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Grotte di carta “LA DONNOLA” Gaetano Boldrini “Bastardo delle due culture”: è così che amava definirsi Dieter Herman Comes, francesizzato poi in Didier Comes. Nato nel cantone tedesco del Belgio, nel piccolo paesino bilingue di Saurbrodt, al confine tra il Belgio e l’Alsazia l’11 dicembre 1942, da madre francofona e padre germanofono. Il paese stesso è diviso in chi parla vallone e chi tedesco. Nasce quindi nel bel mezzo di una guerra, tra la tradizione latina e quella germanica, da cui trae l’influenza del gotico e dell’onirico. Egli è e rimarrà per sempre il frutto della contaminazione delle due culture. Comes inizia ad esprimersi attraverso la musica, affermandosi come percussionista in diversi gruppi Jazz sia europei che americani. Comincia a lavorare molto giovane come disegnatore industriale ed approda nel mondo del fumetto nel ‘72 ponendosi, sin da subito, come uno dei principali disegnatori di rottura nel panorama fumettistico franco/belga, e non solo, degli anni 70. Muore di polmonite il 7 marzo 2013 tra le sue Ardenne, dove aveva passato gran parte dei suoi ultimi anni. “La Balette” (La Donnola) esce originariamente nel 1979 in Francia su “A Suivile”, in Italia nel 1982 sulla rivista “Alteralter” ed infine in un volume unico editato dalla “Milano Libri” nel 1983. Nello stesso anno riceve il premio “Gran Prix Saint Michel”. Questa meravigliosa graphic novel é basata sull’iniziazione di un ragazzo
all’antico culto di Demetra e sui riti sciamanici legati alla natura e alle religioni totemiche. Ma è anche e soprattutto una storia di conflitti. Forse è proprio questa la parola che lega gli eventi di questa storia: conflitti tra il parroco cattolico Schonbroodt e una famiglia di adepti della vecchia religione della Dea Madre Demetra, Natale Charrette e la figlia, che vivono nello stesso paese; conflitti tra la nuova famiglia di cittadini che si insedia nel paesino di Amarcuore, nella campagna delle Ardenne, e il resto della comunità (alla gente del posto non piacciono i cittadini che comprano le loro case); conflitti tra gli abitanti dello stesso villaggio che, non avendo mai sopito i dissapori della guerra, non hanno mai accettato la presenza di Kock, “il crucco”, nel villaggio; conflitti anche da un punto di vista grafico, trattandosi di un racconto disegnato in bianco e nero che oscilla con eleganza senza mai stridere tra la caricatura e la ricerca della perfezione della realtà (chiarissimi i riferimenti a Pratt, di cui Comes era molto amico). Il piccolo paese di Amarcuore, che affonda le sue radici nel mondo della stregoneria e della superstizione, è lo stereotipo di quelle comunità rurali popolate da personaggi malvagi e ignoranti che diffidano di chi è diverso da loro. La famiglia Valentin, che viene dalla città, ha appena preso possesso di un vecchio casolare di campagna. Lui, Gerardo, uno sceneggiatore di programmi televisivi arrivista e privo di scrupoli; lei, Anna, incinta e madre di Pietro, ragazzo forse autistico il quale non comunica. Sin dai primi giorni la famiglia è oggetto di frequentazioni che sembrano di buon vicinato ma che, in realtà, celano secondi fini: quella di Giulio Volpe, ossessionato da un tesoro presumibilmente nascosto dall’ex proprietario nella casa dei Valentin, e da suo figlio Berto, minorato e ossessionato anche lui ma dal sesso e dalla crudeltà verso gli animali; quella della “Donnola” - così si fa chiamare -, strano ed enigmatico personaggio; quella del sacerdote Schonbroodt che, insistentemente, cerca di convincere Anna a far battezzare il futuro figlio, spinto da una malata e gretta concezione della fede cattolica. In realtà Natale Charrette e la figlia (la Donnola) sono gli adepti dell’antica religione di Demetra, simbolo di fecondità e che rappresenta tutte le forze che creano la vita. I due sono interessati alla donna incinta, quindi sacra ai loro occhi, e al figlio che non parla ritenuto un predestinato, uno della loro razza, uno stregone. Durante una notte avviene il rito di iniziazione di Pietro a cui viene dato il nome totemico di Salamandra, il potere della telecinesi e quello di “poter vincere i morsi del fuoco”. La Donnola si rivela ad Anna per quello che