MINI & Triennale CreativeSet è un progetto diretto da Silvana Annicchiarico
A cura di Francesca Picchi
Progetto grafico di Italo Lupi
Electa
Fondazione La Triennale di Milano Consiglio d’Amministrazione Board of Directors Davide Rampello Presidente / President Gianluca Bocchi Mario Boselli Paolo Caputo Silvia Corinaldi Rusconi Clerici Maria Antonietta Crippa Arturo Dell’Acqua Bellavitis Carla Di Francesco Carlo Edoardo Valli Collegio dei Revisori dei conti Auditors Committee Salvatore Percuoco Presidente / President Maria Rosa Festari Andrea Vestita Direttore Generale / General Director Andrea Cancellato Comitato scientifico / Scientific Committee Silvana Annicchiarico design, moda / design, fashion Aldo Bonomi industria, artigianato, società industry, handicraft, society Fausto Colombo arti decorative e visive, nuovi media comunicazione e tecnologia / decorative and visual arts, new media communication and technology Fulvio Irace architettura e territorio architecture and territory
Settore Affari Generali / General Affairs Annunciata Marinella Alberghina Francesca De Mattei Laura Maeran Franco Romeo Settore Biblioteca, Documentazione Archivio / Library, Documentation Archives Tommaso Tofanetti Michela Benelli Elisa Brivio Claudia Di Martino Cristina Perillo Elvia Redaelli Settore Iniziative Projects Department Laura Agnesi Roberta Sommariva Violante Spinelli Barrile Michela Cairo Ufficio Servizi Tecnici Technical Services Pierantonio Ramaioli Franco Olivucci Alessandro Cammarata Xhezair Pulaj Ufficio Servizi Amministrativi Administrative Services Giuseppina Di Vito Paola Monti Ufficio Stampa / Press Office Antonella La Seta Catamancio Damiano Gullì Marco Martello
Triennale di Milano Servizi Srl Consiglio d’Amministrazione Board of Directors Silvia Corinaldi Rusconi Clerici Presidente / President Mario Boselli Andrea Cancellato Consigliere Delegato / CEO Collegio dei Revisori dei conti Auditors Committee Francesco Perli Presidente / President Domenico Salerno Maurizio Scazzina Ufficio Iniziative Projects Department Maria Eugenia Notarbartolo Ufficio Servizi Tecnici Technical Services Marina Gerosa Nick Bellora Ufficio Servizi Amministrativi Administrative Services Anna Maria D’Ignoti Isabella Micieli Ufficio Marketing e Comunicazione Marketing and Communication Laura Benelli Valentina Barzaghi Maria Chiara Piccioli Olivia Ponzanelli Andrea Cuman
Fondazione Museo del Design Design Museum Foundation Consiglio d’Amministrazione Board of Directors Arturo Dell’Acqua Bellavitis Presidente / President Gianluca Bocchi Maria Antonietta Crippa Direttore Generale General Director Andrea Cancellato Collegio Sindacale Board of Statutory Auditors Salvatore Percuoco Presidente / President Maria Rosa Festari Andrea Vestita
Triennale Design Museum Direttore / Director Silvana Annicchiarico Attività museo / Museum Activities Roberto Giusti Ricerche museali / Museum Research Marilia Pederbelli Collezioni e Rete dei Giacimenti Collections and Network of Layers Giorgio Galleani
Giulio Iacchetti Oggetti Disobbedienti Progetto di / Project by Giulio Iacchetti Coordinamento generale General Coordination Silvana Annicchiarico con la collaborazione di with the collaboration of Roberto Giusti Carla Morogallo
Web Designer Cristina Chiappini
A cura di / Curated by Francesca Picchi con la collaborazione di in collaboration with Francesca Acerboni Silvia Cortese
Logistica / Logistics Giuseppe Utano
Allestimento / Set-up Design Matteo Ragni
Laboratorio di Restauro, Ricerca e Conservazione in collaborazione con il Politecnico di Milano Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica - Sezione Materiali Responsabili della Ricerca Restoration, Research and Preservation Laboratory, in collaboration with Politecnico di Milano Department of Chemistry, Materials, Chemical Engineering – Materials Unit Research Managers Marinella Levi Lucia Toniolo
Grafica e impaginazione catalogo Graphic Design and Catalogue Layout Italo Lupi con la collaborazioni di in collaboration with Blandine Minot (Studio Italo Lupi)
Ufficio iniziative / Projects Department Carla Morogallo
Restauratrice / Restorer Roberta Verteramo Ricercatrice / PhD Student Francesca Toja
Foto / Photos Ramak Fazel con la collaborazione di with the collaboration of Bruno Pulici Realizzazione allestimento / Set-up Works Xilografia Uno speciale ringraziamento a Special thanks to Massimiliano Di Bartolomeo Eugenia De Micheli
Don Milani
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L’obbedienza non è più una virtù. Avete il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è ormai più la virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto. A questo patto l’umanità potrà
Silvana Annicchiarico
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Oggetti disobbedienti Pretesti in forma d’oggetto DISOBEDIENT OBJECTS PRETEXT IN OBJECT FORM Francesca Picchi
dire di aver avuto in questo secolo un progresso morale, parallelo e proporzionale al suo progresso tecnico.
Oggetto/Concetto OBJECT/CONCEPT
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progetti per dubbi designs for doubts Giulio Iacchetti
Obedience is no longer a virtue. You have the courage to tell young people that they are all sovereign, for which obedience is now no longer a virtue, but the most underhanded of temptations, that they should not believe they can use this as a shield, not before men nor before God, that they each need to feel they are the sole person responsible for everything. On this condition, humanity will be able to say that in this century it perceived a moral progress, parallel and proportional to its technical progress. Documenti del processo di don Milani, L’obbedienza non è più una virtù, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1991
Giancarlo De Carlo Ci vuole molto più talento nella progettazione partecipata di quanto ce ne voglia nella progettazione autoritaria, perché bisogna essere ricettivi, prensili, agili, rapidi nell’immaginare, fulminei nel trasformare un sintomo in un fatto e farlo diventare punto di partenza. It takes much more talent for participatory design than it takes for authoritarian design, because you need to be receptive, prehensile, agile, rapid in imagining—instantaneous in transforming a symptom into a fact and in making that into a starting point. 6
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BYE BYE FLY
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PANTHEON GAME
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POLLICINO
30
FLEXIBLE BENCH
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ST. PETER SQUEEZER
40
UN SEDICESIMO 9
44
LUK LUK
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ODNOM
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CLAY FONT
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AI PIEDI DELLA MEMORIA
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LINGOTTO
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VESPA TABLE
72
FLAG PLAID
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DESIGN ALLA COOP
82 90 92 95
DIDASCALIE / CAPTIONs
Luca Molinari
Elio Franzini
Enrico Morteo
Virginio Briatore
Franco La Cecla
Mario Piazza
Emilio Rigatti
Kizito Sesana
Stefano Mirti, Walter Aprile
Antonio Bocola
Anna Barbara
Tommaso Labranca
Angelo Miotto
Beppe Finessi
biografia / BIOGRAPHY regesto / LIST OF WORKS biografie autori / Authors’ biographies
Object/Concept. There are various reasons why I chose to inaugurate the series of exhibitions that the Triennale Design MuDirettore / Director Triennale Design Museum
seum and Mini are dedicating this year to the “new and young Italian design” with a reflection on the work of Giulio Iacchetti. The first reason is that Iacchetti is the exact opposite of the solipsist, self-centered creative, who is convinced—deep down— that the world of design exhausts itself within the narrow confines of his studio: often the promoter of collective initiatives and
Oggetto/Concetto. Ci sono diversi motivi per cui ho scelto di inaugurare la serie di mostre che Triennale Design Museum e
choral projects, Iacchetti is an example of subjectivity that knows how to create networks, and who does not disdain—indeed,
Mini dedicano quest’anno al “nuovo e giovane design italiano” con una riflessione sul lavoro di Giulio Iacchetti. Il primo motivo
he even solicits and weaves together—projects needing several contributions of intelligence and multifaceted points of view.
è che Iacchetti è l’esatto opposto del creativo solipsistico, autocentrato, e convinto – sotto sotto – che il mondo del progetto si
The second reason is that Iacchetti is, among the designers of his generation, the one who most continues questioning along
esaurisca nei confini angusti del suo studio: spesso promotore di iniziative collettive e di progetti corali, Iacchetti è un esempio
the lines of the need to broaden and reinforce the processes of the effective democratization of design, opposing himself to
di soggettività che sa fare rete, e che non disdegna, ma anzi sollecita e intesse progetti che abbisognano di più intelligenze e di
those who persist in thinking of culture and market as antagonistic, counterposed entities, in the conviction that the challenge
sguardi plurali. Il secondo motivo è che Iacchetti è, tra i designer della sua generazione, quello che più di tutti continua a interro-
we have before ourselves is in the capacity of opening to all both the one and the other. The third reason is that Giulio Iacchetti
garsi sulla necessità di ampliare e rafforzare i processi di effettiva democratizzazione del design, opponendosi a coloro che ancora
is a conceptual designer. Before working on objects, he works on ideas. He seizes the spirit of the times, pierces the epochal
si ostinano a pensare a cultura e mercato come entità antagoniste e contrapposte, nella convinzione che la sfida che abbiamo
contradictions, absorbs them, upturns them, immerses them in a bath of irony, and attempts to transform them into artifacts
davanti stia nella capacità di aprire a tutti sia l’una sia l’altro. Il terzo motivo è che Giulio Iacchetti è un designer concettuale. Prima
that are able to generate sense. Sense or dissent. Objects capable of suggesting deviations, sudden changes, short-circuits,
che sugli oggetti lavora sulle idee. Capta lo spirito dei tempi, infilza le contraddizioni epocali, le assorbe, le ribalta, le immerge
contrasts. “Disobedient” is what Iacchetti himself says about the manifesto-objects he has selected for this exhibition, attribut-
in un bagno di ironia e prova a trasformarle in artefatti che sappiano essere generatori di senso. Di senso o di dissenso. Oggetti
ing them an obvious paradigmatic and emblematic merit with respect to the overall corpus of his production. In the history of
capaci di suggerire scarti, sbalzi, cortocircuiti, contrasti. “Disobbedienti”, dice lo stesso Iacchetti degli oggetti-manifesto che ha
Western culture there are different types of “disobedient” objects. First of all are the objects that revolt against their users and
selezionato per questa mostra, attribuendo loro un evidente valore paradigmatico ed emblematico rispetto al corpus complessivo
that, in the nightmares of gothic literature, refuse to perform the function for which they were created. Then there are the objects
della sua produzione. Nella storia della cultura occidentale ci sono diverse tipologie di oggetti “disobbedienti”. Prima di tutto ci
that, in Dadaist provocations, explore scandalous unions or trigger dysfunctional derailments. But above all, especially in Italy,
sono gli oggetti che si ribellano ai loro utilizzatori e che negli incubi della letteratura gotica si rifiutano di svolgere la funzione per
the disobedient object by antonomasia is Pinocchio: the puppet that not only disobeyed his creator Geppetto, but who refused
ciò che sono stati creati. Poi ci sono gli oggetti che nelle provocazioni dadaiste esplorano connubi scandalosi o innescano deraglia-
the ontological sentence of being just a piece of wood and also claimed his own autonomous identity. Pinocchio incarnates the
menti disfunzionali. Ma su tutti, soprattutto in Italia, l’oggetto disobbediente per antonomasia è Pinocchio: il burattino che non
archetype of the inanimate object coming to life and contests, with his own existence, the forms, rules, and laws of the existing.
solo disobbedisce al suo creatore Geppetto, ma che rifiuta la condanna ontologica a essere solo un pezzo di legno e rivendica una
The “disobedient” objects that Giulio Iacchetti has selected for this exhibition have something akin to Pinocchio: at times they
propria autonoma identità. Pinocchio incarna l’archetipo dell’inanimato che prende vita, e contesta con la sua propria esistenza
are ferociously puckish provocations (the St. Peter Squeezer juicer, the side table for coffee Vespa Table), while others call into
le forme, le regole e le leggi dell’esistente. Gli oggetti “disobbedienti” che Giulio Iacchetti ha selezionato per questa mostra hanno
discussion the form of the world as it is (the world globe Odnom, the bench-roof-refuge Flexible Bench). Do they succeed in fit-
qualcosa di “pinocchiesco”: a volte sono feroci provocazioni monellesche (lo spremiagrumi St. Peter Squeezer, il tavolino da caffè
ting into the world they contest, as happens to Collodi’s puppet at the end of the novel in which he is protagonist? I believe that
Vespa Table), altre volte mettono in discussione la forma del mondo così com’è (il mappamondo Odnom, la panchina-tettoia-rifugio
what Iacchetti’s “disobedience” has that is attractive and useful is that it is able to be ironic more than unrealistic, radical but
Flexible Bench). Riescono a evitare di omologarsi al mondo che contestano come accade invece al burattino di Collodi nel finale del
not snobbish, and conscious of how—in the impossibility of changing the world with an object or of inventing new languages—
romanzo di cui è protagonista? Io credo che ciò che ha di bello e di utile la “disobbedienza” di Iacchetti è che sa essere ironica più
necessary and urgent it is to equip oneself ever less with new alphabets, as Iacchetti does himself in one of the finest concepts
che velleitaria, radicale ma non snobistica, e consapevole di come – nell’impossibilità di cambiare il mondo con un oggetto o di
of the exhibition, the brick alphabet Clay Font taken from an original operation of lettering on the form of the air-brick. I would like
inventare nuovi linguaggi – sia necessario e urgente dotarsi quanto meno di nuovi alfabeti, come fa lo stesso Iacchetti in uno dei
for Iacchetti’s “disobedience” to become the distinctive and characterizing sign for the series of exhibitions that CreativeSet of
concept più belli della mostra, l’alfabeto laterizio Clay Font ricavato da una originale operazione di lettering sulla forma del mat-
the Triennale Design Museum is in the process of dedicating to the “new and young Italian design”: against all those who believe
tone forato. Mi piacerebbe che la “disobbedienza” di Iacchetti diventasse il segno distintivo e caratterizzante della serie di mostre
they have found, once and for all, the key for distinguishing what is new from what is not, what is young from what is old, what
che il CreativeSet del Triennale Design Museum si accinge a dedicare al “nuovo e giovane design italiano”: contro tutti quelli che
is useless from what is useful, what is culture from what is market. With the wishes that this exhibition and those to follow may
credono di aver trovato una volta per tutte la chiave per distinguere ciò che è nuovo da ciò che non lo è, ciò che è giovane da ciò che
open up new reflections, possibly offering to all the opportunity of experimenting with new bricks, and new alphabets.
è vecchio, ciò che è inutile da ciò che è utile, ciò che è cultura da ciò che è mercato. Nell’auspicio che questa mostra e quelle che seguiranno possano aprire nuove riflessioni, magari offrendo a tutti l’opportunità di sperimentare nuovi mattoni e nuovi alfabeti. 8
poi essere sostituiti, rottamati, riciclati, e nuovamente consumati. Oggetti disobbedienti, dunque. Oggetti coOggetti disobbedienti. Pretesti in forma
munque animati dalle migliori intenzioni, volonterosi,
d’oggetto. Siamo abituati a pensare agli oggetti come
naïf, ingenui, disponibili, aperti, samaritani, altruisti,
a servitori cortesi. Muti, docili, asserviti ai nostri bisogni
forse anche maldestri, o non perfettamente risolti… di-
e desideri: neutri, silenziosi, indifferenti. Almeno, così
sobbedienti però, perché ambiscono a essere qualcos’al-
ci pare. Ma se potessero, cosa potrebbero dire o pensare,
tro. Anche in maniera ingenua, con ironia, illudendosi di
magari dialogando tra loro? Cosa penserebbero dei pro-
fare meglio. Disobbedienti perché sfuggono dalle mani
gettisti che li obbligano alle forme più strane. Così, in un
del loro creatore (dalle sue migliori intenzioni), che si
dialogo surreale con Giulio Iacchetti, raccontando di pro-
offrono anche soltanto quale spunto di riflessione, pre-
getti che sfuggono a una chiara classificazione – che non
testi per levare lo sguardo. Che invitano ad avere ambi-
sono esattamente “design” – ha preso vita l’immagine di
zioni, a guardare lontano, a spingersi oltre, anche solo di
un corpo di oggetti disobbedienti. Disobbedienti a cosa
poco. Oggetti che se ne vanno per conto loro, che hanno
però? Alla bassezza delle ambizioni a cui li costringe una
imboccato la propria strada, volonterosi di farsi usare, di
cultura pervasa dal consumo: essere venduti e, appunto,
partecipare a ogni ulteriore trasformazione del proprio
consumati, in gran numero, distrattamente, in fretta. Per
uso o funzione… Oggetti o, comunque, pretesti per par-
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lare d’altro. Un racconto, questo, che magari non servirà
designers that oblige them into the strangest of forms?
tanto a mostrare quanto è bravo Giulio Iacchetti desi-
In this way, in a surreal dialog with Giulio Iacchetti, in
gner – mancano infatti quasi tutti i suoi prodotti – quan-
telling of designs that defy a clear classification—that are
to piuttosto a raccontare il suo mondo, i suoi interessi,
not exactly “designs”—the image of a body of disobedi-
le sue passioni civili, il suo sentirsi parte di una società
ent objects came to life. But, disobedient to what? To the
in mutamento, i suoi amici, la sua voglia di lavorare, di
lowness of the ambitions to which they are constrained
partecipare, la sua passione per il design, in definitiva:
by a culture pervaded by consumerism: to being sold
il suo esprimersi per forme, il suo parlare per oggetti.
and, just so, being consumed, in large numbers, distractedly, hastily. To then be substituted, scrapped, recycled, and consumed all over again. Thus: disobedient objects.
Disobedient Objects. Pretexts in object
Objects that are, at any rate, animated by the best of
form. We are accustomed to thinking of objects like
intentions, willing, naive, ingenuous, available, open,
polite servants. Mute, docile, enslaved to our needs and
Samaritan, altruistic, perhaps even awkward, or not per-
desires: neutral, silent, indifferent. At least so it seems
fectly resolved… but disobedient, because they aspire
to us. But if they could, what might they say or think, if
to be something else. In an ingenuous manner, even,
they could talk together? What must they think about the
with irony, imagining that they do better. Disobedient
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because they escape the hands of their creator (from his best intentions); they offer themselves just as starting points for reflection, pretexts for lifting the gaze. Inviting us to have ambitions, to look with far-reaching view, to push ourselves beyond, even just a little. Objects that go off on their own, that have started on their own paths, willing to be used, to participate in all further transformations of their own use or function… Objects, or, at
PROGETTI PER DUBBI. A cosa possono disobbedire degli oggetti? Forse a certe logiche del mercato che vorrebbero solo prodotti obbedienti allo stile e alla moda; disobbedienti alla regola di non disturbare, di non porre interrogativi, di non destare dubbi e incrinare consolidate certezze; disobbedienti all’idea che il design è cosa per pochi, comprensibile solo all’élite culturale ed economica; disobbedienti all’idea che nel disegno della bella forma si debba esaurire tutta la tensione progettuale, mentre credo che l’idea che anima i progetti, diluita in una buona dose d’ironia, sia di gran lunga il loro valore più prezioso.
any rate, pretexts for speaking of something else. This is a tale that perhaps will not so much show how skilled
DESIGNS FOR DOUBTS. What can objects disobey? Certain forms
Giulio Iacchetti is as a designer—(in fact, nearly all his
of market logic that would have only products that are obedient to
products are missing)—as, rather, relate of his world, his
rule, to the rule of not asking questions, of not raising doubts, of not
interests, his civic passions, his feeling part of a society
making cracks within consolidated certainties. They can be disobedi-
undergoing change, his friends, his desire to work, to
able by the cultural and economic elite, disobedient to the idea that
participate, his passion for design, in short: his expressing himself through forms, his speaking for objects. 14
style and fashion. Objects can be disobedient to the Do Not Disturb
ent to the idea that design is something for the few, only understandin the design of the beautiful form, all project tension should be exhausted. For my part, I believe that the idea animating the projects, diluted with a good dose of irony, is by far their most precious value.
Bye Bye Milano. Le calde, umide notti milanesi di lu-
Bye Bye Milan. The hot, humid July nights in Milan,
glio, quelle che non ti lasciano dormire bene fino a che
the ones that don’t let you sleep well until that blessed
non arriva quel refolo d’aria fresca, benedetta, nel fondo
trickle of cool arrives in the middle of the night. The hot
della notte. Le calde notti milanesi d’estate in casa, o in
Milanese summer nights at home, or in company, out
compagnia, all’aperto, che ti lasciano una sola certezza:
in the open, that leave you with only one certainty: the
la presenza di milioni di zanzare fameliche, eccitate dal-
presence of millions of ravenous mosquitoes excited by
la presenza umana, fatte forti dalla vita metropolitana e
the presence of humans, made strong by life in the city
dall’assenza matematica della disinfestazione comuna-
and by the mathematical absence of community disin-
le. Quando ho preso per la prima volta in mano Bye Bye
festations. When I took Bye Bye Fly in hand for the first
Fly ho sorriso pensando a quelle notti, considerandolo
time, I smiled thinking of those nights, considering it at
insieme un amoroso omaggio all’inefficienza climatica
the same time to be a loving homage to the Milanese
milanese. Perché è un souvenir dispettoso e utile in una
climatic inefficiency. Because it is a disrespectful sou-
metropoli che millanta performance tecnologiche ed
venir, and useful in a metropolis that boasts of tech-
efficienza produttiva, ma che dimentica ogni anno le
nological performances and productive efficiency, but
zanzare. Perché è un oggetto immediato, drastico nella
each year forgets about the mosquitoes. Because it is
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sua efficacia, popolare nel gesto e nel rumore, spietato
an immediate object, drastic in its efficiency, popular in
verso le sue vittime e insieme generoso con chi lo usa, e
the gesture and the sound, merciless to its victims, and
forse per tutto questo, per la sua semplicità radicale, è
at the same time, generous with the one using it. And
stato progressivamente sopraffatto dalla chimica silen-
perhaps for all of this, for its radical simplicity, it has
ziosa e impalpabile degli zampironi e degli ultrasuoni.
been progressively overwhelmed by the silent, impal-
Bye Bye Fly gioca con Milano; usa i suoi confini ammi-
pable chemicals of mosquito repellents and ultrasound
nistrativi, i suoi vuoti e le infrastrutture come una im-
devices. Bye Bye Fly plays with Milan; it uses its ad-
pronta indelebile; ci ricorda la forza iconica delle mappe
ministrative boundaries, its voids and infrastructures,
che non riconosciamo più ma che, forse, possono ser-
like an indelible print. It reminds us of the iconic force
vire ancora. E forse non è un caso che questa intuizio-
of maps we don’t recognize any more, but which may
ne giunga da un “foresto”, da uno della Provincia, che
still be useful. And perhaps it is not by chance that this
per scoprire il mondo in cui è atterrato usa ancora le
intuition arrives from a “forest,” from someone from the
carte geografiche, malgrado la loro apparente povertà
Province, someone who still uses geographic maps to
rispetto alla ricchezza del mondo reale. Bye Bye Fly è un
discover the world he has landed on, in spite of their
oggetto eterno rimesso in vita con il potere di una iro-
apparent poverty in relation to the wealth of the real
nia sottile, leggera ma potente, necessaria per aiutarci
world. Bye Bye Fly is an eternal object brought back to
a ridare un senso, un’anima a un utensile superato da
life with the power of a subtle irony, light but powerful,
abitudini frettolose e distratte. Questo è il gioco in cui
necessary for helping us give back a meaning, a soul,
spesso ci conduce Giulio, con sorriso gentile e spietato,
to a utensil that has been overcome by hasty and dis-
attirato apparentemente da oggetti affettivi e malinco-
tracted habits. This is the game that Giulio often leads
nici, ma soprattutto diretto alla radice dei gesti e delle
us into, with a kind, but merciless smile, attracted ap-
necessità di cui spesso dimentichiamo di avere ancora
parently by affective and melancholy objects, but above
bisogno. E allora Bye Bye Milano, con la speranza che le
all, directed toward the root of gestures and necessi-
prossime notti d’estate viaggino più tranquille.
ties, which we often forget we still need. And so Bye Bye Milan, with the hopes that next summer’s nights will go smoother.
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