Riviera nº 50 del 09/12/2018

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Siderno, la comunità di Vennerello ha finalmente la sua chiesa Si terrà oggi, domenica 9 dicembre, alle 16:30, presso contrada Vennerello a Siderno una grande cerimonia solennizzata dalla presenza del Vescovo Monsignore Francesco Oliva per la Dedicazione della Chiesa e dell’altare del luogo sacro a "Maria, Madre della famiglia”. Nel corso della solenne celebrazione eucaristica Monsignor Oliva nel consacrare l’Altare collocherà le reliquie dei Santi martiri Sergio ed Erasmo, compatroni dell’Antica Siderno, prelevati dalla Chiesa di San Nicola di Bari di Siderno Superiore. Un momento storico per la comunità di Vennerello che dopo aver atteso più di 15 anni per la realizzazione della chiesa finalmente ne vedrà la luce.

Il GAL “Terre Locridee” partecipa alla costituzione della rete delle Biodiversità antica Il GAL “Terre Locridee” continua nella sua fase di crescita, lunedì 3 dicembre era l’unico GAL Calabrese a far parte della “Rete delle Biodiversità antica” costituita a Roma dal CREA Centro Politiche e Bio-economia, in un incontro presso lo stesso ente. In questo secondo incontro organizzato dal Crea è proseguita l’attività per la creazione di una “Rete delle Biodiversità antica” avviata nel primo incontro del 16 luglio. L’iniziativa è finalizzata a creare una rete tra i Gal Italiani impegnati in attività per la valorizzazione delle testimonianze botaniche antiche (3.500 a.C. e- 476 d.C.) e medievali (476 – 1492 d.C.) connesse con le evidenze storicoarcheologiche caratteristiche nei territori rurali di riferimento. Incontro importante per rafforzare, in funzione dello sviluppo del territorio, quel legame con la storia che molto ha da dare al territorio sia in termini di conoscenza e identità sia in termini turistici, produttivi e di sviluppoL’incontro voluto dalla responsabile Crea dell’area Leader Raffaella Di Napoli, per tentare di far partire dei progetti pilota che servano alla creazione di reti e gruppi tra Gal, sia tematici che geografici, una ricchezza se si considera che in Italia ci sono circa 200 Gal. La conoscenza delle esperienze e delle buone pratiche può solo far crescere la stessa rete dei Gal e lo sviluppo dei territori. Rafforzando la connotazione culturale e identitaria di ogni zona rurale. I lavori sono proseguiti con la relazione dell’archeologo Andrea Zifferero dell’Univesità di Siena che ha illustrato il progetto ArcheoVino realizzato a Scansano in Toscana. In questo progetto è evidente come le colture storiche del vino e del olio siano legate alle zone archeologiche degli Etruschi e dei Romani e di come la traccia di quegli insediamenti e la biodiversità antica sia rintracciabile oggi anche grazie ad uno studio combinato tra storia e botanica. Si è continuato con l’esperienza del Gal Sulcis Iglesiente, e con la relazione del direttore Nicoletta, che ha spiegato il progetto “Biodiversità & Archeofood”, Salvatore Tosi (IBAM-CNR) Giancarlo Fasciella e Massimo Mammano (CREA - Centro di ricerca Difesa e certificazione) che hanno presentato il progetto AgriCultura. Ha chiuso le relazioni Antonella Trisorio (CREA - Centro di ricerca Politica Bio-economia) che ha presentato il Progetto Anagrafe Nazionale per la biodiversità di interesse agricolo e alimentare. Dopo una piacevole pausa pranzo dove si è potuto stabilire un contatto più familiare tra i partecipanti, si è passati alla fase del working group coordinato da Manuela Scornaienghi. Il GAL “Terre Locridee” torna rafforzato da questa esperienza, sia per l’elevata qualità delle relazioni, sia per il potenziale che in questa materia possiede il nostro territorio. L’apertura di questa rete potrebbe favorire in futuro ricerche e studi sulle notevoli produzioni botaniche presenti in relazione con l’ampio patrimonio di beni culturali che la nostra storia ci ha lasciato.

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Dopo anni di lavoro intenso le visioni di Sisinio Zito si stanno trasformando in realtà. Finalmente la strada sembra quella giusta, possiamo sperare che l'alto livello dell’offerta turistica raggiunto da Roccella contagi tutta la Locride

HA VINTO RO JOVANOTTI

CC EL LA

Belle notizie dalla Locride. Sentire Lorenzo Jovanotti, che parla del suo nuovo super tour in una super conferenza stampa, annunciare le date e nominare Roccella Jonica e la nostra spiaggia tra i suoi 12 concerti è stata un’emozione forte e gratificante. Forse si sta lavorando bene, di solito quando si zappa i frutti prima o poi escono ed escono buoni. Possiamo dire senza possibilità di smentita che si è alzato il tiro, che finalmente la strada sembra quella giusta, possiamo sperare che inizi il contagio e che tutta la Locride inizi a guardare con lungimiranza a questo nuovo sistema di cose che porta il livello dell’offerta turistica del nostro territorio a un piano superiore, a livelli di zone turistiche serie. Scriviamo a

Sisinio Zito che le sue visioni si stanno trasformando in realtà. Ora godiamoci il momento e iniziamo a lavorare, cerchiamo di arrivare preparati a questo importante appuntamento, diamo la giusta dimensione all’evento e cerchiamo di porre le massime competenze al lavoro unitario. Detto questo, faccio un passo indietro, anche perché questo evento eccezionale non nasce per caso, cerchiamo di essere consapevoli del percorso che porta a questo risultato perché non diventi isolato ma sia uno scalino ulteriore per continuare lo stesso percorso. Il terreno è stato preparato da una politica ambientale che è iniziata 10 anni addietro, da una politica del bello che si è diffusa come in un'isola felice nella cittadina di Roccella, poi ha contribuito anche l’abitudine ad avere ospiti internazionali con il Festival Jazz. Infine si è sviluppato negli ultimi due anni un gruppo che pensa che tutto questo lavoro possa diventare occasione di sviluppo. Così parte la manifestazione di Natale 2017, poi Meta e ora il “Natale al Castello più”. Queste manifestazioni hanno fatto crescere un gruppo che riesce a coinvolgere molte persone che sentono la passione nel far brillare sempre di più la propria cittadina. In queste manifestazioni, io che seguo gli eventi della Locride degli ultimi 20 anni, ho visto una diversa visione, un diverso modo di fare, una forte strutturazione del gruppo che crea attorno all’evento una serie di servizi e iniziative, che trasformano l’evento in qualcosa di più complesso. Rosario Vladimir Condarcuri

Gli artisti uniti organizzano a Locri un concerto di beneficenza in favore dell’associazione Angela Serra Domenica 16 dicembre, nella splendida cornice del Locri on Ice, presso la Piazza Martiri di Locri, si svolgerà il Concerto di Beneficenza “Artisti Uniti per la ricerca”, il cui ricavato sarà interamente devoluto all’Associazione “Angela Serra per la Ricerca sul Cancro Sezione Locride”. Il concerto, la cui apertura del botteghino è prevista per le ore 19, vedrà la partecipazione degli artisti Mimmo Cavallaro, Mario Muscolo, Paolo Sofia, Gigi Talotta, Nino Tarzia, Manuela Cricelli, Peppe Platani, Maria Teresa D’Agostino, Carmelo Scarfò, Vincenzo Troppe, Vincenzo Oppedisano, Gabriele Albanese, Andrea Simonetta, Salvatore Gullace, Antonio Tallura ed Enzo De Liguoro, riuniti da Calabria Sona nella realizzazione del singolo “Ora c’è”, realizzato appositamente per l’evento e che è già possibile ascoltare su YouTube e acquistare su tutti i portali di musica digitale. Il concerto, che per la prima volta porterà nella Locride un grande progetto di beneficenza che vuole ricalcare la formula di successo sperimentata da progetti come USA for Africa o il Live Aid, permetterà all’Associazione Angela Serra di reinvestire la cifra raccolta in servizi o l’acquisto di macchinari per la ricerca nel nostro territorio e sarà presentato nell’ambito della conferenza stampa di presentazione del “Locri on Ice 2018”, che si svolgerà mercoledì 12 dicembre, alle ore 11, presso la Sala Consiglio del Comune di Locri, alla presenza del sindaco Giovanni Calabrese, dell’assessore alla Cultura Giuseppe Fontana, di Carmelo Scarfò, della presentatrice Maria Teresa D’Agostino e di due degli artisti che prenderanno parte al concerto del 16 dicembre.


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attualità

Egregia Direttrice, le cronache di questi giorni ci raccontano delle iniziative di protesta messe in atto dai lavoratori ex LSU e LPU della Calabria. Ho avuto la possibilità di seguire la loro vicenda da un osservatorio del tutto particolare e privilegiato, occupandomi da tempo di politiche del personale all’interno dell’Amministrazione Comunale di Roccella. Vorrei chiederle, quindi, ospitalità sul suo giornale per offrire, a tutti coloro che abbiano interesse a leggerlo, un piccolo contributo alla discussione in corso. Come è ormai a tutti noto, da oltre 20 anni circa, 4.500 lavoratori prestano la propria attività all’interno dei nostri comuni in una posizione del tutto particolare. Nel tempo, infatti, le loro mansioni sono mutate profondamente. Da tempo c’è un forte dibattito attorno alla natura delle loro prestazioni. Partite come attività di sostegno al reddito e di inserimento lavorativo, connotate dalla necessaria ausiliarietà rispetto alle attività proprie del Comune (la cui gestione era riservata al personale comunale), nel tempo le loro attività sono divenute vere e proprie prestazioni lavorative rese a favore del Comune. Alle origini i comuni si chiamavano enti utilizzatori e gli LSU e LPU non avevano alcuno dei diritti e dei doveri propri dei dipendenti comunali: nessuna ferie, nessun diritto ad assentarsi per malattia, nessun permesso per maternità, ecc. Poi si mise ordine a questo stato di cose approvando un disciplinare per l’utilizzo dei lavoratori che dettava norme minime di regolazione del rapporto. Quattro anni fa la svolta: i comuni divennero datori di lavoro e i lavoratori furono inquadrati come lavoratori a tempo determinato. Non si è trattato di un semplice cambio dei termini, ma di una rivoluzione fondata su una presa d’atto di una situazione di fatto. Dopo quasi 20 anni si prendeva atto del fatto che nel tempo il concetto di ausiliarietà delle attività rese dagli LSU ed LPU era stato superato. E non per volontà né dei lavoratori né delle amministrazioni locali, ma del governo centrale. I dipendenti comunali andavano in quiescenza per raggiunti limiti di età e il governo bloccava il turnover imponendo la continua riduzione delle spese del personale. Ma lo stesso governo centrale approvava norme che, applicando il canone della sussidiarietà, impongono ai comuni la cura di una serie sempre più numerosa ed articolata di interessi della popolazione amministrata. In sostanza nel tempo si è chiesto ai comuni calabresi di fare sempre di più ma sempre con meno personale. Tutto ciò ha prodotto una situazione di fatto che è sotto gli occhi di tutti. Gran parte dei processi che mappano le competenze dei comuni calabresi sono oggi gestiti, a volte in modo addirittura esclusivo, da personale ex LSU ed LPU. Dallo scuolabus alla assistenza agli anziani, dai servizi di igiene alla stessa erogazione di servizi di anagrafe o di ragioneria. Tutti questi processi di erogazione di servizi esistono in ragione della presenza di personale il cui contratto andrà in scadenza al 31 dicembre prossimo. Ecco perché la questione LSU LPU non può essere derubricata a mera questione sociale. È invece il paradigma di un modo di agire

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LA QUESTIONE LSU LPU È IL PARADIGMA DI UN MODO DI AGIRE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CHE NEL TEMPO HA AGGIRATO LO SCOGLIO DEL BLOCCO DEL TURNOVER DI PERSONALE CON STRUMENTI CHE NON CONSENTONO DI TRACCIARE UNA ROTTA CERTA E SICURA PER IL SUO SUPERAMENTO MA CHE, INVECE, HANNO GARANTITO SOLO UNA CONTINUA E FRAMMENTATA NAVIGAZIONE A VISTA. ORA, SU QUELLO SCOGLIO, SI RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE REALMENTE.

Questione Lsu-Lpu, c’è una sola via d’uscita della pubblica amministrazione che nel tempo ha aggirato lo scoglio del blocco del turnover di personale con strumenti che non consentono di tracciare una rotta certa e sicura per il suo superamento ma che, invece, hanno garantito solo una continua e frammentata navigazione a vista. Ora, su quello scoglio, si rischia di andare a sbattere realmente. Per decenni piuttosto che affermare ciò che lo stato di fatto ci poneva sotto gli occhi, e cioè che i comuni non riuscivano a erogare i servizi affidati in presenza dei i limiti assunzionali dettati di anno in anno, si è preferito mettere la testa sotto la sabbia, garantendo l’erogazione di quei servizi grazie al rinnovo continuo di forme precarie di lavoro. Oggi solo uno stolto non riesce a comprendere che, cadendo quelle forme precarie di lavoro, non cade solo la speranza dei lavoratori, ma la possibilità stessa per i cittadini di avere garantiti quei servizi. Gli uffici saranno aperti una volta a settimana, l’assistenza agli anziani interrotta, lo scuolabus si fermerà, così come i servizi di igiene. In qualche caso si potrà risolvere optando per l’appalto dei servizi all’esterno che sarà una scelta obbligata ancorché mal digerita dalle amministrazioni locali. In altri casi sarà impossibile. Ecco perché la questione LSU LPU interessa tutti noi, amministratori e cittadini calabresi. Quale la possibile via d’uscita? Una e una sola, crediamo. Quella di prendere atto della eccezionalità della situazione dando alla stessa risposte non ordinarie. Fino a quando ci si rabbatterà alla ricerca di appigli normativi inesistenti per navigare una altro poco a vista non si farà altro che ritardare lo schianto. O, se poi questo appiglio non si trova, ad accelerarlo. È impossibile che il governo risponda con

IL GOVERNO DEVE

ASSUMERE COME SPESA ANNUALE COSTANTE LA SOMMA DI 50 MILIONI (NON MILIARDI) DI EURO NECESSARIA A GARANTIRE, ASSIEME ALLE RISORSE REGIONALI, IL PAGAMENTO DELLA RETRIBUZIONE AGLI LSU LPU. 50 MILIONI SONO LO 0.5% DEI 10 MILIARDI MESSI IN CAMPO PER IL REDDITO DI CITTADINANZA. E MENTRE SAPPIAMO CHE 50 MILIONI STRUTTURANO UN RAPPORTO DI LAVORO PER 4.500 FAMIGLIE, ANCORA OGGI NON SAPPIAMO QUANTI PERCEPIRANNO IL REDDITO DI CITTADINANZA.

provvedimenti eccezionali a situazioni eccezionali? No. Lo ha fatto nel passato e lo farà in futuro. Va di moda ricordare gli interventi a sostegno del sistema bancario. Fa figo in questo periodo. Io invece voglio ricordare il caso delle multe delle quote latte. Ricordate gli allevatori furbetti del lombardo veneto che sforarono i limiti di produzione imposti dalla UE? Bene, costarono allo Stato 2,3 miliardi di Euro, pagati per solo 356 milioni dai produttori che avevano infranto le normative. Il resto è stato posto a carico del bilancio dello Stato. Li paghiamo cioè tutti noi. Fa meno figo ricordarlo oggi, forse perché gli allevatori non sono poteri forti. Ma è utile farlo perché la scelta di superare il dettato normativo che imponeva di riscuotere dagli allevatori quelle somme è stato fatto per la eccezionalità della questione ed esercitando il potere più forte che ha chi governa. Quello della volontà politica a prendere una decisione. Se posso permettermi un suggerimento, la cosa da fare è tecnicamente semplice. E le organizzazioni sindacali hanno centrato il problema proponendo anche una soluzione definitiva. Il Governo deve assumere come spesa annuale costante la somma di 50 milioni (non miliardi) di euro necessaria a garantire, assieme alle risorse regionali, il pagamento della retribuzione agli LSU LPU. Tali spese uscirebbero così dal conteggio dei limiti di spesa del personale alla quale deve soggiacere l’ente locale. Ciò consentirebbe agli stessi enti locali di procedere immediatamente alla assunzione delle figure professionali che risultano vacanti nel proprio disegno organizzativo e che possono essere assunte con chiamata diretta a legislazione vigente. Per le altre figure e solo per quelle si potrebbe dare la possibilità agli enti di assumerle al di fuori del proprio disegno funzionale, in

sovrannumero. Altrimenti, con i limiti assunzionali vigenti, ciò che potrà fare ogni comune, a partire da quello di Roccella, è di stabilizzare un numero ridotto di personale. La nostra amministrazione ha deciso di riservare circa l’80% posti in organico di categoria a e b al processo di stabilizzazione utilizzando allo scopo anche le capacità assunzionali della nostra società in house. Ma tutto ciò non risolverà certamente il problema di tutti i lavoratori interessati. E ho modo di ritenere che così sia in tutti i comuni, nella più felice delle ipotesi. Salvo alcune situazione in cui il numero di lavoratori interessati è molto basso. Ciò che, secondo il mio modesto avviso, non è opportuno fare, è chiedere troppe deroghe. E leggendo le proposte in campo mi pare che questo possa essere un punto debole. Chiediamo ciò che si può fare subito e con semplicità. Altrimenti ci toccherà l’ennesima navigazione a vista. O, visti i tempi, lo schianto. Lo so che si obietterà che non ci sono le risorse. Non ho l’autorevolezza di chi diceva che bisognava trovare 10 miliardi attribuendone con estrema eleganza la paternità all’organo genitale maschile. Osservo solo che 50 milioni sono lo 0.5% dei 10 Miliardi messi in campo per il reddito di cittadinanza. E mentre sappiamo che 50 milioni strutturano un rapporto di lavoro per 4.500 famiglie, ancora oggi non sappiamo quanti percepiranno il reddito di cittadinanza. Purtroppo è solo un problema di volontà politica. Credo che sia dovere di tutti noi, a iniziare da chi amministra, fare il massimo della pressione perché chi può e deve esercitarla quella volontà, lo faccia nella giusta direzione. Vittorio Zito Assessore al personale del Comune di Roccella Ionica

CALABRESE PER CASO

Vento del Nord, problemi (i soliti) del Sud Devo dire che non c’è settimana, al netto delle notizie di cronaca che ormai contraddistinguono da sempre la vita della nostra regione e della locride, in cui ci si trovi di fronte a meraviglie e stupori dovuti all’estrema fluidità dei sentimenti, politici soprattutto, al riproporsi di paure e timori che sono sempre lì, dietro l’uscio di una fragile sicurezza, di labili certezze. Una sicurezza esorcizzata ogni anno non dall’impegno a risolvere problemi occupazionali creando opportunità di inserimento o re-inserimento, ma guardando sempre e solo a quel governo, colori a parte, che - in un rapporto di amore, se serve, o di odio se non ci è utile - lo si invoca quando alla fine le risorse sembrano non sostenere vite e funzioni amministrative necessarie per il buon andamento di un comune o di altra pubblica istituzione. Insomma, per essere più concreti è singolare, per non usare altro eufemismo di maggior effetto ma messo da parte per tutelare le sensibilità altrui, come in pochi giorni si siano sovrappo-

ste la discesa dal Nord dei giovani leghisti e le proteste per la mancata copertura dei lavoratori Lsu-Lpu, ovvero socialmente prima e poi pubblicamente utili. E’ emblematico che il futuro di una terra dipenda da due prospettive diverse ed entrambe presentatesi in pochi giorni. Da una parte, il rigurgito neoidentitario di un Sud che trova nelle proposte della sua antica nemesi la soluzione ai suoi mali, ancorando la possibilità di rimodulare una visione politica del Mezzogiorno questa volta in chiave postleghista e postfederalista/autonomista al di là di qualunque ambizione di orgoglio neoborbonico di ritorno. Dall’altra, la giusta difesa di posti di lavoro necessari per il funzionamento delle attività amministrative dei comuni implorando, come nel passato, la disponibilità del governo nazionale affinchè sostenga possibilità occupazionali andando ben oltre la poco concreta volontà della regione ed anche di rinunciare ad altri impegni di spesa per favorire opportunità tali da dare dignità al lavoro in

senso lato, allargando magari il campo di impiego delle risorse inoccupate per chi nel lavoro ci crede. Ecco, allora, che fra questa ricerca di un credito con il forestiero vincente di turno - che propone soluzioni e indica modi e termini di un riscatto della locride come della Calabria oggi visto da Nord - e un Sud locrideo che si attorciglia su se stesso, non avendo e non riuscendo a produrre risorse che possano dare un senso alle azioni amministrative a sostegno dell’occupazione in senso lato, il quadro del paradosso politico si compone nuovamente al di là di ogni sorpresa. In fondo, probabilmente, dovremmo pensare che siamo quasi a Natale e che magari qualche renna abbia voluto attraversare gli Appennini in anticipo e, se fosse, passando per la capitale, per poi proseguire verso le prossimità del mare, sempre agitato, del nostro incredibile, e senza pace, stranissimo quotidiano. Giuseppe Romeo



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il caso www.larivieraonline.com

C’È UN’AZIENDA CHE OPERA TRA CANOLO E AGNANA DA PIÙ DI 50 ANNI, OGGI DA LAVORO A 30 DIPENDENTI DIRETTI E PORTA LAVORO AD ALTRE 30-40 PERSONE COME INDOTTO. È LA MERIDIONALI INTONACI CHE IN QUESTI GIORNI È STATA COSTRETTA A INVIARE UNA LETTERA DI LICENZIAMENTO A TUTTI I DIPENDENTI “A CAUSA DELL’INSOSTENIBILE SITUAZIONE CHE SI STA REGISTRANDO NELL’INDIFFERENZA GENERALE DELLE AUTORITÀ PREPOSTE”.

A Canolo vige la legge del signor No Tuteliamo i 30 posti di lavoro a Canolo perché equivalgono a circa 60 mila di Milano

ROSARIO VLADIMIR CONDARCURI Ho scritto settimana scorsa sulle possibili strategie per affrontare la lotta alla ‘ndrangheta in Calabria, e soprattutto nella Locride, ponendo una serie di idee, di strategie e di possibili soluzioni. Ho analizzato anche come il tipo di lotta che sta portando avanti lo Stato italiano non sta producendo nessun risultato, ma solo benefici a chi delinque. Constatavo amaramente che chi governa non ragiona sullo sviluppo di questa terra, non capisce che le uniche armi che servono in questa guerra sono l’occupazione e la cultura. Solo attuando una politica seria che coinvolga anche il territrio e i cittadini si può giungere a risultati nella lotta alla ‘ndrangheta, che, attenzione, non è l’unico problema di questo territorio e non può diventare un alibi per la mancanza di investimenti e di sviluppo. Premetto questo perchè chi deve prendere delle decisioni importanti nel territorio deve essere consapevole di queste condizioni, non può e non deve succedere che chi decide di rimanere e di combattere questa lotta, anche a costo di subire quello che si subisce dai nemici dello Stato, poi venga perseguitato anche dallo stesso Stato. C’è un’azienda che opera tra Canolo e Agnana da più di 50 anni, oggi da lavoro a 30 dipendenti diretti e porta lavoro ad altre 30-40 persone come indotto. Una Fiat per la zona, la Meridionali Intonaci, azienda di cui abbiamo scritto più volte perché fare l’imprenditore da queste parti e veramente eroico. Storico stabilimento che rappresenta una delle pochissime e solide risorse lavorative della Locride. Purtroppo nel corso della sua storia ha dovuto subire gravi soprusi: uno dei due fratelli titolari, Domenico Gullace, fu ucciso la mattina del 13 aprile del 2000 mentre usciva di casa a Marina di Gioiosa con un’autobomba, delitto che non ha mai visto nessuno condannato. Poi in anni recenti, a seguito di un’operazione di polizia è saltata fuori un’intercettazione in cui due persone, poi condannate, discutono, dopo essere state alla Kollmax, azienda degli stessi proprietari di Meridionali Intonaci, sulla possibilità di spaventare il titolare per prendersi l’a-

zienda. Bene, la magistratura decide di commissariare l’azienda, forse perché il titolare è calabrese e da vittima passa a carnefice per cui, anziché tutelarlo, lo cacciano dalla sua proprietà. Effetto immediato la perdita di commesse da parte di molti clienti stranieri che si spaventano della situazione che si è venuta a creare. Il titolare Nicola Gullace riesce nonostante tutto a far passare questi due anni senza grosse perdite e riprende l’azienda e la rimette in sesto in qualche anno. Questo un breve cenno al passato; oggi la Meridionali Intonaci è stata costretta a inviare una lettera di licenziamento a tutti i dipendenti “a causa dell’insostenibile situazione che si sta registrando nell’indifferenza generale delle autorità preposte”. L'azienda attende da quasi tre anni da parte dell’amministrazione comu-

nale il rinnovo dell'autorizzazione per estrarre il materiale dalla cava. La concessione di nove anni, che dura da oltre mezzo secolo, per lo sfruttamento della cava di Canolo da parte della Meridionale Intonaci è scaduta da tempo e da circa tre anni sono iniziate le difficoltà burocratiche per farla rinnovare. La richiesta di proroga, secondo quanto è stato comunicato, è stata effettuata addirittura nel 2015, 8 mesi prima della scadenza del contratto, prevista per luglio del 2016. Ma ad oggi, nonostante la voluminosa e dettagliata documentazione esibita da parte dei tecnici dell’azienda, nessuna risposta ufficiale è pervenuta né da parte della precedente amministrazione comunale né dei commissari prefettizi. Vista la situazione, l’azienda si è trovata a non poter

MERIDIONALI INTONACI A RISCHIO CHIUSURA, L’APPELLO DEL SINDACO DI AGNANA: “LOTTIAMO PER SALVARE LE NOSTRE PICCOLE REALTÀ ECONOMICHE”

“Ho appreso con profondo rammarico – dichiara la sindaca di Agnana, Caterina Furfaro – la notizia del rischio chiusura dell’azienda Meridionali Intonaci di Canolo. Alla stessa, infatti, non è stata riconosciuta la concessione cava estrattiva che da tre lunghi anni attende dagli organi competenti. Per tale motivo a circa 30 dipendenti è stata recapitata una lettera di preavviso di licenziamento. A loro e ai titolari dell’azienda va tutta la mia vicinanza e solidarietà”. “Vista la gravità della situazione e l’impatto sociale che la chiusura dell’ennesima realtà economica avrebbe sul nostro territorio – prosegue la sindaca Furfaro, – chiedo ai sindaci della Locride di prendere a cuore questa triste vicenda affinché vengano coinvolti tutti i livelli istituzionali e ci sia un interessamento trasversale, una presa in carico del problema da parte di tutti. Serve una soluzione urgente che dia una prospettiva ai lavoratori e alle loro famiglie. È necessario mantenere alta l’attenzione su questo stabilimento: se c’è una possibilità di scongiurarne la chiusura è solo lavorando in modo coeso. Lottiamo per mantenere in vita le nostre piccole realtà economiche”.

rispettare alcuni contratti per la fornitura di materiali e a dover far fronte al pagamento di penali. Purtroppo dopo le lentezze dell’amministrazione comunale, che comunque aveva accettato tutta la documentazione prodotta, è intervenuto lo scioglimento. La nuova commissione, guidata dal commissario Campini, ha deciso di non affrontare la questione; infatti, non ha mai risposto alle richieste dell’azienda, concedendo solo un quantitativo di 10 mila metri cubi estratti durante il periodo di concessione che ha permesso all’azienda di andare avanti per altri 8 mesi. La mancata risposta dei commissari di Canolo nega all’azienda di poter produrre eventuali ricorsi e allo stesso tempo sta costringendo la stessa azienda a chiudere in Calabria per spostarsi in altri lidi meno “complicati”. Dopo una settimana mi trovo davanti il solito problema. Mentre chi, come me, fa parte di quella società onesta che deve fare sacrifici per il futuro dei propri figli, ci si imbatte spesso in persone che devono prendere decisioni, ma non le prendono perché non sono figli di questa terra e non sentono la necessità che abbiamo noi di avere risposte certe. Ma succede, succede e succede sempre più spesso e io personalmente sto perdendo la pazienza, perché non ho mai sopportato la prepotenza, l’arroganza, la mancanza di coraggio e l’ipocrisia. Tutti questi elementi sono il male che si combina per determinare la tragedia della nostra terra. La prepotenza della mafia che riesce in una situazione di crescente degrado a svilire la Locride con pochi spicci e a dominare i processi economici. L’arroganza dello Stato che invia, senza neanche documentarsi, personaggi che non ti aprono neppure la porta del tuo comune, e governano spesso impedendo ogni possibilità di crescita e di sviluppo. La mancanza di coraggio mio, forse, e della gente che ha paura a ribellarsi a questo stato di cose. Infine, l’ipocrisia di chi governa che pensa che attraverso parate e slogan si può sconfiggere la mafia, che attraverso la militarizzazione del territorio si possano ottenere risultati, che attraverso la presenza di 5 minuti di personalità che utilizzano la loro venuta solo come uno spot si riesca a vincere la battaglia.


Siderno

Le ragioni che lo scorso 8 agosto hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale di Siderno potrebbero non valere nulla di fronte ad alcuni documenti a disposizione del Comune.

Il delitto imprefetto E

Dei documenti smonterebbero le ragioni dello scioglimento del Comune di Siderno sistono dei documenti a disposizione del comune di Siderno che smonterebbero le ragioni che lo scorso 8 agosto hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale. Gli stessi documenti sono stati portati a conoscenza della deputata di Forza Italia, Renata Polverini, che nella seduta del 28 novembre scorso ha presentato un'interrogazione parlamentare in proposito. Stando alla relazione del Prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari, il Sindaco di Siderno avrebbe mostrato interesse per la Italcostruzioni e nel mese di giugno 2015 avrebbe sollecitato alla Prefettura-UTG di Reggio Calabria il rilascio dell'informazione antimafia nei confronti della stessa ditta, risultata aggiudicataria dei lavori del Palazzetto dello Sport. Nel mese di luglio l'ente avrebbe affidato i lavori alla Italcostruzioni e nel mese di novembre la stessa Prefettura-UTG avrebbe emesso provvedimento interdittivo alla ditta. Il sindaco contesta in toto il ragionamento prefettizio. Fa osservare che la Italcostruzioni si era aggiudicata l'appalto durante la gestione commissariale, nel 2011. Nel momento in cui si è insediata l'Amministrazione da lui guidata (1 giugno 2015), ltalcostruzioni, con formale diffida al Sindaco e al dirigente dell'Ufficio tecnico, metteva in evidenza che erano trascorsi 1456 giorni dall'aggiudicazione definitiva e che non era stato stipulato il relativo contratto. Per tale motivo il Sindaco Fuda aveva chiesto, formalmente e ufficialmente, al Prefetto suggerimenti. La missiva da lui inviata, dunque, non era da configurarsi "quale fantomatico e risibile strumento di pressione", ma aveva la sola finalità di delineare, in una modalità di raccordo e collaborazione, il comportamento che il Sindaco avrebbe dovuto tenere viste le perplessità palesate dalla ditta. "Riassumendo - sottolinea il sindaco Pietro Fuda - i lavori non sono stati mai iniziati né tantomeno consegnati; a seguito di formale diffida il contratto con l'Impresa, stipulato sotto la vigilanza del Segretario comunale e del dirigente dell'Ufficio tecnico, è stato rescisso il 7 marzo 2016 mentre l'interdittiva della Prefettura è arrivata successivamente in data 12 dicembre 2016". La questione però non finisce qui. "L'interdittiva dalla Prefettura per "Italcostruzioni" prosegue Fuda - arriva al Comune il 12 dicembre 2016. L'1 dicembre 2016, cioè dodici giorni prima, la Prefettura di Reggio Calabria scrive al Comune di Siderno che nella gara esperita con i propri Uffici per la realizzazione di un impianto sportivo finanziato con il PON legalità (campo di calcio "Gianluca Congiusta"), i lavori erano stati aggiudicati alla ditta Italcostruzioni. Quindi, appare evidente che fino a quella data la Italcostruzioni era ancora nell'elenco delle ditte di fiducia della Prefettura (anche se il Prefetto – in sede di relazione di scioglimento del Comune di Siderno - sostiene che era già coinvolta nelle operazioni di Polizia)". A questa nota il Comune di Siderno risponde dicendo che allo stesso soggetto imprenditoriale il Comune aveva già rescisso due contratti (Palazzetto dello Sport e Piazza Martiri della Libertà), proprio perché interdetta. I lavori previsti nel PON legalità sono stati aggiudicati alla seconda impresa partecipante. Quanto alla seconda illegittimità, si legge nella Relazione di scioglimento del Comune di Siderno (pagg. 11 e 12): "Relativamente alla situazione economico-finanziaria e dei tributi, si è avuto modo di rilevare che l'ente non riesce con le proprie entrate a coprire le spese correnti facendo ricorso all'utilizzo di somme a specifica destinazione. Inoltre, la scarsa percentuale di riscossione dei tributi nonché i ritardi nell'emissione dei ruoli ordinari e coattivi non contribuisce al prescritto risanamento dell'Ente a seguito del dissesto finanziario." In data 8 agosto 2018, giorno dello scioglimento, nelle Casse del Comune c'era una liquidità di € 2.001.224,68 disponibili e 1.553.023,47 € di Fondi vincolati. Questa disponibilità di liquidità dimostra come non ci fosse alcuna necessità di fare ricorso all'utilizzo di somme a destinazione vincolata. Si evidenzia, ancora, che quando l'Amministrazione guidata dal Sindaco Fuda si è insediata, le somme disponibili erano pari a € 286.634,83; alla data dello scioglimento (08.10.2018), pur in presenza di circa 44 milioni di Euro di opere pubbliche realizzate - rispetto alla gestione delle quali la Commissione di accesso “non ha trovato nemmeno un pelo", non muovendo, né potendo muovere alcun rilievo - la disponibilità dell'Ente era pari ad Euro 2.001.224,68, pur avendo dovuto reperire le somme da trasferire all'OSL per uscire dal dissesto. Alla luce di quanto evidenziato, la deputata Renata Polverini nella sua interrogazione ha chiesto "quali iniziative intenda adottare il Governo, per quanto di competenza, nei confronti della commissione di accesso nei confronti del prefetto di Reggio Calabria che ha sottoscritto una relazione ai fini dello scioglimento del consiglio comunale di Siderno basata su irregolarità e su fatti che appaiono privi di fondamento". In merito allo scioglimento del consiglio comunale di Siderno, sempre nel corso della seduta del 28 novembre scorso, è stata presentata, inoltre, un'interpellanza al Ministro dell'Interno dal parlamentare Nicola Stumpo (LeU). MGC

La deputata di Forza Italia, Renata Polverini, nella seduta del 28 novembre scorso ha presentato un'interrogazione parlamentare in merito allo scioglimento del consiglio comunale. Un'interpellanza al Ministro dell'Interno è stata presentata anche dal parlamentare Nicola Stumpo (LeU)

Molti in Calabria e non solo in Calabria pensano che per fare politica bisogna ingraziarsi i poteri forti, magistratura e prefettura in primis, così si vedono intitolazioni di stadi a uomini delle forze dell’ordine, premi alla carriera a prefetti e altre forme di sottomissione.

I 4 paladini della Legalità e la caduta di Pietro Sgarlato i sono notizie che più di altre richiamano l’attenzione di un lettore medio, su queste notizie si concentra molto del nostro lavoro. Spiegare a chi legge un fatto è in fondo il nostro mestiere, creare curiosità e interesse dovrebbe essere insito nella notizia stessa. Così mi piace alle volte spogliare le notizie per cercare di capire dove si trova l’interesse del lettore. Alla fine di novembre leggo un comunicato stampa che stranamente viene pubblicato solo su alcuni siti online (noi non l’abbiamo ricevuto), in cui scrivono i 4 deputati calabresi di Forza Italia, in ordine Francesco Cannizzaro, Jole Santelli, Roberto Occhiuto e Maria Tripodi. Cosa scrivono? Riporto il testo quasi integralmente per cercare di capire insieme a voi cosa avranno voluto comunicare. “L’atto di sindacato ispettivo sullo scioglimento del comune di Siderno, in provincia di Reggio Calabria, è una legittima iniziativa parlamentare della collega Renata Polverini, ma non rappresenta una presa di posizione del gruppo Forza Italia Camera in merito alla vicenda dell’amministrazione della cittadina calabrese”. Questa la prima parte del comunicato, su cui mi soffermo. Allora, è una legittima iniziativa parlamentare… ma non rappresenta una presa di posizione del gruppo Forza Italia. In questa frase gli scriventi volevano dire forse che l’iniziativa della Polverini non andava presentata da Forza Italia perché loro, che rappresentano Forza Italia, non sono stati informati. Non si capisce bene il senso, ma pare che ve ne sia uno scritto e uno da intendere. Quello scritto dice che sfiduciano la Polverini perché solo loro si possono occupare delle cose calabresi, quello da intendere potrebbe dire che la stessa parlamentare ha fatto un’interrogazione su una questione che loro non volevano fosse sollevata dal partito di Berlusconi. Continuando, poi, confermano il sostegno al consigliere Pietro Sgarlato. Qui il mistero si fa più fitto. Il sostegno si usa dare di solito a persone che hanno subito un torto, o meglio, secondo la Treccani, il sostegno è un elemento o struttura che serve a sostenere, a sorreggere, quindi forse Sgarlato è caduto e non ce ne siamo accorti? Alla fine, dopo aver cercato di trovare una spiegazione, senza però trovarla, penso che quello che volevano scrivere i nostri eroici deputati sia: “La Polverini poteva fare l’interrogazione in merito allo scioglimento del comune di Siderno, visti anche i gravi errori del Prefetto riportati nella stessa, ma noi la sfiduciamo perché non ci ha comunicato la sua iniziativa, che noi stessi non abbiamo potuto comunicare a nostra volta a Pietro Sgarlato che quando ha appreso la notizia è caduto dallo spavento, e noi per sostenerlo, o farlo rialzare, oppure fargli passare l’incazzatura dobbiamo scrivere questa cretinata perché così alle prossime elezioni farà campagna elettorale per i nostri candidati”. Così sarebbe stata una nota stampa più chiara, anche perché conosco bene le dinamiche della politica del territorio, e non posso pensare che volessero studiare la questione nel merito, visto il curriculum degli scriventi. Lo stesso Sgarlato, del resto, è al suo secondo mandato di consigliere comunale, per cui anche al suo secondo scioglimento per infiltrazio-

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ne mafiosa. La mente del comunicato è probabilmente Francesco Cannizzaro che è stato già coinvolto in alcune inchieste anche per la vicinanza a Antonio Caridi già consigliere regionale, e senatore che non ha potuto concludere il suo mandato perché arrestato nell’operazione “Mamma Santissima”. Non mi interessa il curriculum del deputato forzista, sono garantista, ma il pensiero che questo coinvolgimento possa aver determinato una certa paura nella sua testa, un sentimento di soggezione che lo ha portato a inginocchiarsi a quei poteri che possono determinare la sua carriera politica. Avrà avuto paura di studiare la situazione di Siderno, di capire cosa sia potuto succedere, quali siano le cause dello scioglimento, perché in provincia di Reggio Calabria ci siano così tanti comuni sciolti e perché ci siano molte proteste. Avrà avuto paura che la prefettocrazia potesse pensare che erano d’accordo con la Polverini. Molti in Calabria e non solo in Calabria pensano che per fare politica bisogna ingraziarsi i poteri forti, magistratura e prefettura in primis, così si vedono intitolazioni di stadi a uomini delle forze dell’ordine, premi alla carriera a prefetti e altre forme di sottomissione. La loro visone politica è legata esclusivamente alla loro poltrona, non possono permettersi il coraggio di non essere schiavi, di non essere ascari. A tal punto da non poter sostenere quello che scriveva Pasquino Crupi: Ma c’è una anomalia maggiore, anzi una fuoriuscita dallo Stato di diritto, anche questa immagina il Diavolo nero - giustificata dalla tristizia dei tempi. Leggete e tremate. Il Tar del Lazio, or è qualche settimana, ha stabilito che, per procedere allo scioglimento d’un consiglio comunale per infiltrazione mafiosa, non è necessario che siano comprovati atti di condizionamento mafioso. È sufficiente il sospetto, o semplice o veemente, che l’autorità costituita ha del condizionamento. Per chi ha un po’ di sale in zucca e non il miele in bocca per qualunque divisa, questo significa l’ingresso dell’Inquisizione nel Mezzogiorno e in Calabria. Sospettare e colpire, questo fu il dogma dei Santi Inquisitori. Per i quali – scrive Italo Mereu nella sua Storia dell’intolleranza in Europa – «non è importante ciò che il soggetto [leggi: sindaco] fa, ma quello che ne pensa l’autorità, il significato che a quell’agire viene attribuito all’Inquisizione [leggi: maresciallo dei carabinieri, prefetto, ministro degli interni]». Peccato che grandi storici, scesi qui, da noi, per celebrare i fasti della Repubblica, non si siano accorti che la Calabria è governata da leggi speciali, che la legge normale dello Stato si applica nella madrepatria, non in colonia. Solo una riflessione voglio aggiungere, la Polverini si è interessata di Siderno, loro no. Non solo non hanno sostenuto la compagna di partito ma non si sono nemmeno posti il problema se fosse giusto lo scioglimento del consiglio comunale di Siderno, non si sono minimamente interessati da parlamentari eletti in questo territorio a capire e difendere le persone che li hanno eletti e che dovrebbero rappresentare, hanno preso coraggio e voce solo per sfiduciare l’azione di una parlamentare che probabilmente ha fatto il lavoro che loro dovevano fare. Ora mi chiedo e vi chiedo con che faccia si presenteranno a Siderno questi signori alle prossime regionali? Rosario Vladimir Condarcuri


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DICEMBRE - 08

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attualità

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JAITEH SURUWA AVEVA APPENA 18 ANNI E LA NOTTE DELL’1 DICEMBRE È MORTO IN UN ROGO NELLA TENDOPOLI DI SAN FERDINANDO. LA TRAGICA FINE DI JAITEH, CHE TANTO SOMIGLIA A QUELLE DI BECKY E SACKO, SOLO PER CITARE I CASI DELL’ULTIMO ANNO, È UN DRAMMA UMANO CHE NON SOLO SI RIPETE NONOSTANTE LE PROMESSE DEL PREFETTO E DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI E NAZIONALI, MA CHE RISCHIA ANZI DI ASSUMERE DIMENSIONI MAGGIORI CON L’ENTRATA A REGIME DEL DECRETO SICUREZZA.

La tendopoli della morte e il decreto insicurezza

Il giro di vite sui richiedenti asilo sta progressivamente svuotando gli Sprar ma, finchè non si adotteranno soluzioni serie, andrà gioco forza a riempire tendopoli come quella di San Ferdinando, facendo aumentare in modo esponenziale il numero dei Becky Moses, Sacko Soumayla e Jaiteh Suruwa che saremo costretti a piangere nei prossimi anni.

JACOPO GIUCA Non era bastata la tragica fine di Becky Moses a dirci che la tendopoli di San Ferdinando doveva essere immediatamente smantellata. Non è servito nemmeno l’agghiacciante omicidio di Sacko Soumayla a farci comprendere quanto grave fosse il problema sicurezza che ancora oggi si vive nella Piana di Gioia Tauro. In meno di un anno solare, la storia si ripete e la “tendopoli della morte”, titolo da film horror assegnato al ghetto di San Ferdinando, miete una terza vittima, la seconda legata a doppio filo alla nostra Locride. Jaiteh Suruwa aveva appena 18 anni. Veniva dal Gambia, minuscolo stato dell’Africa occidentale che ha conquistato la propria indipendenza dal Regno Unito solo nel 1965 e, arrivato nel nostro Paese ancora minorenne, aveva ottenuto la protezione umanitaria e l’ospitalità dello Sprar di Gioiosa Ionica. Jaiteh non era arrivato nella nostra accogliente Italia con intenti di conquista. Non voleva vivere del sussidio statale concesso ai rifugiati, non voleva fare accattonaggio e non era venuto qui nemmeno per ingrossare le fila della criminalità, organizzata e non. Jaiteh stava solo cercando di (ri)costruirsi una vita grazie al percorso di integrazione che lo Sprar di Gioiosa Ionica riserva tra mille difficoltà a tutti i ragazzi stranieri che restano nel nostro comprensorio. Frequentava la scuola di italiano, si impegnava duramente negli allenamenti di calcio ed era pronto a concludere la sua formazione con un tirocinio che, dalla prossima primavera, gli avrebbe permesso di fare quelle “cose buone” che aveva dichiarato agli operatori di voler realizzare nella propria vita e, magari, di coronare anche il sogno di andare a lavorare in Germania da cittadino europeo. La vita di Jaiteh, invece, è terminata, prima ancora di cominciare, la notte tra l’1 e il 2 dicembre, avvolta dalle fiamme di un destino bastardo, del quale

dovrebbe sentirsi responsabile più di una generazione di governatori. Dalle prime ricostruzioni, Jaiteh si trovava nella tendopoli per trovare un cugino e altri connazionali. La conformazione della baraccopoli, infatti, che assume sempre più i tragici connotati di un terribile ghetto, la rende una piccola Africa in cui ritrovarsi, comprare prodotti etnici, sentirsi tra amici e, nonostante il freddo dell’inverno, trascorrere una serata che faccia sentire anche questi disgraziati meno lontani da casa. Non si sa bene che cosa abbia innescato l’incendio che ha strappato Jaiteh alla vita e, secondo alcuni, ci sarebbe da fare chiarezza anche in merito alle circostanze che hanno permesso a tutti gli occupanti delle baracche distrutte dalle fiamme di salvarsi mentre il solo diciottenne rimaneva bloccato all’interno della fatiscente struttura in lamiera e plastica. Appresa la notizia, il prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, ha convocato immediatamente, presso il municipio di San Ferdinando, il Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica, ribadendo ancora una volta la sua intenzione (rimasta di fatto tale nonostante l’inanellarsi delle tragedie avvenute durante il suo mandato) di avviare un discorso serio con il governo affinché la crisi infinita della baraccopoli venga risolta e si proceda allo smantellamento. Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, in questa circostanza stranamente silenzioso, aveva detto la sua in merito alla tendopoli lo scorso luglio, quando a seguito di un sopralluogo aveva pronunciato parole di speranza per i ragazzi stipati nel ghetto e per i cittadini giustamente preoccupati per il degrado che si viveva a poche centinaia di metri dalle loro case. «Non si può vivere così - aveva affermato Salvini. Questi vivono in questa schifezza. Promettiamo che civiltà e legalità torneranno parole d’ordine anche per questo luogo». Parole che, purtroppo, non sono state seguite dai fatti.

Anzi, la giusta attenzione del Ministro dell’Interno al problema sicurezza e il suo frenetico tentativo di mettere una pezza al lassismo della sinistra in merito alla questione immigrazione, sta generando mostri che potrebbero far aumentare in modo esponenziale il numero dei Becky Moses, Sacko Soumayla e Jaiteh Suruwa che saremo costretti a piangere nei prossimi anni. Come giustamente fatto notare dal sindaco di Gioiosa Ionica Salvatore Fuda, infatti, il giro di vite sui richiedenti asilo sta progressivamente svuotando gli Sprar che, di qui a pochi mesi, potranno fornire il proprio servizio di integrazione a un numero infimo di migranti giunti nel nostro Paese. Se questo da un lato permetterà ai residenti dei nostri paesi di incrociare la strada di meno ragazzi di colore, dall’altro gli stranieri dirottati in centri di smistamento e tendopoli come San Ferdinando saranno in numero esponenzialmente maggiore. Nonostante gli sbarchi sulle nostre coste siano sensibilmente diminuiti, infatti, il loro numero è ancora lungi dall’essere prossimo allo zero come la propaganda leghista vorrebbe farci credere e saranno ancora migliaia gli stranieri senza diritto di asilo che dovranno essere smistati dalle nostre forze dell’ordine. Non avendo dei centri di accoglienza regolamentati in cui inserire questi ragazzi, sarà gioco forza dirottarli al ghetto facendo affluire alla Piana forze fresche per i caporali e per la ‘ndrangheta, che, da buona imprenditrice, resterà alla finestra ad osservare i flussi per comprendere al meglio come poterli sfruttare. Ecco come il decreto sicurezza tanto sbandierato dal governo si trasformerà in un decreto insicurezza, obbligando chi di dovere a non poter prendere provvedimenti nei confronti di una tendopoli sempre più satura e nutrice del mito dell’uomo nero, tornato in città per delinquere spinto dalla disperazione mentre il Ministro dell’Interno sarà impegnato a registrare la sua ultima diretta social…


Al Top un nuovo perché, la Pizza Gourmet Approda in menù una pizza di gran classe, realizzata con ingredienti di altissima qualità, in cui il gusto incontra il lusso.

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a mettere subito in chiaro: nessuno potrà resisterle! È sbarcata al Top di Siderno la pizza gourmet, una pizza sofistica ed elaborata in cui il gusto incontra il lusso. Realizzata con ingredienti di altissima qualità, viene servita in travolgenti spicchi che regalano il piacere di assaporare, insieme, il gusto dell’impasto e delle farciture insolite e sfiziose. La pizza gourmet è il frutto della semplicità raffinata al servizio della fantasia senza confini, la giusta combinazione per creare il boccone perfetto in grado di conquistare i palati, spicchio dopo spicchio. L’approdo in menù di questa pizza di classe va ad arricchire un format già variegato e consolidato: da sempre al Top a farla da padrona l’arte culinaria e l’arte della miscelazione, un mix vincente tra cucina e bancone che negli anni ha dato prova di grande serietà e professionalità e che ha fatto sì che il locale di due outsider come Davide e Nicolò crescesse, diventando un’istituzione nel panorama locrideo del Food and Beverage. Grazie alla loro caparbietà e competenza, il prossimo 13 dicembre, il Top spegnerà le 5 candeline, a dimostrazione del fatto che se ci si crede davvero non si getta mai la spugna e si continua a investire come si deve, con un alto e non trascurabile ritorno di immagine anche per il proprio paese. In vista delle feste natalizie, il Top, oltre ad aspettarvi ogni sabato per deliziarvi con musica dal vivo o dj set, per due venerdì riproporrà il format estivo “Osteria italiana” che unisce cibo e musica, con Ciccio Sax al pianobar e Belli Freschi. Inoltre, la notte del 31 dicembre, Davide e Nicolò vi aspettano per festeggiare insieme l’inizio del nuovo anno. Non scegliete a caso, pretendete il Top!


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Questo spazio è riservato a te. 1200 battute per lamentarti o complimentarti con noi, fare segnalazioni, raccontarci le tue esperienze, potrai inviarci foto degli scorci del tuo paese o video se hai un talento nascosto. Saremo lieti di risponderti pubblicamente, daremo voce al tuo pensiero e ti daremo visibilità sui nostri social. Sii parte integrante di questa realtà

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La replica di Certomà Dopo il nostro appello di domenica scorsa, ci risponde il sindaco di Roccella Jonica Giuseppe Certomà, che tiene a precisare per prima cosa che l’area da noi indicata non ricade nel comune di Roccella ma cade nel comune di Marina di Gioiosa. Aggiunge, però, che si sta interessando della rotonda vicino al Porto delle Grazie, e ha avuto rassicurazioni da parte del responsabile Anas che entro pochi giorni verranno effettuati i lavori su tutta la nuova 106.

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Disaggregare per riaggregare ODIATO E INDISPENSABILE? Esiste ancora un sistema colpevolmente corrotto, e non stiamo più vivendo un sistema partecipato. Il confronto non riesce, viene rifiutato da leader supponenti, impedito dalla inesistenza di programmi “firmati”, dalla assenza stessa di sedi e momenti dedicati. Qualcuno ha usato l’immagine del “tetto scoperchiato”: non esistono traiettorie che conosci già, il tuo dato culturale non si esprime in un partito, in un sodalizio, in un’associazione. Tempo addietro, avevi il tuo circolo politico, il tuo sindacato, il tuo patronato, il tuo modello d’impresa… Decidevi, da interista, se tifare Juventus nella finale in Europa, per scelta “patriottica” oltre che sportiva, non perché il mondo si divideva tra sovranisti e globalisti. Oggi, Aldo Grasso arriva a scrivere sul Corsera che si è rinunciato alle idee, a pensarle, e ci si ferma a dare opinioni sugli altri. Fa l’esempio di Di Battista: lingua svelta sull’operato degli altri, nessun concetto partorito da lui. LA LENTEZZA DELLE ISTITUZIONI. Le istituzioni sono sempre in ritardo. Sembrano usate per far vivacchiare i suoi occupanti. Sappiamo di finanziamenti di opere pubbliche vecchi di decenni eppure riproposti o vantati di continuo. Parliamo dei fondi per il sud. Parliamo, per capirci da vicino, nella Locride, ad esempio, dell’ulti-

mo (tanto e bene è stato fatto prima) di 2 milioni e mezzo di euro per lavori nella splendida Villa Romana di Casignana datati 2012 che non si realizzano. Ma sono di continuo reclamizzati. Antonio Ricci ci ha raccontato la storiella delle passeggiate di lui ragazzo e del nonno. E del pinolo. Ne trovava uno nella villa e glielo consegnava gioioso. Dopo alcuni metri un altro, stessa contentezza e stesso gesto… un altro paio di volte ancora e ancora. Si renderà conto, quando sarà in grado di farlo, che si trattava sempre dello stesso pinolo che il nonno tornava a buttare. L'ULTIMA RIVOLUZIONE. Non si sta affermando un sistema che contrasta l’illecito, che funziona meglio, ascolta tutti. Tutti quelli almeno che cercano sedi per dire la propria, gruppi, formazioni, categorie, rappresentanze. Si deve smuovere il terreno. Con una rivoluzione? L’ultima che conosciamo è questa del 4 marzo: Lega e Movimento 5 Stelle l’hanno fatta, tanti temono per il risultato finale. Ci potrebbe bastare quello che diceva un vecchio ministro socialista, “disaggregare per riaggregare”. Rimettere insieme, cioè, in uno schieramento e nell’altro, forze democratiche e attive che il sistema sono capaci di costruirlo, non solo di distruggerlo. Federico Lago

IN RICORDO DI MIMMO LAROSA

Oggi sarebbe stato il tuo 60º compleanno Caro zio, oggi sarebbe stato il tuo sessantesimo compleanno. Non sappiamo come spiegarti quanto sei importante per noi se non dicendoti che quando avremo dei nipoti cercheremo di essere degli zii affettuosi e amorevoli come tu lo sei stato con noi. Ci manchi ogni giorno che passa e ancora di più oggi che sarebbe stato il giorno del tuo compleanno. Ti auguriamo tanta felicità, pace e serenità, ovunque tu sia. Ciao Zio Mimmo I tuoi nipoti Stefano, Giovanni ed Erika

IN MEMORIA DI ANTONIO PANZARELLA

La Giornata sulla memoria fotografica della Calabria dedicata a uno dei pilastri della cultura moderna calabrese L’Archivio Storico Fotografico della Calabria, con il patrocinio e la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria, ha organizzato la Giornata sulla memoria fotografica della Calabria, in memoria del Professore Antonio Panzarella per l’anniversario della sua scomparsa avvenuta esattamente un anno fa. La giornata celebrativa si svolgerà Martedì 11 Dicembre 2018 nella sala ORO della Cittadella Regionale di Germaneto (CZ) a partire dalle ore 10:30. Il programma prevede i saluti delle autorità governative della Regione Calabria: Presidente e Assessore alla Cultura; - la presentazione a cura del Presidente dell’Archivio Storico Fotografico della Calabria, Avvocato Elia Panzarella, - della Giornata sulla memoria storica fotografica della Calabria; - del progetto dello stesso Antonio Panzarella sull’Archivio Storico Fotografico. Sarà proiettato il video “Le vite ritrovate” con la straordinaria partecipazione dell’attore Salvatore Puntlllo. Infine, sono previsti vari interventi di operatori culturali, giornalisti, artisti, amici ed estimatori del grande scomparso con le loro testimonianze e ricordi. Antonio Panzarella, professore all’Accademia di Belle Arti di Roma,

esperto di Teatro e di Cinema, commediografo, sceneggiatore, Fondatore dell’Accademia di Catanzaro scomparso per un male inguaribile l’11 dicembre 2017, a 67 anni, ha rappresentato, nel suo comparto, uno dei pilastri della cultura moderna calabrese; dinamico organizzatore di eventi culturali e cinematografici e di mostre fotografiche memorabili. Animatore di iniziative tendenti all’esaltazione della nostra cultura regionale, uomo dalla cultura eclettica e dal carattere affabile. I tantissimi amici lo rimpiangono e serberanno di lui un grande ricordo. Fortunato Nocera


Rinserto Natale al Castello Più

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A Roccella il Natale più sconvolgente che ci sia Venerdì 7 dicembre ha preso il via “Natale al Castello Più”, il grande evento contenitore che offrirà per un mese intero, in aree distinte di Roccella, tante e variegate proposte pensate per far vivere al meglio, a cittadini e visitatori di tutte le fasce d’età, l’atmosfera tipica della festa più bella dell’anno. L’iniziativa è stata fortemente volute dall’Assessorato al Turismo del Comune di Roccella Ionica, guidato dalla consigliera delegata Carmen Ingrati, fulcro delle innumerevoli sinergie strette con associazioni, comitati festa, cittadini e operatori turistici e commerciali. Il programma della manifestazione abbraccia una serie di appuntamenti all’insegna della cultura, dell’arte, delle tradizioni popolari e religiose, della musica, del teatro e della danza, ma anche dello sport e della solidarietà, senza tralasciare di valorizzare il territorio con i suoi prodotti tipici enogastronomici e artigianali, offrendo, al contempo, l’opportunità ai visitatori di dedicarsi al tradizionale shopping natalizio e trovare le idee regalo più originali. Saranno cinque i siti principali della cittadina nei quali si concentreranno gli eventi in programma. Il Palazzo Carafa, sulla rocca del Castello, abbellito per l’occasione nelle sue storiche sale da imprese locali e del comprensorio, ospiterà in prevalenza gli appuntamenti pensati per i più piccoli: oltre ai laboratori creativi e culinari, al teatro dei burattini e al cinema d’animazione, il 22 dicembre a partire dalle 17:00, Marina Rivera, grafica e illustratrice, allieterà i bambini con “Le avventure di Alina”. Palazzo Carafa sarà anche sede di serate musicali, commemorative (“Premio Cavaliere di San Vittorio”) e di gala (“Auguri Roccella”). Non mancherà l’appuntamento con lo sport: il 26 e il 27 dicembre “Rimettiamoci in forma assieme a Babbo natale” in collaborazione con le associazioni sportive roccellesi e il 27 dicembre “I Giochi della Tradizione” a cura di Fausto Certomà. Palazzo Carafa, inoltre, sarà la cornice di due grandi novità che lasceranno il segno di questa edizione: il 15 e il 16 dicembre, infatti, il Palazzo sarà invaso da maestri cioccolatieri calabresi in occasione della “Festa del Cioccolato e del Dolce sotto l’albero”. Il 5 gennaio, infine, le lancette dell’orologio del Palazzo Carafa torneranno indietro nel tempo, fino ad arrivare al Medioevo. L’Associazione culturale Ichinen, infatti, porterà in scena “Sinafe

Medieval”, una vena medievale che è un vero e proprio tuffo nel passato, tra personaggi in costume, spettacoli di musica historica, musici, militi, sputafuoco e giocolieri. La chiesa di San Giuseppe farà da cornice alla mostra permanente “Un presepe d’insieme”, con l’esposizione delle varie Natività realizzate dai bambini delle scuole locali e del comprensorio. Il rione Borgo, a sua volta, sarà animato dall’allestimento di un presepe vivente in movimento, dall’apertura degli antichi “catoji”, con i vecchi mestieri di un tempo, prodotti gastronomici e artigianali, dalla V edizione del FitChristmas, che prenderà il via proprio da qui il 30 dicembre, e da concerti e tombolate. L’ex Convento dei Minimi sarà la suggestiva location della mostra sulle Natività realizzate per il 1° concorso “Natale al Castello più – Presepi artistici”, indetto dal Comune e da Visit Roccella (la cui premiazione è in programma il 5 gennaio 2019), mentre al piano terra ospiterà un grande presepe elettromeccanicosonoro realizzato da Francesco Ursino e Vincenzo Surace. Nello stesso storico sito si terranno, inoltre, alcuni concerti della rassegna invernale del Roccella Jazz Festival, “A Jazzy Christmas and a Happy New Year”, il cui programma prevede anche serate all’auditorium comunale “Unità d’Italia”. Il rione Zirgone sarà vivacizzato dall’allestimento dei Mercatini di Natale, che offriranno enogastronomia tipica, prodotti artigianali e idee regalo, e dall’esposizione permanente di pittura dell’artista Pollier. Una proposta ricchissima, dunque, che ha rimesso alla prova il già rodato sistema di cooperazione che ha dato vita la scorsa estate al progetto META. Una sfida che conferma l’idea che nessun uomo è un’isola e che le migliori iniziative per la crescita del comprensorio possono realizzarsi solo attraverso il lavoro corale. “Natale al Castello Più” ha infatti beneficiato, grazie alla campagna pubblicitaria a cura della Pigreco Comunication capitanata da Paola D’Orsa, di sponsor e main sponsor che hanno cofinanziato l’iniziativa permettendole di esistere. Per questa ragione l’Amministrazione Comunale ringrazia tutti i partner, i media partner, gli sponsor, i Main sponsor e tutti coloro i quali si sono prodigati per la realizzazione del progetto.


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GIUDIZIARIA

Il gotha della ‘ndrangheta

rubriche www.larivieraonline.com

CONVERSANDO

Oggi la VI edizione di “Sulle strade del Magliocco” Si terrà oggi, domenica 9 dicembre, la sesta edizione dell’evento automobilistico “Sulle strade del Magliocco” patrocinata dal Comune di Castrovillari da dove partirà. Una gara di regolarità per automobili d’epoca che propone agli equipaggi partecipanti un suggestivo percorso tra i meravigliosi paesaggi del Parco Nazionale del Pollino e della Piana di Sibari, vocati, da sempre, a tali iniziative. Un appuntamento che attira appassionati d’auto storiche da tutto il Sud Italia. La manifestazione automobilistica, organizzata dall’Historic Club di Castrovillari, attraverserà zone in cui viene prodotto il pregiato vitigno autoctono calabrese denominato Magliocco. Lo si trova tra chilometri di strade che congiungono il Pollino alla costa jonica cosentina. La partenza della prima vettura è prevista per le 10 dal centro cittadino di Castrovillari, da qui gli equipaggi percorreranno un suggestivo itinerario che attraverserà i territori in cui viene prodotto il rinomato vitigno autoctono calabrese: il Magliocco. Le vetture percorreranno circa 100 chilometri attraversando i centri abitati di Frascineto, Sibari, Villapiana Scalo e Francavilla Marittima per poi varcare il pressostato finale all’ingresso delle suggestive Tenute Ferrocinto dove sarà organizzato un pranzo speciale in abbinamento ai migliori vini prodotti dall’azienda. “Sulle Strade del Magliocco” – commenta il presidente dell’Historic Club Domenico Campilongo - è dedicato agli appassionati di auto d’epoca di tutto il Meridione ed è valido per il terzo “trofeo Franco Minasi”. Un premio, riservato al miglior regolarista iscritto al nostro club, che fa memoria di uno dei soci fondatori della nostra associazione.” “Un momento - aggiunge il Sindaco e Assessore allo Sport di Castrovillari, Domenico Lo Polito - che rilancia, per altro, la forza identitaria del nostro comprensorio, tra dedizioni umane e forza di quelle risorse che lo contraddistinguono per storia e sapori; queste affermano il ruolo propulsivo anche delle colture vitivinicole per una sostenibilità dei luoghi, votati alla crescita integrata e valorizzazione turistica del patrimonio storicoculturale dei borghi antichi quanto a quel bene eno-gastronomico che li esalta e li lega alla tradizione per farne un fil rouge con l’esistente. Su questo siamo impegnati in più progetti e in cordata per il rilancio di uno sviluppo sempre più ancorato alle vocazioni dei Territori e che queste espressioni rilanciano. Da qui la nostra simpatia per tali meeting.”

FRUTTI DIMENTICATI

Bergamotto

CITRUS BERGAMIA RISSO FAMIGLIA RUTACEE Mentre il cedro è la pianta simbolo della provincia di Cosenza, il bergamotto rappresenta la specificità di quella reggina. La prima è sacra all’ebraismo ed è alla base della festa del sukoth o delle capanne che si celebra dal 15 al 21 settembre. Essa ricorda la permanenza degli ebrei nelle capanne nel deserto del Sinai, dopo la fuga dall’Egitto, alla ricerca della terra promessa da Dio. Durante la celebrazione vengono utilizzate alcuni rami di piante: uno di palma, due di salice e tre di mirto, che vengono portati avvinti assieme in una mano, mentre nell’altra, separatamente viene tenuto un frutto di cedro, simbolo dell’incorruttibilità; infatti mentre tutti gli altri frutti dopo la maturazione, cadono o marciscono, i cedri restano sulle piante senza marcire anche dopo un anno. Ogni anno vengono a Santa Maria del Cedro, in provincia di Cosenza, i rabbini di tutte le comunità ebraiche a scegliere i frutti più perfetti, aiutandosi in questo da calibri che indicano la misura esatta. La leggenda indica che il cedro a Santa Maria fu impiantato proprio dagli ebrei e questo potrebbe essere vero; esso corrisponde al Citrus medica varietà ethrog e quello da cui i rabbini scelgono i frutti più perfetti. Per quanto riguarda il bergamotto, non può fare a meno delle caratteristiche climatiche dell’area che va da Catona sullo stretto di Messina alla Locride meridionale e solo in tale ristretto territorio riesce a esprimere al meglio le sue caratteristiche. Altrove può crescere e svilupparsi, come in Brasile, Argentina, Costa D’Avorio, ma il suo frutto non produce convenientemente l’essenza che viene estratta dalla buccia. Ed è propria essa che veicola la fama del bergamotto; con essa si fissano infatti le essenze odorose che si trasformano in profumi di pregio, mentre per i prodotti più a buon mercato,vengono usati prodotti di sintesi. Tale pianta ha avuto nemici acerrimi: agli inizi degli anni sessanta del 900, quando ebbe un’estensione notevole sulla fascia ionica della provincia di Reggio, coloro che sponsorizzarono l’essenza sintetica dissero che la sua fosse cancerogena; e ci fu un crollo verticale della richiesta e l’abbandono di almeno il 70% delle aziende. Da pochi anni, invece, si sta dicendo che era tutta una montatura, per cui si tenta disperatamente di salvare le poche aziende che son rimaste e che sono localizzate ormai in limitate aree dello stretto, in quelle di Melito Porto Salvo, di Bova Marina, Palizzi e della vallata di Bruzzano, che sono poi le aree più vocate; infatti la resa più alta di essenza, che si estrae dalla buccia si ha tra Melito e la vallata di Bruzzano. È difficile trovare una pianta che abbia una storia più controversa del bergamotto. Infatti, alcuni dicono che sia originaria delle isole Canarie, altri della città spagnola di Berga, altri ancora della Grecia o della Cina, ancora altri che sia autoctona e bisogna identificarla con il limon pusillus calaber, un agrume esistente in Calabria nel passato. Una leggenda parla di un moro in fuga dalla Spagna, nel XV sec., che portò un ramo di una pianta esotica e la vendette a un

I BRIGANTI

La patria è bella quando dura poco

signore di Reggio, il quale lo innestò su una pianta del suo campo; il nome potrebbe, invece, derivare dal turco berg-armudi, ossia il pero del signore. Comunque sia stato, il primo impianto fu effettuato a Reggio da Nicola Parisi nel 1750, mentre si hanno notizie della sua esistenza in Calabria sin dal XIV sec. Si coltivano tre varietà: la castagnara, la femminella e la fantastica. La procedura per estrarre l’essenza dalla buccia, fino alla metà del XIX sec. avveniva tramite pressione sulla stessa e veniva assorbita con l’ausilio di spugne. Nel 1844 il reggino Nicola Barillà inventò una macchina che, azionata, raschiava la buccia, che raccolta in un grande contenitore di ceramica, il “bàgano”, veniva poi pressata con un torchietto di legno e il liquido ottenuto con tale procedura, veniva messo in contenitori; a quel punto l’essenza galleggiava sulla rimanente parte acquosa e veniva delicatamente raccolta e conservata in contenitori appositi. Da un quintale di frutti se ne ricavava 1 kg. Attualmente i bergamotti vengono lavorati con impianti sofisticati che non raggiungono mai i risultati artigianali del passato. Infatti, da un quintale di frutti si ottengono 500 g di essenza. Gli scarti della lavorazione si trasformano in pasta che offre un odore fragrante, molto ambita dagli animali a pascolo brado e non, a cui viene offerta in mucchi all’aperto. Attualmente i frutti vengono usati freschi per i benefici che essi arrecano e sono presenti nel periodo autunnale nei supermercati del centro nord Italia. La coltivazione è in ripresa e ormai il bergamotto, con una forte dose di ottimismo, viene denominato “l’oro verde della Calabria”. Si stima che la produzione annuale di essenza sia di circa 100.000 chili, che sono ogni anno incettati dai più prestigiosi marchi del mondo, tra cui quelli francesi, i più stimati. Intanto in tutto il mondo sono prodotti e venduti tre milioni di chili di essenza, quasi tutti di produzione sintetica. Questo non preoccupa il presidente del Consorzio del bergamotto, l’avvocato Ezio Pizzi di Condofuri, che ogni anno con successo cura i rapporti con le migliori case produttrici di profumo di tutto il mondo e pensa che il prodotto sintetico sia d’aiuto in quanto soddisfa la grande richiesta di essenza, altrimenti non disponibile, che naturalmente è comprato dalle ditte meno prestigiose e a prezzo inferiore. Dal bergamotto si ricava una bevanda liquorosa simile al limoncello, un’altra molto dissetante e numerosi prodotti tipici della pasticceria locale. Naturalmente la maggior parte dell’essenza prende la via di Grasse, la capitale mondiale degli effluvi odorosi e da essa raggiunge poi i laboratori più prestigiosi del mondo, dove vengono creati i profumi di pregio. Fino alla fine degli anni sessanta lavoravano a ritmo serrato i laboratori a Reggio, Melito, Bova, Brancaleone, talvolta guidati da tecnici francesi provenienti da Grasse stessa, per cui esisteva il filo diretto tra la Calabria e la Francia; erano operative anche alcune distillerie per il gelsomino, ora ricoperte di rovi. La medicina popolare usava il succo di bergamotto per “sgrassare” il sangue ossia per abbassare il colesterolo; infatti, per raggiungere tale scopo, ogni mattina, prima di pasteggiare, per quindici giorni bisognava bere il succo di un bergamotto. Orlando Sculli

Una giornata uggiosa può essere ricca di stimoli, anche per una metereopatica come me. Ancora non ho perso la speranza. Speranza di cosa? Aiutati che Dio t’aiuta. Certo, ma bisogna avere gli obiettivi. E se ci sono soldi da parte è ancora meglio. Beh se i soldi non mancano, forse anche gli stimoli abbondano, il che potrebbe anche portare fuori strada, ci si potrebbe smarrire. Ma se i soldi non ci sono, ecco che gli obiettivi si fanno più mirati per non sbagliare il colpo, per non perdere l’occasione, per saltare forse sull’ultimo treno verso quella direzione. Beh, non voglio essere drastica: non penso che ci siano “ultimi treni”, questo è qualcosa a cui ci stanno abituando a pensare in itaGlia, che è la patria della mancanza di sicurezza (parlo di quella mentale, quella sicurezza che ti aiuta a vivere), la patria dell’abbandono e dell’anti-meritocrazia. In itaGlia (e faccio uno sforzo enorme per includere la Calabria nello Stato) c’è la consapevolezza del non sapere la strada, se non quella che ti porta altrove. Chissà quale possente radice ci lega a questa terra maledetta, al punto da

Emerge dalla sentenza del processo “Gotha” che la ‘ndrangheta, soprattutto negli ultimi quindici anni, abbia esercitato una costante e penetrante azione di infiltrazione nelle Istituzioni locali, attraverso l’opera di “contaminazione” elettorale, prima, e di etero direzione dell’azione di governo, poi. E’ stata, infatti, descritta la non comune capacità dimostrata da uno degli imputati nel periodo pre e post elettorale in occasione del rinnovo degli organi amministrativi del Comune di Reggio Calabria dell’anno 2002, allorquando, anche attraverso la sapiente gestione di singole vicende politiche (emblematico è in tal senso l’episodio relativo al boicottaggio di un confronto pubblico preelettorale), riuscì ad orientare la competizione elettorale a favore del candidato maggiormente “manovrabile” e perciò “utile” agli scopi illeciti del sodalizio criminale (la ‘ndrangheta). Scrive il giudice nella motivazione della sentenza: «Rispetto allo specifico oggetto di analisi (esistenza ed operatività dell’associazione segreta di cui al capo i) della rubrica), la componente soggettiva della massoneria “deviata” ed i rapporti tra quest’ultima e i membri apicali della ‘ndrangheta possono certamente costituire argomento utile a “disvelare” la modalità operativa del gruppo segreto e, soprattutto, a spiegare, in taluni casi, le strette interrelazioni esistenti tra alcuni componenti dell’associazione (si pensi al connubio esistente tra i soggetti posti in posizione apicale, R.P. e M.A., entrambi appartenenti a logge massoniche “coperte”), ma non rappresentano certo l’oggetto principale dell’accertamento». Ed ancora oltre:«In altri termini, la componente soggettiva di ispirazione massonica e, in particolare, l’utilizzo di un “metodo” segreto volto a stabilire e mantenere relazioni tra i vari membri dell’associazione e tra questi e componenti soggettive esterne all’associazione di cui al capo i) della rubrica, sono profili che non assumono carattere preponderante ai fini della valutazione dell’esistenza e dell’operatività del sodalizio criminale investigato, trattandosi, semmai, di aspetti che restano, per così dire, sullo sfondo, contribuendo cioè a delineare il profilo dinamico dell’associazione, talora assumendo rilievo in relazione alla singola condotta di “interferenza”, la quale, come è noto, costituisce un post factum (eventualmente autonomamente punibile) rispetto al fatto di associarsi svolgendo “attività diretta ad interferire”». In quest’ottica: «i riferimenti ai rapporti di vicinanza dal coimputato T… con ambienti criminali, in particolare, della fascia tirrenica reggina – per come riferito da numerosi collaboratori di giustizia – sono utili a delineare un ormai collaudato (ed acclarato) sistema relazionale “occulto” che spesso caratterizza gli ambienti criminali di matrice ‘ndranghestica, il quale, tuttavia, è, in parte qua, estraneo all’ambito di operatività dell’associazione segreta descritta al capo i) della rubrica». «...Il tema probatorio in questione, infatti, è utile al fine di “spiegare” la mutazione genetica dell’associazione criminale – unitaria – di cui al capo a) della rubrica ed il rapporto strumentale esistente tra l’associazione segreta di cui al capo i) della rubrica e la mutata associazione per delinquere di stampo mafioso di cui al capo a) della rubrica». «Non a caso, la prova della sussistenza dell’associazione segreta passa attraverso l’accertamento del sistema di relazioni ideato, programmato e diretto da P.R., il quale ha assunto i caratteri di una vera e propria associazione segreta ex art. 1 L. n. 17/82 soltanto in epoca recente, con la formazione delle associazioni palesi e la loro strumentale operatività per i fini illeciti dell’associazione segreta, il cui programma criminoso è, in definitiva, quello di etero determinare l’azione di governo locale attraverso il controllo dei relativi apparati amministrativi e politicorappresentativi, mediante il sistemico ricorso ad iniziative apparentemente rispettose del metodo democratico». Infine, sul punto, si legge: «Nell’intento di semplificare l’individuazione dell’oggetto dell’accertamento processuale, è possibile affermare che, mentre le condotte di infiltrazione poste in essere dal sodalizio criminale di stampo mafioso di cui al capo a) della rubrica (la ‘ndrangheta) sono realizzate attraverso azioni di influenza che spesso trasmodano in fatti reato (estorsione, corruzione, turbata libertà degli incanti, etc.) e rappresentano uno dei fini criminosi dell’associazione di stampo mafioso di cui all’art. 416bis c.p., le condotte delittuose poste in essere dall’associazione segreta diretta da R… e M… si prefigge di etero dirigere, con metodi apparentemente democratici, l’azione di governo locale, attraverso il sistematico condizionamento delle scelte dei governanti (amministratori e politici)».

desiderare di morire in casa nostra senza aver potuto ottenere nulla, piuttosto che tentare la via dolorosa del mollare tutto e provare a darsi una speranza in altri luoghi. “Cca’ vogghiu u moru!” Ripetono spesso i vecchietti. Mentre i giovani sono già andati via da un pezzo. Quelli che stanno in mezzo (tipo io) galleggiano, trascinati dalle correnti. Non abbiamo vissuto troppo, né troppo poco. Non le abbiamo tentate tutte. Siamo smarriti. Ce ne stiamo lì ad attendere la luce. Poi arriva un’onda che spinge lontano e forse è quella giusta, anche se qualcuno si affanna a calmare le acque. Alcune volte è bene che le acque si agitino, e che chiunque sia nei dintorni si faccia da parte e aspetti il suo turno. È bene prendere il surf e provare a cavalcare l’onda anche se non si è capaci, piuttosto che imputridire in acque stagnanti. Brigantessa Serena Iannopollo


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l’intervista www.larivieraonline.com

Simona e Matteo, entrambi calabresi, nel settembre 2017 hanno intrapreso un viaggio da record alla scoperta di luoghi, persone e culture. A spasso, mano nella mano, per quattro continenti sono riusciti a fare anche del volontariato.

373 giorni in luna di miele per dimostrare che il mondo è meraviglioso

Vivere 24 ore insieme non è facile: non ci sono vie di fuga, quando subentrano gli attriti bisogna affrontarli e subito. Ma abbiamo imparato ad apprezzare i difetti e anche le stramberie. Perché dobbiamo modificare tutto a nostro piacere quando possiamo riderci su?

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

“Quello che stiamo per fare non è un atto egoistico nè tanto meno folle, se non di lucida follia. Vogliamo conoscere le meraviglie del mondo per poter raccontare ai nostri figli una bella storia e dimostrare che il mondo non è quello che si vede attraverso i telegiornali”. Con queste parole il 1º settembre 2017, durante il ricevimento di nozze, Matteo e Simona hanno annunciato ad amici e parenti la loro intenzione di intraprendere una luna di miele che li avrebbe visti gironzolare per il mondo con zaino in spalla, mano nella mano, per un anno intero, anzi per 373 giorni. Quattordici i paesi visitati: Stati Uniti, Messico, Perù, Bolivia, Cile, Argentina, Nuova Zelanda, Australia, Indonesia, Malesia, Myanmar, Tailandia, Cambogia, Giappone. Una domanda che vi avranno fatto in tanti: quanto vi è costato girare il mondo per un anno? In effetti è la domanda che tutti ci pongono ma nessuno conosce la risposta, neanche noi! Ne daremo notizia attraverso il nostro blog ma prima vogliamo farci bene i conti. Non vogliamo che un intero anno di viaggio venga assimilato a uno sterile numero. Vogliamo motivare tutte le decisioni che hanno portato al risultato finale, così da far capire cosa intendiamo con “viaggiare costa meno di quanto si creda, a patto di scendere a compromessi”. Però possiamo dirvi che torniamo a casa con una vittoria: non solo siamo riusciti a rispettare il budget che ci eravamo prefissati ma siamo riusciti persino a risparmiare. E anche l’esame di economia di viaggio è superato! Non vi siete lanciati in quest’avventura per scampare alle visite post-matrimonio dei parenti, vero? Temevamo le loro incursioni e per questo abbiamo giocato sporco: in previsione del viaggio anziché acquistare una casa abbiamo acquistato… uno zaino! Ci è piaciuto vestire per un po’ i panni dei fuggitivi. Purtroppo il gioco è finito e, ahinoi, adesso che siamo rientrati non abbiamo più modo di sfuggire alle loro grinfie. Aiutateci! La tappa che vi ha fatto sentire più a casa e quella in cui

vi siete detti “ma chi ce l’ha fatta fare”? Il posto che mi è piaciuto (Matteo) di più in assoluto è stato il Messico. Che tu sia in Italia o negli Stati Uniti, tutti descrivono il Messico come il posto più pericoloso del mondo. Non ci ho mai creduto. E infatti quando sono arrivato lì mi sono sentito tranquillo, accolto da persone che mi hanno fatto sentire a casa. E poi diciamolo, il cibo spacca! Però siamo d’accordo nel dire che ci farebbe piacere andare a vivere in Giappone. Lì è un mondo completamente diverso. È difficile descriverlo, è una sensazione che abbiamo provato sulla nostra pelle. Certamente la nostra è un’impressione da turisti e non è detto che poi viverci si riveli diverso dalle aspettative. Il posto più disgraziato? Los Angeles! Dietro le luci dei riflettori e la facciata della grande città si nasconde una tendopoli nel più completo degrado. Siamo sopravvissuti per raccontarlo e possiamo dire che mai abbiamo provato paura come in quel momento. Avete toccato 4 continenti. L’insegnamento che avete tratto da ognuno? L’Europa è il continente di partenza e che per questo viaggio abbiamo deciso di accantonare, rinviandolo a quando sarà più facile visitarlo. Dopo aver viaggiato in lungo e in largo abbiamo avuto la conferma che l’Europa è piccina ma possiede talmente tanto che una vita non basta. Abbiamo visitato entrambe le Americhe. Gli Stati Uniti sono il Paese delle opportunità. Abbiamo avuto l’impressione che qui ci sia spazio per chiunque abbia delle buone idee e non nascondiamo di averci fatto un pensierino. Quella Latina ci ha invece consentito di entrare in contatto con realtà più povere. Si dice che i soldi non fanno la felicità e da queste parti ci credono davvero. Basta osservare i loro sorrisi per rendersene conto. Qui ne abbiamo visti di talmente calorosi da esserne rimasti affascinati. Il Sudest asiatico è stato fe-no-me-na-le. Qui si vive “alla giornata”, un concetto molto distante da quello a cui siamo abituati. Accumulare ricchezze per un ipotetico futuro è inutile, meglio tornare a casa e sapere che ci sono un piatto caldo e una famiglia ad attenderli. Questa filosofia di vita li rende più spensierati e certamente più felici. Non sappiamo se riusciremmo a vivere in questa maniera ma una cosa è certa: loro stanno bene così, forse meglio di noi. E l’Oceania? Beh, è una terra strana. Abbiamo visitato Nuova Zelanda e Australia, entrambe colonie inglesi. Ci è infatti sembrato di essere nel Regno Unito, con la differenza che qui siamo stati accolti come amici di vecchia data. Ecco, forse l’Oceania ci ha insegnato che non bisogna andare dall’altra parte del mondo per scoprire che la meraviglia è intorno a noi. Siete riusciti anche a fare volontariato per due settimane in Perù. Di cosa vi siete occupati? E stata un’esperienza meravigliosa a cui dobbiamo lo splendido ricordo del Perù. Meravigliose le Ande, superlativa Machu Picchu, grandiose le escursioni. Però non siamo riusciti a entrare in sintonia con i peruviani, di indole schiva e spesso razzista nei confronti dei turisti. In questa comunità latto-vegana di orientamento indù abbiamo incontrato viaggiatori di tutto il mondo ed è stato come tornare a casa. Del resto avevamo programmato di rimanere una sola settimana e poi, innamorati, abbiamo chiesto una settimana in più. La mattina impastavamo il pane che veniva cotto nel forno comune e nel pomeriggio facevamo i venditori ambulanti. Il ricavato veniva utilizzato per sostenere le spese della comunità. Infine la sera, quando tutti eravamo rientrati dal lavoro, si pregava. Era un inno alla vita piuttosto che un sermone. Si cantava

e suonava insieme, generando vibrazioni positive che riusciamo a sentire ancora adesso quando vediamo le foto e i video. È stato bellissimo. Hare Krishna! Che ci dite del Breaking Bad Tour? La metanfetamina è tutta colpa di Matteo. È un patito della serie e fin dall’inizio, quando si pianificava l’itinerario del coast-tocoast statunitense, Albuquerque era stata fissata come tappa imprescindibile. In questa città è stata girata la serie ed è possibile visitare i luoghi delle riprese. Alcuni di questi – per esempio l’autolavaggio o il fast-food Los Pollos Hermanos – svolgono la medesima attività, seppure sotto nome diverso. È stato bellissimo perché ad accompagnarci è stata una ragazza che lavora nel settore cinematografico e che, oltre ad aver lavorato con alcuni attori della serie, ne conosce i retroscena. Ovviamente mentre Matteo era gasatissimo, Simona faticava a capire cosa ci fosse di tanto entusiasmante. “Ma è soltanto una casa!” diceva, non sapendo che quella casa è appartenuta a Mr. White! Cosa avete scoperto l’uno dell’altra grazie a questo viaggio? Vivere 24 ore insieme non è facile e per certi versi è una forzatura. Non ci sono vie di fuga, quando subentrano gli attriti bisogna affrontarli e subito. Questo ci ha portato a essere più comprensivi e anche più rispettosi nei confronti dell’altro, in una maniera diversa dal comune. Per noi rispetto non è solo assecondare le attitudini dell’altro, significa apprezzare i pregi ma soprattutto i difetti. E, perché no, anche le stramberie. Perché dobbiamo modificare tutto a nostro piacere quando possiamo riderci su? Avete lasciato il lavoro per questo viaggio. E adesso che l’avventura è finita? Riprendiamo da dove eravamo rimasti ma con le idee più chiare. Non è ancora tempo di fare progetti di lungo termine perché non sappiamo cosa il futuro abbia in serbo per noi e dove andremo a vivere. Certamente tornare in Calabria è stata una scelta mossa non solo dalla vicinanza con la famiglia ma anche e soprattutto dall’esigenza di portare avanti le nostre aspirazioni. Stiamo studiando, ciascuno nel suo ambito, per costruirci una professione. Ovviamente ricominciare daccapo è dura ma sarebbe stato peggio vivere col rimorso. Come abbiamo detto a più di uno scettico nei giorni precedenti “un lavoro dura, forse, 30 anni ma un’esperienza del genere dura una vita”. “Avvicinati all’altro, parlagli, incontralo, conoscilo, meticciati!... Fatti una cultura, non solo di libri ma anche di persone”. Questo quanto dichiarate nel vostro video-manifesto in cui spiegate le ragioni del progetto. Cosa vi ha insegnato l’altro? Ci ha insegnato che le favole della buonanotte, i film fantasy e quelli di fantascienza avevano ragione: c’è ancora una speranza per l’umanità. Qualche anticipazione sul prossimo viaggio, è già in cantiere? Non abbiamo tempo. Studio, lavoro, a pranzo un panino e adesso non possiamo più mollare tutto e partire. Oppure no? A diverse persone che ci hanno ospitato abbiamo promesso di tornare a trovarle. Nel frattempo ne stiamo ospitando altre a nostra volta. Ci sentiamo in debito con l’universo e vogliamo fare il possibile per aiutare e conoscere altri viaggiatori. Vogliamo provare che è possibile viaggiare anche rimanendo fermi. L’Europa è dietro l’angolo e la notte ci viene a chiamare in sogno, tentatrice come una sirena dell’Odissea. E poi abbiamo un conto in sospeso con l’Africa, che abbiamo dovuto rimandare. E a noi non piace avere debiti.



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Da sinistra: Teresa Stimolo, Clelia Bruzzì, Carmela Neri, Franca Milazzo, Maria Sciarrone

Il contrasto alla violenza necessita di un gioco di “squadra”, bisogna creare e fare “rete”

cultura www.larivieraonline.com

Educazione all'illegalità All’Istituto Marconi di Siderno l’evento formativo “Violenza assistita e minori” Non è raro che esponenti delle Istituzioni ricordino ai calabresi che la lotta alla criminalità è anche questione di cultura: occorre cambiare mentalità, non dare alcuna forma di consenso al malaffare, affidarsi allo Stato e alla sua Giustizia, mettendo distanza dal potere informale segnato dai disvalori del favoritismo e della sopraffazione. Il motivo per cui tale esortazione venga rivolta quasi esclusivamente ai Calabresi rimane un mistero. Senza alcun vittimismo, ci limitiamo a osservare che il pregiudizio nei confronti della Calabria è sempre vivo e permesso, anzi quasi un dovere quando si toccano determinati argomenti. Ma la tesi che la criminalità sia anche un fenomeno culturale è triste realtà: vale per la Calabria e per il resto del mondo, pur nelle grandi e inevitabili differenze. Assodata l'esistenza di una realtà culturale, in senso antropologico, che sostiene mafie e gruppi criminali, c'è da chiedersi: quale contrasto si attua nei confronti di questa subcultura? Il pensiero va alle manifestazioni antimafia e alla scolastica educazione alla legalità che, senza sminuire la buona volontà dei promotori, ha prodotto risultati modesti come dimostra l'espandersi delle mafie a tutte le latitudini, comprese le civili regioni del Nord Italia e dell'Europa. Forse film come "Il padrino" azzerano mille manifestazioni per la legalità, diffondendo valori antitetici al Diritto che fonda la nostra Civiltà. Si potrebbe obiettare: ma il cinema racconta la realtà, non la crea. Non vogliamo caricare ingiuste responsabilità sulle spalle di sceneggiatori, registi e attori, ma è pur vero che nel raccontare la realtà si possono scegliere molte vie: si può raccontare la vita di un gangster in modo tale che lo spettatore provi chiari sentimenti di condanna e di disprezzo, oppure sentimenti di ammirazione e, quindi, una certa identificazione con "l'eroe negativo", ma pur sempre eroe e modello, almeno sul piano valoriale. Sì, i film rispecchiano la

realtà e spesso potenziano delle trasformazioni già in atto: aiutano a cambiare i comportamenti, a far accettare atteggiamenti e valori, o disvalori, considerati disdicevoli e confinati ai margini della società. Gli studiosi dei Media conoscono bene la potenza della comunicazione, in modo particolare quando il prodotto è ben confezionato e affascina, pertanto anche un solo film ben riuscito, e Il padrino è considerato un capolavoro, può avere un grande impatto nell'immaginario collettivo. Si dà il caso che questo "capolavoro" appartiene a un filone cinematografico piuttosto florido che non mostra segni di crisi, infatti la proposta di "eroi negativi" procede a pieno ritmo sul piccolo e grande schermo: Gotti, I Soprano, Gomorra, solo per citare qualche titolo, influenzano l'immaginario collettivo, generando in tante persone normali assuefazione e ammirazione verso stili di vita violenti e autoreferenziali. Infine, come se il cinema non fosse già abbastanza destabilizzante, registriamo anche il successo di certa musica rap che, diretta soprattutto ai giovani, dà una mano alla diffusione di un modo di vivere che potremmo definire da selvaggi, anche se si vive nella moderna società tecnologica e in una città d'arte dalla storia millenaria. A tal proposito merita una citazione il video del bambino rom che inneggia al suo mondo, "disprezzando" il nostro, che ha ottenuto oltre cinque milioni di visualizzazioni. Il video è una sintesi precisa di uno stile di vita che si commenta da sola: chissà perché i più importanti giornali italiani, pur riportando la notizia del successo mediatico del giovane rapper, hanno omesso qualsivoglia tipo di giudizio morale, compresi i giornali che hanno fatto della morale, o meglio del moralismo, la loro bandiera. Insomma, il problema sono solo i calabresi che ancora non si decidono a cambiare mentalità! Giuseppe Giarmoleo

U CINEMA NOSTRU (l'Apollo) Tra u mercatu e a viglietta, e du corsu girandu N'cera u centru i Sidernu pe nnui giuvani i tandu

Istituto Istruzione Superiore “Guglielmo Marconi” di Siderno per il corrente anno scolastico, nel contesto dell’Area “Rispettiamo” del PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa), referenti le docenti Elisa D’Arenzo e Maria Sciarrone, ha inteso programmare un percorso progettuale ambizioso, impegnativo, per dire no alla violenza nelle sue molteplici accezioni. Trattasi, invero, di una tematica che l’istituto, sotto la guida di Clelia Bruzzì, nel suo duplice ruolo di Dirigente scolastico e componente dell’Osservatorio Regionale contro la violenza, già da alcuni anni ha posto al centro della formazione dell’allievo, attraverso approfondimenti didattici e iniziative concrete che hanno visto gli alunni interfacciarsi con soggetti istituzionali, realtà associative e vari professionisti. Il contrasto alla violenza necessita di un gioco di “squadra”; bisogna creare e fare “rete”, come emerso dagli autorevoli interventi durante l’evento formativo, dal titolo “Violenza assistita e minori”, cui ha partecipato la scuola, promosso dall’Osservatorio Regionale a Palazzo Campanella lo scorso 23 novembre. L’Istituzione Scolastica, dunque, ponendosi in soluzione di continuità e mettendo in cantiere un percorso progettuale che, si auspica, possa essere condiviso da altre realtà scolastiche operanti sul territorio, ha ascoltato in Aula Magna - così celebrando la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne - la testimonianza della psicologa Teresa Stimolo, responsabile dello sportello di Ascolto di alcune scuole della città di Cosenza, l’avvocata Carmela

L’

Leonarda D'Agostino, Clelia Bruzzì, Maria Sciarrone, Elisa D'Arenzo

Neri, componente del COA di Locri, Carla Sorgiovanni, referente regionale Save the Children e Franca Milazzo, della commissione Pari Opportunità della Regione Calabria. Il dirigente scolastico Bruzzì, che ha fortemente voluto questa iniziativa come incardinata in un percorso che deve diventare il modus vivendi e operandi della propria comunità scolastica, ha sottolineato il ruolo fondamentale che la scuola riveste nella prevenzione e nel contrasto di questo drammatico fenomeno, uniformandosi alla necessità di fare “rete”, rete di interventi per riconoscere le vittime e proteggere i bambini dalla violenza assistita. La sensibilità e l’interesse degli allievi sono stati sicuramente la cornice più importante e significativa, per confermare la valenza di tali iniziative. Gli allievi sono stati i veri protagonisti, autodeterminandosi nell’elaborazione di un pensiero diventato

UNA SERATA TRA LE “STELLE D'ORIENTE”

"Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà"... così disse qualcuno molto tempo fa! Era u Cinema Apollu, nu giganti potenti Che poi questo Dio sia identificato come il Monumentu i Sidernu, cori randi n'ta' nnenti Grande Architetto dell'Universo nulla cambia... anzi! Mastru Carru n'ta porta Necessaria questa breve premessa per racN'te biglietti u Toninu contare lo stato emozionale in cui mi sono N'di laprivunu u mundu trovato il 18 Novembre 2018 a una certa A nu bbonu distinu ora dopo il vespero, nella città di Catanzaro, ospite nel sito delle "Stelle Chi ricchizzi e trisori gliani ad'inta scuprimma d'Oriente". La dottoressa Bruna Filippone, Quanti urati filici, con dovizia di particolari storici pregevoli, quanti amici trovamma ci ha intrattenuto su di un tema fascinoso e bello: “La Donna e il Tempo”. Tanta genti ricordu ed a menti s'affuglia L'atmosfera magica ha coinvolto tutti, sia E tra i tanti l'Adorfu cu carrettu da caglia per il tema affrontato che per quelle energie invisibili ricche di un carisma comunicaQuandu u film finia e nescevumu fora tivo, che diffondeva bellezza e armonia. Ripigghiavumu i senzi, n'di tornava a palora L'ascolto è stato attento e consapevole, Ripensavumu a tutti gli mundi fatati dando spessore come fa il "lievito", per aiuPistolati o sordati od amuri finuti tare l'anima a ingigantirsi in spazi sempre più ampi e fascinosi. Si è parlato di Lei, la Mo' daveru finiu Donna, l'antica Eva, la Genitrice, Gea, chist'amuri di tandu l'Idea Archetipa Primigenia da cui tutto Sulu tanti ricordi quandu vaiju passandu nasce e si evolve. E poi? Poi tutto il resto, e no scordu i mumenti luntani o vicini con il fascino da una parte e la tristezza dalNostalgia chi mi strudi, l'altra. Tristezza per la realtà quotidiana, Malincunia n'zini fini. che spesso oscura ogni via di uscita, la violenza non è ammessa: il dialogo e il conMartin 2017 fronto civile fanno crescere, la violenza preclude ogni forma di sviluppo, su quei percorsi formativi che l'uomo e la donna inseguono da sempre. L'Ordine delle "Stelle d'Oriente" è una scuola iniziatica che si propone ideali e finalità di perfezionamento spirituale e sociale, per il conseguimento di una società in cui siano abolite l'ingiustizia, l'ignoranza, la miseria e ogni forma di discriminazione. La stella a cinque punte nella sua simbologia convive con cinque nomi di donne tratte dalla Bibbia e dalla Storia: Ada, Ruth, Esther, Marta ed Eletta, sono simboli di Lealtà, Fraternità, Rettitudine e... Amore. Sono le guide verso la Verità e la Luce, con il sostegno della Ragione, e con l'impegno continuo della solidarietà e fraternità.

Il 18 Novembre a Catanzaro si è parlato di Lei, la Donna, l'antica Eva, la Genitrice, Gea, l'Idea Archetipa Primigenia da cui tutto nasce e si evolve. E poi? Poi tutto il resto, con il fascino da una parte e la tristezza dall'altra.

C'è un ambito che sfora qualsiasi logica matematica e la stessa razionalità rimane spesso a guardare dalla finestra. Questo è l'ambito della complementarietà, conditio sine qua non per entrare in quell'equilibrio necessario, affinché l'armonia sopravviva su tutto. L'Uno sarebbe sterile senza il Due, e senza la loro unione non ci sarebbe il Tre, da sempre simbolo di perfezione. Riflettiamo su questo concetto: il femminile, e quindi la Donna, seguendo la sua natura lunare, e quindi umida, riflette e arricchisce il maschile, e quindi l'Uomo, luce solare e secca. L'Uno e il Due altro non sono che due metà, dalla cui unione nasce il Tre, che racchiude la vita sulla terra nel suo eterno divenire. Solo su questo percorso si può costruire quel tempio dentro e fuori di noi, in un tutto armonico, dove la Fratellanza sconfina in quell’"Oltre" inseguito, alla ricerca dell' "origine intelligente". La ritualità in cui hanno operato le "Stelle d'Oriente" è stata coinvolgente, così come la loro Worthy Matron, Madia Rosarina. Ai saluti dei vari dignitari e rappresentanti regionali sono seguiti alcuni interventi sul

tema, che hanno arricchito la serata, durante la quale si è intravisto quell'albero della speranza ricco di fiori colorati, che nella loro evoluzione metaforica si trasformeranno in saporosi frutti per cibare il corpo e l'anima. Tra gli ospiti del versante ionico c'erano Severina Carteri, Mimmo Carteri, Palma Comandè, Nicodemo Vitetta e Giuliano Zucco, che hanno dato un generoso contributo alla serata con le loro considerazioni sagge ed erudite, coinvolgendo i presenti in un crescendo di plausi ricchi di gioia e serenità. Un grazie alle "Stelle d'Oriente" per quello che fanno e faranno ancora nel sociale, inseguendo tra l'altro la Pace, la Giustizia e la Legalità, valori di cui tutti ci dobbiamo riappropriare, per andare ancora più lontano. Il messaggio è stato chiaro e preciso: "Migliorare se stessi per migliorare gli altri", e forse, dico forse, l'Umanità tutta potrà vivere e convivere nella serenità e nella gioia. "A woman, a star" disse qualcuno, e io aggiungo "ad maiora semper" care "Stelle d'Oriente", antiche Vestali depositarie di quel grande segreto che in ogni lingua si chiama Amore. Giuliano Zucco

laboratorio teatrale, brillantemente guidati dalle docenti Francesca Bellantone e D’Agostino Leonarda. Per l’occasione è stato realizzato un video, tratto da una storia vera, il cui titolo, “Il Danno Invisibile”, è stato scelto da un allievo. Il video, oltre a trasmettere le emozioni di una giovane vita provata dal dramma intrafamiliare, ha evidenziato il ruolo che la scuola può e deve avere, così come individuato dagli stessi discenti: “... l’amorevole autorevolezza con la quale la scuola mi ha condotto per mano, mi ha fatto comprendere che la vita è difficile, ma non squallida, non degradata moralmente... voglio vivere la vita, voglio amarla...”. Una riflessione che consente con orgoglio di affermare che tanto ancora deve essere fatto, ma che tanto è stato già fatto in modo produttivo ed efficace. Filippo Sorrenti IV L SIA

Siderno: domenica prossima un convegno sulla coltivazione del bambù gigante Domenica 16 dicembre, alle ore 18, presso il Club Paradise Restaurant sito sul Lungomare delle Palme di Siderno, si terrà il convegno “La coltivazione del bambù gigante - Una rivoluzionaria risorsa per chi vuole diversificare in agricoltura in una coltivazione eco-sostenibile e remunerativa”, presentato da Consorzio Bambù Italia e OnlyMoso. Interverranno l’Area Manager Vivai OnlyMoso Agostino Musolino, e i Responsabili Commerciali Vivai OnlyMoso Maurizio Vallelonga, Antonio Iaropoli e Antonio Brizzi, che elencheranno le caratteristiche botaniche e agronomiche del Bambù, ne illustreranno la tecnica di coltivazione, presenteranno informazioni Commerciali per la realizzazione di una piantagione di Bambù gigante e la Mission e attività svolte dal Consorzio Bambù Italia. Al termine della presentazione sarà dato spazio alle domande del pubblico e si effettuerà una degustazione di germogli di bambù.




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33 anni, romano, fotografo professionista. Spesso lascia la capitale per raggiungere e immortalare, con la sua macchina fotografica, gli spettacolari paesaggi presenti in Calabria.

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Bachiorri: il fotografo dei Vip, innamorato della Calabria “Il mio sogno, per il futuro, è riuscire a realizzare dei documentari che parlino di arte e di storia. Mi sto avvicinando sempre di più al mondo del video e della regia e la Calabria potrebbe essere un’ottima protagonista per realizzare i miei progetti”.

Alessandro Bachiorri è un fotografo professionista romano, 33 anni ma già, alle spalle, molta esperienza nel campo televisivo, musicale, editoriale. Collabora con diverse società di produzione, etichette discografiche, uffici stampa e con la Film Commission per eventi cinematografici. Spesso lascia la capitale per raggiungere e immortalare, con la sua macchina fotografica, gli spettacolari paesaggi presenti in Calabria. Com’è nata la tua passione per la fotografia e cosa rappresenta per te? La passione fotografica nasce durante la mia adolescenza. Mi interesso alla fotografia muovendo i primi passi tra blog e forum fotografici. Dopo il diploma, mi sono messo alla ricerca di un lavoro che, seguendo la mia passione, lo cerco come fotografo e lo trovo. Oggi, col senno di poi, mi rendo conto di quanto sia stato fortunato e di come si sia evoluto il tutto. Ho sempre cercato di allargare la mia fotografia in tutti i settori possibili, perché è un ambiente vastissimo. Tanti sono stati i sacrifici, ma sono felice di fare quello che ho sempre sognato. Sei stato soprannominato “il fotografo dei Vip”, come ti sei avvicinato a questo mondo? Ho iniziato a 22 anni col primo servizio per un personaggio noto, dovevo fotografare Barbara Chiappini e tremavo… Ma andò bene! Poi con il

passaparola e lavorando assiduamente sono arrivato a diventare fotografo di scena per diverse produzioni TV, con cui collaboro attivamente. Il fattore più importante, in questo lavoro, è il rispetto nei confronti di chi stai fotografando. Per chi inizia, consiglio di non demordere, c’è dietro tantissima gavetta, ma a forza di lavorare prima o poi l’occasione arriva. Occorre tanta pazienza e determinazione, anche per sopportare le numerose discussioni con il partner, perché non ti vede quasi mai. Spesso lasci i Vip nella capitale e corri a fotografare i paesaggi calabresi. Quali sensazioni hai ricevuto da questa Terra e dove hai svolto i tuoi lavori? La Calabria è un luogo che adoro, ricchissimo a livello paesaggistico e culturale. Recentemente ho fatto dei servizi a Crotone e Isola di Capo Rizzuto, ma ho visitato anche Tropea e Pizzo. Sono fortunato, perché ho la possibilità di viaggiare molto per lavoro e ogni volta che mi capita un servizio in trasferta, in questa Regione, ho già la valigia pronta. Com’è iniziata la tua scoperta della Calabria? C’è qualcosa dei luoghi e delle persone, in questa Regione, che ti hanno colpito? Ho avuto modo di visitare varie zone della Calabria, sicuramente quello che più mi ha colpi-

to è stata la varietà del territorio, adatto sia per chi ama il mare e sia per chi adora le escursioni montane e può trovare nel Parco dell’Aspromonte paesaggi ameni, ricercati anche fotograficamente. Personalmente sono un tipo abbastanza riservato, che preferisce di gran lunga la spiaggia sperduta e sconosciuta alle zone conosciute e affollate, e in Calabria è possibile trovare ambedue. Riguardo alle persone rimango affascinato dalla potenza della tradizione calabrese, ho partecipato due volte alla sagra della “nduja”, ed è stata un’esperienza fantastica. Da persona che vieni “da fuori” cosa pensi dell’immagine negativa che alcuni vogliono affibbiare alla Calabria? Posso dirti che le persone più di successo, a livello imprenditoriale, che conosco sono calabresi. Il carattere calabrese è tenace, determinato e propositivo per cui, nella mia esperienza, non vedo negatività in questa Terra. Che interpretazione dai al mondo in base alla tua sensibilità? Ultimamente penso che il problema principale delle persone sia la fretta, tutto si fa all’ultimo momento, senza una programmazione. I cellulari che dovrebbero aiutarci a gestire più cose, in realtà ci fanno perdere più tempo. Ho imparato che se ho consegne urgenti, il telefono lo lascio

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spento. Senti, a volte, il bisogno di dissociarti dal mondo? Sì, vivendo sempre a contatto con la gente cerco di ritagliarmi del tempo per poter stare da solo, quando posso. Mi piace la solitudine, stare un po’ con me stesso e godermi la natura. Penso che le migliori idee nascano quando la mente è libera. Quale lavoro, intrapreso in questo periodo, ti ha regalato maggiori soddisfazioni? Diversi, ma se dovessi sceglierne uno direi il lavoro che svolgo per la Film Commission, che mi dà la possibilità di trovarmi davanti a grandissimi attori e registi per fotografarli, intervistarli, ascoltare i loro consigli e capire un po’ di più quel mondo. Quali sono i tuoi prossimi progetti e quando ritornerai in Calabria? Il mio sogno, per il futuro, è riuscire a realizzare dei documentari che parlino di arte e di storia. Mi sto avvicinando sempre di più al mondo del video e della regia e la Calabria potrebbe essere un’ottima protagonista per realizzare i miei progetti. Alessandro Bachiorri, richiestissimo dalle celebrità, ha trovato in Calabria, grazie alle sue meraviglie naturali, il posto perfetto per realizzare servizi da Oscar. Rosalba Topini

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Ariete Buone notizie questa settimana per il tuo segno: a partire da giovedì il pianeta Mercurio tornerà ad agire in tuo favore! Aspettati presto delle belle novità in ambito lavorativo. Domenica, poi, sarà una bella giornata per quanto riguarda gli incontri.

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Domenico e Alina Domenico Sisto posa a Radio Capital assieme a Marina Rivera, compagna di Luis Bacalov, autrice delle “Avventure di Alina”, al termine della presentazione del libro dell’autrice ai microfoni del noto canale radiofonico.

San Luca vittorioso I giovani di San Luca hanno vinto la partita di Calcio contro il Bocale e festeggiano tutti insieme nello spogliatoio una partita che vuol dire molto per questi giovani figli del paese di Corrado Alvaro.

Risolleviamo la testa Michele Vumbaca e Alfredo Antico, due nomi storici dell’imprenditoria sidernese accomunati peraltro dalla quantità di capelli che si ritrovano in testa, si abbracciano sul corso pensando a come risolvere la crisi socioeconomica che attanaglia la nostra città.

Cucina internazionale Il principe Alberto II di Monaco, durante la “Settimana dell’Alimentazione Italiana nel Mondo”, si delizia con le bontà aspromontane dell’azienda di Canolo, portate durante l’evento dal nostro Antonello Stilo.

Passo del Gambero Peppe, Salvatore e Stefano sono i tre volti che vi accoglieranno al “Gambero Rosso” di Marina di Gioiosa Ionica. Non fatevi ingannare dal sorriso scanzonato: la loro professionalità lascerà a voi un gran sorriso sulle labbra.

Gemelli Purtroppo questa settimana il pianeta Mercurio entrerà in opposizione al tuo segno… A partire da mercoledì potresti incontrare qualche ostacolo in più sul tuo percorso, soprattutto in ambito lavorativo. Giovedì e venerdì saranno le giornate più pesanti. Cancro La tua settimana non comincia nel migliore dei modi: la luna in opposizione nella giornata di lunedì ti fa sentire stanco e stressato. Non preoccuparti: andrà meglio nel resto della settimana. Giornate fortunate quelle di giovedì, venerdì e sabato. Leone La tua settimana avrà una prima parte piuttosto tesa, per poi migliorare a partire dalla giornata di giovedì, quando Mercurio tornerà a sorriderti. Martedì e mercoledì saranno due giornate molto pesanti, in cui potresti vivere momenti di alta tensione. Vergine Questa settimana il pianeta Mercurio ti volterà le spalle: a partire dalla giornata di giovedì, potrebbero nascere delle difficoltà sul lavoro. Giovedì, venerdì e sabato la luna opposta aumenterà il tuo malumore. Per fortuna Venere ti tira su il morale. Bilancia A partire dalla giornata di giovedì potrai contare sul favore di Mercurio, pronto a regalarti tante belle novità e sorprese a non finire. Niente paura, allora, se la settimana non sembrerà cominciare benissimo, con un lunedì piuttosto giù di tono…

Quel futuro? Giacomo Crinò, Marco Siclari e Rocco Mazzaferro, si incontrano a Gioiosa Ionica durante un incontro che ha cercato di illustrare le cause del disastrato stato della politica… locale e nazionale. Mistero sulle soluzioni proposte per risolvere la crisi.

Idee dalla capitale La nostra Antonella Sotira posa assieme al titolare de “L’isola della Pizza”, noto locale di Roma, dopo un’accurata degustazione dei prodotti proposti dal locale e con una buona dose di idee da portare ai nostri ristoratori.

Misterioso convivio Gaetano Vumbaca, Francesco Sculli, Fabio Laganà, Ivan Ciaccio e Alberto Crupi, siedono a questa bella tavolata del Gambero Rosso di Marina di Gioiosa Ionica assieme alle rispettive compagne, Mariella, Eulalia, Giusy e Carmen durante un’animata discussione sul cui tema vige ancora oggi il massimo riserbo…

Toro A partire dalla giornata di giovedì, non avrai più il pianeta Mercurio in opposizione: riuscirai finalmente a lasciarti alle spalle le difficoltà dell’ultimo periodo e una situazione che ti sta a cuore potrà sbloccarsi. Ma attenzione sul fronte sentimentale!

Scorpione Approfitta della congiunzione di Mercurio per farti avanti, soprattutto in ambito lavorativo: fino a giovedì, i tuoi progetti e tutte le tue iniziative saranno premiate, dopo potresti incontrare qualche difficoltà in più. Super-favorito anche l’amore. Sagittario Sono in arrivo splendide notizie per il tuo segno! A partire da giovedì, infatti, il pianeta Mercurio entrerà in congiunzione, dando inizio a un periodo fortunato sotto il profilo lavorativo e relazionale. Attenzione, però, a giovedì, venerdì e sabato. Capricorno La tua settimana comincia alla grande, con una bellissima luna in congiunzione che ti regalerà un lunedì davvero speciale! Venere favorevole porta tanta serenità e comprensione nella tua vita di coppia, mentre Mercurio a inizio settimana facilita gli affari.

Un 18º da ricordare Domenico auguri per i tuoi 18 anni! Ti auguriamo tanta felicità, a te che per noi sei e sarai sempre la nostra gioia più grande. - La tua famiglia

Acquario Se sul fronte sentimentale continui a vivere un momento piuttosto delicato, in cui la tensione col partner sembra essere alle stelle, su quello lavorativo le cose miglioreranno: a partire dalla giornata di giovedì, Mercurio tornerà ad agire in tuo favore. Pesci A partire dalla giornata di giovedì non potrai più contare sul favore di Mercurio: nelle prossime settimane ti troverai a dover affrontare qualche complicazione. Sul fronte sentimentale continua un periodo di idillio al fianco di una persona speciale.




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