Biennale catalogo 2016

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Galleria Diego Donati Perugia

Edizione 2016



7 dicembre 2016 – 7 gennaio 2017


Biennale di Grafica Contemporanea Premio Diego Donati Galleria Diego Diego 7 dicembre 2016 – 7 gennaio 2017 © Associazione “Padre Diego Donati o.f.m.”


SOMMARIO Presentazioni

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Fernanda Cecchetti Assessore alla Cultura della Regione di Perugia Maria Teresa Severini Assessore alla Cultura,Turismo e Università Comune di Perugia Ada Donati Presidente Associazione “Padre Diego Donati o.f.m.” Il segno e il simbolo - Mimmo Coletti

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Opere dei Maestri

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Opere degli Artisti a concorso

pag. 35

Note Biografiche

pag. 77


Continuità Biennale di Grafica Contemporanea Premio Diego Donati CERP- Centro Espositivo Rocca Paolina 12 dicembre 2014 – 12 gennaio 2015 © Associazione “Padre Diego Donati o.f.m.” Ideazione e organizzazione premio Associazione “P. Diego Donati o.f.m.” Curatori Ada Donati Allestimento mostra Associazione “P. Diego Donati o.f.m.” Ideazione logo biennale Umberto Raponi Progetto grafico Associazione “Padre Diego Donati o.f.m.” Impaginazione grafica e stampa Arti Grafiche Paciotti Foto Archivio degli artisti

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Continuità: biennale di grafica contemporanea


La Biennale di Grafica Contemporanea, Premio Diego Donati, si svolge quest’anno nella Galleria a lui dedicata a Monteripido, il luogo dove il suo lavoro di incisore ha trovato la piena maturità. Questa iniziativa, nata per ricordare la figura di Padre Donati, si è caratterizzata per mettere in relazione le opere dei maestri e il concorso riservato agli artisti e credo che questa formula felice sia nata proprio per la peculiare figura di padre Diego Donati, già docente dell’Accademia Pietro Vannucci e sempre attento a svolgere una funzione pedagogica accanto al lavoro di incisore curioso e rigoroso. La grafica è l’arte del segno e proprio questa peculiarità le consente di avere una continuità tra generazioni di artisti nella diversità di vedute, tecnica e ricerca di forme espressive. Mentre l’arte contemporanea si è caratterizzata anche per la rottura degli schemi della classicità e ha introdotto la dimensione performativa, i percorsi delle installazioni e le provocazioni nell’uso dei materiali e nella scabrosità dei temi, la grafica resta tutta dentro il rigore del segno e dell’incisione e permette di leggere nelle opere l’evoluzione delle tecniche, degli stili e dello sguardo, sempre però dentro l’arte del segno. Si potrebbe dire che la grafica è l’unica forma d’arte dove forma e contenuto coincidono nel segno dell’artista e la relazione tra la realtà e il segno che la fissa esprimono al contempo l’istante consegnato all’eternità e la rappresentazione di una data e precisa realtà raffigurata. Quello che intendo dire è che mentre nell’arte contemporanea il confine tra arte e presunta arte gioca su confini fluidi, fino a poter trasfigurare nella provocazione senz’arte, nella grafica non è possibile bleffare e la purezza, così come il rigore del segno, convivono nella differenza degli stili. La Biennale ci consente ogni volta di trovarci di fronte alla grafica dei maestri e a quella degli artisti concorrenti, in modo da verificare con il nostro sguardo lo stato attuale di questa arte artigiana e i percorsi che si aprono nella prospettiva di nuovi segni e di nuovi stili. Fernanda Cecchini Assessore alla Cultura della Regione Umbria

Continuità: biennale di grafica contemporanea

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Torna l’importante appuntamento dell’Associazione Diego Donati dedicato alla Grafica Contemporanea e intitolato al caro Padre Diego, noto artista perugino, maestro dell’arte incisoria. La Biennale di grafica rappresenta oggi una tappa significativa sia per i maestri accreditati sia per i giovani artisti che vogliano cimentarsi nelle più diverse tecniche incisorie partecipando al Premio Diego Donati, il concorso che, giunto alla IV edizione, ha conseguito traguardi di grande qualità e che offre l’opportunità al vincitore di vedere allestita una mostra personale che avrà svolgimento nel 2017. L’evento espositivo, realizzato quest’anno nella Galleria Diego Donati all’interno del Convento di Monteripido, sembra voler ripercorrere il cammino e la sensibilità dell’artista francescano che proprio da quel luogo ha tratto la sua fonte ispiratrice e la grande forza creativa. All’Associazione Diego Donati va il merito, tra le altre cose, di contestualizzare la Biennale di Grafica all’interno di scenari suggestivi come fu, nella scorsa edizione, la Rocca Paolina ed è oggi il Convento francescano. In questo modo l’ambientazione storica fa da cornice alle opere degli artisti contemporanei garantendo la “Continuità” tra il passato e il futuro di una città che, orgogliosa delle sue radici, si proietta verso il domani coniugando la modernità con la salvaguardia della storia e della tradizione. Attraverso la Biennale di Grafica Contemporanea, l’Associazione Padre Diego Donati contribuisce inoltre alla crescita culturale e artistica della città con la stessa sensibilità e dedizione con cui il maestro francescano, nel corso della sua lunga attività, ha saputo diffondere l’immagine della sua amata città medievale ben oltre i confini della nostra regione. Maria Teresa Severini Assessore alla Cultura, Turismo e Università del Comune di Perugia

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Diego Donati Perugia, Panorama con Porta S. Angelo, 1978, af, 490x325

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“L’arte è una attività umana che possiede come propri scopi la trasmissione alle altre persone dei più alti e migliori sentimenti al quale l’uomo sia mai arrivato”. (L. Tolstoj) La Biennale di Grafica Contemporanea, curata dall’Associazione Padre Diego Donati, giunge quest’anno alla sua IV edizione. E’ un evento culturale di grande valenza per noi e per il territorio, anche per questo motivo si è deciso di ritornare alle origini, ai luoghi della prima Biennale: la Galleria Diego Donati che ospitò le promesse nella calcografia dell’Accademia di Belle Arti “P. Vannucci” di Perugia. Molte cose sono cambiate da allora; siamo cresciuti a livello locale e nazionale: curando conferenze, eventi, mostre collettive e personali di validi artisti e creando scambi epistolari con i più importanti centri che curano l’arte incisoria. Abbiamo affinato le nostre conoscenze calcografiche, relazionandoci con numerosi incisori: con il loro genio, con la loro poliedrica personalità e le loro abilità nell’utilizzo specifico degli strumenti dell’arte grafica. Alcuni oserei chiamarli amici, in considerazione dei rapporti telefonici ed epistolari nonché della puntuale partecipazione alle nostre iniziative che hanno coinvolto, nel tempo, nuovi artisti: tutti hanno reso, ognuno nella propria peculiarità, valida la nostra proposta culturale. Riassumere in poche righe la produzione artistica di ognuno di loro è un’impresa ciclopica tenendo conto che la rassegna non è e non potrà mai essere esaustiva, considerato il “corpus” artistico dei partecipanti variegato e di gran lunga superiore a quanto esposto. Mi piace citare il pensiero di un grandissimo: “L’artista è un ricettacolo di emozioni che vengono da ogni luogo: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una forma di passaggio, da una tela di ragno”. (P. Picasso) La rassegna comprende l’esposizione di opere di cinquantanove artisti provenienti dal panorama nazionale e internazionale; di queste, alcuni fogli incisi sono state acquisiti da prestigiose collezioni pubbliche e private. La Biennale è rimasta fedele alla sua impostazione iniziale distinguendo la sezione dei Maestri incisori da quella degli artisti a concorso secondo le finalità proprie della nostra Associazione: la valorizzazione di giovani artisti, aperti alle tradizionali tecniche incisorie e alle ultime sperimentazioni. Ad un sintetico sguardo sulla rassegna si può evidenziare l’alto livello qualitativo raggiunto dagli artisti presenti: sicurezza grafica, alti pensieri di supporto all’opera, spunti di riflessioni per i visitatori e ammirazione estatica dinanzi all’opera artistica. Condivido l’opinione di tanti critici: l’arte è un’esplosione poetica e sublime dell’anima, strumento per avvicinarsi, interpretare e incantarsi dinanzi alle bellezze che ci circondano e contemporaneamente esaltare le sensibilità proprie di ogni autore. Ritengo, con l’operosità e la vicinanza affettiva del Direttivo e dei soci, di offrire un valido contributo all’arte incisoria e contestualmente dare visibilità al lavoro degli artisti presenti che ringrazio di cuore. Ada Donati Presidente Associazione

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Diego Donati Alberi Umbri - La quercia in pelliccia; 1975, af, 245x319

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IL SEGNO E IL SIMBOLO Volano le parole però mai riescono a far brillare l’immagine, si ingegnano, diventano vortice e abisso, s’innalzano e piombano a terra senza aver assolto il compito loro. Così è, così accade per i risultati brillanti e fecondi di questa quarta edizione della Biennale voluta con lungimirante sollecitudine dalla presidente Ada Donati nel nome e nel segno di padre Diego. Si tratta, a voltarsi indietro, di un percorso straordinario tra ingegno e concretezza, inviti estesi un po’ ovunque e presto ricambiati da adesioni fervide, da esposizioni che sempre hanno colpito nel segno. E questo avviene anche nell’occasione presente che ben si apparenta alle precedenti per la cura del particolare, l’estrema sensibilità degli autori, la nitida presenza di ambienti che sono la casa madre della grafica. Perugina, umbra ed europea. Si apre in tal maniera la pagina di un appuntamento gelosamente tradizionale e l’osservatore certo non tarderà a immergersi in universi stellati, in una serie di tavole limpidamente autorevoli per tecnica e battito d’intuizione, resa pittorica di luce e di ombra, di trame lineari e di aree risuonanti come centri focali. Qui si dimostra come la grafica d’autore non conosca flessioni, impedimenti, ostacoli alla creatività pura. Ne sono dimostrazione ampia le opere presenti: più rade (ma la constatazione è solo numerica) quelle dedicate alla visione non figurativa, le altre rivolte alla conquista di una realtà personale, rivisitata e proposta secondo stilemi del tutto autonomi. Con questo si sottolinea come l’esercizio dell’incidere, che include una padronanza assoluta dell’azione, abbia possibilità espressive enormi legate, sì, all’elemento figurale ma pronte a spaziare in ambiti diversi. E sotto l’autorità silenziosa del simbolo si aprono le finestre sull’assoluto. E’ il racconto di un istante che si dilata, un paesaggio può riassumere meglio di cento vocaboli lo spirito del tempo, la piega di emozioni lontane, il sussurro del vento, e la città, la casa, il profilo di una chiesa riassumono ugualmente tensioni che trovano spiegazione solo intima. O quando, infine, l’artista si abbandona alla memoria di una frase portata dal vento, alla suggestione letteraria, alla visibilità di un momento rivestito di arcana attenzione. All’esterno si apprezza, si vive, ci si inoltra in questi sentieri lastricati di ingegno. E la Biennale diventa un punto fermo nell’arte dell’incidere, un appuntamento che si rinnova con felicità estrema, un incontro privilegiato di gusto e di estetica. Se si desidera comprendere il punto d’osservazione della grafica dei tempi nostri, qui è la spiaggia d’approdo. E’ soltanto un constatare semplice. Il resto, tutto il resto è riservato al pubblico. Ed è un profondo vedere. Mimmo Coletti

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Diego Donati Fiori – Lilium II; 1975, af, 495x320

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I MAESTRI Gian Carlo Aiosa Ennio Boccacci Maria Nives Cais Libera Carraro Luigi Casalino Renato Coccia Luigi Marcon Raffaello Margheri Bruno Missieri Gigi Pedroli Antonia Maria Peruchetti Paolo Petrò Vincenzo Piazza Maria Teresa Romitelli Mimmo Sarchiapone Nicola Sene Luigi Timoncini Roberto Tonelli Renato Tonietto

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Gian Carlo Aiosa Rovi; 1997, acquaforte su zinco, 291 x 394

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Ennio Boccacci Frate Fuoco; 2010, acquaforte-acquatinta, 240x180

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Maria Nives Cais Oggi e domani; 2001, puntasecca, 235 x 405

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Libera Carraro Paesaggio; 2014, xilografia, 200 x 150

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Luigi Casalino Madonna del Patrocinio; 2014, acquaforte su rame, 188 x 97

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Renato Coccia All’ombra di un cartone; 2016, puntasecca, 198 x198

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Luigi Marcon La sera rianima il corso ; 1995, acquaforte-acquatinta, 297x226

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Raffaello Margheri Chi non si smaschera; 2014, linoleumgrafia, 400x284

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Bruno Missieri Dal giardino di Guido; 1980, maniera nera, 250x175

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Gigi Pedroli Albero della vita; 2014, acquaforte-acquatinta, 320x240

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Antonia Maria Peruchetti Orrido; 2013, tecnica mista plexiglass e carta “Abaca”, 240x410

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Paolo Petrò Vaso di fiori; 2015, acquaforte-puntasecca-bulino sul rame , 392x318

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Vincenzo Piazza Strane meteore; 2007, acquaforte, 310x310

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Maria Teresa Romitelli A Chiara; 2012, acquaforte-acquatinta, 120x40

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Mimmo Sarchiapone La ruota tornerĂ a girare; 1994, acquaforte, 400x315

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Nicola Sene Auzolo rafael; 2013, xilografia, 400x425

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Luigi Timoncini Calvario; 1990, ceramolle, 320x250

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Roberto Tonelli Ultimo sguardo, ultimo respiro; 2016, acquaforte su zinco, 230x170

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Renato Tonietto Ai margini del prato; 2005, acquaforte su zinco, 230x465

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COMMISSIONE GIUDICATRICE Caputo Marinella Cavallini Serena Coletti Mimmo Ada Donati Leboroni Mariaelisa Malgorzata Chomicz Marisa Piselli

Docente di storia dell’arte Artista incisore, pittrice Giornalista, letterato, critico d’arte Presidente dell’Associazione Artista, incisore Docente di Tecniche dell’Incisione, artista Artista, incisore

Omissis … sulla base delle valutazioni espresse dalla Giuria vince il premio Vincenza Poneti con l’opera “Quando il mare non c’è” …segnalazione di merito: Rita Demattio Roberta Boveri Stefano Fontana Vittoria Giobbio Antonella Cuzzocrea Paolo Graziani Macarena Marin Ramiz

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GLI ARTISTI

Linda Aquaro

Antonina Grassi

Laura Bertazzoni

Paolo Graziani

Elisabetta Bevilacqua

Francesca Guariso

Federico Borra

Olga Innante

Roberta Boveri

Giovanni Mambelli

Carla Bovi

Macarena Marin Ramirez

Elena Chiesa

Carmina Maurizio Muolo

Graziella Conti Papuzza

Anna Pacanowska

Coletta Cremonesi

Beatrice Palazzetti

Antonella Cuzzocrea

Franco Palazzo

Fausto De Marinis

Olivia Pegoraro

Dario Delpin

Vincenza Poneti

Rita Demattio

Irene Sciolti

Giuseppe Denti

Aniello Scotto

Angela Laura Di Fazio

Antonella Signaroldi

Franco Donati

Clara Silveri

Karl Evver

Malgorzata Stanielewicz

Stefano Fontana

Gianfranco Tognarelli

Pier Giacomo Galuppo

Lucia Verrizzi

Vittoria Giobbio

Vanda Zizza

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Opera Premiata Vincenza Poneti Quando il mare non c’è; 2016, acquaforte su zinco, 315x245

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Linda Aquaro Suggestione di scorci; 2016, acquaforte-acquatinta, 350x250

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Laura Bertazzoni Mare Nostrum; 2015, acquaforte-acquatinta, maniera nera,235x100+235x395+ 235x100

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Elisabetta Bevilacqua Studio di albero; 2012, puntasecca, 284x210

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Federico Borra Quiete; 2016, acquaforte-acquatinta, 200x300

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Opera Segnalata Roberta Boveri Nel vigneto; 2015, puntasecca su plexiglass, 240x350

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Carla Bovi Metamorfosi II; 2004, acquaforte-acquatinta su zinco, 325x245

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Elena Chiesa Avvicinarsi; 2014, puntasecca, 160x160

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Graziella Conti Papuzza At school; 2016, acquaforte-acquatinta, 415x200

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Coletta Cremonesi Mediterraneo; 2013, acquaforte, 500x345

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Opera Segnalata Antonella Cuzzocrea Birth; 2016, acquaforte-puntasecca-morsura aperta, 195x195

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Fausto De Marinis Da F.G. Lorca, “Mare”; 2016, xilografia, 365x300

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Dario Delpin Cesto in cantina; 2011, acquaforte-acquatinta, 329x232

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Opera Segnalata Rita Demattio Velate conseguenze I e II; 2016, acquaforte, 250x250+ 250x250

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Giuseppe Denti Piazza veneta; 2000, acquaforte-acquatinta, 240x180

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Angela Laura Di Fazio Terre emerse; 2014, puntasecca su lastra sagomata, 220x225

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Franco Donati Girasoli; 2015, acquaforte-acquatinta-puntasecca, 330x222

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Karl Evver InappropriabilitĂ del sorriso; 2016, puntasecca su zinco, 395x295

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Opera Segnalata Stefano Fontana Tondo; 2015, acquaforte su zinco, 280x280

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Pier Giacomo Galuppo Il volo del calabrone; 2012, acquaforte-acquatinta -puntasecca, 410x584

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Opera Segnalata Vittoria Giobbio Vita nascosta; 2013, acquaforte-acquatinta-puntasecca, 246x178

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Antonina Grassi Libellula; 2016, acquaforte-puntasecca-maniera pittorica, 335x240

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Opera Segnalata Paolo Graziani Omaggio a Matilde di Canossa; 2015, acquaforte-morsura diretta su ferro, 320x220

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Francesca Guariso Valentina; 2013, acquaforte-ceramolle-acquatinta, 170x125

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Olga Innante Vladimirskajia; 2016, acquaforte-acquatinta, 205x155

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Giovanni Mambelli Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte; 2016, acquaforte-acquatinta, 420x160

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Opera Segnalata Macarena Marin Ramirez Fatine; 2016, acquaforte-acquatinta-ceramolle, 298x224

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Carmine Maurizio Muolo Distant memories; 2016, acquaforte-acquatinta su zinco, 250x250

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Anna Pacanowska Chiamati dal passato II; 2015, acquaforte, 305x290

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Beatrice Palazzetti Dalle radici; 2015, xilografia, 455x460

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Franco Palazzo S.T.; 2000, acquaforte-acquatinta su rame, 327x247

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Olivia Pegoraro Non solo sguardi; 2014, acquaforte-morsura aperta-puntasecca, 394x298

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Irene Sciolti Tournesol; 2016, ceramolle-acido diretto-morsura aperta-acquaforte-berceau-acquatinta, 490x290

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Aniello Scotto Il vecchio e il mare; 2016, acquaforte-bulino su rame, 192x227

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Antonella Signaroldi Foglie di gelso; 2016, ceramolle su zinco, 395x200

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Clara Silveri Trasparenze; 2015, tecnica mista, 300x300

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Malgorzata Stanielewicz Insomnia; 2015, linoleumgrafia, 330x590

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Gianfranco Tognarelli Nell’ombra; 2014, acquaforte-acquatinta su rame, 266 x255

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Lucia Verrilli Stringhe; 2016, acqutinta, 400x540

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Vanda Zizza Al di lĂ del mare; 2016, acquaforte-acquatinta-puntasecca-ceramolle, 286 x 296

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BIOGRAFIE

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BIOGRAFIE Gian Carlo Aiosa Gian Carlo Aiosa nasce a Capoliveri (Li). Frequenta l’Istituto d’arte di Lucca e aiuta il padre a costruire e incidere cornici presso la bottega di famiglia a Castelnuovo Garfagnana (Lu). Nel 1972 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, sezione pittura, e diventa allievo di Silvio Loffredo, Goffredo Trovarelli e per le tecniche dell’incisione di Domenico Viggiano. Si diploma nel 1976 e inizia a lavorare come disegnatore presso un laboratorio di serigrafia, ma, nel contempo, prosegue la sperimentazione della grafica servendosi di strumenti particolari come il suo primo torchio costruito nel 1974 con gli elementi di una vecchia betoniera. Insegna materie artistiche nella scuola pubblica dal 1978. Dall’inizio degli anni ottanta lavora presso il proprio studio d’incisione all’Antella stampando con un torchio Bendini 70-100. Nel 1984 consegue il diploma di Maestro litografo e nel 1994 ottiene il diploma di incisione in bianco e nero presso la Scuola Internazionale di Grafica “Il Bisonte” di Firenze. Nel 2001 si aggiudica il I° premio al concorso di Grafica d’Arte di Santa Croce sull’Arno (Pi) e nel 2008 una sua incisione vince il Premio Speciale della Stampa alla Prima Biennale d’Arte Contemporanea Premio Burlamacco all’Art Esplanade di Viareggio. Dal 2014 lavora e insegna nel proprio laboratorio a Firenze, L’Armadillo. Le principali manifestazioni alle quali ha partecipato sono : Galleria Pegaso, Forte dei Marmi, (Lu); Mano d’opera al Nero, Container, Montagnano, (Fi); Internationa Triennal of Graphic Arts, Sofia (Bulgaria); L’arte dell’incisione, Centro Marino Marini, (PT); Quarant’anni de Il Bisonte, Premio Internazionale per la grafica, Museo Marino Marini, Firenze; Repertorio degli incisori italiani, Bagnocavallo, (Ra); vincitore premio di Grafica d’Arte Santa Croce (prima edizione dicembre 2001-gennaio 2002), a Santa Croce sull’Arno, (Pi); Tre incisioni per l’Europa, Ottobre Europa ex Chiesa di San Giovanni, Pistoia; La tavola nell’arte, Fortezza da Basso, Firenze ; Personale presso ex Chiesa di San Giovanni, (PT); Acqueforti 1975-2007, mostra personale, La Soffitta, Sesto Fiorentino, (Fi); Segno e Sogno, Aiosa - Tamannini, Art Esplanade, Viareggio; Prima Biennale d’Arte Contemporanea Premio Burlamacco, Vincitore del premio speciale della Stampa. Art Esplanade Viareggio; Quaternità, mostra di pittura e scultura, Firenze; Collettiva d’arte contemporanea, La Soffitta, Sesto Fiorentino, (Fi). Nel 2002 pubblica il volume Aiosa 19752001, catalogo a cura di P. Cassinelli, D. Viggiano, edizioni Edfir, Firenze. Linda Acquaro Nata a Cisternino; frequenta il corso di Decorazione Pittorica presso l’Istituto Statale d’Arte di Grottaglie, dove si diploma nell’anno 2000. Durante gli studi apprende varie tecniche che saranno motivo di spunto e rielaborazione negli anni successivi. Inoltre, lo studio dal vero le permette

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di approfondire l’analisi del corpo umano, che diventa uno dei temi centrali della sua ricerca. In questi anni incomincia a utilizzare la tecnica della pittura a olio. Si iscrive alla Facoltà di Architettura e gli studi universitari diventano motivo di una personale analisi dell’architettura e allo stesso tempo dell’anatomia umana: l’unione tra uomo e costruito diventa tale da snaturare ruoli e funzioni. Non più un’architettura per l’uomo, ma l’uomo per l’architettura. Prende corpo così la prima personale del 2006, che raccoglie i lavori di questo periodo, intitolata “Architettura e Uomo: discontinuità spaziali tra deformazioni anatomiche e instabilità urbane”. Nel 2007 si laurea con lode con tesi progettuale in Museografia e Allestimento, incentrata sul tema della città ideale e utopica. Dal 2006 collabora con vari studi di architettura della capitale. In questo periodo sviluppa un personale uso del collage in pittura, tecnica su cui saranno incentrate una serie di estemporanee e di opere aventi come tema la figura umana e la città. La produzione più recente ritorna su soggetti figurativi, con una nota di maggiore realismo, affrontando temi legati alla morte e al cambiamento. Nel 2011 si avvicina al mondo dell’incisione attraverso la personale dell’artista Gina Marziale, grazie alla quale apprende le nozioni base dell’arte calcografica. Nello stesso anno incontra l’incisore Gianni Vernì e Viviana del Carpio, con i quali fonderà nel 2013 l’Associazione culturale per la diffusione dell’Arte calgografica “Offcine Incisorie”. Laura Bertazzoni Nata nel 1950 in provincia di Bologna; si laurea nel 1973 in Scienze dell’Educazione all’Università di Bologna. Presso la stessa università lavora -prima come bibliotecaria, poi come dirigente- fino al 2010. A partire dal 2011 si dedica alla fotografia ed all’incisione, abbinando spesso le due forme espressive. Collabora attivamente con “Le Magnifiche Editrici” (associazione culturale bolognese), soprattutto per la produzione di libri d’artista a tiratura limitatissima. “Sono approdata all’incisione tardi, dopo avere concluso un percorso professionale diverso e impegnativo. Riportare l’immagine sul metallo -con i tempi lunghi che servono- mi ha rafforzato nell’idea che la durezza della lastra nasconda e possa rivelare da una parte un risultato materiale di morbidezza eccezionale di toni e linee, dall’altra contribuire persino a svelare tratti nascosti della natura di chi sta realizzando l’opera. La mia forma visiva di partenza -mai abbandonata- è la fotografia. Per me la riproducibilità delle immagini è essenziale; non amo la sacralità e l’unicità del manufatto artistico; inoltre mi piace molto applicare tecniche rigorose alle immagini che realizzo. Per natura e cultura personale sono proiettata verso numerose tematiche, che vanno dalla condizione sociale -quella femminile in particolare-, all’ecologia, all’ambiente naturale compreso ed urbano. Non ho un “filone” unico: disegno quello che sento quando


lo sento, quando lo vedo e mi colpisce, o quando mi evoca qualcosa di profondo. Non disdegno cambiare il punto di osservazione del soggetto e la modalità di rappresentarlo”. Ha partecipato a numerose biennali e premi nazionali ed internazionali di incisione, risultando fra gli artisti selezionati (mie opere compaiono quindi in parecchi cataloghi); è risultata vincitrice ex aequo del premio Libro d’Artista dell’Associazione Nazionale Incisori Italiani (anno 2013); ha ricevuto diverse menzioni speciali in numerose mostre collettive in Italia e all’estero. Vive a Castel Maggiore (BO). Elisabetta Bevilacqua Nata a Milano dopo il liceo artistico nei primi anni si è dedicata all’ insegnamento. Dal ‘90 al ‘93 ha seguito i corsi di incisione del maestro Enrico Gaudino alla scuola di Gino Meloni in Lissone. Ha illustrato alcuni volumi per la collana “Golosia” dell’editore Mursia (MI), il più recente è “Rigoletto e la cucina mantovana”. Stampa in proprio e presso il Centro dell’Incisione Alzaia Naviglio Grande, Milano. E’ presente nei cataloghi delle seguenti mostre nazionali ed internazionali: “Repertorio degli incisori italiani” - Bagnacavallo (RA), vol. II, III , V e VI; ”Incisori italiani contemporanei” - Vigonza (PD), vol. I e II; ”Per una carta visiva dei Diritti Civili” - Milano 2002 (ed. Viennepierre); ”Il bosco stregato” - Concorso internazionale ex-libris dal 2007 al 2011; ”Repertorio di incisori contemporanei” - Monselice (PD) 2010; ”A x A”, Arte per l’ ambiente – Cassina de’ Pecchi (MI) 2011; “Incisioni al femminile” - Mostra internazionale Napoli 2013 e 2015; “Carte d’ arte all’ Angelo” - Lodi 2013; “Premio Diego Donati 2014” - Biennale di grafica contemporanea - Rocca Paolina (Perugia); “I castelli dei Visconti” - città di Somma Lombardo 2015 e nelle riviste: ”L’ occhio nel segno” (Grafica d’arte – Edi. Artes, MI) giugno 2006; ”Archivio” (A. Sartori – MN) n. 10 nel 2010 e n. 1, 2 nel 2011 e “Visioni d’ Italia museum” 2014; ”Grafica d’ arte n. 91 e n. 93 del 2013. Dal 1993 ha allestito mostre personali di cui le più recenti sono: “Spazio espositivo CasadiRo” Ro Ferrarese (FE) 2012; “Sala civica Carlo Cattaneo” Villa Verri a Biassono (MB) 2014; “Spazio Mantegna” Milano 2015. Ha inoltre partecipato a numerose collettive a Milano, Vigonza (PD), Bagnacavallo (RA), Bosia (CN), Torino, Monselice (PD), Bologna, Gorgonzola (MI), Napoli, Perugia. Ennio Boccacci Nasce a Valfabbrica in provincia di Perugia, si diploma presso l’Istituto Statale Bernardino di Betto a Perugia. Prosegue gli studi a Roma, dove completa la sua formazione artistico culturale; è stato insegnante per quaranta anni di disegno e storia dell’arte. Lo studio approfondito e l’interesse per la pittura creano in lui una rapida e conseguente evoluzione che caratterizza in maniera fondamentale il suo

impegno estetico. A questo periodo risalgono i suoi primi contatti con l’ambiente artistico nazionale, è il 1968 il suo esordio ufficiale a Roma, in questo ambito avviene il suo felice incontro con Mario Rivosecchi e presenta con successo il suo tema “Essenze di vita”. Tornato in Umbria nel 1972 apre uno studio d’arte dove egli stesso crea e produce opere in ceramica, contemporaneamente collabora come scenografo e costumista, si dedica anche all’affresco con grandi narrazioni sacre e profane e all’incisione con esiti felici e personali. Negli anni ’90, in occasione della trasformazione dell’ex convento dei Cappuccini di Gubbio in hotel, fu chiamato insieme a Burri, Abbozzo e Pomodoro; Boccacci ottiene dai committenti Colaiacovo l’incarico di realizzare un affresco sul tema dell’acqua che diventa, in corso d’opera, studio e collaborazione con A. Pomodoro. [… ] La sua grafica ha una cifra inconfondibile, essenziale nel segno, esigente anche nel momento della tiratura della stampa […] R. Fanelli […] Boccacci sente urgente l’impulso creativo che lo conduce da un’iniziale condizione di attore spettatore della sua opera ad un successivo stato di coinvolgente e ammaliante immedesimazione. Se, come è vero, ogni quadro racconta una storia, le trame di Ennio Boccacci sono fili cangianti vitali e sensibili come terminazioni nervose che portano brividi di caldo e di freddo, visualizzano la forza di gravità del cielo assieme alla forza ascensionale della terra. […] Serena Cavallini Attualmente continua la sua ricerca ed è sempre impegnato nella ceramica, nella pittura e nelle grandi committenze in Italia e all’estero. Federico Borra Nato a Milano, esercita la professione di ingegnere coltivando sempre in parallelo, anche per tradizione familiare, l’interesse per l’arte. Nel 2010 si diploma in tecniche pittoriche alla Scuola Superiore d’Arte applicata del Castello Sforzesco di Milano. Dal 2015 frequenta il Centro dell’Incisione di Milano, la scuola d’incisione del maestro Gigi Pedroli con il quale sta approfondendo le tecniche dell’acquaforte, dell’acquatinta e della puntasecca. Ha partecipato a numerose collettive, e recentemente ha allestito la sua prima personale a Milano, intitolata “Mestee”, di cui si trova ampia traccia sul web. Predilige un linguaggio sobrio, in alcuni aspetti quasi minimalista e vagamente espressionista. Il suo percorso ha – almeno nelle intenzioni un forte connotato spirituale, certamente prevalente su quello estetico, ed è orientato alla ricerca dell’essenza delle cose. La tela e la lastra sono il medium con il quale Federico indaga la propria esistenza, anche quando come nel progetto Mestee, è letta attraverso la trasposizione in altri personaggi, spesso collocati in un mondo in cui il tempo sembra dissolversi. In questo progetto i soggetti – anche e soprattutto i più umili - sono ridotti all’essenziale, liberati dalle infrastrutture, in una sorta di

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pietas, di condivisione spirituale dell’esistenza, e in questo proiettati verso una dimensione che li fa appartenere ad un popolo che tende al divino. Roberta Boveri Diplomata all’Istituto Tecnico Commerciale Romagnosi di Piacenza, frequenta successivamente i corsi quadriennali di Ornato, Figura, Scultura e in particolare Incisione all’Istituto d’Arte Gazzola della sua città. Nel 2000 ha approfondito incisione ai corsi estivi di Torre del Duca a Castell’Arquato con Bruno Missieri conseguendo nel 2007 il diplomata all’Accademia di Brera di Milano. Dal 2000 ad oggi è presente in numerose rassegne d’arte tra cui: Artisti di Torre del Duca, Castell’Arquato, Piacenza; Collettiva dell’Istituto d’Arte Gazzola a Palazzo del Popolo, Rivergaro, Piacenza; Chimere in città, collettiva G.A.I.-G.A.P., Galleria Ricci Oddi, Piacenza; Gli artisti e il tricolore, collettiva, Galleria Amici dell’Arte, Piacenza; Premio Acqui, IX Biennale Internazionale per l’Incisione, Acqui Terme; Arte grafica italiana, Prima edizione, Vigonza, Padova; Pubblicazione di un’incisione all’interno del Repertorio degli Incisori Italiani, VI edizione 2008- 2013, a cura del Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne di Bagnacavallo. Si ricordano inoltre: Incidere a Piacenza, a cura di Bruno Missieri; Esposizione personale alla libreria Fahrenheit 451, Piacenza; Ombre, Incisioni 2001- 2013, mostra personale di incisione, Giornate europee del patrimonio 2013, Palazzo del Podestà, Castell’Arquato, Piacenza; 2014 Numero Uno, Rassegna Artistica Internazionale per l’inaugurazione della Galleria - Stamperia Atelier Controsegno, Pozzuoli, Napoli; 2015 Alla Luce, Mostra personale di incisione, Officina dell’Arte, Piacenza; Premio Acqui , XII Biennale Internazionale per l’Incisione; I Biennale di Incisione Giuseppe Maestri, Museo Civico delle Cappuccine, Bagnacavallo, Ravenna. Carla Bovi Nata a Torino, ha frequentato corsi di disegno e pittura lavorando nella tecnica dell’acquarello, partecipando a mostre, concorsi, e realizzando numerose mostre personali. Con la frequenza al corso quinquennale della Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, sì è dedicata al mondo della calcografia, sondandone tutte le tecniche, ma ricercando sempre un percorso di pensiero che, come un filo conduttore, unisca i concetti e le sensazioni da esprimere nelle sue opere. Nel campo della grafica d’arte ha iniziato con mostre personali dal 2004 dopo aver vinto il 1° premio al Concorso Nazionale “Studio 13” di Alba (Cuneo). Dal 2005 ha partecipato alla Biennale di Grafica d’Arte di Acqui Terme (Alessandria) ed è inserita nel V Repertorio degli Incisori Italiani del Gabinetto di Stampe Antiche e Moderne del Comune di Bagnacavallo (Ravenna).

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Ha frequentato lo studio di Ermanno Barovero e ora, nel proprio studiolaboratorio, continua l’applicazione alla grafica, passando alla stampa in colore e alla sperimentazione di nuove applicazioni, lavorando anche su rame, su linoleum e su plexiglass, mantenendo quelle tematiche di ispirazione che nel tempo hanno creato delle serie, dai titoli “Geo”, “Piemonte”, “Intrusioni”, “I nodi”, “I ferri”, “Finestre sull’Africa”, “Il mare rubato”, “Ambiente”, “Bassorilievi”. Nel settembre 2011 ha vinto il 1° premio al Concorso Nazionale “Arte per l’Ambiente”, patrocinato dall’Associazione “La forza del segno”, di Milano. Un settore particolare della sua attività è la elaborazione di opere su carta riciclata dalla stessa Artista: viene realizzato un processo di lavoro per un tipo di carta a mano, e quindi con tutte le caratteristiche di originalità e unicità del prodotto. Su questa carta l’Artista realizza opere con tecniche miste, tra cui anche l’incisione, quando i temi siano consoni. Hanno parlato di lei diversi critici d’arte in occasione di nostre collettive e personali. Maria Nives Cais Nel 1982 Maria Nives Cais segue per la prima volta un breve corso di incisione. Subito si appassiona tanto da decidere di curare seriamente la sua formazione artistica. Si mette ben presto in luce partecipando a varie rassegne nazionali ed internazionali distinguendosi tra i primi classificati. Nel 1987 con opere selezionate è invitata ad esporre a Stoccolma; nel 1988 è invitata alla VIII Biennale Europea; nel 1990 partecipa ad Atene e le viene conferito il premio Hellas; nel 1991 con menzione speciale è premiata a Barcellona in occasione della XXV Olimpiade; nel 1993, sempre a Barcellona il premio Mirò; nel 1995 partecipa alla Biennale a Malta; nel 1998 per il centenario della grande mela espone a New York; nel 1999 la presidenza S.E.A. a Palma De Majorca le assegna il premio Drach. In omaggio a Vincent van Gogh è stata invitata a partecipare ad una mostra itinerante ad Amsterdam, Nuenen, Otterloo, Auyers. Dal 1990 Maria Nives è stata nominata e registrata dall’Unione Europea Artisti Belle Arti: “Artista d’Europa”. Recentemente è stata insignita della Laurea ad Honoris per il generoso e l’alto contributo donato all’arte e alla cultura nel mondo. Segue corsi di incisione della tecnica calcografica nella scuola primaria e secondaria e all’Università della Formazione Continua “I.Pinto” di Vittorio Veneto. Ha partecipato a seminari sulle tecniche sperimentali alla Scuola Internazionale di Grafica a Venezia. Numerose le rassegne personali, nazionali ed internazionali. Sue opere si trovano presso collezioni pubbliche e private. Libera Carraro Libera Carraro, nasce a Dolo -Venezia. Dal 1967 si dedica alla pittura.


Frequenta vari studi di pittori italiani e stranieri. Apprende le tecniche incisorie al Centro Internazionale di Grafica a Venezia, frequenta per cinque anni La Scuola Libera del Nudo all’Accademia di Belle Arti di Venezia e contemporaneamente la scuola di pittura di Emilio Vedova. La sua pittura si arricchisce frequentando a Bergamo Luigi Arzuffi, a Strasburgo Guy Vetter, a Merano Frank Hoffman, a Casole d’Elsa Joe Allen. Inoltre segue il corso di affresco all’Accademia delle Arti di Bergamo. Tecniche Sperimentali con Mario Merz alla Sommerakademie di Salisburgo. Scultura in ferro con Karlheinz H. Schonswetter a Riedersbach ( Austria). Ceramica a Vietri. E’ tra i fondatori di varie associazioni: “ La Schola” e “ Il Gruppo Astrologico Sirio” in Venezia, “Arte & Arte” in Riviera del Brenta- Fiesso d’Artico (Venezia). Fa parte dell’Associazione Nazionale Incisori Italiani. Ha partecipato a numerose iniziative organizzate dal Centro Culturale “ Le Venezie “ di Treviso, curate da Luigina Bortolato; a vari Sthalsymposium organizzati da Energie AG a Riedersbach. Invitata a varie “Imise Conference”, curate dal prof. Ignazio Corsaro, con esposizioni; partecipa all’Università di Klagenfurt con una personale; al Museo Nazionale di Villa Pisani, Stra-Venezia ,“ Casa del giardiniere” con alcune opere; alla The American University of Paris con una personale e alla John Cabot American University di Roma con una personale. Opere in vari musei e istituzioni pubbliche. Partecipazioni a infinite collettive e numerose personali Vive e lavora in un articolato laboratorio lungo la Riviera del Brenta, a Fiesso D’Artico (Venezia).

(icona) e Art Nouveau. Nel 1996 ha creato 80 illustrazioni per Pinocchio di Carlo Collodi. Partecipa spesso a concorsi di piccola grafica ed ex libris in tutto il mondo, ottenendo consensi, segnalazioni e premi. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in Italia ed all’estero.

Luigi Casalino Nasce a Novara, città dove vive e lavora. Si è sempre occupato di grafica e pittura. Dopo aver lasciato il lavoro che prestava come grafico editoriale, si è dedicato allo studio ed alla pratica della tecnica incisoria prediligendo la calcografia. Grafico, illustratore, designer e incisore si dedica anche a realizzare piccole copie di opere di grandi maestri, i cosiddetti falsi d’autore. Dal 1991 realizza ex libris, disegnandoli prima a penna, con vivaci contrasti tra luci e ombre, poi inizia ad applicarsi all’acquaforte. Da quel momento il suo orizzonte si allarga, con la poliedricità tipica dell’autentico illustratore. Rappresenta animali domestici e fantastici, ritratti a volte pensosi di bambini, simboli noti o misteriosi, composizioni bizantine e paesaggi, sempre con nitidezza ed equilibrio dei toni. Nei suoi più di 160 ex libris, brilla la passione per l’immagine, intesa come mezzo di comunicazione e quindi preziosa per l’esecuzione di ex libris. Divertenti e curiosi situazioni, animali trattati simbolicamente sono soggetti abituali dei suoi ex-libris. Ammira il lavoro di Bosch, Breugel, e Bocklin ed è profondamente interessato all’arte bizantina, arte russa

Renato Coccia Renato Coccia, pittore e incisore, è nato a Sant’Omero (Teramo). Nel 1958 si trasferisce a Genova, dove vive e lavora. Sebbene la sua ricerca artistica abbia sempre privilegiato la rappresentazione del paesaggio - interpretato nelle due personali Paesaggi e rimembranze a Milano (2004) e Stagioni a Genova (2005) sia come elemento soggettivo e autobiografico sia come memoria - i temi religiosi, storici e letterari sono la fonte ispiratrice di numerosi cicli pittorici che Coccia ha iniziato a produrre dalla fine degli anni ottanta. Si spiegano così le mostre Briganti d’Abruzzo e La guerra civile nell’Abruzzo Teramano (1860-61) - allestite nelle sale della fortezza di Civitella del Tronto - a cui lavora tra il 1988 e il 1991; Santi e Beati d’Abruzzo, nove anni più tardi esposta a Teramo e Pescara, in occasione dell’Anno Giubilare; Il volto della Passione nel 2007, nella Chiesa di Santa Zita in Genova. Nel 2014 espone a Mantova la mostra personale Verso e Paesaggio ispirata ai Canti di Giacomo Leopardi e, nello stesso anno, La Commedia colorata alla Biblioteca Berio di Genova. Le sue incisioni realizzate in molteplici espressioni (puntasecca, acquaforte e maniera nera), sono state pubblicate su riviste di grafica e poesia ed esibite

Elena Chiesa Elena Chiesa si avvicina all’incisione nel 1998, conseguita la laurea in Storia dell’Arte e compiuta la formazione quale restauratrice di dipinti. Avvia lo studio delle tecniche calcografiche privatamente con Paola Maestroni e Bruno Missieri, sperimentando in particolare l’acquaforte e l’acquatinta. L’insegnamento di Gigi Pedroli presso il Centro dell’Incisione a Milano, la porta ad approfondire le diverse tecniche, maturando nel corso degli anni il suo percorso creativo, che trova nella puntasecca il mezzo d’espressione prediletto. Affianca alla ricerca artistica calcografica l’attività di storica dell’arte e restauratrice di dipinti. E’ inserita dal 2007 nell’Annuario degli incisori, pubblicazione di “Grafica d’arte” e nel Repertorio degli incisori italiani, IV edizione 2008-2013. La sua opera è presente nei cataloghi Donnaestremadonna, Edizioni Esseblu, Milano 2013, Continuità Biennale di Grafica Contemporanea Premio Diego Donati, Perugia 2014 e Pagine di pane Libri d’artista e divagazioni, Edizioni Esseblu, Milano 2015 Sue incisioni sono conservate presso il Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne del Comune di Bagnacavallo (RA), l’Associazione Nazionale Incisori Italiani, Vigonza (PD), l’Associazione Padre Diego Donati O. F. M. (PG), la biblioteca Braidense di Milano. Vive e lavora a Milano.

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in numerose rassegne d’arte. La sua opera è nota soprattutto per il ciclo di cento incisioni, in forma di ex libris, dedicato alle tre cantiche di Dante. La Divina Commedia negli ex libris di Renato Coccia è esposta nel 2008 a Sant’Omero, nel 2012 a Sassoferrato per la XXIII Rassegna delle Edizioni d’arte numerate Bartolo da Sassoferrato e nel 2014 al Museo Stauròs di Isola del Gran Sasso. Nel 2010 si è svolta la prima antologica Opere 1960-2010 nella sua città natale. Una selezione delle opere e della rassegna critico-bibliografica è raccolta nel volume Tratto colore poesia (Media Edizioni, 2003). Graziella Conti Papuzza E’ nata a Messina, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti ed è socia da anni dell’Associazione Incisori Siciliani e dell’Associazione Nazionale Incisori Italiani. Ha partecipato da parecchio tempo a numerose mostre nazionali ed internazionali presso varie Gallerie d’Arte, Associazioni, sedi prestigiose italiane ed estere e molte sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private, di Musei, di Associazioni, di Fondazioni e di archivi importanti come quello delle Stampe Moderne del Comune di Cavaion Veronese Verona, delle Stampe Antiche e Moderne del Comune di Bagnacavallo, dell’Archivio Sartori di Mantova, di quello A. Bertarelli di Milano, della Fondazione Padre Diego Donati di Perugia, della Galleria Orler di Marcon . E’ presente in numerosi cataloghi, riviste e Repertori. Oltre ad essere incisore è anche pittrice. Ha ricevuto negli anni numerosi riconoscimenti, segnalazioni, premi e trofei. Coletta Cremonesi Nata nel 1958 a Brescia. Studia disegno e incisione alla scuola del gruppo Grafica di Brescia con i Maestri Eugenio Levi, Luigi Corsini e Vitaliano Angelini; frequenta i corsi di Pittura e Arti Plastiche con Mirella Marini in Ticino (Svizzera); e i corsi di disegno dal vero e figura presso l’Associazione culturale dell’Istituto Carducci di Como, con Angelo Tenchio, Giuliano Collina e Massimo Clerici. Partecipa a due stage Approccio alla pittura digitale presso ACP a Balerna (Svizzera) con il genovese Paolo Nutarelli e ancora ad uno stage di litografia presso Lithos a Como. Ha aderito all’Associazione Nazionale Incisori Italiani; è presente nel Repertorio incisori italiani, volume V e vol. VI nel Gabinetto Stampe Antiche e moderne del Comune di Bagnacavallo; nella rivista “Archivio” Arianna Sartori di Mantova. Ha esposto in Italia e all’Estero tra mostre personali e collettive. Le più significative si sono svolte a Lugano, Pescarenico (LC), Melano (CH), premio biennale di incisione ad Acqui Terme (Alessandria); Genova; Chiasso (CH); Castello dei Da Peraga - Ass. Naz. Incisori, Vigonza (Padova); Gabinetto delle stampe antiche e moderne Bagnacavallo (Ravenna); “Ist. International Printmaking Biennial” presso

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Museo IMOGA a Istanbul – Turchia; 2° rassegna “Incisioni al femminile” Castel dell’Ovo – Napoli; 5th International Art Days of Egeart, “Miniprint Exhibition”– Ege University Kampus Bornova-Izmir/ Turchia. Lavora prevalentemente con la tecnica calcografica, pittura e collage. L’uso della carta è preminente. Stampa presso Marco Mucha (Morbio Inferiore, Canton Ticino - CH). Vive e lavora a Como. Antonella Cuzzocrea Ha iniziato a studiare le tecniche incisorie nel 2003, presso lo studio romano del Maestro Nino Palleschi, completando nel 2013 il biennio di grafica d’arte presso la Scuola di Arti e Mestieri San Giacomo di Roma. Negli anni, ha frequentato diversi workshop di incisione e xilografia sia in Italia che all’estero, presso l’ Ass. Keishiro Arte (Urbino), l’Opificio della rosa (Montefiore Conca), il “Centro per l’incisione e la grafica d’arte” (Formello), l’Accademia di San Luca (Roma) con Guido Strazza e la Strzeminski Academy of Fine Arts di Lodz in Polonia con il prof. Krzysztof Wawrzyniak. Dal 2006 ha focalizzato il suo interesse sulla produzione di libri d’artista esponendo a livello sia nazionale che internazionale. Nel 2013 ha partecipato al Liberbook, Primo Salone del libro d’artista e della stampa d’autore, Atelier Alma Charta, Palazzo della Pilotta, Parma, e al Book Project International, Atelier Vis à Vis, Marsiglia, in collaborazione con Insigna. Nel 2015 il suo libro Lanzarote (sovrimpressioni) 2/3 è stato acquisito dal fondo del libro d’artista della Bibliothèque Méjanes in Aixen-Provence (France). Ha esposto nella sezione giovani artisti de La xilografia italiana dalla prima mostra internazionale di xilografia di Levanto ad oggi, curatore Giancarlo Torre: Finale Ligure, La Spezia e Collesalvetti (2012), Kunstmuseum di Bayreuth, Germania (2014). Da oltre quindici anni fa parte dell’Associazione culturale Grecam con cui realizza spettacoli teatrali, performance, reading, laboratori e installazioni. Fausto De Marinis Fausto de Marinis è nato ad Harar, città d’Etiopia. Inizia a dipingere in giovane età e realizza negli anni una lunga serie di mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Si è altresì interessato alle tecniche incisorie e attualmente sue opere calcografiche e xilografiche sono inserite in collezioni private e raccolte pubbliche ottenendo riconoscimenti, segnalazioni e premi nazionali ed internazionali. Nella vastissima partecipazione a rassegne ed esposizioni, ci limitiamo a segnalare la personale Fusione nel dicembre 2015 - gennaio 2016, presso Fonderia Aperta Teatro a Verona, inoltre espone allo Spazio Mantegna di Milano un’opera xilografica selezionata nel Concorso Premio Grandi organizzato dalla rivista Grafica d’Arte e partecipa alla mostra collettiva di incisione Solchi letterari organizzata da Officine Incisorie a Frascati.


[…] Le onde, le linee curve e sinuose, poi la geometria, gli edifici, i simboli, le palme. Tutto riempie la scena, in un vortice di figure che lasciano pochi spazi liberi. Eppure, in un solo apparente frastuono di elementi, tutto ci parla di silenzio. Il legno che Fausto De Marinis utilizza cambia vita sotto le sue mani, asseconda i suoi gesti: che sia il ciliegio, preferito dall’artista quando desidera un’opera caratterizzata da segni sottili e puliti, oppure il più morbido tiglio o il cirmolo, legni luminosi con venature marcate che creano lievi barbe, reminiscenza della puntasecca… In De Marinis si parla … “di simboli, di icone bizantine greche e russe, croci e svastiche, private dell’accezione bellica che ha assunto l’immagine nella storia, ma riportate all’originarietà del significato, segno propizio di culture orientali… i paesaggi parlano degli ambienti che ha vissuto, dalla nascita ad Harar, in Etiopia: i palmeti e i villaggi fortificati del Magreb, le dune dorate del Sahara, l’animato quartiere dei tintori a Fex e i mercati popolati dalle donne berbere con i loro mantelli bianchi che si gonfiano come vele nel vento caldo…La precisione tecnica nell’esecuzione delle sue opere non è casuale. Gli studi professionali lo avevano portato a seguire una carriera da geometra. La razionalità la fa da padrona ed è troppo per l’animo dell’artista che si sente intrappolato in una condizione di sopravvivenza. Si porta dietro quella formazione austera e rigorosa, riconoscibile nella sua grafica disciplinata, ma la personalità lo spinge alla meditazione, alla riflessione e al raccoglimento che lui stesso definisce religioso ma privo di ogni professione di fede…Il fascino dei paesaggi certamente ci suggestiona ma, se ne siamo capaci, vediamo oltre. E sentiamo oltre. Un silenzio che parla di redenzione e religione ma si allontana dalla concezione più pura della fede. Un silenzio che ci pone davanti alle nostre paure, ai nostri conflitti, mostrandoci mostri esotici e lontani dalla nostra realtà, in cui difficilmente riusciamo a immedesimarci, come viaggiatori che vedono per la prima volta un luogo sconosciuto e provano un senso di vertigine. De Marinis ci conduce verso questo viaggio di scoperta, in silenzio, per farci capire quello che siamo. Un silenzio assordante”. […]Francesca Grillo - Grafica D’arte n° 107 – 2016 Dario Delpin Dario Delpin è nato a Versa, frazione rurale del comune di Romans d’Isonzo (Gorizia). La sua attività artistica inizia in età giovanissima, seguendo il padre Francesco, anche lui pittore ed eccellente acquerellista. E’ con lui che dipinge i paesaggi del Friuli, dai monti, al mare, alla campagna, dimostrando subito di avere una sua indipendenza artistica, una personalità pittorica non ancora plasmata, ma promettente. Questo turbinìo di talento ed entusiasmo è intuito da Paride Castellan, pittore di origine friulana ma vissuto a Firenze fino alla morte. Castellan, allievo di Luigi Michelacci che, a sua volta proveniva dalla scuola di Giovanni Fattori, è il Maestro di Delpin, colui che gli dà rimproveri e gratificazioni e un generale arricchimento frutto di una rispettosa amicizia che dura fino

all’ultimo, nonostante la distanza e l’età che li separa. Castellan offre a Dario anche la possibilità di conoscere il pittore Pietro Annigoni, di cui era amico, e che si dimostra molto disponibile nell’indirizzare il giovane Delpin verso un’espressione artistica affascinante: l’affresco. E con questa tecnica esegue varie opere, anche su commissione. La passione di Delpin per le incisioni accresce negli anni Settanta, dopo aver ammirato una mostra di Piranesi, sull’isola di San Giorgio a Venezia. Da allora, la produzione di incisioni è stata continua e sono più di cinquecento le lastre incise, tra bulini, acqueforti, xilografie, ceramolli e puntasecche. Di forte valenza culturale anche le collaborazioni con poeti e scrittori come Biagio Marin il grande Poeta di Grado, Celso Macor ed Elio Bartolini, autori di opere in italiano e friulano. Con questi autori, Delpin pubblica alcune cartelle d’incisioni accompagnate da poesie in dialetto gradese e lingua friulana. Un binomio intenso e di successo per evidenziare i valori sociali, artistici e culturali della gente e della terra del Friuli. Numerose le mostre personali in Italia e all’estero. Le opere di Delpin sono presenti in collezioni pubbliche e private. Dal 2013 è membro dell’Associazione Nazionale Incisori Contemporanei. Rita Demattio Rita Demattio nasce in Trentino e si diploma all’Istituto Statale d’Arte “Alessandro Vittoria” di Trento e al Magistero d’Arte di Venezia. Sempre a Venezia frequenta la “Scuola Libera di Nudo” presso l’Accademia di Belle Arti (sotto la guida di Luigi Tito) e, negli anni successivi, si approccia all’incisione seguendo i corsi alla stamperia “Il Tintoretto” dove apprende e sperimenta le varie tecniche calcografiche e xilografiche. Oggi fa parte dell’Associazione Incisori Italiani ed è presente nel “Repertorio degli incisori italiani” VI edizione 2008-2013 a cura del Gabinetto Stampe Antiche e Moderne del Comune di Bagnacavallo. Alcune sue incisioni fanno parte degli archivi del Museo Dell’incisione di Acqui Terme, del Gabinetto Delle Stampe Antiche E Moderne del Comune di Bagnacavallo, della Galleria Signorini di Lendinara, del Fondo Incisioni Associazione Padre Diego Donati O.F.M. di Perugia, della Raccolta Delle Stampe Adalberto Sartori di Mantova, del Museo Di Lodi. Espone dal 1980 partecipando a numerose collettive (tra le quali ricordiamo: “XI” e la “XII Biennale Internazionale per l’Incisione” di Acqui Terme, Collettiva artisti trentini “Il fascino nell’incanto dell’immaginario nei percorsi dell’Arte” Scuola della carità di Padova – Galleria Maison d’Art Padova, Collettiva “Royal Art” alla Royal Opera Arcade Gallery - Londra, Collettiva “PassionArt Barcelona” Ada Art Gallery Barcellona (Spagna), “III Biennale di Grafica Contemporanea Primo Premio Diego Donati”Perugia, Collettiva “Mini Print”- Colonia , Diez E Nassau (Germania), Collettiva “Arte Italiano Contemporaneo” Galeria Area Arte”- Madrid (Spagna), Collettiva “Tolleranza Intolleranza” galleria Spazio Mantegna -

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Milano, “Mini Print Internacional Cadaques” Taller galeria fort Barcellona (Spagna) ed allestendo di alcune personali (tra le quali ricordiamo: Palazzo Pretorio -Trento, Citibank -Roma, Galleria d’Arte Moderna Fogolino -Trento, Galleria d’Arte La Spadarina - Piacenza). Nel 2015 vince il primo premio al Concorso “Primo Premio Libro d’Artista Grafica Italiana” Giuseppe Denti Giuseppe Denti nasce a Cremona. Si è formato nell’arte pittorica all’Istituto d’Arte di Como, dove perfeziona la sua espressività artistica formandosi anche nella tecnica incisoria, approfondita poi a contatto col Centro Internazionale di Grafica di Venezia. La sua attività si è arricchita di esperienze interessanti e riconoscimenti importanti; punti di riferimento fondamentali sono: Venezia (operando nell’ambito del Centro Grafica) e Parigi, dove spesso ha esposto le sue opere. Pittore, incisore e scultore, dagli anni ’90 è nel Veneto, dove opera nel suo atelier “Torre Serliana”, a Thiene (Vicenza). “Costruire la mia realtà è ricostruire se stessi, nei più intimi sentimenti: in questa dimensione vivo i miei colori e le mie forme, da dove traggo forza espressiva ed è al “segno”, per me naturale espressione, che affido la funzione della parola”. Dal periodo figurativo passa a creare, soprattutto dagli anni Novanta, nuove forme ed immagini che inducono ad un’analisi introspettiva: è una continua ricerca di contenuti, composizioni e soprattutto cromatismi. Numerose le sue personali e partecipazioni ad importanti rassegne in Italia e all’estero; recente la sua esperienza in Danimarca, come rappresentante dell’Italia fra gli artisti europei ottenendo riconoscimenti e segnalazioni dalla stampa e dalla critica qualificate. Sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche. Nel 2013 ha partecipato alla 55a Biennale d’Arte di Venezia. Angela Laura Di Fazio vive e lavora a Milano. Dal 1990 si dedica con passione all’incisione e in seguito alla pittura approfondendo le tecniche presso la Scuola Superiore d’Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano e l’Accademia di Belle Arti di Brera. Dal 1994 alcuni dei suoi lavori sono presenti presso la Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli di Milano. E’ presente nel “Repertorio degli Incisori” di Bagnacavallo e nell’Annuario della rivista “Grafica d’Arte”, che le riserva un articolo nel supplemento L’Occhio nel Segno del 2015. Nel 2011 crea a SpazioMantegna, uno spazio dedicato a mostre e incontri. Fa parte per l’anno 2016/2017 della Commissione Artistica della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano. Alcune delle sue attuali ricerche sono rivolte allo studio di linee per muovere e increspare lo spazio e a frammenti di tessuto per ricreare sulla lastra trame e suggestioni di antichi arazzi, che a volte interagiscono

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con volti interroganti e dove la stratificazione del segno produce superfici di diverse intensità e profondità. Tra le esposizioni più recenti si segnalano: nel 2016, “Oggetto Libro”, Biblioteca Braidense La Cavallerizza, SBLU Spazioalbello, Milano; “Fiber Art”, Le Arti Possibili, Stecca 3.0, Milano; “Ritualità, Tradizione e Contemporaneità del pane”, SBLU Spazioalbello, Castello Normanno, Salemi; “Padiglione Tibet”, Castello Visconteo, Pavia; nel 2015 “Trama e Ordito”, SpazioMantegna, Milano; “Incisioni al Femminile”, Atélier Controsegno, Napoli; “Madre Italy - Artisti Italiani a Londra”, Art Gallery “The Tabernacle”, Londra; nel 2014 “I cinque elementi”, ciclo di incisioni e dipinti in occasione della presentazione del libro “Il naufragio del Deutschland”, Milano, SpazioMantegna; “Energia per la vita”, Milano, Società per le Belle Arti ed naufragio del Deutschland”, Milano, SpazioMantegna; Transizione Arte_ Poesia”, Milano, Biblioteca Vavassori Peroni; “da >verso_coincidenze”, edizioni 2012-13, Milano, Biblioteca Nazionale Braidense. Franco Donati Fanco Donati è nato a Fusignano (RA) nel 1968, vive e lavora a Belricetto (RA). S’impegna da oltre venticinque anni in campo artistico, nel versante della Calcografia della Poesia, della Pittura e dell’Acquerello, ottenendo lusinghieri riconoscimenti. Con riferimento all’attività incisoria, dove ha all’attivo oltre 200 matrici, ha esposto in oltre cento mostre tra collettive e personali. Si segnalano: nel 2010 VIII Triennale Mondiale dell’Estampe a Chamalières (F), Graveur italienne et française, Chapelle des Jésuites a Chaumont Haute Marne (F), 1° classificato al premio di grafica “G. B. Cromer” Arte Agna ad Agna (PD), nel 2011 X Biennale Internazionale Grafica Ed Ex Libris a Casale Monferrato (AL) Premio della Scuola di Arti e Mestieri “F. Bertazzoni” a Suzzara (MN), nel 2012 Se Ipsum (autoritratti) Museo delle Cappuccine a Bagnacavallo (RA), Annuario Italia Nostra 2012 (a cura della stamperia Mavida) a Reggio Emilia, nel 2013 I sette vizi capitali, Fondazione “Il Bisonte” a Firenze. Tra le personali più recenti si ricordano: “Ritratti di un IO nomade” e “Scorro il libro dei ricordi”, Galleria Signorini di Lendinara (RO). Le sue opere sono conservate in permanenza in diversi musei e raccolte di grafica tra cui: Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi di Firenze e la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, la Collezione del Presidente della Repubblica di Roma, Museo del Centro Culturale “Le Cappuccine” di Bagnacavallo (RA), Collezione “A. Bertarelli” Castello Sforzesco di Milano e, il Museo della grafica di Brunico. Un segno aspro, spesso contrastato da uno sfondo inscurito da pesanti morsure, caratterizza la maggior parte dei suoi lavori. Cenni bibliografici sono presenti nelle più importanti riviste di grafica e cataloghi del settore; hanno scritto di lui: Carlo Polgrossi, Fernando Silo, Edoardo Veratelli, Giorgio Segato, Marzio Dall’Acqua e Marco Fiori e


Guido Signorini. E’ associato con l’ALI (Associazione Liberi Incisori). Karl Evver Dopo un soggiorno romano agli inizi degli Anni Ottanta, seminalmente decisivo nel delinearsi di una vocazione artistica che guarderà al Canone Occidentale attraverso la libertà di scempio di Twombly e il sogno sociale di Sironi, Karl Evver debutta nel 1987 con la mostra personale Forme e reliquie dell’urlo. Nel 1990 con Le Fenici Romane, dedicata al martirio dei Fratelli Mattei, riesce a rinnovare la tradizione antichissima dei culti civici con una disinibizione di cui pochi altri artisti contemporanei sanno appropriarsi. Del 2004 è Armani, la Morte, la Moda: ospitata a Palazzo Portapuglia, la mostra è incentrata sugli ambigui trapassi della classicità e dell’estetica totalitaria entro la visione del mondo del grande stilista. Nell’ultimo decennio Evver è andato avanti con un inconsueto coesistere di rilassatezza ed estremismo per le tre vie nelle quali si estrinseca la sua vocazione: la pittura, sempre meno schiava di lussi ed estetismi, la fotografia, sempre più aderente a un dubbio radicale sull’identità e sulla razionalità, e l’incisione, dove il segno è utilizzato mitograficamente in totale inosservanza del conservatorismo grafico tuttora tanto forte in tale espressione artistica. Tra le altre esibizioni ricordiamo, nel 2008, quella fotografica Vita di Euclide, e nel 2014, quella pittorica Bacchus Bimater. Nell’autunno del 2012, in occasione della mostra De lumine, è uscito l’omonimo catalogo contenente Il lumen e i phantasmàta, un importante saggio di Roberto Borghi dedicato alla sfiducia dell’artista in ogni certezza materiale dell’esistenza. Karl Evver lavora in uno studio luminosissimo all’ultimo piano di Palazzo Landi di Chiavenna, a Piacenza. Stefano Fontana Stefano Fontana, illustratore, pittore, incisore, texile designer, nasce a Torino. Frequenta l’Accademia Albertina di Belle Arti sotto la guida di Sergio Saroni per la pittura e Vincenzo Gatti per l’incisione. Nel 1991 è presente alla collettiva del Museo di Arte Contemporanea Villa Croce di Genova, per il “Premio Giovani Incisori Italiani”. Nel 1993 espone alla Galleria “Arte Club” di Torino pitture e incisioni, con una presentazione in catalogo di Fernando Eandi. Nello stesso anno presenta le sue incisioni nella XXVI edizione dei “Porti di Magnin”, manifestazione monregalese di arti figurative. Nel 1994 prende parte alla rosa di artisti internazionali, invitati alla “Triennale del Piccolo Formato d’Incisione” a Chamalières in Francia. Negli anni ’90 lavora come illustratore freelance sia nel campo dell’editoria scolastica sia nel settore del packaging cartaceo e pubblicherà molte collezioni, illustrazioni e tavole di fantasia con l’azienda torinese “Box CartaCanta” e l’industria bolognese “Arcadia”. Sempre nel 1996, in

collaborazione con la redazione della “Casa Editrice Paravia”, si occuperà dell’illustrazione delle “Tecniche Artistiche” del libro “Destinazione Arte” pensato da Ezio Gribaudo e Alberto Cottino. Nel 2015 partecipa al concorso d’incisione Il Cibo Negli Ex Libris per l’EXPO 2015, la sua acquaforte viene pubblicata in catalogo ed esposta alla Libreria Braidense di Milano. Sempre nel 2015 viene invitato in due collettive a Pietrasanta esponendo a Palazzo Panichi nelle mostre: Pietrasanta e Cefalù . Gemellaggio d’arte. Nel 2016 tre sue acquaforti vengono accettate alla Triennale d’incisione di Estampadura in Francia ed esposte in sei mostre itineranti in Francia, Spagna e Italia. […] La pittura di Fontana, ricca di luci e suggerimenti misteriosi, si accompagna spesso a materiali curiosi che, serviti durante l’esecuzione del dipinto, lasciano intravedere tutto l’iter del procedimento. Il quadro diventa così un oggetto che rivela ogni segreto, suggerisce il senso dell’interazione fra materiali diversi. E il gioco non è gratuito. “Dietro la tappezzeria”, un frammento utilizzato come collage su un fondo di pittura, dove le possibilità della tempera sono usate con sapienza antica, è per me uno dei quadri più suggestivi; lo scatto gioioso dei fiori della tappezzeria contrapposto alla delicatezza sognante del fondo insinua, in chi guarda, sensazioni musicali. […] Nando Eandi Pier Paolo Galuppo Pier Giacomo Galuppo nasce a Vicenza dove vive e lavora. Si diploma al liceo Artistico Statale A. Martini di Vicenza, prosegue gli studi all’Accademia di Belle Arti di Venezia dove consegue prima la Laurea di Primo Livello in Grafica d’Arte – Tecniche d’Incisione, successivamente la Laurea di Secondo Livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo indirizzo Grafica d’Arte con il massimo punteggio. Frequenta un workshop presso l’Accademia di Belle Arti di Varsavia affinando le tecniche della litografia e della calcografia. Ha partecipato a diverse esposizioni personali e collettive in Italia e all’estero. Attualmente collabora con la Stamperia d’Arte Busato di Vicenza. I suoi soggetti interpretano uno spaccato interiore di sentimenti, rappresentato da viscere che ne secernono il liquido dell’emotività dell’artista; soffermandosi con un gusto per il gesto e l’astratto, celando un soggetto, che talvolta rappresenta nientemeno che un conglomerato urbano che si contorce e si contrae su se stesso, assumendo la forma di un fantastico “giocattolo”. Queste città o conglomerati informi di un miscuglio di edifici e di uomini, corrono e si sviluppano espandendo questo volume, creando nuovi spazi e allargando i propri orizzonti. E proprio questo che rappresento nella mia urbe, un agglomerato urbano visto da un punto d’osservazione se vogliamo “divino” (dall’alto), che si sviluppa in largo e si arrampica tentando di spingersi verso il cielo, in una sovrapposizione di spazi e piani che sormontandosi celano o mettono in luce determinati elementi, che possono essere riassunti in simboli del

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nostro tempo come case, palazzi, grattacieli, piazze, torri o strade trafficate. Nella sua parte più intimistica, personale e fisognomica, quella dei volti, talvolta umani e talvolta scheletrici, simboli e presagi di morte, ma anche della fragilità della vita, emerge il “teschio” che da sempre tormenta gli artisti nella storia dell’arte. Dal 2007 le sue opere sono state esposte in numerose mostre in Italia e all’estero riscuotendo apprezzamenti e consensi. Vittoria Giobbio Nata a Saronno si è diplomata presso l’istituto d’Arte di Cantù ed ha lavorato per quattro anni, come disegnatrice, presso ditte e studi tessili. Nel 1979 si diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera ed è qui che, sotto la guida del prof. Pietro Diana, si appassiona alle tecniche calcografiche ed in particolare all’acquaforte. Ha lòavorato dal 1980 al 2008 presso il Centro fo Formazione “Scuola d’Arti e Mestieri G. Castellini” di Como, come docente delle discipline di copia dal vero e disegno professionale per tessuti. Nel 2000 conosce il maestro Gigi Pedroli e da allora frequenta i suoi corsi di incisione. Nel 2009 approfondisce la tecnica dell’acquarello frequentando i corsi del maestro Franco Spazzi. Si iscrive l’anno seguente alla scuola Artefici e successivamente alla scuola Libera del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti di Brera per approfondire il disegno e l’anatomia artistica. Nel 2015 partecipa al Corso tenuto dalla illustratrice Anna Castagnoli presso la Scuola Internazionale di Illustrazione “ Stepan Zavrel” di Sarmede (TV). Dal 2004 al 2016 ha partecipato a mostre e concorsi a Milano, Vogogna (VB), Cassina Rizzardi (CO), Vigonza (PD), Schignano (CO), San Donato Milanese (MI). Antonina Grassi Risiedo e lavoro ad Acqualagna (PU). Ho frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Urbino con specializzazione in calcografia. Successivamente ho completato gli studi diplomandomi al corso di Magistero della stessa scuola. L’incisione calcografica l’ho subito sentita mia. Incidere una lastra di rame o zinco con una punta d’acciaio, è come scoprire sé stessi: scavi, graffi, scalfisci; acidi, fino a penetrare dentro. In questo percorso ho incontrato tanti maestri che mi hanno trasmesso, ed io ho cercato di carpire, il loro insegnamento: da Walter Piacesi ad Adriano Caravalle per l’incisione, a Vincenzo Zanchi per la stampa, da Giorgio Bonpadre per l’illustrazione, a Carlo Ceci per la storia del costume. Nel susseguirsi della vita, ho sempre portato dentro di me, l’amore per l’incisione; ho visitato tantissime mostre, nutrendomi di questo. Sono rimasta colpita da “I disastri della guerra” di Francisco Goya. Esterrefatta ogni volta che osservo incisioni di Fèlicien Rops. Nel mio lavoro, avvicino molto la poesia, letteratura, musica al disegno ed all’incisione. Cerco di trovare armonia, trasmessami anche dall’insegnamento di Flora Gentilini. Ho

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letto ed amato tantissimi autori: da Giacomo Leopardi ai “poeti maledetti” da Dante ai poeti moderni. Sto approfondendo letture, anche di maestri orientali, avendo trovato in essi una sensibilità, una unione tangibile con la natura. Cito per essi Krisnamurti, Rabindranath Tagore, Gibran Kahlil. Dal 1994 ad oggi ho partecipato a diverse mostre, da ex libris, a collettive e personali, svolte in varie parti sia d’Italia che all’estero. Ho inciso, all’incirca, cento lastre; molte mie opere sono presenti in musei e collezioni private e in cataloghi individuali e collettivi. Paolo Graziani Pittore e incisore, Paolo Graziani apprende l’arte dell’incisione, inizialmente da autodidatta, in seguito guidato dal prof. Pietro Parigi. Si dedica alla calcografia dal 1974 adoperando l’acquaforte, acquatinta e cera molle. Con il tempo mette a punto un personale metodo di fare incisione, che egli definisce come “Morsura tonale diretta su ferro” che diviene nel tempo il suo modo esclusivo di fare incisione. In carriera ha prodotto oltre 400 opere incise, fra cui alcune decine di ex libris. Predilige principalmente figurazioni, paesaggi e soggetti sacri. Sue opere grafiche sono conservate nell’archivio del Centro Culturale Polivalente del comune di Bagnacavallo (RA), ed è presente in tutte le pubblicazioni del “Repertorio degli incisori italiani”; su “Mondadori Grafica” N.21-25; e con la sua opera completa pittore ed affreschista, oltre che incisore, sul Catalogo Generale Sartori 2013. Sue incisioni, relative ad un “omaggio a K.Schwitters”, fanno parte della Collezione di Grafica del Kurt Schwitters Archiv im Sprengel Museun di Hannover. Anche il Graphik Salon/ Gerhart Söhn di Düsseldorf ha pubblicato e conserva sue incisioni. Altre significative opere grafiche fanno parte della raccolta del Museo di Arte italiana di Cracovia. Prevalentemente stampa in proprio. Dal 2008 ha allestito le seguenti mostre personali: “Imago Verbi”, Mestre (VE) 2009; “Solo un soffio di vento nell’immenso vuoto”, Empoli (FI) 2011; ed ha partecipato a numerose e importanti esposizioni collettive. Fa parte dell’ALI, Associazione Liberi Incisori, e dell’AIE Associazione Italiana Ex Libris. Partecipa inoltre, come incisore, alle attività di mostre grafiche della Società Bibliografica Toscana. Sue pubblicazioni sulla grafica:”L’incisione in cavo, tecniche di resa tonale su ferro e acciaio”, Firenze 1991; “Il profeta di Patmos” Firenze, 2007; “Solo un soffio di vento nell’immenso vuoto”, Firenze 2011; La morsura tonale diretta su ferro”,(Supplemento n°12 di inPressioni) Genova 2014. Francesca Guariso Vive e lavora a Bologna; si è avvicinata all’arte quasi per gioco ed ha avuto la fortuna di incontrare sul suo cammino importanti e generosi maestri del panorama emiliano-romagnolo. Da loro ha appreso come esprimere la sua esuberante vena poetica. Dalla pittura su seta all’acquarello, dal gessetto al dipinto ad olio, dall’affresco all’arte del mosaico (che ha perfezionato presso


la scuola di Ravenna). Nella creta ha trovato il modo migliore per esprimere la sua esuberante vena artistica. Infine dal 2012 si è dedicata allo studio e alla pratica dell’incisione. Ha partecipato a numerose collettive in Emilia Romagna, a più edizioni di “Arte e Portici” a Bologna, riscuotendo sempre un buon successo personale. Si citano le segnalazioni e le partecipazioni più importanti: Terzo posto al Premio “Le Caravelle” 2010;Secondo posto al “Dog Day” 2010; Premio speciale “II Edizione Minganti in Arte” 2010; Collettiva alla Galerie de l’Europe 55, Rue de Seine Parigi 2010 e 2011; Collettiva alla Galerie Etienne de Causans 25, Rue Seine Parigi 2012; Secondo posto “Expo Wikiarte” 2013 (2° edizione); Terzo posto Premio “De Marchi” 2013 (2° edizione). Espone nelle collettive periodiche alla Sala Museale del Barracano di Bologna e nella mostra periodica La Loggia della Fornace di Pianoro. Dal 2013 è in permanenza presso la Galleria Wikiarte di Bologna. Nel 2015 e 2016 ha partecipato alla Fiera di Bergamo, di New York e di Boston. Olga Innante Nativa di Cagliari, vive a Magenta. Ha frequentato il liceo scientifico, ha conseguito successivamente la laurea in Economia e Commercio presso l’Universita’ Cattolica di Milano e si è diplomata in gemmologia; lavora nel settore dei trasporti (Trenitalia). Ha seguito corsi di oreficeria a Torino ma il percorso artistico è più recente: segue da circa 5 anni corsi d’incisione presso lo studio di Gigi Pedroli sul Naviglio a Milano e corsi analoghi presso lo studio Frigerio Lidia Vitali a Corsico. Appassiona dell’arte incisoria, intende approfondire e perfezionarsi nel settore presso lo studio di Giuliana Consilvo e seguire corso di scultura su argilla presso studio di Teresa Ricco sempre a Milano. Giovanni Mambelli Formatosi da autodidatta, si dedica all’arte dell’incisione dal 1988 realizzando fino ad oggi più di 115 matrici, di cui 35 nell’ultimo quinquennio, eseguite principalmente ad acquaforte, ceramolle e acquatinta. Nelle sue opere tratta il tema della spiritualità. Stampa in proprio e presso la Stamperia d’Arte Guerri di Cesena (FC). Dal 2008 ha allestito numerose mostre personali e ha partecipato a diverse esposizioni collettive. Degli ultimi anni ricordiamo: la personale di aprile 2014 a Forlì – Palazzo Albertini “Nel Cuore della Natura”; la partecipazione nel 2015 alle mostre “Chi non si maschera” e “Matilde Incisa” promosse dall’ Associazione A.L.I. ; infine le personali del 2015 e del 2016 “Allegorie Geomantiche”- Sala Bonzagni Sant’Agostino di Ferrara con Vittorio Presepi a cura di Angelamaria Golfarelli. E’ presente nei più importanti cataloghi di arte incisoria. […] Il lavoro artistico di Giovanni Mambelli, al di là del suo aspetto figurativo estremamente curato e minuzioso, presenta una peculiarità che lo innalza ad una proiezione dell’esistere quasi filosofica e metafisica. In esso sono la narrazione e il pensiero che prendono forma, svelando

le complesse traiettorie dell’io che l’autore indaga e percorre, e che scaturiscono dalle diverse correnti di pensiero da cui la sua opera da sempre viene contaminata e da cui attinge. Pensieri… che vedono la sua tecnica artistica divenire lo strumento privilegiato perchè paesaggi interiori e reali confluiscono in quell’oasi di straordinaria potenza che l’arte dirige verso la perfezione assoluta e la bellezza. … la sua arte si fa storica e contraddittoria narrazione di un percorso di vita che, non sa esimersi dal considerare l’ultraterreno parte fondante e decisiva di una complessa ed infinita spiritualità che non può prescindere dalle quotidiane esperienze/respiri. […] Angelamaria Golfarelli Luigi Marcon Pittore e incisore, nato a Tarzo (TV) 1938. Vive e lavora a Vittorio Veneto. Apprende l’arte di incidere a Venezia con Dalla Zorza e Dinon e, in seguito, presso il Centro Int. della Grafica con Simon e Licata. Negli anni 60 dipinge con Cillo sperimentando ricerche grafico-pittoriche. Dal 1960 ha partecipato a molte rassegne nazionali ed internazionali conseguendo vari riconoscimenti; ha allestito numerose personali in Italia e all’estero. Per molti anni si è dedicato all’insegnamento della calcografia. Opera ad espone in permanenza a Vittorio Veneto, Saletta della Grafica e laboratorio di incisione in Via Manin. Nella sua principale attività, oltre che pittore, ha realizzato con le tecniche calcografiche oltre 4.400 matrici. Ha eseguito personalmente la stampa con torchio a stella. […] Nel suo camminare Marcon si fa assorbire dal paesaggio. Contemplazione e partecipazione fanno sì che immagine naturale e mentale coincidano, che le forma della natura vivano e si trasfigurino insieme. E’ un attimo irripetibile che l’artista sa fermare, catturandolo con lo sguardo pensoso e proiettandolo in un tempo sospeso: alberi solitari, scorci di case isolate, corsi d’acqua, castelli, abbazie, immersi in una luce a volte intensa, estiva a volte velati dalle brume autunnali…Da qui scaturisce la sua poesia. […] T. Pauletto Raffaello Margheri Raffaello Margheri è nato a Firenzuola (FI), risiede a Bologna e svolge soprattutto l’attività artistica come incisore. Il suo corpus calcografico è costituito da 635 incisioni e da 107 ex libris e P.F. Opere nelle quali si osserva la costante sperimentazione delle diverse tecniche quali l’acquaforte, la ceramolle, la maniera nera, la puntasecca e la xilografia e linoleumgrafia. Soggetti prediletti paesaggi e nature morte. Ha partecipato alle più importanti rassegne e collettive a carattere nazionale e internazionale ed è presente nelle prestigiose raccolte: Gabinetto delle stampe Bagnacavallo, Collezione Sartori, Museo della Grafica Ostiglia, Collezione Bertarelli

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[…] sotto una patina protettiva nasconde un carattere sornione, spesso incline alla battuta vernacolare; un “toscanaccio” solitamente mite e disponibile… Questi aspetti della sua personalità traspaiono anche nelle sue incisioni, realizzate con un linguaggio talmente asciutto e lineare che a volte si è titubanti a descriverle… I suoi paesaggi, spesso contrastati da ombre che sembrano sdoppiarli, sono immersi in una luce statica che conserva l’attimo emozionale dell’autore. Questa luce, bianca e tagliente, si insinua anche nelle variegate composizioni floreali e nelle nature morte divenendo la principale protagonista delle sue migliori acqueforti. La rigorosa fedeltà ai neri espressa nelle tavole calcografiche viene spesso abbandonata nelle sue linoleumgrafie. In queste tavole, generalmente di non grande formato, i colori, morbidi e distribuiti dai passaggi di più matrici, esprimono l’aspetto più nascosto della sua personalità d’artista. Un’anima solare e mansueta, umile nel metodo di lavoro ma ambiziosa di risultati. […] Marco Fiori […] Le lastre graffiate con qualche durezza e nessuna leziosità, raccontano così delle cose e dei paesaggi come questi sono, senza filosofeggiare, tendere tranelli né indurre l’osservatore a chiedersi: “cosa avrà mai voluto dire… I “segnacci” che definiscono la strada bagnata o gli alberi piegati sotto la sferza del vento dicono che è un giorno freddo e di pioggia, e così è tutto il suo incidere: una cronaca cruda e sincera, anche lei pura come l’artista. […] Ermes Bajoni Macarena Marin Ramirez Nasce a Siviglia, Spagna, e nel 1982 si trasferisce a Palermo dove studia decorazione all’Istituto Statale d’Arte. Successivamente frequenta l’Accademia di Belle Arti di questa città, diplomandosi nel 1990. Dal 1998 al 2010 frequenta la Cattedra d’Incisione della “Scuola Libera del Nudo” della stessa Accademia. L’incontro con la tecnica incisoria è come una folgorazione; sente di avere trovato finalmente lo strumento perfetto per dar vita al suo mondo interiore. Comincia così un lungo percorso di lavoro silenzioso, una continua ricerca nei modi del segno e delle sue possibilità espressive mediante le molteplici tecniche calcografiche. Alla fine le lastre restituiscono un mondo onirico e surreale, popolato da piccole creature fantastiche, a volte goffe altre inquietanti, di città perdute su carte geografiche inesistenti, di fiori e alberi che prolificano nel caos di foreste immaginarie… Un invito per l’osservatore a perdersi attraverso un tracciato segreto e parallelo di destini incrociati. Ha partecipato alle più importanti collettive di grafica in Italia e all’estero: Roma, Palermo, Perugia, Spagna, Romania... ottenendo riconoscimenti e consensi tra i quali ricordiamo la Menzione Speciale nel “Premio Europeo Di Incisione Totò Bonanno” - VII Edizione 2011. Nel 2012, la partecipazione alla mostra “On Ne Nait Pas Fem: On Le Devient” a cura del Wish- Word International Sicilian Heritag tenutasi nel Palazzo

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dei Normanni di Palermo, nel 2014 è inserita tra i sei illustratori presenti alla mostra della manifestazione “ROLF!, Festival d’Illustrazione per l’infanzia”, in memoria di Rolf Lidberg, 2ª edizione Cefalù, Palermo. Nel 2015, partecipa alla biennale “Incisione al Femminile” del Atelier Controsegno a Napoli, ed é uno dei due artisti che rappresentano l’Italia nella mostra “Conexões, Unidos A Través Da Arte” della Fondazione Cristiano Varela in Muriae, Brasile. Vince il premio Sponsorship Pc-Tm Ltd nella “XI International Ex-Libris Competition”. Lyuben Karavelov Regional Library, Ruse, Bulgaria. Partecipa alle due ultime edizioni della Biennale di Grafica contemporanea del Premio Diego Donati. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private. Bruno Missieri L’ attività di incisore di Bruno Missieri inizia nel 1967 con la frequentazione dello studio del pittore-incisore Ettore Brighenti a Castell’Arquato. Le prime acqueforti sono piccole prove su zinco ma questa tecnica non soddisfa il suo bisogno “pittorico”. Per questo, presto sperimenta la tecnica della acquatinta, prima in monocromo, poi a colori. Sviluppa, in modo originale e in contro tendenza, la cromo incisione influenzato dalla pop art. Nel 1975 viene accettato ai Corsi Internazionali di Grafica ad Urbino e affina il proprio linguaggio sotto la guida di Carlo Ceci e Renato Bruscaglia. Partecipa, con altri artisti, alla riscoperta della maniera nera costruendo da sé gli indispensabili strumenti. Nel 1989 organizza presso la biblioteca “Sormani” di Milano una mostra collettiva dedicata alla maniera nera con Lorenzo Bruno, Teodoro Cotugno, Piero Gatti, Silvana Martignoni, Giulia Napoleone e Alberto Rocco. Dal 1980 insegna Tecniche dell’Incisione alla Scuola d’ Arte “Felice Gazzola” di Piacenza. Pittura e incisione sono i suoi modi espressivi paralleli e complementari. Oltre che ad una intensa attività artistica, Bruno Missieri si è dedicato all’ insegnamento della incisione ed ha tenuto corsi di specializzazione a Piacenza, Venezia, Castell’Arquato, Milano, Portland (USA), Algeri, Urbino. Carmine Maurizio Muolo Nel 2011 si laurea in Grafica d’Arte I livello presso l’Accademia di Belle Arti di Bari con valutazione 110 e lode. La Tesi “Incisione e stampa sperimentali: da Hayter a Saunier” comprende testo e video-tutorial che spiega la tecnica sperimentale dell’incisione a colori su unica matrice, tema affrontato nel 2008 col workshop tenuto dal Maestro H. Saunier e dall’artista Shu-Lin Chen. Nel 2014 consegue con lo stesso punteggio il Diploma di II livello con la tesi “Tecniche di incisione tradizionali e sperimentali”, un manuale con esperienze di laboratorio maturate negli anni accademici recentemente pubblicato online sul portale Villaggio Globale. Nel Dicembre 2011 espone il dittico di stampe digitali “Riflessioni sul peccato” presso la galleria Albatros di Mosca per il V Festival dell’arte Italiana a Mosca. Ha all’attivo quattro Personali dal titolo P.d’a. & Monotipi e partecipazioni


alle collettive di incisione più importanti a livello nazionale tra cui Premio Accademia Small Print (ABA Urbino 2014), Arte Grafica Italiana e Primo Premio Grafica Italiana (a cura di Ass. Nazionale Incisori Italiani), X Premio Nazionale delle Arti (ABA Bari), 1a Biennale di Incisione Bruno Starita (ABA Napoli), VIII Biennale d’incisione Città di Campobasso. È stato selezionato per importanti collettive internazionali: Numero 1 (2013) e Stampa2 (2014) presso Atelier Controsegno di Pozzuoli, 6a Miniprint Rosario 2014 (Universidad Nacional di Rosario -Argentina), “Giovani artisti cinesi-italiani a confronto” (2016, Art A.C. Museum, Pechino). Di recente ha allestito un laboratorio aperto di calcografia e xilografia a Monopoli Anna Pacanowka Anna Pacanowska nasce in Polonia. Nel 2015 si diploma in incisione (studio di I livello) all’Università di Warmia e Masuria di Olsztyn (Polonia). Ha perfezionato la sua formazione sotto la guida della professoressa Malgorzata Chomicz. Ottiene per ben tre volte una borsa di studio dal rettore della Università di Warmia e Masuria quale miglior studente. Professionalmente si occupa della conservazione di opere d’arte, in particolare le vetrate antiche. Le sue passioni sono: la cultura e l’arte popolare, il teatro e le tecniche fotografiche alternative. Partecipa a mostre e concorsi internazionali in Polonia, Croazia, Italia e Giappone. Beatrice Palazzetti Nata a Viterbo, vive e lavora a Roma. Pittore, incisore, scultore, ha iniziato la sua attività artistica sotto la guida di Professori dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Alla “Scuola libera del Nudo” ha intrapreso lo studio della grafica dedicandosi in particolare alla xilografia, sotto la guida della Prof. ssa A. Kritsotaki. Ha frequentato la Scuola d’Arte ”N. Zabaglia” di Roma, dove ha approfondito le tecniche pittoriche. Inizia nel 1990 in un gruppo al femminile con le prime mostre collettive, per poi proseguire con numerose mostre e concorsi. Ha allestito mostre personali di incisione e di pittura in Italia e all’estero conseguendo numerosi riconoscimenti in diverse manifestazioni. Le sue opere sono presenti presso collezioni e istituzioni italiane ed estere, su cataloghi di prestigio e su diversi siti Internet. È presente nell’archivio incisori del “Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne” del Comune di Bagnacavallo; è membro dell’Associazione nazionale Incisori Italiani di Vigonza (PD) e dell’Associazione Italiana ExLibris. La sua attività artistica è di ampio respiro, spazia dalla pittura, alla poesia, alla scultura su pietra e altri materiali, fino a giungere recentemente a piccole fusioni in bronzo e argento. […] La sua ricercatezza stilistica è un distillato d’amore. Il disegno impera. L’insieme è un tenace e laborioso trattato idiomatico; possiede una forza evocativa di indicibile bellezza. E’ senza ombre. In materia xilografica, le miniature della Palazzetti risultano al di sopra della media. Il paesaggio

cosmico, il tessuto planetario, le trame, la simmetria, il viaggio verso la luce, si impongono e traducono qualcosa di magnifico. Sono l’esaltazione del segno, la potenza evocativa. In realtà, esse costituiscono la ricchezza interiore. Il preludio, tra l’ardore e il vigore, tra la materia e l’essenza. Se i suoi lavori attraggono fortemente, ciò è dovuto al senso di gloria, di solennità, di rapido movimento. La sua arte è una sintesi solare, una suggestiva meditazione su quanto vibra sulla terra e nelle acque; l’affluenza, tuttavia, ha luogo negli spazi dove aleggia la tremenda e sublime realtà dai contorni onirici. Da questo punto si snoda l’indiscutibile bellezza. […] Maria Teresa Palitta Franco Palazzo Nasce a Crispiano vive e lavora a Ravenna. Terminati gli studi superiori, si dedica a pittura, scultura ed incisione e frequenta i corsi di Tecniche dell’Incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Esponente negli anni Novanta dell’Europ-Art Group di Ravenna, viaggia in Francia e in Spagna entrando in contatto col mondo artistico europeo. E’ del ’73 la prima di numerose mostre – tra individuali e collettive – tenute in Italia, Austria, Francia, Spagna, Repubblica Ceca e U.S.A., fino alle recenti personali al Circolo degli Artisti di Faenza, al Palazzo della Provincia di Ravenna, al Palazzotto dell’Arte di Foggia ed alle Ex Pescherie di Cesena. Viene invitato nel 1988 alla rassegna “10 Jahre Kunst aus Ravenna” a Salisburgo e nel 2000 alla Collégiale Saint-André a Chartres. Nel 2001 partecipa a “Progetto Ambiente”, Galleria del Credito Valtellinese, invitato dai curatori Martina Corgnati e Julien Blaine. Nel 2003 è invitato alla VI Sharjah International Art Biennial (U.A.E.) ed alla Kunstmesse Salzburg (A). Nella più recente produzione dell’artista le opere sembrano segnate da una forte tensione espressiva, frutto di un’incessante ricerca intesa come sfida all’inconoscibile. In questo stadio si manifesta la tensione verso il più rigoroso equilibrio formale e compositivo, che sfocia nel ciclo delle Torri-Navi. Segue il ciclo delle singolari Incisioni e delle sculture Paramorfiche e Arkhaeo di forme e contenuti allusivi e paralleli alle evidenze del reale, nelle sue infinite possibilità interpretative. Per l’osservatore è un invito ad un metaforico viaggio fuori dallo spazio-tempo, attraverso gli utopici e misteriosi sentieri della memoria. Ambigue immagini, misteriose icone, talvolta ironiche e sconcertanti, vanno oltre il loro stesso apparire, consumano l’enigma dell’essere ed esorcizzano l’angoscia del nostro tempo, mostrando ora la ragione, ora la fantasia, sempre la speranza. Gigi Pedroli Gigi Pedroli è nato a Milano dove vive e lavora. Dopo gli studi compiuti presso la Civica Scuola d’Arte del Castello, si dedica intensamente all’attività artistica. Partecipa a numerose e importanti manifestazioni,

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a mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Artista versatile e originalissimo, si distingue per la ricchezza e la varietà dei mezzi espressivi, l’eleganza sofisticata del segno, lo smagliante e fantasmagorico gioco dei colori. Le sue opere raccontano, in modo fantastico e surreale, personaggi e situazioni della realtà che lo circonda, il gesto sicuro e il rigoroso senso della misura e del colore fanno da supporto alla piacevolezza della forma e rivelano un artista completo. Scultore, ceramista, pittore, disegnatore, incisore e affreschista, nonché musicista, compositore e cantante di cabaret, ha rivolto per tutta la vita con passione lo sguardo all’arte, ovvero a ciò che per sua costituzione è lontano dall’ovvio. Gigi Pedroli descrive con l’umorismo un po’ stralunato dei suoi oli, delle sue acqueforti e delle sue ceramiche: un’ironia non corrosiva, nella quale si esprime il suo sguardo benevolo e ottimista sulla gente laboriosa e tranquilla che lo circonda. Uomini e donne nella cui poetica deformità si esprime il loro essere normali; sereni nell’ accettare di non essere belli. Stanno per mano a testa in su, oppure vanno sulla bicicletta, su pattini a rotelle o su macchine volanti: una modernità, quest’ ultima, che non toglie nulla al loro essere persone semplici e normalmente difettose; non modelli né eroi. Opera presso il Centro dell’incisione Alzaia Naviglio Grande di Milano, dove tiene periodicamente corsi di incisione. Olivia Pegoraro Nata a Schio (VI) conclude l’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1999 con il massimo dei voti dedicando la sua tesi alle tecniche di incisione. Successivamente frequenta un corso sulle tecniche H. Goetz all’Atelier Aperto di Venezia e nel 2000-2002 si specializza in incisione e stampa alla Fondazione Internazionale per l’Arte grafica Il Bisonte di Firenze. Dal 2003 insegna tecniche artistiche ed è presidente e fondatrice dell’Associazione culturale “La piccola Scuola d’Arte” di Piovene-R.(VI). Ha iniziato ad incidere nel 1996 e sino ad oggi ha realizzato oltre centonovanta matrici utilizzando tutte le tecniche tradizionali ed alcune sperimentali, ma predilige in particolare acquaforte, morsura aperta, puntasecca e ceramolle. Stampa in proprio utilizzando due torchi a stella. Dal 1992 ad oggi ha partecipato ad oltre duecento esposizioni di carattere nazionale ed internazionale, ottenendo diversi premi e riconoscimenti, tra cui due Triennali mondiali di stampa di piccolo formato a Chamalières , “Controluce” al Padiglione Italia alla 51^ Biennale di Venezia, “Il Bisonte agli Uffizi” e all’Accademia del disegno di Firenze nel 2003 e 2013; alle più importanti Biennali di incisione e collettive sia nazionali che estere Antonia Maria Perucchetti Ho sempre cercato la valorizzazione dei linguaggi espressivi, la forma e i contenuti dell’arte con modalità adeguate.

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L’incisione è stata una scelta meditata. Rispecchiava i miei interessi più personali ma negli anni è divenuta attività complementare al mio insegnamento. Intenzionale è stato l’impegno che ho dedicato alla ricerca critica, al lavoro e allo studio di ogni aspetto dell’incisione, dalla sua storia culturale alla produzione degli artisti, anche seguendo corsi d’approfondimento a Milano e a Urbino. Prediligo incidere sovrapponendo varie tecniche incisorie, dall’acquaforte all’ acquatinta, alla ceramolle e altre ancora o incidere il plexiglas. Utilizzare anche materiali diversi e lastre composte. Sperimentare mi interessa, sono procedimenti che rimandano sia alla pittura sia all’incisione. L’intento è la ricerca di nuove espressività. E’ il segno che coinvolge il gesto nell’atto creativo. La resa è sensibile e materica, la superficie si anima. L’espressività ha spezzettature e grafismi informali. Dal 2005 espongo con continuità, ho partecipato a diverse collettive in territorio nazionale e in gallerie di diverse città. Ho esposto incisioni in qualche rassegna all’estero o in video (es. Londra). Tre le mostre personali, l’ultima è stata nel 2010 a Torino avendo vinto il Primo Premio di Grafica alla Biennale Contemporanea, Galleria Arte Città Amica. L’ultima esposizione collettiva indicativa cui ho partecipato, è stata in agosto 2015 per l’Expo, alla Galleria Plaumann a Milano. La prossima collettiva sarà a ottobre 2016, a Milano presso Galleria Lazzaro. Paolo Petrò Nato a Brescia; si è diplomato al liceo Artistico e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Ha iniziato a dipingere ed a esporre all’inizio degli anni settanta, partecipando a premi e a mostre su invito, ottenendo dei riconoscimenti: 1970 premio Ottone Rosai segnalato; 1973 premio S. Agata Brescia premiato; concorso nazionale Apeco Milano segnalato; Disegno perché, galleria A.A.B. invitato; Rassegna nazionale città di Brescia: la dimensione sociale dell’uomo contemporaneo; 1974 arte giovane, circolo della stampa, rotonda di via Besana Milano, ed altre manifestazioni fino ad arrivare al 1977, anno della sua prima personale presso la galleria Labus a Brescia. E’ stato per quindici anni nel consiglio direttivo dell’Associazione Artisti Bresciani, dove ha insegnato nudo, acquarello e tecniche dell’incisione. Il suo lavoro è diviso in ugual misura tra la pittura e l’incisione a cui si è dedicato ultimamente, realizzando grandi opere calcografiche. Le sue opere si trovano in vari musei e luoghi pubblici; l’opera grafica è presso la Civica Raccolta di Stampe del Museo Achille Bertarelli di Milano; nel Gabinetto delle Stampe del Comune di Bagnacavallo (Ra); nel Museo del comune di Serra San Quirico nelle Marche; Nel Museo della Grafica del Comune di Ostiglia; Presso la collezione Sartori di Mantova ecc.ecc. Paolo Petrò vive a Camignone in Franciacorta.


Vincenzo Piazza Nato a Catania, si accosta alla pittura da adolescente e dopo un periodo di inattività ritrova l’interesse nei primi anni ottanta privilegiando l’esercizio del disegno. Compie gli studi universitari a Palermo conseguendo la laurea in Architettura nel 1983. L’avvio dell’attività artistica è segnato dall’interesse verso le tecniche dell’incisione che inizia a praticare nel 1985 anno a cui risale la prima delle numerose mostre collettive in varie città italiane ed estere. Frequenta quindi i corsi di calcografia e litografia presso l’Accademia Raffaello di Urbino e nel 1987 la sua prima personale viene allestita dalla Galleria Tasso di Bergamo. Dal 1995 si dedica anche agli Ex Libris partecipando alle più importanti rassegne (Bratislava, Cluj-Napoca, Gliwice, Malbork, Ostrów Wielkopolski, Shanghai, Sint-Niklaas, Varsavia, …). Dal 1998 le sue opere sono quotate nei cataloghi della Libreria Antiquaria Prandi di Reggio Emilia. Articoli sulla sua attività sono apparsi nelle principali riviste di settore. Ha illustrato le copertine di libri pubblicati da Book Editore di Ferrara ed ha realizzato edizioni d’arte con l’INClub di Firenze, MAVIDA di Reggio Emilia, Chalkos di Napoli, Edizioni dell’Angelo di Bassano, Il Girasole di Valverde… È presente in collezioni pubbliche, nel 2010 alcune sue acqueforti sono state acquisite dal gabinetto delle stampe e dei disegni della Pinacoteca Albertina di Vienna e nel 2014 una selezione di ex libris e plaquettes è entrata a far parte della collezione del “Kunstmuseum & Exlibrissamling” di Frederikshavn. Dopo essersi dedicato esclusivamente all’espressione in bianco e nero del disegno e dell’incisione, a quarant’anni riscopre il senso del colore prediligendo la tecnica del pastello cretoso e riprendendo anche a dipingere. Attualmente vive e lavora a Palermo. Vincenza Poneti Nativa di Tavarnelle Val di Pesa (Fi), vive e lavora a Scandicci (Fi). Ha frequentato la “Scuola Libera del Nudo” all’Accademia d’Arte di Firenze, la Scuola Internazionale per la Grafica d’Arte “Il Bisonte” di Firenze e il Corso di Incisione a Colori presso l’Università di Olomouc (Repubblica Ceca). Dipinge sia ad olio che ad acquarello; il mezzo espressivo che le è più congeniale è l’incisione d’arte. Ha partecipato a numerose mostre collettive provinciali, nazionali e internazionali, tra cui il Premio Grafica Santa Croce 2007; Chaumont Haute – Marne – Francia 2010; Triennale Européenne de l’Estampe Contemporaine” – Toulouse, Francia – 2010 – 2013 – 2016; “VI Biennale di Grafica” – Campobasso – 2010; Biennale di Grafica – Perugia 2014. E’ presente nel Repertorio degli Incisori Italiani di Bagnacavallo, nella Raccolta Stampe Adalberto Sartori di Mantova, nella Raccolta Stampe

“Achille Bertarelli” del Castello Sforzesco di Milano e in diversi cataloghi e pubblicazioni d’arte. Ha tenuto diverse personali principalmente in Toscana. Dal 24/02/2011 al 14/04/2011 è stata allestita una sua mostra personale presso il Museo di Storia Naturale di Firenze “La Specola”. Nel 2014 ha esposto alla Galleria Il Donatello (Firenze) e nel 2016 presso la Sala delle Eroine nel Comune di Pontassieve (Firenze) Fa parte dell’Associazione “Il Donatello” Firenze e dell’Associazione “Dalle Terre di Giotto e dell’Angelico” di Vicchio –Firenze. Ha progettato le 15 vetrate della Chiesa del SS. Nome di Gesù ai Bassi di Firenze e da oltre 30 anni disegna rebus per alcuni giornali enigmistici. Maria Teresa Romitelli Maria Teresa Romitelli è nata a Spoleto, dove vive e lavora. Diplomata all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, dove ha avuto, tra gli altri, come docenti Padre Diego Donati , Gerardo Dottori e Nello Ponente, ha intrapreso l’attività pittorica negli anni ’70, dedicandosi nello stesso tempo all’insegnamento dell’educazione artistica. Le prime, più significative, mostre personali sono state tenute ad Urbino, Firenze e Bari. Negli anni ’80 ha esposto in numerose mostre sia personali che collettive, in Italia e all’estero. Negli anni ’90 ha partecipato alla Biennale d’arte “Border to border”, presso la Austin Peay State University in Clarksville, alla mostra “Femminile Plurale”, presso il Palazzo Comunale di Spello, alla rassegna “De nativitate”, presso la Chiesa di S. Eufemia a Spoleto, a cura di Alberto D’Atanasio. Negli anni più recenti vanno segnalate, tra le altre, le presenze alla mostra “Angelus Novus”, presso la Rocca Paolina di Perugia ed alla rassegna grafica “Beata Angela da Foligno”, presso il Palazzo Trinci di Foligno, ove la sua opera ha ricevuto un importante riconoscimento, entrando così a far parte della collezione comunale permanente. Nel 2013 partecipa alla mostra “ Mini Print International of Cadaques”, rassegna di incisioni a Barcellona. Cura inoltre un suo studio di incisione (ed anche luogo espositivo) in Piazza Collicola a Spoleto, organizzando mostre ed incontri per una divulgazione pratica della stampa calcografica. Sue opere figurano in collezioni private e pubbliche, in Europa, negli Stati Uniti, in Australia, in Cina e Brasile. Mimmo Sarchiapone Nato a Pescara, attualmente vive e lavora a Montesilvano. Inizia a giocare con colori e pennelli da ragazzino quando la guerra e la liberazione erano appena passati. Nel 1951 consegue il diploma di maturità. Nel 1966 si trasferisce a Firenze. Ricomincia a disegnare e dipingere partecipando a mostre e concorsi ma mentre prende parte attivamente alla vita artistica e culturale fiorentina frequenta il corso triennale di Tecnica dell’Incisione

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presso l’Accademia Cappiello di Firenze dove consegue il Diploma. Nel 1968 si trasferisce a Bologna dove attrezza il suo studio con un torchio a stella per la stampa calcografica, dedicandosi sempre più ad approfondire le tecniche incisorie, frequenta ad Urbino lo studio di Leonardo Castellani, e decide di abbandonare la pittura per privilegiare sempre più l’attività grafica di cui diventa una dei più attivi esponenti. Il suo percorso si snoda in interessanti periodi artistici come quello degli “Intonaci di Bologna” e delle “Fioriture”. Nascono così centinaia di lastre incise in acquaforte, acquatinta, punta secca, dando inizio alla felice stagione di successi e riconoscimenti in Concorsi e Mostre in Italia e all’Estero. Citandone solo le più importanti: nel 1988 in occasione del 50° Anniversario della morte di G. d’Annunzio espone a Pescara nella casa natale del Poeta 25 acqueforti dedicate alla “Pescara dell’epoca dannunziana “. La mostra trasferita poi al Museo del Vittoriale di Gardone vi è rimasta in permanenza. Nel 1993 per il 50° anniversario della liberazione di Ortona realizza la mostra “Gente di Ortona” donate poi al Comune. Nel 1997 nella ricorrenza del 70° anniversario della nascita della provincia di Pescara, realizza nelle sale del Museo Cascella una mostra di incisioni e disegni. Nel 1998 l’Accademia Pascoliana lo invita a realizzare nella casa natale del Poeta una mostra dedicata a G. Pascoli. Nello stesso anno realizza una mostra dal titolo “Gente d’Abruzzo” con opere ispirate a scene di vita contadina poi trasferita a Santarcangelo di R. nel Museo Etnologico “Gente di Romagna”. Nel 2010 per la celebrazione del Centenario della nascita di Ennio Flaiano, la Fondazione Tiboni lo invita a realizzare nel Mediamuseum la mostra “La Pescara di Flaiano”. Nel 2012 firma l’Atto di donazione di circa 500 lastre incise e di tutta l’attrezzatura dell’Officina Grafica alla Fondazione Pescarabruzzo, per la realizzazione di un Museo dell’Incisione e di un Laboratorio Grafico dove svolgere Corsi per l’insegnamento dell’arte incisoria. Sempre nel 2012 in occasione della cerimonia per la nomina di Penne a Borgo più bello d’Italia viene realizzata una mostra con 19 incisioni poi donate al Comune. Nel 2013 per il 150° “Anniversario della nascita di G d’Annunzio” espone 40 opere tematiche nelle sale della Fondazione Pescarabruzzo. Nel 2015 espone a S. Vito Chietino una mostra di incisioni dedicate ai Trabocchi della “Costa dannunziana” poi trasferita a Pescara. L’ultima mostra è quella di Maggio 2016 a Bologna con Incisioni dedicate ai “Muri Di Bologna”. Irene Sciolti È nata a Lecce dove vive e lavora. Dopo essersi diplomata presso il Liceo Artistico “V.Ciardo” di Lecce, si iscrive presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Collabora come illustratrice ad un libro sull’alimentazione commissionato dalla scuola “C. Collodi” di Galatone e nel 2013 è selezionata con due opere alla mostra didattica in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2013/2014) presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Nello

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stesso anno partecipa alla mostra collettiva presso la “Galleria Francesco Foresta” di Lecce. Segue poi una settimana di perfezionamento dell’arte incisoria presso il laboratorio dell’Associazione Culturale l’Armadillo di Firenze. Consegue la Laurea triennale in Grafica- Editoria d’arte con votazione 110 con lode ed è presente presso il 9° Premio Internazionale Biennale d’Incisione – Città di Monsummano Terme. Nel 2015: Performance di Incisione e stampa dal vivo di matrice lignea a cura di Nicoletta Scilimati con Miriana Pino in seguito è presente presso Spazio Apulia, Palazzo Barone Ferrara, e presso Teatro Margherita, Bari. Nel 2016 prende parte al Workshop tecniche colori simultanei- Tecniche Hayter- con Hector Saunier, Shu-lin Chen e Alex Dorici, Verbania. Attualmente frequenta il secondo anno della specialistica di grafica continuando la sua ricerca nel mondo dell’Incisione. Aniello Scotto Aniello Scotto, nato a Napoli, ha frequentato il Liceo artistico e l’Accademia delle Belle Arti della sua città. Fra i suoi maestri Domenico Spinosa e Bruno Starita. […] una vis pittorica che lo porta durante il terzo anno accademico, con l’incontro del maestro Bruno Starita, ad abbracciare con entusiasmo e pregevoli risultati l’arte dell’incisione. Nelle sue incisioni l’onirico è sempre più esaltato dal virtuosismo del bulino e dall’eleganza del segno liberato dalla punta dell’acquaforte e ciò porta Aniello Scotto a far volare la sua fantasia in mondi creativi ed intravisti solo nei sogni. […] Walter Memmolo Nel 1982 riceve un primo importante riconoscimento il Premio “Primo Vere” conferito dall’ Accademia Nazionale di San Luca di Roma per l’incisione Apocalisse. Il suo approfondimento tecnico, la specializzazione stilistica si accompagnano ad una, quasi ossessiva spontaneità di immaginazione e rappresentazione. E’ docente di “Tecniche dell’incisione” e di “Disegno artistico” presso la Reale Accademia delle Belle Arti di Napoli. Sono numerosissime le mostre e le partecipazioni a collettivi artistici, fino alle più recenti ed importanti, come le personali itineranti “Fuori dal Mito” e “Io, Domitilla” […]E’ raro il caso di artisti, soprattutto nell’ambito delle arti figurative o della visione, che l’approfondimento tecnico, la specializzazione stilistica si accompagnino ad una persistente, quasi ossessiva, spontaneità di immaginazione e rappresentazione…Artista introverso nell’ispirazione di fondo ma fortemente rappresentativo nella capacità e volontà di esprimere il suo mondo poetico, i suoi stati d’animo. Nel 1986 Scotto incontra il poeta Gerardo Pedicini e, dalla loro amicizia, nasce un volume particolarmente interessante, presentato anche al pubblico Spagnolo: Dodici sonetti ancipiti per dodici capricci incisi. L’anno dopo un altro incontro decisivo nel percorso formativo del giovane artista, quello con


Pietro Annigoni e Fabrizio Clerici. […] Ernesto Paolozzi Nicola Sene Vive e lavora a Venezia. La sua vita d’artista si fonde con la sua attività didattica, creativa e di impegno sociale. Negli anni ’60 è tra i fondatori della libreria e Galleria Internazionale, più tardi è tra i fondatori di Venezia Viva e del Centro Internazionale della Grafica e della omonima Scuola dove insegna fino al 1992. Nel 1989-1990 su invito realizza una propria opera all’Atelier Aperto del Museo Nazionale di Belgrado, in seguito a questa esperienza fonda con un gruppo di suoi allievi e colleghi l’Atelier Aperto a Venezia, Milano e Roma, dando vita ad una serie di mostre, interventi e edizioni a carattere nazionale e internazionale, tra questi: “Il dilettevole giocco del pesse a Venezia” (2001/2), “In viaggio con Marco Polo” (2005), “Venezia: le Feste” (2008). Nel 2007 espone su invito nella XIII Biennale della Silografia di Carpi, dove le viene assegnato il prestigioso Premio Ugo da Carpi. Numerose sono le lastre e i legni che Sene ha inciso negli anni, per i soci del Club dell’Incisione. Al suo attivo oltre le mostre personali e collettive, varie edizioni e libri d’artista: “A Veronica Franco”, “Lettera a Casanova”, “Couleur Levant”, “Limoni”, “La Luna si è rotta” “Marie de tola”. “Nel cuore della notte”. Nel 2012 espone a Washington DC “Andare Oltre”; personale a Venezia Galleria Kokonton: personale in Spagna a Oviedo: Galleria AlFara.. 2014 personale Brescia San Zenone. Antonella Signaroldi Ancora giovanissima, si dedica nel tempo libero al decoupage pittorico e alla creazione dapprima di bigiotteria, poi anche di monili in argento e pietre preziose. Divenute nel tempo insufficienti al suo estro queste attività, si iscrive nel 2009 all’Istituto Gazzola di Piacenza, dove si avvicina alle tecniche di ornato, figura e incisione. Nonostante l’attenzione prestata agli insegnamenti, spiccatissimo è fin da subito in lei lo slancio a sperimentare con prepotente individualità. Affascinata soprattutto dall’incisione, frequenta a Milano corsi sperimentali nei quali approfondisce le tecniche di collografia, linoleumgrafia e stampa con colori atossici. Con le tante competenze acquisite le diventa possibile affrontare i suoi soggetti preferiti attraverso le più diverse tecniche: acquaforte, acquatinta, puntasecca, maniera nera su lastre di zinco, linoleumgrafia, collografia, incisione su plexiglas, forex e tetrapak. E’ l’incisione il suo principale mezzo espressivo, alla ricerca non della perfezione del segno, ma dell’immediatezza, nell’intento di catturare ad ogni costo un’emozione. Incide, e nel farlo sembra prendersela con la lastra, tanta è la passione, la rabbia, la delusione che entrano in gioco nel suo gesto. Solo nel momento della stampa ritrova infine serenità e meraviglia. Predilige tirature piccole, non di rado addirittura l’esemplare unico. Dalle

sue sperimentazioni non è esclusa la pittura: pastelli, acquerelli, olî, ardite innovazioni materiche dell’oggetto-quadro. Numerose le esposizioni in cui è stata coinvolta o di cui è stata protagonista: a Vigolzone – primo premio alla XIII edizione del Concorso Stefano Fugazza -, alla XI Biennale Internazionale per l’Incisione di Acqui Terme, a Codogno presso il Vecchio Ospedale Soave, al Castello dei Da Paraga a Vigonza, al Palazzo del Podestà di Castell’Arquato - la sua prima personale -, al Centro Espositivo Rocca Paolina di Perugia, nel prestigioso Museo della Stampa di Soncino e all’Atelier Controsegno di Pozzuoli. Suoi lavori d’incisione sono pubblicati su diversi cataloghi. Fa parte della collezione della Fondazione Istituto Gazzola con alcune opere selezionate. Clara Silveri Cresciuta a Peschiera Borromeo (MI), ha conseguito la maturità artistica presso il “I Liceo Artistico Statale Hajech”di Milano e la qualificazione Post-diploma in “Esperte di Tecniche Decorative”. Ha lavorato presso laboratori di restauro a di decorazione a Milano e nell’intervento di recupero della chiesa di San Nazzaro (CO). Trasferitasi a Chiusi (SI) ha intrapreso gli studi all’Accademia di Belle Arti di Firenze durante i quali ha conseguito il diploma in restauro e la Laurea con 110 e lode. Abilitata nel 2009 all’insegnamento in Discipline pittoriche da allora ricopre incarichi nella scuola. Durante gli anni dell’Accademia ha cercato di fare esperienze diverse realizzando affreschi, restauri, sculture ma è soprattutto nella tecnica dell’incisione che la sua arte ha trovato maggiore espressione. Ha partecipato alla mostra Emozione e scienza in Ostuni (BR) in collaborazione con il Dipartimento di Fisica ed Astronomia di Firenze, con il quale ha esposto in La Scienza vista dall’Arte presso l’auditorium S. Alessandro in Fiesole (FI). Finalista nel 2006 e vincitrice del Premio Speciale all’edizione 2007 del Concorso “Premio Artemisia” di Ancona. Terza classificata al premio “I volti della Val di Chiana” organizzata nel 2014 dal Lions club. Nel 2015 ha frequentato il corso di grafica d’arte al Bisonte (FI) dove continua il suo lavoro di ricerca, sperimentazione e perfezionamento. Malgorzata Stanielewicz Si è laureata con lode presso la State College of Fine Arts di Breslavia: Dipartimento di Incisione. Le sue aree di interesse artistico sono: incisione, costumi teatrali, disegni, scenografie, collezioni moda arte sfilate di moda. Progetta e realizza collezioni di abbigliamento unici utilizzando metallo, plastica, CD, cuoio, carta, ecc . Ha preso parte a più di 120 presentazioni e sfilate di moda. Dal 1993 ad oggi ha partecipato a numerose rassegne in Polonia e all’estero ottenendo premi e segnalazioni. I suoi lavori si trovano in Polonia: the Ossoliński National Institute, Wrocław; Museum of Copper in Lubin;

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Provincial Gallery in Głuchołazy; Vatican Museum; Belgium: European Parliment; Sweden: Galleri Astley; and in private collections in Poland, Australia, Albania, Germany, China, Switzerland, Portugal, Gran Canaria, Israel, France, Republic of South Africa, Sweden. Luigi Timoncini Nato a Faenza, si trasferisce a Milano nel 1951 e conclude gli studi all’Accademia di Brera. Nel 1962 tiene la sua prima personale. Nell’ambito del realismo esistenziale che caratterizza l’ambiente artistico milanese di quegli anni si dedica a opere pittoriche in cui raffigura la desolazione di nebbiose periferie urbane e la solitudine dell’uomo contemporaneo. Al lavoro di pittore affianca un intenso lavoro di incisore affidando al segno una inconfondibile forza espressiva e una scarna efficacia evocativa. Ha tenuto oltre settanta mostre personali ed è presente in rassegne importanti. Partecipa attivamente alla vita culturale e artistica milanese, dal 1993 al 2003 è Direttore della Scuola Superiore d’Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano e nel 1999 ha ricevuto dal Comune di Faenza la medaglia d’oro del “faentino lontano”. […] Protagonista appartato del realismo esistenziale, cioè di una corrente espressiva che ha cercato nella realtà più una domanda che una risposta, Luigi Timoncini ha sempre vissuto la pittura come un compito etico, non come un esercizio estetico. Nelle sue opere si avverte che a muoverlo e a commuoverlo, più che la bellezza, sono gli affanni, i dolori, gli stridii della vita. Il suo orizzonte di indagine è sempre stato la città, come abitazione dell’uomo. Anche quando rappresenta la natura cerca le rovine, le memorie, il presentimento della figura umana… Pur essendo sempre stato un realista, non ha mai avuto della realtà un concetto angusto, circoscritto… Questa visione vasta è stata il suo punto di forza, ma anche la ragione di una certa sua inappartenza alle strade espressive più frequentate e comuni. […] Elena Pontiggia. Gianfranco Tognarelli Nato a Pontedera, si è avvicinato alla pittura durante gli studi superiori. La conoscenza di Antonio Luigi Gajoni (pittore che ha fatto parte del gruppo “Les italiens de Paris”) è stata decisiva. L’attività pittorica è stata sempre accompagnata da ricerche nel campo della grafica con particolare riguardo per l’acquaforte e l’acquatinta. Tali ricerche, sono emerse con la partecipazione a rassegne nazionali e internazionali e con la segnalazione nella Storia dell’arte italiana del ’900. Generazione anni 40 di Giorgio di Genova. Tra le altre ricordiamo le partecipazioni alle più prestigiose rassegne di arte incisoria: Biennale Internazionale per l’Incisione Premio Acqui, Acqui Terme (Al); Museo delle Cappuccine, Bagnacavallo (Ra); Grafik Museum Schreiner, Badsteben (Germania); Muzeul Florean, Maramures (Romania); Biennale Internazionale Grafica Piccolo Formato

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ed ex Libris, Ostrow, Wielkopolski (Polonia); XVI Biennale Internazionale di Grafica, Varna (Bulgaria); Premio Grafica Italiana, Vigonza (Pd)… […] Tocco delicato, quasi impressionista, in un foglio dove sulla tecnica, pur condotta con esperienza e buona mano, prevale la ricerca di un’atmosfera debussyniana e perfino crepuscolare di pittoricismo, azzarderei anche di dire di poesia. Credo che l’incisione, insieme a tutto il mondo dell’arte, abbia bisogno di riscoprire antichi valori, come la poesia, ormai considerati obsoleti e trascurati. […] Gianfranco Schialvino […] I temi che Tognarelli affronta sono quelli della consuetudine, ma assai personale è il modo in cui li sviluppa. Innanzi tutto il segno: lieve e insieme profondo, parco e, allo stesso tempo, ricco di evoluti cromatismi, in continua modulazione di varianti. Nei suoi lavori, di piccole o più grandi dimensioni, trascorre una profonda umanità. Tognarelli entra in totale simbiosi con la latra su cui, con amorevole scrupolo, compone il segno. E, nelle scene che rappresenta, siano esse vedute paesaggistiche o tratti fisiognomici o altro, proietta tutto se stesso, senza riserve o remore. Lo fa con un innato senso dell’equilibrio, alla ricerca di un’armonia che è, prima di tutto, interiore. […] Ilario Luperini Roberto Tonelli Nato a bologna, vive e lavora a Piacenza dove si è formato all’Istituto d’Arte Gazzola compiendo studi specifici sull’incisione. E’ socio fondatore dell’Atelier del Borgo, associazione per la valorizzazione della grafica originale. […] I suoi paesaggi sono immersi in un’atmosfera atemporale ove il segno non descrive ma racconta e, grazie alla resa della luce, riscopre luoghi e momenti vissuti dall’artista sempre pronto a cogliere suggestioni, voci nascoste, corrispondenze tra l’animo altrui e le proprie emozioni; paesaggi che vengono rielaborati e trascritti sulla lastra così come la sua immaginazione li vuole per dare vita ai “luoghi dell’anima”. […] Emanuela Ivaldi […] Inizialmente suggestionato dalle acquetinte del suo insegnante Bruno Missieri, Tonelli se ne discosta poi in modo netto trovando il proprio linguaggio autonomo nella tecnica dell’acquaforte su zinco. I risultati raggiungono presto livelli inaspettati. Aveva trovato nel bianco e nero molta più libertà d’espressione che nell’uso dei colori esplicitati. Aveva scoperto l’esperienza del segno esatto e minuzioso che consente di entrare veramente in ciò che si rappresenta fino a farne parte. “Sono diventato ramo, erba, neve” dice l’artista. I risultati lo dimostrano ed ecco visibili ai nostri occhi distratti l’infinito microcosmo di un solco, la società vegetale che chiamiamo “foglie”, l’incanto della neve, il gioco e il rimpiattino di luci e ombre. Il bianco e il nero dell’incisione costringe chi guarda a partecipare, a “completare l’opera” immaginando i colori, aggiungendo qualcosa di sé e fa sì che gli amanti di quest’arte non siano fruitori passivi ma soggetti emozionalmente e intellettualmente attivi. Perfetta quindi la


scelta di Tonelli di dedicarsi a quest’arte nella quale si caratterizza facendo di paesaggi luoghi, di ritratti esperienze, di emozioni segni tangibili, di risultati poesie visive. […] Bruna Milani Renato Tonietto Renato Tonietto è nato a Castelfranco Veneto, ha frequentato la Scuola d’Arte di Nove e L’Accademia Belle Arti di Venezia, diplomandosi in pittura. Dopo alcune esperienze iniziali nel campo della pittura e nella decorazione d’interni, nel 1993 attrezza il suo primo studio-laboratorio per dedicarsi esclusivamente all’attività incisoria. Frequenta in quegli anni il Centro Internazionale della Grafica di Venezia, dove si accosta alla xilografia e alle possibilità espressive dell’incisione sperimentale. Questo periodo è caratterizzato da una ricerca di sviluppo tecnico e tematico, operando per sequenze di lastre, sviluppando ora il tema dei disfacimenti organici, ora le “Tracce Aride”: lastre sagomate con rilievi a secco, caratterizzate da un forte contrasto chiaroscurale con effetti tridimensionali, esplorazioni di materiali organici un rincorrersi di steli, tronchi, fiori recisi, terre arse, spazi rotti o bagnati o prosciugati. La ricerca degli ultimi anni invece predilige l’utilizzo dell’acquaforte, con la quale ha realizzato una serie di opere impostate su due specifici soggetti: l’albero, assurto al ruolo di personaggio protagonista e il paesaggio boschivo. Solitari o all’interno di un’ambientazione fittamente ramificata e frondosa, gli alberi, stagliati su fondi luminosi, vengono minuziosamente messi a nudo attraverso un’opera di profondo scavo. La sua attività espositiva, sia personale che collettiva è subito segnata da riconoscimenti, con il conseguimento di otto primi premi in Concorsi Nazionali di Grafica, numerosi inviti a prestigiose Rassegne di Grafica biennali e triennali. Stampa e pubblica numerose cartelle di acqueforti per enti, pubbliche amministrazioni, aziende private. Negli ultimi anni ha svolto una attività didattica con corsi di disegno e grafica, promuovendo in ambito culturale la Biennale “Sguardo sull’incisione” per il Comune di Castello di Godego, giunta alla sesta edizione. Nelle sue incisioni si mostra un artista attento alle precise regole imposte dall’ortodossia calcografica ai requisiti riconosciuti dalle convenzioni internazionali a garanzia dell’autenticità del multiplo d’arte, dimostrando così il rispetto e l’amore per questa antica arte incisoria. Lucia Verrilli Nasce a Basilea (Svizzera), è figlia d’Arte, il padre è un pittore paesaggista. Si trasferisce in Italia nel 1980, prima a Udine poi a Perugia, dove si diploma all’ Istituto d’Arte e si laurea all’Accademia di Belle Arti “P. Vannucci”. Negli anni successivi all’Accademia frequenta corsi di fotografia e ceramica, realizza mostre collettive e personali di incisione, pittura e fotografia in

Italia e all’estero (Parigi, Nizza, Basilea, S. Pietroburgo). Partecipa alla biennale d’incisione ad Acqui Terme, alla collettiva di minigrafica e pittura “Itart” dell’Accademia d’Arte di Pisa, e alla Rassegna d’Arte “La Telaccia d’oro” di Torino, dove riceve una menzione speciale per la grafica. Nel 2009 pubblica il libro “Fausto e Tennino” con la casa editrice “Il filo” di Roma per il quale realizza anche la copertina e le illustrazioni insieme alla nipote Silvia, e per il quale riceve il 5° premio al concorso letterario “Città di Moncalieri” (Torino). La sua ricerca artistica si muove su diversi fronti e così nel 2014 pubblica un’antologia di poesie con la casa editrice “Pagine” di Roma. Scrive delle sue incisioni Rosetta Savelli, blogger, scrittrice e collaboratrice della rivista Juliet Art Magazine Rivista Di Arte Contemporanea: [...] l’opera “Orizzonte” è contraddistinta da una tonalità monocromatica diluita in fluide sfumature. Domina il colore arancione che ricorda il colore del rame e della materialità, mentre nelle sfumature diluite si percepiscono le emozioni e le percezioni caratteristiche del dormiveglia, di assopimento e di abbandono al sogno... E’ comunque chiara la volontà di Lucia Verrilli di contenere e di cogliere in un unico tutt’uno sia gli spazi della realtà e sia gli spazi dell’immaginario. […] Vanda Zizza Nata in provincia di Messina; vive a Palermo. Si abilita all’insegnamento a 18 anni,… e segue i corsi di formazione per docenti con il Prof. Helmut Von Wartburg della Steiner- Schule di Dornach. Nel 1999 consegue una seconda abilitazione all’insegnamento e il Diploma di Laurea di II° livello all’Accademia di Belle Arti di Palermo in Decorazione Pittorica. Dal 2004 si dedica all’incisione sperimentandone le varie tecniche e stampando in proprio. E’ invitata e partecipa a diversi Concorsi Internazionali d’incisione in: Italia, Francia, Spagna, Inghilterra, Bulgaria. Si perfeziona presso l’Università di Palermo alla Facoltà di Scienze della Formazione in: “Formazione dei Docenti per la Scuola in Ospedale e per il Servizio di Istruzione Domiciliare” in collaborazione con il Policlinico Gemelli di Roma e L’ospedale S. Gerardo di Monza con il Prof .M. Jakovic oncoematologo pediatrico di fama mondiale. Attualmente è Tutor all’Accademia di Belle Arti di Palermo. Si appassiona all’incisione calcografica sperimentandone le varie tecniche: “Scavare era aggiungere,...incidere era aprire,… il pieno ed il vuoto,.. per fare spazio,...liberare togliendo,.. asportando la materia,...togliendo il superfluo, ciò che non è utile, ciò che non serve... ci rende liberi,.. avendo sempre,.. l’esatta percezione della realtà che ci circonda,....senza mai perderne l’obiettiva definizione della realtà che ci avvolge,...pur sapendo che tutto ciò che noi possiamo catturare con lo sguardo,...fermando quell’attimo... sono fenomeni di pura e visionaria dissolvenza...”

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Finito di stampare nel mese di novembre 2012 dalla Arti Grafiche Paciotti srl – Perugia Le 96 pagine interne del catalogo nel formato di mm 240x220 sono state stampate con Macchina Offset Heidelberg Speedmaster XL 75 su carta Gardapat 13 Classica da gr/mq 135 La copertina è stata realizzata su carta Gardapat 13 Classica da gr/mq 250 Tipo di carattere utilizzato: Arno Pro, regular, bold, italic


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