UN MUSICAL PER APRIRE IL 200° DELLA BANDA DI TESERO La Banda Sociale “Erminio Deflorian” di Tesero, in collaborazione con altre associazioni partner, ha il piacere di presentarvi “IL TAMBURO RITROVATO”: un'opera musicale assolutamente originale e inedita, il primo musical per orchestra di fiati a livello nazionale, frutto di un intenso lavoro a più mani durato nelle sue diverse fasi oltre un anno e mezzo, che vede protagonista la Banda stessa (70 elementi), un coro di oltre 50 componenti (voci maschili e femminili provenienti da diverse realtà canore di Tesero e della Val di Fiemme) più 22 voci bianche (Piccolo Coro “Le Mille Note” e allievi bandisti), 15 tra cantanti solisti e attori della Filodrammatica “Lucio Deflorian” di Tesero, 10 componenti il corpo di ballo (Centro Danza Tesero 2000), più tanti altri collaboratori volontari, per un totale di circa 200 persone coinvolte, tutte provenienti dal mondo del volontariato culturale amatoriale valligiano. La sublime musica composta dal maestro Luciano Feliciani e la avvincente sceneggiatura scritta dal regista Michele Longo, con testi del maestro Fabrizio Zanon e Alessandro Arici, oltre alla consulenza storica di Luca De Marco, nonché le coreografie ideate da Angela Deflorian e le parti cantate curate dal maestro Alberto Zeni, ci faranno riscoprire un'importante pagina di storia locale e regionale. L'intero progetto e il film riprodotto sul DVD sono il risultato di un virtuoso processo di collaborazione e sinergia fra una rete di associazioni culturali e una serie di figure professionali altamente qualificate. Con questa produzione la Banda Sociale di Tesero, nel coinvolgere la comunità locale, vuole dare avvio, con un anno di anticipo, alle celebrazioni per il prestigioso traguardo dei 200 anni di storia, attività e passione per la musica, essendosi formata, come attestano le fonti archivistiche, attorno al 1817, vale a dire pochissimi anni dopo le vicende narrate nell'opera. Un grazie sincero vada pertanto agli autori e ai professionisti coinvolti, alle associazioni partner, agli enti patrocinatori e sostenitori e a tutti coloro i quali, nei diversi ruoli e con grande impegno e passione, hanno collaborato rendendo possibile questa fantastica avventura!
Massimo Cristel Presidente della Banda Sociale di Tesero
TRAMA DELL'OPERA Val di Fiemme, 2016. Leonardo, un ragazzo di Tesero, facendo ordine in soffitta, si imbatte in un vecchio tamburo tutto logoro e malandato. Subito corre dalla zia Zena, alla ricerca di una spiegazione. La zia, colma di felicità per il ritrovamento del cimelio, inizia a raccontare. Quello non è un tamburo qualsiasi: è l’ultimo tamburo militare francese che ha suonato in Val di Fiemme…era andato “perduto” e con esso si stava perdendo pure la conoscenza dei tragici eventi che hanno segnato anche la Val di Fiemme e la sua gente durante le guerre napoleoniche e il dominio franco-bavarese e franco-italico. Si tratta infatti del tamburo rimasto sul campo di battaglia a Le Venzan presso Panchià, nel 1813, dopo l’ultimo scontro avvenuto in Fiemme fra le milizie delle valli dolomitiche (tra cui i bersaglieri fiamazzi) e le truppe napoleoniche (francoitaliche), ormai in ritirata dopo diciotto anni di ripetute invasioni sul territorio di Fiemme. Grazie a una sorta di magia, il vecchio tamburo riporta i due protagonisti indietro nel tempo alla fine del '700, facendo rivivere loro alcune delle vicende che hanno segnato un’epoca di radicali mutamenti per la Magnifica Comunità di Fiemme e i suoi abitanti: l’arrivo delle truppe napoleoniche e il dominio franco-bavarese in valle - per la prima volta dopo almeno sette secoli di pace - decretò infatti il venir meno dell’autonomia della comunità rispetto ai poteri feudali, pure essi secolarizzati. Un suggestivo viaggio nel tempo che, grazie ai singolari personaggi protagonisti delle vicende narrate e attraverso una successione di colpi di scena e una musica capace di creare vere emozioni, ci consentirà di rivivere un periodo storico drammatico per l'intera Europa, superato in Fiemme grazie alla solidarietà e all'aiuto reciproco fra la gente della vallata. Il messaggio finale vuole essere un inno di speranza e di fiducia nell'avvenire, con la consapevolezza dell'importanza delle proprie radici storiche: per i fiamazzi ciò si traduce nel canto liberatorio “Vivi per sempre, Magnifica Comunità di Fiemme!”
GLI SCIZZERI E LA DIFESA DELLA CONTEA TIROLESE Cenni storici sul periodo napoleonico in Fiemme e nel Tirolo di Luca De Marco Per riuscire a comprendere le vicende rappresentate nel musical, è necessario inquadrare ed immedesimarsi nel periodo storico durante il quale esse ebbero luogo. La Val di Fiemme e la sua Comunità, nel contesto del vasto Sacro Romano Impero Germanico del quale facevano parte da otto secoli, si trovavano in una condizione geopolitica particolare. Pur essendo sottoposta alla sovranità del Principe Vescovo di Trento, larga parte della valle apparteneva direttamente alla Contea del Tirolo. Per meglio capire i rapporti fra i Principati Vescovili di Trento e Bressanone e la Contea del Tirolo, va ricordato che nel 1363, estintasi la casata dei Tirolo con Margherita “Maultasch”, il territorio venne ceduto agli Asburgo. Nello stesso anno essi convennero col Vescovo di Trento la sottoscrizione delle cosiddette “Compattate”, ovvero un atto concordato di sottomissione da parte del Principato per la politica estera e per quella militare, che da allora furono coordinate dalla Contea tirolese stessa. In seguito alle guerre con la Repubblica di Venezia, durante le quali i Tirolesi si distinsero in combattimento, Massimiliano I d’Asburgo (1459-1519), Imperatore e Conte del Tirolo, stabilì la costituzione difensiva del Tirolo sulla base delle antiche libertà delle giurisdizioni tirolesi e di quelle esistenti nel territorio del Principato tridentino, dove le popolazioni godevano di forme autonome consolidate (Comunità e Regole) nell’amministrazione dei loro beni. Nel 1511 venne perciò emanato dall’Imperatore il Landlibell, un contratto che prevedeva che i Tirolesi non avrebbero mai più dovuto prestare servizio militare al di fuori dei confini della Contea, se non in caso di difesa. Il Landlibell rivendicava al territorio tirolese la chiamata alle armi dei contingenti da impiegare per la difesa solo in caso di attacchi esterni e ne regolamentava dettagliatamente modalità e limiti. I territori che direttamente o indirettamente facevano riferimento alla Contea del Tirolo s’impegnavano, a loro volta, a mettere a disposizione compagnie di armati, fino ad un massimo di 20.000 uomini, qualora il Land tirolese venisse attaccato dall’esterno. Queste compagnie di armati volontari sono conosciute come Schützen. La denominazione proviene dal verbo tedesco “schützen”, che significa “proteggere”, “difendere”, ed è stata utilizzata per indicare in maniera uniforme le milizie volontarie dell’area tirolese chiamate anche in dialetto “Scizzeri” o, in italiano, Bersaglieri tirolesi, in quanto essi si esercitavano presso i poligoni di tiro al bersaglio. Dopo la guerra di successione spagnola contro la Francia (1701-1714) che vide, tra l’altro, la prima invasione da parte dei Francesi nel territorio tirolese, sorsero i primi poligoni di tiro, chiamati Schiesstand (“postazioni di sparo”), in dialetto “Stònt” o Casini di bersaglio, dove gli iscritti “immatricolati” andavano ad esercitarsi la domenica mattina. Come le Corporazioni religiose e dei mestieri, le associazioni degli Scizzeri, strutturate in “Compagnie”, avevano un proprio patrono (San Sebastiano) e una bandiera. Essi
eleggevano democraticamente per ogni compagnia il comandante, gli ufficiali e i sottufficiali, mentre le armi erano messe a disposizione dalle Comunità e dalle famiglie più abbienti, alle quali spettava anche il vettovagliamento e il “soldo” per gli arruolati in caso di guerra. Durante il periodo napoleonico, dal 1796 al 1814, quando le nostre vallate subirono due volte l’invasione francese e furono teatro della guerra di resistenza e di liberazione dai franco-bavaresi con l’insurrezione di Andreas Hofer del 1809, in tutta la regione le compagnie di Scizzeri furono mobilitate in contingenti autonomi, fino a raggiungere alcune decine di migliaia di combattenti che si affiancarono valorosamente all’esercito austriaco contro il nemico invasore nelle campagne napoleoniche 1796/97, 1799, 1801, 1803, 1809 e 1813. Durante la dominazione bavarese fu nominato Commissario governativo per la Val di Fiemme Giuseppe Torresanelli, al quale Scario e Regolani dovettero prestare giuramento di fedeltà. Nel 1807 la Magnifica Comunità, con l'imposizione delle nuove riforme, veniva privata delle sue plurisecolari autonomie politiche, amministrative e giudiziarie tra il malcontento generale, mentre l'ultimo Scario, Giovanni Battista Delugan di Cavalese, assisteva impotente all'abolizione della sua carica e delle undici Regole di Fiemme. Anche l'imposizione della leva obbligatoria da parte dei Bavaresi fu male accolta dalla nostra popolazione, come nel resto del Tirolo. Così, quando si provvide all'applicazione della chiamata coatta al servizio militare, a partire dalla Val di Fiemme, il 5 marzo 1809 scoppiava a Predazzo una vera e propria sollevazione dei giovani là confluiti con la partecipazione attiva di tutta la popolazione. Di fronte alla rivolta, allargatasi anche agli altri paesi della valle, su richiesta del Torresanelli - fuggito di fronte agli insorti dalla borgata - venne inviato immediatamente in Fiemme un contingente di 1.200 soldati che ridussero ad obbedienza la popolazione, operando arresti e seminando il terrore, mentre molti dei rivoltosi venivano condotti in carcere a Verona. Altri, tra cui il Capo comune Giacomelli, ispiratore della sommossa, potevano salvarsi soltanto con la fuga dalla valle. Fu la prima scintilla della sollevazione contro i franco-bavaresi, che qualche settimana più tardi avrebbe infiammato tutto il territorio bavarese al grido “Per Dio, la Patria e l'Imperatore”. Riprese le ostilità, l'Austria riconquistava nuovamente Trento e lo Scario Delugan tornava alla guida della Magnifica Comunità, mentre, come scrisse lo storico Nicolò Vanzetta, “...la campana della Comunità con vasto rimbombo anunziò alle sue figlie il nuovo riscatto e per tutta la valle s'udiva sinfonia di campane. Lo Scario riprese lo scettro, si radunò il Comun generale, tutte le Regole apriron le loro adunanze e giovani e vecchi si prestarono a prender l'arma: ancora quella notte vennero organizzate 6 Compagnie, che il giorno dietro marciaron per Egna e Trento...”. La rivolta guidata da Andreas Hofer il mese successivo si diffondeva in tutto il Tirolo tedesco e italiano secondo un piano prestabilito. Fiemme fu certamente in prima linea nella partecipazione a quella che venne definita “Guerra di liberazione dalla
dominazione franco-bavarese”, quando la stessa Magnifica Comunità si pose a capo della resistenza del nostro territorio, coordinando per tutti gli otto mesi di durata dell'insurrezione non solo le Compagnie di Fiemme, ma anche quelle delle vicine valli di Fassa e di Primiero. Animatore della resistenza fu lo Scario Delugan, coadiuvato da vari capitani, tra cui l'eroico comandante di battaglione Michele Giacomelli di Predazzo e l'altrettanto valoroso capitano Tomaso Dagostin di Daiano. A proposito dell’insurrezione lo storico Carlo Botta scrisse “…fu una guerra singolare e spaventosa, nella quale i fanciulli fecero da adulti, i vecchi da giovani, le donne da uomini, gli uomini da eroi. Mai, più onorevole e giusta causa fu difesa da più unanime e forte consenso di popolo”. Dopo la sconfitta di Napoleone in Russia e dopo l’adesione dell’Austria ad una nuova coalizione anti-napoleonica, avvenuta nell’agosto 1813, già nel mese successivo reparti asburgici erano entrati nelle zone orientali del Tirolo e in Slovenia. Avvenne allora che alle Compagnie di Schützen di Ampezzo e Livinallongo, guidate dal capitano Banal, provenienti dal Cadore, si unirono quelle di Fiemme e di Fassa. Scendendo alla volta di Cavalese esse respinsero i reparti delle guarnigioni rimaste fino ad ovest di Panchià: nella piana di “Le Venzàn” avvenne lo scontro finale. Come narra lo storico don Lorenzo Felicetti, “I franco-italici accettarono battaglia, ma essa finì con la peggio per loro, che vennero completamente sbaragliati. Oltre a diversi morti vi furono feriti e prigionieri, che vennero ricoverati a Tesero, e sul campo rimasero molte armi ed un tamburo”. Quel tamburo di battaglia venne portato dai vincitori come trofeo proprio a Tesero e posto sulla colonna di una fontana. Raccolto e conservato da Amedeo Iellici, nel 1873 il tamburo fu venduto dai suoi eredi alla locale sede degli Scizzeri, dove rimase custodito a ricordo dell’evento fino al novembre 1918, dopodiché se ne persero definitivamente le tracce… Dopo le guerre napoleoniche e fino alla Prima Guerra Mondiale, le formazioni di Scizzeri continuarono ad essere presenti nelle comunità delle valli, non solo per esigenze militari, ma anche per dar vita a momenti folkloristici e di onoranze in occasione di feste religiose e civili.
IL COMPOSITORE: M° LUCIANO FELICIANI Il M° Luciano Feliciani inizia giovanissimo lo studio della musica e si diploma in tromba nel 1995 al Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro. Negli anni successivi suona sia in ensemble cameristici che come solista in vari teatri del Centro Italia. Si laurea in Scienze Politiche nel 2001 con una tesi interdisciplinare in Filosofia Politica dal titolo Seduzione e Produzione nel mito del Don Giovanni (Menzione Speciale al Premio di Filosofia “Viaggio a Siracusa” ed. 2001). Inizia gli studi di Armonia, Contrappunto e Composizione presso il Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro e frequenta il seminario di composizione per musica da film tenuto dal M° Nicola Piovani all’Accademia Chigiana di Siena. In questi anni frequenta anche i Laboratori di Composizione e Direzione per Orchestra di Fiati “A. Dei” di Firenze perfezionandosi con i maestri Jacob de Haan, Jan Van der Roost, Claudio Josè Boncompagni, Lorenzo Della Fonte, Frank Battisti, Franco Cesarini, Felix Hauswirth. Ha al suo attivo composizioni per Orchestre di Fiati, ensemble cameristici e sinfonici ed alcune di esse sono state scelte come brani d’obbligo in concorsi internazionali. Le sue composizioni, sono pubblicate dalle case editrici Animando Music Publisher, Hal Leonard/De Haske, Scomegna Edizioni Musicali, Potenza Music (USA) e incise ed eseguite da rinomate Orchestre di Fiati internazionali. Nel 2010 consegue il Master of Arts in Music Performance - Major in Wind Orchestra Conducting, presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano, sotto la guida del M° Franco Cesarini. Ha pubblicato un saggio dal titolo Il sublime e il demoniaco nel Don Giovanni di Mozart, e una monografia dal titolo Aaron Copland. Pioniere della Musica Americana, Zecchini Editore. Nel 2014 ha conseguito il Diploma di Specializzazione in Composizione per musica da Film presso il Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro sotto la direzione artistica del M° Luis Bacalov. Dirige stabilmente orchestre di fiati, ensemble e cori, associazioni con le quali svolge intensa attività musicale e concertistica. Tiene corsi di Direzione, Armonia e Strumentazione per Orchestra di Fiati collaborando anche con l’ANBIMA Nazionale. Insegna tromba, teoria e solfeggio in istituti musicali e scuole civiche di musica.
IL DIRETTORE: M° FABRIZIO ZANON Fabrizio Zanon (Trento, 1979) inizia da giovane lo studio del clarinetto nell’ambito dei corsi organizzati dalla Banda Sociale “Erminio Deflorian” di Tesero (di cui è componente effettivo dal 1994). Studia al Conservatorio Statale di Musica “F.A. Bonporti” di Trento con il M° Mauro Pedron e in seguito si diploma da privatista presso la sede di Riva del Garda. Successivamente compie un percorso di perfezionamento a Milano con il M° Primo Borali. Dal 2000 svolge attività come insegnante di clarinetto, sassofono e formazione musicale prima per la Banda di Tesero e poi presso la Scuola Musicale di Arco e la Scuola di Musica “Il Pentagramma” di Fiemme e Fassa, ricoprendo anche il ruolo di coordinatore dei corsi ad orientamento bandistico per la Val di Fiemme. In veste di strumentista e direttore ospite ha collaborato e collabora con diverse realtà bandistiche del territorio della Provincia di Trento. Dal 2009 è membro del Comitato Tecnico della Federazione dei Corpi Bandistici della Provincia di Trento. A partire dal 2001 frequenta l’Istituto Superiore Europeo di Studi Bandistici (ISEB) di Trento, studiando direzione e letteratura bandistica con Jan Cober e Felix Hauswirth, strumentazione per banda con Carlo Pirola, armonia con Armando Franceschini, Franco Cesarini e Roberto Di Marino. Nel 2004 consegue il diploma di direttore di bande amatoriali, sostenendo l’esame finale a Lipsia (Germania) e dirigendo la Rundfunk-Blasorchester Leipzig. Successivamente consegue in Portogallo il diploma del biennio superiore in direzione di orchestre a fiato professionali, dirigendo per l’occasione la “EUYWO - Banda Giovanile Europea”. Partecipa a diversi corsi di aggiornamento in direzione tenuti da Jan Van der Roost, Jan Cober, Miguel Etchegoncelay, Raphael José Pascual Vilaplana. Nell’anno 2004 guida la Banda Intercomunale del Bleggio, mentre dal gennaio 2005 dirige la Banda Sociale “Piccola Primavera” di Verla di Giovo. Nell’ottobre 2006 assume il ruolo di direttore stabile della Banda Sociale “Erminio Deflorian” di Tesero. Nel 2011 ha ricevuto l’incarico annuale come direttore della banda Rappresentativa Giovanile della Federazione dei Corpi Bandistici della Provincia di Trento. Nel 2012 ha tenuto il primo corso di direzione di banda organizzato dalla Scuola di Musica “Il Pentagramma” di Fiemme e Fassa. Dal 2013 ricopre il ruolo di docente di tecnica della direzione e letteratura per fiati presso la scuola primaria di direzione per banda organizzata dalla stessa Federazione dei Corpi Bandistici della Provincia di Trento.
IL MAESTRO DEL CORO: M° ALBERTO ZENI Nato a Cavalese l’11 novembre 1984, Alberto Zeni ha iniziato a suonare il trombone nel 1996 sotto l’insegnamento del padre Luigi Zeni, diplomato nello stesso strumento. Nel 1997 è entrato a far parte della Banda Sociale “E. Deflorian” di Tesero. Nel 2003 ha terminato gli studi liceali, conseguendo la maturità scientifica presso l’Istituto d’Istruzione di Cavalese. Dal 2004 al 2006 ha studiato trombone al conservatorio “F. A. Bonporti” di Trento con Valentin Resch e nel 2006 è passato al conservatorio “C. Monteverdi” di Bolzano studiando prima con Igino Ferrari e poi con Lito Fontana, con il quale si è diplomato nel giugno del 2008. Nel frattempo ha iniziato a collaborare con la Scuola di Musica “Il Pentagramma” di Tesero, presso la quale insegna attualmente trombone, eufonio, tuba e formazione musicale principalmente agli allievi delle bande di Fiemme e Fassa. Nel 2009 ha frequentato un corso di direzione di coro organizzato dal conservatorio di Bolzano e tenuto da Sandro Filippi. Nel 2012 ha conseguito il diploma di secondo livello ad indirizzo interpretativo e compositivo sempre presso il conservatorio di Bolzano specializzandosi ancora sotto la guida di Lito Fontana, nonché di Gianluca Scipioni, Giancarlo Parodi e Hansjörg Profanter e presentando una tesi sul repertorio del Coro della SAT. Nello stesso anno ha partecipato a un corso di direzione di banda sotto la guida di Fabrizio Zanon presso la Scuola di Musica “Il Pentagramma”. Dal 2003 al 2007 ha fatto parte dell’Orchestra di Fiati “Antonio Rosmini” di Rovereto e dal 2007 al 2009 della “Jugend Symphonie Orchester Südtirol”. Dal 2005 al 2006 ha diretto il Coro “Smile” di Predazzo, mentre dal 2007 al 2009 è stato alla guida musicale del Coro “Rio Bianco” di Panchià. Dal 2003 è direttore del Coro “Slavàz” di Tesero mentre dal 2015 è maestro della Banda Sociale di Molina di Fiemme. Ha suonato e collabora attualmente con alcune bande ed orchestre di fiati della provincia. Ha partecipato a progetti corali insieme alla Corale “Canticum Novum” di Moena (2010), al Coro Filarmonico Trentino (2014) e alla Banda Sociale di Cavalese (2014).
IL REGISTA: MICHELE LONGO Ancora ragazzo muove i primi passi sul palcoscenico dello storico teatro oratorio di Tesero. La locale filodrammatica, fondata nel 1871, una delle più longeve in ambito regionale, sarà campo scuola naturale dove apprendere le dinamiche che il teatro sviluppa da un lato e dall'altro del sipario. Si perfeziona frequentando laboratori con formatori sia di teatro classico, sia di operetta e commedia musicale. Debutta alla regia con l'operetta "Volendam" portata in scena nel 1997 dalla Filodrammatica "Lucio Deflorian" di Tesero, di cui attualmente è vicepresidente oltre che regista. Partecipa a numerosi corsi di regia, illuminotecnica, scenografia proposti dalla Co.F.As. di Trento. Collabora come scenografo alla produzione del docu-fiction "Stava 19 luglio" per la regia di Gabriele Cipollitti, regista RAI di programmi quali Superquark e Ulisse. La sua professione di sistemista informatico lo supporta anche dal punto di vista tecnico nella elaborazione e produzione di spettacoli. In questo ruolo collabora con il comitato dei mondiali di sci nordico Fiemme 2013 nel coordinamento degli eventi di contorno. Ha all'attivo la regia di circa 25 spettacoli (fra gli altri l'operetta "Ma chi è...?", il giallo teatrale "8 donne", il musical "Peter e Wendy", il racconto storico-musicale "Si sta come d'autunno...") buona parte dei quali in collaborazione con locali associazioni ed enti.
LA COREOGRAFA: ANGELA DEFLORIAN Viene avviata allo studio della danza classica (metodo russo Vaganova) presso la scuola di danza di Tesero. Nel corso degli anni ha l’occasione di perfezionarsi con numerosi maestri di fama internazionale, aggiornandosi costantemente. Si avvicina alla danza di carattere, alla danza moderna, al musical e al flamenco, specializzandosi però nella danza classica. Dal 1990 al 1994 ha fatto parte per alcune stagioni del corpo di ballo delle compagnie di operette Belle Epoque e Al Tabarin, esibendosi nei maggiori teatri italiani. Nel 2004 consegue il Teaching Certificate per l’insegnamento della danza classica presso la Royal Academy of Dance di Londra. Attualmente è insegnante presso il Centro Danza Tesero, sua scuola di provenienza, dove si occupa dei corsi di danza classica e dove negli anni si sono formati allievi che hanno intrapreso un percorso professionale. Al suo attivo numerose collaborazioni con associazioni, scuole di danza ed enti del panorama locale, regionale ed extra-regionale in qualità di insegnante e coreografa coreografa. Tra gli altri: la Scuola di Musica “Il Pentagramma”, la Filodrammatica “L. Deflorian” di Tesero per cui recentemente ha curato le coreografie del musical “Peter e Wendy”, i Mondiali di Sci Nordico 2013, dove ha seguito la coreografia di apertura della cerimonia di premiazione, la società sportiva di pattinaggio Fiemme on Ice.
MUSICISTI e ARTISTI I BANDISTI direttore M° Fabrizio Zanon flauti Eleonora Cristellon Riccardo Longo Marta Molinari Vittoria Deflorian Daniela Vinante Cristina Zanon oboi Guido Longo Beatrice Zanon fagotti Francesca Bortot Diego Fanton clarinetto piccolo Sandra Mattioli clarinetti soprani Anna Ceschini Paola Corradini Nicole Delladio Licia Doliana Emma Felicetti Arianna Longo Vinicio Mattioli Fabio Riz Marina Sacco Francesco Sartorelli Marco Vanzetta Lucia Volcan Silvana Volcan Andrea Zanon Elisa Zanon Fabio Zanon Lucia Zanon
clarinetti bassi Sara Longo Renato Zanon sassofoni contralti Sara De Godenz Martina Loffredo Lorenzo Morandini sassofoni tenori Igor Zeni Sabrina Zeni sassofono baritono Matteo Carpella trombe Massimo Cristel Claudio Delazzeri Stefano Eccher Jacopo Molinari Nicolò Molinari Angelo Sacco Paolo Trettel corni Luca Carpella Lara Eccher Giulia Defrancesco Alessandro Delladio Marco Pallaver Marcello Zanon tromboni Stefano Carpella Luca Deflorian Giorgio Delladio Roberto Vanzetta Alberto Zeni
eufoni Elisa Delmarco Ottavio Doliana Mattia Vanzetta Nicola Ventura Lorenzo Zanon tube Isacco Delladio Diego Trettel Michele Vinante contrabbasso Marco Patrizi percussioni Thomas Braito Stefano Bosin Elia Delladio Alessandro Longo Tina Mattioli Alessandro Morandini Francesco Zorzi vallette Celeste Tonini Elisa Zanon Marta Zanon Valeria Zanon portabandiera Mirco Senettin con la partecipazione di: arpa Andreaceleste Broggio violino Sara Molinari
I CORISTI voci bianche – M° Miriam Vinante Letizia Bertoluzza Debora Degaudenz Laura Degaudenz Chiara Defrancesco Katia De Martin Davide Di Tonno Elisa Lorenzoni Lara Melillo Gioele Molinari Giulia Monsorno Giulia Morandini Chiara Piazzi Martina Pipione Simone Pisu Lorenzo Senettin Anna Trettel Daniel Tomasi Isanna Tonini Tommaso Vinante Martina Volcan Michele Zanon Samuel Zeni soprani Tullia Carpella Tiziana Delladio Marina Gilmozzi Chiara Mattivi Gaia Melillo Federica Mich Nicole Pipione Adalisa Segata Cipriana Tomaselli Luciana Vanzetta Miriam Vinante Maria Volcan Giovanna Zeni
contralti Donatella Antoniazzi Carla Dantone Anna Deflorian Elisabetta Deflorian Monica Deflorian Alessandra Delladio Simonetta Fanton Paola Felis Ilaria Giacomuzzi Vanda Longo Ada Nicolodi Laura Piazzi Giorgia Polo Carmela Sardagna Franca Vanzetta Andreina Zanon Carolina Zorzi Monica Zorzi tenori Mattia Bonet Leo Deflorian Ettore Delladio Antonio Gilmozzi Fabio Iellici Samuele Lorenzoni Mirco Senettin Franco Zanon Sandro Zanotelli bassi Giancarlo Boninsegna Marco Brigadoi Carlo Degodenz Paolo Dellantonio Walter Gilmozzi Walter Pallaver Adriano Polo Davide Tomasi Fiorenzo Vanzetta Patrizio Volcan Luigi Zorzi Tarcisio Zanon
provenienza dei coristi Corale Canticum Novum Moena Coro della Casa di Riposo “G. Giovanelli” Tesero Coro Genzianella Tesero Coro Giovanile Tesero Coro Giovanile Ziano di Fiemme Coro Negritella Predazzo Coro Parrocchiale “S. Cecilia” Tesero Coro Rio Bianco Panchià Coro della Scuola di Musica “Il Pentagramma” di Fiemme e Fassa Coro Slavàz Tesero Coro Voci di San Sebastiano Cavalese Piccolo Coro “Le Millenote” Tesero Allievi della Banda Sociale di Tesero
IL CORPO DI BALLO Valeria Baldassarra Sofia Davarda Emily Dellantonio Sofia Dondio Lorenzo Mattioli Valeria Mazzel Giulia Rossi Silvia Ventura Maria Vinante Giada Zeni
PERSONAGGI e INTERPRETI Leonardo Zena Mìchele Giana Roseta Giazi
Giacomo Goss – tenore Miriam Deflorian – soprano Carlo De Godenz - basso Monica Deflorian – contralto Federica Mich - soprano Mattia Bonet – tenore
Bepino
Walter Gilmozzi – baritono
Nenòta
Nicole Pipione
Giovan Battista "Tita" Martina Maria Pietro "notaio"
Leo Deflorian - tenore Miriam Vinante Tullia Carpella Enrico Vinante - baritono
Tamburino
Michele Zanon
Frate Eliseo
Sandro Zanotelli - tenore
Gianantonio
Paolo Dellantonio - basso
CORI Vicini della MCF
Coro maschile e femminile
Donne di Fiemme
Coro femminile
Uomini di Fiemme
Coro maschile
- SCENA 1 “Il tamburo ritrovato” 2016 - L'azione si svolge in una polverosa soffitta e successivamente in un tipico ambiente domestico di montagna. 1. IL TAMBURO RITROVATO - duetto Leonardo Che confusione c’è quassù in questa soffitta, oggetti vecchi e inutili ammassati quassù. Questa parete che cos’ha? Sembra solo appoggiata. E che significato ha? Cosa c’è nascosto qui? Questo è un tamburo, certo sì! Com’è finito qui? Chi ce l’avrà nascosto? Nascosto proprio bene. Uomini di Fiemme Ecco che il tamburo è stato ritrovà, nascosto da cent’anni ormai e già dimenticà. Ma oggi finalmente porterà la verità, vicende buie e tenebrose lui racconterà. Vicini della MCF Attenti adesso voi, ascoltate attentamente cos’è accaduto in Val di Fiemme e alla Comunità più di duecento anni fa…. Leonardo Varda quel che ae catà lassù su te pertegàe. Era nascosto in fondo a tutto, dietro a un vecchio mur.
Sembra che qualcun non lo volesse far trovar, è un vecchio tamburo con la pelle rotta e nera. Zena Ma varda ti quel che t’as catà lassù su te pertegàe nascosto in fondo a tutto dietro a un vecchio mur. Nascosto in casa nostra dagli antichi Bersaglier. Questo è il tamburo dei Francesi e racconta una grande verità. La storia è lunga certo sì ed io te la racconterò ma tu fanne memoria che anche una cosa vecchia parte della storia è, un tamburo è sol colui che tiene il tempo. Leonardo Ma se è solo un vecchio tambur che importanza lui può aver fanne memoria che anche una cosa vecchia parte della nostra storia è, un tamburo è sol colui che tiene il tempo. Ma cosa c’entrano i Bersaglier? Tutti Anche un orologio rotto segna due volte al giorno la “bona ora”, e così anche i vecchi e così anche il tamburo.
2. CIELO CREMISI - strumentale 1711 - Nei pressi di Malgola (sopra Predazzo) tre contadini hanno una visione. Un cattivo presagio di quanto accadrà in Val di Fiemme 85 anni più tardi. - SCENA 2 “Adunata in piazza” D’ora in poi ci saranno sempre due piani di racconto: il ragazzo e la zia che dialogano e il loro racconto che prende vita in scena. 1796 prima chiamata alle armi. Alba. Piazza Regola a Tesero. Entra un primo uomo intonando una canzone tradizionale (testo originale dell'epoca). Entrano in piazza, da più punti, altri ragazzi e uomini che ripetono la filastrocca scimmiottando una parata militare. Le donne si affacciano ai balconi e alle finestre delle case. I bambini imitano gli adulti. 3. AL RIMBOMBO DEI TAMBURI - coro dei Tirolesi Uomini di Fiemme – a canone Tirolesi, Tirolesi. Presto all’armi: ecco i Francesi. Vicini della MCF Deh, lasciate i patri muri E al rimbombo dei tamburi, Su correte a trionfar. Quando in campo scenderete, ricordatevi che siete Tirolesi e Italiani e menate ben le mani senza un'ombra di timor.
Rinnovate nel paese un bel vespro tirolese come un dì cantato l’hanno i nostri avi fin dall’anno Mille e settecento tre. Viva allor Cesare, viva! suoni pur l’eco giuliva! E la Fede vendicata! E la Patria liberata! Tra i suoi figli esulterà! Tirolesi valorosi agl’inviti bellicosi. Contro i Galli fuori fuori, quante creste a tre colori noi vedremo in aria andar.
- SCENA 3 "Landlibell"
5. FIÖL DE FIÉME - assolo -
1796 - La scena è continuazione della precedente. Una narrazione collettiva descrive la “bussolazione” degli uomini che saranno chiamati a difendere il territorio. Ai chiamati si affiancano le donne in una coreografia che sfocia in danza.
Non tutti festeggiano per la partenza, in disparte, una donna, madre di uno dei chiamati non è felice della cosa, anzi è disperata per la paura di perdere il suo amato figlio.
4. LANDLIBELL - danza Tita Nicolò Tonàcio! Pietro Nicolò Tonàcio! Tita Tita Pèsa! Pietro Tita Pèsa! Tita Tomas Chémela! Pietro Tomas Chémela! Tita Giorgio Sanòsto! Pietro Giorgio Sanòsto! Tita Bepi Masènzo! Pietro Bepi Masènzo!
Roseta Fiöl di Fiéme, te par de veder tesori e la guera la te caverà i òci, te par d’embraciar vitoria e la guera la te caverà le man, te par de sentirme fiera e la guera la te caverà tò mare. Fiöl de Fiéme, con ‘n s-ciopo tra le man t'es sol ‘na bestia da copàr; e soto ‘na bandiera pagia da brüsar. Drio a 'n tambürel t’es sol ‘na pèl da tagiàr. Fiöl de to mare, recordete d’aver paüra come ‘n boceta, recordete de dešedarte nante che i arive, desmenteghete d’eser me fiöl quel tanto che basta da cavarghe i òci a 'n mació brao come ti... ...e corer a casa coi sanogi e i sogni scavezadi par eser da nöo me fiöl...
5. FIGLIO DI FIEMME Figlio di Fiemme, ti sembrerà di vedere ricchezze e la guerra ti renderà cieco, ti sembrerà di afferrare la vittoria e la guerra ti toglierà le mani, ti sembrerà di rendermi fiera ma la guerra ti toglierà tua madre. Figlio di Fiemme, con un fucile in mano sei solamente un animale da uccidere, sotto una bandiera sei solamente paglia da bruciare, dietro un tamburo sei solamente un pezzo di pelle da squarciare. Figlio mio, ricordati di avere paura come un bambino, ricordati di svegliarti prima che arrivino, dimenticati di essere mio figlio quel tanto che basta per poter acciecare un bravo ragazzo come te…e correre a casa con le ginocchia e i sogni infranti per poter essere nuovamente figlio mio.
- SCENA 4 “L'uccisione del tamburino francese” Trincea naturale - Altopiano di Piné. Alba. Nebbia. Autunno. In sottofondo un tamburo. 6. IL TAMBURINO FRANCESE - strumentale con coreografia Un tamburino, un ruolo importante. Un bersaglio ambito. Tanti tamburini, ragazzi giovani, in rapida sostituzione. 7. NON SAI PERCHÉ - assolo Leonardo, leggendo il racconto, si immagina la scena a tal punto che si ritrova vestito dei panni logori di un tamburino: solo ora capisce la brutalità della guerra. Leonardo Ti dicon che sarai un eroe, che seguiranno le mani tue. Ogni tuo colpo segnerà il passo sopra il sentiero, o l'erba o il sasso. Ti hanno iscritto e vuoi giocare, ma poi uno ad uno vedi cadere i tuoi compagni come una foglia quando l'autunno è sulla soglia. Non sai perché, per te è un mistero. Non sai perché e batti il tamburo… Non sai perché il tuo colpire... Non sai perché ti fa morire… Ti dicon che sei tamburino, che il tuo rullare porta lontano. Ogni comando del generale, che per la Francia sei essenziale. Ma se poi cadi ti accorgi che
quel bel tamburo val più di te, che può passare di mano in mano basta che il suono vada lontano. Non sai perché, per te è un mistero. Non sai perché e batti il tamburo... Non sai perché il tuo colpire… Non sai perché ti fa morire… Non sai perché il mondo è strano… Non sai perché batti il tamburo… Non so perché, per me è un mistero… Non so perché batto il tamburo… Non so perché il mio colpire… Non so perché mi fa morire… Vicini della MCF Non sai perché, per te è un mistero. Non sai perché e batti il tamburo... Non sai perché il tuo colpire… Non sai perché ti fa morire… - SCENA 5 “Il Principe Vescovo è fuggito” Gennaio 1797 - la prima avanzata francese è stata respinta. Davanti alla fontana in Vicolo Coltura a Tesero le donne commentano gli ultimi mesi trascorsi. È pomeriggio inoltrato. La scena rimane immobile con l'entrata del ragazzo e della zia che introducono il momento della fuga del Vescovo avvenuta nel maggio del 1796. 8. PER CARITÀ - assolo Esterno del Palazzo Vescovile di Cavalese. Sera, in estate. La popolazione assiste al margine. Una coreografia fotografa il momento della fuga del Principe Vescovo rappresentato con il suo seguito come
una marionetta mossa dai fili dei poteri forti. Il Frate ha capito, e redarguisce i popolani che implorano il vescovo di fermarsi a proteggerli. Ma il Frate insiste: per carità… lasciate che vada! Frate Per carità! Lasciatelo scappare! Per carità! Non fatelo tornare! Che carità! Si burlano di voi! Da Trento, da Roma vi trattan come buoi… Vicini della MCF ...da Trento, da Roma ci trattan come buoi! Frate Non ho pietà di tonache e avvoltoi. Non ho pietà se in croce ci andiam noi. Che verità? Fiorini e pace avrai! Da Vienna a Ratisbona chi conta non siam noi… Vicini della MCF …Chi conta, chi conta, no non siam noi! Frate Gente di qua! Non fatevi ingannare! Gente di qua! Pagare per pregare! Che crudeltà pensar che Dio è con noi, la gente là la pensa come voi! Vicini della MCF Ma il Dio dei Francesi è proprio come il mio. Il Principe non veniva da noi altri, i suoi interessi eran ben più alti. Una montagna di soldi e di contanti, di ricchezze puzzolenti come quelle che lascia qui.
- SCENA 6 “Di nuovo si formano le compagnie” Gennaio 1797. La scena torna davanti alla fontana in Vicolo Coltura a Tesero con le donne che vengono raggiunte dagli uomini. È il crepuscolo. Intanto in una vicina osteria di Tesero c’è fermento e festa, gli uomini sono “allegri” e stanno per eleggere i nuovi capitani per le tre compagnie di Fiemme. Sotto il severo controllo dello Scario Pietro, che vieta ai giovani di arruolarsi fuori dai confini della Magnifica Comunità (ogni soldato era infatti un costo per la MCF anche se arruolato fuori dal confine). 9. PAR 'L ME CAPITAN - solo e coro -
No l’ha da eser stüdià, sol 'na parola, vera! 'L con averne qua niente tin ton tèra! Meti 'l to nome qua... forza fate ‘n avante. La truppa la dirà... chi che l'è ‘l so comandante che lesto indicherà, ‘ndé corer drio a i òri che morti se farà... par deventar bié siori. Pietro Tre compagnie, non una di più! Trecentosessanta, non uno in più! Multa sarà per ognuno di voi che per bottino, patria o fortuna, si arruolerà fuori da Fiemme nell’Adige ad Ala o sulla Luna!
Vicini della MCF ...e bevila bevila bevila! bevila bevila bevila!
Gruppo 1, 2, 3 ...e bevila bevila bevila! bevila bevila bevila!
Gruppo 1 Se scampa ‘l Vescovo, ne resta ‘l vin!
Gruppo 1 Se scampa ‘l Vescovo, ne resta ‘l vin!
Gruppo 2 Scampa la mira, resta la bira!
Gruppo 2 Scampa la mira, resta la bira! Gruppo 3 Scampa la pòpa, ae qua la sgnapa! (tutti)
Gruppo 3 Scampa la pòpa, ae qua la sgnapa! (tutti) Gruppo 1, 2, 3 Ma... Par 'l me Capitan... me trago fin so ‘n tera, ghe dago le doe man, al diaol la me bichéra...
Gruppo 1, 2, 3 Ma... Par 'l me Capitan... me trago fin sò ‘n tèra... ghe dago le doe man, al diaol la me bichéra!
Che nomi saltelo föra, aon cernü tüti quanti, ne dirà la barüsela... chi che l'è i tre comandanti! Gruppo 1, 2, 3 Par 'l me Capitan... me trago fin so ‘n tèra... ghe dago le doe man, al diaol la me bichéra! No l’ha da eser stüdià, sol 'na parola, vera! Ne dirà la barüsela, chi che l'è i tre comandanti. - SCENA 7 “Arriva Joubert” 10. JOUBERT - strumentale con coro e coreografiaNotte nebbiosa. Scena di mimocoreografia sul brano musicale. Il luogo è imprecisato: in paese all’inizio, su terreno aperto poi. Le donne, con delle candele, e i bambini passano fra gli uomini e li salutano; questi si riuniscono in formazione e marciano. Si rompono le righe e agli uomini Fiamazzi si aggiungono dei Francesi in divisa e due donne che si dispongono immobili come a formare un dipinto. Tornano le donne che ora hanno dei lumini. Si muovono lentamente per creare una croce. Il frate, entrato con loro, dà l’estrema unzione ai Caduti. Tutte le donne, soffiando come il vento, gridano il nome “Joubert” (Joubert era un generale francese ligio al motto Egalitè, Liberté Fraternité, colto e rispettoso del nemico e delle
9. PER IL MIO CAPITANO Ma… Per il mio capitano farò qualsiasi cosa, gli dono le mie mani, al diavolo il mio bicchiere! Non dev’essere un oratore, basta solo una parola, vera e sincera! E senza storie deve supportarci e lasciarsi aiutare. Metti qui il tuo nome forza, fatti avanti. La truppa ci dirà chi sarà il suo comandante, che lesto indicherà dove rincorrere e sconfiggere il nemico, in modo da portarci alla vittoria. …e bevila bevila bevila! Bevila bevila bevila! Se fugge il vescovo, ci resta il vino! Fugge la mitria, resta la birra! Fugge il zucchetto, rimane la grappa! Ma… Per il mio capitano farò qualsiasi cosa, gli dono le mie mani, al diavolo il mio bicchiere! Che nomi escono tutti abbiamo scelto l’urna ce lo dirà. popolazioni invase, si dice che lui fucilasse i suoi soldati se commettevano saccheggi o violenze).
11. ARRIVANO I DRAGONI - strumentale e coreografia20-21 marzo 1797 - Le truppe francesi entrano a Molina di Fiemme. La popolazione si nasconde nelle soffitte e spia dalle fessure l’arrivo di questi “mostri” (i Francesi erano dipinti come mostri con più teste, che mangiavano le persone).
senza spazio per la propria terra, per la propria gente. Ma vedete, non è così, posso dirvi che non è così. Non dovete avere paura sono uomini, solo uomini. Se davvero fossero mostri si potrebbe giustificar, ma vedete son solo uomini, uomini contro altri uomini.
12. NON DOVETE AVERE PAURA - assolo Scario La popolazione in attesa, impaurita dal fragore degli zoccoli e dalle leggende dei “fantasmi – dragoni francesi”, viene rassicurata grazie all’intervento dello Scario. Cavalese, sede Magnifica Comunità, pomeriggio. Pietro Voi sentite cavalli al galoppo, voi vedete la polvere alzarsi, è normale che abbiate paura, ma chi mai non ne avrebbe. Voi pensate a nemici crudeli, con sembianze di truci animali, è normale che abbiate paura, ma chi mai non ne avrebbe. Ma vedete, non è così, posso dirvi che non è così. Non dovete avere paura sono uomini, solo uomini. Se dobbiamo avere timore non è per l'esercito franco ma che anche i nostri ragazzi siano ormai come loro. Con in testa solo la guerra, nelle gambe solo conquista,
- SCENA 8 "Notte funesta” La scena, introdotta dalla guardia notturna che "chiama" l'ora, è cantata-recitata e assiste all'arrivo dei bersaglieri, alla trepidazione delle donne nell'accoglierli e alla successiva disperazione nel vederli andar via. Tesero, Piazza Regola, notte. La guardia ha il braccio al collo e canta una melodia originale dell’epoca. 13. NOTTE FUNESTA - coro e ronda Giazi Per la Grazia del Signore siamo arrivati alle ore dieci. Giazi Per la Grazia del Signore siamo arrivati alle ore dieci. E tüto va ben. Vicini della MCF L’inverno sta finendo e porta voci contrastanti. La vita in valle come al solito va avanti.
Ma nella notte, da lontano arrivan strani suoni. Le truppe salgon dalla Val di Cembra fino a noi, sono in ritirata i valorosi bersaglier. Ma nei loro paesi non si possono fermar. Sono inseguiti dai Francesi i nostri valligiani. Se vogliono salvar la valle debbono andar lontani. Per evitar battaglie nei paesi e fra i cari. Giazi Par la grazia del Si... Sono i nostri bersaglieri, stan tornando tra di noi! Svegli tutti accorrete! Svegli tutti accorrete! Donne di Fiemme Sono i nostri bersaglieri, stan tornando tra di noi. Bersaglieri, valorosi, di ritorno per salvarci. Uomini di Fiemme Mia Amata, vorrei tanto abbracciarti ma non posso. Di passaggio noi siamo, non possiam restar qua. Donne di Fiemme Dai restà a ne difender vosa moglie e i vosi fiöi. Uomini di Fiemme Non possiamo, noi dobbiamo ritirare il più lontano. In paese certo è meglio uomini non ce ne sian.
- SCENA 9 "Spari in valle” Le pattuglie di esplorazione francesi sparano in prossimità di Cavalese per avvertire del loro arrivo, testare eventuali resistenze e farsi ricevere dai Regolani della Magnifica che pagano dazio (1.500 fiorini) per evitare i saccheggi alla popolazione. Cavalese, alba. 14. NON CI È DATA SCELTA - coro dei Regolani Tre Regolani e lo Scario, disperati, ragionano sulla strategia da adottare con i francesi e invocano la protezione divina. Bepino Eccoli qua Eccoli qua alle porte di Cavalese. Qualcosa noi dobbiamo far per la nostra Comunità. Quartetto Protegat nos, Domine! Protegat nos, Domine! Gianantonio Numerosi e potenti, un enorme battaglion. Con forza e ferocia ci voglion conquistar. Quartetto Protegat nos, Domine! Protegat nos, Domine! Tita Pregare sì, sperare sì, ma qualcosa dobbiam far. Un modo per convincerli a farli desistir.
Quartetto Protegat nos, Domine! Protegat nos, Domine! Pietro Non ci è data scelta non abbiamo opzion, consegnamo con decor tutti i nostri fiorini d'or. Tutti Protegat nos, Domine! Protegat nos, Domine! - SCENA 10 "Vive la Révolution” La scena si svolge nella stube. Dialogo fra Leonardo e la zia Zena. 15. VIVE LA RÉVOLUTION - duetto e coro – Leonardo I miei libri parlan chiaramente, Liberté, Égalité, Fraternité, che i Francesi portano alla gente in un mondo che libero non è. Zena Ragazzo a quel che dici pensa bene, i transalpini son venuti qua, tutti dietro a quel Napoleone, che imperator presto si farà. Vicini della MCF Vive la Révolution a spazzar via le nostre "Regole", con lo sparo dei cannon altro che Révolution! Leonardo Per tutto quel che ho imparato, Parigi culla di civiltà,
per tutto quel che ho studiato qui in Fiemme che cosa c'era mai? Zena Che la famiglia aveva il capofuoco, che poi eleggeva un regolano, che in consiglio poi portava al banco, le ragioni del suo compaesano. Vicini della MCF Vive la Révolution a spazzar via le nostre regole, con lo sparo dei cannon altro che Révolution! Vive la Révolution arriverà il nostro momento e vendetta ciameròn Révolution dei me coión! Il sollievo per lo scampato saccheggio fa alzare i toni ai popolani, quasi a renderli euforici. Tesero, Casa Jellici, notte. - SCENA 11 "Recordàve de Fàver” Continuazione della precedente. La riflessione su quanto accaduto a Fàver calma gli animi. 16. RECORDAVE DE FÀVER - duetto e coro Arrivano in paese un uomo e una donna che riportano la notizia di quanto avvenuto nel villaggio di Fàver in Val di Cembra. In seguito alla strage avvenuta il 20 marzo 1797, quando, in seguito ad un tentativo di opposizione della popolazione, i Francesi hanno raso al
suolo il villaggio costringendo le persone a nascondersi nei boschi e arrivare a piedi, di notte, in pieno inverno fino in Val di Fiemme per cercare protezione. Giana Paolo sparò al capitano francese, aveva mira il ragazzo e lo prese. Mìchele La truppa però scavalcò l’ufficiale e feroce fu già nel primo cortile. Duetto Dapprima il saccheggio ed il fuoco appresso, il villaggio un ammasso di pietre. Le case e la scuola, la santa chiesa spogliate di tutto, recordàve, recordàve de Fàver. Giana I era diàoli, i era senza Dio, via an le ostie e il crocifisso mio. Mìchele Ma quanta erba e frumento si prese, al suo passaggio la falce francese. Duetto Saccheggiati e spogliati a miseria ridotti, sono rimaste sol lacrime agli occhi e figli e animali in Fiemme a scappare ed una parola: recordàve, recordàve de Fàver. Donne di Fiemme Recordave de Faver, della vendetta di uno.
A chi ha giovato, né a lui né a nessuno! A spegnere il fuoco non basta un bicchiere, ma 'na cadéna de braci pronti a passare di mano in mano quei secchi d'acqua che uno ad uno la fiamma no i tocca ma tutti insiem posson fare un torrente e forse smorzare l'inferno di Dante. Recordàve, recordàve de Fàver. - SCENA 12 "La rivolta di Predazzo” Per la prima volta nella storia di Fiemme i Bavaresi (alleati dei Francesi) chiamano i giovani alla coscrizione obbligatoria. Le madri e gli stessi giovani danno il via ad una protesta cacciando in malo modo il giudice Torresanelli di Cavalese inseguendolo con fiaccole e forconi fino alle porte di Tesero, inneggiando alla rivolta. Giunti a Tesero, gli stessi teserani sedano gli animi, per paura di una massiccia controffensiva del governo, che infatti non tarda ad arrivare, con la condanna alla prigionia e morte dei fomentatori di tale rivolta. Tesero, 5 marzo 1809. Piazza della Regola, giorno. 17. LANDLIBELL (ripresa) - strumentale Dopo questo episodio la vita torna a svolgersi nella quasi normalità, in piazza c’è il mercato e la gente parla e balla.
18. RIPRENDI LINFA, MAGNIFICA - strumentale Scorcio di Predazzo. Dalla terrazza della locanda “Nave d’Oro” di Predazzo il Regolano Gianantonio Giacomelli declama un testo che esorta la valle a riprendere la propria vitalità e forza, strappata con tale violenza dagli invasori. - SCENA 13 “Vittoria di Le Venzàn” 19. VITTORIA A LE VENZÀN - strumentale Tesero - Piazza della chiesa. Con dialoghi, secchi e precisi, con gli attori rivolti al pubblico, si racconta l'evoluzione dell'insurrezione in Tirolo partita da Predazzo e diffusasi come onda che allaga una valle. La conclusione, in Fiemme, vede la ritirata dei Franco-Bavaresi dopo la battaglia de "Le Venzàn" celebrata dall’arrivo a Tesero della truppa fiamazza vincitrice dell’ultima battaglia di Fiemme. I soldati portano con loro un trofeo rimasto sul campo di battaglia. Un tamburo francese. 20. CHISSÀ SE DURERÀ - coro con coreografia Finalmente la vita torna tranquilla, c’è sollievo nella popolazione, i bambini giocano e cantano. Tutti sperano che la pace possa durare a lungo. Coro bambini Li avete visti scappano davvero vanno via,
le spalle e i tacchi mostrano alla vallata mia e ridere ci fanno coi loro “oui monsieur!”, da quando non ci sono io mi sento “in liberté”. Donne di Fiemme I bimbi ora giocano li ha presi l'euforia, non c'è più qui la Francia né Italia o Bavaria e sembra finalmente di aver tutta per te, la casa che per anni hai condiviso coi straniér. Tutti Momento di sollievo chissà se durerà, però non ci pensiamo e ci godiam la libertà. Uomini di Fiemme Le donne ora ridono i bimbi scappan via, non c'è più qui la Francia né Italia o Bavaria e sembra finalmente di aver tutta per te, la casa che per anni hai condiviso coi straniér. Tutti Momento di sollievo chissà se durerà, però non ci pensiamo e ci godiam la libertà. Tutti si avviano mentre i bambini fanno crocchia ed intonano la filastrocca.
- SCENA 14 “700 anni di pace” 21. DAI, DAI, DAI - coro bambini Sulle note di un canto popolare i bimbi cantano la stupidità della guerra attraverso l’innocenza dello sguardo di un bambino. Coro bambini Na òlta ‘n Val de Fiéme na gran pace gh’era, lè vegnǘ i Francesi e i ha portà la guera. Dai dai dai, la Val de Fiéme bèla, dai dai dai, Francesi restà là! Parché an la nosa bèla bèla Val de Fiéme, l’è stada tirada into te sta bürta guera ingiusta? Parché sarai vegnüdi a impor la so cultura se qua l’era da agni che i scrivèva e i legèva? Dai dai dai, la Val de Fiéme bèla, dai dai dai, Francesi restà là!
Parché le sente grane can che le ha na discusion, no pödele star tranquile ma le fa sǘ ‘n rebalton? La guera no l’è altro che na bürta maniera, da imporghe a altra sente le proprie convinzion. Dai dai dai, la Val de Fiéme bèla, dai dai dai, Francesi restà là! Magari sarìa megio che i grani i empare, a far come noi pòpi e farse pü domande. Dorando la resòn e no la distruzion, risolver i problemi senza tanta confusion. Dai dai dai, la Val de Fiéme bèla, dai dai dai, Francesi restà là! Il coro si interrompe di netto e la scena rimane immobile. Zena e Leonardo si muovono tra i bambini chiamandoli che di corsa vanno in chiesa. Rimangono in scena solo Zena e Leonardo.
21. DAI, DAI, DAI Un tempo, in Val di Fiemme, c’è stato un gran periodo di pace, ma l’arrivo dei Francesi ha portato anche qui la guerra. [RIT] Dai dai dai, la bella Val di Fiemme, dai dai dai, francesi rimanete lì. Perché anche la nostra bella Val di Fiemme è stata coinvolta in questa guerra brutta e ingiusta? Perché sono venuti a imporre la loro cultura, se qui ormai da anni sapevamo leggere e scrivere? [RIT] Perché gli adulti, quando discutono, finiscono sempre a litigare invece che parlare tranquillamente? La guerra non è altro che una brutta maniera per imporre ad altri le proprie convinzioni. [RIT] Forse sarebbe meglio che gli adulti imparino dai bambini a porsi più domande. Usando la ragione, e non la distruzione, per risolvere i problemi senza tanta confusione. [RIT]
22. UNA COSA BELLA C'È - duetto – Zena e Leonardo, concludono il loro racconto tirando le somme di quanto accaduto in questi 18 anni di trambusto, evidenziando l’importanza che ha avuto lo spirito di solidarietà, tipico della gente del Val di Fiemme, dove da sempre ci si aiuta reciprocamente per tirare a campare e sopravvivere ai lunghi inverni. Zena Hai visto che importanza ha il tamburo che tu hai trovà? Questa fu una guerra lunga e spaventosa. Il mondo qui si è ribaltà. I bimbi grandi diventà, i vecchi, giovani, le donne, uomini ed eroi. Leonardo Ma poi chi ha vinto non si sa. La valle cosa ha guadagnà? Se noi avevamo già la nostra libertà? La cosa più onorevole, la grande partecipazion di tutto il popolo unito che ha partecipà. Assieme Ma una cosa bella c’è, la consapevolezza che chi ha salvato tutti è la solidarietà. Una cosa bella c’è la cognizione che ci ha salvato la solidarietà.
- FINALE “Magnifica vallata” Suonano le campane, tutti escono sul sagrato, i bimbi corrono in giro. C’è pure una piccola banda (forse l’embrione della Banda di Tesero) che intona una simpatica melodia che viene subito intonata e cantata dal coro delle donne (tratta da: “inno a Tesero”). Arrivano in scena anche il frate, lo Scario e Roseta, i quali, attraverso un dialogo cantato, introducono il coro finale, che inneggia e ringrazia la nostra terra, le montagne e la Magnifica Comunità per averci sfamati e protetti. 23. CARE VALLI, CARI MONTI - coro femminile Donne di Fiemme Care valli, cari monti santo orgoglio del pensier; dell’Avisio pure fonti dove agli astri va il pensier. Greggi bianche nuvolate sulle balze del Cornon, case antiche imperturbate, se anche spira l’aquilon Sant’Eliseo e San Leonardo, gli avi destati fuor dall’avel. Oggi e per sempre sian baluardo, vostro e dei figli di questo ciel.
24. SE IO, SE VOI, SE NOI - trio Frate Se io, uno ad uno prendo voi, lo so che meraviglie troverò; ma se uno contro l'altro la vita spingerà, a ognuno, che ne resterà? Roseta Se voi, come strumenti musicali, il ritmo del tamburo seguirete farete melodie ma chi da solo andrà prima o poi di certo stonerà. Pietro Se noi alziamo insieme cento mani, potremo salutare ed abbracciare; ma se chiudiamo i pugni, dove ci porterà… Trio …quella forza che ognuno ha? 25. VIVI PER SEMPRE - coro Tutti Magnifica vallata, la terra e i boschi ci han sfamato, le tue montagne ci han protetto, e le tue acque dissetato. Magnifiche persone, han lottato per la loro libertà, han sudato per sopravvivere, grazie alla loro solidarietà. Magnifica Comunità, invasa, contesa, liberata e viva, la storia ti ha resa più grande, forte e Magnifica.
Magnifica Comunità, ancora oggi tu esisti qua i tuoi Vicini e le tue Regole ti amano e ti fanno vivere. Magnifica Comunità, della Valle di Fiemme tu sei l’anima, il nostro orgoglio sì tu sei e per sempre ci proteggerai. Vivi per sempre o Magnifica Comunità di Fiemme! - FINE -
BIBLIOGRAFIA UTILE PER APPROFONDIRE L'ARGOMENTO
Roberto Bazzanella, “Capriana frammenti di storia - cenni sulle vicende della comunità civile e religiosa caprianese dalle origini alla contemporaneità, ed. Comune di Capriana”, Grafica Pasquali, Fornace (TN, 2014; Roberto Bazzanella, “Faver, tracce nella storia - vicende del passato faoràno fra comunità civile e religiosa, ed. Comune di Faver”, Centro Stampa e duplicazioni della Regione Trentino - Alto Adige, Trento, 2010; Candido Degiampietro, “Le milizie territoriali fiemmesi dalle guerre napoleoniche alla fine della I guerra mondiale (1796-1918)”, Pezzini ed., Villalagarina (TN), 1981; Candido Degiampietro, “Storia di Fiemme e della Magnifica Comunità”, Manfrini ed., Calliano (TN), 1972; Candido Degiampietro, “Briciole di storia, di cronaca e momenti di vita fiemmese”, ed. Pezzini, Villalagarina (TN), 1986; Giorgio Delvai, “Notizie storiche della Valle di Fiemme”, 1903; Lorenzo Felicetti, “Valentino Canal, Memorie Storiche di Tesero, Panchià e Ziano – Cavalese”, 1912; Nino Franzellin, “Fiemme attraverso i secoli, Arti Grafiche Saturnia”, Trento, 1936; Italo Giordani (a cura di), “Storia di Fiemme del prof. Nicolò Vanzetta. Origini – 1815”, Ass.ne Culturale Ziano Insieme, 2012; Damiano Magugliani, “Fiemme montagna che scompare”, Tipografia Crespi, Vittuone (MI), 1992; Antonio Zieger, “La Magnifica Comunità di Fiemme”, Temi ed., Trento, 1973.
IL TAMBURO RITROVATO in collaborazione con Filodrammatica "Lucio Deflorian" Tesero Centro Danza Tesero 2000 Comitato Rievocazioni Storiche Cavalese Piccolo Coro “Le Millenote” Tesero Coro formato da coristi di Tesero e della Val di Fiemme musica Luciano Feliciani direzione artistica Fabrizio Zanon regia teatrale e cinematografica Michele Longo sceneggiatura e testi Michele Longo Fabrizio Zanon Alessandro Arici ricerca e consulenza storica Luca De Marco preparazione coro Alberto Zeni preparazione coro voci bianche Miriam Vinante preparazione solisti Letizia Grassi Fabrizio Zanon coreografie Angela Deflorian
coordinamento e organizzazione generale Massimo Cristel Direttivo Banda Sociale di Tesero allestimento scenografie Filodrammatica di Tesero Banda Sociale Tesero riprese video e scenografie digitali Dolomiti TV – Predazzo Michele Longo service audio-luci GEST di Mariano Bonomi & C. snc Trento progetto luci Mirko Bonelli progetto e relazione tecnica palco e platea Fabrizio Zanon Marco Vanzetta costumi Comitato Rievocazioni Storiche Cavalese Filodrammatica Tesero Centro Danza Tesero 2000 Maddalena Longo Elisabetta Deflorian Rita Deflorian Franca Vanzetta Raffaella Zeni trucco Anna Deflorian Elisabetta Deflorian
fotografie Massimo Vaia progetto libretto di sala e contributi grafici Alessandro Delladio Massimo Cristel Fabrizio Zanon Isacco Delladio Diego Fanton progetto realizzato grazie al patrocinio e al sostegno di Regione Autonoma Trentino - Alto Adige/Südtirol Provincia Autonoma di Trento (Servizio Attività Culturali, Servizio Ripristino e valorizzazione ambientale, Servizio Protezione Civile) Comune di Tesero Magnifica Comunità di Fiemme Consorzio Comuni B.I.M. Adige Vallata Avisio Cassa Rurale di Fiemme Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto Federazione dei Corpi Bandistici della Provincia di Trento Azienda di Promozione Turistica della Val di Fiemme Comunità Territoriale della Val di Fiemme
“Noi con voi per un 200° strepitoso” aziende partner del Bicentenario Mobilificio Deflorian Iginio srl Eurostandard spa Itap spa La Sportiva spa Misconel srl associazioni, enti e aziende che hanno collaborato alla realizzazione del progetto Associazione Amici del Presepio “Felix Deflorian” di Tesero Associazione Nazionale Carabinieri in congedo sez. Val di Fiemme Associazione “Le Corte de Tiézer” Banda Comunale di Moena ‘L Bandìn de Tiézer Comune di Cavalese e SAGIS spa Centro del Fondo Lago di Tesero ITAP spa Corpo dei Vigili del Fuoco Volontari di Tesero Gruppo ANA Tesero Istituto Comprensivo PredazzoTesero-Panchià-Ziano Longo Transposervice Misconel srl Nordic Ski Fiemme 2013 Parrocchia di Cavalese Parrocchia di Tesero Patrimonio del Trentino spa Scuola di Musica "Il Pentagramma" di Fiemme e Fassa Segheria Varesco Squadra operai del Comune di Tesero Radio Fiemme 104 Ranch “El Zerilo” U.S. Cornacci Tesero
grazie inoltre a: Paolo Bortolas Beatrice Calamari Elia De Godenz Pietro De Godenz Marco Delladio e Sofia Longo Mauro Delladio Ciro Doliana Roberto Fanton Carlo Longo Claudio Marconi Narciso Recla Thomas Samonati Ciro Tomasi
Massimo Vaia Antonio Vanzetta Gianni Vanzo Martino Vanzo Rinaldo Varesco Lauro Ventura Giancarlo Vinante Eleonora e Livio Zeni Adriano Zanon
Si ringrazia inoltre qualsiasi altro collaboratore che, in maniera del tutto involontaria, non risulta qui nominato.
I NOSTRI PROSSIMI APPUNTAMENTI 30/07
Sfilata per convegno dei Vigili del Fuoco a Tesero ore 13.30
11/08
Concerto a Tesero – Teatro Comunale ore 21.00
19-20-21/08
Alpenfest a Pampeago, grande festa sotto il tendone (vedi programma a parte)
28/08
Sfilata e concerto a Campitello di Fassa – ore 21.00
2-3-4/09
Trasferta e concerto a Montecassiano (MC) Per info e partecipazione vedi programma a parte
17/09
Concerto a Lavis - serale
02/10
Processione del S. Rosario – Tesero, pomeriggio
06/11
Commemorazione di tutti i Caduti – Tesero, mattina
18/11
S. Messa e celebrazioni in onore di S. Cecilia Chiesa Parrocchiale, sera
25/12
Concerto di Natale – Teatro Comunale ore 21.00
01/01/2017
Concerto di Capodanno – Cavalese, PalaFiemme ore 17.00