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REGIONE
GIOVEDÌ 28 FEBBRAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI
I nodi della politica veneta
La svolta di Salvini «Sull’autonomia pronto a incontrare Conte e Di Maio» Vertice al Viminale con il ministro Stefani, Zaia e Fontana «Entro sabato la sintesi delle tre bozze, poi il faccia a faccia» Albino Salmaso PADOVA. L’autonomia, come la Tav, è una spina che fa male nel fianco del governo gialloverde. Dopo l’attacco al ministro Erika Stefani la Lega fa quadrato, preme sull’acceleratore, ingrana la quarta e lancia l’ultimatum ai grillini. Entro questa settimana Matteo Salvini consegnerà il documento finale a Luigi Di Maio e al premier Giuseppe Conte per capire se il M5S intende lasciare sine die i tre dossier negli armadi, o se invece il “contratto” verrà onorato. Rientrato al Viminale dopo la vittoria in Sardegna, ieri il ministro degli Interni ha ricevuto nel suo ufficio Erika Stefani, Luca Zaia e Attilio Fontana. Un vertice non di partito ma istituzionale, perché è stato contattato anche Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia, per concordare la linea: le tre regioni hanno fretta di chiudere le intese per mandarle poi in Parlamento che le dovrà analizzare, emendare ed approvare prima della firma definitiva. Il vertice lo ha chiesto Zaia, che ha fatto capire la delusione dei leghisti e dei
consiglieri regionali del Veneto, pronti a protestare a Palazzo Chigi dopo i continui rinvii. Il primo passo dell’offensiva è la «difesa incondizionata del ministro Erika Stefani» che i grillini avevano quasi sfiduciato con l’accusa di «eccesso di protagonismo: le decisioni vanno condivise», recitava la nota ufficiale del M5S. Ieri il ministro Stefani si è presentata alle 8.30 alla Bica-
Ieri l’audizione in Commissione regioni «Il Parlamento verrà coinvolto» merale per le Regioni e ha ribadito che ogni sua decisione è stata condivisa con i ministri, con tanto di imprimatur del Mef sulla parte finanziaria. «La questione che si pone di fronte a noi è con quale modalità possa essere coinvolto il Parlamento nella formazione dell’atto, e prima che lo stesso sia sottoposto all’intesa, in modo da garantire una partecipazione consapevole e responsabile delle assemblee legislative. Prima però va sciolto il no-
do politico», ha detto la Stefani. Alle 9,45 la riunione è stata sospesa e aggiornata, perché al Senato la maggioranza non poteva contare assenze, pena la sconfitta del decreto Di Maio. Alle 15, il vertice al Viminale ha riaperto i giochi: se sabato scorso a Verona la questione è stata liquidata con una battuta (l’autonomia arriverà entro l’anno, la vogliamo fare bene), ieri Salvini si è caricato il peso politico dei tre dossier sulle sue spalle. Ci pensa lui:è pronto al braccio di ferro con Conte e Di Maio. «Prendiamo atto che stiamo vivendo un momento storico particolare: lo dimostrano le altre Regioni che hanno avanzato richiesta di autonomia. Pensiamo a Liguria, Piemonte, Campania, Toscana, Umbria e Marche. È una richiesta di buona amministrazione e di spesa trasparente che si sta diffondendo in tutto il Paese» spiega Salvini. Poi la conferma del cronoprogramma: entro questa settimana ci sarà il chiarimento politico Lega-M5s, nel frattempo la Stefani riscriverà le tre bozze. Cosa può succedere? Zaia Fontana e Bonaccini dicono di essere quasi al traguardo,
Da sinistra Attilio Fontana, Matteo Salvini e Luca Zaia a Roma prima del vertice al Viminale con la Stefani
quel 70% di richieste accolte dai ministeri è un grande risultato da portare a casa. Certo, restano 5 capitoli da completare: la sanità, la pubblica istruzione, l’ambiente, i Beni culturali e le infrastrutture, tutti ministeri controllati dai grillini. Zaia nel documento finale saprà rinunciare alla governance del porto di Venezia che Toninelli non vuole cedere al Veneto? E saprà rinunciare anche alle Sovrintendenze dei beni culturali, che il ministro Bonisoli intende lasciare al Mibac? Insomma, quale compromesso è pronto a firmare per uscire a testa alta dalla storica battaglia sull’autonomia? C’è una frase passata agli annali della politica, che recita così: «Il possibile non verrebbe mai raggiunto se nel mondo non si ritentasse sempre l’impossibile». I sovranisti-populisti la sapranno applicare anche all’autonomia? —
«Primarie Pd, Martina è il futuro Tav bloccata per colpa del governo» za è il più grande trasferimento di risorse da Nord a Sud mai avvenuto in Italia, senza nessun intervento a sostegno del mondo produttivo». Infrastrutture, chi ha la colpa dei ritardi sulle grandi opere? «La Lega non ha più abili, basta giocare al poliziotto buono e cattivo. Salvini porta tutta la responsabilità dei veti che bloccano la Tav Brescia-Verona-Vicenza, una palla al piede per le aziende del Veneto». Lei chi sostiene tra Zingaretti, Martina e Giachetti? «Appoggio Maurizio Martina perché è l’unico che non intende questo congresso come un giudizio sul passato ma lo considera come un’anticipazione del futuro, delle nuove
Casellati bacchetta i gilet di Fi Pugno di ferro della Casellati contro Forza Italia, il suo partito. «Il folklore non appartiene all’aula del Senato ma solo alle piazze. È una vergona» ha detto la presidente che ha sospeso i lavori quando i senatori Fi hanno indossato i gilet blu con scritto «Sì lavoro, No bugie» contro Di Maio.
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stefano fracasso, capogruppo dem a palazzo ferro fini
PADOVA. Il Pd si avvia alle primarie di domenica per eleggere il nuovo segretario e in Veneto, nella consultazione riservata agli iscritti, Maurizio Martina ha battuto per un pugno di voti Nicola Zingaretti. Cosa prevede Stefano Fracasso, capogruppo dem in consiglio regionale: siete davvero usciti dal letargo? «Sono ottimista, anche se il congresso si poteva fare prima. Superare la soglia psicologica di 1 milione di persone ai seggi rappresenta un grande risultato, che può dare una forte legittimazione al segretario, a prescindere da chi vinca. Il Pd è pronto a ripartire e gli italiani hanno aperto gli occhi, il governo gialloverde produce solo guai. Il reddito di cittadinan-
bagarre e seduta sospesa al senato
di essere subalterno alla Lega di Zaia che ha fatto dell’autonomia il suo cavallo di battaglia. Vero o no? «Critiche ingiuste. Il Pd ha inventato nel 2001 l’autonomia e il federalismo con la modifica del titolo V della Costituzione. La Lega da quando è nata ha solo diviso l’Italia e Zaia erede di Bossi non ha cambiato copione. Ha chiesto i 9 decimi di tasse come Trento e Bolzano e scatenato la rivolta del Sud: ora è costretto a fare retromarcia su tutta la linea. Il residuo fi-
«Non siamo subalterni al Carroccio, la riforma del titolo V l’abbiamo fatta noi nel 2001» Da sinistra: Stefano Fracasso e Maurizio Martina
contraddizioni che detteranno l’agenda politica: la centralità del lavoro nella società, il dovere di aumentare gli stipendi e poi la transizione energetica come tappa obbligata per una nuova economia, basata sulle emissioni zero di gas
nell’aria. Martina ha rimesso al centro l’equità sociale, con un patto di crescita che guarda alle giovani generazioni e quindi bisogna investire nella scuola e nella formazione professionale». In Veneto il Pd è accusato
scale è sparito e non si tocca. Al presidente Zaia dico: benvenuto nell’autonomia voluta dal Pd e dal centrosinistra. Questo è il mondo della realtà. Il sogno del piccolo Stato Veneto non esiste e per salvare la faccia ora convoca la Consulta degli enti locali: è troppo tar-
di. Non è mai venuto in consiglio regionale a spiegarci i contenuti della bozza. Ora che il segreto di Fatima si è disvelato abbiamo capito che le categorie non sono mai state coinvolte. Ce ne siamo accorti lunedì con il summit con il mondo della scuola». Condivide l’idea di Carlo Calenda di non presentare il simbolo del Pd alle europee del 26 maggio? «Il manifesto Siamo Europei è la proposta più interessante di questi mesi, noi l’abbiamo sostenuto e firmato. Per le europee i conti si fanno con il sistema proporzionale: più liste ci sono oltre il 4% più seggi si ottengono. Certo, il cartello del centrosinistra dovrà avere un unico nome. Dobbiamo fare tesoro del risultato in Sardegna: solo una coalizione di natura civica, aperta alle associazioni cattoliche e ambientaliste può rilanciare lo schieramento progressista. Poi la differenza la fanno i candidati, come ha dimostrato Zedda: ci vogliono leader veri». — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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BELLUNO
Caccia e fauna selvatica Le associazioni esultano per il ritiro della proposta di legge C’è anche l’esercito degli scontenti. Critico il sindaco di Livinallongo «Il ministro Costa è con noi e tutta Europa va nella stessa direzione» Il sindacato Anpa: «Se si avvicineranno, scatterà la legittima difesa»
La vittoria degli animalisti «I lupi non si toccano né in Veneto né altrove» Francesco Dal Mas BELLUNO. «Era evidente che
doveva finire così», sbotta Iliana Comina del gruppo “Animeanimali”. «Questi della Regione come potevano immaginare di farla franca con un provvedimento legislativo del tutto analogo a quello che è stato bocciato dal Governo in Trentino Alto Adige?». Il mondo animalista è soddisfatto dello stop di Palazzo Ferro Fini alla proposta di contenimento (abbattimento) dei lupi e dei grandi carnivori. «Non possiamo che festeggiare insieme ai lupi», sorride dal Cansiglio Toio De Savorgnani, di Mountain Wilderness, ammettendo che dal governatore Luca Zaia si aspettava una mossa come quella presa qualche anno fa a tutela dei cervi. Siamo al giorno dopo del rinvio della discussione sui progetti di legge relativi all’abbattimento del lupo e al via libera per i fuoristrada dei cacciatori sui sentieri di montagna. «Una sconfitta su tutto il fronte per i cacciatori», annota soddisfatto Michele Boato, fondatore dell’Ecoistituto Langer e con casa in Alpago. Giancarlo Gazzola, anche lui di Mw, è stato l’altro ieri a Venezia per presidiare il consiglio regionale, e, seppur manifestando soddisfazione, si dice praticamente certo che «questi signori ritorneranno alla carica», per cui pone subito la necessità di una vigilanza puntuale. Iliana Comina, invece, si dice convinta che, dopo la figuraccia rimediata, i consiglieri regionali staranno bene attenti a non rischiare ancora contro il “loro” governo e in particolare il ministro
La manifestazione pro lupo di martedì a Venezia
dell’Ambiente, Sergio Costa. «Costa è determinato e se ha avuto il coraggio di bloccare la legge del Trentino Alto Adige, troverà ancora più forza a impedire un pronunciamento del Veneto, tenendo conto», aggiunge l’animalista, «che tutta l’Europa va nella stessa direzione». E, allora, bisogna lasciare liberi lupi e orsi di cacciare come meglio credono? Per Comina, intanto, c’è un merito che va loro ascritto: quello di contenere altre popolazioni, come quella dei cervi, provvedendo a un equilibrio naturalistico. «In Valbelluna edin Cansiglio basteranno questi animali», afferma, «a impedire la crescita a dismisura dei cervi, non occorrono altre misure». Ma soprattutto occorre promuovere la necessaria prevenzione. «Gli allevatori devono attrezzarsi di recinti, cani pastore e altre misure, come avviene per tanti loro colleghi in Abruzzo o in altre regioni italiane. Ciò che ancora non succede in misura ade-
PER ILIANA COMINA DI “ANIMEANIMALI” È UNA SCONFITTA PER I CACCIATORI
Non potevano farla franca con un provvedimento legislativo analogo a quello già bocciato in Trentino Alto Adige guata». Anche perché – fanno notare Mw ed Ecoistituto – è dimostrato che il lupo non ha aggredito proprio nessuno, a meno che non sia stato attaccato. Quindi per Boato, De Savorgnani e Gazzola la convivenza è assolutamente possibile. Intanto la Lav, che ha portato la protesta a Venezia, conferma: «Continueremo a vigilare perchè non vengano avanzate proposte di Legge finalizzate a consentire l'uccisone di lupi, né in Veneto, nè altrove: i lupi non si toccano». —
l’affondo del cai
«Cacciatori avvantaggiati dallo stop ai motori in quota» Il Club alpino con il presidente Francesco Carrer soddisfatto della sospensione del provvedimento in Regione «Anche le Regole sensibili» BELLUNO. «I veri cacciatori, uomini che amano davvero la montagna, hanno tutto da guadagnare dallo stop ad un provvedimento come quello di consentire l’accesso motorizzato alle
alte quote». Lo ribadisce Francesco Carrer, presidente regionale del Cai, che si dice particolarmente soddisfatto dalla sospensione del provvedimento in consiglio regionale. Il Club alpino italiano aveva presentato un’osservazione, in commissione regionale, alla proposta di legge. E aveva tratto ispirazione da analoghe obiezioni presentate da due Regole
del Cadore. «Se le Regole stesse, così sensibili alla protezione del territorio, hanno detto di no alla possibilità di salire in macchina, in moto o in quad fino ai capanni più alti, una ragione evidentemente c’è. Anzi più ragioni. E noi del Cai», fa sapere Carrer, «le abbiamo tutte condivise. Anzitutto il pericolo di sconquassare i già martoriati sentieri di montagna, le pi-
Casagrande: ci difenderemo e Venezia dovrà risarcirci Grones: allontanano i turisti CHIES D’APAGO. «Legittima difesa» anche nei confronti del lupo. Ovvero? Paolo Casagrande, presidente del sindacato Anpa, che accompagna allevatori dell’Alpago e del Cansiglio, mette già le mani avanti: «Se il carnivoro si avvicina ai nostri allevamenti, alle case e alle stalle, è ovvio che ci difenderemo». Sulla stessa lunghezza d’onda si sintonizza il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones, da sempre fautore di un’azione di controllo dei grandi carnivori. «Non decidere, come si è fatto in Regione e come, purtroppo, si farà anche al Governo, è deleterio per la zootecnia, per l’agricoltura, ma - lo sappia il presidente Zaia Un magnifico esemplare di lupo – anche per il turismo», afferma Grones. sagrande. «Il governatore Il sindaco ricorda che or- Zaia sa già, perché lo abbiamai il lupo non si ferma da- mo avvertito, che la sospenvanti a nessun ostacolo, per- sione della cattura presupché non ha più paura di nes- pone il risarcimento delle suno, neppure delle perso- eventuali vittime. Problene. «Se te lo trovi a due me- ma, questo, che diventerà tri, l’animale non scappa pesante già nelle prossime ma, standosene immobile, settimane, quando ovini e ti guarda e, magari, anche ti bovini saranno portati al pasorride. Quindi i turisti han- scolo». no già cominciato a temere Il risarcimento, peraltro, queste presenze, ritenute è già previsto e, come ricotroppo pericolose». nosce il presidente dell’AnCasagrande ricorda che pa, è avvenuto in questi mein verità il provvedimento si con grande celerità. Ma – di legge sospeso in Regio- aggiunge Casagrande – ne, per iniziativa del presi- non vorremmo che succedente Luca Zaia, non aveva desse come per i pascoli del alcun scopo offensivo. L’ab- Cansiglio danneggiati dai battimento era previsto so- cervi. «A un certo punto la lo in situazioni di estrema Regione ha deciso di sogravità, di vero e proprio as- spendere i risarcimenti e, a salto degli animali alle abi- quel punto, gli allevatori sotazioni. «Il provvedimento no stati costretti a piantare aveva il merito del conteni- le recinzioni, a loro spese». mento del lupo, cioè del Nei giorni scorsi, per la vecontrollo, del monitorag- rità, si è svolta una riunione gio e dell’eventuale cattura con i dirigenti dell’Avepa, preventiva. Tutte misure nel corso della quale si è stuche potevano benissimo es- diato un nuovo fondo da olsere concesse», secondo Ca- tre 400 mila euro per venire
ste forestali, numerosi dei quali sono stati pesantemente danneggiati dalla tempesta “Vaia”. Percorrere quegli itinerari con le macchine significherebbe manometterli con gravi conseguenze per chi va in bicicletta e per gli escursionisti. E una volta manomessi, a chi spetterebbe ripristinarli?». Alle Unioni montane o al Cai, evidentemente, ma non con i contributi dei cacciatori. E a questo riguardo il presidente regionale fa un’importante distinzione. «I cacciatori selezionati di alta montagna hanno in gran parte lo stesso spirito protezionistico di noi alpinisti. Le alte quote le hanno sempre difese, a cominciare dal
Francesco Carrer
loro silenzio. Sanno bene che sparare all’impazzata significa mettere in fuga tanti animali. Bene, gli sparatori, proprio quelli che volevano salire a due o a quattro ruote, non hanno nulla a
IL PRIMO CITTADINO FODOM È UN FAUTORE DELL’AZIONE DI CONTROLLO DEI GRANDI CARNIVORI
L’allarme tra gli ospiti della nostra provincia lo abbiamo avvertito già la scorsa estate E ha comportato numerose disdette incontro agli allevatori che dovessero subire incursioni da lupi, orsi e pure cervi. E che, pertanto, necessitano di nuove protezioni. «Tutto ok», conclude il sindaco di Livinallongo, «ma i risarcimenti non risolvono il problema dei turisti che sono prevenuti a frequentare i nostri boschi, con questo tipo di presenze. È un allarme che abbiamo avvertito ancora l’estate scorsa e che ha comportato addirittura delle disdette». — F.D.M.
che vedere con i cacciatori. Sono sparatori, si divertono a premere il grilletto, non hanno nessuna sensibilità». Dunque? Fuori i mercanti dal tempio, questa è l’insistenza dell’autorevole dirigente del Cai. Il provvedimento è solo sospeso, ma Carrer ritiene che prima di recuperarlo ci sarà chi, in Regione, a partire dal presidente Luca Zaia, farà memoria di quello che vogliono essere le terre più alte, molte delle quali protette dall’Unesco. Il luogo del silenzio, del pensiero, della riflessione forte. Il luogo della massima protezione della biodiversità. «Via, dunque, i motori». — FDM
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CADORE - COMELICO
pieve di cadore
vigo
Variante di Tai, trovato il sito per il materiale degli scavi Terra e rocce di risulta della galleria saranno portate alla cava di Damos Campi: «Per il trasporto si usi il nuovo tunnel, non la viabilità tradizionale» «Su quest’area da decenni esiste la Trattoria Skibar, un locale ormai storico che conta ben 596 giudizi a 5 stelle. Dietro alla trattoria esiste un vasto prato, dove fino alla fine del secolo scorso c’era la zona della partenza dello skilift di Monte Zucco. Secondo l’Anas», aggiunge Campi, «il materiale di risulta dello scavo dovrebbe essere depositato in maniera provvisoria nel piazzale retrostante la Trattoria Ski Bar». «Nessuna obiezione, su questo», aggiunge l’assessore Campi, «vogliamo solo la garanzia che il materiale sarà rimosso non appena completata la galleria». L’amministrazione comunale vuole inoltre che il trasporto alla cava di Damos del materiale di risulta depositato nel piazzale del vecchio skilift venga effettuato attraverso il nuovo tunnel e non su strade comunali e statali che attraversano il centro abitato: «Questa soluzione consentirebbe la realizzazione dei lavori di cantiere senza che la frazione di Tai venga interessata dal transito dei mezzi pesanti già molto intenso». Tutto il materiale sarà portato a Damos? «In linea di massima sì», conferma l’assessore Campi. «Esiste però la possibilità, vista favorevolmente dall’Anas, che una parte di questo materiale venga utilizzato per sanare danni ambientali o per coprire un tratto del rio Manzago, nella zona dell’ex distributore Silvestri. Sarebbe una operazione che porterebbe ad un miglioramento notevole dell’immagine di benvenuto di Pieve di Cadore». L’amministrazione per raggiungere questo obiettivo sta intrattenendo un dialogo costante con i servizi forestali regionali, e auspica di ottenere il via libera all’operazione. —
Il rendering della variante di Tai
Vittore Doro PIEVE DI CADORE. È la cava di
Damos la zona predestinata ad accogliere tutto il materiale di risulta della galleria che sarà scavata per realizzare la variante alla strada statale 51 di Alemagna tra il bar Ragno e la sua uscita a ovest, nella zona della peschiera di Tai. La gestione del materiale di scavo della galleria è uno dei problemi ancora irrisolti per la realizzazione dell’opera. «Una delle osservazioni
che il Comune di Pieve di Cadore ha presentato al ministero dell’Ambiente e del territorio relative alla valutazione d’impatto ambientale della variante», spiega l’assessore Stefano Campi, «riguarda proprio le modalità del trasporto del materiale di scavo della galleria. Stando al progetto, una delle entrate– uscita del tunnel è prevista poco dietro l’attuale colonia di Montagnana (che sarà abbattuta) e a circa cento metri dalla zona di Pra di Tai, una zona sportiva e turistica di pregio».
lozzo e perarolo
Bonifica dei boschi assegnati gli incarichi ai primi cittadini LOZZO. Si sta completando la
rete dei soggetti attuatori, ai quali sono delegati i lavori della ricostruzione, in particolare della bonifica dei boschi e della loro rigenerazione. Il presidente della Regione Luca Zaia, in veste di commissario delegato per l’emergenza maltempo di ottobre 2018, ha siglato oggi un’ordinanza nella quale vengono attribuite le funzioni di soggetto attua-
Fabrizio Stella
L’assessore Stefano Campi
tore ai sindaci dei Comuni di Lozzo e Perarolo, Lusiana (Vicenza) e al presidente dell’Unione montana della Val Belluna. L’ordinanza prevede l’attribuzione di prerogative specifiche ai primi cittadini interessati che potranno svolgere specifiche funzioni relativamente alle operazioni di pulitura delle aree boschive soggette a schianti. «La nomina rappresenta altresì una risposta alle richieste di assumere un ruolo da protagonisti nella gestione della ricostruzione – spiega lo stesso Zaia – che mi è giunta direttamente dalle amministrazioni comunali colpite dalla catastrofe autunnale». In provincia di Belluno i soggetti attuatori sono già oltre
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una ventina, dal Comelico all’Agordino. Fabrizio Stella, incaricato della pulizia e della rigenerazione delle foreste schiantate, conferma che per mettere in atto le azioni necessarie i sindaci potranno contare sull’assistenza dei tre presidi operativi avanzati di Rocca Pietore, Lozzo di Cadore e Asiago, attivati nei giorni scorsi dalla Regione del Veneto, per volontà del Commissario Zaia. Situazione particolare a Perarolo, dove il sindaco Pierluigi Svaluto Ferro dovrà vedersela anche con la delicata incombenza delle frane. A Lozzo l’intervento delle imprese nei boschi è già avanti, così come in Comelico, precisamente in Val Visdende. — F.D.M.
Il Cnsas centro Cadore ricorda i suoi ragazzi con una gara sugli sci VIGO. Sugli sci per ricordare alcuni amici che non ci sono più. È quanto ha pensato il soccorso alpino del Centro Cadore che sabato scorso ha organizzato il memorial “Mirco, Daniele, Tiziano” a cui è stata abbinata la prima edizione del trofeo dedicato ad Alessandro Marengon. Teatro della gara di scialpinismo, inserita nel calendario di manifestazioni che coinvolge Cadore e Carnia, è stato anche quest’anno l’altopiano di Casera Razzo sul territorio di Vigo. Per garantire il regolare svolgimento della competizione gli organizzatori hanno dovuto modificare il tracciato originale a causa della caduta di un centinaio di alberi avvenuta nell’autunno scorso a seguito della tempesta Vaia. Niente percorso da malga Campo a Ciampigotto per Sote Piova, inutilizzabile a causa degli schianti, quello nuovo è stato sviluppato da malga Campo verso Casera Razzo attraverso la nuova strada forestale della Regola di Vigo per poi proseguire sulla traccia disegnata verso Casera Federata fino a Ciampigotto per poi scendere attraverso le piste verso i rifugi di forcella Ciampigotto. Invariati rispetto al passato sia la lunghezza del
percorso che il dislivello. Invariato anche lo spirito dei partecipanti alla manifestazione, più goliardico che agonistico. Presenti i familiari degli amici a cui è stato dedicato il memorial. Di seguito le classifiche. Femminile: 1. Cecilia De Filippo (Cnsas Valcomelico), 2. Erica Turi (Dolomiti Skialp), 3. Martina Da Rin Zanco (Dolomiti Skialp). Maschile: 1. Andrea Protti (Dolomiti Skialp), 2. Marco Del Missier (Cnsas Forni di Sopra), 3. Aldo Vascellari (Cnsas Pieve). Premio della Cooperativa Cadore Scs alla squadra più numerosa: Cnsas Pedemontana del Grappa. Vincitore ciaspe maschile: Paolo Donazzolo. Vincitrice ciaspe femminile: Manuela Zaetta. Trofeo Alessandro Marengon: Dafne Da Cortà. I vincitori hanno ricevuto un cesto di prodotti ed un trofeo ricordo. Menzione speciale per la Cooperativa Cadore Scs che ha curato la battitura del percorso oltre ad una serie di aziende del territorio che hanno supportato e sostenuto l’iniziativa, che tornerà anche nel 2020 con le stesse modalità dell’edizione di quest’anno. — Gianluca De Rosa BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
IN BREVE Valle Minicorsi di fotografia nella sede della Pro loco
Pieve di Cadore Revocata l’ordinanza sul maltempo
Al via il ciclo di minicorsi di fotografia con Francesca Casanova nella sede della Pro Loco di Valle. Il primo corso inizierà il 14 marzo alle 20,30 e sarà impostato sulla teoria. Il 16 marzo alle 14,30, ci sarà una seconda lezione questa volta basata sulla pratica. Ci saranno altre due lezioni il 21 alle 20,30, e il 23 alle 14,30. Il costo dei corsi è di 50 euro. Per informazioni: 349 4547669 o scrivere a valledicadoredolomiti@gmail.com.
Il sindaco di Pieve di Cadore ha revocata l’ordinanza urgente emessa il 29 ottobre durante l’alluvione. L’ordinanza vietava il transito su tutte la strade silvo-pastorali perché le condizioni meterologiche stavano rendendo inagibili tutte le strade boschive dove la furia del vento aveva fatto cadere alberi e provocato smottamenti. Ora il pericolo è passato e le strade silvo –pastorali sono state bonificate e rimesse in sicurezza.
DAL 1887
il Quotidiano
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del NordEst
ANNO 133- N° 50
VENEZIA MESTRE
Giovedì 28 Febbraio 2019
Mestre Una casa del sesso a basso costo e un’altra destinata ai clienti ricchi
Il personaggio «Io, l’avvocato degli animali “cattivi”: la verità su vipere e lupi»
Formula 1 Brivido Vettel fuori a 200 all’ora durante i test: illeso danni alla Ferrari
Pierobon a pagina 19
Drudi a pagina 24
Tamiello a pagina IX
Il commento
Una scossa sulla crescita e l’Iva da rivedere Paolo Balduzzi ese di febbraio, fine di quadrimestre: è tempo di pagelle, anche per l’Italia. Abbiamo tutti avuto l’impressione, almeno una volta nella vita, di venire giudicati in maniera troppo severa, magari paragonati ad altri alunni altrettanto svogliati ma certamente con lacune e difficoltà maggiori delle nostre. Si saranno forse sentiti così anche i membri del governo italiano, leggendo il “Country report” dell’Unione Europea che accende un segnale d’allarme sui conti italiani. Certo, nessuna bocciatura già decisa: anche in questo caso valgono ancora gli esami a settembre - o perlomeno dopo le elezioni europee. Ma la sensazione che il nostro Paese abbia le possibilità per fare decisamente di più e meglio è condivisa da molti, anche al di fuori della maggioranza parlamentare. Ma cosa vuol dire applicarsi, in questo contesto? Eppure lo abbiamo detto, scritto e ripetuto ormai allo sfinimento, sin dallo scorso autunno: il nostro Paese ha un disperato bisogno della ricetta giusta per tornare crescere: cresciamo, quando cresciamo, sempre di meno dei Paesi paragonabili a noi. E va avanti così da metà degli anni ’90 dello scorso secolo. Non si tratta dunque solo di un problema dell’attuale classe dirigente. Il nostro Paese non deve accontentarsi di arrancare ogni anno. Continua a pagina 27
M
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Autonomia, mossa di Salvini `Ieri notte primo summit con Conte Vertice con Zaia, Fontana e Stefani: piano per superare le obiezioni del M5s e Di Maio: «Corsia veloce per l’intesa» `
Salvini scende in campo per sbloccare l’autonomia. E lo farà politicamente, andando a parlarne con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e con il capo del M5s Luigi Di Maio. Perché al Nord lo stallo in cui è caduto il processo dell’autonomia non è più sostenibile. Perché dai pentastellati continuano ad arrivare bordate al ministro Erika Stefani. Perché, soprattutto, l’autonomia è nel contratto di governo e dunque va fatta, alla pari del reddito di cittadinanza. La decisione è stata presa ieri al Viminale dove i governatori del Veneto Luca Zaia e della Lombar-
dia Attilio Fontana sono stati convocati, con il ministro Stefani, da Salvini. La decisione assunta è che entro la settimana le Regioni consegneranno a Salvini le rispettive bozze di intesa con i punti critici, quelli sui quali si è trovato il muro dei ministeri a guida M5s. Un “documento di sintesi finale” che fotograferà lo stato dell’arte. E con quello in mano, Salvini andrà da Conte e Di Maio. E ieri notte, al termine di un primo incontro tra Conte, Salvini e Di Maio, fonti di Palazzo Chigi hanno assicurato una «corsia veloce per l’autonomia». Vanzan a pagina 7
La pagella
L’intervento
La Ue striglia l’Italia: troppe barriere agli investimenti
Il governo sblocchi le grandi opere per far ripartire l’Italia
Conti pubblici deteriorati e stallo delle riforme (con il nostro Paese che risulta quello con più barriere agli investimenti) rendono l’Italia vulnerabile. È il giudizio della Ue. Amoruso, Conti e Pollio Salimbeni alle pagine 2 e 3
Il caso. Russiagate, Cohen accusa il presidente: «Truffatore»
a velocità con cui un esecutivo è riuscito a imprimere un’accelerazione così negativa alla situazione economica non ha precedenti (...)
L
Continua a pagina 27
L’industriale, il boss e quei monili antichi da 750mila euro Donadio mediatore tra Amenduni e Gaiatto L’imprenditore: «Mai avuto a che fare con lui» `
L’inchiesta Mose
La Corte dei conti chiede un milione di danni a Milanese
Kim e Trump divisi sul nucleare La stretta di mano tra Trump e Kim
Danni allo Stato: la Corte dei conti ha autorizzato il sequestro di un milione di euro a Marco Mario Milanese, ex deputato Pdl.
M. Cocco a pagina 13
«Lui libero, io da 26 anni sulla carrozzina» Marco Aldighieri on riuscivo ad alzarmi da terra. Le mie mani slittavano sull’asfalto. Non capivo. Poi le ho guardate, erano piene di sangue mi avevano colpito». È la testimonianza choc dell’ex assistente capo della polizia Maurizio Cesarotto, ferito e costretto su una sedia a rotelle dai colpi di arma da fuoco sparati, il 20 aprile del 1993, da Ennio Rigato. Uno dei luogotenenti della Mala del Brenta. Domenica Rigato uscirà dal Due Palazzi e sarà un uomo libero. Per la giustizia ha scontato la sua pena. Segue a pagina 15
Nicola Zingaretti
Brunetti a pagina 15
Dall’inchiesta sul clan dei casalesi capeggiato da Luciano Donadio, emerge una vicenda che coinvolge un importante imprenditore veneto, Michele Amenduni. Tutto ruota attorno a dei monili etruschi che l’industriale avrebbe venduto per 750 mila euro a Gaiatto. Chiuso l’affare, il broker ne contesta l’autenticità. A fare da mediatore sarebbe intervenuto il boss. L’industriale replica: «Mai avuto a che fare con Gaiatto». Amadori a pagina 14
2 MARZO
La sentenza
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Maestre, il diploma non basta «Sono fuori dalle graduatorie»
EX AGENTE Maurizio Cesarotto, fu ferito da Ennio Rigato
Niente da fare per le maestre diplomate magistrali: devono restare fuori dalle graduatorie ad esaurimento e rinunciare quindi all’assunzione. Così ha stabilito il Consiglio di Stato. Vale a dire quindi che, per avere il ruolo, non potranno aspettare lo scorrimento della
graduatoria ma dovranno affrontare un concorso. A ribadirlo ancora una volta è stata l’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato con due sentenze, praticamente gemelle, che riprendono quanto già stabilito nella sentenza del dicembre 2017. Loiacono a pagina 9
REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ “Storia della Serenissima Illustrata” - vol. 2 € 6,90* - *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE
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Apertura a Flumignano Start Up innovativa
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Primo Piano La spesa Tav Torino-Lione: costo previsto in miliardi di euro (salvo revisioni Ue) PRIMA FASE DEI LAVORI Francia Italia
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Il premier a Salvini e Di Maio: ora sbloccare Tav e cantieri `Via libera ai bandi per l’alta velocità Nel vertice-cena a palazzo Chigi anche la caccia alle risorse per provare a ripartire Domani a Parigi Tria incontra Le Maire `
Unione Europea
IL RETROSCENA
0,814 TUNNEL DI BASE (57 km) Francia Italia
25%
Giovedì 28 Febbraio 2019 www.gazzettino.it
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Unione Europea
40% STIME DEI COSTI PER L’ITALIA
ROMA Il rischio di «squilibri eccessivi», denunciati ieri dalla Commissione Ue, il ministro dell’Economia Giovanni Tria li aveva paventati già a dicembre. Poi - dopo la gag del balcone - è andata come è andata, ma ora al Mef c’è chi sorride sotto i baffi, e lo stesso inquilino di via XX Settembre ha preso coraggio e osserva soddisfatto la “corsa ai cantieri” che si è scatenata nel governo, prepara il suo viaggio a Parigi di domani dove incontrerà il suo omologo francese Bruno Le Maire.
L’ATTO E così, mentre il presidente
3,0
IL GOVERNO Luigi Di Maio, Giuseppe Conte e Matteo Salvini (foto ANSA)
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Tratta Tunnel di base italiana (fino (fino a Bussoleno) a Torino)
Nomine
I vertici di Italgas Snam e Fincantieri verso la riconferma `Nulla sarà certo fino a
mercoledì prossimo, quando Cassa depositi e prestiti sfornerà i nomi per i vertici di Fincantieri, Snam e Italgas. Ma in base alle ultime indiscrezioni, Cdp con ogni probabilità confermerà gli attuali vertici in scadenza, per garantire «continuità di gestione» in ragione «degli ottimi risultati raggiunti» dalle tre società. In Fincantieri perciò dovrebbero restare l’amministratore delegato Giuseppe Bono e il presidente Giampiero Massolo, in Snam il ceo Marco Alverà e in Italgas l’ad Paolo Gallo. Il dossier delle nomine nelle controllate di Cdp è stato al centro di un incontro tra il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e l’ad Fabrizio Palermo. In mattinata il capo di Cdp aveva garantito: «Insieme al Mef e ai nostri azionisti lavoreremo, come sempre, pensando all’interesse delle società». In più Palermo aveva elogiato i vertici dell’azienda cantieristica: «Fincantieri è una realtà importante del Paese su cui ho avuto l’onore di lavorare contribuendo con Bono a sviluppare e trasformare in gruppo internazionale. E garantiremo lo sviluppo e il giusto percorso di crescita di un’azienda che è un’importante realtà internazionale che dà lavoro a tante persone in Italia». Dopo le parole di Palermo, messo alla guida di Cdp dal governo giallo-verde, in Borsa il titolo Fincantieri (controllato al 71,6% dalla Cassa) è salito del 6,87%. (A.Gen.)
del Consiglio invita Bruxelles ad avere un po’ di pazienza, in modo da poter registrare a breve l’impatto sulla crescita di Quota100 e Reddito, Tria incontra al ministero l’amministratore delegato della Cdp Fabrizio Palermo, per parlare anche di quel piano di investimenti che il governo avviò ad ottobre e finito in un cassetto. A palazzo Chigi non si sta però con le mani in mano e ieri sera la convocazione di un nuovo vertice a tre, Conte, Di Maio e Salvini, la dice lunga sulle difficoltà che ha la maggioranza ad invertire la politica economica sin qui seguita senza doversi rimangiare quanto fatto sinora. Al tavolo - assente il ministro Toninelli - il presidente del Consiglio Conte si è presentato con il testo di un decreto “sblocca-appalti” che anticiperebbe la riforma del codice e che potrebbe essere licenziato nel consiglio dei ministri di questa sera. Una corsa al cantiere e agli investimenti che è una sorta di presa d’atto in linea con quanto previsto da Bruxelles e non solo - degli effetti limitati che avranno sulla crescita le due misure bandiera di M5S e Lega. Ovviamente tutto ciò è musica per il ministro dell’Economia che continua ad avere buone sponde al Quirinale e parte per Parigi avendo dalla sua anche la Lega e un rinfrancato Conte. Nel partito di Salvini la tensione è forte e sale dai territori. Il Paese è fermo e l’economia rischia una gelata che complicherebbe il percorso del governo da qui alle elezioni di maggio. Salvini stretto tra la necessità di non indebolire ulteriormente l’alleato uscito malconcio da tutte le ultime consultazioni elettorali e la pressione interna - ha scelto di rispondere all’allarme che ieri i governatori di Lombardia e Veneto hanno portato sin dentro il Viminale. Sul tavolo (vedi articolo a pagina 7) i presidenti Zaia e Fontana hanno messo l’autonomia, sulla quale Salvini ha promesso di andare sino in fondo, ma anche la necessità di sbloccare i cantieri e, in testa, la Tav. Rinviare a maggio la Torino-Lione, pur facendo partire i bandi di gara di Telt - anche a seguito degli incontri di ieri a Bruxelles tra i tecnici di Telt e quelli dell’Inea - rischia di essere il classico mezzo bicchiere che il M5S può rivendicare nella parte vuota e la Lega dal lato del pieno. Una soluzione che però alla fine scontenta lo zoccolo duro grillino, che non incassa il “no” definitivo, come la Lega visto che la Tav, come sostenuto di recente dal ministro Tria, è ormai diventata il biglietto da visita della possibilità di investire in Italia. Ma se l’alleato pentastellato continua a dire che la Torino-Lione «non ha senso» - come afferma a “Porta a Porta“ il ministro Bonafede - la Lega ha necessità di distinguersi per evitare quel contagio elettorale che rischia di frenarne l’ascesa riconsegnandola, in prospettiva, ad un’alleanza con il centrodestra.
IL DESTINO Il tentativo di spaccare FI dividendo gli azzurri tra buoni e cattivi, fatto ieri a Cagliari da Salvini, è segno di nervosismo perchè, come conferma il voto in Sardegna, il leader leghista non riesce a spingere ad una cifra le percentuali azzurre. «Non mi sorprende che il M5S blocchi la Tav, i cantieri e spinga per il reddito di cittadinanza. Piuttosto mi chiedo che ci sta a fare la Lega!», attacca imperversando il forzista veneto Marco Marin. In attesa che si aprano i cantieri Salvini prova a rilanciare sull’autonomia e ieri sera, durante la cena a palazzo Chigi, l’aut aut è risuonato, ma Conte è convinto di riuscire a trovare un’intesa anche su questo punto consapevole che i due partner di maggioranza siano ormai legati ad un destino comune. Marco Conti
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Nordest
Giovedì 28 Febbraio 2019 www.gazzettino.it
La riforma delle Regioni
«Una corsia veloce per l’autonomia»
L’ACCELERAZIONE VENEZIA Magari non avrà detto “ghe pensi mi”, ma il concetto è quello: tocca al vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini sbloccare l’autonomia. E lo farà politicamente, andando a parlarne con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e con il capo del M5s Luigi Di Maio. Detto e fatto. Impegno preso nel pomeriggio nel faccia a faccia con i governatori di Veneto e Lombardia e il ministro Erika Stefani; obiettivo raggiunto in serata, a quanto filtra dai rumors di Palazzo Chigi, che dopo l’incontro a tre fra premier e vice indicano una «corsia veloce per l’autonomia» e fanno trapelare «soddisfazione». Perché al Nord lo stallo in cui è caduta la riforma delle Regione non è più sostenibile. Perché dai pentastellati continuano ad arrivare bordate al ministro Stefani. Perché, soprattutto, l’autonomia è nel contratto di governo e dunque va fatta, alla pari del reddito di cittadinanza, mentre quel che si respira a Roma è un’aria che promette solo stagnazioni. E, dunque, il termine fissato dallo stesso Salvini “entro l’anno” - va diversamente interpretato: entro il 2019 non va solo firmata l’intesa che è un atto, per quanto importante, preliminare. Entro l’anno l’autonomia deve essere approvata dal Parlamento. Dunque, bisogna accelerare. La decisione è stata presa ieri pomeriggio al Viminale dove i governatori del Veneto Luca Zaia e della Lombardia Attilio Fontana sono stati convocati, con il ministro Stefani, da Salvini. Una riunione politica, tutta interna alla Lega, per riportare l’autonomia in cima all’agenda politica. E velocemente. La decisione assunta è che entro la settimana le Regioni - compresa l’Emilia Romagna - consegneranno a Salvini le rispettive bozze di intesa con i punti critici, quelli sui quali si è trovato il muro dei ministeri a guida M5s. Un “documento
VENETO, LOMBARDIA ED EMILIA ROMAGNA CONSEGNERANNO ENTRO LA SETTIMANA UN DOCUMENTO DI SINTESI
Vertice con Zaia, Fontana e Stefani `In serata l’incontro a Palazzo Chigi Così Salvini prova a superare lo stallo con Conte e Di Maio: «Soddisfazione» `
L’Italia delle Autonomie Autonomie storiche (anno)
Maltempo
Regioni che hanno mosso passi informali
Regioni che hanno accordi preliminari con il governo
Regioni che hanno avviato negoziati col governo
Regioni che non hanno attivato alcuna procedura
Dal Governo 755 milioni per i danni
Casali (Cdv) «Tutti a Roma a manifestare» VENEZIA «L’autonomia delle Regioni va portata avanti, sgombrando il campo dagli equivoci su residuo fiscale e compartecipazione delle imposte. Autonomia significa maggiore responsabilità e la possibilità di gestire competenze in modo più efficiente». È quanto affermano i deputati dem Diego Zardini e Roger De Menech, che però puntualizzano: «Serve stabilire costi e fabbisogni standard». Intanto il consigliere regionale Stefano Casali (Centro Destra Veneto) chiede ai colleghi di scendere a Roma: «Tutto il consiglio regionale manifesti davanti a Palazzo Chigi contro l’ostruzionismo sull’autonomia». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LEGHISTI Da sinistra, Attilio Fontana, Matteo Salvini e Luca Zaia
di sintesi finale” che fotograferà lo stato dell’arte sulle procedure di autonomia avviate da Lombardia, Veneto e Emilia Romagna. E con quello Salvini andrà da Conte e Di Maio. Del resto, o la partita si sblocca al vertice o resta impantanata a vita. «Prendiamo atto che stiamo
vivendo un momento storico ha detto Salvini - lo dimostrano le altre Regioni che hanno avanzato richiesta di autonomia. Pensiamo a Liguria, Piemonte, Campania, Toscana, Umbria e Marche. È una richiesta di buona amministrazione e di spesa trasparente che si sta diffondendo
VENEZIA «Ringrazio il governo per aver manifestato sensibilità e agito con tempestività per stanziare le risorse necessarie alla rinascita dei nostri territori, in particolare quelli del bellunese, così profondamente colpiti dalla furia dei venti e delle piogge dello scorso autunno». Così il governatore Luca Zaia ha commentato lo stanziamento da parte del governo di 755.912.355,61 euro per il triennio 2019-2021 (dei quali 232.588.417,11 per il 2019, 261.661.969,25 euro per il 2020, 261.661.969,25 per il 2021) come risorse per arginare i devastanti effetti meteorologici in Veneto dell’ottobre scorso. «Posso assicurare - ha aggiunto Zaia - che le risorse saranno spese nella piena legalità e con la consueta virtuosità dei veneti». © RIPRODUZIONE RISERVATA
in tutto il Paese». Mettendo assieme le tre regioni che hanno già firmato una pre-intesa col precedente Governo (Veneto, Lombardia, Emilia Romagna) e le sei che formalmente hanno avviato il negoziato (Liguria, Piemonte, Toscana, Umbria, Marche e pure la Campania che avrà il primo incontro ufficiale con il ministro Stefani la prossima settimana) si arriva infatti a oltre 37 milioni di italiani più. E il totale è di 46 milioni se si considerano anche le cinque regioni e province già speciali. «Applicheremo quanto previsto dalla Costituzione», hanno detto Stefani e i governatori Fontana e Zaia.
IN BICAMERALE
In mattinata il ministro Stefani, durante un’audizione in Commissione bicamerale per gli Affari regionali, è tornata a chiarire che «il tema centrale nelle modalità di approvazione dell’intesa riguarda il rapporto con il Parlamento». A questo punto, ha sottolineato, «la questione che si pone di fronte a noi è con quale modalità possa essere coinvolto il Parlamento nella formazione dell’atto, e prima che lo stesso sia sottoposto all’intesa, in modo da garantire una partecipazione consapevole e responsabile delle assemblee legislative». Il tutto non senza tornare sulla salvaguardia delle prestazioni in tutto il Paese, «che sarà mio obiettivo salvaguardare».
LE BORDATE
La giornata è stata caratterizzata anche dalle prese di posizioni di due regioni che hanno chiesto l’autonomia: una è la Toscana, l’altra è la Campania che avrà il primo incontro ufficiale pare il 7 marzo. Il consiglio regionale della Toscana ha approvato una risoluzione che impegna la giunta ad attivarsi perché «non sia attuata nessuna forma di autonomia legislativa che va a modificare la Costituzione, minando i principi di uguaglianza, unità ed equità». Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, invece ha ribadito che l’autonomia differenziata non favorirà una migliore gestione delle risorse e ha avvisato: «Siamo pronti a mettere in piedi un Vietnam istituzionale e costituzionale a ogni passaggio sull’autonomia differenziata, che sarà oggetto di valutazione della Corte Costituzionale». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
«La legittima difesa si farà» Magistrati contro la Lega
ASSOLTO L’ultimo giorno di lavoro di Franco Birolo nella sua edicola tabaccheria: ha deciso di cambiare vita dopo i processi
sco Minisci, rivela che spera in un rinvio sine die perché la norma avrebbe «gravi profili di incostituzionalità». La zampata del ministro dell’Interno non si fa attendere: «Le dichiarazioni dell’Anm sono di una gravità assoluta, non spetta a un magistrato dire quale legge bisogna fare e non fare». E dalla sua si schiera il Guardasigilli Alfonso Bonafede del Movimento 5 stelle: «La legge la condividiamo e riteniamo debba andare avanti».
do mortalmente. Il tabaccaio fu condannato a 2 anni e 8 mesi in primo grado, assolto in appello e in Cassazione dall’accusa di eccesso colposo di legittima difesa. La sentenza è passata in giudicato da poco. Nei giorni scorsi la “sorpresa”. Birolo è stato raggiunto da una lettera di richiesta di conciliazione della famiglia di Ursu, che prelude appunto all’apertura della causa. L’atto di rivalsa è possibile per una norma applicata alla formula assolutoria di Birolo, al quale venne attribuita la legittima difesa putativa, che consente alla famiglia del deceduto di procedere in sede civile, nonostante la Cassazione abbia respinto il risarcimento penale. Ma il suo avvocato, Luigino Martellato, precisa: «La famiglia Ursu non riceverà alcun risarcimento, perché il risarcimento è stato negato dalla sentenza di Cassazione, i familiari del ladro ucciso da Birolo possono chiedere al limite una mera indennità».
IL RINVIO ROMA «La legittima difesa sarà legge entro marzo». Matteo Salvini prova di nuovo a blindare il provvedimento-bandiera della Lega, aggiornandone la deadline (inizialmente l’auspicio era per febbraio) dopo il rinvio dell’esame della Camera, chiesto dal suo stesso partito ufficialmente per motivi tecnici. Il testo infatti tornerà in Aula il 5 marzo, non prima. E per l’approvazione definitiva, la parola passerà comunque al Senato. Ma a 24 ore dal rinvio, è con le toghe che si riaccende lo scontro: il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, France-
IL TESTO TORNERÀ IN AULA IL 5 MARZO MINISCI (ANM): «È INCOSTITUZIONALE» IL MINISTRO BONAFEDE: «LA LEGGE VA AVANTI»
I CONTRASTI Sulla legittima difesa il contrasto con la magistratura è una vecchia crepa: già durante le audizioni nella commissione Giustizia, Minisci aveva elencato le sue perplessità sul disegno di legge che modificherebbe l’articolo 52 del codice penale: incostituzionalità (il ddl fa differenza «tra la legittima difesa e le altre scriminanti, che hanno invece tutte la stessa dignità») e inutilità della riforma («il tema è sufficientemente regolamentato»). Inoltre, per Minisci «si lancia il messaggio che se suc-
cede un fatto astrattamente riconducibile alla legittima difesa, non si deve fare nessun accertamento. Ma non è possibile perché se un soggetto muore, le indagini il pm le deve fare». Non è così per il ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno: «Smentisco in maniera categorica che con questa norma si impedirebbero le indagini». Per la leghista «il testo aiuterà i magistrati nelle indagini, perché traccia in modo chiaro i confini delle condotte lecite di chi si difende da un’aggressione». Intanto nei corridoi di Montecitorio passa la voce che il ‘tecnicismo’ del rinvio di una settimana sia legato all’autosospensione della presidente della commissione Giustizia Giulia Sarti, per la questione dei rimborsi M5s. È stata lei ad aver coordinato l’esame del ddl in commissione e ora la sua mancanza si fa sentire sui vertici del Comitato dei nove, ossia l’organismo che in misura ristretta riferisce all’Aula il lavoro fatto nella prima fase. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I parenti del ladro ucciso fanno causa al tabaccaio IL CASO PADOVA Sparò a un ladro che stava rubando nella sua tabaccheria e fu assolto, ma a distanza di 7 anni da quel fatto Franco Birolo non ha ancora chiuso i conti con i tribunali. Perché adesso la famiglia di Igor Ursu, l’uomo di origini moldave che fu colpito a morte, si è fatta avanti, nonostante l’assoluzione dell’esercente padovano, per chiedere i danni. Non un vero e proprio risarci-
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mento - che la Cassazione ha già escluso - ma un’indennità, anticipata con una lettera giunta all’ex tabaccaio, che prelude all’apertura di una causa civile. È l’odissea in cui Birolo si muove dal 26 aprile 2012, quando a Civè di Correzzola un gruppo di malviventi entrò nottetempo nel suo negozio, dopo aver sfondato la vetrina con un’automobile. Birolo li sorprese e, temendo che Ursu volesse aggredirlo scagliandogli contro il registratore di cassa, sparò, colpen-
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Primo Piano
Giovedì 28 Febbraio 2019 www.gazzettino.it
La ricostruzione
Arrivano i fondi del Governo: oltre 755 milioni in un triennio Zaia: «Ringraziamo per la sensibilità e la tempestività» Padrin: «Preziosi per la sicurezza del nostro territorio» `
IL PIANO BELLUNO Il Governo rispetta l’impegno preso con il Bellunese il giorno dopo la tempesta Vaia del 28-29 ottobre scorso. I soldi promessi al governatore veneto Luca Zaia, che riveste il ruolo di commissario per i primi interventi post-maltempo, sono stati annunciati ieri dal premier Giuseppe Conte. In Veneto arriveranno 756 milioni di euro spalmati sul triennio 2019-2021. Soldi che serviranno in gran parte alla provincia di Belluno, area che più di altre ha subito la devastazione dell’acqua e del vento, con Rocca Pietore praticamente annullata.
IL COMMISSARIO «Ringrazio il Governo – com-
menta il presidente Zaia - per aver manifestato sensibilità e agito con tempestività per stanziare le risorse necessarie alla rinascita dei nostri territori, in particolare quelli del Bellunese, così profondamente colpiti dalla furia dei venti e delle piogge dello scorso autunno. Non avevo dubbi che il premier, il vicepremier ed il Governo tutto avrebbero mantenuto l’impegno con il Veneto e il suo popolo. Per quanto mi riguarda – conclude il presidente - posso assicurare fin
232 sono i milioni di euro che arriveranno per l’anno in corso
La lettera del premier Conte
d’ora che le risorse saranno spese nella piena legalità e con la consueta virtuosità dei Veneti. Siamo già al lavoro da mesi, adesso è finita la fase di analisi e stiamo mettendo in atto gli interventi d’urgenza. Ora si entra nella fase più attesa: la ricostruzione». Sul piatto ci sono altri 524 milioni di euro recuperati dal decreto fiscale, un terzo dei quali, ricordava l’assessore Gianpaolo Bottacin alcuni giorni fa, dovrebbe arrivare a Belluno: soldi che serviranno per i risarcimenti dei privati. La cifra stanziata ieri dal Governo, calcolata al cent, sarà così suddivisa: 232.588.417,11 per il 2019, 261.661.969,25 euro per il 2020, 261.661.969,25 per il 2021. Fa parte di un pacchetto di 3 miliardi di euro nel triennio stanziati a favore delle 17 regioni colpite dal maltempo. La ripartizione vede la fetta più grossa proprio per il Veneto.
LA TEMPESTA VAIA Rocca Pietore è stata l’area più duramente colpita dall’ondata di maltempo di fine ottobre. Non è mancata la visita dei vicepremier, Salvini e Di Maio, e della presidente della Camera
GESTO CONCRETO
«Caro presidente ti aspetto a Roma per parlare di ripartizione di fondi» «Caro Presidente, come Le è noto, domani 28 febbraio (oggi, ndr), nella sede della Presidenza del Consiglio, è fissato un incontro con Lei e i Presidenti delle altre Regione e delle Province autonome di Trento e Bolzano, in relazione al Piano nazionale sul dissesto idrogeologico». Inizia così la missiva che il premier Giuseppe Conte ha inviato al governatore veneto, Luca Zaia, annunciando lo stanziamento di oltre 755 milioni di euro per la ricostruzione post-maltempo del Veneto. La somma fa parte del piano
“Proteggi Italia” che prevede 11 miliardi contro i dissesti di cui 3 nell’anno in corso. Quasi l’8 per cento del territorio nazionale è soggetto a frane. Condizione che Belluno, purtroppo, ben conosce. Ciò nonostante, il cemento avanza al ritmo di 14 ettari al giorno, ovvero 2 metri quadri al secondo. Conte parla di una terapia d’urto per proteggere il territorio e metterlo in sicurezza, definendo il “Proteggi Italia”«il più grande piano anti-dissesto mai realizzato».
Esprime soddisfazione il presidente della Provincia, Roberto Padrin: «Questa è una grande notizia - afferma -, perché sicuramente con queste risorse si potranno avviare alcuni interventi che sono fondamentali per la sicurezza del territorio, specie ora che con la primavera arriva il disgelo. Penso a strade, corsi d’acqua, versanti franosi. Ma spero che parte di questa somma vada ai privati che hanno subito danni e da tempo chiedono di capire cosa accadrà. Poi c’è la grande partita dei boschi. Sicuramente questa attenzione della Regione e del Governo è un segnale concreto di vicinanza. A loro il nostro grazie, anche per la tempestività. In fondo, sono passati solo 4 mesi». Lauredana Marsiglia
La Regione affida i “superpoteri” ai sindaci e all’Unione montana LOZZO DI CADORE Poteri speciali ai sindaci di Lozzo di Cadore e Perarolo e al presidente dell’Unione Montana della Val Belluna. Una delega che permette agli amministratori di diventare protagonisti della “ricostruzione” ma soprattutto di poter gestire dalla prima linea una delle fasi più delicate dell’emergenza: quella della rimozione degli alberi finiti a terra dopo la tempesta Vaia di fine ottobre.
L’ATTO
“Premio Bontà” ai Vigili del fuoco: «Per l’impegno nel post maltempo» UNCI BELLUNO Lo statuto dell’Unione
Nazionale Cavalieri d’Italia (Unci) prevede l’assegnazione annuale del “Premio Bontà” a chi si è particolarmente distinto in opere a favore della collettività. La Sezione provinciale dell’Unci ha così organizzato un incontro pubblico per domani con inizio alle 18 al Teatro Giovanni XXIII per l’assegnazione del premio che sarà consegnato al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco-Comando provinciale di Belluno anche in relazione all’opera svolta per la recente tempesta Vaia che ha devastato il territorio
provinciale. Condotta da Barbara Paolazzi la manifestazione sarà aperta dal presidente provinciale Unci Nicola Salvato al quale seguiranno il rappresentante dell’Unci nazionale, il sindaco di Belluno Jacopo Massaro, il presidente della Provincia Roberto Padrin, l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin o altro rappresentante della Regione Veneto, il Prefetto di Belluno Francesco Esposito e il Capo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco Fabio Dattilo. A conclusione è previsto l’intervento dell’on. Stefano Candiani, sottosegretario del Ministero dell’Interno. La serata sarà allietata da intermezzi musicali del Gruppo
“Voci dai cortivi” e della solista Eleonora Ropelato accompagnata alle tastiere da Antonio Giuffrida. Va ricordato che l’Unione Nazionale Cavalieri d’Italia Unci è un’Associazione apartitica e senza fini di lucro, la cui Sezione provinciale di Belluno fu istituita nel 2016 con lo scopo di riunire tutti i bellunesi insigniti di onorificenze cavalleresche della Repubblica Italiana al fine di mantenere alto il sentimento per l’impegno civico, di tutelare il diritto e il rispetto delle istituzioni e di contribuire a rendere gli insigniti esempi di probità e correttezza civile e morale. Dino Bridda
E’ stato il presidente della Regione, Luca Zaia, nella sua veste di Commissario delegato per l’emergenza maltempo di ottobre a siglare l’ordinanza nella quale vengono disciplinate le funzioni di “soggetto attuatore” che sono state attribuite ai due primi cittadini: Mario Manfreda e Pier Luigi Svaluto Ferro. Il documento prevede prerogative specifiche permettendo agli amministratori un margine di movimento e di autonomia relativamente alle operazioni di pulitura delle aree boschive devastate dalla tempesta che ha abbattuto gli alberi.
prevedere. In Val Visdende, per esempio, dove i lavori per portar via gli alberi sono in una fase più avanzata a preoccupare sono oggi anche le condizioni del manto stradale. Arterie messe a dura prova dal transito di quindici autotreni a pieno carico che ogni
MAGGIORI COMPETENZE AI PRIMI CITTADINI CHE POTRANNO GESTIRE IN PRIMA LINEA QUESTA DELICATA FASE DELLA “RICOSTRUZIONE”
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IL TEAM Per mettere in atto le azioni necessarie i sindaci potranno quindi, dopo il nuovo provvedimento, contare anche sull’assistenza dei presidi operativi avanzati di Rocca Pietore e Lozzo di Cadore, attivati nei giorni scorsi dalla Regione del Veneto, con il coordinamento del soggetto attuatore Fabrizio Stella. Strutture che dovranno permettere alle istituzioni di essere più vicine alle esigenze del territorio.
SUL CAMPO A Lozzo il presidio è stato aperto negli spazi che il Gal ha messo a disposizione in palazzo Pellegrini. Lo sportello è riservato alle Amministrazioni locali, alle Regole e a tutti quei soggetti che hanno titolo negli interventi boschivi. Un servizio che non è invece destinato ai cittadini che potranno continuare a fare riferimento nelle proprie municipalità. Strumento che ora è quindi anche a disposizione dei sindaci investiti dai nuovi poteri.
RISPOSTE
IL NODO Proprio la rimozione dei fusti si sta rivelando un compito estremamente complesso e delicato. Rimuovere gli alberi, stanno dimostrando i fatti, è un onere che risulta più complicato di quanto anche una ragionata e attenta programmazione potesse
giorno solcano le strade per portare i tronchi alle segherie.
SUB COMMISSARIO Fabrizio Stella con Flaminio Da Deppo presidente Gal Bellunese
La decisione della Regione con la scelta di ampliare le competenze degli amministratori locali rappresenta dunque anche una risposta alle richieste di assumere un ruolo da protagonisti nella gestione delle fasi dell’emergenza avanzata dalle amministrazioni comunali colpite dalla catastrofe autunnale. Andrea Zambenedetti