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LAV Story
Il prezzo del formaggio
di Giacomo Bottinelli con le illustrazioni di Piero morelli
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Oltre alle fate che vivono nei boschi, ci sono fate che vivono in città. Fu proprio da una di loro, la bionda Crespina, che la fata Betulla e la strega Brunella vennero a sapere dell’Allevatrice. La bionda Crespina arrivò un giorno a Rocca Sganghera tutta trafelata: «Ho avuto una notizia terribile! C’è una donna in città, la chiamano l’Allevatrice. Vuole costruire un grande stabilimento di produzione di formaggi, qui nelle vostre campagne…». Betulla e Brunella sobbalzarono. «Migliaia e migliaia di mucche costrette a mangiare e fare vitelli per tutta la vita…» continuò Crespina. «I vitelli finiranno al mattatoio e il latte sarà trasformato in formaggio». Poco dopo era riunita l’assemblea degli animali e delle creature magiche di tutto il bosco ed era stato invitato anche il sindaco di Rocca Sganghera, Palmiro Buzzacchi.
«Caro sindaco» disse Betulla «spero che non conceda nessuna autorizzazione …». Il sindaco non sapeva cosa dire. Gli gnomi erano quelli più infuriati. L’Allevatrice, infatti, voleva costruire proprio sui campi dove loro danzavano al chiaro di luna. Il cinghiale Armando si fece avanti a nome di tutti gli animali: «Noi siamo stanchi di essere sfruttati, mangiati, commerciati, spellati, spezzettati e usati in qualunque tipo di attività umana… Il nostro diritto alla libertà, alla dignità e alla vita deve essere rispettato!». Il giorno dopo l’Allevatrice arrivò a Rocca Sganghera. Era una donna magrissima, con gli occhi famelici e un rossetto color sangue fin troppo vivace che dava un aspetto da vampiro alla faccia. «Signor sindaco» esordì «so che qui a Rocca Sganghera tra fate e animali parlanti avete già avuto dei problemi, ma con il mio allevamento se ne andranno tutti e l’economia del paese crescerà… Voglio creare il più grande stabilimento di produzione di formaggi che si sia mai visto… e questo di solito non piace agli esseri della Natura, ma piace a chi vuole il consenso dei cittadini… Ci siamo capiti? E del resto, fate e animali non votano…».
Il vitello
* Il vitello è il cucciolo del toro e della mucca: fin dalla nascita cerca la compagnia della mamma e degli altri cuccioli, creando con mamma mucca un forte legame d’amore che dura tutta la vita. * Appartiene alla tribù dei bovini, animali che vivono in gruppi composti da almeno otto individui, dove le mucche si prendono cura di tutti i cuccioli della mandria. Intelligenti e sensibili, con gli occhi disposti ai lati della testa per tenere tutto sotto controllo, hanno un’ottima memoria: ricordano posti, azioni, volti, cibi e tutto ciò che li circonda. Fanno amicizie solide, stringendo legami emotivi che durano nel tempo. * Negli allevamenti i cuccioli sono allontanati dalla madre a un solo giorno di vita: gli allevatori non vogliono sprecare il latte della mamma che è destinato alla vendita. Nell’industria del latte i vitellini maschi sono considerati inutili e spesso vengono mandati subito al macello. Altrimenti vengono rinchiusi in box singoli: isolati a poche ore di vita hanno comportamenti non naturali, che dimostrano grande disagio e sofferenza. * Cresciuti per la loro carne, ingrassati con cibi artificiali, sono costretti all’immobilità per evitare il dispendio di energie che rallenterebbe l’accumulo di peso. I numeri del vitello fino a 12 mesi di vita è un vitello fino a 250 kg è un vitello 20 il numero di denti 10 mesi il periodo nel quale un vitello prende il latte dalla mamma
I RAGAZZI DALLA PARTE DEGLI ANIMALI
Mucche e vitelli
La novità della carne coltivata
Lo sapevi che
* La carne coltivata (detta anche carne in vitro o carne sintetica) è coltivata in laboratorio a partire da poche cellule animali. Non è “simile” alla carne, è esattamente uguale, per sapore, consistenza, colore! Sarà messa in commercio dal 2030 e potrebbe risparmiare sofferenza, sfruttamento e la vita a miliardi di animali. Intanto, nel 2020, la carne di pollo coltivata ha ricevuto l’approvazione per la vendita a Singapore.
* La carne coltivata ha un impatto ambientale infinitamente minore. Riduce moltissimo lo sfruttamento dei terreni rispetto alla normale carne, è molto meno inquinante (grande riduzione dei gas che provocano l’effetto serra) e permette un enorme risparmio d’acqua. Darà inoltre l’opportunità di ridurre drasticamente l’uso di antibiotici e le malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo: sarà insomma molto più sicura della carne che conosciamo adesso.
© Archivio LAV
* Da un piccolissimo campione biologico (1 grammo), si possono produrre diecimila chili di carne! Anche i tempi sono più veloci: per produrre 100.000 hamburger di carne coltivata, durante la produzione industriale ci vorranno 12 settimane. In confronto, ci vogliono 18 mesi per allevare un bovino, che fornisce solo 1.500 hamburger!
* Entro il 2050 la Terra sarà abitata da dieci miliardi di persone. La domanda di cibo continuerà a crescere e il nostro pianeta non potrà sostenere nuovi allevamenti intensivi e ulteriori disboscamenti per produrre pascoli. Una delle soluzioni potrebbe essere la carne coltivata, che tra l’altro (e scusate se è poco!) risparmia la vita agli animali.
Il sindaco, Palmiro Buzzacchi, guardava i piani industriali dell’Allevatrice ed era tentato di accettare la proposta. La fata Betulla e la strega Brunella spiavano l’incontro dalla finestra, ma non riuscivano a sentire cosa i due si dicessero. Quella notte l’Allevatrice tornò in città e dal ghigno sulle sue labbra sembrava molto soddisfatta. Ma Betulla, Brunella, gli gnomi e gli animali non avevano intenzione di lasciarla vincere. «Dobbiamo seguirla», disse Armando, il cinghiale. E così uno strano corteo di creature si mise in marcia lungo la strada statale. Arrivarono in città e lì li aspettava la bionda Crespina. «Presto, venite con me!» disse conducendoli verso la villa dell’Allevatrice. Tutti si introdussero silenziosamente nel giardino, percorsero i vialetti e arrivarono alla porta principale. Poi suonarono il campanello. La cameriera dell’Allevatrice venne ad aprire. Era tardi ed era molto assonnata. Credette di sognare quando vide fate, streghe, gnomi e animali del bosco lì sotto il portico. «Buonasera», disse il cinghiale Armando facendosi spazio ed entrando con tutti gli altri nella grande casa. L’allevatrice comparve alla sommità delle scale: «Chi è a quest’ora?» chiese infuriata.
«La voce della tua coscienza!» sussurrò Betulla. L’Allevatrice si fece pallida. Su di lei erano puntati tutti gli sguardi. «Abbandona il tuo progetto a Rocca Sganghera!» gridò la strega Brunella. «Altrimenti ogni notte verremo a trovarti!» dissero in coro gli gnomi. La cameriera, intanto, era svenuta. L’Allevatrice si aggrappò alla balaustra per non cadere dallo spavento. Fuggì su per le scale con la camicia da notte che le svolazzava intorno. Il corteo delle creature magiche e degli animali riprese la strada per Rocca Sganghera. Erano loro, adesso, ad avere un sorriso soddisfatto. Il sindaco Buzzacchi non ebbe più notizie dell’Allevatrice. Provò anche a telefonarle, ma il numero risultava inesistente. Così Rocca Sganghera fu salva e non fu costruita nessuna grande fabbrica di formaggio. «Il latte è dei cuccioli, non degli allevatori» concluse felice la fata Betulla.
Giacomo Bottinelli, 50 anni, vive a Grosseto e lavora nell’Ufficio “A scuola con LAV”. Ama molto la letteratura di fantasia e da sempre scrive storie. È un salvanimali fin da bambino. I suoi uccelli preferiti sono i piccioni. Già in un tema della scuola media voleva abolire caccia e vivisezione.
Piero Morelli ha 56 anni ed è un artigiano, illustratore e pittore. È stato art director nel settore delle carte da regalo e ora ha ripreso a dipingere, ma sogna di girare il mondo per il resto della sua vita. Nel tempo libero è un volontario LAV.