusa che non protagonisti di un pensiero autonomista che sembra minacciare il nostro futuro. Un pensiero che, anche se esso va discusso in termini giuridici oltre che politici, di fatto anche in questa occasione ha posto come sempre la Calabria a ridosso dei grandi eventi non solo perché li vive di rimessa, ma perché ci si tende poi - dopo aver subito l’iniziativa altrui che ci sveglia dal nostro secolare

letargo - a porre come paladini di valori e principi attraverso i quali vorremmo difendere non si sa se l’unità della nazione o un nostro, non molto chiaro, desiderio di autonomia che credo, in verità, non esista. La nascita di comitati di riflessione ritengo siano una manifestazione interessante di democrazia se aperti al confronto e se, soprattutto, orientati a guardare alla verità dei fatti piuttosto che essere espressione di luoghi comuni ormai stantii a cui in pochi credono nel resto del Paese. Se così fosse allora dovremmo poter riconoscere che nei processi politici di crescita di modelli come quello lombardo o veneto ci sia stato qualcosa da condividere sia nella gestione della cosa pubblica che delle risorse. Ma non credo, in tutta franchezza, che tale confronto sia possibile. Se la Lombardia ha fatto dell’industria prima, della terziarizzazione e dell’economia finanziaria poi e della ricerca il proprio successo, di certo il Veneto, unica regione con la quale potremmo condividere il dramma passato dell’emigrazione e dell’economia del latifondo, dovrebbe essere sulle nostre posizioni ma non lo è. Il Veneto condivide, al contrario, un successo economico con la Lombardia, e con altre regioni italiane, che va ben

oltre l’autonomia che chiede oggi avendo ben utilizzato non solo le rimesse dei suoi emigranti investendole sul territorio, ma godendo, seppur con i limiti dell’umana capacità, di una governance locale di tutto rispetto. Noi forse potremmo condividere solo con i catalani l’animosità del momento. Tuttavia, anch’essi, in fondo, mettono sul piatto delle capacità economiche e di crescita che non sono seconde alle altre regioni spagnole, anzi tutt’altro. Capacità e ricchezze che comunque non possono pregiudicare un sentimento di unità nazionale costruito su pari opportunità, ma anche su pari libertà e sulla volontà di rimboccarsi le maniche per diventare ciò che la Catalogna è divenuta negli anni. Noi dovremmo avere la definitiva umiltà di riconoscere cosa non abbiamo fatto, domandarci dov’era la nostra classe politica di ieri, che è ancora parte di quella di oggi, quando si doveva costruire, valorizzare, chiedere senza elemosinare per realizzare e restituire la fiducia. Ogni pretesa può essere giusta, ma per esserlo essa necessita di credibilità e di lavoro. Perché solo nei fatti e nei risultati il disaccordo è legittimo come la protesta, escludendo il dubbio del pretesto.



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SANITÀ

Il presidente del Comitato dei sindaci della Locride ricapitola quanto accaduto nelle ultime settimane relativamente alla condizione in cui versa l’Ospedale di Locri. Dall’innalzamento dei toni, alla disponibilità di Oliverio di stare al fianco dei nostri primi cittadini in questa lotta, Rocca intravede la speranza di una risoluzione con la marcia su Palazzo Chigi prevista per il 14 novembre, ma non esita a ribadire la volontà di consegnare le fasce tricolore qualora le promesse non vengano mantenute.

Domenica 05 Novembre 10

il punto della situazione di Rosario Rocca Negli ultimi mesi, la qualità dei servizi sanitari erogati dalla struttura ospedaliera di Locri è drasticamente peggiorata, fino al collasso, nonostante lo sforzo continuo del personale medico e paramedico. Davanti a questo picco di criticità senza precedenti, come Comitato dei sindaci della Locride abbiamo pensato una serie di iniziative atte ad aprire un confronto sulla tutela del diritto alla salute, in sinergia con la Regione Calabria, e che vedrà uno dei suoi massimi momenti nella pacifica, ma determinata protesta che metteremo in atto, davanti a Palazzo Chigi, il prossimo 14 novembre. In tale ottica abbiamo accolto con enorme interesse il proficuo incontro tenutosi per volontà del presidente Oliverio, per discutere proprio delle condizioni di disagio in cui versa il nostro ospedale. Insieme ai colleghi sindaci, abbiamo manifestato, ai direttori generale e sanitario dell'ASP5, tutti i nostri dubbi sulle assurde carenze con cui convivono pazienti ed operatori del settore sanitario nella Locride. Un incontro grazie al quale sono emerse le numerose richieste di personale medico e paramedico, fatte dai vertici dell'azienda sanitaria

all'ing. Scura e rimaste inevase. Il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, a queste latitudini viene tragicamente negato ai cittadini, da una classe dirigente nazionale sorda ed assenteista che altro non ha fatto, soprattutto negli ultimi anni, se non sottrarre, alle rappresentanze democraticamente elette, l'esercizio della garanzia e della tutela di un sacrosanto diritto per consegnarlo ai meccanismi di una tecnocrazia incapace e autoreferenziale. Dalla riunione ne siamo usciti rafforzati nella nostra lotta, grazie al rinnovato e concreto sostegno del presidente Oliverio, una soddisfazione non rituale la mia, ma data dalla certezza di due precise indicazioni date ai due direttori presenti al tavolo. Intanto, la immediata richiesta all'ing. Scura di un piano di autorizzazioni straordinarie per l'ospedale di Locri, affiancata da una piena disponibilità, qualora la richiesta stessa non trovasse accoglimento, di agire con delibere straordinarie di Giunta. Un atto di estrema responsabilità da parte del presidente Oliverio, disposto ad affrontare una forte azione di scontro politico e istituzionale, pur di salvaguardare il diritto alla salute dei cittadini

Ospedale di Locri: Oliverio si schiera con i nostri sindaci

ANCI: quattro sindaci della Locride nel consiglio

L’innalzamento dei toni da parte dell’Assemblea dei Sindaci della Locride relativamente alle condizioni dell’Ospedale di Locri la scorsa settimana, non è passato inosservato. Nei giorni scorsi, infatti, il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio ha incontrato una delegazione di nostri primi cittadini e ha garantito che farà quanto in suo potere per sovvertire le sorti di una delle strutture ospedaliere più in difficoltà d’Italia. A tal fine, Oliverio ha già chiesto a Giacomino Brancati e a Pasquale Mesiti di proporre al Commissario ad acta Massimo Scura un piano di autorizzazioni straordinarie che, qualora venisse rigettato, sarà sostituito da un piano di delibere straordinarie

I sindaci della Locride hanno saputo come farvi valere, durante il rinnovo delle cariche regionali dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani avvenuto questa settimana. All’esito della votazione che ha consegnato la presidenza al sindaco di Pizzo Calabro Gianluca Callipo, infatti, sono entrati a fare parte del consiglio il Sindaco di Gioiosa Ionica e Presidente dell’Unione dei Comuni della Valle del Torbido Salvatore Fuda, il Sindaco di Locri Giovanni Calabrese, il Sindaco di Stignano Franco Candia e il Sindaco di Africo Francesco Bruzzaniti, quattro primi cittadini della Locride che, ne siamo certi, riusciranno a dare voce alle problematiche del nostro comprensorio in seno all’ANCI.

della Locride. Inoltre, il presidente ha inteso sollecitare i direttori sulla velocizzazione, nel rispetto dei termini di legge, delle procedure già autorizzate di assunzione di nuovo personale. Come Comitato dei sindaci continueremo ad interloquire con il presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, e in quest'ottica la summenzionata manifestazione romana assume un rilievo ancora maggiore. Intanto, ci siamo riuniti al Comune di Siderno per un aggiornamento permanente sugli sviluppi della riunione di ieri e per organizzare al meglio la mobilitazione che insieme abbiamo pensato. Se questo estremo atto rimarrà inascoltato, siamo pronti a consegnare le nostre fasce tricolori direttamente al Presidente della Repubblica. Sia però consapevole, ogni rappresentante del popolo italiano, dalle più alte cariche dello Stato alle deputazioni parlamentari, che questo significherebbe decretare l'abdicazione definitiva della Repubblica Italiana, nella Locride. Rosario Rocca, presidente del Comitato dei sindaci della Locride





I FRUTTI DIMENTICATI

A CURA DI ORLANDO SCULLI E ANTONINO SIGILLI

Diospyros Kaki L.f. / Fam.Ebenacee

Nome Comune-Ellena In Cina la pianta del Kaki e i suoi frutti sono conosciuti da circa duemila anni, e per le sue qualità notevoli raggiunse i paesi vicini come la Corea e il Giappone, mentre in Europa e in America fu introdotta solo nell’ottocento, e in Italia venne collocata solo negli orti botanici. Cominciò ad essere coltivata nell’Italia meridionale, nel Salernitano nella seconda decade del 900, e da lì si espanse poi in Emilia Romagna, e proprio in queste due regioni, tale pianta da frutto è coltivata più che altrove, con la prevalenza assoluta della Campania per la produzione dei frutti del kaki; anche in Sicilia, nel palermitano è coltivata una speciale varietà di tale pianta. Nel territorio della Locride i frutti dei kaki giunsero molto tardi, specie nei paesi dell’entroterra dove non erano neppure conosciuti, e cominciarono a circolare nel difficile e tormentato dopoguerra, quando la miseria, susseguente al disastro della II guerra mondiale, imperversava. Attorno agli inizi degli anni cinquanta iniziarono a girare dei camioncini che, assieme a prodotti essenziali per l’alimentazione, vendevano un frutto nuovo, rotondo e rosso come un pomodoro: il kaki. Nel giro di pochi anni, il frutto fu conosciuto e cominciò a essere apprezzato specie dai bambini, e

addirittura si cominciarono a piantare delle piante di kaki negli orti e nei giardini mediterranei, sempre però in quantità limitata. Nel frattempo vennero introdotte varietà nuove in tutta Italia e anche in Calabria, tra cui il kaki mela, il kaki cioccolatino ecc., e girando nei territori della Calabria, un giorno ebbi l’opportunità di vedere una varietà insolita di kaki nella proprietà di un caro amico Antonio Panzarella, allora docente all’Accademia delle Belle Arti a Roma, in contrada Serrone di

Acconia (L’antica Laconia) di Curinga a breve distanza dall’aeroporto internazionale di Lamezia. Da anni Antonio aveva il desiderio fortissimo di costituire, nel suo splendido campo, un impianto particolare di melograni, e chiese sia a me che a un mio amico più esperto in tale settore, quale fosse la varietà più conosciuta sul mercato. Entrambi consigliammo di costruire un impianto di melograni della varietà spagnola considerata ottima, la Mollar, in quanto ha i grani che contengono semi morbidi. Alla fine scelse di uti-

ConVersando.. Rubrica di enologia a cura di Sonia Cogliandro

Due passiti calabresi alla Wine and Food Accademy di Parma La Wine and Food Academy, fondata e coordinata dal calabrese naturalizzato parmigiano Raffaele D’Angelo, organizza “Vignaioli e territori s’incontrano a tavola!”. Il percorso formativo si snoderà attraverso sei cene tematiche presso il locale “Arte & Gusto” a Parma, dove lo chef Alfonso Francese preparerà un menù da abbinarsi ai vini dei vignaioli presenti. Di volta in volta saranno esaminati i concetti di terroir e le pratiche produttive e si approfondiranno argomenti inerenti la sensorialità e gli accostamenti gastronomici. Paolo Tegoni, enogastronomo e docente in Cultura del vino e terroir presso l’Università di Parma, condurrà l’aspetto didattico delle serate mentre l’organizzazione generale sarà curata da Raffaele

D’Angelo, costantemente impegnato nella valorizzazione degli ingenti giacimenti enogastronomici della sua terra di origine. Alla sua Calabria toccherà la sera del mercoledì 29 Novembre con un evento dal titolo “Nord-sud della Calabria. I Grandi passiti calabresi incontrano i grandi formaggi erborinati della tradizione italiana”. I formaggi verranno presentati da Maestri Assaggiatori ONAF della delegazione di Parma e i vini, Moscato di Saracena, abbinato a Erborinato di bufala, il Greco di Bianco doc accoppiato a Erborinato di capra e il Mantonico al Pecorino stagionato, saranno raccontati direttamente dai produttori Alessandro Viola e Santino Lucà per le rispettive cantine (Cantine Viola di Saracena - CS - e Cantina Lucà di Bianco - RC). Dopo l’abbinamento vini-formaggi si celebrerà il matrimonio tra un pecorino crotonese stravecchio e un vino rosso e si proseguirà con la cena: maccheroni al ferretto con melanzane e pecorino e, dulcis in fundo, mousse al bergamotto.

lizzare per il proprio campo la varietà Wonderfull, più adatta secondo il suo punto di vista per i succhi. Visitando il campo, mi fece notare alcune varietà di susini particolari, e infine, anche una pianta insolita di kaki che egli chiamò Ellena, recuperata in un campo abbandonato di proprietà della moglie a Cortale. Il frutto era ancora verde e aveva una strana forma, piatto all’attaccatura del picciolo, non rotondeggiante, ma di forma tronco-conica. Aggiunse che quella strana pianta non era stata immessa di recente nel territorio di Cortale ma forse da un centinaio d’anni e passa, introdotta per la sua particolarità botanica e non per pianta da frutto; bisogna ricordare che il palazzo della moglie di Panzarella a Cortale, è un edificio storico del 500, appartenuto ai PellegrinoCinque, suoi antenati di cui ha ereditato parte della proprietà dove originariamente era stata piantata l’Ellena. Antonio venne raccomandato di salvaguardare la pianta rara e senza pensare più alla duplicazione dell’Ellena, quindici giorni addietro mi ritrovai in un campo di Nino Sigilli, in compagnia anche di Nino Cannatà, in contrada Rimini Lesa a Monasterace, dove cominciammo a cogliere dei loti da una

delle due piante vicine tra loro, e fui invitato da Nino Sigillo a osservare i frutti di una delle due piante. Li notai, con grande sorpresa, un altra pianta di Kaki Ellena, la seconda avvistata finora nel territorio calabrese. Il fatto più importante è costituto dalla presenza dell’Ellena da più di cent’anni a Cortale, ma rimane comunque il mistero della provenienza, in quanto la parola Ellena significa greca. Per quanto riguarda il frutto, si può cogliere a maturazione completa sulla pianta essendo prontamente commestibile in quanto non evidenzia le caratteristiche astringenti dei frutti non maturi, oppure, si ritiene più opportuno staccarli dalla pianta quando non hanno ancora acquisito il colore arancio tipico di altri kaki, e riporlo in un contenitore protetto dalla luce, in modo che possa maturare con gradualità. La polpa è dolce, poco liquescente, mentre la maturazione sulla pianta avviene di norma nella seconda quindicina di ottobre. E’ vulnerabile come altre varietà alle cocciniglie, tra cui la mezza grano di pepe.

Un'arma potentissima BRIGANTESSA SERENA IANNOPOLLO

Immaginiamo di entrare in un supermercato. Stiamo percorrendo il corridoio della pasta e sullo scaffale ci sono 20 marche con sede legale al sud e solo 3 marche di pasta provengono da “fuori”. Immaginiamo di poter scegliere tra 10 tipi di fazzoletti di carta fatti al sud, mentre solo 2 sono importati. Immaginiamo che il formaggio sul banco frigo provenga dalle aziende del sud e solo qualche prodotto tipico di altre zone si possa trovare, ma come specialità “esterna”. Immaginiamo pure che l'olio calabrese sia quello che i calabresi acquistano, e che le arance siciliane, e non quelle tunisine, siano quelle più vendute. Immaginiamo che tanta gente lavori per salvaguardare il nostro prodotto, di qualità eccellente, da tanti altri sottoprodotti di massa che non ci appartengono. Immaginiamo quindi (lo possiamo fare!) che al sud siano presenti tante aziende e che quindi la nostra economia sia più tutelata rispetto alle aziende fuori zona. Continuiamo ad immaginare i nostri preziosi prodot-

ti, fatti al sud, tutelati dal sud, percorrere le vie di comunicazione per arrivare a destinazione: sono merci che impiegano poco per giungere da un capo all'altro del sud, via treno, via nave, via terra. E supponiamo pure che tutto questo non sia utopia ma solida realtà: qualcuno ha detto che il fatto di poter immaginare qualcosa significa che la si può realizzare. In un momento difficile come questo,

in cui si sono accesi dei fuocherelli (lombardo-veneti) di autonomia che “minano” la solidità dello stato italiano (che non esiste!), immagino quanta ricchezza potrebbe portare alla nostra terra quest'arma che abbiamo, che è in mano nostra, che se solo utilizzassimo spazzerebbe via ogni timore per il futuro nostro e dei nostri figli: il compra sud!

Il letale e anacronistico ossimoro del Palazzo –33 Il 2 novembre è stata la commemorazione dei Defunti. Una giornata di ricordo e di riflessione. D'acchito mi è venuta in mente la celeberrima poesia di Totò, “A Livella”. La ricordiamo tutti. Non la trascrivo, mi limiterò a pochi versi. “Qui dorme in pace il nobile marchese signore di Rovigo e di Belluno” - entrambe province del veneto, che coincidenza! –“ Proprio azzeccata 'a tomba' e stu signore nce stava 'n 'ata tomba piccerella, abbandunata, senza manco un fiore; pe' segno, sulamente 'na crucella”. “A morte 'o ssaje ched''e?...è una livella”. “Perciò, stamme a ssenti...nun fa ''o restivo, suppuorteme vicino-che te 'mporta? Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive: nuje simmo serie...appartenimmo à morte!” Ho pensato all'eguaglianza fra gli uomini. In un locale ho visto, fra le altre, una mattonella con raffigurato un cesso e la scritta “Saranno grandi i papi, saranno potenti i re, ma quando qui si siedono son tutti come me”. Possibile, mi chiedo, che come assioma dell'eguaglianza sia rimasta la morte ed il

cesso? Il grande Totò, non il comico ma l'umorista secondo il distinguo Pirandelliano. Pirandello infatti, definisce "comico" "l'avvertimento del contrario": l'avvertimento della dissonanza tra la sostanza di vita e le forme, provoca il riso. Ma se riusciamo a passare dall'avvertimento del contrario al "sentimento del contrario", se riusciamo cioè a riflettere oltre l'apparenza per guardare nell'interiorità della persona, che produce la situazione umoristica, allora il riso si trasforma in pietà. Celebre è l'esempio della "vecchia signora", goffamente imbellettata e vestita di abiti giovanili, che suscita il riso del lettore, il quale avverte in lei "il contrario" di come si dovrebbe acconciare una vecchia signora. Ma se egli riflette sul perché ella inganni così pietosamente se stessa, nel tentativo magari di trattenere un marito più giovane di lei, ecco che giungerà al "sentimento del contrario" e il riso cederà il posto alla pietà. C'é un'altra poesia di Totò che, pur non essendo molto conosciuta, è un abbeve-

ratoio per chi ha necessità di dissetarsi. E' La preghiera del clown. “Più ho voglia di piangere e più gli uomini si divertono, ma non importa, io li perdono, un po' perché essi non sanno, un po' per amor Tuo e un pò perché hanno pagato il biglietto. Se le mie buffonate servono ad alleviare le loro pene, rendi pure questa mia faccia ancora più ridicola, ma aiutami a portarla in giro con disinvoltura. C'è tanta gente che si diverte a far piangere l'umanità, noi dobbiamo soffrire per divertirla. Manda, se puoi, qualcuno su questo mondo, capace di far ridere me come io faccio ridere gli altri”. Caro Ilario Ammendolia dedico il mio ultimo pensiero a te, al tuo desiderio di vedere accomunati uomini e donne che, pur con diverse sensibilità, si ritrovano nel movimento 22 ottobre, cementati da quella malta che è la libertà. Come diceva Charles Kingsley, ci sono due libertà. Quella falsa, dove un uomo è libero di fare ciò che gli piace e quella vera, dove l'uomo è libero di fare ciò che deve. Ad maiora.


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BUONA SANITÀ

"Avrei potuto non conoscere mio figlio ma i medici mi hanno salvata" Un intervento di alta complessità clinico-assistenziale e con elevato rischio per una mamma e il suo bambino è stato eseguito nei giorni scorsi all’Ospedale Riuniti di Reggio Calabria, nel Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia.

Un taglio cesareo e, immediatamente dopo, un’isterectomia totale per placenta previa centrale percreta, una condizione ostetrica tra le più gravi che può mettere a rischio la donna durante il parto, in quanto può verificarsi una forte emorragia. Un intervento di alta complessità clinico-assistenziale con lieto fine per una giovane donna della Locride e il suo bambino, venuto al mondo con un mese d'anticipo. La doppia operazione è avvenuta nei giorni scorsi all’Ospedale Riuniti di Reggio Calabria, nel Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia. "È stato il mese più brutto della mia vita ci racconta la donna che preferisce rimanere nell'anonimato. - Non ho mai avuto così tanta paura. La mia forza più grande sono stati i medici che mi hanno seguita in modo ineccepibile. Sono stata trattata con garbo, con estrema professionalità, da tutti loro; la certezza di essere in buone mani mi ha dato il coraggio di proseguire anche quando ho scoperto che avrei potuto non conoscere mio figlio". La donna si era ripromessa di ringraziare il suo ginecologo, il dottor Francesco Battaglia e tutta l'equipe medica, che l'ha seguita con grande umanità e impegno costante, anche nel caso in cui non si fosse risvegliata dopo il parto. Si era, infatti, raccomandata con il marito affinchè lo facesse per lei. "Spesso dimentichiamo che i medici sono persone e pretendiamo da loro dei miracoli. Pretendiamo che non siano stanchi, che abbiano le risposte a tutti gli inconvenienti onerosi, che facciano tutto con il sorriso e con gentilezza ma dimentichiamo che hanno sulle spalle tutto il peso della salute di noi pazienti. Soprattutto dimentichiamo il loro lavoro quando questo ci permette di riportarci a casa dai nostri figli. Diamo per scontato il successo, ma non l'insuccesso. Non qualifichiamo il loro operato se non quando qualcosa va male. Invece credo sia giusto risaltare la professionalità quando la si incontra. Osannare

l'eccellenza, quando si ha la fortuna di usufruirne. Nel mio caso hanno compiuto un miracolo! Anzi due, dal momento che oggi sono qui a raccontarlo. Non è semplice dire a una donna che sta per dare alla luce il proprio bambino 'Non è certo che riuscirai a guardarlo negli occhi'. La ginecologa che mi è stata assegnata durante la mia degenza in ospedale, affinchè avessi tutto il supporto medico e morale del caso, grazie alla sua buona, quieta sensibilità femminile piena di speranza, è stata un'ancora di salvezza per me. Nonostante mi sia stato chiesto di compilare e firmare diversi moduli con cui, come previsto dalla legge, mi assumevo la responsabilità di ogni conseguenza, quel 'Ti prometto che conoscerai tuo figlio' è stata la mia forza. Ho percepito tanta umanità ed empatia attorno a me, e tanto senso di responsabilità. E questo nonostante i turni massacranti a cui l'intero personale medico è

costretto. Ho visto l'enorme lavoro a cui quotidianamente il reparto in questione è sottoposto, essendo l'unico punto focale della zona. Ho visto infermieri, ostetrica, chirurgo... sempre in azione, senza mai riprendere fiato. E ho visto anche pazienti dare tutto questo per scontato e che, godendo di questa eccellenza, non la riconoscono. Invece abbiamo grandi professionisti in questa struttura. Di grande caratura morale. Ed è giusto che si sappia. Mi sono sentita protetta e al sicuro. Nel posto giusto con le persone giuste. Una professionalità che non mi aspettavo, visti i giudizi, o forse sarebbe meglio dire i pregiudizi, sui nostri ospedali. Una professionalità bilanciata da altrettanta amorevolezza. Prima che venisse eseguito il taglio cesareo, ho visto pronti attorno al lettino una decina di medici: mi hanno trasmesso tanta fiducia e tranquillità. Ricordo, poi, il ginecologo che ha eseguito l'intervento, il

L'imbroglio dei referendum Nei dibattiti televisivi e sulla stampa non è emerso un fatto molto significativo che demolisce le rivendicazioni referendarie della Lombardia e del Veneto. Le due regioni si definiscono virtuose e poiché pagano di tasse allo stato più di quanto ricevono, chiedono che la differenza (residuo fiscale), rimanga ad esse. Ma se ci chiediamo da dove proviene gran parte del reddito di queste regioni scopriamo che viene dal Sud, dai vituperati e denigrati territori meridionali. La colonia meridione, dopo essere stata privata a causa dell'unificazione delle sue industrie, dei suoi commerci, e dell'oro proveniente dal Banco di Napoli e di Sicilia per formare il tessuto industriale, commerciale e finanziario del Nord, consuma alimenti del Nord, assicura le auto con compagnie del Nord, deposi-

ta i propri risparmi o si indebita con banche che hanno la propria sede fiscale al Nord. Persino il reddito dei lavoratori di queste imprese nordiche che operano e vivono nel Sud viene tassato al Nord. Ecco svelato come si forma il residuo fiscale del Veneto, della Lombardia e di altre regioni settentrionali. A questi fattori bisogna aggiungere l'emigrazione sanitaria che costringe molti meridionali a curarsi nelle più moderne e funzionali strutture del Nord drenando risorse verso quei territori. Sempre al Nord regaliamo i nostri figli già formati dalle scuole e dalle famiglie. Essi emigrano per proseguire i loro studi nelle università settentrionali o per cercare lavoro. La Lega ultimamente non mira alla secessione ma chiede maggiore autonomia e maggiori risorse allo Stato. Ma se analizziamo la

Belle, forse il colore più tenue, non smagliante come quello di maggio, ma sempre rose. Si legge sui petali la storia di un passato amore, anche se ancora, avvicinandole al volto, permane il profumo. Possono, messe sul marmo, ingentilire l'immagine che sta poco più in alto, e portare negli occhi di chi li ha adagiate, il ricordo d'altri tempi. Brown Jo

I Commissari? Come gli uomini infedeli Siderno in via di commissariamento? Ce lo dovevamo attendere, forse. Data l’onda lunga dei commissariamenti avvenuti nella Locride, probabilmente i pessimisti, che in genere vedono più lontano, immaginavano qualcosa del genere. C’è un fatto incontestabile e sotto gli occhi di chiunque: i commissariamenti dei comuni sono stati fatti solo al Sud, anche se sfido qualsiasi Commissione d’Accesso a vagliare le carte di un qualunque comune piemontese, veneto o lombardo e non trovare le più squallide porcherie immaginabili. E sono stati fatti con un intento preciso: il ricatto. Queste sono tecniche di guerriglia, peraltro da decenni ben sperimentate dagli USA in Medioriente, in modo certamente più virulento. Destabilizzare, creare malcontento, disordini, disfunzioni, lungaggini burocratiche, pesanti diseguaglianze tra i cittadini, “guerre tra poveri”, incoraggiare l’ignoranza che garantisce una facile manipolazione delle masse, la selvatichezza dei rapporti sociali, gabbie salariali inique, tassazioni insostenibili, disservizi, creando di fatto situazioni di stress, ansia, insicurezza o

spesa pubblica in Italia le regioni del nord sono state sempre privilegiate e continuano a esserlo, con il risultato di un gap infrastrutturale ed economico tra Nord e Sud che si aggrava sempre di più. È probabile che la Lega abbia rinunciato alla separazione perché non le conviene. Il maggiore mercato di sbocco delle merci nordiche è il Sud Italia. In caso di separazione il Sud potrebbe smettere di comprare merci da altri Stati e potrebbe organizzare una propria produzione aiutandosi inizialmente con la creazione di dazi. È quanto auspicava l'economista Nicola Zitara per fare risorgere il Meridione. Se c'è qualcuno che ha diritto di alzare la voce e di esigere maggiore attenzione dallo Stato, questo è unicamente il popolo meridionale. Giuseppe Gangemi

Rose d'autunno pericolo anche nella quotidianità. Avviene quindi che lo Stato Centrale ricatta il Sud, con i mezzi che gli sono concessi dalla legislazione e da una Costituzione più che annacquata. Ricatto legale alla metà inferiore della penisola. Forse qualcuno ha dato fastidio, ha fatto qualcosa che non doveva fare? Forse si vuole gettare nella pattumiera questa amministrazione e sostituirla con un’altra più compiacente? Forse le infiltrazioni mafiose a Siderno ci sono davvero? Non sappiamo, ma dalle recenti esperienze non sembra che i Commissari siano i Serafini del Paradiso, puri e casti e senza macchia.

Anzi sono come quegli uomini che cercano avventure ma fuori dalla loro zona, dove magari hanno la fama di maritini fedeli. Comunque vada, è bene iniziare un po’ di stretching per riuscire ad assumere una posizione a perfetto angolo retto, quando verrà il momento. Riuscite a toccarvi le dita dei piedi? Bravi, e ora restate così. Lidia Zitara

professor Stefano Palomba, che al mio risveglio mi accarezzava la fronte e mi rassicurava che tutto era andato per il meglio. I medici diranno: 'facciamo semplicemente il nostro lavoro'. Io rispondo che ci riportano a casa. Sono il ponte sottile che ci collega ai nostri affetti. Questo non sarà mai solo un lavoro. È la loro vita al servizio della nostra" . "Possono le parole avere le ali? - si chiedeva lo scrittore Jan-Philipp Sendker Possono catturarci e condurci in un altro mondo? Possono farci tremare come le forze della natura fanno tremare la terra? Possono arrivare ad aprire le stanze più segrete della nostra anima? Non so se le parole da sole possano tutto questo, ma assieme alla voce umana sì". Oggi la gravidanza è diventata un programma tecnicamente controllato e pilotato che ha indotto la donna a percepirsi, per nove mesi, come “ambiente” in cui si svolge un processo che non le richiede responsabilità sostanziali ma solo formali, attraverso la compilazioni di moduli, relativi alle diverse indagini diagnostiche, che fanno dipendere la sua sensibilità da un giudizio esterno. Per fortuna c'è ancora chi considera la gravidanza non solo una questione burocratica, inserita in un tentacolare sistema di assistenza sanitaria, ma riesce a comprendere che aiutare una donna a mettere al mondo richiede tanta sensibilità. Il ginecologo, l'ostetrica, l'infermiera e tutto il personale deputato alla nascita di una nuova creatura devono sì rispettare la prassi clinica ma anche considerare ogni gravidanza come una storia unica. Ogni donna che sta per diventare madre ha bisogno di uno sguardo attento che le permetta di dire "mi fido". Perchè quando una donna capisce che chi si sta prendendo cura di lei sa cosa sta provando, ce la fa! Un bravo medico sa come "essere accanto" e solo chi può "generare" fiducia e sicurezza può aiutare a partotire. Maria Giovanna Cogliandro

Vorremmo capire La commissione d’accesso nella nostra città? Perché? Cosa devono cercare i commissari? Cosa non è andato bene o per il verso giusto? Ditemi che è un gioco, quello che facevamo da bambini... la caccia al tesoro. Bando alle battute, c’è poco da scherzare; se la commissione c'è, un motivo ci sarà, ma personalmente sono fiducioso. Do il mio benvenuto ai signori della commissione, che fanno solo il loro lavoro, ma fa male questa notizia, tanto male alla comunità sidernese, già provata dal commissariamento degli anni passati. Con il loro arrivo, mi scusino i commissari, siamo sprofondati ancora più giù. Signor sindaco, la città ha fiducia in lei e, allo stesso tempo, è incredula per tutto ciò. Lei, signor sindaco, insieme alla giunta, siete persone serie e oneste, oltre che professionisti. Pensavo che il brutto momento passato con i commissari fosse alle spalle, ma la politica ci riserva sempre delle sorprese... è una brutta bestia. Un fulmine a ciel sereno, proprio adesso che, pian piano, ci stavamo riprendendo e in città si respirava tanto ottimismo, grazie al grande sforzo che il sindaco fa tutti i giorni, lavorando instancabilmente non solo all'interno del suo ufficio ma anche durante le sue trasferte alla Cittadella di Catanzaro o a Roma, un impegno profuso per far crescere la sua e nostra città. Ci ha messo tante delle sue forze e i segni del risveglio sono sotto gli occhi di tutti; ha riacceso la fiammella della speranza in città, con opere da ristrutturare e tante nuove in cantiere. Personalmente, ripeto, ho fiducia nel nostro sindaco e penso anche la comunità, e sono certo che si risolverà tutto per il meglio, per tutti. Non c’è che aspettare il lavoro della commissione, ma mi sorge una domanda: tutto ciò non può avvenire dal nulla e, allora, da dove e da chi? Lascerei da parte le parole mafia e 'ndrangheta perché per me il problema è solamente politico! Aspettiamo come detto il lavoro della commissione sperando in buone notizie per la nostra bistrattata città che da tempo non ha più pace. Giuseppe Belligerante


IL PUNTO Un secolo fa la disfatta di caporetto trasformò centinaia di migliaia di contadini (moltissimi calabresi) in martiri della patria. A cento anni di distanza, purtroppo, non è cambiato molto e, anche se non ci troviamo fisicamente in trincea, continuiamo a combattere una guerra silenziosa per quelli che dovrebbero essere nostri diritti ma che, impunemente, continuano a esserci negati. Abbiamo però un’arma in più dalla nostra parte: quella della consapevolezza, che ci deve far prendere le redini del nostro destino per evitare di incorrere nello stesso errore dei nostri padri.

4 Novembre giornata dell’Unità Nazionale Domenica 5 novembre ore 17 presso il circolo pensionati di Caulonia il dirigente scolastico prof.Vito Perruccio, terrà una conferenza sul tema: “Nel nome dei ragazzi sacrificati nelle guerre salvaguardiamo l’Unità del Popolo italiano sui principi fondamentali della Costituzione”. Saluti Istituzionali Introduzione di Ilario Ammendolia. Dopo la conferenza i partecipanti si recheranno a deporre un fiore alla statua del contadino che fu anche fante sacrificato sui campi di battaglia.

La nostra Caporetto I martiri di caporetto hanno avuto una “colpa”: quella di ritenere che la politica non fosse affar loro ma qualcosa di losco da delegare ad altri.

Un secolo fa, in questi stessi giorni, le mitraglie crepitavano a Caporetto. Lo Stato maggiore italiano già da due anni ordinava ai nostri fanti di andare all’assalto contro le trincee fortificate degli austriaci facendo morire inutilmente centinaia di migliaia di “ragazzi- contadini” trasformati in soldati. La Calabria pagò un tributo altissimo di sangue e anche se è passato molto tempo quel sangue non s’è fatto acqua. Oggi noi calabresi siamo dinanzi a una nuova “Caporetto”. La “trincea” che viene travolta non è più sul Grappa o sull’Isonzo ma nei nostri paesi e nelle nostre città. Si combatte negli ospedali per la salute negata e nei tribunali per una giustizia giusta. I Comuni vengono travolti l’uno dopo l’altro. La volta scorsa ci siamo occupati di Siderno, oggi è sotto attacco Sant’Ilario dello Jonio dove c’è la pretesa di rimuovere un sindaco a “carte coperte” e senza spiegare nulla ai cittadini. Alla faccia della democrazia! Dopo cento anni non è accettabile che le stesse classi dirigenti che - in linea storica - sono state responsabili di tanta morte e di tanto dolore oggi siano causa di nuovi disastri in Calabria e in tutto il Sud. Non è stato umano né giusto mandare milioni di ragazzi all’assalto in nome della “Patria” e dei “Savoia”. È altrettanto inumano e ingiusto decomporre l’Italia e umiliare la Calabria solo in nome dei privilegi, dei calcoli, dei profitti delle classi dominanti. Il referendum sull’autonomia del Veneto e della Lombardia

è solo l’inizio di una “avanzata” antimeridionale che già si respira nell’aria. Noi calabresi nel secolo scorso abbiamo combattuto guerre che altri hanno deciso. Conservo la foto di un mio zio caduto a 25 anni sul Carso lasciando la moglie ed una bambina di appena tre anni. Dei suoi fratelli, uno morì con i polmoni distrutti dal gas respirato in trincea e un altro fu gravemente ferito, decorato in battaglia e promosso sergente maggiore. Erano artigiani, contadini e nulla sapevano delle “terre irredente", né subivano il fascino dei Savoia. È stato ordinato loro di partire e non hanno avuto altra scelta, hanno viaggiato nei carri-bestiame, hanno vissuto tre anni nelle trincee, hanno sofferto il freddo, i pidocchi, la fame, il sole di estate, la neve, la pioggia; sono stati uccisi e, molto probabilmente, hanno ucciso ragazzi come loro senza avere una sola ragione per ritenersi “nemici”. A fine guerra il “sergente maggiore” sopravvissuto è ritornato a fare il calzolaio ma credo che non se ne sia mai fatta una ragione del perché qualcuno avesse decretato la distruzione della sua famiglia. Eppure quegli innocenti hanno avuto una “colpa”: quella di ritenere che la Politica non fosse affar loro ma qualcosa di losco da delegare ad altri, a coloro che erano abilitati al comando. Non possiamo e non dobbiamo ripetere lo stesso errore. Non dovete e non potete consentire che altri giochino col

vostro destino. Siamo pronti a scontrarci all’ultimo sangue col vicino di casa per le spese condominiali o, peggio ancora, a scannarci per un inutile seggio in consiglio comunale ma restiamo indifferenti al domani della nostra Terra e dei nostri figli. Indifferenti dinanzi alle quotidiane ferite inferte alla Costituzione. Ovviamente la Calabria deve fare i conti anche con se stessa e non commettere l’errore contenuto nelle parole di Riccardo III che cito a memoria “siccome non posso far l’innamorato tanto vale che io fo lo scellerato”. I ragazzi calabresi morti in guerre assurde, i nostri emigranti, i caduti nelle miniere, gli sfruttati nelle fonderie e nei cantieri di mezzo mondo ci dicono che abbiamo un patrimonio di onore e di dignità da custodire gelosamente. Non sprechiamolo, rifiutiamo la parte degli “scellerati” per essere quel che siamo: un popolo assetato di giustizia e di voglia di riscatto. La nuova lotta si combatte in ogni Comune minacciato, in ogni presidio ospedaliero e sanitario votato al fallimento, ovunque si nega ai giovani il lavoro o agli studenti una vera scuola. Ovunque si neghi che l’articolo 3 della Costituzione in Calabria possa avere un qualche valore. Siamo all’ultima trincea e il nostro “Piave” si chiama dignità. Ilario Ammendolia


www.larivieraonline.com Domenica 05 Novembre 17

LA PROPOSTA DI PIERPAOLO ZAVETTIERI

Durante la conferenza stampa che il sindaco di Siderno Pietro Fuda ha tenuto sabato scorso per parlare dell’insediamento della commissione d’accesso presso il comune, il sindaco di Roghudi e consigliere della Città Metropolitana Pierpaolo Zavettieri ha avanzato una proposta di incontro al Ministro dell’Interno Marco Minniti affinché vengano chiarite le cause della mancata collaborazione tra le diverse componenti istituzionali. L’invio di commissioni d’accesso agli atti non supportate da un’indagine delle forze dell’ordine, per Zavettieri, rappresenterebbe infatti una difficoltà comunicativa tra il Governo centrale e gli enti locali, ultimo vero baluardo della democrazia nel nostro Paese. L’intervento di Zavettieri ha raccolto numerosi consensi tra i presenti, trovando peraltro il pieno sostegno del Comitato permanente per il rispetto della Costituzione recenetemente fondato dal nostro direttore editoriale Ilario Ammendolia, di Pino Mammoliti ,che ha invitato i sindaci ad esprimere un forte moto di indignazione, e di Giuseppe Romeo, che ha auspicato una rapida conclusione del lavoro della Commissione d'accesso per ridare dignità a Siderno, ai suoi amministratori e ai cittadini.

SULLA STRADA DELLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA SINTESI DELL'INTERVENTO DI AURELIO PELLE – SINDACO DI SAN LUCA DAL 1980 AL 1984***** Giorno 22 non mi è stato possibile articolare il mio intervento, per difficoltà psicologiche derivanti dalle mie condizioni fisiche; per l'esiguità dei minuti concessimi. Ho sottolineato l'esigenza di opporsi alle riforme autonomistiche perché probabilmente difformi dalla Costituzione, evitando di farle apparire rivendicazioni localistiche della Locride. E' indispensabile coinvolgere il Sud Italia, i cittadini di origine meridionale residenti nel Nord, e, possibilmente, anche la popolazione autoctona avversa al razzismo. Ho segnalato all'Assemblea l'urgenza di rivendicare a favore delle Regioni meridionali alcune innovazioni, due ipotesi di riforma del sistema fiscale nazionale che potrebbero essere risolutive dell'antagonismo Nord-Sud. Soluzioni idonee anche anche a ridurre il gap economico attuale, irrimediabilmente destinato ad ampliarsi. Stante l'andamento del convegno, temo che le suddette proposte siano sfuggite a molti, per cui ritorno sull'argomento in questa sede. ***** Non essendo adeguatamente attrezzato evito dissertare sulla differenza tra “tributi, imposte e tasse”; non mi avventuro in disquisizioni circa la natura giuridica dei vari introiti erariali. Tuttavia, nonostante tale avvedutezza, non esito a proporre le suddette innovazioni. 1°) Nell'ambito della riforma tributaria rivendicata dalle Regioni Lombardia e Veneto cui verosimilmente si assocerà tutto il NordItalia, proporrei un'innovazione estremamente importante dal punto di vista economico, politico e sociale: assegnare a ciascun contribuente la facoltà di designare a sua scelta una Regione alla quale devolvere una quota (1020-25 %) dell'IRPEF attualmente attribuita all'Ente Regione dove il contribuente risiede. In tal caso gli immigrati potrebbero aiutare finanziariamente la Regione di provenienza. Ciascun contribuente potrebbe concretizzare la propria solidarietà nei confronti delle aree meno sviluppate del Paese, ovvero optare a favore di una diversa -terza- Regione. 2°) Il negoziato Governo-Regioni sul “Residuo fiscale finale” potrebbe rivelarsi provvidenziale per rilanciare la “Questione meridionale” con un Programma economico-finanziario decennale, utilizzando a tal fine una quota del surplus fiscale oggetto del Referendum. ( Circa 70 miliardi di Euro annui). ***** Alla luce della considerevole massa di astensioni registrate il 22 ottobre, soprattutto in Lombardia, dimostrazione di contrarietà, ovvero segnalazione di agnosticismo verso l'autonomismo delle popolazioni venete, tale novità potrebbe rimediare all'inaridimento del sentimento d'identità nazionale ormai evanescente. Effetti positivi: Migliore e più equilibrata ripartizione delle risorse finanziarie statali, partecipazione e gratificazione del contribuente, responsabilizzazione degli uomini politici regionali, contenimento-riduzione della corruzione, diminuzione dell'evasione fiscale. In buona sostanza coinvolgimento del cittadino-contribuente nella ripartizione delle risorse economiche del Paese e nel controllo della gestione finanziaria del gettito fiscale.

***** Il Referendum del 22 ottobre 2017 è scaturito dal malcontento dei contribuenti veneti riguardo al sistema fiscale italiano, dal loro punto di vista eccessivamente oneroso e brutale, viceversa blando ed indulgente nei confronti del Mezzogiorno, beneficiario (parassita) della ricchezza prodotta nelle aree più industrializzate del Paese. I sostenitori del SI ignorano che il progresso economico di cui essi menano vanto è merito anche degli immigrati (operai, artigiani, professionisti), ovviamente non tutti provenienti dal SudItalia. Il movimento migratorio verso il Nord-Italia ha coinvolto milioni di “terroni”. Gli abitanti residenti in Lombardia, nonostante l'enorme decremento del tasso di natalità, dal 1951 al 2016 sono aumentati del 52,58 %, (1951, ab. 6.566.154; 2016: ab. 10.019.166). Gli ultrà anti-meridionalisti, ignorano l'immenso valore del capitale umano di cui le Regioni meridionali sono state costrette a privarsi. E' in svolgimento una «nuova emigrazione intellettuale», che riguarda per la stragrande maggioranza laureandi e laureati. Dal 2002 al 2015 il saldo migratorio netto di laureati ha segnato un deficit di 198 mila. Un laureato, sommando i costi scolastici effettivi a carico delle famiglie con l'ammontare del mancato reddito, costerebbe 400.000 Euro. In effetti, l'emigrazione è stata un travaso di capitale umano a favore del Settentrione, e nel contempo un'inarrestabile emorragia di risorse finanziarie a scapito del Mezzogiorno. Duecentomila professionisti emigrati equivalgono a 80 miliardi investiti a favore del Nord; cifre enormi, cui deve essere sommata la ricchezza prodotta dai medesimi insieme agli immigrati generici. L'emigrazione interna ha causato l'impoverimento delle Regioni meridionali, e, paradossalmente, ha avviato il declino del sentimento di appartenenza nazionale, e verosimilmente anche lo sbriciolamento amministrativo, territoriale e culturale della Repubblica italiana. «Può sembrare sproporzionato e anacronistico, al tempo delle grandi migrazioni dal Sud al Nord del mondo, focalizzarsi sulle migrazioni interne - spiega Giuseppe Provenzano, vicedirettore della Svimez - ma si tratta di un fenomeno rilevante che ha conseguenze demografiche più generali e pressoché unico nei Paesi sviluppati». ***** Nonostante l'inadeguatezza del bagaglio scientifico in mio possesso, non disdegno essere temerario perché istintivamente fiducioso che, ai fini della salvaguardia della Democrazia in Occidente, i fenomeni socio-politici oggi maggiormente catastrofici, -dico Populismo, dico Demagogia, mi riferisco allo strapotere dei Club finanziari euroasiatici, parlo di evasione fiscale-, potrebbero essere sconfitti, tacitati e ridimensionati con l'introduzione graduale di criteri opzionali nella destinazione degli introiti finanziari pubblici (Stato, Regioni, Città Metropolitane) da parte del cittadino-contribuente a favore di specifici settori: Scuola, Sanità, Difesa, Ricerca scientifica, Infrastrutture, Industria, Agricoltura, Turismo. Ovvero nel finanziamento di progetti onerosi sotto l'aspetto finanziario, ma grandiosi ed epocali dal punto di vista economico, sociale e civile . Ad esempio: l'ammodernamento della rete ferroviaria, il ponte sullo Stretto di Messina, il recupero dei terreni incolti in Calabria, il recupero urbanistico dei Centri Storici collinari e montani.


www.larivieraonline.com Domenica 05 Novembre 19

Locri: domani la presentazione del Progetto T.R.A.D.E. Domani, lunedì 6 novembre, alle ore 12:00, presso il Palazzo Comunale di Locri, si terrà la conferenza stampa di presentazione del progetto “T.R.A.D.E. - Training Activities for the Development of new Enterprises” realizzato dall’Associazione FarImpresa e finanziato nell’ambito del programma Erasmus+ KA1 VET con l’obiettivo di rafforzare la dimensione europea dell’istruzione e della formazione. Il progetto garantirà a 100 neodiplomati calabresi di svolgere un tirocinio professionale di 4 mesi in Belgio, Spagna, Irlanda o Regno Unito nei settori dell’amministrazione, finanza, marketing, accoglienza turistica e ospitalità alberghiera o nel settore agroalimentare. Alla conferenza parteciperanno i referenti scolastici Dell’Alberghiero, del Mazzini e del Classico di Locri, del La cava di Bovalino, i comuni di Locri, Bianco, Marina di Gioiosa Ionica e Roccella Jonica e Confindustria e CISL di Reggio Calabria.

Siderno Superiore: l'11 novembre torna la "Festa di San Martino" Il prossimo 11 novembre Siderno Superiore si vestirà a festa per celebrare uno degli appuntamenti più suggestivi dell’anno, quello dedicato a San Martino, patrono dei contadini e dei vendemmiatori. L’apertura ufficiale della manifestazione, organizzata dal comitato Pro Piazza Cavone, è fissata le 18:00. Zeppole, frittelle di zucca e vino novello rigorosamente locale vi aspettano per deliziare i vostri palati. La serata sarà allietata dal complesso musicale "Dream Music Band".

Guido Pescosolido illustrerà la questione meridionale in breve Martedì 7 novembre, alle ore 18:00, presso la Biblioteca Comunale “La Torre”, sita in via Reggio 1, angolo Corso Garibaldi, a Siderno, si terrà la presentazione del libro “La questione meridionale in breve - Cinquant’anni di storia” del Professore di Storia all’Università “La Sapienza” di Roma Guido Pescosolido. Il convegno, organizzato dall’associazione Amici del Libro e della Biblioteca con il patrocinio del Comune di Siderno, oltre alla partecipazione dell’autore vedrà gli interventi del sindaco ospitante Pietro Fuda, dell’Assessore alla Cultura Ercole Macrì e del membro della Deputazione di Storia Patria Domenico Romeo. Introdurrà il presidente dell’ALB Cosimo Pellegrino.

Successo per la 3ª edizione dell’Ottobrata Sidernese

Anche quest’anno è tornata, con la sua terza edizione, l’Ottobrata Sidernese, appuntamento enogastronomico e culturale che per un fine settimana ridà vita al borgo antico di Siderno Superiore raccogliendo sempre un nutrito pubblico. La manifestazione, nata per ridare lustro al centro storico del paese e slancio al turismo fuori stagione, anche quest’anno ha presentato un programma variegato, in grado di accontentare davvero tutti i presenti. Ai tradizionali stand di caldarroste e panini di Piazza San Nicola, infatti, sono stati affiancati due convegni relativi alle sviluppo socio-economico e all’evoluzione della famiglia nella società moderna, la mostra “Artinfesta”, l’esposizione fotografica sugli antichi mestieri e un seminario sulla degustazione del vino tenuto dalla Fondazione Italiana Sommelier.

Nel prossimo film di Demetrio Casile, realizzato grazie al crowdfounding, racconta di una mafia senza pistole e senza sangue, fatta di risate.

Un film che esorcizza la 'ndrangheta: ultimate le riprese de "Il matrimonio più sconvolgente della storia" Una produzione di queste dimensioni avrebbe richiesto un investimento da almeno due milioni di euro. Demetrio Casile, invece, è riuscito a realizzare "Il matrimonio più sconvolgente della storia" con alcune decine di migliaia di euro, in gran parte racimolati grazie al crowdfounding, la raccolta fondi avviata in rete, che è riuscita a coinvolgere ben 1600 persone. La storia raccontata è una dissacrazione dell’ambiente mafioso. "Tutto gira attorno al matrimonio tra la figlia del boss e il ragazzo più timido del paese - ci aveva anticipato Casile in un'intervista rilasciataci, due anni fa, prima che iniziassero le riprese. - Questo ragazzo ricco, di cultura, che non accetta la violenza, subirà una sorta di metamorfosi che lo porterà a prendere il posto del suocero mafioso. Ma la sua mafia non avrà pistole, sarà una mafia senza sangue, fatta di risate. I killer che inizialmente sono al servizio del suocero diventeranno grandi amici del ragazzo, e insieme risolveranno ogni cosa in maniera giocosa senza mai ricorrere alla violenza". Dunque, una risata seppellirà la ‘ndrangheta: l’intento del film di Demetrio Casile è quello esorcizzarla. "La gioventù che emerge sostituisce alla sopraffazione l’ironia e questo è culturalmente interessante aveva dichiarato Casile. - Le istituzioni, tra cui in prefetto, il ministro degli interni ringrazieranno il ragazzo per aver sconvolto con il suo matrimonio

la ‘ndrangheta". 1800 comparse tutte calabresi, 150 mezzi tra macchine d'epoca, vespe e moto, 25 location, tra cui il Palazzo della Provincia reggina e il Corso Garibaldi di Reggio Calabria, 30 ore di riprese, adesso in fase di montaggio. Un'operazione quest'ultima che richiede ancora un ultimo sforzo economico: oltre al crowdfounding, si è pensato al progetto "Un romanzo e un film...": il ricavato

delle copie del romanzo di Demetrio Casile "Intorno all'albero la stupidità" sosterrà la realizzazione del film. Una scommessa vinta quella di Casile, un'impresa coraggiosa accolta dall'entusiamo di tanti calabresi che hanno creduto ciecamente nella sua follia creativa e nella sua sovrana energia. mgc

La Festa del Fungo di Mammola dài nuovo impulso all’economia locale Continua con sorprendete successo la promozione dei prodotti autunnali da parte della città di Mammola. Anche quest’anno, infatti, ha riscosso grande successo la Festa del Fungo che, la scorsa settimana, mantenendo la promessa di far rivivere la migliore tradizione calabrese attraverso il buon cibo e i canti e balli popolari, ha attirato un grande pubblico proveniente da tutta la provincia. Anche in questa occasione, insomma, può essere considerata vinta la sfida del presidente dell’associazione dei funghi Cosimo Romeo, che ciclicamente si impegna a dare nuovo vigore all’economia locale attraverso la promozione dei prodotti d’Aspromonte.

Sabato a Roccella la presentazione del primo Rock Sabato 11 novembre, alle ore 19:00, presso i locali del Tiche Bar di Roccella Jonica, lo staff di Radio Roccella presenterà il primo Radio Roccella Rock Contest, organizzato in collaborazione con il Comune. Il Rock Contest si presenta come un concorso/vetrina che vuole offrire agli artisti musicali emergenti della Locride le migliori condizioni di visibilità al fine di facilitarne lo sviluppo artistico e professionale. Le condizioni da rispettare per poter prendere parte al concorso saranno illustrate nell’ambito della conferenza di sabato, al termine della quale si svolgerà lo spettacolo musicale a cura dei giovani artisti di “Union Dome Music”.

Lions Club di Locri: Pino Macrì riconfermato presidente Pino Macrì, responsabile del reparto di ginecologia presso l'Ospedale civile Locri, è stato confermato presidente del Lions Club anche per l'anno sociale 2017/2018. Accanto a lui, in qualità di componenti del direttivo saranno presenti Aristide Bava, Francesco Ferraro, Silvana Fonti, Piero Multari, Rocco Vasile, Elisa e Giuseppe Ventra, mentre il comitato soci sarà composto da Enzo Circosta, Silvana Fonti e Rocco Vasile, impegnato proprio in questo periodo a creare le premesse per l'incremento dei soci del club. Antonio Zuccarini è stato confermato responsabile Leo. Il nuovo esecutivo del Lions Club di Locri si è insediato in occasione della cerimonia di apertura del nuovo anno sociale, che si è tenuta domenica scorsa. All’assise erano presenti numerosi officers e presidenti di club del Distretto, hanno partecipato il Governatore del 108 YA, Francesco Capobianco e il segretario distrettuale Michele Giorgio alla presenza dei presidenti di Circoscrizione e di zona Marina Latella e Domenico Mobrici. Presenti anche Antonio Fuscaldo e Franco

Scarpino. Nel corso dell'incontro è stato anche salutato l'ingresso nel Leo Club della nuova socia Maria Chiara Mangiavillano. Temi portanti dell'attività operativa del Lions Club di Locri - ha affermato il presidente Pino Macrì saranno le problematiche del territorio con uno sguardo attento anche al sociale in virtù della presenza tra i soci del club di Locri della responsabile di circoscrizione del service “Stelle in strada” Silvana Porcella Fonti e dei responsabili di circoscrizione sullo “Screening per la sanità” e del “Progetto Martina” Giuseppe Ventra e Rocco Vasile. Il Governatore Francesco Capobianco ha espresso il suo compiacimento per l'apprezzato convegno sulla “Magna Grecia”, dal quale è arrivata la proposta Lions di chiedere al Presidente della Regione Calabria di attivarsi per far riconoscere il progetto “Patrimonio dell’UNESCO” invitando l'associazione locrese a riproporre l'importante service, di cui è responsabile distrettuale Piero Multari, primo vicepresidente del Club di Locri, anche per il prossimo anno.




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www.larivieraonline.com Domenica 05 Novembre 21

#Ktftuttolanno

2 3 gio g vienoglla astronomico 2 san martino 1 concerti

laboratori

workshop

Il Kaulonia Tarantella Festival torna con il suo terzo appuntamento autunnale! Sabato 11 novembre, in concomitanza con la festa di San Martino si svolgerà infatti un nuovo appuntamento del KTF Tutto l’anno, che promette ancora una volta di insegnare tutti i segreti della tarantella a coloro che si iscriveranno ai seminari e di intrattenere il grande pubblico con intrattenimenti di tutti generi e concerti travolgenti. Prima di entrare nel vivo dei seminari che si terranno al pomeriggio, alle ore 9:00, presso l’Aula Magna dell’Istituto Tecnico Agrario di Marina di Caulonia, si svolgerà l’incontro “Vitivinicoltura: valorizzazione tipicità, interventi tecnici e incentivi del comparto”, un convegno organizzato dall’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) in sinergia con il Comune di Caulonia e l’I.I.S. Umberto Zanotti Bianco, moderato da Giuseppe Cavallo. Durante il confronto sulla valorizzazione delle risorse vitivinicole della Locride, dopo i saluti del Dirigente Scolastico Antonino Morfea, e del Sindaco di Caulonia Caterina Belcastro, relazione-

ranno Domenico Calvi, il direttore del CSD ARSAC di Locri Roberto Oppedisano, l’enologo Cosimo Murace e l’agronomo Vincenzo Vozzo. Le conclusioni saranno affidate al Dirigente Regionale ARSAC Bruno Maiolo. In attesa dei concerti che riscalderanno la lunga serata d’autunno, a Piazza Sant’Antonio, a Caulonia Marina, il Comune e la Parrocchia dei Ss Silvestro e Barbara allestiranno un villaggio presso il quale si potrà effettuare la degustazione di vini e prodotti tipici della tradizione enogastronomica cauloniese, e saranno esposti i più sfiziosi prodotti dell’artigianato locale. Gli stand gastronomici saranno curati dai gruppi parrocchiali e il loro ricavato sarà destinato a una raccolta fondi che, se avrà buon esito, permetterà di acquistare i condizionatori per la chiesa. Ma la giornata, come già accaduto durante gli appuntamenti di settembre e ottobre, sarà dedicata anche ai Laboratori Pratici Tematici che si terranno presso la Casa della Cultura di Caulonia Superiore. Le lezioni di strumento, tenute a partire dalle ore

11 novembre 2017

14:45 da Francesco Loccisano, Antonio Critelli e Gabriele Trimboli, ci sveleranno le tecniche più efficaci per suonare rispettivamente chitarra battente, zampogna e pipita e la lira Calabrese. Alle ore 16:30 prenderà invece la parola Danilo Gatto per illustrare le caratteristiche del canto popolare prima che, alle ore 17:45, Mimmo Calavallaro tracci un affascinante percorso attraverso i canti popolari cauloniesi. Alle ore 19:00, dunque, concluderà la giornata “scolastica” Giuseppe Lucà, che ci racconterà delle sue “Fabbriche Musicali Calabresi”. Ma la lunga giornata del KTF non finirà qui. Dopo aver consegnato a tutti gli iscritti un attestato di partecipazione, verrà dato ampio spazio ai ritmi travolgenti di Zalles e della Peppa Marriti Band, che, a partire dalle ore 21:00, faranno scatenare la Piazza Sant’Antonio di Caulonia Marina. Si ricorda che la quota di partecipazione ai seminari è di 10 € e che le iscrizioni potranno essere effettuate sul sito www.kauloniatarantellafestival.it entro le ore 12:00 di venerdì 10 novembre.

showcase

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caulonia


www.larivieraonline.com Domenica 22 Novembre 08

Fascino locrideo Nik Spatari e Hiske Maas, in questa meravigliosa foto in bianco e nero, rappresentano tutta la genuinità e l’amore che solo la nostra terra è in grado di infondere nei suoi abitanti.

Trasferta in incognito Un sabato pomeriggio, per caso, a Siderno, abbiamo pizzicato Candeloro Imbalzano in compagnia del figlio Pasquale e del giornalista Pino Albanese. Che affari avrà sbrigato mai, nella nostra città, l’ex consigliere regionale?

Autista, io, lo nacqui! Giuseppe Megna, attuale autista del comune di Siderno, si lascia fotografare insieme a Franco Fragomeni, che lo ha preceduto nel prestigioso incarico per molti anni.

C’erano i socialisti Antonio Crinò e Gianpaolo Catanzariti sono accomunati dalle lampanti radici aspromontane e dalla passione per la politica di classe.

Quest’assemblea mi distrugge… Il sindaco di Polistena Walter Scerbo si abbandona sulla poltrona accanto a quella del collega di Bruzzano Franco Cuzzola, entrambi evidentemente stremati da un paio d’ore di assemblea dei sindaci.

Amicizia, valore antico In questa foto possiamo osservare due sorridentissimi giovanotti d’altri tempi: Tommaso Raschellà e il “Barone” Francesco Macrì.

Col sudore della fronte Francesco Ursino e Vincenzo Bombardieri, impegnati con “pala e pico”, cercano di rendere maggiormente presentabile l’isola ecologica di Roccella Jonica: quando la politica è fatica!

Lungo e breve corso L’inossidabile Giorgio Imperitura, che ormai solo i più anziani ricorderanno quando ancora non era sindaco, posa assieme alla più “fresca” collega di Caulonia e consigliere Metropolitano Caterina Belcastro.

In compagnia degli stranieri Cecè Carnà posa sereno nella Sala Consiglio del comune di Siderno assieme agli amici di Stilo Romina Leotta e Antonio Marrapodi.

Tipi belli Il sindaco di Taurianova, Fabio Scionti, in compagnia dei vicesindaci di Locri e Caulonia Raffaele Sainato e Domenico Campisi, discutono di dissesto, fiumare e, soprattutto, della nuova linea di Sainato!

Sidernoween La febbre di Halloween ha contagiato anche la Jonica Frutta di Siderno, che si è fatta trasportare dalla tradizione celtica allestendo un bancone nel quale ha accostato i sapori tradizionali calabresi alle sorridenti zucche anglosassoni!




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