CONTROCOPERTINA
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DOMENICA 16 NOVEMBRE 3
Storie. Carcerato e laureato
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La storia di un giovane di Siderno che riesce a raggiungere il suo obiettivo ma solo in un carcere in Sardegna. Alcune aziende lo hanno già contattato per offrirgli un lavoro quando avrà finito di scontare la pena.
ILARIO AMMENDOLIA
n bocca al mostro che poi la divora… Audace passa nella morta gora….” Sono versi scritti dal nostro Tommaso Campanella, mentre si trovava in carcere da Lui indicato come luogo di “duro scempio del mio lungo inferno”. Chissà se prima di finir dietro le sbarre il sidernese Giuseppe Commisso avrà letto i versi di Campanella. Certo non ne ha tenuto gran conto. Il carcere era una realtà lontana per un giovane baldanzoso che sognava di conquistare il bel
mondo. La droga rappresentava per lui la chiave illusoria per aprire le porte verso una vita nel lusso, le macchine di grossa cilindrata,l'effimero successo raggiunto per dubbie vie. Invece gli ha aperto le porte della galera ed è piombato dentro la “morta gora”. I cancelli si son chiusi dietro le sue spalle, le sbarre alla finestra, la coabitazione forzata, e , soprattutto, la mancanza di libertà. Non è facile resistere all'abbrutimento nelle patrie galere dove, molto spesso, ci si imbarbarisce covando rancore e risentimento verso il mondo. Molti escono dal carcere per precipitare rapidamente verso l'inferno! Una regola che non vale per tutti. Non è valsa per i detenuti politici durante il regime fascista che dal carcere sono usciti più forti, temprati, palpitanti di umanità. Ho letto sui giornali e con interesse la storia di Giuseppe Commisso, 35 anni, cittadino di Siderno attualmente detenuto. Mi è sembrata la dimostrazione di ciò che penso da sempre: il carcere si può vincere e dal male ci si può riscattare. Ho molto apprezzato il fatto che probabilmente questo giovane, scontata la pena, sarà in condizione per salire i gradini verso la riabilitazione e la libertà È stata necessaria una volontà ferrea per conservare la propria umanità, la propria intelligenza e la volontà di diventare migliore. Giuseppe l'ha avuta! In carcere ha studiato con serietà conseguendo la laurea in scienze agrarie con 105/110. Adesso è “dottore”, e vorrei immaginarmi che la mattina, aprendo la cella, il secondino gli dirà “dottore è l'ora d'aria”! Lo hanno già contattato per un posto di lavoro. Merito innanzitutto suo, dell'amministrazione carceraria e soprattutto delle associazioni come i “radicali italiani”, “nessuno tocchi Caino” , della Chiesa, insomma di quanti, in questi anni, si sono battuti per un carcere più umano. Giuseppe potrà ora sognare la gratificazione professionale, il rispetto della società, una vita “normale”. Questa volta però la chiave che avrà a disposizione sarà la sua professionalità, gli studi che lo hanno maturato, il carattere che s'è forgiato anche da dietro le sbarre. Giuseppe Commisso, almeno finora, ha vinto la sua battaglia contro il carcere. Noi non possiamo che augurargli di vincere la lotta per una vita “normale” e felice. Dice il cardinale Borromeo abbracciando un fuorilegge come l'Innominato che si fa più festa in Cielo per un figlio recuperato, che per mille anime buone che entrano in
Paradiso. Questa storia che abbiamo raccontato nella sue essenzialità è la dimostrazione di quanto sia importante la riforma carceraria. Non solo e non tanto per i detenuti ma per l'intera società. Oggi il carcere è ancora un luogo invivibile, costosissimo, una palestra per i più feroci, una “università” del crimine. Molto spesso si entra in carcere per una sciocchezza e si esce criminali incalliti. La società paga un prezzo enorme. Un prezzo di sangue, di sicurezza e umano. Eppure i più si potrebbero salvare e la società potrebbe guadagnarne economicamente ma soprattutto in sicurezza e civile convivenza. Molti detenuti potrebbero trasformarsi da problema in risorsa per la società. Capisco che molti obietteranno che prima bisognerebbe pensare ai ragazzi senza lavoro che sono sempre vissuti nel rispetto delle regole. Non si tratta di contrapporre gli uni agli altri ma di avere un progetto complessivo per recuperare le fasce di emarginazione dando a tutti l'opportunità di vivere una esistenza normale. Personalmente sono iscritto da tempo alla associazione “nessuno tocchi Caino”. Mi colloco sempre dalla parte di Abele. Abele è tale perché non avrebbe mai ucciso , mai tormentato, mai torturato Caino. Qualcuno dice che in quasi tutti gli uomini brilla una fiammella di umanità. La società dovrebbe alimentarla per liberare l'uomo che si nasconde nel bruto. So che non sempre è possibile. La storia di Giuseppe Commisso però ci dimostra che la battaglia contro il male e la perdizione può essere vinta!
Uno su mille
ce la fa...
Giuseppe Commisso
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PRIMO PIANO Operazione “Solare2-Crimine3”
182 anni di carcere per la holding del narcotraffico Nei giorni scorsi il tribunale di Locri ha condannato 12 imputati a 182 anni di reclusione, mandando assolti altri sette, accusati a vario titolo di partecipazione a una associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Il processo prendeva il nome dalla maxi indagine denominata “Solare 2 – Crimine 3”, che risale al luglio del 2011, contro 55 soggetti, di cui 10 a piede libero. Gli interventi hanno interessato la Calabria, la Sicilia, il Lazio e la Lombardia; 5 trafficanti localizzati in Spagna e Olanda sono stati raggiunti da un mandato di arresto europeo. È stato, inoltre, richiesto l’arresto a fini estradizionali di ulteriori 3 soggetti, già localizzati in Colombia, Venezuela e Stati Uniti. I provvedimenti restrittivi costituivano la terza fase dell’operazione “Il Crimine” che aveva unificato le indagini dirette dalle Procure Distrettuali di Reggio Calabria e Milano raggiungendo soprattutto gli esponenti di vertice delle principali cosche calabresi della ‘ndrangheta, nonché delle rispettive proiezioni nel nord Italia. In particolare, coronavano una vasta indagine del Ros e del Comando Provinciale di Reggio Calabria, contro la ‘ndrangheta e il narcotraffico internazionale, già concretizzatasi in due interventi del settembre 2008 e del luglio 2010. La prima fase, avviata nel febbraio 2008, in collaborazione con la Dea, l’Fbi. e l’Ice, in direzione di una struttura transnazionale dedita al traffico di cocaina, metanfetamine e cannabis tra il Sud America, il Nord America e l’Europa, aveva documentato le proiezioni statunitensi di una consorteria della Locride, attraverso una componente radicata a New York, si riforniva di narcotico e dal Cartello del Golfo e dalle squadre di mercenari paramilitari dette “Los Zetas”, egemoni in Messico. La più recente fase investigativa, condotta in collaborazione con la Dea statunitense e la Dcsa, ha delineato compiutamente la struttura del cartello calabrese implicato nel narcotraffico, costituito tra le ‘ndrine di Gioiosa Jonica, di Marina di Gioiosa Jonica, di Grotteria, di Rosarno e di Siderno, cui sarebbero collegati alcuni rappresentanti della Cosa Nostra siciliana, recentemente rientrati in Italia dopo un lungo esilio negli Stati Uniti, determinato dalla guerra di mafia degli anni ’70 – ’80. Interrotti i rapporti con i fornitori messicani, il cartello di cosche indagato aveva consolidato i rapporti con un’altra organizzazione fornitrice colombiana di cui, oltre che nel Paese di origine, venivano individuate cellule in Venezuela, Spagna e Olanda. Grazie alla proficua cooperazione instaurata con le Autorità spagnole e olandesi, diverse furono le perdite subite, perdite che inducevano il cartello calabrese a ricercare un nuovo canale commerciale per le importazioni del narcotico dal Sud America.Grazie all’analisi incrociata di più attività d’indagine, si riusciva a comprendere come, in un quadro più ampio, le varie cosche della provincia di Reggio Calabria – e non solo – con ruoli diversi, ma rimanendo inquadrate in un ambito d’azione unitario della ‘ndrangheta, partecipassero alla fase di acquisto, importazione e smistamento della sostanza stupefacente. L’indagine comprovava, ancora una volta, la centralità del porto di Gioia Tauro nell’importazione di sostanze stupefacenti. Nel complesso, l’indagine ha riprovato il ruolo della ‘ndrangheta nel traffico internazionale di cocaina e la capacità di costituire veri e propri cartelli tra numerose cosche per finanziare molteplici importazioni di narcotico, da distribuire quindi in tutto il territorio nazionale.
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DOMENICA 16 NOVEMBRE 4
Fra Saggio da Longobardi e le Elezioni Regionali JACOPO GIUCA La nostra storia comincia nella notte dell’epifania del 1650. A Longobardi, piccolo centro del cosentino, nasce Giovanni Battista, destinato, suo malgrado, a condizionare la storia politica calabrese di 364 anni dopo. Di famiglia contadina, Giovanni Battista ebbe un’educazione cattolica, imparando presto a trovare nel credo le consolazioni che la vita terrena non poteva offrirgli. La frequentazione del convento dei Minimi fin dalla tenera età fece nascere in lui il desiderio di divenire parte attiva della vita religiosa. Siccome i suoi guadagni servivano a sostentare la famiglia, però, quando comunicò ai genitori la volontà di seguire le orme di Francesco di Paola e farsi frate, questi non poterono che protestare e, per rispetto a loro, Giovanni Battista rinunciò ai suoi intenti. Nell’autunno del 1668, tuttavia, le cose avrebbero preso una piega che ci condurrà alle regionali del 2014. Rassegnato a non realizzare i propri intenti, una mattina di settembre Nicola si svegliò cieco e la sua famiglia non poté che interpretare questo evento come il segnale inequivocabile che il giovane dovesse prendere i voti per volontà stessa dell’Altissimo. Entrato nell’Ordine Minimo, il nostro riacquistò la vista e assunse il nome di Nicola. La nuova vita del giovane sarebbe stata scandita da esperienze mistiche, estasi e contemplazioni della Trinità, tanto che già a sette anni dalla sua morte si diffuse la voce della sua santità. Assicurarsi che una persona buona si meriti questo titolo, però, obbliga quasi sempre a percorrere una strada lunga e tortuosa, tanto che i fedeli avrebbero dovuto attendere il 1786 per assistere alla beatificazione del frate. Da quel momento, Nicola da Longobardi sarebbe divenuto patrono del proprio paese natale. Nella primavera del 1938 la storia del frate si incrocia a quella di Giuseppe Laudadio, giovane muratore che, durante i lavori per il restauro della chiesa di San Francesco, preci-
Il 23 novembre, data del prossimo pitò nel vuoto cadendo da un ponteggio. Il giovane ebbe solo il tempo di appuntamento elettorale, in piazza invocare l’aiuto di Nicola prima di impattare al suolo, ma quando si San Pietro si svolgerà la rialzò illeso gli astanti gridarono al canonizzazione del frate Nicola miracolo e si fece presente l’evento alla Chiesa, che avviò un’inchiesta, Saggio da Longobardi, frate anche se con 70 anni di ritardo. Gli dell’ordine dei Minimi di San accertamenti ecclesiastici tra il 2008 e il 2014 hanno portato alla conclusione Francesco di Paola. Pertanto il che quanto accaduto a Giuseppe non sindaco di Bovalino,Tommaso sia scientificamente spiegabile, tanto a 93 anni, il protagonista di questa Mittiga, ha chiesto il rinvio delle che, vicenda assisterà alla canonizzazione elezioni regionali del suo patrono.
Tale processo avrà inizio alle 10.30 di domenica 23 novembre, la stessa domenica elettorale di cui stiamo parlando da mesi. Ecco a cosa ci porta questa vicenda iniziata quasi quattrocento anni fa: a una richiesta di differimento delle elezioni regionali proveniente dalla giunta comunale di Bovalino. Quando ci si è resi conto della coincidenza di date, è stata firmata una delibera che facesse presente agli organismi organizzativi che un evento importante per l’intera regione avrebbe potuto mettere a rischio il raggiungimento del quorum. Pare che la giunta Mittiga si sia limitata a esprimere appoggio alle istituzioni di Longobardi, proponendo l’alternativa che i seggi elettorali rimangano aperti anche il lunedì. Fermo restando che l’evento religioso sia di un’importanza alla quale non rimanere indifferenti e catalizzatore dell’attenzione dei fedeli, richiedere il rinvio delle elezioni per un evento che sarà possibile seguire attraverso i più svariati mezzi di informazione sembra eccessivo. L’apertura dei seggi, inoltre, non durerà solo il tempo della cerimonia ecclesiastica, né questa si protrarrà per l’intera giornata, tanto da far apparire questa richiesta come un tentativo di giustificazione a priori del calo di affluenza alle urne previsto per il prossimo 23 novembre. E pensare che il nostro editore era convinto che la richiesta di Mittiga fosse dettata dai danni provocati dal maltempo!
Vittorio Sgarbi, un testicolo inamovibile... «Gli unici che hanno rotto i c... sono quelli di Reggio Calabria, che non è nemmeno in Italia, la Calabria non è in Italia visibilmente» ha affermato Vittorio Sgarbi. Allora perché, a proposito di c…, a prescindere se la Calabria sia o no Italia, nonostante abbia donato - come dimostra la cartina geografica - il nome alla nazione della pasta, invece dei Bronzi di Riace all'Expo di Milano, non un David fiorentino, di Michelangelo o di Donatello, pure loro con il pisello bene in vista e italiani razza
pura, the original? «I Bronzi si potevano trasportare, il no è stata una scelta politica di una commissione di deficienti - ha aggiunto - il primo dei quali nominato da noi e che ha votato contro di noi» ha ribadito il c… Una relazione del Ministero dei Beni Culturali del 31 maggio 1995 ha stabilito che i Bronzi di Riace sono INAMOVIBILI. Il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali”Articolo 1: In attuazione dell'articolo 9 della Costituzione, la Repubblica tutela il patrimonio culturale. Quindi, a conclusione, chi è il vero testicolo?
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l 7 e l’8 Dicembre 2014, Lino Valeri apre le porte del suo atelier alle future spose. Una due giorni dedicata alla scelta dell’abito da sposa, quell’abito che sarà indossato in uno dei giorni più importanti nella vita di una donna. Dalle ore 10 alle ore 20, domenica 7 e lunedì 8 dicembre, si potranno misurare abiti da sposa, previo appuntamento, e vivere la magia di quel momento, quell’attimo in cui il cuore batte forte, gli occhi brillano di felicità e si dice: “si è lui”!!! All’evento è prevista la presenza di un giovane ma grande stilista, un ragazzo pugliese Pietro Demita, ideatore e titolare della casa di moda sposa Diamond Couture che dispenserà consigli e regalerà suggerimenti personalizzati ad ogni sposa li presente. Oltre le attenzioni dello stilista le future sposine saranno seguite da professionisti del settore trucco e parrucco, rispettivamente Rosamaria Caricari del Centro Estetico Mixage di Siderno e Francesco di Compagnia della Bellezza Siderno. La partecipazione è gratuita e solo in quest’occasione potrete usufruire di interessanti
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sconti! Non c’è alcun obbligo di acquisto ma solo confermando l’abito si potrà parteciperà all’estrazione dello stesso oltre ad un pacchetto di sconti e omaggi messi in palio da Compagnia della Bellezza Siderno, Centro Estetico Mixage Siderno, Ideeventi Store Siderno, Francesco Marrapodi Fiorista Roccella, Arturo Pasquinucci Centro Commerciale “La Gru” Siderno, Servizifotografici.net di Reggio Calabria. Si ricorda che la partecipazione è completamente gratuita, che l’estrazione avverrà solo se a confermare l’abito saranno almeno 10 spose e si terrà alle ore 20.00 di giorno 8 Dicembre presso l’atelier di Marina di Gioiosa Ionica Oltre la sposa anche le sue damigelle potranno misurare gli abiti della linea Ideeventi Bridesmaids per essere eleganti in un giorno così importante come il matrimonio della propria amica. Tanti modelli, taglie e colori a disposizione. Per info e prenotazioni scrivere a info@ideeventi.com o telefonare ai numeri 0964.1902575 oppure 329.6546620
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PRIMO PIANO
“Ambiente, Risorse, Lavoro”: ciò che serve alla Calabria per ripartire secondo
fondi comunitari Vittorio Zito, ha messo in evidenza le criticità e, soprattutto, le potenzialità nascoste del territorio che amiamo. Il convegno si è aperto sottolineando l’urgenza con la quale la nostra regione debba cambiare il proprio abito puntando sulla valorizzazione del territorio per riacquistare il rispetto che merita. Ciò deve essere realizzato attraverso la cooperazione tra tutti i sindaci della Locride, il potenziamento del patrimonio culturale e il recupero delle eccellenze che caratterizzano il territorio. La nostra regione è estremamente variegata, ricca di “rughe”, per usare le parole di Viscomi, che, con il tempo hanno subito un lifting assoluta-
cienti i quali smetteremo di domandarci perché le cose funzionino fuori senza comprendere perché non debbano funzionare anche qui. Nel suo intervento, Mario Oliverio dimostra di essere molto determinato a far emergere le potenzialità della Calabria, oggi in una situazione occupazionale così grave da essere di molto staccata rispetto alla regione che la precede. Secondo il candidato presidente è necessario creare un sistema di regole nuovo per poter rimettere la regione al passo con il resto della nazione e sanare una politica che si è fatta troppo prendere dalle richieste erronee avanzate dalla società. Per fare questo, Oliverio vorrebbe ripercorrere le orme
Mario Oliverio L SERVIZIO A CURA DI JACOPO GIUCA
a tenuta “Il palazzo” di Nicola Capogreco ha aperto le sue porte a Mario Oliverio e ai suoi sostenitori nella serata di lunedì 10 novembre. Dopo una giornata interamente dedicata alla Locride, alle sue problematiche e alle sue potenzialità, il candidato di centrosinistra alla presidenza regionale ha fatto il suo ingresso in una sala gremitissima. Nonostante il ritardo rispetto a quanto programmato, Oliverio si è preso qualche istante per contemplare non senza soddisfazione la folla venuta a sostenerlo e salutare i correlatori che di lì a poco lo avrebbero accompagnato nella serata di Moschetta. La lunga conferenza che ha visto la collaborazione di Antonio Viscomi, professore di Diritto del lavoro presso l’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, dell’imprenditore Nicola Capogreco, del Presidente della Coldiretti Calabria Pietro Molinaro e dell’esperto in
“Ripercorreremo le orme della Puglia e della Sicilia che sono ripartite facendo leva sul proprio territorio e sul turismo”
mente non necessario. Queste rughe, queste sfaccettature fisiche e sociali che ci caratterizzano, devono essere recuperate senza che ne venga lasciata indietro nessuna, di modo che il solco tracciato dal piccolo produttore lasci il segno esattamente come l’inestimabile patrimonio culturale che rende la regione che abitiamo un museo a cielo aperto. A questo deve affiancarsi uno snellimento della burocrazia che metta fine alle paure degli imprenditori che continuano a investire in Calabria e, indirettamente, stanno già lottando per recuperare quelle rughe. Se le imprese calabresi riusciranno a fare giusta pubblicità al territorio, creeranno i presupposti necessari alla produzione di una ricchezza che garantisca l’autosostentamento e contribuisca a eliminare la presenza di un miliardo e mezzo di prodotti contraffatti. L’ottimismo che deve spingere la regione a realizzare questi progetti non deve farle dimenticare le criticità economiche in cui è coinvolta che, negli ultimi venti anni, l’hanno vista protagonista di sprechi difficilmente sanabili. Migliorare questa condizione significherà recuperare coordinamento tra i diversi organi amministrativi, una volta resi effi-
della Puglia o della Sicilia, che sono riuscite a ripartire facendo leva sul proprio territorio e sul turismo. Vuole implementare le caratteristiche dei servizi, che oggi costituiscono la vergogna del territorio e ritrovare il carburante per un’azione mirata nella ritrovata fiducia degli elettori. “Oggi, ancora più di ieri, – conclude Oliverio – il futuro lo costruiamo noi!” Alle parole sentite e coinvolgenti del candidato, che garantisce la messa in moto del suo programma già a partire dal 24 novembre, è seguito un lungo applauso che testimonia tutto il sostegno del suo elettorato, tanto che la fiducia che Oliverio spera di infondere nuovamente nella cittadinanza sembra un traguardo già raggiunto. Noi, però, siccome vogliamo fare gli scettici, pur credendo nelle ottime intenzioni del candidato e nella forza del programma elettorale che ci ha presentato, aspettiamo con ansia di vedere cosa davvero accadrà dalla mattina dell’ultimo lunedì di novembre.Il passato da presidente provinciale di Oliverio ci lascia davvero ben sperare, ma la sfida, questa volta, sarà indubbiamente più complessa. FOTO DI STEFANIA GITTO
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I dilemmi di una Calabria dinanzi all’armadio del cambiamento nella relazione del professor AntonioViscomi.
«Calabria cosa farai da grande?»
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ario Oliverio non è stato l’unico protagonista della serata organizzata da Nicola Capogreco nella sua tenuta di Moschetta. Prima che parlasse il politico, al tavolo dei relatori si sono alternate personalità illustri del mondo socio-economico locale. La figura che ci ha colpito più di tutte è certamente quella di Antonio Viscomi, ordinario di Diritto del Lavoro dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro. Ordinato e puntuale, il professore ha iniziato il suo discorso accompagnato da una presentazione PowerPoint, studiata per aiutare il pubblico a seguire un discorso tecnico ma fruibile e mai ripetitivo. “Ogni esperienza storica di crescita economica persistente, perlomeno, a partire dalla Rivoluzione industriale inglese, trova condizioni necessarie in un ricco complesso di istituzioni complementari, norme comportamentali condivise e politiche pubbliche” diceva il premio Nobel per l’economia Joseph Stigliz. “Questa triade di elementi – ha esordito Viscomi – è purtroppo assente, in Calabria, ma, cominciando a ragionare in termini di sistema, potremo facilmente superare questo ostacolo. Creare occupazione significa realizzare posti di lavoro e, per fare questo, prima ancora di preoccuparsi di cosa fare per migliorare il territorio bisogna comprendere come farlo e stabilire le norme da seguire per ottenere i nostri obiettivi. Cosa può offrire ai consumatori la Calabria? Per rispondere dobbiamo concentrare i nostri sforzi nella creazione di un’impresa, qui intesa non come struttura lavorativa destinata a sopravvivere con le proprie forze, ma come distretto territoriale. Il nostro territorio presenta una varietà infinita di sfaccettature, di ‘rughe’ delle quali andare fieri e che ci caratterizzano per ciò che siamo. Impariamo a recuperare queste rughe e a valorizzarle tutte, dalla produzione dell’alice sotto sale alla salvaguardia del patrimonio artistico. Ciò che ci offre il nostro territorio costituisce il patrimonio più grande che abbiamo e deve diventare capitale ambientale, infrastrutturale, sociale e umano. La Regione deve ripartire da un progetto di sviluppo condiviso e, per usare le parole di Papa Francesco, deve pensare al tempo come più importante dello spazio, preoccupandosi di iniziare processi di trasformazione prima ancora che di dove avviarli. Questo significa essere dinamici e dinamismo è sinonimo di cambiamento! Dobbiamo imparare ad affrontare le emergenze creando i presupposti per lo sviluppo e non continuando a sprecare soldi per assumere lavoratori precari, obbligando i giovani a rimanere nel limbo della disoccupazione. Il problema del lavoro verrà risolto quando sarà affiancato a buone politiche industriali, territoriali, ambientali e burocratiche, che devono al più presto smettere di spaventare gli imprenditori. Riorganizzazione amministrativa, riqualificazione professionale e ‘accountability’ (ovvero capacità di rendere conto al cittadino dell’operato politico) sono gli elementi da cui ripartire giocandosi la carta della qualità. Solo puntando su
questo differenzieremo i mercati e capitalizzeremo i valori del territorio, perché ostinandoci ad abbattere i costi continueremo a far perdere lustro al nostro brand. Con una visione chiara del futuro e un clima di coesione e fiducia che permetta alla politica di ripartire, riscopriremo il valore del lavoro e torneremo a essere orgogliosi di fare bene. L’azione mirata alla risoluzione sistematica dei problemi, la visione chiara della nostra missione, il recupero dell’etica professionale e del senso di responsabilità sono gli indumenti di cui la Calabria si deve vestire se vuole veramente risorgere.” Viscomi crede che Oliverio abbia le carte in regola per aiutare la Calabria a scegliere gli abiti giusti. Al di là di quale candidato vincerà queste elezioni, comunque, vorremmo invitare tutti gli esponenti della nostra amministrazione a prestare la massima attenzione alle parole del professore e a farne tesoro, perché indicano davvero la direzione da prendere per raddrizzare le sorti del nostro territorio.
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MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
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on ci sta nella pelle, Elvira. Deve gridarlo al mondo intero. Quando arriva in redazione i suoi occhi sono due saette di felicità. La conosco appena ma è facile intuire che si tratta di una felicità nuova, appena sfornata che ha il profumo del trionfo. In mano ha il suo trofeo: un foglio di carta scritto a mano con in alto il timbro del protocollo del comune di Siderno (foto in basso). Elvira vuole unirsi ad Anna e chiede all'Ufficiale dello Stato Civile di Siderno di istituire il Registro delle Unioni Civili. Elvira spera in un gesto di civiltà chiedendolo dalle vette dell'Amore e augurandosi una risposta che non provenga dal sottosuolo dell'ipocrisia e del finto perbenismo. Ad accompagnarla al comune la sorella e, poi, in redazione un cugino. “Credo, anzi, ne sono assolutamente certa di essere una figlia molto fortunata, ho due genitori con i quali ci siamo cresciuti e che sono stati per me una fonte inesauribile di forza”. Di certo non sarà stato semplice per Elvira, soprattutto 20 anni fa quando per dichiarare la propria omosessualità serviva il doppio del coraggio. Un mondo completamente nuovo stava sconvolgendo tutt'a un tratto la sua vita ed Elvira sentiva il bisogno di capire, di spiegarlo innanzitutto a se stessa. “Non potevo confrontarmi con altre lesbiche, allora non c'erano i social network”. Non sapeva spiegare cosa fosse essere lesbica ma sicuramente sapeva cosa non fosse. Essere lesbica non era nascondersi dietro le parole. Parole dal suono alto, potente e fragoroso come famiglia e decenza. E cristianesimo. La sua sessualità non contravveniva né al senso della famiglia, la cui forza Elvira ha sempre sentito pulsare nelle viscere, non comprometteva assolutamente la sua dignità e non le
faceva dubitare di Dio. Non doveva aver paura del suo corpo e dei piaceri per i quali quel Signore lassù ce l'ha donato. E soprattutto Elvira voleva sentirsi libera e per esserlo non poteva di certo mentire alle persone che le avevano insegnato il valore della verità. “La verità ci rende liberi” - le ripeteva la madre da bambina e lei ne ha fatto il motto della sua vita. Oggi Elvira è una donna libera, sa di poter amare ed essere amata senza rimanere al buio. I loro genitori le hanno dimostrato tutta la loro grandezza perché, in fondo, i figli vengono al mondo anche per misurarci. Oltre che sulla sua famiglia, Elvira ha potuto contare su degli amici a cui non interessava affatto sapere con chi andava a letto. Le chiedo di Annarita, di come si sono conosciute e innamorate. “Io e Anna ci siamo sempre cercate, ho vissuto troppo tempo senza di lei. E un giorno le nostre anime finalmente si sono ritrovate e la pelle ha vestito la pelle di entrambe”. È inammissibile, secondo Elvira, che se un giorno dovesse finire in ospedale, Anna non possa ricevere informazioni sulla sua cartella clinica. “Unioni civili equivalgono a decenza civile” - proclama convinta e si augura che la sua richiesta al comune di Siderno venga accolta e sostenuta e possa aprire le porte a tutte quelle coppie che intendano unirsi e godere dei diritti e doveri di cui gode una coppia eterosessuale unita in matrimonio. Domando a Elvira perché non ha deciso di sposarsi all'estero per poi chiedere in Italia la trascrizione. “Siderno è la mia terra, io ho un'attività qui, qui ho investito e qui pago le tasse. Perché devo andare via dalla mia
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terra?”. E intanto penso che mentre noi ci troviamo ancora a discutere per un registro comunale, in mezza Europa le unioni civili sono tutelate a livello nazionale da anni. Purtroppo qui da noi l'omosessualità resta un tabù. C'è ancora addirittura chi sostiene che si tratti di una malattia. Chiedo a Elvira cosa vorrebbe dire a questa gente? “Io non sono né pazza, né malata. Che andassero piuttosto a curarsi loro”. C'era anche Elvira quest'estate quando Reggio Calabria è stata invasa dai colori del Gay pride. Per l'occasione aveva indossato una maglietta con su scritto “Non tutti lo siamo… Non tutti ci sono… Io ci sono”. Mi fa notare che purtroppo c'è gente che prende parte ai cortei e in famiglia dice di farlo a sostegno dei diritti dell'amico gay. “Non riesce a dirlo che è gay anche lui. È molto più semplice confidarsi con un estraneo che con la propria famiglia. Ma chi può sostenerti più di una madre e un padre? La verità bisogna urlarla”. Elvira mi saluta, ha una festa di fidanzamento da organizzare. Deve ordinare il buffet con la zia, mentre i suoi nipotini l'aiuteranno con gli addobbi. La guardo mentre sia avvia all'uscita e per un attimo è come se fossero in tre: lei, Anna e la loro richiesta di unirsi che penzola nell'aria. Voglio ringraziare mia madre, mio padre, le mie sorelle, i miei cognati, i nipoti, i cugini, gli amici, la redazione di Riviera per aver creduto in me, ma soprattutto Dio (Elvira Ruso)
a a t i r a n n A e a r Elvi nozze? sarsi. o p s i d io r e id s e d une il m o c l a o t a ll o c o t Hanno pro
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Vincenzo
C
Bombardieri
'è una Calabria giovane, fatta di studenti che rifiutano le logiche della raccomandazione e che sono pronti ad essere cittadini d'Europa. C'è una Calabria che rischia in proprio, che quotidianamente si misura sui mercati nazionali e internazionali senza scorciatoie, senza imbrogliare o corrompere. C'è una Calabria che amministra con passione e dedizione: Sindaci e Consiglieri comunali di maggioranza e minoranza che ogni giorno governano le proprie comunità ed operano per il loro bene. C'è una Calabria fatta di medici ed operatori sanitari dediti solo alla cura dei pazienti, che operano in contesti difficili e che non hanno alcun altro interesse che la salute dei propri assistiti. C'è una Calabria di volontari, religiosi e
C'è aria nuova
in Regione
laici, pronti ad accogliere chi ha bisogno e ad intervenire quando è necessario proteggere i più deboli. C'è una Calabria di donne che lavorano, di mamme che crescono i propri figli educandoli al rispetto delle regole e del prossimo. C'è una Calabria di funzionari e dipendenti delle istituzioni, che adempiono con passione ai propri doveri e rifiutano di corrompere il proprio operato. C'è una Calabria di giovani che hanno lavori precari o che sono in cerca di lavoro, che mettono al primo posto la loro dignità e rifiutano di percorrere strade brevi per facili guadagni. C'è una Calabria bella, sana, dignitosa, che è poco raccontata, alla quale appartengono questi amministratori, giovani, medici, studenti, dipendenti, volontari, donne. Una Calabria che è maggioranza. C'è una Calabria bella, sana e dignitosa che bussa alle porte del Consiglio Regionale. C'E' ARIA NUOVA IN REGIONE.
ILPROGRAMMA AMBIENTE E' SVILUPPO E SVILUPPO E' LAVORO Il livello di disoccupazione in Calabria è intollerabile. C'è bisogno urgente di lavoro per poter dare un futuro alla nostra terra. Ma c'è bisogno di lavoro vero e duraturo, che può nascere solo da una precisa idea dello sviluppo di questa regione. Oggi in Italia il 25% delle imprese fino a 250 dipendenti offre prodotti o servizi ecologici un altro 7% intende offrirli nei prossimi due anni. Dal 2008 al 2012, le imprese che svolgono almeno un'attività di recupero di rifiuti in Italia sono cresciute del 12% ed i loro addetti del 19%. L'ambiente è il volano che può determinare la ripresa economica della Calabria. Basta con il vecchio dibattito tra sviluppo industriale, agricolo o turistico. Il futuro è trasversale: un “Patto per la Calabria” con la green economy al centro della strategia di sviluppo regionale.
RIFIUTI Nessun sviluppo è possibile con le attuali condizioni delle nostre strade, delle nostre spiagge, della nostra montagna, costantemente invase di rifiuti. Il sistema regionale è ormai fallito ed occorre intervenire subito, rivedendo in profondità le strette le tradizioni e promuovere il proprio terscelte fatte fino ad oggi. Spingere la raccolta ritorio. Questo è il turismo che vogliamo: un differenziata porta a porta in ogni comune turismo che mette in armonia la crescita ecoassistendo e sostenendo finanziariamente le nomica e la conservazione dell'ambiente e dell'iamministrazioni locali e ristrutturare il sistema dentità locale, aperto al territorio circostante in degli impianti secondo logiche europee, evimodo che gli spazi naturali delle località vicine tando che i rifiuti viaggino di continuo per le facciano parte della medesima offerta turistica, strade. SI PUO' E SI DEVE FARE. che si propone quale modello di sviluppo e non SUBITO!! rinuncia alla vitalità economica e alla ricerca del benessere della comunità locale. Ma che non si pone come priorità la crescita rapida dei redditi turistici, ma la natura e la vitalità nel tempo degli investimenti. Un turismo promosso dalle Attrarre investimenti nella green economy. E' Bandiere Blu, dalle bandiere Arancioni, dalle necessario indirizzare e rafforzare l'utilizzo dei Vele. Da tutti quei marchi che segnalano l'attenfondi europei per iniziative coerenti con la zione all'ambiente. scelta strategica di puntare sulla green economy, selezionando le incentivazioni sulla base dell'efficacia dei risultati, sviluppando partenariati fra le Università, gli Enti di ricerca, le imprese e le amministrazioni locali, sostenendo le start-up eco-innovative, rafforzando la ricerca e la formazione per preparare competenze e professionalità per le attività della Ogni cittadino calabrese deve avere assicurate green economy. le prestazioni pubbliche necessarie per il raggiungimento di livelli adeguati di esistenza civile. Il tema dei diritti sociali è oggi centrale a causa della crescente insufficienza di risorse economiche. Diritti essenziali come la salute, l'istruzione, la protezione dalla povertà, il Dobbiamo investire e utilizzare rapidamente sostegno all'autonomia, risultano sempre più risorse adeguate per prevenire e ridurre i rischi difficili da tutelare. La loro difesa è la sfida più e i costi di alluvioni e frane. Negli ultimi decenimportante della prossima legislatura regionale. ni abbiamo speso centinaia di milioni di euro A partire dalla Sanità. Dal 2009 parlare di sanper i danni delle emergenze. Oggi per la crisi ità in Calabria significa parlare di piano di rienclimatica i rischi stanno peggiorando. Le spese tro. Da 6 anni sanità in Calabria significa solo per le emergenze sono di gran lunga superiori numeri. Dopo grandi sacrifici dei calabresi ora a quelle per la prevenzione e non generano si può riprendere a parlare di cura dei cittadini. posti di lavoro. PIÙ FINANZIAMENTI PER Ora è il momento di costruire su basi nuove il LA MANUTENZIONE, LA CURA E IL sistema di cura per i calabresi. Non più discusPRESIDIO DEL TERRITORIO. sioni su ospedali che offrono posti letto non utilizzati per mancanza di fiducia. Oggi un numero enorme di calabresi va a farsi curare fuori regione pur essendoci disponibilità di posti letto. Dobbiamo far recuperare fiducia al sisNell'anno dell'EXPO, occorre dare un nuovo tema sanitario regionale. E' un percorso diffiimpulso allo sviluppo dell'agricoltura di qualcile, per il quale non sono sufficienti investimenità. Sostenere e promuovere l'agricoltura di ti e spese, ma una rivoluzione culturale e qualità, che può avere una buona redditività morale. Dobbiamo togliere la politica dai luoghi con forniture a filiera corta a negozi, scuole e di cura perché la politica ha avvelenato quei ospedali. Agricoltura che può inoltre costiluoghi rendendo difficile garantire il più importuire un' infrastruttura verde che migliora la tante dei diritti di cittadinanza: il diritto ad qualità del territorio e assicura servizi come essere curato. Dobbiamo ridare ruolo e dignità attività culturali, ricreative educative. E' necai tantissimi operatori della sanità che oggi seressario incoraggiare, con adeguati incentivi, vono con serietà e disponibilità tutti noi, facenl'impiego di giovani nelle attività agricole e doli lavorare con strumenti adeguati ed in nelle connesse attività di agriturismo e agroluoghi sicuri. Dobbiamo ridare sicurezza ai citenergie. Occorre favorire le iniziative private tadini, strutturando un sistema efficiente di dirette a valorizzare la dimensione multifunpronto soccorso ed accogliendoli in ospedali zionale dell'agricoltura, intesa come strumoderni, puliti e funzionali. Oggi possiamo mento di presidio, manutenzione e tutela del riprendere a spendere. Ma non possiamo territorio. ripetere gli errori del passato. MAI PIÙ UNA TURISMO. Borghi autentici, comunità SANITÀ ASSERVITA AD INTERESSI ospitali, piccoli Comuni decisi a tenere DIVERSI DA QUELLI DEI CITTADINI.
FONDI EUROPEI
SANITA' E' SALUTE E NULL'ALTRO.
DIFESA DEL SUOLO
AGRICOLTURA
TERRITORIO
SMAUapprodainCalabria:grande opportunitàperl'imprenditoria
L
IL CIRCOLO“CONSERVATORE” BATTE L'ORGANO DI RAPPRESENTANZA GLOBALIZZATO
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JACOPO GIUCA
ANTONIO CORMACI 'innovazione e la ricerca fanno tappa nella Calabria della crisi e delle critiche, a pochi giorni dalle elezioni regionali. Il nuovo appuntamento di SMAU, importante evento fieristico su tecnologie e informatica e punto d'incontro importantissimo tra innovazione e il mondo della Ricerca Regionale, si terrà proprio in Calabria, il prossimo 18 e 19 novembre, presso la Fondazione Mediterranea Terina a Lamezia Terme (CZ). L'evento realizzato in collaborazione con Regione Calabria, Fincalabra e CalabriaInnova sarà l'occasione per presentare l'offerta di startup e delle piccole e medie imprese innovative, frutto delle azioni di sistema della Rete Regionale dell'Innovazione, coordinata da CalabriaInnova. In altri termini, è un importantissimo appuntamento e occasione imperdibile per tutte quelle forze buone dell'imprenditoria calabrese che abbiano voglia di inserirsi in un mercato che, in altri Paesi d'Europa, reca molto profitto, creando notevoli occasioni di investimento in ricerca e qualità. Smau fa quindi rima con la necessità di un cambiamento radicale, che riguarda sia la Calabria ma l'Italia in generale. Ed è proprio l'amministratore delegato di Smau, Pierantonio Macola, a far leva sul concetto di cambiamento: “La tappa di SMAU in Calabria rappresenta un nuovo passo avanti nel percorso intrapreso da SMAU, attraverso il suo Roadshow, per sensibilizzare il Sistema regionale dell'innovazione sulla rilevanza strategica di un approccio orientato al mercato e alle imprese, funzionale alla competitività all'interno del mercato globale con l'obiettivo di innescare un concreto cambiamento culturale, che coinvolga il mondo delle imprese, l'ecosistema dell'innovazione e il mondo istituzionale”. L'auspicio è di un cambiamento culturale che possa espandere il proprio raggio d'azione al mondo dell'innovazione ma, come trapela dalle
el periodo elettorale può capitare persino di leggere che un circolo locale rifiuti di costituirsi comitato elettorale.
parole di Macola, anche politico e istituzionale. La risposta della politica calabrese non è infatti tardata. In un intervento, l'Assessore regionale alla cultura e alla ricerca Mario Caligiuri ha specificato “La Regione Calabria, con un +263% di crescita, è prima in classifica in Italia per incremento del numero di imprese innovative in un anno. Questo risultato è l'esito di un costante lavoro di sostegno, sensibilizzazione e animazione sul fare impresa innovativa messo in campo dalla Rete Regionale dell'Innovazione, voluta dalla Regione Calabria con il progetto CalabriaInnova, frutto della partnership fra la finanziaria regionale Fincalabra e AREA Science Park, il Parco Scientifico e Tecnologico di Trieste. Una rete che si consolida e si arricchisce sempre più con nuove iniziative, tra cui l'appuntamento con la più importante manifestazione nazionale in tema di ricerca e innovazione che finalmente farà tappa in Calabria”. Nel concreto, SMAU consentirà all'imprenditoria calabrese, matura per il mercato, di avere uno spazio per esporre i propri prodotti e, attraverso un'attività di networking, mostrarsi agli eventuali investitori, facendo pubblicità sulle strutture e le strategie aziendali.
Il connubio con quanto accadrà in Expo 2015, a Milano, è molto forte: ci saranno infatti sette eventi tematici dove sarà possibile concretizzare l'incontro e il confronto tra le piccole e medie imprese ospiti dell'evento e le startup in mostra su alcuni temi punto forte del dibattito imprenditoriale di questi tempi, tra cui proprio Expo 2015 e le opportunità di business per le imprese sul territorio, internazionalizzazione, tra export e innovazione, nuovi modelli di policy della Pubblica Amministrazione per l'innovazione, webmarketing e social Media, internet degli oggetti e nuove frontiere della stampa 3D, eCommerce, Big data e sicurezza delle informazioni. Interessante sarà, inoltre, l'appuntamento con lo speed pitching: una selezione di startup presenterà in 90 secondi il proprio progetto d'impresa, un breve intervento di un relatore esperto della tematica affrontata, un ospite istituzionale calabrese che esporrà le opportunità per le imprese legate al tema dell'incontro, come ad esempio bandi e finanziamenti aperti, e un rappresentante del mondo dell'industria del digital. Mostrarsi al pubblico e agli investitori in un settore cruciale del mercato mondiale, in una delle regioni economicamente più arretrate d'Europa: l'occasione di un'intera regione.
È accaduto nei giorni scorsi a Gioiosa Ionica, dove, domenica 9 novembre, un'assemblea del Partito Democratico ha determinato che, pur non rifiutando il pieno sostegno alle liste promosse dal PD, il circolo non si farà comitato di un singolo candidato, in linea con il rifiuto alla personalizzazione della politica promosso dal partito. La differenza tra questa linea di pensiero e quella di un comitato elettorale è in verità assai sottile: in concreto, ciò che sta accadendo a Gioiosa prevede il pieno e assoluto sostegno morale di chiunque si candidi alle Regionali per il PD, senza che si prendano le parti del candidato “più forte” che, sottolinea la nota del circolo, dovrà guadagnarsi il voto come chiunque altro. Questa decisione va considerata “conservatrice” per una notizia dello scorso 6 ottobre che annunciava che il vento del cambiamento renziano giungeva a lambire anche le coste della struttura organizzativa del partito. Considerando superata la logica del tesseramento sulla quale il PD è sopravvissuto in questi anni, il Presidente de Consiglio ha proposto la trasformazione del partito in un enorme comitato elettorale, una decisione che sgrava la cittadinanza attiva dell'impegno politico per farlo ricadere su un gruppo omogeneo. Coloro che hanno gridato allo scandalo in quella occasione hanno dovuto fare i conti con un intento di svecchiamento che strizza l'occhio ai giovanie misura la qualità di una democrazia non più in base al numero degli iscritti a un partito ma sui metodi di selezione delle classi dirigenti, il grado di attenzione dell'opinione pubblica e la trasparenza nella creazione dei criteri di consenso. A Gioiosa Ionica, invece, il circolo piddino ha deciso di lasciare lo stesso spazio a ogni rappresentante del Partito Democratico o dei Democratici Progressisti che volesse esprimere le proprie idee. Il segretario Riccardo Modafferi ci ha tenuto a sottolineare che la decisione non va assolutamente in controtendenza con quanto detto da Renzi un mese e mezzo fa, quanto piuttosto contro le sedi locali che hanno optato per una politica differente, volta alla promozione delle idee di un singolo candidato. Il risultato che si spera di ottenere è la massima trasparenza e democrazia attraverso la concessione del medesimo spazio a tutti coloro che lo richiederanno. Mentre le prime domande giungono ai vertici del circolo, pare che questa idea conservatrice e innovativa al tempo stesso stia ottenendo i risultati sperati.
INTERVISTA:UNIONE DEI COMUNI DELLAVALLATA DELTORBIDO
Rocco Giuseppe Mazzaferro: «non ci sono le condizioni» I
KATIA CANDIDO n merito alla riunione svoltasi il 28 ottobre 2014 a Gioiosa Ionica riguardante l’unione dei comuni, noi di “Riviera” abbiamo intervistato il rag. Rocco Giuseppe Mazzaferro sul suo dissenso a tal proposito. Città Metropolitana se dovessero unirsi i paesi della Vallata del Torbido. Per molti un vantaggio ma non per Lei. Perché è contrario a questo progetto? Non sono stato e non sono tutt’oggi contrario all’idea dell’Unione dei Comuni della vallata, per come ho avuto occasione di ribadirlo nelle sedi istituzionali, poiché negli anni scorsi dal 2000 al 2003, quando alla guida dell’Amministrazione comunale di Gioiosa Ionica vi era l’ing. Domenico Loccisano, sono stato uno dei fautori della proposta di unire le sei municipalità in un unico ente, mentre la mia contrarietà oggi, nasce soprattutto sulle modalità con cui è stata decisa dai sei Sindaci la forma istituzionale del nuovo ente, con particolare riferimento all’architettura del Consiglio, della Giunta e della Presidenza. All’epoca nasceva come istituto preparatorio alla fusione di piccoli e medi comuni al fine di consentire la sperimentazione di questa aggregazione e verificare nel corso degli anni la funzionalità degli organi e dei servizi unificati, Con il progetto attuale, invece, vengono mantenute le sei municipalità e si crea un
nuovo ente l’Unione dei Comuni della Vallata del Torbido, un organismo di secondo livello, non eletto dai cittadini, che dovrebbe funzionare secondo una logica di rete, che richiede un modello di governance condiviso, i cui processi decisionali sono lenti e complessi e richiedono continue negoziazioni fra i comuni, che dovranno percepire la convenienza a stare insieme. Qui da noi in Calabria, in alcuni casi le unioni si sono sciolte o hanno vivacchiato generando un aumento di costi della struttura a fronte delle esigue funzioni associate, in altri si sono verificati continui recessi e in altri ancora sono entrate in crisi al cambiamento delle amministrazioni che li avevano costituite. Si
è trattato di una decisione politica presa troppo in fretta, senza alcun confronto serio sulle criticità esistenti e sulle insidie future, dovuta molto probabilmente, alle esigenze dei due comuni sotto i mille abitanti, Martone e San Giovanni di Gerace, obbligati per legge al trasferimento di tutte le funzioni ad un altro comune o ente con maggiore densità demografica. Questa necessità è affiorata in sede di riunione consiliare del 28 ottobre c.a., nel corso della quale, è stato ribadito di contatti avviati dai predetti Enti col comune di Cinquefrondi. Coincidenza? Pressione? Elezioni regionali? Quali sono secondo Lei gli svantaggi determinanti il suo dissenso? Prima di tutto non si è costruito un percorso capace di analizzare la forma più consona tra le tre opzioni possibili: unione, fusione e convenzione. Una prima riunione pianificata dalla Coim idea, ossia organo di valutazione, convocata dai 6 sindaci nel febbraio 2014 per discutere sull’unione dei paesi Della Vallata del Torbido, si concluse con votazione a maggioranza, sulla volontà politica di andare verso la costituzione dell’unione dei comuni senza stabilire il modello istituzionale e nonostante siano emersi alcuni punti critici che dovevano essere affrontati e risolti prima di deliberare l’atto definitivo, quali: la redazione di un piano di fattibilità tecnico organizzativo, economico, giuridico e politico da sottoporre all’approvazione dei
sei comuni, quale percorso di pre-condizione capace di analizzare la forma più consona tra unione, fusione e convenzione. Quando ho sollevato anche le varie criticità sul funzionamento degli organi istituzionali e in particolare sulla rappresentanza politica della nascente unione, così come sono state previsti nello statuto approvato, mi è stato risposto che sono la conseguenza di un accordo politico dei sei sindaci – trasmesso ai segretari comunali e alla visione di un fantomatico dirigente ministeriale, che a mio parere non hanno valutato con la dovuta sapienza, che tale scelta non si coniuga con le esigenze di stabilità del costituendo ente, infatti, il modello ricorrente adottato nelle unioni che funzionano, è costituito da un numero di consiglieri eletti dai singoli comuni in proporzione alla popolazione residente in ciascun Comune. Ora, poiché le unioni di comuni sono a tutti gli effetti enti locali territoriali, di secondo grado, e il ruolo di tali enti oscilla da una gestione dei servizi sul piano meramente burocratico/amministrativo a una vera e propria sostituzione o spogliazione dei singoli comuni associati e delle loro funzioni fondamentali, come pure dei loro organi elettivi, anche per quanto riguarda le scelte politiche. Motivo per cui, comporre il consiglio dell’unione così come è stato approvato, con una rappresentatività politica paritaria, tre consi-
glieri per ogni comune, tra enti di 500 abitanti ed enti di 7000 abitanti, significa delegittimare le funzioni di quest’ultime, relegate a un peso politico marginale e negativamente sproporzionato rispetto agli interessi di rappresentanza politica della propria comunità. Questa unione sembrerebbe un azzardo. Quali sono i rischi a cui si va incontro? Il rischio concreto, a mio parere, a cui possono andare incontro i sei comuni associati, con questo disegno istituzionale e con le criticità esistenti, non valutate preventivamente, è quello di ritrovarsi di fronte a un nuovo “carrozzone”, sia pure privo di indennità di cariche, ma comunque idoneo per essere utilizzato per le solite “passerelle politiche” ed esigenze di visibilità di qualcuno, rispetto ai bisogni e alle esigenze dei cittadini della vallata, così come esistono tanti altri sul territorio che non hanno mai dato risposte concrete. La comprova è già avvenuta sulla vicenda del mantenimento dell’ufficio del Giudice i Pace di Gioiosa Ionica, eliminato con decreto ministerile del 10 c.m. per la mancata volontà politica dei sei comuni di sostenere le spese di gestione di questo importante presidio di legalità nella Vallata del torbido, in barba ai fiumi di retorica e demagogia sciorinati nel Consiglio comunale di Gioiosa Ionica del 28 ottobre 2014 dalla maggioranza consiliare, sul superamento dei campanilismi e degli egoismi delle singole municipalità.
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Abbiamolesoluzioni adeguateperlavoro, sanitàetrasporti “L’obiettivo principale per quanto riguarda il lavoro rimane la stabilizzazione a tempo indeterminato” Lei è candidato nella lista del Partito Democratico a sostegno della candidatura di Mario Oliverio alla Presidenza della Regione Calabria. Quali capacità riconosce in lui? Mario Oliverio rappresenta la politica del bene comune, della concretezza e della competenza. Durante il suo percorso politico ha dimostrato che anche in Calabria è possibile amministrare ottenendo risultati positivi e a lungo termine. Cosa non sempre scontata, purtroppo. Cito solo due esempi; pagamenti alle imprese in media entro 16 giorni, record nazionale per la provincia di Cosenza da lui amministrata, e ammodernamento delle scuole secondo standard europei. Quali sono secondo lei gli ambiti che presentano problematiche difficili su cui intervenire con priorità assoluta? La Calabria ha visto peggiorare, soprattutto negli ultimi anni, tutti i suoi indici di vivibilità sociale ed economica. Sono, dunque, numerosi gli aspetti su cui è necessario intervenire al più presto. Certamente la stabilità del lavoro, la sanità e i trasporti potrebbero essere tre punti su cui intraprendere fin da subito delle analisi che permettano di trovare soluzioni adeguate, sia a breve che a lungo termine. Quali sono le sue idee su questi temi. Sulla stabilizzazione del lavoro, insieme all’on. Nino De Gaetano e al Presidente Oliverio, lavoreremo a una proposta che miri ad allungare di ulteriori due anni il contratto di lavoro per i precari calabresi, reso possibile dalla legge presentata dai parlamentari del Partito Democratico e di cui la Corte dei Conti ha, in questi giorni, registrato i decreti attuativi. Ovviamente, l’obiettivo principale rimane la stabilizzazione a tempo indeterminato. Il trasporto ferroviario passeggeri offre una qualità appena mediocre, mentre quello internazionale è del tutto assente; il trasporto aereo offre scarse connessioni dirette, mentre il trasporto marittimo è assente sia per i servizi di linea che per il crocierismo, che per la nautica da diporto. Ritengo debba essere valutata la opportunità di istituire, mediante una specifica legge regionale, una Agenzia per la mobilità sostenibile, con la funzione di supportare la Regione e, ove richiesto, gli enti locali, nelle attività istituzionali connesse alla pianificazione, programmazione, gestione e monitoraggio del sistema
dei trasporti. Cosciente, poi, del fatto che l’istruzione e la cultura possono e devono essere la base del processo di cambiamento per i territori martoriati da molteplici problemi sociali ed economici, come anche la Locride, proporrò che la Regione Calabria garantisca la totale copertura del servizio di trasporto alle famiglie degli studenti che non sono in condizioni economiche tali da poterne affrontare il costo. Ritengo la sanità un servizio pubblico da garantire a tutti. Sarà necessario puntare sulla prevenzione e sulla valorizzazione dei medici di base così come sarà necessario che a ogni presidio ospedaliero venga riconosciuta l’assegnazione dei posti letto in numero pari a quello previsto dalla normativa vigente. Dovranno, inoltre, essere garantite le strutture e i servizi peculiari di norma previsti per le diverse tipologie di ospedale. Essenziale, poi, riorganizzare in maniera razionale il servizio di 118, verificare le condizioni delle ambulanze attualmente utilizzate, sostituendo quelle non rispondenti alle normative di sicurezza.
DOMENICA 16 NOVEMBRE 11
L’Orchiedea accoglie i candidati del CDU Tantissimi giovani hanno partecipato il 9 novembre all'incontro di presentazione delle candidature dei membri del CDU, desiderosi di ascoltare cosa i candidati intendessero proporre nello scenario del Residence Orchidea di Bovalino. L'intento è stato quello di presentare un resoconto completo delle idee di ognuno, senza perdersi in quelle chiacchiere dalla dimensione criminosa che Papa Francesco condannato assieme a coloro che parlano per infamare gli altri. “In tempo di elezioni le chiacchiere sono illusioni strumentalizzate per ottenere voti” ha dichiarato il moderatore prima di cedere il microfono. Sebastiano Valensise, primo dei ralatori, ha parlato dei problemi della Piana di Gioia Tauro, aggravati dal taglio ai fondi fin'ora sperperati dalla Regione. Gli ha fatto eco Mario Mazza, coordinatore provinciale del CDU, che ha tracciando un quadro apocalittico della nostra terra: degrado ambientale, dissesto idrogeologico e carenza di servizi sono solo alcune delle piaghe che ci toccano. “Siamo qui - ha concluso Mazza - perché vogliamo essere un'opportunità vera di cambiamento del modo di fare politica.” Giuseppe Raschellà ha sottolineato il bisogno di viaggiare con i piedi per terra per far capire che il porto non è una illusione ma un ponte verso il futuro, la cui costruzione è stata interrotta dal malgoverno. Associazionismo, cultura e Reggio Città Metropolitana sono stati i temi portati avanti da Filippo Maria Aliquò, che ha augurato una grande affermazione del partito nell'interesse generale dei cittadini e delle future generazioni. “Il nostro territorio ricco di potenzialità umane e naturali deve abbandonare la strada della rassegnazione” per Massimo Cananzi, mentre l'onorevole Mario Tassone ha chiarito il motivo del collegamento alla lista di Oliverio appoggiando il suo ottimo operato del passato. “Scopelliti ha frammentato tutto invece di costruire lo spirito di comunità nei cittadini” ha denunciato Tassone, che ha concluso sostenendo che la Calabria non solo esige, ma merita un governo equo e competente. Per il segretario regionale del CDU Dionisio Gallo è indispensabile riappropriarci della capacità di decidere, perché solo in questo modo faremo scelte giuste per i nostri figli. “La sfida elettorale che ci si presenta è il punto di partenza per costruire giorno per giorno una nuova società, basata su valori certi ma anche sulla sicurezza di poter garantire lavoro a una generazione fin'ora emarginata” ha detto Gallo. Nel corso dell'incontro hanno preso la parola anche il segretario regionale dell'Uila Nino Merlino e il sindaco di Portigliola Rocco Luglio, che ci hanno tenuto a fare i loro migliori auguri a tutti i candidati presenti in sala.
Elezioni Regionali 23 Novembre
2014
Voce ai candidati Manca sempre meno alle elezioni e il nostro giornale ha deciso di dare spazio ai candidati delle diverse coalizioni. Si inizia questa settimana con Democratici, La Sinistra, L’altra Calabria, La casa delle Libertà, il PD e il M5S per finire la prossima, dove verrà dato spazio ad altre idee e altri partiti.
GIUSEPPE NERI
LORENZO FASCÌ
(LA SINISTRA)
(DEMOCRATICI )
”Serve un’azione mirata su tre piani d’intervento: Lavoro, Trasporti e Sanità. Senza tralasciare Ambiente, Sociale e Ricerca”
C
os’ha Mario Oliverio in più rispetto agli altri candidati a governatore? Non si tratta di cosa ha in più Mario Oliviero, ma di cosa propone il centrosinistra al Candidato Presidente. Non c’è dubbio che la scelta vincente porta il nome di Mario Oliviero: la sua azione amministrativa virtuosa alla guida della Provincia rappresenta le garanzie indissolubili sulle quali fare affidamento. Ha una proposta vincente da sottoporre alla Giunta Regionale? Prima di arrivare a sottoporre proposte vincenti c’è da affrontare una campagna elettorale estenuante, considerata la disillusione dei cittadini e la presenza di validi rivali. Il mio programma elettorale, comunque, è costruito sul nuovo modo di pensare la politica e la Governance regionale, attraverso la valorizzazione e la specificità d’azione di tre piani d’intervento su Lavoro, Trasporti e Sanità, senza tralasciare Ambiente, Sociale e Ricerca. Loiero e Scopelliti. Due fallimenti? Loiero e Scopelliti appartengono al passato. I cittadini calabresi hanno bisogno di risposte immediate che guardino al presente o al futuro immediato. Una nuova programmazione dei Fondi Europei, la riorganizzazione dell’assetto Istituzionale e la trasparenza della gestione della cosa pubblica potranno essere il motore pulsante del cambiamento. La Calabria ha bisogno d’aria nuova, priva di clientelismo dirigenziale. Per queste ragioni voglio dare il mio contributo mettendo a disposizione la mia storia di amministratore locale.
CARMELA MONTELEONE (L’ALTRA CALABRIA)
C
he cos’ha Mario Oliverio in più rispetto agli altri candidati a governatore? Mario Oliverio arriva a questa candidatura dopo un’esperienza politica importante. Ha ricoperto vari ruoli istituzionali, incarichi nelle Amministrazioni e, come Presidente della Provincia di Cosenza, ha contribuito al miglioramento del territorio. Nessuno degli altri candidati può vantare un simile percorso. Ha una proposta vincente da sottoporre alla Giunta Regionale? La Calabria è considerata fanalino di coda dell’Europa. Con una politica che coinvolga le Università e i Trasporti e con un programma di valorizzazione dei nostri tesori, possiamo rendere la Calabria baricentro del Mediterraneo. La Regione può operare nel campo del commercio e dell’Economia, diventando cerniera tra Europa e Mediterraneo. Possiamo affrontare la Questione Meridionale con spirito positivo. Loiero e Scopelliti. Due fallimenti? Loiero avrebbe potuto dare un contributo migliore, ma non ritengo fallimentare la sua esperienza. Ha raggiunto ottimi risultati con il Dipartimento Cultura e ben gestito l’Assessorato all’Ambiente. Ha riqualificato il settore urbanistico, abbattuto gli ecomostri e promosso un bando sui centri storici, investendo tutti i Fondi Comunitari. Nulla di tutto questo può dirsi di Scopelliti: le politiche ambientali, la Sanità e il comparto urbanistico sono stati amministrati in maniera disastrosa, e vaste aree della regione sono state abbandonate. È stato uno dei peggiori Governatori di questo territorio.
“Con una politica che coinvolga Università e Trasporti e un programma che valorizzi i nostri tesori, la Calabria sarà baricentro del Mediterraneo”
“Il rapporto ambientecultura-trasporti-risorse agroalimentari può mutare con la promozionedella candidaturadivarisitia patrimoniodell’UNESCO”
C
os’ha Domenico Gattuso in più rispetto agli altri candidati a governatore? La forza di Domenico Gattuso sta nel non essere un professionista della politica, ma un calabrese competente, credibile e fuori dalla logica dei partiti tradizionali. Abituato ad affrontare i problemi offrendo soluzioni praticabili, è l’unico tra i candidati in grado di garantire risposte adeguate. Votando l’Altra Calabria i cittadini saranno parte attiva della svolta. Ha una proposta vincente da sottoporre alla Giunta Regionale? Le proposte vincenti sono varie: il rapporto ambiente-cultura-trasportirisorse agro-alimentari può mutare con la promozione della candidatura di vari siti a patrimonio dell’UNESCO. Ciò consentirà di accedere ai fondi per gli attrattori culturali e sviluppare tutto il territorio intorno al monumento tutelato creando una ricaduta occupazionale. Loiero e Scopelliti. Due fallimenti? Le amministrazioni Loiero e Scopelliti sono state incapaci di gestire le emergenze come l’ordinario, evidenziando insensibilità nei confronti dei bisogni della popolazione. La regione è stata portata a un punto di non ritorno. I giovani vanno all’estero perché non vedono futuro, ma la regione muore. Il risultato di anni di malgoverno è sotto gli occhi di tutti: hanno fallito i due presidenti e il ceto politico con cui hanno collaborato. Il voto utile è quello per L’Altra Calabria e non quello per chi ha fallito e gettato la regione nel baratro.
GIUSEPPE CAUTELA
“Sanità e forestazione: basta incarichi clientelari e operazioni di facciata” Quando si parla di una regione notevolmente estesa come la Calabria con la sua particolare geografia non può prescindersi dal discutere di sanità e forestazione. Siamo tutti soddisfatti di quanto di positivo e lungamente atteso si sta finalmente profilando in queste ore per la Sanità calabrese. Lo sblocco del turn-over autorizzato dal Tavolo ex Massicci, oggi Tavolo Adduce, con conseguente impegno milionario per le nuove assunzioni non può che essere accolto con sollievo da tutti gli addetti ai lavori e con fiduciosa speranza da tutti i cittadini. Si profila infatti la concreta possibilità che le oggettive esigenze di implementazione dell'organico della sanità calabrese e le continue richieste in tal senso ripetutamente avanzate, primi fra tutti dagli utenti finali, si tramutino finalmente in realtà di fatto. Allo stesso modo appare del tutto evidente che lo sblocco del turn-over dovrà, e non potrà non tenere in adeguato conto, le legittime aspettative di chi da troppo tempo ormai presta la propria professionalità in un regime di precariato "istituzionalizzato". Necessarie ed utili le nuove assunzioni ed altrettanto necessaria, utile e doverosa, l'attuazione delle procedure di stabilizzazione di chi, con rinnovato senso del dovere, e con fare sempre paziente e laborioso, ha atteso di intravvedere la luce in fondo al tunnel dell'incertezza. Nell'auspicio che allo sblocco seguano, con la celerità che la gravità della situazione impone, tutte le norme necessarie all'effettiva attuazione di quanto deciso, siamo certi e ci batteremo affinchè queste professionalità abbiano riconosciute le loro legittime aspettative. A tal proposito non sembra inutile evidenziare che un serio rinnovo della sanità non possa in alcun modo prescindere da una completa ricognizione delle professionalità operanti in ogni singolo presidio ospeda-
liero per verificare dove si situino le urgenze più impellenti. tempo di intraprendere un percorso, purtroppo innovativo per la Calabria, che si svolga sulla strada della meritocrazia. È ora di abbandonare la logica degli incarichi clientelari a questo o a quel dirigente. Per quanto concerne poi l'altra grande risorsa regionale, vi è da evidenziare come la stagnazione del settore della forestazione sia, alla stregua della sanità, un segnale evidente del degrado amministrativo causato dall'ultima consiliatura regionale. Il settore soffre di una crisi economica profonda che deriva direttamente da finanziamenti regionali incerti ed insufficienti. La disorganizzazione degli operai, determinata da una classe dirigente inadeguata, è stata malcelata da un'operazione di “maquillage” fatta da Scopelliti che ha cambiato solo il nome all'Azienda Forestale (da AFOR ad Azienda Calabria Verde), amplificando il problema dell'inefficienza organizzativa dell'Ente. La forestazione e gli interventi effettuati dagli operai sono solo carte invisibili. Si pensi che l'Azienda detiene il più grande e ricco patrimonio boschivo regionale (70.000 ettari), gestisce oltre 6000 operai, detiene strutture di trasformazione invidiabili per ampiezza, ma non produce un solo mc di legno. Tutto è bloccato. Nessuno pensa ad avviare la produzione e la vendita. Nessuno pensa che forse sarebbe ora di attivare un turn over degli operai, ormai anziani, agevolando l'entrata di forze fresche. La Regione Calabria ha nel settore potenzialità di crescita enormi e non ha più bisogno di operazioni di facciata come quella fatta da Scopelliti che ha solo imbellettato il nome e provveduto a nominare i suoi uomini.
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DAVIDE SERGI (M5S)
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os’ha Cono Cantelmi in più rispetto agli altri candidati a governatore? Cono Cantelmi è una persona onesta, attenta al territorio e alle sue necessità reali. È sua l’idea della costituzione di un fondo sociale per l’emergenza abitativa, ricavato dai tagli alle indennità previste per i nostri consiglieri. È un professore, pertanto è superfluo sottolineare la sua cultura e ampio senso civico, privo di lati oscuri e caratterizzato dalla sua immediatezza e semplicità. La sua grande determinazione è l’aspetto che più di tutti lo distingue dagli altri candidati. Ha una proposta vincente da sottoporre alla G i u n t a Regionale? È urgente l’approvazione del “Reddito minimo garantito per i cittadini calabresi”, un assegno mensile di sostegno che vuole raggiungere i cittadini iscritti nelle liste dei disoccupati. I calabresi sotto la soglia di povertà superano le 400.000 unità e uno su due è un bambino. L’approvazione di questo piano costerà circa 350 milioni, ma sappiamo esattamente come ricavarli dagli sprechi della politica e dalla razionalizzazione delle voci di bilancio. Loiero e Scopelliti. Due fallimenti? Totali. La valutazione dell’operato di un’amministrazione si conduce constatando le cose fatte e non le chiacchiere. Se siamo il fanalino di coda dell’Europa, avvelenati e impoveriti, privi di infrastrutture e senza un accenno di piano di sviluppo è proprio per queste persone. Entrambe le amministrazioni hanno governato con indifferente inettitudine e malafede. Si può e si deve cambiare.
“Servono 350 milioni per l’istituzione del reddito minimo di cittadinanaza e li ricaveremo dagli sprechi della politica e dalla razionalizzazione delle voci di bilancio”
TILDE MINASI
“Mi impegnerò affinchè le proposte di legge rivolte al mondo femminile vengano accolteeleclassidisagiate sianotrattatecon maggioreriguardo”
C
os'ha Wanda Ferro in più rispetto agli altri candidati a governatore? Wanda ha dimostrato di essere lungimirante, in grado di comprendere le esigenze della Calabria. In un momento di sfiducia e accordi poco limpidi, ha voluto essere fedele ai propri valori. Il mio sostegno è nato dall'idea di un governo che si muove verso temi e progettazioni importanti sulla base di criteri meritocratici. In politica si parla di cambiamento e la sua vera sintesi è lo slogan di Wanda: “Calabria, diventa ciò che sei”. Ha una proposta vincente da sottoporre alla G i u n t a Regionale? Vorrei portare a termine il lavoro iniziato con le proposte di legge rivolte al mondo femminile. Voglio garantire minore peso tributario ai testimoni di giustizia e valorizzare settori strategici per la crescita; potenziare gli attrattori turistici e le infrastrutture, soprattutto nelle zone più remote della Regione; trattare con riguardo le classi disagiate, che devono subire un processo di inclusione che metta al centro la dignità della persona. Loiero e Scopelliti. Due fallimenti? Parlare di fallimenti è azzardato, piuttosto di opposte concezioni di gestione. Alcune tematiche sono state prese in carico dalla giunta Scopelliti come eredità dei precedenti esecutivi. La sanità è stata al centro delle cronache proprio perché centrale per la sua amministrazione. In altri settori si è intervenuto per rimuovere le criticità delineando un percorso, ma resta tanto lavoro da svolgere e Wanda sa da dove cominciare.
MELANIA DI BELLA
MARIA STELLA CIARLETTA
(M5S)
(PD)
(CASA DELLA LIBERTÀ)
C
os'ha Mario Oliverio in più rispetto agli altri candidati a governatore? Con le primarie del 5 ottobre ha vinto, a mio avviso, l’esperienza di amministratore (Oliverio è stato Presidente della Provincia di Cosenza) e la solidità politica. Ma adesso, in campagna elettorale la differenza rispetto ai candidati del centro destra la fa la capacità di aggregare le tante anime del Partito Democratico. Oliverio si presenta con un programma politica chiaro con risposte concrete ai problemi della Calabria, costruito sull’ascolto delle esigenze del territorio. Ha una proposta vincente da sottoporre alla G i u n t a Regionale? Non è possibile che nel 2014 in Calabria le donne siano ancora fuori dal processo politico decisionale: nessuna donna in consiglio regionale, nessuna donna in giunta. La proposta, quindi, è quella di riformare immediatamente la legge elettorale regionale con l'introduzione della doppia preferenza di genere e la presenza paritaria di donne e uomini nelle liste. Ma ancora prima propongo al Presidente Oliverio che la stessa giunta regionale sia composta 50 e 50! Loiero e Scopelliti. Due fallimenti? Forse quello che accomuna le precedenti giunte regionali è stata la mancanza di coraggio. I cittadini hanno percepito il divario tra le dichiarazioni pubbliche rese in fase di campagna elettorale e una gestione della cosa pubblica grigia. La Calabria ha bisogno di persone oraggiose, determinate a dare una svolta tangibile; la crisi ha incattivito tutti e nessuno è più disposto a firmare cambiali in bianco.
“Serve al più presto una legge elettorale regionale con l’introduzione della doppia preferenza di genere e la presenza paritaria di donne e uomini nelle liste”
DOMENICA 16 NOVEMBRE 13
“Promuoveremo l’istituzione di un assegno per i disoccupati residenti da 5 anni in Calabria con reddito annuo inferiore a 12.000”
C
os’ha Cono Cantelmi in più rispetto agli altri candidati a governatore? È un cittadino scelto democraticamente, rappresentante di una forza fresca, giovane e con le mani pulite, che potrà permettersi di fare ciò che dice senza compromessi. La Calabria ha 27 milioni di debito: dov’erano Oliverio e la Ferro quando denunciavamo la mancanza di trasparenza? E D’Ascola che, non ha mai presentato un’interrogazione a riguardo? Il M5S aveva già segnalato queste mancanze. Può bastare come differenza? Ha una proposta vincente da sottoporre alla G i u n t a Regionale? Abbiamo perso l’80% dei posti di lavoro e l’industria è grande sofferenza. I consumi crollano e non abbiamo nuovi nati. Questi i risultati della classe politica incapace che ha governato la Calabria! Abbiamo un programma innovativo, ricco di proposte vincenti. Vogliamo attuare un cambiamento che starà ai cittadini scegliere di sostenere. Promuoveremo l’istituzione di un assegno per i residenti da 5 anni in Regione con reddito annuo inferiore a 12.000 e iscritti nelle liste dei disoccupati. Loiero e Scopelliti. Due fallimenti? Purtroppo sì. Destra e sinistra sono due facce della stessa medaglia: la giunta uscente ha una lunga lista di indagati e le liste di sinistra sono piene di trasformisti che vogliono solo la guida della
GABRIELE ALVARO
“Oliverio è un uomo lungimirante, l’area da lui amministrata è quella che meglio ha retto la crisi” Perché ha puntato proprio su Mario Oliverio? Mario Oliverio è un uomo d’esperienza politica e amministrativa. È stato sindaco della sua città, assessore regionale all’agricoltura e, negli ultimi dieci anni, ha guidato con passione e competenza la provincia di Cosenza, la più grande della Calabria e una delle più grandi d’Italia. Ha sempre ottenuto risultati positivi, che hanno consentito all’area da lui amministrata di reggere l’impatto della crisi meglio di altre zone della regione. Queste valutazioni sono state per me decisive quando ho scelto di entrare nelle liste del Partito Democratico e, più specificamente, in quella dei “Democratici Progressisti”, di cui oggi sono il capolista. Quali sono le caratteristiche di Oliverio che le danno fiducia e quali cambiamenti pensa che queste possano comportare? Mario è un uomo tenace, lungimirante e sa perseguire con forza i progetti ideati e messi in campo dalla sua squadra. Tutto ciò dà fiducia non solo a me, ma penso a tutti i calabresi. La sua visione politica e amministrativa ci consente di guardare al futuro con fiducia. I progetti che questa giunta regionale metterà in campo saranno realizzati con regolarità e daranno ai calabresi la possibilità di una reale inversione di tendenza sul piano economico e sociale, in netta rottura con gli ultimi cinque anni di governo di centro destra. Per far ripartire la macchina burocratica sarà necessaria un’inversione di tendenza. Quali sono gli elementi che secondo lei hanno impedito già alle precedenti amministrazioni di metterla in atto?
Attuare un piano di questo tipo richiede fiducia negli operatori, un ritrovato orgoglio d’appartenenza, l’esaltazione delle competenze professionali, la premiazione del merito e l’abbandono dei metodi clientelari e familistici che fino ad oggi hanno devastato il tessuto sociale della nostra terra. Alla realizzazione di quali progetti, secondo il suo partito, bisognerà dare la precedenza? Considero prioritari i temi relativi alla Sanità, alla raccolta differenziata, alla sistemazione idraulico forestale del territorio, alla salvaguardia delle coste e delle aree archeologiche. Questo programma ambizioso richiederà competenze progettuali e finanziamenti da attingere dai Fondi Europei. Dovrà avere luogo una programmazione sistematica che avrà bisogno di tempo, ma che la prossima giunta di centro sinistra avvierà con forza e determinazione. Siamo sicuri di poter dare un volto nuovo alla Calabria, nella speranza di collocarla tra le più avanzate regioni europee. Pensate di collaborare con manager o esperti esterni per realizzare i vostri progetti? I nostri progetti richiedono ovviamente competenze ed esperienze manageriali di qualità che sicuramente sono presenti nella nostra regione, ma, fosse necessario, di nessun ostacolo allo scambio di opinioni con l’esterno. Come mi è capitato più volte, spero di poter usufruire di esperienze professionali di qualità soprattutto nel campo della sanità, della cultura e del benessere dei cittadini.
GERENZA
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DOMENICA 16 NOVEMBRE 14
Panetta replica aTassone P
«Una mia candidatura a Sindaco di Siderno? Non ci sarà mai, indipendentemente da come andrà a finire questa tornata elettorale»
er esigenze di spazio, riportiamo qui alcuni stralci della replica all’articolo “Panetta a porta a porta” da noi pubblicato nello scorso numero, inviataci proprio dall’ex Sindaco, informando i ns lettori che l’intero documento sarà pubblicato sul nostro sito internet www.larivieraonline.com Egregio Direttore, ho letto sulla Riviera del 09 novembre un interessante articolo dal titolo Panetta a “Porta a Porta” eppure, comprendendo il suo tentativo di farmi un po’ di pubblicità, dato che sono forse l’unico candidato al consiglio regionale che non l’ha fatta a pagamento né sul suo giornale nè su altri mezzi di comunicazione, devo invitarla a rettificare alcune sue inesattezze, o se preferisce, completamente errate. Lei che di mestiere fa il giornalista, sa quanto sia importante che la notizia trattata e diffusa, debba essere totalmente vera e non dare adito a fraintendimenti. Vorrei iniziare dal “porta a porta”. Lei non ci crede ma trovo rispettoso avere il confronto diretto con l’elettore che deve esprimere il voto. Lo trovo rispettoso in quanto il cittadino ha modo di consapevolizzare al meglio la sua preferenza. La nostra democrazia troverebbe giovamento se il cittadino venisse messo nelle condizioni di scegliere a chi affidare la delega ma soprattutto se venisse messo nelle condizioni di partecipare alla vita politica e alle decisioni che riguardano la collettività. Il porta a porta, lei comprende, l’ho sempre fatto perché, ritengo sia un metodo adeguato per interagire al meglio con l’elettore prima e dopo le elezioni. -Intanto non mi riconosco in contrapposizione al PD, se è vero che siamo nella stessa coalizione. Trovo fantasiosa la sua analisi del rapporto conflittuale col circolo di Siderno, che peraltro ho contribuito a formare. La mia divergenza è di politica generale e non locale. Vedo comunque che ancora qualcuno ha la “fobia” di una mia candidatura a Sindaco di Siderno, che non ci sarà mai, indipendentemente da come andrà a finire questa tornata elettorale che mi vede impegnato con molte pos-
sibilità di essere eletto in consiglio regionale (anche se lei involontariamente-certamente- ha fatto intendere diversamente) e da dove mi vorrei battere, giorno per giorno, per dare voce alla Locride e quindi all’ amata Siderno. Da qui il mio desiderio di rappresentarla nel consiglio regionale e avere così modo di prendere importanti decisioni per la Calabria, la Locride e per la nostra Città. Illuminazione pubblica: le spese di miliardi sono quelle previste dal progetto e la qualità dell’opera dipende pure dalla manutenzione che si fa o non si fa durante gli anni;m I rondò, fatti con il solo intervento degli operai del comune (senza investimenti, se non per l’acquisto dei materiali!) hanno evitato diversi incidenti ed hanno contribuito a regolarizzare ordinatamente il traffico cittadino;
Il senso unico ha dato sembianze cittadine a Siderno, spingendo a valorizzare la struttura urbana ed a renderla maggiormente competitiva nel settore commerciale; La sguta si faceva con pochissimi soldi a fronte dell’enorme vantaggio in temine di ricaduta economica su tantissime attività produttive cittadine, oltre all’immagine che veniva veicolata in tutto il mondo. Lei dice che tutti sarebbero stati bravi a farla, ma sinceramente ho visto che poi sono stati tutti bravissimi a non farla; L’impianto di amplificazione è stato realizzato con i risparmi ottenuti nell’esecuzione dei lavori per la pubblica illuminazione di cui sopra;il problema,purtroppo, è stato che l’amministrazione successiva ha preferito non utilizzarla ,con grande danno all’attrazione che avrebbe dovuto contribuire ad intensificare le presenze nei punti vendita del corso principale, con l’idea di farlo diventare un salotto( lei ricorda l’isola pedonale e le svariate iniziative che venivano organizzate chiudendo quest’area al traffico?); Per quanto riguarda l’ospedale, con rammarico prendo atto che la sua memoria lo inganna. Infatti oltre a partecipare a tutte le iniziative pubbliche, feci una precisa proposta al Sindaco, di cui lei era il portavoce:” metta la fascia e chiami il popolo di Siderno a scendere in piazza”. Ricordo che la mia proposta, che può trovare nei verbali del consiglio comunale, non fu accolta. Perché? A quale abbevaratoio si riferisce non mi è chiaro. Se si riferisce a quello della villa comunale è stato realizzato senza spende-
re una sola lira del vecchio conio, se invece si riferisce a quello di piazza Risorgimento occorre dire che quella fontana con gli spruzzi d’acqua dai colori cangianti è costata una bazzecola (circa 28000) rispetto ai circa 600.000 di quella attuale. (Concorderà con me, se le dico che non ho mai capito perché l’amministrazione comunale, di cui lei era autorevole portavoce, ha preferito distruggere “quell’abbevaratoio”: forse perché era costato poco e quindi non degno della nostra Siderno?); Per i locali della sezione staccata del tribunale, dovremmo parlare con gli avvocati ed anche con l’utenza cittadina per capire se è stata una scelta sbagliata: noi pensavamo di aver contribuito a realizzare un importante servizio utilizzando peraltro un edificio degli anni settanta e destinato a pretura, senza impegnare ingenti risorse (vada a verificare ed informi la cittadinanza sulla cifra spesa e qual’era l’Ente finanziatore!); Per quanto riguarda la mia attività professionale, le posso assicurare che vivo del solo mio lavoro e che lo svolgo nel rispetto assoluto delle leggi e di ogni norma; Per quanto concerne il PRG mi sono comportato senza mai interferire nel lavoro dei tecnici progettisti a cui è stato affidato l’incarico della redazione ed è proprio a loro che dovrebbe rivolgersi per accertare se esistono, o meno, delle irregolarità o altro, così come per altre questioni che non attengono alla mia persona; Lei dice che nel 2000 è stata individuata la nostra città per l’ubicazione di un impianto per il trattamento dei rifiuti. In quest’ultimo punto credo risieda la sua
maggiore inesattezza. Le invio copia del decreto emesso dal Commissario Delegato per L’emergenza rifiuti della Regione Calabria, datato 09/09/2002 (come lei ben sa io finivo di fare il sindaco nel maggio del 2001) dal quale si evince che in quella data si disponeva per l’avvio della fase preliaminare di progettazione e che l’amministrazione dell’epoca (di cui lei era portavoce!) ha individuato il sito di San Leo. Certamente lei può chiedere lumi agli uffici comunali o a quelli regionali per approfondire l’argomento, peraltro molto sentito in quanto, adesso, per cattiva gestione, sta provocando seri danni alla vita di tanti nostri concittadini. Infine sull’AFOR. Le voglio semplicemente dire che l’incarico credo mi sia stato affidato riconoscendo la mia propensione ad amministrare con grande serietà, impegno ed onestà (che con i tempi che corrono non guasta!) e le posso garantire che ho fatto il mio dovere a costo di enormi sacrifici, percependo uno stipendio come previsto da legge. Infine, egregio Direttore, per quanto concerne la condanna della corte dei conti, omette di dire che ai tempi in cui si è verificato l’esproprio non ero amministratore. Ero assessore senza delega (quindi per legge privo di responsabilità alcuna) e non Sindaco, quando è stata emessa la condanna contro il comune, dopo anni e anni di durata del processo per cui non ho avuto alcun ruolo, e sono stato condannato semplicemente perché il ricorso è stato presentato fuori termine. Mimmo Panetta
LA RISPOSTA DEL DIRETTORE L’ex Sindaco Domenico Panetta si dimostra molto bravo ad occupare spazi elettorali a titolo gratuito. Mi piace evidenziare l’ignoranza dello stesso ( cosa gravissima per un ex amministratore integerrimo come lui), relativa alla legge n.150/2000 che stabilisce, appunto, la differenza tra la figura di “portavoce” e quella di addetto stampa. Tutti sanno che ho ricoperto solo l’incarico di addetto stampa dell’Ente sotto le amministrazioni Figliomeni e Ritorto e non quella di “portavoce”. Con orgoglio posso rivendicare di non aver mai fatto politica attiva e quindi, amministrativamente, non mi sento responsabile di nulla. La stampa è e deve essere “il cane da guardia” della politica, dovrebbe informare i cittadini. Per Panetta, invece, le cose non stanno così: dovrebbe essere il giornalista a dover rispondere ai cittadini e non il politico. Non entro nel merito delle singole risposte di Panetta alle mie contestazioni che si commentano da sole. Quello che dovevo dire l’ho detto domenica scorsa. Rispondo solo sul tema dell’impianto di separazione dei rifiuti di San Leo, sperando che si ponga fine a questa storia che dura da un decennio. Si dica una volta per tutte ai cittadini che la città di Siderno, si era nell’anno 2000, venne inserita nel piano regionale dei rifiuti e venne individuata come sede ospitante di un impianto TMB . E’ vero che l’opera in contrada San Leo venne poi realizzata e messa in funzione durante il periodo dell’amministrazione Figliomeni ma non bisogna nascondersi: bisogna dire chiaramente che la disponibilità e l’input per ospitare a Siderno un impianto di separazione dei rifiuti partirono dalla giunta di sinistra guidata a quel tempo da Panetta. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità ed avere il coraggio delle proprie scelte !
ANTONIMINA: STRONCATA DA UN’INFARTO A SOLI 18 ANNI
MuoreaBiellaElisaGentile,figliadell’ex sindacoDino,antoniminesed’adozione Nel pomeriggio di ieri un grave lutto ha colpito la città di Biella, capoluogo di provincia nord piemontese. Anche se a 1.330 chilometri di distanza, la morte di Elisa Gentile ci tocca da vicino, innanzitutto per la giovane età della ragazza, che aveva compiuto appena diciotto anni lo scorso 28 settembre, in secondo luogo per l’abitudine della sua famiglia di trascorrere lunghi periodi ad Antonimina. Elisa era un’adolescente normalissima. Figlia dell’ex sindaco Dino Gentile, frequentava il Liceo Classico e aveva appena fatto il suo esordio nella serie C di pallavolo con la Sprint Virtus. I controlli medici ai quali si era dovuta sottoporre per entrare nella squadra, però, non sono serviti a evitare la tragedia che ha colpito la famiglia. Alle 15.30, mentre guardava la televisione assieme alla madre, la giovane è stata vittima di un malore. A nulla sono serviti gli sforzi disperati per rianimarla da parte del padre e il pronto intervento dei soccorsi. Antonimina, che aveva imparato a conoscere la famiglia Gentile anche grazie a un gemellaggio con la città di Biella, non appena ha ricevuto la notizia ha subito fatto avere le proprie condoglianze attraverso un telegramma scritto dall’amministrazione comunale. In molti, in paese, ricorderanno il sorriso della giovane e la bella estate trascorsa dalla sorella in compagnia degli amici calabresi che aveva conosciuto in università. In molti, in paese, continueranno a credere che quanto è accaduto non può essere vero, che non si può morire a diciotto anni per un infarto improvviso e che il sorriso di Elisa tornerà a fare visita a queste terre molto presto. Bisognerà solo aspettare l’estate.(J.G.)
Senatori . A una settimana dalle Elezioni Regionali abbiamo inte «Il monopolio della rappresentanza politica da parte di Reggio non fa bene né alla provincia e nemmeno alla stessa città»
L
ocride: 42 comuni un’unica città è un’equazione scaduta? Per la verità, un’unica città della Locride non so che cosa voglia dire e a che cosa potrebbe servire. Quello che so è che la Locride è un territorio omogeneo per storia, geografia e cultura, che oggi però non ha un futuro perché non è minimamente competitivo con il resto dell’Italia e del mondo. Quello che gli manca è un progetto che accomuni cittadini, amministratori, politici, forze sociali (o almeno una parte significativa di esse). Un progetto che non sia un semplice e scontatissimo elenco di opere da realizzare, ma incarni una visione di quello che dovrà essere la Locride futura e nello stesso tempo una ferma volontà di voltare pagina per quello che riguarda la nostra vita politica, amministrativa e sociale. Altrimenti tutto il resto sono solo chiacchere. Il ruolo del sindaco si è ridotto a rispondere di trasparenza e buona condotta agli organi anticrimine. Che fine hanno fatto i sindaci illuminati che in passato macinavano idee a pieno regime per dotare i loro paesi di un progetto di sviluppo? Ho fatto il sindaco per dieci anni, sforzandomi di amministrare con correttezza e trasparenza, non perché ne dovessi rendere conto a qualcuno ma perché ritenevo giusto che così si dovesse fare. Questo non mi ha impedito, anzi mi ha aiutato a costruire una prospettiva per il mio paese e a lasciarlo, credo, in condizioni migliori di quelle in cui l’avevo trovato. La stessa cosa poteva fare nel passato e può fare ancora oggi qualsiasi sindaco che non pensi solo ai suoi interessi personali, anche se legittimi, o a quelli dei suoi amici o del suo partito, ma a quelli della sua comunità. Senatore, ci elenchi quattro priorità che potrebbero produrre cambiamento, occupazione e crescita economica in questo nostro territorio nell’era della “Prefettrocrazia”. loro piatto. La priorità per me è una ed una sola: cambiare La Locride sarà presente con un suo rapradicalmente l’idea corrente che si ha della polipresentante in consiglio regionale? Se sì, ci tica ed il modo di farla. Mario Oliverio ha parlafaccia un nome. to giustamente, nel convegno di Lunedì scorso a Penso che sia importante per la Locride Moschetta, di politica malata. E’ malata la politiavere un consigliere regionale. Il monopolio ca che si esaurisce nell’ acquisizione del consendella rappresentanza politica da parte di so e nella gestione del potere; la politica che ha Reggio non fa bene né alla provincia e nemcome fine principale o unico la perpetuazione meno alla stessa città. Aggiungo però che del suo ruolo e del suo status sociale anziché la non mi basta un qualsiasi consigliere della soluzione dei drammatici problemi che la Locride. Vorrei qualcuno che, oltre che un Calabria ha di fronte. Oliverio aggiungeva però territorio, rappresentasse anche una politiche spesso è anche malata la domanda che si dirica, per le ragioni che ho detto prima. Credo ge dalla società verso la politica se essa è finalizche Vincenzo Bombardieri, anche alla luce zata alla tutela del proprio particulare anziché di quello che è riuscito a fare in quindici alla promozione dell’interesse generale. Dunque anni come amministratore di Roccella, è anche responsabilità dei cittadini e degli elettoabbia tutti i numeri per svolgere questo ri se si genera cosi un circolo vizioso che si autoaruolo. limenta, inchiodando la Calabria al suo triste Abbiamo chiesto a Piero Fuda cosa pensa presente. O abbiamo il coraggio di spezzarlo, di lei. Lei cosa pensa invece di Piero Fuda? pagando anche i prezzi necessari, o non andremo Mi dica prima come ha risposto Fuda. da nessuna parte. Scherzo, naturalmente. Le dico subito il Gli imprenditori della nostra zona sostengono mio pensiero. Piero Fuda è, come lo sono che non potrebbero sopportare altre legislature peraltro anche io, un politico ed un amminicome quelle di Agazio Loiero e di Giuseppe stratore di lungo corso. E’ stato in Scopelliti. Con Mario Oliverio sarà diverso? Parlamento, alla Regione, alla Provincia ed Gli imprenditori hanno ragione, ma il problema in altri enti pubblici, non limitandosi a scalnon sono le persone, comunque si chiamino; è dare la sedia (al contrario di altri politici con invece il sistema. Le cose cambieranno con un curriculum simile al suo) ma dando Oliverio se comincerà a picconare il sistema poliprova di energia, spirito pratico e competico clientelare che soffoca la Calabria e le impetenza in molti settori. Oggi è un dirigente disce di entrare nella modernità. Le parole che nazionale di una piccola formazione politiho citato nella risposta precedente lasciano penca; mi auguro che non si ponga come unico sare che sia intenzionato a farlo. Molto dipende obiettivo quello di acquistare più peso all’inanche dai calabresi: se daranno una mano in queterno del suo partito ma che sia invece sto senso oppure continueranno a pensare che disponibile a dare una mano anche lui per nulla potrà mai cambiare e allora tanto vale un nuovo corso nella vita del nostro territoaccontentarsi di quello che passa il convento, rio. fosse pure una briciola che cade dalla tavola sul
Sisinio Zito L a L o cride “deve avere un consigliere regionale
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tervistato i due poltici dilungo corso
DI ANTONIO TASSONE E JACOPO GIUCA
«Credo che la vittoria della prossima giunta possa passare solo attraverso un impiego maggiormente razionale dei fondi»
L
ocride: 42 un’unica città è un’equazione scaduta? Il problema della locride può essere risolto solo attraverso un’unità di intenti. Ci troviamo all’interno di un’area metropolitana, ma i 42 comuni non si sono preoccupati del ruolo che devono ricoprire in questo ambito. Per costruire questa città lineare è necessario sviluppare meglio la SS 106 e deve essere migliorata anche la mobilità fisica all’interno dei singoli comuni. La locride viene considerata territorio unitario solo quando si parla di ‘ndrangheta, ma mai in occasione di amministrazione pubblica. Il ruolo del sindaco di è ridotto a rispondere di trasparenza e buona condotta agli organi anticrimine. Che fine hanno fatto i sindaci illuminati che in passato macinavano idee a pieno regime per dotare i loro paesi di un progetto di sviluppo? Il ruolo del sindaco è colpito da una problematica nazionale: il Paese non può permettersi di avere un rappresentante per centri di seicento abitanti. Queste comunità devono essere unificate a centri più grossi, ma i nostri ritardi ci impediscono di farlo. Il sindaco deve avere le capacità di segnalare le problematiche dell’intero territorio perché è stupido pensare che i problemi di Siderno non siano anche quelli di Locri. È l’autorità che più di tutte avverte le esigenze della popolazione ma un sindaco solo può fare poco e solo attraverso il confronto con i colleghi può fare passi avanti. Senatore, ci elenchi quattro priorità che potrebbero produrre cambiamento, occupazione e crescita economica in questo nostro territorio nell’era della “Prefettocrazia”. Per implementare la produttività della nostra zona non basta finanziare un’attività. Dare dei fondi è molto semplice, ma la sopravvivenza sul mercato è determinata dal sistema dei trasporti e da fondi che ci sono stati tolti da tempo. La Regione non ha possibilità di spendere le risorse comunitarie senza l’appoggio del Governo. Inoltre, la mancanza di allineamento tra domanda e offerta impedisce di valorizzare ciò che è presente sul cia di Reggio ha già i soldi per migliorare le territorio. Possibile che le materie prime che infrastrutture, la viabilità e le scuole, ma vengono da fuori costino meno di quelle nostra- non li spende perché le amministrazioni Loiero e Scopelliti non sono entrate in una ne? Gli imprenditori della nostra zona sostengono logica di sviluppo della capacità di spesa. che non potrebbero sopportare altre legislature Un presidente che voglia far migliorare la come quella di Agazio Loiero e di Giuseppe regione deve riuscire velocemente a fare approvare piani di questo tipo, prova che è Scopelliti. Con Mario Oliverio sarà diverso? Siamo in un isolamento completo per la man- che nel Lazio (e non in Lombardia o canza di infrastrutture, eppure potenziarle è l’u- Piemonte), l’ottenimento di un nullaosta nico modo utile a rimanere agganciati all’area sismico arriva in una settimana, mentre in metropolitana. Se avessimo dei collegamenti Calabria, a parità di informatizzazione dei veloci potremmo dialogare con centri più vivaci sistemi, c’è bisogno di un anno. Loiero e e implementare il turismo, ma avremo bisogno Scopelliti, in definitiva, hanno accentuato di servizi efficienti e maggiore pulizia, cosa questi problemi, danneggiando irrimediaimpossibile finché spediremo i nostri rifiuti in bilmente anche l’università e la sanità, che erano state pensate come servizio per l’inPuglia e Campania. Le amministrazioni di Loiero e Scopelliti non tero bacino del Mediterraneo. hanno dimostrato professionalità nella spesa, La locride sarà presente con un suo rapcolpiti, per di più, dalla riassegnazione dei fondi presentante in cosiglio regionale? Se sì, ci comunitari per sanare il debito pubblico duran- faccia un nome. te il governo Berlusconi. Non manca, tuttavia, la Mi auguro che ci sia qualcuno, almeno per messa a fuoco delle necessità del meridione, garantire che il territorio non venga preso quindi perché non trasformare i suggerimenti in in giro. Non ho nomi da fare perché abbiapolitiche concrete? Finché non si darà priorità a mo molti esponenti validi, ma dobbiamo un progetto specifico (alla ferrovia o alla SS 106) augurarci che sappiano davvero farsi valenon usciremo dalla stagnazione, a meno che l’o- re. biettivo non sia quello di temporeggiare in Abbiamo chiesto a Sisinio Zito cosa pensa modo tale che il Governo non spenda il suo di lei. Le cosa pensa invece di Sisinio Zito? 25%. Dico questo perché il decreto “Sblocca Zito è una delle persone più serie che conoItalia” di Renzi, per esempio, non ha incentiva- sca. to nessuno a interessarsi dell’ammodernamento Ha affrontato con coraggio l’amministradella strada che collega Locri ad Ardore, anche zione di Roccella e dato alla sua città un se si tratta di un lavoro di riqualificazione che già contributo importantissimo. È uno dei previsto dall’ANAS. L’amministrazione regiona- pochi che ha il coraggio di andare avanti le deve trovare il modo migliore di spendere le con le sue idee senza preoccuparsi delle risorse nazionali in modo razionale. La provin- voci sul suo conto.
Pietro Fuda Dobbiamo “ rimanere agganciati all’area metropolitana
DOMENICA 16 NOVEMBRE 17
RIVIERA
CULTURA E SOCIETA’
Pillole Naturopatiche
A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone
PrevenireèmegliocheCurare… INFLUENZACONSINTOMICLASSICI Tisana di limone e aglio (vedi preparazioni alimentari): da assumere ogni otto ore dalla comparsa dei sintomi per 3-4 giorni. Le azioni antibatterica e antivirale dell'aglio si sommano a quelle della scorza del limone. Gli oli essenziali contenuti nella scorza del limone (limonene terpene…) svolgono un'azione battericida sugli stafilococchi e sul gonococco, sono quindi fungicidi, antibiotici e sedativi del sistema nervoso. Minestrina all'aglio (vedi preparazioni alimentari): l'azione antibatterica e antivirale dell'aglio è dovuta alle numerose sostanze in esso contenute. L'Allicina è un potente antimicrobico ad azione su germi Gram positivi e Gram negativi. In virtù del suo potere antibiotico naturale, l'aglio può essere utilizzato per prevenire o curare le sindromi influenzali, le bronchiti, le forme infettive caratterizzate da febbre elevata, ecco perché questa preparazione risulta utilissima come primo pasto serale alla comparsa dei sintomi. Vin brulé (vedi preparazioni alimentari): particolarmente utile nelle influenze qualora si avesse in concomitanza una sindrome da raffreddamento. Il potere battericida e antivirale del vino si somma all'azione antisettica, disinfettante e antiossidante del chiodo di garofano e all'azione sterilizzante e antiputrefattiva intestinale della cannella. Questa soluzione svolge anche un importante effetto sonnifero che può essere sfruttato in queste situazioni in cui il livello di veglia è alterato. Mela caramellata o mela cotta: tagliare a fette una mela con tutta la buccia, porla in un pentolino con mezza tazzina da caffé di vino rosso, un chiodo di garofano, un centimetro di stecca di cannella, la scorza di un quarto di limone e un cucchiaino da tè di zucchero. Far cuocere a fuoco vivace finché la mela non sia caramellata. La preparazione può essere utilizzata sia calda che fredda, senza che perda le potenzialità curative proprie dei suoi componenti biochimici. La mela contiene potassio e bromo, ad azione miorilassante muscolare e sedativa del sistema nervoso, calcio, neuro modulatore, magnesio antinfiammatorio, antispastico ed antidolorifico. Per queste ragioni la mela caramellata è utile nei disturbi del sonno, negli stati di nervosismo, in caso di contratture e spasmi della muscolatura liscia e striata. Inoltre, ha azione antibatterica e antivirale per le specifiche proprietà antibiotiche e antivirali del limone, della cannella e dei chiodi di garofano. La presenza dei tannini contenuti nel vino rosso, sommati agli effetti della cottura della mela, con destrutturazione delle sue fibre e dell'abbattimento dell'acidità, rendono idonea questa preparazione anche in molti disturbi intestinali. Spremuta di arancio, limone e pompelmo: eventualmente anche diluita in acqua è utilissima per il recupero degli elettroliti in uno stato di debilitazione febbrile. L'effetto sinergico del succo dei tre frutti è superiore a quello di uno solo dei tre assunto in pari quantità. Lo stimolo acido a carico del fegato, operato soprattutto dal limone e dal pompelmo, il loro contenuto in vitamina C, la quota di zuccheri dell'arancia, forniscono un grande supporto al fegato implicato nella gestione dei metaboliti dell'influenza.
“Primi Passi” per andare lontano Per essere una brava insegnante di nido e materna sono necessari innanzitutto tanta tantissima passione e un infinito amore per l’infanzia; a questo bisogna aggiungere una consistente preparazione teorica, molta sensibilità, abilità comunicative sia rispetto ai bambini sia rispetto ai genitori, inventiva, creatività, simpatia da vendere e un’indole molto molto affettuosa. Tutti ingredienti che la dottoressa Alessandra Cautela possiede in abbondanza e che le saranno indispensabili per svolgere al meglio il suo lavoro all’interno della scuola materna e ludoteca “Primi Passi” che ha inaugurato la scorsa settimana a Locri. Dottoressa Cautela, perché ha deciso di aprire una scuola materna a Locri? Ho deciso di realizzare quello che per me è sempre stato un sogno. Ho sempre amato la compagnia dei bambini, adoro osservare i loro progressi giornalieri, stimolare la loro curiosità, osservare la loro incredulità e gioia mentre scoprono il mondo. Sarà forse la provenienza da una famiglia numerosa, i tanti nipotini, fatto sta che ho sempre a che fare con bimbi di ogni età. Mi si è finalmente presentata questa opportunità e non me la sono lasciata sfuggire. Quanti bambini sarà in grado di accogliere la sua scuola? Quali servizi offrite? Per quanto riguarda i servizi offriamo sia nido che materna con servizio mensa; attività di doposcuola e insegnamento privato in aule appositamente dedicate e attrezzate. Quanto ha impiegato per realizzarla? Ha incontrato ostacoli, in particolare a livello burocratico? I tempi di realizzazione sono dipesi soprat-
tutto dalla ristrutturazione degli spazi ma, nonostante questo, non ci è voluto poi tanto e la voglia di veder realizzato il tutto ha avuto ragione del resto. Devo dire che a livello burocratico tutto è proceduto velocemente e senza intoppo alcuno. La qualità degli spazi in una scuola materna dipende molto da come diversi saperi – architettura, pedagogia, psicologia, antropologia – riescono a interagire tra loro. Nel progettare la sua scuola si è tenuto conto del dialogo tra queste diverse discipline? Sono d’accordo pienamente. Proprio per questo gli spazi sono stati congegnati in maniera tale da creare una giusta armonia all’architettura strutturata esclusivamente per i bambini, con accostamenti cromatici pensati appositamente per loro, giochi diversi e adatti alle diverse fasce di età, spazi esterni e verde protetto per i giochi all’aria aperta. Perché scegliere un asilo privato a uno pubblico?
ché sicuro, efficiente, ed efficacemente utile alla serena crescita di ogni piccolo. Per i genitori scoprire che quello che pensavano fosse un luogo sicuro per il proprio bambino non lo è affatto è una doccia fredda, uno tsunami. Oltre al fatto che si ritrovano seppelliti dai sensi di colpa. Quali potrebbero essere, secondo lei, le soluzioni per prevenire questi casi di violenza? Che misure precauzionali si potrebbero introdurre? Purtroppo viviamo oggi in una società dove nessuno, quantomeno nella maggior parte delle “avanzate” realtà occidentali, vuole correre il rischio di rimanere indietro, perché la società moderna e i suoi interessi economici hanno instillato in noi la convinzione che vi sia, per andare avanti, la necessità di correre, affermarsi, vivere una realtà parallela sui social la cui utilità, per converso, sarebbe ed è innegabile a patto di un uso consapevole.
Penso che la scelta non possa e non debba dipendere dal regime pubblico o privato, in cui ci si trova a operare. Penso che ogni genitore abbia il dovere di rivolgersi agli istituti nei quali possono dirsi pienamente realizzati gli interessi esclusivi, e non preminenti, del proprio bambino. Dunque quello privato pur-
Ognuno di noi deve riprendere il pieno controllo della vita reale, dedicare e dedicarsi il giusto tempo, porre al centro della propria esistenza l’ascolto delle nostre e delle altrui necessità, ricreare dei veri rapporti umani. Prevenire la violenza non sempre è facile, ma porsi in una situazione di ascolto aumenta le nostre possibilità. Maria G. Cogliandro
Lasagradellacastagnatra attualitàegastronomialocale Si è svolta lo scorso fine settimana a Martone la tradizionale festa della castagna, che quest'anno ha aperto con un convegno dal titolo “Castagne e risorse del territorio”. Scopo dell'incontro, come si evince dal titolo, è stato avviare una riflessione sullo sfruttamento delle risorse che offre il territorio montano in chiave di sviluppo e di occasioni occupazionali alla presenza dei ragazzi delle scuole medie di Gioiosa Ionica e Francesco Meduri, presidente di Fiva Confcommercio di Reggio Calabria e organizzatore della sagra. Nell'auditorium che ha ospitato l'evento si sono alternate le voci dei due sindaci di
Brancaleone colpita da un curioso fenomeno naturale
Martone e Gioiosa Jonica, Giorgio Imperitura e Salvatore Fuda, il dirigente scolastico Maria Rosaria Pini, il procuratore della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Lombardo, l'assessore provinciale all'Agricoltura Gaetano Rao, il presidente di Confcommercio di Reggio Calabria Giovanni Santoro e il Commissario del Copro forestale dello Stato, Rocco Pelle. Dopo l'apertura, si è entrati nel vivo della sagra, che si è protratta anche il giorno successivo all'insegna di musica popolare e cibo locale. Il tutto condito, naturalmente, dalle ottime castagne locali.
La mattina dell'8 novembre si è verificato un singolare ma suggestivo fenomeno naturale a Brancaleone Marina. A prima vista sembrava neve ma in realtà era schiuma che, complice il vento di scirocco, ha raggiunto la strada del lungomare. Lo stesso fenomeno giorni prima ha interessato San Lorenzo Marina e Melito Porto Salvo e secondo le ipotesi più accreditate potrebbe essere legato alla fioritura algale plurispecifica (Classe Diatomee, generi Chaetoceros e Pleurosigma) non ascrivibile a specie potenzialmente tossiche. Le cellule microalgali producono materiale organico che con il rimescolamento delle acque genera schiume superficiali persistenti, di colore bianco tendente al marrone-giallastro a fine ciclo vitale. Il fenomeno naturale, che è ricorrente nel periodo autunnale si sviluppa a largo ed è poi spinto sottocosta dall'azione dei venti. Non è in alcun modo dannoso per la salute pubblica.
IN BREVE
Il 7 novembre a Bova Marina è stato presentato il libro “Lettere della Locride” di Ilario Ammendolia. L’incontro moderato da Maria Natalia Iiriti, presenti Vincenzo Crupi, sindaco di Bova Marina, Maria Luisa Ollio, Cosimo Sframeli, l’on. Saverio Zavettieri e Piero Sansonetti, oltre all’autore Ilario Ammendolia.
COSA ERAVAMO Cosa eravamo prima di diventare delle bestie feroci in uno zoo, dove un guardiano indifferente lascia un po' di cibo e se ne va. Prima di abbandonarci su una panchina in attesa della morte, prima di mendicare il sussidio all'assistente sociale o il lavoro precario al politico. Cosa eravamo prima di ostentare il rispetto e l'onore, prima di finire in galera o all'obitorio, prima che l'Europa ci chiamasse obiettivo uno. Prima che la storia venisse cancellata e la dignità calpestata, prima che spargessero il veleno nei nostri campi e che le nostre coscienze si addormentassero, cosa eravamo. Giuseppe Gangemi
SETTIMANALE
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“Scrivo ciò che mi detta l’animo”: un’intervista a Mimmo Gangemi SARA LEONE “Ho iniziato a scrivere a quarantadue anni. Il primo libro lo scrissi di nascosto; ero titubante sul fatto che i due mestieri, quello dei numeri e quello delle lettere, potessero conciliarsi”. Così Domenico Gangemi risponde alla mia domanda. Spontanea oltretutto, dal momento che la sua formazione è stata conseguita in ingegneria. Poi ci penso più a fondo: anche Gadda era un ingegnere di professione, eppure più di altri ha saputo esprimere il dramma di un’epoca. La sua epoca. Domenico Gangemi è uno scrittore calabrese, nato a Santa Cristina d’Aspromonte, laureatosi in ingegneria è vero - ma dopo essersi diplomato al liceo classico. Sin da subito il mio interesse nella conversazione si focalizza sulla scrittura come passione che nasce e scatta in seguito a qualche grande avvenimento. Non perdo tempo e glielo chiedo. Lui, con tono tranquillo, afferma: “Non so rispondere a questa domanda, avevo tante cose da raccontare. È stato l’impulso di una sera, poi è diventata un’abitudine.” Per la seconda volta, rifletto: la passione è qualcosa insita in noi, non nasce da avvenimenti esterni, ma con noi. Si tratta solo di aspettare il momento opportuno per poterle dare il libero sfogo. È lo stesso Gangemi a confessare che, dapprima, la scrittura era per lui proprio uno sfogo, uno sfogo da tutti i numeri che lo accompagnavano durante la sua professione nell’arco della giornata. Così, scrivendo,vennero fuori libri; libri che avevano qualcosa da raccontare, libri che davano la parola ad una parte di società, spesso ignorata. Gangemi inviò i testi a importanti case editrici, ma ricevette risposte negative circa la pubblicazione. E a dar risposte negative, spesso, erano proprio quegli editori che successivamente pubblicheranno le sue opere, ottenendo un gran successo. In effetti gli editori avevano rifiutato di pubblicare solo perché non avevano letto i testi.
“Tendo molto alle descrizioni, certe immagini ti restano dentro.Tutto quello che vedo e che annuso inesorabilmente emerge nelle cose che scrivo”
“E li capisco,- dice Mimmo Gangemi - in Italia c’è più gente che scrive che gente che legge. Alle case editrici arrivano circa cento libri al giorno. È ovvio che non li possano leggere tutti”. “Perché scrive? Cosa la spinge a farlo?” Chiedo. “Scrivo per dare libero sfogo all’animo. Sarei ipocrita se dicessi che non mi hanno fatto piacere i commenti lusinghieri ricevuti, ma non è solo questo, questo è quello che viene dopo. Prima c’è la scrittura. Scrittura disinteressata al successo e alla fama.” Nei suoi libri, il noto scrittore indaga profondamente l’animo umano, affrontando temi legati alle tradizioni calabresi, ai problemi sociali fra i quali l’emigrazione e i disagi dei ceti più umili. Cosa sarebbe altrimenti la signora con la veste azzurra che ne “La signora di Ellis Island” corre in soccorso del protagonista quando tutto sembra perduto, se non una proiezione, una testimonianza di una fede profonda che i calabresi conoscono e manifestano nelle tradizioni? Una signora uguale alla cara Madonna del Carmine di Giuseppe, il protagonista, che appare in un momento drammatico e lo consola. “Signor Gangemi, mi è sembrato che lei, con la sua scrittura, indagando i ceti più umili, si sia quasi comportato da antropologo.” - affermo.
Lui ribatte così: “Gli antropologi sono una categoria suscettibile. Se però loro si spacciano per narratori io, scrittore, potrei essere antropologo.” Coloro che scrivono sono dotati di una sensibilità acuta, sono conoscitori degli animi dei personaggi che mettono in scena nelle loro opere, e questi personaggi derivano sicuramente da un’esperienza concreta, di vita vissuta. “‘La signora di Ellis Island’ sarà il libro che mi sopravvivrà. È il popolo che attraversa la storia d’Italia senza esserne propriamente protagonista” - dice lo scrittore. Mimmo Gangemi, proprio in questi giorni, sta presentando il suo ultimo libro: “Il prezzo della carne”, che è una versione rivista di “Un anno d’Aspromonte”, a cui sono state apportate delle modifiche, tra le quali quella di rendere la tecnica narrativa più asciutta. Alla mia domanda, lo scrittore mi risponde confidando che vorrebbe ci si soffermasse sul libro, più che spaziare sui fatti di cronaca che il libro stesso evoca. Investita di curiosità pongo l’ultima domanda: “Che peso ha la natura, il paesaggio dell’Aspromonte nelle sue opere?” “Tendo molto alle descrizioni, certe immagini ti restano dentro. Tutto quello che vedo e che annuso inesorabilmente emerge nelle cose che scrivo.”
DOMENICA 16 NOVEMBRE 19
CULTURA
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to il mondo della ricchezza e del privilegio, spietata è la loro condanna.” Il critico letterario Martini, invece, definisce il libro lacaviano “spietato, amaro e ironico”. La Cava fu anche un conversatore coinvolgente per il suo sapere non ostentato, lo spessore vestito d’umiltà, il suo eloquio veloce e preciso, la dolcezza del suo sorriso e lo sguardo attento. Fu un affabulatore sapido e arguto, dotato di una bonaria ironia, ma mai polemico o maligno. Io, che ebbi la fortuna di frequentarlo, rimpiango i pomeriggi d’inverno trascorsi in sua compagnia. Mario La Cava contava importanti amicizie negli ambienti culturali, ma dovette misurarsi con le difficoltà del fascismo imperante in campo culturale. Fu amico stimatissimo di Erneso Buonaiuti,
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critici letterari più importati. Il mondo a cui La Cava si ispirò fu quello popolare, con i suoi costumi, credenze, vizi e virtù che lo spingevano a nutrire antipatia per il ceto bor-
Ricorre proprio oggi, 16 novembre, il ventiseiesimo anniversario della morte di uno dei più grandi talenti letterari della Calabria: Mario La Cava. ghese, definito a più riprese superbo,ignorante e faccendiere. Fu un meridionalista convinto, sia nelle opere che negli articoli giornalistici e non esitò a polemizzare con i detrattori del sud, anche se tra questi militava Carlo Emilio Gadda. Padre
Ricordando Mario La Cava
FORTUNATO NOCERA
Ricorre proprio oggi, 16 novembre, il ventiseiesimo anniversario della morte di uno dei più grandi talenti letterari della Calabria: Mario La Cava. Come succede per la maggior parte delle persone che diedero tanto a questa terra, pochi ricorderanno questo straordinario personaggio. Nel breve spazio concessoci non potremo che fare pochi accenni all’opera di La Cava, talen-
tuoso scrittore di romanzi e racconti, che collaborò con decine di testate nazionali, fu scrittore di teatro, memorialista, saggista e critico letterario. Non si può parlare di La Cava senza fare riferimento alla sua opera più nota: Caratteri. Pregna di uno stile di scrittura di cui si può dire sia stato il pioniere, era un’opera ricca di osservazioni critiche, sottile umorismo, prosa classica e crudezza di giudizi. Nella sua monografia su La Cava, Pasquino Crupi scrisse: “Cruda è la rappresentazione dei caratteri, che hanno ad ogget-
“
Young at Art” arriva alla sua terza annualità con forte energia e molto entusiasmo. Continua l’interessante progetto che è stato ideato magistralmente con l’obiettivo di promuovere i talenti calabresi attraverso tre interessantissime mostre dislocate sul tutto il territorio nazionale. Un marchio indelebile tutto “made in calabria”. Le location artistiche previste sono, dopo il MACA di Acri (CS) e quelli del MAM (Museo delle Arti e dei Mestieri) di Cosenza, dove qui ben otto giovani artisti calabresi hanno esposto le proprie realizzazioni artistiche raccogliendo molti e interessantissimi acconsentimenti del settore. Le loro opere e la loro arte verranno ospitate, dal 5 al 9 novembre all’interno “Torino Esposizioni”, gioiello architettonico progettato da Ettore Sottsass e il famoso Architetto italiano Pier Luigi Nervi. Emblematico e incisivo il sottotitolo scelto per questo progetto: We Art Calabria –dove Art (Arte) va a sostituire tanto il verbo essere (Noi siamo la Calabria) quanto Heart, traduzione inglese di Cuore (Noi amiamo la Calabria) – evidente e chiara l’intenzione di trovare nei giovani artisti l’identità nuova e ricca di questa terra martoriata ma che sta vivendo un profondo cambiamento, un’evoluzione sociale e quindi artistica, come fosse un motore potente che fa sentire il suo rombo oltre i confini regionali spesso limitanti che non hanno permesso sin ora ai molti talenti di farsi conoscere ed emergere. Gli artisti che prendono parte all’innovativo progetto espositivo itinerante sono: Cristina Comi (fotografia), Maria Rosaria Cozza (fotografia), Antonio Cugnetto (scultura), Rocco Mortelliti (video-arte), Davide Negro (installazione multimediale), Francesca Procopio (fotografia), Paolo Scarfone (opere su carta autoprodotta) e Francesco Votano (pittura). Per dare maggiore rilievo e valore al progetto artistico, inoltre, i magnifici otto, oltre a far conoscere le loro opere agli osservatori nelle tre sedi espositive, faranno parte, per avere una maggiore visibilità e riuscire quindi a mandare davanti agli occhi le loro opere a un numero maggiore di persone e addetti ai lavori del settore artistico, di una pubblicazione che presenterà i lavori degli artisti selezionati nelle annualità 2012 e 2013 di Young at Art. Il catalogo verrà presentato in occasione della tappa torinese del progetto, nell’ambito della decima edizione della manifestazione denomi-
nata “Paratissima”. Un progetto che oltre ad avere il suo continuo negli anni successivi permetterà, attraverso il consolidamento attuale, di creare un vero e proprio filo conduttore tra l’arte di casa in Calabria, i primi passi dei giovani talenti e l’ingresso dalla porta principale nelle le grandi esposizioni delle città del nord, dove sicuramente l’attenzione e l’attività artistica hanno una rilevanza maggiore. L’augurio è che molti di loro possano aprire questa porta
grande storico delle religioni che La Cava considerava suo maestro, di scrittori come Alvaro, Moravia, Repaci, Bonsanti, Montale, Bassani, Vittorini, Tilgher, Chiara, Bonaviri, Consolo, Calvino e Buttitta. Con Leonardo Sciascia coltivò per anni un’amicizia profonda, ma non disdegnò mai l’amicizia di persone comuni. Non ebbe la fortuna editoriale che meritava o la giusta considerazione da parte dell’ambiente scolastico calabre sema fu compensato dalla stima dei
Stefano De Fiores, lo definiva letterato di rara coscienza morale e, pur considerandolo mite, riconosceva la sua intolleranza quando venivano criticati i meridionali. Nella stessa giornata della sua scomparsa, il presidente della Giunta regionale calabrese di allora, Rosario Olivo, fece in ricordo di La Cava un intervento appassionato che chiudeva così: “Con La Cava muore un’alta coscienza del popolo calabrese, un maestro esemplare di vita civile.”
con la chiave giusta e percorrere la lunga strada che li porti infine alla stanza del successo e dell’affermazione nel campo artistico nei canali che contano… ma ricordando sempre da dove sono partiti con umiltà e sacrificio e non dimenticando mai le loro origini ricche di arte, storia e cultura, che li hanno formati sotto l’aspetto umano e artistico. Domenico Spanò
Young at Art: giovani artisti calabresi sbarcano aTorino GROTTERIA, SAN GIOVANNI E MARTONE IN CALABRIA ULTRA NELL’APPREZZO DEL 1707 GIOVANNI PITTARI Di certo non ci saremmo messi ad approfondire l’apprezzo dello Stato della Roccella, che comprende Roccella, altri paesi e casali nonché alcune terre “decorate dell’onoranza di Città” senza l’apporto dell’architetto Carmine Laganà, uno dei maggiori studiosi del settecento calabrese, autore di numerose pubblicazioni che descrivono i nostri territori, tra cui l’Apprezzo dello ‘Stato’ dei Carafa di Bruzzano - Anno 1689, Franco Pancallo Ed., Locri 2014.Antonio Gallarano e Giuseppe (?) Galluzzo, tavolari (esperti) deputati a redigere l’apprezzo di “Grotteria, San Giovanni e Martone in Calabria Ultra - Anno 1707”, descrivono in forma chiara, precisa e, a volte particolareggiata, il territorio preso in esame, disegnando confini, distanze in miglia dal Regno di Napoli e dai centri più importanti della Calabria, aspetti giuridico-amministrativi, socio-economici, religiosi, urbanistici, e finanche usi, costumi e abitudini delle popolazioni interessate . Esperiti gli atti formali, in esecuzione del decreto della Regia del 23 aprile 1707 ed altri decreti, dopo “molte sessioni e discussioni e appuramento dei fatti e scritture ed al regio Fisco incombendo per prima il disbrigo dell’apprezzo della Grotteria, e Casali, quali da noi veduti et osservati coll’intervento dell’esperti eletti dalla Grotteria, come dagl’atti f. 8, da San Giovanni f. 11 e da Martone f. 14 sen’è formata la scrittura”. Grotteria con i suoi Casali di San Giovanni e Martone fanno parte della Provincia di Calabria Ultra e
distano da Napoli per strada di terra miglia 310 circa, dalla città di Catanzaro dove risiede la Regia Audienza miglia 60, da Soriano miglia 24, da Monteleone (od. Vibo Valentia) miglia 30, da Castelvetere (od. Caulonia) miglia 18, da Roccella miglia 12, da Gerace miglia 12, da Siderno miglia 6, da Gioiosa miglia 3, dalla loro marina per circa miglia 6. Il numero degli abitanti di Grotteria alla data del 23 maggio 1707, come risulta dall’elenco predisposto dal sindaco e dagli eletti, ammonta a circa 2.800 (fol. 35 dell’apprezzo). “Sono in detta Terra 40 sacerdoti di cui sono cinque dottori, cinque ordinati in ordine Sacro e da 25 Clerici cui sono otto dottori di legge, quattro dottori fisici, tre dottori, due giudici a contratto, due speziali di medicina, due barbieri che similmente fanno da chirurghi, sei merciari che vendono tele, zagarelle ed altre cose di mercerie, quattro cositori, dieci scarpari, due fabricatori, cinque ferrari che fanno vomeri, zappe, pali, ferri di cavallo, chiodi et altro, sei mastro d’ascia, uno conciatore di pelle, et una (…)”. A quel tempo l’Università di Grotteria disponeva di 13 soldati a piedi e tre a cavallo per il battaglione e risultano franchi dalla tassa sulle persone e a detti soldati l’Università paga 25 carlini l’anno ad ogni soldato a piedi e 15 per ogni soldato a cavallo delle cui provvigioni la Regia Corte al presente introita la metà. Si evince, inoltre, che nonostante la predetta Terra di Grotteria e Casali “habbiano di marina non più di miglia uno ch’è dalla Chiesa di San Nicola posta al confine del territorio della Gioiosa sino alla bocca del fiume Torbolo, con tutto ciò porta il peso di due cavalli per servitio della Torre che stà in Terra di Gioiosa, alli quali si da di provvigione duc. cinque al mese e ciò per lo spatio di sei mesi da maggio per tutto ottobre, et il mese d’aprile si paga un solo cavallaro, e tutti detti cavallari devono essere del contado, il terzo cavallaro si paga dalla Terra di
Mammola, corrisponde anche la detta Terra della Grotteria, e suoi casali al sopra cavallaro di detta Terra ducati quattro e mezzo l’anno, alle quali spese corrispondono per rata li due casali di San Giovanni e Martone”. Distante dalla Terra di Grotteria, a circa un miglio è situato il Casale di San Giovanni. Il numero degli abitanti predisposto dal sindaco e dagli eletti dell’Università, risulta di 1012 oltre 26 ecclesiastici alla data del 23 maggio 1707, come si rileva dagli atti dell’apprezzo, fol. 38. Vi è in detto casale “un ferraro, un mastro d’ascia, un fabricatore, un mastro scarparo, due cositori, due conciatori di pelle, un merciaroche vende zagarelle et altro, un giudice a contratto, medico e medicamenti si servono della Grotteria. Vi sono, pure, due boccherie nelle quali si macella due volte la settimana, l’inverno zimmari, l’està qualche vaccina. Il numero delle anime che n’à fatto il sindaco, et eletti dell’Università di San Giovanni essere 1012 oltre l’ecclesiastici altri n° 26 sotto la data del 23 maggio 1707 prodotta negl’atti dell’apprezzo fol. 38”. L’Università di San Giovanni dispone di cinque soldati a piedi e uno a cavallo, ai quali elargisce l’identica paga di Grotteria e corrisponde alla stessa Università la spesa dei cavallari e anche per quel che attiene il cavallaro della marina. A qualche miglio dal Casale di San Giovanni si trova il Casale di Martone, posto ‘al declivio d’una collina con il suo principale aspetto ad occidente’. “Il numero dell’anime, giusta la fede che ne hanno fatto il sindaco e l’eletti di Martone sotto il 23 maggio 1707 in notis fol. 40, sono in detto casale fuochi numero 110, anime 1000 in circa fra d’essi sono tre notari, tre giudici a contratto, un medico, il quale è sacerdote, un barbiero, un fabricatore, due ferrari, un scarparo, e due cositori, tutti l’altri così l’homini come le donne fanni l’istesso esercitio
di quelli di San Giovanni, li quali è fatigano nelle loro territori, o vanno alla giornata, ogn’uno d’essi possiede la sua casa, e qualche poco di territorio, tengono alcuni somari e cavalli da soma, e pochi bovi, vacche e pecore e capre”. L’Università dispone di sei soldati a piedi ed uno a cavallo per il battaglione ai quali corrisponde lo stesso trattamento che si da a quelli di Grotteria e San Giovanni. Fra gli altri compensi corrisponde a Grotteria la propria quota che si riferisce alla paga dei cavallari, e per quelli di guardia della marina. I Regi Tavolari Gallarano e Galluzzo, che hanno elaborato l’apprezzo, nel definire i confini, ci fanno costatare che alla fine del ‘600 quel tratto di costa che va dal Torbido alla chiesa di San Nicola (oggi demolita), apparteneva al Feudo di Grotteria e, di rimando, alle Università di San Giovanni e Martone. La chiesa di cui all’apprezzo era esattamente ubicata a qualche decina di metri, lato mare a dx dall’attuale passaggio a livello delle Ferrovie dello Stato. Tutto ciò avvalora, anche, quanto si è verificato nel corso degli anni, vale a dire la costruzione di modeste case sparse su quel territorio da parte degli abitanti del feudo, di certo fabbricate non con fini di vacanza. Un’ultima annotazione, nonostante i conflitti tendenti a definire i confini tra le terre di Gioiosa e Grotteria protrattesi per secoli poiché apparivano poco chiari nelle vendite, nel 1723 la chiesa di Santa Maria delle Grazie, i ‘Pilastri di fabrica’ del Naniglio e le therme li troviamo inclusi nel Feudo di Grotteria. Analoga situazione riabbiamo nelle carte topografiche dei feudi di Vincenzo Maria Carafa, VIII principe di Roccella. Pianta Topografica del Feudo di Grotteria con i Casali di San Giovani e Martone in Provincia di Calabria Ultra, del Regio Ingegnere Tomaso Rajola, Napoli, 29 dicembre 1778.
RIVIERA
L'unione dei Comuni si rafforza a San Martino I Sindaci e rappresentati dei Comuni della Valle del Torbido hanno rafforzato l'Unione dei Comuni e onorato la Festa di San Martino con un bel brindisi a suon di vino novello. La manifestazione organizzata dall'Associazione Borgo Antico, patrocinata dal Comune di Gioiosa Jonica e condivisa dalla Consulta delle Associazioni, ha avuto un grande successo di partecipazione e i convenuti hanno magnificato la loro presenza consumando tanto buon vino accompagnato da una gastronomia locale tipica, preparata a caldo dalle donne di casa
ma anche nelle classiche botteghe di una volta. Molta curiosità ha suscitato l'assaggio del "vin brulè" bevanda calda a base di vino locale rosso, con l'aggiunta di zucchero, aromi di cannella, garofalo e spezie varie. Intervistato con un bicchiere di buon vino in mano e un gustoso panino con salciccia, il dottor Riccardo Modafferi, consigliere comunale, esperto di dieta sana, ha consigliato questi momenti speciali di "dieta mediterranea", non soltato durante la festa del vino di San Martino, ma "almeno ogni quindici giorni!"
La vita è bella E sì, al convegno di Moschetta un scorcio di Montmartre: due Bohèmienne made in Locride, indipendenti,si aggiravano, naufraghi, tra politici e grandi elttori. Sono capitati lì per caso mentre erano alla ricerca di un mulino... Rouge
Barche a secco
Il mare grosso ed il maltempo ed il pericolo di flutti crudeli e il desiderio di scamparla. La Calabria ritira le barche e aspetta la fine delle tempeste, metereologi che, politiche e sociali. E riverniciare il legno, ritemprarlo, asciugarlo solo per poi ripartire, nell’epica della navigazione che sfida il mare, col coraggio indomito di chi, ancora, crede nel futuro.
Rivogliamo Fra-fra Fra - fra Macrì vien dal mare e recupera un prezioso reperto emerso dai fondali del mar Jonio in occasione delle recenti mareggiate. Cosa vale di più, il carbon fossile del signor Giglio o la maschera di ferro di fra-fra ?
Un trio delle meraviglie della locride
Lidia in versione zebrata
Sono loro gli incontrastati leader della musica nellalocride. Una voce calda e suadente, Manuela Cricelli, una musica raffinata, Ciccio's band, una chitarra solo per grandi intenditori, il mitico Peppe Platani. Continuano a stupire per tecnica e versatilità. E Musica sia!!!
La nostra Lidia Zitara, versione zebrata, mentre è intenta a scrivere il resoconto della presentazione del libro “Anime nere” di Gioacchino Criaco con accanto l'avvocato Antonio Florenzano che sembra particolarmente interessato nell'ascolto.
Pino.. e la carne diventa arte
“Riviera” solo per numeri 1
Coldiretti in pole position Beccati insieme il presidente regionale di Coldiretti, Pietro Molinaro ed il nostro amico della Coldiretti di Reggio Calabria, Gianluigi Hierace. L'azione della Coldiretti mira alla crescita delle imprese agricole nell'ottica della valorizzazione dell'uomo e dell'imprenditore e nelle aree interne.
Portigliola in the world Il sindaco attuale di Portigliola, Rocco Luglio ed il suo predecessore Schirripa, sembrano sorridenti davanti al nostro fotografo: un sorriso per la stampa?
Per la serie “arrusti e mangia” ecco a voi Pino Fimognari della Vecchia Hostaria nel mentre è intento a cuocere per bene la carne locale sul grill. Sarzizzi, involtini, costatelli i maiali e chi più ne ha più ne metta!!!
Il giornalista Enzo Romeo beccato la domenica mattina sul corso della Repubblica dal nostro fotografo con la mazzetta dei giornali sotto il braccio. In primo piano “Riviera”, ovviamente un giornale solo per numeri 1
Ecco dove si fondeva il piombo Ecco l’altiforno dove in epoca romana veniva fuso il piombo che poi veniva utilizzato per la produzione di svariati oggetti. L’ha rinvenuto (in un’impervia zona dell’Aspromonte) il nostro grande amico Paolo Fragomeni.
Tra Sacro & Profano Ci sono drammi, che pur consumandosi sotto i nostri occhi, sono soffocati. Cose delle quali non ci piace parlare, facciamo finta di non conoscere, e forse veramente ne siamo all'oscuro. Questa estate, mi son ritrovata a lavorare in un bar, e sorvolo sulle condizioni e modalità, tanto sappiamo tutti cosa vuol dire e quanto costa, cercare lavoro nella Locride! Tuttavia, mi piaceva quel posto, era un'ottima postazione dalla quale potevo osservare lo scorrere della vita nel mio paese. Ricordo ancora, lo sguardo attonito di una mia amica, entrando nel bar, non riuscivo a capire cosa fosse successo, quando in modo convulso cercava di raccontarmi qualcosa. Il fatto era semplice però: un camioncino si era accostato al marciapiede, sostato un attimo, giusto il tempo necessario a una ragazza di colore di salire a bordo, nell'abitacolo c'erano tre uomini ad accoglierla. Tre operai, in fin di giornata si apprestavano a regalarsi una piccola gratificazione. Così, in un assolato pomeriggio d'agosto, sotto gli occhi di tutti. Caricata la merce, perché di fatto, si trattava di una prostituta, il camioncino era ripartito. La ragazza l'avevo vista mille volte sostare su quel marciapiede, la mia amica no, non se ne era mai resa conto. E non aveva nemmeno visto l'altra, la ragazza romena, che si riparava dentro la siepe, d'estate quando il sole picchia impietoso. Qualche volta l'ho vista correre dall'altra parte
della rotonda, entrare velocemente nel negozio dei cinesi, e uscire con un vestito diverso da quello che portava prima, addosso. Così, con il suo abito nuovo, riguadagnare la postazione in prossimità della siepe, e mettersi in attesa del prossimo cliente. Le ho osservate quelle donne, nei lunghi pomeriggi d'estate. Le ho guardate vendersi, attendere i loro clienti con pazienza e rassegnazione. Le ho viste, nei loro vestiti dai colori sgargianti, sudate, qualche volta dare segno di cedimento; eppure quelle donne spesso sudice, a qualcuno “facevano sangue”. Mi son domandata in quale modo, un essere che per un po' di euro, compra quei corpi, affronta il suo vivere, se non ha rinunciato ormai da tempo a vivere, e si limita a trascinare per il mondo una carcassa vuota di qualsiasi contenuto. Eppure c'è chi sostiene che la prostituzione non è una cosa indegna, come se fosse naturale considerare un essere umano alla stessa stregua di una merce, ma il racket della prostituzione frutta ogni anno miliardi, e pare sia al secondo posto dopo il mercato della droga. Allora in quest'epoca in cui solo i numeri sembrano contare, un essere umano può essere considerato merce, e l'acquirente, un banale utente. Ho ascoltato le stupide battute, a tal proposito, di uomini e a volte anche di donne, mentre bevevano il caffè. Un dramma si consumava sotto i miei occhi ed io non avevo mezzi per contrastarlo.
SETTIMANALE
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Tra l’artista bovalinese Diego Cataldo e l’attore statunitense Tom Cruise è solo questione di occhiali: Top Ray Ban Gun. Uomini che non debbono chiedere, mai. “C'è chi si mette degli occhiali da sole per avere più carisma e sintomatico mistero”. Franco Battiato
Leo & Seby abbracciamose
Wanda & Giuseppe si tengono per mano
Leo Autelitano che conosce benissimo il Parco d'Aspromonte ed il candidato del Pd Seby Romeo. Un incontro ed un abbraccio per un percorso di condivisione? Lo vedremo.
Giuseppe Serranò e Wanda Ferro si tengono per mano in vista delle regionali. Teniamoci per mano e giocando al girotondo, dipingiamo con macchie di colore i giorni della vita e tutto apparirà più bello.
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Emiliana & i “Pagliacci ClanDestini Freckles” Quando la magia dell’incontro si trasforma in un percorso di vita. Emiliana Flamingo ed isuoi colleghi dei “Pagliacci Clandestini” ogni giorno danno prova di grande bravura e versalitilità riuscendo a regalare un sorriso anche ai più sfortunati. Brava Emiliana & company
Ilario e Vincenzo Democratici La benedizione di Ilario Ammendolia a Vincenzo Bombardieri. In questo secolo bisogna augurarsi non che vinca un partito _ qualunque esso sia _ ma che non vinca il partito contrario. Nicolás Gómez Dávila
“Crying Day Care Choir”
Con Oliverio a Locri c'è Vincenzo Loiero
Che trio delle meraviglie!
Tutta la locride che conta è stata intravista a Moschetta di Locri. Tra i partecipanti al convegno che ha emozionato tutti gli ospiti anche il candidato Vincenzo Loiero. “Chissà chi vince!”
Due Rubini ed un Brizzi Luigi Rubino, il padre e l'attuale sindaco di Sant'Ilario dello Jonio Pasquale Brizzi. Tre gioielli dalle diverse caratteristiche: due rubini ed un brizzi.
con furore
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Campisi ed Enzo del Ranch Sound L'ex Sindaco di Ardore, Giuseppe Campisi ed Enzo Belcastro, il conosciuto titolare del Ranch Sound da Roccella Jonica. Un'amicizia leale e sincera che dura nel tempo.
dalla Svezia
Giovanni Calabrese da Locri, Pino Serra da Bianco e Vittorio Zito da Roccella: esperienze diverse al servizio dei cittadini. Due attenti amministratori locridei ed un direttore di banca con la passione per la politica. Quando capita d’incontrarsi è sempre una festa. Per le prossime regionali, c’è da aspettarselo, le sorprese che usciranno dall’urna non mancheranno
Ah cetto cetto!!! È lui il re della domenica calcistica locale. Tra il suo Locri ed il Tg sport assieme al nostro direttore, l'amico Paolo Spadaro non ha tregua...
DOMENICA 16 NOVEMBRE
Azienda Agricola “Falletti” Vende olio extra-vergine d’oliva di propria produzione
Per info 347 2360309 Francesco
L'espressione “crying day care choir” fa riferimento a un gruppo di bambini che piangendo simultaneamente possono creare una perfezione corale, che dura il tempo di un battito di ciglia. Quattro giovani svedesi, sulla scia di questo nuovo fenomeno universale, hanno dato vita alla band CRYING DAY CARE CHOIR con l'intento di diffondere l'amore per le piccole cose, il viaggio, la bellezza delle banalità in un mondo che ha bisogno di vedere il lato positivo. La loro musica trova le proprie radici nella tradizione folk più classica, ma il sound che ne deriva è decisamente attuale, ricordando band quali Sufjan Stevens, Band Of Horses.