Rassegna stampa del 13 marzo 2019

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MERCOLEDÌ 13 MARZO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

La visita del Capo dello Stato nel Bellunese

le immagini

Emozioni a Fortogna e in piazza Bambini e cittadini di Belluno ascoltano gli interventi dal maxi schermo allestito in piazza Martiri. In alto il saluto a Zaia al termine dell’intervento del governatore del Veneto. A destra con Padrin e Zaia durante il sorvolo delle zone colpite dalla tempesta Vaia di ottobre. A fianco il momento di raccoglimento davanti alla croce nel cimitero di Fortogna

Mattarella lancia l’allarme da Belluno «Siamo sull’orlo di una crisi climatica» Il presidente della Repubblica ha fatto tappa al cimitero del Vajont e ha sorvolato le aree più colpite dalla tempesta Vaia Irene Aliprandi BELLUNO. «Siamo sull’orlo di

una crisi climatica globale». Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha lanciato il suo appello per l’ambiente dal palco del Teatro Comunale di Belluno, il capoluogo di un territorio più volte colpito da sciagure, nelle quali le colpe degli uomini sono state determinanti ben più della furia della natura. Nella sua visita, Mattarella ha dedicato la prima tappa a Longarone, paese simbolo di ciò che può accadere quando la presunzione porta l’uomo a credere di poter dominare la Terra, plasmandola per il proprio profitto: il Vajont. IL VAJONT

Fermandosi davanti alle tombe dei 1910 morti del Vajont e poi salutando chi si salvò da quella tragedia, Mattarella ha pronunciato parole che mai nessun presidente della Repubblica aveva usato: «La Repubblica è, in qualche modo, responsabile di quanto avviene sul suo territorio e quindi ha motivo di scusarsi con chi ha sofferto le conseguenze di disastri di questo

L’arrivo al teatro comunale di Belluno

genere». Dopo le scuse dell’ex presidente del Senato, Pietro Grasso, ciò che ha fatto ieri il capo dello Stato ha una portata unica e storica per Longarone, Erto e Casso e Vajont, cioè la comunità del Vajont che da oltre 55 anni cerca la pace e chiede di non essere dimenticata, affinché il proprio sacrificio abbia un senso. La breve sosta al cimitero

monumentale delle Vittime del Vajont di Fortogna è stato un momento emozionante per il presidente, certamente il più doloroso, ma poco dopo ha dovuto constatare personalmente quanto la natura si sia trasformata all’improvviso e ancora una vota a causa dell’uomo. I CAMBIAMENTI CLIMATICI

Dopo la tappa a Longarone, infatti, Mattarella ha sorvola-

to in elicottero le montagne bellunesi, in particolare l’Agordino, dove la tempesta Vaia di fine ottobre si è sfogata con maggiore violenza. Crinali sfigurati, alberi sradicati da raffiche di vento mai viste da queste parti; boschi interi, un terzo dei boschi bellunesi, trasformati in bastoncini dello Shangai; torrenti erosi dall’acqua e dalla ghiaia; strade e piste ciclabili costruite in anni di fatiche e spazzate via in pochi istanti. Mattarella però ha potuto osservare anche che molti dei danni causati dall’alluvione di fine ottobre sono stati riparati grazie all’eccezionale reazione della popolazione, delle istituzioni e dei soccorritori, perché i bellunesi e i veneti non aspettano nemmeno che il peggio sia passato per imbracciare i badili e da sempre rischiano la propria vita per salvare ciò che hanno di più caro: la famiglia, la casa e il loro paese. Un lampo di commozione ha velato lo sguardo di Mattarella quando la piccola Alice, salita sul palco del Teatro Comunale di Belluno per leggere il suo tema sulla tempesta Vaia, ha raccontato di essere uscita da casa nel pieno

dell’emergenza per portare al sicuro la sua gatta. Ancora una volta sono i bambini il pubblico privilegiato del presidente, gli unici a mostrare amore e rispetto sinceri e spontanei verso la natura, i soli ad aver capito che i grandi stanno compromettendo il loro futuro. Quei bambini che, come ha sottolineato il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro: «Non ci piace definire i cittadini di domani, perché lo sono già oggi».

Dal palco del Teatro l’esortazione a un maggior rispetto per la natura Il presidente insiste molto sui cambiamenti climatici e non nasconde la sua delusione per un processo troppo lento e titubante, nel quale i risultati del confronto tra i potenti del mondo sono ancora “insufficienti e parziali”: «Perché è giusto osservare che limitarsi a evocare la straordinarietà di fatti che si affacciano prepotentemente, per giustificare noncuranza verso una visione e proget-

ti di più lungo periodo, è un incauto esercizio da sprovveduti. È a Belluno, oggi, che avviamo questa riflessione. È giusto farlo sulle Alpi». LA NECESSITÀ DI POLITICHE PER LA MONTAGNA

È a questo punto che si introduce il tema della montagna, perché è proprio nei territori più fragili che si manifestano gli effetti più devastanti della deriva ambientale in cui l’umanità ha trascinato il pianeta nell’arco di un solo secolo: «È giusto che sia la montagna, grande questione nazionale, assieme a quella di tutte le aree interne, a proporci, ancora una volta, il tema delle risorse naturali di questo nostro Paese, della loro tutela, della garanzia ai cittadini della “sicurezza dei territori” in cui vivono, come ha sottolineato il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, sindaco di Longarone». LA TEMPESTA VAIA

Nel citarlo, Mattarella evidenzia la portata del discorso di Padrin, più volte interrotto dagli applausi anche da parte della gente che si trovava all’esterno del Teatro Comunale. È toccato proprio a


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PRIMO PIANO

La visita del Capo dello Stato nel Bellunese

Lo Stato si scusa riconosciute le responsabilità della Repubblica Sergio Mattarella al cimitero delle Vittime di Fortogna Deposta una corona, si è raccolto in silenzio fra le lapidi Alessia Forzin LONGARONE. Responsabile per quello che è accaduto e allo stesso tempo vittima delle scelte che hanno portato al disastro. Lo Stato si mette idealmente al fianco delle persone che hanno vissuto, sulla loro pelle, il disastro del Vajont. Nell’incontro con le associazioni dei Sopravvissuti e dei Superstiti, al cimitero delle Vittime a Fortogna, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto ciò che nessun Capo di Stato aveva mai fatto, a Longarone: ha riconosciuto le responsabilità della Repubblica, portando le scuse dello Stato e ponendosi al fianco di chi è sopravvissuto alla tragedia. Un messaggio importante, a quasi sessantasei anni dal disastro che rappresenta ancora una ferita aperta per la comunità longaronese e bellunese nel suo complesso. Comunità che ieri ha accolto il Presidente della Repubblica. Prima tappa a Fortogna, al cimitero monumentale delle Vittime. Sergio Mattarella è arrivato puntuale, in elicottero. Numerosi i cittadini che lo attendevano all’esterno del cimitero, alcuni avevano portato le bandiere tricolori. Accompagnato dal sindaco di Longarone e presidente della Provincia Roberto Padrin e dal presidente della Regione Luca Zaia, Mattarella è entrato nel cimitero accolto da un fragoro-

so applauso. All’ingresso c’erano gli studenti dell’istituto comprensivo, che hanno avuto un momento tutto per loro al termine della cerimonia. Poi le associazioni dei Superstiti e dei Sopravvissuti. Quindi le autorità civili, militari e religiose. Il clima di attesa era carico di emozione. Mattarella ha deposto una corona di fiori, poi si è spostato in mezzo alle lapidi. Le ha osservate, in silenzio, ha alzato gli occhi per un attimo e si è raccolto qualche momento in silenziosa riflessione.

Nel Longaronese la prima tappa della visita del Presidente nella nostra provincia Per quasi un minuto a Fortogna il tempo è sembrato fermarsi. Non un rumore, anche i respiri si sono fatti lenti, rarefatti, quasi ci fosse il timore di disturbare. Tornato fra le autorità, il Capo dello Stato ha ascoltato l’intervento del Vescovo, Monsignor Marangoni, quindi si è diretto verso il Museo. Prima della visita, però, si è fermato di fronte ai rappresentanti delle associazioni dei Superstiti e dei Sopravvissuti. Nives Fontanella, di Cittadini della memoria, aveva affidato allo staff del Presidente una lettera con la quale chiedeva le scuse dello Sta-

l’attesa all’esterno del cimitero

I cittadini con il tricolore «È un grande orgoglio» LONGARONE. Bandiere tricolori e tanta emozione all’esterno del cimitero delle Vittime di Fortogna. Al di là delle transenne che delimitavano la zona di sicurezza, c’erano molte persone accorse da tutta la vallata del Longaronese per la visita del Capo dello Stato. «È un momento importante per la memoria del Vajont», raccontano due donne, sventolando il tricolore. «Il Presidente della Repub-

blica rappresenta tutti noi e sono orgogliosa di essere qui in questo momento. La sua presenza fa onore alla provincia di Belluno, e noi tutti dovremmo essere orgogliosi di questa occasione e di questo presidente. Ci dà speranza per il futuro di questo Paese». Se i cittadini avessero potuto rivolgergli un appello, sarebbe stato indirizzato verso l’autonomia: «Gli chiederei che acceleri il percor-

to per quanto accaduto nel 1963. Mattarella ha riconosciuto le responsabilità della Repubblica, portando di fatto le scuse dello Stato a quanti si sono salvati, ma portano sulla pelle, e nel cuore, il dolore di quella tragedia. Lo Stato, ha spiegato Mattarella, si sente responsabile ma anche vittima, delle scelte e dei comportamenti che hanno provocato il disastro. Quindi il Capo dello Stato si è intrattenuto brevemente con gli studenti della scuola media Gonzaga di Longarone. I ragazzi avevano scritto una fiaba sul leccio che era sopravvissuto al Vajont e che è stato spezzato dall’alluvione del 29 ottobre 2018 e l’avevano inviata al Presidente. Questi aveva risposto, in febbraio, con una lettera di suo pugno, ringraziandoli. Ieri ha ricevuto dalle mani dei ragazzi una copia della fiaba. L’ha portata con sè durante la breve visita al museo. Mattarella ha osservato le teche, accompagnato da Zaia, da Padrin e dai sindaci della memoria (rappresentanti dei Comuni di Longarone, Erto, Vajont e Ponte nelle Alpi). Prima di lasciare il cimitero, il Capo dello Stato ha lasciato il suo pensiero sul libro dei visitatori. Due righe in una calligrafia elegante, firmate. Un segno tangibile non solo della sua visita, ma anche della sua vicinanza alla comunità. —

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BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

so per riconoscere l’autonomia al nostro territorio», racconta un uomo. «La montagna si sta spopolando, ha bisogno di attenzione, e l’autonomia è la risposta che serve a molte nostre domande». La presenza di Mattarella al cimitero delle Vittime rappresenta un momento importante per la comunità ferita dall’onda del Vajont. «Abbiamo bisogno di sentire la vicinanza delle istituzioni», continuano i cittadini assiepati all’esterno del portale. «Abbiamo bisogno di perpetrare la memoria di quello che è accaduto, affinché nessuno dimentichi quello che ha vissuto la nostra terra». — A.F.

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Sergio Mattarella emoziona la città «Molto legato a queste montagne» Sul palco del Teatro i temi centrali sono stati i cambiamenti climatici e la grande reazione dei veneti dopo Vaia mastri». Ma niente lamentele, anzi: «Il governo ha già stanziato quasi un miliardo di euro», ma ammettendo anche: «Abbiamo sempre bisogno dell’aiuto di tutti», a partire dai cinquemila volontari veneti e altri 500 provenienti da altre regioni. Per Zaia, aiutare la comunità significa una cosa sola: l’autonomia «che si sta sviluppando nell’alveo della Costituzione. Non è una secessione dei ricchi». Il governatore ha citato Einaudi (“a ognuno dovremo dare l’autonomia che gli spetta”) e Don Sturzo (“sono unitario e federalista impenitente”). Infine le Olimpiadi invernali del 2026 a Cortina e Milano, una candidatura che Zaia definisce: «Un sogno. Abbiamo biso-

Irene Aliprandi BELLUNO. «Sono molto legato a questa provincia e alle sue montagne, che ho frequentato di continuo durante la mia ormai lunga vita». Sergio Mattarella ha definito quella di ieri “una giornata particolare” e in effetti la provincia di Belluno si è presentata al presidente della Repubblica nel suo massimo splendore, fatto di sole, cielo blu e Dolomiti rosa, come a voler dimostrare che nulla può scalfire l’unicità della sua bellezza. Dentro al Teatro Comunale, momento centrale della visita del capo dello Stato, tuttavia, si è andati oltre la celebrazione e i ringraziamenti ai soccorritori e alle istituzioni che si sono impegnate nei giorni della tempesta Vaia. La politica, infatti, si è ritagliata uno spazio inevitabile. Da una parte la visione globale, quella del presidente Mattarella che ha dedicato la sua visita a Belluno all’esortazione in favore della tutela ambientale; dall’altra la sottolineatura puntuale del presidente della Regione Luca Zaia, che ha ribadito come l’autonomia sia una questione ormai vitale per la Regione Veneto. Zaia, l’unico a parlare a braccio, ha esordito con il piglio leghista, sottolineando che: «Da qui sono partiti molti emigranti, non per riempire le galere ma per fare i gelatieri», per poi passare ai dati della tempesta Vaia, numeri che hanno dato la dimensione del fenomeno che si è abbattuto sul Veneto e dei danni da esso provocati. Il presidente della Regione ha ricordato come interi paesi siano rimasti senza luce e senza acqua per molte ore e dunque lo sforzo dei sindaci impegnati in prima linea: «Dei veri capo-

Il governatore Zaia ha voluto centrare il suo intervento sull’autonomia

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul palco del Teatro Comunale di Belluno

gno del suo aiuto, delle sue relazioni, di tutto l’aiuto possibile». Il più applaudito, però, è stato il presidente della Provincia Roberto Padrin, che è anche sindaco di Longarone e che ha scritto un discorso carico di sentimento. Anche Padrin non ha rinunciato a citare l’autonomia: «È necessario rafforzare l’autonomia specifica, le funzioni proprie e le possibilità di autogoverno di una Provincia totalmente montana di confine che deve poter gestire con responsabilità i bisogni peculiari e le risorse ambientali del proprio territorio, contando ovviamente anche su un supporto mirato di Regione, che da sempre sosteniamo con forza nel percorso autonomistico, e Stato». Padrin però ha anche rimarcato la necessità di non di-

la regione

«La montagna è un tema di carattere nazionale» L’assessore Gianpaolo Bottacin sottolinea il passaggio fatto dal presidente sulla diversità del territorio rispetto alla pianura BELLUNO. «Il presidente della

Repubblica ci ha lasciato un messaggio importante. Il fatto che sia stato presente sul nostro territorio ha segnato la vicinanza dello Stato, sia prima al cimitero del Vajont,

sia dopo. Lo aveva promesso nei giorni successivi alla tragedia ed è venuto». L’assessore regionale alla protezione civile Gianpaolo Bottacin sottolinea come questo sia «un segnale molto importante. Nel suo intervento, Sergio Mattarella, ha messo in evidenza aspetti importanti come il fatto che la montagna sia qualcosa di diverso rispetto alla pianura». E ancora: «Il presidente ha

sottolineato come la montagna rappresenti un tema di carattere nazionale e il fatto che la montagna è abitata da montanari che quando c’è da fare, non hanno nessun problema a tirarsi su le maniche. È gente laboriosa». L’assessore regionale alla protezione civile e all’ambiente ricorda poi come il capo dello Stato «in vari passaggi del suo intervento ha ringraziato a tutti coloro che si

L’assessore regionale alla protezione civile, Gianpaolo Bottacin

menticare la tragedia del Vajont e ha ricostruito le terribili ore della tempesta Vaia, ringraziando tutti quelli che si sono adoperati in quei giorni: «Sono questi i valori che ci devono rendere orgogliosi e che dobbiamo trasmettere ai nostri giovani affinché comprendano cosa significhi aiutare il prossimo». I giovani e i bambini in particolare sono stati centrali nel discorso del sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, che ha colto l’occasione per ribadire i valori di una città protagonista della lotta di Liberazione ieri e aperta all’Europa oggi: «A loro (i bambini, ndr) affidiamo la nostra Città, la nostra Europa e le nostre Istituzioni, ma anche la rielaborazione dei nostri errori, passati e presenti, affinché, ancor meglio di noi, costruiscano il proprio futuro. E la sua presenza ci aiuta immensamente proprio in questo, imprimendo in loro un indelebile ricordo dell’importanza delle nostre Istituzioni, della nostra Carta costituzionale e delle nostre responsabilità». Fino ad affermare, con una certa controtendenza rispetto al mono-tema veneto dell’autonomia, che: «L’Italia è una e indivisibile». Tutti i discorsi sono stati molto apprezzati dal presidente Mattarella, che ha voluto caricare di significato la sua visita in provincia, scegliendo Belluno quale palcoscenico ideale per condannare l’indifferenza di alcuni e comunque gli scarsi progressi fatti nella lotta ai cambiamenti climatici. Il messaggio lasciato dal Capo dello Stato è stato proprio questo appello a un maggior rispetto per la natura: «La tutela ambientale e idro-geologica è amica delle persone, ne salvaguarda la vita e difende così il futuro delle nostre comunità». —

sono mossi nell’immediatezza dell’evento, dai cittadini ai sindaci, i volontari della protezione civile, i vari professionisti, le forze dell’ordine, i vigili del fuoco, ma anche tutti i tecnici comunali, i sanitari. È stato un lavoro di squadra. Questa è la grande forza del nostro Paese e del nostro territorio in particolare». Una considerazione la fa anche il consigliere provinciale alla protezione civile Massimo Bortoluzzi, che rimarca come «le istituzioni si dimostrano vicine al territorio anche dopo l’emergenza e in particolare la presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella è molto importante e significativa». — SCO


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del NordEst

ANNO 133- N° 61

VENEZIA MESTRE

Mercoledì 13 Marzo 2019

Mestre Ciclista muore 40 giorni dopo l’incidente Brunetti a pagina XIII

Il personaggio L’ex ambasciatore che gira il mondo a caccia di antichi relitti

www.gazzettino.it

Calcio Impresa Juve, marziano Ronaldo manda a casa l’Atletico Madrid

Marzo Magno a pagina 20

Mauro a pagina 23

Mattarella: «Olimpiadi, tutto il mio appoggio» `Il presidente a Belluno sponde non rispondendo. Per-

«L’autonomia? Non posso esprimermi» Alda Vanzan ui Giochi il Quirinale c’è: «Assicuro tutto il sostegno e l’appoggio possibile», scandisce il presidente Mattarella. Sull’autonomia invocata dal Veneto, il Quirinale glissa. Alle sollecitazioni di Luca Zaia da una parte e di Roberto Padrin dall’altra, il Capo dello Stato ri-

S

ché - spiega il capo dello Stato, peraltro senza pronunciare la parola “autonomia” - dei «problemi» evidenziati dal presidente della Regione Zaia e dal presidente della Provincia di Belluno Padrin se ne stanno occupando il governo di Giuseppe Conte e il Parlamento di Elisabetta Casellati e Roberto Fico. Va da sé, il capo dello Stato è troppo rispettoso delle istituzioni per interferire, fosse anche una sola virgola. Ergo, non una parola sull’autonomia. Alle pagine 2 e 3

La cerimonia

Longarone, le scuse per la strage del ‘63 E lo Stato si riconcilia con il Vajont A Fortogna, cimitero monumentale delle vittime del Vajont, 1910 innocenti uccisi la notte del 9 ottobre 1963 non dal caso ma dalla «drammatica conseguenza di responsabilità umane», la Repubblica Italiana chiede scusa. Ma, come poi affermerà il presidente Sergio Mattarella nel successivo

incontro al teatro di Belluno, la Repubblica si ritiene essa stessa «vittima delle scelte e dei comportamenti di coloro che hanno concorso al realizzarsi di immani sciagure». È come se lo Stato, cinquantasei anni dopo, si riappacificasse con il Vajont. Vanzan a pagina 3

VISITA Mattarella a Longarone

Gli affari della ‘ndrangheta Veneto, maxiblitz di carabinieri e finanza: 33 arresti, sequestri per 20 milioni. Allarme di Cherchi: non voltare la testa

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Il commento

Il Nordest tiri fuori coscienza e orgoglio Ario Gervasutti enti giorni fa il Veneto ha “scoperto” di essere terra di camorra; ieri, di essere terra di ‘ndrangheta. Se qualcuno ancora crede che l’infiltrazione mafiosa non sia una presenza diffusa ma un semplice caso isolato, è bene che si arrenda all’evidenza. Vivere di illusioni è quanto di peggio si possa fare di fronte a queste inchieste. I mafiosi sono qui, in mezzo a noi, e godono di connivenze da parte di veneti “doc” (...) Continua a pagina 27

V

Nuova operazione antimafia in Veneto a carico di un’organizzazione criminale che gli inquirenti indicano come legata alla cosca “Grande Aracri” dell’Ndrangheta calabrese, attiva tra le province di Venezia, Padova e Vicenza. A venti giorni dai 50 arresti che hanno decapitato una presunta organizzazione camorristica, la Procura antimafia di Venezia ha eseguito ieri una misura cautelare a carico di altre 33 persone, disponendo il sequestro di beni fino a 20 milioni. I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere di stampo mafioso al riciclaggio, estorsione e usura. Il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, ha sottolineato come «non siamo di più fronte a semplici infiltrazioni, ma a vere e proprie presenze stabili» e ha invitato amministratori locali, società civile, imprenditori invitandoli «a non voltarsi dall’altra parte». Amadori e Pederiva da pagina 4 a pagina 7

L’incidente. Dopo lo stop dell’Agenzia europea per la sicurezza

Anche l’Italia mette a terra i 737 Max LO STOP Il Boeing 737 Max bandito in tutta Europa.

Evangelisti e Mangani a pagina 11

L’analisi

Quel conflitto Pechino-Usa che la Ue unita deve evitare Romano Prodi ronunciarsi in favore o contro l’accordo che sarà firmato fra il presidente cinese e il Governo italiano mi è semplicemente impossibile, dato che non mi sono noti i campi e i termini nei quali questo testo verrà siglato. È quindi altrettanto impossibile stabilire se esso andrà contro precedenti accordi o comuni decisioni dell’Unione Europea. È però utile definire i confini entro i quali ci muoviamo, precisare gli interessi nazionali da portare avanti da soli e quelli che possiamo e dobbiamo difendere soltanto nell’ambito di una politica europea. Si deve, per prima cosa, premettere che le politiche commerciali sono di totale competenza europea: riguardo ad esse non vi può essere nessuna autonoma presa di posizione italiana. Quanto alla proposta della “Via della Seta”, essa, anche se vi sono crescenti problemi sulle sue modalità di esecuzione, ha suscitato l’interesse di tutti i Paesi europei tanto che, Germania e Polonia in testa, si sono affrettati a concludere accordi per nuovi collegamenti ferroviari. Purtroppo, mentre gli altri hanno agito nel proprio interesse, noi non ci siamo attrezzati per il collegamento con l’Italia anche se, insieme a tutti i maggiori Paesi europei a partire dalla Gran Bretagna, ci siamo giustamente affrettati ad aderire alla Banca Asiatica degli Investimenti e delle Infrastrutture, banca che costituisce il supporto finanziario alla stessa “Via della Seta”. Continua a pagina 27

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Belluno

Brexit

Cadore, un masso sfonda il tetto del rifugio Scotter

Schiaffo alla May no all’accordo: Londra nel caos

Un masso di alcuni metri cubi e del peso di diverse tonnellate, ha sfondato il tetto ed è entrato all’interno del rifugio Scotter Palatini, a 1.580 metri di altitudine, sopra San Vito di Cadore. Un’altra pietra, meno grande, è piombata sulla terrazza di legno, l’ha sfondata, per poi rovesciarsi sulla neve, all’inizio della pista da sci. Molti altri macigni hanno sfiorato il rifugio e la seggiovia, già danneggiata gravemente dalla frana dell’agosto 2015, che uccise tre persone, e si sono fermati più a valle. Dibona a pagina 13

Nuova sconfitta di Theresa May, con la Brexit che precipita nel caos: la Camera dei Comuni britannica ha bocciato ieri sera per la seconda volta l’accordo sulla Brexit patrocinato dal governo Tory della premier. Oggi, ha annunciato la premier ai Comuni si terrà il voto sull’opzione “no deal”, vale a dire se procedere o meno con una Brexit senza accordo. Marconi a pagina 9 REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ “Storia della Serenissima Illustrata” - vol. 4 € 6,90* - *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE

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Primo Piano

Mercoledì 13 Marzo 2019 www.gazzettino.it

La visita tra le Dolomiti

L’abbraccio popolare e l’incontro a teatro Le famiglie della vittime del Vajont, i volontari dell’emergenza, i bambini con le bandiere italiane e i sindaci con fascia tricolore. Istantanee della visita del capo dello Stato nel Bellunese

Mattarella: «Olimpiadi tutto il mio appoggio» Ma “evita” l’autonomia Il Presidente della Repubblica a Belluno: `Riforma delle regioni? «Non posso esprimermi «I Giochi grande occasione per tutta l’Italia» se ne stanno occupando governo e Parlamento» `

LA GIORNATA dal nostro inviato

BELLUNO Sui Giochi il Quirinale c’è: «Assicuro tutto il sostegno e l’appoggio possibile», scandisce il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sull’autonomia invocata dal Veneto - e non solo dal Veneto, perché ormai sono dodici le regioni italiane a volersi avvalere dell’articolo 116 della Costituzione - il Quirinale glissa. Alle sollecitazioni di Luca Zaia da una parte e di Roberto Padrin dall’altra, il Capo dello Stato risponde non rispondendo. Perché - spiega il capo dello Stato, peraltro senza pronunciare la parola “autonomia” - dei «problemi» evidenziati dal presidente della Regione Zaia e dal presidente della Provincia di Belluno Padrin se ne stanno occupando il governo di Giuseppe Conte e il Parlamento di Elisabetta Casellati e Roberto Fico. Va da sé, il capo dello Stato è troppo rispettoso delle istituzioni per interferire, fosse anche una sola virgola. Ergo, non una parola sull’autonomia.

LE RICHIESTE Siamo a Belluno, al Teatro comunale addobbato a festa per la visita del presidente della Repubblica. L’ultima volta che un capo dello Stato visitò Belluno fu 16 anni ed è palpabile la partecipazione della città, vecchi e giovani in piazza davanti al maxi schermo installato dal Comune per seguire la cerimonia sulla Tempesta Vaia del 29 ottobre 2018, i ricordi della devastazione, il plauso ai volontari, una macchina di soccorsi che ha dato il meglio di sé e può diventare esempio per il Paese e nel contempo monito per un impegno politico a tutti i livelli contro il surriscaldamento del globo. Ma l’occasione di avere

Mattarella in Veneto e a Belluno è troppo ghiotta per non parlare di altri temi. L’autonomia, prima di tutto. E poi le Olimpiadi invernali del 2026 per le quali Cortina d’Ampezzo è in lizza con Milano contro Stoccolma. È così che, dopo i saluti e i ringraziamenti, a Mattarella viene chiesto di pronunciarsi sulle due questioni. Il primo sollecito arriva da Roberto Padrin. «Non possiamo permetterci di rimanere impotenti spettatori di tragedie

ZAIA: «NON VOGLIAMO LA SECESSIONE DEI RICCHI MA, NEL RISPETTO DELLA COSTITUZIONE, AVVIARE UN PERCORSO NUOVO PER IL PAESE»

che tolgono i figli alle proprie madri e madri ai propri figli dice il presidente della Provincia di Belluno che, da sindaco di Longarone, è stato testimone della visita di Mattarella al cimitero di Fortogna dove sono sepolte le vittime del Vajont Ecco perchè è necessario rafforzare l’autonomia specifica, le funzioni proprie e le possibilità di autogoverno di una Provincia totalmente montana di confine che deve poter gestire con responsabilità i bisogni peculiari e le risorse ambientali del proprio territorio, contando ovviamente anche su un supporto mirato di Regione, che da sempre sosteniamo con forza nel percorso autonomistico, e Stato». Richieste - precisa Padrin «di attenzione verso territori che non chiedono meramente interventi finanziari, oltre al dovuto, ma, anzitutto, libertà di

Il 2026 del governatore: dopo il sostegno del Colle anche i soldi dal governo LE REAZIONI dal nostro inviato

BELLUNO Presidente Zaia, è soddisfatto dell’impegno del capo dello Stato sulle Olimpiadi? «Soddisfattissimo - dice il governatore del Veneto - Abbiamo un grande sostenitore e questo ci permette di tacitare anche gli ultimi che hanno ancora dubbi su questa partita». Un sostegno, quello del presidente della Repubblica, che a detta di Zaia si può concretizzare nella rete diplomatica: «La comunità internazionale guarda le rassegne stampa e fino ad ora ha visto un

bel po’ di dibattito in Italia sulle Olimpiadi». Quindi, paradossalmente, sui Giochi c’è l’appoggio del Quirinale ma non ci sono i soldi del Governo? «Ci saranno anche i soldi del Governo, vedrete che arriveranno. Però è chiaro che la parola fine alle polemiche la pone il presidente della Repubblica». Silenzio, invece, sul fronte dell’autonomia. Delusione? «Sull’autonomia capisco la posizione del presidente Mattarella - dice Zaia - È materia del Parlamento, non è che può dire la sua su una materia che è oggetto di discussione. Non lo fa con tutte le leggi, non lo fa su questa». Ma

governo nel segno della conoscenza, del senso di responsabilità e nella visione di sviluppo che hanno sempre dimostrato». Poi è la volta di Zaia. Che dopo aver elencato le cifre della Tempesta Vaia - il miliardo e 769 milioni di danni, i tre morti, i 100mila ettari di bosco devastato, di cui 28mila completamente rasi al suolo dalla furia del vento - dice di cosa ha bisogna oggi il Veneto: «L’autonomia». «Questa comunità - dice

il governatore - la si può aiutare velocemente con l’autonomia, una partita che non consideriamo irrispettosa ma rispettosa della legge e della Costituzione. Non si tratta di dar vita alla secessione dei ricchi o affamare altri, ma della volontà di iniziare un percorso nuovo per questo Paese, un cambiamento di pelle e paradigma». «L’altra partita - aggiunge subito dopo il presidente della Regione - è quella delle Olimpiadi 2026. Una grande opportunità. So quanto lei è sensibile a questo argomento - dice Zaia rivolgendosi a Mattarella - Due grandi comunità unite, Milano e Cortina. Per noi sarebbe come realizzare un sogno che era considerato utopia fino a poco tempo fa. Oggi siamo alle battute finali, abbiamo un bel dossier e abbiamo bisogno del suo aiuto, delle sue relazioni, di tutto quello che può aiutarci».

L’IMPEGNO E IL SILENZIO

Per Federico D’Incà, deputato del M5s presente alla cerimonia in teatro a Belluno assieme ai colleghi parlamentari Roger De Menech e Andrea Ferrazzi (Pd), Dario Bond (FI), Luca De Carlo (FdI), era ovvio che Mattarella non si esprimesse sull’autonomia: «Ha un ruolo di garanzia, ha dato continuità alle parole pronunciate in questi mesi sul fatto che sarà il Parlamento a esprimersi sull’accordo Stato-Regione». (al.va.)

Nel discorso scritto che Mattarella si è preparato per la visita a Belluno non c’è traccia né di autonomia né di Olimpiadi invernali. Il presidente risponde così a braccio, in apertura del suo intervento. Solo che sull’autonomia è una doccia gelata: «Se ne stanno occupando Governo e Parlamento, quindi non posso esprimermi», è la risposta di Mattarella. E l’impressione è che se avesse potuto, avrebbe evitato volentieri anche solo di sfiorare l’argomento. Non è un caso che manco pronunci la parola “autonomia”. «Ma posso parlare delle Olimpiadi - aggiunge subito dopo - Una occasione di grande importanza non solo per le due città e le due regioni protagoniste, ma per tutta l’Italia. Le assicuro - dice rivolgendosi a Zaia tutto il sostegno e l’appoggio possibile». Il teatro applaude. Alda Vanzan

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VENETO Luca Zaia

a quattr’occhi ne avete parlato? «Sì, ma non ne parliamo».

I COMMENTI

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I numeri

1.769 milioni di danni calcolati dopo il disastro dello scorso autunno

28.000 ettari di bosco completamente rasi al suolo dall’uragano

3 le vittime della violenta ondata di maltempo che si è abbattuta sul Veneto


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In volo sui boschi rasi al suolo Grazie al tempo clemente il presidente Sergio Mattarella ha potuto sorvolare in elicottero le montagne devastate dall’uragano

Nel tempio dedicato alla strage Il primo presidente della Repubblica a visitare il nuovo cimitero monumentale di Fortogna, simbolo della sciagura del 1963. Mattarella ha deposto una corona di fiori, visitato il museo e incontrato i familiari delle vittime

Scuse per il Vajont «Stato responsabile ma anche vittima» Applausi tra le famiglie che piangono ancora i morti del 1963 «Di fronte a tragedie come questa non può bastare il cordoglio» `

La tragedia

L’OMAGGIO

9 OTTOBRE 1963 22,39

Forno di Zoldo

FRIULI

Agordo Longarone

DIGA DEL VAJONT BELLUNO

VENETO

1.917 i morti 300 le vittime senza nome 80-90 km/h la velocità della frana 4 i minuti della tragedia 750 milioni l'investimento in euro per la ricostruzione

dal nostro inviato

FORTOGNA DI LONGARONE I due corazzieri avanzano mentre la tromba diffonde le note del Silenzio. Depongono una corona di fiori con i colori dell’Italia. Ed è davanti a quella che il capo dello Stato sosta, inchinando prima la testa, poi poggiando le mani sui petali. A Fortogna, cimitero monumentale delle vittime del Vajont, 1917 innocenti uccisi la notte del 9 ottobre 1963 non dal caso ma dalla «drammatica conseguenza di responsabilità uma-

LA PRIMA VOLTA DI UN PRESIDENTE NEL CIMITERO MONUMENTALE DI FORTOGNA: LA CORONA E I SALUTI

ne», la Repubblica Italiana chiede scusa. Ma, come poi affermerà il presidente Sergio Mattarella nel successivo incontro al teatro di Belluno, la Repubblica si ritiene essa stessa «vittima delle scelte e dei comportamenti di coloro che hanno concorso al realizzarsi di immani sciagure». È come se lo Stato, cinquantasei anni dopo, si riappacificasse con il Vajont.

LA VISITA Preceduta da tre settimane di preparativi, la visita di Mattarella a Fortogna dura circa mezz’ora. Una giornata climaticamente invidiabile, cielo terso, sembra pri-

mavera. Ad accogliere il capo dello Stato sono il prefetto di Belluno Francesco Esposito, il governatore Luca Zaia, i sindaci di Longarone Roberto Padrin, di Erto e Casso Antonio Carrara e di Vajont Lavinia Corona. Mattarella è il primo presidente della Repubblica a visitare il cimitero monumentale: l’opera non era stata ancora costruita quando a Longarone arrivarono Segni, Saragat, Pertini, Cossiga, Ciampi. Dopo la deposizione della corona di fiori, Mattarella avanza tra le lapidi bianche, fermandosi davanti alla croce simbolo delle vittime del Vajont. Poi si ferma a salutare i rappresentanti dei sopravvissuti. C’è Adriana Loto, presidente dell’associazione culturale Tina Merlin. C’è Micaela Coletti che sopravvisse alla valanga di acqua fango pietre, aveva 12 anni, fu una dei 30 bambini e ragazzi a salvarsi. Ci sono Renato Migotti e Nives De Bona Fontanella. È con loro che, per primi, Mattarella porge le scuse della Repubblica.

IL MONITO «Opere di contenimento e regimentazione - dice poi a Belluno Mattarella - se non suffragate dall’apprendimento delle precedenti esperienze, talvolta ottengono risultati opposti a quelli prefissati, violando equilibri secolari da difendere. Diversamente, rischiamo di ritrovarci altre volte a piangere vittime, frutto non della fatalità ma drammatica conseguenza di responsabilità umane. L’amara e indimenticabile esperienza del Vajont ce lo insegna ogni momento». Quindi le scuse e l’accusa: «Di fronte a tragedie come quella del Vajont - dice Mattarella - la Repubblica è chiamata a esprimere il proprio dolore a quanti, vittime e sopravvissuti, ne sono stati colpiti. Ma non si può limitare al cordoglio. La Repubblica è, in qualche modo, responsabile di quanto avviene sul suo territorio e quindi ha motivo di scusarsi con chi ha sofferto le conseguenze di disastri di questo genere. Ma la Repubblica è anche, al contempo, vittima anch’essa delle scelte e dei comportamenti di coloro che hanno concorso al realizzarsi di immani sciagure come quella e io, rappresentando la Repubblica, mi colloco accanto a chi avverte il dolore di quei lutti immani e sono tra coloro che ne conservano la memoria». È standing ovation, tutti in piedi ad applaudirlo. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le previsioni Dati sul riscaldamento globale secondo l'Ipcc ENTRO IL 2100 Crescita temperatura Aumento del livello medio dei mari media della Terra

Da 0,3 a 4,8°C Da 26 a 82 cm

CO2 Concentrazione atmosferica +20% sul 1958 +40% sul 1750

GLI SCENARI

IL MONITO BELLUNO «Siamo sull’orlo di una crisi climatica globale, per scongiurare la quale occorrono misure concordate a livello planetario». È l’allarme lanciato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante il suo intervento al Teatro di Belluno dove ieri mattina si è svolta una iniziativa pubblica sulla tempesta Vaia dello scorso ottobre. Una cerimonia che il capo dello Stato ha voluto incentrare sui temi dell’ambiente e dell’impegno per la ricostruzione sostenibile per il futuro delle montagne, quelle «Terre Alte» che ha additato a esempio per l’intera nazione.

LE REAZIONI «Mai come in occasione della tempesta Vaia è stato chiaro che i mutamenti climatici in atto nel mondo comportano effetti pesanti anche sull’ambiente del nostro Paese e sulle condizioni di vita

L’allarme per il clima «Siamo sull’orlo di una crisi globale» della nostra popolazione. Ma - ha ammonito Mattarella - «limitarsi a evocare la straordinarietà di fatti che si affacciano prepotentemente, per giustificare noncuranza verso una visione e progetti di più lungo periodo, è un incauto esercizio da sprovveduti». Il capo dello Stato ha elogiato il “modello veneto”: «Qui in Veneto abbiamo avuto un positivo esempio di come la attivazione, in via preventiva, della rete di Protezione civile abbia potuto mitigare le conseguenze del disastro sulle persone, sulla base di accurate previsioni meteorologiche. È una lezione che va fatta propria da tutte le istituzioni».

L’emergenza climatica e quella della plastica «non sono separate, ce la metteremo tutta presidente» è il commento del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, in partenza per Nairobi per partecipare all’assemblea delle Nazioni Unite sull’ambiente. Un ringra-

IL PLAUSO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE IL WWF: IL GOVERNO AVVII IL PROCESSO ANTI CARBONE

ziamento a Mattarella è arrivato dalla presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi: «Le parole del presidente Mattarella non possono cadere nel vuoto: ci aspettiamo che da subito il governo assuma immediatamente i provvedimenti necessari a rendere concreto e spedito il processo di decarbonizzazione dell’Italia». «Mattarella ci ricorda, ancora una volta, l’emergenza climatica in atto e quanto sia necessario che il rispetto dei limiti naturali sia non solo parte integrante della vita di ognuno di noi ma anche delle decisioni che prendono i nostri amministratori», ha detto Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. «È un dovere civico e morale raccogliere il monito del presidente Mattarella», ha detto il senatore Andrea Ferrazzi (Pd). «Da Mattarella parole importanti sui cambiamenti climatici, da Zaia soltanto silenzio», ha detto il consigliere regionale dem Andrea Zanoni. (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Variazione delle temperature della superficie terrestre (media 2081-2100 a confronto con media 1986-2005) (°C)

IPOTESI MIGLIORE

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Agli arresti domiciliari DATA - LUOGO DI NASCITA Antonio Brugnano Marco Carretti Angelino Crispino Tobia De Antoni Giuseppe De Luca Rocco Devona Salvatore Innocenti Sergio Lonetti Antonio Genesio Mangone Vincenzo Marchio Antonio Mazzei Mario Megna Domenico Nardella Domenico Pace

1976 1983 1966 1978 1964 1984 1977 1979 1965 1966 1983 1972 1959 1977

Crotone Correggio (Re) Frattamaggiore (Na) S. Vito al Tagliamento (Pn) Nocera Inferiore (Sa) Crotone Germania Melissa (Cz) Cariati (Cs) Cutro (Kr) Reggio Emilia Crotone Cosenza Crotone

RESIDENZA Reggio Emilia Correggio (Re) Rosà (Vi) Fossalta di Portogruaro (Ve) Reggio Emilia Crotone Reggio Emilia Melissa (Kr) Finale Emilia (Mo) Reggio Emilia Reggio Emilia Crotone Carmignano di Brenta (Pd) Crotone

Divieto di esercitare impresa per 12 mesi Adrian Arcana Eugen Arcana Ferdinando Carraro Federico Schiavon Ilir Shala Loris Zaniolo

1981 1952 1960 1962 1978 1958

Romania Romania Riese Pio X (Tv) Padova ex Jugoslavia Curtarolo (Pd)

Rubano (Pd) Rubano (Pd) Quero (Bl) Padova Trevignano (Tv) Curtarolo (Pd)

Altri indagati Karima Baachaoui Noemi Andrea Bolognino Eros Carraro Marco Carretti Carmine Colacino Giulio Giglio Giuseppe Giglio Alessandra Sabina Innocenti Renata Muzzati Antonio Muto Massimo Nalesso Leonardo Nardella Patrizia Orlando Salvatore Paolini Patrizia Pilo Roberto Rizzo Sadik Shala Laura Tonelli

DATA - LUOGO DI NASCITA 1983 Tunisia 1993 Locri 1960 Jesolo (Ve) 1983 Correggio (Re) 1974 Cutro (Cz) 1974 Crotone 1967 Crotone 1971 Germania 1964 Campolongo Magg. (Ve) 1978 Crotone 1976 Dolo (Ve) 1989 Cosenza (Cz) 1969 Roma 1978 Crotone 1980 Sassuolo (Mo) 1980 Abano Terme (Pd) 1989 Kosovo 1941 Roma

Il procuratore capo: «Presenze stabili, non più infiltrazioni» Cherchi: «Le organizzazioni mafiose ormai si sono radicate Investono qui i soldi di droga, prostituzione e gioco d’azzardo» `

L’INCHIESTA VENEZIA «Questa operazione è la dimostrazione che ormai non siamo di più fronte a semplici infiltrazioni di organizzazioni di stampo mafioso in Veneto, ma di vere e proprie presenze stabili sul territorio». Non ha nascosto la sua preoccupazione il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, durante la conferenza stampa ospitata ieri mattina alla Cittadella della giustizia di piazzale Roma, nel corso della quale ha fornito informazioni sulla misura cautelare firmata dal gip Gilberto Stigliano Messuti, eseguita all’alba da Carabinieri e Guardia di Finanza a carico di presunti appartenenti ad un’organizzazione collegata all’Ndrangheta calabrese in attività nella regione. Il responsabile dell’antimafia veneta si è rivolto agli amministratori locali, alla società civile, agli imprenditori invitandoli «a non voltarsi dall’altra parte». Non lo ha voluto definire un ap-

LE REAZIONI VENEZIA «Siamo di fronte a una nuova importante operazione contro la criminalità organizzata nel Veneto. Una conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, dell’efficienza della Procura Distrettuale Antimafia di Venezia guidata da Bruno Cherchi e del coordinamento delle forze dell’ordine sul campo, che ci regalano questa bella notizie». Il governatore del Veneto Luca Zaia è il primo a compiacersi per l’inchiesta che ha smantellato un’altra organizzazione mafiosa in Veneto. Ma non nasconde la preoccupazione per il ripetersi di situazioni sconcertanti: «Questi figuri devono capire che il Veneto è terra di onestà e di legalità, che non sopporta i delinquenti e che è supportata da Inquirenti e Forze dell’Ordine tenaci, preparati, du-

pello, ma più semplicemente uno «stimolo rivolto in generale alla comunità ad essere attenta ad un fenomeno esistente, sul quale sono stati raccolti gravi elementi».

«OCCHI APERTI» Il procuratore ha voluto infatti precisare che «la repressione penale non può essere l’unico strumento di intervento, in quanto si tratta di una misura eccezionale: serve anche l’impegno delle altre istituzioni, in particolare di quelle locali, per porre in essere le attività amministrative che competono a ciascuna», ha dichiarato. Per poi aggiungere: «Il territorio deve operare con i poteri amministrativi per tenere gli occhi aperti», di fronte a fenomeni che non possono passare inosservati, soprattutto in località di piccole dimensioni, come spostamenti ingenti di ricchezze o investimenti di cui non si capisce bene la provenienza. Un avvertimento è stato lanciato agli imprenditori in difficoltà, affinché non si lascino at-

Zaia, Fontana, Zoppas: «Siamo terra di legalità» ri quanto serve. Pane duro da masticare per il crimine, che lo sarà ogni giorno di più. Vale a dire tolleranza zero».

IL SOSTEGNO

MINISTRO Lorenzo Fontana

Si compiacciono anche il ministro veneto per la Famiglia e la Disabilità, Lorenzo Fontana («Un nuovo punto messo a segno nella lotta alla criminalità organizzata e alle infiltrazioni mafiose») e il presidente dio Confindustria Veneto, Matteo Zoppas: «Il nostro territorio, grazie al lavoro congiunto delle forze dell’ordine, della magistratura, delle amministrazioni locali e delle associazioni di categoria, ha in sé gli anticorpi necessari a combattere e

debellare questo cancro. Dobbiamo fermare quanto prima la sua radicalizzazione e per farlo dobbiamo affrontarlo facendo fronte comune, in maniera compatta e decisa. Legalità è sinonimo di competitività. Sono proprio corruzione e illegalità a danneggiare e penalizzare il lavoro quotidiano e i valori di migliaia di imprenditori che operano in modo leale, pulito e sano, senza perseguire scorciatoie o facili guadagni». «Dobbiamo tenera la guardia sempre alta - avverte il sindaco di Padova Sergio Giordani -, il Veneto e Padova non sono esenti dal fenomeno mafioso, dirlo con forza è la prima necessaria consapevolezza per contrastarlo, in una

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RESIDENZA Reggio Emilia Tezze sul Brenta (Vi) Spinea (Ve) Correggio (Re) Bibbiano (Re) Montecchio Emilia (Re) Montecchio Emilia (Re) Cutro (Kr) Piove di Sacco (Pd) Reggio Emilia Pianiga (Ve) Carmignano di Brenta (Pd) Tezze sul Brenta (Vi) Reggio Emilia Castelvetro (Mo) Cervarese Santa Croce (Pd) Montebelluna (Tv) Zelarino (Ve)

trarre dagli aiuti in apparenza disinteressati di soggetti legati alla criminalità: «Con loro non si può scendere a patti - ha spiegato Cherchi - una volta entrati in contatto con questi ambienti non ci si riesce più a liberare dal giogo, si resta intrappolati, e chi sembrava all’inizio amichevole diventa man mano più aggressivo e violento». Di fronte a telecamere e microfoni, il procuratore ha evidenziato come, inchiesta dopo inchiesta, quelle che inizialmente erano ipotesi investigative, abbiano trovato numerosi riscontri, contribuendo a disegnare una realtà costituita da «una presenza di un certo rilievo della criminalità organizzata» in Veneto.

«NON SOTTOVALUTARE»

forte collaborazione con le forze dell’ordine». Francesca Rispoli, dell’ufficio di presidenza di Libera, spiega che «le commistioni con la mafia sono difficili da sconfiggere perché non operano a viso scoperto, si insidiano nelle persone e nelle realtà e ne succhiano il sistema da dentro. Il Veneto però ha gli anticorpi per poter reagire, dobbiamo metterci la faccia, per dire da che parte si sta. Questo è un momento in cui ci vuole un riscatto da parte di tutti, una rivoluzione culturale, etica, sociale. Quando mesi fa abbiamo scelto il Nordest, il Veneto per la “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno” molti avevano accolto la nostra decisione con diffidenza e resistenza. Oggi più che mai mafia e corruzione sono parassiti che erodono il tessuto sociale».

«Non ci fa piacere scoprirlo ha precisato il procuratore capo - È una realtà, ma si tratta di un fenomeno controllabile. Abbiamo forze di polizia adeguate a controllare il territorio e la struttura sociale, politica e amministrativa del Veneto non è quella di altre regioni italiane: dunque ci sono tutti i presupposti per poterlo contrastare efficacemente. La situazione non deve però essere sottovalutata», ha aggiunto. Ricordando anche le altre operazioni antimafia messe a segno recentemente - quella che ha sgominato una presunta organizzazione di stampo camorristico nel Veneto orientale, e l’inchiesta a carico di presunti esponenti dell’Ndrangheta nell’area veronese - il responsabile dell’Antimafia ha spiegato che le organizzazioni mafiose sono ormai presenti in tutta la regione, con nuclei individuati ad operare attivamente a Venezia, Padova, Vicenza e Verona. Rispetto ad altre zone del Paese, dove le mafie sono violente, uccidono, o quantomeno mettono in atto frequentemente aggressioni fisiche, nella nostra regione le modalità operative sono prevalentemente diverse: «L’obiettivo principale delle organizzazioni criminali presenti nel Veneto è di acquisire capacità di ricchezza; di investire in attività economiche, apparentemente lecite, i proventi illeciti provenienti da traffico di droga, sfruttamento della prostituzione, gioco d’azzardo; di acquisire attività imprenditoriali in zone ricche, per poi riciclare attraverso lo strumento delle false faturazioni. Lo stesso meccanismo emerso in analoghe indagini effettuate in Londardia e in Emilia Romagna». Gl.A.

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MAGISTRATO Bruno Cherchi

L’INVITO A IMPRENDITORI E AMMINISTRATORI LOCALI: «SERVONO OCCHI BENE APERTI E NON GIRARSI DALL’ALTRA PARTE»


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