Numero 56

Page 1



La Strepitosa 6 5 2 Caro Lettore... 3 Ciao Enzo 4 Assemblea ordinaria dei soci 2013 7 Concerti di Natale e Capodanno 8 L'unione fa la... Musica!!! 10 Intervista doppia: i maestri 12 Intervista doppia: i presidenti 17 Concerto ad Aldeno 18 Grazie, Radio Fiemme! 19 10 domande a... 21 Calendario appuntamenti 2013 23 Crucibanda



Ciao Enzo Lo conosciamo tutti come un grande poli­strumentista, ma Enzo era soprattutto un grande amico. Allegro di natura, amava scherzare e “far monae”, l'importante per lui era divertirsi con tutti, e se necessario anche infrangendo le regole. Non per niente il suo motto era “Rock 'n Roll, sfida il potente” (come ci insegna Jack Black in School of Rock). Viveva la vita fino in fondo, trasportato dalla passione e l'amore per la musica, la stessa musica che lo ha fatto conoscere anche oltre le valli di Fiemme e Fassa. Musicista di famiglia, ha cominciato a suonare molto presto studiando pianoforte e poi adattandosi ad ogni strumento ed esigenza, dalla chitarra all'armonica, dal contrabbasso all'ukulele, bastava lui per fare un complesso intero. Apprezzava molti generi, ma il colpo di fulmine l'ha avuto con il rock, esibendosi con molti gruppi rock locali: i Navara, i Dry Ice, i Cajones ed i Thunder Storm hanno tutti potuto approfittare del suo talento e grande disponibilità. Ma non si limitava ai concerti rock, seguendo le orme del papà Andrea e dello zio Fiorenzo è entrato nella banda di Tesero prima studiando bombardino e dando man forte con la tastiera, poi in via definitiva con il contrabbasso. Nella banda poi aveva molti amici e con lui ogni momento, anche il più serio, diventava un'occasione per ridere e scherzare, riuscendo ad alleggerire le prove più pesanti. Pensando a lui non puoi fare a meno di sorridere, tanti bei momenti e tante note suonate assieme. Ricordi allegri, spensierati: ci ha insegnato a divertirci anche con poco e ad apprezzare la vita.

Riccardo Longo, Thomas Volcan, Lorenzo Zanon


Asseblea ordinaria dei soci 2013 VERBALE DELL’ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEI SOCI DELLA BANDA SOCIALE “E. DEFLORIAN” DI TESERO svoltasi il giorno venerdì 18 gennaio 2013 ad ore 20.30 presso la sede della Banda Sociale “E. Deflorian”, in Tesero, via Fia n°2, c/o la Casa della Cultura e dello Sport, con il seguente ORDINE DEL GIORNO 1. nomina del presidente dell’assemblea; 2. relazione attività e morale (Presidente); 3. esame posizione bilancio (Cassiera); 4. nomina degli scrutatori 5. rinnovo cariche sociali; 6. attività futura e programmi musicali (Maestro); 7. iniziative in cantiere per il 2013 (Presidente); 8. varie ed eventuali Soci attivi presenti: 59 Soci benemeriti presenti: 8 Autorità presenti: 2 (Francesco Zanon, Sindaco di Tesero, e Goffredo Zanon, Presidente della Cassa Rurale di Fiemme) 1. Apre la seduta il presidente Massimo Cristel il quale, rifacendosi al primo punto previsto dall’ordine del giorno, propone quale Presidente dell’assemblea il Sindaco di Tesero, sig. Francesco Zanon; quest'ultimo, dopo votazione positiva dell’assemblea, accetta e ringrazia e ripassa subito la parola dal presidente della Banda per la relazione sull'attività svolta nel 2012 e relazione morale (pto nr. 2 all'Odg; cfr. all. 01). 2. La relazione del presidente Cristel ripercorre un anno di attività intenso e ricco di soddisfazioni. Nel 2012 tra concerti, servizi e altri eventi, la Banda di Tesero ha suonato in 20 appuntamenti ufficiali, così ripartiti: ­ 14 concerti che hanno visto la nostra banda esibirsi in paese, in valle, fuori valle e fuori provincia/regione (su tutti spiccano: il concerto per “I Suoni delle Dolomiti” con il Quintetto di Ottoni dell'Opera di Milano a Passo Lavazé, 7 luglio; il concerto­racconto l' “Acqua de le Rü. La Val di Stava: parole, immagini, musica” per il 27° anniversario della catastrofe di Stava (19 luglio), replicato anche martedì 9 ottobre; il concerto a Montecassiano ­ Macerata ­ sabato 1 settembre nel

corso della riuscita trasferta di tre giorni in terra marchigiana); ­ 6 appuntamenti tra servizi e altri eventi. Ci sono stati inoltre altri 12 appuntamenti o manifestazioni che hanno visto l'organizzazione o la partecipazione della banda o di gruppi di bandisti. Un altro passaggio importante della relazione ha riguardato lo stato dell'organico che, al 18 gennaio 2013, conta conta 68 strumentisti effettivi, più 5 vallette, il portabandiera e, ultimo ma non ultimo, il maestro. In totale: 75 componenti, con un'età media sui 27,6 anni. Il 2012 (e inizio 2013) ha registrato le dimissioni da bandisti effettivi di sei soci, la sospensione temporanea da parte di due bandiste, il rientro in organico di altre due e l'esordio di quattro nuovi membri effettivi provenienti dal vivaio dei corsi allievi. Il presidente poi analizza lo stato di salute dell'associazione, che considera buono o molto buono, e comunque invita i soci ad attivarsi e collaborare costantemente per proseguire il cammino sociale e musicale nel migliore dei modi; infine ringrazia per la collaborazione il M° Fabrizio e il direttivo uscente, le autorità e i vari enti per il sostegno economico, e tutti i bandisti effettivi, i soci benemeriti e onorari e quanti prestano il proprio aiuto nelle varie iniziative programmate dalla banda. La relazione del presidente viene approvata all'unanimità dall'assemblea. 3. Il presidente dell’assemblea cede la parola alla tesoriera Flavia Vinante per la relazione finanziaria (all. 02) come previsto dal pto 3 dell'Odg (“esame posizione bilancio”); questo punto viene integrato dal presidente Massimo con la relazione finale del rinnovo divise (all. 03), dimostrando sia le voci in uscita che le conseguenti operazioni per il pareggio. Si approva all’unanimità. 4. Successivamente vengono nominati quattro scrutatori (Alma Zanon, Claudio Longo, Sara Longo e Diego Fanton) e si procede quindi alle operazioni di voto per il rinnovo del direttivo, come previsto dal punto nr. 5 dell'ordine del giorno.


5. Del direttivo uscente (in carica per il biennio gennaio 2011 – gennaio 2013) non si ricandidano: Ottavio Doliana, Pietro De Godenz, Claudio Longo. Tutti gli altri consiglieri uscenti, invece, rinnovano la propria disponibilità a proseguire. Presentano la propria candidatura anche i soci effettivi: Cristina Zanon, Alessandro Delladio, Marco Vanzetta, Alberto Zeni. Viene altresì ricordato che le votazioni riguardano l'elezione dei componenti il consiglio direttivo, il quale (come previsto dallo Statuto) nella prima riunione successiva all'assemblea dei soci provvederà a nominare il presidente e ad attribuire le altre cariche sociali. 6. Terminate le operazioni di voto, la parola passa al M° prof. Fabrizio Zanon che relaziona prima in qualità di responsabile dei corsi allievi (all. 04) circa l'andamento delle lezioni di formazione musicale, strumento e musica d'assieme (Bandìna 1 e Banda dei Giovani di Fiemme), poi in veste di direttore della banda commentando i vari concerti svolti nell'anno appena trascorso e facendo riferimento ai programmi musicali futuri per l'anno 2013, tra cui il concerto d'assieme con la Banda Sociale di Cavalese previsto per Pasqua (all. 05). 7. Per quanto concerne i programmi futuri si registra l'integrazione da parte del Presidente Massimo Cristel che ribadisce le motivazioni (musicali, sociale e solidaristiche) e le modalità organizzative del concerto di Pasqua d'assieme, illustra i progetti di riordino e strutturazione dell’archivio storico (grazie anche alle risorse dell'apposito bando promosso dalla Fondazione Caritro) e introduce l'intenzione di elaborare fin d'ora importanti progetti per il bicentenario della Banda previsto per il 2017. A questo punto prende la parola lo stesso Presidente dell'assemblea, sig. Francesco Zanon, che in veste di Sindaco esprime parole di compiacimento per l’andamento sociale e musicale del sodalizio, comunica che l’Amministrazione per quanto possibile nel particolare momento storico ed economico che vive la nazione sarà per quanto possibile economicamente vicina alle esigenze che volta per volta perverranno. Applauso da parte dell'assemblea. Dopodiché si registra l'intervento del sig. Zanon Goffredo, Presidente della Cassa Rurale di Fiemme, il quale ringrazia per l’invito alla serata, si compiace

per i risultati di bilancio raggiunti nel 2012 e asserisce inoltre che, anche se il periodo non sia dei più prosperi, la Società Cooperativa da lui rappresentata (per quanto possibile) sarà sempre economicamente vicina alla nostra realtà bandistica. Augura inoltre sempre maggiori successi e soddisfazioni a tutti. Applauso dell’assemblea. 8. Varie ed eventuali • Il socio Marco Girardi critica il Maestro circa la difficoltà esecutiva ed i risultati ottenuti negli ultimi concerti di Natale e Capodanno, inoltre rivanga il caso sorto l’estate scorsa tra la Banda e il “Pentagramma Wind Ensemble” a proposito della pianificazione di un concerto di quest'ultima formazione in concomitanza con una prova generale per “I Suoni delle Dolomiti” già in calendario da tempo. Il M° Fabrizio, per la parte di sua competenza, riferisce che cerca l’equilibrio tra le difficoltà esecutive e l’educazione musicale del pubblico presente, tenendo sempre presente anche il piacere esecutivo del gruppo. Massimo, coadiuvato anche dai consiglieri Michele e Nicola, puntualizza a tutti che la banda assume degli impegni ben precisi verso i committenti esterni, quindi non pare logico e concepibile premettere le attività prestate in forma privata esternamente alla banda (peraltro con strumenti della stessa) che vadano a sovrapporsi ed andare in conflitto con gli impegni e le attività già da lungo tempo pianificate e condivise con gli appartenenti. • Prende la parola il bandista Mattia Zanon sollecitando il M° Fabrizio a voler variegare maggiormente il programma proposto, in quanto lamenta che la sezione “percussioni” da un paio di anni viene sotto­impiegata con conseguente disagio e noia da parte dei componenti della stessa. Fabrizio ringrazia, prende atto e si impegna per la stagione estiva a proporre dei pezzi più “frizzanti” e coinvolgenti. • Prende la parola la bandista Flavia muovendo perplessità verso il concerto dell’amicizia con la Banda Sociale di Cavalese per la prossima Pasqua, dubbi riguardanti le modalità e la location dello stesso; propone altresì di effettuarlo magari durante l’estate e lasciare inalterato il tradizionale concerto a Tesero. Massimo risponde attestando che l’ideale è effettuare il concerto proprio a Pasqua, in quanto si


Risultati delle votazioni per il rinnovo del consiglio direttivo. Terminato lo spoglio delle schede, gli scrutatori rientrano in sala e consegnano al Presidente dell’assemblea i risultati delle votazioni per il rinnovo del direttivo (all. 06). Il nuovo consiglio direttivo (in carica fino al 17.01.2015) risulta così composto (in ordine di preferenze): • Zanon Cristina ­ voti 36 • Delladio Ettore ­ voti 35 • Delladio Alessandro ­ voti 34 • Zeni Alberto ­ voti 34 • Cristel Massimo ­ voti 33 • Volcan Lucia ­ voti 32 • Vinante Michele ­ voti 30 • Zanon Marta ­ voti 30 • Trettel Diego ­ voti 22 • Ventura Nicola ­ voti 21 Seguono: Vanzetta Marco voti 14, Doliana Ottavio e Zanon Marcello 4, Deflorian Vittoria, Longo Carlo e Vargiu Carla 3, Molinari Marta e Zanon Renato 2, e altri undici nominativi con 1 voto ciascuno. Applauso e complimenti ai nuovi eletti. Successivamente, alle ore 23.00 circa, il Presidente dell’assemblea cede la parola al Presidente della Banda Sociale per i saluti finali, al termine dei quali, non essendoci altri argomenti all’ordine del giorno e nessun altro prendendo la parola, dichiara conclusi i lavori assembleari. ********** Per dovere di cronaca, si segnala che, a seguito della prima riunione del nuovo direttivo, svoltasi in data 4 febbraio 2013, l'organigramma della Banda Sociale “E. Deflorian” è il seguente: • Presidente / contatti con la cassiera / rapporti con enti: Cristel Massimo • Vice presidente / rapporti con la stampa / promozione concerti: Vinante Michele • Segretario e verbalizzante: Trettel Diego • Responsabile divise e guardaroba: Volcan Lucia • Responsabile divise e guardaroba e referente giornalino: Zanon Cristina • Archivista e referente giornalino: Delladio Alessandro

• Responsabile logistica e sede: Delladio Ettore • Responsabile logistica: Ventura Nicola • Coordinatrice vallette: Zanon Marta • Responsabile strumenti (revisioni e riparazioni): Zeni Alberto • Maestro e responsabile corsi allievi: Zanon Fabrizio Collaboratori esterni al direttivo: • Cassiera: Vinante Flavia • Aiuto­guardaroba: Longo Sara Il segretario verbalizzante Diego Trettel


Concerti di Natale e Capodanno L’avvicinarsi delle festività natalizie anche quest’anno ha impegnato la Banda nella preparazione del programma musicale di due importanti concerti tradizionali del sodalizio. Si parla ovviamente del concerto di Natale, eseguito a Tesero presso il Teatro Comunale, e del concerto di Capodanno eseguito presso il nuovo PalaFiemme di Cavalese. Il programma proposto, vario e ben curato, ha coinvolto in maniera molto positiva il numeroso pubblico presente ad entrambi gli avvenimenti. Gli applausi hanno accompagnato le esibizioni in maniera crescente man mano che la scaletta veniva eseguita e i commenti, in gran parte positivi, non hanno potuto far altro che alimentare l’autostima dei musicisti. Grande curiosità e interesse sono stati scaturiti nel gran finale, grazie alla presentazione al pubblico della polka Feuerfest (J. Strauss). Il brano, di carattere brillante e originale, ha previsto un’esibizione “libera” di uno dei nostri percussionisti, Ettore Delladio, che, con una spontaneità insospettabile ha recitato la parte di un fabbro distratto fra incudini, martelli, vestizioni e merende sul lavoro. Il piccolo siparietto ha divertito il pubblico e ha (diciamocelo!) distratto i musicisti che si sono esibiti senza aver ancora le idee ben chiare su quello che sarebbe successo in scena. A conferma di questo ben due bandiste, in due momenti diversi, si sono presentate al maestro e ai compagni dichiarando la loro profonda indignazione per il comportamento presumibilmente scorretto di Ettore nel corso dell’esecuzione, addirittura cercando parole di conforto per il direttore. Ragazze… era tutta una messa in scena, state tranquille, il maestro lo sapeva già! Un’altra piccola curiosità da raccontare riguarda il concerto di Capodanno. Ormai tutti sanno che il pubblico delle grandi occasioni si aspetta in chiusura di concerto la tradizionale Radetzky Marsch. Da qualche anno, nel corso della sua esecuzione, il maestro si diverte a dirigere il battimano del pubblico. I bandisti lo sanno, eppure, per la prima volta, più di metà banda si è lasciata confondere dai gesti del maestro che dava lo “stop” al pubblico interrompendo così l’esecuzione a metà brano. La banda è riuscita a risollevarsi grazie ai pochi che hanno continuato a suonare e, forse, il pubblico non ha nemmeno dato peso al piccolo problema tecnico. Insomma, come si dice, l’unione fa la forza.. Ma per evitare il brivido di panico lungo la schiena, non c’è forza che tenga. Flavia Vinante


L'unione fa la...Musica!!! Tesero e Cavalese unite in un concerto. Fantascienza? No, pura realtà. E' quello che è avvenuto in un memorabile concerto di Pasqua. Ebbene sì gente, la sede dei Sapienti, terra di cultura d'alto livello che da sempre sforna talenti ben più buoni delle pagnotte del Betta ha deciso di unirsi con la vicina ma non poco rivale Cavalese, città fiorente e centro nevralgico della valle da secoli. Due realtà così vicine eppure da sempre caratterizzate da una competizione di sana e genuina natura. Competizione che a Pasqua 2013 è stata accantonata per dar vita ad unica gran bella espressione musicale. A questo punto la domanda sorge spontanea: due bande che unite formano un corpo bandistico di ben 120 elementi circa come possono non cadere nel fatale errore di dar vita ad un ammasso indistinto e poco soave di musica? Proprio questo è stato l'obiettivo e sicuramente la sfida accolti dai nostri eccezionali maestri Fabrizio Zanon e Andrea Gasperin. Non posso non ammettere che le titubanze all'inizio furono molte, soprattutto pervenute dai bandisti più che dai maestri, quest'ultimi piuttosto fiduciosi nelle capacità dei loro musicisti. Titubanze che si sono, ahimè, anche trasformate in disguidi sicuramente non poco spiacevoli. Ma ogni grande sfida che si rispetti deve superare i suoi molti ostacoli. E fu così che all'inizio di febbraio iniziarono i lavori. Dapprima prove con bande separate, in cui ognuno poteva dare una letta generale alle diverse parti scelte dai maestri. Dopodiché le fatidiche prove a sezione, dove si ritrovavano a suonare uniti con un maestro i legni di entrambe le bande, e con l'altro tutti gli ottoni, alternandosi di settimana in settimana le sedi. Prove a sezione che, ci terrei a sottolineare, sono davvero il banco di lavoro in vista di un concerto: come un falegname o uno scultore, qui il maestro ha la possibilità di concentrarsi sulle singole parti, per migliorarle e per valorizzarle, smussandole o concentrandosi su quei particolari che è bene far emergere una volta che l'opera finale sarà contemplata nel suo insieme. È un lavoro sicuramente più curato, perché mira direttamente e, oserei dire, con più facilità a quelle problematiche che magari possono venire a galla durante le prove d'assieme. E in questo particolare caso, sono state davvero molto utili perché i singoli bandisti potessero ascolatarsi con maggior attenzione, imparando o insegnando a vicenda, in un continuo scambio che è essenziale per la crescita musicale di tutti. Il concerto si avvicina (anche perché quest'anno Pasqua è caduta pure presto!) e così, ad un

mese di distanza, iniziano le prove d'assieme, con tutte le due bande riunite sotto un' unica bacchetta. Ricordo come se fosse ieri la prima fatidica prova d'assieme in Sala Bavarese. Salgo di corsa gli scalini, trafelata entro nella sala che è già gremita di bandisti tutti ai loro posti. Inutile dire che quella non ancora accomodata tra le file dei suoi colleghi bandisti era la sottoscritta... Però questo mi diede modo di assaporare meglio il momento. Mentre montavo lo strumento, un panorama inusuale e sconvolgente mi si apriva dinanzi agli occhi: la bellezza di ben 8 corni, la potenza di 7 tromboni, la prestanza di 8 euphonium, l'imponenza di 4 tuba e per finire la brillantezza di 12 spettacolari trombe. Contavo e ricontavo, ero pietrificata da cotanta abbondanza d'ottone. Emozionata. Sconvolta. Intimorita. Le lacrime stavano per offuscare la mia vista ed un unico pensiero mi martellava la mente: “Scampaaaaaaaaaaaaa”. Ma poi, vedendo i miei soci clarinetti lì davanti, sottoposti ad ogni tipo d'intemperie sonore, non ho potuto tirarmi indietro ed abbandonarli così sul campo di battaglia. D'altronde, mi rendo anche conto che una decina e più di flauti messi assieme possono essere un'arma ben più tagliente e mortale di qualche ottone in più. Tralasciando qualche sbavatura e qualche fortissimo un po' troppo esagerato, visti ovviamente anche i numeri di musicisti raddoppiati, devo ammettere che la prova non è stata niente male. Nelle prove successive si è lavorato molto su dinamiche ed espressione, dato che la parte tecnica (teoricamente) era stata sistemata durante le prove a sezione. Il concerto è alle porte: prova generale nel nuovo PalaFiemme il sabato che, più che santo, sembra la Vigilia di Natale, con i fiocconi che si posavano morbidi sul paese... Tesero e Cavalese insieme pure la neve a Pasqua fanno cadere! Ma anche con il suo risveglio imbiancato, la bella Pasqua fa capolino e alle 17.00 una sala gremita di un pubblico sicuramente incuriosito dall'evento insolito, ci accoglie con un caloroso applauso. Si dia il via alle danze! Pardon, alle musiche! E così i nostri maestri si alternano sul palchetto, presentando un repertorio sicuramente ricco e vario. Si parte con Yakka, diretta dal maestro di Cavalese Andrea Gasperin. Un pezzo che rispecchia il carattere “caliente” ed inconfondibile che è quello, appunto, spagnolo. Scritto dal pugno di un grande maestro quale Vilaplana, è una parte che emoziona con la sua brillantezza e, allo stesso tempo, intima dolcezza.


Il ghiaccio è ormai rotto e il testimone, o meglio, la bacchetta passa nella mani del maestro di Tesero Fabrizio Zanon, che dirige questa “maxi banda” presentando The Bridge on the Border (Il ponte su due confini). Scelta azzeccatissima per l'occasione, almeno nel titolo, rappresentando proprio come la musica possa essere ponte tra due confini, città, nazioni. Veicolo di cultura, messaggio di unione. Unione pacifica che proprio in questo pezzo trova la sua massima espressione nel suo finale, con la citazione dell'Inno alla Gioia. In questo concerto non sono sicuramente mancati messaggi importanti, concreti, vivi. Con Epilogue Lest We Forget, il messaggio è palese: a ricordo di tutti coloro che sono caduti sotto la violenza della guerra ed il potere cieco e scellerato dei totalitarismi. Noi vi ricordiamo. E, personalmente, mentre le note di questo pezzo scorrevano, l'emozione aumentava sempre più. Si avvertiva nell'aria una tensione particolare. E man mano che i crescendi si facevano sempre più presenti, la pelle d'oca si alzava. Credo sia proprio questo che serva ricordare. La musica è più diretta di tante mille parole. Sì, è vero, passa per le orecchie, ma l'assorbiamo e la viviamo davvero con la pelle. E mentre suonavo quelle note, la mente volava e viaggiava al tempo in cui visitai i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau... Noi vi ricordiamo, attraverso un'unica ed immensa espressione: la musica. Caledonia e Tum Balalaika sono i due pezzi scelti e diretti sempre dal maestro Zanon. Allegri e vivaci rispecchiano sonorità peculiari dei mondi di cui si fanno portavoci. Il concerto scorre e siamo quasi alla fine. Abbiamo parlato di legni, ottoni, ma mancano loro... Tranquilli, non mi sono dimenticata di voi. Proprio voi, fondamenta di una qualsiasi banda, il cuore pulsante, il ritmo vero. Le percussioni! E nemmeno il maestro Gasperin si è dimenticato di voi, dedicando un pezzo che vi esalta e in cui i protagonisti veri sono bonghi, tastiere e timpani. È la volta di Africa, pezzo dalle sonorità omonime in cui tutti i bandisti sono chiamati a tirar fuori pure la voce, con urla indigene e tribali. Sicuramente di grande effetto, alla fine di tale brano i percussionisti erano più che appagati. Dulcis in fundo, non poteva mancare un grande pezzo: First Suite for Band composta da un altrettanto grande maestro, Alfred Reed. Una parte composta da 4 tempi, piuttosto diversi ma uniti dallo stile del loro compositore. E così i primi due tempi li ha diretti il maestro di Cavalese, mentre gli ultimi due quello di Tesero. Il bis non poteva che essere la fatidica Regimentsmarch di Wagner, tanto amata dal pubblico. Se dovessimo usare l'ormai consueto “applausometro” direi che questo concerto è stato magnificamente apprezzato ed i nostri

maestri hanno vinto la loro sfida. Anche perché, a parte forse qualche permanente, nessuno è stato ucciso dalla potenza sonora dei musicisti. In questa esperienza si è data prova di un'unione che come dico già nel titolo, fa la musica ma in questo caso pure la beneficenza: il costo di € 5,00 del biglietto d'ingresso è stato infatti, devoluto interamente a favore di... Un altro bellissimo messaggio di cui la musica si è fatta portavoce. Come clarinettista di entrambe le bande, credo che questo sia stato un evento davvero unico. Dal semplice, ma non indifferente, aver da studiare la metà delle parti, alla collaborazione vissuta all'interno di questa grande unica banda. Mia personalissima riflessione un po' critica, ma che mi sento di fare: spero che questa esperienza possa aver fatto capire a tutti che dar giudizi affrettati su parti non ancora capite o su maestri non propri sia davvero poco proficuo e, in ultima istanza, particolarmente limitante. I pregiudizi fanno parte di tutti noi, ma bisogna essere in grado di confrontarli e/o resettarli in base alle esperienze che affrontiamo. Ho notato diverse critiche poco costruttive, basate magari su sentiti dire o su giudizi dati a priori, o quasi. Quello che mi ha fatto profondamente piacere è come alla fine di questo percorso scosceso, molti si siano impegnati nel cercar di comprendere persone e parti con un giudizio più razionale. È inutile dire che eventi come questo rappresentino una crescita per tutti, un luogo in cui comprendere e comprendersi musicalmente meglio. E il messaggio che più ho colto di tutta questa esperienza è un dato di fatto: quella domenica pomeriggio hanno suonato oltre un centinaio di bandisti, provenienti da due bande diverse. Il pubblico aveva davanti musicisti che indossavano le loro rispettive divise di provenienza, ma ha potuto ascoltare e gustare un'unica grande musica: quella dell'amicizia. Carla Vargiu


1. Nome e cognome Fabrizio Zanon 2. Data di nascita 7 dicembre 1979 3. Qual è stato il tuo percorso formativo in ambito musicale? Ho cominciato i corsi della Banda Sociale “Erminio Deflorian” di Tesero in quinta elementare. Ho fatto un anno di solfeggio con il professor Franco Zanon e poi ho cominciato a suonare il trombone. Ho fatto quattro mesi di trasloco del trombone dalla sala prove all'armadio di camera, perché diciamo che non era proprio il mio strumento, e poi si è liberato un posto per lo studio del clarinetto. Sono passato quindi al clarinetto con il professor Adriano Zanon, continuando questo percorso fino in terza media. Ho poi cominciato a studiare al conservatorio fino al quinto anno e ho fatto il compimento inferiore. Per questioni di lavoro ho sospeso gli studi musicali, ma dopo ho iniziato a studiare direzione di banda all'ISEB e in contemporanea ho ripreso con delle lezioni private di clarinetto a Milano con il Maestro Primo Borali e ho conseguito il diploma prima in clarinetto e poi in direzione di banda del terzo anno. Successivamente, proseguendo gli studi, ho fatto il diploma di direzione del quinto anno in Portogallo sempre all'ISEB. 4. Di quali bande sei attualmente maestro? Attualmente dirigo la Banda Sociale “Erminio Deflorian” di Tesero e la Banda Sociale “Piccola Primavera” di Verla di Giovo. 5. Quest'anno si è svolto il tradizionale concerto di Pasqua unendo in un unico gruppo la Bande Sociali di Tesero e Cavalese. Come è nata questa idea e cosa sta dietro un evento simile? L' idea è nata da una serie di dialoghi che ci sono stati tra i due presidenti e fra me e il Maestro Gasperin, visto che ci conosciamo da alcuni anni e abbiamo un bel rapporto di collaborazione. La banda di Cavalese aveva già fatto questa esperienza in passato con la banda di Molina e ci sembrava interessante poterla proporre anche fra Tesero e Cavalese e, da cosa nasce cosa, abbiamo cominciato a mettere in cantiere questa iniziativa. 6. Quali sono state, se ci sono state, le difficoltà nel programmare le prove e nel mettere assieme due bande? Per programmare le prove ci siamo trovati per un aperitivo e abbiamo studiato un calendario e fondamentalmente non c'è

stato nessun problema, se non cercare di dividere le prove in modo da esserci entrambi i maestri nelle prove d'assieme. Per quanto riguarda la preparazione iniziale si è optato per una parte di prove per lo studio individuale di ciascuna banda, dividendo poi le prove per sezioni. Il progetto è andati avanti bene a parte qualche incomprensione con alcuni bandisti della banda di Tesero che inizialmente non capivano le motivazioni alla base di questo progetto, ma poi le cose sono andate molto meglio e infatti quelle stesse persone sono state le prime a chiedermi quando si rifarà. 7. Quale criteri hai preso in considerazione nella scelta dei brani? Prima di tutto si doveva avere ben chiara l'idea di qual era l'organico che avevamo a disposizione, quindi due organici completi. Ad esempio, pensando solo alla sezione dei clarinetti, non si doveva pensare a cose troppo difficili tecnicamente e troppo veloci, poiché non si lavora con 10­12 clarinetti, ma con 25­30. Quindi anche la pulizia tecnica è una cosa da tenere in considerazione nella scelta dei brani. Non abbiamo scelto di fare un concerto a tema, quindi ogni maestro è stato assolutamente libero di scegliere i brani cercando di diversificare un po' i caratteri del collega in modo da creare un concerto vivace dal punto di vista della scaletta. 8. Che giudizio ti senti di dare al concerto di Pasqua? È stata una bellissima esperienza, sia da parte di noi maestri, ovviamente parlo per me, ma anche per i bandisti perché in fin dei conti li ho visti molto coinvolti e partecipi. Il pubblico ha recepito molto bene questa cosa e credo quindi che sia stata una bella iniziativa dal punto di vista dell'impatto sulle persone. Sotto il profilo musicale c'è stata una bella crescita, grazie anche al fatto di suonare vicino a persone differenti dal solito, così da potersi confrontare su modi di suonare e di vedere la musica per accrescere il bagaglio culturale di ogni musicista. 9. Dopo aver ascoltato e diretto i due complessi musicali, che consigli daresti alle rispettive bande? Sinceramente non ho pensato a questa cosa, a dare dei consigli all'altra banda; chiaramente sono concentrato sulla mia e il lavoro che faccio nelle prove viene svolto e affrontato tranquillamente. Per la banda di Cavalese non mi sento di dare consigli o giudizi. 10. Manda un saluto all'altro maestro Ciao Andrea!!! =)


1. Nome e cognome Andrea Gasperin 2. Data di nascita 2 agosto 1982 3. Qual è stato il tuo percorso formativo in ambito musicale? Ho cominciato a suonare la tromba a nove anni con la banda di Belluno, a quattordici anni ho fatto l'esame di teoria e solfeggio e poi a quindici ho cominciato a studiare privatamente tromba per fare l'esame del conservatorio. Mi sono diplomato a vent'anni, sei anni fa ho cominciato a studiare direzione all' ISEB e ho finito l'anno scorso. Ho fatto didattica della musica, masterclass vari di tromba e di direzione. Ho studiato composizione per due­tre anni. 4. Di quali bande sei attualmente maestro? Della Banda Sociale di Cavalese e del Complesso Bandistico Città di Belluno. 5. Quest'anno si è svolto il tradizionale concerto di Pasqua unendo in un unico gruppo la Bande Sociali di Tesero e Cavalese. Come è nata questa idea e cosa sta dietro un evento simile? Bella domanda... Io credo sia nata quasi casualmente parlando coi presidenti e i maestri delle due bande, non è stato niente di premeditato. Dietro ci sta tutta un'organizzazione che va dalla logistica, alle prove, al repertorio e anche all'aspetto sociale se vogliamo. 6. Quali sono state, se ci sono state, le difficoltà nel programmare le prove e nel mettere assieme due bande? Nel programmare le prove difficoltà non ce ne sono state perché io e Fabrizio siamo andati abbastanza d'accordo. Abbiamo cercato di far sì che le due bande si trovassero a fare prove in giorni diversi dai soliti il meno possibile, per cui non ci sono state grosse difficoltà. Nel mettere assieme le due bande, dal punto di vista sociale nessuno, per quanto mi riguarda. Tutti quanti, anche gli scettici, sono stati contenti di questo progetto. Dal punto di vista musicale abbiamo dovuto mettere assieme due gruppi che dono abituati a suonare con due maestri diversi che, anche se vengono dalla stessa formazione, hanno due maniere differenti di intendere la musica così come il suono della banda, per cui

penso che le due bande abbiamo dovuto adattarsi alle richieste del maestro che non era il loro (però questo forse possono dirlo meglio i bandisti che noi maestri). 7. Quale criteri hai preso in considerazione nella scelta dei brani? Per la scelta dei brani siamo partiti banalmente dalla loro durata, perché bisognava fare più o meno un'ora di musica ed una divisione più o meno equa. Né io né Fabrizio abbiamo tenuto conto della scelta dell'altro e secondo me questa è stata una buona cosa perché altrimenti si sarebbe rischiato di copiarsi con gli stili o nelle scelte. Io ho semplicemente tenuto conto prima di tutto del mio gusto e di quello che secondo me poteva esaltare una formazione così grossa, questo per quanto riguarda il corale (Epilogue: let we forget) e il paso doble (Yakka) che sono scritti per formazioni grandi. Africa è stata una scelta dovuta ai percussionisti (avendo una sezione molto grande era giusto poterla sfruttare) e la First Suite for Band è venuta da una consulenza esterna (mettiamola così) che però ha trovato d'accordo sia me che Fabrizio nella divisione dei movimenti. 8. Che giudizio ti senti di dare al concerto di Pasqua? Ottimo. 9. Dopo aver ascoltato e diretto i due complessi musicali, che consigli daresti alle rispettive Bande? Quanto tempo ho? =) Mi limito al punto di vista musicale. Penso che tutte due le bande abbiano qualcosa da imparare dall'altra. Io sento la banda di Cavalese più vicina al mio gusto perché ci lavoro ormai da anni. Se devo scendere nel tecnico, credo che la banda di Cavalese abbia un suono migliore a livello completo, mentre la banda di Tesero ha maggior precisione nell'articolazione e nelle dinamiche, cosa che a Cavalese forse manca un pochino. È comunque molto difficile dire una cosa del genere dopo un progetto fatto assieme. 10. Manda un saluto all'altro maestro Ciao Fabri... =) Interviste e trascrizioni a cura di Cristina Zanon e Alessandro Delladio


1. Nome e Cognome Massimo Cristel 2. Data di nascita 13 febbraio 1983 3. Qual è stato il tuo percorso formativo in ambito musicale e cosa ti ha spinto ad entrare in banda? Cosa mi ha spinto ad entrare in banda… Come primo approccio alla banda il rapporto di amicizia e di conoscenza con i miei due cugini Fabrizio Zanon e Michele Vinante. Ricordo questo legame coi due cugini quindi…(cogne parlar n taliàn o n dialeto?)…questo in poche parole il primo approccio. Ah, grazie anche allo zio Giancarlo Vinante. Dal loro esempio mi sono avvicinato al mondo bandistico. La mia formazione bandistica è iniziata con il corso di teoria e solfeggio condotto all’epoca dal prof. Franco Zanon (no zaveva alora che sarìa deventà l me futuro suocero) nel 1993/1994. Nell’autunno 1994 mi è stata consegnata la tromba. All’inizio mi dovevano assegnare il corno, mentre alla Chiara Sartori la tromba. Quindi mi ero fatto l’idea di suonare il corno per il proseguo della mia carriera musicale; però alla prima lezione con il prof. Paolo Trettel, eravamo lì tutti e due, mi fa: “A te diamo la tromba e a lei il corno”. Quindi da la siamo partiti con la prima lezione dove come primo approccio ho provato con solo il bocchino. Allora sono arrivato a casa con solo quello e mi chiedono i miei genitori: “Ma te dali n toco ala olta?”. Dopodiché il mio percorso per un anno e mezzo/due circa, è stato con il prof. Paolo Trettel per lo strumento. Poi nell’autunno ’96 sono entrato in banda, ma allora l’insegnante era diventato il prof. Stefano Vaia che era bandista nella banda di Tesero e mi ha fatto entrare non con la tromba ma col flicorno soprano. Anche se la prima prova l’avevo fatta con la tromba e la parte del flicorno. Ho proseguito col flicorno per un paio d’anni, poi sono stato coinvolto nella “Beat Boys Orchestra” (già “Longo Jazz Band”), una formazione jazzistica locale e quindi sono ritornato a suonare e studiare la tromba. Nel frattempo ho proseguito i corsi banda non più con il prof. Stefano Vaia ma con il prof. Luigi Zeni per circa 4­5 anni. A seguire ho svolto, come corso di perfezionamento, un masterclass con i “Gomalan Brass Quintet” a Trento; le lezioni erano il sabato e la domenica ogni due mesi circa per un anno, 2002/2003 (primo anno

di università). Una stagione, 1999/2000, ero tornato a studiare con il prof. Paolo Trettel. Ah, ricordo anche i corsi di musica d’assieme tenuti dal prof. Tito Deflorian. 4. Sei presidente della banda di Tesero. Quando hai assunto questo incarico e che ruolo ricoprivi prima? Zone presidente? No l zaveva… =) Ho assunto l’incarico nel 2007, la prima riunione del primo direttivo in cui sono stato nominato presidente è stata il 7 febbraio 2007. Nei due anni precedenti avevo la carica di vicepresidente. Quindi sono entrato in direzione il 10 dicembre 2004 e lì sono stato nominato vicepresidente con il presidente che era Lauro Ventura, al quale sono poi subentrato nel 2007 appunto. 5. Cosa vuol dire essere presidente di una banda? Essere presidente di una banda vuol dire responsabilità, impegno ma anche soddisfazione. Impegno e anche difficoltà nella gestione di un gruppo grande ed eterogeneo come il nostro, però anche soddisfazioni nel momento in cui ci sono risultati o comunque successo rispetto a quello che è stato il lavoro svolto. Poi è un’esperienza arricchente; oneri e onori. È coinvolgente anche dal punto di vista mentale perché quasi tutti i giorni c’è qualcosa da pensare per la banda, grande o piccola che sia, però c’è da pensare. Per fortuna essere presidente vuol dire gestire un gruppo direttivo che mi coadiuva e che collabora. 6. Quest’anno si è svolto il tradizionale concerto di Pasqua unendo in un unico gruppo le Bande Sociali di Tesero e Cavalese. Com’è nata questa idea e cosa sta dietro ad un evento simile? Allora, l’idea del concerto d’assieme (o anche detto “concerto dell’amicizia”) non è una novità assoluta, nel senso che era già stato proposto dalle bande di Cavalese e Molina di Fiemme per due occasioni: una volta con i maestri Ezio Vinante per Cavalese e Valerio Dondio per Molina e un’altra volta sempre dal M° Dondio che dirigeva tutte e due le bande. Questo nei primi anni 2000. Comunque l’idea, maturata anche sulla base di questa iniziativa già svolta dalle due bande, è nata già un paio di anni fa circa, su iniziativa della banda di


Tesero proposta dal sottoscritto e dal maestro prof. Fabrizio Zanon. Anzi, credo di averlo proposto io al maestro come possibile progetto futuro. Questa prima idea l’abbiamo poi condivisa con Matteo Zendron e il prof. Andrea Gasperin, rispettivamente presidente e maestro della banda sociale di Cavalese. Nella tarda primavera del 2012 c’è stato il rinnovo del direttivo della banda di Cavalese con il rinnovo del mandato di presidente a Matteo e uno dei primi, se non il primo progetto ad essere portato avanti, è stato proprio il concerto d’assieme fra le due bande. Quindi la banda di Cavalese ha rilanciato l’idea di questo concerto alla banda di Tesero; ne abbiamo discusso all’interno del direttivo accogliendo di buon grado la cosa e poi nell’autunno­inverno 2012 l’abbiamo sviluppata e il risultato è arrivato a Pasqua 2013, 31 marzo 2013.

bandistici, sia alle prove, sia al concerto che alla cena post­concerto. Dal punto di vista musicale magari all’inizio, nella preparazione dei brani, poteva sembrare che ci fossero delle difficoltà nell’esecuzione e nel risultato finale, però poi alla fine credo sia andato tutto bene. Questo giudizio è confortato anche dalla risposta del pubblico che è rimasto entusiasta. Ciò ci fa capire in poche parole che abbiamo colto nel segno, quindi personalmente baso il mio giudizio anche su questi elementi; io mi sono trovato bene e mi sono divertito. Vorrei anche ricordare che c’è stato un momento molto toccante all’inizio del concerto che è stato il ricordo dell’Enzo Zeni; ci è sembrato doveroso farlo come prima esibizione dopo la sua scomparsa. Comunque il concerto è andato bene e siamo contenti.

7. Quali sono state, se ci sono state, le difficoltà nel programmare le prove e nel mettere assieme le due bande? Per quanto riguarda le prove ci sono stati i due maestri che hanno stilato il calendario pensando a come gestire le prove di sezione e d’assieme, lasciando qualche prova per le singole bande. Hanno cercato di conciliare i giorni canonici delle prove delle bande di Tesero e Cavalese (martedì e venerdì per una e mercoledì e sabato per l’altra). C’è stata quindi una prima bozza che poi è stata valutata all’interno dei due direttivi e, come direttivo della banda di Tesero, abbiamo fatto delle modifiche perché c’erano troppe prove d’assieme al sabato; quindi abbiamo inserito prove anche al venerdì e al mercoledì. Insomma per fare il calendario le difficoltà sono state poche. Per mettere assieme le due bande abbiamo dovuto convincere gli scettici (che forse erano di più a Tesero che a Cavalese): illustrare per bene il progetto, spiegare le finalità e le modalità. Bisognava convincerli della bontà del progetto, sia dal punto di vista logistico (andare a far prove a Cavalese perché era la sede più idonea allo svolgimento del concerto), sia per quanto riguarda lo scopo solidaristico con la devoluzione dell’incasso alle due realtà: la fondazione “Il Sollievo” e il comitato “Uniti per l’Emilia”. Certe persone siamo riusciti a convincerle, con altre purtroppo ci sono stati dei problemi che non abbiamo risolto ritrovandoci, come banda di Tesero, con delle defezioni e di questo mi rammarico. Sarà per la prossima.

9. Da presidente, cosa ti senti di dire ai "tuoi" bandisti? Magari mi ripeto ma credo che il momento che stiamo vivendo sia dal punto di vista musicale che sociale è buono, con alti e bassi ma, insomma, siamo in tanti e quindi tante teste e tante idee. Però penso che ci sia un bel gruppo che vive la banda bene e con entusiasmo. L’invito è quello di proseguire su questa strada e magari insieme coinvolgere chi magari sembra mollare o sembra perdere un po’ d’entusiasmo, tenendo unito il gruppo col contributo di tutti. Cerchiamo di divertirci sempre suonando assieme e collaborando alle varie attività messe assieme dal direttivo. (Aboliremo l’IMU!! =) Se ci sono proposte e osservazioni è giusto che emergano, compatibilmente comunque con quelle che sono le posizioni e i ragionamenti fatti dal direttivo. Forse alle volte le decisioni prese possono sembrare imposte, però tutti devono capire che se c’è un direttivo eletto dall’assemblea per guidare la banda, è giusto che la direzione svolga questo ruolo di indirizzo di percorso della società.

8. Che giudizio ti senti di dare al concerto di Pasqua? Col senno di poi credo che gli auspici iniziali si sono realizzati. Si è creato un bel clima fra i due gruppi

10. Manda un saluto all’altro presidente Saluto de che tipo? Ciao Matteo, speriamo di ripetere in futuro questa esperienza del concerto d’assieme delle bande di Tesero e Cavalese. Come fu nel 1905 o 1910 come testimonia una foto che ritrae i bandisti di Cavalese e Tesero assieme: bandisti di Tesero piume bianche e bandisti di Cavalese piume nere.


1. Nome e cognome Matteo Zendron 2. Data di nascita 29 giugno 1980 3. Qual è stato il tuo percorso formativo in ambito musicale e cosa ti ha spinto ad entrare in banda? Inizialmente suonavo il pianoforte a casa di una signora anziana, cosa che non mi ha appassionato molto. In terza media sono venuto a sapere che c'erano i corsi della banda e mi sono iscritto. Ho iniziato a fare i miei primi anni di solfeggio e di corno con vari insegnanti, finché è arrivato finalmente un buon insegnante di corno e ho iniziato allora a suonare il corno per bene. Di solfeggio ho avuto tutti gli insegnanti della valle perché sono piuttosto “zucon”. È dal '93 che sono nel mondo bandistico. 4. Sei presidente della banda di Cavalese. Quando hai assunto questo incarico e che ruolo ricoprivi prima? Sono entrato nel direttivo che avevo più o meno diciotto anni e mi hanno fatto fare il vice­presidente per imparare come erano i meccanismi e come funzionavano le cose; però, visto che il presidente era bravo, il ruolo di vice­ presidente si è rivelato secondario. Nella trasferta in Brasile sarei dovuto essere il vice­presidente ufficiale perché il presidente non c'era, però in quell'occasione abbiamo chiesto all'ex presidente di ricoprile il suo vecchio ruolo visto che conosceva già i brasiliani e anche la me la sono cavata. Sono diventato presidente sei anni fa circa, sono al mio quarto mandato, se non sbaglio... ho perso il conto perché c'è talmente tanta roba da fare! 5. Cosa vuol dire essere presidente di una banda? Vuol dire aver da fare altre due sere in più, come minimo, oltre alle prove, perché bisogna pensare alle scartoffie per l'organizzazione dei concerti, richieste di contributi e sentire i bandisti che vengano alle uscite. È abbastanza impegnativo riuscire di volta in volta con il cambio delle generazioni trovare gli stimoli giusti per far si che i bandisti vangano a suonare. La difficoltà insomma sta nell'organizzazione delle prove, nel star dietro a tutto. È quindi un po' faticoso, soprattutto quando il tempo è poco. Si vorrebbe anche che il tempo dedicato alla banda, oltre a quello delle prove, venga ripagato dai bandisti con l'assidua presenza ai vari appuntamenti; ti aspetti di vedere l'amore e il tempo che tu dedichi alla banda anche negli altri, ma non sempre questo accade per vari motivi. Io ho dato molta importanza alla banda perché mi ha tirato fuori di casa a suo tempo, per me era l'occasione per uscire, per andare a suonare e per stare con gli amici visto che in banda ho trovato un bel gruppo di amici. Oggi forse non è così perché tanti hanno già altre opportunità

di uscire e quindi bisogna capire come coinvolgerli. L'importante, ad oggi, credo che sia il livello musicale, la qualità della musica che si va a fare e poi il gruppo si riesce a compattare. 6. Quest'anno si è svolto il tradizionale concerto di Pasqua unendo in un unico gruppo la Bande Sociali di Tesero e Cavalese. Come è nata questa idea e cosa sta dietro un evento simile? L'idea è nata da Massimo, il presidente della banda di Tesero. La richiesta è arrivata da voi e noi l'abbiamo accolta di buon grado, visto che avevamo già avuto due esperienze analoghe con la banda di Molina. L'idea quindi ci è assolutamente piaciuta visto che questa volta c'era anche la possibilità di farla con i due maestri che hanno fatto lo stesso percorso di studi musicali. È stata portata avanti dai due maestri in stretta collaborazione grazie anche alla loro simile visione della banda. Siamo riusciti a fare un discorso congruo e continuativo con quello che era il lavoro delle bande separate. Dietro ad un evento così ci sta un grosso lavoro organizzativo perché solo per la sede della prove d'assieme bisognava trovare delle soluzioni adatte: le nostre sedi non bastavano, bisognava quindi spostare gli strumenti e i musicisti, si è dovuto chiedere uno sforzo in più ai bandisti, non solo di andare a prove, ma di fare anche degli spostamenti. Poi c'è stata anche l'organizzazione del concerto in sé, quindi i manifesti, il post­serata, i presentatori, gli inviti, coinvolgere le associazioni benefiche visto che lo abbiamo voluto fare per beneficenza. Non è stato un lavoro facile, però essendo che c'erano due direttivi che lavoravano, ci siamo suddivisi i compiti ed è stato molto più semplice avendo una collaborazione attiva. Essendo anche più o meno coetanei tra presidenti si riesce a capirsi e a lavorare insieme, anche perché credo che questa sia la forza del movimento bandistico in Val di Fiemme e Fassa. Una volta era già difficile andare da una banda all'altra a suonare, mentre oggi è diventata quasi una piacevole prassi che ci si aiuti a vicenda quando si ha bisogno e questo è molto positivo. 7. Quali sono state, se ci sono state, le difficoltà nel programmare le prove e nel mettere assieme due bande? Le difficoltà sono state più che altro logistiche. Il Pala­ Fiemme non era pronto in quanto occupato dai mondiali, ma per fortuna Tesero ha la Sala Bavarese e grazie alla lungimiranza di Massimo siamo riusciti a prenotarla per tempo, perché in teoria inizialmente non doveva servire e invece alla fine è servita. Abbiamo organizzato delle prove per sezioni a volte a Tesero e a volte a Cavalese dove i bandisti delle due bande si dovevano spostare. Per i bandisti c'è stata magari la difficoltà nello spostarsi, ma alla fine hanno anche reagito bene;


chiaramente quelli che erano comodi e che andavano a suonare a piedi hanno dovuto usare la macchina, ma l'hanno fatto anche volentieri perché era uno scambio di esperienze. Una volta deciso il calendario delle prove, che abbiamo lasciato fare ai maestri, e averlo comunicato ai bandisti, c'era solo da sperare nella partecipazione alle prove. 8. Che giudizio ti senti di dare al concerto di Pasqua? Voto 9. È andato tutto nel migliore dei modi, anche a livello qualitativo­musicale, chi ha sentito il concerto ha apprezzato molto anche se c'era il rischio che nel nuovo PalaFiemme, mettendo insieme circa 120 musicisti a suonare, diventasse una cosa inascoltabile, proprio per il fastidio del rumore; invece siamo stati bravi con le dinamiche e a lavorare su vari aspetti. Il pubblico ha apprezzato anche lo sforzo dei bandisti di studiare i brani. La scelta dei maestri di proporre dei brani adatti ad un organico così ampio è stata azzeccata. Dal punto di vista musicale credo quindi che sia stato un successo, dal punto di vista organizzativo anche perché tutto è andato liscio e il PalaFiemme l'abbiamo riempito (nonostante i timori iniziali dati dalla novità dell'ingresso a pagamento). La festa nel post­concerto è andata abbastanza bene, anche se c'è stata una scarsa partecipazione da parte di alcuni bandisti delle due bande: forse sarebbe stato più bello finire tutti assieme, comunque chi c'era si è divertito fino in fondo e gli altri si son persi un'occasione. 9. Da presidente, cosa ti senti di dire ai “tuoi” bandisti? Cercate un altro presidente. Credo proprio che per il discorso del mondo che cambia e delle generazioni che cambiano ci vuole anche un presidente diverso che magari sia più vicino a quelle che sono le indicazioni che vengono dalla banda. Ad oggi magari io penso in un modo ma non è lo stesso in cui la banda vorrebbe andare avanti, anche se finora i risultati musicali ci danno ragione del lavoro che è stato fatto. D'altro canto magari io insisto troppo su determinati aspetti quando si potrebbe puntare su altri. Io ho sempre vissuto la banda come un impegno principale e quindi se mi impegno con la banda vuol dire andare alle prove, andare alle uscite e se salta fuori un'altra cosa da fare sono già impegnato con la banda. Oggi vedo che non è più possibile chiedere questo a tutti e questo mi fa rabbia. Magari un altro presidente invece la vede diversamente e può capire questi diversi equilibri che ci sono. Come il discorso dei telefonini a prove: una volta a prove non si poteva nemmeno chiacchierare, invece adesso ci si messaggia da una parte all'altra della sede. Penso però che questo sia dovuto al cambiamento dei tempi e bisogna un po' adeguarsi, è inutile star lì a bacchettare tutti. Sarebbe bello poi che i bandisti venissero alle uscite senza dover insistere. Devo dire che a

Cavalese siamo riusciti ad ottimizzare questo discorso creando dei responsabili di sezione che si preoccupano di vedere se la sezione è completa o bisogna chiamare qualche esterno così per tempo sappiamo poi gestire l'uscita nel migliore dei modi. Diciamo che da quando c'è questo nuovo direttivo abbiamo dato alcune linee guida nuove e io mi sento un po' più leggero dagli impegni. Quindi dico ai bandisti che se si vuole impegnarsi nella banda è bello farlo, ma bisogna appunto metterci impegno. Far parte della banda prevede due prove a settimana perché una sola non basta in quanto proprio fisicamente manca l'allenamento, ma se ci si assenta troppo spesso è difficile mantenere un certo livello. Credo che se si riuscisse a raggiungere tra il 90 e il 100 % della presenza a prove mettere insieme un concerto sarebbe molto più semplice e più bello per chi a prove c'è sempre e si trova delle sere con metà della gente e quindi non si diverte. Si arriva così all'ultimo mese a capire come potrà diventare il concerto. Tanti suonano nella banda, ma se hanno qualcos'altro da fare lo fanno, mettendo a repentaglio il lavoro del direttivo e anche degli altri bandisti. È importante che l'impegno venga mantenuto. 10. Manda un saluto all'altro presidente So già che il saluto di Massimo durerà circa dieci minuti... =) Massimo, forza e coraggio, ti auguro di raggiungermi e superarmi in quanto anni di presidenza, devi avere pazienza e devi divertirti perché nel momento in cui uno non si diverte più nel fare il presidente della banda vuol dire che è proprio il momento di lasciare il posto a qualcun altro per evitare di danneggiare la banda stessa e sé stessi e magari di stufarsi anche di suonare. Ti ringrazio per l'opportunità del concerto di Pasqua e ti ringrazio perché soprattutto da quando sei tu presidente, ma anche prima, le nostre bande riescono a collaborare su più aspetti, dai corsi, al saggio degli allievi, alle bandine. Direi che abbiamo creato un bel lavorare insieme. Buon lavoro per il futuro e chissà che non se ne faccia un altro di concerto d'assieme, magari a Tesero, anche se è più difficile dal punto di vista logistico trovare lo spazio, però si può creare l'occasione per farlo. Interviste e trascrizioni a cura di Cristina Zanon e Alessandro Delladio


Da oggi, se lo desiderate, potrete ricevere “La Strepitosa” via e-mail, in formato pdf, anziché nella versione cartacea. Per richiedere il nostro giornalino tramite e-mail basta semplicemente scrivere all'indirizzo lastrepitosa@bandatesero.it identificandosi e specificando tale richiesta. Grazie e buona lettura a tutti!!! La redazione

Vuoi diventare "Amico della Banda 2013"? E' in corso il tesseramento rivolto ai nostri amici e simpatizzanti e in genere a chiunque voglia sostenere concretamente la nostra associazione musicale con una piccola (ma per noi molto utile) offerta in denaro: ° Tessera tipo "A" euro 7,00 ° Tessera tipo "B" euro 15,00 (comprensiva di abbonamento annuale a "La Strepitosa"). Per info rivolgersi alle vallette durante i nostri concerti oppure a lastrepitosa@bandatesero.it oppure a presidente.bandatesero@gmail.com


Il giorno 12 maggio parte nel tardo pomeriggio un pullman carico di bandisti e rispettivi strumenti. La destinazione è Aldeno, dove la Banda Sociale di Tesero si sta recando per festeggiare, con un concerto di restituzione, i 90 anni dalla fondazione della banda del suddetto paese. Ad attenderci in Piazza della Chiesa ci sono già alcuni bandisti e il Maestro Paolo Cimadom che con calore ci salutano e ci accompagnano in una sala dove depositiamo le nostre custodie. Il tempo di due veloci chiacchiere e scambi di battute e ci troviamo già sul palco pronti per una prova di assestamento. Attimi di panico per una teca dimenticata, ma per fortuna, così come in una vera famiglia, anche all'interno della "famiglia musicale" ci si aiuta in tutto e per tutto e le mie parti vengono recuperate in pochissimo tempo. Finita la prova non perdiamo tempo e, affamati, raggiungiamo il retro del tendone in cui suoneremo dove ci attende la cena preparata dai colleghi di Aldeno. Squisite lasagne, carne accompagnate da patate arrosto e dolce ci lasciano a stomaco pieno e, completamente soddisfatti e un po' più pesanti, corriamo a cambiarci e a scaldare gli strumenti. Piove, ma questo non scoraggia a venire a sentirci e, poco a poco, il tendone si riempie di uditori. Dopo una breve presentazione introduttiva la nostra presentatrice ufficiale Isabella Corradini dà via al primo brano, Blackwater. Seguono poi Bridge on the border e Marches des parachutistes belges. Il pubblico sembra apprezzare particolarmente First Suite for Band di Alfred Reed, un susseguirsi di quattro movimenti che insieme danno vita ad una composizione dal carattere spiritoso, intimo, allegro e travolgente caratterizzata dalla difficoltà tecnica espressa soprattuto nel quarto movimento, Gallop. Per un attimo dimentichiamo la pioggia e ci ritroviamo immersi nel calore e nei colori della Spagna grazie a Yakka, brano già proposto al concerto di Pasqua d'assieme che ha visto protagoniste la nostra banda e la Banda Sociale di Cavalese. La potenza travolgente dei nostri ottoni ci porta all'ultimo brano in programma, il classico Star Wars che ancora una volta mette alla prova i nostri musicisti impegnandoli in soli e prove tecniche. Il pubblico pare entusiasta della nostra esibizione e ci vengono fatti i complimenti durante gli interventi di alcune autorità locali, dal Maestro Cimadom e dal presidente della banda sociale di Aldeno, Walter Rossi. Come chiudere in bellezza se non con Radio Fiemme e Feuerfest che ha visto il nostro Maestro Fabrizio Zanon e il percussionista Ettore Delladio impegnati in una simpatica e, sempre d'effetto, scenetta. Stanchi ma soddisfatti corriamo a cambiarci e dopo un'ultima birra saliamo sul pullman con il pensiero del lavoro o dello studio che ci avrebbero aspettati il giorno dopo. Speriamo di aver soddisfatto le aspettative dei nostri amici aldenesi e, personalmente, sono davvero contenta di aver preso parte ad un concerto per una banda che ha raggiunto un importante traguardo (ricordo che l'11 maggio la banda di Aldeno ha fatto un concerto assieme alla banda sociale di Volano che ha festeggiato invece i suoi 140 anni). Seppur io faccia parte della banda di Tesero solo da un anno e mezzo circa e, per educazione musicale e gusti personali, abbia sempre preferito un altro tipo di ensemble e repertorio, trovo affascinante, educativo e segno di grande coesione come un'"istituzione" quale la banda, esista (e resista) da così tanti anni e riesca ancora oggi, in cui purtroppo spesso si fatica ad investire nella cultura, a trasmettere la passione per la musica, l'amicizia tra differenti complessi musicali, lo spirito di gruppo e, nel nostro caso in particolare, la voglia di mettersi alla prova e “osare” sempre un po' di più, per non limitarsi a fare uscire il fiato dalla bocca ma per provare a fare davvero Musica. Chissà che l'eredità della banda, una tradizione spesso criticata da alcuni giovani ed etichettata come “attività noiosa” e di “basso valore musicale” (ammetto che prima di entrarvi condividevo più o meno anch'io questi pensieri!), non possa essere invece una delle vie d'uscita da questa crisi della cultura... Marta Molinari


Chiunque abbia partecipato a un concerto della Banda in teatro avrà sicuramente visto i microfoni di Radio Fiemme spuntare dalla platea e parón Tarcisio in prima fila: una grandissima fortuna per la nostra banda e per tutte le bande valligiane avere un tale personaggio in platea! Il nostro Tarcisio Rasa, socio onorario della banda, registra e documenta la nostra passione, la voglia di far musica per noi e per il pubblico, la dedizione dei maestri, la bravura e a volte pure le stecche. E poiché quando si è abituati a vedere una cosa, si finisce per non notarla più, è arrivato il momento di evitare questo errore e ringraziare pubblicamente Tarcisio Gilmozzi e Radio Fiemme! Ringraziare in primis perché registrando i concerti delle bande valligiane, ha costruito un archivio di documenti audio di tutto rispetto, e poi perché questi stessi concerti sono trasmessi regolarmente il giovedì sera, diffondendo la musica bandistica nelle valli. L’invidiabile archivio audio di Radio Fiemme contiene interviste a vari personaggi del paese e delle valli, di un immenso valore storico e socio­culturale: riascoltare la voce di persone scomparse che raccontano aneddoti della vita del secolo scorso, fatta di sacrifici e grandi piccole gioie, è un regalo, un regalo che Radio Fiemme fa alla nostra comunità tutta. Anche il nostro sodalizio non può che ringraziare parón Tarcisio per aver intervistato, in occasione del 175° compleanno della banda, tutti i musicisti e gli ex musicisti ancora in vita. Sostanzialmente, animato dalla passione per la radio e le storie di vita vissuta, ha raccolto uno spaccato della storia contemporanea, dandoci l’opportunità di conservare le testimonianze del nostro passato. Non a caso Radio Fiemme è “la oš de casa noša”: se da un lato riporta alle radici della comunità e del dialetto, dall’altro continua a documentare gli eventi della valle e del mondo, proponendo una programmazione caratteristica difficilmente riscontrabile in altre emittenti. Solo per citare alcuni programmi, un classico come “parole desmentegae”, “Microfono sull’ascoltatore” che propone le interviste di Tarcisio Gilmozzi di cui abbiamo parlato prima, il mercatino con gli annunci, le rubriche sportive, religiose, le notizie, il programma di attualità “Controluce” curato da Mario Felicetti e l’immancabile musica folk. Oltre i programmi c’è da ricordare la cronaca in diretta di avvenimenti sportivi come la Marcialonga.

Tutto questo viaggia nell’etere fin dal 1973, anno in cui per la prima volta è stato trasmesso sulla frequenza 104. Lo stesso Tarcisio racconta come da entusiasta radioamatore abbia trasmesso la passione per l’elettronica al figlio Giuliano, il quale riuscì nel luglio del 1973 a costruire una trasmittente di onde radio da 0,1 Watt, testandola facendo risuonare l’ouverture de La Gazza Ladra di Rossini attraverso la radio. La Gazza Ladra è tuttora la sigla della radio che saluta gli ascoltatori mattino e sera, segnando l’inizio e la fine delle trasmissioni. La radio, che all’inizio trasmetteva un’ora la domenica pomeriggio, era pirata nei primi tempi, perché la liberalizzazione delle onde radio avvenne solo nel 1975. Come si può trovare sul sito o anche nel messaggio introduttivo delle trasmissioni, Radio Fiemme può vantarsi di essere la prima radio libera in Italia, dal 3 luglio 1973. Dalle prime ore di programmazione di pomeriggio diffuse in un’area circoscritta, si è passati negli anni a coprire tutta una fascia dalle 7 alle 24, e a trasmettere nelle tre valli di Fiemme, Fassa e Cembra. Tutto questo è stato possibile grazie alla caparbietà e la tenacia dei fondatori, ma anche grazie alla passione per la radio di tutti i volenterosi collaboratori che si sono avvicendati negli anni dietro ai microfoni e in regia. Persone volenterose che sanno mettere in radio la storia e la bellezza del dialetto, raccontando il passato e le origini. In questa nostra epoca della fretta, dove il mondo travolge la persona e la lascia con l’esistenza che scorre fra le dita, Radio Fiemme permette di tarare la bussola per ritrovarci nei racconti di mestieri e usanze che hanno il calore di casa. GRAZIE DI CUORE RADIO FIEMME, E COMPLIMENTI PER I TUOI PRIMI 40 ANNI! Arianna Longo


1. Chi o cosa ti ha spinto a far parte della Banda di Tesero? In realtà è stata una scelta nata per puro caso, dato che nella mia famiglia d’origine nessuno era mai entrato nella banda o aveva mai suonato uno strumento a fiato. Mia cugina, che ha un anno più di me, si era iscritta al corso di solfeggio l’anno precedente, e io ero molto incuriosita da questo suo nuovo interesse. Ho quindi deciso di iscrivermi anch’io, spinta anche dal fatto che c’erano diversi miei coetanei che avevano deciso di iniziare il corso (tutt’ora siamo ancora in 4 nati nel 1981 presenti in banda!). 2. Qual è stata la tua formazione musicale? Ho iniziato nel 1991 il corso di solfeggio con Franco Zanon, e dopo due anni ho ricevuto il mio primo strumento, il flicorno soprano, con Paolo Trettel come insegnante. Dopo un anno ho abbandonato il corso di flicorno chiedendo di poter avere uno strumento ad ancia: a quel tempo non c’era ancora nessuna donna in banda che suonasse un ottone e io stupidamente pensavo che non fosse per questo adatto a me! Si trattava ovviamente di una decisione dettata solo dalla mia giovanissima età, e se tornassi indietro ascolterei le persone che mi spronavano a continuare! Mi è stato quindi dato il clarinetto piccolo in Mi bemolle, sotto la guida di Adriano Zanon, e dopo due anni di corso con lui sono entrata in banda. Nel 1998, due anni dopo il mio ingresso, mi è stato chiesto di provare a suonare il sax tenore, dato che per diversi motivi in quel periodo quella sezione risultava quasi scoperta: ho accettato volentieri questa nuova sfida e ho iniziato a frequentare il corso di sax con Gianni Muraro. Dopo il corso ho quindi definitivamente abbandonato il clarinetto e ho iniziato con il sassofono, strumento che suono tutt’ora. 3. Quando sei entrata a tutti gli effetti nella Banda? Ricordi qual è stato il tuo primo concerto? Ricordo che ho fatto la prima prova nell’aprile del 1996, ero felice ed emozionatissima! Ho fatto solo un paio di prove nella vecchia sede, e poi ci siamo trasferiti temporaneamente nell’auditorium delle Scuole Medie, vista la ristrutturazione completa che ha interessato l’attuale Casa della Cultura. Il primo concerto a cui ho partecipato è stato quello della sagra di S. Eliseo, il 14 giugno 1996. In quell’occasione veniva presentata la nuova divisa (che è stata a sua volta da poco sostituita nel dicembre 2011), e quindi prima del tradizionale concerto che si è tenuto in teatro, era stata organizzata una sfilata per le vie del paese. Ero agitatissima, perché era la prima volta che sfilavo e mi presentavo in pubblico come bandista e ovviamente ho fatto la sfilata peggiore della mia vita: alla prima curva mi sono ritrovata addosso alla bandista che avevo di fianco e ho fatto inciampare tutta la fila! 4. Far parte del nostro gruppo è sicuramente un impegno; a volte ti pesa dover partecipare assiduamente alle prove e agli impegni ufficiali tenendo conto anche del tuo lavoro e della famiglia? In effetti non è sempre facile conciliare il grande impegno che comporta il far parte della banda con il lavoro e soprattutto con la famiglia. Il tempo è sempre poco e sono perennemente di corsa e in ritardo per le prove! Ma sono convinta che finché c’è la passione per quello che si fa, ci si possa organizzare con tutto. Dopo 17 anni che sono nella banda trovo ancora tante soddisfazioni a suonare e a far parte di questo gruppo e quindi è un impegno che in fin dei conti non mi pesa! Penso che per una donna che ha figli sia decisamente più impegnativo portare avanti questa passione, ma fortunatamente mio marito e in generale tutta la mia famiglia mi dà un grande aiuto in questo e mi permette di continuare a seguire assiduamente le prove e a partecipare ai concerti. Negli ultimi anni, poi, vedo sempre più spesso delle bandiste che sono entrate molto giovani nel gruppo, hanno poi avuto figli che a loro volta hanno frequentato i corsi, e adesso vengono a prove insieme a loro! Chissà che un giorno non ci riesca anch’io!! 5. Sei circondata da nuovi giovani bandisti, come ti trovi con loro e quali consigli vorresti dargli? In generale mi sono sempre trovata bene con tutti i componenti della banda, giovani e meno giovani, e penso che questo sia una dei tanti aspetti positivi del far parte di una società come questa: si formano dei


bei legami tra persone di diverse età accomunate dalla passione per la musica. Ai tanti giovani che fanno parte del nostro complesso, e che spesso vedo molto motivati e costruttivi, vorrei dire di mantenere sempre anche all’interno della banda l’entusiasmo e la voglia di fare che caratterizza la loro giovane età; come ho già detto, la banda rappresenta un grande impegno, e per questo è importante che tutti loro si ricordino che si tratta più di un semplice hobby: far parte di una società comporta infatti delle responsabilità maggiori, perché il risultato dei concerti e di tutte le attività è dato dall’impegno di tutti. 6. Hai mai preso in considerazione la possibilità di far parte della direzione della Banda? In realtà no, almeno non ancora! Gli impegni con l’università prima e con famiglia e lavoro poi mi hanno sempre fatto desistere dall’idea di candidarmi in occasione dell’assemblea, ma mai dire mai! 7. Qual è il tuo strumento preferito? Hai scelto tu lo strumento che suoni? Mi piace il suono che ha il corno, che è potente e morbido allo stesso tempo, ma mi piacciono molto anche corno inglese e oboe. Per quanto riguarda la scelta dello strumento che suono, avevo già accennato al fatto che il sax tenore non l’ho scelto io, ma mi è stato assegnato per esigenze di organico. 8. Qual è il genere musicale che preferisci? Ci sarebbe un brano che vorresti suonare con la banda e che proporresti al Maestro Fabrizio? Non c’è un solo genere musicale che preferisco, perché dipende molto dai brani. Posso dire però che amo molto i pezzi originali per banda di autori contemporanei come ad esempio Bert Appermont o Jan Van der Roost. “Saga Maligna” (che abbiamo anche inciso sull’ultimo cd) è uno di questi brani che mi è rimasto particolarmente impresso. Mi piacciono molto anche gli arrangiamenti per banda di musica operistica, anche se ovviamente richiedono sempre una grande preparazione date le difficoltà tecniche e non sono facili da affrontare per noi musicisti. Ma forse proprio per questo danno sempre grande soddisfazione, sia ai bandisti che al pubblico! Mi sono piaciute in particolare le trascrizioni delle opere di Rossini, come la Cenerentola e il Guglielmo Tell. Al Maestro Fabrizio non ho da consigliare nessun brano in particolare, ma penso che la cosa importante sia continuare a proporre pezzi di diversi generi musicali, così da accontentare i gusti di tutti, musicisti e pubblico. 9. Secondo te c’è qualcosa che si potrebbe migliorare all’interno della Banda? In realtà penso che in questo periodo la banda stia veramente portando avanti al meglio la propria attività: abbiamo una direzione giovane che lavora in maniera ottimale, un maestro che dedica molto tempo ed energie al suo lavoro di direttore e dei corsi formativi per allievi ben strutturati. Tuttavia, come in ogni società, è ovvio che c’è sempre da migliorare, e secondo me una piccola pecca della banda attualmente è data dall’assenteismo alle prove: ovviamente non succede sempre, ma ogni tanto ci si trova proprio in “quattro gatti”, e il risultato non è lo stesso di quando invece ci sono tutti i bandisti o quasi. È evidente che a volte ci sono degli impegni improrogabili per tutti, ma magari ogni tanto basterebbe un po’ di buona volontà per migliorare ancora di più la qualità della nostra banda! 10. Qual è stata l’esperienza più bella o particolare che hai vissuto con il nostro complesso musicale? Tutte le trasferte le ricordo con grande piacere: a Malta, nelle Marche, in Sardegna, … Sono state tutte divertentissime! Come musicista dilettante, nel mio piccolo, penso comunque che il ricordo più bello di questi anni passati in banda sia legato ad un concerto di Capodanno di qualche anno fa, che abbiamo tenuto come di consueto al PalaFiemme di Cavalese. C’era ancora il maestro Carlo Deflorian alla guida della banda e nel programma era inserita la sinfonia del Guglielmo Tell. Dopo l’esecuzione di questo brano, che in effetti era riuscito molto bene, il pubblico ci ha omaggiato con una “standing ovation”! Lo ricordo con molto piacere, e come bandista è stata una bellissima soddisfazione! Intervista a cura di Edit Zeni


GIUGNO venerdì 14 giugno ­ CONCERTO DI S. ELISEO ­ Teatro Comunale ­ ore 21.00 sabato 29 giugno ­ SFILATA CONVEGNO PROV.LE ALLIEVI VIGILI DEL FUOCO ­ Predazzo ore 17.30 LUGLIO giovedì 4 luglio ­ PROVA GENERALE CONCERTONE ­ PalaFiemme Cavalese ­ ore 20.30 sabato 6 luglio – 71° CONCERTONE BANDE FIEMMESI ­ CAVALESE ­ pome­sera, ritrovo ore 16.30 mercoledì 17 luglio ­ SFILATA E CONCERTO A TESERO ­ all'aperto ­ Piazzetta Benesìn ­ ore 21.00 (in caso di maltempo presso Teatro Comunale) AGOSTO giovedì 8 agosto ­ SFILATA E CONCERTO A ZIANO DI FIEMME ­ Piazza della Chiesa ­ ore 21.00 (in caso di maltempo concerto presso il tendone al campo sportivo) domenica 11 agosto ­ SFILATA E CONCERTO A CAMPITELLO DI FASSA ­ teatro tenda ­ ore 21.00 mercoledì 14 agosto ­ CONCERTO A TESERO ­ Teatro Comunale ­ ore 21.00 ven. 23, sab. 24, dom. 25 agosto ­ ORGANIZZAZIONE SAGRA di SAN BARTOLOMEO ­ PAMPEAGO SETTEMBRE venerdì 6 settembre ­ SFILATA E CONCERTO A POZZA DI FASSA ­ teatro tenda ­ ore 21.00 sabato 14 settembre ­ SFILATA E CONCERTO A VEROLANUOVA (BRESCIA) ­ partenza pomeriggio AUTUNNO­INVERNO domenica 6 ottobre ­ PROCESSIONE S. ROSARIO ­ ore 14.45 domenica 3 novembre ­ COMMEMORAZIONE CADUTI ­ ore 9.30 sabato 23 novembre ­ S. MESSA E CONCERTO DI SANTA CECILIA ­ Chiesa Parr.le ­ ore 19.30 mercoledì 25 dicembre ­ CONCERTO DI NATALE ­ Teatro Comunale ­ ore 21.00 mercoledì 1° gennaio 2014 ­ CONCERTO CAPODANNO 2014 ­ PalaFiemme Cavalese ­ ore 17.00 ALTRI APPUNTAMENTI VARI sabato 29 giugno ­ CONCERTO FINALE WORKSHOP 30° SCUOLA MUSICALE ­ Teatro ore 21.00 domenica 25 agosto ­ CONCERTO MUSEGA DA POZA ­ Sagra San Bartolomeo ­ Pampeago NOTE IMPORTANTI ­ Eventuali altre richieste che dovessero pervenire alla banda o eventuali variazioni al calendario, saranno esaminate prima dal direttivo e poi sottoposte all'attenzione dei bandisti a prove. ­ Gli orari non specificati e altri dettagli verranno comunicati a prove di volta in volta. Per i concerti vale comunque la regola generale del ritrovo sul luogo del concerto almeno un'ora prima dell'inizio esibizione. ­ I bandisti sono pregati di segnalare in tempo utile al maestro l'eventuale assenza; ricordiamoci comunque che per la buona riuscita di concerti, sfilate e processioni occorre l'impegno e la partecipazione di tutti i bandisti. ­ In sfilata e in processione portiamo sempre il cappello. ­ Nei momenti di allestimento e riordino palco e trasloco percussioni è necessario l'aiuto di tutti. Grazie e buona stagione bandistica a tutti!! Il direttivo


N . B . IL TERMINE ULTIMO PER LA PRESENTAZIONE DEGLI EABORATI E' STATO SPOSTATO AL 31 /08/2013!!!!!!






Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.