Riviera n° 47 del 22/11/2015

Page 1



LA CONTROCOPERTINA

Il sondaggio

www.rivieraweb.it

DOMENICA 22 NOVEMBRE

3

Considerato il “calore” del tema, ci è sembrato doveroso avviare un sondaggio tra i cittadini di Siderno, per capire quanti considerano l’opera inutile e quanti credono che costituisca un passo avanti per la città.

Pista ciclabile, che ne pensano i cittadini?

“È una vergogna”, “Bella l’idea, pessima la realizzazione”, “Si doveva sistemare prima il lungomare”, “Dovremmo esserne fieri”. Sono solo alcune delle espressioni a rappresentanza dei quattro fronti in cui si divide Siderno dinanzi alla pista ciclabile

JACOPO GIUCA a realizzazione della pista ciclabile a Siderno, benché i lavori siano ancora ben lungi dal finire, ha provocato critiche e malcontenti che non hanno accennato a placarsi nemmeno a seguito della preghiera, da parte dell’assessore all’urbanistica Guttà, di attendere che il percorso sia operativo prima di giudicare. A onor di cronaca ci sembra giusto ripetere ancora una volta che il progetto non è figlio dell’Amministrazione Fuda, ma di quella precedente al commissariamento che, presentato il progetto oggi in fase di realizzazione, ottenne il finanziamento regionale di 450.000 € senza riuscire a spenderlo. Fatta qualche aggiustatura di rito e introdotta la variabile del bikesharing, l’attuale Amministrazione di Siderno ha deciso di non continuare a far stagnare questo denaro, che non si sarebbe comunque potuto destinare ad altre opere comunali, avviando un bando di gara che gli ha permesso di risparmiare 86.000 € da dedicare, questi sì, ad altre opere di manutenzione. Il fervore sidernese non ha guardato in faccia a preghiere e argomentazioni più o meno valide e, in alcune occasioni, si è arrivati addirittura a litigi degni della più alacre contestazione politica. Considerato il “calore” del tema, ci è sembrato doveroso avviare un sondaggio tra i cittadini di Siderno, che ci ha mostrato come la città si divida tra il fronte (consistente e indignato) del no e quello (più risicato ma altrettanto combattivo) di chi ritiene che questo progetto costituisca un passo avanti per la città.

L

Il fronte del No (68%)

Il fronte del Sì (32%)

Il sidernese non ci sta. La pista ciclabile è considerata uno spreco di denaro pubblico dalla stragrande maggioranza della popolazione (il 63%), che avrebbe voluto vedere maggiore attenzione per la manutenzione delle strade, delle piazze, dei giardini, del lungomare e l’apertura di un nuovo ospedale piuttosto che un percorso brutto, pericoloso, non a norma e comunista (c’è stato chi ha detto questo, in riferimento al colore del tracciato). È considerato un vero e proprio sacrilegio il fatto che la pista passi sui marciapiedi e davanti ai portoni di casa, che abbia stretto la carreggiata di strade già piccole e tolto spazio ai parcheggi. Considerata la poca disciplina dell’automobilista sidernese, per più di qualcuno è solo questione di tempo prima che ci scappi il morto. Tra questi “integralisti” del no c’è una piccolissima percentuale moderata (il 5%), che non vuole la pista ciclabile, ma lascia intendere che potrebbe cambiare idea se prima venissero fatti seri interventi di urbanistica.

Eppure una pista ciclabile a Siderno serviva. È il simbolo di una città che si sta rimboccando le maniche, che vuole diventare più sostenibile, che vuole vedere meno traffico e stress tra i suoi abitanti. Il sidernese sinceramente contento di quanto è stato fatto (16%) vede un’opportunità nella pista ciclabile ed esprime fiducia nei propri concittadini, certo di vedere, di qui a qualche mese, maggiore disciplina e minore schizofrenia. Anche in questo caso, al fronte del sì assoluto, si contrappone un “centroSì” consistente (un altro 16%) che apprezza il fatto che Siderno abbia una pista ciclabile, ma non si dice altrettanto contento del progetto. Teme che le buche costituiscano un pericolo per i ciclisti, che il percorso sia troppo frammentato per essere seguito in piena sicurezza, che debba essere integrato al più presto da altri tratti o avrebbe preferito vederlo altrove, magari su un lungomare sistemato come si deve e perché no, per garantire lo spostamento da un centro urbano all’altro.


RIVIERA

ATTUALITÀ

www.rivieraweb.it

DOMENICA 22 NOVEMBRE

4

I ladri scelgono Siderno Faide perché qui la fanno franca GIUDIZIARIA

iudizialmente gli aspetti di una faida sono sintetizzati in alcuni elementi. Innanzitutto una contrapposizione storica fra gruppi familiari, dimostrata attraverso una ricostruzione basata su documenti e prove dichiarative di fatti di sangue accaduti in passato con eventuali seguiti negli anni successivi. Vi è poi l’esistenza di due gruppi armati, che in alcune indagini hanno portato al rinvenimento di armi comuni e da guerra; il possesso di armi utilizzate per commettere omicidi e/o tentati omicidi nonché l’approvvigionamento di armi attraverso canali non sempre individuati, in alcuni casi, hanno portato anche all’estero, come in Bosnia o in Germania. I bunker rinvenuti con armi e numerose munizioni dimostrano il potenziale che possono avere a disposizione per fronteggiare qualsiasi tipo di attacco esterno. Altra caratteristica, che si è accentuata con alcune vicende degli ultimi anni, ha riguardato l’irreperibilità di soggetti appartenenti ai due gruppi contrapposti in coincidenza e a partire dai fatti di sangue perpetrati. L’omertà caratterizza il modus operandi del gruppo chiuso in se stesso ove ciascun membro dell’associazione è legato da vincoli familiari e di comparatico, si preoccupa di una difesa armata degli accoliti, ostacola l’intervento dello Stato. Sintomatico risulta inoltre l’allontanamento volontario di alcuni soggetti delle rispettive consorterie, sia dopo gli eventi delittuosi, che dopo essere stati sottoposti al prelievo di residui di colpi di arma da fuoco, benché gli esiti degli esami non siano ancora stati accertati. Tale modus operandi è stato già riscontrato negli anni passati nei confronti degli stessi soggetti resisi irreperibili e che a distanza di molti mesi continuano a sottrarsi volontariamente – benché sottoposti a misure di prevenzione – ai controlli della P.G., ma soprattutto per il terrore di eventuali reazioni e vendette da parte delle cosche nemiche. Le dichiarazioni rese dai familiari delle vittime sono risultate in gran parte discordanti e in alcuni casi poco attendibili, non fornendo agli investigatori alcun valido supporto al fine delle indagini. Tali dichiarazioni rendono evidente ancora una volta l’omertà con cui si tende a mascherare di fronte alla “Legge” l’evidenza di una contrapposizione ormai storica e testimoniata tristemente dalle numerose vittime, anche innocenti, nell’ottica di una guerra ventennale che vede contrapposte le principali consorterie mafiose di alcuni territori. Un altro passaggio che caratterizza “le faide” è il tentativo di pacificazione posto in essere da parte di esponenti di vertice della ’ndrangheta, che spesso, interponendo la propria persona, in un’opera di pacificazione coinvolgendo altri capimafia della zona, è diretta a porre “assolutamente termine” alla guerra in atto. Ciò dimostra il fatto che le “’ndrine” non hanno assolutamente alcun interesse che si evolva ulteriormente la faida scoppiata, la quale porta inequivocabilmente ad attirare l’attenzione delle investigazioni nei centri interessati da parte degli organi di Polizia con conseguenti inasprimenti delle misure di sicurezza o preventive cui sono sottoposti i mafiosi, danneggiando le attività illecite e gli introiti che ne conseguono. Il rischio è che la prosecuzione della faida finirà per nuocere agli uni e gli altri; viene pertanto suggerita una rapida composizione, su basi paritarie, della controversia. Scrive il Gip distrettuale di Reggio Calabria: “Se questo è un lato della medaglia, non può non sottolinearsi, per converso, come la speranza di riscatto di quel lembo di terra e della sua gente sia giocoforza legata, oltre che all’efficacia e alla tempestività della risposta delle istituzioni (in termini di interventi di polizia, di accertamento giurisdizionale, di diffusione dei germi della legalità e della pacificazione familiare e sociale), al risveglio delle coscienze, individuali e collettive, e alla capacità di rendersi protagonisti di scelte di campo coraggiose e nette, di tagliare i ponti, di introdurre una cesura nella catena, che pare inarrestabile, di sangue e morte, di superare, cioè, la condizione di fatalità e rassegnazione che sovente traspare dalle parole dei dialoganti”.

G

Furti, furti e ancora furti. Siderno è in balia di ladri e topi d’appartamento. Fantasmi silenziosi e rapidi. Negli ultimi mesi si continuano a registrare intrufolamenti nelle case di alcuni cittadini che, già provati da crisi e dolore, si vedono sparire sotto gli occhi i ricordi di una vita e i valori affettivi ed economici conservati con cura. Una storia che si ripete da almeno due anni, i ladri quatti quatti puntano alcune abitazioni e le saccheggiano, a volte incuranti se all’interno vi siano o meno persone, spesso anziane o sole. Non si sa ancora se si tratti di una banda organizzata o di qualche

soggetto che sporadicamente si muove su Siderno per arraffare l’anima delle persone, un’anima attaccata a gioielli e ricordi che sembrano solo cose materiali ma spesso sono molto di più. Una litania che va avanti da parecchio, eppure a Siderno di telecamere ce ne sono molte. Anzi tantissime se si pensa a quelle degli esercizi commerciali, dei privati e delle forze dell’ordine. Ma niente, non si riesce a “beccare” chi si insinua nelle case dei sidernesi, specialmente quelle decentrate nelle contrade, in luoghi più isolati. Per combattere il fenomeno, tra gli accorgimenti più frequenti presi da proprietari e affittuari, c'è l'installazione della serratura europea. La chiave è più corta, senza denti laterali e, in teoria, può essere riprodotta in ferramenta solo dietro esibizione di un codice. Con questo sistema sarebbe più complicato per il ladro intrufolarsi con la sua tutina alla Diabolik. In più c'è la possibilità di coprire la serratura con una placca magnetica a scorrimento, così da impedire che vengano introdotti corpi esterni. Il prezzo del pacchetto si aggira intorno ai 400 euro. Accorgimenti che, però, funzionano con i dilettanti. Se il ladro è navigato e si è messo in testa di entrare in casa vostra, troverà il modo di farlo. Un consiglio utile potrebbe essere quello di provare a rendergli la visita tutt'altro che piacevole e silenziosa, installando ad esempio allarmi con le trombe rivolte all'interno dell'appartamento con la speranza che il suono assordante crei uno stato di ansia. Altra soluzione sarebbe quella di incrociare ad ore determinate, magari quelle indicate dai cittadini come possibili orari in cui è avvenuto il furto, le video riprese delle telecamere dislocate per Siderno per avere qualche idea. Intanto le denunce continuano a essere sporte dai cittadini che spesso diventano esasperati. Non c’è un allarme sicurezza, nessuna volontà di seminare il panico o terrorizzare, c’è però la sensazione che su Siderno chi ha deciso di entrare nelle case delle persone lo faccia quasi sapendo che la passerà franca. Paolo Bianchi

Dietro il rapimento di Aldo Moro lo spettro della 'ndrangheta Secondo le ultime rivelazioni di Raffaele Cutolo, detenuto presso la casa circondariale di Parma in regime di 41bis, ad aver fornito le armi alle Brigate Rosse per il rapimento del leader della Democrazia Cristiana sarebbe stata l'organizzazione criminale calabrese. Una delle pagine più buie della storia del nostro Paese, una delle pagine più misteriose, più oscure, si riempie di dettagli inquietanti e del tutto nuovi. Si parla dell’assassinio di Aldo Moro e di un presunto coinvolgimento della ‘ndrangheta calabrese nel suo brutale rapimento. Congetture, storie, elementi che contribuiscono a comporre quello che, in base alle analisi delle istituzioni, potrebbe essere una storia credibile. A sganciare la “bomba” è stato Raffaele Cutolo, detto ‘o professuri - poiché l’unico che sapeva leggere e scrivere - detenuto presso la casa circondariale di Parma in regime di 41 bis. Le dichiarazioni - pubblicate da questa settimana su Repubblica - da lui rese in carcere e registrate su un supporto audio dal comandante dei Carabinieri Giuseppe Boschieri e dal magistrato Gianfranco Donadio, sono una novità nel panorama investigativo di questa vicenda e delineano un quadro perverso che giunge a un’unica e presunta verità: Moro è stato quasi sicuramente rapito con la collaborazione della ‘ndrangheta che avrebbe fornito armi al commando delle brigate rosse autore materiale del misfatto. Il tutto nell’ambito di una trattativa tra l’organizzazione criminale calabrese, gli stessi brigatisti e, si presume, alcune frange deviate dei servizi segreti al corrente di ogni aspetto della vicenda. La ‘ndrangheta calabrese, per tutelare questo presunto interesse economico nella vendita di armi ai terroristi, avrebbe addirittura intimato il boss della nuova camorra di “levarsi di mezzo”, nel momento in cui lo stesso aveva palesato la possibilità di trattare per la liberazione del leader della Democrazia Cristiana con alcuni contatti in carcere, quasi minacciando una guerra tra organizzazioni criminali senza precedenti nella storia. La lunga escussione - verbale 316/1 - dell’ex boss in carcere da oltre 50 anni, di cui 23 di carcere duro, è parte di un corposo elenco di atti, ben 41, e tra questi è stata l’unico atto a essere a lungo secretato poiché contenente, a detta della Commissione parlamentare sull’assassinio dello statista DC, informazioni essenziali per una delle più delicate indagini riguardanti mafia e terrorismo. Ciò che Cutolo ha reso rappresenta, comunque, un inedito destinato ad essere un sassolino che dà vita a una valanga: perché la ‘ndrangheta? Come mai questo coinvolgimento in un periodo, il quadriennio ’78 – ’81, ove i contatti maggiori con i brigatisti li avevano i camorristi di Cutolo? Cutolo così dichiara: “Avrei potuto salvarlo, così come feci con Cirillo tre anni dopo, quando lo Stato mi chiese aiuto. Avviai delle trattative con i brigatisti in carcere quando Vincenzo Casillo mi disse di togliermi di mezzo. Seppi poi che Casillo lavorava con i servizi segreti”. Siamo nel perimetro delle ipotesi, dei dubbi, delle perplessità: dichiarazioni per sviare le indagini e ottenere uno sconto di pena? Non lo possiamo sapere ma l’età avanzata dell’ex boss, adesso 74enne, non rema contro di lui. Tuttavia gli scenari che si sono adesso aperti daranno parecchio filo da torcere alla Magistratura e alla Commissione parlamentare che si occupa di questa vicenda. Antonio Cormaci



Politica

Associazione dei Sindaci

Manifestazione per l’ospedale di Locri, incontro con Delrio, incontro con Tansi e Oliverio dopo l’alluvione del 31 ottobre: tre eventi che raccontano l’azione di sindaci diversi che avrebbero dovuto fare fronte compatto per la Locride. Ma dell’Associazione non abbiamo mai sentito parlare.

La Bella Addormentata

GIORGIO IMPERITURA SINDACO DI MARTONE E PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE DEI SINDACI DELLA LOCRIDE

si deve svegliare onosco da molti anni Giorgio Imperitura e Giuseppe Strangio e voglio loro molto bene. Per questo motivo l’articolo che segue non vuole essere un attacco nei loro confronti ma un consiglio affinché il loro lavoro sia più utile al territorio, dimostri di aver compreso le sue nuove esigenze e si metta al passo con

C

esse. Mi auguro che questa premessa sia sufficiente a spiegare in serenità un concetto maturato dopo quanto prodotto dall’Associazione dei Sindaci negli ultimi mesi. Quanto accaduto tra ottobre e oggi dimostra che le criticità territoriali sono state affrontate, purtroppo senza eccezione, da più azioni individuali, piuttosto che da una grande presa di coscienza collettiva. Ed ecco quello che credo sia il grande limite della nostra Associazione dei Sindaci, in cui si ritiene che la riunione di 42 primi cittadini che fanno massa possa garantire il conseguimento di risultati migliori. Alcuni esempi a supporto della mia tesi: dopo l’incontro con il commissario Scura, il problema sanità, all’inizio dell’autunno, è stato preso di petto dal solo sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, che comunque è riuscito a trovare il favore di altri colleghi e a organizzare una manifestazione dal risultato eccezionale, partecipatissima. Appena due giorni dopo la grande marcia di Locri, il 19 ottobre, i soli sindaci di Roccella e Ardore, nell’ambito della commemorazione di Franco Fortugno in occasione del decimo anniversario del suo assassinio, hanno incontrato il ministro Delrio per avere risposte in merito alla costruzione del tratto tra Locri e Ardore della variante della SS 106. Grazie all’improvvisato intervento di Pietro Fuda, il ministro promette un interessamento per la prosecuzione della strada fino a Bovalino. Dopo l’alluvione del 31 ottobre, i soli sin-

daci Canturi e Varacalli si impegnano in prima persona per far svolgere un sopralluogo al neo responsabile della Protezione Civile Carlo Tansi e al presidente Mario Oliverio. A dieci giorni di distanza, grazie a un intervento così tempestivo da far gridare al miracolo, la Locride torna a vivere. Tre eventi su tutti raccontano l’azione di sindaci diversi che avrebbero dovuto sempre fare fronte compatto per la Locride, eppure dell’Associazione non abbiamo mai sentito parlare. Si è come volatilizzata, non è stata vista da nessuno, pare che dorma come la Bella Addormentata nel bosco. Non abbiamo letto un comunicato, non c’è stata una riunione né un’azione ufficiale. Come affermavo in apertura conosco i presidenti e so bene che hanno fatto mille chiamate, ma ritengo che anche in questo risieda un problema. In un mondo in cui siamo costantemente in contatto con tutti non si può continuare a lavorare come negli anni ’60. È necessario riunirsi, sviluppare la partecipazione, ragionare insieme per proporre una più seria programmazione del territorio. La Bella Addormentata si deve svegliare, deve rinnovarsi radicalmente, assistere a un cambiamento dei ruoli e aprire a nuove figure professionali. E, soprattutto, deve lavorare, lavorare, lavorare. Meritiamo un futuro diverso, migliore. Come mi raccontò una volta un olandese: «Bella la Locride. Una volta ci sono stato e riflettevo sul fatto che noi olandesi siamo maledetti, perché Dio ci ha voluto male, ci ha fatto nascere con i piedi a mollo. Ma il popolo olandese ha capito che con l'unità e la collaborazione potevamo riuscire a fare grandi cose. Voi invece siete benedetti, perché vi svegliate la mattina sempre con il sole in fronte ma, ahimè non riuscite a essere uniti e non collaborate tra di voi, avete ereditato l'invidia dai greci e non vivete il paradiso che possedete». Rosario Vladimir Condarcuri

GIUSEPPE STRANGIO SINDACO DI SANT’AGATA DEL BIANCO EVICEPRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE DEI SINDACI DELLA LOCRIDE


www.rivieraweb.it

DOMENICA 22 NOVEMBRE

7

Il Presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, replica all’articolo “Il nemico dichiarato di Siderno” apparso sullo scorso numero di Riviera

“Un madornale, gravissimo incidente”

e

Egregio Direttore, il suo settimanale, nel numero 46 in edicola lo scorso 15 novembre, dedicandomi la vetrina della prima pagina e un servizio in settima, mi addita come “Il nemico dichiarato di Siderno”. Il pezzo, firmato da tale Vladimir, poggia su presupposti fallaci che, attraverso l’elencazione di fatti determinati mai avvenuti, sono inconfutabilmente lesivi della dignità personale e professionale e, al tempo stesso, mettono in dubbio la correttezza del mio impegno politico e quello di rappresentante istituzionale. Quanto riportato nell’articolo, in cui l’autore usa l’ombrello del condizionale nel maldestro tentativo di porsi al riparto dai rigori di legge, sono maliziose fandonie scritte con l’inchiostro della diffamazione usato da chi, probabilmente, ritiene di poter utilizzare un giornale come strumento di pressione e condizionamento dell’attività di un rappresentante del popolo eletto democraticamente. Non entro nel merito della deontologia giornalistica perché spetterà ad altri stabilirlo (alla giurisdizione e all’Ordine dei Giornalisti), però mi consenta di smentire totalmente la portata e il senso del servizio giornalistico in questione. Non senza ricordare che la mia cultura umana e politica è stata sempre dalla parte del diritto di cronaca e critica, funzione che la stampa dovrebbe svolgere come baluardo a difesa del nostro sistema democratico. Ma quando si inventano di sana pianta fatti e vicende mai accaduti non si fa informazione. Forse si fa lotta politica, o forse altro ancora, ma preferisco scacciare un cattivo pensiero che fa capolino nella mia mente. Giova qui ricordare, Egregio Direttore, che nella vita privata, professionale e politica amo il contatto diretto con i cittadini che incontro alla luce del sole: senza alcuna mediazione, neanche di chi, ponendosi in antitesi allo Stato di diritto, pretenderebbe di controllare il territorio. Il suo Vladimir è incappato, forse “intenzionalmente”, in un madornale, gravissimo incidente: probabilmente per un atto di piaggeria teso ad ingraziarsi un suo mentore che irrimediabilmente si è trasformato in una gravissima offesa al mio onore personale e istituzionale. Quanto riportato nell’ultima edizione di “Riviera”, ripeto, sono solo delle gratuite insinuazioni. E se, prossimamente, dovessi decidere, come libero cittadino, politico o rappresentante dell’Ente Provincia, di venire a Siderno non credo che debba preventivamente dotarmi di apposito lasciapassare. Intelligenti pauca. Egregio Direttore, peccato che il suo Vladimir abbia la memoria corta per ricordare le tante iniziative sidernesi patrocinate e sostenute economicamente dalla Provincia e deliberate unanimemente dagli organi istituzione dell’ente. Dunque, non mi sfugge il senso del tentativo di coinvolgere il sindaco di Siderno. Possibile che il primo cittadino, di fronte a simili accuse mosse nei miei confronti, abbia ritenuto opportuno limitarsi ad una battuta laconica quanto semplicistica? Oppure devo ritenere che tra la linea editoriale di “Riviera” e la linea del sindaco ci sia assoluta coincidenza? Ma questo sarebbe un problema del capo dell’Amministrazione comunale della cittadina ionica. Ad ogni modo, quelle parole che l’articolista attribuisce al suo sindaco ( “Se fosse vero il fatto… Raffa ha la memoria corta, e lui sa di cosa parlo”) non mi turbano ma non mi piacciono. Le istituzioni non possono non dialogare anche in casi del genere. E bisognerebbe avere il coraggio di essere chiari e trasparenti nelle proprie affermazioni, e non lanciare messaggi in codice o mandare “ambascerie” che non depongono bene per chi ha una storia e un passato importanti. Egregio direttore, mi consenta di congedarla con una frase di Indro Montanelli: “I giornalisti sono come le donne di strada: finché vi rimangono vanno benissimo e possono anche diventare qualcuno. Il guaio è quando si mettono in testa di entrare in salotto…”.

GIUSEPPE RAFFA PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA

c

Cordialmente, Giuseppe Raffa

Caro presidente Raffa, Lei ci vuole smentire con i fatti. Ma i fatti, lo tenga bene in mente, non sono gassosi come le parole di un potere che continua a fare di cotte e di crude ai cittadini, poiché ritiene che il popolo è bue e tale resterà in eterno. I fatti sono solidi, e oggi ci dicono che a Lei, caro Presidente, le sorti di Siderno, il paese più popoloso della Locride, il più dinamico, non le stanno a cuore. Neppure una volta negli anni si è messo dalla parte di questa città. La controprova - a parte “il pensiero che fa capolino nella sua mente”, a parte il nostro piccolo settimanale di trincea che ha ospitato più volte le sue imprese politiche, a parte i tantissimi sidernesi che l’hanno votata - la controprova che Lei è frontalmente respingente nei confronti di Siderno, le dicevo, è rappresentata soprattutto dal lungomare, senza citare per esempio i quattrocento milioni di euro che aveva promesso al precedente sindaco Riccardo Ritorto per il campo sportivo: anche quelli, per adesso, da sostanza solida si sono trasformati in gassosa. La sua, sempre più sua e sempre meno nostra, provincia ha un sacco di soldi per i lavori pubblici, tantissimi. C’informi esplicitamente sugli investimenti fatti nella Locride rispetto all’area Tirrenica e all’Area dello Stretto. Siamo curiosi di vedere dove ha usato il bilancino dell’avaro e dove la libbra del grossista. Siamo convinti, ahinoi, che lei continuerà a fare il madonnaro con il cappello a falda ridotta quando Siderno le chiederà aiuto. Se c’è un posto abbandonato, Presidente, se c’è una città che nella sua provincia somiglia a Raqqua, il luogo siriano bombardato senza sosta dai Mirage francesi, quella è Siderno. Non si tratta di congiura, né di moralità, perché c’è un canone di presentazione prima ancora che morale. Lei è libero di venire a Siderno (sia lei che i suoi sosia, casomai ci fossimo sbagliati), ci mancherebbe. E la prossima volta che passa da queste parti, s’affacci pure sul lungomare, sulle macerie ferme lì da tre anni e guardi con gli occhi prima che con i nervi scoperti. Poi utilizzi il suo onore istituzionale per fare la cosa giusta, per trasformare la sostanza gassosa delle parole in qualcosa di solido e di tangibile. Lasci una traccia di buon sentore ai sidernesi che, quattro anni fa, hanno riposto estrema fiducia nella sua persona. Buona domenica Presidente.


POLITICA

www.larivieraonline.com

Il miracolo della Locride

DOMENICA 22 NOVEMBRE

08

È ormai diventato di casa dalla nostre parti, il presidente della Regione Calabria. Dopo la visita per la sanità e quella per constatare i danni dell’alluvione, Oliverio torna a Locri per parlare di sviluppo territoriale e programmazione comunitaria

Oliverio a Locri trova un punto d’incontro per i danni alluvionali Torna a Locri dopo la vicenda Sanità il presidente della Regione Mario Oliverio, e questa volta lo fa per parlare di dissesto idrogeologico e di rifiuti. «Il territorio è stato trascurato per decenni e questo ha determinato un indebolimento dei versanti e l’esondazione dei corsi d’acqua lasciati senza alcuna regimazione per regolare il deflusso della massa idrica eccedente. - ha spiegato il governatore tornando sul bilancio drammatico dell’alluvione del 31 ottobre - Per il futuro dobbiamo mettere in campo un grande progetto di mitigazione dei rischio idrogeologico e le problematiche connesse al rischio ambientale». La tempestiva risposta del governo ai danni del maltempo, ha lasciato intendere Oliverio, non deve essere la scusa da utilizzare per rimandare ancora la messa in sicurezza dei pendii che, instabili da decadi, hanno franato alla prima pioggia intensa creando gravi disagi isolando intere comunità. «Una buona programmazione e una buona disciplina cooperativa, indipenden-

temente dall’appartenenza politica sono l’unica soluzione alle criticità territoriali ha continuato il presidente della Regione perché soltanto lavorando insieme e senza competizione si può dare sviluppo e sostenibilità alla Calabria». L’intervento di Oliverio, che pare essersi finalmente rimesso in linea con la promessa di avere un occhio di riguardo per la Locride fatta in campagna elettorale, lascia intendere la sua volontà di trattare le criticità territoriali con un “nuovo approccio culturale” anche per quanto riguarda l’ambiente, nell’ambito del quale «nell’arco di due anni - è stato annunciato - dovranno scomparire tutte le discariche». Finalmente anche il nostro comprensorio entra nell’era moderna del conferimento dei rifiuti grazie a solleciti e sovvenzioni che agevoleranno i comuni nella messa in pratica della cosiddetta “raccolta differenziata spinta”, che sarà presto accompagnata dalla realizzazione di impianti moderni per il trattamento dell’umido. Il raggiungimento di questi obiettivo, ha

Mafiosi, tremate...i “commisari”son tornati! ILARIO AMMENDOLIA o appena appreso che il prof. Mario Caligiuri, assessore per quattro anni della giunta Scopelliti, ha iniziato a godersi il vitalizio di circa tremila euro al mese. Un comune lavoratore dopo quarant’anni di lavoro ne prende la metà! Intanto, il consiglio regionale della Calabria - pur non avendo tempo di porre riparo allo scandalo dei vitalizi - ha eletto la presidenza della la commissione antimafia. La 'ndrangheta trema! Sono decenni che i tenaci “commissari” contrastano, senza un attimo di tregua, gli uomini della 'ndrangheta. In Aspromonte, protetti dalle tenebre, i valorosi commissari si appostano sugli alberi pronti a lanciarsi addosso agli uomini delle “ndrine” che vengono braccate come mandrie di cinghiali in fuga. Nelle Serre li stanano casa per casa, ovile per ovile. Invece sull’Altopiano del Crotonese o nelle Sila li braccano senza tregua. I mafiosi si erano ringalluzziti in questo anno di assenza dei “commissari” ma ora sono in pieno attacca di panico e ne hanno ben donde! Una e una sola e la parola d’ordine: mafiosi tremate i “commissari” son tornati! Ironia a parte, una cosa è certa: in tanti anni la commissione antimafia è stata sede di grandi sprechi ma della sua assoluta inutilità non è lecito dubitare. Utile per la casta, inutile per i calabresi! Mi sembra di ricordare che i commissari abbiano effettuato numerose trasferte - o meglio viaggi - per “studiare” e capire il fenomeno mafioso. Hanno comprato vagonate di libri di autori “antimafia” rigorosamente selezionati tra gli “amici”. Hanno nominato consulenti ed esperti . Promosso incontri e convegni. Risultati concreti zero. Meno di zero! L’errore sta nella radice. Non ha senso nominare una commissione regionale antimafia. Lo sanno bene i consiglieri regionali come lo sa ogni cittadino di buon senso. La Regione avrebbe potuto contrastare la 'ndrangheta. Eccome! Ma in un solo modo: facendo il proprio dovere, svolgendo al meglio i propri compiti istituzionali! Impegnandosi per lo sviluppo, combattendo la marginalità sociale, prendendo l’iniziativa per recuperare i ragazzi a rischio di devianza criminale. Un terreno difficile ma concreto. Invece hanno preferito istituire una “commissione” che altro non è che una occasione di appannaggio e di privilegio per le caste politiche. Una fonte di spreco ed è proprio su questo terreno che la 'ndrangheta prospera e si legittima. Con i fondi dilapidati in tanti anni di vita della commissione antimafia, si sarebbero potuti recuperare tanti nostri ragazzi togliendoli alla manovalanza criminale. Sottolineo, anche il recupero di un solo giovane sarebbe stata cosa sicuramente più utile che l’istituzione di una commissione inutile. Se qualcuno si prendesse il compito di raccontare la storia dei tanti ragazzi senza nome che ogni anno

H

Arturo Bova nuovo presidente della commissione consiliare contro la ‘ndrangheta in Calabria vengono regalati alla criminalità, senza che nessuna istituzione muova un solo dito per salvarli, emergerebbe con limpida chiarezza il delitto di sprecare soldi, coprendosi dietro le mille sigle dell’antimafia. Quanta gente, in questa terra, si perde e si abbrutisce perché nessuno rivolge loro alcuna attenzione, né alcuno gli rivolge la parola. Quanto sarebbe più utile un bagno di umiltà e di democrazia, invece di muoversi solo e soltanto sui tradizionali percorsi di casta. Ribadisco, quell'antimafia è una commissione perfettamente inutile anche perché non è servita a contrastare l’immagine che, con pervicace volontà, si è voluto dare della Calabria. Nell’immaginario collettivo dell’Italia e dell’Europa, la nostra Terra è diventata sinonimo di “criminalità”! Un falso storico! Una terra sfruttata e condannata dai poteri dominanti al sottosviluppo è oggi calunniata e diffamata con lucida e calcolata sistematicità. Tutto ciò con il colpevole silenzio di tutte le commissioni regionali antimafia che si sono succedute nella storia del consiglio regionale calabrese. Qualcuno ha detto che si tratta di una commissione di “studio” sul fenomeno, Bisognerebbe ricordare che su questo argomento si sono scritti milioni di libri e migliaia di trattati da parte di studiosi

conformisti, umiliando la cultura garantista che in Calabria si tenta di privare del diritto di cittadinanza. Infine e per completare l’opera, i consiglieri regionali, nell’ultima seduta del consiglio, hanno ripristinato la “commissione per le riforme”. Perché ci prendete in giro? Perché ci considerate così stupidi da non comprendere la realtà! Mentre voi istituite “commissioni” inutili, la Calabria va a fondo e la speranza muore. Voi e noi sappiamo la funzione vera di tali commissioni e siamo consapevoli che non c’entrano nulla con i problemi concreti del popolo calabrese. Sono veicoli di inaccettabili privilegi e vergognosi sprechi che contrastano e offendono, le esigenze vere della Calabria. Si vuole sul serio dare un messaggio di cambiamento: abolite subito la commissione regionale antimafia e bloccate quella sulle “riforme”! Non risolveremo il problema della Calabria, ma sarà un piccolo segnale di autentica svolta di cui si sente un gran bisogno e ancora non se ne vede traccia.

detto in conclusione Oliverio, è il frutto di una corretta programmazione e del giusto sfruttamento dei fondi comunitari destinati alla nostra regione, che fanno prevedere a Oliverio l’impiego del 90% delle risorse economiche a disposizione del territorio entro la fine dell’anno solare corrente, in netta contrapposizione a quanto fatto dal governo Scopelliti che, stando a Oliverio, di 220 milioni ne spese appena 18. Soddisfazione per l’operato dell’Amministrazione è trapelata anche dal breve intervento del capo della Protezione Civile regionale Carlo Tansi che, soddisfatto per come sono state affrontate le criticità derivate dall’alluvione, ha incitato adesso la messa in pratica di una migliore sorveglianza idraulica per cercare di compensare, come è stato poi confermato anche dal capo dell’Autorità di Bacino Salvatore Siviglia, il disequilibrio territoriale venutosi a creare in questi anni. Appuntamento a fine dicembre o inizio gennaio per la programmazione progettuale 2014/2020. Jacopo Giuca

Siderno: Finalmente la differenziata! All’inizio della settimana è cominciata anche a Siderno la raccolta differenziata porta a porta. L’obiettivo è adeguarsi alle normative vigenti, che obbligano al raggiungimento del 65% del riciclaggio dei rifiuti urbani prodotti dalla popolazione. Come in ogni centro urbano, la differenziata si allargherà a macchia d’olio in tutta la città a cominciare dal “quartiere centro”, nel nostro caso ovviamente individuato con Siderno Superiore, dove Locride Ambiente S.p.A. sta eseguendo la raccolta in via sperimentale. Ora che il borgo, da una settimana, sta imparando a dividere i rifiuti tra carta e cartone, multi materiale (plastica, metalli e alluminio), vetro e frazione organica; l’Amministrazione sta programmando l’assegnazione del servizio integrato di raccolta con il quale potrà garantire una progressiva fornitura a tutto il territorio comunale delle necessarie dotazioni e materiali informativi. In questo modo anche il nostro comune potrà aggiudicarsi la sua piazza d’onore tra i “comuni ricicloni”, contribuendo a migliorare la vivibilità del comprensorio e a migliorare la salubrità dell’aria, facendo sì che errori come la discarica di Casignana possano essere per i nostri figli solo un racconto (è proprio il caso di dirlo) “trash”. Se tutto ciò non fosse un incentivo sufficiente ad applicarsi, si pensi che con un la giusta organizzazione Siderno raggiungerà i livelli di differenziazione di Roccella sostenendo meno spese. Pare, infatti, che Siderno abbia trovato il momento ideale per iniziare considerato che il presidente della Regione Mario Oliverio ha illustrato proprio in settimana un progetto di razionalizzazione del conferimento dei rifiuti in tutta la Calabria. Sulla base di quanto affermato dal governatore, entro la fine di quest’anno ogni comprensorio dovrebbe finalmente avere un suo “digestore”, un impianto in grado di trattare i rifiuti organici e trasformarli in compost, che prenderà progressivamente il posto degli attuali, miasmatici, impianti. Tra i vari benefici del digestore, come illustrato da Domenico Pallaria nell’incontro avvenuto venerdì al Comune di Siderno con i sindaci della Locride, un sensibile abbattimento dei costi nel trattamento dell’organico, che fino a oggi è costato a Roccella una cifra pari a quella risparmiata dal comune con il riciclo degli altri materiali. È ovvio che agli annunci del Comune e delle associazioni faranno adesso da contraltare tutti i dubbi della cittadinanza, che si troveranno a passare dall’utilizzo di un singolo bidone a ben quattro e avranno bisogno di chiarimenti relativi anche a quali possano essere le sanzioni qualora le norme emanate non venissero rispettate. Proprio per sciogliere questi dubbi, l’Amministrazione Comunale ha messo a disposizione ben due numeri di telefono, 0964 384847 e 0964 345225, che potranno essere contattati dal lunedì al sabato, dalle ore 8:00 alle ore 13:00. Jacopo Giuca



ATTUALITÀ

www.larivieraonline.com

nuto giusto, ma Brescia ci ha dato una giustificazione differente, che ha radici nella prima proiezione del film a Locri, il 18 settembre del 2014. «È stata quella la prima occasione in cui mi sono sentito snobbato. Per un errore della post produzione, nei titoli di coda del film il mio nome veniva associato al “Maresciallo”, un ruolo privo di battute e, per di più, interpretato da una donna, il cui nome veniva invece accostato a quello di Don Nino Barreca. «Al di là del fatto che alla mia parte, in fase di montaggio, sono state tagliate alcune battute e che certo il mio non era quello del protagonista,

Da anima nera a fantasma dell’opera: Antonio Brescia dimenticato da tutti Durante il premio Sant’Ilario, dedicato agli attori di Anime Nere, ha destato scalpore la reazione dell’attore Antonio Brescia (Don Nino Barreca, nel film) che, dopo aver visto chi era stato chiamato al tavolo, ha preso sua moglie per mano e se n’è andato. Per i presenti è stato gioco forza pensare a un eccesso di gelosa vanità che avesse spinto l’attore di Gioiosa ad andarsene sdegnato una volta constatato di non essere stato riconosciuto come invece avrebbe rite-

Durante il premio Sant’Ilario della scorsa settimana se n’è andato tra lo stupore generale. Tra chi l’ha considerato vanesio e che ha pensato che si fosse montato la testa, l’interprete di Don Nino Barreca ci ha voluto raccontare la sua versione dei fatti…

DOMENICA 22 NOVEMBRE 10

credo che non possa esserci film di mafia senza il ruolo di un “padrino”, il cui attore, quale che sia il tempo speso sul set e quello in cui compare sullo schermo, dovrebbe avere un riconoscimento che vada al di là di quello economico. Non avrei avuto problemi se la produzione avesse riconosciuto l’errore e l’avrebbe ammesso, eppure questo totale oblio è continuato anche in manifestazioni successive. «Secondo la produzione bastavano pochi euro di retribuzione avuti per una giornata sul set e che hanno a malapena coperto le spese per andare a fare i provini e spostarmi verso i luoghi delle riprese. «Scoprire tramite Facebook, che a Sant’Ilario era stata indetta questa manifestazione è stata l’ennesima coltellata. Quando ho chiesto spiegazioni mi è stato detto che nessuno mi aveva contattato perché non sapevano come raggiungermi, eppure dopo che me ne sono andato nel bel mezzo della cerimonia tutti avevano il mio numero di telefono per chiedermi spiegazioni! «Ho deciso di andarmene perché ancora una volta il mio nome è stato citato tra a quelli di tante comparse che non avevano recitato nemmeno una battuta. Senza togliere nulla al lavoro di tutti questi bravi professionisti credo di non meritare questo trattamento, tanto più che sulla Gazzetta del Sud ho letto, in seguito alla manifestazione, di una mia assenza per “motivi personali”. «Comincio a credere di essere stato vittima di sfruttamento di immagine…» Jacopo Giuca

Mani magiche mette Locri libera, egualitaria, fraterna... in scena l’artigianato on c'è risorsa più grande delle mani che creano. Inventano, modellano, scolpiscono, danzano dando vita all'inaspettato con il loro tocco prodigioso. L'associazione Mani Magiche di Siderno, con la collaborazione speciale dell'Associazione ARCIPESCA-FISA e "Bazar del Piccolo Mondo Antico" di Roccella Jonica, per celebrare la potentissima forza creativa delle mani laboriose, ha organizzato per il 29 novembre 2015 un'esposizione di lavori artigianali. A partire dalle 9:00 e fino alle 22:30 presso il Centro Polifunzionale "Koala" di Siderno sarà possibile ammirare piccole grandi opere di artigianato realizzate con il vetro, il legno, la ceramica, il fimo, lavori di ricamo e cucito e anche lavori di riciclo creativo con carta e plastica. Perchè l'arte si annida ovunque e "l’artista - come sosteneva Picasso - è un ricettacolo di emozioni che vengono da ogni luogo: dal cielo, dalla terra, da un

N

pezzo di carta, da una forma di passaggio, da una tela di ragno". Lo sanno bene Ilenia Pucci, Lemma Milena, Natalia Albanese, Angelina Nesci e Assunta Jeraci dell'associazione Mani Magiche che hanno deciso di mettere in scena l'artigianato migliore puntando sugli "attori" locali. Saranno anche esposti prodotti tipici calabresi dai formaggi ai salumi, dalle confetture all'olio e al vino. Sono previste inoltre golose degustazioni e una dimostrazione della lavorazione artigianale del torrone, il tutto allietato da musica live e intrattenimenti ludici. Prenderanno parte all'iniziativa i ragazzi dell'Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato di Siderno, guidato dal preside Gaetano Pedullà, con vari lavori di artigianato che riguardano il settore della moda, dell'elettronica, della meccanica. Insomma un evento ricco che riserverà a tutti i partecipanti anche un delizioso buffet.

Strascichi di Expo: La Locride ottiene un altro importante riconoscimento Nell’ambito di Expo Milano 2015 è stato attribuito un importante riconoscimento al progetto “Eccellenza dono di natura”, che coinvolge Calabria e Locride molto da vicino. Grazie all’impegno di Antonio Mujà, responsabile de La Biano Viaggi Tour

Operator, partner del progetto, i pacchetti turistici che danno risalto a arte, cultura e eccellenze enogastronomiche del territorio, si è riusciti a dare migliore risalto ai lavori degli imprenditori calabresi nel panorama nazionale e internazionale.

I drammatici fatti di Parigi hanno scosso l’intera comunità europea e sono state moltissime le attestazioni di solidarietà al popolo francese in tutto il mondo. Non ha voluto fare eccezione Locri che, già pronta a illuminare il suo comune con i colori della giornata nazionale contro il diabete, per volontà del sindaco Calabrese ha fatto un repentino cambio di programma colorando la facciata del Palazzo con i colori della bandiera francese. Allons enfants de la Patrie Le jour de gloire est arrivé!

Il Rugby Calabrese si colora di azzurro

Quel Matteo Salvini che salverà l’Italia Carmine Bruno sta diventando il vero e proprio portavoce di Matteo Salvini nel nostro territorio. Di Roccella Jonica, il giovane referente di “Noi con Salvini” guarda con orgoglio all’allargarsi a macchia d’olio del movimento in tutto il comprensorio, anch’esso vittima di una politica a suo dire obsoleta e lesiva del cittadino. Intenzionato a contribuire a una ristrutturazione totale del panorama politico-sociale, Carmine vede nella politica di Salvini un’opportunità di crescita anche per il sud.

CERCA LAVORO

Lorenzo Imbalzano, giocatore dell’Asd Rugby Reggio, è stato convocato dalla Italia Rugby Football League per il raduno nazionale in programma il prossimo 28 novembre. In questo modo, il bagaglio sportivo del già esperto giocatore calabrese si arricchirà di una presenza in nazionale che darà prestigio a lui e alla preparazione atletica di questo sport nella regione. La convocazione al raduno, inoltre, rimarca il prestigio della Rugby Reggio come punto di riferimento nel panorama sportivo calabrese.

URGENTE: Madre di famiglia in difficoltà economica, disposta a qualunque impiego, chiede supporto economico o offerte di lavoro che le permettano di continuare a sopravvivere e di non perdere la propria casa. Pregasi contattare sonia69fimognari@hotmail.it

CONDOGLIANZE

La redazione si unisce al dolore che ha colpito la famiglia del sindaco Giuseppe Varacalli per la scomparsa dell'adorato padre ed esprime le più sentite condoglianze.



RIVIERA

ATTUALITÀ

www.larivieraonline.com

L’intervista Parla Giuseppe Oppedisano

DOMENICA 22 NOVEMBRE

12

Pensando alla sua Calabria avvertiva un nodo alla gola. Ma era per lei che era partito, per“raccogliere”in giro per il mondo gli strumenti necessari a farla decollare.

LASCIA ARDORE PER IL MONDO.DOPO QUATTRO LAUREE, FA DIETRO FRONT:

“La vera sfida è quaggiù” U MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

n annaffiatore del Sud che ha puntato all’ecosistema dell’innovazione. A 18 anni Giuseppe Oppedisano saluta i tramonti sgargianti e il loro bagliore finale che via via arrugginisce i tetti di Ardore e parte alla volta di Milano dove studia Ingegneria Biomedica. Dopodichè si trasferisce a Sydney alla University of New South Wales per realizzare la sua tesi. Qui, insieme a un team di studiosi, lavora al Bionic Eye (Occhio Bionico) collaborando in progetti di ricerca avanzata nel campo della visione artificiale. Il passo successivo di Giuseppe è un Triple degree International Master in Industrial Management, conseguito contemporaneamente al Politecnico di Milano, al KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma e alla Universidad Politécnica di Madrid. Il “triple degree”, la tripla laurea, permette di dare al tuo curriculum un taglio internazionale, arrivando alla fine del percorso formativo non con un carico di competenze elevato al cubo. I triple degree prevedono lunghi periodi all’estero – nel caso di Giuseppe, a Stoccolma e a Madrid – con esami in inglese o nella lingua del paese di destinazione. Quindi è come se Giuseppe avesse studiato Management Industriale non solo in Italia ma anche in Svezia e in Spagna. E così, stipata nel proprio bagaglio una ricca scorpacciata di competenze ad ampio raggio, Giuseppe decide di far ritorno in Calabria perché la vera sfida è quaggiù. Perché a un certo punto hai mollato gli ormeggi e, con lo scirocco in poppa, hai preso il largo dalla tua terra? Il mio non è certo un caso eccezionale. Ormai le nuove generazioni già a 13 anni sanno di dover lasciare la propria terra per fare carriera. Tra l’altro io avevo scelto di studiare ingegneria biomedica e per forza di cose non avrei potuto rimanere qui. E così ho scelto Milano… La speranza del ritorno rende meno pesante la valigia della partenza. Sapevi già che saresti tornato? Quando si decide di partire a 18 anni il

ritorno è un punto interrogativo. Pensavo solo ad andare e accumulare più esperienze possibili. Rientrare in un futuro che, di certo, non sarebbe stato prossimo era un desiderio che avevo… ma la valigia era pesante ugualmente. Su cosa in particolare ha mirato la “calamita Calabria” per riattirarti a sé? Quando tornavo per trascorrere un po’ di tempo con la mia famiglia notavo di volta in volta meno immobilismo. I giovani quaggiù stavano iniziando a darsi da fare. Ho capito che puntare all’innovazione era possibile anche qui. Sei partito ragazzo e sei tornato uomo. Di cosa ti occupi adesso? Sono vice presidente di Reebot, associa-

zione per il cambiamento e l’innovazione, di cui fanno parte altri giovani stakeholder che hanno deciso di rimanere in Calabria per promuovere l’imprenditoria 2.0. Sono, poi, Co-founder e General Manager di “I-Delivery” la cui missione è quella di accelerare l’utilizzo delle nanotecnologie in campo farmaceutico, cosmetico e nutraceutico migliorando l’efficienza e l’efficacia dei prodotti attraverso lo sviluppo di nanosistemi innovativi. Il valore innovativo di I-Delivery è stato riconosciuto in più di un’occasione… Con uno dei nostri progetti, Bulbixin, nanocarrier (nanovettore) per il trasporto di cosmetici anticaduta all’interno del

bulbo pilifero, siamo stati selezionati tra i primi quattro per il Premio Nazionale per l’Innovazione che si è tenuto a Sassari nel dicembre dell’anno scorso; con lo stesso progetto siamo stati scelti per il Demo Day di VJ Acceleration, programma di assistenza, supporto e formazione per le imprese dei Paesi dell’area AdriaticoIonica, e abbiamo partecipato all’Unicredit Startlab 2015, progetto che si rivolge alle startup innovative di tutti i settori. Ultimamente siamo stati selezionati dall’ICE, l’agenzia per la promozione all’estero delle imprese italiane, per la missione “startup biotech Usa”. Altro progetto di cui sei co-founder che sta riscuotendo un altrettanto successo è

Pan, il futuro della mobilità 2.0. Di cosa si tratta esattamente? Si tratta di una piattaforma che permette ai viaggiatori di pianificare al meglio il proprio itinerario, suggerendo il percorso migliore grazie alle valutazioni e alle recensioni degli utenti (social feeds). Inoltre, offre un sistema di biglietteria per i mezzi pubblici che ti evita l’incombenza di scaricare un’app per ciascuna azienda di trasporto. One-click search, one-click booking, one-click payment (con un click cerchi, con uno pianifichi e con un altro paghi) questa è la filosofia per viaggiare senza pensieri. I giovani che decidono di andare per il mondo, farcela e poi tornare svolgono una sorta di attività di import-export. Cosa hai esportato per il mondo e cosa importerai in Calabria? Credo che in generale noi calabresi esportiamo tanta voglia di fare e curiosità. Più che import-export, io lo chiamerei brain circulation: prendi ciò che di buono c’è in altri contesti e una volta arricchito il tuo know how provi a creare qualcosa. Si torna a casa con una mentalità più aperta, in grado di adottare con abilità strategie di problem solving; si guadagna in dinamicità, in competenze, insomma si torna con una marcia in più. Da lontano, ripensando alla tua Calabria e alla tua Ardore in particolare, che cosa ti raccontavano? Sicuramente pensando alla mia terra avvertivo un nodo alla gola, perché è chiaro che ovunque tu vada, è una parte di te che ti manca. Anche chi decide di non tornare ha sempre il desiderio di realizzare qualcosa che possa risollevare le sorti della terra in cui è cresciuto. “L’unico viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi ma nell’avere nuovi occhi” (Proust). Con che occhi guardi oggi la Calabria? Guardo alla Calabria come una terra con grandi risorse, sia materiali che immateriali che non vengono pienamente configurate e messe a sistema. La nostra regione ha un potenziale purtroppo non massimizzato. Bisogna che iniziamo a farlo sebbene il processo non sia istantaneo ma necessiti di tempo. Questo, però, non deve scoraggiarci. Il collo di bottiglia per il cambiamento sono le persone e le competenze: parte tutto da qui.



GERENZA

Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14

Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

IlTerremoto in Aquila ha un solo colpevole... Giustizia è fatta!

E

gregio collega Livio Bearzi, so che questa lettera ti verrà recapitata dai tuoi familiari con qualche giorno di ritardo, ma voglio, di fatto, indirizzarla anche a loro, oltre che alla autorità politiche in indirizzo. Ho appreso, infatti, che dal 12 novembre scorso sei detenuto per scontare 4 anni di carcere e 5 anni d’interdizione dai pubblici uffici a seguito del terremoto de L’Aquila del 2009 che costò la vita, anche, ai tuoi allievi del Convitto Nazionale. La tua “colpa”, al di là della motivazione della sentenza e dei riscontri giuridici sicuramente ineccepibili, è di essere (stato) il dirigente scolastico della struttura educativa e, quindi, il capo (oggi qualcuno ti definirebbe sceriffo, con grave sprezzo del pericolo) investito dal ruolo di presidiare in primis l’incolumità degli utenti; da salvaguardare ad ogni costo, anche, contro la forza distruttrice di un terremoto del 9° grado della Scala Mercalli. Se non fosse per il rispetto che provo per il tuo stato di autentica sofferenza, per i morti di quella tragedia immane e per i superstiti segnati nel profondo del cuore e dell’anima, direi che avresti dovuto indossare, persino, i panni di Nembo Kid e schivare da superman crolli e quant’altro sul tuo cammino portando in salvo quei giovani ai quali, secondo una giustizia ingiusta, tu dirigente-sceriffo hai colpevolmente procurato la morte. Assurdo, assurdo, incredibilmente assurdo, mio carissimo amico! L’assurdità sta, anche, in un altro passaggio della vicenda che i giudici evidentemente non hanno potuto contemplare: tu e la tua famiglia quella notte dormivate nel Convitto, ma vi portate dietro, forse, la “colpa” non dimostrabile di essere rimasti illesi. Se i giudici che hanno sentenziato 4 anni di carcere e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici avessero potuto chiamare in correità il Padreterno (se sono cristiani credenti) o il Fato (se sono miscredenti) lo avrebbero fatto e la notizia della tua condanna non sarebbe rimasta, solo, dentro i confini nazionali, ma avrebbe fatto giurisprudenza dentro l’impalcatura giuridica mondiale. Io per la rabbia non riesco neanche a ridere sull’assurdità che la vicenda si porta dentro/dietro e per la mostruosità di un costrutto giuridico che ha un costo per la Nazione intera sia in termini economici che di immagine. Ma appena ne verrai fuori da questo obbrobrio giudico, ti vorrò ospite nella mia Locride, oggi purtroppo ferita per le note vicende, ma un tempo patria di Zaleuco, il primo legislatore dell’Occidente che, pur basando le sue norme sulle leggi del taglione, griderebbe vendetta, persino lui, davanti alla (S)toria della tua vicenda umana e professionale. La mia terra, ti dicevo, non è un bel vedere rispetto al suo passato glorioso, ma cammineremo assieme sui suoi dolci clivi per avvertire storicamente a pelle quella civiltà giuridica costruita partendo proprio da Zaleuco (663-662 a C.), il quale, sono sicuro, non avrebbe mai potuto pensare di registrare dopo 3000 anni di storia una decisione simile a quella partorita da un’aula di “giustizia” posta sul cucuzzolo di una bella montagne del

Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA

Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl info 0964383251

COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Cristina Caminiti, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Katia Candido.

www.larivieraonline.com

GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 89048 Siderno

DOMENICA 22 NOVEMBRE

14

Rigenerare il territorio, per difendere la democrazia e la libertà C.MAURIZIO DIANO Nel nostro territorio, mai come ora, la democrazia, i suoi principi fondamentali, è messa seriamente a rischio. Il progressivo svuotamento di contenuti essenziali quali identità, contesto, appartenenza - che radicano la democrazia, il sistema democratico - ha contribuito a rendere quest’area estremamente fragile. Lasciandola pericolosamente in balia, da una parte, d’interessi circoscritti (spesso non proprio presentabili) e, dall’altra, di una sostanziale regressione all’arretratezza (economica, sociale, infrastrutturale, manutentiva). In questo scenario, le preoccupazioni e gli allarmi di quanti avvertono un pericolo reale per i livelli di libertà delle comunità che vi abitano, devono riscoprire e sostenere ciò che, inaspettatamente, può portare alla riaffermazione di una piena democrazia: la rigenerazione resiliente del territorio. Quale strumento efficace di democrazia reale e rappresentazione plastica dei fini nobili della politica. Quindi, non semplice e generica aspirazione. Da qualche tempo l’attenzione alla tutela, governo e gestione dello sviluppo innovativo del territorio (città, centri urbani minori e diffusi, paesaggio naturale e antropizzato che, costituiscono parte delle sue significative espressioni), riscopre una centralità insospettata. Recuperando anche una valenza dimenticata, sottovalutata, accantonata. Forse anche, a causa della perdita di prestigio e credibilità degli attori e degli strumenti che fino ad oggi hanno orientato il processo di trasformazione del nostro territorio. Fin troppo indirizzato, da un lato, all’insediamento di attività terziarie, commerciali e di distribuzione (improduttive). E, dall’altro, dall’eccessiva fiducia in opere (spesso pubbliche) invasive, ripetitive o inutili. Certe prepotenze, hanno creato ferite che non abbiamo saputo ricucire con una oculata ed equilibrata evoluzione dei territori. La cui stessa nozione, peraltro, è andata trasformandosi sotto la pressione dell’inesorabile affermazione della globalizza-

zione e dei consumi illimitati. Imponendo soluzioni indifferenti al contesto. Con un riprodursi di immagini e modelli standardizzati che, invece di misurarsi con la concretezza, spingono a uniformarsi a narrazioni di esperienze prodotte da altre logiche. Di recente si è innescato un significativo interesse a una seria politica di rigenerazione (sociale-ambientale-economica) dei territori. Io ritengo che una delle sue funzioni sia chiara: consentire dovunque la piena libertà (d’intraprendere, operare, muoversi, curarsi, studiare, socializzare, ecc.). Soprattutto, nei luoghi dove al momento manca. Oppure, è a rischio. Come qui, appunto. La “rigenerazione” potendo contribuire a innescare o anche accelerare, ristabilire e consolidare i sistemi demo-

cratici è un motore di libertà. Può proiettare nel futuro, piuttosto che immobilizzarsi nel presente. Riappropriandosi anche di esperienze antiche, dove la storia è stratificazione di testimonianze di battaglie di libertà e di democrazia. E mentre l’interesse sembrerebbe concentrato su mega-città globali, agglomerati avanzati, network urbani, ecc., un modello insediativo definito nei suoi limiti, ma anche nelle sue differenti identità, appare forse più adatto ai nostri contesti. In fondo, è proprio l’indistinto e la de-contestualizzazione di proposte e scelte, a decretare la marginalità di politiche di sviluppo sbagliate. Per questo la rigenerazione del territorio è, a tutti gli effetti, strumento di democrazia. Perché si occupa, possibilmente, delle attese dei suoi abitanti, sforzandosi di assicurare il loro benessere collettivo. Il territorio deve essere uno spazio di vita condiviso: luogo di appartenenza e convivenza. In cui la qualità degli spazi comuni, misura e pesa il suo reale valore. Perché, la qualità di un territorio si apprezza soprattutto “dalla risposta che sa dare a una domanda” (cit. Italo Calvino). Ma, per raggiungere questa sintesi, realizzando spazi appropriati di condivisione, occorre un “fare” che sia traino di libertà e democrazia. Per questo occorre una riflessione aperta: specie in politica. Per rielaborare passato e presente con nuovi paradigmi da porre a fondamento di un futuro effettivamente democratico e libero. Così la politica non sarà solo gestione di potere e strumento di consenso. Esercizio, purtroppo, spesso praticato anche da tanti, miopi, amministratori locali. Ci sono discipline, soggetti e strutture molto competenti e trasversali che si occupano di questi temi. Avendo recepito, ben prima della politica, come sia impellente dare risposte efficaci a esigenze e aspettative delle comunità. Ripensando il territorio, con l’obiettivo primario di ricostruire luoghi non repulsivi. È questa la sfida della politica alta e non solo: in nome della democrazia e della libertà.

Un monumento per tutte le vittime della strada al cimitero di Siderno Superiore

Proponiamo di seguito una poesia tratta dalla silloge “A Siderno” di Maria Caterina Mammola in merito all’alluvione del 2000.

Sidernu urbanizzata A Sidernu si tìnnaru convegni pe fari palazzi e strati degni. Vinni puru l’urbanista Imbesi: e li mappi, comu fucini accesi ‘ndi parenu di già, tutti a puntinu, pe l’industria, la scola e u putihinu. Si costruìu la diga e la piscina, si chjudiru vajuni a la Marina.

Domenica scorsa, al cimitero di Siderno Superiore, è stato piantato un albero in ricordo delle vittime della tragedia della Jonio-Tirreno del 16 novembre 2014 e di tutte le vittime della strada. La cerimonia, fortemente voluta dall’Amministrazione Comunale di Siderno e organizzata da Anna Romeo, anticipa l’edificazione di un monumento che realizzeranno i ragazzi del Liceo Artistico e che vuole sottolineare l’attenzione che si ha sul tema della sicurezza stradale anche nel nostro comprensorio.

tuo Abruzzo. “Settembre, andiamo, è tempo di emigrare …” direbbe il nostro amatissimo D’Annunzio, per approdare su lidi che non ti meritano, mio carissimo Livio! Immagino come ti senti, amico mio, di appartenere alla schiera dei dirigenti di uno Stato alla quale si chiede di fuggire dalle responsabilità, non di essere responsabile! Se avessi, vado a tentoni, predisposto prove di evacuazione a cadenza annuale; segnaletica luminosa e direzionale giù per le

scale dell’edificio a te affidato e costruito a prova antisismica (sic!); formato il personale con “apri” e “chiudi” fila raccomandato loro di usare l’accortezza di non dimenticare il registro per eventuale appello (si spera utile non a sepoltura avvenuta), oggi, amico mio, saresti a casa con la tua famiglia e non nelle patrie galere! Oggi, risponderesti, quanto meno, a piede libero come quelle schiere di amministratori, passacarte, costruttori, collaudatori i quali hanno lavorato

alacremente per dotarti di strutture a prova di terremoto! Ma la norma, i suoi esecutori, i vocianti contestatori politically correct vogliono, com’è evidente, un capro espiatorio, uno sceriffo senza giberna, una vittima sacrificale a cui affidare i loro strali e le loro manette. Oggi questa statua marmorea della “giustizia è fatta!”, mio caro Livio, hai la sfortuna di rappresentarla tu, dirigente del Convitto Nazionale de L’Aquila! Ti capisco, come rassegnar-

Ma poi cu l’alluvioni in tanti casi li tombini sfuriaru in centu vasi… S’allagaru li bassi in zona Sbarri, strati, negozi, scantinati e barri. Era ‘u Dumila. E puru pe dui voti l’alluvioni affriggìu li Sidernoti. Aspettandu aiuti d’u Governu l’anni passàru, ma non finìu ‘u ‘mpernu. Tornau ‘a natura, sì, bella e gloriusa, ma o Comuni si facìa tuttu a rinfusa; e pe non sfigurari cu la genti, debiti a mazzu e promessi comu nenti fici cu amministrau, senza ritegnu, spundandu ‘a seggia, non di bonu legnu.

si dinanzi allo scempio della ragione! Il bonus pater familias dinanzi a te, caro Livio, prova umana vergogna, ma non gli impettiti cultori nostrani del diritto. Loro hanno deciso, anche per noi, essendo la giustizia amministrata in nome del popolo, che il PRESIDE-RETTORE prof. Livio Bearzi è colpevole dei fatti ascritti. Vergogna! Un abbraccio, tuo Vito Pirruccio Preside



ATTUALITÀ

“Maledetti coloro che operano per la guerra e le armi” (Papa Francesco)

Se Parigi piange... Non penso che i ragazzi Arabi che s’immolano siano convinti di andare nel paradiso di Allah, che tra l’altro è di gran lunga migliore del nostro.Sono sciocchezze diffuse ad arte dagli occidentali che proprio perché le stimavano sciocchezze non le hanno prese sul serio e adesso ne pagano le conseguenze. Accantonata la naturale pietà per le povere vittime dell’orrenda notte parigina, vorrei solo sommessamente ricordare che un proverbio sanluchese ammonisce chi semina spine di non andare scalzo. E noi, noi occidentali intendo, continuiamo ad andare scalzi pur se di spine ne abbiamo seminate a bizzeffe e sin dalla notte dei tempi. Non dobbiamo dimenticare, infatti, a meno di non voler diventare giustizialisti e imbecilli, i genocidi dei Romani in ogni parte del mondo allora conosciuto ed i misfatti dell’Impero d’Oriente - occidentale però nella mentalità - sin quando uno dei tanti Maomettto, non ricordo se il III o il V, non distrussero Costantinopoli, spingendosi sulla scia sino alle porte di Vienna, salvata allora da un’alluvione che se non fu, come pretendevano i Cristiani, miracolosa, si comportò come se lo fosse. Quindi prima di farci prendere dall’ira diamo un’occhiata alla storia per capire quello che succede e possibilmente, intuire quel che succederà. Mi accorgo, leggendo vari commenti, che tutto l’odio è indirizzato verso i Kamikaze, che secondo me sono, invece, le prime vittime del loro terrorismo. Non dimentichiamo, poi, che li abbiamo avuti anche noi. Solo che invece di maledirli come facciamo con quelli degli altri, li chiamiamo eroi, anziché imbecilli, come per la maggior parte sono. Cominciarono, se m’è consentito il neologismo, a kamikazare i Romani, con Decio Mure, al quale qualche volpone aveva predetto che se fosse caduto in quella battaglia avrebbe dato la vittoria ai Romani. Il fesso ci credette, si gettò nella mischia, uccise qualche nemico e ovviamente ci rimise la pelle, assicurando, così, la salvezza di Roma. Qualche anno dopo, l’omonimo figlio ne seguì l’esempio, assicurando la salvezza di Roma e il nome della famiglia alla storia. Kamikaze molto più recente e più noto fu Pietro Micca che per fermare i Francesi si fece esplodere in un cunicolo con tutta la santabarbara. Kamikaze furono i tanti ragazzi affiliati alla Giovane Italia di Mazzini, considerato dagli Austriaci una specie di Bin Laden dell’epoca. Quindi, da questo punto di vista, ognuno si pianga il Paolo suo e lasci perdere quello degli altri. La colpa non è di questi poveri ragazzi, chissà con quali mezzi convinti a sacrificarsi, ma di chi sta in alto e non da una sola parte perché in alto ci stanno anche gli occidentali. E non è nemmeno una questione di religione anche se i musulmani al loro Dio ci credono, mentre noi al Nostro, se ci crediamo, ci crediamo molto meno. Non penso che i ragazzi Arabi che s’immolano siano convinti di andare nel paradiso di Allah, che tra l’altro è di gran lunga migliore del nostro. Sono sciocchezze diffuse ad arte dagli occidentali che proprio perché le stimavano sciocchezze non le hanno prese sul serio e adesso ne pagano le conseguenze. Oriana Fallaci, la tanto dileggiata Oriana Fallaci, condannata a morte dai Musulmani e odiata ancor di più dalle nostre anime candide della sinistra, tutto questo l’aveva previsto. Ma fu tacciata di fascista, giusto lei che già a quattordici anni combatteva tra i partigiani. E fu persino processata. I muri di alcune città, per le quali si batteva, erano piene di “Oriana Puttana” – capolavoro di fantasia, come si vede – “Fuck you Fallaci” Vaffanculo Fallaci. Allora, tranne un mio pezzo per la Riviera, non ricordo d’aver letto altro a sua difesa. Guardate a quanto arriva la stupidità delle anime candide, i cosiddetti buonisti che fanno i buoni solo perché se la fanno sotto. E sempre fuori dal vaso. Perdonali Oriana e so che sei arrabbiata per aver avuto ragione e so pure che nessuno meglio di te sa che se Parigi piange, Damasco non ha alcun motivo per ridere. Mario Nirta


www.larivieraonline.com

DOMENICA 22 NOVEMBRE

17

“Fa’che gli uomini non si uccidano più inTuo nome” (Voltaire)

Da sempre il “potere” ovunque, e pur nelle sue diverse articolazioni, ha bisogno come il pane delle guerre, così come ha necessità di costruire prigioni, di scatenare l’odio razziale, di dividere i popoli, di sgozzare, di impiccare, di seminare la paura del“diverso”e dello“straniero”!

ILARIO AMMENDOLIA Caulonia e la Locride la sera di giovedì 19 novembre hanno rappresentato un avamposto di civiltà e di tolleranza. Centinaia di candele accese hanno rischiarato a giorno piazza Bottari. Musulmani e Cristiani, ragazzi del posto e gente di colore, arabi e italiani, “destra” e “sinistra”, “maggioranza” e “opposizione” hanno pregato e invocato la pace insieme. È stata suonata la Marsigliese come sublime inno di riscatto dei popoli contro la tirannide e non come cupo canto di guerra che fa decollare gli aerei che portano morte e guerra in Siria. Ci sembra inutile ricordare che i “mostri” come Bin Laden, come Saddam, come Gheddafi sono stati creati dall’Occidente. La pioggia di bombe che l’Occidente ha sganciato sui paesi arabi ha generato il califfato. L’Isis è il figlio legittimo di George Bush e degli alleati nelle sue stupide guerre. Da sempre il “potere” ovunque, e pur nelle sue diverse articolazioni, ha bisogno come il pane delle guerre, così come ha necessità di costruire prigioni, di scatenare l’odio razziale, di dividere i popoli, di sgozzare, di impiccare, di seminare la paura del “diverso” e dello “straniero”! I popoli vogliono vivere in pace e non sono mai stati in guerra! Nessuno dovrebbe mai dimenticare che nel secolo scorso la

nostra migliore gioventù è stata ingoiata da guerre assurde e prive di senso. Milioni di morti e l’umanità ridotta all’epoca della “pietra e della fionda”. La guerra appartiene solo alle gerarchie dominanti. Non facciamo il “loro gioco”! In nome dei caduti di tutte le guerre, dei popoli di tutta la terra, dei perseguitati di tutto il mondo, dei profughi di ieri e di oggi, non facciamoci sconvolgere le menti dall’ottuso fanatismo. Oltre due secoli fa il grande Voltaire così si rivolgeva a Dio: “Tu non ci hai dato un cuore per odiarci e delle mani per sgozzarci; fa’ che noi ci aiutiamo a vicenda a sopportare il fardello di una vita penosa e passeggera”. Le sue parole oggi si arricchiscono di grande significato perché, nonostante sia passato così tanto tempo dall’Illuminismo, il “Potere” ovunque, e pur nelle sue diverse articolazioni, ha - oggi più di ieri - bisogno come il pane delle guerre, così come ha necessità di costruire prigioni, di scatenare l’odio razziale, di dividere i popoli, di sgozzare, di impiccare, di seminare la paura del diverso e dello “straniero”! Lotta senza quartiere e senza tregua ai terroristi, senza però usare l’alibi della guerra per uccidere innocenti, vendere armi, legittimare la tirannia. Guerra alla guerra, oggi, sempre e ovunque!

La logica del terrore “Ciao, amico mio. Hai saputo dei fatti di Parigi? Ti ho subito pensato”. “Sì, ho saputo. Una grande tragedia dell’umanità. È l’umanità stessa che si annienta. Incredibile”. “Hai letto le rappresaglie sui social e sulla stampa?” “Sì, ho letto tutto. Anche il titolaccio di Libero. Ha vinto il califfato”. “Che vuoi dire?” “Voglio dire che questi terroristi, queste persone che in nome di Allah uccidono senza ritegno e a sangue freddo, volevano ulteriore notorietà, ottenendola tramite le dichiarazioni di guerra dei paesi colpiti, tramite i titolacci dei giornali, cogliendo l’occasione di diffondere la propaganda anti occidentale. Per versare altro sangue”. “Non so cosa pensare, amico mio. L’Islam sta diventando un pericolo per l’Occidente”. “Sta diventando? Da che mondo è mondo, la religione è stata un pericolo per l’uomo. Dimentichi il sangue versato durante le Crociate? In ogni caso devo dissentire: il problema non è l’Islam. Il problema non

sono gli islamici, o i migranti come taluni politici pontificano da giorni. Il problema è un gruppo di terroristi, finanziati dall’Occidente che tanto odiano. È un gruppo di terroristi da 300 miliardi di dollari di patrimonio, riforniti da famiglie molto ricche. È un gruppo di terroristi che continua, tra l’altro, a rifornirsi di armi dai depositi di Gheddafi, posti sotto sequestro dalle forze Nato. È l’ascesa del mercato, amico mio. Di religioso, in questa carneficina, non c’è nulla. Certo, mi duole ammettere che interpretazioni un po’ troppo estreme del Corano portano molti giovani senza denaro e con famiglie da mantenere a sposare la causa terroristica, un po’ come accaduto con Al Quaeda. Gli fanno il lavaggio del cervello, gli fanno imbracciare un fucile, ed è finita… ” “L’ascesa del mercato? Non ti seguo…” “La mia religione, l’Islam, è la religione dell’amore, del rispetto e non dell’odio. Alcuni versi condannano chi solo prende un’arma nelle mani, amico mio. Figurati chi si fa esplodere. L’Is è una scusa per portare ulteriore sangue e guerra nei luoghi degli ultimi gia-

cimenti di petrolio rimasti nel mondo arabo. E questo esportare guerra, non fa che aumentare l’odio delle popolazioni residenti, come in Siria, nei riguardi delle forze atlantiche. Non è un caso che tantissimi militanti del califfato siano di origine siriana. In questo aggregarsi all’Is non v’è alcuna consapevolezza religiosa: c’è solo odio, voglia di vendetta nei riguardi di un mondo, quello occidentale, che altro non ha fatto che portare fame e sofferenza dai tempi della prima invasione in Afghanistan”. “Non rischiamo di cadere nel complottismo?”. “Un paese che bombarda a tappeto un posto dove ormai esistono solo macerie, generando odio, non è un complotto. È logica. Sono i nostri tempi, amico mio. È la logica del terrore, che insegna dall’11 settembre 2001. Ed è disgustoso quando di mezzo ci vanno persone innocenti, siano islamiche, protestanti o buddhiste. L’unico modo per uscirne non sono le bombe. È lasciare queste popolazioni libere di creare il loro destino”. Antonio Cormaci

Interpretazioni un po’ troppo estreme del Corano portano molti giovani senza denaro e con famiglie da mantenere a sposare la causa terroristica, un po’come accaduto con Al Quaeda. Glifannoil lavaggiodelcervello, glifannoimbracciare unfucile,edèfinita…


RIVIERA

LA ROSA DEIVENTI CLOTILDE DI SAVOIA, la principessa che si sposò senza volerlo per amor d'Italia Clotilde era la principessa primogenita di Vittorio Emanuele II. Aveva soltanto 14 anni quando sposò il principe Napoleone. Questo matrimonio fu tutto un intrigo politico da una parte e dall'altra degli interessati. Per la verità, quando cominciò a circolare la voce del fidanzamento lo stesso Vittorio Emanuele rimase sconcertato. Regista del piano era naturalmente Cavour, il quale vedeva e voleva l'aiuto della Francia nella persona di Napoleone

CULTURA E SOCIETA’

III per cacciare gli Austriaci dal nostro Paese. Appena saputa la notizia la principessina iniziò a piangere e disperarsi. Avrebbe dovuto sposare un uomo di decine d'anni più grande, ma accettò per il bene della Nazione. Il 30 gennaio 1859 il Vescovo di Vercelli celebrava le nozze. Durante tutta la funzione Napoleone, mani sui fianchi e completamente assente durante la cerimonia, guardava il soffitto della chiesa, Clotilde, in ginocchio, pregava; chiedeva evidentemente aiuto per l'unione con un uomo che non amava, un libertino incallito che l'offende, che la urta. La chiesa è gremita. Gli occhi sono tutti su di lei, martire bellissima che antepose la propria felicità all'amore per la propria Patria.

www.larivieraonline.com

La storia cancellata

DOMENICA 22 NOVEMBRE

18

Il muro della storica Fornace Russo e il suo abbattimento anticipa il totale smantellamento delle rimanenti strutture, compresa la ciminiera, che, come la quercia del Pascoli, ancora «tenzona coi turbini», ma poi, «dove ora c’è l’ombra, spanderà se stessa morta».

Ogni anno nella Locride

Il Lions Club di RoccellaJonica organizza il “Poster per la Pace” Anche quest’anno nella Locride a cura del Lions Club di Roccella si è svolto, con grande soddisfazione, l’artistico concorso internazionale lions “Un Poster per la Pace” tra i ragazzi di età tra 11 e 13 anni. Oltre alle scuole coinvolte lo scorso anno, Riace, Caulonia, Gioiosa Jonica e gli Scout di Roccella 1, quest’anno si sono aggiunte le scuole di Monasterace e Roccella Jonica. Grande entusiasmo tra i ragazzi chiamati a esprimersi attraverso il disegno con una propria visione di pace e altrettanto hanno fatto i Dirigenti scolastici Giuseppina Liberata Leto, Maria Rosa Monterosso, Maria Rosaria Pini, Giuliana Fiaschè e il capo Scout Piero Giancola, che assieme ai referenti proff. Giuseppe Comito, Gabriella Naldi, Assunta Jeraci e Domenico Armocida per la riuscita dell’iniziativa. I “poster” vincitori, uno per ogni plesso, sono stati inviati per concorrere alla successiva fase Distrettuale che comprende la Calabria, Campania e Basilicata che, ove ritenuti meritevoli, parteciperanno alle successive fasi nazionali e internazionali e al primo classificato sarà riconosciuto un premio di 5000 dollari nella prossima Convention internazionale di Fukuoka (Giappone) di giugno. Il tema di quest’anno è stato “Condividi la Pace” e i prescelti sono stati: Paolo Tedesco 13 anni 3A (Monasterace); Ayman Amir Kazmi 13 anni 3A (Riace); Martina Cavallo 12 anni 3B (Caulonia); Aise Salomea 12 anni 2C (Gioiosa Jonica); Michele Mammone 11 anni 1C (Roccella) ed Elena Doria 12 anni Gruppo Scout (Agesci Roccella 1). I giovani artisti giudicati da una giuria composta dai Lions di Roccella, guidati dal loro presidente Mimmo Futia (vedi foto) nonché dai docenti delle scuole interessate, saranno premiati nel corso di una manifestazione appositamente organizzata dove sarà allestita una mostra di tutti i “poster” partecipanti. Tutti i piccoli artisti saranno gratificati con un attestato di partecipazione.

CiminierediSiderno A Siderno è caduto - anzi, è stato fatto cadere - un muro, ma ciò non apre a relazioni più amichevoli, piuttosto cancella la documentazione materiale di un tratto della storia della comunità. Il muro in questione recingeva la storica Fornace Russo, sita nella località già denominata Mileto, e il suo abbattimento - operato qualche giorno fa - verosimilmente anticipa il totale smantellamento delle rimanenti e ancora leggibili strutture, compresa la ciminiera, che, come la quercia del Pascoli, ancora «tenzona coi turbini», ma poi, «dove ora c’è l’ombra, spanderà se stessa morta». Tutto ciò - anche se sul posto, fra poco vedremo sorgere qualche moderno casermone - apporterà un indiscutibile beneficio all’ambiente della zona, dato che l’area della fornace è da tempo una specie di bomba ecologica nel cuore della città, ma farà definitivamente svanire il sogno di vedere quei resti recuperati, conservati ad attestare un dato identificativo della storia di Siderno, restaurati e riutilizzati come centro da rivitalizzazione culturale, idea che è circolata circa un quindicennio fa, suscitando adesioni e anche entusiasmo, ma durata lo spazio di un entusiasmo, senza essere riuscita a sollecitare operativamente la sensibilità degli amministratori della cosa pubblica, pressoché tutti ciechi e sordi circa la opportunità di conservare per il futuro le tracce del nostro attivo e laborioso passato in un “museo del patrimonio industriale”. La Fornace Russo non ha meriti eccezionali da esibire, ma è un segno visibile della attività di produzione di laterizi che agli inizi del Novecento era fatta - come bene attesta una relazione del 1907 del sottoprefetto di Gerace al prefetto della provincia - di ben 16 fornaci nel territorio di Siderno (a fronte di 55 del resto della Locride), tante da sostenere da sole una larga percentuale dell’economia del paese e tali - cioè, di tale qualità - che nei progetti di costruzione edilizia erano espressamente richiesti i «mattoni tipo Siderno». E tutto ciò a ragione. Perché si trattava dell’attività lavorativa più affidabile del territorio, attraverso la quale, oltre a garantire il lavoro a più centinaia di addetti, era stata letteralmente costruita una Marina avviata a diventare - come l’aveva definita Michelangelo Macrì nel 1824 - l’emporio della provincia, per le attività che promuoveva e per la ricchezza e varietà di merci che metteva a disposizione. Non fosse altro che per questo, le vestigia della Fornace

La poesia

Russo andrebbero recuperate, tutelate e conservate, non sotto una campana di vetro, ma in forma e con destinazione nuova - di centro culturale, appunto - per essere le radici del futuro della nostra città, senza le quali essa difficilmente potrà sopravvivere al suo non certo esaltante presente. Ma, tant’è: dimentica di tutto questo e del valore pedagogico insito, l’attuale generazione sidernese - come ha fatto per tutto ciò che ricordava il suo passato, tranne, ancora, per l’acquedotto del mulino del fego, tuttavia anch’esso destinato a cedere il passo a ruspe impazienti cancellerà fra poco anche la Fornace Russo e adeguerà al suolo la sua ciminiera, bandiera di una - anche se piccola - “rivoluzione industriale”, che le generazioni future ignoreranno, e non ne potranno in alcun modo godere. Pazienza. Sic [a Siderno] transit gloria mundi! Esprimo, però, la speranza che qualcuno possa e voglia eliminare - da subito, senza aspettare che lo faccia il tempo edace - anche il cartello turistico che attribuisce i

ROSIGNOLO O rosignolo che nella notte tenera vegli col canto sopra il mio dolore, messaggero d’amore, il tuo messaggio a me non serve più! Le tue note si perdono lontano dove il mare singhiozza eternamente, tra il mio mondo indifferente, dove trascorsi la mia gioventù! Non vengono gli amici a ritrovarmi

resti della Fornace Russo al “XIX°” secolo. Ciò perché, ovviamente, quei resti fra poco non ci saranno più, ma anche per eliminare e coprire pietosamente la vergogna dell’ignoranza - o della superficialità, che è più grave - di quel cartello l’ha a suo tempo ideato e collocato, ignoranza doppia, perché la fornace non fu costruita agli inizi dell’Ottocento (cioè, come c’è scritto, agli inizi del “XIX°” secolo), ma agli inizi del Novecento (quindi, nel “XX” secolo); poi perché, se, per rappresentare l’aggettivo ordinale, si usa il numero romano, a questo non si deve apporre la letterina in esponente (°). E poiché sto parlando di cartelli turistici, auspico anche che qualcuno, prima o poi, vorrà e potrà correggere quelli che, attestando l’intitolazione del lungomare a “(Cosimo Iannopollo)” recano il nome del defunto sindaco tra parentesi e non - come insegnano le grammatiche - tra virgolette (alte o basse, non importa).

dove passo i miei giorni, tutto solo a leggere libri e a scrivere carmi e cantare di te o rosignolo! Tu, solo, amico, sei rimasto ancora, fedele come un giorno! Tu soltanto quando l’aprile i verdi campi infiora, mi inebri nelle notti col tuo canto! Ma il cuore inaridito dentro il petto, non ode più la musica divina, il tuo bel canto non mi tocca più! Tra breve partirò! Tu tornerai, dentro gli anfratti, ancora a gorgheggiare ma la finestra chiusa troverai, sul tempo andato, che non torna più! Ingrati

Enzo D’Agostino


IL DERBY

Siderno - Locri

zero a zero e il buon senso

degli angeli al centro

È stato un derby all’insegna della sportività e della correttezza, quello tra Siderno e Locri giocato domenica scorsa. La paura di possibili disordini, diffusa più a mezzo stampa che dagli effettivi protagonisti del grande evento, si è dissolta come una bolla di sapone non appena le squadre sono scese in campo nel ricordo dei sei angeli che hanno perso la vita sulla Jonio-Tirreno nel terribile schianto del 16 novembre dello scorso anno. La correttezza dimostrata dalle tifoserie e, grazie agli interventi puntuali dell’arbitro, dai giocatori delle due squadre, è stata un grande esempio della civiltà che caratterizza tutti i cittadini della Locride, uniti nella gioia di un grande evento sportivo e nel ricordo di 6 giovani fantastici, 4 dei quali avrebbero di certo ingrossato le file dei tifosi e ammirato i "colori del cielo e del mare" della loro squadra da quegli spalti. Una gran bella partita goduta fino all'ultimo minuto. 0-0 e il buon senso degli angeli al centro.( foto Aldo Rossi)



ATTUALITÀ

www.larivieraonline.com

DOMENICA 22 NOVEMBRE

21

L’ALB a Siderno Superiore per parlare di beni culturali L’Associazione Amici del Libro e della Biblioteca organizza, per oggi, alle ore 18:00, un convegno dal titolo “Quali Beni culturali a Siderno? - Un primo inventario e proposte per il futuro”. Durante l’incontro, che si svolgerà a Palazzo De Mojà di Siderno Superiore, dopo i saluti del Sindaco di Siderno Pietro Fuda, del Presidente ALB Cosimo Pellegrino e dell’Assessore alla Cultura Ercole Macrì, prenderanno la parola il rappresentante della Deputazione di Storia Patria per la Calabria Domenico Romeo e il Priore Confraternita di Maria SS. dell’Arco Raffaele Macry Correale, prima di lasciare spazio alla proiezione di immagini relative ai beni culturali di Siderno a cura di Domenico Romeo e al dibattito che chiuderà la serata. La cittadinanza è invitata a partecipare.

Premio Sant’Ilario 2015

Per la sezione “Firme d’Autore” i riconoscimenti ad “Anime nere”

Il Marconi al X salone dell’orientamento Gli studenti delle IV e V classi dell’ IIS Marconi di Siderno nella loro qualità di giovani in cerca di informazioni su esperienze di mobilità hanno avuto, giorno 13 novembre 2015, la possibilità di incontrare le Università, i CPI, gli enti di formazione, le istituzioni locali e nazionali, le imprese, le agenzie di recruiting nella rassegna nazionale dedicata all’informazione, all’istruzione, alla formazione, all’orientamento. L’evento, promosso dalla Regione Calabria, dalla Provincia di Reggio Calabria, dal Comune di Reggio Calabria – Centro di informazione Europea Europe Direct, dall’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e dall’azienda speciale In.Form. A della CCIAA di Reggio Calabria, ha avuto come tema conduttore Lavoro, Formazione, Istituzioni, Università, Professioni. Il ” Salone dell’Orientamento”, giunto alla sua decima edizione, oltre alla partecipazione ai numerosi workshop di approfondimento ha offerto agli allievi un ampio spazio espositivo, suddiviso in aree di interesse (istruzione e formazione, informazione dei Centri di informazione Europea, lavoro, mobilità) al fine di conoscere i migliori prodotti e servizi proposti e le opportunità offerte a livello locale, nazionale, europeo quali: l’offerta formativa ed universitaria, le opportunità del mercato del lavoro, l’esperienza dei centri per l’impiego, i programmi dell’Unione Europea. La visita, organizzata dalla Commissione Orientamento presieduta dalla prof.ssa Fimognari, è da considerare interessante

Il “Salone dell’Orientamento ha offerto agli allievi uno spazio espositivo

opportunità per i giovani del Marconi - che devono orientarsi nel variegato sistema della formazione, del lavoro, della opportunità messe a disposizione dalla Commissione Europea - ma anche per i docenti accompagnatori, prof.ri Filastro Giuseppe, Ferraro Giuliana, Macri’ Rosalba, Vitale Patrizia, Piluso Romina e Altomonte Cristina che hanno potuto utiliz-

Siderno, la decrescita economica ci salverà? Martedì 24 Novembre a palazzo De Mojà Bruno Centrone, docente della Scuola Normale Superiore di Pisa Un nuovo modo di rapportarsi all’ambiente, nuove forme di produzione e di consumo sostenibile, in sintesi l’elaborazione di nuovi stili di vita che partono dal recupero di identità di paesi in forte ritardo di sviluppo socio-economico. Il convegno organizzato a Palazzo De Mojà di Siderno Superiore martedì 24 novembre alle ore 18:20 dall’associazione culturale Scholé di Roccella - in collaborazione con gli assessorati alla Cultura e allo Sviluppo Economico del comune di Siderno - dal titolo “ Come pensare una decrescita economica”, propone una lezione magistrale del professore della Scuola Normale Superiore di Pisa Bruno Centrone. A seguire “By the Jasmine Coast”, il reading concert di Fabio Macagnino e Giuseppe Barcella, che si terrà a partire dalle ore 21:30 nell’incantevole sala, appena ristrutturata, di Palazzo Amato, sempre a Siderno Superiore. L’amministrazione Fuda invita tutti a partecipare, poiché, per raggiungere il risultato della rivitalizzazione di un borgo strategico sia in termini storico-culturali che per la

sua bellezza naturalistica e architettonica, è fondamentale la partecipazione della comunità, degli operatori economici del territorio e dell’associazionismo.

zare l’evento per aggiornarsi su metodologie, strumenti di lavoro e progettazione comunitaria. Un ringraziamento va al D.S. Prof. Francesco SACCO per aver autorizzato la partecipazione alla manifestazione svoltasi a Reggio Calabria nella sede del Consiglio Regionale.

Condivisione, aggregazione, divertimento, apprendimento, cultura: tutto questo è stato il film “Anime nere” per un intero territorio coinvolto a vario titolo, partecipe di un progetto forte, pluripremiato, applaudito in Italia e all’estero. E per dare risalto a questo dato fondamentale, oltre che al valore artistico dell’opera nel suo globale, dal dirompente libro di Gioacchino Criaco, edito da Rubbettino, fino all’opera di Francesco Munzi, nell’ambito del “Premio Sant’Ilario 2015 – sezione Firme d’Autore”, è stata dedicata, sabato scorso, una serata al film. Il Premio, promosso dall’amministrazione comunale per tributare il giusto riconoscimento a quanti danno lustro con il loro operato alla cittadina ionica, in ideale continuazione con gli appuntamenti che negli anni hanno visto la presenza di Gioacchino Criaco e della Rubbettino a Sant’Ilario, ha siglato quindi un percorso di condivisione culturale. «Il cinema con la sua grande capacità di attrazione è uno dei più potenti veicoli di rivoluzione e trasformazione sociale, a maggior ragione in territori difficili come la Locride, ed è perciò su questa magica forma d’arte che si può e si deve puntare per un riscatto possibile» ha detto il sindaco Pasquale Brizzi. Hanno ricevuto il riconoscimento l’attore Fabrizio Ferracane, protagonista del film insieme a Peppino Mazzotta e Marco Leonardi, lo scrittore Gioacchino Criaco, che insieme a Munzi ha firmato la sceneggiatura, il direttore editoriale della Rubbettino, Luigi Franco, che ha scoperto il talento narrativo di Criaco (in questi giorni nelle librerie con il suo nuovo romanzo, “Il salto zoppo”, edito da Feltrinelli), la Asimmetrici Film di Bernardo Migliaccio Spina e Vincenzo Caricari per l’importante lavoro svolto nella fase del casting. E il riconoscimento al film nel globale è stato invece assegnato ai tanti volti di attori, professionisti e non, dai ruoli di pochi minuti a quelli più lunghi, che hanno reso indimenticabile l’opera. A ritirare il premio i co-protagonisti Stefano Priolo e Pasquale Romeo, e ancora Marco De Leo, Giancarlo Saccomando, Filippo Racco, e il manager per le location Antonio Iulis. (Le foto sono di Lidia Zitara) L’evento, organizzato dal Comune di Sant’Ilario con il patrocinio della Provincia di Reggio Calabria, ha visto la partecipazione e gli interventi di numerosi rappresentanti dell’amministrazione comunale, a sottolineare come la serata sia stata fortemente voluta dalla stessa e personalmente curata nei dettagli dagli amministratori, in testa il sindaco Brizzi. Con lui il vicesindaco Giuseppe Monteleone, l’assessore Vincenzo D’Agostino e lo staff dei consiglieri delegati alla cultura: Tonino Carneri, Claudia Cinelli, Sara Tedesco, Alessandra D’Agostino. Presente anche il presidente della Pro Loco, Ugo Mollica. La manifestazione è stata condotta da Maria Teresa D’Agostino. Sono state proiettate parti salienti di “Anime nere” e un emozionante “dietro le quinte” del periodo della lavorazione dell’opera, gentile omaggio di Asimmetrici Film.

U’BORGU ANTICU È VIVU (IL NOSTRO BORGO È RISORTO)

“Palumbaru” ‘u chjamavanu ‘na vota sup’a ‘na rupa, Sidernu Superiori, ma chjanu chjanu fici capiri a tutti ch’e l’atti Paisi non’era ‘mperiori

Mi saziu e m’incaminu pe’ st’anticu Borgu mi meravigghju, tuttu m’accumuna d’avanti a mia: viuzzi, storici palazzi e antichi chjesi chi ndavi cchjù di una!

e quand’i suprannomu lu chjamavanu Sidernu u Supa non’è ca s’affendìa anzi sutt’e baffi s’arridìa pecchì era sicuru ca valìa.

Riposavanu ancora i mei cumpaisani ma forzi era sulu l’impressioni mia pecchì luntanu si sentìa ‘na vuci,’nu parrari, mentri jia avanti nt’a ‘na Via.

Sup’a glià barcunata ‘i San Nicola pe’ casu mi trovài l’atta matìna l’occhj miraru ddritti… a la chjanura e comu magìa ‘nquatràru la Marina!

Pensandu e’ tempi di ‘stu Borgu Anticu” ammenti poi mi vinni la sua storia ‘na storia vera, ‘na storia, grecu-romana, chi parra di potenti, di feudi, di gloria.

Cielu, mari azzurru, casi moderni e villi, ma puru antichi cimineri spenti chi mi riportanu nt’a menti lu passatu di tanti operai…e paisani assenti.

Ma chigliu chi di cchjù corpìu a mia è quandu ‘u terremotu lu pigghjàu(1783) quantu rovini lu Borgu supportàu! Ma i ricordi restanu! E chigli nd’i dassàu!

- “Stemmi, archi, antichi monumenti chi ndi riportunu tuttu lu passatu; d’i mur’e cinta c’è ancora la sumenza, chi sunnu testimoni di potenza; E quantu chjesi ndavi… semidistrutti u’ terremotu nci dassàu u signu a tutti: ‘A Chjesa Barocca ‘i San Carlu Borromeu ‘a chjesa i Santa Maria dell’Arcu, chiglia da Santissima Annunziata e tutti l’atti… su’ mali cumbinati. Ma una s’a rificiuru a’ lu Borgu e d’èsti ‘a Chjesa i San Nicol’e Bari, fatta cu’ pilastr’i petra locali e tri navati chi su’ monumentali, di “baroccu” ndavi l’artari maggiori ch’èsti‘nu vantu pe’ Sidernu Superiori. Nci su’ palazzi antichi, ancora ricamati, chi a chigli tempi eranu tantu nominati, palazzi di patruni chi ndavènu cilinari e servituri

e chi ndi ricordanu a nui i ricchi… ‘gnuri. E ancora…‘a barcunata i San Nicola pe’ gustari ‘na ricca vitrina cu’ ‘nu panorama di milli culuri e chi nd’i disegna…Sidernu Marina” E pe’ ricordari c’o Borgu è ancora vivu Da’ Fabbrica Di Petro vinni ‘na pensata ‘na cosa bella, nova e d’apprezzata Potìmu vantàri ogn’annu “l’Ottobrata” Pensandu a li trisori di ‘stu Borgu chi comu presepi arricchisciunu glià “Rupa” potìmu diri grazi o’ “palumbaru”pecchì Sidernu è bellu, ma cu’ SIDERNU U SUPA! (MIMMO MASSARA))


RIVIERA

Le sindache Marisa Romeo e Caterina Furfaro, prime cittadine di Ferruzzano e Agnana, scrutano con ansia il palco in attesa dell’inizio di un convegno a Locri!

Abbasso il pattume Il capo della Protezione Civile Carlo Tansi posa con il sindaco di Casignana Pietro Crinò e i contestatori della discarica. Ruoli diversi, obiettivo comune!

I Ragazzi di Bovalino Sergio Delfino ha una comitiva di amici da fare invidia. Eccoli il tutto il loro splendore in modalità “auto parcheggiata” per le strade di Bovalino

Studenti attori Giuseppe Futia Eleonora Brandi, Palmisano sono, e l’attrice Giulia di studenti di Loil giovane gruppo della recitazione criTeatro: il futuro passa da qui.

Le Iene La giunta di Sant’Ilario: Il vicesindaco Giuseppe Monteleone, il consigliere Tonino Carneri, il sindaco Pasquale Brizzi, l’assessore Vincenzo D’Agostino.

Maschere classiche L’aspirante attrice Katia Karoleo posa in notturna con una delle maschere storiche di Sant’Ilario, il gentiluomo d’altri tempi Mimì Brancatisano.

Eppure la pista ciclabile serviva… L’assessore Macrì cerca di dimostrare ai sidernesi l’utilità della una pista ciclabile presentandosi a un evento con velocipede al seguito.

Crisi risolta Sebi Romeo e il sindaco di Bianco Aldo Canturi gioiscono del successo conseguito nel post alluvione. Tansi, sullo sfondo, sembra voler dire qualcosa

Il riposo della stampa Il team Rai fraternizza con Enzo Lacopo appena fuori dalla Sala della Cultura del Comune di Locri mentre sfoglia l’ultimo numero di Riviera

Ciccio titolare tutto fare In tempi di crisi bisogna essere pronti a reinventarsi professionalmente e nessuno lo fa meglio di Ciccio, fa il cassiere nel market di sua proprietà

“Amore mio sono orgogliosa di te. Mi dispiace di non poter condividere questo giorno con te ma ti sono vicina. Hai raggiunto un grande traguardo. Congratulazioni dottor Matteo Muià!”


SETTIMANALE

www.larivieraonline.com

nel Antoniminadaco n si mondo Il ndelli Antonio Co degli e il decano Locri avvocati di sieNino Maio si i a dono vicindella memoria e oriloro comun inegine antonim se.

del ente ava d i s e r Il p Lac terati Mario ssieme t e l e a o i Attor letterari bria posa ime Nere a l è n f a Caf enico C cco di A ant’Ilario Dom Filippo Ra onia di S a un te la cerim duran

DOMENICA22NOVEMBRE

23

Tifosi visti da vicino Ecco l’azzurristifoseria sima sidernese (o vavalacia, che dir si voglia) durante il grande derby calcistico della scorsa settimana. Da studio antropologico…

Metace Criaco a rimonia G (Fabriziobbraccia il “su ioacchino Luigi Fr Ferracane) o” Luciano nia per anco durante accanto a Anime Nere a Sla cerimoant’Ilario

Baroni regionali Il “Barone” Francesco Macrì si sofferma a parlare, a Locri con un dirigente regionale. In attesa del prossimo grande evento di rappresentanza.

Da un servizio all’altro La nostra collaboratrice Anna Laura Tringale posa assieme all’onnipresente cameraman di Telemia Maurizio Nardi. Pronti a fare un nuovo servizio!

Professionista in campo Un elegantissimo e inedito Giuseppe Belligerante è pronto a fare la telecronaca del derby SidernoLocri! Quanta eccezionale professionalità!

Pace fatta L’Ottobrata ha riscaldato gli animi proprio di tutti, tanto è vero che è ormai ufficiale la pace tra Peppe Venuto e Mimmo Panetta. “Congratulazioni alla Dottoressa Irene Cherubino, per la laurea in Tecnico di Laboratorio Biomedico all’ Università Magna Graecia di Catanzaro con la valutazione di 110 e lode!! La tua famiglia”

Di nuovo insieme allo stadio Ciccio Diano e Pietro Fuda tornano insieme allo stadio per vedere il derby, e il buon Ciccio ricorda una vecchia partita in cui fece invasione di campo

nel l’albero di ulivo È stato piantatoscuola elementare cortile della pido Mamertina. Un “Ansalone” di Op per contribuire alla gesto simbolico la prevenzione del divulgazione delgico. rischio idrogeolo



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.