CAPILETTERA MINIATI l'arte degli amanuensi

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INDICE DEI CONTENUTI

PREFAZIONE GLI STILI NELLA STORIA Celtico Ottoniano Romanico Gotico Bianchi girari Neoclassico CLASSIFICAZIONE DELLE INIZIALI Capolettera miniato Iniziali decorate Iniziali antropomorfiche Iniziali zoomorfiche Iniziali abitate Iniziali istoriate Iniziali parlanti Iniziali ginnastiche RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

5 8 14 20 28 36 42 52 54 56 58 60 62 64 65 67


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PREFAZIONE

Per secoli e secoli le lettere miniate, arricchite con oro e colori brillanti, sono state usate per creare splendidi effetti e illustrare le pagine dei manoscritti. Per questo motivo abbiamo deciso di affrontare questo argomento, che è inoltre strettamente collegato all’a spetto calligrafico. Il libro si compone di due capitoli principali, il primo ripercorre la storia delle lettere miniate, dagli albori della miniatura nel VII secolo alle decorazioni vegetali neoclassiche. Per ogni periodo storico non è stato analizzato solo lo stile della miniatura ma anche l’a lfabeto a cui vengono affiancate le illustrazioni e le relative varianti. Nel secondo capitolo, invece, abbiamo riportato una classificazione delle iniziali per tipologia, con opportune immagini esemplificative.

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LO S T I LE C ELT I CO Il talento dei monaci scribi-artisti responsabili della creazione di questi primi manoscritti decorati era straordinario. Nonostante disponessero soltanto di una tavolozza limitata di colori, che creavano loro stessi con materiali locali, i complessi motivi di spirali, nodi, animali e uccelli sono molto luminosi sulla pagina, arricchiti dalle caratteristiche file di puntini rossi circostanti.

â–ś Libro di Kells, folio 34r Monogramma delle lettere greche Chi Rho, le prime della parola “Cristoâ€? in greco.

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CENNI STORICI

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manoscritti miniati comparvero per la prima volta in Occidente in Irlanda nel VII secolo, quando i monaci di St. Columba iniziarono a scrivere e decorare i libri dei rituali religiosi a uso personale. Usavano questi libri anche nei loro viaggi missionari per diffondere la parola di Dio nelle regioni pagane della Gran Bretagna e dell’Europa, in cui fondarono degli insediamenti monastici. Lo stile decorativo che elaborarono comprendeva elementi di arte celtica, germanica, antica e paleocristiana. È noto come stile insulare, che riflette lo stretto rapporto culturale tra Irlanda e Gran Bretagna a quel tempo. Il Libro di Kells e i Vangeli di Lindisfarne sono gli esempi più significativi di questo periodo, anche se gli stili di miniatura dei due libri hanno differenze nette. La decorazione ha molte analogie con la scultura in pietra, l’oreficeria e altre lavorazioni di metalli del periodo perché è composta di motivi molto stilizzati che comprendono animali e uccelli. Si ritiene che i Vangeli di Lindisfarne siano stati realizzati intorno al 715-720 da uno scriba-artista che lavorava nel monastero di Lindisfarne, posto su un’isola nel nordest dell’Inghilterra. Le pagine iniziali di ogni vangelo sono un insieme ordinato di colore e motivi complessi, sia all’interno delle lettere e intorno.

◀ Vangeli di Lindisfarne Iniziale M della parola Marcus nella prima pagina del vangelo di San Marco

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Le forme delle lettere rientrano in due categorie: una è una forma della grafia semionciale insulare usata per scrivere il testo, la seconda è composta di capitali angolari. Entrambi i tipi sono stati compressi in forme alte e strette per essere adattate alla struttura della pagina. I cambiamenti di dimensioni e livello di decorazione delle lettere procedendo verso il basso nella pagina ricordano i titoli a caratteri cubitali e i sottotitoli di un quotidiano. L’uso di entrambe le forme delle lettere nella stessa riga di testo crea un impatto visivo. Le due forme sono accomunate dalla combinazione di colori e dal contorno di puntini rossi. I puntini rossi venivano anche usati per creare intere aree di motivi di riempimento. I pigmenti usati erano variegati e vivaci. L’oro era disponibile, ma non faceva parte del repertorio del miniatore, quindi veniva spesso usato un pigmento giallo intenso chiamato orpimento.

â–ś Vangeli di Lindisfarne Pagina iniziale del Vangelo di San Giovanni

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LA CALLIGRAFIA

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a scrittura qui presentata è celtica, arcuata e molto arrotondata (comprende la forma originale della “g”), composta di un alfabeto completo senza lettere capitali di accompagnamento. Questo stile si è sviluppato contemporaneamente allo stile onciale tra i secoli VII e XII ed è caratteristico dei primi testi cristiani. Le grazie triangolari danno maggiore peso alla lettera compensando le parti sottili. I tratti ascendenti e discendenti sono corti.

Esistono diverse varianti della scrittura semionciale insulare, tra queste: ANGLOSASSONE (1) Si tratta di un’altra forma con piccoli triangoli su alcune grazie. Sono mostrate due “r”. La terza lettera che sembra una “r” è in realtà una forma antica di “s”. Questo stile veniva usato per scrivere la traduzione tra le righe di testo latino nei Vangeli di Lindisfarne. 14


GRAZIE NON TRIANGOLARI (2) Una versione più libera con un’angolazione dalla penna più agevole e grazie curve. SOTTILE (3) L’altezza del corpo delle lettere è pari a 6 larghezza del pennino e i calatteri hanno grazie curve e archi estesi. Le lettere sono ampie e di pari larghezza.

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LO S T I LE O T TO N I A N O I manoscritti realizzati nel periodo ottoniano, compreso tra il X secolo e i primi anni dell’XI secolo, erano magnifici con le loro grandi lettere dorate e pagine di pergamena colorate. Una semplice combinazione di colori blu violaceo e verde chiaro e contorni rossi aumentano l’intensità dell’e ffetto.

▶ Ludovico, Sacramentario Pagina dell’incipit che racchiude un’area di testo scritto in grafia carolingia sormontata da una iniziale dorata del XI secolo.

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CENNI STORICI

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Gregori Moralium Germania, X e XI secolo, inziali decorate di rosso e arancio caratteristiche di questo stile.

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a dinastia ottoniana governò la parte orientale dell’impero carolingio (l’attuale Germania) dal 919 al 1024. Il generoso sostegno finanziario della dinastia e dei suoi ecclesiastici e cortigiani incoraggiò la diffusione e lo sviluppo dell’arte della miniatura. La corte ottoniana viaggiava molto e non aveva scribi di corte. Non era possibile realizzare libri durante i continui spostamenti, quindi la produzione dei manoscritti veniva promossa nel regno per soddisfare il desiderio degli Ottoni di possedere volumi sfarzosi. I libri miniati più importanti dell’epoca sono stati realizzati negli scriptoria dei monasteri di Echternach, Reichenau e Regensburg, e lo sfarzo dei manoscritti commissionati dagli imperatori ottoniani era una dimostrazione della loro inestimabile ricchezza. Lo stile della miniatura è inequivocabilmente una continuazione dell’arte carolingia, ma arricchita dalle influenze dell’Inghilterra anglosassone per quanto riguarda i motivi intrecciati di ispirazione celtica, e dell’Italia e di Bisanzio per la pittura di figure, che rievoca le icone.


Ottone II sposò Teofano, una principessa bizantina, la cui influenza ebbe un ruolo fondamentale nella diffusione dello stile bizantrno in Occidente. Molti libri di questo periodo erano manoscritti sontuosamente decorati usati per le funzioni religiose. Sono caratterizzati da un uso massiccio di oro e da pagine color porpora che rappresentavano le connotazioni imperiali. I fogli di pergamena venivano tinti o dipinti con una sostanza colorante color porpora estratta dal murice, un mollusco marino tropicale. Le lettere miniate sono spesso molto grandi e, caratteristica del periodo, decorate con rami con foglie intrecciati e aree di colore piatto intenso negli spazi che si creano fra di essi. I contorni rossi anziché neri completano l’intensità dell’oro e del colore. Il testo di queste pagine decorate è inserito intorno alla lettera predominante.

Codice aureo di Spira Dettaglio del folio 10 riportante l’incipit del Vangelo di Matteo. ▶ Vangeli di Trier Inizio della lettera di San Girolamo a Papa Damaso. Doratura piatta e abbondante. La decorazione della B centrale deriva dal nodo celtico.

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LA CALLIGRAFIA

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e lettere della scrittura carolingia sono arrotondate e basate sulla forma di una “o” estesa, scritte con un’angolazione della penna costante di 30°. L’interlinea è larga (pari quasi a tre volte l’altezza della x delle lettere) permettendo una scrittura ordinata e nitida. I manoscritti originali sono stati scritti con caratteri onciali e/o capitali. La carolingia era una scrittura standard dei libri dei secoli IX e X, piacevole da leggere ed elaborata alla corte del Re Carlo Magno. Viene usata anche attualmente nei libri.

Alfabeto minuscolo Le lettere minuscole sono scritte con un’altezza della x pari a 3 larghezze del pennino. I tratti ascendenti e discendenti sono pari a 4 larghezze del pennino.

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I caratteri versal (o capolettere) sono molto usati nei manoscritti dal IX secolo in poi. La struttura è molto simile a quella delle capitali romane classiche. Le forme più spesse vengono generalmente contornate con una penna e dipinte.

La variante della scrittura carolingia è la carolingia sottile con grazie “a bastone” SOTTILE CON GRAZIE “A BASTONE” Le grazie “a bastone” (parte superiore dei tratti ascendenti spessa) erano una caratteristica della scrittura arcaica originale.

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LO S T I LE RO M A N I CO Le lettere decorate del periodo romanico derivano da varie influenze. Gli elementi dei primi stili, per esempio i motivi intrecciati della miniatura celtica, la rappresentazione iconica di figure di Bisanzio e lo sviluppo delle iniziali istoriate (che spesso rappresentavano lotte tra uomini e animali), servono solo a enfatizzare la passione per la varietĂ caratteristica dei manoscritti romanici.

â–ś Bibbia di Winchester, MS 17, fol. 169r Inghilterra, Winchester, metĂ del XII secolo Questo superbo volume miniato è stato realizzato in 15 anni da un gruppo di artisti che lavoravano nello scttptorium della cattedrale. La combinazione di colori vivaci usata per le iniziali istoriate viene ripresa nelle marcate forme delle lettere versal.

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CENNI STORICI

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omanico è un termine coniato nel XIX secolo per descrivere l’architettura occidentale del tardo secolo XI e del XII secolo a cui venivano applicati i principi di costruzione romani. Questo termine viene anche usato per descrivere i manoscritti e altre arti figurative del periodo, per indicare uno stile influenzato dall’arte dell’antica Roma e, in minor misura, di Bisanzio. Lo stile romanico si impose come stile predominante in Europa, sviluppandosi dallo stile iconico della pittura e dai bordi elaborati dei manoscritti anglosassoni del tardo secolo X. Con l’aumento della ricchezza e del potere della Chiesa, gli scriptoria dei monasteri prosperarono, realizzando libri di rito e altri testi da fornire al crescente numero di nuove fondazioni religiose. Tra i centri più importanti per la produzione di volumi miniati c’erano Winchester e Canterbury in Inghilterra e Mont St. Michel nel nord della Francia. Nonostante la grande maggioranza dei libri fosse realizzata da istituzioni ecclesiastiche per il proprio uso, si intensificò anche la realizzazione di testi accademici e tecnici, per esempio erbari e bestiari. Le lettere dipinte e decorate e i caratteri versal in tinta unita dei libri, oltre ad avere una funzione estetica, avevano una funzione pratica. Una grande iniziale era un collegamento visivo a un testo più importante e poteva persino contenere una scena che illustrava il contenuto della pagina. I titoli colorati di diverse dimensioni e le lettere capitali semplici a margine indicavano l’inizio dei capitoli e dei versetti.

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L’alfabeto romanico è stato adattato in base a diverse fonti di manoscritti inglesi e francesi dell’XI secolo e dimostra la varietà di possibilità decorative del periodo. Lo stile romanico non è associato alla ripetizione: la varietà è la sua caratteristica e il disegno e la pittura sono vivaci. Le lettere sono basate sui caratteri versal composti di proporzioni romane, anche se sono state mantenute alcune delle prime forme onciali. Alcune lettere sono molto elaborate, altre sono meno complesse e contengono meno elementi. Le lettere capitali semplici usate per i titoli sono piuttosto spesse e sono le precorritrici delle forme lombarde che ebbero origine nel XIII secolo.

De Virgitate Sanctae Mariae, scuola cluniacense, XI secolo Nella pagina a sinistra è presente la miniatura con la scena “Sant’Ildefonso compila l’opera”; a destra invece, la lettera D con “L’offerta del codice”. ◀ Breslau Psalter, 1265 Dettaglio di una lettera B tipicamente romanica.

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LA CALLIGRAFIA

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a scrittura Foundational è stata elaborata da Edward Johnston (1872-1944), in base ai suoi studi dei manoscritti dei secoli IX e X, in particolare della scrittura carolingia del Ramsey Psalter (British Library, Harley MS 2904). La grafia Foundational moderna è leggermente diversa da quella del manoscritto originale, perché sono state definite delle regole per rendere più coerente lo stile; anche l’interpretazione di Johnston è stata ulteriormente semplificata e perfezionata negli alfabeti qui riportati. È una grafia adatta per essere usata insieme alle capitali romaniche decorate. Le lettere si scrivono con un’angolazione della penna costante di 30° (a eccezione delle diagonali), con frequenti stacchi della penna e grazie spesse. Attualmente con la scrittura Foundational vengono usate le capitali romane classiche, ma nel X secolo le capitali sarebbero state onciali o versal.

▶ Alfabeto minuscolo Le lettere minuscole, basate su una “o” tonda, sono scritte con un’altezza della x pari a 4 larghezze del pennino, con archi estesi. I tratti ascendenti e discendenti hanno una lunghezza pari a 3 larghezze del pennino.

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Le varianti della grafia Foundational sono: FOUNDATIONAL SOTTILE (1) Un’altezza della x di cinque larghezze del pennino e grazie squadrate rendono elegante, non dura, questa variante. MANO DEL CODICE CANUTO (2) Lettere inclinate compresse archi ascendenti e variazione dell’angolazione del pennino per molti tratti. Grafia che deriva da un manoscritto dell’inizio dell’XI secolo. Sono presenti lievi rientranze nelle lettere “u”, “h”, “m” e “n”.

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LO S T I LE G O T I CO Questo stile è caratterizzato dall’uso della decorazione con oro in rilievo e colpi di luce bianchi, nonostante esso sia cambiato con l’a umento dell’interesse per il realismo. Le strane forme grottesche simboliche del XII secolo cedettero il passo ai fiori naturalistici presenti nei bordi dei libri del tardo secolo XV.

▶ Graduale, Giustino di Gherardino Lettera S contenente la scena “Confratelli della Scuola di S. Maria della Carità adorano la Vergine”. Venezia, Bibilioteca Marciana.

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CENNI STORICI

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otico è il termine che fu usato per la prima volta da Giorgio Vasari che lo coniò per descrivere quello che egli considerava lo stile barbaro dell’arte occidentale del periodo compreso tra l’antichità romana e il Rinascimento. Ora questo termine indica un periodo che inizia nel tardo secolo XII e si conclude, secondo le zone e la rapidità dell’assimilazione delle idee rinascimentali, circa tra il 1300 e la fine del XVI secolo. I manoscritti dell’inizio del periodo gotico hanno una stretta affinità con gli stili dei secoli precedenti, ma le foglie, i tralci contorti e gli elementi decorativi a forma di animali sono più elaborati. La passione gotica per il grottesco ci fornisce strane creature, né uomo né bestia in agguato ai margini. Caratteristici dei manoscritti dell’Alto Gotico della prima metà del XV secolo erano un uso massiccio di oro e iniziali e bordi molto decorativi, che pullulavano di fiori, foglie e animali. A volte, iniziali e bordi contenevano scene narrative che illustravano il testo. In quell’epoca si stava sviluppando l’araldica, quindi venivano spesso inseriti un ritratto del committente e degli stemmi secondo uno schema preciso.

◀ Antifonario, Scuola bolognese Lettera E in cui è contenuta la scena “Adorazione dei Magi”. Bologna, Museo Civico ▶ Breviarium Ambrosianum, Giovannino de’ Grassi Il dettaglio contiene la lettera B e una miniatura in cui sono rappresentati Davide e Golia. Milano, Biblioteca Trivulziana.

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Entro la fine del XV secolo, l’influenza del Rinascimento diventò evidente nella flora e nella fauna molto naturalistiche presente nei bordi con la doratura piatta. Francia e Inghilterra continuarono a dominare per quanto riguarda la produzione di manoscritti fino ai secoli XIII e XIV. Durante questo periodo è stata realizzata una gamma molto più ampia di libri: oltre ai testi religiosi, esistevano volumi scolastici per studenti, Libri delle Ore per il culto privato, almanacchi e persino romanzi. Con l’aumento della domanda si passò dalla realizzazione dei libri negli scriptoria dei monasteri a un prospero commercio librario, in particolare nei centri culturali come Parigi e Oxford. L’artista calligrafo inglese Edward Johnston (1872 - 1944) battezzò le robuste, ampie e proporzionate lettere versal “Lombarde”. Queste lettere fanno da complemento al marcato stile decorativo, all’uso massiccio di oro e alle forme delle lettere molto schiacciate usate nei libri di questo periodo. La maggiorparte delle forme delle lettere è tonda e con generosi tratti curvi anzichè angoli appuntiti. Vengono usate alcune forme simili alle onciali, con le grazie molto allungate per racchiudervi la decorazione. Queste capitali venivano usate raramente per i titoli; la loro funzione principale era aprire i capitoli e indicare l’inizio di versi dall’interno del testo o dai margini.

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LA CALLIGRAFIA

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a grafia gotica è caratterizzata da tratti spessi e spigolosi e teste e piedi delle lettere romboidali. Gli spazi interni stretti delle minuscole rendono complicata la lettura delle lettere. La penna viene tenuta a 40-45° e le lettere vengono composte con numerosi stacchi della penna e spostamenti del pennino. Le capitali (altezza di 6 larghezze del pennino) sono più larghe e tonde, con filetti e forme romboidali appiattite come decorazione. Nei manoscritti gotici, per le capitali venivano usati spesso i caratteri versal. Questo stile deriva dalla grafia minuscola Carolina e, entro il XIII secolo, si è affermato come prestigiosa scrittura per i libri, usata in varie forme fino al XVI secolo.

▶ Alfabeto minuscolo Le lettere minuscole sono generalmente scritte con un’altezza della x pari a 4-5 larghezza del pennino, con spazi interni stretti pari a 1 larghezza e ½ del pennino.

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Esistono diverse varianti della grafia gotica, tra cui la Quadrata moderna e la Rotunda. QUADRATA MODERNA (1) Questa grafia risale allo stesso periodo storico (XIII secolo), ma ha una forma delle lettere meno rigida e parti superiori e inferiori delle lettere “romboidali”. Fu specialmente usata nell’Europa settentrionale. L’angolazione del pennino utilizzata per queste lettere è di 45° e l’altezza è pari a 4 larghezze del pennino. ROTUNDA (2) In Italia la Minuscola Carolina si evolse invece in una grafia meno spigolosa e più aperta, conosciuta come Gotica Italiana o Rotonda; questa fu in uso dal secolo XII al secolo XVIII e fu anche riprodotta con caratteri tipografici in seguito all’avvento della stampa. Questo stile gotico meno spigoloso e più morbido è molto leggibile. Sono necessarie varie angolazioni del pennino e l’altezza della x è leggermente inferiore a quella generalmente usata.

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LO STILE A BIANCHI GIRARI Con il Rinascimento ci fu una riscoperta dei testi classici. Gli studiosi e gli amanuensi si ispirarono quindi agli eleganti manoscritti dei secoli X e XI, realizzando complessi disegni intrecciati (detti bianchi girari) e utilizzando moltissimo il colore oro.

▶ Antifonario, Filippo di Matteo Torelli Particolare della lettera C. Il corpo è dipinto in rosso e azzurro, il fondo è campito da una decorazione ‘a bianchi girari’ e le code, ornate di foglie e fiori, si estendono su tre margini della carta.

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CENNI STORICI

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inascimento è ormai un termine inevitabilmente collegato ai 200 anni compresi tra la metà del XIV secolo e la metà del XVI secolo. È stato coniato da studiosi umanisti come Francesco Petrarca (1304-1374), Poggio Bracciolini (1380-1459) e Niccolò Niccoli (1364-1437) che lavorarono a Firenze e Roma. Indicava un movimento di rinascita culturale e riscoperta dell’arte classica che era molto diversa dall’arte del periodo gotico precedente. Il rinnovamento delle illustrazioni dei libri e delle scritture con cui venivano composti era un elemento importante di questa rivalutazione. Nonostante i testi studiati dagli umanisti fossero dell’antichità, i manoscritti risalivano soltanto al periodo carolingio. Rispetto all’eleganza e alla chiarezza di questi splendidi libri, lo stile gotico era ritenuto troppo complicato da leggere. Gli studiosi iniziarono quindi ad elaborare una grafia tonda e ben leggibile accompagnata da iniziali e bordi “a bianchi girari” in un tentativo consapevole di emulare i primi volumi. L’elaborata decorazione di rami con foglie deriva dagli intrecci piatti di tralci di vite dei manoscritti ottoniani, ma il risultato è decisamente nuovo. I tralci di vite sono separati e si attorcigliano saldamente intorno alle solide capitali romane. Generalmente non vengono dipinti, in modo che il colore naturale della pergamena e i puntini a gruppi di tre spezzino le aree di colore intenso. A volte questi puntini sono di oro in conchiglia brunito e reso leggermente concavo per catturare la luce.

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La decorazione è fondamentalmente bidimensionale e non è sempre simmetrica: i tralci nascono e si diramano da una o due basi e i colori vengono applicati in modo da bilanciare il disegno. Le parti dipinte con oro in conchiglia fanno da contrasto alla lucentezza dell’oro in rilievo e brunito della lettera. Lo stile degli umanisti fiorentini si diffuse grazie al loro grande entusiasmo e al coinvolgimento dei librai e dei collezionisti in altre parti dell’Italia e dell’Europa. Molti dei migliori amanuensi del tempo non erano professionisti come si potrebbe pensare, ma ecclesiastici e notai.

▶ Plutarchus, Vitae illustrium virorum Dettaglio della lettera M a bianchi girari, realizzata da Cola Rapicano, nel 1743-44 circa. ◀ Hieronymus, Epistulae Pagina miniata contenente un’altra M. In calce alla pagina è presente lo stemma episcopale.

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LA CALLIGRAFIA

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a bellezza delle lettere delle iscrizioni romane e le capitali quadrate dei manoscritti del V secolo ebbero una notevole influenza sugli amanuensi umanisti, che crearono la grafia umanistica. Queste eleganti capitali quadrate si basano su quelle che erano la specialità dell’amanuense padovano Bartolomeo Sanvito (1435-1518). Furono usate raramente per interi passaggi di un testo, poiché erano riservate a frontespizi, lettere iniziali e colophon, talvolta alternando oro e colore nelle lettere dipinte. Le capitali sono scritte con un’altezza pari a 7 larghezze del pennino, con un’angolazione piuttosto piatta, tra i 15 e i 20°. Questa scrittura è caratterizzata da una spaziatura generosa tra le lettere e da una buona leggibilità, tanto che divenne il modello dei primi caratteri da stampa.

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Alfabeto minuscolo Queste lettere minuscole si basano su una scrittura per libri del XV secolo, con una “o” tonda e ampi archi per la “h”, la “m”, la “n” e la “u”. L’angolazione del pennino è piuttosto piatta (circa 18°), come per le lettere capitali, e le grazie sono tracciate nello stesso modo, come tratti separati.

La variante della scrittura umanistica è l’umanistico spesso. UMANISTICO SPESSO L’altezza è pari a 3 larghezze di un pennino largo. Gli spazi interni sono mantenuti simili a quelli originari, allargando la lettera lateralmente. In questo modo si crea una disposizione visiva di grande impatto.

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LO S T I LE N E O C L A S S I CO Il Rinascimento nell’Italia settentrionale generò uno stile decorativo diverso, basato su lettere originarie di antiche iscrizioni romane scolpite nella pietra con elementi decorativi architettonici e altri motivi classici. Anche lo stile di pittura è diverso, poiché usa tratti schematici e intrecciati di colore più scuro su una stesura di base chiara, in una gamma di colori molto più ampia.

▶ Le ore di Isabella d’Este, Firenze, 1490 La lettera O contiene una secena della Natività contornata da motivi floreali arricchiti dalla presenza di sei profeti e dieci putti.

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CENNI STORICI

P

arallelamente ai manoscritti umanistici nello stile a bianchi girari, degli studiosi di antichità, con una passione per la civiltà romana, svilupparono nell’Italia settentrionale un nuovo stile, più classico. A tale scopo, si ispirarono ad antiche iscrizioni romane incise nella pietra e crearono collezioni di testi latini autentici. Questo movimento coinvolse non solo amanuensi come Bartolomeo Sanvito (1435- 1518) e Felice Feliciano (1483-1479), ma anche artisti come Andrea Mantegna (14311506) e Marco Zoppo (1433-1478). L’effetto di questi pittori sullo stile di miniatura dei libri è ben riconoscibile. Grandi capitali sfaccettate sono ombreggiate per sembrare scolpite nella pietra e ornate con elementi decorativi dell’antica Roma. Scudi, lance, stendardi, vasi e teschi derivati da monumenti commemorativi in onore degli eroi militari della repubblica sono combinati con immagini meno bellicose che includono foglie di acanto, cornucopia, delfini, medaglioni e festoni fatti di foglie.

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Lo stile di pittura era abbastanza diverso dallo stile a bianchi girari, abbandonando l’uso deicolori piatti per passare a tratti schematici, sottili e ravvicinati, applicati spesso su una stesura di colore complementare. Ciò giovava alla luminosità della pagina. Gli artisti dipingevano nel modo più realistico possibile, usando colpi di luce e ombra per creare un effetto tridimensionale, in risposta agli sviluppi artistici di quel periodo. In particolare, tra i lavori dei suoi contemporanei, spicca quello dell’amanuense Bartolomeo Sanvito. Le sue eleganti capitali quadrate e la sua scrittura italica fluente completano i trompe l’œil squisitamente dettagliati dei bordi che dipingeva. Non era un semplice copista, ma un colto collezionista di antichità. Lavorò per Bernardo Bembo (1433-1519) e presso la corte papale a Roma. Molte lettere di questo alfabeto si basano su quelle trovate nelle Egloghe e Georgiche di Virgilio e nella Storia del mondo di Eusebio, manoscritti che sono stati redatti e probabilmente decorati da Sanvito. Le lettere dipinte mostrano delle varianti nel trattamento e nelle combinazioni di colori di questo elegante stile. Probabilmente furono gli amanuensi professionisti, che dovevano scrivere velocemente per guadagnarsi il pane, a sviluppare la scrittura italica, o umanistica corsiva, contemporanea a questo tipo di lettera capitale. La scrittura inclinata e le lettere collegate erano più veloci da scrivere rispetto alla grafia tonda e precisa che richiedeva molti stacchi di penna.

Bartolomeo Sanvito Lettera F decorata della parola “fratres”.

Missale Romanum Manoscritto membranaceo appartenuto alla famiglia Godi. La decorazione è da ascriversi alla scuola di Antonio Maria attivo a Padova nel XV e XVI secolo.

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LA CALLIGRAFIA

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a grafia italica è caratterizzata da forme schiacciate delle lettere che costituiscono gli alfabeti italici formali. Esse si basano su una “o” ovale e presentano archi ascendenti (che si estendono a partire dal punto dell’asta che corrisponde a due terzi dellaltezza della x). Sono scritte inclinate di 5°, con un’angolazione del pennino di 35-45° e un numero minimo di stacchi della penna per ogni lettera. L’italico è la grafia più versatile per i calligrafi moderni e può essere utilizzato per rotoli e certificati formali, o per forme calligrafiche più espressive. Le capitali italiche, che si basano sulle capitali romane classiche, sono schiacciate e inclinate.

▶ Alfabeto minuscolo Le lettere minuscole sono scritte con un’altezza della x pari a 5 lunghezze del pennino, con archi ascendenti. I tratti ascendenti e discendenti sono pari a 3 larghezze del pennino.

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Esistono diverse varianti della grafia italica, tra cui l’Italico stretto e l’Italico elegante. ITALICO STRETTO (1) L’altezza della x è pari a 5 larghezze del pennino e le lettere sono inclinate. L’angolazione del pennino è di 45°. Gli archi ovali e regolari si estendono dal punto dell’asta che, partendo dal basso, corrisponde all’incirca a due terzi dell’altezza della x. ITALICO ELEGANTE (2) L’altezza è standard, pari a 5 larghezze del pennino, e l’angolazione è di 30°. L’interlinea è maggiore rispetto agli altri italici e il movimento assunto dalle lettere è ritmico e sinuoso.

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CA P O LE T T ER A M I N I AT O Una lettera decorata, di dimensioni maggiorate rispetto al normale, che apre un’importante parte di testo. Le iniziali possono avere diversi livelli di importanza, a seconda della gerarchia decorativa e delle diverse sezioni di testo che introducono. Vi sono iniziali maggiori e minori, litterae florisse, e altri livelli testuali più diffusi, spesso resi con lettere notabiliores, che fungono da ausilio alla punteggiatura. Le iniziali maggiori o minori possono essere dipinte a penna. Tra le più comuni forme di iniziali vi sono quelle decorate, antropomorfiche, zoomorfiche, ginnastiche, abitate, istoriate e parlanti.

▶ Lettera A miniata Questo capolettera miniato è stato realizzato da Rosemary Buczek, una calligrafa contemporanea.

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INIZIALI DECORATE

S

ono iniziali composte da elementi non figurativi, come decorazioni floreali e motivi geometrici, o zoomorfici, in cui la natura è protagonista.

Lettere B e Q Due iniziali con scrittura carolingia provenienti dal “Libro dei Salmi e preghiere”.

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Lettera B Iniziale a bianchi girari, manoscritto fiorentino del 1405 circa. ◀ Lettera H Iniziale della parola “hermitage”, realizzata da Rosemary Buczek. Lettera C Taddeo Crivelli, Biblia Sacra (Bibbia di Borso d’Este) Modena, Biblioteca Estense.

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INIZIALI ANTROPOMORFICHE

C

ome dice il nome stesso, è un’iniziale composta completamente o in parte da figure umane. Esse non devono essere contenute nella lettera, ma devono invece costruirla, attraverso la loro postura e disposizione degli arti. Motivi antropomorfi ricorrono anche in altri contesti decorativi.

Lettera L Iniziale L di “licit, costituita da 3 uomini, uno adagiato a terra e un altro in piedi sulle spalle del terzo, mentre solleva un grande scudo con un fiore, all’inizio dei miracoli di San Bavone.

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Lettera T Iniziale T di “temporibus” all’inizio della passione di Teodoreto il sacerdote di Antiochia, costituita da un uomo che tiene due serpenti al di sopra di un demonio.

Lettera I Dettaglio dell’iniziale I di “inter”, con un uomo in posizione eretta, all’inizio del Cesario d’Arles.

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INIZIALI ZOOMORFICHE

È

un’iniziale composta completamente o in parte da forme animali. Oltre alle creature reali, sono incluse anche quelle fantastiche.

Lettera T De Incarnatione, Giovanni Cassiano. Il dettaglio dell’iniziale è un esempio di arte romanica spagnola. Essa è eseguita a penna e dipinta a colori vivaci, decorata da elementi vegetali stilizzati e da motivi zoomorfi che rievocano i mostri fantastici, tipici dell’arte romanica.

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Lettere E Sacramentario gelasiano, Membranaceo. Quattro esempi di lettera iniziale “E�, di cui tre derivanti dalla scrittura oncliale.

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INIZIALI ABITATE

I

niziale che contiene figure umane o animali, che non fanno però parte di una scena narrativa identificabile (come nel caso delle iniziali istoriate). Le iniziali abitate sono tipiche della miniatura romanica. Anche le cornici possono essere abitate.

Lettera V Iniziale che raffigura Giuseppe il Sognatore, ritratto su fondo oro dipinta da Lorenzo Monaco nel 1395 o ‘96, per un corale oggi alla Laurenziana e dal quale oggi mancano, oltre a questa, altre sei miniature.

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Lettera D Iniziale del Salmo 102, ricca di armoniosi motivi a intreccio, racemi, motivi vegetali e zoomorfi; una figura umana eretta e nuda simboleggia l’anima fragile e indifesa di fronte agli attacchi della bestia.

Lettera S In essa è raffigurata Filomena, una delle principali narratrici delle Dieci Giornate del Decamerone di Boccaccio.

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INIZIALI ISTORIATE

L

ettera contente una scena narrativa identificabile, talvolta in rapporto con il testo. Le iniziali istoriate, diventarono una caratteristica molto diffusa della miniatura medievale. Anche le cornici possono essere istoriate.

Lettera S Iniziale S del Corale contenente la Pentecoste, nella quale, in contatto con il gotico internazionale, la mano del miniatore affina la linea aspra, modulando figure scarnite e tormentate da mistica passione o rapite in estasi a contemplazione di Dio.

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Lettera C Graduale, 1470. L’iniziale rappresenta il gesto ancestrale e augusto del seminatore, interpretato da Liberale da Verona con irruenza e passo di danza.

Lettera S Questa iniziale S, ad ampie volute stilizzate, racchiude la figura di re Davide intento a scrivere tenendo un calamo nella mano destra e avendo alla sua sinistra un calamaio.

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INIZIALI PARLANTI

I

niziale illustrata da un’immagine figurata - animale, persona, oggetto - il cui nome inizi con la lettera ornata dall’immagine stessa: l’immagine contenuta nella lettera svolge perciò una funzione illustrativo-mnemonica rispetto all’iniziale, ma è indipendente dal contenuto del testo. Sono pertanto escluse dalla definizione di iniziali parlanti lettere con illustrazioni in rapporto diretto con il testo. Può essere definita parlante una “V” illustrata dall’immagine del dio Vulcano in un testo che non faccia riferimento alla figura mitologica, mentre la definizione non può essere applicata a una lettera D contenente il busto di Davide posta ad apertura di un salmo, dove la figura del re biblico è giustificata dal contenuto. Le iniziali parlanti si trovano solo saltuariamente nei manoscritti miniati, in particolare quelli del XII secolo.

◀ Lettera M Capolettera da un Plutarco moniato verso il 1455, che rappresenta Marco Crasso, di tre quarti, interpretato come un principe malatestiano-estense (Malatesta Novello), con sicura intuizione ritrattistica.

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INIZIALI GINNASTICHE

R

affigura uomini o animali in pose acrobatiche, ed è caratteristica della miniatura romanica. Figure simili possono essere presenti anche in altri contesti decorativi, non solo nelle iniziali.

◀ Lettera R Passionario,1200. Iniziale in cui è rappresentato Frater Ruffillus, e nella parte finale una figura nuda in un posa ascrobatica.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Introduzione alla miniatura

Simone Ferrari, Sylvestre Bonnard, 2006

Miniatura medievale Fabbri, 1966

La miniatura rinascimentale

Sergio Samek Ludovici, Fabbri, 1966

Come nasce un manoscritto miniato

Francesca Flores d?Arcais, Fabrizio crivello, Modena Panini, 2008

Manoscritti e miniature: il libro prima di Gutenberg Giulia Bologna, Milano GMA, 1988

Enciclopedia delle lettere miniate Margaret Morgan, Il Castello 2006

La miniatura gotica

Emma Priani, Opportunity Books, 1995

The British Library www.bl.uk

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Font utilizzati: Adobe Garamond Pro Garamond Premier Pro Adobe Caslon Pro Carte utilizzate: Patinata opaca 300 gr (copertina) Arcoprint avorio 120 gr




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