OGM - etica e alimentazione

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ETICA E ALIMENTAZIONE OGM: la scienza nell’alimentazione

Francesco Olivieri Leonardo Pozzi Debora Veschi



Indice Cosa sono gli OGM?

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OGM e ambiente

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Un pianeta da nutrire

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Opinioni divergenti

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OGM in Italia

pag. 48

Bibliografia e sitografia

pag. 55



COSA SONO GLI OGM?

L’ OGM (organismo geneticamnte modificato) è un organismo vivente (microrganismo, pianta, animale), che è stato modificato in laboratorio per fornire caratteristiche genetiche che la natura non ha assegnato.

Un OGM è un organismo il cui DNA è stato “manipolato”. Questa operazione si chiama “transgenesi”. Essa produce nuovi organismi viventi, spesso brevettati e, dunque, di proprietà privata di un’azienda e consente teoricamente tutte le combinazioni immaginabili.


Produzione alimentare e crescita demografica: dati a confronto È stato calcolato che ogni anno la produzione alimentare cresce dell’1,3% circa, mentre l’aumento della popolazione mondiale è del 2,2% circa. Si prospetta quindi un divario non indifferente tra la disponibilità di cibo e il numero degli abitanti del pianeta. Nel 1798 l’economista Thomas Malthus aveva osservato che la popolazione mondiale cresceva in maniera esponenziale (una progressione di tipo: 2, 4, 8, 16, 32 eccetera), mentre le riserve alimentari seguivano la progressione aritmetica (vale a dire: 2, 4, 6, 8, 10 eccetera); questo fatto lo aveva portato a prevedere un futuro di carestie. Ma la selezione delle varietà a elevata produzione, la ricerca agraria e le biotecnologie hanno cambiato le regole del gioco, scongiurando gli scenari più apocalittici. Senza l'intervento dell’uomo, l’evoluzione naturale avrebbe brutalmente selezionato la specie umana, eliminando gli individui più deboli attraverso carestie ed epidemie. Ma gli effetti positivi sono stati accompagnati anche da nuovi problemi. L’enorme produzione agricola, infatti, non è distribuita in modo uniforme: oltre 800 milioni di persone soffrono ancora la fame e la denutrizione, men-

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COSA SONO GLI OGM?

tre nei Paesi ricchi i soggetti in sovrappeso o obesi si avvicinano ai 600 milioni (saranno un miliardo nel 2025). Un importante contributo alla soluzione di questi problemi può derivare da ritocchi mirati nei geni dei prodotti coltivati: permettendo di evitare il ricorso a pesticidi o erbicidi (o comunque diminuendone le quantità), migliorando la qualità nutritiva dei prodotti, riducendo l’apporto d’acqua necessario alla produzione agricola, arricchendo geneticamente i frutti della terra con sostanze o vitamine altrimenti carenti nelle popolazioni a diete povere. Un piatto di riso — ingrediente base, se non unico, per miliardi di asiatici — potrebbe essere un alimento ben più ricco di quanto lo è oggi.

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UNA DIFFUSIONE SU

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COSA SONO GLI OGM?

SCALA MONDIALE

paesi produttori di OGM nel 2011

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#1

70,1 milioni di ettari - soia, mais, cotone, colza

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COSA SONO GLI OGM?

#2

37 milioni di ettari - soia, mais, cotone

#3

24,4 milioni di ettari - soia, mais, cotone

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Come sono nati?

La storia degli organismi geneticamente modificati (ogm) ha avuto inizio nel 1973 quando due ricercatori americani, Herbert Boyer e Stanley Cohen, hanno utilizzato alcune proteine (gli enzimi di restrizione) per tagliare il dna in punti precisi, producendo così dei frammenti che potevano essere manipolati. Questi frammenti, grazie a una speciale “colla molecolare” potevano essere riattaccati fra loro, anche se appartenenti a dna di specie diverse. Si apriva così la strada alla ricombinazione genetica degli organismi viventi. Nonostante nel 1974 undici biologi americani avevano chiesto l’interruzione di questi esperimenti, nel 1975 al convegno di Asilomar (San Francisco) si è deciso di riprenderli, sulla base però di severe misure di controllo.

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COSA SONO GLI OGM?

Il primo settore di applicazione pratica degli Ogm è stato quello medico, dove vengono sfruttati tuttora per produrre sostanze curative (la prima è stata l’insulina per i diabetici) o vengono usati come modello per malattie umane (per esempio, i topi geneticamente modificati). È nel settore dell’alimentazione, però, che gli Ogm sono entrati ben presto al centro delle polemiche, guadagnandosi dai detrattori ambientalisti l’appellativo di “cibo di Frankenstein”. Il primo alimento geneticamente modificato messo in commercio è stato, nel 1994, il Flavr-savr, una salsa a base di pomodoro transgenico, modificato per durare di più.

Nell'immagine: il fisiologo vegetale Athanasios Theologis con pomodori genericamente modificati per contenere il gene ACC sintasi.

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Le coltivazioni

Sono sostanzialmente 4 le piante geneticamente modificate che vengono oggi coltivate al mondo e tutte sono prodotte a milioni di tonnallate e vengono normalmente descritte come “commodityâ€?, appunto per chiarire che si tratta di produzioni industriali. Si tratta di soia (il 79% della soia mondiale è da OGM), cotone (70%), mais (32%) e colza (24%). Sono coltivate nei 5 continenti, in particolare nei grandi Paesi agricoli mondiali come USA, Brasile, Argentina, Canada, India, Cina e Sudafrica. Nel 2013 sono stati coltivati nel mondo oltre 175 milioni di ettari con piante ingegnerizzate.

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COSA SONO GLI OGM?

SOIA

COTONE

84,5 milioni di ettari

23,9 milioni di ettari

79%

MAIS 32%

57,4 milioni di ettari

70%

COLZA 24%

8,2 milioni di ettari

dati “Corriere della Sera” 11 giugno 2014

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90

52,6 67,7 1,7 1996

11

1997

39,9 1999

2001

2003

2005


COSA SONO GLI OGM?

160

170,3

125 114,3

160 125

175

170,3

134

114,3

2007

2008

2009

2011

2012

2013



OGM E AMBIENTE

Uno degli aspetti controversi degli OGM è il loro delicato rapporto con l'almbiente. Entra infatti in gioco la dibatutta questione della biodiversità. L’introduzione in un ecosistema di organismi geneticamente modificati può comportare dei rischi per la salute ambientale o, al contrario, avere risvolti positivi?


Il problema delle biodiversità

Con il termine «biodiversità» si indica la diversità di tutte le forme di vita sulla Terra, sia animali che vegetali, frutto del processo evolutivo di più di tre miliardi di anni. L’umanità ha il dovere morale di preservare la diversità biologica per le generazioni future. Tra le principali cause di perdita di biodiversità vi sono la distruzione degli ecosistemi a seguito della crescente deforestazione, l'inquinamento ambientale, le pratiche intensive di allevamento e in agricoltura, l'urbanizzazione eccessiva e la crescita esponenziale della popolazione mondiale. Per preservare la biodiversità si possono conservare animali e vegetali nel loro ambiente oppure al di fuori in quelle che sono chiamate «banche di germoplasma», cioè banche di semi. Un fattore, spesso trascurato, di declino e di estinzione di molte specie è l'introduzione in un territorio di specie alloctone, cioè di specie che sono originarie di altre aree geografiche e che, quindi, non si sono adattate, attraverso il processo di selezione naturale, all'ambiente nel quale vengono immesse. È importante tenere presente che

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OGM E AMBIENTE

le specie non solo si sono evolute nel corso di milioni di anni, ma si sono coevolute, ovvero si sono adattate reciprocamente in maniera da coesistere all'interno di determinati territori caratterizzati da specifiche condizioni fisiche, chimiche, climatiche, vegetazionali. L'introduzione di specie alloctone rappresenta sempre un pericolo. Un ulteriore problema per la conservazione della biodiversità è rappresentato dall’introduzione nell’ambiente di organismi geneticamente modificati.

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Un rischio o un vantaggio per l’ambiente? C’è un acceso dibattito politico e scientifico relativo ai rischi e ai benefici, sia sanitari sia ambientali, legati alla diffusione degli OGM. In particolare, oltre agli effetti temuti sulla salute umana (quali gli aumenti di allergie), si teme che l’ambiente possa risentirne notevolmente in termini di inquinamento genetico di specie naturali, di trasmissione ad erbe infestanti della resistenza agli erbicidi, di evoluzione di parassiti più resistenti, di permanenza di tossine nel terreno, di aumento dell’uso di erbicidi, di scomparsa di alcune specie di insetti e, quindi, di riduzione della biodiversità. Il rischio è, quindi, legato al fatto che vengano prodotti e liberati nell’ambiente organismi viventi “nuovi”, che in natura non avrebbero mai potuto evolversi (si pensi alle piante modificate con geni provenienti da vegetali di specie diverse, o addirittura da animali) e che perciò l’ambiente non è preparato ad accogliere. Per i sostenitori degli OGM, invece, i benefici derivanti dall’uso di alimenti transgenici consisterebbero nella riduzione dell’uso di pesticidi chimici, nell’aumento della produttività dei raccolti, nel più facile controllo delle erbe infestanti e,

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OGM E AMBIENTE

quindi, in un significativo miglioramento ambientale. Inoltre, gli OGM potrebbero venire impiegati per migliorare la salute umana attraverso l’aumento del contenuto di vitamine e minerali nell’alimentazione di base, l’eliminazione dei più comuni allergeni, lo sviluppo di proteine di alta qualità e l’inserimento di vaccini negli alimenti. Fino ad ora non esistono evidenze scientifiche che mostrano chiaramente gli effetti a lungo termine dell’uso degli OGM, ma, d’altra parte, questi effetti potrebbero essere visibili solo tra qualche anno quando potrebbe essere troppo tardi per porvi rimedio.

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UN PIANETA DA NUTRIRE

Le potenzialitĂ offerte dall'ingegneria genetica nel campo dell'alimentazione sono innumerevoli. SarĂ possibile, grazie all' uso di coltivazioni genericamente modificate, ovviare al problema del sostentamento per tutti?


Cibo per tutti

Un elemento da non sottovalutare è il costo del cibo in rapporto al livello economico delle famiglie. In molti casi, infatti, la malnutrizione dipende dalla povertà: una situazione che potrebbe essere almeno in parte migliorata dalla diminuzione dei costi del cibo. E, secondo le regole del mercato, una maggiore produzione dovrebbe portare al ribasso dei prezzi. Attualmente sulla Terra si producono mediamente tante calorie da poter sfamare l’intera popolazione mondiale. Ma in realtà nei Paesi più poveri e in via di sviluppo il cibo non arriva proprio, o ne arriva di qualità scarsa, perché la gente non è in grado di pagare per averne di migliore. Al contrario, nel Paesi ricchi ce n’è talmente in abbondanza che obesità e diabete sono vere emergenze sanitarie. Fornire ai piccoli agricoltori dei Paesi poveri sementi resistenti agli attacchi ambientali vuol dire quindi dare loro la possibilità di migliorare la produzione e assicurare cibo anche a chi normalmente non se lo può permettere. Per esempio, per quanto riguarda il golden rice, varietà di riso gm, si è costituito un consorzio tra istituzioni pubbli-

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UN PIANETA DA NUTRIRE

che e private per sviluppare questa tecnologia. Ed è stato già deciso che le sementi migliorate con una maggiore quantità di betacarotene e di ferro verranno poi donate ai Paesi in via di sviluppo. Un successo raggiunto dopo una lunga trattativa, che ha permesso di superare i problemi legati ai brevettiche proteggevano la tecnologia.

15 - Paesi sviluppati 42 - Medio Oriente e Nord Africa 53 - America Latina e Caraibi

256 - Africa Subsahariana

642 - Asia e Oceano Pacifico

Denutrizione nel mondo per zona (in milioni). Dati FAO 2009

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Il riso: fonte di sostentamento

I vantaggi della manipolazione genetica potrebbero essere più evidenti se si agisse su coltivazioni di larghissima diffusione, fondamentali nell’allmentazione mondiale. Per esempio il riso. I numeri parlano da soli dal momento che questo cereale fornisce il 23% delle calorie consumate dalla popolazione mondiale. In Asia, ma anche in Africa, vi sono Paesi, come il Bangladesh o il Vietnam, per le cui popolazioni esso rappresenta fino al 65-75% delle calorie che ciascun individuo assume ogni giorno. Da migliaia di anni il riso svolge questo ruolo fondamentale nell’alimentazione umana e il fabbisogno è in continuo aumento, perché l’incremento demografico del pianeta si registra soprattutto in quei Paesi nei quali esso costituisce l’alimento di base. Si stima che nei prossimi venticinque anni la sua produzione crescerà del 30%. La ricerca scientifica intende trovare il modo di aumentare la produzione di riso senza utilizzare più terreno di quello già impegnato.

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UN PIANETA DA NUTRIRE

Nel secolo scorso l’aumento dei raccolti è stato consentito dall’impiego degli ibridi. Ma i problemi di impatto ambientale sono gli stessi di altre piante: perdite dovute agli insetti infestanti, alla mancanza d’acqua, alla necessità di fertilizzare il terreno. Nel 2000, solo in Cina, sono state utilizzate 25 milioni di tonnellate di fertilizzante, su un totale di 72 milioni di tonnellate a livello mondiale. Una quantità enorme, anche in termini di costi energetici per la fabbricazione delle sostanze stesse. Se si prende in considerazione solo il fosforo, si scopre che nel 2002 in Cina ne sono state usate 11,5 milioni di tonnellate, e 40 milioni in tutto il mondo. Tornando allo scenario previsto per il 2030, la stima indica in 60 milioni di tonnellate la quantità di fertilizzante che verrà consumata in agricoltura nella sola Cina. I danni per l’ ambiente, già notevoli oggi, probabilmente allora saranno devastanti. Senza considerare i costi che gravano sulle già esangui tasche dei piccoli agricoltori.

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Si calcola, infatti, che oggi nel Paese per produrre 5 chili di riso occorra un chilo di fertilizzante. Il che rende la produzione poco o per niente economica per i piccoli agricoltori, oltre a causare un inquinamento significativo di fiumi, laghi e pozzi, che giunge poi fino al mare. Inoltre, in Cina il 90% dell’acqua consumata viene utilzzato in agricoltura: ciò vuol dire che la metà dell’acqua disponibile per la società finisce nella coltivazione del riso. Negli ultimi anni la situazione è stata ulteriormente aggravata da periodi di siccità sempre più intensi. E questo vale per tutti i Paesi che hanno nel riso la principale fonte di nutrizione. È fondamentale pertanto trovare una soluzione che riduca l’uso di fertilizzanti, con grandi vantaggi per l’ambiente e per i costi di produzione, e che faccia diminuire anche il consumo d’acqua. In passato, attraverso il miglioramento genetico e incrociando in modo naturale le varie specie di riso, si è riusciti a ottenere dei miglioramenti in fatto di produzione e di qualità nutritiva.

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UN PIANETA DA NUTRIRE

Esistono anche ibridi del riso che crescono all’asciutto e senza bisogno della classica risaia. Oggi una grande opportunità è offerta alla scienza dal sequenziamento del genoma di questo cereale, o, meglio, di due sottospecie del riso. Le ricerche attuali, che si avvalgono anche dell’apporto della bioinformatica, puntano a individuare i geni chiave per poter migliorare il riso. La Cina sta investendo molto in questi studi: ottimi istituti di ricerca stanno avanzando velocemente, applicando direttamente le loro scoperte. Il loro obiettivo è produrre il green super rice, una varietà che presenta i seguenti vantaggi: -

aumento di produzione;

-

miglioramento da un punto di vista nutrizinale;

-

tolleranze multiple a insetti e malattie;

-

maggior efficienza nell’utilizzo di nutrienti in modo da diminuire l’uso di fertilizzanti;

-

resistenza alla siccità e minor consumo di acqua per lacoltivazione.

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GOLDEN RICE VarietĂ di riso geneticamente modificato ottimizzato per produrre betacarotene, un precursore della vitamina A, anche nel chicco e non solo nelle parti verdi.


O


OPINIONI DIVERGENTI

Di seguito vengono riportate due interviste di Sasha Nemecek per il dossier "Le Scienze". Il primo intervistato è Robert B. Horsh, vicepresidente della divisione Product and Technology Cooperation presso la Monsanto. Horsh si occupa della diffusione delle biotecnologie nei paesi in via di sviluppo. La seconda persona intervistata è Margaret Mellon, direttrice del programma agricolo e biotecnologico della Union of Concerned Scientist di Washington.


il mondo ha bisogno degli OGM

Come ha cominciato a occuparsi della modificazione genetica delle piante? All’inizio era soltanto un forte interesse di natura scientifica per le piante, accompagnato da una vaga, ingenua convinzione che la possibilità di migliorare geneticamente le piante con i nuovi mezzi della biologia molecolare avrebbe avuto una ricaduta importante nel campo dell'agricoltura. La biotecnologia è un grande strumento che ci permetterà di produrre più cibo con meno terreno e senza impoverire le risorse idriche e la biodiversità. Sono convinto che le biotecnologie siano non solo importanti, ma addirittura necessarie per aiutarci a soddisfare la domanda rapidamente crescente di cibo e altri prodotti agricoli. L'aumento della popolazione e del reddito pro capite incrementerà la domanda di cibo di almeno il 50 per cento nei prossimi 25 anni.

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OPINIONI DIVERGENTI

Ma i critici dei cibi OGM sottolineano che certamente le aziende non distribuiranno gratis i loro prodotti. Gli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo potranno permettersi la biotecnologia di un'azienda come la Monsanto? Le leggi di mercato e l'applicazione della tecnologia nei paesi in via di sviluppo non si escludono a vicenda. Un approccio molto efficace consiste nel suddividere il mercato in tre differenti aree. La prima e l‘area puramente commerciale, quella che consente a una societa a fini di lucro come la nostra di investire per sviluppare i mercati nei paesi in cui è possibile vendere i prodotti e ricavare un profitto. Dall’altra parte dello spettro vi è il trasferimento di tecnologia non commerciale, che è fortemente concentrato sulla collaborazione con il settore pubblico. Prendiamo per esempio il nostro progetto per inserire geni resistenti ai virus nelle patate dolci. Non diventerà mai un business commerciale semplicemente perché non riguarda un prodotto commerciale.

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Ma condividendo la nostra proprietà intellettuale e la nostra conoscenza tecnica con gli scienziati del Kenya, li abbiamo aiutati a sviluppare patate dolci che mostrano una resistenza alle più gravi malattie che causano perdite tra il 70 e l’80 per cento dei raccolti. Infine c‘è una terza area, che io chiamo mercato di transizione, in cui abbiamo meno esperienza legata alle biotecnologie, ma che sul lungo periodo potrebbe essere vantaggiosa per lo sviluppo. Abbiamo utilizzato questo approccio con i nostri prodotti più vecchi non biotech - come gli ibridi ad alto rendimento - e penso che possa funzionare anche con i futuri prodotti biotech. l piccoli agricoltori possono vedere i risultati in un grafico dimostrativo e, se vogliono, provare il prodotto su una parte del loro terreno. Nel caso funzioni, possono ripetere la cosa l'anno successivo. Abbiamo programmi simili in Messico, India e parte dell'Africa. Il terzo o quarto anno gli agricoltori avranno guadagnato abbastanza dalla fase sperimentale per continuare con le loro forze.

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OPINIONI DIVERGENTI

E che ne è dei profitti Monsanto? Vendiamo i semi e gli erbicidi a prezzi di mercato e sosteniamo lo studio, la sperimentazione e lo sviluppo dei canali distributivi senza ricavare profitto per molti anni. Passiamo agli effetti ambientali delle coltivazioni OGM. Qual è il maggiore beneficio di questa tecnologia? Il minore uso dei pesticidi è il vantaggio ambientale più immediato. Ciò è molto evidente per un prodotto come il cotone Bt, una coltivazione modificata geneticamente per produrre una proteina batterica che uccide certi insetti nocivi. Secondo un rapporto recente, negli ultimi quattro anni sono state risparmiate 900.000 tonnellate di pesticidi, e molte altre lo saranno in futuro se per il biotech aumenteranno l'efficacia delle tecniche e l‘estensione dei terreni. ll mais Bt attualmente disponibile non sostituisce un'intera categoria di insetticidi, ma aumenta di molto la resa delle coltivazioni, con un incremento tra il 5 e il 15 per cento a seconda dell’annata e della regione

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geografica. Ciò contribuisce a limitare lo sfruttamento dei terreni e dell'acqua, nonché l‘uso dei fertilizzanti e di tutti i pesticidi che arrivano sul mais durante la fase di crescita. In tal modo si ottiene un raccolto di mais più abbondante del 10 per cento a parità di risorse. L'intento è ricavare di più dai terreni con una resa già buona, trascurando quelli di scarsa qualità e lasciandoli ritornare habitat per la fauna selvatica, con un evidente vantaggio per l'ambiente. Non possiamo continuare a sviluppare indefinitamente le vecchie pratiche come l'uso delle sostanze chimiche, la deviazione dei corsi d'acqua, l'aratura dei terreni selvatici, l'espansione disordinata dei terreni non agricoli e lo spreco della produzione industriale.

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OPINIONI DIVERGENTI

Uno dei benefici più sbandierati delle biotecnologie sono i cibi migliorati dal punto di vista nutrizionale. Otterrerno davvero miglioramenti nutrizionali nei cibi? Sono in corso notevoli progressi nell'industria, nelle università e nel mondo delle attività no-profit. In India, per esempio, stiamo collaborando con il gruppo TERI (Tata Energy Research lnstitute) per lo sviluppo di un olio di senape geneticamente modificata per fare in modo che, come il golden rice, abbia un alto contenuto di beta-Carotene, un precursore della vitamina A. Ciò può aiutare a combattere le deficienze di vitamina A in aree geografiche nelle quali l'olio di senape è un alimento base della dieta locale.

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NO

il mondo non ha bisogno degli OGM

Come ha cominciato a interessarsi dei cibi OGM? È stato negli anni ottanta, mentre conducevo un programma sulle sostanze tossiche presso l’Environmental Law Institute. Inizialmente ero più favorevole nei confronti delle biotecnologie di quanto non lo sia divenuta negli anni successivi. Come molte persone, non ero molto critica. Ma più mi addentravo nell'argomento, più le questioni incontrate mi rendevano poco disposta ad accettare le affermazioni sul valore dei cibi geneticamente modificati e le rassicurazioni sul loro utilizzo. Occorre dire comunque che io e i miei colleghi della Union of Concerned

Scientists

non

siamo contro le biotecnologie tout court. Riteniamo che il loro impiego nella produzione di farmaci, per esempio, abbia un senso preciso. I benefici terapeutici dei nuovi farmaci compensano i rischi e spesso non ci sono

42


OPINIONI DIVERGENTI

proprio alternative. Ma in agricoltura la questione è differente. Almeno finora, ci sono solo modesti benefici associati ai prodotti biotecnologici e deve essere ancora dimostrato che essi superano i rischi. Inoltre ci sono alternative promettenti, che molti ignorano, per risolvere i problemi agricoli. L‘agricoltura non è come la medicina. Negli Stati Uniti si produce molto più cibo del necessario e c’è sufficiente ricchezza per acquistare ciò che non si produce. Come risultato, ci sono più di 200.000 prodotti alimentari sugli scaffali dei negozi e ogni anno se ne aggiungono 10.000 nuovi. L’afferrnazione che i consumatori degli Stati Uniti hanno bisogno di nuovi prodotti alimentari e perciò poco convincente. Molti scienziati ed esperti di politica sostengono che le biotecnologie servono a soddisfare il fabbisogno alimentare del mondo, specialmente dei Paesi in via di sviluppo. Questa è una questione importante, perché molte persone nel mondo sono malnutrite o alla fame. Ma l'ngegneria genetica è la migliore o l'unica soluzione?

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Il cibo che abbiamo è già sufficiente, il problema è che non arriva a quelli che ne hanno bisogno semplicemente perché non se lo possono permettere. Anche se i prezzi dei beni di consumo sono ai loro minimi storici, come può allora l'ingegneria genetica affrontare i problemi della disparità di distribuzione delle risorse? La vera tragedia è che il dibattito sulle biotecnologie sta distogliendo l'attenzione dalla soluzione del problema della farne. Vorrei che ci fossero più persone che si pongono seriamente la domanda: «Che cosa possiamo fare per la fame nel mondo?» E poi stilare una lista delle possibili soluzioni. Una migliore tecnologia, inclusa l'ingegneria genetica, sarebbe nella lista, ma non ai primi posti. Le politiche sugli scambi commerciali, le infrastrutture e le riforme agricole sono molto più importanti, ma vengono appena menzionate. L'ingegneria genetica potrà avere sicuramente un ruolo, e non dovrebbe essere abbandonata, ma non credo sia una panacea per il Terzo Mondo. Trattarla come se lo fosse falsa questo importante dibattito. E anche bizzarro

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OPINIONI DIVERGENTI

il modo in cui viene trascurata l'ibridazione tradizionale, la tecnica che dopo tutto ha permesso l'attuale sviluppo dell'agricoltura.

Un altro potenziale beneficio annunciato per i cibi OGM: un'agricoltura più rispettosa dell'ambiente. Lasciatemi porre una questione: che cos'è l'agricoltura ecologica? È quella che non dipende dai pesticidi? Penso ci sia molto più di questo, in realtà. Ma se si considera solo la rinuncia all'uso di pesticidi, è possibile citare alcuni dati sull'impatto delle coltivazioni ingegnerizzate. Uno studio del Departrnent of Agriculture statunitense mostra che l'uso di mais Bt (resistente agli insetti) contro i danni della piralide, un insetto particolarmente aggressivo, non ha inciso molto sulla riduzione dell'uso dei pesticidi, poiché la grande maggioranza dei terreni coltivata a mais non viene trattata contro questo tipo d'insetti. L’introduzione del cotone Bt, invece, ha avuto come risultato un crollo dell’uso dei pesticidi. Ciò è vantaggioso sia per l’ambiente sia per gli agricoltori, che abbattono

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i costi iniziali. Ma questo beneficio durerà solo finché il Bt continuerà a funzionare. Ritengo che la maggior parte degli scienziati si aspetti che il modo in cui sono state avviate le cotivazioni Bt porterà presto o tardi all’evoluzione della resistenza nei parassiti bersaglio: ciò significa che il cotone Bt non funzionerà più. Probabilmente il suo effetto si esaurirà proprio come si è esaurito l’effetto di tutti i pesticidi prima di esso. Perciò non si tratta di una strada verso un’agricoltura più ecologica. E ci sono ulteriori rischi ambientali. La maggiorparte degli scienziati è ora d’accordo sul fatto che possa avvenire un trasferimento di geni dalle piante ingegnerizzate ad altre simili. Ciò significa che il polline potrebbe trasportare i nuovi geni da una sede agricola ai campi vicini o in terreni non coltivati. Questo fenomeno sta già portando alla creazione di erbe infestanti resistenti agli erbicidi in Canada.

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OPINIONI DIVERGENTI

Che cosa ci può dire dei rischi dei cibi OGM? Vede problemi all’orizzonte? Attualmente non c’è ragione di sostenere che i cibi acquistabili nei supermercati non siano sicuri per i consumatori. Ma non sono fiduciosa come vorrei. Con le poche conoscenze che abbiamo sui problemi di sicurezza alimentare, la maggior preoccupazione riguarda l’allergenicità. Un altro rischio è l’introduzione di nuove tossine nei cibi. Gli ibridatori cercano di evitarlo, ma il rischio esiste. Gli scienziati manipolano sistemi che non conoscono pienamente, e uno degli effetti inaspettati potrebbe essere proprio l’attivazione di geni che esprimono le tossine. Nell’ibridazione eseguita con metodi tradizionali esistono precise regole che governano il modo in cui i geni si combinano. Artificialmente, queste regole non sono rispettate.

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OGM IN ITALIA

Ad oggi, in Italia non sono piĂš vietate nĂŠ sperimentazioni nĂŠ ricerche scientifiche sugli OGM, ma il nostro Paese, nonostante le direttive imposte dall'Unione Europea, resta ancora molto scettico sulla possibile introduzione di coltivazioni modificate.


L’Italia e il resto del mondo

In ambito internazionale è significativo l’esempio degli Stati Uniti ,in quanto circa i due terzi delle coltivazioni OGM del mondo hanno sede negli Usa. I primi prodotti GM a uso alimentare comparvero in America nel 1994, senza una normativa precisa sulla regolamentazione di tali organismi. Da allora, a livello internazionale, si è tentato di regolamentarne la diffusione e l’uso, con la Convenzione sulla Biodiversità di Rio de Janeiro del 1991 e successivamente con il Protocollo di Cartagena del 2000. L'obiettivo del Protocollo di Cartagena era quello di “contribuire ad assicurare un adeguato livello di protezione nel campo del trasporto, della manipolazione e dell'uso in sicurezza degli organismi geneticamente modificati derivanti dalle moderne biotecnologie i quali possano avere un effetto negativo sulla conservazione e sull'uso sostenibile della diversità biologica, tenendo in considerazione anche i rischi alla salute umana e focalizzandosi specificamente sui movimenti transfrontalieri.” Oltre 130 stati firmarono il Protocollo.

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OGM IN ITALIA

Per quanto riguarda l’Unione Europea: la prima direttiva per uniformare l’approccio degli Stati europei agli OGM venne promulgata nel 1990 e autorizzò l’uso per scopi sperimentali di 17 diversi organismi. Inoltre autorizzò l’entrata nel mercato europeo di alcuni prodotti derivati da OGM (non contenenti OGM), prodotti per cui era possibile dimostrare che non c’era nessuna differenza dal punto di vista nutrizionale o tossicologico rispetto ai corrispettivi prodotti ottenuti a partire da colture convenzionali. Tra il 1990 e il 1997, la crescente diffidenza verso i prodotti GM obbligò l’UE a prendere provvedimenti a tal proposito, facendo sì che fino al 2004 non venisse autorizzato alcun OGM. In seguito a forti pressioni soprattutto da parte dei maggiori paesi produttori di OGM (Stati Uniti e Canada), nel 2003 l’UE ha approvato due regolamenti: il primo riguarda la procedura per l’avvio della messa in commercio di nuovi OGM destinati all’uso alimentare; le aziende sono tenute a presentare domanda di autorizzazione alla Commissione Europea e la valutazione

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definitiva viene effettuata dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare. Il secondo è relativo all’etichettatura dei prodotti GM sul mercato. Tutti i prodotti contenenti ingredienti o derivati da un ingrediente che contiene più dello 0,9% di OGM dovranno essere etichettati con la dicitura "questo prodotto contiene OGM " oppure "questo prodotto deriva da OGM". In ambito nazionale sono in atto diverse polemiche. L’Italia, in quanto stato membro dell’Unione Europea, è tenuta a rispettarne i regolamenti. Ciononostante, queste norme non sono del tutto applicate a causa della forte reticenza dell’Italia all’autorizzazione dell’uso di OGM, che si è manifestata attraverso numerosi decreti emessi dallo stato, spesso contradditori. Nel 2000 è stato emesso un decreto che ha bloccato l’uso di prodotti alimentari derivanti da 4 varietà di mais GM, e nel 2001 il ministero per le politiche agricole e forestali ha tentato di impedire con un decreto tutte le sperimentazioni in campo agrobiotecnologico, nono-

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OGM IN ITALIA

stante tale pratica fosse già stata approvata a norma di legge. Il tema della coesistenza tra colture convenzionali, (trattate con concimi,insetticidi..) biologiche(non trattate) e OGM è di competenza delle singole regioni, quindi le norme possono variare di regione in regione. Nessuna regione può vietare la coltivazione di OGM perché andrebbe contro la normativa europea, ma un gran numero di esse ha imposto norme di coesistenza piuttosto rigide che di fatto ne impediscono la coltivazione. Attualmente in Italia non ci sono coltivazioni OGM se non a scopo sperimentale.

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Bibliografia e sitografia Gli ogm sono davvero pericolosi? Francesco Sala, Laterza, 2005 Che cosa sono gli OGM C. Tonelli, U. Veronesi, Sperling, 2007 I geni che mangiamo Daniel Ramon, Dedalo, 2000 OGM: tra leggenda e realtà Dario Bressanini, Zanichelli, 2009 OGM: una risposta per il futuro Dossier “Le Scienze” 2001 OGM per tutti Fabrizio Fabbri, Jaca, 2002 Alimenti geneticamente modificati Marina Mariani, Hoepli, 2001 Greenpeace http://www.greenpeace.org Articolo di Luisa Fioravanti http://www.dottissimo.it

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