Riviera n° 45 del 08/11/2015

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LA CONTROCOPERTINA

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DOMENICA 08 NOVEMBRE

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Chaouqui

Francesca la calabrese Commissaria del Papa che decide sui Santi MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

robabilmente anche i suoi genitori avevano fatto voto a San Francesco di Paola, come - a detta sua - si usa dalle nostre parti, affinchè nascesse maschio. Ma Francesca Immacolata Chaouqui è nata fimmina. E qui in Calabria i fimmini 'ndannu u si stannu citti. Così scriveva sul Corriere della Sera dopo l'omicidio di Fabiana Luzzi avvenuto a Catanzaro nel maggio 2013 per mano del fidanzatino, dipingendo una Calabria troglodita. È andata via dal suo paesino di 2000 abitanti, vicino a Corigliano, dove l'unico bar funge da "severo e insindacabile tribunale di chi vale e chi non vale, di chi conta e chi no", dove uomini e donne fanno parte di "due mondi paralleli che non si trovano mai", dove "il piacere e la libertà sono cose da maschi". È andata via perchè stanca di quelle casette arroccate costruite nel dopoguerra e rimaste tali e quali da allora, perchè qui da noi solo i carabinieri possono aiutarti e proteggerti - come scriveva in un pezzo su Luigi Preiti, l'attentatore di Palazzo Chigi originario di Rosarno. Ha detto addio alla Calabria Francesca Immacolata - dove "nonostante tutto" c'è un pezzo del suo cuore - perchè sognava un mondo raffinato per raffinato senza odore di camini d'inverno, senza il puzzo pungente dell'aglio che ti assale non appena metti il naso dentro casa. Meglio l'odor d'incenso. Quello almeno purifica. Citta citta è riuscita a diventare membro della Commissione dei saggi scelta da Papa Francesco. "Da cristiana e italiana è per me un grandissimo onore avere l'opportunità di aiutare il Santo Padre" aveva dichiarato tutta preijata dopo la nomina. Unica donna su otto membri, unica italiana e la più giovane, appena 30 anni. Ma presto i rapporti tra Francesco e Francesca iniziano a incrinarsi. Nel febbraio 2014 in occasione della canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II diede una festa sulla terrazza della Prefettura degli Affari Economici. C'era la creme de la creme della Roma bene a quella festa con vista mozzafiato su Piazza San Pietro, e la Chaouqui, da brava calabrese ospitale, aveva fatto gli onori di casa. 18 mila euro costò quel buffet mondano mentre, sotto, fedeli stretti come sardine con le loro storie, le bandiere, la commozione stavano a guardare. Per Papa Francesco quel ricevimento fu uno scandalo, il simbolo di tutto ciò che sin dal suo "insediamento" aveva cercato di combattere. La settimana scorsa Francesca Immacolata è stata arrestata insieme a Monsignor Lucio Ángel Vallejo Balda per sottrazione e diffusione di notizie riservate, reato che la legge vaticana punisce con una pena fino a 8 anni. Ma lei tiene a precisare al Corriere della Sera che non è stata arrestata ma si è presentata spontaneamente. E i gendarmi sono stati dei gentiluomini, mica come i maschi buzzurri di Calabria! "Com-ple-ta-men-te estranea ai fatti" si è dichiarata. Nel frattempo salta fuori una nuova indagine sulla Chaouqui e sul marito che li vedrebbe coinvolti in un giro di estorsioni per la gestione delle pratiche su canonizzazioni e beatificazioni. A quanto pare bisogna pagare tangenti anche per diventare Santi. "Citta e muta" le dicevano in Calabria ma lei non è riuscita a soffocare la sua indole da comare figurando tra gli "autori" di una spy story che ha come sfondo il Vaticano. Oggi, come le hanno insegnato al bar del suo paesino, decide chi conta e chi no. Addirittura tra i Santi.

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RIVIERA

ATTUALITÀ

GIUDIZIARIA

Il valore indiziante delle intercettazioni e considerazioni che seguono sono tratte dalla sentenza dell’operazione “Bellezza”, e riguardano il valore indiziante che assumono le intercettazioni in particolare relative a soggetti – conversanti indagati per reati in materia di sostanze stupefacenti. “Con precipuo riferimento alle comunicazioni che si ritengono afferenti a vicende di narcotraffico, che la determinazione dell’oggetto dei traffici è resa certa sia dal tenore criptico-allusivo delle conversazioni (si pensi al reiterato ricorso a forme di comunicazione intenzionalmente ellittiche ed involute, finalizzato a disorientare l’ascoltatore occulto ed a precludergli la comprensione del reale oggetto dei dialoghi, al riferimento a “quelle cose”, al “motorino”, agli “appartamenti”, ovvero ai “documenti” che, stanno ad indicare, secondo l’accusa, il prezzo da corrispondere e non la sostanza stupefacente, ovvero ancora all’utilizzo di nomi, non coincidenti con quelli reali dei soggetti cui sono riferiti), dalla loro contestualizzazione nel più vasto panorama investigativo (si pensi alla diffusione del sistema di trasporto “a staffetta”, che, nella prospettiva dei malviventi, avrebbe dovuto garantire migliori condizioni di sicurezza per la presenza di un veicolo “pulito” che, precedendo quello a bordo del quale veniva trasportata la droga, era in grado di segnalare in anticipo l’eventuale presenza in zona delle forze dell’ordine) che dal sequestro di sostanza stupefacente, nonché, e soprattutto, dalle più esplicite indicazioni tratte dalle intercettazioni ambientali. I dati tratti dall’esperienza giudiziaria inducono, invero, a ritenere che siffatta tipologia di cautele costituisce, di regola, una necessità per i protagonisti delle organizzazioni criminali operanti nel settore del narcotraffico i quali, avendo necessità di gestire i propri traffici in modo proficuo e non potendo fare a meno del ricorso al rapido ed agile strumento di comunicazione telefonico, sono costretti ad adottare gli opportuni accorgimenti allo scopo di eludere la fruttuosità di eventuali controlli. Come sopra anticipato, un primo espediente finalizzato ad impedire l’identificazione degli interlocutori e delle persone cui gli stessi fanno riferimento consiste nel fatto che i colloquianti di regola evitano di chiamarsi per nome, né indicano il nome dei terzi cui vogliono fare riferimento, ed usano spesso pseudonimi. Spesso la cautela utilizzata dai conversanti è maggiormente incentrata sull’obiettivo di impedire la comprensione agli estranei del reale significato dei dialoghi, e passa, pertanto, attraverso l’uso evidente di un linguaggio “criptico” ed “allusivo”, giovandosi anche del frequente ricorso a termini od espressioni del tutto avulsi rispetto al contesto del discorso, oltre che estranei rispetto all’attività dei conversanti, e che, comunque, danno contezza della comunanza del gergo tra soggetti che sono inseriti in un medesimo contesto criminale. Il diffuso ricorso ad un linguaggio convenzionale è elemento sintomatico, oltre che dell’illiceità dei traffici gestiti, dell’esistenza di una sottostante struttura organizzativa, che si regge sul concordato rispetto di un determinato codice comportamentale, comprensivo anche delle descritte regole di comunicazione, la cui decriptazione è stata facilitata dal fatto che alle intercettazioni telefoniche é stata affiancata una intelligente attività di captazione ambientale, che ha consentito di cogliere a pieno ed in maniera inequivoca il coinvolgimento negli illeciti commerci degli indagati i quali, evidentemente, ritenevano, parlando di persona, di essere al riparo da interferenze, per contro, esistenti; la determinazione dell’oggetto dei traffici in sostanza stupefacente, segnatamente del tipo eroina, cocaina e cannabis, è, quindi, avvenuta grazie alla combinazione degli elementi di prova complessivamente acquisiti”.

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Siderno-Locri: divisi nel tifo ma uniti per il nostro territorio MancaappenaunasettimanaallostoricoderbySiderno-Locri.Grazie all’impegno del consigliere e tifoso Gianluca Leonardo, l’Amministrazione Comunale si sta attrezzando per rendere ancora più memorabile una partita che sarà ricordata per decenni.

Durante il derby saranno ricordati i quattro angeli di Siderno

«Non sarà una semplice partita, ma LA partita!» Non riesce a trattenere l’entusiasmo il consigliere comunale Gianluca Leonardo, presidente della Commissione Sport del Comune di Siderno e figlio dello storico presidente del Siderno Calcio Enzo Leonardo. L’avvicinarsi del 15 novembre, data in cui Siderno e Locri si scontreranno in un derby storico fa fremere tutti i tifosi dei due paesi, ancora più eccitati dal fatto che le due squadre non erano in sfida diretta da decenni e si contendono, oggi, il vertice della classifica di campionato Promozione. «Non posso non invidiare i giocatori che disputeranno la partita, che potrebbero entrare nella storia se segnassero il gol partita. «Certo, l’entusiasmo per l’avvicinarsi dell’evento non ci fa dimenticare la sicurezza. Le antiche frizioni tra le due tifoserie hanno spinto il Comune ad attrezzarsi per prevenire qualunque problema. Stiamo predisponendo, con alle forze dell’ordine, le misure di sicurezza necessarie a far fronte a eventuali quanto non augurati disordini e abbiamo stabilito persino di creare una doppia biglietteria, dedicata ognuna a una tifoseria, onde evitare che il pubblico si incontri ancora prima dell’inizio del match. «Durante questa la settimana verrà alle-

stito un punto di rivendita dei biglietti in piazza Portosalvo e ci sarà persino la possibilità di acquistare merchandising della squadra. Siamo certi che tutti i tifosi saranno contenti e a maggior ragione lo saranno quei “romantici” del pallone come Pepè Tavernese, Nino De Girolamo, Mimmo Cannatello e i fratelli Diano (e lo sarebbe stato anche il compianto Pippo Galeano) non appena il Comune annuncerà un’importantissima iniziativa che riguarderà il nostro stadio. «Non si ferma, infatti, la nostra intenzione di migliorare le strutture sportive presenti nel nostro comune. Manca sempre meno, all’inizio dei lavori per la copertura delle gradinate e per il campo di Mirto. «Al campanilismo sportivo, che invitiamo i tifosi a esercitare nell’ambito della correttezza e a far cessare allo scoccare del 90esimo minuto anche nel rispetto dei quattro angeli di Siderno che verranno commemorati prima della partita in occasione dell’anniversario della loro prematura scomparsa, fa comunque da contraltare una grande voglia di collaborazione e compartecipazione da parte delle amministrazioni di Locri e Siderno, consapevoli che solo attraverso la comunione di intenti anche con il resto dei comuni del comprensorio, contribuiremo a far crescere tutto il nostro territorio». Jacopo Giuca

A Totò Delfino che venerdì scorso avrebbe compito 80 anni

“Mipiaceimmaginartia cavalcionidiunasino” A Totò Delfino che visse in simbiosi con l'Aspromonte e che oggi avrebbe compiuto ottant'anni, voglio dedicare queste righe per ribadirgli ancora una volta tutta la mia ammirazione e il mio affetto. Non so perché, forse perché l'ultima volta che c'incontrammo parlammo anche di lui, o perché nel suo ultimo libro "Il raglio dell'asino" la dedica per me fu "a Mario Nirta con un raglio prolungato", mi piace adesso vedere Totò girovagare a cavalcioni di quell'asino che signoreggiava nel poster del suo studio, tra una nuvola e l'altra alla ricerca di uno spiraglio per intravedere quel suo adorato Aspromonte che conosceva palmo a palmo. Ricordo con immutato affetto Totò Defino. E lo leggo e rileggo in continuazione, quasi a sentire ancora più forte la sensazione che non sia mai morto. Per questo non ho voluto vederlo nella bara. Purtroppo, gli ultimi ricordi che ho di lui vivo sono struggenti ... eravamo nella cucina di casa sua vicino al caminetto e lui passeggiava parlando di altre sue opere che aveva in cantiere. Fose sapeva che stava per morire e non voleva lasciarlo trapelare. Ed anch'io sapevo che se ne stava andando e fingevo di non saperlo. Poi m'invitò ad andare in salotto perché sulla sedia non ce la faceva a sedersi: ormai era quasi ridotto pelle ed ossa. Una volta seduti ricominciò a fare progetti. Tornò brillante com'era sempre e dimenticammo entrambi per un po' di tempo la sua tragedia. Ma evidentemente non eravamo bravi attori né lui e tanto meno io perchè quando ci salutammo non riuscì ad accompagnarmi alla

porta - come faceva sempre - ed io riuscii a stento a trattenere un singulto. Tanti episodi ritornano: un pranzo ad Antonimina condito da aneddoti continui e da allegri episodi; la sua contentezza per un mio pezzo per "La Riviera" sul suo "La nave della ndrangheta" che dovrebbe essere un classico obbligatorio nelle nostre scuole insieme ad "Amo l'Aspromonte"; e le sue visite a casa mia quando con un aperitivo in una mano e l'altra a palma aperta indirizzata verso di noi per indurci a tacere, riusciva a parlare per mezz'ora senza berne nemmeno una goccia. Sono orgoglioso d'aver goduto della sua amicizia e del suo insegnamento. Ma mi vergogno, come calabrese, nel constatare che nessuno fra i "detentori" della cultura abbia fatto niente per divulgare la sua opera che è un vero patrimonio da conservare. C'è tutta la storia del nostro mondo nei suoi libri e nei suoi articoli. Ed è anche possibile, pur se non lo credo,

che possano esistere da noi scrittori più bravi di lui, Ma non si può capire la Calabria nei suoi più intimi recessi se non si legge Totò Delfino. Quando Totò se ne andò, scrissi un articolo per "La Riviera" dicendo che la cultura calabrese per come l'aveva trattato, non lo meritava. A distanza di qualche anno non ho motivo di ricredermi, purtroppo. Ma importa poco perché sin quando ci sarà ancora su questa terra uno di noi suoi amici, lui resterà vivo ed accattivante come lo è sempre stato. E come ad cristallino ruscello d'Aspromonte continueremo ad abbeverarci alla sua fonte. "All'ennesima distribuzione, Rocco arrivò in ritardo ..." E' l'inizio di "Rocco in frac" una delle novelle più belle della letteratura non solo nostra, ma mondiale. Ciao Totò, ti voglio bene. Mario Nirta


a di in r a M i d a d n ie z L’a oi u s i o t s o p s e a h Gioiosa o p x ’E ll a i in v i r a in straord ondo m l a o d n a r t s o m alità u q a u s la o r e t in

Piero ia V in e r b m e v o L’11 n à Gobetti, 80 ci sarbile Festa un’indimentica di San Martino

ConSciancaVinil'eccellenza calabresesbarcaall'Expo mondo del vino calabrese ha voglia di fare ed è stanco di attendere. Ha tutte le carte in regola per farlo. Scianca Vini entra a pieno titolo in questo mondo di eccellenze e a confermarlo è stato il grande successo riscosso all'Expo di Milano. Nella settimana tra il 19 e il 25 ottobre, all'interno del padiglione COPAGRI (Confederazione Produttori Agricoli), l'azienda calabrese ha proposto i suoi vini migliori, tutti ricavati dalle uve prodotte sugli altipiani baciati e avvolti dal cocente sole del Sud. C'era il Rosso e il Rosato Gaglioppo di Cirò insieme al Bianco Insolia di Sicilia, esposti per un'intera settimana insieme ad altri prodotti tipici della nostra terra, qualo l'olio, i salumi e i formaggi. Nel weekend, invece, i numerosissimi visitatori, accompagnati da esperti, hanno preso parte a una degustazione attraverso il mondo del vitivinicolo della Calabria, in un viaggio che ha una storia millenaria, tra qualità sempre crescente e nuove prospettive di mercato. La Calabria del vino ha bisogno di proseguire su una strada che negli anni ha saputo

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spianarsi puntando sull'innovazione ma senza mai tradire la tradizione: è andata incontro alle tendenze di gusto del consumatore senza rinunciare alla propria identità originaria, un'identità certa, riconducibile ai nostri migliori vigneti. Questa è anche la storia di Scianca Vini, un posto per veri intenditori grazie alla passione e alla professionalità di Marco tramandata dal padre. Oggi quella passione e quella professionalità, grazie alla partecipazione all'Expo, è conosciuta da tutto il mondo. Rientrato da Milano, Marco è già all'opera per organizzare un'indimenticabile Festa di San Martino. In Via Piero Gobetti a Marina di Gioiosa, l'11 novembre a partire dalle 20:30 sarà possibile gustare, abbinati ai suoi straordinari vini, bruschette, zeppole, fagiolata, polenta, caldarroste e tanti altri prodotti tipici. Adesso che anche il mondo lo sa che da Scianca Vini trovi la qualità, non puoi assolutamente mancà!

Marina di Gioiosa Ionica (RC) Via dei Giardini 72/76


Attualità Brancaleone

Bova Marina

Statale106

m K 34,4

Staiti

Bova Marina

Se oltre un secolo fa Giustino Fortunato definiva la Calabria “uno sfasciume pendulo sul mare”, oggi si ritrarrebbe inorridito dovendo constatare quanto la situazione sia peggiorata rispetto ad allora. Non per colpa della Natura ma degli uomini.

Passata è la tempesta ILARIO AMMENDOLIA olo il sole splendente che abbiamo avuto negli ultimi giorni ci predispone alla festa. I danni sono sotto gli occhi di tutti: la 106 interrotta, la ferrovia spazzata via, le strade interessate a frane e smottamenti, il mare che si addentra sempre più nella terra ferma, abitazioni in pericolo, acquedotti divelti, torrenti esondati, raccolti compromessi, il pascolo brado provato. Per puro “miracolo” non ci sono stati i morti come nel 1951, anche se ci siamo andati molto vicino. Non è stato un’alluvione ma solo una pioggia decisamente sostenuta, eppure ormai basta poco per mettere questa terra in ginocchio. Se oltre un secolo fa Giustino Fortunato definiva la Calabria “uno sfasciume pendulo sul mare”, oggi si ritrarrebbe inorridito dovendo constatare quanto la situazione sia peggiorata rispetto ad allora. Non per colpa della Natura ma degli uomini. Sul banco degli accusati c’è lo Stato centrale e soprattutto la Regione Calabria. Ci siamo anche noi calabresi per aver scarsamente vigilato su quanto ci appartiene e per lo scarso amore verso tutto ciò che ci circonda. Per i nostri ritardi culturali e per le nostre scellerate scelte politiche e amministrative. Per avere “rottamato” con il nostro qualunquismo, con il nostro ripetere “sono tutti uguali” la Politica, a vantaggio di politicanti senza spessore alcuno. Nell’alluvione del 1951, v’è stata un’intensa commozione della comunità nazionale per i morti e per le popolazioni colpite ma le scelte politiche furono discutibili. Infatti si è dato il via alla irresponsabile politica dell’abbandono delle colline e delle montagne. Interi centri abitati furono trasferiti al mare causando il duplice danno delle Marine devastate dall’uso irresponsabile del cemento e delle zone interne completamente abbandonate. Oggi, sono crollate le antiche opere che i vecchi contadini avevano costruito. Sono scomparsi i muri a secco (armaciere), le vie di uscita dell’acqua, le piantagioni di acacie sui terreni scivolosi, compromesso ciò che rimaneva del bosco. Gli incendi causati dall’abbandono delle campagne hanno completato l’opera… A ciò bisognerebbe aggiungere che la Provincia non ha alcuna cura dei torrenti. Si forma così una rovinosa miscela che causa danni sempre più seri dopo ogni pioggia. Nel 1973, il territorio flagellato da tre giorni di acqua a catenelle ha reagito. Le manifestazioni di calabresi a Reggio, a Catanzaro e soprattutto a Roma restano una bella pagina di storia. Dopo solo poco tempo si è dovuto prendere atto che una “Terra - come dicevano gli striscioni di allora - che non voleva morire” è stata uccisa dalla malapolitica e dalla malaburocrazia. Inizialmente sono state strappate alcune conquiste molto serie, primo fra tutti un ruolo nuovo e “rivoluzionario” che avrebbero dovuto avere gli operai forestali nella gestione del suolo. L’illusione durò poco! Infatti a distanza di qualche anno, con la complicità dei governi regionali, dei sindacati e di molte forze politiche, la forestazione divenne un’immensa mammella clientelare di nessun beneficio al suolo calabrese e alla Calabria ma diretta a mantenere caste politiche e burocratiche e mafie di varia natura ed entità. Da allora il territorio è sempre più fragile e la pubblica amministrazione sempre più lenta, corrotta e incapace. Si pensi che nel 2000 per riparare il ponte sul Precariti, sulla statale 106, ci sono voluti circa cinque anni. I genieri della prima guerra mondiale, cento anni fa, lo avrebbero realizzato in una qualche notte. Quanto ce ne vorrà per il ponte sull’Allaro? Senza un’adeguata mobilitazione e vigilanza popolare i tempi tenderanno a essere gli stessi e per la Locride sarebbe una rovina! Non so come si muoverà il governo regionale di oggi, né come si muoveranno i sindaci dei comprensori e le forze politiche che rimangono sul territorio. Di una cosa sono certo: non bisogna andare con il cappello in mano a chiedere elemosine. Questa logica infame ha barattato l’interesse del territorio con il finanziamento della piccola opera pubblica di un singolo paese con l’amministrazione comunale politicamente o burocraticamente ammanicata. Noi non abbiamo bisogno di elemosine ma che ci venga esposto pubblicamente un PROGETTO strategico trasparente e, su questo, confrontarsi coinvolgendo le popolazioni interessate. Occorre una vista lunga e una seria programmazione delle risorse senza cui ogni intervento sarà vano. Occorre rimettere al centro l’uomo e il suo habitat e non le esigenze clientelari di qualche ras del momento. Ne saremo capaci ? “Dio” lo voglia!

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La tempesta Ardore

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Platì

L’INTERVISTA A SALVATORE SIVIGLIA

Siderno ia Grotter

“Una piovosità eccezionale che non si registrava da 15 anni”

Bivongi

Caulonia

unedì scorso, quando il peggio era ormai passato, abbiamo incontrato l’ingegnere Salvatore Siviglia, Segretario Generale dell’Autorità di Bacino della Calabria, per fare luce con occhio tecnico a quanto accaduto. Ingegnere Siviglia, si è trattato di un evento straordinario o di una semplice raffica di pioggia intensa? Quella dello scorso weekend è stata una piovosità

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o Bruzzan


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Caraffa del Bianco Bruzzano

Unità di crisi

Ferruzzano

E adesso che il peggio è passato ci si accomoda sulle panchine e si ricollegano a piacere le responsabilità con i legittimi presunti proprietari. Si piange. Il giorno dopo, la vita continua, e fare finta di niente è la scorciatoia.

a dei Santi

Ing. Siviglia a Caulonia

Noi, gente dai facili piagnistei e dai facili orgasmi MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Benestare

Samo

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Bovalino eccezionale. Si sono registrati picchi di pioggia di oltre 500 mm, un dato che non si verificava da 15 anni. I bacini idrografici non erano nelle condizioni di reggere tutta questa acqua e sono andati in crisi. L’acqua arrivata a valle si è concentrata in tempi rapidi. I bacini idrografici della Locride sono piccoli e il tempo di corrivazione, ovvero il tempo che la goccia d’acqua caduta in montagna impiega per raggiungere il mare, è abbastanza esteso (4-5 ore). Si sono, però, registrate due ondate di pioggia eccezionali, pertanto non c’è stato il tempo di smaltire l’acqua e le fiumare si sono gonfiate. Rispetto a quanto ci si aspettava dopo questa notevole piovosità, i danni sono minori. Dove si sono registrate le maggiori criticità? Tra i punti di maggiore criticità c’è stato senz’altro il torrente Bruzzano che ha provocato l’interruzione della 106 e della linea ferroviaria. Questo perché il torrente presenta una restrizione a valle, l’acqua non è riuscita a defluire e ha invaso lateralmente gli argini. Altro danno si è registrato a Caulonia dove una pila del ponte si è abbassata per effetto dello sgretolamento. Danni anche sul lungomare di Siderno che

ha preso il secondo schiaffo dopo quello dello scorso anno e che pertanto non aveva le difese immunitarie per reggere il colpo. Ci sono poi centinaia di piccoli disagi, come le colate di fango che interrompono i collegamenti tra paesi, che hanno interessato un po’ tutto il reticolo stradale del territorio, in particolare la vallata di Platì, Careri, San Luca, Benestare e altri. Oltre che nella Locride, in questi giorni la situazione è stata allarmante anche a Gioia Tauro a causa del torrente Budello, un corso d’acqua che ormai esonda da 10 anni e su cui abbiamo previsto un intervento di messa in sicurezza; purtroppo i tempi di realizzazione sono estremamente lunghi. A dare segni di pericolo anche lo Sfallassà di Bagnara e le fiumare di Catona e Gallico che si sono gonfiate in modo vistoso. Come intende procedere l’Autorità di Bacino? La Regione ha già strutturato dei piani finanziari per la messa in sicurezza del territorio. Negli ultimi 5 anni abbiamo messo in campo un piano finanziario di quasi 500 milioni di euro (172 milioni di euro nel 2009 e 220 milioni nel 2010). Mentre quest’anno abbiamo strutturato un nuovo piano per la messa in sicurezza che prevede proposte progettuali per un miliardo e 300 milioni che interesseranno anche la Locride. Per Siderno abbiamo predisposto un progetto, subito dopo la terribile mareggiata, per la sicurezza delle coste, pari a 4 milioni e mezzo, approvato lo scorso anno e in corso di finanziamento da parte del ministero. È chiaro che se avessimo avviato gli interventi previsti in quel progetto, i danni oggi sarebbero stati nettamente inferiori.

Cosa poteva essere evitato? Ci sono disagi legati al reticolo idrografico minore: piccoli torrentelli utilizzati a mo’ di strade comunali o, peggio ancora, intubati e per i quali non si fa manutenzione ordinaria. Ciò comporta che alle prime piogge l’acqua provoca i disagi che sono sotto gli occhi di tutti. A Siderno ci sono torrenti intubati ma sono abbastanza grandi per questo hanno retto bene. In generale c’è una cattiva organizzazione dell’assetto urbanistico del territorio perché lì dove fluivano piccoli corsi d’acqua oggi sorgono strade e case a cui si accede direttamente da quei corsi d’acqua. Questo ragionamento non vale solo per la Locride e solo per la Calabria ma per tutta Italia, sebbene il meridione per quanto riguarda l’abusivismo edilizio detenga il primato. Quali le colpe di quello che puntualmente, in queste occasioni, viene indicato come governo ladro? A livello nazionale prima del 2000 non c’era una norma che regolava le costruzioni in alvei e quindi sono state realizzate nuove costruzioni in maniera disseminata. Non c’erano leggi secondo cui gli amministratori avrebbero dovuto negare permessi. Nel 2001 entrano poi in vigore le norme PAI. Quello che era stato realizzato prima di quella data non poteva essere di certo demolito. Il Tevere esonda mediamente ogni 50 anni, l’Arno è esondato nel ‘54, nel ‘72 e lo scorso anno; sono dati prevedibili ma non per questo demoliamo tutta Firenze o tutta Roma. Ci si lecca le ferite quanto si presentano i danni, stesso ragionamento che facciamo noi. Maria Giovanna Cogliandro

Statale106

Km

Prefettura

105,6

Monasterace

arrivata spavalda la tempesta entrando zoppin zoppetta nella notte di Ognissanti. Con altrettanta spocchia se ne è andata, rinfoderandosi nella giacca e tirandosi su il colletto. Insieme ai ponti, alle strade, alla ferrovia anche la nostra coscienza miserabile si è sbriciolata sotto la furia dell’acqua mentre, da sotto la melma, risalivano in superficie gli indici accusatori. “Echar el muerto al otro” (passare il morto all’altro), un detto tipico spagnolo che risale al Medioevo: quando all’interno di un feudo veniva ritrovato un morto, non per cause naturali, gli abitanti dovevano pagare una tassa al signore del feudo per aver ucciso uno dei suoi lavoratori. Così, quando avveniva il triste ritrovamento, ci si metteva d’accordo per liberarsi del morto: lo si caricava su un mulo e via al feudo più vicino. Con elementare furbizia si evitava il pagamento del tributo al signore. La stessa elementare furbizia che siamo soliti riproporre a noi stessi una volta scampata una tragedia, quando la luce del mattino ci investe e il caffelatte fumante annebbia le immagini che scorrono in tv e che vogliono farcela inzuppare insieme ai biscotti, quella tragedia. È colpa dei politici, del governo ladro, della natura matrigna, del destino… Chiacchiere ben lubrificate, da domatori di tarli. Perché la si sgrava così la coscienza, puntando il dito sull’altro, sollevandosi dall’obbligo di dover capire le proprie colpe. Ci si accomoda sulle panchine e si inizia a dissecare il passato, a ricollegare a piacere le responsabilità con i legittimi presunti proprietari. Si piange. Il giorno dopo, la vita continua, e fare finta di niente è la scorciatoia. Perché quando trascorre molto tempo tra uno “sparo” e l’altro, si viene tratti in salvo dalla distrazione, si torna a sonnecchiare fino al prossimo BANG! cui farà seguito il solito girotondo di indici storti. Si ripiange. Gente dai facili piagnistei che con altrettanta facilità raggiunge l’orgasmo quando, finalmente, per una volta, si è deciso di costruire e investire nella propria terra. Lo sviluppo fa gola, anche quello senza regole, quindi non vorremo mica fare i puntigliosi! Gente che raggiunge il piacere quando si vede premiata con un permesso a costruire che, finalmente, dà il via alla sua nuova casa al mare. Ci si sente pervasi da una vaga e inquietante soddisfazione all’altezza dello stomaco per il traguardo appena raggiunto. Il corpo sogghigna fiero per la fetida e ammorbante delizia dello spirito che va ad accoccolarsi tra le costole. E se un giorno dalla terrazza della casa al mare il “premiato” avvertisse il fischio sdentato dello scirocco mentre le onde d’argento torbido andranno a bussare al suo ridicolo portone blindato, magari potrà consolarsi con quella blanda formula che gli antichi egizi incidevano sul dorso di uno scarabeo poi avvolto tra le bende della mummia: “Oh cuore mio, non alzarti a testimoniare contro di me!”.

Monasterace


POLITICA

e v v o i p e h c ò n o u t Tanto

NIRTA O I R A TO DI M N E V R L’INTE

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che detto aveva i accorgoo t a n u s o Fort a tutti lla più Giustin. Anzi ... Oratiscente de Salvo o d n a o .. f a at qu tedesc o che esager are, più anto corgon per niente il nostro mdi un'armata o più di qu i son c a i s i a e t s m v t h a e e t u c ia v r t a z a a o z n a n r n m ca discipli teneva . Ed o e e fiu oi c'in re", no gno di diluviòdulo sul ma poco fa sosre erano più va, se noi p perché mar un treno de ine di a r u t it a e , n a r lm me pe quanti sino nostre fium mo fottere tti a piange percorre più enta un fu mpian, addir piovve o sfasciu co si div scia la Tu le on soloalabria è un altà, compreristallino e ra parte. La cora di più. tempo non sino zoppo esso tutti ci mo avuto "La C a nostra re ache, era c qualche alt reggiarci an erviva se da fronto un a pietosa. Ad enti avrem rima, perno dellnte delle cloil bagno da mo di ama che ca... ci s a al cui con a situazione enere, altrimiano fatto p ord divenfatisce dare a fare stro e rischiaarità, ma a una littorinla fine di un stracci del g he non l'abbderali del N palti a chi poi an er conto no sate la volg vi s'incrocia e decretare ati ed altri eraviglia è cle strade po nno i subap pingrenna già p ia. Ma scu riamente to altro ch vestiti us la sola m onfronto d che dara ioni, si so c v E siamo r t re ua uv non lo e via la ferro se solo salt on hanno fa a di manda o inetrrotte. tanto che alrditte del Noologia le all z t n , n e e E n a a r o e t p . a n s e r r s u ? t g i a o ! s u e o p nome no le trade s ella m le fium a verg ssata l' questo ? Il mare e le che è pa imento. Le so sicuro, un zione verrano nei cieli d a a u t n lt r r n r t o m a m os es nta gue E meno dello s r la ric nno, n ggio. I gono. il problema no e restera d adesso, pe a. Anzi pe posto!" anche ano, e resta n premio. E à come primalabria c'è ché er iste da Gra tto ritorner Avanti, in C tano p mo noi e tu i dicendo : " sappia ente avant gentilm

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SICURAMENTE ILTRATTO DI STRADA CHE COLLEGA BRANCALEONE A FERRUZZANO, RESTERÀ NELLA MEMORIA FOTOGRAFICA DI QUESTOTRAGICO EVENTO. RIPROPONIAMO GLI SCATTI DI DOMENICO SCOPELLITI, SUBITO DOPO E DOPO 4 GIORNI.

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Disastro idrogeologico:Forza brutale di madre natura o incompetenza degli Enti per la prevenzione e tutela del territorio ? Cosa augurare a tutti i nostri conterranei che in queste ore vivono e vedono con terrore la loro terra calabra martoriata, flagellata e violentata dalle intemperie? Auguriamo prima di tutto tanta Forza e Coraggio! Ma oggettivamente cerchiamo di aggiungere delle analisi che vengono da lontano: “cari cittadini non scandalizzatevi in questi momenti di sconforto; purtroppo l’inferno che è in atto sulla costa Jonica, la mia terra, la vostra terra, più che un dispetto di madre natura è forse un palese suo segno per farvi ben riflettere che questa terra, purtroppo da tempo, è amministrata negli enti pubblici a livello regionale, provinciale, comunale, da gente spesso incompetente per quanto concerne la tutela e la salvaguardia del territorio”. Gente che amaramente il più delle volte è di sola rappresentanza nelle istituzioni e gli enti nei quali vi è a capo; che viene adagiata volutamente sui troni del potere territoriale per il solo e puro meccanismo di una forma evoluta di “clientelismo” dove regna la devozione e la sudditanza verso una intera “gens” in cambio di svariati favori; .... e poco importa dei problemi reali e della tutela del territorio e dei servizi. Sistema piaga per questa terra purtroppo. Il “patronus” pone a proprio piacimento l’uso del bene pubblico come fosse un oggetto di proprietà. Lo pone a uso soggettivo, ignorandone funzionalità, benessere e salvaguardia. Ne ignora la sicurezza dei cittadini stessi, coloro i quali, caduti nel pozzo dell’inganno e del baratto, hanno concordato erroneamente quali fossero i garanti dei loro diritti e della salvaguardia della loro terra, delle loro case, delle strade e delle ferrovie e quanto altro sul territorio. Ad oggi tutto semi svanito in un baleno in tutta la provincia del reggino, dopo appena 24h di pioggia ininterrotta. Torrenti e fiumare senza argini né imbrigliature, senza pulizia dei loro letti che da anni rimanevano visivamente pieni di detriti, rifiuti, macerie. Abusi edilizi a go-go sul suolo pubblico. Opere di sicurezza e muri

di sostegno costruiti con il cemento allo zucchero, (perché è sempre una “dolce” convenienza) ed appena a contatto con forti mareggiate o flussi alluvionali si sgretolano come castelli di sabbia, creando l’inferno. Tutto ciò è solo colpa della ingovernabile forza di Madre Natura, o quanto ci mette l’uomo di suo ad ignorarla e non creare le condizioni adatte per saperla governare? Faremmo un questionario a tabula rasa a tutti i protagonisti amministrativi di Comuni, Enti ed Istituzioni di settore per la tutela del territorio della costa Jonica chiedendo quanti di essi conoscano il significato di: “Dissesto idrogeologico, messa in sicurezza, rischio specifico, vulnerabilità, consumo del suolo, cementificazione, deforestazione”? Quanti di essi conoscono Art. 3 comma 2 e 3 della legge n.225 del 1992 ....sulla Previsione e

Prevenzione per la tutela e la difesa del Territorio ?.... Si, le regole basilari e i concetti essenziali per tutelare quel territorio oggi flagellato, che i pochi eccelsi eletti amministrano indegnamente, visto gli attuali risultati fisici e morali. Quanti di essi si ponevano il problema del dissesto idrogeologico prima di questo disastro? Cosa hanno fatto per evitarlo? C’è mai stato una analisi accurata e uno studio scientifico approfondito per analizzare ed attenuare il rischio di tutto ciò che è successo? NO ciò è evidente!! Gli allarmi e i segni erano palesi da tempo. Persino i midia ne parlavano puntualmente; il giornalista Riccardo Iacona con il programma di inchiesta Presa Diretta fece un servizio apposito mesi fa sul possibile dissesto idrogeologico in Calabria. Geologi grida-

vano da tempo l’allarme. Ma in ogni grado e ordine di istituzione han fatto tutti orecchie da mercante. La risposta è stata solo indifferenza e silenzio. Oggi udiamo solo il rumore del disintegrarsi di muri, ponti, strade, ferrovie. Uno scenario da terzo mondo. La risposta è oggi sotto gli occhi di tutti, è umilmente c’è poco da recriminare, perché il popolo non si rende conto che il male di tutto ciò lo ha procurato egli stesso mandando al potere gente non idonea ad amministrare il territorio. Gente interessata a cose meno importanti che garantire la funzionalità e la sicurezza del territorio e dei cittadini. Gente disinteressata al benessere e alla tutela della comunità. Gente che non sa dove mettere le mani dal punto di vista tecnico, intervenendo a dovere con i mezzi opportuni di tutela oggi all’avanguardia. Eppure i mezzi e i meccanismi di ogni genere per prevenire il peggio ci stanno, da metodi classici a metodi tecnologici avanzatissimi, ma quanti ne sono a conoscenza? Quanti hanno avviato studi e ricerche per evitare il peggio visto gli allarmi lanciati da anni ? Il rischio totale relativo al dissesto idrogeologico viene espresso dalla seguente relazione, secondo D.J. Varnes: Rt: Rischio totale, cioè il numero aspettato di danni relativi ad un evento catastrofico in termini di vite umane, persone ferite, danni alle proprietà ed alle attività economiche; E: Elementi a rischio, cioè la popolazione, le proprietà e le attività economiche potenzialmente in pericolo con riferimento a un dato fenomeno catastrofico; Rs: Rischio specifico, che rappresenta il grado atteso di perdite legato ad un particolare fenomeno, espresso dal prodotto di H per V; H: Pericolosità naturale, cioè la probabilità che un dato evento possa verificarsi in una data area in un certo periodo; V: Vulnerabilità, che rappresenta il grado di danno atteso nei confronti di un elemento o

di un insieme di elementi, espresso con una scala da 0 (nessun danno) a 1 (distruzione totale); Le azioni da attuare in presenza di un dissesto idrogeologico in atto sono: Descrizione dello stato di natura, che consiste nella raccolta delle informazioni relative ad un dato fenomeno catastrofico potenziale, con riferimento anche alle informazioni storiche; Valutazione dell’intensità, cioè la valutazione del grado di distruttività che il fenomeno in analisi può assumere. In generale si può procedere considerando uno o più parametri legati all’intensità e valutarli oppure considerando anche gli effetti del fenomeno, quindi attuando anche un’implicita valutazione del valore e della vulnerabilità degli oggetti a rischio; Valutazione della pericolosità, che consiste nella valutazione della probabilità che un dato evento avvenga in un certo periodo; in questa analisi ci si basa su metodi euristici (con valutazioni soggettive e qualitative), statistici (basati sullo studio del fenomeno nel passato) o deterministici (con riferimento a leggi fisico-matematiche); Valutazione del rischio inteso come sintesi del lavoro di individuazione e attribuzione di un valore degli elementi a rischio e della loro vulnerabilità; Gestione del rischio, cioè la serie di interventi atti a diminuire l’effetto del fenomeno su ambiente, manufatti e popolazione. Dopo tutto ciò ci sentiamo di suggerire a tutti i calabresi alle prossime elezioni Regionali, Comunali, ed in qual si voglia altra istituzione o ente di tutela del territorio - per ricordare tutto ciò portate con voi nelle urne una foto del disastro ... non le foto di “parentela” né schemi di alberi genealogici. Forse ciò potrà in futuro aiutare questa terra fuoriuscendo dai pessimi meccanismi di mal potere in cui è ingabbiata. Domenico Spanò



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La cultura calabrese fuori dai confini regionali.

Quandolaspazzaturavalemilioni... Unione Europea per far sì che gli Stati membri agiscano in maniera conforme alle direttive comunitarie alle quali sono vincolati, come procedura d'infrazione per gli Stati inadempienti è solita ricorrere a multe salate, destinate a rimanere in memoria delle casse statali e regionali pro tempore. Ne sa qualcosa la regione Calabria, già multata di 80 milioni per sviste varie ed eventuali, nonché per il fatto di non aver impiegato a dovere e nelle tempistiche previste i finanziamenti elargiti. Sarà per questo che stavolta, per quanto riguarda il ciclo di rifiuti, già ampiamente discusso ma sulla cui tematica sul piano sostanziale si era deciso ben poco, l'Assessore all'ambiente Antonella Rizzo e il presidente della Regione Oliverio hanno previsto un piano d'azione da applicare nel periodo 2014-2020 che vede l'impiego di 220 milioni stanziati alla Calabria e che verranno impiegati per far fronte a questa emergenza e far uscire la nostra regione da una situazione di degrado e allarmante sotto questo punto di vista. Il piano consta di tre passaggi fondamentali che dovrebbero portare l'esito, fra l'altro, per i cittadini, di non pagare la tassa sui rifiuti, dato il minore conferimento in discarica. Qual è il problema? Si è affermato in conferenza stampa che, dopo la messa in sicurezza di tutti gli impianti esistenti, a partire da quello anaerobico, il terzo ed ultimo passaggio del proget-

L'

Renzi: "Il ponte sullo Stretto si farà"

to prevede di operare direttamente sugli impianti, sfruttando le materie prime a disposizione per conventirle in energia. Tuttavia le gare non sono ancora partite e, come affermato dall'assessore in conferenza stampa, dopo aver attuato un piano d'emergenza in estate, aver inviato i rifiuti in altre regioni per lo smaltimento, c'è il rischio che tutto ciò non sia abbastanza se non si avranno impianti per il compostaggio, anche "stiamo già guardando a quali possano essere questi impianti di prossimità che consentiranno anche l’utilizzo delle materie prime che diventeranno energia". Gli ostacoli, quindi, come sempre, non mancheranno ( come ad esempio il rischio di sforare il budget di 30 milioni ) in concorrenza ai buoni propositi del piano già approvato in consiglio, tuttavia si evince una lungimiranza tutta nuova secondo quanto affermato, un tentativo di previsione dei rischi e l'auspicio, fra poco più di due anni, con l'inserimento e la messa in funzione di tre impianti al nord, al centro e al sud della Calabria, di arrivare a quei limiti di differenziata che impone l'UE entro il 2018. Non resta che ben sperare che tale piano d'azione vada nel modo in cui gli addetti ai lavori ma, soprattutto, i cittadini si aspettano con tutti i benefici, indubbiamente, ne potrebbero derivare. Lidia Caterina Brancia

Lutto nel mondo del giornalismo: ci ha lasciato troppo presto Gianluca Spagnuolo Con grande sgomento e tristezza martedì mattina è giunta in redazione la notizia della scomparsa prematura e inconcepibile del nostro collega di Lente Locale Gianluca Spagnuolo. Anche se non abbiamo avuto mail il piacere di conoscerlo in maniera approfondita, la redazione di Riviera è rimasta incredibilmente scossa dalla notizia di questo lutto e, ancora oggi, ci tiene a esprimere le condoglianze alla sua famiglia, alla sua fidanzata Francesca Cusumano e a tutti i suoi colleghi.

Matteo Renzi riapre alla possibilità di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina: «Certo che si farà». Il premier, secondo quanto anticipato da La Stampa, ridà linfa al capitolo infinito nel corso di un'intervista rilasciata a Bruno Vespa nel suo nuovo libro, Donne d’Italia. «Prima di discuterne sistemiamo l’acqua di Messina, i depuratori e le bonifiche. Poi – ha spiegato il presidente del Consiglio – faremo anche il ponte, portando l’alta velocità finalmente anche in Sicilia e investendo su Reggio Calabria, che è una città chiave per il sud. Dall’altra parte dobbiamo finire la Salerno-Reggio Calabria. Quando avremo chiuso questi dossier – prosegue Renzi – sarà evidente che la storia, la tecnologia, l’ingegneria andranno nella direzione del ponte, che diventerà un altro bellissimo simbolo dell’Italia».

o t t e r t S o ll a a iv r in a c r a b s e n a y A a k li Ma

rti” sbarca e la “Esse Conce -marocchia” ic us M e m m ese la “Esse E ll’artista italo due grandi impr ne. Grande attesa per il live de alabria del “Naif tour”. di e on zi ra bo lla ya C a in ika A Dalla co a” per l’unica tapp o la raffinata Mal aif”, nata dalla in riva allo Strett simo 26 novembre al teatro “Cile fatica discografica, appunto “N poteva manna, in scena il prosprende il nome dalla sua ultima vori italiani e internazionali. Non ghi Giovanni la lle Un concerto che n un corposo team di addetti ai o e che è stato affiancato dai co nca, Bungaro za sc co uz di e B o on o zi im te ra pr at l M collabo vora con lei sin da firme del songwriting nostrano la e ch o, fic ci Pa lle care io Di Martino e da Caccamo e Anton e Cesare Chiodo.

"Mattia Preti: un giovane nella Roma dopo Caravaggio", è una mostra finanziata dalla Regione, allestita nelle prestigiose sale di Palazzo “Corsini”, sede della Galleria Nazionale di Arte Antica e della Biblioteca dell'Accademia dei Lincei, che va proprio in questa direzione. L' esposizione comprende 22 opere della produzione giovanile del "Cavaliere Calabrese", provenienti da musei e collezioni italiane e straniere. La mostra rimarrà aperta fino al 18 gennaio e si svolge, in contemporanea, ad altre esposizioni dedicate a Mattia Preti a Crotone e Reggio Calabria. Tutte da non perdere.

Caulonia senz’acqua dopo il nubifragio Quella di Caulonia Superiore a dire il vero non è una novità. Lì su 365 giorni l'anno per almeno 100 i cittadini si ritrovano senz'acqua. Questo accade con più frequenza d'estate ma non è escluso che l'inconveniente si presenti d'inverno, per esempio dopo piogge sostenute come quella dello scorso weekend. Da domenica i cittadini di contrada Feudo Gagliardi e Candidati si risvegliano "all'asciutto" e sono costretti a recarsi a Caulonia Marina o nei comuni limitrofi armati di fusti per fare rifornimento d'acqua da utilizzare per lavarsi, poter cucinare e magari anche fare il bucato. Ci sarebbe un guasto all'acquedotto, ultimato la scorsa estate perchè quello precedente è stato dismesso, in quanto, effettuate le analisi delle acque, sono state rilevate tracce di arsenico. Adesso, di giorno in giorno, i cittadini si vedono rimandare il ripristino del servizio. "Ci rassicurano ma intanto anche stamattina (l'articolo è stato redatto venerdì) sono dovuto scendere fino a Caulonia Marina per potermi lavare il viso" - ci racconta un cittadino.

Europa Creativa arriva a Locri, unico appuntamento in Calabria L’11 Novembre 2015 il Creative Europe Desk Italia - MiBACT sarà al Palazzo della Cultura di Locri dalle 9:30 alle 13:00 per un infoday su Europa Creativa. L'evento locrese, unico nella regione Calabria per il 2015, prevede, dopo i saluti di benvenuto da parte del sindaco Giovanni Calabrese, del presidente dell'Associazione dei Sindaci della Locride Giuseppe Strangio e del primo cittadino di Gerace Giuseppe Varacalli, l'introduzione ai lavori di Alessandra Tuzza dell'Europe Direct Calabria&Europe di Gioiosa Jonica. Seguirà, quindi, l'intervento tecnico di Marzia Santone del Creative Europe Desk Italia - Ufficio Cultura - MiBACT, che presenterà la struttura, gli obiettivi e le call del Sotto-programma Cultura di Europa Creativa, soffermandosi sulla call dei progetti di cooperazione, che verrà pubblicata nel 2016. Interverrà, infine, Andrea Coluccia del Creative Europe Desk Italia Ufficio Media Bari, che presenterà i principali bandi del Sotto-programma Media di Europa Creativa, soffermandosi sulle procedure di registrazione e l’application form. L’evento è gratuito ed è rivolto a tutti gli operatori del settore culturale e audiovisivo.



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Natale a Siderno: solo il primo degli eventi che farà risorgere la città L’incontro avvenuto martedì 4 novembre tra il Comune di Siderno, la Pro loco, la Consulta cittadina e giovanile, le Associazioni cittadine, Unsic Associazione Commercianti e Ali Associazione Imprenditori, ha stabilito di avviare progetti innovativi utili a far crescere la nostra città grazie a manifestazioni, fiere ed eventi di vario genere. Per fare questo, con l’ideazione di una grande manifestazione in vista del Nalatale, per la prima volta si è deciso di adottare il concetto “contenitore”, ovvero la realizzazione di una struttura i cui contenuti (nello specifico l’allestimento degli stand per la vendita di prodotti tipici o a tema, l’illuminazione, gli addobbi ecc…) dovranno essere proposti e realizzati da tutti i collaboratori. Dopo anni in cui il Natale non è stato molto sentito nella nostra città, l’intento è quello di agire con spirito unitario, avendo come solo obiettivo la buona riuscita della manifestazione e di renderla attraente, con l’allestimento di una ruota panoramica, di una pista di pattinaggio e di un “villaggio di Babbo Natale”, per tutte le fasce d’età e per i cittadini non solo di Siderno, ma anche degli altri paesi e del resto della Regione Calabria. Per fare questo, lo scorso venerdì si è svolto, presso la sede della Pro Loco di Siderno, un ulteriore incontro nel quale è nato un comitato che coordini tutto il lavoro che dovrà essere svolto a livello organizzativo. Michele Macrì

La Giustizia italiana ha il diritto di sbagliare?

No, se poi nessuno paga!

Arrestare qualcuno, portarlo in carcere con annessi interrogatori interminabili e poi, scoprire che è innocente. Come si può rovinare la vita a un uomo senza che nessuno paghi per questo? Quanto vale la vita dei cittadini? Un risarcimento da parte dello Stato non basta se poi esci dalle sbarre e hai tutto il mondo contro. Luigi Bisonti (il nome è di fantasia) è un ragazzo calabrese accusato ingiustamente e catapultato in una realtà parallela: è passato da una vita da giovane imprenditore a un incubo, per poi venire assolto per non aver commesso il fatto. Perché tanto silenzio intorno e perché nessuno si è mai scusato pubblicamente? Quanti anni avevi quando è successo? Avevo 32 anni. Quanto tempo sei stato detenuto? Due mesi, quanto basta per rovinarti la vita. Sei stato risarcito? Chiamiamolo risarcimento… sì. Mi soffermo a dire solo “sì” perché potremmo dibattere a lungo. Non esistono scale di misura per stabilire come si possano risarcire o risanare i danni biologici e morali di una persona. Cos’hai provato quando ti hanno assolto per non aver commesso il fatto? Un’emozione confusa, tanto dispiacere per le persone innocenti come me che sono ancora dietro le sbarre, profonda amarezza e dispiacere per la mia stessa nazione, per le leggi che applica, i tempi processuali, il modus operandi

della magistratura che ha pieno POTERE di sbagliare sul popolo italiano senza poi, a sua volta, essere giudicata da una corte superiore. Cosa ti saresti aspettato che in realtà non hai ricevuto? Nulla! Dallo stato italiano non c’è d’aspettarsi nulla. Sarebbe giusto che il “Bel Paese” prestasse più attenzione alle carceri dando ai detenuti un’assistenza degna di un essere umano. Bisognerebbe risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri, realizzare più spazi ricreativi, servizi igienici adeguati, garantire assistenza medica, snellire la burocrazia e infine, ma non per ordine d’importanza, vigilare di più su come si esegue e si firma un mandato di custodia cautelare, perché non si può e non si deve sbagliare a discapito di una persona, a discapito di una vita. Come eri allora e come sei adesso? Non saprei definirmi, di certo è un’esperienza che ha segnato il mio percorso di vita. Qual è il tuo consiglio per i giovani che come te hanno vissuto questa brutta esperienza? Non ci sono consigli perché ognuno di noi ha una storia a sé e solo chi attraversa e subisce certe ingiustizie può capire. Il consiglio lo darei piuttosto ai nostri rappresentanti di Stato, invitandoli a capire che il Sud Italia sta subendo una forte sottomissione da parte della stessa giustizia che alla fine non è giustizia. Katia Candido



GERENZA

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14

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Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA

Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari.

COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Cristina Caminiti, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Katia Candido.

STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

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Riceviamo e pubblichiamo

Lettera di risposta a un anonimo

Lavoro e Caporalato Nella Milano da bere, all’Expo si è lanciata la sfida del futuro promuovendo il ritorno alla terra, facendone un punto fermo per la rinascita del paese. Ma nelle campagne del Mezzogiorno, da decenni e ancora oggi, si vivono ancora situazioni di sfruttamento, di violenza, e di negazione dei più elementari diritti umani proprio in nome, spesso, di quella stessa agricoltura così tanto reclamizzata. I ritmi sono massacranti e disumani, i lavoratori agricoli si alzano di mattina presto e alle sei vanno in campagna fino alle dodici. Poi hanno un’ora di tregua, è il caso di dire, per mangiare e riposare, prima di riprendere, dall’una fino alle sette di sera, specialmente in estate perché imbrunisce più tardi e c’è più luce, sempre col fiato dei caporali sul collo. Ma non è finita, perché in tempo di raccolta bisogna preparare le cassette per il mercato estero. E allora, alla sera, dopo i campi, senza interrompere,vanno a preparare tutto nei grandi magazzini. Dalle otto di sera fino a mezzanotte. In estate è sempre così, tutti i giorni, domenica inclusa. In tutto sono 15-

16 ore di lavoro, a volte anche 18. Tutto per un compenso di mille euro, ovviamente in nero. Però il padrone, così lo chiamano i raccoglitori, non paga sempre puntuale. Spesso li fa aspettare, chiedendo loro di avere pazienza, già, la pazienza, ma non si lamentano, perché sanno bene che al minimo cenno di disappunto saranno licenziati. Però così non è lavoro, è riduzione in schiavitù. Un’imprenditoria agricola che vorrebbe apparire sana, ma che in sostanza è sinonimo di criminalità organizzata. Padrone e schiavitù, sono termini che ormai tutti, o quasi, pensiamo che dovrebbero sparire dal vocabolario di una civiltà. Un esercito di lavoratori sottopagati, per la maggior parte migranti, al servizio dei cosiddetti ‘caporali’, a loro volta al soldo dei potentati terrieri. E allora, in Puglia nel Lazio e anche in Calabria come in tutto il sud, diventa importante parlare e portare all’attenzione di tutti e soprattutto delle istituzioni il fenomeno del ‘caporalato’ e prendere atto di una triste realtà che esiste da tanto

tempo e che distrugge la dignità e la vita stessa dell’uomo. Le storie recenti di braccianti uccisi dalla dura e massacrante fatica mentre raccoglievano l’uva o i pomodori nei campi del meridione, sono emblematiche, ma non sono le prime, né saranno le ultime vittime del lavoro criminale. Dalle stime della Flai-Cgil, ne viene fuori un quadro inquietante: le persone coinvolte nel lavoro agro-industriale sarebbero addirittura circa 400 mila. Tantissimi di loro vivono in condizioni di schiavismo. La maggior parte non ha accesso ai servizi igienici e all’acqua corrente, e più della metà si ammala durante il ciclo del lavoro stagionale. E, nonostante i salari bassissimi, gli orari improponibili e le condizioni abitative spesso invivibili, nessuno, in alto, si assume l’onere e soprattutto l’onore, di prendere i dovuti provvedimenti, per restituire un minimo di moralità al lavoro in genere, ma soprattutto a questo tipo di lavoro, e soprattutto rispetto e dignità a questi lavoratori. Pasquale Aiello

Egregio direttore, le chiedo di essere ospitata per la seconda volta sul suo giornale, per chiarire e rispondere alle calunnie che un anonimo sidernese ha pubblicato contro la sottoscritta. La stessa tiene a precisare che la lettera pubblicata sulla Riviera n°43 del 25 ottobre 2015 voleva essere un modo per far conoscere un po' a tutti, come alcune volte, le persone diversamente abili, oltre al danno subiscono anche la beffa di ingiustizie da parte di chi dovrebbe dare loro una mano. Sul n° 44 dell'1 novembre 2015 alla pagina 14, vi è una risposta di un anonimo personaggio sidernese, che forse sentendosi parte in causa (e questi sono fatti suoi) scrive sciocchezze e calunnie che se portassero una firma sarebbero oggetto di querela e forse è proprio questo il motivo per cui il residente ha omesso la propria firma. Comunque preciso allo stesso che se mi conosce e ce l'ha con me per qualche motivo, si rivolga a un legale poichè non è certo questa la sede per discutere delle sue problematiche da falso personaggio sidernese. Ora chiudo e ringrazio il Direttore per la gentile ospitalità. Antonella Calderazzo

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Il ricordo

Al mio amico Sergio e alla famiglia Bombara per la perdita della loro amata mamma

Le sculture dellaVilla Comunale di Siderno Un gruppo di cittadini di Siderno, altruisti e intraprendenti, amanti dell’arte, della cultura e della bellezza materiale ma soprattutto della Bellezza Spirituale, dalla quale la bellezza materiale proviene, sensibili ai valori del bene comune, hanno intrapreso una lodevole iniziativa. Hanno donato alla città di Siderno un patrimonio di valore inestimabile. Per la loro umiltà e grandezza d’Animo, hanno espresso il desiderio di mantenere l’anonimato e noi rispettiamo questo loro desiderio. Il patrimonio dal volere inestimabile, donato a Siderno, sono le sculture che ornano la villa comunale di Siderno, che la fanno diventare un punto di riferimento per turisti e non, amanti della cultura, dell’Arte Sacra e pellegrini di tutto il mondo. Sono delle opere d’arte che rappresentano la Via Crucis del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, e una statua dell’Innamorato di Cristom, il Santo Padre Pio di San Giovanni Rotondo. Questo gruppo di uomini, dopo aver costituito un’associazione, hanno aperto una sottoscrizione tra i cittadini di Siderno, per raccogliere i fondi necessari, per la realizzazione di queste opere stupende. Molti cittadini hanno contribuito con i loro risparmi, donando con amore e secondo le proprie possibilità.

La statua di Padre Pio, di grandezza naturale e le quattordici stazioni del calvario, assieme alla quindicesima che è quella di Gesù Risorto che è il Trionfo della vita sulla morte, in bronzo, sono opere dello scultore Carmelo Raco di Gioia Tauro. La statua di Padre Pio è stata realizzata nell’anno 2000, anno del Giubileo. Le sculture della Via Crucis, sono state realizzate dallo scultore Carmelo Raco, di Gioia Tauro, nell’anno 2005, esattamente dieci anni fa. Eravamo già entrati da cinque anni nel Terzo millennio dell’Era Cristiana. Ora, questo Tesoro di valore inestimabile non solo deve essere valorizzato, preservato, custodito e protetto, ma soprattutto restaurato. Noi confidiamo nella sensibilità di quella comunità sidernese sana, onesta e volenterosa, che è stata capace di realizzare questo miracolo. Ora, siamo chiamati tutti quanti a compiere un ulteriore sforzo affinché l’opera venga completata. Non è giusto abbandonarli così, è una vera follia. Benito Stinà

Perdita incolmabile. Era il punto di riferimento per i suoi adorati figli, vicini e lontani. Il Signore l’ha voluta con sé in cielo. Fra tante stelle, lei è la più luminosa: così Sergio e famiglia, insieme ai tanti adorati nipoti, potranno vederla e averla sempre come loro punto di riferimento. Con affetto ti ricorderanno e sempre rimarrai nei loro cuori, adorata mamma e nonna Emilia. Giuseppe Belligerante



Approfondimento Nove frontiere dell’amministrazione

Francesca Moraci, docente di Pianificazione Territoriale, si occupa da anni delle variabili utili a rendere più efficace la Città Metropolitana. Siamo lontani anni luce dalla piena funzionalità, ma la Moraci assicura che la grandezza è dietro l’angolo.

Locride: Pratiche di Fe

FRANCESCA MORACI: «VOGLIAMO REALIZZARE LA CITTÀ METRO L’esempio che dobbiamo davvero seguire, a questo punto, è esclusivamente quello della coesione tra i diversi amministratori, una cosa che, purtroppo, dalle nostre parti non accade né viene adeguatamente percepita a causa di una sorta di“paura”delle possibilità di riuscita di un tale progetto.

a Professoressa Francesca Moraci, docente di Pianificazione Territoriale presso l’Università Mediterranea di Messina, studia da anni il “fenomeno” Città Metropolitana e come, da semplice ipotesi, esso sia diventato oggi una realtà politico sociale praticata in tutto il continente. Come spesso accade, l’istituzione di questo organo, che dovrebbe snellire le pratiche burocratiche e garantire un’amministrazione più efficiente di un’area vasta mettendo sullo stesso livello più realtà comunali orbitanti attorno a un centro urbano più grande, sta creando non poche difficoltà a livello organizzativo, che nella nostra Nazione vanno naturalmente ad acuirsi mano mano che si procede verso il Mezzogiorno. Proprio su queste problematiche la professoressa Moraci ha imperniato il suo intervento durante un convegno tenutosi a Siderno lo scorso 31 ottobre, nel quale ha parlato delle difficoltà di rendere efficiente l’organo amministrativo metropolitano

L

come il derivato di una sbagliata impostazione culturale. «Amministrare efficacemente una Città Metropolitana - ha poi approfondito con noi la professoressa Moraci - presuppone una corretta amministrazione dell’ordinarietà e la creazione di una nuova forma di governance a partire da un sistema virtuoso. Purtroppo l’attuale forma di governo, soprattutto nel meridione, non è in grado di garantire il raggiungimento di questo obiettivo minimo, perché ragiona ancora secondo un schema obsoleto. «Per fare un esempio concreto sono ancora troppi gli amministratori convinti che realizzare la Città Metropolitana significhi prendere l’attuale Piano Strutturale e ribattezzarlo “Piano della Città Metropolitana” senza cambiarne il contenuto. Inutile dire che non è affatto così. «La Calabria, così come il resto del sud, non possiede una corretta expertise di governo territoriale, motivo per il quale manca non è mai stata gestita correttamente la pianificazione ordinaria che garantisca il corretto funzionamento della burocrazia o dei servizi.

«Limitarsi a trasferire l’attuale concetto dell’esercizio di pianificazione provinciale non può dare lo slancio adeguato alla Città Metropolitana, ma rischia anzi di amplificare i problemi di ogni singolo centro urbano su tutto il territorio di competenza, impedendo di risolvere anche problemi più basilari e di creare attrattori non solo per chi vuole trascorrervi le vacanze, ma anche per i potenziali investitori. «Mi piace parlare di Città Metropolitana come di “fenomenologia urbana” più che di organo istituzionale, perché si tratta di una razionalizzazione delle funzioni economiche presenti sul territorio e organizzate dal un unico centro urbano. In Italia, vista innanzitutto la densità demografica non molto elevata se paragonata a quella di altri Paesi d’Europa, questo organo non nasce per necessità, ma per decisione amministrativa. Considerato che l’idea con la quale nasce la Città Metropolitana è quella garantire ai singoli centri urbani di essere riconosciuti all’estero dando loro la possibilità di dialogare senza l’intercessione di organi intermedi con l’Europa, far funzionare correttamente questo organo


SONO TROPPI GLI AMMINISTRATORI CONVINTI CHE REALIZZARE QUESTO ORGANO SIA PRENDERE L’ATTUALE PIANO STRUTTURALE E RIBATTEZZARLO PIANO DELLA CITTÀ METROPOLITANA

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SPIANARE ADEGUATAMENTE LA STRADA ALLA REALIZZAZIONE DELLA CITTÀ METROPOLITANA SIGNIFICA INNANZITUTTO PARTIRE DAI PROBLEMI AFFRONTATI QUOTIDIANAMENTE DAI COMUNI

enomenologia Urbana

OPOLITANA? DOBBIAMO SUPERARE DELLE BARRIERE CULTURALI» sul nostro territorio significherebbe dare alla quasi totalità dei cittadini la possibilità di esplicitare i propri problemi. Raggiungere questo obiettivo, tuttavia, non significa cancellare Province e Regioni distribuendo le loro funzioni ai comuni dei capoluoghi più importanti, ma costruire fattori di metropolizzazione che garantiscano a questi centri urbani di rispettare precisi standard oggi assenti nella maggior parte delle nostre città. «Non si tratta solo di “rango” o di grado di espansione della città sul territorio. Messina o Reggio Calabria, ad esempio, devono affrontare dei problemi territoriali importanti: la mancanza di un certo tipo di tessuto economico o di un determinato rango commerciale sono elementi che devono essere affrontati con urgenza se vogliamo che i nostri capoluoghi diventino Città Metropolitane degne di tal nome. «Affrontare queste criticità significa innanzitutto eliminare una burocrazia farraginosa e velocizzare i tempi strategici (che è poi lo scopo finale della Città Metropolitana). «Un problema che, al sud, si acuisce in maniera drammatica.

«Non si pensi, però, che risolverlo implichi la stesura di un libro dei sogni. Spianare adeguatamente la strada alla realizzazione della Città Metropolitana significa innanzitutto partire dai problemi dei singoli comuni, qualcosa di cui l’amministratore di ogni centro urbano è consapevole e che affronta quotidianamente. Nel breve periodo ci si concentri sulle infrastrutture e sulla sicurezza, due cose tanto indispensabili quanto assenti nella nostra area territoriale. Una volta trovato il modo di accorciare le distanze, oggi ancora troppo ampie a differenza di quanto avviene al nord, si potrà fare rete con i comuni limitrofi e attuare un’amministrazione efficiente e condivisa secondo uno schema che dovrebbe già essere familiare ai nostri comuni. «Nel frattempo, e forse qui risiede la vera difficoltà, bisognerà capire quali siano le aree omogenee e i mandati che gruppi di comuni possono farsi affidare amministrando in modo corretto, mantenendo degli equilibri all’interno della struttura appena creata. In soldoni, bisognerà riconoscere quale centro urbano sia più forte a livello commerciale e quale a livello turisti-

co, come potranno essere distribuiti i servizi e l’infrastrutturazione per garantire che ogni centro sia facilmente raggiungibile e come si possa soddisfare la domanda di tutta la cittadinanza continuando a mantenere equilibrio tra i centri abitati e senza per forza annichilirne l’identità. Creare una rete le cui intersezioni sappiano dialogare fluentemente è alla base della creazione di ogni grande economia, aspetto sul quale sarà indispensabile investire. «Solo in questo modo riusciremo a dare un contenuto alla nostra Città Metropolitana proprio com’è accaduto a Torino, a Milano o a Bologna, che hanno però avuto l’indiscutibile vantaggio di partire da una posizione privilegiata rispetto a noi che, forse, avremmo avuto bisogno di un confronto di maggiore qualità con gli organi statali e che non si fosse limitato alla realizzazione di convegni poco partecipati. «A tale proposito, si è sentito spesso parlare dell’opportunità che costituisce per il nostro territorio osservare l’esempio dei centri urbani che Città Metropolitana già sono da diversi mesi. Benché questo sia in parte assolutamente vero, bisogna però

ricordare che il funzionamento di ogni conurbazione potrebbe essere dipendente da variabili che non esauriranno assolutamente la casistica. Ogni città presenta infatti una propria capacità di governarsi e di affrontare differenti criticità. Le attuali Città Metropolitane hanno statuti sperimentali che le proiettano più avanti rispetto a dove non siamo noi oggi e rispondono anche a una differente domanda e offerta del territorio. L’esempio che dobbiamo davvero seguire, a questo punto, è esclusivamente quello della coesione tra i diversi amministratori, una cosa che, purtroppo, dalle nostre parti non accade né viene adeguatamente percepita a causa di una sorta di “paura” delle possibilità di riuscita di un tale progetto. «Solo superando questa impasse riusciremo a sfruttare adeguatamente le risorse e le start up che il nostro territorio già possiede e a creare degli investimenti in grado di cambiare la situazione preoccupante del nostro PIL creando investimenti e infrastrutture la cui mancanza, oggi, crea un grave problema gestionale». Jacopo Giuca


CULTURA E SOCIETA’

EVENTO SIDUS CLUB

Il Lions Club di Roccella Jonica festeggia la sua prima Charter

Alla presenza del Governatore Antonio Fuscaldo, in visita ufficiale, e del suo staff, è stato celebrato il primo anno di nascita del Lions Club di Roccella Jonica. La manifestazione si è svolta al Club Hotel Kennedy, al cospetto di una massiccia partecipazione di autorità lionistiche provenienti dall’intera provincia e oltre, nonostante l’allerta meteo, che hanno così voluto onorare un appuntamento tanto atteso, la tradizionale “Charter Night” che segna per il Club Lions di Roccella anche l’inizio delle attività per l’anno in corso. In un’atmosfera suggestiva e di grande attenzione, durante la serata sono stati presentati, dai rispettivi padrini, quattro nuovi Soci che, dopo il loro giuramento di fedeltà ai principi etici, hanno ricevuto il distintivo e l’attestazione di appartenenza alla grande famiglia dei Lions. I nuovi soci sono: Mariaelena Caridi dott.ssa in Biologia e Nutrizionista, la dott.ssa Mariagrazia Piccolo e il Dott.Vincenzo Gerasolo ambedue avvocati e Girolamo Zito detto “Mommo” esperto di moda e divulgatore della bibita del momento, il “Bergotto”. Una serata importante, che corona l'impegno del club guidato dall'architetto Domenico Futia. Impegno che si è concretizzato in molte iniziative e progetti posti in essere tra la fine del 2014 e l'anno in corso. Un 2015 denso di soddisfazioni per Futia e il suo gruppo. Un gruppo che conta un qualificato numero di soci, nella totalità neofiti, eccetto il presidente che vanta ormai oltre 10 anni di esperienza lionistica che non nasconde l’entusiasmo: «Sono felice di essere alla guida di questo club, che a differenza del calo generale di soci, oltre a dar vita ad un nuovo sodalizio mantiene al suo attivo un costante numero di soci, stimati professionisti del territorio, giovani e meno giovani fieri dell’appartenenza ai Lions”. Proprio ai giovani si è rivolto il Governatore Fuscaldo, il quale ha ricordato quanto le giovani generazioni siano il percorso segnato del futuro. Un futuro di onestà e forza, capacità e impegno. La cultura lionistica impone sacrifici, ma un sacrificio è ben accetto quando è indirizzato alla solidarietà e all'amore. Fuscaldo si è appellato al senso di umanità, che deve essere comune a ogni singolo membro del movimento lionistico. Un milione e quattrocentomila soci in tutto il mondo fanno dei Lions una realtà operativa molto forte e incisiva. Incisività che può e deve arrivare al cuore di chi soffre situazioni di debolezza e di emarginazione. Non solo un impegno per la crescita sociale ed economica di ogni realtà territoriale, secondo il principio dell’equità. Un particolare accenno è stato fatto al rispetto di chi vive rallentamenti e involuzioni ed è costretto alle file davanti alla Caritas, seppure in giacca e cravatta. Sarà opportuno, ha chiarito Fuscaldo, abbattere ulteriormente i costi delle conviviali, al fine di dare concreti aiuti a chi ne ha bisogno. Il presidente Futia, dal canto suo, dopo avere elencato le iniziative avviate e concluse e quelle in corso d'opera, ha ribadito la sua soddisfazione per il lavoro svolto, coinvolgendo nel giudizio positivo i suoi più stretti collaboratori, presentando i componenti del nuovo esecutivo del club: Enzo Romeo (vicepresidente e addetto stampa), Orazio Violante (segretario), Domenico Leonardo (cerimoniere), Lorenzo Maesano (tesoriere), Leonardo Comperatore (censore), Daniela Futia (consigliere). A coordinare la serata il giornalista Maurizio Bonanno, nelle vesti di cerimoniere distrettuale Lions, coadiuvato da quello del club Domenico Leonardo. Erano presenti la quasi totalità dei presidenti di club dell’8^ Circoscrizione con il suo presidente avv. Nando Iacopino e di zona Peppino Maisano e altri alti dirigenti Lions regionali e distrettuali. Tra gli ospiti di riguardo il sindaco di Siderno, Sen. Pietro Fuda, che ha presenziato fino alla fine della serata, che si è conclusa al tradizionale tocco della “Campana”.

Completato il catalogo della biblioteca privata di Aldo Greco Un evento importante per una città come Locri, già sede di molte raccolte private, come quella di Candida e di Scaglione

Un anno di paziente lavoro, eseguito con amore e passione dalla professoressa Domenica Marra e dal marito, il dottor Franco Bosurgi. Catalogare l’immenso patrimonio librario lasciato dall’avvocato Aldo Greco. Una schedatura, libro per libro, indispensabile alla famiglia per poter avere contezza del numero e dei titoli dei libri e delle riviste, e per poter offrire ad appassionati, studiosi, universitari, ricercatori, uno strumento di conoscenza e sapere. Il catalogo, per ora solo in forma digitale, è stato presentato mercoledì 28 presso il Palazzo della Cultura a Locri. L’evento, organizzato dal Sidus Club, è stato patrocinato dal Comune di Locri. L’assessora Sofia ha infatti dichiarato che si tratta di un evento importante per una città come Locri, già sede di molte raccolte private, come quella di Candida e di Scaglione, e che la catalogazione del patrimonio librario di Aldo Greco porta lustro alla cittadina. “La cultura va promossa gratuitamente, e un evento così accorsato ci dà il polso del fatto che la gente risponde”. Queste le parole dell’assessora alla Cultura Anna Sofia, latrice anche dei saluti del sindaco Giovanni Calabrese , impossibilitato a intervenire poiché fuori sede. Insieme all’assessora, al tavolo dei relatori, oltre Anna Meduri Greco, consorte dell’avvocato, la presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Locri, Gabriella Mollica Luly, la professoressa Domenica Marra e il dottore Franco Bosurgi. Ha moderato la serata la professoressa Albarosa Dolfin Romeo, presidente del Sidus Club. Presenti numerose autorità e figure attive nella vita culturale e politica della nostra zona, come il sindaco Pietro Fuda, il sindaco Vestito, il sindaco Salvatore Fuda, l’assessore alla Cultura di Siderno, Ercole Macrì, l’onorevole Maria Grazia Laganà, il presidente dell’ALB Cosimo Pellegrino. Dopo un ricordo tenero e commovente tracciato da Mollica Luly, la preside Marra ha dato un resoconto della natura del lavoro di catalogazione compiuto da lei e dal marito, e dei risultati ottenuti. Tra volumi e riviste sono stati conteggiati circa 9.000 “pezzi”, più svariati carteggi. I libri sono stati catalogati secondo la classificazione decimale Dewey, estremamente difficile da padroneggiare nelle sue finezze, e dato che la passione dell’avvocato Greco non si fermava alla cultura e

Siderno: nasce il nuovo comitato Piazza dell’Emigrante Lo scorso 7 ottobre è stato costituito il “Comitato Piazza dell’Emigrante” con la finalità di fare conoscere, conservare e diffondere i valori tradizionali, culturali, artistici, turistici e sociali che i nostri emigrati hanno apportato nei luoghi dove si sono trasferiti per questioni di lavoro. L’idea è quella di consolidare le relazioni di solidarietà con i nostri migranti residenti all’estero e migliorare le loro condizioni economiche, sociali e culturali dei Sidernesi. In tale contesto si avvieranno scambi culturali con altri comitati ed enti presenti all’estero. Le principali attività saranno convegni, conferenze, dibattiti, seminari, proiezioni, concerti, attività di formazione per il reinserimento nel mondo del lavoro, attività sportive, scambi culturali con altre etnie e si organizzerà l’annuale festa dell’Emigrante in programma per il mese di Agosto. Nella prima riunione sono stati nominati il Presidente del Comitato Rocco Ierinò, il Tesoriere Antonio Panetta , il Segretario Domenico Panetta. Le prime richieste effettuate

all'Amministrazione sono state: la disinfestazione dei quartieri Donisi, Grappidaro, Gonia, Fossecalì, San Filippo, Arona e Abbruschiato e l’organizzazione della Festa di San Martino, che si svolgerà l’11 novembre dinanzi all’ufficio postale di Donisi. Si è cominciato inoltre a organizzare la Festa del Dolce natalizio, il 28 dicembre presso la Piazza dell’Emigrante. Il Comitato invita infine i cittadini a visitare Facebook e prendere parte al tesseramento del comitato. L'ufficio Stampa Piazza dell'emigrante

alla lettura, ma sconfinava nella bibliofilia, sono stati trovati numerosi libri antichi, edizioni del Seicento, del Settecento e dell’Ottocento, alcune particolarmente belle, arricchite da illustrazioni e disegni. Emerge non solo una storia del libro in sé, ma anche - con le parole della preside Marra - la falsità di un mito di Sud ignorante e incolto, in quanto una gran parte dei libri sono stati stampati a Napoli o nei pressi, ai tempi del Regno delle Due Sicilie (ricordiamo volentieri che l’università di Salerno fu la prima e più importante della storia mediterranea). Letteratura e arte sono le categorie che contano il maggior numero di volumi, seguite da filosofia, storia e geografia. Si evince facilmente come l’avvocato Greco fosse un ricercatore della verità, alle sue fonti, poiché nella sua biblioteca vi sono libri di impostazioni ideologiche assai diverse, che egli confrontava e da cui traeva il meglio. Attualmente i libri pregiati sono sotto custodia presso una libreria antiquaria che ne garantisce l’integrità, gli altri rimangono nella dimora dell’avvocato. Ora la domanda si pone spontanea: una volta completato il catalogo, date le difficoltà obiettive della famiglia a essere presente e disponibile, pur con tutta la buona volontà della signora Greco, cosa ne sarà di questo grande patrimonio librario? Rimarrà un’isola o ci sarà il supporto di qualche istituzione in grado di metterlo a disposizione di tutti? Lidia Zitara

Calabria Forti esti a pioggia quando n'ta sta terra cadi e altrettanto forti u suli quandu nesci ad asciugari. U calabrisi luntanu stà terra non po' scordari e torna sempri per godere e ricordari insiemi cu l'amici quandu figghioli a palluni si mettivanu a jocari. Ora sunnu omini randi e pe campari milli sacrifici n'deppuru da fari. Ma quando veni l'estati non po’ fari a menu di tornari pe jiri a mari pecchì stù cielo azzurro e st'acqua chiara sulu cà a po’ trovari! Traduzione

Forte è la pioggia quando in questa terra cade e altrettanto forte il sole quando esce a riscaldare. Il calabrese lontano questa terra non può scordare e torna sempre per godere e ricordare con gli amici quando ragazzi col pallone si mettevano a giocare. Ora sono uomini grandi e per campare mille sacrifici ebbero da fare. Ma quando vien l'estate non può fare a meno di tornare e andare a mare perché questo cielo azzurro e quest'acqua chiara solo qua la può trovare!


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Siderno Superiore rinasce grazie all’Ottobrata Sidernese. Grande attesa per Mimmo Cavallaro

La“Palinuro”solca le acque di Roccella G razie all’impegno profuso della sezione di Roccella Jonica della Lega Navale Italiana, nella mattinata di ieri mercoledì 4 novembre la nave a vela “Palinuro”, nave-scuola della Marina Militare, ha accostato e sostato per diverse ore nelle acque antistanti l’abitato di Roccella Jonica, per l’unica sosta lungo le coste Calabresi. La richiesta accolta dallo Stato Maggiore della Marina con favore e piacere, ha fatto si che questa meravigliosa occasione potesse essere trascritta sia sul diario storico della Nave sia come pagina di storia della cittadina roccellese, da sempre vocata al mare ed alle attività che lo riguardano. Il vascello, al Comando del Capitano di Fregata Gabriele Belfiore ha ricevuto a bordo dapprima la visita di una delegazione composta dal Presidente della Sezione LNI di Roccella, Ing. Ilario Franco, dal Sindaco della cittadina Roccellese Prof. Giuseppe Certomà, dai docenti accompagnatori del locale Istituto Nautico “Maiorana”. Dopo aver dato gli onori agli ospiti, il Comandante ha concesso la visita a bordo agli studenti e ai soci che hanno voluto partecipare alla manifestazione con le proprie barche,

defilando intorno alla nave e accostandosi successivamente ad essa. La nave “Palinuro” è attualmente impegnata in una crociera addestrativa partita da Venezia il 23 ottobre e che si concluderà il 12 novembre nel porto di Salerno organizzata dalla Marina Militare in collaborazione con la Lega Navale Italiana. In tale crociera sono imbarcati un gruppo selezionato di giovani soci della Lega Navale Italiana, tra cui Luigi Giancotti di Roccella Jonica, alunno del locale Istituto Nautico, prescelto per meriti scolastici. Il Comandante, gli ufficiali e l’equipaggio della nave “Palinuro” hanno calorosamente intrattenuto gli ospiti saliti a bordo con spiegazioni e dimostrazioni, facendo così loro vivere una giornata emozionante proprio nel giorno della Festa Nazionale delle Forze Armate. A coronamento dell’iniziativa e a ricordo della giornata trascorsa a Roccella Jonica, il Sindaco Certomà ha voluto far dono al Comandante di un prezioso volume illustrativo della storia e della vita di Roccella Jonica e lo stesso ha ricambiato offrendo alla Sezione della LNI e alla città il crest della nave, come tradizione marinara vuole in questi casi. Il crest riporta proprio il motto di Nave

Palinuro “Faventibus Ventis”. L’iniziativa odierna è solo una delle tante che la Lega Navale Roccellese ha intenzione di proporre sia a favore dei propri soci sia per lo sviluppo della cultura marinaresca del territorio. Di recente infatti la sezione ha stretto un sodalizio con il locale Istituto Nautico tramite la firma di un protocollo di collaborazione tra scuola ed ente, il quale è stato accolto con grande favore ed entusiasmo dal Preside, ing. Morfea; proprio questo connubio sta portando dei positivi e riscontrabili risultati, primo tra tutti quello dell’entusiasmo tra gli studenti che in questa maniera hanno molte possibilità di vivere esperienze e legate al mare, tramite le iniziative che la LNI nazionale e locale mettono in campo. I dirigenti della sezione Roccellese hanno da tempo presentato un progetto presso il Comune di Roccella, per la realizzazione di una base nautica nelle vicinanze del Porto delle Grazie che darà certamente grande impulso a tutte le attività istituzionali che la Lega Navale è chiamata a svolgere: corsi di vela, conferenze e dibattiti sulle tematiche legate al mare e all’ambiente marino e conoscenza dei problemi maritti-

mi, partecipazione dei cittadini allo sviluppo ed al progresso di tutte le forme di attività nazionali che hanno sul mare il loro campo ed il loro mezzo di azione. La base sarà dotata anche di spazi attrezzati per svolgere attività sportiva anche a terra. L’obiettivo è certamente quello di avvicinare soprattutto i giovani all’affascinate mondo del mare. A ciò si unisce anche il contributo che l’Istituto Nautico sta già dando sul territorio con l’indirizzo di studi “Trasporti e Logistica – Conduzione del Mezzo Navale”; sempre più studenti infatti stanno dimostrando interesse per questa materia la quale permette inoltre anche ottimi sbocchi professionali per il futuro post-diploma, soprattutto in considerazione che l’Italia è bagnata da 8000 km di costa. La riuscita dell’iniziativa odierna è stata possibile anche e soprattutto grazie ai soci della sezione che hanno messo a disposizione le proprie imbarcazioni per collegare il porto di Roccella con la nave, nonché alla Società di servizi per il turismo e lo sport Megale Hellas di Marina di Gioiosa che gratuitamente e con entusiasmo ha trasportato gli alunni del Nautico a bordo del Palinuro.

Nonostante il rinvio a causa del maltempo, è finalmente ai nastri di partenza l’Ottobrata Sidernese! Grazie all’impegno delle associazioni, Siderno Superiore è pronta e presentare un altro importante evento che si propone di diventare, da qui a qualche anno, un appuntamento fuori stagione per tutto il comprensorio nonché modello originale di sviluppo, attivando le migliori energie del volontariato e della partecipazione dei cittadini e richiamando, quindi, rilevanti flussi di visitatori provenienti dal territorio comunale, provinciale e regionale. Godere delle bellezze di una terra dalle mille risorse, dei suoi profumi e, soprattutto, dei suoi sapori è, di fatto, una possibilità che in pochi si lasciano scappare. Insieme alla cultura dell’ambiente e dell’integrazione uomo-natura, l’Ottobrata intende promuovere la cultura delle tradizioni, usi e costumi della Calabria; la cultura delle tipicità collegate alla storia e all’identità delle comunità calabresi; la cultura della micro-imprenditorialità collegata alle potenzialità del territorio; la cultura dell’accoglienza e del turismo di qualità fuori stagione. Non solo cibo, quindi, ma musica, cultura e arte. Ad arricchire la manifestazione, infatti, ci saranno convegni e dibattiti (come quelli organizzati a Palazzo De Mojà a partire dalle 18:30 di sabato 7 novembre), spettacoli e animazioni, iniziative di solidarietà in compartecipazione con altri organismi nazionali e internazionali riconosciuti, visite guidate attraverso i vicoli del suggestivo Borgo Antico, degustazione di prodotti tipici locali che sarà possibile anche acquistare in un’area riservata. Ma, qualora tutto questo non vi sembrasse sufficiente, restate con noi fino alla fine della manifestazione, che chiuderà, l’8 novembre alle 22:00, con il grande concerto di Mimmo Cavallaro. L’Ottobrata entra a pieno titolo tra le manifestazioni che puntano all’intrattenimento a basso costo, di cui la nostra realtà ha un disperato bisogno. Il tutto unito alla possibilità di godere di sapori, profumi, colori, panorami di una terra che, almeno in questo, non ha niente da invidiare a nessuno.

Anche la Locride celebra la Giornata Mondiale del Diabete 14 novembre verrà celebrata in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Diabete, istituita nel 1991 dalla International Diabetes Federation (IDF) per ricordare la data di nascita di Frederick Banting, lo scopritore, insieme a Charles Best, nel 1921, dell’insulina. Nel dicembre 2006 l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) invitava tutti gli Stati Membri a promuovere politiche per la prevenzione della malattia e la diffusione di un’adeguata informazione. Il logo internazionale del World Diabetes Day (WDD) è un “cerchio blu” che rappresenta l’unità di tutta la comunità mondiale. Quest'anno la campagna di comunicazione di Diabete Italia " Muovi i fili del diabete " è rivolta principalmente alle persone con diabete e a chi sta loro vicino e invita al cambiamento, a scuotere i fili e muovere le leve che possono migliorare la qualità della vita della persona con diabete, sia direttamente sia sollecitando una migliore assistenza. Per il diabete in età pediatrica, la campagna di informazione e sensibilizzazione riguarda l' accoglienza del bambino con diabete a scuola con il coinvolgimento diretto di AGDItalia, la federazione che raggruppa la maggior parte delle associazioni che si occupano di diabete giovanile. "Diabete: cosa la Scuola può imparare e insegnare" è lo slogan della campagna 2015 che fa riferimento alle raccomandazioni di un Documento strategico realizzato da questa Federazione con la collaborazione dei Ministeri della Salute e della Pubblica Istruzione. La Calabria ha di recente recepito questo Documento strategico e, sulla spinta dei pediatri diabetologi facenti parte della "Rete diabetologica pediatrica calabre", ha promosso con l' Ufficio scolastico regionale un Protocollo d'intesa che facilita l'inserimento a scuola in sicurezza del ragazzo con diabete. Anche quest’anno saranno diversi gli eventi proposti dal Centro di diabetologia pediatrica dell' Ospedale di Locri e dall'Associazione Giovani con Diabete della Locride per celebrare la Giornata Mondiale del

Il

Istituto Pedullà: Domani un convegno su archeologia, arte e benessere Diabete 2015. Durante la settimana sono previsti diversi incontri nelle scuole della Locride che avranno per tema la corretta alimentazione e la promozione dell'attività fisica. Sabato 14 Novembre, a partire dalle ore 9.00, presso la sala del Convento dei Minimi di Roccella Jonica, si svolgerà un incontro dibattito sul tema "Alimentazione e Salute ". A seguire, nella piazza antistante il Convento, si svolgerà una manifestazione ludica con giochi e animazione per i più piccoli con la collaborazione del Centro di assistenza oncologica della Società nazionale di salvamento di Siderno. Alle ore 18.00, il prof. Fausto

Certomà, in allegria, sarà alla guida di un gruppo di fitwalking al quale potranno partecipare tutti, grandi e bambini. Nelle notti tra il 14 e 16 novembre si potrà notare con sorpresa che alcuni luoghi e monumenti del nostro comprensorio si vestiranno di una luce blu così come sarà fatto in tantissime altre città del nostro Paese e in tanti altri Paesi del mondo. Un’iniziativa simbolica che mira a illuminare la vita delle persone che convivono con il diabete e a far luce tra quanti non lo conoscono per eliminare pregiudizi che ancora oggi serpeggiano in vari ambiti sociali.

L’Istituto Comprensivo “Bello - Pedullà Agnana” di Siderno, lunedì 9 novembre, alle ore 17:00, ospiterà il convegno “Per Bacco…!”, incentrato su Archeologia - Arte - Benessere. Introdurrà il dirigente scolastico Vito Pirruccio. Interverranno la Responsabile Museo Archeologico Nazionale di Locri Laura Delfino che parlerà di “Percorsi di storia e archeologia: l’uva e il vino”, la Vice Presidente Sidus Club Katia Aiello sulle “Nature morte” e la dentista Gabriella Barreca su “Uva: proprietà e benefici”.



ATTUALITÀ

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Novembre, è ora di dire basta alla voglia di andare in giro come un fiore uscito dall’orto botanico. Largo ai vestiti color fango-alluvione. E tra questi outfit smorti c’è anche la roba che potrebbe servirti per “eventi speciali”, come il maiale e le olive.

S.O.Scambiodistagione o fai due volte l’anno: la prima, a inizio maggio, quando vieni investito da un’ondata di calore, che hai bramato l’estate per mesi e mesi e all’improvviso già non la vuoi più; la seconda, generalmente intorno “ai morti” (primi di novembre), quando una mattina esci di casa con 30°, a maniche corte, e torni con la febbre e i piedi congelati. Cambio stagione. Che mentre lo fai ti chiedi perché papà tarlo e la sua famiglia non abbia mangiato il tuo intero guardaroba, tanto può, a tratti, farti schifo. Ogni anno, puntualmente, ti si ripresentano davanti quei capi d’abbigliamento, come il parente al lutto che proprio non vuoi salutare, però ti tocca. La domanda è: perché? Suddivisa nelle sottocategorie di: 1. Perché non ho niente da mettermi? 2. Perché ho comprato questo orrendo golfino? 3. Perché esiste l’inverno? D’estate vai in giro che pari un fiore uscito dall’orto botanico, tanto che Picasso si rivolta nella sua tomba, invidiandoti gli abbinamenti di colore che c’hai addosso. D’inverno scompare la tavolozza e ti mostri in quattro, cinque varianti di colore, un po’ come succede nelle gelaterie, che ti lasciano solo il fior di latte, la nocciola e il cioccolato. Non a caso, uno dei colori più utilizzati è il fango, derivato probabilmente dalle alluvioni invernali. E insomma, l’inverno è già triste di per sé e il tuo guardaroba non ti aiuta proprio. Puntualmente, poi, ti si ripresenta quel

L

maglioncino del quale vorresti raccontare che si è infiltrito: la verità è che sei tu che non ti infiltrisci mai, anzi, ti sdillabri; difatti, l’unica volta che sei riuscito a metterlo è stato quando hai dato l’esame di diritto penale, che non hai mangiato per una settimana e allora ci sei entrato dentro. Fine della favola. Altri maglioncini, invece, hanno i colori della cacca; per precisare, di diversi tipi di cacca (a seconda del tuo transito inte-

stinale, ma questo passaggio lo saltiamo). Un’altra cosa che mi sono sempre chieste è se al Nord, come al Sud, si usi mettere da parte roba che potrebbe servirti per “eventi speciali”, come il maiale o le olive. Ci si combina uno schifo durante queste giornate, ma qualcosa dovrai pur indossare! Su questo non ti batte nessuno: tra la maglia bucata e la tuta con la macchia di varechina, hai solo l’imbarazzo della scelta. Il cambio stagione

procede così, tra una montagna di roba che fa volume e che raccoglie pelo (l’ultima volta tuo cugino ti ha fatto stendere e rotolare sul divano sul quale si era coricato il cane, perchè aveva bisogno di pulirlo), un senso di impotenza e incredulità miste al chiederti il senso della tua vita. Tra te e te ti dici che ce la farai: anche questo inverno passerà e comprerai qualcosa che ti renda solare. In realtà l’inverno è quella stagione che ti rende furbacchione, quando, mentre prepari la tua ciambella preferita, ti accorgi che il burro è finito e devi correre al supermercato. Per cui, quello che fai, è indossare, sopra la maglia del pigiama, il giubbotto; e metterti un cappello per nascondere i capelli sporchi; e non toglierti nemmeno le babbucce, infilandoti gli stivali che con quei termosifoni di lana ai piedi sono passati dal numero 38 iniziale, al 27 di Lelly Kelly. Non riesci nemmeno a camminare... Ma come ti sei ridotto? La giornata dedicata al cambio stagione invernale è dura: non ti si può parlare. Metti da parte quello che proprio non indosserai per dignità, quando arriva tua madre ed esordisce con “Questo non lo metti più? Lo regaliamo a tua cugina!”. Ti assale un senso di calore, le guance diventano rosse e inizi a sudare. Nessuno ha il diritto di toccare i tuoi vestiti abominevoli, fossero l’ultima cosa che ti resta... e con tutta la tua forza urli, “A mia cugina NO!”. Sara Jacopetta

StudentiVS locatori: causa persa in partenza? Tra i ricordi dell’università c’è senz’altro quello del proprietario di casa: che sia disponibile e affidabile o combinaguai e spesso spilorcio, segnerà in maniera indelebile la vita di ogni studente.

esperienza universitaria è un’avventura. In tutto e per tutto. Comincia nell’istante esatto in cui si varca la soglia della città che ospita la struttura, e non termina per tutta la vita. Ci sarà sempre qualche questione ancora aperta che continuerà a essere parte dell’esistenza di uno studente: un amico/a universitario diventato fidanzato/a, un fidanzato/a diventato marito/ moglie, un ragazzo/a lasciato/a, un esame andato male, una coinquilina/o troppo simpatica/o, o una/o troppo antipatica/o. Ma soprattutto il ricordo che ci si porterà dietro per tutta la vita sarà quello di un proprietario di casa disponibile e affidabile o di uno totalmente inesperto e combinaguai. L’entrata ufficiale nella vita universitaria dei fuori sede comincia con la fatidica ricerca disperata di un alloggio. Poco male per coloro che si adattano a qualsiasi situazione, malissimo per chi ha grosse pretese. Che si prepari psicologicamente a giornate infernali in cui troverà proprietari furbacchioni a cui il nome “contratto di locazione” fa rabbrividire, nonché affermare: “Noi siamo una famiglia! E nelle famiglie non ci sono contratti.” Vano il tentativo di spiegazione secondo cui il contratto è rivolto a tutelare entrambe le parti. Loro ragionano come se fossero una “famiglia”. Case improponibili a prezzi tutt’altro che proponibili. Muffa, acari e polvere. Pavimento inesistente e, sui muri, graffiti. Sì, di macchie. Ma tanto “questa è una bella casa, comoda e tranquilla. Al piano inferiore abita un medico e un avvocato. Gente raccomandabile.” Sì, come se questi professionisti sul loro stato civile avessero scritto “brava persona” solo perché possiedono una laurea. Generalmente queste sono le tipiche persone

L’

la cui fortuna è stata quella di possedere un immobile più o meno accettabile in una città universitaria, da affittare a poveri studenti malcapitati. Vi sono, poi, i proprietari che nella vita sono ricchi costruttori. E per ogni edificio costruito destinano un appartamento a studenti affittuari. Poco disponibili perché troppo impegnati, e fin troppo lascivi. Gli studenti si ritrovano a dover consegnare mensilità arretrate, perché il proprietario si dimentica di passare a ritirare l’affitto, tanto mica ha bisogno di soldi. Ah, dimenticavo. Non dichiarano l’importo effettivo dell’affitto. Pagherebbero troppe tasse. Capita a volte (molto raramente) di trovare

l’onesto cittadino. Lavoratore da un’intera vita, che ha acquistato un appartamento investendo del denaro messo da parte e frutto di innumerevoli sacrifici. Preciso ed efficiente. A ogni fine stagione si trova a ingaggiare una ditta di pulizie per far trovare l’appartamento sempre impeccabile e profumato. Arredato con gusto, e studiato nei dettagli. Questo tipo di locatore, dichiara anche il centesimo, fa visita a casa munito di cartellina e con la situazione economica di bollette e affitto ben chiara, delineata da un attento studio fatto di grafici e tabelle. “Sara ha già pagato il canone. Mariella no. Il 2 settembre arriva la bolletta dell’acqua”. Contratto rigorosamente registrato, e spese

contrattuali a carico del locatore. Insomma instancabile e preciso, non può che essere un proprietario di casa “limited edition”. Sulle varie agenzie che si occupano di locare appartamenti a studenti conviene non soffermarsi troppo.Due mensilità anticipate e altre due per il loro guadagno. Vi è, poi, una categoria di locatore che se Dante avesse vissuto nei giorni nostri avrebbe collocato nell’ultimo girone dell’inferno. È quella degli incivili e degli ignoranti. Ma non perché non hanno studiato, ma per il semplice motivo di non saper instaurare un dialogo e affrontare un discorso. Il povero studente dopo essersi innamorato follemente della casa, cerca in tutti i modi di farsi piacere il proprietario. Ma si fallisce sempre. Non mantengono orari, le 19 serali accordate due sere prima, divengono le 7:45 del mattino, senza avvertire. Non hanno intenzione di spendere un euro, e se dovesse capitare un guasto irreparabile alla lavatrice millenaria degna di premio Nobel per l’indistruttibilità, beh “gli elettrodomestici sono a carico dell’affittuario, quelli in casa erano tutti nuovi.” E se solo si cercasse di discutere, si può star certi che loro non hanno nessuna intenzione di cedere. Non sapendo argomentare, sono capaci di girare le spalle e andar via nel bel mezzo della discussione. Anche un po’ offesi. Non si capisce bene se dalla discussione o dalla consapevolezza di essere inappropriati. Che poi il povero studente entra pure in crisi: “non capisce lui o non mi so spiegare io?”- si chiede. A questo punto il mio consiglio è uno solo: invece di regalare soldi a proprietari incapaci per affitti salatissimi, meglio accollarsi un mutuo. Di sicuro - come dice mia nonna - si guadagna in salute. Sara Leone


RIVIERA

Vicini Vicini Rocco Marzano e Maria Bizantini du te la tempesta. Nierannt di meglio delle giace che della ProtezioneCivile e del calo umano per ripararre si dal vento.

Una soddisfazione incompresa Al comune di Siderno l’opposizione se la ride. Non sappiamo perché, ma vedere serenità sui volti di Michele Cataldo e Pietro Sgarlato rallegra anche a noi.

Emergenza finita La vicesindaco Anna Romeo assieme alla dirigente della Protezione Civile, davanti al comune Siderno sono sollevate: l’abbiamo scampata anche questa volta!

In the real life… Roberto Oliveto e Cosimo Macrì, dopo tanti fotomontaggi, si incontrano dal vivo e decidono di immortalare il momento con un selfie più unico che raro!

Una foto spaziale Dall’archivio storico: Pino Bova e Luigi Guttà avevano posato per questo scatto durante la manifestazione di CD a Siderno. Chissà perché ci era sfuggito…

Siamo nelle tue mani! Nell’ultimo Consiglio Comunale, Vincenzo De Leo è stato eletto nella consulta cittadina. Buon Lavoro Vincenzo, non fare scelte di cui potremmo pentirci!

Sprezzanti del pericolo Il giorno della tempesta il temerario giornalista di Rai Calabria si è fermato sul lungomare di Siderno a intervistare gli altrettanto temerari passanti

“Ciao, bbelli!” Davide Ruso e il “piccolo” Maio posano dinanzi al bancone di Mimmo Simonetta che, in astinenza da tabacco, saluta prima di usare la porta di servizio…

Chi vuol essere Sommelier? Durante l’incontro al Residence Zefiro la Fondazione Italiana Sommelier ha annunciati l’apertura di una nuova sede nella Locride. Più vino per tutti!

C’è crisi! Salvatore Siviglia e Pino Albanese, eletti “unità crisi” al comune di Siderno durante l’alluvione riordinano le idee cercando supporto sui loro smartphone

Come le bestie Giustissima l’indignazione di Giovanni Calabrese dinanzi al locrese che, mercoledì, ha ostruito l’accesso a via Zaleuco per disfarsi di questa frasche


SETTIMANALE

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30 an Ed ec ni di foto Archi coli i festegmeravigl attivit nà per i su giamenti iose spum à! Una ott oi trent’an di Giulio ni ante e ima to una fo rta, un di gloriosa fa to tra le fotovoloso !

DOMENICA08NOVEMBRE 23

Una squ Sfoggian adra vincente dei grando un portamento accolgon i dirigenti d’azien tipico fessionali o i clienti con una da e della Vod tà unica: ecco il te proafone di S a iderno! m

Ancora tu?! Torniamo ancora in quel del polifunzionale per incontrare il segretario regionale CD mentre discute animatamente con Gianni Gerace e Vincenzo Loiero!

In alta uniforme Due vigili urbani posano per noi in alta uniforme durante le commemorazioni che la città di Siderno ha organizzato per la Giornata all’unità Nazionale

Ognuno fa quello che può Percorsi alternativi alla SS106: arrivano i totem informativi dell’ANAS. (dalla pagina Facebook “Lo statale jonico”)

Effetto serra Molto sentito in Calabria l’allarme OMS in merito alla pericolosità delle carni rosse. Ma attenzione: potrebbe non essere l’unico alimento pericoloso…

Siderno Salva l’Alto Adige Ettore Gliozzi, sidernese, salva ogni domenica la sua FC SudTirolo. Entrato sempre alla fine del 2° tempo, ha avuto il potere di ribaltare tutti i risultati!

Fidiucioso di non cadere Francesco Oliva, Il nostro simpatico vescovo, olino tra le nubi per approfitta del sole che fa cap farsi un bel giro in bicicletta.

Ciao Adele Ci ha lasciato Adele Cambria, giornalista, scrittrice, compagna instancabile nelle lotte femministe. Amica preziosa della Casa internazionale delle Donne. Il pensiero dei Bevilacqua “È un anno che ci manchi, Rosa. Sarai sempre nei nostri cuori. Tuo marito e i tuoi figli”

La colpa dell’alluvione Questo scatto di Martino Michelizzi non solo testimonia un momento drammatico dell’alluvione, ma anche che è stata portata da un “arcegliu du malaugurio”



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