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SUL GHIACCIAIO DEL GORNER CON IL PROGETTO “INSIDE THE GLACIERS” Luca Gandolfo, Alessio Romeo Siamo in Svizzera, accampati su un terrazzo naturale a 2650 m di quota da cui si gode una vista magnifica che spazia dalle cime del gruppo del Monte Rosa fino al Cervino, il tutto impreziosito dalla maestosa lingua del ghiacciaio Gorner che scorre ai nostri piedi. Il sole è già tramontato da alcune ore, e le lunghe ombre della maestosa piramide del Cervino proiettate nel vallone del Gorner hanno lasciato il posto alle prime stelle che iniziano a costellare la volta celeste sopra il campo base, mentre una luna quasi piena inizia a fare capolino tra punta Dufour e Punta Gnifetti e la sua luce, riflessa dalle molteplici lingue glaciali dinanzi a noi, illumina quasi a giorno l’intera vallata. Sarà una notte fredda ma preannuncia una bella giornata di sole per l’indomani. Al campo base l’atmosfera è quella tipica dell’ultimo giorno di spedizione, si rivive l’avventura di questi giorni mentre si sorseggia del buon liquore e si raccontano storie e aneddoti di spedizioni in mondi lontani, il tutto prima di ritirarsi nel caldo dei propri sacchi a pelo. Questa spedizione di ottobre 2021 rientra nel progetto denominato “Northern Side of the Alps”, una sorta di progetto appendice all’interno del più vasto progetto “Inside the Glaciers”, ideato da Alessio Romeo e Francesco Sauro e che ha debuttato proprio su questo ghiacciaio nel 2014 col Primo Campo Internazionale di Speleologia Glaciale. “Northern Side of the Alps” prevede una campagna di documentazione, esplorazione e ricerca scientifica multi-disciplinare che si avvale della partecipazione attiva di prestigiosi istituti universitari di Milano e Parigi che si occupano di studi di micro-biologia e nano-particelle. Vi partecipano anche aziende come VIGEA, specializzate nel rilievo fotogrammetrico e nella modellazione tridimensionale. E infine varie associazioni speleologiche
italiane, svizzere e francesi. Fra agosto e dicembre 2021 oltre cinquanta persone hanno contribuito a questo ambizioso progetto che ha raccolto dati e campioni su ben nove diversi ghiacciai del cantone svizzero del Vallese. Fra le associazioni speleologiche il contributo di La Venta ha sempre fatto la differenza nei molteplici progetti di Inside the Glaciers, non solo con la fornitura di materiali ma anche con la presenza attiva di molti membri. Sul Gorner ci siamo ritrovati in sette: Norma Damiano, Roberto Trevi e Tommaso Santagata arrivati apposta per questa intensa tre giorni, mentre Patrizio Rubcich, Sara Di Ferrante, Alessio Romeo e Luca Gandolfo sono arrivati dopo un’altra intensa tre giorni tra esplorazione, rilievo e campionamenti nelle cavità del ghiacciaio Lang, uno dei nove ghiacciai inseriti nella campagna di ricerca del 2021. A questa spedizione hanno partecipato anche tre ragazzi della società svizzera Flyability che da qualche anno collabora sia con La Venta sia con Inside the Glaciers. L’azienda è specializzata nello sviluppo e nella costruzione di speciali droni di nuova generazione definiti “collision tolerant drones”. Grazie alla loro struttura sferica, sono nati per attività ispettive in siti industriali di difficile accesso per l’uomo come silos, cisterne e ciminiere. Tali caratteristiche li rendono particolarmente utili anche in contesti esplorativi estremi, dove l’uomo non può spingersi a causa di condizioni particolari come quelle che si possono trovare nelle cavità glaciali, siano esse grotte di contatto o mulini. In passato questi droni si sono rivelati fondamentali per l’esplorazione di alcune grotte di contatto dove l’accesso agli speleologi era impedito da torrenti impetuosi provenienti dalle lingue glaciali sospese del monte Rosa. Fra i partecipanti c’era anche il fotografo Robbie Shone, una vecchia conoscenza di Inside the