LA CONTROCOPERTINA
Traguardi
50 anni di giornalismo
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DOMENICA 29 NOVEMBRE
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Non avrebbe mai immaginato che il giornalismo sarebbe diventata la sua strada. Per 50 lunghi anni Aristide Bava ha raccontato la Locride senza mai scadere nell’improvvisazione cialtrona o nella spettacolarizzazione canaglia.
Giornalista per caso
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Il giornalismo di un tempo si faceva sul campo con una penna in mano e una macchina fotografica dietro. Quello era vero giornalismo: quando bisognava fare i salti mortali per portare la notizia a casa.
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
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a inscatolato nei suoi taccuini la Locride per cinquanta lunghi anni. Sotto questa potentissima lente di ingrandimento che è la stampa, Aristide Bava ha messo a fuoco il nostro territorio. Magari non avrà scritto tutto quello che avrebbe voluto ma di certo non ha mai scritto quello che non pensava. Aristide ha riportato quello che ha visto, con grande serietà, senza toni sensazionalistici perché lui non sa che farsene del fiato sospeso, perché lui non ha mai amato assaporare gli scandali ma denunciarli. Lunedì scorso, sprofondati in due poltrone di finta pelle, abbiamo ripercorso insieme i suoi cinquant’anni di giornalismo e di Locride, interrotti più volte dalla suoneria in crescendo del suo cellulare, perché – Aristide lo sa bene – in qualsiasi momento “il giornale ti chiama all’ordine”. Perché ha scelto come compagno di avventura l’inchiostro? È stato un caso fortuito. Non mi sarei mai sognato da ragazzo di diventare giornalista. Ho avuto la fortuna di conoscere uno dei più grandi giornalisti che la Calabria abbia mai avuto, Gigi Malafarina, che allora era corrispondente a Siderno per la Gazzetta del Sud. Fu chiamato in seguito, per i suoi meriti, alla redazione del Giornale. Per essere assunto doveva adempiere a un obbligo: trovare un sostituto a Siderno. Io ero suo amico ma di giornalismo capivo poco o nulla, perciò in un primo momento rifiutai. Ma Gigi mi fece pressione perché avrebbe perso un posto di lavoro a cui da tempo aspirava e a cui teneva particolarmente. Mi toccò sul mio punto debole e alla fine accettai. Non ti nascondo che appena vidi la mia firma sul giornale, il giorno dopo la partenza di Gigi, mi scoppiò dentro una passione che a distanza di 50 anni è ancora viva. Qual è stato il suo primo articolo? Il mio primo articolo riguardava una protesta studentesca all’Istituto Tecnico Commerciale di Siderno. Siamo nella seconda metà degli anni 60, allora le proteste erano all’ordine del giorno. Oltre a essere il periodo delle proteste furono anche gli anni dei sequestri più eclatanti. Nella Locride furono sequestrati imprenditori, professionisti e persino donne e bambini. Tra le giovani vittime, Giovanni Furci, di Locri, che a soli 9 anni fu tenuto in catene per 7 mesi in Aspromonte. Cosa ricorda di quegli anni? Sono stati anni tristi per la Locride che hanno affossato dal punto di vista turistico il nostro territorio. Era il momento del boom turistico verso la Calabria e proprio allora sono iniziati i sequestri di persona. La vicenda di un imprenditore di Brancaleone si è diffusa a macchia d’olio sulla stampa nazionale e quello che fu detto della Calabria non invitava di certo a visitarla. Ai sequestri si sono accavallati i moti di Reggio, fatti deleteri che si sono ripercossi fino ad oggi e a causa dei quali abbiamo perso un’occasione per pro-
muovere il nostro territorio che nell’immaginario è stato sempre più assimilato al “regno della delinquenza”. Quindi è da quegli anni che è stato impresso questo marchio incandescente che ci portiamo ancora dietro? Purtroppo sì. Ricordo che mi capitò di fare un giro nel nord Italia e delle persone che avevano saputo che venivo dalla Calabria mi chiesero preoccupati come si vivesse quaggiù, che pericoli corressimo, perché quei fatti ebbero grande risonanza sulla stampa nazionale. La stampa nazionale strumentalizzò quanto stava accadendo? Quando avvengono fatti negativi nel nostro territorio la stampa nazionale ci marcia sopra. In occasione del sequestro del bambino di 9 anni, Giovanni Turci, ci fu una trasmissione curata da Santoro, che con le sue telecamere raggiunse Siderno. Quel servizio pesò molto negativamente sull’immagine del nostro territorio. D’altronde, però, il fenomeno esisteva: nell’area della Locride, in particolare a Bovalino, si registrò il più alto numero di sequestri mai avvenuti in Italia, se rapportato alla densità della popolazione. Gli anni 70 sono anche gli anni della nascita delle regioni. In Calabria inizia un dibattito sulla collocazione del capoluogo che sfocerà nei moti reggini, a cui prima ha fatto riferimento. Lo slogan di allora fu “Boia chi molla”, di dannunziana memoria. Alla fine, però, il boia mollò e si smise di pensare che fosse possibile cambiare la realtà con le barricate e gli slogan, che lasciarono spazio alle clientele, ai clan, alla defezione. Sopraggiunse il tempo dell’omertà… Cosa significarono quegli anni per chi faceva giornalismo?
I giornalisti hanno fatto cronaca in quel periodo. Noi della provincia abbiamo vissuto un po’ meno quei fatti. I giornalisti reggini raccontarono la realtà: i boia, le barricate, l’esercito e i carri armati che sopraggiunsero per sgomberarle. Fu una rivolta estrema e i motivi per cui nacque, a mio parere, non la giustificano. 1975, muore ‘Ntoni Macrì. Come i giornali, e la Gazzetta in particolare, se ne occuparono? La morte di ‘Ntoni Macrì, giornalisticamente parlando, è stato un evento. Lui è stato un personaggio carismatico nel bene e nel male. Dicono sia morto perché si opponeva ai sequestri di persona, al traffico della droga, alla nuova ‘ndrangheta, quindi si è creata questa aureola attorno a lui, considerato il padrino della Calabria, e spesso è stato esaltato a torto. Era un personaggio forte ‘Ntoni Macrì e di lui la Gazzetta si occupò ampiamente; io stesso gli feci una lunga intervista quando era in carcere. Il lettore non mollò la presa nemmeno un attimo da quei fatti. Dopo la sua morte scoppia la prima guerra di ‘ndrangheta. La ‘ndrangheta si inserisce sempre più nel traffico internazionale di droga e successivamente negli appalti statali così da riciclare il denaro sporco. Nella Locride inizia il periodo delle faide. Ci racconti quegli anni… Furono anni in cui c’era davvero d’aver paura. Si sparava senza motivo e spesso contro persone che non c’entravano nulla, o magari erano amici o intermediari. Ma bisognava raccontare anche quello e mettere ogni timore da parte, anche perché se si ha paura questo mestiere non lo si può fare. Qual è stata la decisione più difficile della sua carriera? Non c’è una in particolare. Mi sono trovato in difficoltà quando fatti di cronaca coinvolgevano persone che conoscevo ma non ho potuto comunque sottrarmi al dovere di raccontarli, e ho cercato di barcamenarmi tra l’affetto che nutrivo per gli amici e il dovere di cronaca. E la gratificazione più grande, invece? Al di là dei premi e delle targhe, a darmi grande soddisfazione c’è stata una questione che sono riuscito a risolvere molti anni fa. Sono stato contattato da un prete che viveva in una frazione di Marina di Gioiosa, Junchi. Era sconsolato perché la situazione di quella contrada era drammatica: lui era costretto a celebrare i funerali all’esterno della chiesa perché pericolante e in più non c’era una strada, quindi il feretro doveva essere portato a spalla. Ho preso a cuore questo suo disagio e ho fatto diversi servizi che sono andati anche sulla pagina nazionale. Allora quello che veniva scritto sui giornali riceveva grande attenzione dalla politica e nel giro di pochi mesi furono risolte diverse questioni, tanto che il prete mi è stato sempre riconoscente e anche quando è stato trasferito in un’altra parrocchia siamo rimasti in contatto. Un’intervista che le è rimasta particolarmente impressa? Mi è capitato di intervistare Giulio Andreotti e mi piace ricordarlo non tanto per il perso-
naggio in sé, quanto piuttosto per la sorpresa che ebbi nel sentirmi dare risposte così precise e accurate su questioni riguardanti non solo la Calabria ma addirittura la stessa Locride, che denotarono una conoscenza così profonda del nostro territorio che difficilmente ho riscontrato nei nostri deputati calabresi. C’è qualcosa del giornalismo di oggi che non le piace? Parecchie cose. Oggi è facile fare il giornalista, basta avere un computer a portata di mano, fare copia e incolla, riprendere un comunicato e l’articolo è bell’e pronto. È un giornalismo che non soddisfa più il lettore. Il giornalismo di un tempo si faceva sul campo con una penna in mano e una macchina fotografica dietro. Quello era vero giornalismo: quando bisognava fare i salti mortali per portare la notizia a casa. Dalla penna al computer… ha vissuto in pieno la rivoluzione informatica… Inizialmente ci servivamo del telefono per le interviste e per reperire informazioni a distanza. Poi è arrivato il fax e già per noi è stata una rivoluzione. Quando è stata la volta del computer, quelli come me si sono messi a ridere: fare giornalismo sarebbe stato un gioco da ragazzi! Oltre Gigi Malafarina, un altro giornalista della vecchia guardia che ha apprezzato particolarmente? Era un giornalista di Ardore, si chiamava Gaetano ma mi sfugge il cognome, era detto “u pipirindolu” perché era un fanatico della notizia: qualunque cosa succedesse lui non mancava mai all’appello. Gigi Malafarina è stato il suo maestro di giornalismo, invece, per quanto riguarda la politica, altra sua passione, quali orme ha seguito? Io sono cresciuto sotto l’egida prima di Vico Ligato e poi di Franco Quattrone. Però uno dei personaggi che qui a Siderno mi ha affascinato tantissimo soprattutto per la sua dialettica è stato Marco Lulì. Altro personaggio carismatico è stato Carlo Satira: lui era un volpone, uno di quelli con lo sguardo lungo. Io ero uno sprovveduto rispetto a loro. Da giornalista con 50 anni di esperienza sulle spalle a giornalista che ha da poco iniziato che consiglio può darmi? Di restare asettica sulla notizia, di cercare di ragionare con la tua testa senza lasciarti abbindolare o stimolare da altri. Oltre a fare giornalismo, come hai ricordato, ho fatto anche politica e conciliare le due cose è stato abbastanza complicato perché mi trovavo “diviso” tra il mio pensiero politico e il dovere di giornalista. Ho sempre evitato l’eccesso sia da un lato che dall’altro. Devo anche dire che ho avuto il sostegno di una redazione che non mi ha fatto pesare questa mia “ambivalenza”. Ho ricevuto decine di lettere anonime e alcune mi sono state anche nascoste, per fortuna, altrimenti avrei dovuto rinunciare o all’una o all’altra passione. E quale avrebbe scelto? Avrei rinunciato a fare politica ma mai a fare giornalismo.
RIVIERA
ATTUALITÀ
GIUDIZIARIA
La scelta del boss
N
el corso di un’indagine coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, che si è sviluppata attraverso molteplici filoni, si è giunti a individuare, anche attraverso delle intercettazioni ambientali, quale fosse la scelta di un boss della ’ndrangheta verso un candidato invece che su altri nel corso di una data campagna elettorale avvenuta negli anni scorsi. L'attività investigativa svolta ha consentito di accertare che una serie di candidati alle elezioni amministrative, si erano recati presso l'abitazione di un boss e a questi avevano chiesto appoggio nella ricerca dei voti, offrendo in cambio una serie di favori che potevano andare dall'aggiudicazione di appalti pubblici al trasferimento di detenuti di notevole spessore criminale. Va a questo riguardo premesso che erano sempre i candidati a sollecitare gli incontri con il boss; quest'ultimo poi riceveva tutti e a tutti manifestava la propria disponibilità a concedere l'appoggio elettorale dell'organizzazione, riservandosi poi di verificare lo spessore politico di ogni candidato e le sue effettive possibilità di elezione nonché, e in primo luogo, la disponibilità manifestata dallo stesso nei confronti del sodalizio criminale; alla luce di tali verifiche veniva poi sciolta la riserva in ordine al candidato sul quale fare effettivamente convergere i voti controllati dall'organizzazione. “Appare significativo evidenziare che – scrivono gli inquirenti, – sulla base di due conversazioni intercettate, l'organizzazione criminale si proponeva di pianificare una propria strategia unitaria in vista delle suddette consultazioni elettorali amministrative, parlandosi espressamente da parte di omissis della necessità di sostenere un ristretto numero di candidati onde evitare una dispersione di voti”. Alla necessità di sostenere solo alcuni candidati evidenziata dal boss nel corso di un incontro, un altro sodale faceva presente, secondo l’ipotesi degli investigatori, “che doveva essere l'organizzazione a individuare i candidati ai quali offrire il proprio appoggio, onde garantire il conseguimento del risultato positivo rappresentato dall'elezione dei propri referenti politici”. Seguendo il ragionamento del boss i candidati, una volta eletti con l'appoggio dell'organizzazione e constatato che si trattasse di persone meritevoli di fiducia da parte della stessa, potevano beneficiare di un ulteriore appoggio alle future elezioni. Le conversazioni intercettate rappresentano un'indubbia conferma circa il carattere sostanzialmente unitario che l'organizzazione mira a conseguire anche nell'ambito dei rapporti con i propri referenti politici, essendo la strategia voluta dal boss volta a superare quella frammentarietà di azione che aveva caratterizzato nel passato i rapporti fra le varie famiglie e che non aveva consentito all'organizzazione nel suo complesso di imporre su tutti i territori di propria influenza i candidati di riferimento. I dialoghi captati, con particolare riferimento alla ricerca di una strategia unitaria dell'organizzazione nei suoi rapporti con la “politica”, devono essere letti congiuntamente con quanto emerso nell'ambito dell’operazione denominata “Il Crimine”, con particolare riferimento all'ipotesi formulata dalla Pubblica Accusa di configurazione della “ndrangheta” come organizzazione unitaria, suddivisa in tre distinti mandamenti (quello ionico, quello della “piana” cioè tirrenico e quello di Reggio Calabria centro), tutti facenti capo a un organismo di vertice denominato “La Provincia”.
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Scopelliti, è ora di pagare il conto Il capitolo di quella che sembra essere la sceneggiatura di un film thriller complottista, si chiude con la consegna di una somma a tre cifre che l'ex governatore dovra versare entro pochi giorni, pena la lievitazione del gruzzolo.
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n despota, una città piegata, un cratere nel bilancio, le principali aziende pubbliche sull’orlo del fallimento, tante opere pubbliche inutili, servizi essenziali azzerati. Il trionfo dell’efficientismo di facciata, di una pseudo buona amministrazione. No, non è un film post apocalittico, non è nemmeno un film ma il quadro, poco edificante, che la magistratura delineò un anno fa nelle 300 pagine di motivazione della sentenza dell’ormai celebre processo Fallara. Giuseppe Scopelliti, ex sindaco della città di Reggio Calabria ed ex governatore della Regione, venne condannato a sei anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Elementi di una situazione ambigua, dove tutti sapevano, tutti erano al corrente così come emerge da una parte di motivazione che recita: “Della situazione drammatica del comune di Reggio Calabria tutti erano perfettamente al corrente, compresi gli Assessori, il Sindaco, il Direttore Generale, i consiglieri comunali, i dirigenti e i
revisori dei conti”. E questo “sia perché era evidente ictu oculi (praticamente sotto gli occhi di tutti) lo stato di profonda crisi che aveva colpito quell’amministrazione, sia perché, come emerso da più deposizioni, se ne parlava apertamente nell’ambito della Giunta, del Consiglio comunale e delle riunioni tra dirigenti.” Una situazione, quindi, deliberatamente disastrata e portata all’estremo “per il perseguimento di obiettivi parziali, colorati personalisticamente e motivati da una forte tendenza a soddisfare l’elettorato del Sindaco del tempo e a garantirne l’ulteriore carriera politica”. Una storia fatta di ambizione personale sfrontata, clientele e falsi, di imbrogli nascosti tra le maglie del Bilancio e del tentativo, emerso durante il dibattimento, di dare la colpa solo ed esclusivamente ad Orsola Fallara, l'ex dirigente del settore finanze morta suicida a dicembre del 2010. Il capitolo di quella che sembra essere la sceneggiatura di un film, tra l’altro thriller complottista, si chiude con la consegna del conto all’ex governatore. Un conto salatissimo, un conto di 120.538,25 euro, comprendente la provvisionale fissata dal Tribunale, più 405 euro di compenso dell'atto di precetto, 60,75 euro di rimborso forfettario, più altri 62,50 di spese di diritti di cancelleria, più 10 euro di spese di notifica. La somma, già di per sé mastodontica, è destinata ad aumentare qualora l’ex governatore non paghi entro dieci giorni dalla notificazione del precetto. L’urgenza della questione – che non riguarda per la prima volta l’ex governatore, essendo già stato “vittima” di un’iscrizione ipotecaria nel 2014 in seguito alla vicenda Italcitrus - considerato il dissesto causato da un’amministrazione decennale, è particolarmente sottolineata dall’attuale amministrazione comunale che, attraverso l’avvocatura civica, ha fatto presente l’eventualità di rivolgersi al tribunale per procedere all’esecuzione forzata. Tuttavia l’ex sindaco potrebbe tentare una via conciliatoria con l’amministrazione attraverso un organismo atto alla composizione della crisi di sovraindebitamento, al fine di trovare un “accordo” vantaggioso per entrambe le parti. Le vie sono, dunque, molteplici. Ma l’obiettivo è uno solo: pagare, in fretta. Antonio Cormaci
La brutta notte del Pronto Soccorso di Locri Ordine dei Medici:"Questa escalation di violenza continua contro la categoria deve finire Un vero e proprio “sos sicurezza” è stato lanciato in settimana dall'Ordine dei Medici dopo un fatto gravissimo accaduto la notte di sabato 21, presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Locri. "Un energumeno riporta il comunicato - andato in escandescenza, ha messo a soqquadro i locali solo per essere stato invitato ad attendere in sala d’attesa la fidanzata sottoposta a una flebo di Levopraid per nausea e, quindi, in codice bianco". Una reazione spropositata quella dell'uomo che, stando alle foto, ha ribaltato la scrivania dell'accettazione e questo dopo aver tentato di aggredire il personale. Quello del 21 novembre scorso non sarebbe, purtroppo, un caso isolato ma si tratta di una vera e propria escalation criminale. Le aggressioni ai medici di Reggio Calabria e provincia avvengono, infatti, con cadenza settimanale senza che nessuno batta ciglio e nonostante i ripetuti appelli dell'Ordine che rimane sconfortato di fronte al totale immobilismo e all'indifferenza che regna sovrana. Questi episodi di violenza, sono legate a doppio filo con quel piano di rientro che dura ormai da sette anni, e al blocco delle assunzioni che ha portato a gravi carenze di organico. Nonostante, infatti, si continui a parlare di assunzioni per colmare le carenze del personale medico e paramedico, ad oggi, sembra solo fumo negli occhi anzi, quotidianamente, si assiste alla chiusura di reparti nei vari presidi della provincia. I medici si ritrovano con carichi di lavoro enormi, le liste d’attesa si fanno interminabili e il sistema sanitario è sempre più vicino al collasso. La fiducia del cittadino nei confronti del sistema sanitario è ai minimi storici e questa diffidenza si tramuta spesso a identificare nel medico, ultimo baluardo della sanità, il capro espiatorio. La Redazione
LA COPERTINA
Una poltrona per tre Come nel classico natalizio di John Landis, i protagonisti Eddie Murphy e Dan Aykroyd sicontendevano unpostodabrokerfinanziario, aSiderno intreaspiranoalla guidadel centrodestra. Chi la spunterà?
Politica
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icordo un bel film di qualche decennio fa che a Natale era diventato una tradizione fissa, come il panettone. Si intitolava “Una poltrona per due” ed era interpretato egregiamente da Eddie Murphy e Dan Aykroyd. I bambini aspettavano con ansia la voce di Homer, momentaneamente impossessatosi di Eddie, come si aspetta Babbo Natale. Il film raccontava che, nelle giuste condizioni, una persona povera può facilmente diventare ricca, ma un ricco che perde il proprio patrimonio è completamente smarrito. Non sa come destreggiarsi perchè si ritrova catapultato in un mondo che a fatica riesce e riuscirà mai ad accettare. Perchè è facile che il favorito dalla "sorte" si abitui al bene e goda appieno del desti-
no propizio ma è quasi impossibile che lo "scartato" si metta l'anima in pace e si rassegni al fato avverso accontentandosi di una fetta di torta striminziata e che ci si è persino dimenticati di inzuppare e ingolosire nel rum. La cosa curiosa è che, con i dovuti distinguo, la storia potrebbe essere applicata anche al centrodestra sidernese, oggi all'opposizione. Da Reggio Calabria e Catanzaro si è spesso cercato di modellare e dividere le linee politiche, tanto che i contendenti per la poltrona del centrodestra a Siderno, oggi, sono addirittura tre. Nella coalizione, infatti, si possono riconoscere tre gruppi guidati dall’ex candidato a sindaco e oggi unico consigliere comunale Pietro Sgarlato, dall'ex sindaco ed ex consigliere provinciale di Forza
Italia Riccardo Ritorto, e dal neo consigliere provinciale ed ex assessore comunale Francesco Rispoli. In questo zibaldone zabaione non siamo ancora riusciti a capire in quale gruppo si sia collocato l'ultimo segretario conosciuto di Forza Italia, Michelangelo Vitale; inoltre, sembra voler restare fuori da questo guazzabuglio, di cui non si capiscono bene le logiche, l’altro ex candidato a sindaco Giuseppe Caruso, messosi alla guida di un movimento politico culturale che non gli precluderebbe, però, la candidatura nel centro destra alle prossime regionali. Speriamo, a questo punto, che i dirigenti regionali dei partiti del centrodestra facciano chiarezza e ci illuminino in merito a questa imbarazzante confusione. Rosario Vladimir Condarcuri
Il centrodestra è a pezzi. Il fenomeno, avvertito in tutta la nazione, assume toni drammatici sulla ionica, dove tra commissariamenti ed egoismi sono state subite mazzate tremende. Ma Franco Crinò ha una ricetta per tornare nelle grazie degli elettori.
Franco Crinò “Ritroviamo l’intesa e ritroveremo la vittoria”
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«Oggi nel centrodestra, non solo locale ma nazionale, non si deve procedere ognuno per la propria strada, ciecamente convinti che sia l’unica percorribile»
È
un centrodestra che cerca di raccogliere i cocci quello che in queste settimane si sta riunendo nella Locride. La parentesi del commissariamento di Forza Italia, che sta volgendo al termine, rende urgente una presa di coscienza da parte della coalizione e la ricerca di una rinnovata unità d’intenti che possa fare fronte con coraggio e orgoglio alle disfatte dell’ultimo anno. Le ferite ancora aperte delle regionali e delle comunali di Siderno possono guarire solo con l’accantonamento di individualismi ed egoismi, ma il centrodestra ionico non sembra ancora vicino a raggiungere questi obiettivi. Fortunatamente per la coalizione, tuttavia, si vocifera di un burattinaio che avrebbe organizzato questi incontri cercando di far dialogare i vari membri di partito nel tentativo di ottenere lo stesso risultato che Mimmo Panetta ha ottenuto con Fattore Comune. Si tratta di Franco Crinò, l’uomo più rappresentativo del centrodestra nella Locride, incarnazione di quella parte della coalizione che vuole superare gli ultimi pessimi risultati e guardare a un futuro in cui si possa essere un’alternativa concreta alla sinistra. «Il nostro unico obiettivo, per ora, - ci ha detto Crinò è raccogliere la partecipazione di tutti. Riunirci, parlarci con franchezza. Siamo in una fase preliminare, lontani dal selezionare le
figure che saranno incaricate di guidare le singole realtà. Per ora, come ha giustamente detto Wanda Ferro, è stato importante sottolineare, su scala provinciale, la chiusura della porta, per quanto concerne ruoli di responsabilità, a chi ha votato sinistra alle ultime elezioni. «Dobbiamo giungere alla consapevolezza che nessuno abbia l’esclusiva, che devono essere fatti degli accordi, che si possono fare passi indietro. Personalmente, per aiutare il processo, ho annunciato ufficialmente la conclusione del mio ciclo elettorale, perché so interpretare cosa sta accadendo, perché posso essere soddisfatto di ciò che ho realizzato e posso dare un contributo più libero e più pieno in un lavoro di partito. Rimanendo sul percorso organizzativo, se si fossero seguite norme basilari del buonsenso si sarebbe creata una coalizione più compatta con la quale correre sia alle regionali sia alle comunali e, anche se non si sarebbe comunque riusciti a vincere, almeno avremmo avuto una base solida dalla quale ripartire. Oggi nel centrodestra, non solo locale ma nazionale, non si deve procedere ognuno per la propria strada, ciecamente convinti che sia l’unica percorribile». Alla richiesta di confermarci se con le ultime battute faccia riferimento, per Siderno, a Ritorto, Sgarlato e Caruso, Crinò rimane abbottonato. «Diciamo solo che a Siderno abbiamo assistito al ritiro in buon ordine di importanti rappresentanti di Forza Italia, mentre a noi, dall’esterno, non sembrava impossibile un accordo tra chi era intenzionato a fare davvero la battaglia elettorale. «Solo ritrovando unità il centrodestra potrà finalmente rimettersi al passo con i tempi, in linea con le pretese dell’elettorato. Una volta compiuto questo passo, potremo finalmente riottenere i grandi risultati elettorali del ’94, del 2001 e del 2008 e cominciare a parlare di riforme senza dilatare i risultati come sta facendo Renzi. Se aspettiamo passivamente che il centrosinistra deluda le aspettative non faremo che rendere ancor più critica la situazione soprattutto al Sud, dove dovremo affrontare concretamente i problemi e ricreare le condizioni di sviluppo che hanno reso grande il Nord Italia.
«Tornando a esercitare concretamente i nostri principi riusciremo finalmente a dimostrare che il centrosinistra nazionale e regionale non sta aiutando concretamente il Sud, la Calabria, la Locride e lavorando ad alcuni punti programmatici, per il lavoro, i diritti, i servizi e le infrastrutture, riusciremo persino a dimostrare quanto vuota fosse l’accusa di non saper fare le cose mossa alla nostra colazione. Visti i risultati dei nostri oppositori mi verrebbe da domandare se il centrosinistra le voglia fare davvero le cose che ci imputa di non saper fare, ma la nostra divisione interna, per ora, ci impedisce il confronto diretto». Le lotte intestine che hanno rovinato la vita del centrodestra locrideo, secondo Crinò, sarebbero dovute, in alcuni casi, a un imbastardimento del pedigree in grado di generare “nuovi mostri”. «Chi colpisce allo stomaco il suo elettorato cercando la rivolta di piazza, chi vota a destra e a sinistra con cinismo e indifferenza, chi (si) nasconde il fatto che i problemi debbano essere risolti in prima persona per risultare credibile dinanzi alle istituzioni elettive ne è l’esempio lampante. Questo è il risultato della mancanza di cordate politiche solidali e delle scuole di partito. Le competenze oggi si formano in chi ha il buon senso di crearsele da solo, ma ci capita di trovarci dinanzi a politici che parlano di argomenti che non conoscono o che “piegano” ai loro obiettivi, per andare contro qualcuno nella speranza di farsi spazio. «Ecco che si crea una confusione pazzesca sui temi delicati del nostro territorio. Si pensi alla questione sanità: non si ha il coraggio di sottolineare come si tratti di un problema di sfiducia accumulatasi in anni di inefficienza. Magari anche per colpa di chi dice adesso di aborrire alcune pratiche per poi premurarsi di raccomandare qualche primario. Si sbaglia chi pensa di rimodulare i servizi ospedalieri con l’utilizzo di infermieri che non fanno attività di reparto da trent’anni. Bisogna accreditarsi per un piano che veda nuove assunzioni e altro qualificato servizio, lavorare per integrare le strutture sanitarie pubbliche e private in modo da ridare qualità alla cittadinanza, senza cercare polemiche sterili come quella sullo Studio Radiologico di Siderno. Non ci servono più politici che, per apparire senza macchia e senza paura finiscono con l’avere altro in testa e pesi sulla coscienza». Una dichiarazione che lascia intendere quale peso specifico debba avere la riorganizzazione del centrodestra secondo Crinò. Jacopo Giuca
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«Questo è il risultato della mancanza di cordate politiche e di scuole di partito. Le competenze si formano in chi ha il buon senso di crearsele da solo». È un centrodestra che cerca di raccogliere i cocci quello che in queste settimane si sta riunendo in nella Locride.
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Si inserisce nel confronto tra la nostra redazione e il Presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa l’assessore Rao, che sottolinea come, a suo dire, la sindrome abbandonica avvertita da Siderno sarebbe da imputare all’atteggiamento della Regione.
I nemici sono altri “È chiaro che molto poteva, può e deve essere fatto ancora. Per Siderno e per le altre realtà territoriali. Ma mi consenta di dire che si corre il rischio di fare disinformazione se si veicola il messaggio che l'Ente Provincia sia nemico dell'istituzione locale più prossima al cittadino”.
Caro Direttore, Le chiedo di dare ospitalità a queste mie brevi riflessioni sulla polemica che vede interessato il Suo giornale con il Presidente della Provincia Raffa. Ho avuto modo di leggere, ahimè tardivamente, sia la posizione del Vostro settimanale che la successiva replica del Presidente. Ho avuto difficoltà a comprendere il senso dell'articolo e la fermezza della successiva replica del Presidente. Ma in effetti quando si discerne del nulla sul nulla questo è il rischio che si corre. Premetto che ho stima del giornale e di molte penne del settimanale da Lei diretto, con cui intrattengo
rapporti consolidati di cordialità. Ed è una stima e una empatia che, forse, discendono anche dalla circostanza che il Suo è stato pure il giornale di Pasquino Crupi, di cui ho l’onore di essere stato amico. Vengo alla questione. Come si fa ad additare Raffa come nemico di Siderno? Se ciò fosse vero, sarebbe l’istituzione che lui rappresenta a essere contro la cittadina e la comunità Sidernese. Ricordo a me stesso che per il Lungomare quei sia pur limitati interventi di messa in sicurezza che sono stati fatti si devono esclusivamente all’impegno assunto dal sottoscritto e da Raffa con la comunità di Siderno. Gli altri politici e politicanti, di destra e di sinistra, Scopellitiani ed Oliveriani per intenderci, per ora sono fermi clamorosamente alle chiacchiere. E ricordo a me stesso, che la Provincia decise di intervenire, ben oltre i suoi doveri, proprio perché Siderno e i Sidernesi non potevano essere lasciati soli. Ancora. Importanti opere di infrastrutturazione rurale (strade e acquedotti) sono stati realizzate dal Comune di Siderno perché rientranti nel Piar (c.d. Progetti integrati per le aree rurali) progettato e portato ad attuazione dal Settore Agricoltura della Provincia di Reggio Calabria. Così come numerose aziende del comparto agroalimentare operanti nel territorio del Comune di Siderno, sotto la gestione Raffa hanno scoperto, e stanno vivendo, la possibilità di promuovere le loro produzioni in cornici fieristiche nazionali e internazionali. Mai nella storia della Provincia di Reggio Calabria ciò è avvenuto. E mi creda, lo dico da imprenditore agricolo, questo non è poco. Peraltro, il Suo giornale lo sa molto bene, avendo ospitato su committenza della Provincia varie pagine promozionali/pubblicitarie degli eventi fieristici. Cito questi esempi, a cui potrebbero aggiungersene ben altri ancora, non già per giustificare l’operato della Provincia, ma per dare contezza del senso di sorpresa e incredulità che ho provato nel leggere il pezzo in questione. È chiaro che molto poteva, può e deve essere fatto ancora. Per Siderno e per le altre realtà territoriali. Ma mi consenta di dire che si corre il rischio di fare disinformazione se si veicola il messaggio che l'Ente Provincia sia nemico dell'istituzione locale più prossima al cittadino. A volere utilizzare lo stesso parametro di giudizio, quale epiteto dovrebbe coniare per identificare il rapporto con la Regione? Una Regione completamente assente da ogni dinamica, inghiottita da una macchinosità burocratica e da una autoreferenzialità che, oramai da decenni, riesce solo a vomitare propaganda e annunci. Ma oggi non è il tempo delle sterili polemiche e della conflittualità. È il tempo piuttosto del dialogo e della collaborazione, soprattutto nell’ottica del processo di costruzione e avvio della Città Metropolitana. Siderno e la Provincia di Reggio Calabria sapranno dialogare. E lo sapranno fare sia i rispettivi amministratori che la comunità. E non escludo affatto che Lei, egregio Direttore, sia costretta piacevolmente a raccontare sulle pagine del Suo giornale questi momenti di feconda collaborazione. Al primo passaggio da Siderno, verrò in redazione a salutarvi. Verrò da Assessore all’Agricoltura a raccontarvi molte altre piccole e grandi cose che sono state fatte per la Locride in questi anni, dal mio Assessorato e della Provincia. Gaetano Rao
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Natale: Siderno c’è! M
anca ormai appena una settimana all’inizio del grande evento che accompagnerà Siderno attraverso le imminenti Feste di Natale 2015. Gli sforzi congiunti del Comune di Siderno, della Pro Loco, della Consulta, della Consulta Giovanile, di Ali, dell’Unsic e dell’Associazionismo Sidernese stanno garantendo il concretizzarsi di un sogno: la riproduzione, nelle strade del centro cittadino di Siderno, di un bellissimo villaggio natalizio pensato per le famiglie e dedicato a tutti coloro che vorranno vivere le feste a 360 gradi con tutta la famiglia. È ormai imminente la costruzione delle dodici casette di legno che, in Piazza Portosalvo dal 6 dicembre al giorno dell’Epifania, vi aiuteranno a scegliere i regali riproducendo l’affascinante atmosfera dei mercatini di natale e che saranno affiancati da un villaggio di Babbo Natale in cui i più piccini potranno svagarsi in tutto l’arco della giornata. Ma Natale 2015, a Siderno, non sarà soltanto “casette di legno”. Per la prima volta dopo moltissimi anni, infatti, gli sforzi dell’Amministrazione Comunale hanno garantito l’installazione di due nuovi, decoratissimi alberi di Natale che svetteranno, dall’alto dei loro otto metri, in Piazza Portosalvo e presso la Fontana dei Leoni, e la totale rivisitazione delle luminarie cittadine che, rimodernate e finalmente degne della nostra città, potranno essere ammirate dalla cittadinanza in tutta la loro bellezza di qui a pochissimi giorni.
Musica
Grazie alla disponibilità e alla collaborazione dei commercianti, le attività commerciali di tutta la città rimarranno aperte con orari inediti, tutte le attività di ristorazione offriranno la possibilità di assaggiare piatti ideati appositamente per queste feste e in tutte le vetrine del corso saranno esposti i presepi di molti artigiani del nostro comprensorio. La manifestazione della notte bianca, inoltre, tradizionalmente fissata per la fine delle feste, verrà anticipata al 19 dicembre a introduzione del ciclo di serate che segneranno il magico conto alla rovescia per il giorno di Natale. Infatti, dal fine settimana alla sera della Vigilia è previsto un ciclo di manifestazioni e concerti tra cui una serata “Gospel” e i grandi spettacoli di artisti internazionali come il cantante e pianista Matthew Lee. Gli sforzi dell’Amministrazione Comunale uniti a quelli dei veri organizzatori della festa, quei commercianti e membri delle associazioni che hanno messo anima e corpo in questo progetto, garantiranno la realizzazione di un evento magico e che, da qui a pochi anni, aspira a diventare un appuntamento imprescindibile delle feste natalizie non solo per i cittadini di Siderno, ma per tutti Calabresi. Siderno tornerà finalmente ad avere la festa di Natale che da tanti anni sognava! Il sogno si è avverato. Michele Macrì
Dopo il successo della prima edizione invernale della manifestazione artistico culturale più importante della Locride, Roccella cerca il bis grazie a una squadra di talenti che renderà magiche le nostre feste.
Jazzy Christmas: il Roccella Jazz Festival raddoppia anche quest'anno
Il
Roccella Jazz Festival, sotto la direzione artistica di Paola Pinchera e Vincenzo Staiano, per il secondo anno raddoppia gli appuntamenti di Rumori Mediterranei con uno speciale invernale, Jazzy Christmas: una sei giorni dedicata interamente alla musica, nelle sue molteplici sfaccettature, dal 25 al 30 dicembre. Main event di questa sessione, il suggestivo concerto di June & The Sionettes Gospel Singers, il 26 dicembre, presso l’incantevole cornice della Chiesa Matrice Palazzo Carafa, appena restaurata e aperta per la prima volta al pubblico in occasione del concerto. Dalle 21:15 la chiesa ospiterà Roberta Alloisio e Xena Quartet, che scalderà la scena per il concerto di June & The Sionettes Gospel Singers. L’Auditorium Comunale sarà il centro di questo Jazzy Christmas dal 27
dicembre, infine, dalle 21:15, i titoli di coda della seconda edizione del Jazzy Christmas di Roccella Jazz Festival con Antonio Faraò Quartet e, a seguire, Rossana Casale e il suo Round Christimas. Non mancano anche quest’anno gli appuntamenti di Jazz ai Minimi: il 25 dicembre si festeggerà il Natale, dalle 21:15, con il MLC Elias’ Trip Tour e, a seguire, Antonio Pascuzzo presenterà il nuovo progetto Pascouche. Sabato 26 dicembre, alle 18, l’ex Convento dei Minimi ospiterà il trio di Federico Placanica, giovane talento di Roccella. Le note del solo del chitarrista Filippo Cosentino saranno protagoniste il 27 dicembre alle 18. Il duo composto da Massimiliano Milesi e Giacomo Papetti, darà il via alla serata del 28 dicembre, alle 18 all’ex Convento dei Minimi, presentando il nuovo album Dimidiam. Il 29
dicembre; alle 21:15 un importante doppio appuntamento: Tai Small Crowd con Tai No-Orchestra, una produzione originale a cura di Roberto Masotti in cui si intrecciano musica e arti visive. A seguire, in anteprima europea, Ches Smith, Craig Taborn e Mat Maneri presenteranno il nuovo progetto The Bell. Lunedì 28 dicembre, dalle 21:15, doppio appuntamento italiano con il quintetto della talentuosa Greta Panettieri e Roberto Cecchetto Core Trio che presenterà il nuovo album, Live at Cape Town. Martedì 29 dicembre, alle 21:15, l’Auditorium Comunale ospiterà invece il quartetto di Luca Ciarla e, a seguire, il trio di Franco D’Andrea, tra i più stimati pianisti italiani del nostro tempo. Il 30
novembre, alle 18, l’appuntamento è con il trio Savino – Angiuli – Liberti; infine, il 30 dicembre, Blue Africa Trio, alle 18, chiuderà il ciclo di concerti all’ex Convento dei Minimi. La musica come protagonista in ogni sua forma al festival internazione di Roccella: ad arricchire questo Jazzy Christmas sei master classes, gli appuntamenti speciali Jazz e Fotografia, con mostre, presentazioni di libri e il concorso Roccella Jazz Ten Years After. Roccella Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Culturale Jonica Onlus, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, della Regione Calabria, della Provincia di Reggio Calabria e del Comune di Roccella Jonica. Nina Molica Franco
ATTUALITÀ
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DOMENICA 29 NOVEMBRE 10
tanto il problema non è dato solo dai clandestini o dal popolo dei barconi. Secondo Buttafuoco la vera radice del terrorismo, in modo particolare di quello che colpisce l'Europa, non è la religione, ma una forma di ideologia che dietro la maschera islamista nasconde un sostanziale nichilismo. L'autore del "Feroce saracino" ha più volte accostato l'Islam al termine "poesia", fornendo l' immagine di una religione, e di una civiltà, che coinvolge un miliardo di esseri umani che, a suo dire, è molto, ma molto, diversa dall'immagine di barbarie folle e distruttiva che i media troppo spesso propongono. Dopo le puntuali domande di Giovanni Scarfò, si è aperto il dibattito: numerose domande, anche da parte di giovani liceali, hanno permesso a Buttafuoco di precisare e approfondire il suo pensiero. Tra gli interventi è da registrare quello del sindaco della città che ha sottolineato la volontà dell'Amministrazione da lui guidata di sostenere iniziative culturali perché "la Cultura rimane lo strumento migliore per favorire lo sviluppo del territorio". Il folto pubblico ha seguito con attenzione il convegno fino alle sue battute finali consapevole del grande valore culturale della serata e della necessità di ascoltare anche le voci fuori dal coro. Giuseppe Giarmoleo
Buttafuoco: se l'Islam è anche poesia Un interessante e partecipato convegno si è tenuto nei giorni scorsi presso il Palazzo della Cultura di Locri: "Ancora una volta il mediterraneo". Ospite d'onore l'intellettuale e giornalista Pietrangelo Buttafuoco, autore del libro "Il feroce saracino". L'Incontro - dibattito, previsto già da tempo, ha avuto un ulteriore valore a seguito dei tragici fatti di Parigi che hanno reso urgente, come non mai, la già seria questione dei rapporti del mondo occidentale con il mondo islamico. L'iniziativa si inquadra in un Progetto culturale che Gabriele Polito, membro
della Segreteria del Sindaco Calabrese e osservatore attento delle dinamiche politiche e culturali contemporanee, sta realizzando, con tenacia e passione, anche con il sostegno dell'Amministrazione comunale di Locri. Dopo i saluti dell'assessore alla Cultura di Locri, Anna Sofia, che ha sottolineato il valore dell'Incontro e la volontà di proseguire nell'impegno culturale , Buttafuoco, incalzato dalle domande di Giovanni Scarfò ha espresso con precisione le sue idee circa l' Islam e i conflitti che interessano il
L'ignoranza e la disinformazione hanno generato un muro tragico che può avere conseguenze ancor più devastanti
mondo arabo. I temi trattati sono stati molti: sovranità nazionale, pretese coloniali, debolezza della politica, disinformazione e ignoranza. E' convincimento di Buttafuoco che i cristiani non possono che ammirare l'Islam e viceversa, purtroppo l'ignoranza e la disinformazione hanno generato un muro tragico che può avere conseguenze ancor più devastanti. Infatti, pensare alla realtà islamica come a qualcosa che rimane "fuori" dai nostri confini è semplicemente irreale: in Francia vivono sei milioni di musulmani, quasi tutti di nazionalità francese, per-
Carmine, un giovane di Papa Francesco mette un Siderno al fianco del presidente sidernese alla guida dello Ior degli arbitri italiani Un nostro amico sidernese, un arbitro, ha avuto l’onore di stare fianco a fianco col presidente degli arbitri Marcello Nicchi. Carmine Fimognari è un giovane nato e cresciuto a Siderno, vive e lavora in Lombardia da più di dieci anni ed è un arbitro di calcio. Nicchi è il preside dell’Aia, l’Associazione Italiana Arbitri, è il capo assoluto dei direttori di gara dalla Serie A fino alle giovanili. Nicchi è stato eletto nel 2009, subito dopo lo scandalo di Calciopoli, il suo primo compito alla guida dell’Aia è stato quello di fare pulizia. A fine aprile Carmine ha avuto l’onore di incontrare ed accogliere il presidente Nicchi che ha fatto visita alla Sezione arbitrale di Abbiategrasso, della quale il nostro concittadino fa parte da molti anni. Il presidente ha accettato volentieri l’invito degli arbitri che lo hanno accolto ed accompagnato durante la visita, cui è seguita una conferenza in cui Nicchi ed altri relatori hanno parlato dei valori dello sport e della missione dell’arbitro. Abbiamo fatto un paio di domande a Carmine. Domani, sul nostro sito, troverete l’intervista completa. Christian Morello
Tocca a Lamia Far parlare ancora della“Pascoli-Alvaro”
Questa volta è la scuola di Lamia che fa parlare dell'Istituto Comprensivo “Pascoli-Alvaro”. In occasione della giornata nazionale dell’albero, gli alunni del plesso Lamia hanno messo a dimora, nel giardino della scuola, dei giovani alberi che forniscono cibo, coerentemente con i temi dell'Expo 2015. Gli alberi da frutto piantati sono stati un pesco, un melograno, un nespolo e un arancio. Gli alunni se ne prenderanno cura così come ne sarà custode chi arriverà dopo di loro vigile attento del loro stato di salute consapevole che il loro benessere coincide con il nostro. Auguriamo alla scuola di Lamia di fiorire sempre rigogliosa nella gioia e nell'amore del rispetto della natura.
È stata accolta con grandissima gioia, a Siderno, la notizia che lo stesso papa Francesco ha selezionato in settimana, come direttore generale dello Ior, il nostro concittadino Gianfranco Mammì, nell’ambiente vaticano dal lontano 1992. Conosciuto personalmente dal sindaco Pietro Fuda, Mammì è stato ricordato anche a mezzo comunicato stampa da parte del Comune, che ha espresso soddisfazione per l’aggiunta di un altro nome a quelli che fanno conoscere il nostro paese nel mondo. Buon lavoro, Gianfranco!
La cucina creativa di“Affacciati sullo Ionio”giunge alla suaVIII edizione Torna anche quest’anno “Affacciati sullo Ionio”, la prestigiosa competizione che impegna cuochi e professionisti di ogni ordine e grado e allievi degli Istituti Alberghieri Calabresi. La manifestazione, patrocinata dall’Unione Cuochi Calabria e organizzata dall’Associazione Provinciale Cuochi Reggini in collaborazione con l’Istituto Alberghiero Dea Persefone di Locri, giunge quest’anno alla sua VIII edizione. Giovedì 10 dicembre presso l’Hotel Parco dei Principi di Roccella Ionica i concorrenti professionisti realizzeranno e presenteranno un piatto a tema libero, scegliendo tra Cucina fredda, Sculture Artistiche e Cucina Calda. I criteri di valutazione prenderanno in esame vari aspetti quali la mise en place (organizzazione del posto di lavoro), la degustazione (qualità organolettiche), la velocità, l’esaltazione del gusto, la fedeltà dei sapori, l’abbinamento cibo-vino, il dressage (creatività e aspetti cromatici). Il concorso unico nel suo genere in Italia, anno dopo anno ha confermato un numero di consensi in costante crescita che hanno reso quest'evento di grande spessore non solo in campo provinciale ma anche interregionale. “Affacciati sullo Ionio” vuole essere momento di incontro e di scambio, suscitare agonismo e mettere in risalto il prestigio e la preparazione di ogni singolo cuoco, nonché promuovere un confronto sul tema della ristorazione come arte, dando anche spunto e input alle aziende del settore e al turismo in generale. Ampio spazio sarà riservato quest’anno alle scuole alberghiere calabresi; gli studenti potranno partecipare al concorso, per la categoria allievi, mettendo in campo le loro acerbe esperienze e confrontando i prodotti dei propri territori.
L’ANGOLO DI PARRELLO
Una domenica di vero Sport E così l’attesissimo derby Siderno - Locri si è trasformato in una grande festa per lo Sport. Una folla di tifosi, di entrambe le squadre, ha occupato tutti i posti dello Stadio. Ho notato la presenza di molte donne e bambini; hanno partecipato anche le massime autorità delle due cittadine. Prima dell’incontro, sono stati ricordati i ragazzi periti l’anno scorso in un tragico incidente stradale. Rosario Condarcuri, poi, con tanto di sciarpa bianco-celeste al collo, sembrava il ragazzo di qualche tempo fa. Una giornata di vero Sport, all’insegna di quella serenità di cui tutti sentiamo la necessità. Franco Parrello
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ellino Giocattoli è un negozio di giochi diverso da ogni altro. È diverso per l’atmosfera che si respira, che ti rapisce e ti catapulta in un mondo magico in cui c'è da perdersi. E da oggi non perdersi sarà ancora più difficile. Bellino Giocattoli, dopo 35 anni si trasferisce... a 50 metri dalla storica attività, in nuovi locali distrubuiti su tre piani dove potrai trovare un assortimento ancora più ricco e variegato. Ti imbatterai in giochi e giocattoli che si credevano estinti, come il cavallo a dondolo e i classici sempreverdi puzzle, a fianco a tecnologici tablet per bambini o a una vasta gamma di biciclette Atala, anche elettriche. In tutti i casi le proposte di Bellino Giocattoli, suddivise per fasce d’età, sono pensate come “strumenti per crescere”, per stimolare la creatività dei bambini attraverso l’esperienza, l’immaginazione, la curiosità e la scoperta. Questo perchè Bellino Giocattoli, che in 35 anni nel settore è riuscito a conquistarsi la fiducia di sempre nuovi clienti, riconosce nel gioco un momento importante e costruttivo nella formazione e nello sviluppo della personalità. Il grande assortimento di Bellino Giocattoli è una selezione del
meglio dei migliori produttori di giocattoli nel mondo; tra i marchi sinonimo di sicurezza e affidabilità Lego, Playmobil, Mattel, Chicco, Fisher Price, Giochi Preziosi, Clementoni. Per festeggiare il nuovo mega negozio dei balocchi Bellino Giocattoli ha organizzato una grande festa per il 6 dicembre alle 17:30, alla quale siete tutti invitati. Ad accogliere i bambini ci saranno i simpatici personaggi Disney - Pippo, Topolino, Minnie - ma anche Spider Man, tutti pronti a farsi fotografare gratis con ognuno dei loro adorabili fans e a lasciarsi deliziare da un goloso rinfresco. In più, cari bambini, potrete approfittare di un'altra clamorosa presenza, quella di Babbo Natale, al quale potrete suggerire cosa farvi recapitare sotto l'albero, magari scegliendo dal reparto promozioni, dove troverete sconti fino al 50%. E per chi vuole programmarsi un anno di regali e di divertimento, sarà possibile ritirare nel punto vendita il catalogo 2015-2016. Vi aspettiamo numerosi per festeggiare insieme a voi questa nostra nuova avventura nel mondo dei sogni che diventano realtà!
GERENZA
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Antonio Giampaolo, l’arciprete di Platì
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uasi tutti i paesi della Locride hanno avuto, oltre agli illustri e ai famosi a livello nazionale, uomini e donne di grande valore. La loro giustificata notorietà ed eccellenza, tuttavia, non è riuscita a superare i confini del proprio territorio, se non in qualche circostanza particolare. Uno di questi è stato senz’altro l’arciprete Antonio Giampaolo, nato a San Luca il 12 gennaio del 1861 (un paio di mesi prima dell’unità d’Italia), dove ha svolto il suo ministero sacerdotale dal 1891 al novembre del 1915, pochi mesi dopo l’inizio della prima guerra mondiale. In questi giorni, nel centenario della sua morte, San Luca lo ha voluto ricordare con una molto partecipata messa solenne, celebrata da don Pino Strangio, e la presentazione di una pregevole ricerca di Fortunato Nocera, in collaborazione con Bruno Bartolo, l’arciprete Giampaolo Junior, Grafiche Spataro, Ardore 2015, pp. 63. L’Autore del breve ma denso saggio ha saputo con indubbia efficacia intrecciare la biografia dell’arciprete Giampaolo non solo con il contesto socio-culturale di San Luca, ma anche con le vicende politiche e gli eventi drammatici che in quel periodo colpirono la provincia di Reggio Calabria: un’epidemia di vaiolo nel 1888; una serie di ben quattro terremoti di varia entità, dal 1894 al 1908; l’inizio della “Grande guerra”, in occasione del quale si prodigò per raccogliere indumenti da mandare al fronte. È stato in queste circostanze che don Antonio ha espresso con particolare intensità quella virtù, che peraltro esercitava quotidianamente, della generosità evangelica e della dedizione assoluta verso i suoi fedeli. Nei 24 anni (dal 1891 al 1915) in cui ha svolto la sua funzione di parroco del suo paese non si è mai risparmiato nel venire incontro alle necessità spirituali e materiali della sua gente, specialmente dei più bisognosi e dei più poveri, pastori e bracciali, che a San Luca per tutto l’800 rappresentavano la maggioranza della popolazione. Erano presenti anche pochi massari benestanti e tre o quattro famiglie al vertice della piramide sociale, “padroni di tutto e di tutti: terre montagne, acque, greggi, armenti” (p. 7). I genitori del nostro arciprete, Sebastiano, “agiato signore di campagna”, e donna Angela “della cospicua famiglia Spanò di Bianco” (ibidem), erano dei possidenti in proprio di terre e armenti e il loro altro figlio, Domenico, autore di Viaggio al Santuario di Polsi in Aspromonte, morto all’età di 34 anni nel 1911, si era laureato in Medicina a Napoli. Ma don Antonio è morto povero, dava tutto alle famiglie indigenti e per aiutarle faceva anche debiti, che non sempre riusciva poi a pagare. A suo avviso la causa di questa povertà era figlia del feudalesimo, vera maledizione che nemmeno le “provvide leggi della Rivoluzione francese” erano riuscite a debellare. Non meraviglia, perciò, se alla sua morte è stato venerato e “la sua salma portata in processione come si portano le statue dei santi” (pp. 3 e 26). Corrado Alvaro, a tal proposito, in Gente in Aspromonte riporta il giudizio di un mercante di San Luca: “Restammo come capre scampanate” (p. 14). Don Pino Strangio, che nella sua lunga e appassionata omelia ha illustrato la figura del suo amato predecessore con numerosi aneddoti e appropriate riflessioni, in occasione del convegno per i 400 anni della fondazione di San Luca, ha scritto: “Sacerdote dotto, attento alle necessità delle anime, difensore, nel 1847, del popolo sanluchese”, riassumendo così le tre qualità principali dell’arciprete Giampaolo: l’altruismo e la generosità; la conoscenza e la consapevolezza delle vicende storiche (il 1847 è l’anno in cui c’è stato il moto insurrezionale dei cinque martiri di Gerace); la cultura. Fortunato Nocera, nella sua narrazione, sempre chiara e coinvolgente, sembra preoccuparsi di rappresentare queste virtù in misura equilibrata. A tale scopo non trascura di riferirci alcuni episodi significativi dai quali emerge anche l’umiltà del prete sanluchese (secondo don Pino Strangio, Giampaolo avrebbe rinunciato alla nomina di vescovo di Oppido M. per rimanere in mezzo al suo popolo di pastori; p25) e qualche altro – riportato dalla professoressa Anna Caroleo
Direttore responsabile: MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Cristina Caminiti, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Katia Candido.
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Anche Placanica contro la violenza sulle donne
"La violenza è figlia di una cultura sbagliata in una società malata"
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nche a Placanica il 25 novembre si è voluta celebrare la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. L’iniziativa è stata "pensata" dal Gruppo Donne. Un coagulo di mamme, casalinghe e professioniste, molto attivo in paese che, nella biblioteca comunale attigua al convento domenicano, con la collaborazione di alcune giovani ragazze di Placanica che frequentano la scuola danza di Caulonia Marina ha voluto interpretare il fenomeno sempre più dilagante della violenza sulle donne con balletti e cortometraggi che rappresentavano al meglio il disagio delle donne vissuto sulla propria pelle. Con una cornice di pubblico abbastanza numeroso, insie-
me all’esibizione delle giovani placanichesi, hanno discusso del tema, dopo una breve presentazione di due esponenti del gruppo, il parroco Don Bruno Sculli e il sindaco di Placanica Antonio Condemi. Si è voluto così ribadire il concetto che la violenza nasce da una cultura sbagliata in una società ancora malata, per certi versi, di un certo tipo di maschilismo, che comporta prevaricazione e prepotenza. È la scuola, dunque, che insieme alla famiglia, ha il compito di correggere educazioni sbagliate e fornire ai piccoli cittadini del futuro, i mezzi giusti per favorire il rispetto dell’altro in generale e quello per la donna in particolare. Pasquale Aiello
AgnanaCalabra: Il doppiopesismo dell’Amministrazione In materia di nepotismo sguaiato, ero sicuro di avere già visto il peggio, invece no, mi sbagliavo! A volte, arrogante e politicamente interessato, riemerge dalle ceneri. Ma questa è un’altra storia. Oggi vi darò dei cardini dove far ruotare i vostri ragionamenti. Nel mese di febbraio 2015, presentavo una denuncia/querela nei confronti del Primo Cittadino, per omissioni di Atti d’Ufficio. Né il Sindaco, né gli Assessori, né i Consiglieri si sono mai adoperati a rendicontare sulle mie legittime richieste – non si spiega se per negligenza, incompetenza o dolo – affaticandosi, invece, a redigere un nuovo regolamento per esercitare al meglio un controllo su ogni assise, singolo e collettivo, da me portati avanti, comprimendo i controlli (modello di ogni democrazia). Quando si dice la trasparenza. Si verifica che: in occasione della festa patronale, svoltasi ad Agnana Calabra, nei giorni che vanno dal 16/08/2015 al 19/08/2015, in seguito a una mia petizione (indirizzata anche al Sindaco), di carteggio e assensi inerenti tale evento, gli uffici, con Prot. 2925 del 01 Ottobre 201, rimettevano una replica scritta, striminzita e kafkiana, che riporto: “Si rappresenta inoltre che il responsabile dell’Ufficio Tecnico dell’Ente, è stato verbalmente informato dagli organizzatori dell’evento di che trattasi, circa la fornitura di Energia Elettrica”. Si rimane basiti di fronte a simili riscontri. 1.Non comprendo come, per un evento di tale portata con ordinanza di chiusura dello spazio antistante alla piazza, sistemazione del palco, allaccio alla rete elettrica, ecc., siano recapitate richieste verbali e concesse autorizzazioni orali. 2.Pare che, da voci che si rincorrono, il Responsabile degli Uffici, in quel periodo fosse in ferie.
nel suddetto convegno - di tentata diffamazione e delegittimazione nei suoi riguardi, per un ipotetico suo contributo volto a provocare lo scioglimento del Consiglio comunale, all’indomani dell’Unità d’Italia (p. 9). Tentativo del tutto fallito. Tuttavia, la ricerca di Nocera, a me pare, tradisce la sua intenzione di far emergere con maggiore evidenza la vasta cultura, non solo teologica, dell’arciprete. Questi, avviato all’unica sede dove poter continuare gli studi, il Seminario di Gerace, si è distinto subito non solo per la sua chiara vocazione al servizio della Chiesa, ma anche per le sue eccezionali doti d’intelligenza e d’impegno
Uno sprovveduto tentativo di annacquare la verità da parte di chi, da amministratore, governando (forse) con una visione utopica, non sia capace di garantire un benché minimo standard di uniformità, allungando l'ombra dell'incoerenza sino a interrogativi inquietanti su un astruso modo di concepire l’amministrazione e di esercitare il rispetto delle istituzioni. È l’esaltazione sintomatica del più bieco doppiopesismo. Chi da Capogruppo richiede (documenti alla mano) atti su potenziali abusi, irregolarità e circostanze sospette, va defenestrato perché porta avanti un’azione di delegittimazione e disturbo nel comportamento politico/amministrativo del governo cittadino. Per chi (forse) si genuflette o avalla il “sistema”, sono benaccette richieste verbali. È proprio vero: per gli amici le regole s’interpretano, per i nemici si attuano! Da questi fatti s’innerva una storia che la dice lunga sul modus operandi di quest’amministrazione, lanciando al popolo, un sinistro messaggio dal retrogusto amaro. Non rimane altro che dare mandato al mio legale per segnalare anche queste ennesime discrasie agli organi preposti. Giuseppe Lupis Capogruppo della lista “Patti Chiari”
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Lutto nel mondo della scuola: è scomparso il prof. Aldo Florenzano
È scomparso martedì notte il Professor Aldo Florenzano. Uomo di indiscusse qualità. Docente illuminato. Guida per tutti noi, che abbiamo avuto l'onore di essere stati suoi studenti alla scuola Media Gesumino Pedullà di Siderno. Era un piacere andare a scuola. Mai una scusa per marinare, perché sapevamo che con il Prof. la formazione era divertimento. Ebbe la capacità di farci andare a scuola anche di domenica. Ci si incontrava a metà mattinata e pur di non dire di no al Maestro rinviavamo al pomeriggio la partita di pallone giornaliera. Certo non era ogni domenica, ma capitava e noi non sentivamo alcun peso. Oggi ho 50 anni e faccio un mestiere che mi piace da matti. Se ho coltivato questo percorso è grazie anche ad Aldo Florenzano. Mi ha sempre stimolato e consigliato, perché dei suoi studenti il Prof. non si dimenticava mai. Io sono stato un pessimo studente, ma se vivo oggi di interessi culturali, in primis il teatro e il cinema, è anche grazie ad Aldo Fiorenzano. Chi potrà dimenticare le sue lezioni di letteratura classica che, badate, da docente di matematica e scienze, ci faceva nel magnifico scenario del teatro greco-romano di Locri, guarda caso di domenica? Le dico addio, illustre Professore, ben sapendo che addio non è. Sappia che oltre a me, La ricordano tutti i suoi alunni, suoi secondi figli: migliaia di ragazze e ragazzi che Lei ha aiutato a crescere. E.R.
Domenica 6 dicembre torna il Surfcasting a Siderno Grazie al Patrocinio del Comune, la A.S.D. Surfcasting Siderno organizza, con la collaborazione di Miami Fishing di Caulonia, il 1° Trofeo “A.S.D. Surfcasting Siderno” gara di Surfcasting individuale a 2 canne che si svolgerà domenica 6 dicembre 2015 sul Lungomare delle Palme. La giornata inizierà alle ore 13:00 con il raduno e l’accreditamento atleti presso il Bar Manhattan cui seguirà, alle ore 13:30 il sorteggio per l’assegnazione delle postazioni. La gara si svolgerà tra le ore 15:00 e le ore 20:00 e sarà seguita, alle ore 21:00, dalla pesatura del pescato e dalle premiazioni. Il 1° classificato riceverà in premio 3 canne Shimano Speedcast 425 bx-g + mulinello Shimano Ultegra 10000 + coppa, il 2° una canna Shimano Speedmaster BX TE 430 – 170 + mulinello Shimano Spin joy 10000 + coppa, il 3° mulinello Mitchell Avocast 8000 + coppa + tripode da surfcasting, il 4° mulinello Shimano Spin Joy 10000 + copri bobina Breakaway + coppa, il 5° Mulinello Mitchell Avocet S-6000 F + borsa in eva per il vivo + coppa, mentre i classificati dal 6° al 10° riceveranno minuteria varia offerta da Miami Fishing. Riceverà invece una canna da spinning Kirosoy il concorrente che catturerà la migliore preda. L’iscrizione potrà avvenire contattando il 340 5064254 o la mail surfcastingsiderno@gmail.com e dovrà essere effettuata entro e non oltre giovedì 3 dicembre 2015. La quota d’iscrizione è pari a € 25,00.
nello studio, tanto da superare in un solo anno gli esami biennali per il diaconato (p. 12). Si deve a p. Stefano De Fiores la possibilità di disporre di un manoscritto in latino di Giampaolo, Sommario di teologia morale, che dimostra le sue conoscenze in quella disciplina e ci fa anche supporre che la insegnasse in Seminario. Da una lunga intervista che lo stesso p. De Fiores fa a don Massimo Alvaro emergono i buoni rapporti tra sua famiglia, compreso Corrado, e la famiglia Giampaolo, tanto che don Antonio, il 28 agosto 2015, risponde a una lettera (che fine ha fatto?) di Corrado, “fuggito” volontario in guerra, augurando-
gli una “meravigliosa affermazione” per il suo ingegno, manifestando la sua ammirazione per la scelta coraggiosa, ma anche rassicurandolo sulle preoccupazioni dei suoi genitori (pp. 22-23). Dall’intervista emergono inoltre aspetti della vita dell’arciprete, in parte già descritti e in parte inediti: faceva talora anche da medico e, soprattutto, è stato addirittura convocato a Roma da papa Pio X perché si superasse un momento critico in diocesi, al tempo del vescovo Mangeruva. Corrado Alvaro in Polsi nell’arte nella leggenda e nella storia, del 1912, nello scrivere: “…come disse il prof. Arciprete
Giampaolo in una delle sue potenti orazioni…”, riconosce questa grande dote di colui che, secondo Domenico Zappone, è stato il suo insegnante privato di italiano e latino. Ed è quello che noi stessi possiamo verificare leggendo, nei documenti in appendice riportati da Nocera, l’elogio funebre in occasione del trigesimo dell’Arciprete Enrico Macrì, Superiore di Polsi e già parroco di San Luca. Tra l’altro viene esaltata l’opera compiuta dal defunto per il rilancio del Santuario, col quale don Antonio ha sempre avuto un rapporto molto intenso. Antonio Scordino
ATTUALITÀ
Mancapocoal2020,annoincuidovremoriciclareil50%del pesodellaspazzaturacheproduciamooggi.Benchél’obiettivo nonsiairraggiungibile,comedimostraunostudiodelprofessore Martino,ilrestodelPaesesièattrezzatonel2006ehamostratoquali sianoledifficoltàdaaffrontare.
Regione
Sostestenibile
Basta discariche! Il grande progetto di Mamma Europa che la Calabria deve realizzare in quattro anni
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In ogni area della Calabria c’è un impianto che, per difficoltà ed emergenze, finisce con l’essere sovraccaricato dagli scarti delle zone limitrofe.
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no dei temi maggiormente discussi nell’ultimo periodo è indubbiamente quello della raccolta differenziata.Visto l’aumento esponenziale della popolazione e la necessità di mantenere elevati gli standard di qualità della vita che contraddistinguono il nostro continente, già da diversi anni l’Unione Europea ha imposto l’avvio di un processo che dovrebbe condurci entro il 2020 all’aumento del 50% del peso del materiale preparato per il riutilizzo e il riciclaggio. Benché questo obiettivo sembri a portata di mano e quattro anni per raggiungerlo sembrino un tempo più che sufficiente, è forse bene ricordare che, a differenza della nostra regione, il resto della Nazione ha cominciato a prepararsi al raggiungimento di questo obiettivo già nell’ormai lontano 2006, quanto la raccolta differenziata è entrata prepotentemente nella vita di moltissimi italiani. In Calabria, mentre nelle altre regioni del Paese si bruciavano le tappe fino al raggiungimento del 65% dei rifiuti solidi urbani riciclati, di differenziata si è sentito solo parlare assistendo impotenti a microscopiche razionalizzazioni del sistema di conferimento dei rifiuti, che ci hanno condotto all’assetto utilizzato ancora oggi e che, secondo i progetti del presidente Oliverio, dovrebbe nel giro di appena più di mese venire completamente sovvertito. Il piano vigente di gestione dei rifiuti della
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Gli ecodistretti saranno complessi di edifici puliti e a impatto zero, allʼinterno dei quali i rifiuti verranno trasformati in nuove materie prime ed energia.
nostra regione vede la Calabria suddivisa in cinque macroaree (dette ATO), corrispondenti alle province di Cosenza, Crotone, Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria. Ognuna di queste ATO è a sua volta suddivisa in Ambiti di Raccolta Ottimale che nella nostra Provincia sono in numero di tre e individuati con l’Area di Reggio Calabria, della Locride/Grecanica e della Piana di Gioia Tauro. In ognuna di queste “sottoaree” è presente almeno un impianto di conferimento dei rifiuti che, tuttavia, viste le specifiche differenti o le periodiche difficoltà/emergenze nello smaltimento del pattume, finiscono per non raccogliere esclusivamente gli scarti dell’area di riferimento, ma per essere spesso sovraccaricati anche da quelli delle zone limitrofe non riuscendo per questa ragione a fun-
zionare in modo ottimale. Per questa ragione, alla luce delle nuove norme, la Regione Calabria sta cercando di modificare al più presto il piano di gestione dei rifiuti attraverso l’introduzione sperimentale della raccolta differenziata, un piano di razionalizzazione del conferimento e, sul medio periodo, la razionalizzazione degli impianti esistenti e l’introduzione di strutture di ultima generazione per il trattamento degli scarti. In questo modo ci si dovrebbe finalmente adeguare alla gerarchia della gestione dei rifiuti proposta dalla Comunità Europea che, come in una piramide rovesciata, chiede l’attivazione di concrete politiche di prevenzione nella produzione dei rifiuti, l’organizzazione capillare della raccolta differenziata delle frazioni non biodegradabili e biodegradabili, il recupero delle
materie prime secondarie contenute tra i rifiuti urbani e l’eventuale recupero energetico delle frazioni non riciclabili e solo a questo punto lo smaltimento in discarica di tutto ciò che rimane. Solo grazie a questo processo si potrebbe finalmente raggiungere l’obiettivo “discariche zero” che si sente pronunciare da più amministratori come uno slogan salvifico da qualche mese a questa parte, riducendo il volume dei rifiuti portati in discarica a circa il 10% contro l’attuale 70%. È naturale che effettuare questo processo in luogo del ben più rapido lancio del sacchetto nel camion della spazzatura e conseguente svuotamento del mezzo in un buco putrido e maleodorante richiede un investimento di denaro piuttosto oneroso per i comuni e, conseguentemente, per i contribuenti. Ma all’investimento iniziale, assicurano
gli esperti (e possono garantire i cittadini che la differenziata la fanno già da diversi anni), fanno da contraltare numerosissimi vantaggi. È bene premettere che, come spesso accade, in Calabria il vertiginoso salire dei preventivi per la raccolta differenziata è dovuto a un problema organizzativo. Impianti poco adeguati al trattamento dei rifiuti e troppo lontani dai centri abitati sono una delle cause che hanno spinto i nostri amministratori a demordere dall’avvio del progetto fino ad oggi. Tuttavia, una volta razionalizzati gli ecodistretti e costruiti nuovi impianti a impatto zero (inceneritori, impianti di compostaggio, di selezione plastiche, di selezione carta/cartone, di riciclo vetro, di riciclo Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, di selezione vestiti e impianti di Trattamento Meccanico-Biologico - e si badi bene che non stiamo parlando di otto strutture differenti, ma piuttosto di otto sezioni di un unico, grande impianto) si creeranno nuovi posti di lavoro (una stima approssimativa parla di circa 245 addetti), si ridurranno sensibilmente i costi di smaltimento e, dunque, delle tasse pagate dai cittadini, ma soprattutto non si sentiranno più fastidiosi miasmi in prossimità dei centri di conferimento. Eh sì, perché gli ecodistretti saranno complessi di edifici puliti, semiautomatizzati e che non graveranno sulle spese di fornitura energetica dei comuni, all’interno dei quali i rifiuti smistati provenienti dalla città verranno lavorati e trasformati in nuove materie prime ed energia. Di questa energia, una parte verrà sfruttata dallo stesso impianto per poter funzionare e garantire la depurazione dell’acqua, mentre l’eccedenza verrà rimandata al centro urbano e questo semplicemente grazie alla capacità di lavorare 40 tonnellate all’ora di rifiuti, una capacità che garantisce lo smaltimento di di quasi 155.000 tonnellate l’anno di scarti differenziati, circa il 25% dei rifiuti prodotti da tutta la Regione Calabria nel 2014. Ci sembra ridondante sottolineare quanto tutto questo sia vantaggioso per le tasche e la salute. Non resta che sperare che si lavori in fretta e bene, due cose non sempre scontante nel nostro Paese. La Calabria sostenibile è dietro l’angolo. Jacopo Giuca
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Oliverio, di’qualcosa di sinistra! ILARIO AMMENDOLIA
Politica
Il 23 novembre 2014 l’elezione plebiscitaria e le promesse.Poi l’affaire De Gaetano, la rottura con Renzi, “Erga Omnes”e l’inibizione di settembre. La politica del governatore della Calabria sembra da condannare su tutti i fronti. Eppur si muove...
Due giunte, due “scandali” e voglia di cambiare: un anno di Oliverio
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Oliverio si è rivelato l’ennesimo governatore “immobilista” della Calabria e non è riuscito a smentire chi aveva affermato che non avrebbe concluso nulla.
Q
uando è salito vittorioso su quel palco, un anno fa, sembrava che Mario Oliverio avrebbe cambiato il corso della storia calabrese. La sua esperienza alla guida della Provincia di Cosenza e la stretta amicizia con il premier Renzi lasciavano presagire che una felice congiuntura di capacità e fortuna potessero costituire il cambio di passo di cui la nostra regione ha bisogno. Siamo costretti a utilizzare quel verbo avere al presente, tuttavia, perché quanto pronosticato quel 23 novembre 2014, purtroppo, ancora non si è avverato. Oliverio si è rivelato l’ennesimo governatore “immobilista” della nostra bella Calabria e, con buona pace dei suoi sostenitori, non è riuscito a smentire chi aveva affermato, già dopo il primo mese, che non sarebbe riuscito a concludere nulla. Le splendide parole spese in campagna elettorale, quelle che avevano convinto i cittadini ad affossare la destra di Wanda Ferro dando al neoeletto governatore una fiducia senza precedenti, si sono rivelate prive di qualsivoglia fondamento nel momento stesso in cui Mario ha cominciato a lavorare alla sua giunta. L’assurda quanto sconcertante presa di posizione per fare a tutti i costi assessore ai trasporti Nino De Gaetano che, a dire dello stesso Oliverio, considerata la brutta vicenda del presunto voto di scambio che lo vedeva coinvolto, non avrebbe dovuto avere i requisiti minimi per entrare nel suo team, gli sarebbero valsi una girata di spalle senza possibilità di appello da parte non solo di Maria Carmela Lanzetta, ma del suo stesso amico Matteo Renzi, che da
quel momento avrebbe disconosciuto qualunque appoggio al suo alfiere calabrese. Sarebbe stato proprio il premier, infatti, a impantanare l’assegnazione degli incarichi calabresi quando avrebbe messo il veto sull’incarico di commissario alla sanità che Oliverio aveva riservato a se stesso. Con Scura alla sanità e l’incasso di una (poco) velata sfiducia alla sua amministrazione da parte del Governo Renzi, i risultati portati a casa nei primi sei mesi di amministrazione, quelli che avrebbero dovuto portare al raggiungimento dei risultati forse più importanti, si sarebbero ridotti alla formazione di una giunta presto smembrata dal fattaccio “Erga Omnes”, in cui mezzo Palazzo Campanella sarebbe finito in manette per uno scandalo relativo ai rimborsi elettorali e che avrebbe archiviato una volta per tutte i tentennamenti di chi Nino De Gaetano, in quella giunta, proprio non lo voleva vedere. Anziché andare avanti, insomma, Mario sarebbe dovuto ripartire da zero, avrebbe dovuto ricominciare a pensare da chi farsi accompagnare in questa avventura, scegliendo i suoi colleghi, perché no, con maggiore oculatezza rispetto a quanto fatto in precedenza. La cautela, o forse la paura, avrebbero spinto Oliverio a creare una giunta fatta di tecnici o volti semisconosciuti della politica regionale, tra i quali spiccherà anche la “nostra” Federica Roccisano. Nonostante sembrasse difficile, nonostante la fiducia fosse ormai calata drasticamente, Oliverio avrebbe cercato di ripartire fino a quanto la nomina all’Asp Reggina di Santo Gioffré non gli sarebbe valsa, a settembre, l’inibizione
(sospesa in attesa di giudizio) da parte dell’Autorità Anticorruzione di Raffaele Cantone. L’ennesimo stop al lavoro del governo, l’ennesima figuraccia dinanzi alla nazione. In quest’anno, insomma, Oliverio ha prodotto due giunte regionali e altrettanti “scandali”, ha disatteso la maggior parte delle promesse fatte in campagna elettorale e, benché sia riuscito a far fruttare molti dei fondi europei oggi a disposizione della regione, rischia ancora di perderne la maggior parte. Particolarmente scottata dalla sua politica grossolana è sicuramente la Locride, che il governatore aveva assicurato di trattare con un riguardo che è stato dimostrato solo di recente, a seguito della terribile alluvione di fine ottobre, alla quale regione e governo, dall’intesa (temporaneamente?) ritrovata, hanno risposto con un’efficienza decisamente maggiore rispetto a quella dimostrata dopo l’inondazione di Rossano quest’estate. Ad onor del vero, ci sembra che Oliverio voglia adesso iniziare il 2016 nel migliore dei modi procedendo a marce forzate verso la razionalizzazione del conferimento dei rifiuti in tutta la regione e garantisce di poter ancora essere quel cambiamento che la Calabria insegue da tempo. Noi vogliamo credere che questo primo anno sia stato di assestamento e che nei quattro restanti si possa ancora fare molto. Ma non c’è più tempo da perdere, Mario. Jacopo Giuca
È già passato un anno dalle elezioni regionali. Giudicate voi quante sono le cose che trovate cambiate guardandovi intorno. Credete prima di ogni altro a ciò che potete vedere con i vostri occhi. Vale più di mille discorsi. Partiamo col dire che si è trattato di elezioni piuttosto grigie e certamente affrontate senza entusiasmo. Un centrodestra diviso in due tronconi, entrambi intenti più a conquistare la supremazia nel loro campo che a vincere le elezioni regionali. Le liste del Partito democratico cucinate nel pessimo brodo correntizio e ratificate con un golpe burocratico all’alba dell’ultimo giorno utile per la presentazione dei candidati. Pessima vigilia, tant’è che molta gente non è andata a votare. Cattivo presagio per la nascente legislatura. Il PD, pur con un numero modesto di voti, ha vinto tutto e si è annesso le più importanti poltrone disponibili a livello regionale. Per una imprevedibile combinazione astrale, anche il governo nazionale è a guida PD che, in questo momento, è diventato il “sole” intorno a cui girano tutti i corpi celesti della nostra costellazione. Non ci sono più attenuanti, il PD ha in mano i destini della nostra terra. È tempo di scrutare i “segni premonitori” per comprendere il futuro di questa legislatura. Personalmente non ho dubbi sulla adamantina onestà del presidente Oliverio e dei suoi collaboratori. Non ho riserve sulle loro ottime intenzioni. Però, ciò non basta, non può assolutamente bastare! È amaro dover constatare che in Calabria non ci sia stata alcuna svolta. Certamente non c’è stata nessuna svolta a “sinistra”! A scanso di A un anno dalle equivoci, con la parola intendo non elezioni regionali il “sinistra” una sigla ma una svolta Potere era e resta vera e radicale a favore deboli, degli emargisaldamente dei nati, di coloro che lavosequestrato in poche rano. Una svolta democapace di cammani. L’inossidabile e cratica biare i rapporti di forza costosissima in Calabria prima ancoche nel palazzo. burocrazia regionale ra Invece, chiunque ha non indietreggia di occhi per vedere capisce che il un millimetro. I perfettamente Potere - quello vero - era “signori” della sanità e resta saldamente in poche continuano a fare sequestrato mani. L’inossidabile e affari sulla pelle dei costosissima burocrazia non indietregcalabresi. La “casta” regionale gia di un millimetro. I continua a percepire “signori” della sanità a fare affari vitalizi e a godere continuano sulla pelle dei calabresi, privilegi di stampo sottoposti al segmento medioevale. peggiore del servizio sanitario d’Italia. La “casta” continua a percepire vitalizi e a godere privilegi di stampo medioevale. Il bilancio regionale viene assorbito quasi interamente dalla piovra che da quarantacinque anni succhia la Regione, dissanguandola. Nessuno ha la bacchetta magica ma questi sono i fatti nello loro cruda realtà! Inoltre, in Calabria, più che in qualsiasi posto d’Italia, sono aumentate le disuguaglianze sociali. Rispetto a trenta anni fa la distanza tra i più ricchi e i più poveri sono aumentati di decine di volte. La Regione non solo non è stato un elemento moderatore delle disuguaglianze ma ha creato l’humus ideale su cui sono cresciute le rendite parassitarie. Il compito della sinistra sarebbe stato – prima di ogni altro – spostare risorse e potere effettivo dalle mani dei pochi a quelle dei molti. Lenire le disuguaglianze. Spalancare le porte del Palazzo regionale e far entrare la gente che per mezzo secolo s’è vista battere la porta in faccia. Mobilitare ed entusiasmare il nostro popolo impegnandolo in una grande battaglia meridionalista. Invece, ogni giorno che passa, la speranza si spegne, sfiorisce e muore! Non so se ci sarà il “master Plan”. Non vorrei che fosse l’impacchettamento di qualche finanziamento già programmato, spacciandolo come una conquista rivoluzionaria. Precisiamo: costruire opere pubbliche è una cosa egregia. Intercettare e spendere bene i fondi europei un dovere di chi governa. Tuttavia non c’è alcun bisogno di essere di sinistra per fare ciò! Basterebbe una decente burocrazia regionale capace di svolgere il proprio lavoro. Bobo Maroni e Luca Zaia appartengono alla peggiore destra politica italiana ma nessuno può negare che sono capaci di intercettare e spendere i fondi nazionali ed europei. E sono sicuro che non ne sarebbe stata meno capace, se fosse stata eletta, la dottoressa Wanda Ferro. Altra avrebbe dovuto essere la missione storica della Sinistra calabrese, erede di una storia secolare. Storia di morti, di sacrifici immensi, di irreversibili scelte di vita (ai piani più bassi) operate anche quando sarebbe stato comodo incamminarsi su un sentiero certamente più agevole. Vorrei con tutto il cuore sbagliarmi, ma il governo Oliverio non può che perdere! Nella migliore delle ipotesi non andrà oltre l’ordinaria e onesta amministrazione. La sconfitta è scritta nelle cose. Se anche dovesse esserci uno scontro tra i poteri forti e la maggioranza che governa la regione, saranno i primi a vincere la battaglia. Nessuno può vincere mettendo il popolo nel surgelatore. Non si indispettisca il presidente Oliverio ma rifletta, se ne è ancora in tempo!
RIVIERA
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CULTURA E SOCIETA’
Da Locri Daniela Ferraro lascia una nuova traccia della sua arte sul panorama poetico nazionale Una nuova grande soddisfazione per Daniela Ferraro, l'"usignolo della Locride", presente al Premio nazionale di poesia di Jesi (An) sabato 14 novembre. Dopo il primo premio ottenuto lo scorso agosto al concorso nazionale "Il Federiciano" di Rocca Imperiale (CS), la poetessa di Locri torna a lasciare una traccia di sè, del suo estro, della sua arte sul panorama poetico nazionale. Con la sua poesia "A Ferruzzano Superiore", edita su Piume di Cobalto (Aletti ed.), ha ottenuto la segnalazione della giuria composta da eminenti critici letterari e poeti italiani, da Lorenzo Spurio a Emanuele Marcuccio, da Susanna Polimanti a Marzia Carocci. La poesia ha riportato alla ribalta non solo il paese fantasma di Ferruzzano, dichiarato inabitabile dopo il terremoto del 1978, ma l'intera Locride pronta a mostrarsi sui palchi della poesia italiana. A omaggiare il nostro territorio anche la poesia in dialetto del dottore Gaetano Catalani, di Ardore, dal titolo "Piccirigliu meu", che si è aggiudicata il primo premio nella sezione dialettale tra tanti altri poeti provenienti da tutta Italia. Di seguito proponiamo la poesia con cui Daniela Ferraro ha partecipato al Premio nazionale di Jesi A FERRUZZANO SUPERIORE Mai pace ha il vento né lo stormir di fronde. – Vaghi fantasmi sussurrano d’attese – Soffia la notte sopra romite stelle, su giacigli di nubi l’ombra tua stanca. – Rammenti ancora lo scalpiccio dei passi, amene risa e lumi alle finestre, la parca mensa che ringraziava il cielo, garrulo amore dentro dirotti sguardi? – Su sue sbiadite orme ansima il tempo – fremito al labbro è il logorio di assenze – ma dei ricordi comprimi pena cruenta come una madre che ai figli occulta il pianto.
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Vola alto il premio letterario “Città di Siderno” Fuda:“Senza crescita culturale non ci sarà mai crescita economica”
Presso il "Grand Hotel PRESIDENT" di Siderno, sabato 21 Novembre 2015, si è svolta nella migliore delle previsioni una magnifica serata all'insegna della Cultura, con la "C" maiuscola. Il Premio Letterario Città di Siderno, fortemente voluto dal Presidente Prof. Aldo De Leo, è giunto alla sua 12^ edizione riscuotendo ancora una volta il successo che merita. Molti i partecipanti da tutta Italia a questo Premio, nelle due sezioni "Poesia" e "Racconti brevi". In apertura dopo le belle canzoni napoletane egregiamente interpretate da "Gigi & Nando", la poetessa Maria Capece venuta da Torino saluta Siderno e i suoi abitanti con una sua bella e toccante lirica. La splendida presentatrice Ivana Criniti dà quindi il via ai premiati per la sezione "Poesia" invitando di volta in volta Giuliano Zucco che con garbo e competenza ha letto i versi mettendoci dentro oltre alla voce l'anima. "All'unica essenza" (dell'intero universo) sezione "Poesia" e "Il quadro della bambina" per la sezione "Racconti Brevi" si sono aggiudicati il primo premio. Gli autori Pietro Tafuro di Brindisi ed Elena Auddino di Polistena, oltre agli attestati e targhe, hanno ricevuto rispettivamente un'opera d'arte pittorica, omaggio da parte di due valenti e affermati artisti calabresi: Giuliano Zucco e Francesco Giovinazzo. Al secondo e terzo posto per la "Poesia" si sono classificati il tarantino Antonio Bicchierri con "Le mie radici" e la reggina Mariangela Costantino con "In passi di lune e ritorni". Nella sezione "Racconti brevi" il secondo e terzo posto sono andati a "Sarà estate" di P.A. Magrì di Agrigento e "Mara, la strana zanzara" di Sebastiano Plutino, di Messina. Menzioni speciali hanno avuto Gaetano Catalani di Ardore con "In un mare d'inchiostro" e Caterina Zappia di Siderno con "Alzheimer". Si sono avvicendati sul palco sia per la consegna dei premi che per le attestazioni di plauso alla manifestazione, il Sindaco di Siderno Piero Fuda, il vicesindaco Anna Romeo, gli assessori Ercole Macrì e Gianni Lanzafame. Un particolare ringraziamento al tenace presidente del Premio prof. Aldo De Leo e a tutti i suoi collaboratori pre-
senti: Ugo Mollica, Filippo Todaro, Giuliano Zucco, Domenico Catalano e Aldo Caccamo. Importante e significativo il ruolo che questo "Premio" ha in un momento di grandi incertezze nazionali e internazionali. Non bisogna abbassare la guardia, andare avanti e forse "oltre ancora" può farci vedere orizzonti nuovi investendo in cultura e qualità di vita. Solo così, dice il Sindaco Piero Fuda, si possono costruire situazioni economiche più favorevoli allentando il disagio sociale in cui versano spesso molte zone di questa nostra bella Locride, ricca di un passato storico di grande rilievo. Siderno sicuramente ce la farà, la sua gente fortissimamente lo vuole, "il Mitho" dell'Araba Fenice si verifica
spesso anche tra gli umani. Risorgere dalle proprie "ceneri" si può ...! Un maggiore impegno da parte di tutti, quindi, anche se ogni obiettivo da raggiungere costa sacrificio e determinazione. Le politiche locali lo sanno bene: "Ad Astra Per Aspera" dicevano i nostri antenati latini ed è vero! La manifestazione chiude quindi con un caldo e affettuoso arrivederci al prossimo anno, tra applausi e calorose manifestazioni di giubilo da parte di tutti i convenuti, soddisfatti per la bella serata, condotta con stile e ricca di messaggi che sicuramente lasceranno un segno per la crescita culturale di questo nostro meraviglioso lembo di terra di Calabria.
Alta onorificienza Coni a Giuseppe Cavallo Sabato 21 novembre, alle ore 16,30, presso l’auditorium Calipari del Consiglio Regionale della Calabria, ha avuto luogo la cerimonia di conferimento delle alte onorificenze sportive da parte del Comitato Olimpico Nazionale, rappresentato dal vice presidente nazionale Luciano Buonfiglio. Magistralmente organizzata dal CONI Calabria, l’iniziativa, che ha raccolto, per la prima volta, tutti i premiati della regione, ha registrato la partecipazione: del Presidente del Consiglio Regionale Calabrese, Irto; del vice presidente del consiglio provinciale, Verduci; del sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Falcomatà. A gestire, in modo impeccabile e raffinato i vari momenti c’erano, oltre al presidente del CONI Calabria, l’avvocato Maurizio Condipodero, anche il segretario regionale, dott. Walter Malacrino, e il direttore della Scuola Regionale dello Sport, Demetrio Albino. Non è voluto mancare, al prestigioso avvenimento, nemmeno il già presidente del CONI Calabria, per molti anni, ovvero il dottore Demetrio Praticò. Fra le persona-
lità presenti, va citato anche Antonio Cosentino, nuovo presidente della Lega Nazionale Calcio Dilettanti. Per la prima volta nella storia della kickboxing e arti marziali affini del reggino, la nostra Federazione ha avuto l’onore di veder premiato, con la Stella di bronzo al Merito Sportivo il Maestro Giuseppe Cavallo, attuale direttore tecnico nazionale del settore difesa perso-
La rosa dei venti
nale, responsabile per il Sud Italia, oltre che maestro di molti campioni mondiali e nazionali e direttore tecnico del centro internazionale di antiterrorismo. Il dottore Cavallo, considerato uno dei massimi specialisti al mondo nel settore della difesa personale e delle arti marziali, dirige anche l’Accademia di Arti Marziali con palestre a Caulonia Marina, Siderno Marina e Polistena, in
provincia di Reggio Calabria. La Stella al Merito Sportivo viene concessa, dal Comitato Olimpico Nazionale, per premiare chi si distingue particolarmente nel dare lustro allo sport italiano. Il professore Cavallo, ha avuto l’onore di ricevere la Stella CONI, dalle mani del mitico professore Giuseppe Pellicone, già vice presidente mondiale e attuale presidente onorario del settore Karate della FIJLKAM (federazione italiana judo lotta karate arti marziali). Al momento del conferimento del prestigioso riconoscimento, il direttore del Centro Tecnico Regionale, professore Albino, fra gli applausi rivolti al dottore Cavallo, ha espresso: “Si conferisce la Stella al Merito Sportivo al Maestro federale di arti marziali, sport da combattimento ed esperto di difesa personale, Giuseppe Cavallo promulgatore dello sport con eventi, manifestazioni e corsi per tutti. È cintura nera 9° dan, significa il massimo, ed è sempre riuscito a coinvolgere le varie istituzioni ecclesiastiche e sociali in tutte le attività e iniziative che ha organizzato sul territorio. Complimenti a Giuseppe!”
Risate... storiche
Il re di Francia , Enrico IV, una sera , durante un festino e “male intenzionato”, domandò a una giovane e graziosa dama di corte da dove potesse passare per andare a trovarla nelle sue stanze . La demoiselle capì subito l'antifona e con il più bel sorriso di convenienza, inchinandosi rispettosamente davanti all'intraprendente sovrano, rispose: “Dalla chiesa, Sire!” Visto che ci troviamo davanti a battuta per così dire “notturna” sentite quest' altra .
Una duchessa riceveva nella sua stanza privatissima, spesso e volentieri, un attore di nome Boron, ma guai ad andarla a trovare di giorno, sempre di notte. Se non che, un pomeriggio, mentre la gran Dama intratteneva degli amici, il povero Boron decise di andare a casa della duchessa. Quando lei se lo vide davanti, sorpresa e innervosita gli domandò: “Signore, che cosa siete venuto a fare?” E lui: “A prendere il mio berretto da notte, Madame”. Maria Verdiglione
ATTUALITÀ
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Il teatro di Cittanova come Infrastruttura Culturale della futura Città Metropolitana
C
ittanova riprende un filo interrotto nel 2005, ridando vita a uno degli elementi caratterizzanti la cultura e l’identità del paese, il teatro. L’Associazione Culturale Kalomena opera sin dal 1994. In particolare, ha curato le dodici edizioni della stagione teatrale dal 1993 al 2005 e numerosi appuntamenti musicali di assoluta qualità e di rilievo nazionale realizzati prima che il Cine-Teatro Gentile venisse chiuso per consentirne i lavori di restauro e ammodernamento. È stata una straordinaria esperienza culturale, diventata nel tempo un punto fisso degli eventi culturali che hanno coinvolto la totalità dei comuni della Piana di Gioia Tauro, la provincia e la Calabria. Il Teatro Gentile ha ospitato nel corso di quegli anni cantautori e artisti del calibro di Fabrizio De Andrè, Paolo Conte, Paolo Rossi; attori del teatro come Luigi De Filippo, Albertazzi, Nando Gazzolo, Aldo Giuffrè, Valeria Valeri, Gassman, Pagliai, Michele Placido, Rossella Falk, e decine di altri personaggi celebri del mondo del teatro, della musica e dello spettacolo. Partendo, dunque, da questa pluriennale esperienza maturata nel corso degli anni di attività Cittanova è pronta a misurarsi con questa nuova sfida che, grazie anche alla rinnovata struttura del Teatro, punta a un
ruolo da protagonista nella geografia culturale della futura città metropolitana e della Calabria. Una sfida, questa, che contiene quattro grandi novità. Innanzitutto il Teatro che, con i suoi 500 posti circa, è una struttura che per caratteristiche tecniche, innovativi standard tecnologici e qualità, rappresenta un Unicum nella provincia di Reggio Calabria. Ci sarà, poi, per la prima volta una Direzione Artistica, che sarà affidata al maestro Antonio Salines, un attore di assoluto talento ed esperienza nonchè Direttore del Teatro Belli di Roma, che consentirà al Teatro stesso di compiere un salto di qualità e proiettarsi in una dimensione regionale e nazionale di primaria qualità. Altra novità
sarà il Progetto Teatro Nuove Generazioni, che guardarà con grande attenzione alle iniziative culturali rivolte ai giovani in generale e agli studenti in particolare. Infine, il Teatro Gentile non sarà inteso solo come Esercizio di ospitalità di eventi teatrali, ma come luogo di Produzione e formazione teatrale. Parte quest'anno una Produzione originale su Corrado Alvaro, in una sezione definita Nuovi Percorsi, che mira a coinvolgere il territorio della nostra provincia e le molte energie ed esperienze giovanili presenti. Partendo da queste quattro grandi novità, è stato allestito un Programma di Stagione Teatrale che punta sulla pluralità di percorsi artistici, con otto titoli in abbonamento per sette serate, tre repliche per gli studenti degli Istituti cittadini e una nuova produzione originale del territorio in un evento fuori abbonamento. Una stagione incentrata sulla proposizione dei grandi protagonisti del teatro italiano con spettacoli di forte impatto che vedranno alternarsi sul palcoscenico cittadino diversi generi, sia di tradizione che contemporanei. Dunque, il Teatro Gentile vuole rappresentare il naturale attrattore culturale dell’intero territorio pianigiano. Un serio punto di riferimento e una straordinaria Infrastruttura Culturale della futura Città Metropolitana e della Calabria.
Scopriamo le meraviglie del nostro fondale marino grazie a Carlo Codispoti
Quando è difficile cambiare il mondo, nota all'incontro con Bruno Centrone
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A partire da questa settimana abbiamo deciso di mostrarvi l’opera eccezionale di un nostro conterraneo. Si tratta di Carlo Codispoti, giovane locrese da diversi anni residente a Siderno che, dopo aver vissuto per molto tempo fuori dalla nostra regione, ha deciso di tornare nella sua terra di origine per coltivare la passione per la fotografia subacquea. Seguiti dei corsi di respirazione e diventato persino istruttore di questa affascinante disciplina, Carlo si è dedicato per un periodo a registrare video dei fondali marini e, da circa tre anni, si dedica invece alla fotografia, scoprendo le incredibili meraviglie del nostro amato mar Jonio. È stato protagonista di diverse mostre e concorsi in giro per l’Italia e alcuni dei suoi scatti sono stati selezionati persino da National Geographic per le pagine delle sue riviste e dei suoi documentari. Ma lasciamo che siano le immagini a parlare per Carlo e per il nostro mare che vi riserverà, grazie a questa galleria, delle sorprese incredibili.
razie all'impegno dell'Assessorato alla cultura e alla dedizione del suo rappresentante, Ercole Macrì, c'è stata l'occasione di discutere con numerosi nuovi interlocutori su un tema che Bruno Centrone, esperto di filosofia antica, affrontava per la prima volta. "Non in veste di filosofo" per sua stessa ammissione, oppure "in veste di filosofo, nella misura in cui tutti siamo filosofi, ovvero siamo capaci di pensare criticamente noi stessi e il mondo che ci circonda". L'argomento in effetti è lontanissimo dalla sfera concettuale del mondo antico, dove non credo si potesse mai porre il problema della decrescita e tuttavia, quello di decrescita, per quanto attualissimo, è un concetto complesso, piegato su molteplici interpretazioni e forse limitato dalla scelta di un nome infelice. Come ha spiegato Centrone, la decrescita non è la recessione, ma è un modo con cui pensare un nuovo modello economico. Economico prima di tutto, e non tanto, o non solo, antropologico o etico. Il fulcro dell'argomentazione del nostro filosofo (checchè ne dica lui, Bruno Centrone è a tutti gli effetti un filosofo!) ha infatti al fondo un problema concettuale e umano enorme, ovvero la consapevolezza che "avere ragione" non basta, non basta argomentare sul valore etico e razionale di uno stile di vita improntato sulla sobrietà dei consumi, non basta richiamare il senso di responsabilità verso le generazioni future, non basta la persuasione, tanto che il mondo, dal macro al microsistema, continua a funzionare economicamente (e quindi socialmente e politicamente) secondo un modello basato sulla crescita esponenziale del profitto. La decrescita sarebbe invece una forma economica i cui effetti possono
vedersi solo sul lungo periodo, una forma tutta da pensare nella sua attuazione concreta e che, a dispetto del nome, comporterebbe per coloro che hanno sempre avuto "la fetta più piccola di torta" un aumento delle possibilità di sviluppo: è chiaro a tutti quanto la questione sia complicata. In fondo, da autentico filosofo, Centrone si è posto, e ci ha posto - attraverso un'excursus economico e critico - il problema chiave del nostro tempo: come pensare in questo mondo fatto così. Dove per pensare si intende un modo di comprensione e, soprattutto, una forma di azione che ci permetta di cambiare noi stessi e la realtà in cui viviamo. Le risposte in tal senso sono sempre più sfuggenti. Si tratta comunque di riformulare il problema su altre basi, di capire come è possibile pensare (cioè agire) diversamente da un punto di vista socio-economico oltre che etico o morale, quindi riuscire prima di tutto a concepire una complessità che include moltissimi fattori, la maggior parte indipendenti da quelle che sono le nostre possibilità individuali. Che poi la parola capace di incarnare questo cambiamento sia "decrescita" o sia un'altra non lo sappiamo ancora. L'intenso dibattito che ha seguito l'intervento di Centrone ha manifestato che sulle tante argomentazioni si getta sempre inesorabilemente l'ombra del filosofo tanto innominato, quanto lucido circa i temi che intrecciano il problema della decrescita e in generale dell'economia contemporanea, colui che scrive, nell'undicesima tesi su Feuerbach, un pensiero che non smette di scriversi ancora oggi: "I filosofi hanno finora solo interpretato diversamente il mondo, si tratta ora di trasformarlo". Alessandra Mallamo
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Social network
"Accadde oggi", quando facebook ti sbatte in faccia i ricordi
Piccoli pezzetti della tua vita, persone che dovevano rimanere per sempre, amici durati un’estate o poco più
C
enerentola si svegliava con gli uccellini che cinguettavano e i nostri nonni grazie al canto del gallo. Alle porte del 2016, invece, a darci il buongiorno è la recente funzione di Facebook creata dal vecchio Mark, che stavolta se l’è pensata bella e buona per inchiodarti con un avvertimento: ricordati chi sei. “Hai ricordi da condividere oggi”: la notifica puntuale come un orologio svizzero. Che poi, diciamocelo, è anche una cosa simpatica, soprattutto perché puoi verificare la tua evoluzione (per qualcuno anche involuzione) nel tempo. Ad esempio, appuri che esattamente 4 anni fa, avevi 4 kg in meno. Ripercorri quelle che sono state le ansie da studente, quando condividevi status masochisti della serie “Tanto non mi laureerò mai” e li rileggi oggi, a laurea conseguita (ma magari sei disoccupato). I ricordi di Facebook lasciano traccia di tutto ciò che è successo, se la traccia l’hai lasciata, ovviamente. Se sei iscritto su questo social con l’immagine del profilo di un gattino e mai un pensiero o una foto hai postato, col fine semplicemente di spiare le vite degli altri, probabilmente a te l’app dei ricordi non è nemmeno concessa, per punizione. Sono piccoli pezzetti della tua vita, raccolti come quei video che manda in tv Maria De Filippi nei suoi programmi, con le immagini dei suoi tronisti, corteggiatrici sculettanti, aspiranti cantanti, in cui tutti piangono quando li guardano e dal pubblico si alza una ola di palloncini. Beh, non è proprio quello che succede a te. Tu li visualizzi dal tuo letto, sotto al piumone, e in camera l’unico essere che ti fa sentire la sua presenza, in quel momento, è una mosca rompiscatole. Però non si può nascondere che spesso ci dimentichiamo chi siamo, o chi siamo stati. Assorbiti dalla quotidianità, dagli appuntamenti che si susseguono senza tregua, dal dentista al meccanico, al cercare di ricordarti di comprare il deodorante per le ascelle. È per tale motivo che può far piacere, giorno dopo giorno, ricordarsi che nel 2012 avevamo postato una canzone di Vasco, accompagnata da quel particolare versetto e, trovandotela adesso davanti, riesci a ricordarti perché l’avevi scritta. E soprattutto, per chi. E quante altre frasi di canzoni condivise, e adesso la musica quasi non la ascolti più. Apprendere, ogni giorno, che nella tua vita sono passate diverse persone. Alcune, che dovevano rimanere per sempre (come facebook ti ricorda), taggate nei post di città da sogno che insieme volevate visitare, anche se poi così non è stato. Perché lo hai scelto tu, perché lo hanno scelto loro. Perché così doveva andare. Te lo ricorda facebook, quanto affiatamento c’era, con certi amici che sono durati un’estate o poco più. E poi ci sono quelli di sempre, quelli di una vita e lo testimoniano le foto con quella t-shirt orrenda, ma che adoravi, esattamente 3 anni fa. Altre date, invece, sono impresse nella nostra mente, sono quelle dei traguardi raggiunti, dei momenti importanti: il primo giorno di un nuovo lavoro, il primo giorno in una nuova città, un viaggio. E quasi aspetti, fremendo, che facebook ti piazzi il ricordo davanti, per rivivere l'emozione provata quel giorno. Sono come gli sms, ormai inesistenti, che rileggevamo, qualche anno fa. Ormai la vita va veloce e spedita come le lunghe chat di whatsapp, in cui rileggere cosa avevi scritto a un amico qualche mese fa è un'ardua impresa. I messaggi, quelli importanti, i lunghi monologhi vocali dove esprimi rabbia o tristezza, vengono immediatamente sostituiti da nuove comunicazioni, meno interessanti. Come quando da piccoli, viaggiando con la propria famiglia, si osservava la lunga striscia bianca dell'autostrada: occhi attaccati al finestrino, catturati dalla velocità, tentando di poterlo per un attimo bloccare, quel serpente bianco, che oggi altro non è che la comunicazione social. Per questo ringrazio Mark. Lo ringrazio perchè, nonostante la tecnologia sia ormai diventata un'arma a doppio taglio, mi dà la possibilità di dare uno sguardo a quello che sono stata. Può sembrare un'affermazione triste. Avrei dovuto ricordarlo da sola? Difficile. La nostra memoria elimina il materiale in eccesso per fare spazio a ciò che, in un dato momento, si rende necessario sapere e ricordare. Qualche sera fa, trasferendo tutto ciò che avevo da un portafoglio vecchio a uno nuovo, ci ho trovato il mondo. Bigliettini scritti da vecchie coinquiline, carinerie di bambini speciali che ho accompagnato lungo una parte del loro percorso scolastico. Non ricordavo nemmeno di averli. E ne avremo sempre di meno, ora che carta e penna hanno, amaramente, perso la loro funzione. Intanto qualche mattina fa, ecco la notifica: un ricordo da condividere con una persona scomparsa troppo presto. Batticuore, emozione: chissà cos'è? Finchè la sua battuta simpatica non mi è apparsa davanti, sulla mia home di tre anni fa. Mi pare di capire che ciò che ci rimane è sperare che un uomo, altamente tecnologico, continui a tener presente che le persone hanno bisogno di ricordare. Non te lo dimenticare, almeno tu, Mark! Sara Jacopetta
RIVIERA
Con la testa tra le nuvole Cullati dal leggero rollio delle nuvole, i filosofi Giorgio Imperitura e Massimo Cacciari (ex sindaco di Venezia) riposano gli occhi dopo un intenso confronto sui massimi sistemi Glorie del calcio sidernese Anche se i capelli incanutiscono e la falcata è meno decisa i talenti restano indimenticati, regola più che mai valida per Totò Lionetti (u Tignuni) e Mimmo Caricari (u bandito)
Quarant’anni di felicità Nicola entra negli “anta” avvolto dall’amore della sua meravigliosa famiglia, con la quale festeggia in un locale d’alta classe!
Tutti i sensi dei 60 Mimmo Panetta con Giovanni Longo, Franco Fragomeni che costituiscono una parte del mitico gruppo degli M60, un nome che, oggi, indica anche la fascia d’eta dei tre…
Assessorati a confronto L’assessore di Gioiosa Jonica Maurizio Zavaglia incontra la sua collega sidernese Bianca Gerace. Che progetti all’orizzonte per i due centri della Locride?
Confronti Nando Marzano si incontra con il sempre disponibile pastore Reale. Da Ardore a Siderno, ogni confessione è sempre accolta con un gran sorriso.
Esclusività cercasi Ci sono cene così esclusive da richiedere la prenotazione di un’intera sala e di uno chef d’eccezione. Alba Parietti ha scelto Francesco del Gambero Rosso.
Mangiata filosofica Tavolata tutta dedicata alla cultura quella che si è formata da Zio Salvatore in occasione della conferenza dedicata alla “decrescita” martedì 24 novembre
Tris d’assi Ancora Ottobrata per mostrarvi che assieme a Giuseppe Figliomeni, erano presenti anche Gianni Gerace e dallo stupendo Vincenzo Loiero!
Per le donne La Consulta Giovanile, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, ha ritenuto giusto fare un tributo alle “Scarpe Rosse” al Comune di Siderno
SETTIMANALE
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Classe d’altri tempi Domenico Crupi, da quel del Canada, ci invia la foto di una classe 3ª della Gesumino Pedullà nel 1972. Qualcuno può aiutarlo a riconoscere questi ragazzi?
Incontri casuali Franco Martino incrocia per caso l’onorevole Nino D’Ascola mentre passeggia in attesa di un convegno al Comune di Siderno. Come non fare una foto ricordo?
Sidernu Supa ‘ncarnata Siderno Superiore incarnata in questi tre meravigliosi individui: da sinistra Raffaele Macrì Correale, Mimmo “Bracco” Lubieri e il “sindaco” Aldo Caccamo!
Uniti per Madre Natura Il Rotary Club Area Grecanica ha partecipato all’iniziativa di Mondo Verde per la Giornata Nazionale dell’Albero riunendosi sul Lungomare di Melito.
Quattro chiacchiere a Siderno Nel giorno contro la violenza sulle donne, dinanzi al tributo della Consulta Giovanile, si sono incontrati Tonia Stumbo e la colonna del Pci Mimmo Bova
Vent’anni dopo… Ci voleva la conferenza sulla decrescita per riunire, a vent’anni di distanza da quel mai dimenticato servizio militare, Peppe Nirta e Rosario Condarcuri
Avanti così!Torniamo all’Ottobrata con questa foto di Antonello Tinelli e Vittoria Luciano. Il pollice alzato è per la buona riuscita della manifestazione o per altro?
Anni d’oro A margine del Derby SidernoLocri, Bolognino ha ricevuto un premio per i suoi anni di militanza nel club. È invecchiato bene proprio come il buon vino!
L’incontro con Fuda è servito… E bravo Delrio, che venerdì ha annunciato di aver previsto lo stanziamento di tre miliardi per riqualificare A3 e SS106. Entro il 2019 saremo più rapidi!
RIVIERA
Cosa chiedi quest’anno a Babbo Natale?
Manca meno di un mese al Natale, e quale migliore occasione di chiedere al vecchio caro Babbo di rosso vestito, un bel dono AB Collezioni? All’interno di AB Store sono presenti capi must-have indispensabili per l’inverno. Nei colori più trendy del momento, la pelliccia, esclusivamente ecologica, è la protagonista di questa stagione, un soffice piacere da indossare per le feste natalizie, ricercata anche nei dettagli tra borse e accessori per un look vincente. Non può mancare su un bel cappotto che vi accompagnerà per tutti i mesi più freddi con silhouette ampie e avvolgenti. Gioielli e bags si portano rigorosamente maxi, dimenticate le pochette, la borsa torna a pensare in grande evolvendosi in un’elegante tracolla, scegliendo un pellame, il cavallino, per galoppare vincitrice nella fredda stagione. Per tutte le fashion victim solo con AB CARD sconto del 40% su tutti gli acquisti. Chiedi a Babbo Natale un dono da AB STORE, il tuo desiderio potrebbe essere esaudito.
CULTURA E SOCIETA’
Da Locri Daniela Ferraro lascia una nuova traccia della sua arte sul panorama poetico nazionale Una nuova grande soddisfazione per Daniela Ferraro, l'"usignolo della Locride", presente al Premio nazionale di poesia di Jesi (An) sabato 14 novembre. Dopo il primo premio ottenuto lo scorso agosto al concorso nazionale "Il Federiciano" di Rocca Imperiale (CS), la poetessa di Locri torna a lasciare una traccia di sè, del suo estro, della sua arte sul panorama poetico nazionale. Con la sua poesia "A Ferruzzano Superiore", edita su Piume di Cobalto (Aletti ed.), ha ottenuto la segnalazione della giuria composta da eminenti critici letterari e poeti italiani, da Lorenzo Spurio a Emanuele Marcuccio, da Susanna Polimanti a Marzia Carocci. La poesia ha riportato alla ribalta non solo il paese fantasma di Ferruzzano, dichiarato inabitabile dopo il terremoto del 1978, ma l'intera Locride pronta a mostrarsi sui palchi della poesia italiana. A omaggiare il nostro territorio anche la poesia in dialetto del dottore Gaetano Catalani, di Ardore, dal titolo "Piccirigliu meu", che si è aggiudicata il primo premio nella sezione dialettale tra tanti altri poeti provenienti da tutta Italia. Di seguito proponiamo la poesia con cui Daniela Ferraro ha partecipato al Premio nazionale di Jesi A FERRUZZANO SUPERIORE Mai pace ha il vento né lo stormir di fronde. – Vaghi fantasmi sussurrano d’attese – Soffia la notte sopra romite stelle, su giacigli di nubi l’ombra tua stanca. – Rammenti ancora lo scalpiccio dei passi, amene risa e lumi alle finestre, la parca mensa che ringraziava il cielo, garrulo amore dentro dirotti sguardi? – Su sue sbiadite orme ansima il tempo – fremito al labbro è il logorio di assenze – ma dei ricordi comprimi pena cruenta come una madre che ai figli occulta il pianto.
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Vola alto il premio letterario “Città di Siderno” Fuda:“Senza crescita culturale non ci sarà mai crescita economica”
Presso il "Grand Hotel PRESIDENT" di Siderno, sabato 21 Novembre 2015, si è svolta nella migliore delle previsioni una magnifica serata all'insegna della Cultura, con la "C" maiuscola. Il Premio Letterario Città di Siderno, fortemente voluto dal Presidente Prof. Aldo De Leo, è giunto alla sua 12^ edizione riscuotendo ancora una volta il successo che merita. Molti i partecipanti da tutta Italia a questo Premio, nelle due sezioni "Poesia" e "Racconti brevi". In apertura dopo le belle canzoni napoletane egregiamente interpretate da "Gigi & Nando", la poetessa Maria Capece venuta da Torino saluta Siderno e i suoi abitanti con una sua bella e toccante lirica. La splendida presentatrice Ivana Criniti dà quindi il via ai premiati per la sezione "Poesia" invitando di volta in volta Giuliano Zucco che con garbo e competenza ha letto i versi mettendoci dentro oltre alla voce l'anima. "All'unica essenza" (dell'intero universo) sezione "Poesia" e "Il quadro della bambina" per la sezione "Racconti Brevi" si sono aggiudicati il primo premio. Gli autori Pietro Tafuro di Brindisi ed Elena Auddino di Polistena, oltre agli attestati e targhe, hanno ricevuto rispettivamente un'opera d'arte pittorica, omaggio da parte di due valenti e affermati artisti calabresi: Giuliano Zucco e Francesco Giovinazzo. Al secondo e terzo posto per la "Poesia" si sono classificati il tarantino Antonio Bicchierri con "Le mie radici" e la reggina Mariangela Costantino con "In passi di lune e ritorni". Nella sezione "Racconti brevi" il secondo e terzo posto sono andati a "Sarà estate" di P.A. Magrì di Agrigento e "Mara, la strana zanzara" di Sebastiano Plutino, di Messina. Menzioni speciali hanno avuto Gaetano Catalani di Ardore con "In un mare d'inchiostro" e Caterina Zappia di Siderno con "Alzheimer". Si sono avvicendati sul palco sia per la consegna dei premi che per le attestazioni di plauso alla manifestazione, il Sindaco di Siderno Piero Fuda, il vicesindaco Anna Romeo, gli assessori Ercole Macrì e Gianni Lanzafame. Un particolare ringraziamento al tenace presidente del Premio prof. Aldo De Leo e a tutti i suoi collaboratori pre-
senti: Ugo Mollica, Filippo Todaro, Giuliano Zucco, Domenico Catalano e Aldo Caccamo. Importante e significativo il ruolo che questo "Premio" ha in un momento di grandi incertezze nazionali e internazionali. Non bisogna abbassare la guardia, andare avanti e forse "oltre ancora" può farci vedere orizzonti nuovi investendo in cultura e qualità di vita. Solo così, dice il Sindaco Piero Fuda, si possono costruire situazioni economiche più favorevoli allentando il disagio sociale in cui versano spesso molte zone di questa nostra bella Locride, ricca di un passato storico di grande rilievo. Siderno sicuramente ce la farà, la sua gente fortissimamente lo vuole, "il Mitho" dell'Araba Fenice si verifica
spesso anche tra gli umani. Risorgere dalle proprie "ceneri" si può ...! Un maggiore impegno da parte di tutti, quindi, anche se ogni obiettivo da raggiungere costa sacrificio e determinazione. Le politiche locali lo sanno bene: "Ad Astra Per Aspera" dicevano i nostri antenati latini ed è vero! La manifestazione chiude quindi con un caldo e affettuoso arrivederci al prossimo anno, tra applausi e calorose manifestazioni di giubilo da parte di tutti i convenuti, soddisfatti per la bella serata, condotta con stile e ricca di messaggi che sicuramente lasceranno un segno per la crescita culturale di questo nostro meraviglioso lembo di terra di Calabria.
Alta onorificienza Coni a Giuseppe Cavallo Sabato 21 novembre, alle ore 16,30, presso l’auditorium Calipari del Consiglio Regionale della Calabria, ha avuto luogo la cerimonia di conferimento delle alte onorificenze sportive da parte del Comitato Olimpico Nazionale, rappresentato dal vice presidente nazionale Luciano Buonfiglio. Magistralmente organizzata dal CONI Calabria, l’iniziativa, che ha raccolto, per la prima volta, tutti i premiati della regione, ha registrato la partecipazione: del Presidente del Consiglio Regionale Calabrese, Irto; del vice presidente del consiglio provinciale, Verduci; del sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Falcomatà. A gestire, in modo impeccabile e raffinato i vari momenti c’erano, oltre al presidente del CONI Calabria, l’avvocato Maurizio Condipodero, anche il segretario regionale, dott. Walter Malacrino, e il direttore della Scuola Regionale dello Sport, Demetrio Albino. Non è voluto mancare, al prestigioso avvenimento, nemmeno il già presidente del CONI Calabria, per molti anni, ovvero il dottore Demetrio Praticò. Fra le persona-
lità presenti, va citato anche Antonio Cosentino, nuovo presidente della Lega Nazionale Calcio Dilettanti. Per la prima volta nella storia della kickboxing e arti marziali affini del reggino, la nostra Federazione ha avuto l’onore di veder premiato, con la Stella di bronzo al Merito Sportivo il Maestro Giuseppe Cavallo, attuale direttore tecnico nazionale del settore difesa perso-
La rosa dei venti
nale, responsabile per il Sud Italia, oltre che maestro di molti campioni mondiali e nazionali e direttore tecnico del centro internazionale di antiterrorismo. Il dottore Cavallo, considerato uno dei massimi specialisti al mondo nel settore della difesa personale e delle arti marziali, dirige anche l’Accademia di Arti Marziali con palestre a Caulonia Marina, Siderno Marina e Polistena, in
provincia di Reggio Calabria. La Stella al Merito Sportivo viene concessa, dal Comitato Olimpico Nazionale, per premiare chi si distingue particolarmente nel dare lustro allo sport italiano. Il professore Cavallo, ha avuto l’onore di ricevere la Stella CONI, dalle mani del mitico professore Giuseppe Pellicone, già vice presidente mondiale e attuale presidente onorario del settore Karate della FIJLKAM (federazione italiana judo lotta karate arti marziali). Al momento del conferimento del prestigioso riconoscimento, il direttore del Centro Tecnico Regionale, professore Albino, fra gli applausi rivolti al dottore Cavallo, ha espresso: “Si conferisce la Stella al Merito Sportivo al Maestro federale di arti marziali, sport da combattimento ed esperto di difesa personale, Giuseppe Cavallo promulgatore dello sport con eventi, manifestazioni e corsi per tutti. È cintura nera 9° dan, significa il massimo, ed è sempre riuscito a coinvolgere le varie istituzioni ecclesiastiche e sociali in tutte le attività e iniziative che ha organizzato sul territorio. Complimenti a Giuseppe!”
Risate... storiche
Il re di Francia , Enrico IV, una sera , durante un festino e “male intenzionato”, domandò a una giovane e graziosa dama di corte da dove potesse passare per andare a trovarla nelle sue stanze . La demoiselle capì subito l'antifona e con il più bel sorriso di convenienza, inchinandosi rispettosamente davanti all'intraprendente sovrano, rispose: “Dalla chiesa, Sire!” Visto che ci troviamo davanti a battuta per così dire “notturna” sentite quest' altra .
Una duchessa riceveva nella sua stanza privatissima, spesso e volentieri, un attore di nome Boron, ma guai ad andarla a trovare di giorno, sempre di notte. Se non che, un pomeriggio, mentre la gran Dama intratteneva degli amici, il povero Boron decise di andare a casa della duchessa. Quando lei se lo vide davanti, sorpresa e innervosita gli domandò: “Signore, che cosa siete venuto a fare?” E lui: “A prendere il mio berretto da notte, Madame”. Maria Verdiglione