Riviera n°07 del 16-02-2014

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Credo di non aver capito bene il contenuto di un lungo rapporto di polizia giudiziaria di poco meno di 2.000 pagine, da cui scaturisce l’operazione “Inganno”. Credo. Nel caso, però, in cui la mia interpretazione fosse quella giusta, la notizia sarebbe tale da meritare la prima pagina dei quotidiani nazionali. L’inclusione dell’ex super prefetto Luigi De Sena, già vice capo della polizia e senatore della Repubblica, in un elenco di 53 persone, trasmesso ai pubblici ministeri della direzione distrettuale antimafia è, in sé, una notizia inquietante e clamorosa nello stesso tempo. pag. 8/9



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CONTROCOPERTINA

Il

FRANCESCO LESCE rischio di distorcere il significato delle foto di Angelo Maggio sul Non Finito è talmente alto da invogliarci a dire subito cosa esse non sono: a) non sono foto sull'abusivismo edilizio; b) non sono foto sulle bruttezze del territorio; c) non sono foto di semplice denuncia. Ma allora di che si tratta? Per capirlo partiamo qui: l'opera di Angelo non nasce da alcuna ossessione estetizzante tipica dell'era di vuoto che noi tutti viviamo. Il senso delle sue immagini appartiene semmai alla sfera dell'etica. L'estetica parla la lingua del bello e del brutto, del gradevole e dello sgradevole. L'etica parla invece del buono e del cattivo, dell'estraneo e del familiare. L'opera di Angelo ci pone così di fronte a vari interrogativi: com'è potuto accadere che l'estraneo sia divenuto familiare? E perché ciò che dovrebbe perturbare ci rende indifferenti? Da dove nasce l'assuefazione ad un mondo fatto di aspettative deluse? Angelo vede quel che c'è prima del degrado: una tempesta di modernità e cemento che ha reso l'abitare un fatto eticamente mostruoso. L'hotel non finito (ma funzionante) lungo la costa tirrenica, i manifesti elettorali tra le macerie con candidati politici che promettono la tutela del territorio, Miss Italia che sfila tra i palazzi sventrati di Sinopoli delineano una situazione nella quale l'estraneo è divenuto familiare e quindi irriconoscibile. Come se l'estraneità, che un tempo i codici simbolici trattenevano fuori dai confini del mondo abitato, fosse divenuta parte integrante della nostra quotidianità, cessando così di svolgere la sua funzione perturbante. Ecco perché la visione di queste foto genera in chi le osserva una specie di «sospensione», una paralisi della mente, un'epoché. Al limite, poi, i disillusi reagiscono con un «e quindi?»; gli intellettuali strabici discettano sul degrado urbano; i nuovi performer vi scorgono un nuovo stile architettonico; e gli antropologi sonnecchiano annichiliti fra le macerie di un altro borgo abbandonato. (foto Angelo Maggio)

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Alla Bit di Milano la Calabria vende i pacchetti Expo 2015 www.rivieraweb.it

PRIMO PIANO

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ECONOMIA

BUONA SANITÀ

Il gastroenterologo Zagari chiamato all’università di Leeds Maurizio Zagari è un gastroenterologo di fama, originario di Sant’Ilario dello Ionio, che di recente si è trasferito presso l’Università di Leeds in Inghilterra per dedicarsi allo studio della frequenza e dei fattori di rischio della malattia da reflusso gastro-esofageo, dei disturbi digestivi (dispepsia) e delle condizioni precancerose dello stomaco. A dicembre dell’anno scorso è stato insignito presso l’Università di Leeds del prestigioso Master in Epidemiologia e Biostatistica. Insomma, uno di quei luminari di cui la nostra regione può andare fiera. Zagari è un figlio d’arte, il padre svolgeva l’attività di medico di famiglia proprio a Sant’Ilario. Zagari è professore associato di Gastroenterologia presso il dipartimento di Scienze mediche chirurgiche-Dimerc della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna. Svolge attività di ricerca, con circa quattrocento pubblicazioni al suo attivo su riviste scientifiche nazionali e internazionali di alto livello, oltre ad aver scritto numerosissime monografie e capitoli di libri.

La nostra regione è stata protagonista alla Borsa internazionale del Turismo di Milano. Scopelliti: «Abbiamo risposto nel modo migliore per aumentare i flussi turistici»

Alla Bit di Milano la Calabria ha venduto i pacchetti turistici “Expo 2015”. Anche quest'anno la nostra regione è stata protagonista alla Borsa internazionale del Turismo di Milano con un proprio stand di 600 metri quadrati, per promuovere la “Destinazione Calabria” puntando sui tre principali segmenti legati al brand turistico: mare, natura e cultura. Gli operatori turistici calabresi hanno avuto l'opportunità di partecipare al nuovo workshop “Bit BuyExpo 2015”. E hanno già in programma un'agenda di circa 800 incontri, per avviare una contrattazione proficua. Oltre che per la ricchezza culturale e artistica conosciuta in tutto il mondo, la

Calabria è stata vantata alla Bit di Milano per la sua famosa e millenaria enogastronomia: non per niente i prodotti tipici locali sono famosi in tutta Italia, dalla preparazione dei dolci a quella del pesce, della carne e delle spezie. Il Dipartimento Turismo regionale ha presentato il “XIII Rapporto sul Turismo in Calabria”, con una dettagliata analisi sull'andamento del movimento turistico: la Calabria è la sola regione italiana ad avere i dati aggiornati dell'anno precedente già alla Borsa Internazionale del Turismo. Soddisfatto il governatore Giuseppe Scopelliti che ha rilevato come il «governo regionale considera il turismo uno dei set-

tori strategici per lo sviluppo economico della Calabria e ha individuato una serie di interventi a sostegno alla crescita del comparto. Questa amministrazione - ha aggiunto - ha risposto in maniera efficace alla necessità di definire modalità adeguate per aumentare i flussi turistici e ha puntato, con convinzione, a promuovere l'offerta turistica calabrese nelle principali fiere mondiali di settore, creando le condizioni per rafforzare le strategie di promozione e di miglioramento della cultura dell'accoglienza che hanno già prodotto effetti concreti e rappresentano la strada giusta per continuare a incrementare la presenza di turisti nel nostro territorio».

IL CASO

“CORSERA E RIVIERA”

Una casa per la biblioteca di Siderno

Con le donne di montagna, il territorio ci guadagna

L’

associazione Amici del libro e della biblioteca, mercoledì 12 febbraio 2014, ha incontrato i commissari Cacciola e Pitaro e con il presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, l’assessore Gaetano Rao, i consiglieri Loiero e Campisi, oltre al funzionario responsabile ingegnere Mezzatesta. Lo scopo di questo rendez-vous con gli amministratori è stato di far visitare i locali dell’Istituto per geometri e del Liceo artistico di Siderno. In una precedente visita del presidente lo stesso si era detto disponibile a risolvere il problema della bibblioteca, ed a convocato questa visita a tal fine. Gli Amici del libro si erano preparati e avevano già protocollato e depositato in comune la richiesta di concessione dei locali, ritenuti da tutti

Il presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, in visita al Liceo artistico e all’istituto per geometri di Siderno. I due stabili dovrebbero ospitare la biblioteca e l’Ipsia

idonei ad ospitare la biblioteca di Siderno, ormai trasferita a Siderno superiore in locali non idonei da mesi. Le aule chiuse e inutilizzate dell’istituto per geometri potrebbero essere il luogo adatto per dare riparo ai testi che cercano un riparo confor-

tevole. E la struttura sarebbe anche dotata di un’ampia aula magna, ideale per ospitare lectio magistralis e convegni. Durante questa visita è stata portata all’attenzione del presidente della Provincia anche il problema di locazione dell’Ipsia di Siderno facendo notare che il piano terra del geometra poteva ospitare anche la scuola. Entrambe le idee sembrano essere state accolte positivamente da parte della Provincia. Il gruppo ha visitato inoltre i locali del Liceo artistico che sono tutt’ora occupati dalla scuola e in perfette condizioni. Quindi non sono in sostanza liberi e il corpo docente non sembra proprio propenso ad andarsene in vista di un eventuale accorpamento.

L’interesse suscitato da un reportage del nostro settimanale sulle donne di Canolo a firma di Eleonora Aragona ha attirato l’attenzione del collega Carlo Macrì del “Corriere della Sera “ che ha rilanciato in ambito nazionale la notizia che anche qui in Calabria, e nella Locride, esistono risorse spesso non valorizzate che meriterebbero maggiore attenzione da parte della politica e dal mondo dei media. Il nostro obiettivo (e quello di Rosario Condarcuri che per primo è stato l’ideatore di quel servizio) finalizzato a veicolare il messaggio che la Locride non è solo ndrangheta o malaffare ma anche terra di sacrifici, laboriosità e attaccamento alla famiglia , è stato premiato con un riconoscimento importante quale la pubblicazione sul secondo più diffuso quotidiano nazionale. Carlo Macrì non menziona “Riviera” nell’articolo ma siamo sicuri che l’ha fatto perché su questi temi così delicati non ci debbano essere primogeniture ma solamente un unico obiettivo: trasformare la comunicazione del nostro territorio e indirizzarla su nuove e ben delineate direttive che mirino solamente ad evidenziare quanto di “positivo” esiste nella Locride. Antonio Tassone



PRIMO PIANO

L’ INCONTRO 9 febbraio 2014

F

orse sono quei brividi di freddo che prendono appena usciti da un'anestesia o magari le fascicolazioni muscolari degli impiccati al loro ultimo respiro. Vivere o morire? Questo deve decidere Siderno. Chiamata a raccolta dalla nostra testata, “Riviera”, e dall'associazione “L'Eco di Siderno”, per discutere su come uscire dallo stato di coma, la cittadinanza non è parsa in grado di guardarsi allo specchio. Forse ci servirebbe qualche afflizione in più: commissariamento, dissesto e distruzione del lungomare non sembrano traumi abbastanza forti per destare un rigurgito di autocoscienza da parte dei sidernesi. Una mattinata tutta da leggere tra le righe, pesando gli interventi come maiali morti, facendo tare, sottrazioni e addizioni. Passi per gli interventi dettati dalla scarsa autocoscienza, dall'indifferenza e - diciamolo - dalla disinformazione, si sono lette opinioni ancora legate al mondo del politicismo più superficiale, indirizzato al mantenimento di una posizione sociale. I sidernesi sono merce scadente, ancora legati a questioni di campanilismo più ottuso, totalmente privi di una visione più ampia della situazione economica e politica che ha dominato l'Italia per decenni, e di cui oggi paghiamo le spese. Mettere in sicurezza il lungomare con le transenne, chiudendolo al traffico, come ha proposto il sottosegretario Dima all'assemblea dei sindaci il 5 febbraio? Esattamente ciò che sperano di fare i commissari e i vari assessorati, per spendere poco, impiegando personale comunale, e accantonare il problema fino quel tanto che basta per scaricare la patata bollente o che un'altra mareggiata non si porti via ciò che resta del Lungomare e qualche casa. Lo stato di calamità naturale? Mi dispiace, non c'è stato mais divorato dalle locuste, nessun agrumeto allagato, e poi, non c'è stato il morto. Eh! Senza il morto pretendiamo lo stato di calamità? Ma che esosi! Non ci rendiamo conto che l'Italia pagherà i danni al Centro-Nord, e che li pagherà con i nostri soldi? Con la Tares, la mini-Imu e le bordate che seguiranno? Il commissariamento di Siderno, e via via di tutti gli altri comuni della Locride? Dopo anni e anni di autoflagellazione non siamo in grado di capire - o forse di dirci in faccia - che si trat-

L’analisi dell’incontro tenutosi domenica 9 febbraio all’Ymca. «Forse ci servirebbe qualche afflizione in più: commissariamento, dissesto e distruzione del lungomare non sembrano traumi abbastanza forti per destare un rigurgito di autocoscienza da parte dei sidernesi»

Una Siderno in coma si guarda allo specchio ta di precisi meccanismi della politica italiana tesi ad escludere totalmente le regioni del Sud dalla rappresentanza nazionale? Il dissesto? Un atto voluto dai commissari, a quanto detto, senza mezzi termini, dal senatore Pietro Fuda, che non ha avuto parole di elogio neanche per la Sorical. Una cosa è certa, dopo oltre un secolo di comportamento predonesco da parte del sistema consumista-liberista, solo

adesso i più illuminati si rendono conto che siamo legati l'uno all'altro con le braccia dietro la schiena, e che per rialzarsi o muoversi bisogna camminare tutti insieme, allo stesso passo? S'è parlato tanto di ripascimento artificiale delle spiagge, ma questo non può essere un atto localizzato a pochi comuni. Bisogna pensare a tutta la costa, da Monasterace fino a Bovalino. Capire che se la montagna frana a Caulonia, prima o poi franerà anche a Locri.

Ma i sidernesi vogliono la priorità, e Pietro Crinò alza di un tono la voce, con timbro tenorile, nel concederla, come fosse ad un comizio. Chissà in che cosa consisterà questa “priorità”? Nelle transenne? Ma rimangono due problemi gravi: quello idrogeologico, diga in primis, e quello finanziario. Solo da un paio di voci è arrivata la conferma del fatto che Siderno non ha ancora presentato un Piano Strategico, attraverso cui passano

tutti i soldi nazionali ed europei, e che molto probabilmente non lo presenterà, perché la scadenza è fissata per giugno. Una cosa è chiara: se la cittadinanza non fa sentire fieramente la sua voce, nulla cambierà. A noi le transenne, a Pavia ammodernamenti per il ponte sul Ticino. Non c'è più nessuno a vegliare su di noi, siamo completamente soli, e non abbastanza arrabbiati. L.Z.


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Progetto di massima per ricostruire il lungomare: 5 milioni 8 pennelli

Mercoledì mattina un gruppo di tecnici, il professore Filianoti e il presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, hanno fatto un secondo sopralluogo sul lungomare devastato. Il presidente Raffa intervistato da Antonio Tassone ha annunciato che d'intesa con l'autorità di bacino regionale è stato già stilato un progetto di massima. Sono stati chiesti 4 milioni di euro per realizzare 8 pennelli sul lungomare e 1 milione per il ripascimento della spiaggia. Questa pratica, definita con la Regione, è già al vaglio del ministero a Roma. «Sta adesso a noi e alla nostra classe politica che questo progetto sia finanziato. Permettendo quindi di partire subito con i lavori. Anche se dal punto di vista tecnico non so se riusciremo a recuperare questa stagione balneare» ha aggiunto Raffa.

PIETRO FUDA non lo dice ma lo fa intendere: «A Siderno ha fatto più danni lo scioglimento del consiglio che il maremoto» Un dialogo sulla politica paesana, un dissesto scellerato e un cartellino rosso estratto per le ultime amministrazioni cittadine. ERCOLE MACRÌ Commissari e fiumare: due parole per descrivere le calamità che hanno messo in ginocchio la capitale commerciale della Locride, che l’hanno privata della democrazia e del lungomare. Pietro Fuda è uomo d’analisi, un ingegnere che va al sodo. Davanti ai locali dell’Ymca, la scorsa domenica, qualche minuto dopo aver concluso il suo intervento nel “summit” organizzato dall’“Eco di Siderno” e dal nostro settimanale rimane concreto, traccia la causa post disastro, si scaglia, alla vecchia maniera, contro la logica che ha alienato la sua comunità. Pane al pane, vino al vino: «I commissari di Siderno dovrebbero costituirsi contro gli enti (provincia e regione, ndr) che hanno disposto di prelevare gli inerti dalla fiumara del Torbido, una mano-

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missione che ha portato alla distruzione del litorale sidernese. Bisogna chiedere il risarcimento del danno. Gli inerti utilizzati per l’importante Diga sul Lordo prima e per la statale 106 dopo andavano prelevati dalle cave di prestito. Una scelta scellerata? «Le fiumare, il Torbido più del Novito, garantivano equilibrio al tratto di Jonio sidernese. Ora qui sbanda tutto... e il fenomeno dell’erosione non si fermerà al fronte mare sidernese». Pietro Fuda va per andarsene, prima del pranzo della domenica, ha un altro impegno. Lo blocco. E la politica paesana? « Non mi fare parlare, altrimenti non trema solo il fronte mare, ma pure la montagna». Pietro Fuda sfiata, poi accenna la sua grande delusione con una domanda e in dialetto: «Ma quali politica?» Acconsento fino a un certo punto, ma mi riservo di interpretare il pensiero di un vulcano in movimento che, secondo me, avrebbe voglia di sparare lava contro chi ha creato l’attuale senso di vuoto; contro l’inefficienza, l’incompetenza e anche contro quella gente della Locride, e non solo di Siderno, che ha smesso di indignarsi. «Le onde che hanno colpito il nostro lungomare sono niente al confronto dello scioglimento del consiglio e della burocrazia prefettizia», pensa Pietro Fuda senza affermarlo, ma facendolo solo intendere. Ma l’eruzione è lì, sulla punta della lingua dell’ingegnere. La sento, quindi riprovo con un’ultima domanda (che si trasformerà in una batteria finale) sperando attraverso questo tentativo last minute di far incontrare almeno una mezza conferma ai miei pregiudizi. C’è una logica che sta portando a considerare i sidernesi una preda, qualcuno sta andando a caccia dei sidernesi, senatore? «Non mi risulta. Nessuno spara sui morti. Il dissesto comunale è già di per sé una sepoltura». La fine? «Guarda, a Reggio hanno agito differentemente. La triade commissariale, dopo che la Corte dei Conti, senza se e senza ma, ha ordinato il dissesto, ha interpretato l’ordinanza in modo diverso. Non ha obbedito all’autorevole nero su bianco, ma è andata negli uffici del ministero per evitare il crack. La Corte dei Conti su Siderno non ha espresso un ordine perentorio, la stessa gravità. Ha parlato, mettendola in evidenza, di cattiva amministrazione per quanto attiene la riscossione dei residui attivi. Cattiva amministrazione sia quella fuoriuscita dalle urne che quella dei commissari». Eutanasia, i commissari hanno voluto staccare la spina? «Che necessità c’era di pagare tutto il debito nei confronti della Sorical? La Corte dei Conti ha dichiarato che le tariffe applicate sono illegittime». Quindi? «Tutti gli altri comuni hanno proposto una transazione al 50 per cento» Se chi ha amministrato ha fallito e se il comune di Siderno è stato sciolto per mafia, la Prefettura dovrebbe confezionare, prima della prossima tornata elettorale, due diversi tipi di incandidabilità per i responsabili? «A prescindere dalla Prefettura, che dovrebbe farlo su indicazioni di chi è qui apposta, il buon senso consiglia, a ragione o a torto, di fermarsi almeno per un turno».


RIVIERA

De Sena, la Calabria ancora nella ragnatela PRIMO PIANO

IL CASO

‘Ndrangheta, inquieta l’inserimento dell’ex super prefetto, vicecapo della polizia e senatore, in un elenco di 53 persone tramesso ai pm ILARIO AMMENDOLIA Credo di non aver capito bene il contenuto di un lungo rapporto di polizia giudiziaria di poco meno di 2.000 pagine, da cui scaturisce l’operazione “Inganno”. Credo. Nel caso, però, in cui la mia interpretazione fosse quella giusta, la notizia sarebbe tale da meritare la prima pagina dei quotidiani nazionali. L’inclusione dell’ex super prefetto Luigi De Sena, già vice capo della polizia e senatore della Repubblica, in un elenco di 53 persone, trasmesso ai pubblici ministeri della direzione distrettuale antimafia è, in sé, una notizia inquietante e clamorosa nello stesso tempo. Il fatto che nessun giornale ne abbia dato ade-

guata notizia, nessun politico abbia rilasciato una qualche dichiarazione e nessun magistrato abbia sviluppato il caso, nelle pur frequenti conferenze stampa, inquieta e preoccupa ancora di più che la notizia stessa. Infatti, scorrendo il suddetto elenco ci si imbatte in nomi di noti pregiudicati e di esponenti di peso della ‘ndrangheta e alla fine del rapporto si legge: «[...] sul conto degli indagati solo di corruzione elettorale aggravata ed in relazione ai quali non è stata ipotizzata la partecipazione all'associazione mafiosa o il concorso eventuale nella stessa, sussistono parimenti le esigenze cautelari ed in particolare il pericolo di inquinamento delle fonti di prova nonché il concreto pericolo di reiterazione di

delitti della stessa specie di quelli per cui si procede; è risultato, infatti, che si trattase di soggetti ben introdotti nella politica calabrese i quali potrebbero ancora candidarsi in future consultazioni o comunque sfruttare i loro rapporti con la ‘ndrangheta per condizionarne il risultato». A quali “soggetti” in particolare ci si riferisce? A tutti gli indagati? Ripeto, non credo di aver capito bene, altrimenti dovrei concludere che si siano ipotizzati gli arresti per l’ex super prefetto di Reggio Calabria, onorevole Luigi De Sena. Mi domando: cosa sarebbe successo, in Italia, qualora a Palermo il generale Dalla Chiesa fosse stato incluso in un elenco di un rapporto

di polizia insieme a Ciancimino, Provenzano e Riina? La Costituzione vuole che nessuno debba ritenersi “oltre” la legge. Qualora il dottor De Sena - e io ne dubito fortemente - abbia commesso reati è giusto che questi siano oggetto di indagini, pur ribadendo, al di là del caso che stiamo trattando, che la giustizia sommaria e gli arresti facili sono indegni di uno Stato civile. È mia impressione che, ancora una volta, in un clima da cupa notte medioevale, stiamo assistendo impotenti a una guerra tra “poteri” e all’interno di essi. Una guerra senza esclusione di colpi e in cui può succedere di tutto in spregio allo Stato di diritto ed alle garanzie costi-


RIVIERA

www.rivieraweb.it DOMENICA 16 FEBBRAIO tuzionali. Noi siamo incastrati in una ragnatela che è stata tessuta e filata da molteplici mani contro la reale libertà dei cittadini. Contro la Calabria delle persone perbene ma senza alcun potere. La “politica” - ammesso che ce ne sia in giro qualche scampolo - l’economia, la “giustizia”, le libertà civili sono prigioniere in questa ragnatela tecnicamente criminale. Noi siamo al centro di questa ragnatela. Sono convinto che il mancato sviluppo della nostra Terra sia frutto della presenza di tale piovra multiforme e che è madre di tutte le mafie, generatrice di un sistema perverso che tutela i poteri forti ed opprime i deboli. In Calabria nessuno ne parla, quasi che la ‘ndrangheta ci abbia inoculato il virus dell’omertà. La storia dimostra ampiamente che il “potere” più diventa marcio, più si sente onnipotente, più tende ad impazzire danzando pericolosamente sull’orlo dell’abisso. I “misteri” e gli intrighi irrisolti nella provincia di Reggio sono stati tanti e sono ancora tantissimi. L’assoluta inconsistenza della politica e il sensazionalismo giustizialista hanno proiettato alla ribalta dell’opinione pubblica nazionale l’immagine di un’altra Calabria, quella criminale, l’unica che buca lo schermo e fa notizia. La Locride in questa settimana c’è stata - e quanto - sulle prime pagine dei principali giornali nazionali e tra le prime notizie di tutti i telegiornali ma per una comune operazione di polizia che non avrebbe meritato più di qualche trafiletto a fondo pagina. Silenzio su De Sena. Riflettete… anche questo è parte della “Calabria dei misteri”. Noi, in questi anni, per quanto abbiamo potuto e saputo, li abbiamo denunciati, rifiutando una lettura di comodo della realtà calabrese. Rifiutando i luoghi comuni della “politica” e il sensazionalismo giudiziario che contrasta con la vera Giustizia. Lo abbiamo fatto nonostante i numerosi cartelli che avvertono “Chi tocca i fili muore”. Noi questi fili li abbiamo “toccati”. Ma mi sia consentita una confessione: nuotare controcorrente in questo fiume turbolento e pieno di rapide è sfibrante e, personalmente, ne avverto tutta la stanchezza.

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Finanzieri condannati, un processo a rischio annullamento GIUDIZIARIA

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on la sentenza di primo grado l'operazione “Finanzieri Infedeli” appare fortemente ridimensionata rispetto all'iniziale ipotesi di concussione, corruzione, e frode alle compagnie assicuratrici aggravato dall'aver agevolato le cosche della 'ndrangheta operanti nella Locride, in particolare gli Aquino di Marina di Gioiosa Ionica ed i Pelle intesi “gambazza” di San Luca. Le condanne hanno registrato la maxi pena a 11 anni e 4 mesi di reclusione per Vincenzo Insardà, già comandante della compagnia della Guardia di Finanza di Locri, all'epoca in servizio a Catanzaro, che rischiava 21 anni di carcere. A seguire le condanne più elevate sono state i 7 anni per Giuseppe Crinò, maresciallo della finanza oggi in pensione, ed i 4 anni per l'altro maresciallo Francesco Inzirillo, per i quali il pm Paolo Sirleo ha concluso chiedendo rispettivamente 15 e 7 anni. Il totale delle condanne subite dai tre finanzieri sono quasi la metà delle pene disposte dal tribunale di Locri, presieduto da Amelia Monteleone, che riconosciuto la penale responsabilità in capo a 42 imputati per un totale di 45 anni di reclusione, (sui 90 richiesti), assolvendo gli altri 18 imputati, (8 in più rispetto di quelli chiesti dal pm), tra cui tutti i medici coinvolti nell'inchiesta coordinata dalla Distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Il dato oggettivo delle pene dimezzate, rispetto alle richieste dell'accusa, rappresenta un campanello d'allarme per gli altri gradi di giudizio, laddove si registra una riqualificazione dei reati a carico dei principali imputati, specie per quanto

riguarda la concussione, che è divenuta “induzione indebita a dare o promettere utilità”, con relativo sconto di pena. L'assoluzione dei medici, che in pratica non hanno redatto certificati compiacenti per favorire presunti falsi incidenti stradali, riduce la portata dell'esistenza di una presunta organizzazione criminosa ad ampio raggio. Il processo ha subito sin dalle prime battute la scure della Cassazione, quando i supremi giudici hanno accolto le osservazioni degli avvocati Giovanni Taddei, Donato Iacopino e Antonio Alvaro, escludendo l'aggravante mafiosa in capo a Insardà e Crinò. Di quella sentenza ne hanno beneficiato anche altri imputati, tra cui un commercialista di

Siderno, ritenuto in un primo tempo il trade d'union tra alcuni finanzieri e cosche della 'ndrangheta. Sul procedimento penale rimangono due dati da esplorare in futuro: il primo è la mancata concessione delle attenuanti generiche, che se riconosciute in appello consentono una ulteriore riduzione di un terzo della pena, il secondo è capire come il Collegio penale abbia superato l'eccezione difensiva sull'inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche in capo a Vincenzo Insardà, iniziate in un procedimento diverso e su input di una fonte confidenziale non utilizzabile nel processo perché non rivelata e riscontrata. Su questa eccezione si rischia che la Cassazione, in futuro, possa annullare l'intero processo. lr


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POLITICA

AMMINISTRATIVE 2014

Con l'analisi della situazione del comune di Benestare, comincia oggi il“viaggio”del nostro giornale nei dodici centri della Locride in cui a maggio si svolgeranno le prossime elezioni comunali, di cui il ministero degli Interni deve ancora stabilire la data esatta

STEFANO MARZETTI A Benestare sarà di nuovo scontro aperto fra i due Rocca - che non sono parenti - e per la precisione Rosario, attuale sindaco e numero uno della lista civica “Vivere Benestare” e Vincenzo, capo della lista opposta “Insieme per Benestare”. Non è certo una novità della politica, ma è comunque obbligo rilevare come in questo paese il dialogo sia stato del tutto assente. Il primo a farlo presente è il sindaco uscente Rosario Rocca (che non esclude una sua candidatura alle Europee nelle liste di Sinistra, Ecologia e Libertà), secondo il quale con l'opposizione «non è stato possibile instaurare un dialogo proficuo». E fin qua come da copione. Ma era anche facilmente pronosticabile che il primo cittadino in carica facesse un elenco di buone cose - e non certo di cattive - fatte in questi anni di governo. A cominciare dal modo in cui sarebbe stata gestita la situazione di crisi economica, nella quale «siamo comunque riusciti a stare vicino ai cittadini». Gli esempi: niente Imu sulla prima casa; gratuito il trasporto scolastico; tariffe della mensa scolastica tra le più basse della provincia di Reggio Calabria (1,50 euro a ticket). In sostanza Rosario Rocca rivendica il merito di non aver aumentato le tasse, di aver azzerato i costi della politica (ad esempio eliminando i rimborsi per le “missioni”) e mantenendo al minimo le aliquote per altri tributi. Un ambito nel quale il sindaco uscente ritiene che l'amministrazione abbia lavorato con ottimi risultati è quello del sociale: «Sono nate diverse associazioni culturali che hanno favorito la partecipazione della gente» alla vita cittadina. Inoltre sarebbe stata rafforzata la vocazione di Benestare all'accoglienza degli immigrati del Nordafrica, al punto che «ci siamo piazzati al dodicesimo posto all'ultimo bando del ministero degli Interni (per la creazione del “Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati - Sprar - ndr). Qui abbiamo una struttura riservata ai minorenni non accompagnati (…) Decine di giovani, quindi, lavorano nel nostro territorio, nell'ambito del progetto “Emergenza Nord Africa”, si sono fermati e integrati». Parlando dei servizi per la città, il primo cittadino ricorda «interventi strutturali alla rete fognaria» ma pone l'accento sul fatto che la solita «burocrazia non consente di intervenire tempestivamente». Rosario Rocca ha poi citato il lavoro fatto con la gente. Del dialogo sulla cultura popolare, con particolare riferimento alla manifestazione “Catolia” nel centro storico dove esistono ancora le case di gesso dei contadini e alla “Festa del Rosario” (prima settimana di ottobre), percorso enogastronomico e di artigianato locale, una sorta di “borgo incantato”. Rosario Rocca conferma la sua ricandidatura a sindaco di Benestare ma tiene a fare notare la possibilità di correre anche per le elezioni Europee di quest'anno nelle liste di Sinistra, Ecologia e Libertà a sostegno della lista di “europeismo critico” Tsipras-Spinelli, anche perché non sarebbe in contrasto con la sua carica di sindaco, giacché Benestare ha meno di 5mila abitanti. Una candidatura «con una prospettiva meridionalista a largo raggio, per far uscire la Locride dall'isolamento», obiettivo che non può essere ottenuto con la «Città metropolitana, che ci ridurrebbe a periferia della città (Reggio Calabria, ndr) più disastrata d'Italia». Di dialogo non costruttivo parla, ovviamente, il principale oppositore e futuro candidato con la lista “Insieme per Benestare”, Vincenzo Rocca

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A Benestare si ripete lo scontro fra i due Rocca

Vincenzo punta a spodestare Rosario che annuncia di volersi candidare anche alle Europee nelle liste di Sel

Una panoramica a 360° sul centro della Locride salito alla ribalta del palcoscenico nazionale per l’escalation di criminalità del 2013

(già sindaco per due consiliature dal 1999 al 2009), secondo cui al tentativo della minoranza di fare gli interessi dei cittadini «il sindaco si è chiuso a riccio, come un padre-padrone. Noi abbiamo proposto la nascita di commissioni per scuola, sanità e mobilità ma davanti abbiamo trovato un muro. Fin dal primo Consiglio abbiamo ricevuto solo dei “no”». L'ex primo cittadino parla anche dello sbilanciamento, che vede presidente e vicepresidente del Consiglio comunale due rappresentanti della maggioranza». Di conseguenza la minoranza «non è rappresentata. Questo nonostante la nostra lista abbia ricevuto il 49,9% dei voti (sconfitta per 174 su circa 1.800 aventi diritto). Questo dato non è stato tenuto in conto. «Gli obiettivi elencati dal sindaco sono inventati. Nel 2008 ha ereditato un fondo-cassa di 865mila euro e nel 2012 il Comune non è riuscito a pagare gli stipendi degli impiegati». Insomma, i soldi sarebbero stati spesi «a casaccio, per piccoli

favoritismi, con una politica clientelare a vantaggio di pochi. Riguardo allo scuolabus gratuito, Vincenzo Rocca lo conferma ma fa presente che il mezzo «non è passato a prendere gli scolari. Il pagamento dell'Imu non c'è ma solo per una legge nazionale sui redditi bassi. Tutto il resto è stato fatto pagare a peso d'oro, con bollette salatissime. La Tares (imposta sui rifiuti, ndr) non è mai diminuita e i soldi per la nettezza urbana, circa 8mila euro, sono stati spesi in feste di paese». La sua candidatura Enzo Rocca la dà al 100%, con una lista rinnovata «per otto undicesimi, competitiva, con figure professionali e molti giovani e con lo stesso simbolo delle scorse elezioni. Una lista aperta anche a diverse sensibilità politiche, con rappresentanti di centrosinistra ma anche del Nuovo Centrodestra», conclude Vincenzo Rocca.

LE CIFRE La data delle prossime elezioni comunali in Italia deve essere ancora stabilita dal ministero degli Interni.

I CANDIDATI A SINDACO

ROSARIO ROCCA (uscente - coalizione Lista civica “Vivere Benestare”) VINCENZO ROCCA (attuale opposizione) Popolazione: 2.521 abitanti (benestaresi) Superficie: 18,57 Kmq Altitudine: 250 m.s.l.m. Giorno festivo: 29 settembre Nel periodo 2008-2010, in media ogni cittadino italiano ha versato alla propria regione 914 euro di tributi propri, di cui 642 euro di Irap e 143 di Irpef. Con forti differenze regionali, sia nei valori assoluti (dai 1.287 euro del Lazio ai 500 della Calabria) che nelle aliquote (la base diffusa al Nord è al 3,9%, ma Calabria, Molise, Campania e Lazio si attestavano al 4,97%). Sono solo alcuni dei dati contenuti nel "Rapporto sulle entrate tributarie della Regione Calabria", pubblicato nei Quaderni Svimez e presentati oggi all'Università di Roma Tre.






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GERENZA

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Siderno troppi problemi da risolvere LA POSTA

sono stati mai portati a termine, praticamente (come diceva giustamente l'amico giornalista Aristide Bava in un suo articolo) il teatro rischia di diventare vecchio ancora prima della sua inaugurazione. Inoltre, è oramai da anni che si parla pure di un palazzetto dello sport, ma per quanto ho potuto leggere e documentarmi mi sembra di aver capito che almeno fino ad oggi non è stato ancora presentato neppure un progetto, e perciò, anche questa struttura sta campando in aria, ovvero, nei nostri sogni. Illuminazione:parlando dell'illuminazione generale di Siderno, possiamo constatare con i nostri occhi che abbiamo una illuminazione perennemente a mezzo servizio, infatti, quando ci dicono che tutto va bene vuoldire che ci troviamo regolarmente nel semi-buio, inoltre, nelle nostre vie cittadine quando si brucia qualche lampada passano delle settimane, e qualche volta anche dei mesi prima che venga sostituita, a parte il fatto che vi sono delle vie oscurate, e qui mi viene da pensare: chissà se sono state volutamente oscurate!? Lungomare: cosa possiamo dire del lungomare?! Ci sarebbero da dire tantissime cose, ma dopo quello che è successo ultimamente per opera di forze soprannaturali, e mi riferisco alle violente mareggiate

che l'hanno semidistrutto, dico e spero soltanto, che sia rimesso a posto il più presto possibile e che ritorni almeno come era prima. E però, quando sarà tornato come prima (chissà quando!), si dovrà provvedere finalmente a quella famosa illuminazione del lungomare di cui si parla da anni e di cui non sono mai iniziati i lavori. Naturalmente anche noi cittadini dobbiamo fare la nostra parte, dobbiamo farci sentire e spingere chi amministra questo Comune, a preparare tutte le pratiche necessarie affinché si possa sperare di usufruire subito dei fondi per la ricostruzione del lungomare. Il nostro lungomare deve risorgere subito! È l'unica cosa che avevamo di buono a Siderno! Dissesto finanziario: per quanto riguarda il dissesto finanziario del nostro Comune è ampiamente logico che il debito che ci ha portato a tale dissesto non lo abbiamo causato noi cittadini, e quindi, è anche logico che lo stesso è stato causato dalle amministrazioni che ci hanno amministrato. Amministrazioni che non hanno certamente brillato in posivo nell'amministrare Siderno, specie negli ultimi dieci anni. Si parla di debiti che assommerebbero a circa venti milioni di euro. Debiti pesantissimi per un comune come il nostro che non supera nemmeno i diciottomila abitanti.

Debiti che si abbatteranno inesorabilmente sulle nostre teste… facendo come si suol dire una vera strage degli innocenti… E questo cari amici e cittadini di Siderno non è giusto perché, a parte le leggi fasulle e le normative che andrebbero abbrogate, tali debiti dovrebbero essere sanati dagli stessi amministratori che li hanno creati, e perché no, Anche da chi magari non ha mai pagato le tasse… E naturalmente non mi riferisco a quei cittadini che non possono pagarle perché sono veramente poveri. Ordinaria amministrazione: per quanto riguarda questa voce voglio dire che capisco che amministrare un comune come Siderno in momenti di crisi è molto difficile, però non bisogna trascurare l'ordinaria amministrazione! Vedi: manutenzione e pulizia delle strade, delle piazze, pulizia dei marciapiedi, manutenzione dei semafori, segnaletica, ecc. L'ordinaria amministrazione bisogna sempre assicurarla - ne va di mezzo la dignità della città e dei suoi cittadini. I commissari, o chi per loro, debbono darci almeno questa soddisfazione. Altrimenti mi dica qualcuno perché dobbiamo pagare queste tasse considerato che come servizi abbiamo come risultato quasi uno zero spaccato! Massara Mimmo

LA LETTERA

«Mangiare calabrese costa troppo» Dalla nostra gentile lettrice Tiziana Archinà, abbiamo ricevuto una lettera in risposta al servizio uscito sull’ultimo numero di “Riviera” dal titolo “Gli infedeli al supermercato. Nei negozi della grande distribuzione i primi a non acquistare prodotti nostrani sono proprio i cittadini della regione”. Riassumendo, la signora Tiziana sostiene che i prodotti calabresi sono troppo costosi. Noi non le diamo torto sul dato oggettivo ma le proponiamo un modo lungimirante di inquadrare la questione.

Ciao zio Enzo da tutti i tuoi nipoti IL RICORDO

EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048 Siderno

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ivolgo questo articolo a tutti i Sidernesi. Cari cittadini e amici di Siderno, come sicuramente avete notato anche Voi, le cose nel nostro Comune, si sono messe veramente male, anzi malissimo. Vi sono problemi a non finire che si sovrappongono uno sull'altro mentre all'orizzonte si riesce ad intravedere solo della fitta nebbia. Io desidero elencare, in sintesi, alcuni di questi problemi tra i quali anche il dissesto finanziario, il lungomare, la viabilità ecc. È proprio con la viabilità che voglio iniziare: tutte le strade della nostra cittadina sono inagibili con buche che non sono buche ma che sono diventate dei crateri, quando sei in macchina avoglia cercare di scansarle! Scansi una e ne prendi quattro! Sei costretto a prenderle tutte con serie conseguenze per le tue ossa e anche per le ossa della tua macchina. Oramai è da decenni che cerchiamo di scansare buche qui a Siderno. La domanda è: Ma quand'è che finirà questa penitenza? Una situazione così grave, e insostenibile, delle nostre strade non ricordo si sia mai verificata. Strutture: se si parla di Strutture e opere pubbliche, a Siderno, abbiamo l'esempio eclatante del teatro. L'inizio dei lavori risale a più di vent'anni fa ma fin'ora, tali lavori, non

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STAMPA: Master Printing S.r.l. Modugno (BA) DIFFUSIONE S.P. servizi - Gioiosa J.

Caro Zio, questo è il saluto di tutti i tuoi nipoti. Fin da quando il nonno è venuto a mancare, i punti di riferimento per la nostra famiglia siete stati tu e la nonna. Sappiamo che in questo momento, tu ci guardi dall'alto con lo stesso spirito e lo stesso umorismo con i quali hai animato ogni nostra domenica, con i quali ci raccontavi le storie del tuo passato di ferroviere e gli episodi della tua vita che hanno contribuito a costruire il passato della nostra famiglia. Ecco perché sei stato un ramo importante di quell'albero che chiamiamo vita. Ne hai passate e superate tante; raccontavi ogni tua esperienza quasi come fosse la conquista di un trofeo. Ogni tuo soggiorno in ospedale è stato sempre un'avventura da comunicare e

raccontare a tutti. La tua Fede ti ha portato in ogni Santuario - e più di una volta - tanto da considerarli casa tua. Gli amici ti vogliono bene per ciò che sei sempre stato, un bambinone che ha sempre sorriso alla vita. Forse, in questo momento ognuno di noi rimpiange di averti sgridato e rimproverato, ma se non l'avessimo fatto tu saresti andato a ruota libera come sempre in ogni cosa. Ora non ci sei più, ma solo materialmente perché rimarrai sempre vivo nei nostri cuori così come vive il nonno e tutti gli altri familiari che ci hanno lasciato. Rimarrai lo “zio Enzo” di tutti coloro che ti hanno conosciuto. Zio, ci manchi tanto ma il nostro è solo un arrivederci. Un bacio da parte di tutti.

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RICORRENZA

L’85° Anniversario dei Patti Lateranensi ( 11 febbraio 192911 febbraio 2014) Il prossimo 11 febbraio 2014 ricorrerà l’85° anniversario della firma dei Patti Lateranensi, lo storico accordo siglato nel 1929 tra l’Italia e la Chiesa Cattolica per regolare i loro rapporti politici ,religiosi ed economici . Le firme furono apposte nella storica cornice del Palazzo Laterano da Benito Mussolini per il Re Vittorio Emanuele III.da S. Em. il Card. Gasparri in vece del Pontefice Pio IX . L’accordo consta di tre documenti: il Trattato, il Concordato e la Convenzione Finanziaria. Il Trattato regola le questioni politiche . Esso riconobbe la potestà del Papa e la sua giurisdizione sui 44 ettari di suolo Vaticano ; su altri immobili ( la Villa di Castel Gandolfo - residenza estiva del Sommo Pontefice-, le basiliche di San Giovanni in Laterano, di Santa Maria Maggiore e San Paolo ed il Palazzo dei Curiali ) fu garantito il carattere della extraterritorialità rispetto alla Stato Italiano . Con tale documento il Vaticano da parte sua riconobbe lo Stato Italiano ,accettandone che Roma ne fosse capitale . Il Concordato (revisionato ed aggiornato per ultimo nell’anno 1984 )regola le questioni religiose. Tra le novità più rilevanti figurano: il riconoscimento degli effetti civili del matrimonio religioso (lo Stato italiano cioè attribuisce validità al matrimonio contratto in Chiesa attraverso la “trascrizione” nei registri dell’Ufficio di Stato Civile) , l’insegnamento nelle scuole pubbliche della Religione Cattolica .Alla Santa Sede venne riconosciuta la libertà della nomina dei vescovi,previa comunicazione dei nomi al governo italiano per eventuali obiezioni di carattere politico da parte di quest’ultimo. Essa inoltre vietò a tutti i sacerdoti l’iscrizione a partiti politici. La Convenzione Finanziaria, infine, regola i rapporti economici . Con la sottoscrizione di tale documento lo Stato Italiano si impegnò a versare alla Santa Sede la somma di 750 milioni di lire (l’equivalente di 7 milioni di euro odierne),nonché la rendita del 5% di un miliardo, a titolo di risarcimento per l’incameramento dei beni ecclesiastici. Con la firma del Concordato tra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica si concluse definitivamente la c.d. “ questione romana “, la controversia con l’Italia apertasi nel 1870. A riguardo piace evidenziare come, a modesto giudizio di chi scrive e come è opinione condivisa dagli studiosi in materia, un ruolo determinante nel dirimere detta controversia con l’Italia sia stato svolto dal pontefice Pio IX, al secolo Achille Ratti, già Arcivescovo di Milano, la cui esperienza diplomatica come nunzio apostolico in Polonia, Slesia e Lituania contribuì senza ombra di dubbio al raggiungimento dell’importante traguardo. Giuseppe Pelle


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inistri a New York, Parlamento a Toronto, cimitero a Montreal. Gli Stati Uniti propongono, l’Ontario approva, il Quebec, escluso con forza, conta i morti dei Rizzuto, ex padroni del riciclaggio di danaro sporco attraverso la distribuzione alimentare e orfani dei protettori: le belve di Corleone , quello squadrone di Riina e Provenzano che oggi registra titolari e panchinari in galera. La Siderno Group e i mandamenti di origine palermitana si sono fusi in ‘Ndrafia: ibrido estremo e nuova sfida italo-americana a quei cartelli della droga all’ombra di Acapulco che pretendevano di far lievitare il prezzo della coca come petrolio degli Emirati. Con lo spostamento della produzione della droga dalla Colombia al Messico stava per essere messa a serio rischio la vecchia regola imposta da Roberto “Bebè” Pannunzi: «Il prezzo della cocaina dipende più dai rischi che si corrono per farla arrivare nelle piazze d’Europa e d’America, e meno dai costi di produzione».

Un’illuminazione da top manager che ha consentito, per quasi tre decenni, all’uno per cento della popolazione occidentale (10% della Locride), di arricchirsi in modo facile, elementare. Ma Pannunzi, dopo aver reso la ‘ndrangheta più potente di Ferrari, Nutella e Juventus messe insieme, dopo fatto crescere in modo esponenziale le pesetas di tantissime figure del mondo pulito, che hanno sempre giocato a carte coperte e puntato sul sicuro attraverso la galera degli altri, vive la sua decadenza in un area riservata, oltre il regime di 41 bis e lontano dal sistema che lui stesso avrebbe creato. Nella sostanza. I messicani hanno alzato il prezzo della coca, la ‘ndrangheta ha detto no. I messicani hanno dato la disponibilità di fornitura esclusiva a Cosa Nostra, la Siderno Group ha raggiunto i vertici del mandamento palermitano a Brooklyn e forte del legame storico tra ‘Ntoni Macrì e Michele Greco, ha calato, sbattendola brutalmente la proposta che non si poteva rifiutare. Si sono rivisti poco tempo dopo, nell’estate

del 2006, a tavola apparecchiata, davanti a una cena di livello. I messicani hanno acconsentito senza apprezzare, il prezzo della coca ha raggiunto gli sconti del cartello colombiano di Medellin e l’ibrido del crimine ItaloAmericano avrebbe brindato a Niagara Falls in un terrazzo con vista sulle cascate che schiumavano, a trecento metri di distanza, in una sequenza di colori pastello mixati da un ispirato deejay di luci architetturali. Frank Calì, l’erede di Jhon Gotti, è stato il primo ad alzare la coppa di champagne. Con diritto di precedenza rispetto a Nicola Mandalà e Nicola Notaro della Famiglia di Villabate, Gianni Nicchi della Famiglia di Pagliarelli, Vincenzo Brusca della Famiglia di Torretta, e a scendere tutti gli altri. Ma con chi ha fatto cin cin l’ambasciatore del mammasantissima che, secondo la polizia internazionale, è il nuovo capo della famiglia Gambino? Chi rappresenta la ‘Ndrangheta nella sua suite del crimine? ‘Ndrafia è un locale di lusso, pieno di quadri, sfarzi, arazzi, smoking, carte di credito e


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femmine mai viste. Piano bar nei feriali. Orchestra nei festivi. Rhythm&blues all’inizio, lenti alla fine. De Raho-Gratteri, i due più importanti cacciatori di mafiosi dell’intera nazione, con l’operazione “New Bridge”, che ha portato la scorsa settimana agli arresti d’esponenti della ‘ndrangheta di Gioiosa Jonica e di alcuni intermediari della famiglia Gambino, hanno smantellato solo il retro del locale: scarichi, ventola, fumaioli, e cicche di sigarette gettate ovunque dal personale tra una sparecchiata e il dolce. Un risultato importante, comunque: è analiticamente certo che le seconde linee fanno più danni delle prime nella quotidianità e sui comportamenti delle nuove generazioni. Però il Canada, tra il Quebec e l’Ontario, registra 65 morti in soli quattro anni. Una sorta di pulizia etnica di parte di chi era stato perseguitato nei confronti dei protetti dai vecchi oppressori. Frank “Boy” Calì ha sposato Rosanna Inzerillo. «Degli Inzerillo – affermò Totò Riina- non deve rimanere sulla faccia della

terra neppure un seme». Grazie alla protezione della ‘ndrangheta i palermitani, dopo essersi liberati dell’arcaicità violenta dei corleonesi, sono sbocciati su uno stelo robusto. La Siderno Group ha ceduto una fetta importante del traffico di droga ai nuovi affiliati, ma ha chiesto in comodato d’uso gratuito i canali dei palermitani sul riciclaggio dei soldi sporchi attraverso la distribuzione alimentare. Non è stato uno scambio alla pari, anzi lo si deve considerare un baratto doloroso in quanto i calabresi sono stati obbligati a mettere fuori dal business altri calabresi. E mentre, oggi, i componenti di ‘Ndrafia calpestano con la testa in fronte al sole quel ponte immaginario a una sola arcata, ovvero New Bridge, all’orizzonte si condensa il rancore degli emarginati, che ogni notte, prima di prendere sonno, si scervellano su come abbattere quel richiamo dello Stretto, il dna dei più forti. Ma per adesso possono solo sperare, e pregare, che un terremoto li vendichi dallo sgarro. © Jim Bruzzese

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CULTURA E SOCIETÀ

RUGGERO BRIZZI uando ascolti, leggi o intervisti un artista come Peppe Voltarelli, stai per ritornare alla verginità emotiva adolescenziale. Quando scoprivi cos’era l’amore, quando provavi per la prima volta il dolore, quello vero. Quando iniziavi a interrogarti sul senso della Calabria, sul tuo ruolo al suo interno, sul tuo futuro qui. L’adolescenza è il periodo chiave per i futuri uomini calabri. Puoi passare alla vecchiaia in un lampo, rimanere sempre adolescente o scegliere altre vie. Puoi scegliere di andare, di esiliarti senza scomparire o puoi rimanere, consapevole che gran parte del tuo tempo verrà dedicato al mantra quotidiano ipermoderno regionale: il lamento. Mettiamo subito i puntini sulle i. Peppe Voltarelli è un artista. Non deve rappresentare nulla, non è un politico che deve riprodurre il suo consenso, avere appeal sui corregionali di tutto il mondo. Non deve essere idolatrato ed elevato a salvatore della patria. Iniziamo a non confondere i ruoli. Non pecchiamo di questo maledetto vizio per il quale ogni volta che un calabrese raggiunge la popolarità noi prendiamo le sue parti solo se difende ad oltranza la nostra regione. Acquisiamo la buona abitudine di interrogarci su quelli che sono i nostri problemi, senza denigrare o idolatrare chi ce li sbatte in faccia o chi tende a nasconderli. Il ruolo di un artista è quello di creare, interpretando e osservando la realtà e Peppe Voltarelli, lasciatemelo scrivere, è colui che meglio di tutti da un’immagine profondamente reale di ciò che è questa regione per se stessa e per il mondo, nelle sue sfaccettature, belle e brutte. Lo fa, presentando due nuove opere di “artigianato locale che ambiscono a parlare una lingua che interessa tutti”. Un libro: Il caciocavallo di bronzo. Un disco: Lamentarsi come ipotesi. Due lavori fatti con cura, legati indissolubilmente tra loro, da storicizzare per il bagaglio di vissuto che portano in se. Ti trapassano le emozioni che non sentivi da tempo, leggendo e ascoltando libro e disco e chiacchierando con Peppe, di ritorno dalla Francia, su Skype. Uno stato d’animo che vorresti non avesse mai fine, che ti fa sentire vivo, che riscopri in ogni nota, in ogni rigo, in ogni dichiarazione, sulla tua pelle.

L’INTERVISTA A

PEPPE VOLTARELLI

Il caciocavallo di bronzo

Peppe ma lamentarsi come ipotesi no, ma che vuol dire scusami? Chiedo questo, prima dell’intervista con tono amichevole. Sarà l’unica domanda che gli farò rispetto a tutto ciò che mi ero preparato. Si entra in una dimensione diversa, fuori dalle regole della classica intervista. Si parla di cose concrete che tutti i giorni ci passano vicine e che non siamo ancora in grado di cogliere. «Lamentarsi come ipotesi vuol dire trapassare gli anni in cui abbiamo raccolto informazioni sulla nostra identità culturale, sulla nostra appartenenza. Farlo attraverso il modello cantato quale il lamento che a un certo punto diventa un mantra quotidiano ipermoderno, un esercizio che ha un utilità pratica. Il lamento non è più un fatto che evidenzia il dolore,

ma un’ipotetica via d’uscita comunicativa. Come se si sovvertisse il ruolo delle parole. La sovversione del significato si rivela come sovversione di pratiche quotidiane già scritte, come il prototipo, il pregiudizio, il cliché. Se il lamento diventa un’ipotesi, la griglia delle aspettative si disfa. Questo mi interessa raccontare. Quando si rompe il cliché si scoprono le novità. Libro e disco sono due cose complementari che mettono dei paletti su una mappa orientativa della Calabria che mi sono inventato. Una mappa composta da persone, da nomi, da storie vere, da uomini che fanno delle cose nella nostra regione. Nei testi delle canzoni e nel libro ci sono dei fatti che realmente accadono, raccontati in prima persona. Non è una mappa turistica, anzi si raccontano

Una cauloniese ne “La grande bellezza” L’INTERVISTA

DANIELE MANGIOLA

Prima che caos e desolazione sommergano tutto ne “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, scorrono tre minuti di sacra quiete, “I lie” di David Lang, algida, risuona nel torrido cielo del Gianicolo. Tra le otto coriste Manuela Dimasi, Caulonia. Raggiungo Manuela al telefono, tra un impegno di lavoro e l’altro. Insegna musica nelle scuole, a Torino. Mi racconta di questa breve ma intensa esperienza, di come trovarsi catapultata in un sogno. È iniziato tutto grazie al Torino Vocal Ensemble, il coro di cui faccio parte dal 2005. Carlo Pavese, ci dice durante una

Penso che due calabresi sia difficile che si mettano d’accordo, al tempo stesso, so che, per molti, bastano due calabresi per fare un clan. Non esiste una via di mezzo. Non esiste una forma di condivisione. È difficile organizzarsi. Esiste un nostro. Un mio, un tuo , ma non un tutti.

La cantante Manuela Dimasi ha partecipato all’ultimo film di Paolo Sorrentino: «Io, orgoglio calabro a gogò! Però: essere dovuta andar via per avere un’occasione così»

prova: “Ho ricevuto una telefonata da Carlo Boccadoro che è stato contattato da Sorrentino per la colonna sonora di un film che deve girare”. Pavese ha chiesto chi voleva partecipare, ma era solo per una registrazione. Io ho alzato la mano. Quando tutto questo? Nel 2012. Noi studiamo il brano. È molto complesso, con dissonanze pazzesche, ma bellissimo, in yiddish. Poi arriva una aiuto regista di Sorrentino e ci fa un provino a casa di Pavese. Ci ascolta, ci fa delle riprese video individuali e ci prende anche le misure. Ci chiediamo cosa c’entrano le misure per la musica. La risposta è stata che

con un tono di vissuto immediato e quasi sgangherato. Io non ho scritto un libro per parlare male della Calabria, ma per parlare di una Calabria che conosco, fatta da esperienze realmente vissute. Ho scritto per parlare di strade, di campetti, di bar, di case, di emigrazione, di feste. Siamo esuli ma innamorati, siamo in fuga ma legati alla nostra terra. La gente non sa che delle cose in Calabria esistono. È giusto parlarne, in modo mai contento magari, come un po è la nostra indole. Io mi sono seccato di subire il lamento. Il lamento per noi è un godimento diciamolo. Una forma autoflagellativa. Io mi lamento come ipotesi di salvezza e voglio, per questo, rompere questa griglia e trasformare questo mantra in energia. Penso a una calabresità

come moda. D&G e tanti altri brand si riferiscono, nelle nuove campagne di moda, alla Sicilia anni 30, ad esempio, io vorrei farlo con la Calabresità». Peppe ha già risposto ad almeno la metà delle mie domande. In poche parole mi ha spiegato tutto il senso del suo lavoro, mi rimangono dei dubbi sul caciocavallo di bronzo e altre questioni. Pe. Ma scusa, ok il caciocavallo, capisco l’elogio all’epico formaggio calabrese, ma perché di bronzo? «Siamo sempre in terza posizione. Un eterno piazzamento prima della sconfitta. Penso che forse nulla sia mai stato fatto per farci sentire insieme. Mai si è creata una coscienza collettiva, mai si è investito su quello. La Calabria è

Sorrentino voleva vederci e non soltanto sentirci. Finita lì. Un giorno di agosto, ero a Caulonia al mare e mi chiamano. Era la produzione di Roma che ci voleva per fine mese lì per le riprese di scena. Nell’arco di un mese è cambiata la prospettiva. A Roma proviamo il brano e i costumi, ma le riprese saltano perché diluviava, e quella scena iniziale prevede una giornata di sole. Torniamo a Torino dove registriamo in sala d’incisione il brano. Il 16-18 ottobre ci chiamano per le riprese. Sorrentino voleva farci cantare dal vivo, ma era impossibile, troppo rumore, la fontana, il traffico. Lui è gentilissimo. Di musica ne capisce e gli è piaciuto tanto il modo in cui cantavamo, ma non solo, quando ha visto le nostre facce ci ha volute in scena. Lui voleva che noi rappresentassimo una parte aulica, eterea che cozza con la quotidianità dei turisti. Voleva che rappresentassimo la sacralità delle bellezza. Le grandi cose avvengono sempre così. Un insieme di piccoli particolari. Quando ho concluso con l’Arlesiana Chorus Ensemble, a Roccella, mi dicevo: cosa faccio? Anche qui a Torino, tutta una coincidenza. Carlo Frascà mi aveva segnalato di Pavese. Aveva biso-

gno di alcune voci per una tournée all’estero. Un dietro le quinte? Mi sono sparata una figuraccia! Non l’ho riconosciuto, non sapevo chi fosse. Erano le sei di mattina, dentro dei container, faceva freddo, mi ero tolta le scarpe. Si apre la porta ed entra Luca della produzione con un tizio col sigaro. Rimangono sulla porta e questo qua fa: Volevo solo vedere le coriste, se è tutto a posto - pensavo che fosse uno dei truccatori o della produzione - vi posso vedere tutte in piedi? - io non mi alzo - Magari anche la signorina… E vabbé (io). Ha freddo signorina (lui)? Abbastanza (io). Anche noi (lui). Sì, ma voi siete vestiti (io. Noi eravamo in tailleur, col collant). Ha riso e mi ha fatto l’occhiolino. Quando chiude la porta la collega mi dice chi era quello! Arrivati sulla scena mi ha dato un’occhiata e si è messo a ridere. Un’altra virgola e la scena si faceva con sette coriste… All’inizio del film c’è questa scena d’estate piena e invece quel giorno lassù si gelava. Finita la ripresa correvano a portarci i cappotti. Bella l’emozione di sentire: Motore! Azione! Sorrentino non è dietro la camera da presa ma da una postazione guarda in


Corso di giornalismo, lezioni dal 22 febbraio

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Si terrà sabato 22 febbraio, alle ore 17, la prima lezione dimostrativa gratuita di un workshop breve di giornalismo tenuto dalla giornalista Lidia Zitara, collaboratrice di “Riviera”. Il corso è aperto a tutti ma destinato soprattutto ai giovani, agli indecisi se intraprendere la carriera del giornalista e a chi vuole migliorare le proprie capacità di scrittura. Gli argomenti su cui si soffermerà il corso saranno: la differenziazione dello stile a seconda del target di lettori, l'articolo di cronaca, la rubrica, la rassegna, l'articolo di sport, la risposta del direttore, il comunicato, il coccodrillo, fino ad arrivare ai social network come Twitter. Per informazioni rivolgersi all’indirizzo email gogolis@alice.it direttamente a Lidia Zitara. www.rivieraweb.it DOMENICA 16 FEBBRAIO

una squadra che gioca sempre in trasferta, come se avessimo il campo di casa sempre squalificato. Conosco persone che non hanno avuto il coraggio di denunciare, di dire, in maniera pubblica di un incendio ai propri danni. Penso che due calabresi sia difficile che si mettano d’accordo, al tempo stesso, so che, per molti, bastano due calabresi per fare un clan. Non esiste una via di mezzo. Non esiste una forma di condivisione. È difficile, in tutti gli ambienti, organizzarsi. Dalla politica al quotidiano. Forse siamo dei cani sciolti per sempre. Esiste un nostro. Un mio, un tuo, ma non un tutti. Un tutti non esiste». Il Caciocavallo di bronzo inizia a rivelarsi. È una mappa alternativa della Calabria. I suoi personaggi sono fuori dallo stereotipo, lontani dalle rotte del turismo seriale. È un romanzo divertente, che vuole raccontare, con un registro ironico, le vicende di una piccola grande comunità divisa, frammentata, litigata, ma anche sparsa, da generazioni, in tutto il resto del mondo. Da Lauropoli a Bovalino, da Crosia alla Germania, tra Luciano Re Cecconi, un pallone da suonare, l’accento di Pino Nano e il mitico Cacciacarne. Se allora rompi i cliché dei lamenti viene fuori

la motivazione per cui non parli mai di mafia nel libro, giusto? «Giusto. Io nel libro non parlo mai della mafia. Perché non ha bisogno che ne parli, ha fatto già troppi danni in tutto. In realtà in ogni rigo c’è ma ho fatto un patto con me stesso. La mafia mi fa schifo, il boss mi fa cagare, io non lo vedo, ma vedo altre cose in Calabria. Il boss è un mito da Xfactor, da Maria De Filippi, non per me che sono un anarchico di strada. È un mito mediatico di questi modi di raccontare una terra. Il libro nasce da una casa indipendente, parla di luoghi fuori dai circuiti. In questo è un libro irriverente che non rispetta nessun canone, neppure la punteggiatura e poi perché no, una risata ci seppellirà. Abbiamo bisogno di dipingere la nostra quotidianità con nuovi colori. Non possiamo continuarci a fare del male, perché poi non si esce. Nella ruota comunicativa siamo sempre in prima linea, laddove c’è un terremoto, una disgrazia, c’è sempre una Calabria pronta ad offrire se stessa. Io non sono un difensore ad oltranza della nostra regione, ma non capisco oggi, come si possa fare politica eludendo la mafia. Io vado all’estero dove parlo altre lingue dove nessuno sa chi è quella persona, a differenza dell’Italia dove tutti sanno tutto di tutti». All’estero stai vivendo nuove esperienze che quasi stanno divenendo maggiori di quelle in Italia. «All’estero ho avuto tanta fortuna. Il vecchio disco Ultima notte a mala strana è uscito in Europa, in Argentina e in Canada. All’inizio i live erano dei tentativi e degli approcci abbastanza timidi. Col tempo la relazione con questi paesi si è rinforzata. Si è creato un piccolo pubblico in ogni nazione. Seguono quello che faccio anche in Italia. È molto gratificante. Sono persone, più che pubblico, coinvolte in questo grande progetto transnazionale. Sono stato in Francia fino a qualche giorno fa. Adesso partirò per il Belgio, la Germania e l’America. L’estero è un canale alla pari dell’Italia al momento. L’unione di tutti questi pubblici è come se per me fosse pubblico globale e ciò mi da una grande libertà creativa. Questo tipo di messaggio unitario mi fa diversificare le cose. Metto nei dischi davvero quello che sento e ho il sostegno, su questo, di OTR live e di Francesco Barbaro. L’anno scorso sono stato un mese in Canada, nonostante in Italia avrei suonato magari di più. Sono scelte non facili, ma che ripagano e

poi, attraverso i feedback all’estero comprendo meglio la mia identità. Però casi come il festival Jazz di Montreal o l’articolo sul New York Times sono quei momenti che ripagano tanti sacrifici e ti fanno capire che il tuo progetto artistico non è sbagliato». Lamentarsi come ipotesi” è una riflessione sull’arte sulle necessità della mescolanza come valore. Sullo sfondo una Calabria immaginaria di “frutta verdura statue e solitudini…” punti da collegare per ottenere nuove mappe. «Sì. Il disco rappresenta la chiusura ideale di una trilogia iniziata nel 2007 con Distratto ma però e proseguita con Ultima notte a Mala Strana. Il brano che da il titolo all’album, composto da 12 canzoni di cui 9 in italiano, 2 in dialetto e una strumentale, è una ballata in cui si analizza il concetto del lamento come piacere e si conclude con un coro che intona “il lamento per noi è un godimento”. Il disco è prodotto artisticamente con Finaz (Bandabardò) e Paolo Baglioni e prodotto esecutivamente da Francesco Barbaro, di On the Road. Il dialetto è stato usato per due ballate lente e nell’album sono fiero di avere tra le collaborazioni, oltre che Riccardo Tesi, Mauro Durante e Kevin Jhoansen anche, nella traccia d’apertura, la telefonata di Otello Profazio che dice che “qui non succede mai niente”, seguito naturale, dopo quarant’anni della sua famosissima “qui si campa d’aria”. Il Maestro (che non vuole essere chiamato così), mi racconta “un paese senza pace e senza guerra e la gente che non parla, qui non succede niente, stai tranquillo.” Quasi a rassicurarmi. Altro brano interessante, ritengo sia “Sciacatan” che parla della piana di Sibari, “dei suoi ulivi muti, della neve tra gli aranci al sole della sibaritide”. Della contraddizione tra clima e paradossi di un industria chimica che soppianta quella agricola». Un album dai colori più disparati che vede una nuova e complessa elaborazione musicale. Diversi episodi d’amore e una Calabria, bella e dannata che, sulla sfondo, si rivela nello strumentale, ormai indiscusso presente di ogni album di Voltarelli, “Specialità della casa”. È già passata un’ora. Sembrano pochi minuti. Ci salutiamo senza un lamento, senza una speranza, felici, ma mai realmente tali.

MUSICA

Signore solo tu!, il primo cd di Giovanni Gardini

Io non sono un difensore ad oltranza della nostra regione, ma non capisco oggi, come si possa fare politica eludendo la mafia

UN DIETRO LE QUINTE? Mi sono sparata una figuraccia! Non l’ho riconosciuto, non sapevo chi fosse. Erano le sei di mattina, dentro dei container, faceva freddo, mi ero tolta le scarpe. Si apre la porta ed entra Luca della produzione con un tizio col sigaro. uno schermo e dà le indicazioni ai cameramen. Quella è la prima scena ma l’hanno fatta l’ultimo giorno, con noi hanno chiuso le riprese e infatti erano tutti stravolti. È un classico. È stato carino a novembre quando a Torino che c’è stato il Film Festival. Ero davanti a una cioccolateria. Mi giro e c’era lui con la moglie e la figlia perché era lì presidente del festival. Mi avvicino, ma lui si è ricordato subito: ma certo la corista! Ho appena finito di montarti! Un bel privilegio davvero… E anche umanamente: trattava noi pacato e tranquillo anche se era distrutto. Era ventiquattro, quarantottore che non dormiva perché avevano girato tutto il tempo, visto che ci sono molte scene in notturna. Durante la ripresa vedevamo che erano tutti molto entusiasti. Uno della produzione mi ha detto: questo vedrai che sarà un gran

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film. Paolo ha fatto un capolavoro. Quando è uscito a maggio abbiamo capito che sarebbe andato lontano, ma pensavamo che si fermasse a Cannes, non pensavamo che uscisse oltre Europa. Io, orgoglio calabro a gogò! Però: essere dovuta andar via per avere un’occasione così! Soprattutto dopo le tante cose importanti e coraggiose fatte con l’Arlesiana. Cosa avevamo noi in meno? La maturità? Non lo so. Se ne parla con gli altri del vecchio coro. Abbiamo pagato un prezzo altissimo rispetto ai nostri limiti di allora. Sfortuna, alcuni errori, ma in un ambiente come questo è fatale. Pensa se non avessi alzato la mano, potevo rifiutarmi come hanno fatto altre. Un treno passa e lo perdi. È che giù ogni errore lo paghi doppio. Giù non passano treni ma littorine e se non prendi quella non passerà nient’altro.

Un amante della musica e un convinto credente, questo è Giovanni Gardini. Un uomo che con tenacia e con forza di volontà è riuscito a realizzare il suo sogno, realizzare il suo primo cd. Signore solo tu! è un disco nato dalla sua profonda fede, un insieme di testi e musiche liturgiche composte da Gardini. La sua carriera musicale è iniziata negli anni 70, suonando il pianoforte e l’organo in un gruppo inglese di musica pop. Un capellone della beat generation che lavorava nel Regno Unito e suonava la musica dei Beatles. Tornato in Italia ha proseguito la sua carriera musicale a Genova, con il gruppo Posa in opera. Proprio con questo gruppo partecipa a molti eventi, nei locali nelle piazze e nei teatri liguri. Concorrono anche alla selezione musicale curata da Pippo Baudo presso il Teatro Margherita di Genova, una valida e bella occasione che sommata alle precedenti accresce l’esperienza personale e la formazione professionale. Dopo un lungo periodo di pausa, essendo tornato in Calabria la MUSICA E TESTI terra natale, a fine anni di Gardini Giovanni 80 si compie la grande ARRANGIAMENTI MUSICALI svolta: l’opportunità di di Carmelo scarfò accompagnare le liturgie domenicali presso ARRANGIAMENTI POLIFONICI la parrocchia di Maria di Giovanna Scarfò S.S. dell’Annunziata di AL PIANOFORTE, ORGANO, Salvi a Siderno. ORCHESTRAZIONE VIRTUALE Giovanni è quindi indi- Carmelo Scarfò rizzato verso la musica ALLA CHITARRA CLASSICA religiosa e intraprende Emanuele Barillaro così un cammino di grande. È in questo REGISTRAZIONE MISSAGGIO periodo che nasce in E MASTERING: lui l’idea di realizzare Nunulab di Mammola R.C. un cd con musiche e Carmelo Scarfò testi originali per le GRAFICA Nadia Gardini funzioni religiosa. Una scelta la sua supportata dalla moglie, Per info e scrivere Itala Lombardo, e a: itala.lombardog@libero.it dalla figlia, Nadia, che riconoscono con orgoglio e ammirazione il suo talento musicale, la tenacia e la perseveranza avute nel superare i tanti ostacoli per giungere così al termine di questo progetto. I testi esprimono sensazioni ed invocazioni realmente sentite, come il brano dà il titolo al cd: Signore solo tu! Chi durante la vita non ha almeno una volta esclamato questa invocazione?Basta vedere e ascoltare quello che succede nel mondo … Signore solo tu! Giovanni Gardini continua tutt’oggi a dirigere il coro della parrocchia di Maria S.S. Annunziata di Salvi, inoltre fa parte del coro Gli Alleluja diretto dal maestro Francesco Bolognino, della parrocchia S. Maria dell’Arco di Siderno. Coro che, oltre ad animare la messa domenicale,diffonde messaggi evangelici attraverso la rappresentazione di musical.



SETTIMANALE

www.rivieraweb.it DOMENICA 16 FEBBRAIO

RUBRICHE

Pillole

Naturopatiche

A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone www.associazione-tone.it associazione.tone@gmail.com

CARTOLINE MERIDIONALI

di Antonio Calabrò

Gabbiani Calabresi Si levano in volo come tutti gli altri; ed hanno ali, e piume e becco, e movimenti fluenti e rapidi, e solcano l’aria e il cielo con l’occhio vivo e vispo, proprio come tutti i gabbiani della terra. Ma hanno pensieri calabresi, e li riconosci per via del loro guizzare diffidente, ma anche per il coraggio fermo, e per quel desiderio, matto se vogliamo, ma certamente giusto, di svettare alti, e cercare cibo tra le nuvole, senza mai dimenticare il mare.

cara

Milana

egli ultimi vent’anni sono successe tante cose e a volte penso di essere cambiata molto. Ma, in realtà, mi piacciono gli stessi libri e i film di allora, ho gli stessi amici e anche le stesse idee. Anzi, forse non sono cambiata nemmeno rispetto a quando avevo nove anni. Gli antichi greci non credevano nel passare del tempo lineare, ma in quello ciclico: come se le stesse cose si ripetessero eternamente. Solo con il medioevo l’uomo ha cominciato a vivere il tempo come una linea che porta verso il futuro. Ma lì cosa ci aspetta? Forse nulla di particolare, tranne invecchiare. Sarebbe più facile se con il tempo diventassimo delle persone migliori. A quarant’anni, però, sono la stessa edonista egoista di un tempo, che diventa triste quando non realizza i suoi desideri. Sarebbe bello se in futuro riuscissi a spostarmi un po’ dal centro del mio mondo e smettessi di godermela. Forse mi aiuterà il fatto di essere diventata mamma da poco. Se potessi tornare indietro nel tempo mi direi: “Milana, fai presto un figlio, così sarai meno egoista e la tua vita sarà più bella”. Invece in questi anni me la sono spassata. Dante probabilmente mi avrebbe messo all’inferno. Magari non proprio nell’ultimo girone, ma un po’ più in alto. Nei prossimi vent’anni potrei scoprire di essere, tutto sommato, una persona sopportabile. Ma non si sa mai.

Se potessi parlare alla te stessa di vent’anni fa cosa le diresti?

N

La Naturopatia … metodica Naturale Vi lascio qualche altro giorno per acquisire meglio le informazioni, sui primi gruppi dei fiori di Bach, pubblicate nelle precedenti uscite su La Riviera, per riprenderle dalla prossima settimana e dato che la primavera è alle porte vi anticipo gli argomenti che possiamo trattare dai primi giorni di marzo. Mi piacerebbe interagire con voi e scrivere articoli che possano rispondere ai vostri quesiti e curiosità. Potete porre domande di vostro interesse direttamente nel Blog sul sito: www.associazione-tone.it Nella metodica Naturale l'Alimentazione, la Riflessologia Plantare e l'Iridologia unitamente ai fiori di Bach sono mezzi attraverso i quali si può rispristinare il naturale equilibrio fisico e psico-fisico dell'individuo. BIOTERAPIA NUTRIZIONALE® L'organismo umano tende in modo naturale alla vita, alla salute e alla guarigione. Un corretto stile di vita contribuisce, infatti, a migliorare lo stato di salute e l'alimentazione, la respirazione e l'attività fisica sono le funzioni che permettono al nostro corpo di mantenere il suo equilibrio. La Bioterapia Nutrizionale® si basa sull'attivazione metabolica , nessuna limitazione degli alimenti, nessuna limitazione calorica ma parte dal concetto primario della conoscenza dell' alimento, delle sue associazioni e delle differenti modalità di cottura, partendo dal concetto che il cibo è la prima medicina che il corpo dal primo vagito riconosce come parte di se. Dimagrire e perdere peso non sempre coincidono, la diminuzione di una taglia stupirà molto di più in quanto il tessuto adiposo è più leggero di quello muscolare. Lo stupore sarà ancora grande a fronte di un dimagrimento importante in cui la

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muscolatura sarà più scolpita, definita e tonica…e il tono dell'umore migliora insieme alla memoria. Tenendo sempre in considerazione la costituzione della persona e delle variazioni funzionali intervenendo con gli alimenti in modo mirato in funzione delle necessità della persona trattata. Educazione Alimentare dalla Colazione al Pranzo e Cena per adulti e bambini. RIFLESSOLOGIA PLANTARE “La riflessologia plantare è un gesto d'amore, l'energia è trasmessa al paziente attraverso le mani del terapista, i piedi del paziente ricevono l'informazione”. Una forma di medicina naturale che si impegna ad affrontare, senza l'uso di farmaci, diversi disturbi dell'organismo. Si basa sul presupposto che, comprimendo, massaggiando e stimolando varie zone del corpo, soprattutto localizzate sulle piante dei piedi, sul palmo delle mani e sulle orecchie, è possibile intervenire su organi e apparati ben distanti da questi punti, ma ad essi collegati da terminazioni nervose ed energetiche. Il legame tra i piedi, le mani e le orecchie e gli organi e le ghiandole del corpo avviene tramite linee longitudinali immaginarie che li mettono in relazione: considerate piedi, mani e padiglioni auricolari come riproduzioni in miniatura del corpo umano, in cui ogni piccola porzione della superficie esterna corrisponde a una certa parte del corpo. Stimolando quei punti, si stimolarà l'organo o la ghiandola corrispondente incoraggiando il rilascio delle tossine e riequilibrando il fisico nei casi di stress, tensione neuro-muscolare e, come l'agopuntura, può essere usata come misura preventiva contro problemi di salute. IRIDOLOGIA “Gli occhi sono lo specchio dell'anima” non andiamo poi così lontano dal vero, e non è un caso che essi siano spesso la prima caratteristica che ci attrae in una persona. Secondo la pratica dell'iridologia, infatti, attraverso l'osservazione dell'iride si può determinare lo stato di salute psicofisica di un individuo. L'iridologo non fa diagnosi, ma unicamente constatazioni sulla salute, considerando gli attuali processi in atto organici ed emozionali, gli stati infiammatori e congestizi che possono esistere, ma anche lo stato di intossicazione organica, e a carico di quale organo o apparato viene riscontrata. L'iridologia è una disciplina olistica che ci guida alla scoperta delle condizioni di salute dell'intero individuo, nel quadro fisico ma anche psico-emozionale. Si evidenzia anche il livello di stress a cui l'organismo è eventualmente sottoposto. Un esame assolutamente non invasivo: basta una lente d'ingrandimento con luce, oppure un iridoscopio. L'osservazione dell'iride mette in evidenza dei punti che delineeranno la base di studio per l'iridologo: si analizzano macchie e pigmenti, e da questa analisi deriva un quadro clinico del soggetto. L'esame è un supporto per lavorare in prevenzione, prima che la malattia si instauri, aiutando il soggetto con rimedi naturali e consigli alimentari al fine di riportare l'organismo in equilibrio e quindi in salute.


RIVIERA

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POLAROID

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1- Il consigliere regionale Candeloro Imbalzano riceve il leader del NCD Angelino Alfano 2- L’assessore provinciale Gaetano Rao dialoga con l’ex sindaco di Siderno, Riccardo Ritorto 3- Da “Caulonia forever”, il consigliere provinciale Pierfrancesco Campisi con la brava compaesana Simona Musco responsabile locale de “L’ora de la Calabria

Poeti dell’amicizia

I vincitori del concorso di poesia con tema l’amicizia indetto dalle scuole Pascoli e Alvaro di Siderno. Sofia Mancuso, alunna della 5C della scuola elementare Giovanni Pascoli, è stata premiata per la grande originalità del suo testo. Mentre per le scuole medie ha vinto il componimento di Aabid Ahmed, II B Corrado Alvaro, per il quale il valore delll’amicizia sta nella semplicità. A premiare i giovani poeti il direttore della Riviera, Antonio TAssone.

L’OROSCOPONE diGiuditta

Del giornalista locale ARIETE il vostro capo vi ha mandato a vedere un’opera teatrale per recensirla, ma voi siete stati colti da improvvisa catalessi e avete russato tutto il tempo. Cercate la sinossi su Wikipedia, ma la pagina non esiste. Intercettate qualcuno del pubblico per farvi raccontare ma li vedete tutti con aria insonnolita a chiedere un caffè.

TORO siete alla consueta riunione settimanale, ma siccome la sede sta traslocando, state seduti su uno scatolone pieno di vecchi giornali. Avete un enorme Mac davanti e non riuscite a capire se sta parlando il direttore, l’editore o il caporedattore, in più avete dimenticato la vostra preziosa Moleskine per segnare gli appunti. Quando uscite pensate che forse era meglio se telefonavate.

GEMELLI vi danno un articolo di calcio da scrivere all’ultimo minuto sul derby con finale a sorpresa. Peccato che voi non abbiate praticato nulla di più faticoso degli scacchi e che siate fermi ai mondiali dell ’82 con Rossi, Cabrini e Zoff. Non avete altra scelta: copiate.

CANCRO il vostro editore vi tiranneggia e con la scusa che fate la pratica del patentino, non sgancia una lira. Sappiatelo, è un classico. Oggi vi tocca intervistare il politologo locale, domani seguire la squadra di calcetto femminile. Volete fare il giornalista? Dovete soffriiiireeee!

LEONE la vostra “capa” vi ha incastrato a scrivere l’oroscopo quando la titolare della rubrica s’è presa una settimana di ferie a causa di un raffreddore (o forse pensava al suicidio). Peccato che gli oroscopi vi facciano rizzare i capelli in testa, perché non ci credete minimamente. Ogni frase ve la tirano dalle budella. Che s’ha da fa’ per campa’.

VERGINE la società editoriale per la quale lavorate vi ha fatto un co.co.co per 6,35 euro al pezzo, e dopo aver lavorato un anno intero, vorreste i vostri soldi. Vi arriveranno, non temete, ma solo la metà di quanto vi hanno scritto sul contratto. A voi la scelta se fare causa o no, ma sappiate che fare causa al giornale per cui lavorate equivale a un suicidio lavorativo

BILANCIA il caporedattore vi ha mandato di corsa ad un meeting importante di alti papaveri della politica. Il problema è che non ne conoscete neanche uno, e ogni minuto chiedete ad un collega: “ma chi è questo?”. Il vostro collega vi guarda sbalordito e vi dice il nome come se non aveste riconosciuto vostra madre. Cose che capitano.

SAGITTARIO arrivate la mattina di lunedì bel belli, pronti ad aggiornare il sito, ma siete stati una settimana via, e non sapete che quelli della “sagra della salsiccia” non hanno pagato la pagina pubblicitaria. Voi, tranquilli, mettere il bannerino della “sagra della salsiccia” in prima pagina. Dopo qualche minuto sentite un urlo raccapricciante provenire dall’ufficio dell’editore. Vi vedo male. Ma male male male. ACQUARIO Nel vostro articolo di recensione al concerto di piazza di una star locale avete evidenziato alcuni lati negativi della qualità musicale. Il sindaco del paese telefonerà al vostro caporedattore facendogli una ramanzina perché voi avete scritto “tpolpettone” e “pizza”. Tentate di discolparvi facendo credere che vi siete confusi con il redazionale di un ristorante.

SCORPIONE il redattore di cronaca giudiziaria è stato arrestato e vi hanno mandato –senza nessuna indicazione- a fare l’articolo su un importante processo. L’articolo lo scriverete, certo, ma tutto sbagliato, tanto che gli avvocati delle parti in causa vi citeranno in giudizio e voi finirete in cella col vostro ex-collega.

CAPRICORNO Dovete scrivere la pagina degli appuntamenti della settimana. Purtroppo l’avvenimento più eclatante è appunto la “sagra della salsiccia”, seguito dalla recita delle scuole elementari. Fate un giro di telefonate e scoprite se i vostri amici daranno feste, ché un po’ di pubblicità non guasta mai. Ma una volta esauriti gli amici, dovrete inventare: proponete un raduno di tolkieniani in costume dando come riferimento il numero della redazione. PESCI siete all’ospedale con un osso rotto e non capite perché nessuno viene a farvi una lastra? Non è la solita malasanità, ma quell’articoletto in taglio basso che avete scritto sull’ospedale di zona. Probabilmente qualcuno non ha gradito.


SETTIMANALE

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GLI AMICI DEL BAR FIRENZE

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MOMENTI DELLA SETTIMANA

WEEK

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DOMENICA 09 FEBBRAIO

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2 LA COMMISSARIA E L’ASSESSORE

La commissaria Maria Cacciola beccata dal nostro fotografo mentre riceve in Comune l’assessore provinciale ed editore di RTV: Eduardo Lamberti Castronuovo

3 IL SINDACO DELLA SOLIDARIETA’

Il nostro grande amico Rosario Rocca, Sindaco di Benestare, qui fotografato mentre stringe la mano, in segno d’amicizia, ad un immigrato che è stato accolto benissimo dalla sua comunità.

A SIDERNO C’ERA GIA’ CHI REMAVA SULLA STESSA BARCA IL SINDACO MITTIGA E TOTÒ LATELLA

Molti anni fa le strade di Siderno furono invase dall’acqua ed alcuni amici si misero “a remare sulla stessa barca”. Si riconoscono Mastro Ciccio, Enzo “Ingo”, Michele, e i fratelli Giglio. AFFITTASI Appartamento ben arredato con cortile, posto auto ed entrata indipendente AFFITTASI Villetta indipendente su 2 livelli con ampio giardino OTTIMO AFFARE VENDESI villetta di recente costruzione, disposta su tre livelli semi arredata, con giardino e posto auto. Via circonvallazione sud, Siderno info 366/6758794

Il Sindaco di Bovalino, Masino Mittiga qui ritratto assieme al “decano” dei giornalisti calabresi (nonchè storico conduttore di trasmissioni televisive di Telespazio Calabria) l’amico Antonio Latella da Reggio Calabria. “Papillon” d’autore per la circostanza.

Medaglia d’onore per il deportato roccellese Francesco Domenico Bova A lessandra Bova è stata insignita della “Medaglia d'onore ai cittadini italiani deportati nei lager nazisti nel periodo 1943-1945”. Il riconoscimento avvenuto da parte del prefetto di Reggio Calabria presso il palazzo del Governo alla presenza di autorità civili e militari - le è stato assegnato in quanto nipote di Francesco Domenico Bova, nato a Roccella Ionica il 6 febbraio 1917. Francesco Domenico fu richiamato alle armi nel 1941 in territorio dichiarato in stato di guerra e partecipò dal 1 febbraio 1917 alle operazioni di guerra svoltesi nei Balcani in territorio Greco-Albanese con il 343° Reggimento Fanteria. In data 8 settembre 1943 fu catturato in Albania dalle forze armate tedesche e deportato nei lager in Germania, nei quali rimase prigioniero per oltre due anni. Fece rientro in Italia al centro rimpatriati di Bolzano il 3 ottobre 1945.

1- Sono proprio loro, Antonello e Laura, i “padri” del prosciutto crudo “San Canolo” che ogni giorno continua a deliziare i nostri palati 2- Un lettore “anonimo” di “Riviera”mentre sfoglia comodamente seduto al bar l’ultimo numero. Per la verità, a noi, non sembra tanto anonimo. Non è che si tratta per caso di Giuseppe Badia? 3- Miky assieme ad Anthony “Voice”. “Chi trova un amico trova un tesoro” ed i nostri due amici hanno davvero trovato un “amico” ed un “tesoro”: si chiama Gigi Sarroino. VENDESI lotti di terreno agricolo e casa rurale accatastata (da ristrutturare) a Siderno in Contrada Ianni. Adiacente nuova SS106. Per info: 3474420928

VENDESI Gelateria ben avviata sita in Corso della Repubblica a Siderno. Per info rivolgersi al numero 320/8689744



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