CONTROCOPERTINA
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Bovalino- Bagnara Asfalto e cemento: salvezza, sindrome o sciagura? Ci scrive Francesco Talia accusandoci di tradimento di natura leghista. A cotanto qualunquismo replica Ercole Macrì in modo elementare. TALIA: «ERCOLE MACRÌ FA FINTA DI NON CAPIRE CHE LE INFRASTRUTTURE STRADALI SONO LA PRIMA PREMESSA ALLO SVILUPPO E CHE L’ISOLAMENTO È PREMESSA ALLA POVERTÀ» MACRÌ «DUE ESEMPI PER IMPEDIRE AI TANTI TALIA CHE POPOLANO LA LOCRIDE DI PRETENDERE ANCHE UN AEROPORTO SUI PIANI DI ZERVÒ E UN MEGAPORTO A FERRUZZANO»
FRANCESCO TALIA
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e avevo intuito l’esistenza; non avevo però la certezza che i peggiori leghisti, i veri cultori del regresso del meridione d’ Italia sono alcuni suoi figli imbevuti di una cu(o)ltura del risparmio o di un bigottismo pseudoambientalista. La conferma l’ho avuta leggendo un articolo sulla Riviera del 09/11/2014 a firma di Ercole Macrì, il quale fa finta di non capire che le infrastrutture stradali sono la prima premessa allo sviluppo e che l’isolamento è premessa alla povertà. Ricordarsi come erano i paesi della vallata del Torbido prima della utilissima strada a scorrimento veloce Rosarno - Grotteria Mare gioverebbe a capire. I paesi dell’interno erano tagliati fuori da qualsiasi circuito turistico e commerciale e Marina di Gioiosa era un agglomerato di poche case da dove il forestiero passava veloce sia per i problemi di ordine pubblico ma anche perchè non c’era niente di attrattiva. Dove in atto c’è il “Golosia” stazionava un chioschetto in legno utile soltanto allo spaccio del pesce e non certo punto di ristoro e di delizia per i tanti turisti di oggi. Grazie alla strada dei due mari, Marina di Gioiosa è una ridente cittadina ricca di infrastrutture turistiche private (alberghi, ristoranti, impianti sportivi e quant’altro) che nei mesi estivi attirano gente da ogni dove. Siderno ha accresciuto le sue potenzialità commerciali grazie anche a un illuminato manager quale è Luciano Racco, che costruendo il centro commerciale “La Gru” ha prodotto per la zona lavoro e progresso grazie anche ai tanti utenti della Piana.
Sbaglia Ercole Macrì se disconosce che da Bagnara in giù (provincia di Messina compresa) c’è l’interesse che venga realizzata la Bovalino – Bagnara, sia ai fini turistici che commerciali. Il nostro uomo contras si renda conto che la Locride tutta non può diventare la zona interna di Reggio Calabria. Questa entità territoriale per crescere, anche in mentalità, ha bisogno di collegamenti sempre più rapidi e agevoli con la Piana, il Lametino e le aree calabresi, e non, al suo nord. In atto l’unica strada scorrevole di valico utile allo scopo è la Rosarno – Grotteria Mare. Se la stessa si dovesse chiudere per motivi di lavori di ammodernamento o di instabilità, la Locride ricadrebbe nell’isolamento più totale. Guarda caso i soldi mancano quando si debbono realizzare opere in Calabria, e ironia della sorte, a fare i calcoli al risparmio, non sono solo i ricchi dell’Emilia o della Padania ma anche i finti illuministi dell’estremo sud. Di uno dei nemici della Bovalino – Bagnara ne avevo preso conoscenza in occasione di una riunione all’ YMCA di Siderno, guarda caso in quella occasione si parlava di sviluppo. Credevo che il tempo e l’età avessero operato in direzione della ragionevolezza del soggetto, purtroppo debbo ricredermi e prendere atto che il detto: “è di pecora, non si cuoce” vale sempre, e nel caso, calza a meraviglia. Stiano tranquilli i lupi del lombardo veneto, troveranno sempre degli inconsci agnelli che volutamente si apprestano a essere sbranati. Stia tranquillo Ercole Macrì: la Locride non progredirà; ci sarà tanto spazio per gli ambientalisti alla Pecoraro Scagno; contemporaneamente ci sarà tanta disoccupazione per i giovani e meno giovani della Locride e altrettanto necessità di carceri per chi, per scelta o per necessità sceglie la via dell’illegalità. È di tutto ciò chi ne avrà giubilo?
Quando il luogo
comune ammazza
più della lupara ERCOLE MACRÌ
IN ALTO A DESTRA
LA BOVALINO – BAGNARA,
LA SCARSA SICUREZZA DELLA JONIO – TIRRENO, IL MERCATO ORTOFRUTTICOLO DI VITTORIA IN SICILIA E UNA VEDUTA DI BRANCALEONE, SAN VITO LO CAPO E CAPO ZEFIRA QUI SOTTO ERCOLE MACRÌ
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uarant’anni fa l’ingegner Brath ebbe l’idea e predispose il progetto di una trasversale tra Bovalino e Bagnara. Poi le cose andarono diversamente e una strada di collegamento venne realizzata solo quindici chilometri più a nord. Amen. Un obnubilato Francesco Talia mi replica, strascicando qualunquismo, come se nel frattempo nulla fosse successo, pretendendo di realizzare l’antico progetto, ovvero, parafrasando una metafora del professor Gattuso, “un grattacielo di venti piani per una sola famiglia”, come se la Rosarno- Gioiosa Marina non esistesse. E tra l’altro si sforza a giustificare l’impossibile con luoghi comuni tipici, farciti di accuse e concetti che hanno contribuito al forte ritardo di sviluppo e di mentalità in cui versa il nostro territorio. Le infrastrutture stradali sono per Talia la prima premessa allo sviluppo, una manna contro l’isolamento. Per problemi di spazio rispondo solo a questa premessa che comunque basta e avanza, poiché sintetizza quasi totalmente il pensiero monotono e l’analisi piatta di chi ci scrive. Mantenendomi sul trasporto gommato e ferrato, al fine di evitare eventuali pretese di un aeroporto sui piani di Zervò e un megaporto a Ferruzzano, proverò con due esempi elementari a far ragionare i tanti Francesco Talia che orbitano nella Locride. 1) Prendiamo un punto fisso, Roma, e prendiamo un settore che produce occupazione e crescita economica, Agricoltura. Aggiungiamo due destinazioni da cui raggiungere i consumatori, Brancaleone (Locride) e Vittoria (Ragusano). Guida Michelin. Vittoria - Roma: 892 Km. Tempo di percor-
renza 10 ore e 32 minuti. Roma Brancaleone: 723 Km, tempo di percorrenza 8 ore e 20 minuti. Vittoria, a differenza di Brancaleone, nonostante la distanza maggiore dai grossi centri italiani ed europei vanta uno dei principali mercati ortofrutticoli del continente. Vittoria fa la differenza shackerando competenza, forza lavoro, qualità del prodotto, convenienza e non cemento, asfalto, telai e mazzette. 2)Prendiamo un altro punto fisso, Torino e prendiamo un altro settore che produce occupazione e crescita economica, attraverso il quale spesso ci riempiamo la bocca, il Turismo. Aggiungiamo due destinazioni che i consumatori dovranno raggiungere per trascorrervi le vacanze estive: Capo Zefira (Locride) e San Vito Lo Capo (Trapani), entrambi incantevoli, entrambi criminali secondo le stime gonfiate dell’antimafia. Guida Michelin. Torino – San Vito Lo Capo: 1675 Km in 18 ore e 14 minuti. Torino – Capo Zefira 1370 Km in 14 ore e 50 minuti. San Vito lo Capo a differenza di Capo Zefira, nonostante la maggiore distanza e i luoghi comuni di Talia, chiude a fine ottobre la bella stagione, con presenze in un anno che noi non osiamo immaginare in venti. E ancora, Siderno e Bovalino, quando la Jonio - Tirreno non era stata inaugurata, registravano più presenze turistiche e alberghi di oggi. Oggi, ahinoi, abbiamo dimostrato come due settori dell’economia non dipendono solamente dalle infrastrutture stradali. Una cosa, però, la vogliamo sottolineare, dato che il luogo comune può diventare più pericoloso della lupara. Se i soldi impiegati per i progetti e per poche inutili colate di cemento costateci un sacco di pesetas per una strada che non si farà mai, fossero stati investiti nella sicurezza delle tante strade che la Locride ha a disposizione, avremmo scientificamente registrato qualche tragedia in meno. E comunque ringrazio Francesco Talia che ha almeno il merito di aver alimentato un dibattito firmandosi con nome e cognome a differenza di tanti altri che si mascherano dietro pseudonimi.
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RIVIERA
ATTUALITÀ
Si terrà il 22 dicembre, presso la Scuola Media “Gesumino Pedullà”di Siderno, la manifestazione che vuole evidenziare le condizioni dei nostri edifici pubblici.
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Al via la 1ª edizione della Festa dei colori L'
idea della 1ª Festa dei Colori, nasce da un'azienda di Siderno, la Kollmax Srl che, attraverso il proprio brand commerciale, ha proposto al Colorificio San Marco, con sede a Marcon (VE), la collaborazione per l'organizzazione dell'evento. La festa ha come scopo il coinvolgimento delle scuole per divulgare un concetto solidaristico basato sul principio fondamentale della premialità. In un'epoca in cui le risorse pubbliche sono carenti, e la maggior parte delle infrastrutture scolastiche non sono a norma, gli organizza-
GIUDIZIARIA
Cosa rimane di Cosimo Cherubino? Ieri l'ex consigliere regionale e provinciale Cosimo Cherubino ha compiuto 43 anni. Due giorni prima è salito sul banco dei testimoni del processo “La Falsa politica”, dove è imputato per associazione a delinquere di stampo mafioso, per difendersi in prima persona - oltre alla difesa tecnica sostenuta dagli avvocati Sergio Laganà e Francesco Albanese rispondendo alle domande di un magistrato della Dda reggina. Risposte che hanno intaccato il quadro accusatorio, che per la verità non è mai apparso “sconvolgente” contro Cherubino, coinvolto nell'inchiesta antimafia soprattutto attraverso intercettazioni di terzi che parlavano di lui quale politico candidato alle elezioni regionali del 2010. Ma sul banco dei testimoni, in una pungente serata di dicembre Cherubino è apparso affaticato, non stanco, ma vittima del giogo del carcere preventivo che lo ha costretto a stare in una cella da oltre due anni, dimagrendo di oltre dieci kg e, purtroppo, minando le sue condizioni psicofisiche, tanto da chiedere ai giudici del tribunale di Locri di sospendere l'esame per assumere dei farmaci. Cosa rimane di quel giovane che si era affermato nell'agone politico dopo anni trascorsi all'università di Messina primeggiando insieme ai “calabresi” nelle diverse competizioni studentesche? Cosa di quel “cavallo di razza” che nel 2005, grazie anche al sostegno dei tanti giovani dell'area studentesca, ha saputo attirare oltre sei mila voti ed essere eletto al consiglio regionale della Calabria? Cosa di quel candidato dell'area socialista nel contenitore politico del Pdl, che alle elezioni del 2010 conferma i suoi voti e non viene votato dai maggiorenti del partito berlusconiano, che scelgono, in particolare a Siderno, di contribuire all’affermazione di candidati di Reggio città? Tocca a un giudice terzo decidere sulla sorte di un giovane 43enne, figlio della “Siderno da bere”, che aveva ricostruito, dopo un’altra amara vicenda giudiziaria dalla quale è venuto fuori a testa alta, un'immagine positiva e trasparente che non avrebbe accettato commistioni con un vecchio modo di fare e di intendere la politica. lr
tori decidono di partire da Siderno, centro più popoloso della Locride, terra martoriata da problemi di varia natura, per sorteggiare l'istituto scolastico tra quelli che presentano maggiori difficoltà di tipo strutturale. L'edificio selezionato è la sede della Scuola Media “Gesumino Pedullà”, in Via Reggio. La Festa dei Colori si propone di contribuire pienamente, attraverso una politica puramente solidaristica, al pieno soddisfacimento dei bisogni dell'individuo, consolidando maggiormente il diritto di vivere in un ambiente sano e pulito. Si interviene per colmare quel profondo deficit strutturale degli edifici scolastici calabresi, e per garantire a chi ne usufruisce un'occupabilità dignitosa nel pieno rispetto del vivere sano. Occorre precisare che, per concetto di solidarietà, in questo caso specifico, s'intende il massimo impegno e la piena collaborazione svolte in forma gratuita delle aziende organizzatrici, mentre, con premialità, si vuole indicare che il raggiungimento dello scopo viene seguito da un elemento fondamentale di soddisfacimento del bisogno per cui a sua volta viene riconosciuto un premio. Carmelo Carabetta
L’ombra delle scommesse si allunga sui dilettanti I più importanti gruppi che gestiscono le agenzie di scommesse hanno aperto a questa nuova frontiera che rischia di mettere a repentaglio un mondo ancora inesplorato come quello della serie D ANTONIO TASSONE a un paio di settimane a questa parte i Monopoli di Stato hanno dato il via libera alle puntate sulle partite della Lega Nazionale Dilettanti. I più importanti gruppi che gestiscono le agenzie di scommesse sul territorio italiano hanno aperto a questa nuova frontiera, che rischia di mettere però a repentaglio un mondo ancora inesplorato come quello dei dilettanti, che sembra sia rimasto facilmente attratto dal fiume di danaro che, ormai da qualche settimana, sta circolando su alcune partite della serie D. Domenica sera la denuncia effettuata in diretta tv a Telemia dal massimo responsabile dell’A.S. Roccella, Achille Giannitti, è stata di quelle forti ed è arrivata subito dopo la bruciante sconfitta per 4-0 rimediata dagli amaranto di mister Galati in Campania, a Mugnano, sul campo della Neapolis. La gara era inserita nella short-list delle principali agenzie di scommesse e tanti scommettitori avevano puntato delle somme non male, ricevendo in cambio l’apposito premio vincita alla cassa. Il notaio Giannitti, però, ha denunciato che già da mercoledì sera, subito dopo l’allenamento, il portiere classe ‘96, Luigi Legrottaglie (che avrebbe dovuto sostituire lo squalificato Belcastro) ha lasciato la sua squadra senza una valida motivazione. “È certo – ha dichiarato Giannitti - che nella serata di venerdì, a Roccella Jonica, si è registrata la presenza di un fantomatico emissario dall’accento napoletano, qualificatosi come direttore sportivo del Neapolis, che avvicinandosi in qualche modo ad alcuni nostri tesserati, avrà sicuramente contribuito a destabilizzare l’ambiente della mia squadra, dalla quale però, debbo dirlo amaramente, mi aspettavo una reazione di carattere che mettesse a tacere tutto quanto”. “Non credo che ci sia qualcuno disposto a partire da Napoli per farsi 500 km se non ritiene di poter incassare un qualche risultato – ha detto Giannitti a noi di Riviera- e ho anche chiesto ai
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dirigenti del Neapolis se per caso c’è in giro qualcuno che lavori per loro dietro le “quinte”. Gli stessi hanno preso le distanze dicendomi che nel calcio ci sono tanti millantatori di professione”. “Quindi- ha concluso Giannitti- mancando le prove per informare eventualmente la Procura Federale sull’accaduto, non rimane altro che incassare questa sconfitta e pensare alla prossima sfida di campionato che giocheremo oggi in casa contro la Battipagliese. Bisogna fare attenzione però, perché secondo noi c’è il rischio concreto che, in nome del business del calcio-scommesse, si stia fornendo un assist alla criminalità organizzata per l’illecito arricchimento a danno di ignari dirigenti sportivi che ancora credono nei valori sani dello sport e mettono mano al proprio portafoglio. Sembra evidente, infatti, che più si scende di categoria, maggiore è il rischio di possibili “combine”. Negli ultimi anni i casi tra i professionisti sono stati tantissimi e spesso, per evitare problemi, alcune gare che sembravano dall’esito scontato sono state “parcheggiate” ai box. Per garantire le società professionistiche dal rischio di eventuali gare “biscottate”, la Lega aveva stipulato una convenzione con la Sport Radar, un’azienda svizzera di controllo sulle scommesse on-line. Nelle categoria inferiori, lo ricordiamo, i calciatori non hanno lo stipendio mensile ma il solo rimborso spese per un tetto massimo prestabilito, e i controlli appaiono molto blandi e, quindi, diventa facilissimo per alcuni soggetti “spregiudicati” poter avvicinare alcune componenti delle diverse squadre per tentare di blindare o blindarsi i risultati per fini illeciti. Alcuni potrebbero obiettare a questa tesi sostenendo che la gara, una volta quotata, abbia una maggiore tutela anche ai fini della regolarità del medesimo campionato ma sappiamo che spesso non è così. Su tantissimi match del campionato di serie D, ad esempio, si sono amplificate le scommesse e d’ora in avanti bisognerà stare con gli occhi bene aperti. Sembrerebbe infatti che, direttamente o indirettamente, anche molti pseudo-dirigenti stiano manifestando costante interesse per subentrare nella gestione tecnica delle numerosissime società di serie D in difficoltà, e si capisce bene per quali motivi potrebbero manifestare attenzioni per così dire “particolari”.
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LA LOCRIDE È SCARSAMENTE RAPPRESENTATAin seno alla Provincia, da sempre reggiocentrica.Se Siderno e Locri non si decidono a fare fronte comune, da coloni della Provincia diventeremo coloni della futura Città Metropolitana.
Siderno, svegliati!
La Locride ha bisogno di te MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
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opo essersi “raccomandato” con l’Altissimo, il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, è pronto per passare dalle buone intenzioni ai fatti. Il momento è giunto. Alla Locride servono riforme strutturali e amministrative e una mentalità nuova affinché ridefinisca il proprio potere contrattuale all’interno della futura Città Metropolitana e diventi un “prodotto” attraente non solo per la Calabria. Nell’ultima intervista ci siamo lasciati con queste sue battute: “Tra un po’ ci saranno le elezioni regionali, quindi non possiamo perdere quest’ultimo treno... Alle prossime elezioni regionali saremo presenti, accenderemo i riflettori su Locri e sulla Locride. Abbiamo bisogno di difensori del territorio.” Che fine hanno fatto questi buoni propositi? Perché alla fine non è stato appoggiato un candidato unitario per la Locride? Chi si è candidato non ha ben compreso quanto fosse indispensabile avere un punto di riferimento per il nostro territorio. Sono state fatte delle scelte ideologiche e, in alcuni casi, anche personali che non hanno portato a nessun risultato, perché la Locride non ragiona politicamente in maniera unitaria. Facendo un’analisi del voto emerge che, malgrado vi fossero tanti candidati del territorio, gli elettori della Locride hanno preferito i candidati del reggino. Emerge, poi, un altro dato preoccupante, l’astensionismo: la metà dei cittadini della Locride è rimasta a casa e questo è un segnale serio e allarmante che dovrebbe far riflettere tutti i partiti politici. Le divisioni del territorio hanno portato a non avere nessun rappresentante. Bisogna iniziare a pensare diversamente, magari in un’ottica comprensoriale. Alla luce di questa sua analisi, secondo Lei, a livello politico esiste la Provincia e la città o la destra e la sinistra? La Provincia e la città. La destra e la sinistra non esistono più. Per lo sviluppo della Locride, crede più nella Regione di
L’ESSENZIALE Affinchè la Locride possa decollare è necessario abbattere il muro virtuale innalzato tra Locri e Siderno. Bisognerà arrivare alla fusione delle due città e inglobare i piccoli comuni che gravitano attorno. Solo così“la Jonica” potrà avere un forte potere contrattuale all'interno della futura Città Metropolitana, divenendo l'area più importante della provincia di Reggio. Oliverio o nella futura Città Metropolitana? Sono entrambi mondi da scoprire. Dobbiamo sperare bene sia per la Città Metropolitana che per l’amministrazione Oliverio. Spera in Oliverio? Io spero nel presidente della Regione Calabria. I governi precedenti hanno fallito e hanno mostrato tutto il loro disinteresse per la Locride. Con la morte di Fortugno, nove anni fa, anche se per un motivo drammatico, si sono accesi i riflettori sul nostro territorio e i politici dei vari partiti e livelli istituzionali hanno avanzato delle proposte per la Locride ma nulla è stato portato avanti. Cosa cambierà con la Città Metropolitana per la Locride? Se la Città Metropolitana sarà intesa come reggiocentrica non cambierà nulla: da coloni della Provincia diventeremo coloni della Città Metropolitana. Purtroppo i reggini sono portati a concentrarsi sullo sviluppo del loro territorio senza riservare la giusta attenzione alla periferia. La Locride è scarsamente rappresentata in seno alla Provincia. In ogni caso, quello che secondo me manca, al di là dell’essere rappresentati all’interno dei vari enti, è la progettualità. Mancano idee che si affinino e si evolvano in progettualità e mancano soprattutto in seno all’assemblea dei sindaci: qui ognuno propone un modello di sviluppo per il proprio comune, non si riesce a lavorare in sinergia e non è possibile andare avanti se alla base vi sono convinzioni del tipo “Locri è uguale a Martone”. Io l’ho definita l’assemblea del 118: ci riuniamo non per programmare ma solo in caso di emergenza. Qual è la sua proposta per uscire dall’impasse? L’assemblea dei sindaci organizzata così non ha motivo di esistere: o si intende come la commissione europea con i vari commissari, del turismo, dei trasporti… – figure esterne, giovani e meno giovani, che lavorano per un progetto di sviluppo del territorio – o altrimenti converrebbe chiuderla perché è una barriera che si oppone allo sviluppo. È, inoltre, necessario che l’assemblea dei sindaci punti su un riferimento politico-culturale che fac-
cia da ambasciatore della Locride presso la Regione Calabria; badi bene: non l’assessore ma un vero e proprio ambasciatore. Mi viene in mente una persona: Ilario Ammendolia, un uomo che ha sempre lavorato in difesa del territorio, ma che non è mai stato compreso dai sindaci, dai vari ambienti politici. Ma i sindaci se la sentono di nominare un loro ambasciatore presso la Regione Calabria che vada a curare gli interessi di tutto il territorio? Secondo me no. Per uscire dall’impasse è poi necessario abbattere il muro virtuale innalzato tra Locri e Siderno. Lo sviluppo della Locride è possibile solo se Locri e Siderno camminano a braccetto, sullo stesso binario, senza alcuna differenza. Locri e Siderno devono diventare nel tempo un’unica città. Partendo dall’unione dei comuni bisognerà arrivare alla fusione di queste due città, sull’esempio di quello che è stato fatto in Toscana da Figline Valdarno e Incisa Val D’Arno, due comuni della zona sud-est della provincia di Firenze. Se c’è una realtà amministrativa di 40-50 mila abitanti cambia tutto. Dobbiamo diventare la città più importante all’interno della Città Metropolitana perché con 40-50 mila abitanti il nostro potere contrattuale sarebbe rilevante. Guardiamoci un attimo alle spalle: negli ultimi 20 anni c’è stata una crescita nel nostro territorio? Non mi sembra. È colpa della ‘ndrangheta? Assolutamente no. La ‘ndrangheta è l’alibi di comodo per giustificare il mancato sviluppo. Non c’è stata la giusta attenzione nei confronti del nostro territorio da parte delle precedenti giunte politiche. Unendo Locri e Siderno andremo a inglobare gli altri piccoli comuni che gravitano intorno a queste due realtà, dando vita all’area più importante della provincia di Reggio. Quali comuni verrebbero inglobati? Io vedrei bene Gerace, Agnana e Canolo ma anche Portigliola, Ciminà, Sant’Ilario e Antonimina. Ognuna di loro ha delle peculiarità e delle potenzialità che porterebbero davvero a un progetto di sviluppo interessante. Se Gerace si unisce a Locri e Siderno fa il salto di qualità, diventa come Fiesole per Firenze. È più che mai necessario, inoltre, che Locri e Siderno ragionino insieme in merito al potenziamento della SS 106, nel più breve tempo possibile. A proposito di trasporti, nel caso in cui questa fusione diventasse realtà è si decidesse di collocare gli uffici in un solo centro, si potrebbe pensare di creare un asse di trasporto pubblico? Certo, si potrebbe creare un collegamento gommato quotidiano, nelle varie fasce orarie, tra Locri e Siderno. Perché è inammissibile che oggi se sei di Siderno e devi recarti all’ospedale di Locri ma non hai la macchina, tu non lo possa fare. Pensa di potenziare anche il trasporto ferrato? La ferrovia per com’è concepita con un unico binario è l’immagine stessa del non progresso e, al pari dell’assemblea dei sindaci, costituisce una barriera allo sviluppo. È da 20 anni che si parla di metropolitana di superficie... ma chi vogliamo prendere in giro? Nel frattempo sono scomparsi i treni, si sono spesi milioni di euro per ristrutturare le stazioni ma mancano i treni e il personale. La stazione di Locri è costata oltre un milione di euro, ma non c’è una biglietteria, è tutto automatizzato, passano tre treni... serve a qualcuno? Bisogna puntare ad altro. Per esempio? Per quanto possa suscitare rabbia, a noi la ferrovia non serve. A noi serve un collegamento a mare. Questa famosa unione dei lungomari, altra leggenda metropolitana, rappresenta una possibilità di sviluppo solo se il lungomare viene concepito non come una strada che sostituisce la 106, ma diventa un centro di sviluppo turistico con locali, strutture alberghiere, villaggi.
Sogno un unico lungomare che unisca Siderno, Locri, Portigliola, in cui siano valorizzati gli uffici, i centri commerciali, gli scavi archeologici, senza che si dimentichino Gerace e la montagna. Si creerebbe così un rettangolo al cui interno si può trovare tutto: basta ridisegnare i servizi e farlo in modo scientifico. Bisogna dar vita a un’area nuova che andremo a chiamare comprensorio Locride, Epizefiri, Locri-Siderno... il nome non importa, l’essenziale è che chi arriva qui sappia che può trovare tutto, in estate e in inverno.
L’ANALISI
Locomotori e vagoni C'è un passaggio nell'intervista di Maria Cogliandro in cui Giovanni Calabrese afferma “Locri non è uguale a Martone”. Sacrosanto. E Siderno non è Benestare, aggiungo io. Martone, Benestare, Camini, Careri, San Giovanni, Sant'Ilario e via di seguito contano meno abitanti, partite iva, scuole, chiese, piazze, marciapiedi, centri commerciali, investimenti di Locri e Siderno. Sesto San Giovanni è bella, vivibile, piena di qualità, ma non è Milano e Buffalo non è New York. Il problema è che a Sesto San Giovanni e a Buffalo lo sanno. Alla Locride oramai serve un locomotore che raggiunga la Città Metroplitana, lì a pochi chilometri. Siederanno Siderno e Locri, per il bene di tutti gli altri. (Jim Bruzzese)
Fusione degli enti locali: Si tratta
dell'unione tra due o più comuni contigui, che non viene riconosciuta se non al raggiungimento dei 10.000 abitanti. Le modifiche allo statuto comunale devono essere operate dalla Regione. Qualora diventasse effettiva tra i paesi di Locri e Siderno, l'auspicio di Giovanni Calabrese è che i paesi limitrofi facciano fronte comune attorno al nuovo centro urbano con la prospettiva di creare un agglomerato di oltre 40.000 abitanti.
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L’appuntamento: La redazione di
Riviera, insieme ai sindaci dei 9 comuni interessati, invitano i cittadini a prendere parte al convegno “Locri-Siderno: una grande città per crescere” che si terrà domenica 14 dicembre alle ore 10:00, presso il centro sportivo Kampus Siderno A.S.D, via Mediterraneo 116 (statale 106 tra Siderno e Locri)
Vallata delTorbido una pioniera per il cambiamento L’unione dei comuni come esempio del rinnovo territoriale della Locride: è ciò che si augurano i sei sindaci che hanno reso reale questo sogno. JACOPO GIUCA
Attorno al grande tavolo presente nell’ufficio del sindaco di Marina di Gioiosa siedono cinque uomini. Non si tratta di uomini qualunque, ma di sindaci che, messa da parte qualsivoglia forma di campanilismo o appartenenza politica, stanno deliberando per regalare un futuro più roseo ai loro comuni. Questi cinque sindaci, che rispondono ai nomi di Salvatore Leoncini (Grotteria), Antonio Longo (Mammola), Giorgio
Unione comuni:
È un ente territoriale che garantisce a due o più comuni l'esercizio congiunto di funzioni specifiche a esso delegate. Il suo ambito territoriale corrisponde a quello dei comuni membri ed è dotato di autonomia statutaria.
Imperitura (Martone), Salvatore Fuda (Gioiosa Jonica) e Domenico Vestito (Marina di Gioiosa), assieme al collega assente Pino Vumbaca (San Giovanni di Gerace), hanno un unico interesse: realizzare l’unione dei comuni appartenenti alla Valle del Torbido, cosa che diverrà effettiva a partire da oggi pomeriggio. Il progetto nasce con l’intento di conformarsi alla Legge Delrio, in vigore dall’8 aprile scorso, che incentiva la diminuzione del numero degli enti presenti sul territorio. Vista una riconosciuta omoge-
neità economico-urbanistica dell’intera Valle, per di più attraversata da una delle più importanti infrastrutture del territorio, la Jonio-Tirreno, e le difficoltà oggettive dei diversi comuni di affrontare con le proprie sole forze le problematiche del territorio, l’unione prevederà l’affidamento dell’amministrazione dei servizi a un’organo unitario, ricollocando le risorse esistenti e garantendo nuovi posti di lavoro. Ben presto questi sei centri urbani ragioneranno come un organismo unitario e i loro rappresentanti andranno a
costituire un ente amministrativo il cui presidente verrà eletto tra i sei sindaci a turnazione annuale. In breve, come oggi esistono un Consiglio e una Giunta comunale, amministrate da un sindaco, domani ci saranno un Consiglio e una Giunta dell’unione, amministrate da un presidente, con le medesime funzioni. Come oggi esistono più fornitori di acqua, luce e gas, ce ne sarà uno solo. A sei corpi di Polizia Municipale, ne corrisponderà uno unitario. A sei differenti Piani Strutturali (una volta conosciuti
Città metropolitana:
Si tratta di un ente locale progettato fin dal 1990 e di venuto attuativo con la legge Delrio. Prevede che, in futuro, si fregino di tale titolo i centri di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria.
come Piani Regolatori), origine di dislivelli urbanistici non indifferenti, ne corrisponderà uno in grado di garantire il medesimo sviluppo in tutte le aree della Valle. Le potenzialità di questo progetto, realizzato nel completo interesse della cittadinanza, cui si spera di garantire servizi migliori e, sul lungo periodo, uno sgravio fiscale, non sono solo un’ottimistica speranza, ma possiedono il riscontro reale di processi simili, perfettamente riusciti. Le stesse aspirazioni della Valle del Torbido, infatti, sono state quelle in grado di motivare dieci sindaci della bassa Romagna, passati prima dei nostri da queste fasi attuative. Oggi, ci è stato raccontato, questi amministratori sono in grado di ridistribuire a ogni comune parte dell’unione un utile pari 90.000 euro, derivato dallo snellimento delle pratiche amministrative nei dieci anni di esecuzione del programma. Tale cifra, che potrà essere investita nel risanamento delle strade o degli edifici di pubblico interesse, è di poco inferiore a quella che, oggi, tutti i comuni della Valle sono purtroppo costretti a spendere per l’attuazione del programma gestionale, motivo per il quale non sembra utopistico raggiungere il medesimo obiettivo in tempi relativamente brevi. Occorreranno comunque dieci o quindici anni per vedere gli effettivi benefici del procedimento socio-politico avviato questa settimana ma, ci viene garantito, gli organi amministrativi saranno nel pieno delle proprie funzioni già a partire dal primo mese del nuovo anno, quando la nuova area urbana di 21.000 abitanti e 200 km quadrati di estensione diventerà cosa effettiva e potrà iniziare a pensare di avere lo stesso peso di una città metropolitana all’interno del Consiglio delle Autonomie Regionali. L’unione dei comuni, infatti, diventerà l’area più popolosa dopo il capoluogo di Provincia e promette di non dimenticare il suo senso di appartenenza non solo alla Valle ma, soprattutto, all’intera Locride. Resta la consapevolezza, infatti, che le due città di Siderno e Locri rivestono indubbiamente un’importanza maggiore, nell’ambito locrideo, rispetto ai centri che sorgono attorno al Torbido, ma questo progetto non muore con l’unione di questi sei comuni, che vogliono semplicemente essere i precursori di un cambiamento che venga abbracciato dall’intero territorio. La speranza è che presto anche Canolo e Agnana si rendano conto dei vantaggi che ne deriverebbero dall’entrare a fare parte di questo sistema e che anche la fascia tirrenica venga attratta dalle potenzialità del progetto. A tal proposito, non può che comparire un sorriso sulle labbra di tutti i presenti quando viene comunicato loro che il sindaco Giovanni Calabrese vuole avviare una Fusione degli enti locali anche per Locri e Siderno e che avanzerà questa proposta in un incontro organizzato dal nostro giornale domenica 14 dicembre. Si tratta di qualcosa di leggermente differente, ma che porta con sé lo stesso spirito e lo stesso bisogno di rinnovamento. Il messaggio è stato recepito. Il cambiamento è possibile.
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DOMENICA 7 DICEMBRE 10
Dove stiamo andando? Il futuro è il paradiso: tutti lo esaltano, ma nessuno ci vuole andare C'è una verità indiscussa in queste parole. Si parla tanto bene del paradiso, si esalta un mondo più giusto, si attende un anno migliore del precedente, ma a buon conto si rimane ben piantati nell'oggi, negli interessi codificati, nel piccolo orizzonte consueto, nelle abitudini incrollabili. Intendiamoci bene: è pericoloso vivere di illusioni, tenendo la mente e il cuore protesi solo in un futuro ideale. Può, infatti, nascere una sorta di alienazione che ci fa “dare le dimissioni” nei confronti del presente (siamo già a questo punto e, talvolta, è stata una religiosità mal intesa a produrre effetti di questo genere). Ma è altrettanto rischioso spegnere ogni desiderio, eliminare ogni progetto, demolire ogni utopia, castigare l'attesa piombando in un greve realismo, fatto solo di calcoli e vantaggi immediati. È questa la scelta della persona gretta ed egoista, della società senza grandi idee, della politica che si accontenta della gestione dell'immediato, della religiosità che ignora i valori ultimi e, quindi, anche l'oltre vita e il paradiso. Detto con le parole di uno scrittore americano, Oliver Wendell Holmes, vissuto nell'ottocento: «La cosa più importante nella vita non è tanto dove siamo ma in quale direzione stiamo andando.» Mimmo Lizzi
Acque potabili nella Locride... oforseno?
Inaugurato sportello CISL tutto in rosa
Strangio e Esposito Anche la Locride ha il suo consigliere regionale: Baldo Esposito, santagatese D.O.C., è stato infatti eletto nella circoscrizione di Catanzaro. Speriamo che porti con onore il nostro nome nel resto della Regione!
Lo scorso 29 novembre, presso la sede CISL di Reggio Calabria, in via dei Correttori 6, è stato inaugurato lo sportello: “Sostegno Rosa”. Si tratta di uno sportello a supporto delle donne che si propone come obiettivo primario quello di stimolare e promuovere l'inclusione e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro. Attenzione particolare viene posta alla salvaguardia del principio di parità e non discriminazione uomo-donna per quanto riguarda il tema salariale e la formazione. La politica di genere costituisce una nuova frontiera di rafforzamento del sindacato, perché porta nel mondo del lavoro un punto di vista nuovo, capace di produrre vantaggi e valore aggiunto non solo per le donne, ma per la società nel suo insieme.
Il sindacoVestito sui“concorsi viziati” Dopo la segnalazione di presunte irregolarità nel concorso della municipale,ilprimocittadinospiegaperchénonprendeposizione
A
UMBERTO LANDI bbiamo chiesto delucidazioni al sindaco Domenico Vestito in merito ai dubbi sorti attorno al concorso per la selezione di due agenti municipali a Marina di Gioiosa. «Ritengo - ha detto il sindaco - che la politica debba rimanere distinta e distante dalle questioni burocratiche, pertanto non mi sono mai interessato a questa vicenda. «L'unico potere conferito alla giunta è nominare la commissione, operazione che vorrei delegare a un organo esterno. Il concorso in questione non solo non l'abbiamo avviato, ma non l'avremmo nemmeno fatto in questo modo. È stato ereditato dalla commissione straordinaria e ha una storia piuttosto travagliata. «A seguito delle prove preliminari, i candidati erano stati tutti bocciati e, arrivati alla fine della procedura, il
Il convegno “Le acque potabili della Locride e di Cinquefrondi”, organizzato dall’“Osservatorio ambientale diritto per la vita” e in sede del quale sono stati comunicati gli esiti del monitoraggio chimico-radioattivo delle acque che scorrono dai nostri rubinetti, ha rivelato che possiamo continuare a dormire sonni tranquilli. Le acque delle nostre fonti, infatti, adeguatamente trattate, sono perfettamente potabili, secondo la Sorical e non corriamo alcun rischio nel continuare a utilizzarle. Ci vogliamo fidare di tutte le nostre fonti, eppure qualcuno nutre dei dubbi su tanto ostentato ottimismo da parte della società idrica…
responsabile si accorse di un problema tecnico che gli fece annullare l'iter concorsuale per farlo ripartire. È stato questo il momento in cui ci siamo insediati. Potevamo fare solo due scelte: annullare il concorso, perdendo le spese del personale e, di fatto, posti di lavoro, o annunciare ai candidati che non si poteva procedere dopo aver fatto spendere loro denaro utile alla preparazione e alla partecipazione. Per salvare il salvabile abbiamo invece fatto ripartire il programma nominando, a capo della commissione, il capitano della compagnia dei Carabinieri di Roccella e un comandante della Polizia di Siderno. «La commissione si è però resa conto
che, tra i candidati, erano presenti parenti dei membri delle rispettive forze dell'ordine, motivo per il quale si è dimessa. Abbiamo allora nominato due persone esterne al nostro contesto territoriale: un ufficiale della polizia municipale di Catanzaro e un docente dell'Università di Cosenza. «L'iter concorsuale si è evoluto dunque in maniera estranea alla giunta. La prova si è svolta a Locri e, per impegni collaterali, quel giorno mi trovavo persino fuori dal paese. «Comprendo che chi è stato escluso possa sentirsi penalizzato e decidere di avviare una pratica che lo possa tutelare, ma sostenere la presenza di abusi o irregolarità mi sembra davvero eccessivo. Credendo fermamente nella distinzione tra organi giuridici e gestionali, non voglio indagare la questione né sapere più di quanto già non sappia.» Questa cronistoria, che permette di chiarire quantomeno la posizione del primo cittadino e descrive l'iter del concorso da un altro punto di vista, delega la soluzione del caso esclusivamente agli organi giudiziari, ai quali spetta il compito di comprendere da che parte sta la verità.
Seby Romeo promette un progettoperlaLocride Il neo consigliere regionale Seby Romeo ci ha tenuto a ringraziare tutti i suoi elettori e sostenitori in un incontro tenutosi la scorsa settimana. Nel rinnovare le proprie promesse elettorale e infondere nuova fiducia al proprio elettorato, Seby ha potuto parlare con piacere a una platea ampia e più che mai variegata…
Siderno:Va a fuoco la “Casa del Diavolo” I più giovani la chiamano la Casa del Diavolo, si trova in via Santacroce Correale, a Siderno, e si racconta che all'interno si siano svolte sedute spiritiche. Sabato sera, dopo le 22, è divampato un incendio subito spento dai vigili del fuoco dopo la segnalazione tempestiva fatta da un gruppo di giovani. Fiamme placate. E gli spiriti?
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DOMENICA 7 DICEMBRE 14
MEGLIO IL BALLO DA FEBBRE DEL SABATO SERA CHE UN BALLO IN MASCHERA
C
arissimo Ercole, ci piace la tua tagliente penna che sa intagliare, persino dove la crosta è dura. La penna, te ne diamo atto, la sai usare e anche gli accostamenti li sai ricamare addosso ai malcapitati di turno. Anche con noi ti sei divertito e ci hai divertiti e, proprio per le tue divertenti movenze letterario-artistico-spettacolari, nessuno, tantomeno noi, può offendersi. Semmai ci si crogiola dietro ai tuoi simpatici riferimenti televisivi, divenuti materiali d’archivio in una TV, ormai, priva di fantasia. Tu ce ne metti, forse, molta e ci fai pure ballare, noi che al massimo potremmo fare cenno a qualche timido passo di tarantella paesana. Ci sentiamo inseriti da te, immeritatamente nostro malgrado, pronti per il grande pubblico. Ma conosciamo i nostri limiti e ci limitiamo a trascorrere settimanalmente una chiacchierata tra amici che condividono interessi culturali comuni. E poi quel titolo di opinionisti affibbiatoci ci sta troppo largo, al massimo possiamo ambire a intrattenitori di un pubblico stanco alle prese con fugaci giri di zapping. Ma non più di questo, ne siamo consci! Parliamo noi per conto di noi stessi. Il pensiero del Ministro a riguardo, non lo conosciamo, anche se lo possiamo intuire. Se intende prendere parte alla danza da te orchestrata, sceglierà Lei se deliziarti con un giro di pista/penna. Noi lo facciamo volentieri. Mettiamo da parte il faceto e scendiamo nel merito sul serio. Nel commentare la tua uscita del 26 ottobre scorso apparsa su Riviera, che amplifica sul nostro territorio i servizi giornalistici dell’Espresso e del Corriere della Sera in merito all’operato (di appena nove mesi, aggiungiamo noi) del Ministro Maria Carmela Lanzetta, abbiamo inteso soffermare la nostra attenzione sui motivi che spingono, prima di tutto, i due oligopolisti dell’informazione italiana a sferrare un attacco caricaturale alla nostra ministra calabrese jonico-reggina servendosi (proviamo ad indovinare!) di un editorialista dal chiaro richiamo calabro e, successivamente, ci siamo voluti chiedere, conoscendoti ed essendo nostro carissimo amico, perché tu e il nostro (stai attento, NOSTRO!) settimanale Riviera avete avvertito la necessità di fare a gara per rincarare la dose. Sono solo motivi di sana e corretta informazione che vi spingono a tale impresa titanica o sarebbe stato meglio scegliere un profilo meno imperioso/impetuoso? Si vuole rendere un servizio alla meritocrazia politica nell’epoca in cui la qualità è monitorata e attribuita dai media o si vuole - il riferimento è ai due colossi dell’informazione - essere roboanti e spocchiosi con la classe dirigente nostrana e viscidamente ammiccante con l’espressione delle aree forti del Paese? Non ti sfuggirà, infatti, caro Ercole, che l’informazione/disinformazione subdola padano-centrica, dopo aver cavalcato per un ventennio l’ascesa ripulitrice leghista rivelatasi un flop, sta tentando un’operazione di recupero del consenso a favore della Lega, mediante un’impresa giornalistica altrettanto furbescamente subdola: dare spazio e visibilità a operazioni propagandiste leghiste (al nuovo leader Salvini) che, la stessa fonte giornalistica condanna, solo a parole condanna, ma che, di fatto, foraggia assicurando presenza crescente all’eurodeputato leghista Salvini nel frastuono del rullo compressore mediatico (il leader maximo del Carroccio, infatti, sale nei consensi e recupera elettoralmente pure la Lega). Questo frastuono mediatico è di per sé consenso nel momento in cui esercita attrazione/interesse dentro quel variegato mondo chiamato pancia del Paese. E non pensare sia cambiato più di tanto il pregiudizio a convenienza sull’incapacità del nostro Sud di portare in dote nelle stanze del Palazzo che conta una classe dirigente all’altezza delle sfide del Paese! Questi interrogativi con tanti dubbi e nessuna certezza cerchiamo di portare all’attenzione dello “spettatore formato zapping nostrano” in un’ora gestita da noi due dilettanti della comunicazione negli studi del sabato sera di TELEMIA. Con quei santoni del giornalismo irraggiungibili dell’Espresso e del Corriere della Sera non possiamo, ma con te, in quanto appartenente alla comune sfera proletaria della periferia dell’informazione, certi suggerimenti li possiamo tentare o per lo meno possiamo permetterci, anche per l’amicizia che ci lega, qualche uscita critica ai tuoi articoli sempre densi di geniale coloritura. Un politico reggino, donna della nostra terra, entra con il Governo Renzi per la prima volta nelle stanze alte del Governo del Paese. Tu, invece di sottolineare tale primato negativo per la politica italiana, che ha dovuto attendere 153 anni per portare un’espressione della Calabria Ultra a sedere tra i ministri dell’Italia, perché ti accodi a chi non parla del vulnus storico ma civetta con la ricerca degli sponsor dell’operazione
Alla scoperta dei migliori talenti locali -Terzapuntata Ettore Gliozzi, Guido Turano, Raffaele Celia e Luciano Mazzone: poker d’assi calabresi per un calcio in evoluzione Nella terza puntata dei calciatori in vetrina, questa settimana continuiamo il nostro percorso alla scoperta dei migliori talenti locali, presentandovi altri quattro calciatori della numerosa nidiata assistita da Bruno Larosa e Manuel Montipò. Oggi spazio ad Ettore Gliozzi, Guido Turano, Raffaele Celia e Luciano Mazzone. ETTORE GLIOZZI, classe 1995, di Siderno (RC). È una prima punta che bene si adatta a svolgere anche il ruolo di attaccante esterno, è dotato di una buona struttura fisica, di rapidità e di tecnica. Attualmente milita in Serie A con la compagine emiliana del Sassuolo. Dopo aver segnato tantissime reti con le maglie di Allievi e Primavera ed essere costantemente convocato nelle varie formazioni delle nazionali giovanili, nella scorsa stagione ha esordito in serie A. Nell'ultimo calcio mercato estivo è stato richiesto in prestito da diverse formazioni di serie B e di Lega Pro, ma mister Eusebio Di Francesco si è opposto al suo trasferimento. Ristabilitosi dopo un piccolo infortunio a inizio stagione, lo vedremo presto in campo con i neroverdi. GUIDO TURANO, è nato a Cirò (KR) nel 1997. Gioca nel Milan fin dalla categoria dei giovanissimi, e nelle
prime due stagioni occupava il ruolo di attaccante esterno, dagli allievi nazionali invece, la sua nuova posizione in campo è quella di terzino destro. Turano, ha nella velocità e nelle capacità tecniche le sue qualità principali e molto bene si sta comportando, in questa prima parte di stagione, con la formazione Primavera di mister Cristian Brocchi. È nel giro delle nazionali giovanili. RAFFAELE CELIA, nato a Petrizzi (CZ) nel 1999, è un terzino sinistro che milita negli Allievi del Sassuolo. Acquistato questa estate dal Catanzaro, si è subito ambientato nella cittadina della provincia modenese, continuando in campo a macinare chilometri sulla fascia di pertinenza. Celia fa parte stabilmente delle varie nazionali giovanili. LUCIANO MAZZONE, classe 2001, è di Gioiosa Jonica (RC). Il centrocampo è la zona del campo che predilige la famiglia Mazzone, infatti come il papà Mario e il fratello Domenico anche Luciano è un centrocampista. Milita da quest'anno con i giovanissimi della Juventus e con il club di Torino ha iniziato quel percorso calcistico che speriamo possa regalargli le soddisfazioni che merita. Antonio Tassone
Lanzetta-Ministro? In tutti questi anni che scrivi ti risulta, forse, che il giornalismo italiano si sia scagliato con piglio deciso contro l’ascarismo meridionale foraggiato dalle classi dirigenti del Nord? Perché questo giornalismo che sente il dovere di fare un’operazione meritocratica sul Ministro Maria Carmela Lanzetta, non fa un’operazione di chiarezza storicosociologico-economico-politica per portare all’attenzione del grande pubblico l’assenza di questo territorio nel gotha del Governo del Paese? Siamo stati nel passato meno ascari (non crediamo!) o non in grado di trovare sponsor di spessore o, nonostante le qualità espresse, le stanze alte hanno pensato/guardato ai loro stessi profili di riferimento elettorale e non hanno avuto la sensibilità di cogliere le briciole di speranza/fiducia che questa terra faticosamente produce e ha sempre prodotto? Forse (è la nostra tesi) il Governo Renzi, il più mediatico dei governi trascorsi ma, nello stesso tempo, uno dei pochi di rottura che la politica italiana abbia saputo esprimere in questo ampio squarcio temporale, ha voluto dare un segnale di “speranza mediatica, se vuoi, ma con l’auspicio che possa gradualmente venir fuori una “speranza diffusa e condivisa” che lo stesso territorio dovrebbe essere in grado di esprimere se vuole stare a schiena dritta dentro i destini del Paese. Maria Carmela Lanzetta non siamo in grado di dire oggi se meriterà il premio della nomina a Ministro per quanto saprà fare dentro le stanze di Palazzo Chigi. Noi le auguriamo di cuore, per Lei e per Noi, che sappia produrre meno parole per quei media (Espresso e Corriere della Sera in testa) che pretendo-
no di stilare pagelle e dispensare meriti, e più fatti per quella gente tradita sia dalla politica sia dai media che da controllori vigili della democrazia (naturalmente il riferimento è a media) sanno esprimersi, purtroppo, meglio come megafoni di interessi lobbistici, salvo ergersi, a più riprese, come dispensatori di pagelle e di attestati meritocratici. Speriamo soprattutto che sappia, man mano che maturerà esperienza e dimestichezza nel lavoro ministeriale, far comprendere ai suoi amici di Governo e alla politica nel suo insieme che questa terra sa ripudiare l’ascarismo e sa con umiltà farsi carico dell’orgoglio e delle speranze di quel popolo che per vedersi riconosciute le sue aspirazioni è costretto, oggi come ieri, a fuggire o guardare fuori dai suoi confini naturali. Vale per quei professionisti, che tu citi, caro Ercole, costretti a trovare i lori spazi in altri contesti (il Corriere della Sera e l’Espresso ospitano, pure, brillanti professionisti/intellettuali della nostra terra che speriamo si facciano, con la serietà del loro lavoro, veicolo di speranza per la terra di appartenenza); per quei giovani che consumano velocemente la loro prima età nella Locride per poi proseguire la loro crescita e la loro affermazione fuori dalla Calabria; per quegli uomini e donne che testardamente vogliono restare e sfidano quotidianamente loro stessi e le contraddizioni di un territorio che si presenta a loro, spesso, ostile; per quegli uomini e quelle donne che trovano rabbia mista ad impotenza nel sentirsi triturati dentro lo stereotipo della mafiosità o della predisposizione a delinquere; per quegli uomini e quelle donne che sono soggetti estranei all’altro stereotipo piuttosto diffuso che descrive solo
LA POESIA Dove sarai Dove sarai tu che con il tuo umore hai frantumato il mio cuore Dove sarai luce infinita di giorni e notti vuote Dove sarai, c'è una vocina che dice: è dentro di te. Francesca Amodeo
la Calabria come luogo di assistenzialismo sprecone; per quegli uomini e quelle donne che operando dentro un vissuto di schiena dritta non intendono piegarsi a nessun luogo comune che li possa offendere o palesarsi tale. In questa categoria possiamo annoverare gli aspiranti dispensatori di meritocrazia e vorremmo, in questo caso, che il Ministro Lanzetta trovasse uno stimolo in più leggendo gli scritti, sul suo conto, di Guido Quaranta, Emiliano Fittipaldi e del nostro Ercole Macrì i quali, nell’assegnare l’insufficienza all’unico Ministro del Governo italiano proveniente dalla Provincia di Reggio Calabria dopo 153 anni, non sprecano una parola su tale incolpevole assenza, né sui mandanti, né sugli esecutori materiali dello scippo, né sugli sponsor politici e mediatici che si sono piegati alla logica predatrice del consenso. Per concludere, carissimo Ercole, vorremmo che sentissimo nostro l’impegno catapultato sul Ministro Lanzetta. Un “nostro” che non deve significare piaggeria né condivisione acritica, ma sostegno per un evento storico ricaduto su una donna della nostra terra che dovrà sentire l’onere e l’onore di portare con sé il peso della lunga astinenza. Se la sfida sarà vinta, ti promettiamo, caro Ercole, che insceneremo un improvvisato ballo da Febbre del Sabato Sera, per fare, pure, il verso al bravo vignettista della Riviera. Ma, in caso contrario, sappi che non ci troverai tra quanti sono disposti ad indossare la maschera cara ai burattinai degli ascari e ai loro accoliti. Con viva simpatia GIOVANNI PITTARI e VITO PIRRUCCIO
La protesta
I sindaci a San Leo
Una comunicazione relativa all’utilizzo dell’impianto di San Leofa andare su tutte le furie i nostri sindaci, che cacciano i compattatori reggini. Cresce la tensione con Falcomatà.
Mai più sottom JACOPO GIUCA
P
rocedendo lungo la sterrata che conduce all’impianto di San Leo, giovedì mattina, si potevano incrociare dieci mezzi pesanti, tra furgoni e autoarticolati, fermi sul ciglio della strada. L’ingresso all’impianto per il trattamento dei rifiuti era infatti stato bloccato dai sindaci della Locride, intervenuti per manifestare contro un provvedimento che sa di abuso di potere. Nella serata di mercoledì, infatti, attraverso un comunicato pervenuto sulla casella di posta elettronica di ogni primo cittadino e, si badi bene, non per vie ufficiali, la Regione avvertiva che, nella giornata successiva, l’impianto di contrada San Leo, a Siderno, si sarebbe dovuto occupare del trattamento di centoventi tonnellate di rifiuti provenienti da Reggio Calabria e territori limitrofi, in luogo di quello già programmato da quindici comuni della Locride. Bianco, Bivongi, Bovalino, Canolo, Ciminà, Grotteria, Locri, Mammola, Marina di Gioiosa, Monasterace, Mongiana, Pazzano, Platì, Portigliola e San Luca, per l’amministrazione regionale, avrebbero infatti potuto sopportare lo stagnamento dei rifiuti urbani all’interno dei camion adibiti alla raccolta per un’ulteriore settimana. Poco importava che i cassonetti presenti in città già fossero al collasso. Dopo essersi consultato con quanti più colleghi possibile, il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, ha messo fin dalle prime ore del mattino la sua auto di traverso davanti al cancello dell’impianto, impedendo l’accesso a tutti i compattatori provenienti da Reggio. «La regione non può continuare a mantenere questo atteggiamento» ha affermato il primo cittadino chiedendo di poter parlare con la direzione dell’impianto, presso la quale giungevano anche le forze dell’ordine per comprendere cosa stesse accadendo. Mentre gli altri sindaci della Locride raggiungevano la struttura per prendere parte a questa protesta pacifica, ma decisa, i primi autotreni cominciavano mestamente a fare inversione di marcia per tornare da dove erano venuti.
«Deve essere chiaro che questa protesta non nasce da mancanza di solidarietà nei confronti di Reggio» ci è stato detto dai sindaci Salvatore Fuda e Antonio Scordino (rispettivamente rappresentanti di Gioiosa Jonica e Bianco), che denunciano un’organizzazione così precaria da parte della Regione da rendere reale il pericolo che la Locride ricada nella condizione in cui versava cinque anni fa, come affermato anche dal sindaco di Caulonia Giovanni Riccio. La priorità dei primi cittadini è quella di salvaguardare la cittadinanza anche a livello sanitario, secondo Antonio Longo, amministratore di Mammola, che esprime il suo sdegno per l’assenza dei commissari dinanzi a questa emergenza. «I cittadini della Locride non possono continuare a essere considerati di serie B» ha affermato Pasquale Brizzi, sindaco di Sant’Ilario dello Jonio, mentre Giuseppe Certomà e Salvatore Leoncini, di Roccella Jonica e Grotteria, si concentrano sull’esaspe-
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DOMENICA 7 DICEMBRE 17
L’AUTO DI CALABRESE BLOCCA L’INGRESSO La vettura del sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, posizionata di traverso rispetto all’ingresso dell’impianto per evitare il passaggio degli autocompattatori di Reggio Calabria. Nonostante le insistenze dei netturbini, la determinazione dei sindaci ha obbligato gli autoarticolati a fare dietrofront verso l’ora di pranzo.
messi a Reggio! razione generata da questa condizione deprecabile. Presa di comune accordo la decisione di consultarsi all’ora di pranzo, i nove sindaci presenti, intenzionati a far proseguire la protesta a oltranza con l’auspicio di far arrivare distintamente la propria voce al neo presidente eletto Oliverio e all’amministrazione entrante, si sono visti persino consegnare, a metà mattinata, una minaccia di denuncia per interruzione di pubblico servizio. La notifica, proveniente dalla questura di Reggio Calabria, metterebbe in evidenza la tensione crescente tra gli amministratori della Locride e Giuseppe Falcomatà, primo cittadino del capoluogo di Provincia. Il malcontento espresso dalla sua popolazione per una situazione insostenibile e denunciata a più riprese da diversi organi di stampa, sta mettendo evidentemente in cattiva luce il giovane sindaco, pure non responsabile delle condizioni del suo comune. Intenzionato a risolvere in tempi brevissimi e con il pugno duro la situazione per tenere fede alle promesse elettorali, Falcomatà sta confondendo la pulizia delle proprie strade con quella dell’intera Regione, andando a complicare la condizione della Locride, che, come affermato dal sindaco di Marina di Gioiosa, Domenico Vestito, in condizioni normali, grazie all’impianto di San Leo, sarebbe perfettamente autosufficiente nello smaltimento dei propri rifiuti. L’egoismo amministrativo di Falcomatà non può che fare male alla Calabria. Queste, in definitiva, le conclusioni che l’Associazione dei Comuni ha tratto dopo il confronto diretto, nel quale si chiede con fermezza di ridare alla Locride la dignità che merita e di consentirle, attraverso una rimodulazione e intensificazione dei turni di conferimento, di evitare il verificarsi di una situazione igienico sanitaria disastrosa, della quale non sarebbe nemmeno la diretta responsabile. La collaborazione con il comune di Reggio non deve trasformarsi in un diritto di prelazione da parte di quest’ultimo su un impianto che non gli appartiene e che, anzi, dovrebbe essere utilizzato innanzitutto dai comuni locridei e solo in un secondo momento da quelli limitrofi.
RIVIERA
CULTURA E SOCIETA’
Pillole Naturopatiche
A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone
Come usare il Sale Rosa dell'Himalayanaturopaticamente
Army Quattrone canta la Calabria, terra baciata da Dio
In cucina il sale rosa regala ai cibi un sapore delizioso, tondo e delicato, introducendo insieme a nuove sfumature di gusto importantissimi nutrienti. Soluzione energizzata o “salamoia”: è il metodo di utilizzo terapeutico base, il modo più semplice per averne a portata di bicchiere i benefici. Si mettono in un vasetto di vetro con coperchio dei cristalli e si copre il tutto di una buona acqua di sorgente, verificando il giorno dopo se sono completamente disciolti. La soluzione è pronta per l’uso quando è satura, cioè quando i cristalli restano sul fondo senza più sciogliersi. Si può conservare così per il tempo che si vuole, basta aggiungere quando necessario altri cristalli o acqua. Bagno:Ecco un modo magnifico per eliminare tensione e nervosismo, per depurarsi e contemporaneamente rigenerarsi, risolvere piccoli problemi cutanei ed alleviare i dolori articolari. Come? Si spargono 500 g di sale rosa sul fondo della vasca e lo si fa sciogliere completamente ricoprendolo di acqua calda (ci vuole circa 1 ora). Una volta disciolto si può aggiungere l’acqua calda (37° circa) per il bagno nella quantità desiderata. Immergersi e non usare altri detergenti, restando nell’acqua per 15-20 minuti. Una volta usciti lasciarsi asciugare l’acqua addosso, senza usare asciugamani, piuttosto aiutandosi con un phon. Da fare non più di uno o due volte a settimana e da evitare in gravidanze e in caso di problemi cardiaci. Peeling: Durante il fine-settimana questo leggero peeling è una esperienza che ricaricherà di energia come se si fosse in un centro benessere. Sono necessari un’ ora e mezzo del proprio tempo, una coperta, un grande telo di spugna, olio essenziale di lavanda, olio di noci macadamia e, naturalmente, il sale rosa dell’Himalaya. Si inizia preparando in una tazza una miscela con tre o quattro cucchiai di cristalli di sale ben pestati, dieci gocce di olio di lavanda e un cucchiaio di olio di noci macadamia oppure di salutare olio di mandorle. Spalmare (o meglio ancora, farsi spalmare) sul corpo il mix salino, distendersi e avvolgersi prima nel telo e poi nella coperta, godendosi le sensazioni di calore che pervaderanno il corpo. Passata un’ora sciacquarsi con acqua calda, lasciando asciugare la pelle all’aria (o con l’aiuto di un phon). Pediluvi: Un uso tradizionale del sale dell’Himalaya è quello di fare ogni giorno un pediluvio caldo con acqua e sale. L’idea che accompagna questa antica pratica, diffusa fra gli yogi, è che serva a disintossicare non solo il corpo ma anche lo spirito, tanto che l’acqua utilizzata - carica di “negatività” – deve essere versata lontano dalla propria dimora. Impacchi & cuscini di sale - Il sale rosa aiuta anche in caso di artrite e dolori osteoarticolari. Oltre a berlo come già spiegato si possono fare delle applicazioni locali. Imbevendo delle garze nella soluzione pura si ottiene un impacco da applicare sulla parte dolorante, da bloccare con l’aiuto della pellicola trasparente. Riempiendo di sale un sacchetto di cotone ecco pronto il cuscino per una applicazione a caldo. Dopo averlo lasciato per qualche minuto nel forno a bassa temperatura o su una stufa, si appoggia per una ventina di minuti sulla parte dolente, godendo del calore (e non solo) che il sale cederà in modo progressivo.
SARA LEONE Porta sempre con sé un piccolo quaderno blu sul quale c'è scritto "questo sono io". È sicuramente il suo portafortuna, il suo amuleto, forse anche il suo confidente. Una cosa è sicura: è il custode di tutti i suoi testi e delle sue composizioni musicali. Il protagonista di tutto ciò è un ragazzo nato a Marina di Gioiosa Ionica, di nome Armando Quattrone. La sua passione è viaggiare e suonare. A diciotto anni è emigrato al Nord Italia, più recentemente in Germania. Nelle sue vene, però, continua a scorrere il sangue frizzante e gioioso tipico dei calabresi. Quello spirito di divertimento, e di festa, che spinge a ballare senza mai fermarsi la travolgente tarantella, assaporando il vino nuovo accompagnato da una zeppola calda. Quel savoir-faire, che ha fatto sì che, noi calabresi, ci potessimo meritare l'appellativo di "gente ospitale"; noi discendenti di quegli antichi greci che qui fondarono nuove colonie, e presso cui l'ospite era sacro. Noi che siamo immersi nella cultura e non ce ne rendiamo conto. Noi, la maggior parte di noi, che forse agli scavi dell'antica Locri non c'è mai stato. Noi e la nostra Calabria, terra di bellezza e di rovine, come direbbe il noto antropologo Vito Teti, siamo stati catapultati al ruolo di protagonisti dell'attività di questo giovane ragazzo. Andrea Quattrone sostiene fortemente le sue idee: "I calabresi devono pretendere una politica all'altezza delle potenzialità della propria terra, o che, quantomeno, non sia carnefice della sua bellezza e ricchezza"- ha affermato. Così a pochissimo tempo dalle elezioni
regionali, esordisce con il suo pezzo "fiero di te". Fiero di essere calabrese, fiero di dimostrare ai tedeschi, suoi concittadini acquisiti, le meraviglie di una terra baciata da Dio, dal sole, dal mare. Nel video, girato proprio in Calabria, approfittando del clima ancora estivo di Ottobre, Armando Quattrone ha ripreso gli scorci più belli. La suggestione delle viuzze di Gerace, un mare bello e limpidissimo; PietraGrande che con il suo singolare scoglio, che emerge dalle acqua cristalline; i tramonti dalle mille sfumature, e il cielo azzurro più che mai, azzurro con qualche sfumatura bianca, quasi come fosse stata dipinto dal più eccellente dei pittori. Ma cosa ancor più singolare è che nel video ci sono anche loro: la gente comune che l'obiettivo della telecamera ha incrociato; c'è il signore anziano con la sua ape azzurrina, e le persone del paese che risalgono la stradine per rientrare alle proprie case. Non mancano poi i riferimenti a Pitagora, o Archimede, le menti che hanno fatto "la storia" della nostra regione.
Spontaneo, originale, quotidiano. Così si potrebbe definire. Il video va oltre ogni mera denuncia, compiendo un'azione più intensa: mostra le bellezze che nessuno si potrà mai arrogare il diritto di togliere o usurpare. Travolgente. Travolgente come solo la tarantella sa essere, sincero come solo la gente comune sa essere. Il tutto grazie anche alle immagini che riprendono uno dei concerti dei "taranproject", alcuni membri dei quali hanno partecipato anche al singolo. Un vero successo. Un concreto esempio di impegno giovanile da premiare con incoraggiamenti e congratulazioni. Alla produzione del singolo hanno potuto partecipare con un contributo tutti coloro lo abbiano voluto. Così il progetto di un solo giovane, é divenuto progetto comune. Insomma una ventata d'aria nuova, ci voleva proprio. Per una volta la Calabria scende in campo. E scende in campo non con la cronaca nera, né per la criminalità, neanche per la mala sanità o per la disoccupazione. Scende in campo per dimostrare quanto vale. D'altronde della bellezza della nostra regione era consapevole anche Leonida Repaci già alla fine dell'Ottocento, lasciando impresse nella storia, quelle parole che hanno conquistato generazioni di lettori... "[...]Quando fu il giorno della Calabria, Dio si ritrovó in pugno 15.000 km quadrati di argilla verde con riflessi viola. Promise a se stesso di fare un capolavoro. Si mise all'opera e la Calabria uscì dalle sue mani più bella della California e delle Hawaii, più bella della costa Azzurra e degli Arcipelaghi Giapponesi [...]"
A un anno dalla morte, un omaggio all'impegno del professore
Intitolata a Gaudio Incorporala biblioteca di Locri Una serata densa di ricordi e di quieta commozione quella dedicata al professore Gaudio Incorpora, svoltasi al Palazzo della Cultura della città di Locri il 28 novembre scorso. Sul fondo del proscenio alcune opere di Incorpora, che è stato un grande interprete delle nostre radici magno-greche, giornalista, docente, scrittore e cultore di archeologia. Con la sua molteplice attività di intellettuale impegnato, Incorpora ha scritto una delle pagine più belle della storia recente di Locri. La serata, coordinata da Maria Teresa D'Agostino, è stata arricchita dal saluto iniziale del Vescovo della diocesi di LocriGerace, Monsignor Oliva. È poi intervenuto il sindaco di Locri che si è impegnato a
Prestigioso traguardo per il cinema locrese: argento per "Il diario di Silvana" al Roma New Fest
formalizzare il riconoscimento che Locri deve all'insigne professore, intitolandogli la biblioteca civica, che dovrebbe essere operativa da giugno 2015, e alla quale si affiancherà un Museo del Libro, a cui sarà dato avvio con il sostegno e la supervisione dell'editore Franco Pancallo. Locri così colma una delle sue più gravi lacune, la mancanza di una biblioteca (pur esistente ma finora chiusa) che ha impedito a questa cittadina di approfondire una vocazione culturale che finora era stata ritenuta appannaggio di Siderno. Per i sidernesi, che da mesi stanno lottando, tramite l'Associazione “Amici del Libro e della Biblioteca” (ALB), per poter rivedere aperta e funzionante la vecchia biblioteca, l'ini-
Grande successo per il cinema locrese al "Roma new fest 2014" grazie al "Diario di Silvana", mediometraggio scritto e sceneggiato da Silvana Lodi e diretto da Pino Gambardelli. Nel corso dell'importante rassegna cinematografica della capitale, svoltasi lo scorso 26 ottobre, "Il diario di Silvana" si è aggiudicato un meritatissimo secondo posto, riscontrando il consenso e il plauso di una nutrita giuria. Il mediometraggio prodotto dalla "Coop Calabria Film" di Locri e realizzato dalla "Cooperativa locrese" con a capo il presidente Paolo Sanci nel ruolo del nonno, ha visto come protagonista il noto e talentuoso attore catanzarese Paolo Turrà, affiancato dalla giovane attrice Valeria
ziativa locrese può rappresentare un valido punto di appoggio e uno stimolo. In apertura un video-ricordo per la regia di Bernardo Migliaccio Spina. Relatori della serata sono stati il giornalista Enzo Romeo, caporedattore Tg2 e vaticanista, e l'archeologa Margherita Milanesio Macrì. Nonostante discorsi probabilmente preparati in precedenza, la vena del ricordo e della commozione ha preso il sopravvento e la figura di Incorpora è divenuta quasi palpabile, una invisibile presenza sul palco. Delicatissima la lettura di alcuni brani tratti dai suoi scritti da parte del professor Francesco Nicita, che hanno reso quasi fiabesche le atmosfere già suggestive del mondo di Persefone, o dell'Italia appena
Saccomando, originaria di Sant'Ilario dello Ionio. Nel ruolo della madre, Anna Maria Poveromo, mentre nelle vesti della piccola Silvana, la giovanissima attrice di Locri, Maria Giulia Nauman Orlando. Un plauso particolare va alla fotografia di Antonio Alì e alla musica composta ed eseguita dal maestro Angelo Laganà. Il mediometraggio racconta la storia commovente di una bambina che all'età di otto anni decide di scrivere un diario a cui confidare le emozioni tormentate della sua infanzia, vissuta tristemente a causa del difficile rapporto col padre. Alla fine la piccola Silvana riuscirà a instaurare un profondo legame col padre che durerà nel tempo.
“fatta”. Incorpora apparteneva infatti a quel gruppo di vecchi intellettuali che in tempi non sospetti avevano già visto come i libri di storia celassero una colossale menzogna: quella della conquista del Sud da parte dell'esercito piemontese. Eppure questo non ne diminuiva il suo spirito patriottico e il suo senso civico, tanto che numerosi furono i suoi scontri con le amministrazioni pubbliche per quanto riguardava la gestione e la conservazione del patrimonio culturale. Oltre a quella di intellettuale, i numerosi interventi hanno tratteggiato la figura di un grande uomo. Commossi i figli Rita e Gianfranco, il quale ha porto il saluto finale al numeroso pubblico. Lidia Zitara
SETTIMANALE
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Sara Parlongo ci descrive sé stessa, raccontandoci il rapporto con il padre e il percorso che l'ha portata da amante dell'arte a madrina di una biennale dedicata agli artisti di tutto il mondo
“La ruota della memoria”attraversa “le camere del colore”
ara Parlongo è un'artista a tutto tondo. Impegnata in diversi campi dell'arte, tra cui fotografia, pittura, battitura del ferro e lavori di sartoria, promuove ogni tipo di espressione artistica con una mostra biennale dedicata alla memoria di suo padre. «Dire cos'è l'arte o l'artista è molto complicato. - Esordisce quando le chiediamo di definire la sua opera. - Significa fare un percorso nello spirito e nella materia, attraversare le sfere della tecnica e dell'anima. Il mio lavoro è un'introspezione di me stessa e, per quanto sia importante conoscere la storia dell'arte, credo che essa non si possa fare se non pensando solo a sé stessi. «Il mio viaggio inizia con l'apprendimento dell'intaglio del legno, arte nel quale era molto esperto mio padre, per poi proseguire con la forgiatura del ferro e, successivamente, con la pittura. Giungo a questa fase sentendo il bisogno di affiancare le immagini alle parole, per questo ogni mio quadro è accompagnato da un breve discorso scritto. «“Le camere del colore”, mostra tenutasi la scorsa estate a Palazzo de Mojà, a
S
Siderno Superiore, è una sintesi del mio intero percorso. Non ho mai voluto dedicarmi in maniera esclusiva all'arte espressiva o visiva, perché sarei rimasta legata a un solo campo, ma nel percorso da me fatto, che parte dalla fotografia come vero e proprio biglietto da visita, ho voluto trovare un parallelismo tra le sfere dell'anima e quelle dell'arte. L'eredità di questa mostra è un opuscolo contenente brani recitati da Giusto Lo Piparo e Antonio Caracciolo, due attori della Rai le cui parole sono state da me accompagnate con il movimento del mio corpo. Nel libello sono presenti le riproduzioni di disegni da me definiti “codici dell'anima”, chiavi di lettura che passano attraverso l'eredità di mio padre e l'amore che ho provato per lui. Si è trattato di un'operazione riuscita, che mi ha permesso di trovare un linguaggio universale con il quale trasmettere le mie emozioni a tutti e far comprendere che la mostra è un circolo che parte da mio padre per tornare a lui. Ogni stanza di “Le camere del colore” mi ha fatto giungere alla sintesi della mia arte, perfettamente rappresentata dalla silhouette femminile. Questa sintesi della femminilità mi ha permesso di giungere al confezionamento di abiti da sposa con l'utilizzo di materiali tipici della produzione calabrese e di gioielli battuti a banco, simboleggianti il passaggio dal grezzo del baco al meraviglioso della farfalla e rappresentanti la consapevolezza di ciò che posso e non posso fare. La magia della natura e del femminile, racchiusa nelle mie creazioni, hanno per me sostituito la generazione della vita. «La chiusura di questo cerchio non implica certo che terminerò così il mio percorso artistico, perché una volta interiorizzata e rielaborata questa esperienza, mi soffermerò sicuramente su qualcosa di diverso. Anche se con la mia arte sento di aver concluso, voglio soffermarmi sull'importanza della sintesi e dell'essenziale, che prenderanno sempre spunto dalle esperienze pregresse e dalla memoria. «Anche se questo percorso è ancora tutto da scoprire, certo continuerò con la mia biennale “La ruota della memoria”, della quale sto organizzando la seconda edizione. Dedicata anch'essa a mio papà, l'anno scorso la mostra ha premiato grandi personalità della nostra terra. Con l'edizione dell'anno prossimo, farò giungere per la prima volta in Calabria quaranta artisti da tutto il mondo, dei quali spero di poter comunicare quanto prima i nomi.» J. G.
DOMENICA 07 DICEMBRE 19
# SOCIAL
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Nel nuovo store
di“AB Collezioni” sentirai il battito
della natura
AB STORE- via Torquato Tasso - Siderno. Aperto anche Sabato e Domenica 10 -13 e 17,30 - 21,30 Da Lunedì a Venerdì dalle 9 -12,30 e 17 - 21
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# HOMEY
# GLAM
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reare le mode e anticipare i tempi è da sempre la mission di “AB Collezioni” che è pronta a inaugurare una nuova fase aziendale la cui parola d’ordine è “Natura”. Ha aperto ieri a Siderno un nuovo store, un locale esclusivo e sfizioso in cui batte un cuore eco, green, nature-friendly - come direbbero gli inglesi un locale, insomma, dove potrai davvero respirare la natura e lasciarti travolgere da una brezza di vitalità colorata. Abbiamo incontrato Federico Biancospino, l’ideatore del marchio “AB Collezioni”. “AB Collezioni” è pronta per un restyling aziendale, un’immagine completamente rinnovata che parte da un nuovo store. “AB collezioni” abbandona, quindi, il suo vecchio stile Black and White? Sì, dopo il capitolo “Black and White” abbiamo pensato a uno stile diverso per il nuovo store: qui la natura la fa da padrona con le sue mille sfumature. La natura è, infatti, parte integrante dell’arredamento, con una suggestiva cascata e delle vere aiuole di piante grasse che abbeliscono il locale. Le ampie pareti vetrate, inoltre, fanno sì che l’interno sia inondato di luce naturale. Come mai ha deciso di trasferirsi dal corso principale di Siderno a una via “meno in vista”? Il nostro nuovo store sorge su una via che ricongiunge la città al mare; pertanto la sua collocazione ben si sposa con il nuovo stile natural. Si avvicina il Natale... che idee regalo sarà possibile acquistare nel vostro nuovo store? Il nostro è uno store a 360°... Oltre alle lady's bag, ai portafogli e agli accessori moda, di recente abbiamo stretto partnership con altre aziende attente alle tendenze più fashion nel campo dell'abbigliamento. Potrai trovare anche pashmine, tracolle, borsoni, cinture e accessori viaggio per l'uomo più cool... Un vero total look, insomma! Perciò, chi sceglierà il nostro store avrà davvero l'imbarazzo della scelta. Qual è il vostro target di riferimento? I nostri capi e accessori si rivolgono in particolare a un pubblico giovane ma anche giovanile, un pubblico che ama uno stile moderno e ricercato, mai scontato, che gioca su dettagli e particolari intriganti. All’ottima qualità dei materiali utilizzati si va a miscelare l’assoluta gradevolezza estetica, per un irresistibile trionfo del glamour. Gli articoli che trovi all’interno del nostro store, quindi, incontreranno senz’altro l’approvazione di chi non vuole subire passivamente l’avvicendarsi delle mode ma ama plasmare il proprio look, giorno dopo giorno. Progetti per il futuro? Stiamo pensando a nuove piazze per altri punti vendita... Ci piacerebbe Roccella, ma anche Catanzaro. Inoltre, la nostra azienda ha intenzione di spalancare le porte al territorio coinvolgendo i nuovi talenti. In che modo? Sul nostro sito sarà presto inserito uno spazio in cui sarà possibile far decollare le idee! Ti è balenata in testa un'idea innovativa, attraente, geniale che ha a che fare con il mondo della moda e del fashion? Proponicela! Se la tua intuizione sarà giudicata vincente entrerai a far parte della nostra squadra. Potrai lanciare la tua idea non solo online ma anche imbucarla in un'apposita cassettina che sistemeremo davanti allo store, a fianco all'ipotetica "panchina-giovani". Stiamo pensando, infatti, ad un'area destinata espressamente ai giovani che farebbe da contraltare alla panchina da sempre occupata dagli anziani che si trova proprio di fronte. Largo ai giovani, dunque... È quello che ci auguriamo. I giovani devono tornare a giocare un ruolo di primo piano per rilanciare la crescita del nostro territorio. Noi abbiamo profonda fiducia in loro ma purtroppo da soli pos-siamo fare poco: serve una politica più lungimirante e una burocrazia più snella.
RIVIERA
In Diretta RAI In Presa Diretta, il famoso giornalista della Rai Riccardo Iacona alla villa Romana ed al Borgo di Casignana accompagnato dal “cicerone” Antonio Crinò, dal giornalista originario di Bianco Giuseppe Baldessarro e da Vincenzo Bartolo.
Rocca del Drago
Un Pendragon Calabrese nascosto nella roccia, prigioniero da secoli in attesa di riscossa, come una vendetta incombente, come l'orgoglio furente, come i diritti negati, l'ingiustizia perenne, lo sguardo deviato. Si sveglierà il drago dormiente, prima o poi, e saranno ribaltati gli equilibri, e ciascuno raccoglierà ciò che ha seminato.
Viva la Forestale Grazie all'alacre lavoro di questo stupendo gruppo di operai della forestale, l'ospedale di Siderno si presenta con un colpo d'occhio sicuramente migliore che in passato. Un elogio pubblico per chi ha dimostrato voglia di lavorare sul serio.
L'uomo misterioso che legge “Riviera”
La positività di San Luca che fa notizia Insieme all'amico scrittore Fortunato Nocera autore de “la maledizione della cometa rossa” notiamo un bel gruppo di amici, tra cui riconosciamo Bruno Bartolo intenti a conversare tra di loro sul corso principale di Siderno. Quando si discute è sempre bene!
Chi si nasconde dietro la copia del nostro giornale tenuta in mano e letta senza far cadere una virgola ? Come direbbe Ezio Greggio di “Striscia la notizia”: È lui o non è lui? Ma ceeerto che è lui!
Il rapporto tra Gigi Sarroino e la “beneamata” Gigi Sarroino espone orgoglioso il nuovo calendario dell'Inter. Il termine “beneamata” è stato coniato dal giornalista e scrittore italiano Gianni Brera in quanto la squadra milanese di Roberto Mancini è amata da tutti gli interisti e odiata da tutti i non interisti ''come Ercole''
Viva la cultura
Nuccio “all'insegna” del lavoro
Gli avvocati Filippo Racco e Antonio Florenzano con il professore Enzo D'Agostino e dietro di loro il dott. Antonio Previte, sembrano particolarmente interessati ad ascoltare il relatore di turno presso un convegno che si è svolto a Locri presso la “casa della cultura”
L'amico Nuccio, meglio conosciuto come il “re delle insegne”, mentre lavora riesce ad ascoltare anche la musica attraverso le sue potenti cuffie da lavoro. Nella vita attuale tante parole diventano come “insegne luminose” che lampeggiano continuamente dinanzi ai nostri occhi. Vai Nuccio!
Chef calabresi portano vittoriosi la loro patria in giro per il mondo
Educazione civica in una toilette “reggina”. Il nostro improvvisato fotografo nel suo lungo giro per la città capoluogo ha avvertito il bisogno di recarsi in una toilette. Ai suoi occhi si è presentato questo cartello con la scritta che state leggendo. Chissà se il nostro avrà colto alla lettera il suggerimento?
La coppa del mondo di cucina(Culinary World Cup) è davvero un evento. Giovani chef della Locride vi hanno partecipato portando alta la bandiera della Calabria nel mondo. Per la prima volta nella storia, la Calabria ha concorso alla rinomata gara di cucina svoltasi in Lussemburgo a partire dallo scorso 26 Novembre, per la durata di cinque giorni. La sua partecipazione è stata un vero successo: una medaglia d'oro nella categoria "sculture vegetali", tre medaglie d'argento e tre di bronzo.Gli idoli calabresi della cucina, guidati da Giuseppe Sgró, sono stati: Cosimo Panaia, Francesco Trichilo, Luciano Sorgiovanni, Domenico Pugliesi, Giuseppe Spadaro, Daniele Barresi, Rocco Burzì, Antonio Chirico, Nunzio Infantino, Francesco Sgró, Francesco Tiano, Mirko Vinciguerra. Sono partiti dalla Calabria con un'auto e un furgoncino. Hanno sostato una notte in un paese in provincia di Varese, e il giorno seguente hanno raggiunto il Lussemburgo. Chi ha seguito la loro avventura tramite gli scatti postati su Facebook, ha potuto notare l'aggregazione e lo spirito di condivisione dei partecipanti. Arrivati alla loro meta, sono stati ospitati in un ristorante di calabresi, per lavorare alle originali creazioni culinarie, frutto di ingegno e fantasia. Hanno preparato i loro piatti dalle cinque del mattino sino alle 8; poi dalle 8 alle 19, le opere venivano esposte pronte per essere giudicate e, nel caso, premiate. Una cosa molto curiosa che è stata raccontata da uno dei partecipanti, Giuseppe Spadaro, è stata l'esulto dei componenti del team Regione Campania, quando proprio i nostri calabresi venivano premiati.
Grande spirito di solidarietà quindi. Prima di essere calabresi o campani, il loro cuore portava la bandiera dell'Italia. Del Sud Italia, soprattutto. Insomma, un grande merito e tanta riconoscenza. "Tanto ordine, tanta organizzazione, e soprattutto tanta accoglienza. Tasso di disoccupazione basso. Quasi un paradiso. Poi anche se il mare dista 300 km da loro, hanno il primato per la freschezza e la varietà del pesce." - hanno dichiarato. "Una grande esperienza. Grande e bellissima. Da ripetere. Forse alla prossima edizione saremo ancora lì, a rappresentare la nostra Calabria, terra di profumi e odori. Per adesso siamo orgogliosi di noi." E noi di voi, cari chef. Grazie per aver portato alto, in giro per il mondo, il nome della Calabria.
Sara Leone
SETTIMANALE
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DOMENICA 07 DICEMBRE
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Poker d'assi della sanità locridea In rigoroso ordine il sindacalista Simone, il direttore sanitario Pasquale Mesiti, Gianni Curulli e il dottore Eliseo Sorbara immortalati dal nostro fotografo. I guai da pignata i sapi sulu a cucchjiara chi i miscita. I guai della pentola li conosce solo il mestolo che ci sta dentro. I problemi della sanità calabrese li conoscono solo i suoi componenti. I viaggi, la cucina, le emozioni legata ad essa nei vari luoghi del mondo mi lasciano sempre ricordi intramontabili di profumi, emozioni coinvolte da un momento magico, da una deliziosa cena, un delizioso piatto, una fantastica compagnia… Ed è proprio il fascino della Francia con i suoi profumi la sua atmosfera a regalare la magia suggestiva del natale… Dalla patria della crème brullèe, della crème chantilly ,viene il dolce tipico del natale francese: il tronco di natale o meglio la “buche de Noël”. Joyeux Noël!! direbbero proprio i francesi difronte questo meraviglioso dolce che invade le tavole e i banchi più belli delle pasticcerie caratterizzando il periodo più bello dell’anno. Ospite di questa settimana sarà la mia cara Lory che già come ogni anno si è fatta portare via dalla magia di Babbo Natale dalle profumatissime candele natalizie e dalle sue incantevoli decorazioni in tutta la casa! Sarà proprio lei, già innamorata dei dolci natalizi a mangiarla con gli occhi appena pronta ad adornare la nostra tavola di Natale, e proprio lei avrà gli occhi a cuoricino gustando la meravigliosa crema che farcisce questo dolce dalla bellezza estetica che persuaderà qualsiasi palato! Sarà solo lì che le nostre chiacchiere avranno qualche minuto di tregua!
Le Jambon de Dios al Gambero Rosso Jambon Jambon, prosciutto prosciutto, e la Spagna approda per una sera nella Locride. La forza autentica del Pata Negra, le Jambon de Dios, e il Gambero Rosso: un’accoppiata vincente in una serata all’insegna del sorriso. Sotto, nella foto, invece, il nuovo tridente del Real. I due esterni valgono tranquillamente Gareth Bale e Cristiano Ronaldo
Ingredienti per la base: · · · ·
farina setacciata160 gr uova 8 vanillina 1bustina zucchero 160 g
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500 ml di latte 6 tuorli di uovo 180 g di Zucchero 70 g di farina 1 baccello di vaniglia 50 g di cacao in polvere
per la crema pasticciera:
per la crema ganache · · ·
E come disse la prof. “certo che voi tre fate un tandem”Domenica mattina Franco Diano, Giuseppe Galea e Giuseppe Belligerante seduti con le mani in mano sopra una panchina fredda dell'edicolè, sono lì che aspettano le 7.30 chiusi dentro il loro palteot, leggendo attenti le istruzioni. Sul distributore del caffè e un bambino che si tuffa dentro a un bignè. (ispirazione tratta da “poster” di Claudio Baglioni)
I due “Toti..sindaci” Totò Scordino sindaco di Bianco e Totò Longo sindaco di Mammola. Negli anni ottanta entrambi erano legati da un profondo amore comune: il partito comunista italiano. Dopo la caduta del muro di Berlino hanno rivisto le loro posizioni, le hanno adeguate ma alla luce di quanto sta accadendo in Russia ed in Cina l'idea “rossa” non sembra definitivamente tramontata. E così ?
Medaglia d’argento per il piccolo Dario Ottima prestazione degli allievi del maestro cavallo al campionato regionale di Kick boxing. Il piccolo sidernese Dario Riggio, con la sua performance sorprendente, si è aggiudicato un meritatissimo secondo posto.
400 ml di panna 400 gr di cioccolato fondente 50 g di burro
Preparazione: Prendere le uova e dividere i tuorli dagli albumi, sbattere i tuorli per almeno 10 minuti assieme a 100gr di zucchero e alla vaniglia, fino a che non diventano chiari e molto spumosi. Una volta montati i tuorli, bisogna sbattere gli albumi a neve assieme al restante zucchero e poi unire i tuorli con una spatola prestando cura a non smontare gli albumi. A questo punto bisogna aggiungere delicatamente la farina setacciata per poi amalgamarla bene. Una volta preparato il composto, bisogna stendere l’impasto su un foglio di carta forno e metterlo su una teglia da forno di 45x37 cm, e livellarlo con una spatola piatta e liscia per raggiungere 1cm di spessore. Una volta stesa la base bisogna metterla a cuocere in forno statico preriscaldato a 220° per 6-7 minuti, non di più, e senza aprirlo perché tratterrà al suo interno l’umidità. Appena la superficie della base diventa dorata, bisogna estrarre la pasta biscotto dal forno, togliendola immediatamente dalla teglia e poggiandola con tutta la carta forno su di un piano, dare una spolverata con dello zucchero semolato subito sulla superficie della pasta biscotto,che servirà a non farla attaccare. Una volta fatto sigillarla immediatamente con della pellicola, ripiegandola anche sotto i lati, questo serve a fare in modo che la pasta biscotto mentre si raffredda trattiene al suo interno tutta l’umidità necessaria a renderla elastica a sufficienza da piegarsi senza creparsi. Nel frattempo possiamo preparare la crema pasticcera tradizionale secondo le ricette comuni,aggiungendo però un po’ di cacao amaro setacciato lasciandola raffreddare. A questo punto possiamo farcire la base, spalmando la crema su tutta la superficie ma lasciando qualche cm vuoto sui bordi e arrotolate con cura il dolce, avvolgendolo con della carta forno e tenendolo almeno un’ora nel frigorifero a raffreddare. Fatto questo, possiamo iniziare a preparare la creme ganache ponendo in un tegame capiente la panna fresca e il burro. Portare quasi ad ebollizione, a fuoco basso, avendo cura di porre sotto al tegame una retina spargifiamme; quando la panna sta per bollire, togliere il tegame dal fuoco e aggiungere il cioccolato fondente grattugiato, mescolando il tutto con una frusta fino al completo scioglimento e raffreddamento del composto. Infine, bisogna mettere la pentola a bagnomaria nell’acqua fredda contenente del ghiaccio e con uno sbattitore elettrico montare il composto, fino a quando diventerà cremoso, denso e solido per circa 10 min. Se la crema non diverrà abbastanza solida, basta mettere il tegame in freezer per qualche minuto e poi riprendere la crema con lo sbattitore; la crema ganache ha la particolarità di diventare molto dura se posta nel frigorifero e molto morbida se lasciata a temperatura ambiente e vicino a fonti di calore si scioglie. Una volta fatta la crème ganache possiamo dare forma alla nostra buche! Quindi una volta che il rotolo si sarà raffreddato e compattato, toglierlo dalla carta forno che lo riveste e poggiarlo su un vassoio da portata, tagliare trasversalmente le due estremità del rotolo, e tenerle da parte: con la crema ganache ricoprire interamente il dolce tranne la parte sottostante e fare aderire alla crema le due estremità precedentemente tagliate, ponendone una sopra il dolce e l’altra a lato, per dargli la caratteristica forma di tronchetto. Ad aderire al tronchetto devono essere le parti opposte a quelle tagliate in diagonale. Fatto questo bisogna ricoprire di crème ganache le superfici laterali dei pezzi appena attaccati e lasciare ben visibili le parti tagliate in diagonale a forma di spirali, che rappresentano la sezione del tronco tagliato di un albero. Poi, con una forchetta, si possono marcare delle righe sulla crema, per dare l’idea di una corteccia di tronco. Alla fine della preparazione, consiglio di decorare la vostra buche con delle piccole decorazioni natalizie a piacere… come da foto… Buon lavoro! A cura di Mariangela Restretti