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Il libro di pietra
opportunità di studio e responsabilità di conservazione
Paolo Forti, Paolo Agnelli, Stefano Vanni Grotte e scienza Il valore estetico delle grotte è ben conosciuto in tutto il mondo. Pochi però sanno che le cavità naturali sono un importante laboratorio in cui è possibile condurre studi e ricerche che, in molti casi, sarebbe impossibile effettuare altrove. Le grotte sono caratterizzate da una totale assenza di luce e spesso da minime variazioni dei principali parametri ambientali (temperatura, umidità relativa, etc.). Al loro interno i flussi di energia (fisica, chimica e biologica), smorzati da potenti spessori di roccia, sono estremamente bassi rispetto all’esterno. L’ambiente particolarmente stabile di grotta rappresenta, quindi, una perfetta “trappola d’accumulo”, che conserva inalterata qualunque cosa vi si depositi (Fig. 1). Queste caratteristiche fanno sì che sempre più scienziati siano interessati all’ambiente ipogeo. Tutte le differenti branche della geologia sono interessate alle grotte; tuttavia limitare l’interesse scientifico delle cavità naturali solo a questo ambito sarebbe un errore grossolano: contrariamente a quanto si potrebbe supporre, infatti, altri campi di ricerca hanno uguale interesse, se non addirittura maggiore (Tab. 1). Nell’ultimo mezzo secolo l’importanza dei depositi di
Tab. 1
grotta è aumentata moltissimo soprattutto nel campo degli studi paleoambientali e paleoclimatici. Grazie ad essi è possibile ricostruire con notevole accuratezza la cronologia degli eventi climatici succedutisi in una data area geografica in un lasso di tempo enorme, che può raggiungere e anche superare le decine di milioni di anni Da questo punto di vista le concrezioni sono di gran lunga i più importanti depositi di grotta, perché la loro struttura a bande è ordinata cronologicamente (le bande superiori sono necessariamente più giovani di quelle sottostanti). Esistono varie tecniche di laboratorio che ne permettono una precisa datazione assoluta, a volte con precisione di un anno o addirittura meno. Per la loro struttura laminata, le concrezioni possono essere considerate un vero e proprio “Libro di Pietra”: ciascuna banda di accrescimento corrisponde a una pagina di un’enciclopedia multidisciplinare. Le grotte come delicati ecosistemi Un particolare capitolo di questa enciclopedia riguarda la biospeleologia. Almeno fino agli inizi del XIX secolo si pensava che in totale assenza di luce nulla potesse nascere e svilupparsi. Solo in seguito ai primi studi sugli insetti nelle grotte di Postumia (1831) ci si rese conto di come, invece, la vita animale presente in questo ambiente fosse molto particolare e ben diversa da quella dell’ambiente esterno circostante. Fu allora che si iniziò a comprendere l’importanza della biospeleologia e delle grotte come laboratorio ideale per lo studio dei meccanismi della selezione naturale in un ambiente più contenuto e popolato da meno specie rispetto agli ecosistemi esterni. Da quel momento risultò chiaro che nelle grotte è presente non solo una componente abiotica (rocce, minerali, acqua, speleotemi, ecc.) ma anche una componente biologica, che concorre a formare un complesso e affascinante ecosistema ipogeo. Di questo libro di pietra attualmente siamo in grado di leggere soltanto i titoli dei capitoli e di comprendere pochi paragrafi. In un futuro prossimo, quando la ricerca e la crescente tecnologia ci permetteranno di leggere tutte