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LAV Story
La pelliccia risorta
di Giacomo Bottinelli con le illustrazioni di arianna Verduci
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La mattina di Natale, Rocca Sganghera era coperta da una coltre di neve. Gli animali si erano rifugiati al caldo delle loro tane e solo i folletti gironzolavano intenti a infilare nei camini gli ultimi regali. La Fata Betulla sentì però un pianto lontano, che veniva da una casa un po’ distante dal paese. Si avvicinò volando e scrutò attraverso le finestre. C’era un bambino che piangeva. Intorno a lui, sotto il grande albero di Natale, c’erano regali di ogni tipo: videogiochi, robot, puzzle, peluche… La Fata Betulla si trasformò in una blatta e passando agilmente sotto la porta si ritrovò nell’appartamento. La mamma e il papà del ragazzino, invece, sembravano raggianti. Lui le porgeva una pelliccia di visone e lei la indossava entusiasta. «Grazie, caro! Mai mi sarei aspettata un regalo così bello!». Il piccolo corse in camera sua. I genitori continuarono ad ammirare la pelliccia, mentre la mamma baciava il marito. La blatta-Betulla si infilò anche sotto la porta della cameretta e subito riprese il suo aspetto di fata. Il bambino sussultò, ma Betulla gli fece cenno di stare zitto. «Sono la Fata Betulla» gli disse «e proteggo questi boschi e queste campagne. Tu come ti chiami?».
Il bambino si chiamava Marco e mai aveva avuto un Natale così brutto. «Ho visto una cosa orribile, in salotto», disse. «Mia mamma indossa la pelle di animali morti». Betulla si prese il mento con fare riflessivo. Afferrò la mano del bambino e volò con lui fuori dalla finestra. Gli alberi e i campi coperti di bianco sembravano splendere di una luce propria. Betulla scese dolcemente con Marco vicino a una grande quercia, colpì il legno con la bacchetta magica e subito si aprì un varco che condusse i due in un regno meraviglioso. Dappertutto c’erano addobbi di Natale e una musica di campanelle risuonava nell’aria. «Dove siamo?» chiese Marco. «Questo è il regno di Babbo Natale! Ci si arriva da ogni quercia che abbia qualche anno più di un secolo, anche se ci vuole un po’ di magia…». Poco dopo sbucarono in una sala rallegrata da un camino scoppiettante, dove gli elfi saltellavano cantando e una figura vestita di rosso con una gran barba bianca sedeva su una poltrona imbottita. «Buone Feste, Babbo Natale!» disse Betulla. Il vecchio si girò: «Betulla, cara mia! Quanto tempo! Cosa ci fai qui?». «Ti presento un bambino speciale – disse Betulla – si chiama Marco. Ha ricevuto molti regali dai tuoi elfi e dai suoi genitori, ma c’è stato un problema che…». Betulla avvicinò le labbra all’orecchio di Babbo Natale.
Il visone
* Il visone è un piccolo mammifero selvatico, molto simile a un furetto, con il corpo allungato e le zampette corte, parzialmente palmate. Ha la testa grande, con orecchie molto piccole, la coda corta e una spessa e foltissima pelliccia marrone o rossastra; invecchiando il mantello diventa più chiaro. * Vive in tane scavate nei pressi di fiumi e torrenti. È un ottimo nuotatore: può immergersi fino a cinque metri di profondità e trattenere il respiro per due minuti! Corre velocissimo ed è bravissimo a farlo anche nel letto dei fiumi: per cacciare percorre anche parecchi chilometri. Non vive in branco: timido e solitario, è davvero difficile da incontrare, anche perché in natura di questi animali ce ne sono sempre meno (negli allevamenti italiani, invece, ne sono ancora rinchiuse parecchie decine di migliaia). * Ci vede poco ma sa cavarsela con un eccezionale olfatto, grazie al quale riesce a cacciare le prede: rane, pesci, molluschi, insetti. Allo stesso tempo deve guardarsi, anche affidandosi alla sua velocità, dai predatori: volpi, aquile, rapaci notturni, oltre che naturalmente l’uomo, che l’ha sempre cacciato per la sua ricercata pelliccia. * Pigro e sedentario, ama trascorrere molto tempo nella tana, soprattutto quando è molto freddo e può godersi la scorta di cibo accumulata. A maggio, dopo la stagione degli amori, nascono fino a sette cuccioli, allattati dalla mamma per due mesi e mezzo, dopodiché diventano autonomi.
I numeri del visone
30-43 cm la sua lunghezza 500-800 g il suo peso 15-18 cm la lunghezza della coda 11 anni la sua vita media
I RAGAZZI DALLA PARTE DEGLI ANIMALI
Visone
L’orribile mondo delle pellicce
Lo sapevi che
* 1 kg di pelliccia di visone ha un impatto sul cambiamento climatico 14 volte superiore a quello del pile! Per produrlo sono necessari 11 visoni e quindi ben 563 kg di cibo per nutrire questi animali. Dalla tossicità per l’uomo all’impoverimento dello strato di ozono, tutti questi fattori ambientali si uniscono in un effetto disastroso: la pelliccia è da 2 a 28 volte più inquinante rispetto a tutti gli altri tipi di tessuto.
* Numerose nazioni europee hanno vietato gli allevamenti per la produzione di pellicce. In Italia vengono invece allevati oltre sessantamila visoni l’anno: uccisi con il gas, dopo una vita in gabbia, solo per produrre giacche, colli, cappotti, manicotti, imbottiture... Per fare una sola pelliccia ci vogliono le pelli di molti animali, più di quelli che tu possa pensare. Ad esempio 60 visoni, 42 volpi, 40 cani procioni, 50 zibellini… * Non ci sono solo gli allevamenti: anche le trappole fanno milioni di vittime. Gli animali “da pelliccia” presi in trappola sono 10 milioni ogni anno. Ma questa è solo una parte della tragedia. Nelle tagliole perdono la vita molti altri animali, talvolta anche cani o gatti.
* Grazie all’impegno delle associazioni e alla nuova sensibilità animalista, il mercato delle pellicce è in costante calo. Sempre più persone si rifiutano di vestirsi con la pelle e il pelo degli animali, e anche grandi marchi della moda sono passati dalla parte dei nostri amici (ad esempio Versace, Gucci, Armani, Prada). Ma bisogna continuare a impegnarsi perché questa sciocca e inutile crudeltà diventi presto un antico ricordo.
«Oh Oh Oh!» esclamò il vecchio. «Credo di avere in questa tasca ciò che fa per te…». Frugò nella giacca e ne estrasse una bottiglia dorata. «Spargi questo sulla pelliccia di tua mamma, stanotte, e avrai una bella sorpresa!». Babbo Natale abbracciò forte Marco: «Io uso pelliccia sintetica da sempre, ma quei babbei degli umani non lo hanno ancora capito!». Rise forte e mentre rideva Marco cadde in un sonno profondo per risvegliarsi di nuovo in camera sua. Era stato un sogno? Ma no! Aveva la bottiglia dorata in mano! Sopportò tutto il giorno che sua madre sfoggiasse la nuova pelliccia in giro per Rocca Sganghera, ma la sera fece in modo di non addormentarsi. Appena fu notte fonda sgattaiolò fino al guardaroba e versò il contenuto della bottiglia sulla pelliccia di sua madre. Si sentiva un po’ un ladruncolo, ma sapeva che stava facendo la cosa giusta. Al mattino sua mamma si alzò presto, preparò il caffè e dopo averlo bevuto si infilò la pelliccia e disse che sarebbe andata a fare una passeggiata in centro.
E in centro ci arrivò; e tutti ammirarono anche la sua nuova pelliccia. Peccato che a un certo punto questa cominciò a muoversi e dimenarsi e… non era più una pelliccia. La signora era coperta da decine di visoni che le si aggrappavano addosso e che in un attimo saltarono giù e fuggirono, lasciandola con il suo misero maglioncino e la gonna dell’anno precedente, mentre tutti ridevano di lei. Sembra che suo marito corse a prenderla e la fece salire in auto di filato, promettendo che non le avrebbe più comprato niente che avesse origine dagli animali. Betulla tornò da Babbo Natale e risero di gusto. Non era la prima volta che la fata faceva di questi scherzi…
Giacomo Bottinelli, 49 anni, vive a Grosseto e lavora nell’Ufficio “A scuola con LAV”. Ama molto la letteratura di fantasia e da sempre scrive storie. È un salvanimali fin da bambino. I suoi uccelli preferiti sono i piccioni. Già in un tema della scuola media voleva abolire caccia e vivisezione.
Arianna Verduci vive a Palermo e ha appena compiuto 18 anni. Studia scienze umane, sognando di diventare fumettista e illustratrice (e dai disegni sembra già a buon punto!). Ama fare passeggiate tra i boschi della Sicilia, andare al mare e stare con la sua gatta Maran.