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I TUNNEL DI LAVA DELLE ISOLE GALAPAGOS Tommaso Santagata, Livia Savioli Prendiamo un mappamondo e proviamo a posizionare il dito all’altezza dell’equatore, al largo delle coste dell’Ecuador, in corrispondenza di quelle macchioline verdi disperse nel mezzo dell’Oceano Pacifico. Sembra quasi impossibile pensare di poter raggiungere un posto così lontano. Eppure, dopo un viaggio di venti ore e due scali, siamo atterrati in uno dei pochi luoghi al mondo dove la natura può ancora dirsi incontaminata: l’arcipelago delle Galápagos. La nostra prima tappa è l’isola di San Cristobal, dedicata a San Cristoforo, il patrono dei marinai. L’autenticità che caratterizza queste isole emerge non appena si esce dall’aeroporto: comprendiamo immediatamente che siamo giunti in un angolo di mondo fuori dal-
la nostra idea di spazio e di tempo, un posto dove è la natura a scandire il ritmo del vivere quotidiano. La tranquillità ci avvolge e crea un’atmosfera piacevole e rilassante. Incontriamo fin da subito alcuni degli animali che ci accompagneranno per il resto del viaggio e che rappresentano un tratto peculiare di queste isole: leoni marini, gabbiani a coda di rondine, uccelli tropicali, iguane marine. Dovremo aspettare ancora qualche giorno, invece, per poter ammirare da vicino le tartarughe giganti. Charles Darwin: tutti lo conosciamo per il suo “L’origine delle specie”, una delle opere cardine nella storia della biologia e della scienza in generale. Furono proprio le osservazioni sulla fauna delle Galápagos, in particolare sulle tartarughe, a ispirare a Darwin i
Le tartarughe giganti presenti presso il centro C. Darwin nell’isola di Santa Cruz