Riviera nº 49 del 02/12/2018

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LE ULTIME ESTERNAZIONI DELLA POLITICA ITALIANA TRASMETTONO SEMPRE PIÙ L’IDEA DI UN PAESE ORGOGLIOSO DELLA PROPRIA IGNORANZA. UN BIECO E ARROGANTE POPULISMO STA TRASFORMANDO IN UNA BARZELLETTA QUESTIONI SOCIO-POLITICHE DELICATISSIME, TRASMETTENDOCI L’IMMAGINE DI UNA CLASSE DIRIGENTE INCAPACE DI GESTIRE LA NAZIONE. SE A QUESTO CI AGGIUNGIAMO LA VOLATILIZZAZIONE DELLE ESPRESSIONI REGIONALI DEL GOVERNO, LE SPERANZE DI CAMBIAMENTO PER LA CALABRIA SONO DAVVERO RIDOTTE AL LUMICINO…

Latitanti a 5 Stelle

L’ATTEGGIAMENTO DEI PENTASTELLATI CALABRESI SEMBRA TALVOLTA ANCORA QUELLO DI UN’OPPOSIZIONE CHE NON SI RENDE CONTO DI ESSERE AL GOVERNO: NON C’È UN’INTERLOCUZIONE NÉ CON I COLLEGHI DI ROMA NÉ TANTOMENO CON LE REALI OPPOSIZIONI, NON SI AVVERTE UN’ATTENZIONE TANGIBILE NEI CONFRONTI DELLE TANTE PROBLEMATICHE CHE RIGUARDANO I TERRITORI E, IN TALUNI CASI, ANZI, SI AVANZANO PROPOSTE CHE RISCHIANO DI FAR CADERE UNA VOLTA PER TUTTE UNA REGIONE AZZOPPATA GIÀ DA TEMPO.

Nel 1799 il pittore spagnolo Francisco Goya realizzò la sua più celebre acquaforte dall’evocativo titolo “Il sonno della ragione genera mostri”. Con quella semplice opera, l’illustratore voleva dimostrare in una chiave allegorica figlia dell’illuminismo che l’abbandono ai più ferini istinti da parte dell’umanità avrebbe potuto produrre vere e proprie disgrazie. Assistendo ai diversi exploit della classe politica dalla quale abbiamo deciso di farci rappresentare lo scorso quattro marzo e parafrasando il celebre titolo dell’opera di Goya, non si può fare a meno di pensare come il sonno della ragione generi non solo mostri, ma anche un populismo arrogante in grado di rendere più che mai attuale la considerazione dell’artista spagnolo. L’altezzosità con la quale la sottosegretaria all'Economia Laura Castelli ha bollato con un “Questo lo dice lei” la spiegazione relativa al perché l’andamento dello spread influirebbe sui tassi di interesse delle banche da parte di Carlo Padoan (non proprio l’ultimo arrivato del settore economico) è la dimostrazione lampante della direzione intrapresa dalla politica italiana. Una politica che, pur di essere accessibile al cittadino, ha abbassato il proprio quoziente intellettivo al di sotto di quello della media, fa promesse che non sa (o non si rende conto) di non poter mantenere e arriva addirittura a declassare i titoli di studio pur di dimostrare che la vera forza è quella del volgo, non certo quella della classe dirigente. Peccato, però, che questa classe dirigente ci sia e restituisca all’Europa e al mondo l’immagine di un paese in affanno e orgoglioso di esserlo, così che tra dirette social di dubbio gusto, “Ciaoni”, strafalcioni grammaticali e un populismo così ignorante da risultare surreale fa temere a chi non ha voluto smettere di ragionare che, toccato il fondo, ci siamo ormai messi a scavare con il sorriso sulle labbra. Inebetiti dai messaggi contrastanti di media poco qualificati (perché, parliamoci chiaro, noi giornalisti siamo i diretti responsabili di questa tendenza) accettiamo ormai qualunque cosa, dalle dietrologie prive di prove espresse goffamente dal sottosegretario della Lega Armando Siri, magistralmente “cazziato” da Carlo Calenda in diretta televisiva su La7, al fatto che lo scandalo che ha colpito il padre del vicepremier Luigi di Maio passi sotto un generale silenzio dopo che lo stesso attuale Ministro del lavoro era stato il primo a mettere in moto la “macchia del fango” nei confronti di Renzi quando questi si era ritrovato in una situazione analoga. Al chiasso degli attivisti pentastellati nazionali, poi, fa da contraltare l’inquietante silenzio dei parlamentari che abbiamo eletto a livello regionale. Dei 12 deputati e 6 senatori del Movimento

espressi dalla Calabria, infatti, non ce n’è stato uno che, al netto delle promesse di cambiamento prodigate durante la campagna elettorale, si sia espresso con serietà e competenza in merito alle questioni che riguardano la nostra sfortunata terra. Nel nostro comprensorio, a onor del vero, abbiamo visto un timido attivismo da parte del solo senatore Giuseppe Auddino in merito alla questione sanità, ma non ci basta più il “Dateci il tempo di studiare le carte per darvi risposte certe” (dopo 8 mesi di mandato!) per assicurarci che si sta lavorando con serietà (5 anni non sono l’eternità!). L’atteggiamento dei pentastellati calabresi, anzi, sembra talvolta ancora quello di un’opposizione che non si rende conto di essere al governo: non c’è un’interlocuzione né con i colleghi di Roma né tantomeno con le reali opposizioni, non si avverte un’attenzione tangibile nei confronti delle tante problematiche che riguardano i territori e, in taluni casi, anzi, si avanzano proposte che rischiano di far cadere una volta per tutte una Regione azzoppata già da tempo. Non si può non rimanere scioccati, ad esempio, dinanzi all’espressa intenzione del Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli di spostare l’autorità portuale di Reggio Calabria a Messina, una soluzione che toglierebbe importanti posti di lavoro al nostro territorio e che creerebbe difficoltà logistiche impressionanti (per dirne una) allo scalo di Gioia Tauro; e che dire dell’inquietante tentativo di stoppare i lavori di riammodernamento di diversi tratti della Strada Statale 106 per realizzare (con il tempo) un nuovo progetto al risparmio? I passi avanti auspicati nei primi 100 giorni di governo (ormai triplicati!) si sono trasformati in uno stallo a dir poco preoccupante, se non in inquietanti passi indietro. I comuni continuano a essere sciolti, gli investimenti per il lavoro non esistono, il reddito di cittadinanza non vedrà la luce in tempi brevi e le grandi opere continuano a non essere nell’agenda di governo… Una condizione che permette il proliferare del malaffare e la sopravvivenza di una classe politica meschina (la vicenda Tansi delle ultime settimane docet) e di situazioni di incertezza assurde, come quella relativa alla nomina di un nuovo commissario alla sanità al posto di Massimo Scura della quale poi, di fatto, non si sarebbe saputo più nulla. I parlamentari calabresi, nel frattempo, rimangono comodamente nell’ombra (vi sfidiamo a ricordare i loro nomi senza fare ricerche su internet), rispecchiando un atteggiamento politico che più di cambiamento, sa sempre più di un’incancrenita seconda Repubblica… Jacopo Giuca

L’ALTEZZOSITÀ CON LA QUALE LA SOTTOSEGRETARIA ALL'ECONOMIA LAURA CASTELLI HA BOLLATO CON UN “QUESTO LO DICE LEI” LA SPIEGAZIONE RELATIVA AL PERCHÉ L’ANDAMENTO DELLO SPREAD INFLUIREBBE SUI TASSI DI INTERESSE DELLE BANCHE DA PARTE DI CARLO PADOAN È LA DIMOSTRAZIONE LAMPANTE DELLA DIREZIONE INTRAPRESA DALLA POLITICA ITALIANA.


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SANT’AGATA DEL BIANCO

La Città Metropolitana dà il via libera alla riapertura della scuola per l’infanzia Con l’anno scolastico 2019/2020 riaprirà finalmente la Scuola per l’Infanzia di Sant’Agata del Bianco. La delibera da parte della Città Metropolitana è arrivata nella giornata di giovedì 29 novembre e chiude finalmente una vicenda che stava molto a cuore alla comunità aspromontana e per la quale l’Amministrazione guidata da Domenico Stranieri si è sempre battuta con grande deter-

minazione. Come affermato in un breve post di Facebook pubblicato sul profilo dello stesso primo cittadino, esultano per la notizia non solo i bambini e i genitori, ma anche Gioacchino Criaco, Giuseppe Aloe e i tanti altri che si erano battuti per la scuola quando si era paventata la possibilità che questa potesse chiudere una definitivamente.

Poste Italiane non abbandona i piccoli comuni Lunedì mattina è stata presentata a centinaia di primi cittadini provenienti da tutta Italia la Programmazione di Poste Italiane al fine di mantenere e potenziare i sevizi nei piccoli Comuni. La società per azioni, durante l’incontro, ha comunicato che in completa discontinuità con il precedente indirizzo aziendale, nel nuovo Piano Industriale intende mantenere il proprio impegno a non chiudere più gli Uffici Postali nei comuni

con meno di 5.000 abitanti sostengo consì la crescita e lo sviluppo dei territori, in accordo con enti e Pubbliche Amministrazioni locali. Nell’arco del prossimo anno, inoltre, il servizio Wi-Fi gratuito, presente in 283 piccoli centri, sarà esteso a tutti i 5.007 piccoli comuni attualmente non coperti. È stato inoltre siglato un accordo con la Cassa Depositi e Presiti affinché vengano gestite al meglio le “anticipazioni di cassa”.

Il più bel gol di Gattuso, quello contro Salvini

Dopo diverse intrusioni del Ministro dell'Interno in un campo che non lo compete, il tecnico del Milan con poche semplici parole gli fa abbassare la cresta.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Ha assistito al derby Inter-Milan e, dopo la partita, il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha criticato pesantemente il tecnico e lo stile di gioco dei rossoneri. "Il Milan - dichiarò allora il vicepremier - ha giocato alla Monti con la Fornero in porta. Si è giocato per limitare i danni, come per la manovra economica. È come se il governo del cambiamento avesse affrontato la sua legge di bilancio della vita impaurito di tutto e di tutti. Come va a finire? Ti massacrano! Giocatela per vincere...". Qualche settimana dopo, sotto un post che annunciava la vendita dei biglietti per la sfida della Juventus, Matteo Salvini è passato a punzecchiare Higuain e compagni augurandosi che almeno contro la "Vecchia signora" effettuassero un tiro in porta. Due giorni dopo ha dichiarato di vergognarsi del comportamento tenuto da Higuain: l'attaccante nel corso della stessa partita si è scagliato fronte a fronte con l'arbitro. In quel caso il ministro dell'Interno, ergendosi a giudice sportivo, disse che due giornate di squalifica non sarebbero bastate per un comportamento così indegno e vergognoso. Ma le intrusioni del vicepremier nel mondo del calcio non finiscono qui. La scorsa domenica, nel post-gara di Lazio-Milan così ha commentato il pari dei rossoneri, lanciando l'ennessima frecciatina al tecnico: “Fossi stato in Gattuso avrei fatto qualche cambio, i giocatori erano stanchi, non capisco per quale motivo non abbia cambiato qualcosa nel secondo tempo”. E va bene la prima, e lasciamo correre la seconda, e vada anche per la terza, ma alla quarta Ringhio sbotta. "Io non parlo di politica perché non capisco nulla - ha detto stropicciandosi gli occhi in conferenza stampa. - A Salvini dico di pensare alla politica perchè abbiamo problemi molto grandi in Italia e se ha il tempo di pensare al calcio, vuol dire che siamo messi male". Poi ha aggiunto: "Questo è un paese incredibile. La cosa che mi fa più ridere è che Salvini con tutti i problemi che ha si chiede perchè io non ho fatto i cambi!". Al che un giornalista ribatte: "Ma Salvini ha parlato da tifoso". Pronta e lucida la risposta di Gattuso: "Beh, allora io da italiano potrei dire qualsiasi cosa!". E dopo una breve pausa: "Ha iniziato a punzecchiare Higuain, poi ha commentato il derby... mo ha preso l'abitudine! Continuiamo così!". Un "continuiamo così" detto come lo direbbe una madre all'ennesima monelleria del proprio bambino. Continuiamo così che ti becchi una bella punizione. Continuiamo così che ti scordi di uscire il sabato sera. Continuiamo così che ti giochi la paghetta. Un linguaggio semplice, asciutto ma d'effetto. Un uomo d'azione, Rino Gattuso, che non sta lì a pensarsela. Spontaneo, diretto, irruento quanto basta, ruspante come Salvini finge di essere. Ringhio non si è fatto vittima di ciò che il piede offensivo di Salvini aveva previsto ma ha reagito con comprensibile e vincente azione difensiva. Il vicepremier non può che incassare il gol, il più bello di tutta la carriera del centrocampista di Corigliano Calabro. L'alterigia e la prosopopea di Salvini messa a nudo dalla scintilla di un'eccezione che lo costringe a strisciare in perfetto silenzio. Ringhio ha fatto irruzione nel limitato abbecedario del ministro dell'Interno e lo ha fatto sprofondare in se stesso con una spudoratezza che nessuno specchio, nessuna spietata analisi di coscienza possono suscitare con altrettanta lucidità. Salvini ha visto in Ringhio un se stesso che agisce senza previa consultazione con le proprie istanze superiori, senza troppi calcoli. Un se stesso vero, autentico che sa come battere l'avversario. Non gli resta, quindi, che farsi piccolo piccolo e tornare al suo posticino di tifoso. Chissà quando in politica qualcuno riuscirà a fargli abbassare la cresta così come con elegante trivialità è riuscito Ringhio.



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IL 23 NOVEMBRE SCORSO CONTE È SCESO IN CALABRIA PER L’ORMAI CLASSICO GRAN TOUR DI ‘NDRANGHETA. IL PRIMO ATTO PROGRAMMATICO DELL’AZIONE DI GOVERNO

NELLA NOSTRA REGIONE È STATA LA FIRMA SUL

“REGISTRO DELLA CITTADINANZA CONSAPEVOLE”. SON

PASSATI INESORABILMENTE GLI ANNI E CAMBIATI DI COLORE I GOVERNI MA LA “POLITICA” VERSO IL SUD, FATTA DI SEGNI RETORICI E PRIVI DI UN QUALSIASI EFFETTO CONCRETO, NON È CAMBIATA E NON CAMBIA. DOPO RENZI A SCALEA, SALVINI A SAN LUCA, LA BINDI A POLSI, CONTE LASCIA LA SUA FLEBILE PENNELLATA CHE DISEGNA SEMPRE LO STESSO QUADRO.

Loro firmano e la Calabria muore!

Fino ad oggi tutta la classe “dirigente” calabrese passata, presente e futura s’è inchinata dinanzi alla “Sacra Sindone” dell’antimafia, custodita gelosamente nella Prefettura di Reggio Calabria. Ma su seicentomila cittadini della “Città Metropolitana” avranno firmato un migliaio di persone. Il 99,9% non l’ha fatto perché non intende trasformare il dramma in barzelletta.

ILARIO AMMENDOLIA Calabria novembre 2018, le statistiche ci dicono che in un solo anno 26 mila giovani calabresi, soprattutto laureati e diplomati, hanno lasciato la Regione che in dieci anni ha perso 70 mila posti di lavoro. Il Presidente del Consiglio Coniglio Conte non ha responsabilità della situazione pregressa ma tutto fa presagire che la strategia del governo verso la Calabria non cambierà se non in peggio. E, infatti, il 23 novembre Conte “scende” in Calabria per l’ormai classico gran tour di ‘ndrangheta. Lo accompagna il presidente della Commissione parlamentare antimafia on. Nicola Morra. Tralascio le varie “stazioni” del suo viaggio soffermandomi sul fatto che il primo atto “programmatico” dell’azione di governo in Calabria sia stata la firma sul “registro della cittadinanza consapevole” come atto di adesione alla lotta contro la ‘ndrangheta . Loro firmano e la Calabria muore! Son passati inesorabilmente gli anni e cambiati di colore i governi ma la “politica” verso il Sud, fatta di segni retorici e privi di un qualsiasi effetto concreto, non è cambiata e non cambia. Renzi a Scalea, Salvini a San Luca, la Bindi a Polsi, sono pennellate che disegnano sempre lo stesso quadro. I “firmaioli” sono in maggioranza uomini delle Istituzioni: ministri, deputati, senatori, consiglieri regionali, sindaci, magistrati, burocrati di ogni ordine e grado. Tutta la classe “dirigente” calabrese passata, presente e futura s’è inchinata dinanzi alla “Sacra Sindone” dell’antimafia custodita gelosamente nella Prefettura di Reggio Calabria. Non sappiamo come li giudicherà la Storia! Quello che è certo è che nella stessa frazione di tempo in cui una “autorevole” firma viene apposta su quel registro, un ragazzo lascia la Calabria; per ogni “autorità” che si reca in prefettura a firmare, si perde un posto di lavoro. Oppure un paese frana, un malcapitato muore per mancanza di cure, un giovane perde la vita sulla 106, una scuola viene chiusa. Un’impresa viene taglieggiata, un usuraio strozza un disgraziato, un carico di droga si riversa sul mercato, un uomo viene ucciso dalla ‘ndrangheta. E loro firmano lasciando intatte le ragioni che hanno reso forte la ndrangheta e debole il

popolo calabrese. I sindaci della Locride si fanno ricevere in una caserma dei carabinieri. Niente da dire riguardo le caserme ma sarebbero i municipi i luoghi della sovranità popolare. Ma, per le “autorità, è meglio evitare “brutti incontri” dal momento che sui consigli comunali calabresi pende la spada di Damocle dello scioglimento e sugli amministratori calabresi quella dell’arresto. E allora si evitano i “presunti innocenti” al massimo si dà loro udienza come si faceva con i supplicanti nei secoli passati. La legalità ridotta a mera formalità! Una firma che non costa niente e non vale nulla, quindi perché firmano? Certamente una piccolissima minoranza pensa che quella firma sia di qualche utilità, altri lo fanno per banale conformismo, qualcuno perché è vicino o dentro la ndrangheta, i più perché non hanno fatto assolutamente nulla per questa Terra e allora pensano di “giobbarci” con la loro inutile firma. Su seicentomila cittadini della “Città Metropolitana” avranno firmato un migliaio di persone; eppure il restante 99, 9 % della popolazione non è composta da ndranghetisti, né appartiene alla “zona grigia” . Sono persone serie che la ndrangheta e il sottosviluppo li soffrono sulla loro pelle e che non intendono trasformare il dramma in barzelletta. La ndrangheta c’è, esiste ed è viva, anzi si rafforza ogni giorno ma, consapevolmente o meno, la classe “dirigente che pensa di legittimarsi grazie a una firma, dimostra che della ndrangheta ha bisogno, che la mantiene in vita, che vivono in simbiosi. Si legittimano a vicenda! L’una ha bisogno dell’altra e tutte e due hanno bisogno che nulla cambi. Ci sono antichi mali che ci divorano. Durante il fascismo venne emanata una disposizione che obbligava i professori universitari, gli alti burocrati, i magistrati a firmare un atto di adesione al fascismo. Firmarono quasi tutti e le conseguenze furono devastanti per l’Italia e per il popolo italiano.Oggi non c’è il fascismo ma tra le “classi dirigenti” resta il conformismo e la viltà!


IL PREMIER È “CONTE” E NOI SIAMO I SUDDITI!!

e t n o C l I o t a i l g a sb “N

ROSARIO VLADIMIR CONDARCURI

Fino ad oggi tutta la classe “dirigente” calabrese passata, presente e futura s’è inchinata dinanzi alla “Sacra Sindone” dell’antimafia, custodita gelosamente nella Prefettura di Reggio Calabria. Ma su seicentomila cittadini della “Città Metropolitana” avranno firmato un migliaio di persone. Il 99,9% non l’ha fatto perché non intende trasformare il dramma in barzelletta.

oi cittadini della Locride siamo sfortunati. Altrimenti non si spiega come mai capitino tutte a noi. Lo scorso 22 novembre esce la notizia che il giorno dopo sarebbe venuto Conte per effettuare una visita a sorpresa in Calabria. Se fossimo stati fortunati, avremmo avuto la visita di Paolo Conte, stimato cantante, che sicuramente avrebbe voluto visitare le bellezze archeologiche e la nostra storia musicale, e contribuito così a diffondere un’immagine positiva della Locride. Niente. Se avessimo avuto la visita di Antonio Conte, allenatore della nazionale di calcio, certamente avrebbe voluto visitare il nuovo campo sportivo di Locri e forse anche le bellezze del territorio, e anche in questo caso sarebbe stato un’ottima vetrina per la Locride. Niente. Ci è toccato Giuseppe Conte. Che come meta della sua visita ha voluto inserire solo luoghi di morte, simbolo di una terra rassegnata alla sconfitta da parte della ‘ndrangheta. Noi non volevamo questo tipo di visita, avremmo voluto dal Presidente del Consiglio uno stimolo a crescere, a superare, mai dimenticare, quei luoghi per iniziare un nuovo percorso. Avremmo voluto che il Presidente visitasse magari anche il parco archeologico di Locri, in modo che in tutta Italia per un giorno venisse ricordato il nostro glorioso passato, che molti di noi vogliono far diventare anche il futuro di questa terra. È stato mortificante che abbia scelto di visitare solo luoghi di morte e non luoghi di vita, sarebbe stato utile che chi guida il paese avvesse dato un segnale di speranza, non il messaggio che per noi anche la speranza sia morta. Caro Presidente, lei è stato sicuramente mal consigliato, molto approsimativo ci è semprato il suo programma. Due giorni prima non si sapeva niente, poi giovedì 22 arrivano le prime notizie, viene diffuso un comunicato che conferma la sua presenza e invita chi volesse seguire la sua venuta a registrarsi presso la prefettura. Presso la prefettura. C’è qualcosa che non sta funzionando. Per una serie di motivi veniamo rappresentati solo ed esclusivamente dalla prefettura, che sicuramente esercita al meglio il suo compito, ma è guidata da gente che non appartiene al territorio, non lo conosce, non ha il tempo di conoscerlo. La durata media di un prefetto a queste latitudini è di due anni, succede pure che magari un prefetto si innamori di questa terra, come è successo a De Sena, ma il più delle volte, come è giusto, questo non accade. La mancanza di democrazia in questo sistema di cose è palese, noi non possiamo votare il prefetto, nemmeno i responsabili delle forze dell’ordine, da poco nemmeno il sindaco della Città Metropolitana, ma questa è un'altra storia... Mi capita spesso di notare che quando vengono personalità in questa terra sfortunata, dal presidente della Repubblica allo stesso Conte, solo autorità da noi non votate hanno la possibilità di avvicinarle. Forse non ci crederete, ma succede un fatto strano nella Locride. Ho cercato informazioni sul cerimoniere dello Stato Italiano in caso di visita delle alte cariche. C’è una regola che stabilisce dove si devono sedere le autorità; ho letto con meraviglia che le prime file devono essere riservate agli eletti dal popolo, mentre le file a seguire sono destinate alle altre autorità e alle forze dell’ordine. Bene in molti incontri, succede il contrario, emblematica è la foto della visita del presidente della Repubblica Mattarella, in cui si vede in fondo una zona con le fasce tricolori. Perché succede questo? Ma è chiaro, questa è una zona ad alta densità mafiosa. Ma cosa vuol dire? Che tutta la popolazione è mafiosa? Ricordo di aver già scritto che siamo vittime due volte: la prima dell’or-

ganizzazione criminale, nel nostro caso la ‘ndrangheta, la seconda della criminalizzazione che non fa sconti a nessuno e ci costringe a subire i torti anche da parte di chi dovrebbe proteggerci, sostenerci e aiutarci. Mi si perdonerà se spingo oltre il mio ragionamento. Io vivo a Siderno, nel mio paese c’è stata una terribile e sanguinosa faida a cavallo del 1990. Poi una grande operazione di polizia ha portato in carcere molti dei protagonisti di queste vicende; verso il 2005, anno orribile per la Locride, molti di loro erano di nuovo in giro a ricreare una situazione di sconforto e di oppressione. Negli anni successivi ci sono state alcune operazioni, Crimine su tutte, che hanno riportato in carcere le solite famiglie. Negli anni a seguire si è vissuta una situazione di calma e di ripresa; la gente, dal mio punto di vista, ha iniziato a reagire anche laddove era difficile reagire: quando la banca non ti concede prestiti, c’è la ‘ndrangheta pronta a farlo e strozzarti. Ebbene, in quella fase i cittadini non hanno fatto ricorso né all’una, né all’altra, ma sono riemersi con sacrifici e fatica. Nello stesso periodo abbiamo rilevato che sono completamente scomparsi gli omicidi, nemmeno uno dal 2006 al 2016, solo uno negli ultimi due anni; insomma una serie di dati confortanti anche perché seguiti da arresti mirati che fanno riacquistare fiducia in una parte dello Stato. La situazione di Siderno è riscontrabile in quasi tutti i centri della Locride. A mio modesto parere, andrebbe considerata di più la parte sana e onesta della popolazione, non solo l’ “onorata” società che rappresenta il 5% della popolazione e non il 27% come sostiene qualche magistrato che vende antindrangheta. Quando si parla di fuga dei cervelli, secondo me viene dimenticato che la lotta alla mafia da queste parti viene affrontata con metodi militari: la gente resta in mezzo, a suo rischio e pericolo, e senza una vera stategia non ci può essere un futuro. Questo si chiede, nient’altro, una chiara strategia contro le criminalità, uno studio del fenomeno, un coinvolgimento delle persone oneste, una battaglia che poggi le sue basi sulla cultura, sullo sviluppo e sull’occupazione. Senza queste mosse non c’è futuro, la guerra è persa, la gente ha bisogno di sentire lo Stato vicino, di sentire che può iniziare un percorso per eleggere delle persone che potranno rappresentare questo territorio. Le menti miglori o scappano oppure lavorano fuori da contesti pericolosi; la pubblica amministrazione è un contesto pericoloso, la facilità di essere etichettato come il male è estrema, vedi il caso Meduri descritto la scorsa settimana. Per sconfiggere le bestie serve usare quello che le bestie non hanno: il cervello, l’unità di intenti e l’entusiasmo di un futuro migliore. Penso che oggi serva qualcosa di concreto, meno ridicolo di una firma in un registro che attesti la nostra non mafiosità, più serio, per scrivere una nuova pagina per la Locride che cresce.

In questi giorni ho avuto più tempo per riflettere e seguire meglio la politica nazionale ma credo che anche ai più distratti non sia sfuggito che l'Italia e peggio ancora il “Mezzogiorno” corrano il grave rischio di sprofondare definitivamente nel baratro. Se questa difficile condizione imporrebbe una guida nazionale che abbia la bussola precisa sulle prossime azioni di governo, ahimè quello che invece emerge è che siamo fermi alla propaganda ed a farla da padrona purtroppo è ancora la politica degli spot elettorali anziché le concrete azioni di governo. Mentre l’Unione Europea boccia la manovra, rigettando il documento programmatico di Bilancio del governo italiano per il 2019 cui si aggiunge una pesante reazione dei mercati finanziari, il Premier Conte, obbligato a correggere il “tiro”, si concede il lusso di arrivare con un giorno di ritardo in Europa a causa di una “indispensabile” passerella calabrese contro la ‘ndrangheta, dove niente di meno affronta di petto la suddetta piaga: apponendo la firma sul Rgistro per la Cittadinanza Consapevole Contro la ‘Ndrangheta, visitando l’ostello di Locri confiscato alla ‘Ndrangheta, visitando nel crotonese i terreni confiscati alla ‘Ndrangheta. Per carità, tutte tappe utilissime e significative …soprattutto la prima! Prendendo atto che nessuno dei problemi essenziali della Calabria sia mai riuscito a coinvolgere così tante personalità influenti a livello nazionale quanto ‘Ndrangheta, sono dispiaciuto solo del fatto che la reazione dello Stato, da più un ventennio, non abbia generato una soluzione a questo “male assoluto”. Passerelle, vetrine antimafia, falsi moralisti, personaggi in cerca d’autore ed eroi di carta pesta (per non dire della carta stampata!), sono quanto di meglio siamo riusciti a produrre come Paese in questi lunghi anni. Per queste ragioni sostengo che non si possa più illudere, con ripetute visite spettacolo, un territorio afflitto dalla carenza di strade sicure e veloci, per il quale lo Stato non garantisce neppure la manutenzione ordinaria delle vie di comunicazione fra i principali centri urbani, in un territorio vasto attanagliato dalla mancanza di lavoro e di base produttiva e dalla insufficienza di sistemi assistenziali socio-sanitari. La cosa più grave è che questa vicenda, ove ce ne fosse ancora bisogno, mette in rilievo come a queste latitudini i cittadini non esercitino alcun ruolo democratico e, offuscati da un po’ di fumo negli occhi, si fanno bastare la promessa di attenzione del Premier su un ospedale di provincia. …Premettendo che sono stato fra i primi a manifestare al fianco dei sindaci della Locride per chiedere maggiore efficienza e dignità per quel presidio ospedaliero, ritengo che non si possa rilanciare lo sviluppo sanitario senza le infrastrutture primarie, così come non si può rilanciare la sanità della Locride senza mettere a regime l’intera rete sanitaria metropolitana e regionale. Va da sé che l’inversione di questa tendenza, che nel tempo ci ha reso sempre più sudditi che cittadini, si potrà avviare solo quando la gente, gli amministratori e soprattutto i nostri rappresentanti nazionali raggiungeranno la piena consapevolezza sulla disparità di trattamento fra nord e sud d’Italia relativa alla spesa ed agli investimenti ordinari dello Stato. Una nuova e forte coscienza meridionalista dovrà animare la nostra morale, le nostre azioni e la nostra politica visto che i trasferimenti economici per affrontare la manutenzione ordinaria delle infrastrutture esistenti, così come l’attuale programmazione delle grandi opere da parte del governo centrale, stanno ancora una volta scandalosamente confermando l’unica Italia, quella settentrionale: - TAV Torino-Lione 8,6 MLD; - TERZO VALICO Genova-Milano 6,6 MLD; - TUNNEL del Brennero 5,9 MLD; - ALTA VELOCITA’ Brescia-Padova 7,7 MLD; - PEDEMONTANA Veneta 2,3 MLD Meditiamo, cittadini, elettori ed eletti! Pierpaolo Zavettieri


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l’intervista

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO Fulvia Caligiuri, titolare di un’azienda agricola, allevatrice di bovini e produttrice di latte, ha iniziato la sua avventura politica quest’anno dopo una telefonata dell’onorevole Jole Santelli, coordinatrice regionale della Calabria di Forza Italia. Conosciuta nel corso della sua attività di rappresentante sindacale, Jole Santelli le ha proposto di candidarsi con la sua lista, e così per Fulvia Caligiuri ha inizio una campagna elettorale avvincente e con un finale del tutto inaspettato. Oggi Fulvia Caligiuri avrebbe dovuto sedere a Palazzo Madama, eletta senatrice in Calabria al posto di Matteo Salvini. Qualcosa, però, è andato storto e solo adesso tutte le tessere sembrano ritornare al loro posto. Lo scorso 28 novembre, infatti, la giunta per le elezioni del Senato si è riunita e ha confermato i dubbi sollevati sin da subito da Fulvia Caligiuri e, successivamente, anche da Striscia la notizia: ci sono 2916 voti “ballerini” tra Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia e Salvini non risulterebbe eletto in Calabria. Il relatore della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, Senatore Alberto Balboni, spiega: «Gli uffici del Senato hanno fatto una verifica e sono stati rilevati madornali errori di trascrizione di dati. I voti di Forza Italia sono stati incolonnati su altri partiti. Attribuendo quei circa 3000 voti a chi spettavano, Forza Italia ha guadagnato un seggio e la Lega l’ha perso». Come si è accorta degli errori e dei conteggi falsati? Avevo in mio possesso le copie dei verbali di alcune sezioni di Cosenza. Confrontando i dati che man mano rilevava la corte d’appello, ho avuto modo di constatare prima della proclamazione, che non coincidevano con quelli riportati sui verbali. Ho inviato diverse PEC in Corte d’Appello per fare presente il problema ma dopo la proclamazione ho rilevato che i dati erano stati riportati comunque nel modo sbagliato. Ci sono vari tipi di anomalie; per lo più si tratta di inversioni di conteggio di voti tra Fratelli D’Italia e Forza Italia: su un verbale di una sezione è riportato, ad esempio, 100 voti a Forza Italia e 2 a Fratelli d’Italia ma il dato della stessa sezione in Corte d’Appello è l’esatto contrario. Dopo la proclamazione, notando che il secondo seggio era scattato per la Lega, ho chiesto i dati definitivi in Corte d’Appello e ho cominciato a spulciare in cerca delle sezioni in cui si registrava un forte divario tra Forza Italia e Fratelli d’Italia. Dopodiché ho chiesto le copie dei verbali ai comuni. Man mano che mi arrivavano le copie mi rendevo conto che il problema era assai diffuso: in più casi si era verificata un’inversione tra i conteggi. Ho riscontrato anche casi in cui la somma dei voti presi da una coalizione di centro destra, in corte d’appello è stata assegnata interamente alla Lega. Emblematico della totale mancanza di controllo è poi il caso di San Fili 2, del Comune di Cosenza, in cui come totale dei voti da me ottenuti all’uninominale veniva riportato un “- 59” come se si potessero dare voti negativi. Pensa che si sia trattato di un errore volontario? Questo non devo essere io a giudicarlo. C’è da dire che ancora oggi i voti si trascrivono manualmente, quindi quando ci si trova davanti un numero esoso di verbali si possono commettere degli errori. Ciò che, però, non riesco a mandare giù e che mi fa rabbia è che non ci sia stato alcun tipo di controllo, si proclama senza badare a niente; inoltre, questi errori erano stati portati a conoscenza della corte d’appello prima della proclamazione. Un caso analogo si è verificato alla Camera. Inizialmente era stato proclamato Orsomarso. La lista di Forza Italia ha presentato un esposto in procura dicendo che si erano registrate delle differenze tra i dati delle sezioni e quelli della Corte d’appello. La procura ha immediatamente ordinato alla Corte d’Appello di fermare le proclamazioni. È stato rifatto il conteggio, ci si è accorti dell’errore, e Maria Tripodi è stata proclamata dopo il ritiro dell’elezione di Fausto Orsomarso. Nel mio caso è andata diversamente perché al Senato la

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FULVIA MICHELA CALIGIURI FARÀ SALTARE IL SEGGIO CALABRESE DI MATTEO SALVINI. LA CANDIDATA AL SENATO PER FORZA ITALIA ERA RIMASTA FUORI DAL PARLAMENTO,

MA A SEGUITO DI ALCUNE VERIFICHE HA FATTO NOTARE CHE CI SONO STATI DEGLI ERRORI MADORNALI NELLA TRASCRIZIONE DEI VOTI. LA GIUNTA PER LE ELEZIONI DEL SENATO HA RITENUTO FONDATO IL SUO RICORSO.

proclamazione era già stata effettuata e, a dir loro, non si poteva fare più nulla, sebbene secondo me un’autotutela si dovrebbe concedere a chiunque e non capisco perché la giustizia non possa dire “ho sbagliato”. Prima di rivolgersi a Striscia ha presentato ricorso? Ovviamente! Sapevo di aver ragione sin dal 5 marzo, il ricorso l’ho presentato il 4 aprile dopo aver raccolto i dati necessari. La giunta per le elezioni si è insediata a luglio. Nei primi di settembre sono stati valutati i ricorsi presentati dalla Sicilia e dall’Emilia Romagna e poi di seguito gli altri. Volevo comunque sottolineare che non sono stata io a rivolgermi a Striscia la notizia ma sono stati loro a contattarmi. Però devo ammettere che dopo la diffusione del servizio di Striscia anche in giunta si sono dati una mossa. Il 27 novembre scorso il mio caso è stato inserito nell’ordine del giorno e si è già arrivati a una conclusione: il secondo seggio spetta a Forza Italia. Sarà, però, l’aula che è sovrana a dire l’ultima parola… Esatto, la giunta per le elezioni dovrà consegnare una relazione conclusiva all’assemblea, quindi al Senato, che potrà proclamarsi a favore o contro. C’è stato già un altro caso nel 2001: per il subentro di un parlamentare a un altro ci vollero 3 anni… Per questo sono amareggiata, io non so se questo governo durerà tre anni… Mi è stata data ragione ma devo aspettare 3 anni! Tutto per colpa di errori all’italiana che, se fossi il ministro dell’Interno, non permetterei. Salvini non sarà più senatore eletto in Calabria ma comunque non perderà il posto, e questo grazie alla legge elettorale approvata dal PD di Renzi… Esatto, la nuova legge elettorale consente se sei pluricandidato nel proporzionale di scegliere un massimo di 5 collegi: verrai eletto nel collegio in cui la tua lista ha preso meno voti. Matteo Salvini era, infatti, candidato al Senato anche nel Lazio, in Lombardia, in Liguria e in Sicilia; è stato eletto in Calabria perché qui ha ottenuto la percentuale di voti più bassa rispetto agli altri seggi. (Con la legge elettorale precedente, invece, spettava al candidato eletto in più seggi optare per l’uno o l’altro collegio di elezione. Una volta scelto, in caso di irregolarità, il senatore perdeva semplicemente lo scranno perché nel frattempo i seggi vacanti erano attribuiti definitivamente ad alcuni candidati dello stesso partito che lo seguivano progressivamente in lista - ndr). Quindi Salvini adesso risulterebbe senatore eletto nel Lazio? Sì, solo che nel frattempo nelle liste della Lega nel Lazio è stata eletta Cinzia Bonfrisco, che adesso dovrebbe lasciare lo scranno. Dovesse riuscire a entrare alla fine al Senato, ha già in mente qualche proposta per la Calabria? Io ho un’azienda agricola e mi occupo di agricoltura quindi il mio primo pensiero sarà il mio comparto. Cosa pensa della recente visita in Calabria del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte? Penso che le istituzioni debbano essere vicine soprattutto a quei territori che ne hanno più bisogno e la Calabria è uno di questi. È chiaro che non basta la sola presenza delle istituzioni per cambiare realtà difficili ma si tratta comunque di un segnale forte. Conte ha parlato di un “giro di ricognizione” ma generalmente la ricognizione viene effettuata per acquisire informazioni militari relative al nemico. Per dare avvio a una nuova era in Calabria basta solo combattere il nemico? No, assolutamente. Bisogna mirare ai problemi, creare una scaletta dal più grave al meno grave e cercare di risolverli uno alla volta, almeno al 50%.

La Calabria non ha eletto Matteo Salvini ma Fulvia Caligiuri

Peccato che il Presidente del Consiglio nel corso del suo tour, che a ragione ha definito “giro di ricognizione”, abbia individuato per la Calabria un unico problema: l’intramontabile e sempreverde ‘ndrangheta.



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al 7 dicembre al 7 gennaio roccella sarà la cornice di un grande “evento contenitore” che offrirà giorno per giorno, in aree distinte del paese, tante e variegate proposte pensate per far vivere al meglio, a cittadini e visitatori di tutte le fasce d’età, l’atmosfera tipica della festa più bella dell’anno.main sponsor.

todis vincenzo d’Agostino - Opero nel settore della grande distribuzione organizzata da ormai diversi anni e vanto la gestione di diversi punti vendita nella Locride. Oggi mi sto confrontando con la sfida di aprire a Bovalino il supermercato Todis, un marchio sconosciuto al territorio ma in grado, ne sono sicuro, di portare grandi benefici al settore. - Ho scelto di sponsorizzare l’evento proprio con questo marchio con la doppia finalità di renderlo familiare al grande pubblico e, ovviamente, promuovere un’iniziativa in grado di allietare il periodo natalizio e dare nuova linfa vitale all’economia locale.

edil merici mimmo lizzi - Da trentatré anni ci occupiamo di costruire case dalle fondamenta al tetto, fornendo materiali edili di ogni tipo. - Abbiamo deciso di sostenere il progetto innanzitutto per dimostrare la nostra presenza sul territorio, ma anche perché sostenere il sociale è il modo migliore di contribuire allo sviluppo della Locride. Ciò assume per noi un maggiore significato proprio in corrispondenza delle festività natalizie, una tradizione così ricca di valori da farci credere che sia il momento migliore per restituire ai nostri conterranei il sorriso, soprattutto in un periodo di difficoltà socio-economica come quello che stiamo vivendo.

nicitA mAurizio lAvorAzioni in Ferro e AcciAio - Da oltre quarant’anni realizziamo lavorazioni in ferro e ci occupiamo di carpenteria metallica. - Il nostro sostegno all’iniziativa deriva da quanto reputiamo positiva per il territorio la sua volontà di unire l’aspetto commerciale a quello sociale. L’organizzazione della manifestazione è, anzi, il modo migliore di dare una sveglia a un territorio rimasto troppo a lungo dormiente. Inoltre, la nostra presenza in qualità di sponsor ci garantisce una visibilità che non solo può tradursi in un vantaggio per l’azienda, ma dimostra il sostegno che vogliamo dare alla crescita del nostro comprensorio.

Per un mese inter un gigantesco vi A colloquio con cArmen ingrAti

questa nuova sfida conferma l’idea che nessun uomo è un’isola e che le migliori iniziative per la crescita del comprensorio possono realizzarsi solo con un lavoro corale

L’Assessorato al Turismo del Comune di Roccella Ionica, guidato dalla consigliera delegata Carmen Ingrati, fulcro delle innumerevoli sinergie strette con associazioni, comitati festa, cittadini e operatori turistici e commerciali, ha organizzato dal 7 dicembre 2018 al 7 gennaio 2019 la manifestazione “Natale al Castello più”, un grande “evento contenitore” che offrirà giorno per giorno, nell’arco di un mese e in aree distinte di Roccella, tante e variegate proposte pensate per far vivere al meglio, a cittadini e visitatori di tutte le fasce d’età, l’atmosfera tipica della festa più bella dell’anno. Abbiamo intervistato per voi la consigliera Carmen Ingrati. Sulla scia del successo dello scorso anno, la manifestazione “Natale al Castello” sarà riproposta ma con un segno “Più” davanti. Un’iniziativa che cresce, dunque... “Natale al Castello Più” è, in sostanza, un’iniziativa ricca di sfaccettature ed eventi, pensata per coinvolgere per un intero mese la cittadina rivierasca e anche altre parti del territorio regionale. La proposta, rappresenta l’ulte-


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di cosa si occupa la sua azienda. da quanto tempo opera sul territorio?

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quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a sostenere il progetto?

Bim Bum BAm sABrinA FemiA - Bim Bum Bam è un negozio di abbigliamento da 0 a 16 anni con proposte che vanno dal casual all'elegante. Siamo sul territorio da 5 anni. - Ho deciso di sostenere il progetto perchè ho reputato il programma interessante e soprattutto ho apprezzato lo spazio che l'iniziativa riserva ai bambini: diverse sono, infatti, le giornate giustamente dedicate al divertimento dei più piccoli, perchè in fondo chi meglio di loro riesce a godere con spensieratezza dello spirito del Natale!

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rocco lomBArdo - Da 40 anni la mia azienda realizza infissi in alluminio, in pvc, zanzariere, box doccia, ringhiere, tutto rigorosamente su misura. - Natale al Castello Più ha un programma molto variegato e ho subito compreso che si tratta di un'iniziativa di un certo livello alla quale non avrei potuto non essere presente con il mio marchio.

ro roccella sarà illaggio di natale riore frutto del lavoro di squadra che abbiamo saputo avviare a partire dalla scorsa estate con il progetto META Roccella, input di un’inversione di tendenza nella programmazione dell’offerta turistica della cittadina. Questa nuova sfida conferma l’idea che nessun uomo è un’isola e che le migliori iniziative per la crescita del comprensorio possono realizzarsi solo con un lavoro corale di istituzioni, cittadini giovani e meno giovani, associazioni, comitati festa, operatori turistici, commercianti e organizzazioni di categoria, nella consapevolezza che lavorare insieme significa vincere insieme” rispettando il principio di umanità che rappresentata lo spirito del Natale, aiutandoci l’un l’altro”. Oggi Roccella gode di due importanti progetti:“Meta Roccella” contenitore di tutta l’estate Roccellese e “Natale al Castello Più” contenitore di tutto il periodo natalizio. Che portata ci si augura avranno i due progetti per il settore turistico?

Già da subito i due progetti di sviluppo turistico hanno reso degli importanti risultati, tuttavia raccoglieranno degli straordinari frutti negli anni futuri. L’idea del Natale al Castello Più è riuscita a mettere insieme tante e diverse parti che hanno acconsentito a un modello nuovo e a un metodo migliore di lavorare, e questo dato è stato confermato dai tanti partners rappresentativi non solo di un’idea condivisa ma anche di un principio di corresponsabilità. Così come sono state numerose le istituzioni scolastiche che hanno colto l’invito di rendere protagonisti gli studenti attraverso laboratori esperenziali, utili ai progetti di alternanza scuola–lavoro. In tanti hanno scelto di sostenere la manifestazione dando prova di un forte spirito di aggregazione, utile a far crescere il territorio... Natale al Castello Più ha beneficiato, grazie a una campagna pubblicitaria a cura della Pigreco Comunication capitanata da Paola D’Orsa, di

sponsor e main sponsor che ringrazio per aver sostenuto e cofinanziato l’iniziativa. I comuni sempre più soffrono ristrettezze economiche e non possono farsi carico completamente dei costi di iniziative di tale portata. Tutto ciò ci ha fatto molto riflettere cercando di trovare una soluzione utile per tutti e la soluzione è stata adottata prima per Meta e poi per Natale al Castello Più, ottimizzando al massimo le uscite sulla base delle possibili e nuove entrate. L’Amministrazione Comunale ringrazia tutti i partner, i media partner, gli sponsor, i Main sponsor e tutti coloro i quali si sono prodigati per la realizzazione del progetto. “Pochi sono gli uomini squadra, perché solo pochi sono così grandi da pensare al bene comune prima che a se stessi.” Invito tutti a partecipare all’iniziativa Natale al Castello Più per scoprire la vera magia del Natale che stavate aspettando.

quAttroruote FrAncesco mArturAno - Dal 2009 mi occupo di riparazione auto su tutti i marchi, anche in garanzia. La mia è un'autofficina pluriservizi, autorizzata Eurorepar-psa, esclusivista Magneti Marelli e partner Arval con servizi di noleggio a lungo e breve termine. - Credo che l'iniziativa sia molto promettente e, partendo da questo presupposto, non nascondo di aver pensato che sia un'ottima occasione per ottenere visibilità grazie a una campagna pubblicitaria di qualità che poggia pure sul buon nome di Riviera.


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A Bianco le cose non vanno bene C’è una cittadina in provincia di Reggio Calabria dove l’Amministrazione Comunale crede che tutto gli sia concesso, continuando ad agire senza sentire il dovere di rendere edotta la cittadinanza sul proprio operato, senza avvertire la necessità di dar conto delle proprie azioni ai cittadini, come se si fosse al di sopra di tutto… anche delle fondamentali regole di uno stato democratico. Quella cittadina è Bianco. La nostra domanda è semplice: siamo fuori dal mondo o è tutto normale? Sol perché, per loro fortuna si ritrovano a governare senza un’opposizione consiliare. È da oltre tre anni ormai che noi dell’Osservatorio Civico segnaliamo e chiediamo al Sindaco e alla sua fedele Giunta spiegazioni sulle spese irresponsabili sostenute, sul perché si continuino ad affidare onerosi incarichi e consulenze (talvolta anche inutili) e a pagare incarichi professionali di ogni natura e specie. Chiediamo il perché delle dispendiose feste (principalmente quella patronale), a fronte di debiti milionari accumulatisi nell’ultimo triennio, per alcuni servizi essenziali quali il servizio idrico, l’energia elettrica, l’impianto fognario ecc... L’Osservatorio Civico è stato addirittura accusato dal Sindaco di essere pregiudizialmente ed eccessivamente critico. La realtà purtroppo sta cominciando a venir fuori, in quanto, come ogni persona responsabile e di buon senso, sapevamo benissimo che prima o poi i nodi sarebbero venuti al pettine. La più eclatante conseguenza di questo irresponsabile operato, per la prima volta a Bianco, è la sospensione “sine die” degli stipendi di tutti i dipendenti Comunali. È un obbligo morale mettere a conoscenza la cittadinanza di Bianco di quali siano i procedimenti e con quali impegni di spesa si è fatto tutto questo. Non è ammissibile che si preferisca mettere in crisi il bilancio comunale e scaricarlo sulle spalle della comunità. Purtroppo a questa nostra denuncia non è stata data ancora alcuna risposta, come in tutte le altre volte in cui abbiamo chiesto chiarimenti su scelte dell’Amministrazione molto discutibili se non proprio illegittime. Dato che manca un’opposizione consiliare abbiamo pensato che fosse importante e utile per i Bianchesi e anche per gli amministratori la presenza di una voce di critica corretta e costruttiva come l’Osservatorio. La risposta è stata, invece, il silenzio o le bugie o lo scaricabarile al quale ormai da tempo non ci crede più nessuno. In ogni caso, riprenderemo una per una le nostre segnalazioni e le nostre denunce in modo corretto e costruttivo, e questa volta in mancanza di risposte chiederemo l’accesso agli atti, che renderemo poi pubblici a tutta la popolazione. Sono ormai passati tre anni e mezzo dalle passate elezioni e manca solo uno e mezzo alle prossime, ma ancora non abbiamo visto una sola opera realizzata per iniziativa dell’Amministrazione comunale, perchè tutte quelle opere portate a termine sono semplicemente frutto di finanziamenti e progetti del passato. Invitiamo tutti i Cittadini di Bianco a darci da fare insieme, a non subire silenziosamente questa situazione veramente mortificante, non solo per la nostra reputazione e la nostra immagine, ma soprattutto per il nostro futuro. Intanto Bianco sembra abbandonato a se stesso. L’igiene pubblica, quasi sempre fiore all’occhiello del nostro paese, è in uno stato di semi abbandono con le strade esterne al centro storico sporche o abusivamente occupate e danneggiate, lungomare allietato senza interruzione da profumi fognari insopportabii, isola ecologica messa sotto sequestro. E non parliamo della scandalosa gestione degli extracomunitari alloggiati al cento COM. Bisogna però dire che non c’è solo menefreghismo, c’è anche molto impegno degli amministratori ma in altri campi. Nel dare senza sosta incarichi professionali di vario genere, soprattutto di natura legale, tanto che nel solo mese di ottobre, se non ci sbagliamo, ne sono stati dati ben otto. E non riusciamo a capire per quale motivo non è stato rinnovato l’ufficio legale, che in passato ha fatto risparmiare tanti soldi al Comune e dato grandi soddisfazioni professionali per i risultati nettamente positivi. Certo, facendo un bando, i vincitori non avrebbero dovuto ringraziare nessuno e sarebbero stati scelti in base a criteri ben definiti e corretti. E allora adesso capiamo perché non si è voluto l’ufficio legale, semplicemente per fare clientelismo. Noi denunciamo questo clientelismo, non solo in campo legale, ma anche una parentopoli come mai viste a Bianco. Noi invitiamo l’attuale Amministrazione a rispettare la dignità della Istituzione che rappresentano, a beneficio loro e di tutta la popolazione di Bianco e offriamo il nostro leale contributo per il bene del paese, anche con queste legittime critiche che volentieri avremmo evitato. L’Osservatorio Civico Bianchese

CALABRESE PER CASO

Ricognizioni e consapevolezza Credo che non ci sia un territorio in Italia o forse in Europa che dimostra di possedere un chiaro e innato istinto all’ottimismo pur mescolandolo, a necessità, spesso al vittimismo di maniera salvo accreditarsi qualora un’autorità ci viene a trovare. Siamo da sempre, ed è arduo smentire la storia di un popolo, molto distanti dal potere quando dovremmo essere espressione se non giudici attenti di questo e poi altrettanto vicini, quasi alla ricerca di una sorta di accreditamento, allorquando per timore o per opportune compiacenze ce lo troviamo di fronte nelle sue manifestazioni. Per dirla in breve, siamo portati alla critica dell’ordine costituito, alla De André, perché in fondo lo rifiutiamo quando possibile per poi celebrarlo quando non possiamo fare altro che ricercarne le grazie. Ora che il Presidente del Consiglio abbia estemporaneamente fatto capolino in Calabria e nella locride non è certo un fatto da seconda pagina e, in effetti, almeno per la stampa calabrese sembra non esserlo stato, un pò meno per quella nazionale. Tuttavia cerchiamo di guardare al senso delle cose e alle intenzioni. Non è certo stata l’ultima, e non lo sarà in futuro, visita di un’autorità politica, sia essa capo dell’esecutivo o di un presidente della Repubblica o di un qualsiasi segretario protempore di un partito. E, credo, per deduzio-

POLITICA

ne, che non sarà l’ultima volta che sentiremo parlare di attenzione per il Sud per una terra come la locride che presenta delle criticità, termine ormai politicamente così corretto da diventare quasi un mantra nei discorsi di circostanza. Ciò che però è sintomatico non è la visita in sé, ma il fatto che in questa apparizione si è cercato di dimostrare un’attenzione per una realtà complessa che non può essere semplificata in un rituale come ormai sono diventate le variopinte, per colore politico si intende, rappresentazioni delle intenzioni di riscatto. Così come è sintomatico che la ricognizione di una realtà politico amministrativa non corre solo sulle interpretazioni del momento ma sulla reale, concreta e profonda valutazione della qualità dei servizi e delle capacità amministrative. Soffermarsi sulle dichiarazioni politiche non basta e non giustifica una ricognizione. Ricognizione significa dare corso ad una volontà/necessità di conoscenza e di acquisizioni di informazioni rispetto ad una realtà che si cerca di comprendere, valutandone di persona le condizioni e i contenuti, che non si risolve né in strette di mano né, ovviamente, in summit in strutture istituzionali adeguate per le circostanze. Ricognizione significa, appunto assumere elementi di conoscenza diretta, discutere man mano che si effettua una visita confrontandosi con il cittadino e le sue ansie senza mediazioni, visitando un ospedale o

viaggiando su un treno locale. O entrando in una scuola e magari evitando che sia scelta e preparata per l’occasione, discutendo con i ragazzi sul loro futuro, sulle opportunità, sulle minime capacità di poter disporre di momenti di socializzazione o di impegno del proprio tempo sia nella formazione che nella possibilità di crescere in professionalità, o di poter disporre di un’adeguata scelta di attività culturali, sociali e sportive che ne favoriscono la crescita e la solidarietà. La ricognizione “raccontata” da altri non è di per sé che la celebrazione del solito lamento o la lista di una spesa che non ha termine. Un racconto che dissimula e molto bene, al di là dei buoni uffici, un’assente programmazione che sia il risultato di un’attenta e mirata scelta di obiettivi nei quali l’azione amministrativa dovrebbe riconoscersi e che, come sempre, è li!...in attesa dell’ennesimo Salvatore a cui si chiede piuttosto che presentare e, magari, di dimostrare. Una ricognizione sul dato di fatto diventa una sorta di vetrina, una delle tante se da questo ri-conoscere problemi ed incapacità note non si giunge ad una riorganizzazione degli assetti sociali, prim’ancora che economico-produttivi, di una parte d’Italia che di ricognizioni, in verità, ne ha avute tante, troppe. Giuseppe Romeo

“LARGO AI GIOVANI”, DICE ANTONIO TAJANI INCONTRANDO UN GRUPPO IN VISITA AL PARLAMENTO EUROPEO, SCORGIAMO NELLA FOTO ANCHE UNO CHE NON È ESATTAMENTE UN NEOFITA DELLA POLITICA, FRANCESCO TALLARICO EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE.

Forza Italia ci mancherà? In Forza Italia stanno con gli occhi aperti: può arrivare presto il momento nel quale Berlusconi si ritirerà per davvero (è più probabile, però, che lo faccia… se non glielo chiedono gli altri partiti). Può arrivare, perché non vuole sopra la testa uno naïf come Salvini, rimetterci altri soldi per il partito, inchiodare le sue aziende a nuovi conflitti politici… In un partito dove non esistono gerarchie sotto le ginocchia del Capo (sono state sempre provvisorie e virtuali, eccezion fatta per Verdini e per il primo Scajola), né Tajani, né la Carfagna, né altri riusciranno a tenere insieme i cocci, più probabile che ognuno tenti di “incollarsi” da qualche parte. Nelle regioni, Forza Italia avrà ancora un buon respiro, in coalizione nel centrodestra. In alcune ha vinto da poco, in altre lo farà prossimamente. Ma a livello nazionale, se una percentuale dei consensi di Forza Italia, come sempre abbiamo saputo, è legata al brand Berlusconi, sottraiamola dall'8%, com'è oggi FI nei sondaggi e si comprende bene che… Non che questo escluda una botta di … “onnipotenza” delle sue, che Berlusconi, insomma, riesca a “ingaggiare” un gruppo di “Responsabili” (i parlamentari per caso, quelli in uscita dal Partito Democratico, i centristi del gruppo Misto) qualora il Caroccio non riuscisse più a sopportare ancora la convivenza con il Movimento 5 Stelle. Ma sarebbe un altro sprazzo di una storia ormai conclusa. Rimane concreto il terreno dell'economia, specie delle

regioni del nord, e l'interlocuzione con i Governatori: nessuno ha l'ansia di sprecare i risultati e le occasioni. Né la Lega, né Berlusconi, né i capetti locali. Questi di Forza Italia delle regioni si daranno degli assetti senza dover aspettare le decisioni benedette in prima e in ultima analisi da Arcore. Niente fiduciari, nelle regioni, perciò, ma si dovranno accreditare dirigenti politici portatori di consensi. La selezione della classe dirigente sta avvenendo in maniera coerente con il segno di questo partito: Jole Santelli viene eletta in un collegio che non è quello suo, il cosentino, le candidature di Cannizzaro e Siclari nessuno le aveva pronosticate… Cambieranno gli scenari, ognuno dovrà guadagnarsi lo spazio. La stagione berlusconiana si era dedicata alle relazioni internazionali, al lavoro d'impresa e alle politiche liberiste, all'equilibrio dei poteri dello Stato. Si è imbattuta in Presidenti della Repubblica che hanno lavorato per delegittimare, anche in politica estera, in rivoluzioni fiscali mai realizzate (e non solo per colpa propria), in scontri con i Magistrati, che si potevano evitare, da un lato e dall'altro. Forza Italia ci mancherà, Berlusconi non ha mai insultato la Calabria, come ha fatto a lungo la Lega; tutt'al più, nei suoi anni di governo, l'ha considerata marginale. Ma lì dipendeva dai suoi deputati farsi sentire. Federico Lago


GIUDIZIARIA

L’investitura nelle cariche di ’ndrangheta

CONVERSANDO

Bibenda 2019, 5 Grappoli per i nostri vini! Il massimo riconoscimento per i nostri vini! La Guida Bibenda, prestigiosa rivista, considerata uno dei testi di riferimento per professionisti e appassionati del mondo del Vino e della Ristorazione, ha assegnato 5 Grappoli a tre vini calabresi: Cirò Rosso Classico Superiore Ripe del Falco Riserva 2010 – Ippolito 1845, Gravello 2016 – Librandi, Greco 2017 – Statti. I 5 Grappoli sono il massimo riconoscimento, riservato ai vini dell’eccellenza, che hanno ottenuto un punteggio tra 91 e 100/100. Bibenda 2019, curata dalla Fondazione Italiana Sommelier (Fis) di Franco Maria Ricci, giunge quest'anno alla sua ventunesima edizione. Nella prima edizione, datata 1999, c’erano 713 aziende, e 156 vini premiati con il massimo riconoscimento, nell’ultima edizione le cantine sono 2029, e i vini premiati 609 a raccontare “un contesto produttivo che ha visto crescere la qualità in maniera diffusa su tutto il territorio nazionale”, spiegano i curatori della guida. Ancora un importante riconoscimento per i nostri eccellenti vini. Tra gli eroi del rinascimento dell’enologia calabrese ci sono anche le nuove generazioni che hanno iniziato a lavorare nelle storiche aziende di famiglia trasferendo nuova forza vitale e tanti giovani vignaioli che con passione si stanno impegnando come non mai nella valorizzazione del territorio e dei vitigni autoctoni, producendo vini peculiari e territoriali. Il passato che riecheggia nell'oggi che si fa il domani. Sonia Cogliandro

FRUTTI DIMENTICATI

Pumu d’a vindigna di Gerace MALUS DOMESTICA (L.) BORKH FAMIGLIA ROSACEE

Le mele erano molto importanti nell’economia di una famiglia contadina fino agli inizi degli anni cinquanta del 900, quando iniziò una rivoluzione sconvolgente che uccise la civiltà contadina in un decennio. Nell’Italia meridionale ciò avvenne sull’onda di un’emigrazione massiccia e senza ritorno che s’indirizzò verso l’Australia, America del Nord (Stati Uniti e Canada) e verso l’America latina (Argentina, Brasile e Venezuela) e solo successivamente verso alcuni paesi europei e verso il triangolo industriale(Genova, Torino e Milano). Emigrarono o non ebbero più ruolo i quadri più importanti che l’avevano sorretta e strutturata: i fornaciai della calce, quelli addetti a fabbricare in campagna i mattoni, le tegole e le enormi giare per i liquidi e per i solidi, i falegnami, i fabbri, i muratori più esperti che erano anche i progettisti degli edifici da costruire, gli scalpellini, i fabbricanti di carri, i calzolai, i sarti più fini, i conciatori di pelle, localizzati a Canolo in provincia di Reggio, i fabbricanti di corde, i calderai, i vasai, i fabbricanti di cestoni per il grano ed i cereali in genere, i tintori, i costruttori e i manutentori dei mulini ad acqua.. In altri termini i nostri territori erano autonomi per buona parte del materiale e degli strumenti di cui avevano bisogno, in quanto erano i nostri artigiani a produrli. Basti pensare che i nostri fabbri erano capaci di fabbricare non solo tutti gli attrezzi per l’agricoltura, dalle zappe, alle falci fienaie, ma anche ciò che serviva per gli altri settori produttivi. Alla fine degli anni cinquanta, il modello della civiltà contadino era stato spazzato via e con esso i rituali millenari che si tramandavano dalla civiltà classica, contemporaneamente ai semi e alle varietà arboree. Il cambiamento fu traumatico, i centri collinari si svuotarono prima dei soli uomini, ma subito dopo delle donne e dei bambini e dei giovani in generale. Le case semivuote risuonavano solo dei pianti dei vecchi genitori che avevano visto partire per sempre la “propria carne” e il “proprio sangue”. Alcuni paesi furono in parte risparmiati dallo sfacelo totale e fra questi ci fu la nobile Gerace, che riuscì in parte a delimitare i danni che furono comunque notevoli sul piano delle risorse umane che vennero meno.

I BRIGANTI

Oh marziano, stammi lontano!

Essa aveva avuto da centinaia di anni un’agricoltura di prim’ordine in tutti i comparti: dall’ulivicoltura, alla viticoltura e alla cerealicoltura, ma non era stato trascurato il settore della frutticoltura . Infatti nei campi ovunque c’erano piante da frutto, inserite secondo la vocazione dei terreni, per cui c’erano abbondanza di peri, di meli, di fichi di vari tipi, di susini, di melograni, peschi, aranci, mandarini, limoni ed addirittura nelle aree a ridosso delle montagne ciliegi. Numerose erano le varietà di meli, da quelle tardo-primaverili, a quelle estive e non mancavano quelle invernali, che naturalmente producevano mele che resistevano per tutto l’inverno, fino a primavera avanzata, poste nei bassi su delle incannicciate, ma che venivano colte agli inizi dell’autunno generalmente ad ottobre. Quasi sempre però si preferiva prendere dalle piante le mele più grosse e lasciare quelle più piccole sugli alberi da cui sarebbero state colte man mano che ingrossavano. Anni addietro, andando alla ricerca di viti particolari a Bianco, nella vigna del defunto Francesco Mezzatesta, mi fu indicato una pianta di melo che era stata creata con un innesto prelevato a Siderno effettuato su un melo selvatico. Dovevo denominarla ed allora chiesi come si chiamasse ed allora seppi che nell’area di Siderno era denominata il Melo della Vendemmia di Gerace, in quanto tale tipo di melo veniva inserito come albero da frutta dentro i vigneti di Gerace, sicuramente assieme ad altri tipi di piante. Da Gerace sicuramente era stata diffusa a Siderno, dove veniva messa a dimora nelle vigne, mentre Francesco Mezzatesta l’aveva individuata proprio a Siderno nel campo di un suo amico ed aveva verificato che essa cresce bene, persino nei campi argillosi, dove stentano a crescere di solito i meli. Sicuramente tale varietà era ritenuta molto interessante e a ben osservarla essa produce dei frutti che resistono con un certo successo agli attacchi della mosca della frutta. Le mele prodotte, nella maggior parte sono armoniche, di pezzatura medio-piccola, schiacciate ai poli, però alcune risultano di forma diversa . Ai primi di ottobre, sono dotate di un rosa carico punteggiate e striate di bianco, mentre a maturazione risultano dolci, con una lievissima punta di aspro. Orlando Sculli

Il 30 novembre 1964 venne lanciata la quarta sonda diretta verso Marte, ma l’operazione russa fallì perché i dati non vennero recuperati. Ai giorni nostri ancora si tenta l’ennesima spedizione per cercare segni di vita lassù... come se quaggiù ci sentissimo così soli da aver bisogno di compagnia. Ma la scienza non si può arrestare (alcuni uomini invece sì, eh eh). Effettivamente sarebbe meglio trasferirsi altrove piuttosto che subire pseudo-democraticiregimi che ci fanno sentire molto soli. In tempi di guerra le bombe cadono sulla testa, ci si stringe e si cerca conforto gli uni con gli altri, un tozzo di pane si condivide. In tempi post bellici si fa a gara a chi ha di più, togliendo il pane di bocca a chi non se lo tiene stretto, si premia la furbizia cattiva. Alla fine ogni luogo ha le stesse modalità di funzionamento degli altri ma cambiano le proporzioni spaziali. Non c’è scampo, né qui né su Marte. Oh marziano, se mi senti, sta lontano dalle navicelle che portano bandierine attaccate sopra, che promettono pace ma portano guerra. Fuggi marziano, su Plutone dove fa freddo, e l’uomo soffre il freddo, quindi scappa, perché nelle mani umane faresti una brutta fine, specie perché viaggi senza passaporto e saresti considerato

Caratteristiche strutturali storicamente assodate, piramidali, di alcuni sodalizi di tipo mafioso non consentano di ipotizzare che taluno dei sodali possa acquisire il ruolo di dirigenza di una struttura locale per mera autoproclamazione o per conferimento a titolo di successione per esclusiva volontà di un singolo, senza apposita formale investitura ad opera della dirigenza di livello superiore e soprattutto, sotto l'aspetto sintomatico, senza che risulti che l'assunzione del ruolo si sia obiettivamente manifestata e abbia realizzato un effettivo risultato di assoggettamento interno. La disamina delle investiture è uno dei passaggi della sentenza della Corte di Cassazione nel processo “Il Crimine”. Secondo i giudici la regola (non solo di diritto, ma anche d'ordine logico e sistematico) è dunque che, indipendentemente da enunciazioni d'intenti, di generici riconoscimenti di ruoli decisivi e, a maggior ragione, di qualsivoglia forma di autopromozione e vanteria, è necessario che posizioni dirigenziali e ruoli apicali risultino in concreto esercitati, riconoscibili e riconosciuti nell'ambito del sodalizio oltre che, se espletati a livello locale, dalle strutture gerarchicamente sovraordinate (in termini, in motivazione Cass. Sez. 1, sent. n. 3137 del 19/12/2014 - dep. 22/01/2015 P.v. 262487). Il conferimento pertanto di un ruolo apicale da parte della struttura di 'ndrangheta sovraordinata (la Provincia o Crimine) - con poteri direttivi oltre che di raccordo, controllo, intervento nell'ambito di un sodalizio che vive di una trama di relazioni interne, minuziosamente congegnate, articolate entro un sistema ordinato di ruoli, a ciascuno dei quali corrisponde una collocazione nel complessivo organigramma del gruppo - assume valenza determinante; è espressione cioè dell'attribuzione di un potere, in precisi contesti spaziali, conferito in occasione di cerimonie improntate ad un rigido rispetto di formule e riti. Si tratta, oltre che di doti (corrispondenti a gradi od ordine gerarchici), di cariche (ossia specifiche funzioni da svolgere), spesso oggetto di contrasti interni, affidate ad alcuni membri distintisi per le proprie capacità delinquenziali: fra queste assumono rilevanza per importanza la carica di capo locale e capo società, con funzioni di vertice e di gestione delle rispettive cellule criminali. È ragionevole ritenere allora che tali cariche erano riconoscibili e riconosciute nell'ambito del sodalizio oltre che (soprattutto) dalle strutture gerarchicamente sovraordínate; che non vi sono elementi per ipotizzare che il ruolo di capo fosse solo un vuoto simulacro giacché le finalità del conferimento e lo spessore delle persone prescelte consentono di affermare il contrario; che sostenere l'esistenza di articolazioni territoriali della ‘ndrangheta e il ruolo di partecipe dell'affiliato a prescindere dalla commissione di reati - fine rende contraddittoria la negazione del ruolo di capo al soggetto investito del compito apicale ma non sorpreso nel compimento di specifici atti di governo. In definitiva, la funzione verticistica può considerarsi in concreto esercitata quando vi sia la dimostrazione non già di uno status ma di un effettivo esercizio di tale ruolo così come di un suo significativo riconoscimento esterno, anche solo per elementi sintomatici; una concretezza che per un verso è insita nell'incarico (di direzione dell'articolazione di ‘ndrangheta) e per altro si manifesta come potere di assumere determinazioni fondamentali per l'intero gruppo criminoso.

immigrato, e poi ti dovremmo campare noi, che già siamo troppi a non lavorare, e poi ti farebbero raccogliere i pomodori a 2 euro che è sempre cibo tolto a noi fieri lavoratori. Fattelo a casa tua il campo di pomodori, o Marziano, aiutati che Dio ti aiuta! Anche se noi qui siamo tutti valorosi cristiani, beh, tu chissà in quale Dio marziano credi! E poi saremmo costretti a capire la tua lingua stramba, i tuoi modi di fare stravaganti, che poi sicuramente cercheresti di inculcarci. Mentre noi invece siamo quello che siamo, e non vogliamo cambiare! Pacifici a casa nostra, ma finanziamo missioni di pace in cui muoiono prima i bambini; cattolici e praticanti tanto che manco sappiamo tutti e dieci i comandamenti, ma in chiesa ci andiamo sennò che brutta figura, poi tanto a fare del bene c’è sempre tempo. Siamo tutti laureati ma non comprendiamo le pagliacciate degli imbonitori politici che ci parlano attraverso programmi televisivi di livello infimo. Ancora crediamo che la politica sia una cosa seria, pensa come siamo messi. Caro marziano, fuggi lontano! Se ci sei, non battere colpo, ne riceveresti il doppio sulla tua testa. Brigantessa Serena Iannopollo


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Con la sua semplicità, con il suo rifiuto di essere una star, con il suo modo di vivere e condividere la sua vita con gli ultimi, Mimmo Lucano sta riunendo quelli che in questa fase sembravano ormai utopisti senza speranza, vecchi rimasugli di sogni svaniti, di ideologie senza futuro.

” o” Mimmo il “curd o contro i Lanzichenecchi! “

Per qualcuno il modello Riace non doveva continuare perché dimostrava che un mondo diverso, nel quale le relazioni tra le persone sono fondamentali contro le guerre, contro le discriminazioni razziali, per una convivenza tra persone di colore e religione diversi, è possibile.

In questo periodo, giocando sulle aspettative e sulla disperazione delle persone, molti politici sono riusciti a costruirsi un’immagine di uomini forti, decisi, incrollabili. Il numero è sempre in crescita, anche se le loro fortune spesso sono veloci e temporanee, diciamo meteore che non lasciano tracce del loro passaggio, se non le rovine, che gli altri pagano. Se ne trovano in tutti gli stati del mondo, sono comparsi poco alla volta anche in Europa, o meglio nell’occidente industrializzato personaggi su cui nessuno avrebbe scommesso un centesimo, in Olanda, Austria, Ungheria. Per molti aspetti l’Italia può essere capofila, se si pensa a Umberto Bossi che, già negli anni 80, ne diceva di cotte e di crude sul sud e su Roma ladrona, riuscendo a garantirsi una rendita di posizione, trasferita a figure minori del suo partito, di cui paghiamo ancora le conseguenze. Non mi soffermo su Beppe Grillo, che è riuscito a raccogliere la sfiducia e il disincanto che molti avevano riposto nei partiti che si richiamavano alla tradizione della sinistra, paurosamente naufragata alle ultime elezioni, malgrado anche in questo caso qualcuno avesse provato a costruire una narrazione alternativa al grillismo, utilizzando le stesse armi, con poche parole altisonanti: il nuovo contro il vecchio, giovani contro anziani, da rottamare, come fossero vecchie ciabatte non più utili. Per molti anni, dopo il dopoguerra, siamo stati colonizzati dall’immaginario made in USA, dalla nascita della TV, con i film per ragazzi, passando per il periodo d’oro del sogno berlusconiano del self-made man, con il corpo delle donne messe in “vetrina”, contenti di non avere da vivere, ma convinti che se qualcuno era riuscito a diventare ricco, anche noi avremmo potuto farcela. Allora lo stesso Berlusconi, dalla sua stratosferica ricchezza, accusava la sinistra di invidia sociale, quasi fosse una vergogna lottare contro le ingiustizie sociali, contro le differenze tra i diversi strati della popolazione, che continuano ancora ad aumentare, di anno in anno. Nel frattempo il nuovo media, la rete, ancora più pervasivo, sempre di più controllato da società USA (Google, Facebook), trasferiva nel web la convinzione che ormai tutti possiamo decidere con un click, che tutti siamo uguali di fronte al PC, basta partecipare con un like, condividere un messaggio, un video. La rete è diventata lo sfogatoio di chi dietro un PC si sente protetto, senza rischi, e diffonde le proprie idee (e

su questo niente da dire) ma più spesso frustrazioni di tutti i tipi. Non solo chi realmente è in difficoltà economica, senza lavoro, senza prospettive, ma lo fanno anche le cosiddette persone per bene, quelle che una volta si definivano la maggioranza silenziosa. Quest’ultima adesso è diventata la maggioranza urlante, arrabbiata, e ha trovato finalmente un leader che la rappresenta e che la stimola sulla stessa rete a mettere alla berlina chi è diverso o tende a opporsi al suo pensiero. Il peggior lascito di una crisi di valori, di relazioni collettive saltate, di mancanza di alternative credibili, di risposte non semplici da dare anche a chi ha giusti diritti da rivendicare. Il capitalismo e la globalizzazione hanno reso labili non solo i confini e i cicli di produzione, ma anche le relazioni umane, che non sono merce da acquistare o vendere. I rapporti tra le persone si costruiscono spesso con difficoltà, smussando le asperità e ascoltando anche il pensiero altrui, il loro vissuto, le loro storie, tradizioni, cercando anche di farsi ascoltare per una condivisione reciproca. Ormai si vive per comprare merce in modo pantagruelico, da buttare qualche anno dopo, per un nuovo scintillante gioiello della tecnologia. Al di là del mito secondo cui tutti abbiamo lo stesso potere dietro un clic, si nasconde la povertà culturale di chi non ragiona, non si ferma a riflettere, ma è solo pronto a sbraitare in modo violento contro il diverso, che sia migrante, sessualmente libero, di altra religione, che non la pensi come noi. Trovare il vero “nemico” è troppo difficile, chiede un ragionamento complesso per chi preferisce i “like”, meglio isolarsi che ragionare insieme e capire contro chi si debba realmente combattere. Eppure in questo mondo dominato dalle paure e dall’odio qualcuno riesce a distinguersi, a diventare un’icona di chi sa chi siano gli avversari da combattere e contro cui combattere e lottare per i propri diritti: lavoro, salute, istruzione, sanità, il sogno di un mondo aperto per tutti coloro che su questa terra ci vivono. Riesce a parlare diversamente, a lanciare un messaggio nuovo, a parlare degli ultimi, dei diseredati, di chi fugge dalla guerra e dalla miseria, di chi vuole un futuro migliore per sé, i propri figli e i migranti, ricreando un immaginario collettivo che si era perso negli ultimi anni. Con la sua semplicità, con il suo rifiuto di essere una star,

con il suo modo di vivere e condividere la sua vita con gli ultimi, sta riunendo quelli che in questa fase sembravano ormai utopisti senza speranza, vecchi rimasugli di sogni svaniti, di ideologie senza futuro, anche queste da seppellire nell’incessante avanzare del nuovo verbo dominante, tutti consumatori di merce e noi stessi merce da poter vendere sul mercato della pubblicità. Ci sono tante esperienze di accoglienza nella Locride, che coprono la zona da Riace a Benestare, e tutte funzionano, ma occorreva distruggere il modello assurto agli onori, quello che poi si è esteso in questa fascia. Più di uno è convinto che fino a quando Mimì, come lo chiamano i compagni/amici più stretti, non è stato indicato, dalla rivista Fortune, come uno dei leader più influenti del mondo, poteva essere trascurato, ma quando questo riconoscimento è arrivato non si poteva far finta di niente. Il modello Riace non doveva continuare perché dimostrava che un mondo diverso, nel quale le relazioni tra le persone sono fondamentali contro le guerre, contro le discriminazioni razziali, per una convivenza tra persone di colore e religione diversi, è possibile. Un piccolo borgo, della quasi dimenticata zona ionica, è ormai agli onori mondiali, e il suo sindaco, cittadino onorario di tante città del mondo, acclamato da folle, ha messo in discussione quello che sembrava essere un verbo indiscutibile: “noi” a difendere i nostri fortilizi dagli altri “invasori”. La Calabria è stata sempre un epicentro di accoglienza per tanti popoli che qui si sono stanziati per il suo clima e per la sua gente, ed è stata un posto di alta cultura con i suoi filosofi, aperta a tutti e pronta a mescolare le genti. Riace e la Locride continuano in quest’opera, contro chi vuole dividere e creare muri, qui si accoglie e si offre una casa, anche per ricostruire borghi abbandonati, a rischio di estinzione, un luogo per vecchi e senza speranza per i giovani. Da una parte abbiamo i Lanzichenecchi che arrivano per conquistare, creando miti inventati (Celti) e nemici inesistenti (migranti e le loro religioni), dall’altro un luogo di umanità, aperto e solidale per chi voglia condividere “un mondo senza confini, uomini liberi senza catene” (Mimmo Cavallaro: Europa che danza). Mimmo, Riace ti aspetta, e ci aspetta tutti, per riprendere il filo che tu hai iniziato a tessere: le persone non hanno scadenza. Francesco Martino



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I 70 anni dell’ YMCA vissuti con un unico motto: “Ut omnes unum sint”

L’Y.M.C.A. è un capitolo fondamentale della storia del nostro paese e allo scopo di far conoscere a tutti il suo percorso e di farlo ricordare a quelli che lo hanno vissuto, è stato scritto il libro “Palestra di vita”, che con aneddoti, pensieri e fotografie, ripercorre questi meravigliosi 70 anni

Il 22 novembre a Roccella Jonica si è tenuta una manifestazione semplice ma toccante presso il Liceo Scientifico Pietro Mazzone, nella ricorrenza della festa degli alberi. In verità La Giornata Nazionale degli Alberi, che si tiene ogni anno il 21 novembre, è stata istituzionalizzata con Legge n. 10 del 14 gennaio 2013, recante “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” (G.U. n. 27 del 1° febbraio 2013), ma già nel 1898, l’allora Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli istituì “La Festa degli Alberi”, con lo scopo di “infondere nei giovani il rispetto e l’amore per la natura e per la difesa degli alberi“. In questo contesto si è inserita la cerimonia organizzata da Legambiente, circolo di Roccella guidato dall’infaticabile Martina Raschillà in collaborazione con la Dirigente Scolastica prof.ssa Rosita Fiorenza, a coronamento del progetto di alternanza ScuolaLavoro realizzato per avvicinare gli allievi all’ambiente circostante. È stata, altresì, l’occasione per consegnare agli allievi e ai tutor esterni un riconoscimento per l’attività svolta e procedere alla piantumazione, nel giardino della scuola, di un albero di mandarino nostrano a cui sono stati appesi dei pensieri scritti dagli allievi. Inoltre, ad Arturo Rocca, presidente dell’Osservatorio Ambientale che ha svolto il tutoraggio per le piante e i sentieri, è stata consegnata una poesia composta da tre allieve Enza, Sarah e Sarah, dal titolo “Un Albero Magico”: Gocce di fresca rugiada/ Al sorgere del sole,/un soffio di vento sfiora/le delicatissime foglie./Il sole splendente illumina solo lui:/l’albero magico /che muove i suoi rami /al soffio del vento leggero./ Odi il cadere delle/ Sue foglie fragili, /i raggi solari lo accarezzano/delicatamente./ L’albero pieno di olive/ Si spegne per un lungo riposo.

Il 6 giugno 1844 dodici giovani cristianoevangelici guidati da George Williams, un sarto di Londra, fondarono il movimento chiamato Y.M.C.A. Erano preoccupati della mancanza di attività salutari per gli uomini che affluivano nelle città allo scopo di lavorare nelle fabbriche, dopo la Rivoluzione industriale. Le alternativi erano, spesso, le taverne, i bordelli o altre tentazioni del peccato. L’Y.M.C.A. sigla di Young Men’s Christian Association (Associazione cristiana dei giovani) ha come obiettivo, fin dalla sua nascita, di formare e supportare i giovani dal punto di vista fisico, intellettuale e morale, da qui nasce il simbolo del triangolo, volto a evidenziare queste tre finalità; mentre il suo motto è sempre stato: UT OMNES UNUM SINT (affinché tutti siano uno), perché aperta a chiunque senza alcuna distinzione di razza o religione. Da Londra si espanse in Australia nel 1850, a Montreal e nel Quebec il 25 novembre 1851 e il 29 dicembre 1851 arrivò negli Stati Uniti. Oggi le YMCA sono presenti in 122 paesi; tra i tanti meriti c’è anche quello di aver fatto conoscere e imparare sport come la pallacanestro, la pallavolo e i primi rudimentali tentativi di calcio a cinque. Nel 1948 ha solcato gli oceani e le terre emerse ubicandosi in una cittadina, in passato abitata dagli illustri greci, il cui nome potrebbe derivare dalla famiglia Siderones o dal greco Sideros, si tratta di Siderno bagnata dalle acque spumeggianti del Mar Ionio, per merito di un uomo dotato di grande carisma, Guido Graziani, vissuto e formatosi negli Stati Uniti. Egli cercava un luogo dove poter impiantare una sede YMCA e la trovò a Siderno, dopo aver cercato inutilmente altrove, per merito della sua gente e della classe politica illuminata dell’epoca. La sua costruzione ha avuto inizio con baracche prefabbricate, che vennero montate in una zona centrale della spiaggia, con la collaborazione volontaria di alcuni giovani. La sua presenza ha sicuramente distinto Siderno dagli altri comuni calabresi, perché ha regalato un senso di internazionalità al Paese. È stata una

palestra di vita per tanti sidernesi che hanno avuto la possibilità di imparare le regole dello sport, ma soprattutto di diventare uomini responsabili, altruisti, capaci di anteporre il pensiero all’istinto, così che molti di loro sono riusciti a realizzarsi, anche fuori dalla nostra Regione. Negli anni ’50, tanti ragazzi calzarono le prime scarpe di pallacanestro per costruire una squadra che col tempo diventò molto importante nel panorama sportivo, tanto da essere una delle prime società di basket a ottenere l’affiliazione alla Federazione italiana Pallacanestro. Sarà tra i primi organismi pronti a ospitare gruppi di giovani provenienti dall’estero, permettendo, in cambio, a quelli calabresi di fare la stessa esperienza. A raccogliere l’eredità di Graziani, ci fu Diego Tamburrini che di Graziani era allievo e continuò la sua stessa strada, dotato di una particolare sensibilità ed empatia con i giovani. Ha guidato, in maniera egregia, per più di 40 anni l’associazione tanto da diventare un esempio per le sedi YMCA europee e di quelle oltreoceano, riu-

scendo a far conoscere il nome di Siderno a livello internazionale. L’Y.M.C.A. è dunque un capitolo fondamentale della storia del nostro paese e allo scopo di far conoscere a tutti il suo percorso e di farlo ricordare a quelli che lo hanno vissuto, è stato scritto il libro “Palestra di vita”, che con aneddoti, pensieri e fotografie, ripercorre questi meravigliosi 70 anni. Il libro è stato presentato sabato, 24 novembre, presso la Sala Nettuno del Grand Hotel President di Siderno. L’evento è stato moderato da Rosario Vladimir Condarcuri, che dopo aver ricordato di come tutta la sua famiglia, non propriamente cattolica, ha da sempre avuto un ruolo determinante all’interno di questa associazione, ha passato la parola a Diego Tamburrini, punto di riferimento per molti, la persona a cui rivolgersi per chiedere aiuto o semplicemente un consiglio, che ha ringraziato tutti per la presenza; a seguire è intervenuto Antonio La Rosa ex dirigente scolastico, che come “Ragazzo dell’Y.M.C.A.”, ha relazionato sul libro, ricordando le varie esperienze vissute dalla

sua generazione. Sono intervenuti poi il Presidente attuale Vincenzo Lizzi, l’editore Domenico Garreffa, Domenico Romeo, Mimmo Mammì e Agostino Antico. Coloro che sono cresciuti dentro l’YMCA, leggendo il libro, hanno sentito una forte emozione, perché sono ritornati indietro nel tempo, ricordando un passato magari più spensierato. Tanti hanno scritto il loro ricordo speciale, come l’ingegnere Pietro Fuda, che ha ricordato di come da bambino, erano pochi i sidernesi a possedere un televisore in casa, così tutta Siderno si raccoglieva all’YMCA per seguire la Nazionale. Si respirava, al suo interno, una realtà diversa, rispetto a quella fuori, una realtà fatta di regole e di buoni sentimenti, per questo per molti la frase tipica era: “Vado all’YMCA”, dove c’era un senso di appartenenza tra tutti i componenti. La sua presenza ha aiutato anche a modernizzare la mentalità di allora. Negli anni ’50 e ’60 le giovani non avevano il permesso di uscire sole, ma solo se accompagnate da un adulto della famiglia, ma all’YMCA era possibile farlo senza una guardia del corpo e così le ragazze scoprono una forma di libertà sconosciuta. L’associazione oggi conta 500 soci, è guidata dal Presidente Vincenzo Lizzi; dell’esecutivo fanno parte: Carmela Condarcuri, Claudia Antico, Antonella Nocera, Claudio Reitano, Domenico Leonardo, Francesco Falletti, Giuseppe Galluzzo e Andrea Roberto. L’associazione continua a essere il fulcro del nostro territorio, non si può parlare di Siderno senza citare l’YMCA, un filo invisibile, ma indissolubile tiene legati tutti coloro che all’YMCA sono cresciuti. “Palestra di vita” è anche il racconto di un amore, amore di uomini verso la propria Terra, che lontani da pregiudizi o pensieri negativi si sono impegnati e continuano tutt’oggi a lavorare per realizzare un’associazione sempre più efficiente, così da rendere Siderno città all’avanguardia. Rosalba Topini

L’associazione “Le Muse” in trasferta a Sant’Ilario per parlare di “Impegno civile”

Festa dell’Albero 2018 al Liceo Mazzone di Roccella

Domenica 25 novembre, presso il Palazzo Speziali di Sant’Ilario, il Laboratorio delle Arti e delle Lettere “Le Muse” di Reggio Calabria, ha organizzato una conversazione del titolo “Impegno Civile”, che ha ribadito quanto sia importante illustrare le virtù che formano il vero cittadino e conquistano o mantengono il buon governo. «È nel dna de “Le Muse” – ha dichiarato il presidente dell’associazione Giuseppe Livoti - sin dalla fondazione dell’associazione quasi 20 anni fa, andare a ricercare luoghi inediti o siti deputati, volti alla conoscenza o riscoperta di aspetti poco conosciuti o utili per una narrazione della Calabria che amiamo. In questa ottica si è pensato di riflettere su coloro i quali quotidianamente prestano la loro attenzione al senso civico, alla società da ricostruire, agli ultimi, e lo fanno con i loro ruoli e la loro diversità». Al termine della cerimonia, preceduta da una visita dettagliata del paese della Locride da parte dei i soci dell’associazione, Ilario Ammendolia ha donato il bellissimo volto di Kore del maestro Alberto Trifoglio al presidente Livoti, ringraziandolo per aver scelto il nostro comprensorio per il primo evento fuori porta dell’anno sociale in corso.


SIDERNO SUPERIORE

I FESTEGGIAMENTI IN ONORE DEL PATRONO DELL’ANTICA SIDERNO, INIZIATI MARTEDÌ 27, PROSEGUIRANNO FINO A GIOVEDÌ 6 DICEMBRE CON UN RICCO PROGRAMMA RELIGIOSO E CIVILE.

Ritorna il tradizionale appuntamento con San Nicola Ritorna a Siderno Superiore l'annuale festività in onore di San Nicola di Bari, Patrono dell'antica Siderno, un tempo venerato con grande devozione e fervore dagli abitanti dell'amena collina sidernese, ricca di storia e di tradizioni secolari. Il programma dei Festeggiamenti Nicolaiani 2018, stilato dal Parroco di Siderno Superiore Don Giuseppe Alfano e dai membri del Comitato Feste insieme al Consiglio Pastorale Parrocchiale, prende il suo avvio il 27 novembre con il tradizionale Novenario di preghiera in onore del Santo Patrono, che condurrà i fedeli alla festa del 6 Dicembre prossimo. Nella storica Chiesa Arcipretale, dedicata da tempo immemorabile dai nostri padri al taumaturgo Vescovo di Myra, ogni giorno alle 17,00 viene cantato il "Rosario di San Nicola", alle ore 17,30 è prevista la celebrazione della S. Messa. Mercoledì 5 dicembre, vigilia della Festa, durante la consueta celebrazione Eucaristica vespertina, sarà benedetto il "Pane di San Nicola" e saranno affidati alla speciale protezione del Patrono tutti i Bambini presen-

ti. In serata (ore 21,00), in Piazza San Nicola, sarà presentato uno spettacolo di Musica popolare curato dal Gruppo "Dipende di te!" che vedrà esibirsi Zio Cosimo Lomonaco da Mammola, Martina Farcomeni e il M° Salvatore Gullace. Giovedì 6 Dicembre, Solennità di San Nicola, dopo la celebrazione della S. Messa (ore 17,30), si snoderà la processione con la Reliquia e l'antica Statua lignea del Santo Vescovo per le vie di Siderno Superiore, accompagnata dal Complesso Bandistico "Città di Siderno" e dai fedeli devoti. Alle ore 21,00 concluderà la giornata festiva lo spettacolo de "La Grande Orchestra all'Italiana", che presenterà musica italiana contemporanea, napoletana, classica e melodica fino al LatinoAmericano, Pizzica e Taranta, con la partecipazione di una Cover di Renato Zero. La Solennità di San Nicola, posta all'inizio dell'Avvento, in un clima di fervida attesa apre il cammino che conduce alla meditazione del Mistero della Nascita del Salvatore nelle festività natalizie ormai imminenti.

Corsa Campestre delle Polizie Municipali: nuova conferma per Bruzzese

Continua la cavalcata di Caulonia a “Mezzogiorno in famiglia” La squadra di Caulonia continua ha regalare emozioni grazie alla sua partecipazione al gioco televisivo di “Mezzogiorno in Famiglia”. La partecipazione del paese della Locride al noto programma mattutino della televisione di stato, oltre ad allietare il pubblico, sta permettendo al borgo di avere una visibilità nazionale forse senza precedenti, grazie alle telecamere della Rai che indugiano piacevolmente non solo sui virtuosismi dei concorrenti calabresi, ma anche sulle bellezze, le tradizioni e i prodotti tipici offerti dalla nostra terra. Un’occasione unica, resa possibile dall’impegno della consigliera Luana Franco e che, con il procedere delle settimane, potrebbe anche garantire al paese la conquista di un importante premio economico da sfruttare per l’efficientamento del paese.

Terminate le riprese, “Via dall’Aspromonte” entra in post-produzione

Con questo splendido selfie, Lele Nucera ha annunciato questa settimana la fine delle riprese del film “Via dall’Aspromonte”, la nuova fatica professionale del registra Mimmo Calopresti ispirata al libro omonimo di Pietro Criaco. Dopo i giorni di riprese che hanno impegnato decine di maestranze e comparse del nostro territorio, la Pellico entra adesso nella fase di post-produzione, in seguito alla quale potremo finalmente godere al cinema un nuovo film che ha la Calabria per protagonista.

IL POLIZIOTTO MUNICIPALE DI GROTTERIA CONQUISTA IL 6º POSTO ASSOLUTO NELLA CLASSIFICA NAZIONALE DIMOSTRANDO ANCORA UNA VOLTA GRANDE DEDIZIONE A UNO SPORT PRATICATO IN MODO AMATORIALE CHE GLI STA REGALANDO ENORMI SODDISFAZIONI. Il 21 ottobre scorso si è svolto a Bari, nel parco naturale della storica Villa Framarino, in località Lama Balice, il 47º Campionato Nazionale di Corsa Campestre delle Polizie Municipali d’Italia. La competizione ha visto al via un centinaio di concorrenti, provenienti da ogni parte della Penisola, che si sono dati battaglia su un percorso in terra battuta incorniciato da un incantevole scenario. La classifica generale ha visto prevalere il fortissimo atleta marchigiano Diego Frontini, della Polizia Locale di Osimo (AN), che ha battuto il napoletano Alessandro Di Maio e il veneziano Peloso. Al sesto posto assoluto, ancora una conferma per Isidoro Bruzzese, agente della Polizia Municipale di Grotteria, che ha percorso i 6 km del tracciato in 21’ e 14”, alla media di 3’ e 32” a chilometro, conseguendo l’ennesimo titolo nazionale di categoria, questa volta tra gli “Over 60”. Dopo una vita dedicata al calcio, prima da terzino e poi da allenatore, da circa 15 anni l’atleta locrideo ha abbracciato il podismo, mietendo numerosi successi nazionali, da Civitavecchia a Brescia, dal percorso olimpionico di Torino a Bologna, da Paestum a Firenze, da Trieste a Lecce, da Camerino all’Autodromo di Monza, dove ha sfiorato la qualificazione al Campionato delle Polizie Municipali di Dublino 2018, con il settimo posto assoluto (i primi sei classifica generale venivano selezionati per comporre la rappresentativa nazionale). Grazie a una notevole forma fisica, costantemente coltivata con un duro allenamento quotidiano che gli consente di competere alla pari con avversari molto più giovani di lui, Isidoro Bruzzese continua a tenere alto il nome della nostra terra nelle diverse località in cui gareggia. Qualità indispensabili per chi si avvicina a questo duro sport in età matura, come il senso tattico e una attenta gestione delle proprie risorse, insieme a una ferrea forza di volontà e alla capacità di esaltarsi in vista del traguardo, lo hanno portato, in questi anni, a disputare e concludere, con ottimi risultati, non solo la terribile “100 Chilometri del Passatore”, ma persino la regina di tutte le competizioni podistiche: la Maratona di New York. Solo una continua ricerca dei propri limiti spiega prestazioni di assoluto valore, che non potrebbero trovare giustificazione nel semplice mantenimento di una efficiente elasticità muscolare. La volontà di migliorarsi, ponendosi sempre nuovi obiettivi, da raggiungere con la necessaria umiltà, permette di vivere lo sport con gioia, superando stanchezza sacrifici. Ogni fatica svanisce, quindi, al confronto tra persone, culture e mondi diversi, che competono per superarsi, fortificando corpo e mente degli atleti sul formidabile palcoscenico offerto dalla pista. Dunque, complimenti ad Isidoro ed appuntamento alla prossima gara.



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Domenica 18 novembre si è svolto un evento esperienziale che ha coinvolto decine di turisti e residenti, che ha riconsegnato la bellezza dei luoghi a chi ha partecipato.

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Calabria Experience permette di riscoprire le bellezze di Sant’Agata

Domenica 18 novembre Sant’Agata del Bianco è stata protagonista di una giornata all'insegna dell'arte della gente del nostro comprensorio, a cominciare dall'arte di essere ospitali e di vivere la stessa sintonia mentale. Grazie all’impegno dell’associazione Calabria Experience, infatti, si è riuscito a costruire un evento di tutti, che ha permesso di riscoprire le tipicità e le bellezze di una finestra splendida di territorio alla quale hanno voluto partecipare cittadini, amministratori, musicisti, poeti e amici di altri paesi (nelle foto, Orlando Sculli che spiega le caratteristiche della flora locale a un pubblico interessato) che hanno per-

Quella domenica che Carbonella salvò Mimmo Lucano…

Trascorrere una bella domenica in montagna, questa era l’idea che ha avuto la scorsa settimana Antonio Ferreri, detto “Carbonella”, che infatti, insieme ad alcuni amici, si era organizzato per trascorrere la giornata feriale a Canolo Nuovo, facendo uno “schiticchio” tra amici. Tutto fila liscio, gli amici salgano a Canolo e arrivano nell’area pic nic quando scorgono in lontananza un auto in panne. Il cuore gentile di Carbonella lo convince a precipitarsi subito a vedere chi ha bisogno di aiuto quando, arrivato vicino all’auto ferma, con sorpresa si rende conto che la persona in difficoltà era Mimmo Lucano. L’onorevole, quindi, si è prodigato con i suoi amici per aiutare e risolvere il problema dell’auto. Dopo 20 minuti di manodopera, il guasto era stato riparato e l’auto era pronta per ripartire…

messo di vivere al meglio questa esperienza, accompagnando i “viaggiatori” con un sorriso autentico. Ecco le splendide parole con cui ha commentato la giornata il sindaco di Sant’Agata, Domenico Stranieri, sul proprio profilo Facebook: “Mi vien da pensare che, tra le giornate dure di tutti noi, prima o poi arrivano quei momenti che sono una specie di correzione della realtà e ci riconsegnano, magari in una piccola stradina che conosciamo da sempre, porzioni di vita che avevamo dimenticato e un modo nuovo di vedere il mondo”.

Calcio: La Roma under 16 asfalta il Pescara grazie a un giovane di Gioiosa Ionica La Partita Pescara - Roma under 16 svoltasi lo scorso 18 ottobre ha confermato il talento puro di un giovanissimo giocatore della Locride. Parliamo di Antonio Satriano, di Gioiosa Ionica che, entrato al 48’ per una Roma che intendeva gestire il vantaggio di un gol ottenuto nel primo tempo, ha invece capitalizzato ben due occasioni segnando due reti agli abruzzesi e, dopo aver preso una traversa, ha porto l’assist per il l’ultima rete dei giovani romanisti, che hanno portato così a casa uno straordinario 4 a 0.

Nuova 106 al buio nei pressi di Roccella: il sindaco Certomà può fare qualcosa? Chi percorre abitualmente la nuova Strada Statale 106, si sarà certamente reso conto che, da qualche giorno, l’impianto di illuminazione in prossimità della rotonda, all’uscita di Gioiosa Est, è completamente al buio. Considerato che il territorio è completamente scoperto di riferimenti, chiediamo al sindaco di Roccella Jonica di aprire un’interlocuzione con l’ANAS (o chiunque gestisca il percorso in questione) affinché venga risolto in tempi brevi questo grave problema, perché 4 chilometri della strada più pericolosa d’Italia completamente al buio costituiscono un problema gravissimo per tutti i viaggiatori della Locride.

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BRANCALEONE: CI LASCIA ALL’IMPROVVISO GENTILE SCARAMUZZINO È scomparso prematuramente questa settimana Gentile Scaramuzzino, ex vicesindaco di Brancaleone e dirigente della provincia di Reggio Calabria per molti anni. Tutti ricordano il suo sorriso solare e l’accoglienza che riservava a chi si recava presso le stanze del palazzo della Provincia presso il quale lavorava. La redazione di riviera si stringe attorno alla famiglie e esprime le sue più sincere condoglianze ai parenti.

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Ariete Settimana intensa e passionale in cui ritroverete nuovo slancio nel rapporto con la vostra dolce metà; le giornate centrali in particolare saranno very hot; weekend sereno con un po’ di stanchezza la domenica a causa dell’opprimente Luna in Capricorno.

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Nelle vesti del padrone di casa Giovanni Maiolo ospita a Riace un gruppo musicale molto famoso: trattasi dei Marlene Kuntz, venuti a visitare la variegata realtà etnica fornita dal paese dei Bronzi anche dopo le difficoltà dettate dalla triste vicenda Lucano.

Questione di “Gusto” Durante la rubrica del TG5 “Gusto”, condotta dal giornalista Gioacchino Bonsignore, ha fatto fare bella figura alla nostra Siderno Salvatore Scarfò, che ha presentato un gustoso abbinamento che speriamo abbia i sapori della nostra terra.

Vergine Il transito della Luna in Scorpione, congiunta prima a Venere e poi a Mercurio, vi renderà un po’ più audaci in amore; nel weekend tuttavia sperimenterete qualche tensione a causa della Luna in Sagittario ma domenica ritroverete la meritata pace mentale. Bilancia La Luna nel vostro segno lunedì vi spingerà a fare della sana auto analisi; durante le giornate centrali sarete messi alla prova in amore; nel weekend la Luna in Sagittario vi spronerà a sperimentare diverse attività insolite e molto divertenti.

One man cameraman Domenico Vincenzo Vinci, direttore di Caposud Television, ha inventato questo straordinario macchinario per riuscire a effettuare con un solo click video e foto. Ne ha sfoggiato le qualità tecniche durante la visita del premier Conte a Locri.

Goodbye my darling I dipendenti comunali di Siderno, alla presenza della segretaria Antonia Criaco, salutano la collega Carmela Zingale che rientra a Reggio Calabria dopo anni di onorato servizio presso la nostra splendida cittadina.

Gemelli Buono il lunedì grazie al transito della Luna in Bilancia, faticose le giornate centrali e un po’ di tensione nel weekend, quando la Luna in Sagittario, congiunta a Giove, creerà la tempesta perfetta dandovi la sensazione di non sapere più a chi dare retta. Cancro Settimana non male, in particolare nelle giornate centrali con la Luna in Scorpione congiunta a Venere e in trigono a Nettuno in Pesci vi farà sentire romantici e un po’ audaci; nel weekend fate attenzione a non innervosirvi per gli influssi della Luna. Leone Pesanti le giornate centrali, a causa del transito della Luna in Scorpione, congiunta a Venere, che porterà vento di tempesta nella vostra vita amorosa; migliorerà la situazione nel weekend grazie all’energia molto positiva della Luna in Sagittario.

Presentazioni al Cenacolo Nella serata di ieri, Daniela Ferraro ha presentato in anteprima presso lo storico Cenacolo Culturale “la Casina dei Nobili”, a Gioiosa Jonica, il suo ultimo libro dal titolo: “Per le strade e altro” edito da Aletti editore. In questa foto, con il padrone di Roccella B/N casa Nicodemo Vitetta. Dedichiamo questo splendido scatto a tutti gli appassionati di vecchie fotografie: un giovanissimo Antonio Zito, a sinistra, nella sede comunale della città di Milano, offre al sindaco Tognoli un artistico quadro del Castello di Roccella. Foto di Valerio Franco.

Sindaci postali Francesco Bruzzaniti, sindaco di Africo, l’avvocato Giulia Bongiorno e Walter Scerbo, sindaco di Palizzi, posano assieme a margine dell’evento he Poste Italiane ha dedicato ai sindaci dei piccoli comuni, durante il quale è stato presentato il nuovo piano commerciale della società.

Toro Settimana un po’ pesante, a causa degli influssi della Luna in Scorpione fino a giovedì che porteranno un po’ di tensione in particolare in amore; migliorerà la situazione nel weekend, specialmente domenica grazie al transito della Luna in Capricorno.

Preparatevi a scatenarvi Con questa splendida tenuta sportiva Dj Alfredo ci annuncia la preparazione di un imperdibile Dj set, che lo vedrà protagonista assieme a Carlo Kroosta a partire da gennaio 2019, dopo la mezzanotte, con la collaborazione di Antonio e Andrea.

Scorpione La Luna nel vostro segno fino a giovedì, congiunta a Venere e in trigono a Marte in Pesci, vi invoglierà ad alzare la posta in amore; nel weekend vi districherete fra mille impegni ma non vi peserà, grazie all’energia positiva della Luna in Sagittario. Sagittario Tranquillo e sereno l’inizio della settimana grazie agli influssi della diplomatica Luna in Bilancia; un po’ faticose le giornate centrali e, per gran parte del weekend, la Luna nel vostro segno vi spronerà a fare della sana e positiva auto critica. Capricorno Le giornate centrali della settimana saranno intense e passionali, grazie al trigono della Luna in Scorpione, congiunta a Venere, a Marte in Pesci; nel weekend, in particolare domenica, farete un po’ di auto analisi grazie al transito della Luna.

Goel d’attesa Vincenzo Linarello e Valeria Bellantoni posano assieme a tutto il gruppo del GOEL dinanzi all’Ostello della gioventù di Locri in attesa dell’arrivo del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, venuto la scorsa settimana per un sopralluogo in Calabria.

Acquario Buono il lunedì, grazie agli influssi della diplomatica Luna in Bilancia; difficili le giornate centrali, in particolare in amore, a causa della congiunzione dispettosa della Luna a Venere in Scorpione; weekend sereno, però, e davvero molto divertente. Pesci Settimana nel complesso splendida grazie al transito della Luna in Scorpione, congiunta a Venere e in trigono a Marte e a Nettuno nel vostro segno, che accenderà di passione la vostra vita amorosa; nel weekend potreste avvertire un po’ di stanchezza.




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